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Scuola Secondaria di I grado Pio X Artigianelli – Firenze
Arte e Immagine – Prof. Fortunato Rao
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Cattedrale di Santa Maria del Fiore – Duomo di Firenze
Storia.
In questo luogo, fino al 1296, si trovava la Chiesa di Santa Reparata, il più importante centro religioso
cittadino (all’interno della città si trovavano gli edifici romanici di Santa Reparata e dei SS. Apostoli,
insieme al Battistero; fuori dalle mura della città si trovava l’antichissima Basilica di San Lorenzo, la
prima sede del Vescovo di Firenze, consacrata nel 394 da Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano, ed ancora
più lontana dalla città si trovava San Miniato). Qui si svolgevano le più importanti cerimonie religiose.
La vita religiosa dei fiorentini ha da
sempre il suo centro nell'area tra "Piazza
San Giovanni" e "Piazza del Duomo" e che
ospita il Battistero di San Giovanni (1), la
Cattedrale di Santa Maria del Fiore (il
Duomo) con gli scavi di Santa Reparata (2),
il Campanile di Giotto (3), il Museo
dell'Opera del Duomo (4), la Canonica del
Duomo (5), l' Arciconfraternita della Misericordia (6), la Loggia del Bigallo (7), il Palazzo Arcivescovile
(8), la colonna di San Zanobi (9) e le colonne pisane di porfido (10).
La piazza racconta, ancora oggi, importanti memorie religiose e civiche: la Colonna di San Zanobi,
eretta nel 1384 sul posto dove -‐ nel 429 d.C. secondo la tradizione -‐ un olmo secco era fiorito d'inverno
al passaggio delle spoglie del santo che venivano trasferite nella nuova Cattedrale di Santa Reparata; le
colonne antiche di porfido ai lati della Porta del Paradiso (originariamente collocate nello spazio fra
Battistero e Cattedrale), donate dai pisani nel 1117 in riconoscimento dell' aiuto fiorentino durante la
guerra delle Baleari.
Alla fine del Duecento tutta la città fu oggetto della trasformazione più importante e più estesa
della sua storia: intorno alla città romana ed alla centuriazione la città ha iniziato ad espandersi per
l’incremento demografico, per la comparsa di ceti medi attivi (artigiani, mercanti) e l’incremento del
commercio e -‐ quindi -‐ dell’economia cittadina.
Nello sviluppo urbano che si registra tra il 1100 ed il 1250, si assiste al fenomeno, comune a molte
importanti città, per il quale ognuna inizia la costruzione della propria cattedrale.
A Firenze, quindi, il Governo dei Priori chiamò Arnolfo di Cambio per la costruzione della
Cattedrale in luogo di Santa Reparata, ormai insufficiente ad accogliere il popolo fiorentino, e che
sembrava "piccola a comparazione di siffata cittade" secondo Giovanni Villani storico e scrittore del
Trecento. Arnolfo era già impegnato, negli stessi anni, nel cantiere della Basilica di Santa Croce e, di lì a
poco, nel 1299, fu chiamato alla realizzazione del nuovo Palazzo dei Priori (il palazzo del governo della
città) che diventò, nel 1434 con l’avvento di Cosimo il Vecchio, Palazzo della Signoria e che oggi
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conosciamo come Palazzo Vecchio (“vecchio” perché, nel 1565, il governo della città fu portato a
Palazzo Pitti).
L’iniziativa della costruzione di una cattedrale, che normalmente partiva dal vescovo, a Firenze
parte dal governo della città a testimoniare che non c’era distinzione tra la vita civile e la fede; il
controllo della costruzione (fabbrica) e delle fasi di lavoro era gestito dall’“Opera”, mentre con il
termine “fabbrica” si intendeva tutto ciò che concerneva la costruzione ma anche la successiva
manutenzione della cattedrale, non solo per l’esecuzione materiale ma anche per l’amministrazione
dei beni che ad essa erano destinati.
La crescita della cattedrale, come tutte le cattedrali gotiche, avviene in tempi molto lunghi,
impegnando anche diverse generazioni di uomini; ciò ne ha fatto non solo il simbolo di uno periodo
artistico ma il simbolo dell’intera cultura del tempo. Il Duomo, così come ci appare oggi, è il risultato di
170 anni di lavoro.
