Due Palme magazine

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La voce dei viticoltori del Salento De Pme NOVITÀ ETICHETTE PREMI Si raddoppia la produzione Le guide scelgono Cantine Due Palme Arriva il Metodo Classico ASSOENOLOGI Ad Alba Cantine Due Palme come modello di sviluppo economico

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Nasce la prima rivista dedicata ai soci e agli amici di Cantine Due Palme.

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La voce dei viticoltori del SalentoD!e P"#me

NOVITÀ ETICHETTEPREMI

Si raddoppiala produzione

Le guide scelgono Cantine Due Palme

Arriva il Metodo Classico

ASSOENOLOGIAd AlbaCantine Due Palme come modellodi sviluppoeconomico

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stato un anno intenso, ricco di tante novità. Un anno in cui, guardandoci alle spalle, riu-sciamo a vedere come sia cre-

sciuta con ritmi sempre più ve-loci questa nostra grande famiglia.

È stato l’anno dell’ultima acquisizione, delle continue innovazioni, delle sorprese inattese, ma meritate e frutto del lavoro della più bella squa-dra che mi sia capitato di allenare.

Oggi i nostri numeri ci consentono di essere un modello di sviluppo per il cooperativismo ita-liano; ne è prova la mia partecipazione al con-gresso nazionale di Assoenologici, svoltosi la scorsa estate ad Alba, in occasione del quale con orgoglio ho raccontato la nostra storia, le nostre battaglie e le nostre vittorie.

Siamo, oggi, un’azienda che vanta risultati im-portanti. Sono dieci milioni le bottiglie che por-tiamo in ogni angolo del mondo e siamo presenti in trentotto paesi che, a prescindere dalla loro lingua, bevono e amano i nostri vini.

Possiamo contare, anche per quest’anno, su un’ottima vendemmia. Sono 262mila i quinta-li di uva raccolta, con una media di 10-12mila quintali al giorno, per un totale del 15% in più ri-spetto lo scorso anno. Cresciamo in ogni ambito.Ma questo è anche l’anno dei tanti premi. Abbiamo ottenuto per la settima volta consecu-tiva i Tre Bicchieri del Gambero Rosso per il nostro Selvarossa. A questo si sono aggiunti pre-stigiosi riconoscimenti come i Cinque Grappoli di Bibenda, sempre per il Selvarossa, e le Super Tre Stelle della guida Veronelli, facendo salire sul podio anche il Serre.

E in un anno così pieno non sempre forse siamo riusciti ad aggiornare tutti i soci in tempo reale delle grandi evoluzioni che abbiamo vissuto. Da qui sono nati l’esigenza e il desiderio di crea-re un rapporto sempre più intimo tra la cantina e i suoi soci. Ci adeguiamo ai tempi che avanzano e oltre a voler inaugurare una sezione dedicata esclusivamente a loro sul portale internet della cantina, si è pensato di ripercorrere, attraverso

le pagine di questo magazine, i mo-menti salienti di questo anno che volge verso la sua conclusione.

Un 2013 che ricorderemo e che vede il nostro ingresso anche nel mondo delle bollicine di qualità. Nasce, infatti, “Due Palme, il no-stro nuovo metodo classico con il quale siamo pronti a brindare a que-sta straordinaria annata. •

Angelo Maci

EDITO

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ANNO 1 • 5 dicembre 2013

“Due Palme” è un bollettino informativo destinato ai soci della cooperativaCantine Due Palme e a esclusivadistribuzione interna.

Testi e coordinamento editoriale:Monica Caradonna

Coordinamento artistico:Adriana Adamo

Fotogra! e:Assoenologi, Diego Colucci, Carlo De Mitri, Antonio Pennetta

Impaginazione e gra! ca:Elisa Costa

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SOMM

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BILANCIO AL VINITALYGRANDE APPEAL DI CANTINE DUE PALMENUOVE ESPANSIONI E PENETRAZIONE NEI MERCATISALICE SALENTINO EPRIMITIVO DI MANDURIAA RISCHIO PALE EOLICHEI CONSORZI DI TUTELA DELSALICE SALENTINOE DELL’OLIO EXTRAVERGINESI AGGIUDICANO INSIEME UN PROGETTO DI PROMOZIONEINTERNAZIONALELA PRESENTAZIONE VENERDì 7 GIUGNO CON RICCARDO COTARELLA E PAOLO CUCCIA

NUOVO IMPIANTODI IMBOTTIGLIAMENTOINVESTIMENTO DA 2 MILIONIE SI RADDOPPIA LA PRODUZIONE

CANTINE DUE PALMESOSTIENE LA BRINDISI-CORFÙE INTANTO IL 12 GIUGNO UNA DELEGAZIONEDI GRECI È STATA IN CANTINA

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LA PUGLIA PROTAGONISTAAL CONGRESSO NAZIONALEDI ASSOENOLOGIMACI: “ABBIAMO PORTATO AD ALBALA NOSTRA ESPERIENZA”BENVENUTA VENDEMMIALUNEDÌ 12 AGOSTO SI È TAGLIATO LO CHARDONNAY OSPITI L’ASSESSORE FABRIZIO NARDONI E ANTONIO CALÒ, PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DELLA VITE E DEL VINO

NASCE IL METODO CLASSICO“DUE PALME”PER I 70 ANNI DEL PRESIDENTE MACI ARRIVA ANCHE “1943”, UN NEGROAMARO IN PUREZZA

QUESTIONE DI... ETICHETTARESTYLING GRAFICO PER IL NOVELLO SAN MARCO DI CANTINE DUE PALME. IN COMMERCIO DA NOVEMBRE

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PREMI E RICONOSCIMENTI

AMICI DI...PRESENTE.UN CLAIM CHE RACCONTA L’ESSENZA DELLA DUE PALME

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n investimento di più di 2 milioni di euro per re-alizzare un impianto di imbottigliamento che con-

sentirà di raddoppiare la produzione. Continuano, così,

gli investimenti di Cantine Due Palme, so-cietà cooperativa di Cellino san Marco.

Il nuovo impianto, inaugurato giovedì 21 febbraio alla presenza dell’assessore regio-nale all’Agricoltura, Dario Stefàno, consen-tirà di passare da una produzione che si atte-sta su 5000 pezzi /ora all’imbottigliamento di ben 11mila pezzi ogni ora, raddoppiando di fatto la capacità dell’azienda cellinese che, come annunciato dal suo presidente, l’enologo Angelo Maci, «entro i prossimi due anni intende raggiungere l’importante traguardo di immettere nel mercato 15 mi-lioni di bottiglie».

L’impianto, unico in Puglia per dimensioni e uno dei più grandi nel mezzogiorno d’I-talia, ha tutte le sequenze di preparazione completamente automatizzate e può essere gestito da pochi operatori attraverso l’u-so di un pc di interfaccia touch screen da cui si controlla tutto il ciclo di produzione. Si tratta di un’apparecchiatura altamente innovativa, tecnicamente all’avanguardia che garantisce la sicurezza alimentare del consumatore.

NOVIT

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CANT

INA NUOVO IMPIANTO

DI IMBOTTIGLIAMENTOINVESTIMENTO DA 2 MILIONIE SI RADDOPPIA LA PRODUZIONE

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Da un punto di vista squisitamente tecnico, la struttura, posta su una superfi cie di 1200 mq, è costituita da una sciacquatrice con 45 pinze a ugello fi sso, una riempitrice con 45 rubinet-ti, una tappatrice con 9 teste per tappo raso in sughero e sintetico, una tappatrice con 6 teste per tappo a vite. A completare l’impianto c’è una stazione per l’applicazione delle capsule, seguita da una etichettatrice e una incastonatrice che sfocia nella stazione di palettizzazio-ne, dove si trasformano i pallet confezionati pronti per la spedizione.

Un investimento in linea con gli sforzi di un’intera Regione che negli ultimi anni ha conso-lidato il suo ruolo di territorio che produce eccellenze, lasciando alle spalle l’immagine di una terra che forniva prodotti da taglio.

Nell’ultima vendemmia, la Puglia si è classifi cata come la quarta regione italiana per etto-litri di vino, con 5 milioni e mezzo di prodotto, e nonostante un calo del 20% della produ-zione, non è stata intaccata la qualità del prodotto. Cantine Due Palme, nella vendemmia 2012, si è attestata su una produzione di 206.000 quintali più altri 29mila quintali nella sola cantina San Gaetano, l’ultima in ordine di acquisizione, immersa nella terra del primitivo. •

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i è conclusa la 48° edizione del Vinitaly, l’ottava per Can-tine Due Palme che, anche quest’anno, segna un bilancio

assolutamente positivo.«Quattro giorni particolarmente

intensi - racconta Angelo Maci, presidente ed enologo dell’azienda di Cellino san Marco - nel corso dei quali la squadra di collaboratori giunta per l’occasione a Verona ha potuto segnare nuo-vi importanti risultati».

Grande è stata la visibilità che lo stand Due Palme ha avuto nell’ambito del padi-glione dedicato alle aziende pugliesi; tanti gli ospiti che hanno voluto ce-lebrare i vini del Salento, da Red Canzian, storico bassista dei Pooh, a Gianni Ippoliti, che al Selvarossa ha addirittura dedi-cato una canzone, ma ancora Federico Quaranta di Radio Decanter, Antonio Stornaio-lo, i Sonhora, Gianni Zonin, e non sono mancate le autorità regionali, nazionali ed euro-pee, sino all’immancabile sin-daco di Verona, Flavio Tosi, che, brindando con il Melaro-sa, ha dichiarato di «ammirare la Puglia per la sua capacità di saper accogliere e promuovere le sue bellezze».

«Quest’anno - prosegue Maci - ab-biamo portato con noi due eccel-lenze della nostra Regione; abbia-mo promosso diverse iniziative coinvolgendo il Salumifi cio Santo-ro di Cisternino e Antonella Ricci e Vinod Sookar de “Il fornello da Ricci”, perché

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BILANCIO AL VINITALYGRANDE APPEAL DI CANTINE DUE PALMENUOVE ESPANSIONI E PENETRAZIONE NEI MERCATI

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Ocrediamo fortemente nell’esi-genza di dover far squadra, di dover promuovere il sistema Puglia intensifi cando la rete tra aziende che praticano l’eccel-lenza». Il Vinitaly, per Cantine due Palme, è stata anche e soprat-tutto l’occasione per aumentare il suo appeal sui mercati internazio-nali.

«Sta aumentando la penetra-zione del nostro prodotto nelle Americhe e in Finlandia dove cresciamo e ci rafforziamo, e conquistiamo nuove piazze come le Lettonia, la Repubblica Ceca, ma aumentiamo anche la nostra attrattività nel canale mo-derno di distribuzione, ovvero

supermercati e ipermercati. Sono in corso di valu-tazione anche nuove interessanti collaborazioni che nelle prossime settimane potranno vedere la loro conclusione. Ma, vista la portata mediatica dell’ac-cordo, attendiamo di portate a casa questo nuovo importante risultato per poi gioirne con tutti i nostri amici e collaboratori».

A Cellino sa Marco, nei 5mila metri quadrati di estensione della più grande azienda cooperativa di Puglia, da oggi la macchina è ripartita e si lavora già per i prossimi appuntamenti. •

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asciateci fare i contadini, consentiteci di continuare ad amare la nostraterra, i nostri alberelli, i

nostri olivi e voi diventate il nostro baluardo di legalità.

Questo l’appello che Angelo Maci, presiden-te di Cantine Due Palme e del Consorzio di Tutela del Salice salentino, lancia alle ammi-nistrazioni locali e regionali, a margine della notizia della realizzazione di due parchi eoli-ci nella terra del Salice.

SALICE SALENTINO EPRIMITIVO DI MANDURIAA RISCHIO PALE EOLICHE

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« Lasc ia tec i f a re i con tad in i , consen t i t ec i d i con t inuare ad amare l a nos t rate r ra , i nos t r i a lbere l l i , i nos t r i o l i v i e vo i d i ven ta te i l nos t ro ba luardo d i l ega l i t à» .

«Al mio appello ha risposto e aderito anche l’amico Gianni Zonin al mio fi anco nell’am-bito della tavola rotonda che il consorzio di tutela del Salice ha promosso per avviare un attento dibattito su questa insana invasione di pale eoliche nella terra del vino. Qualche mese fa il primitivo di Manduria oggi il Salice, vengono messi a rischio dall’a-vanzata selvaggia di parchi eolici. I numeri che arrivano dall’uffi cio ambiente della pro-vincia di Brindisi fanno venire i brividi, e per noi è giunto il momento di fare chiarezza e avere risposte dalle istituzioni».

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Nasce da un’esigenza di chiarezza l’idea di promuovere una tavola rotonda dal titolo “Salice salentino e primitivo di Manduria a rischio pale eoliche. Produzioni tipiche e ter-ritorio da tutelare”.

La tavola rotonda, promossa dal Consorzio di Tutela del Salice Salentino e organizzata con la collaborazione dei consorsi di Tutela del Primitivo DOP di Manduria, del DOP Brin-disi e Squinzano, del DOP Leverano e del Consorzio Tutela Olio DOP Terra d’Otranto, ha visto la partecipazione degli assessori re-gionali Fabrizio Nardoni (Politiche Agroali-mentari) e Lorenzo Nicastro (Ambiente), del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, del giornalista del Fatto Quotidiano Antonello Caporale autore anche del libro “Controvento.

Il tesoro che il Sud non sa di avere”, dell’on Elisabetta Zamparutti, del sen Pietro Iurlaro, del sen Dario Stefàno, del dott. Erasmo Veno-si, docente universitario di Fisica Nucleare, del dott. Mino D’Angelo funzionario tecnico del servizio Ecologia e Ambiente della pro-

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vincia di Brindisi, di Antonio Resta, presidente del consorzio di Tutela del Primitivo di Man-duria (che porterà la testimo-nianza del territorio del primi-tivo di Manduria recentemente interessato da una invasione di pale eoliche), del cavalier Gianni Zonin, presidente della Casa Vinicola Zonin, e dell’avv. Francesco Di Lauro del collegio dei Probiviri di WWF Italia.

«Abbiamo bisogno che si faccia chiarezza sul rapporto tra l’in-novazione e la produzione - con-clude Angelo Maci - tra l’esi-genza di coordinare gli interessi degli investitori nell’ambito delle nuove tecnologie e quelli di chi da anni produce tutelando il paesaggio e le sue tradizioni, nella certezza che sia possibile trovare un punto di contatto fra le diverse aree di interesse». •

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bbinamento olio-vino per esportare il made in Puglia. L’Alto Salento punta ai pro-dotti di eccellenza e si aggiu-

dica un progetto fi nanziato dal Mipaf, il Ministero per le Politiche

Agricole e Forestali per il tramite di Agensud, che consentirà ai consorzi di tutela del Salice Salentino e dell’olio extravergine di oliva Col-lina Di Brindisi di usufruire di un interessante fi nanziamento per promuovere i propri prodotti anche all’estero.

Quattro i Paesi individuati dai consorzi, Cina, Brasile, Canada e Russia dove saranno organiz-zati, nelle annualità promosse dal fi nanziamento, degustazioni e incontri con buyers in contesti privilegiati, e sarà realizzato un docu-fi lm che racconterà la storia del territorio, le produzioni, l’intera fi liera e che sarà lo strumento di promo-zione principale che in Italia e all’estero raccon-terà delle eccellenze di questo angolo di Salento. Il progetto, che prevede un importo di più di 700mila euro, di cui il 90% completamente fi -nanziamento dal Ministero, è illustrato alla pre-senza di due ospiti d’eccezione, l’ingegner Paolo Cuccia, presidente del Gambero Rosso, e il dot-tor Riccardo Cotarella, presidente di Assoenolo-gi. Il Gambero attraverso le sue molteplici atti-vità è sempre al fi anco dei produttori, dai Road Show alle Città del Gusto, che come ha annun-ciato Cuccia presto sbarcheranno in nuovi angoli

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I CONSORZI DI TUTELA DELSALICE SALENTINO E DELL’OLIO EXTRAVERGINE SIAGGIUDICANO INSIEME UN PROGETTO DI PROMOZIONEINTERNAZIONALELA PRESENTAZIONE VENERDì 7 GIUGNO CON RICCARDO COTARELLA E PAOLO CUCCIA

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«A noi non servono interventi a pioggia e di natura assistenzialistica perché abbia-mo dimostrato di essere in grado di affron-tare e superare la crisi, abbiamo bisogno però di avere al nostro fi anco Istituzioni preparate e tese al sostegno delle politiche agricole, visto che l’agroalimentare italia-no vale 246 miliardi, ovvero il 15% del Pil nazionale».

Le aziende del Salice Salentino da sole fruttano il 24% della produzione a Doc pugliese. Un patrimonio che nel Negroamaro trova il suo fulcro da promuovere, valorizzare e far conoscere sempre più.

«Attraverso questo progetto, ma anche grazie al sostegno che negli ultimi anni è giunto soprattutto dalla Regione Puglia - ha sottolineato Maci - gli imprenditori im-pegnati nel settore agroalimentare stanno riuscendo a valicare quei confi ni territo-riali che consentono di confrontarci con il mondo intero.

E iniziative come questa fi nanziata dal Ministero sono un ulteriore sostengo al nostro bisogno di internazionalizzazione di un sistema di produzioni che ad oggi costituiscono il motore economico della nostra Regione». •

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del mondo; e anche in questa occasione ha volu-to testimoniare la sua vicinanza al lavoro delle aziende del Salice Salentino e dell’olio extraver-gine Collina di Brindisi. Se Cuccia ha parlato del lavoro della grande squadra di un’organizzazio-ne grande quanto il Gambero rosso, Cotarella, in Puglia per la prima volta nella sua nuova veste di presidente nazionale di Assoenologi, ha sotto-lineato l’importanza del lavoro dell’uomo nella produzione del vino, concordando con gli altri relatori sull’importanza di considerare le produ-zioni come un fatto culturale.

È stato Fabrizio De Castro, dello studio Agri-plan, a presentare i dettagli tecnici del progetto ed è stato lasciato ai due presidenti dei consorzi, Angelo Maci per il Salice Salentino e Vincenzo Massari per l’olio, l’appello delle aziende e dei produttori che in una fase di recessione interna-zionale sono state in grado di affrontare e regge-re la crisi.

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nche quest’anno Cantine Due Palme ha sostenuto la regata internazionale Brindisi-Corfù.

L’evento, giunto alla sua 28° edizione, ha costituito un momento

di alto interesse sportivo e turistico. Dal 12 al 14 scorsi giugno si sono accesi i rifl ettori sulla città di Brindisi e sulle sue peculiarità e Cantine Due Palme non poteva che essere al fi anco degli imprenditori, delle istituzioni e soprattutto degli sportivi brindisini e pugliesi per testimoniare, anche attraverso questo impegno, la necessità di dover far rete per esportare l’idea di una città che nel mare trova le sue grandi possibilità di svi-luppo. La recente apertura del nuovo lungomare, simbolo di una cultura in crescita, e la visita di una delegazione di venti ospiti greci nella sede di

CANTINE DUE PALMESOSTIENE LA BRINDISI-CORFÙE INTANTO IL 12 GIUGNO UNA DELEGAZIONEDI GRECI È STATAIN CANTINA

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Cellino San Marco, in occasione del pro-gramma di cooperazione internazionale alla scoperta del network transfrontaliero per la promozione del vino, danno il senso del lavoro di internazionalizzazione e di promozione che il territorio di Brindisi ha ormai avviato da qualche tempo e che è oggi in continua fase evolutiva.

È stato l’avvocato Francesco Cascione, sindaco di Cellino, a intervenire nella sala Selvarossa dell’azienda cellinese, sull’im-portanza della cooperazione e del model-lo che Cantine Due Palme ha esportato in tutto il mondo. Una degustazione guida-ta e la visita dei vigneti ha completato la giornata di studio dedicata agli ospiti pro-venienti dalla vicina Grecia. •

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ASSOENOLOGI

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n grande riconoscimento per la Puglia del vino. Nell’ulti-mo congresso di Assoenologi, svoltosi ad Alba dal 4 al 7 lu-

glio scorsi, era presente anche il Salento, in prima linea, a racconta-

re attraverso le parole di Angelo Maci, presiden-te di Cantine Due Palme, il modello di sviluppo di una delle più importanti cooperative del Mez-zogiorno d’Italia.

“Troppo spesso le cantine vengono considerate come centro di ammasso delle uve” ha dichia-rato Riccardo Cotarella, presidente di Assoe-nologi, “ma Cantine Due Palme ha sconfessato questo paradigma”; il quid in più che ha caratte-rizzato la storia di Cantine Due Palme è stata “la gestione imprenditoriale”, ha rilanciato Maci dal palco del teatro sociale di Alba.

Con Angelo Gaja e con Piero Antinori, Maci ha contribuito a delineare il quadro italiano del mondo vitivinicolo, ciascuno dal suo punto di osservazione privilegiato.

“È stata un’esperienza esaltante - ha dichiarato Angelo Maci a margine del congresso di Alba - abbiamo raccontato la nostra storia, la storia dei 1200 soci di Cantine Due Palme, che coincide con quella del nostro Salento”.

Una storia fatta di sfi de affrontate e vinte, sin dal 1989 anno di costituzione della cooperativa di

Cellino san Marco: come decidere di passare dalla vendita del vino sfuso alla bottiglia. “Oggi abbiamo una capacità produttiva di 11mila pezzi ogni ora”.

Una vicenda economica che ha vis-suto di scelte lungimiranti come ha spiegato Angelo Maci: “Nel 1996 noi eravamo già presenti in Giap-pone. Abbiamo capito subito che lì avremmo trovato una importan-te fetta di mercato che prima o poi avrebbe rivolto la sua attenzione verso le nostre produzioni”.

La più grande scommessa vinta è stata quella di far convivere in-sieme realtà differenti tra loro: “la politica delle incorporazioni è stata vincente”.

Diffi cile fare impresa nel sud d’I-talia e ancor di più in un territorio provinciale come il Salento degli anni ’80. La fusione di tre cooperative, l’ab-battimento di costi, politiche di investimento, su uomini, con la formazione culturale, su mezzi e tecnologie, si sono rivelate politi-che vincenti dal punto di vista im-prenditoriale.

LA PUGLIA PROTAGONISTAAL CONGRESSO NAZIONALEDI ASSOENOLOGIMACI: “ABBIAMO PORTATO AD ALBALA NOSTRA ESPERIENZA”

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“Oggi puntiamo sulle nuove generazioni, sui giovani, veri portatori di innovazione.” L’età media dei lavoratori in cantina è molto bassa ma specularmente proporzionata allo sviluppo.

Grandi l’attenzione e l’interesse che la vasta pla-tea di addetti ai lavori hanno riservato per l’espe-rienza pugliese di Cantine Due Palme tanto che il 68° congresso di Assoenologi si è concluso

“ E l a P u g l i a d e l v i n o - h a d i ch i a r a t o M a c i - s i f a r à t r o v a r p r o n t a p e r o s p i t a r e u n ev e n t o d i t a l e l ev a t u r a ” .

con la promessa che molto probabilmente il prossimo anno sarà proprio la Puglia ad ospitare la più importante riunione degli enologi ed enotecnici italiani. •

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BENVENUTA VENDEMMIALUNEDÌ 12 AGOSTO SI È TAGLIATO LO CHARDONNAY OSPITI L’ASSESSORE FABRIZIO NARDONI E ANTONIO

CALÒ, PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DELLA VITE E DEL VINO

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orna anche quest’anno l’appun-tamento con il taglio del primo grappolo a Cantine due Palme.

La vendemmia, iniziata i primi di agosto con il taglio della base

spumante, è entrata nel vivo con la raccolta delle uve bianche. Sono stati l’assessore regionale alle Politi-che Agricole, Fabrizio Nardoni, e il presidente dell’Accademia della Vite e del Vino, Antonio Calò, ad accompagnare Angelo Maci, presidente di cantine Due Palme, in quello che è ormai un rito che si ripete negli anni.

Uno dei momenti più importanti della vita di un’azienda vinicola è la vendemmia, quella cir-costanza in cui il sonno dell’uomo è destato dal richiamo della terra.

E quest’anno si prevede un’annata molto posi-tiva. «Lo scorso anno la Puglia ha sofferto in termini di raccolta - dichiara Angelo Maci -. Quest’anno, dalla verifi ca della cosiddetta “cac-ciata delle uve” si è registrato un 15-20% in più rispetto l’ultima annata».

Sotto la guida esperta delle donne anche l’asses-sore regionale Fabrizio Nardoni si è cimentato nel taglio dei grappoli.

Si è cominciato con lo chardonnay che, ha di-

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chiarato sempre Maci «sin dall’inizio ha fatto pensare a produzione di qualità.

Dai primi di luglio sono iniziate le prove di maturazione fenolica e i prelievi in campo che danno indicazioni di una buona maturazione, di un’acidità totale e di un ph ideali per poter avere una buona produzione.

Lo stesso vale per le uve rosse la cui raccolta è, invece, prevista per la prima decade di settem-bre. •

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RESTYLING GRAFICO PER IL NOVELLO SAN MARCO DI CANTINE DUE PALMEIN COMMERCIO DA NOVEMBRE

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arà in commercio a partire dalla prima settimana di novembre, ma il Novello San Marco, annata 2013,

quest’anno promette grandi sorprese e grandi risultati.

Dopo tanti anni, il San Marco si presenta sot-to una nuova veste grafi ca.

Restyling dell’etichetta che è sotto il segno di una ricerca innovativa e accattivante; si ri-prendono i colori della casa madre, il rosso e il nero, in una miscela a dir poco interes-sante, che fa del Novello 2013 una bottiglia che non potrà assolutamente mancare sulle tavole degli italiani. «La scelta di modifi ca-re un’etichetta storica - spiega Angelo Maci, presidente di cantine Due Palme - è legata all’esigenza di camminare al passo con i tem-pi che si evolvono e la ricercatezza grafi ca è testimonianza del lavoro certosino che dalla campagna alla vinifi cazione trova il suo com-pletamento nell’imbottigliamento e nell’eti-chettatura.

Nulla viene lasciato al caso e ogni dettaglio, dalla produzione alla commercializzazione,

è un passaggio che coinvolge la testa e il cuore dell’azienda».

Solo i grappoli migliori, i più sani, i più maturi, sono andati a comporre questo nettare autunnale; 95% di uve Negroama-ro e 5% di Susumaniello per un risultato che è il frutto di un’attività laboriosa sia in campagna sia in azienda.

«Dopo una prima selezione avvenuta sul-la pianta – continua il presidente Maci - i grappoli migliori sono stati sistemati manualmente in rotoclavi di acciaio oriz-zontali e saturati con anidride carbonica per 10 giorni; sì, perché noi pratichia-mo la macerazione carbonica al 100%». Una garanzia di qualità certifi cata di un prodotto che si presenta di un rosso rubi-no assolutamente brillante, ricco di sentori che riportano la mente ai profumi dei frut-ti di bosco. •

Il restyling dell’etichetta è sotto il segno di una ricerca innovativa e accattivante; si riprendono i colori della casamadre, il rosso e il nero, in una miscela a dir poco interessante

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er presentare il metodo classi-co, Angelo Maci ha scelto una platea d’eccezione, i somme-lier dell’Ais.