Per costruire la cattedrale furono demoliti diversi edifici che si trovavano nei dintorni di Santa
Reparata e, per continuare ad avere un luogo di preghiera per tutto il popolo, Arnolfo decise che la
nuova cattedrale dovesse sorgere “intorno” all’esistente che, perciò, fu inglobata nella costruzione.
I lavori iniziarono l’8 Settembre 1296 (la data è importante perché l’8 settembre è, per la
Chiesa, il giorno della Nascita di Maria) e la Cattedrale fu dedicata a Santa Maria del Fiore, a voler
legare indissolubilmente la Vergine alla città di Firenze, mediante il suo simbolo, il fiore.
Il termine “fiore” ha -‐ perciò -‐ un doppio riferimento: a Fiorenza (la città che costruisce la sua
cattedrale) ed a Gesù, il fiore che scaturisce dal ventre di Maria.
Arnolfo, nei primi anni del ‘300, morì e la fabbrica della cattedrale si fermò. Alla morte di
Arnolfo erano stati costruiti solo il muro di facciata e quelli laterali ed era stata costruita solo una
prima fascia di rivestimento (fino all’altezza degli attuali portali) sulla facciata. Questo rivestimento,
non più visibile perché demolito nel corso del XVI secolo, riprendeva il disegno del Battistero e di San
Miniato, con marmo Bianco di Carrara e verde Serpentino di Prato, ed aggiungendo il Rosso di Siena.
Il cantiere ed i lavori restarono a lungo fermi, fino al 1330 circa quando il ritrovamento sotto Santa
Reparata delle reliquie del venerato vescovo di Firenze -‐ San Zanobi -‐ diede nuovo impeto alla
costruzione. L'Arte della Lana, che aveva ricevuto l'incarico di sovrintendere alla costruzione, nel 1334
affidò la direzione dei lavori a Giotto, assistito da Andrea Pisano. Giotto si concentrò sul Campanile di
cui fornì un progetto e riuscì solo ad iniziare la costruzione perché morì dopo soli 3 anni nel 1337.
Andrea Pisano continuò i lavori, anch'egli soprattutto sul campanile, fino alla sua morte per l'arrivo
della peste (nel 1348); i lavori furono di nuovo interrotti per ripartire sotto la guida di Francesco
Talenti, nel 1349.
Questi portò a termine il campanile, secondo il disegno originario di Giotto, e portò avanti la
costruzione della cattedrale modificando quello iniziale di Arnolfo.
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Dopo il 1359 i lavori furono diretti da Giovanni di Lapo Ghini che ultimò le prime tre campate. Le
immense campate (appena tre metri più basse delle volte della Cattedrale di Beauvais, le più alte del
gotico francese) racchiudevano un immenso spazio con pochissimi sostegni.
Nel 1375 l'antica chiesa di Santa Reparata fu definitivamente abbattuta. Le navate furono completate
con la copertura tra il 1378 ed il 1380. Era la più grande Chiesa del cristianità e lo fu ancora per altri
tre secoli quando fu superata per grandezza dalla Basilica di San Pietro in Roma e, successivamente,
dalla Cattedrale di St. Paul a Londra; rimane comunque tra le tre Chiese più grandi del mondo.
Le pareti furono ricoperte all'esterno dalla decorazione a marmi policromi.
Furono realizzate quattro porte laterali, fra le quali spiccavano per bellezza la Porta dei Canonici verso
sud, in stile gotico fiorito, e la Porta della Mandorla verso nord, detta così per l'elemento contenuto
nella cuspide gotica col bassorilievo dell'Assunta (opera di Nanni di Banco 1414-‐1421).
Sul lato nord si trova anche la Porta di Balla (o dei Cornacchini), con un protiro poco aggettante
sostenuto da colonnine tortili che poggiano su leoni. Una leggenda popolare narra che ai primi del
Quattrocento, un certo Anselmo, abitante in via del Cocomero (oggi, via Ricasoli), sognò di essere
sbranato dal leone che era proprio quello della porta. Così, quasi a voler sfidare la belva decorativa,
andò a mettere una mano nella bocca del leone; uno scorpione lì annidato lo punse a un dito ed il
giorno dopo Anselmo morì.