Una serata piacevole, arricchita dalla presenza di Vito Sante Cecere, presidente regionale dell’Ais, e dei delegati di Bari, Raffa-ele Massa, di Brindisi, Rocco Caliandro, di Lec-ce, Amedeo Pasquino, e di Taranto, Giuseppe Cupertino, accompagnati da una folta e interes-sata platea di appassionati del vino.

Così sono state presentate le bollicine Due Pal-me, nella versione bianco e rosè. Uve al 100% Negroamaro che hanno seguito tutte le fasi del metodo di spumantizzazione classico, quello che tecnicamente si chiama “tirage”, ossia la fase in cui si procede prima ad amalgamare il vino base con lieviti e sciroppo di zucchero e poi ad imbottigliare il prodotto in bottiglie tappate da tappi a corona.

Successivamente, le bottiglie sono state disposte orizzontalmente in cataste, in un ambiente ter-mo condizionato a 15°C. Solo dopo, è iniziata la cosiddetta fase “presa di spuma”, cioè la tra-sformazione del vino in spumante, seguita dalla maturazione sulla feccia (“maturation sur lies”).

Dopo 18 mesi, si è passati poi al “remuage”, fase in cui le bottiglie vengono sottoposte a rotazio-ne per far sì che la feccia possa staccarsi dalle

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pareti e dirigersi nelle bibule o sul tappo.

A seguire c’è la sboccatura (dégorge-ment), che per Due Palme è avvenuta nel-la passata estate.

“Dopo il successo sancito dai mercati per il Melarosa, le bollicine prodotte con me-todo charmat - racconta Maci - ci senti-vamo pronti per il grande salto. Abbiamo atteso che arrivasse la giusta annata, e nel 2011 abbiamo deciso di cimentarci con il nostro primo metodo classico”.

La serata è stata anche l’occasione per presentare un altro prodotto di prestigio per l’azienda di Cellino San Marco. Nel settantesimo anno di vita del suo presi-dente, la cooperativa ha voluto sigillare questo evento con la commercializzazio-ne di un vino dedicato ad Angelo Maci. Si chiama “1943”, ricordando l’anno di nascita del presidente della Due Palme, la bottiglia che a partire dal 5 dicembre prossimo sarà immessa nel mercato in una fascia alta. “Si tratta dell’annata 1997, una straordinaria annata che a detta del mondo enologico è stato un anno perfetto per la realizzazione di grandi vini.

E questo è davvero un grande vino, sia per la sua struttura sia per il signifi cato che rappresenta”.

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E l’importanza e il valore di 1943, negro-amaro in purezza, sono racchiusi nella sua etichetta alla quale Maci affi da il suo messaggio, il suo mood nella vita e nel-la professione: “Il mio sogno era ridare ai viticoltori salentini orgoglio e dignità. La passione per la mia terra e la mia cultura contadina lo hanno alimentato. Oggi questo sogno è una realtà condivisa che consente a tanti giovani di brindare al futuro con fi du-cia”.

Il sogno di Angelo Maci e di Cantine Due Palme non si ferma mai e a Cellino San Mar-co già si lavora a nuovi progetti. Entro il 2016 si potrebbe avere il primo impianto di spuma-tizzazione del Salento.

Ma questa è un’altra storia, ma sicuramente uno di quei sogni che si appresta a diventare realtà. •

PER I 70 ANNI DEL PRESIDENTE MACI ARRIVA ANCHE “1943”, UN NEGROAMARO IN PUREZZA

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nche quest’anno arri-va l’ambito ricono-scimento che il Gam-bero Rosso attribuisce

ai vini italiani e anche quest’anno, per il Selvaros-

sa, fi ore all’occhiello della produzione vinicola di Cantine Due Palme, giunge la gradita sorpresa.

«Non posso che essere soddisfat-to - dichiara Angelo Maci che della cooperativa è presidente - poiché un premio è un riconoscimento al lavoro che dura un anno intero, in vigna, in cantina e che coinvolge l’intera fi liera: dal singolo socio, agli enologi, dagli spedizionieri ai nostri responsabili del commerciale, sino ad ogni importan-te ingranaggio di questa straordinaria macchina».

Intanto, nel cuore del Salento, nei 2500 ettari di Cantine Due Palme pro-seguono alacremente le operazioni vendemmiali. Conclusa la vendemmia dei bianchi, è il momento dei rossi che ad oggi «si presentano con eccellenti gradi zuccherini» spiega il presidente Maci.

«Ci sono tutti i presupposti per dichia-rare che anche questa sarà un’ottima annata». •

I TRE BICCHIERI AL!SALICE SALENTINO!D.O.C. RISERVA 2010 SELVAROSSA

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n prestigioso ricono-scimento che per la prima volta incorona un vino di cantine Due

Palme nel gotha delle produzioni italiane secondo

la guida che porta la fi rma di Franco Maria Ricci.

Il Salice salentino Selvarossa riserva 2010, che da poche settimane aveva ricevuto i Tre Bicchieri del Gambero

AL SELVAROSSA 2010 I 5 GRAPPOLI DI BIBENDA

Rosso, oggi può vantare nel suo pal-mares un’importate nomination che è il risultato di un lavoro che da ormai più di vent’anni si fonde con la storia del Salento.

«Ricevere i 5 Grappoli 2014 è un’emo-zione grande - racconta Angelo Maci, presidente di cantine Due Palme.

È il momento conclusivo di un segnale di attenzione che da un anno la reda-

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AL SELVAROSSA 2010 I 5 GRAPPOLI DI BIBENDA

zione di Bibenda ha mostrato nei con-fronti della nostra realtà cooperativa.

Abbiamo ospitato Paolo Lauciani, che è venuto personalmente a rendersi conto dei numeri e della qualità della nostra produzione, vivendo un viaggio che dalla campagna alla vita in azien-da, ha colpito il suo interesse e quello della prestigiosa rivista Bibenda.

Oggi la comunicazione del premio co-stituisce un nuovo importante risulta-to raggiunto dai 1200 soci, un nuovo sprone a non fermarci, a proseguire lungo il percorso di qualità ed eccel-lenza che dal 1989 è stata la nostra li-nea di condotta».

Il Salice salentino Selvarossa Riser-va 2010 è stato selezionato tra 20.000 vini recensiti tra 1700 aziende italia-ne. Una selezione che ha premiato non solo il prodotto, ma quello che quel vino rappresenta.

«Noi vendiamo l’emozione attraver-so il vino - spiega Maci - l’emozione della nostra terra, il calore del nostro sole, raccontiamo le peculiarità di un territorio ricco di storia che nella viti-coltura trova le sue radici identitarie.

Noi abbiamo grande rispetto per quel-

la storia e per le sue tradizioni e ogni giorno, in campagna come nelle ope-razioni in cantina, ripetiamo quel rito d’amore che, supportato dalle più mo-derne tecnologie, ci consente di avere una produzione di qualità e assoluta-mente competitiva sui mercati».

E in effetti i mercati esteri continuano a rispondere con crescente interesse alla proposta di Cantine due Palme; l’azienda si conferma leader di mer-cato in Europa con paesi quali Ger-mania, Svizzera, Olanda, Regno uni-to e Svezia e migliorano sensibilmente le crescite nei mercati emergenti qua-li Cina, Brasile che si possono oramai considerare come vere realtà; e anche quest’anno si registra un incremento del fatturato che, con un 24% di incre-mento, si chiude alla cifra di 28milioni di euro. •

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el solco della valoriz-zazione si è celebrata la Sagra del Negroa-maro di Cellino San

Marco, terra di fl oridi vi-tigni e rinomate cantine che

per l’occasione non esitano e portare in piazza le loro migliori produzioni.

Tra i calici da degustare lungo la stra-da, ci si imbatte anche nei sapori del Mediterraneo. Grazie al programma di cooperazione europea Grecia-Italia “Wine net”, si varcano le montagne di Epiro con le prelibatezze portate a Cellino da una delegazione di operato-ri del settore enogastronomico.

Tra i premi conferiti, un riconosci-mento importante anche per Cantine Due Palme e per il suo Serre poichè è un vino che costituisce un proget-to culturale di conservazione e va-lorizzazione di un vitigno autocto-no. A ritirare il premio, il presidenteAngelo Maci. •

IL SERRE PREMIATO ALLA SAGRA DEL NEGROAMARO

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avvero un’ottima an-nata per Cantine due Palme.

Si è conclusa la vendem-mia con risultati eccellen-

ti per sanità e grado delle uve e sono arrivati importanti riconoscimenti: dai Tre Bicchieri del Gambero Rosso ai Cinque Grappoli di Bibenda. Ultimo, in ordine di tempo, ma altrettanto im-portante, poiché segna una prima vol-ta, è l’ingresso di Cantine Due Palme nella Guida Oro I vini di Veronelli che, attraverso il giudizio insindacabile dei suoi curatori, ha assegnato al Serre 2012 le Super Tre Stelle.

Soddisfazione per il presidente Angelo Maci che al rientro da Roma dove ha ricevuto per il settimo anno consecu-tivo i Tre Bicchieri per il prestigioso Selvarossa.

«È un anno positivo nel quale stiamo ottenendo importanti gratifi cazioni. A conclusione di una vendemmia che ci ha dato ottimi frutti, oggi stiamo rac-cogliendo anche il gradimento delle guide che sono un primario interlocu-tore tra le aziende e i consumatori».

Sono 262mila i quintali che la ven-demmia 2013 ha portato in casa Due

DOPO BIBENDA E GAMBERO ROSSO, ARRIVANO LE “SUPER TRE STELLE” DI VERONELLI IMPORTANTI PREMI PER DUE PALME CHE FA UN BILANCIO POSITIVO ANCHE DELLA RECENTE VENDEMMIA

Palme con una raccolta media di 10-12mila quintali al giorno, per un totale del 15% in più rispetto lo scorso anno.«Abbiamo iniziato la raccolta delle uve bianche con un anticipo di una set-timana rispetto allo storico degli ultimi 10 anni - racconta Maci - con risultati che lasciano immaginare un raccolto a cinque stelle. Ottima la qualità della falanghina alla quale invece abbiamo dedicato qualche altro giorno per la maturazione, e delle uve a bacca rossa.

E se il negroamaro ha benefi ciato di un anticipo di maturazione, il primitivo, inizialmente in ritardo di maturazione, ha recuperato in maniera eccellente ovunque e i conferimenti sono stati ot-timi sotto tutti i punti di vista».

Il clima di questa stagione, non par-ticolarmente caldo, ha permesso alle uve di mantenere degli ottimi valori di acidità e ph ed il raggiungimento di grado zuccherino elevato, anche supe-riore alla media delle ultime annate. •

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l premio “Puglia 2013: il Gusto per l’Eccel-lenza” promosso da Mediolanum private

banking, quest’anno è stato assegnato, tra gli altri,

ad Angelo Maci, presidente di Cantine due Palme.

In una cornice suggestiva, sulla terraz-za del Circolo della Vela di Bari, con la pregevole direzione di Sabrina Merol-la, dinamica e brillante conduttrice di “Buon Vento”, Angelo Maci è stato in-signito del prestigioso riconoscimento insieme ad altre eccellenze di Puglia.

Di seguito riportiamo la motivazione del premio:• per aver dato vita, nel 1989, a una storia enologica di passione per il ter-ritorio, di ricerca della qualità e di competenza di gestione che ha condot-to la Cantine Due Palme a una pro-duzione di primario livello, plasmata in vini d’eccellenza che fanno dell’a-zienda un riferimento indiscusso nella produzione vitivinicola pugliese e uno

A MACI IL PREMIO DI BANCA MEDIOLANUM

tra i complessi cooperativi più gran-di e più attivi della Puglia e del Sud Italia;

• per aver intuito, con largo anticipo sui tempi, la forza della rete fra pro-duttori vitivinicoli, aggregandoli nel nome della crescita, della condivisio-ne e dell’innovazione nella realtà co-operativa della Cantine Due Palme, stimolando la partecipazione produtti-va, la cura della qualità e l’organizza-zione, per approdare con orgoglio sui mercati internazionali, consentendo a ogni singolo membro di questo esem-plare mondo enologico di esprimere al meglio le proprie potenzialità;

• per aver creduto nelle risorse pro-venienti dal territorio e per averle sapute valorizzare, aggregandole con orgoglio nella realtà enologica della Cantine Due Palme, annoverata fra i testimoni più autentici del territorio, della storia e della cultura del Salento, considerata emblema della tradizione vitivinicola salentina e assurta a sim-bolo della Puglia d’eccellenza». •

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CANTINE DUE PALME:IL VALORE DEL SUD

–.......BIBENDA 46 DUEMILATREDICI CANTINE DUE PALME: IL VALORE DEL SUD

“Questa azienda è un modello di competenza e organizzazione. Questo è il Sud che ha puntato

sulla qualità”. Così si espresse l’allora ministro alle Politiche Agricole Mario Catania, mentre

il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola gli consegnava il prestigioso Premio Speciale

Cantine Due Palme 2012 (una scultura realizzata da Cesare Costantini, un grappolo d’uva

in acciaio e rame, simbolo di fertilità e abbondanza); analisi incisiva e quanto mai appropriata

per la prestigiosa azienda vitivinicola di Cellino San Marco, la più importante realtà cooperativa

di Puglia, che oggi si propone come modello organizzativo esemplare per l’Europa intera.

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2200 ettari di vigneto, più di 1200 soci, 7 milioni di bottiglie prodotte da un totale di 300.000

quintali di uve lavorate: ecco i numeri di Cantine Due Palme, che esprimono l’anima, l’identità

e la tradizione dei 25 comuni del Salento che aderiscono alla cooperativa e si riconoscono,

trovano sintesi ed equilibrio nell’esperienza e nella volontà di innovazione dell’enologo Angelo

Maci, fondatore, presidente e anima pulsante dell’impresa.

In effetti, l’alto livello produttivo raggiunto oggi da Cantine Due Palme si lega in modo

indissolubile alla persona di Angelo Maci che, dopo aver ereditato nel 1970 l’azienda di famiglia,

ha saputo trasformarla in poco meno di vent’anni, dal 1989, nella Cooperativa Agricola Due

Palme, cui si sono gradualmente aggregate le migliori realtà enologiche salentine (recentemente

anche la cantina di San Gaetano di Lizzano, in provincia di Taranto) e che oggi conta 25 punti

vendita.

Nell’ordine, prima ispettore di una compagnia assicurativa, poi comandante dei vigili urbani,

presidente di una Cassa Rurale, quindi (finalmente) produttore ed esportatore di vini, Angelo

Maci è un personaggio davvero fuori dal comune. Dotato di grandissimo talento e lungimiranza

imprenditoriale, ha saputo realizzare a Cellino San Marco quello che troppo spesso, soprattutto

al sud, non si è riusciti a far nascere: una splendida e moderna realtà produttiva, talmente

efficiente e felice nei risultati da surclassare numerose imprese private. Una soddisfazione

grandissima, suggellata dai numerosi riconoscimenti ottenuti da più parti per sottolineare il

suo prestigioso lavoro. Nel commentare la propria opera e la meritata fama che ne è derivata,

Angelo si è definito con semplicità un “direttore d’orchestra di 1200 soci” e ha espresso l’orgoglio

di aver ridato dignità alla produzione vitivinicola della sua terra, troppo a lungo mortificata,

che finalmente non disperde più il suo raccolto in mille confusi rivoli commerciali, ma riesce

a imbottigliarne il 42% come vino di qualità.

Dal 2012 i 2200 ettari di vigneti curati e coccolati dalle condizioni climatiche, geomorfologiche

e dall’esperienza di Angelo Maci si collocano al quarto posto tra le aziende italiane per fondi

ottenuti da finanziamenti del Fondo Europeo Agricolo di sviluppo rurale (FESR): una realtà

solida, capace di intercettare i finanziamenti europei e reinvestirli con ricadute estremamente

positive per il territorio in cui opera.46

–.......BIBENDA 46 DUEMILATREDICI CANTINE DUE PALME: IL VALORE DEL SUD

! CANTINE DUE PALME

Via San Marco, 130

72020 Cellino San Marco (BR)

Tel. 0831 617909

Fax 0831 617866

[email protected]

www.cantineduepalme.it

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< SALICE SALENTINO ROSSO SELVAROSSA RISERVA 2009 " 91Rosso Doc - Negroamaro, Malvasia Nera - 14% - ! 16Rubino intenso dai riflessi amaranto. Naso sontuoso per complessità edeleganza: mora, ribes e mirtillo, poi refoli di chiodi di garofano e legno dicedro in una nuvola fitta e persistente di vaniglia. Austero ed energicoall’assaggio, dai tannini fini e vellutati, chiude con lunga progressioneminerale. 9 mesi in barrique.

< SALICE SALENTINO ROSSO SELVAROSSA RISERVA SPECIALE 2004 " 89Rosso Doc - Negroamaro, Malvasia Nera - 14% - ! 25Rubino profondo dai riflessi granato. In un’atmosfera permeata di confetturadi ciliegia emergono sentori eterei di viola e ginepro, marcati di tabacco ecorteccia umida. Sorso equilibrato tra freschezza e morso tannico, siglatoda una scia densa di note delicatamente speziate. Un anno in barrique.

< SERRE 2010 " 88Rosso Igt - Susumaniello 100% - 13,5% - ! 9Rubino cupo e compatto. Naso vivido di bacche rosse e confettura di more,a seguire toni più lievi di noce moscata e pepe nero con cenni iodati. Gustocorposo e tannini fusi alla perfezione, per esaltare un sorso appagante chesi smorza lentamente in un’eco fruttata. 6 mesi in barrique.

< PRIMITIVO ETTAMIANO 2009 " 87Rosso Igt - Primitivo 100% - 13,5% - ! 10Rubino deciso. Una brezza intensa di piccoli frutti rossi in confettura,rabarbaro e liquirizia lascia spazio a cenni di spezie dolci e a un preciso toccominerale. Gusto morbido, di medio corpo, perfettamente equilibrato; ilfinale è siglato da un’ottima persistenza. 9 mesi in barrique.

< TENUTA ALBRIZZI 2010 " 86Rosso Igt - Cabernet Sauvignon, Primitivo - 13,5% - ! 9Rubino intenso dai riflessi violacei. Prorompente fontana olfattiva carica disottobosco, legno di sandalo, tabacco, humus e note ematiche. Bocca coerenteed equilibrata tra tannicità e morbidezza, dal finale pregno di ritorni floreali.6 mesi in barrique.

< MUINA 2010 " 86Rosso Igp - Syrah 100% - 12,5% - ! 8Rubino nitido. Complessità aromatica caratterizzata da sentori dominantidi frutta rossa matura che sfumano in accenni di rose appassite, conrimembranze tenui di pepe verde e radici di liquirizia. Morbido e avvolgente,è sorretto da una buona impalcatura tannica e chiude con riverberi minerali.Vinificazione in acciaio.

< BRINDISI ROSSO CAMARDA 2010 " 86Rosso Doc - Negroamaro, Malvasia Nera - 12,5% - ! 8Rubino intenso. Impatto olfattivo soffuso di mineralità, denso di ciliegia,bacche di ginepro, spruzzato di pepe nero. Assaggio corposo e dinamico,adeguatamente tannico; chiude con rinvii grafitosi. 6 mesi in barrique.

< SQUINZANO ROSSO ANGELINI 2010 " 85Rosso Doc - Negroamaro, Malvasia Nera - 12,5% - ! 8Rubino dai riflessi granato. Sfondo aromatico dai toni soffusi di spezie elegno di cedro, ben caratterizzato da un mix intenso di sottobosco. Rotondoe armonico al palato, finale carico di ritorni fruttati. 6 mesi in barrique.

< SALICE SALENTINO MONTECOCO 2011 " 85Rosso Doc - Negroamaro, Malvasia Nera - 12,5% - ! 8Rubino dai riflessi granati. Ampio ventaglio olfattivo di amarene, prugne emirtilli maturi, venato di vaniglia e cenni resinosi. Di buon corpo, stuzzicail palato con la sua freschezza e con un’intensa scia minerale. Barrique.

< PRIMITIVO 2011 " 84Rosso Igt - Primitivo 100% - 13,5% - ! 8Rubino pieno. Naso complesso ed elegante, prodigo di ciliegia nera, rosacanina e violetta di bosco, spolverato di vaniglia e cenni di humus. Sorsocaldo, pienamente compiuto e compatto, dal lungo ed equilibrato finale. 6mesi in barrique.

< CANONICO 2011 " 84Rosso Igt - Negroamaro 100% - 12,5% - ! 6Rubino di limpida intensità. Fine e aristocratico scenario aromatico, fittodi amarene in confettura, fragoline di bosco e tabacco, impreziosito da noteiodate e accenni di pepe rosa. Assaggio elegante e di soddisfazione, sfoggiabuon corpo e finale coerente. 6 mesi in barrique.

< ROSALITA 2012 " 84Rosato Igt - Negroamaro, Malvasia Nera - 12,5% - ! 6Rosa antico. Olfatto incentrato su un bouquet di melagrana e bacche dibosco. Morbida e bilanciata la bocca, dagli echi fruttati ben marcati. Inox.

< SALICE SALENTINO BIANCO TINAIA 2011 " 85Bianco Doc - Chardonnay 100% - 13,5% - ! 9Bagliori dorati. Nitida ricchezza aromatica, densa di frutta a polpa giallamatura, miele, scorze di cedro, spruzzata di salvia e con un’eco tenue dimimosa. Caldo e ben strutturato, ha una persistenza sapida. Vinificazionee breve passaggio in legno.

LA DEGUSTAZIONE CANTINE D UE PALME

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< BAGNARA 2011 " 83Bianco Igt - Fiano 100% - 13% - ! 9Oro intenso. Profilo olfattivo variegato di fiori bianchi, pesca e melonecon nitidi sprazzi minerali. Semplice e tagliente quando sfiora il palato,chiude lievemente ammandorlato. Inox.

< SANTA CATERINA 2012 " 82Bianco Igt - Chardonnay 100% - 12% - ! 6Giallo paglierino. Miscela elegante di frutta bianca matura, pepe biancoe una rimembranza lieve di ginestra. Fresco e vivace, ben strutturato edequilibrato nel finale. Inox.

< ANTHEA 2011 " 81Bianco Igp - Falanghina 100% - 12,5% - ! 9Bagliori dorati. Naso importante di frutta gialla matura, a seguire refoliminerali alternati a soffi dolci di fiori di camomilla. Sapido e fresco,siglato da densi ritorni fruttati. Inox.

< PAESANO 2008 " 83Rosso Dolce Igt - Aleatico 100% - 16% - ! 9Granato dai riflessi violacei. Profumi avvincenti di assenzio e cortecciadi china sono l’elegante preludio alla dolce successione di amarenasciroppata e cioccolato. Caldo e amabile, è morbido e dotato di indubbiapiacevolezza. Inox.

< CANDORE 201 " 82Bianco Dolce Igt - Moscato 100% - 15% - ! 7Riflessi verdolini. Seducente impatto olfattivo denso di zagara, a seguirefolate di salvia e biancospino. Sorprende il gusto con l’elegante persistenzae la calibrata dolcezza. Inox.

< SPUMANTE ROSÉ EXTRA DRY MELAROSA " 84Rosato Spumante - Negroamaro 100% - 12% - ! 8Rosa brillante, perlage fine e persistente. Sontuoso bouquet vibrante dilampone e geranio, con un’eco nitida di melagrana. Delicato e morbido,conquista per la gradevole freschezza e per il finale coerente. Charmat.

< SPUMANTE BIANCO EXTRA DRY NEVIERA " 82Bianco Spumante - Negroamaro 100% - 12% - ! 7Perlage di fine intensità su un tessuto dorato brillante. L’impianto olfattivoè costituito da aromi di pera e miele, cui seguono dolci sentori di glicinesoffusi di leggera mineralità. Sapido e cremoso, colpisce per freschezza edinamismo, chiudendo con equilibrio. Metodo Charmat.

< GRAPPA SELVAROSSA " 85Grappa giovane - 38% - ! 16Luminosità cristallina. Elegantissimo bouquet di frutta e fiori rossi sottolineai dolci cenni di susina matura. Accarezza il palato con toni caldi e morbidi,esaltati da un tocco lievemente pepato. Finale armonioso e avvolgente.

< GRAPPA SELVAROSSA BARRIQUE " 86Grappa affinata - 38% - ! 19Ambrata brillante. Scenario fitto di fiori di campo, vaniglia e spezie, poifragranza di legno tostato ed echi di tabacco. Calda e morbida, ben equilibrata,mostra tutto il suo fascino nella perfetta corrispondenza gusto-olfattiva.

< GRAPPA SUSUMANIELLO BARRIQUE " 85Grappa affinata - 38% - ! 19Bagliori dorati. Fontana aromatica prorompente di fieno fresco e pera matura,sottolineata da echi di affumicatura e vaniglia. Conquista amabilmente ilpalato, tenendolo avvinto in una lunga e coinvolgente progressione aromatica.

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Anche grazie all’utilizzazione di questi fondi, Due Palme applica

metodi di gestione tecnica innovativi ed ecosostenibili: i soci della

cooperativa utilizzano sistemi che limitano l’impiego di sostanze

chimiche nei vigneti (la certificazione di Check Fruit attesta l’assenza

totale di insetticidi nelle uve da vino) e attuano programmi di

monitoraggio dei parametri di maturazione delle uve; macchinari

all’avanguardia consentono di imbottigliare 11.000 pezzi l’ora,

facilitando così l’incremento e la velocizzazione della produzione. Le

Cantine sono dotate di 5 scarichi uva, 3 presse soffici sottovuoto, 3

pigiatrici, 2 gruppi frigo da 1.100.000 frigorie/ora, 21 vinificatori

orizzontali rotativi e 26 vinificatori verticali. Il 26 luglio 2008 sono

stati inaugurati due nuovi complessi, di cui il primo, di circa 800

mq, è destinato agli uffici commerciali, con un’ampia sala degustazione

e un ristorante da 80 posti realizzato in vecchie cisterne in cemento

armato, a circa 4 metri di profondità. Il secondo edificio, di circa

3.600 mq, è disposto su due piani: 1.000 mq di bottaia a circa 5

metri di profondità e 800 mq di sala congressi; al piano rialzato, di

ulteriori 1.800 mq, sono ubicati l’impianto di imbottigliamento, il

magazzino di stoccaggio, un laboratorio di analisi all’avanguardia, gli

uffici tecnici e un’ampia sala per l’accoglienza, “Tinaia”. La sala

congressi “Selvarossa”, unica nel suo genere con bottaia a vista,

comprende 800 posti a sedere, 3 maxi-schermi e una scenografica

cascata.

Cantine Due Palme riesce a fondere tradizione e modernità, tecnologia

e personalità, alta enologia e raffinatezza nella proposizione sempre

nuova dell’essenza storica del territorio. In particolar modo, con la

coltivazione delle migliori uve tradizionali (Negroamaro, Primitivo

e Susumaniello) esprime al meglio le vocazioni storiche del Salento,

nella consapevolezza che da sempre il connubio tra vino e territorio

costituisce un segno fortemente identitario di una terra.

Qualità, cooperazione, dedizione, ricerca, rispetto per la tradizione

e per la sua storicità: ecco i tratti peculiari di Due Palme, caratteristiche

che si riescono facilmente a percepire in ogni calice dei vini rea-

lizzati.