Sulle facciate laterali sono presenti sei bifore, dal disegno tipicamente gotico, al centro di pareti
scandite da lesene. Le ultime quattro verso il transetto danno luce all'interno mentre le prime due,
forse per problemi statici, furono chiuse da Talenti anche perché la realizzazione dell'esterno
dell'edificio non rispecchia il ritmo delle campate all'interno; questo fu uno dei motivi che portò alla
rimozione di Talenti, dal dirigere i lavori, ed alla semplificazione della decorazione degli esterni che
venne decisa oltre che per motivi estetici quanto per contenere le spese (tenete presente che il
rivestimento marmoreo del Campanile di Giotto costerà, alla fine, quasi due milioni di fiorini, una cifra
senza precedenti per l'epoca). Queste visibili all’esterno risultano essere le modifiche più evidenti
rispetto al progetto originario di Arnolfo: sui fianchi dell'edificio, a nord e sud, le prime quattro
finestre risultano più basse, più strette e più ravvicinate di quelle verso est, le quali corrispondono,
invece, all'ampliamento operato da Francesco Talenti.
Infine, venne innalzato il tamburo ottagonale con le stesse grandi finestre circolari.
Nel 1421 la cattedrale era terminata, restava solo da coprire lo spazio del tamburo, un vuoto di circa
45 metri di diametro a 55 metri di altezza (perciò una impresa di difficile soluzione).
Riuscire a coprire con un’unica struttura uno spazio così grande ed a tale altezza si rivelò infatti
difficilissimo e per ben 125 anni (la base del tamburo ottagonale era finita già intorno al 1315) la
cattedrale rimase con questo “problema” irrisolto.
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Una cupola, per essere costruita, aveva bisogno – come gli archi – di una struttura che la reggesse
mentre la si costruiva: le cèntine; ma costruire delle cèntine di tali dimensioni impediva la
realizzazione di qualsiasi tipo di cupola. Come costruire e dove appoggiare le enormi centine di legno
che avrebbero dovuto sostenerla fino alla sua chiusura definitiva con la chiave di volta?
Si pensò perfino, per ovviare alle cèntine, di innalzare dentro il duomo una “collina” di terra e monete
per costruirvi sopra la cupola; il popolo, chiamato successivamente a recuperare le monete (tante)
disperse nella terra, avrebbe provveduto a “smontare” la collina.
Si arriva così al 1418 e per trovare una soluzione che permettesse di ultimare la cattedrale fu indetto
un concorso (sulla base delle esperienze già effettuate per la porta nord del Battistero). In seguito al
concorso, che ufficialmente non ebbe vincitori, Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti furono
nominati “capomastri”.
Il cantiere aprì i battenti nel 1420. Ma del progetto non vi era traccia; Brunelleschi aveva elaborato
solo un programma dei lavori in dodici punti nei quali, in poche righe, aveva sintetizzato la struttura, la
forma, le dimensioni dell’opera ma nessuna indicazione su come procedere alla sua costruzione.
Da questo punto di vista, Brunelleschi, che fu il primo grande architetto del rinascimento, ma fu anche
l’ultimo capomastro gotico (colui che costruiva la cattedrale per e con il suo popolo).
La cupola della cattedrale, in realtà, non è una cupola (la cupola è il risultato di un arco "ruotato"
attorno al proprio semidiametro e si chiama, infatti, cupola di rotazione, costituita da infiniti archi,
ciascuno dei quali una volta completato si reggerà da solo), ma una volta ottagonale e, a differenza di
una cupola di rotazione, una volta non può essere auto-‐portante. L'impiego di cèntine, cioè di
impalcature lignee cui affidare il sostegno delle murature in costruzione fino alla presa delle malte, era
in questo caso indispensabile. Brunelleschi, nella sua assoluta genialità, aveva ideato come costruire la
cupola senza l’uso di impalcature e cèntine, in modo che si reggesse da sola, una cupola “auto-‐
portante”.
Brunelleschi non aveva alcun riferimento tecnologico per risolvere il problema di costruire la sua
cupola che, in realtà è una volta a sesto acuto a pianta ottagonale; dovette letteralmente inventare il
procedimento costruttivo in tutta la sua meccanica. Tutte le altre cupole che si è cercato di proporre
come modelli del Brunelleschi o erano cupole di rotazione (autoportanti) o centinabili ed armabili,
mentre quella di Santa Maria del Fiore non permetteva questi espedienti e quindi la sua costruzione fu
un assoluto unicum nella storia dell'architettura.