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20 settembre 2013IL MONDO73

DOSSIERPUGLIA

Agroalimentare 1 I produttori puntano sulla qualità e le etichette garantite in tutto il mondo

Dieci Dop, Denominazione di origine protetta: Pane di Altamura,

Canestrato pugliese, Olive Bella della Daunia, Oli Collina di Brindisi, Dauno, Terra di Bari, Terra d’Otranto e Terre Tarentine, Mozzarella di Bufala Campana e Ricotta di Bufala Campana (queste ultime due in «comproprietà»). Cinque Igp, Indicazione geogra!ca protetta: Arancia del Gargano, Carciofo brindisino, Clementine del Golfo di Taranto, Limone Femminello del Gargano, Uva di Puglia. E poi 29 Doc (Denominazione di origine controllata) e sei Igt (Indicazione geogra!ca tipica) per i vini, nonché 232 prodotti agroalimentari regionali riconosciuti «tradizionali» dal ministero delle Politiche agricole. La Puglia agroalimentare si presenta con questo biglietto da visita: distillati, salumi e

carne, formaggi, pasta, prodotti da forno e pasticceria e una vastissima gamma di ortaggi e frutta che ha pochi eguali per varietà di colori, profumi e gusto in un territorio costellato da 23 diversi vitigni autoctoni, vera identità del vino pugliese

che insieme all’olio extravergine d’oliva costituisce il Dna della Puglia e del suo paesaggio rurale.

IL TAVOLIERE SUL TAVOLOIn una terra ricca di grano grazie all’abbondanza del Tavoliere delle Puglie, i «primi» non mancano: i piatti che hanno reso la Puglia famosa in tutto il mondo sono le orecchiette (Bari è la loro Capitale) e le sue varianti, dalle chiancarelle, alle

pastazzule, dalle pociacche ai coppitelli delle Murge. Inevitabilmente, quindi, la Puglia è terra di pasti!ci: il più importante marchio italiano, Barilla, ha a Foggia il suo centro più importante dopo Parma. Ma non mancano le etichette pugliesi. Tra queste

sicuramente il pasti!cio Divella, che dal 1890 produce pasta di semola di grano duro (da cinque anni

anche biscotti e pasta fresca) e da alcuni anni ha sposato in pieno la rivoluzione contrassegnata dalle nuove tecnologie. E il pasti!cio Granoro che ha lanciato da poco la prima pasta al 100% pugliese con la linea Dedicato: Core, Ignazio, Iride, Saragolla e S!nge sono le specialità di grani della Capitanata che hanno reso possibile la prima pasta al 100% dopo aver setacciato fra le 130 varietà del territorio pugliese e scelto le varietà più vocate alla

Il grano dedicato alla pasta 100% locale. Le vigne con una resa più contenuta per privilegiare il gusto. Fino agli ortaggi e alla frutta senza confronti. E le conserve...

Ingredienti? Terra, uomo, sole

276il numero di prodotti agro-alimentari

tutelati in Puglia

Natura coltivazione e lavorazione dei pomodori

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20 settembre 2013IL MONDO 74

DOSSIERPUGLIA

produzione di piatti di qualità. «Abbiamo l’orgoglio», spiega Marina Mastromauro, amministratore delegato di Granoro, di appartenere a un territorio che penso debba esprimere il valore intrinseco delle proprie produzioni che vanno da quella agricola all’industria di trasformazione, come è la stessa Granoro. Con questo progetto abbiamo realizzato il desiderio di dare valore al lavoro di tutti e di tutta la !liera, di stringere un profondo legame con la nostra regione e di infondere !ducia nelle proprie capacità, perché credo che in Puglia si possa produrre grano di qualità e ottenere dunque una pasta di grande qualità. Dedicato è un progetto che vuole esaltare tutto questo».La pasta, oltre che secca, può essere fresca. E il pasti!cio Maffei, di Barletta, sa di cosa si parla, almeno dal 1982 quando Savino Maffei ebbe l’idea di lanciare il prodotto sottovuoto, ma fresco. Fu il primo in Italia: «Il mercato non esisteva», osserva, «e oggi siamo tra primi nel Paese, nella produzione di pasta fresca di semola con una quota di mercato del 20%». Dal 2006 al 2011, poi, il boom: grazie a un intenso processo di sviluppo supportato da notevoli investimenti nel ciclo produttivo, l’azienda ha raddoppiato i volumi raggiungendo 7,4 milioni di chilogrammi di pasta e diventando leader della pasta fresca di semola a volume e valore. Per inaugurare, poi, nel 2012 la sesta linea di produzione dedicata agli gnocchi freschissimi, più sof!ci e saporiti perché prodotti con un sistema di lavorazione a freddo che non

prevede la fase di pastorizzazione e non causa shock termici al prodotto. Ad oggi lo stabilimento è suddiviso in tre aree ben distinte e indipendenti, una per la pasta di semola, una per la pasta all’uovo e una per gli gnocchi; queste aree, a loro volta, contano 8 linee di produzione, dedicate rispettivamente: due alla pasta all’uovo, quattro alla pasta di semola di grano duro e una alla produzione degli gnocchi freschissimi.

SELEZIONE IN BOTTIGLIASul piatto di pasta ci va il vino. E la Puglia, ormai da diversi anni, è diventata terra di pregio. C’è un’azienda che ben rappresenta la scalata pugliese degli ultimi cinque lustri: Cantine Due Palme, azienda cooperativa costituita nel 1989 a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, dall’idea e dalla volontà di Angelo Maci, terza generazione di una famiglia di vignaioli. Oggi Cantine Due Palme può

contare su 1.200 soci conferitori e 2.400 ettari di vigneti dislocati nel triangolo di terra che abbraccia le province di Brindisi, Taranto e Lecce, nel cuore del Salento. Dagli anni ’90 a oggi sono stati ingenti gli investimenti che l’azienda ha operato nell’ottica della crescita, dello sviluppo, delle tecnologie, della produzione sostenibile. Tre, in particolare, le cantine che dal 1989 a oggi sono state incorporate nel gruppo Due Palme: dalla storica Cantina Sociale Riforma Fondiaria di Cellino San Marco (una delle più antiche cooperative delle Puglia costituita nel 1955), alla Cantina Sociale Angelini di San Pietro Vernotico (costituita nel 1961) !no alla Cantina San Gaetano di Lizzano (1959), in provincia di Taranto, importante realtà vitivinicola nella zona del Primitivo. Sono venticinque, a oggi, le referenze prodotte da Cantine Due Palme, etichette che raccontano di vini d’eccellenza fortemente connotati dalle condizioni pedoclimatiche (cioè le particolari congiunture di terreno, microclima, altitudine, latitudine, esposizione) della regione e modellati dalla passione e dalla capacità di Angelo Maci, presidente ed enologo dell’azienda. Nei vigneti si coltivano per il 90% varietà a bacca rossa e per il 10% varietà a bacca bianca, con una produzione media annua di circa 300 mila quintali d’uve per una resa che oscilla tra i 70 e gli 80 quintali per ettaro. Nel cuore del Salento, la Due Palme coltiva gli autoctoni Negroamaro, Primitivo, Susumaniello, Aleatico, Fiano, Malvasia Nera e Moscato, ovvero quei vitigni con i quali la Puglia è entrata a buon diritto nel gotha dei territori

130le varietà di grano coltivate

selezionate per la pasta

270 milale aziende agricole registrate

nella regione Puglia

Uno stilista per far sfilare gli spaghettiPer diventare più esclusiva ha deciso di af!darsi a uno stilista. E unire fashion & food, simboli del Made in Italy. Il pasti!cio Maffei di Barletta, per confezionare la sua pasta fresca, ha infatti scelto di far riferimento allo stilista Marco Coretti (nella foto) che ha disegnato il nuovo pack. «Ho voluto unire due eccellenze del Made in Italy, moda e gastronomia», spiega lo Coretti, «per

dar vita a una confezione che si addice alla pasta di lusso, con il !occo rosso sinonimo di eccellenza. In realtà, sembra più un abito che un pacco: del resto, pur lavorando in modo trasversale, resto comunque uno stilista». Ma una pasta in pacco elegante per quale tipo di cliente «veste su misura»?Coretti non ha dubbi: «Per i palati più esigenti è come il vestito di alta moda, e non è un discorso economico ma di attitude, anche perché un cliente esigente non necessariamente deve essere ricco. Ma elegante, come si usa de!nire chi sceglie gli abiti giusti». M. Borr.

Marina Mastromauro, amministratore delegato di Granoro

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di eccellenza produttiva; mentre tra le varietà alloctone spiccano Sangiovese, Falanghina, Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot Bianco e Nero, Chardonnay e Sauvignon. Il 70% della produzione totale è indirizzato al mercato estero, dove i vini italiani sono sostenuti dal restaurant business e dal crescente fascino del made in Italy. In particolare, sono 38 i Paesi nel mondo in cui i prodotti Due Palme sono già distribuiti (oltre al mercato europeo e Svizzero, dalla Cina alla Russia, dal Giappone all’America e al Canada). «L’esportazione è il nostro volano», rileva Maci, «in Italia sarebbe stata una guerra tra poveri. I dati prospettici del 2013 evidenziano una crescita del fatturato superiore al 20%, a circa 28 milioni di euro contro i 22 dell’anno passato. Complessivamente siamo cresciuti su tutti i mercati, con un sensibile miglioramento dei prezzi di vendita a confermare il sempre maggiore interesse e la riconoscibilità dei vini salentini di Cantine Due Palme. L’azienda si conferma leader di mercato in Europa in Paesi come

Barrique Angelo Maci,

alla guida delle Cantine

Due Palme

Germania, Svizzera, Olanda, Regno Unito e Svezia. Ma migliorano sensibilmente anche le crescite nei mercati emergenti come Cina e Brasile. Quanto alla tipologia di vini, le performance migliori si sono registrate su quelli di fascia medio alta come Selvarossa (Salice Salentino Doc, più 20%), Serre (Susumaniello, più 20%), Ettamiano (Primitivo Salento Igt, più 17%), e San Gaetano (Primitivo di Manduria Doc) per il quale il boom del 500% dipende chiaramente dalla mancanza di un anno precedente di peso ma rimane signi!cativo. «Per la !ne dell’anno», conclude il presidente, «abbiamo previsto la commercializzazione delle nuove bollicine, il metodo classico prodotto da uve di Negroamaro che, dopo l’af!namento in bottiglia, sono pronte a conquistare i mercati». Se è vero che il Selvarossa è il prodotto di punta di cantine Due Palme, è altrettanto vero che la storia del Salice Salentino (vino dal colore rosso rubino carico con note violacee, profumo intenso con note di prugna e di marasca) è stata fatta

soprattutto da un’altra famiglia, residente appunto nel comune di Salice Salentino, pioniera del vino pugliese: i Leone de Castris. La cantina, infatti, iniziò l’imbottigliamento dei prodotti con Piero e Lisetta Leone de Castris nel 1925. Poi grazie agli sforzi del cavaliere del Lavoro Salvatore Leone de Castris, e oggi di suo !glio Piernicola, l’azienda è arrivata a produrre oltre 3 milioni di bottiglie all’anno. La rete commerciale estera oggi vede i prodotti presenti oltre che sui mercati Europei, negli Stati Uniti, Singapore, Canada, Brasile, Australia, Giappone e Cina.Nel vino di Puglia credono anche da fuori regione. Il gruppo Zonin, sbarcato nel Salento nel 2001, lo scorso anno ha inaugurato a Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, la nuova cantina all’interno della masseria Altemura, azienda vitivinicola rilevata, appunto, 11 anni fa. Perché, come ama raccontare quando è in Puglia Gianni Zonin si sente orgoglioso «che la famiglia abbia messo le sue radici anche in questo tratto del Sud,

IN TESTA PER AZIENDE AGRICOLE

Il numero delle aziende agricole delle regioni italiane. Fonte: Confagricoltura

SECONDI PER SUPERFICIE

La super!cie agricola utilizzata. Valori in ettari.

17 %il peso dell’agricoltura pugliese

nel totale nazionale

0200.000400.000600.000800.000

1.000.0001.200.0001.400.000

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una terra straordinaria e luogo ideale per produrre grandi vini da vitigni autoctoni»

MINIERE DI POMODORIOltre che terra di grano, olio e vino la Puglia lo è anche di ortaggi e verdure. In particolare è la capitale dei pomodori, con

il più grande stabilimenti di trasformazione in Europa basato a Foggia, e delle conserve. Spesso ispirate alla !loso!a del chilometro zero: produzione, confezionamento e vendita avvengono nell’ambito della stessa zona. Nel settore agroalimentare soprattutto, il chilometro zero sembra essere la strada migliore per ottenere ottimi rapporti tra qualità e prezzo dei prodotti, rispettando l’ambiente e il lavoro. «Dal nostro terreno agricolo di 50 ettari nella campagna biscegliese», fa notare Mauro Mastrototaro della Pugliese Conserve, «e dalla voglia di esportare le nostre varietà in vasetti di vetro nasce il confezionamento, dopo un processo di

Terra di ulivi, la Puglia non può che esserlo anche dell’olio. Lo dicono i numeri: quasi il 40% della produzione nazionale è pugliese e ben cinque sono le Dop riconosciute. La Puglia è sicuramente la regione a maggior densità olivicola d’Italia, sia in termini di piante che di prodotto. Un esempio per rendere l’idea: la sola zona di Andria può contare su 20 mila ettari di uliveto per circa tre milioni di piante, che producono circa 800 mila quintali di olive l’anno e nei circa 40 frantoi di Andria e dintorni si riesce a produrre la stessa quantità di olio che nello stesso arco di tempo è prodotto in tutta la Toscana. L’olio pugliese è rigorosamente extravergine, cioè olio di oliva vergine, di gusto impeccabile, la cui acidità non può essere superiore a un grammo ogni cento. Ma, a seconda delle olive da cui è prodotto, presenta diverse speci!cità. Le caratteristiche dell’olio a

Denominazione di origine protetta (Dop: in Puglia esistono cinque tipologie per un totale di 11 sottozone a seconda del territorio di produzione) sono ovviamente ben de!nite. In Puglia c’è praticamente una Dop per provincia, facendo ricomprendere in quella Terra di Bari anche il territorio di Andria con la tipologia Castel del Monte, che è anche la zona più produttiva di Puglia e oggi rientra amministrativamente nella nuova provincia Barletta-Andria-Trani. La zona di produzione del Terra di Bari Dop comprende tre sottozone: oltre a Castel del Monte, ci sono Bitonto e Murgia dei Trulli. Si produce, invece, in numerosi comuni del Foggiano il Dauno Dop, che è accompagnato da quattro menzioni: Basso Tavoliere, Gargano, Alto Tavoliere, Sub Appennino. Queste derivano da quattro aree olivicole identi!cabili nella zona produttiva per

caratteristiche geogra!che (da Cerignola a Mattinata, da San Severo a Troia), di varietà, modalità produttive e potenzialità di sviluppo. Il Collina di Brindisi Dop si produce, invece, nei territori dei Comuni di Carovigno, Fasano, Ostuni, Ceglie Messapica, Cisternino, San Michele salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli. La varietà di olive maggiormente presente nel territorio brindisino è l’Ogliarola, estremamente diffusa già in epoca romana. In particolare, il frantoio di Pietro D’Amico attinge il suo prezioso prodotto da magni!che piante secolari e con spremitura a

freddo in macine a pietra.In tutto il territorio della provincia di Taranto si produce, invece, il Terre Tarentine Dop, l’ultima nata tra le Dop dell’olio pugliese (nel 2004), anche se l’olivicoltura qui ha origini molto antiche. Lungo la gravina di Massafra si trovano numerosi insediamenti, in grotte di origine basiliana (cioè dei monaci seguaci di San Basilio), dove sono presenti resti di macine e presse. Il Terra d’Otranto Dop, in!ne, viene prodotto in una zona che si insinua fra i mari Jonio e Adriatico, e comprende l’intero territorio della provincia di Taranto e parte del Brindisino e del Leccese. M. Bor.

pastorizzazione, del prodotto fresco e di stagione, conservato sott’olio e sott’aceto: dai carcio! alle zucchine, dalle melanzane ai pomodori e peperoni, dai funghi alle olive e cipolle, in giornata, tutto passa dalla terra al vasetto, per essere commercializzato». Tutte specialità che ben si legano a mozzarelle, burrate, treccine e stracciatella, ovvero i latticini di Puglia, cui si aggiunge la ricotta, che si distinguono nel panorama meridionale per la varietà e le tante tipicità delle prelibatezze. Una realtà artigianale, ma anche industriale che è riuscita a ritagliarsi un pezzo importante del mercato nazionale e non solo. Michelangelo Borrillo

Agroalimentare 2 Il 40% della produzione nazionale

Ecco la carta degli olii d’oliva

1,28 milionigli ettari di superi!ce coltivata

nella regione

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La ricetta del successo di una delle realtà più grandi del Sud Italia.Puntare sull’imbottigliato e credere nell’unione con altre realtà del territorio,

attraverso fusioni per incorporazione, per aumentare la capacità competitiva. Soprattutto, investire in innovazione tecnologica

senza dimenticare la tradizione produttiva

C ellino San Marco (Brindisi) – Milleduecento soci, 2mila e 500 ettari di superficie vitata, 250mila quin-tali di uva lavorata, 190mila ettolitri di vino pro-dotto, nove milioni di bottiglie vendute nell’ultimo anno, circa 30 milioni di euro di fatturato, sessanta

dipendenti. Sono questi i “numeri” di Cantine Due Palme, un esem-pio di cooperativa in costante crescita, operante nel centro del Sa-lento, fra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, nelle aree di pro-duzione delle Dop Salice Salentino, Squinzano, Brindisi e Primitivo di Manduria.Nata nel 1989 da una coraggiosa idea dell’enologo Angelo Maci, im-prenditore vinicolo di terza generazione, in breve tempo le scelte che la nuova realtà organizzativa e produttiva ha messo in campo si sono imposte a livello nazionale e internazionale. In un momento particolare per il settore, mentre gran parte della cooperazione vini-cola salentina era in a!anno e il processo di estirpazione massiccia dei vigneti storici non dava certezze per il futuro vitivincolo, Maci e un manipolo di altri viticoltori locali, prestando garanzie personali

La COOPERAZIONEcome modello di sviluppo

di ROSARIO FAGGIANO

L’enologo Angelo Maci, alla guida

ininterrottadi Due Palme dalla

sua fondazionenel 1989

Appuntamenti con gli applicativi formativi TergeoLA DIFESA DELLA TIGNOLETTA ATTRAVERSO LA CONFUSIONE SESSUALE

Appuntamento il 15 ottobre con il corso di formazione realizzato in collaborazione con Basf, e con il patrocinio del Consorzio Salice Salentino, all’interno del Progetto Tergeo e dedicato a “Metodi di difesa attraverso la confusione sessuale”. L’incontro è previsto dalle 17.30 alle 20.00 presso Cantine Due Palme, via San Marco 130, Cellino San Marco (Br). La partecipazione è gratuita, ma per esigenze organizzative è richiesta una conferma di presenza, inviando una e-mail all’indirizzo [email protected] e indicando il numero e i nominativi dei partecipanti.

cesso del progetto è stato quello di aver creduto nella fusione per incorporazione di altre consorelle presenti nell’area, al fine di re-alizzare una grande e moderna cooperativa, competitiva non solo per potenziale produttivo, ma anche e soprattutto per capacità di immettere sui mercati etichette di prestigio. Importanti sono stati pure i cospicui investimenti in tecnologie avanzate, e!ettuati per consentire una necessaria e continua innovazione, nonché gli im-portanti supporti garantiti da collaboratori tecnicamente preparati e validi. La Due Palme mi ha permesso di realizzare un sogno, ma io sono riuscito a ricambiare, donando ai nostri soci una dignità perduta. In un contesto di"cile di crisi, mentre molti altri rinun-ciavano alla sfida, ho provato a trasmettere le mie idee proponendo un’unione tra viticoltori per il raggiungimento di grandi obiettivi. Ecco dunque l’idea: la cooperazione come modello di sviluppo ca-pace di racchiudere ed esprimere una grande forza. E ben presto i risultati sono arrivati.

Quali sono stati i momenti di svolta della sua Cooperativa?All’inizio, quando siamo riusciti a ottenere i primi grandi vini, spes-so associandoli al sapore della terra, qualcuno stentava a credere che fossimo noi a produrli, tanto erano simili per qualità ad importanti prodotti di altre regioni d’Italia. È stato quello il primo segnale che ci ha fatto capire che avevamo imboccato la strada giusta. Dappri-ma abbiamo venduto il vino solo in cisterne poi, dal 1995, abbiamo deciso di puntare sul prodotto imbottigliato da destinare soprattut-to all’estero, in particolare ai mercati dei grandi Paesi orientali. In quegli anni sono iniziate le nostre partecipazioni alle grandi fiere internazionali. Finalmente, nel 1996, Due Palme è sbarcata a Tokyo. Cominciammo a vendere incrementando l’imbottigliato del 20% annuo. Nel 2000 avevamo raggiunto già il primo milione di botti-glie. Contestualmente, a partire dal 1998, dopo appena 10 anni dalla nascita della cooperativa e dai primi investimenti, proprio grazie alla vendita dell’imbottigliato all’estero, si cominciava a registrare un aumento delle liquidazioni delle uve dei soci pari al 40%.Il primo momento di svolta, dunque, è stato l’imbottigliamento del vino. Il secondo momento è stato per noi quello più importan-te quando, agli inizi del 2000, abbiamo intuito che per essere più forti nei mercati dovevamo unirci con altre realtà cooperative del territorio. Abbiamo iniziato, dunque, a portare avanti la nostra idea

DENOMINAZIONI VINI BIANCHI VINI ROSSI

SaliceSalentino

Dop 30%Indicazionegeograficatipica 62%

Brindisi Dop 3%Squinzano Dop 3%

Dop 6%Tavola 4% Tavola 12%Primitivo di Manduria Dop 2%

Igp 90%Igp 42%

Dop 46%

e ipotecarie, decisero di andare controtendenza e di intraprendere la nuova avventura, fiduciosi di poter vincere la sfida grazie all’entu-siasmo e alla competenza che li caratterizzava, ma anche grazie alla convinzione di poter raggiungere risultati ambiziosi lavorando con impegno, passione, abnegazione e professionalità. Oggi Due Palme, guidata ininterrottamente da Maci, è diventata la più importante cooperativa del territorio e fra le più grandi del Sud d’Italia. I suoi prodotti imbottigliati - di media, alta e altissima gamma -per l’80% sono esportati in Europa, ma anche nei maggiori mercati asiatici e americani (Russia, Stati Uniti, Giappone, Canada, Cina, Corea del Sud e altri Paesi).

Presidente Maci, qual è la ricetta vincente di Due Palme?La risposta immediata sarebbe quella più fredda, ma reale, ovvero la scelta di gestire la cooperativa come se fosse un’azienda priva-ta, mettendo a disposizione, oltre che la cantina in parte eredità di mio nonno, la personale esperienza e competenza di enologo e di imprenditore del settore. Un altro fattore che ha contribuito al suc-

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di mettere assieme le cantine cooperative disponibili, mediante fusione per incorporazione. La prima concretizzazione del proget-to è avvenuta nel 2005 quando, dopo un lungo iter burocratico, Due Palme ha completato il processo di incorporazione della storica Cantina della Riforma Fondiaria di Cellino San Marco, fondata nel 1955, acquisendo patrimonio e 400 soci conferitori di circa 40mila quintali di uva. Successivamente, nel 2008, abbiamo incorporato la Cooperativa Agricola Angelini di San Pietro Vernotico con 100 soci e 150 ettari e infine, nel 2012, la Cantina Cooperativa San Gaetano di Lizzano, in provincia di Taranto, con un patrimonio di 200 soci e 200 ettari circa.

Diverse cooperative del Salento, nonostante siano in di!coltà, continuano ad operare in solitudine. Come considera la scelta?Considero la scelta di operare in solitudine molto infelice. Il grande disagio di queste cooperative si basa su due fattori di rilevante im-portanza. Il primo è quello che i loro soci, demotivati, hanno estir-pato diversi vigneti e di conseguenza non hanno garantito nel tem-po il quantitativo minimo di uve tale da far sopravvivere la cantina; il secondo fattore è dovuto alla scarsa penetrazione commerciale

UN INVESTIMENTO DI OLTRE3 MILIONI DI EURO

La “vecchia” cantina Angelini diventerà

un modernoWine resort

Pronto un progetto per la realizzazione di un moderno Wine resort a disposizione degli operatori del settore e degli enoappassionati di tutto il mondo. È un’altra importante impresa che Cantine Due Palme è intenzionata a portare a compimento con un investimento di 3 milioni e 500mila euro, parte dei quali finanziati con fondi Pia-Turismo della Regione Puglia (35%). L’idea è quella di trasformare la vecchia cantina “Angelini” di San Pietro Vernotico, oggi dismessa, in hotel con 26 camere per un totale di 69 posti letto, completo di giardino interno, centro meeting, fitness & spa, ristorante, biblioteca, degustazione vini e punto vendita.Il progetto, denominato “La foresteria di Cantine Due Palme”, nasce dalla volontà di “restituire al territorio un brano di città oggi spersonalizzato e dequalificato attraverso il recupero, la valorizzazione e la rifunzionalizzazione di un edificio storico - autentico gioiello dell’architettura industriale dei primi decenni del secolo scorso - e sperimentare contemporaneamente un nuovo e più attuale concetto di hotellerie, un Wine restort & spa, un luogo-culto incentrato sul mondo del vino di Cantine Due Palme che trasforma un luogo ricco di storia in uno spazio emozionale e promozionale a disposizione della città e dei suoi cittadini”.L’idea progettuale, insomma, consiste nel creare contestualmente un luogo per ospitare i “forestieri” che giungono da tutto il mondo per siglare accordi e stipulare contratti riguardanti l’acquisto dei prodotti di Due Palme, e un luogo “la cui architettura, associata all’eccellenza dei vini, diventi un prestigioso simbolo dell’immagine aziendale, un efficace strumento di marketing in grado di mettere in movimento un gran numero di persone attirate dalla possibilità di conoscere spenditi paesaggi, degustare vini eccelsi e ammirare l’architettura del luogo”.I tempi di realizzazione del progetto sono legati al completamento dell’iter burocratico per il rilascio dell’autorizzazione, avviato da due anni e non ancora definito dal comune di San Pietro Vernotico.

Tutelare l’Alberello pugliese per preservare un sistema d’allevamento che garantisce l’eccellenza produttiva del territorio. Il presidente Maci è stato un fautore convinto della necessità di combattere il rischio di estinzione di questa tipologia d’impianto ritenuta, ormai, non più remunerativa per gli alti costi di gestione e mano d’opera, a fronte di una resa per ettaro contenuta. L’Alberello un tempo era il dominatore incontrastato del paesaggio salentino. Proprio dalla necessità di combattere le estirpazioni e gli abbandoni che negli ultimi anni hanno decimato questi antichi vigneti, cinque anni fa, su iniziativa di Due Palme e con il sostegno della Provincia di Lecce e di sette sindaci dei Comuni dell’area, è nata l’Accademia dell’Alberello pugliese.