Brunelleschi trovò anche il modo di prendersi la sua rivincita nei confronti di Lorenzo Ghiberti (tra i
due non correva buon sangue anche per l’assegnazione a quest’ultimo dell’incarico della porta nord
del Battistero, dopo il concorso del 1401); entrambi erano stati nominati “capomastri” del cantiere e
questa cosa non era piaciuta a Brunelleschi che passava tutte le intere giornate in cantiere (non
essendoci un progetto disegnato per l’esecuzione della cupola, lui stesso, come i capomastri delle
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cattedrali gotiche stava in cima agli impalcati per indicare agli operai come procedere); per un periodo
si finse ammalato ed il cantiere restò fermo per diverse giornate. L’Opera allora intimò a Ghiberti di far
riprendere i lavori e di pensare lui a dirigerli. Ma Ghiberti non sapeva da che parte iniziare, non aveva
alcuna idea di come far lavorare gli operai né di quali indicazioni dare, dovette così rinunciare al suo
incarico con enorme soddisfazione del Brunelleschi che dimostrò la sua assoluta genialità.
La cupola fu ultimata nel 1436, "structura si grande, erta sopra e cieli, ampla da coprire con sua ombra
tutti e popoli toscani", come scrisse allora l’architetto Leon Battista Alberti. Il 25 Marzo 1436, giorno
che la Chiesa ricorda per l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, il messaggio del Verbo Incarnato, la
Cattedrale di Santa Maria del Fiore fu consacrata da Papa Eugenio IV.
Restava da realizzare la lanterna (costruzione in marmo che si trova sulla cima della cupola).
I lavori della lanterna iniziarono però solo nel 1446, pochi mesi prima della morte di Brunelleschi; essi
proseguirono, seguendo l’idea di Brunelleschi, sotto la direzione dell'amico e seguace Michelozzo e
furono terminati da Antonio Manetti il 23 aprile 1461.
Nel 1472, il Verrocchio costruì la palla di bronzo che fu posta sulla sua cima. Anche per questo
intervento furono necessarie le macchine inventate e costruite dal Brunelleschi. Fra i ragazzi di
bottega che aiutarono il Verrocchio in questa difficile operazione c’era il giovane Leonardo da Vinci.
L’interno.
L’interno è a croce latina ed ha un aspetto sobrio,
molto spoglio. Arnolfo stesso l’aveva concepita come
“l’utero della Madonna” ed il bugnato della pietra
forte sottolinea questo, come l’interno di uno
scrigno dov’è custodito un bene preziosissimo.
All’inizio della navata si può accedere agli scavi che
mostrano i resti dell’antica Santa Reparata.
L'arricchimento del Duomo con i fastosi pavimenti
in marmo colorato appartiene invece ad un secondo
momento della storia della Cattedrale, sotto il
patronato dei granduchi nel '500.
Al centro della controfacciata, il grandioso orologio
dipinto da Paolo Uccello (1443). È un orologio
"liturgico" che -‐ come l'ordinamento delle festività
della Chiesa -‐ calcola le 24 ore diurne a partire dal
tramonto del giorno precedente. Le quattro teste dei
profeti agli angoli suggeriscono che questo "tempo
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attuale" della Chiesa guarda verso “un altro tempo”. Il Duomo adempì nel corso dei secoli alle sue
peculiari funzioni liturgiche, ma fu anche teatro di iniziative popolari e civili, ne sono testimonianza i
due monumenti equestri affiancati dei condottieri Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino,
rispettivamente dipinti da Paolo Uccello nel 1436, e da Andrea del Castagno nel 1456. Nello stesso
contesto si colloca il ritratto di Dante che fu eseguito nel 1465, in occasione del secondo centenario
della nascita del sommo poeta da Domenico di Michelino.
Le 44 vetrate del Duomo costituiscono il più monumentale programma di arte vetraria nell'Italia tre-‐
quattrocentesca. Raffigurano santi dell'Antico e del Nuovo Testamento (nella navata e transetti) e
scene della vita di Cristo e Maria (negli occhi del tamburo). L'elenco degli autori include i massimi
nomi dell'arte fiorentina del primo Rinascimento: Donatello, Ghiberti, Paolo Uccello, Andrea del
Castagno. II punto culminante di questo percorso religioso ed architettonico è l'area sotto la cupola,
definita dal coro e dall'altare maggiore. Sia la cupola, sia il coro sono intesi, nella forma ottagonale, a
ripetere il simbolismo del Battistero. La superficie occupata dal coro, opera di Baccio Bandinelli e
Giovanni Bandini del 1574 -‐ in sostituzione del precedente di legno -‐ ha, infatti, quasi le stesse
dimensioni dell'interno del Battistero e, così, ricrea sotto la nuova cupola lo spazio sacro più antico di
Firenze.