Obiettivo dell’istituzione, che non ha fini di lucro, è quello di “contribuire al progresso delle conoscenze volte alla valorizzazione e alla tutela della vite allevata ad alberello pugliese e dei suoi prodotti”, anche attraverso la costituzione di commissioni, laboratori e osservatori per il monitoraggio della situazione, oltre che con la promozione di studi, ricerche, corsi di formazione, mostre, pubblicazioni, convegni e altre attività utili per lo scopo. “Cerchiamo di salvaguardare questi vigneti – spiega Maci – con diverse iniziative. Dopo aver promosso la costituzione dell’Accademia, Due Palme ha avviato anche un progetto interno per il mantenimento e la tutela dei nostri 500 ettari di Alberello pugliese che

rappresentano il 20% dell’intera superficie vitata della Cooperativa. Si tratta dei nostri allevamenti più pregiati, ovvero quelli che utilizziamo per le nostre grandi etichette. Oggi sono due i punti di forza dell’etica e della cultura aziendale: il rispetto delle tradizioni in un’ottica di sviluppo sostenibile e una visione fortemente improntata al recupero e alla valorizzazione delle radici del territorio. Cantine Due Palme sta investendo con forza in questo progetto. Per tale ragione da alcuni anni riconosciamo ai nostri produttori un contributo a fondo perduto di 350 euro per ogni ettaro di vigneto allevato ad Alberello. Conservare le peculiarità del territorio, peraltro, rende il nostro paesaggio diverso da tutti gli altri”.

SALVAGUARDAREL’ALBERELLO PUGLIESEGARANZIA DI ECCELLENZA PRODUTTIVA

del loro vino imbottigliato che avrebbe apportato un notevole valo-re aggiunto al bilancio della cooperativa. Il mio punto di vista, con-diviso più volte con le consorelle, è quello della necessità dell’unio-ne per incrementare e migliorare i potenziali produttivi aziendali, abbattendo i costi di gestione ormai insostenibili singolarmente e, soprattutto, e!ettuando gli investimenti necessari per mantenersi competitivi.

Vino e territorio. Un binomio irrinunciabile?Fin dall’inizio abbiamo scelto di rimanere ancorati al territorio e di non rinunciare alla nostra storia. Ma solo con la tradizione, che è un grande patrimonio, non si va avanti. L’innovazione, dunque, è fatto-re importante di crescita, anche se è necessario perseguirla senza mai rinunciare alle peculiarità che distinguono e rendono unica la nostra area. Il successo di Due Palme è dovuto anche al fatto di aver saputo o!rire un prodotto molto vicino ai gusti dei consumatori. E questo è stato possibile grazie alla ricerca e all’impiego della tecno-logia che hanno consentito di ottenere risultati ottimali, pur rima-nendo nella tradizione produttiva. La tradizione, insomma, deve obbligatoriamente rinnovarsi per po-ter essere competitiva sul mercato. I nostri vitigni autoctoni storici, Negroamaro, Primitivo, Susumaniello, Malvasia nera e Fiano, insie-me alla particolare tipologia di allevamento nota come “Alberello pugliese”, fino a qualche anno fa erano illustri sconosciuti. Noi ab-biamo puntato proprio su queste varietà e sulla produzione di gran-di vini ottenuti da uve provenienti dall’Alberello. Oggi Negroamaro e Primitivo sono molto richiesti. Due Palme, as-sieme agli altri produttori dell’area, ha fatto il miracolo di far cono-scere nel mondo due grandi vitigni. In questi anni abbiamo fatto molta promozione e marketing, dando il giusto risalto alla qualità di prodotti eccezionali, tipici del nostro territorio, che non hanno nulla da invidiare a quelli di altre regioni del Nord e del Centro Ita-lia, da più tempo presenti nei mercati. Era quello che ci mancava. Grazie alla promozione e al marketing i nostri prodotti sono ora conosciuti e apprezzati, anche sotto l’aspetto dell’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Quali sono stati gli investimenti più importanti fatti recentemente?Negli ultimi anni siamo stati impegnati in un costante processo di ammodernamento tecnologico e di adeguamento delle attrezzatu-re enologiche finalizzato al miglioramento e all’innalzamento degli standard qualitativi dei prodotti trasformati, per rispondere sempre meglio alle esigenze dei mercati. Il tutto nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza. Abbiamo raggiunto un livello d’avanguardia come pochi altri in Italia. A partire dal 2000, gli investimenti complessivi sono stati di circa 20 milioni di euro.Nel triennio appena trascorso, in particolare, nella Cantina madre di Cellino San Marco, che interessa una superficie complessiva, fra coperto e scoperto, di circa 45mila metri quadri, abbiamo speso 5 milioni di euro per la realizzazione della nuova bottaia interrata di 2mila metri quadri e per la sopraelevazione di un magazzino di pari superficie. Per un importo complessivo di 2 milioni e 200mila euro, inoltre, abbiamo acquistato vinificatori e presse di altissima tec-nologia, nonché un secondo nuovo impianto di imbottigliamento che ci ha consentito di elevare la capacità di lavorazione da 5mila a 11mila bottiglie a ora. Con altri 800mila euro, infine, abbiamo ac-quistato le barrique necessarie per la nuova bottaia. Molto abbiamo speso anche per la formazione del personale.

Progetti per il futuro?Nell’ultimo periodo abbiamo investito parecchio e ora vorremmo un periodo di assestamento. L’unico importante progetto che abbia-mo in cantiere riguarda il recupero e la valorizzazione dell’ex stabi-limento vinicolo Angelini che, con un investimento di 3 milioni e 500mila euro, sarà adibito a Wine resort (vedi box).

E i prossimi obiettivi aziendali?Abbiamo avuto, per il prodotto confezionato, un incremento del fatturato pari al 16% rispetto all’anno precedente e una produzione intorno ai 9 milioni di bottiglie, con un trend crescente, pari al 9%. Il nostro obiettivo è di raggiungere 15 milioni di bottiglie entro i prossimi 3 anni. A trainare l’export sono stati principalmente i Paesi comunitari, ma anche quelli emergenti asiatici e americani. All’imbottigliamento viene destinato circa il 60% del prodotto, il rimanente 40% viene venduto sfuso quasi esclusivamente in Italia.

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Quali sono i vostri maggiori canali di vendita?Principalmente vendiamo attraverso grossisti (74,99%), HoReCa (15%), punti vendita aziendali (5%) e negozi tradizionali (3,58%,). Qualcosa vendiamo anche con l’e-commerce. Negli ultimi anni, pe-raltro, abbiamo creato, forse unici in Italia del settore, ben 26 punti vendita in franchising dislocati nei maggiori centri delle province di Brindisi, Lecce, Bari e Taranto, nonché altri due a Bologna e a Mi-lano. In Italia, inoltre, abbiamo stretto importanti nuove alleanze con la Gdo (Esselunga, Auchan e Gigante), che hanno contribuito alla crescita del fatturato in Italia del 20%.

Com’è svolto il “ruolo guida” della cooperativa e come viene garantito il coinvolgimento dei soci? Cerchiamo di mantenere il contatto costante con tutti i soci attra-verso riunioni settimanali nella nostra sala convegni “Selva rossa”, una moderna struttura con capacità di 800 posti a sedere. Durante tutto l’anno la partecipazione dei soci, che si sentono parte inte-grante del sistema produttivo, è sempre molto numerosa. Discutia-mo di tutto: di strategie di difesa della vite, dei momenti ideali di raccolta definiti attraverso l’analisi di migliaia di campioni, dell’an-damento dei mercati e di tanti altri argomenti. I viticoltori che non possono partecipare alle riunioni vengono informati costantemen-te con sms contenenti avvisi, direttive riguardanti la conduzione dei vigneti e le fasi critiche di interventi fitosanitari, appuntamenti da rispettare. Abbiamo cercato di costruire un sistema cooperati-vo dinamico ed entusiasmante, con un apparato tecnico che im-pone scelte come nel privato, ma che alla fine garantisce il giusto tornaconto economico. Non si tratta di scelte frutto dell’estro, ma consequenziali ad attività di ricerca scientifica attuata in partner-

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Ada

sPn

quando la gran parte della massa sociale invecchierà e si renderà necessario intervenire per non disperdere il nostro patrimonio. Cre-do che il Consiglio di Due Palme dovrà pensare ad una soluzione per mantenere al suo interno i vigneti pregiati. Potrebbe, ad esempio, creare una società cooperativa all’interno della cooperativa prin-cipale, con l’obiettivo di rilevare o condurre direttamente i terreni, studiando eventualmente anche forme di incentivi e di gratifica-zioni per riavvicinare i giovani alla terra..

IL CORRIERE VINICOLO N. 397 Ottobre 2013 7

ship con Enti specializzati e Università. Negli ultimi anni abbiamo portato avanti progetti con l’Università del Salento, il Cnr, l’Istituto agronomico meridionale di Valenzano, il Distretto agroalimentare regionale (D.A.Re.) e l’Università di Bari. Abbiamo investito un mi-lione di euro per messa a punto e trasferimento di metodologie per il controllo dello stato sanitario della cantina, per il miglioramento della stabilità microbiologica delle produzioni, per la messa a punto di un disciplinare di valutazione della qualità delle uve in fase di conferimento, per migliorare la qualità dei vini prodotti utilizzando lieviti autoctoni selezionati. Siamo in dirittura d’arrivo in un pro-getto sulla caratterizzazione dei vini ottenuti a partire da varietà autoctone salentine per la componente polifenolica ad azione sa-lutistica.

L’eccessivo frazionamento della proprietà nel Salento comincia ad essere ridimensionato. L’inversione di tendenza in atto è positiva o negativa?Il frazionamento della proprietà sino a qualche anno fa era un pa-trimonio per le cooperative perché il piccolo produttore, che aveva uno-tre ettari di terreno, spesso ottenuto con la Riforma fondia-ria, traeva da lì la propria sussistenza e quella della sua famiglia. Coltivava la campagna come un giardino, con la massima cura e attenzione. Oggi, a causa dell’invecchiamento della popolazione dedita all’agricoltura e della scarsa disponibilità dei giovani a di-venire contadini, queste proprietà vengono abbandonate. Ormai vi è in atto un processo di riaggregazione o di diverso utilizzo, magari destinando le aree a parco fotovoltaico o eolico.Per noi, che abbiamo 1.200 soci ancora molto motivati, il fenomeno non esiste. Ma ci poniamo il problema per il futuro, fra 10-15 anni,

RIPARTIZIONE FATTURATO (.000 EURO) PER MACRO AREE GEOGRAFICHE

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Asia

America

Europa

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CRESCITA DEL FATTURATO (.000 EURO) NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

18.000

16.000

14.000

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8.000

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CRESCITA FATTURATO (.000 EURO) BULK E CONFEZIONATO

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La cronaca del nostro consecutivo 68° Congresso

IN OLTRE SEICENTO ADALBA IN PIEMONTEPER UNGRANDE EVENTORICCO DI CONTENUTI DIFASCINOE SUGGESTIVITÀMolti i motivi che hanno richiamato oltre seicento fraenologi, familiari e personallità da tutta Italia. Sotto iltitolo generale del congresso �“Cinquant anni di doc: ilterritorio, il vino e l enologo�”, sono stati sviluppatitemi di grande attualità, dai mercati alla climatologiacorrelata a un futuro già presente.Tra i messaggi più incisivi quello del Capo delloStato, del ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo e del presidente della Commissioneagricoltura dell Unione europea, Paolo De Castro.Eccellente l ambientazione, così comel organizzazione.

di Gianfranco Quaglia

“Sentivo tra i peschi arri-

vare il treno e riempire la

vallata�”. L�’epigrafe, suggeri-

ta da �“La luna e i falò�” di

Cesare Pavese, è incisa nella

targa sulla parete esterna

della piccola stazione ferro-

viaria di Santo Stefano Bel-

bo, patria dello scrittore pie-

montese.

Fioriere ovunque e tanta

cura, alzi appena gli occhi e

insegui le vigne dei Nebbio-

li che si arrampicano vertigi-

nosamente, tanto da sfiorare

il cielo. La luna langarola di

Pavese cresceva e cresce an-

cora dietro la collina, appare

rapida nelle notti terse.

Quelle poche parole ci tra-

mandano tante sensazioni:

l�’essenzialità, perché lui era

uno che gli aggettivi li la-

sciava agli altri o quando li

usava erano appropriati. Ci

parlano anche di concretezza

e semplicità. Poesia e magia.

Dello �“Spirito Piemonte�”,

Un momento dellacerimonia inaugurale

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forse tutto racchiuso qui, in

questa terra di Langa che -

non è un caso - con il Mon-

ferrato si è candidata a esse-

re riconosciuta Patrimonio

dell�’Umanità dall�’Unesco.

Il 68° Congresso degli

enologi enotecnici italiani si

è svolto in questo scrigno

ricco di vigne, cultura, im-

prenditorialità, genialità,

quasi a suggellare il filo di-

retto tra il Piemonte e il re-

sto d�’Italia.

Nella città delle Cento Torri

E qualcuno, come se aves-

se voluto ripercorrere o sco-

prire i �“sentimenti�” di Pave-

se e �“riempire la valle�”, è

giunto in treno, salendo dal

lontano Salento. Come per

ricalcare, ora dopo ora di

strada ferrata, il teorema che

vede il Vigneto Italia un

tutt�’uno, da Taranto o dalla

Sicilia sino alle Alpi. Poi lo

sbarco ad Alba, la città delle

Cento Torri, cuore delle

Langhe e del vino piemonte-

se, della Ferrero con la Nu-

tella.

Molti i motivi che hanno

richiamato oltre seicento fra

enologi, familiari, persona-

lità da tutta Italia e anche

dall�’estero. Sotto il titolo ge-

nerale del congresso, �“Cin-

quant�’anni di doc: il territo-

rio, il vino e l�’enologo�”, so-

no stati sviluppati temi di

grande attualità, dai mercati

alla climatologia correlata a

un futuro già presente.

Il cordone ombelicale che

lega il Piemonte alla storia

degli enologi italiani si è

rinsaldato ancora di più: da

quel lontano 1891 quando il

piemontese Arturo Mare-

scalchi con quarantasei col-

leghi provenienti da tutta

Italia costituì ad Asti l�’asso-

ciazione di categoria, ai

giorni nostri, con la sezione

subalpina guidata da Pier-

giorgio Cane, la più numero-

sa di tutte le regioni.

Il Piemonte, è stato subito

rimarcato, è anche la regione

italiana con il maggior nu-

mero di vini Doc e Docg.

Traguardo inseguito con ca-

parbietà e lungimiranza,

messo in luce da tutti gli in-

terventi, a cominciare da

quello del direttore generale

di Assoenologi, Giuseppe

Martelli, sin dalla cerimonia

d�’inaugurazione del congres-

so, nel gremito Teatro Busca

di Alba.

Una regione conmolte eccellenze

I videomessaggi del mini-

stro delle Politiche agricole

Nunzia De Girolamo e di

Paolo De Castro (presidente

della Commissione agricol-

tura del Parlamento Euro-

peo, da Strasburgo) hanno

sottolineato il cammino

compiuto dal vino italiano

grazie al ruolo degli enologi.

Poi gli interventi del sin-

daco di Alba, Maurizio Ma-

rello, di Roberto Cota gover-

natore del Piemonte; del

coordinatore degli assessori

regionali all�’Agricoltura, Fa-

brizio Nardoni.

Con la chiusura della ceri-

monia inaugurale affidata a

Claudio Sacchetto, assessore

regionale all�’Agricoltura del

Piemonte.

Un grande futuro dietro le

spalle. Così verrebbe da dire

in questa terra di Langa do-

ve già nell�’Ottocento Cavour

ne intuì le enormi potenzia-

lità, introducendo innovazio-

ni e tecnologie d�’avanguar-

dia nella sua tenuta di Grin-

zane.

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Se il �“vino è il canto della

terra che si leva verso il cie-

lo�”, in questo cuore di Pie-

monte i confini sembrano ve-

ramente infiniti, e chi li dise-

gna guarda lontano: non a

caso al congresso sono stati

evocati, oltre a Pavese e a

Cavour, Beppe Fenoglio,

Luigi Einaudi (secondo presi-

dente della Repubblica e pri-

mo piemontese salito al Col-

le). Ancora gli attuali Carlin

Petrini (Slow Food) e Fari-

netti (Eataly). Insomma, gen-

te di Langa che ha piedi nel-

la vigna e occhi sul mondo,

puntando sulle eccellenze.

Territorio qualitàe mercato

E a proposito di qualità, il

presidente di Assoenologi,

Riccardo Cotarella: �“Ancoranon è del tutto chiaro, per al-cuni, che produrre vino di

qualità vuol dire mettere inpratica una dottrina comples-sa che nasce dallo studio deiterreni, dalla conoscenza dicentinaia di cloni e portinne-sti, dalle componenti dell�’uvae del vino, e mille altri ele-menti. E tutto questo va benoltre quei concetti per cui sisostiene che il vino viene dasolo o che bastano le sempli-ci nozioni di chimica e biolo-gia, come avveniva sino a po-co tempo fa�”.

L�’approccio al mercato. È

stato il tema sviluppato nella

prima sessione di lavori, af-

fidato a tre leader del mondo

produttivo: il marchese Piero

Antinori; Angelo Gaja titola-

re dell�’azienda agricola di

Barbaresco; Angelo Maci,

presidente delle Cantine Due

Palme di Cellino San Marco.

Tre esperienze a confronto,

tre personalità diverse fra lo-

ro ma accomunate da un

unico obiettivo: portare nel

Alcune immagini della Cerimonia inaugurale

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mondo l�’eccellenza del �“Ma-de in Italy�”.

Il Piemonte, il suo territo-rio, i suoi vini: il tema haoccupato la seconda sessionedei lavori, trasferendo enolo-gi e giornalisti nella �“Locan-da Gancia�” di Santo StefanoBelbo. Qui Riccardo Cota-rella e Piergiorgio Cane,presidente della Sezione Pi-monte di Assoenologi, han-no guidato l�’analisi sensoria-le di alcune �“perle�” enologi-

che piemontesi, con presen-tazione dei territori da partedei dirigenti dei Consorzi ditutela interessati.

La sfida di unserio confronto

Dal Piemonte ai vini chearrivano �“dalla fine del mon-do�”. Così nella terza sessio-ne �“La viticoltura del nuovomondo alla luce delle recen-

ti condizioni climatiche�”.Esperienze illustrate sul pal-co del Teatro Busca da BobBertheau, direttore tecnicodi Chateau S. Michelle WineEstate (Columbia Valley);Alberto Antonini (enologoconsulente in Argentina);Len Knoetze e Heinè Jansevan Rensburg (NamaquaWines, Sudafrica). Confron-to serrato e molto utile an-che agli enologi italiani, allaluce dei cambiamenti clima-

tici che si stanno susseguen-do ormai da alcuni anni nelnostro paese. �“La sfida - co-me sottolinea Giuseppe Mar-telli - è saper trarre oppor-tunità dalle criticità�”.

Se sotto il profilo tecnicoè stato un congresso di altoprofilo, con indicazioni inte-ressanti per gli addetti ai la-vori e molteplici spunti per imedia, non va trascurato ilcolpo d�’occhio offerto dallacornice, curata come sempre

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con professionalità dall�’As-

soenologi. A cominciare dal-

la cena di benvenuto in Piaz-

za Duomo di Alba, affidata

allo chef Enrico Crippa (tre

Stelle Michelin) del Risto-

rante Piazza Duomo e allo

chef Andrea Aimonetto del

Melograno di Cherasco.

Un�’ambientazione suggestiva

e scenografica, impreziosita

dai giochi di luci, in un sa-

lotto naturale e storico, che è

rimasto impresso.

Alla F.lli Martiniuna serata al top

Oppure la cena con le ec-

cellenze dei territori piemon-

tesi alla Locanda Gancia.

Infine la serata di gala per

la chiusura del congresso,

nell�’avveniristica Barricaia

Magnificat della Fratelli

Martini Secondo Luigi a

Cossano Belbo, luogo in gra-

do di suscitare sensazioni di

sacralità e imponenza per la

sua struttura monumentale

che secondo alcuni critici ri-

chiama i tempi aztechi.

Qui enologi e familiari, ol-

tre a gustare un menù super-

bo, hanno potuto ammirare

questa �“cattedrale del vino�”

con maestose volte a crocie-

ra, la scala elicoidale posta

al centro dalle sala, illumina-

ta da un lucernario, la pira-

mide in legno lamellare con

cupola finale in vetro da cui

la luce penetra discreta sino

alle 6 mila barrique. E la ter-

razza esterna di oltre 2 mila

metri quadrati, tappezzata di

vigneti.

Tutto rigorosamente �“ma-

de in Piemonte�” e di eccel-

lenza, come i vini Doc e

Docg, anche il programma

riservato ai familiari.

Durante la prima giornata i

familiari sono stati impegna-

ti nella visita ai Castelli di

Grinzane Cavour e di Baro-

La cena di benvenuto in Piazza Duomo

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lo. Entrambi legati dal vino,

ma completamente diversi

uno rispetto all�’altro.

Il Castello di Grinzane

Cavour è un ambiente tradi-

zionale, pittoresco, dove si

respira la storia di questi

luoghi meravigliosi e dei

personaggi che lo hanno abi-

tato. Tra questi, tra il 1832 e

il 1849, Camillo Benso di

Cavour, uno dei protagonisti

del�’Unità d�’Italia, nonchè

sindaco di questo Comune.

Per i familiarivisite tutte DocIl Castello di Barolo invece

è l�’importante sede di Wi-

Mu, un modo diverso di in-

tendere un museo del vino.

I giochi di luce, gli affre-

schi, i pannelli multimediali

e gli allestimenti fanno vive-

re un�’esperienza multisenso-

riale inaspettata. Un museo

non solo da guardare e am-

mirare ma con il quale lo

spettatore può interagire.

La visita alla Tenuta di

Fontanafredda del secondo

giorno ha riportato i familia-

ri in un�’altra epoca, fatta di

dettagli e racconti curiosi.

Le infinite cantine, la storica

residenza del re Vittorio

Emanuele II e della sua

amante prediletta Rosa Ver-

cellana, detta la Bela Rosin,

sono state lo scenario di una

giornata meravigliosa anche

dal punto di vista meteorolo-

gico.

In entrambe le giornate le

signore hanno poi potuto go-

dere della superba cucina

piemontese interpretata da

chef di eccezione come Mar-

co Forneris, chef stellato del

ristorante �“La Rei�” del Bo-

scareto Resort, e Ugo Alcia-

ti, anch�’egli chef stellato del

ristorante �“Guido�” in Villa

Contessa Rosa.

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l 2013 è stato un anno di grandi cambiamenti e di evoluzioni.Abbiamo scelto un nuovo claim, abbiamo puntato sul

concetto di “Presente”, sia per testimoniare il nostro essere par-

te integrante di un contesto territoriale, sia per ricordarci che ogni giorno nel nostro presente dobbiamo costruire percorsi di sviluppo condi-visi, così come la cultura del cooperativismo ci insegna. È nata l’idea di realizzare uno spot e le relative campagne che riportano e ricordano sempre questa idea di essere presenti nel territo-rio e di sentirci parte di un unico sistema nel qua-le ciascuno è elemento essenziale e integrante.

Bella l’esperienza di costruire uno spot emozio-nale con un taglio cinematografi co che ancora oggi emoziona e carica chi lo vede e lo ascolta.

PRESENTE.UN CLAIM CHE RACCONTA L’ESSENZA DELLA DUE PALME

PRES

ENTE

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CKST

AGE

Un team di professionisti, riuniti nel nome di Barba&Capelli, ha realizzato un lavoro che ormai ha attraversato i confi ni internazionali conquistando anche i nostri clienti stranieri.È l’alba. Un rapido movimento di ca-mera svela il bellissimo castello di Cellino san Marco nel verde delle vi-gne. Al suo interno, dietro una scriva-nia, c’è il presidente Angelo Maci che sfoglia un registro invecchiato dal tem-po. Sulle note di una musica emotiva, quasi a sottolineare i gesti amorevoli dell’uomo, inizia una sorta di appel-lo, quasi una chiamata alle armi idea-le, e ciascuno, forte del grande senso di appartenenza alla grande famiglia Due Palme, risponde scandendo il suo presente, con orgoglio, con amore, con

passione, con professiona-lità.

Chi risponde “presente” è nel pieno delle sue attività, sul trattore, in campagna, in uffi cio, in laboratorio, in sala degustazione.E attraverso i vari “presen-te” si raccontano le fasi di vita dell’azienda che dal 1989 si caratterizza per es-sere l’eccellenza dei vini del Salento. •

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Page 62: Due Palme magazine

AMICI

DI...

I SUD SOUND SYSTEM PREMIATI CON UNA MAGNUMDI SELVAROSSA A MILANO

gni anno, ogni gior-no, sono tante le persone che atte-stano il loro affetto

a Cantine Due Palme.

Abbiamo voluto raccogliere in un percorso foto-grafi co alcuni momenti, alcuni incontri, alcune sinergie che ormai da anni si consolidano e che fortifi cano la nostra presenza sul territorio.

Creare rete e sinergia è il nostro punto di for-za. Un’azienda che vanta i numeri e le cre-denziali di Due Palme ha l’obbligo morale di sostenere iniziative e relazioni umane al fi ne di portare un valore aggiunto all’intero territorio.

Crediamo nel lavoro di squadra, poiché è nella squadra che si trovano la forza e la giusta spinta per costruire grandi progetti.

ANGELO MACI CON ANTONELLA RICCI E VINOD SOCKAR DURANTE UN EVENTO AL VINITALY

-e-oe. ANGELO MACI E IL SUO STAFF CON ANGELO GAJA

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Page 63: Due Palme magazine

AMICI

DI...

AL VINOFORUM DI ROMA, ANGELO MACI CON IL SENATORE DARIO STEFÀNO, ANGELA E MICAELA SANTORO, MONICA CARADONNA E MASSIMO GILETTI

ANTONIO STORNAIOLO E ANGELO MACI

ANTONELLA E MELISSA MACI, ANTONELLA DI FAZIO CON IL CONTE GELASIO GAETANI D’ARAGONA E UNA DELEGAZIONE CINESE

ANGELO MACI CON PAOLO LAUCIANI

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Page 64: Due Palme magazine

ANGELO MACI CON GIANNI IPPOLITI

AMICI

DI...

FAUSTO BERTINOTTI CON ANGELO MACI

GIUSEPPE SANTORO, ANGELO MACI E MICHELE PERAGINE

FEDERICO QUARANTA E ANGELO MACI

LO STAFF DI CANTINE DUE PALME

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Page 65: Due Palme magazine

ANGELO MACI CON NINO D’ANTONIO

ANGELO MACI CON DON MEROLA

AMICI

DI...

TONIOTONIO

DARIO STEFANO, MARIO CATANIA, NATHALIE CALDONAZZO, NICHI VENDOLA, PAOLO DE CASTRO E ANGELO MACI

ONORIO INTRONA, MELISSA MACI E FABRIZIO NARDONI

ANGELO MACI CON UNA DELEGAZIONE STRANIERA

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Page 66: Due Palme magazine

Vi aspettiamo in Cantina...

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