L’interno della cupola, avrebbe dovuto essere, secondo Brunelleschi,
decorato a mosaici come l’intradosso della cupola del Battistero.
L’eccessivo peso che avrebbe avuto tale opera sulla struttura della cupola,
ne sconsigliò la realizzazione che perciò non fu mai messa in atto. La
decorazione dell’intradosso della cupola fu realizzata tra il 1572 ed il 1579
con un affresco di Giorgio Vasari -‐ che fece la parte alta – e Federico
Zuccari -‐ che fece la parte bassa. . Il tema iconografico è lo stesso che
troviamo in Battistero: il Giudizio Universale. Sono 3600 mq di affresco,
uno dei cicli pittorici più grandi al mondo.
Nel Duomo si venera anche San Zanobi, vescovo e co-‐patrono di Firenze: sotto l’altare della tribuna
centrale è collocata la famosa Arca di San Zanobi, contenente le preziose reliquie, eseguita in bronzo
da Lorenzo Ghiberti. Nella zona delle tribune, disposte a trifoglio, si trovano le Sagrestie: la Vecchia,
detta ‘dei Canonici’, ha sopra la porta una lunetta raffigurante l’Ascensione -‐ terracotta invetriata
eseguita da Luca della Robbia intorno al 1450 -‐ e la Nuova, detta ‘delle Messe’, che ha sopra la porta
bronzea un’altra lunetta, sempre di Luca della Robbia, raffigurante la Resurrezione.
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Opere all’interno della Cattedrale
LEGENDA A Porta a nord (facciata) B Porta centrale (facciata) C Porta a sud (facciata) D Porta del Campanile E Porta dei canonici F Porta della Mandorla G Porta di Balla 1a) “Incoronazione di Maria”, mosaico di Gaddo Gaddi 1b) “Angeli Musicanti”; affreschi di Santi di Tito, 1c) Orologio, di Paolo Uccello; 1d) “Assunzione di Maria”, vetrata di Lorenzo Ghiberti 2 Busto di Brunelleschi 3 Busto di Giotto 4 Busto di Marsilio Ficino 5 Busto di Emilio De Fabris 6 Busto di Arnolfo di Cambio 7 Busto di Antonio Squarcialupi 8 “Niccolò da Tolentino”, affresco di Andrea del Castagno 1456 9 “Giovanni Acuto”, affresco di Paolo Uccello 1436 10 “Dante ”, dipinto di Domenico di Michelino 1465 11 Coro di Baccio Bandinelli 12 Altare Maggiore 13 Cattedra del vescovo 14 Crocifisso di Benedetto da Maiano 15a) Porte di bronzo di Luca della Robbia 15b) “La Resurrezione”, lunetta in terracotta di Luca della Robbia 16 Sagrestia "delle Messe" con tarsie del '400 17a) Altare di San Zanobi o del Santissimo -‐ Urna di San Zanobi di Lorenzo Ghiberti 17b) Ultima Cena di Giovanni Balducci (1560-‐1603) 18 “L’Ascensione”, lunetta in terracotta di Luca della Robbia 19 Ingresso agli scavi dell'antica cattedrale di Santa Reparata
Schema degli affreschi della cupola e vetrate del tamburo
A -‐ I 24 Anziani di Apoc. 4 B -‐ Cori Angelici con strumenti della Passione C -‐ Cristo, Maria e Santi D -‐ Virtù, beatitudini, doni dello Spirito Santo E -‐ Vizi e l'inferno F -‐ Vetrate del tamburo: 1) Donatello, Incoronazione della Vergine. 2) Paolo Uccello, Resurrezione di Cristo. 3) Andrea del Castagno, Deposizione di Cristo. 4) Paolo Uccello, Natività di Cristo. 5) Paolo Uccello, Annunciazione a Maria (distrutta). 6) Lorenzo Ghiberti, Presentazione di Gesù al Tempio. 7) Lorenzo Ghiberti, Orazione di Cristo nell'orto. 8) Lorenzo Ghiberti, Ascensione.