Due donne un carisma n. 1 del 2010

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ANNO XV Gennaio-Febbraio 2010 Due donne un carisma Pane di vita nuova, vero cibo dato agli uomini nutrimento che sostiene il mondo, dono splendido di grazia. Tu sei sublime frutto di quell’albero di vita che Adamo non potè toccare ora è in Cristo a noi donato. Pane della Vita, Sangue di salvezza, Vero Corpo, vera bevanda, Cibo di Grazia per il mondo. (Inno Eucaristico) Dio ha sconfitto la forza del peccato in una carne umana come la nostra e ci ha offerto la sua riconciliazione. Davvero “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. (Gv.3,16) (dalla Lettera pastorale del Vescovo Mons. Luciano Monari per l’anno 2009-2010) 1 Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli

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periodico di informazione religiosa

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Due donne un carisma

GENNAIO-FEBBRAIO 2010 1

ANNO XV Gennaio-Febbraio 2010

Due donneun carisma

Pane di vita nuova,

vero cibo dato agli uomini

nutrimento che sostiene il mondo,

dono splendido di grazia.

Tu sei sublime frutto

di quell’albero di vita

che Adamo non potè toccare

ora è in Cristo a noi donato.

Pane della Vita,

Sangue di salvezza,

Vero Corpo, vera bevanda,

Cibo di Grazia per il mondo.

(Inno Eucaristico)

Dio ha sconfitto la forza del peccato in una carne umana come la nostra e ci ha offerto la sua

riconciliazione. Davvero “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito

perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. (Gv.3,16)

(dalla Lettera pastorale del Vescovo Mons. Luciano Monari per l’anno 2009-2010)

1 Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

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Due donne un carisma

2 GENNAIO-FEBBRAIO 2010

Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

Anno XV - 2010 - numero 01a cura di Giuseppina Zogno

Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030.295675 - 030.3757965

E.mail: [email protected]/c postale n. 12816252

Direttore responsabile:don Antonio Fappani

Progettazione grafica e stampa:COM&PRINT srl - Brescia

SOMMARIO

ELISABETTA GIRELLI: ..............................pag. 2

La lotta contro l’amor proprio

ALLA SCUOLA

DELL’EUCARESTIA: ......................................pag. 3

Il magistero della Chiesa

e Maddalena Girelli

PENSIERI DIVOTI CAVATI

DALLE SACRE SCRITTURE .................pag. 4

di Maddalena Girelli

INDIRIZZO E PASCOLO

ALLA PIETÀ: ...........................................................pag. 5

L’Eucaristia cibo dei pellegrini

PELLEGRINI DALLA GERMANIA

AI LUOGHI MERICIANI ..........................pag. 6

MADALEINE DELBRÊL:

Noi della strada ....................................................pag. 7

ELISABETTA GIRELLI:La lotta contro l’amor proprio

La vita di Bettina sta cambiando... ma senza qualche colpo inferto alla parte più sensibile della sua natura, non può realizzarsi una me-tamorfosi che abbia stabilità. Dopo il duro col-po inflitto alla parte affettiva per la rinuncia al-le amcizie del collegio, che porterà Elisabetta ad orientare tutta la sua tenerezza verso il Si-gnore, ella dovrà ancora superare la tendenza dell’“io” che vorrebbe accentrare tutto intorno a sè. La Nostra ha una innata tendenza a compiacersi delle sue stra-ordinarie doti intellettuali. Quell’anno la brillante riuscita negli studi le aveva ottenuto la promozione alla scuola superiore. Questa volta fu-rono le grandi a non volere in classe una compagna più giovane e più piccola di loro.Fu per Bettina una grande umiliazione. Il motivo del rifiuto era sem-plice: le educande non accettavano una competitrice tanto temibile. Conclusione: la piccola dovette rimanere per altri sei mesi nella stes-sa classe.“Tale decisione - scrive Bettina - fu presa per correggere in me una certa tendenza all’ambizione. Perciò stesso mi proibirono di parlare senza essere interrogata”.Più di una volta la sua maestra, che Elisabetta definisce “saggia”, le faceva rifare i compiti, quando si accorgeva dal suo “modo di legger-li”, che la fanciulla gongolava al pensiero di esser stata brava ad ese-guirli. Non le venivano risparmiate mortificazioni che la ragazzina sen-tiva molto pungenti. “Una notte - annota Bettina - non chiusi occhio per essermi imbrogliata nella soluzione di un quesito, e, venen-domi in mente tutte le maniere in cui avrei potuto rispondere per far bella figura, mi indispettivo contro me stessa.” Inoltre, quan-do Bettina riceveva una piccola lode o aveva fatto qualcosa di bene, provava un sentimento di disprezzo nei confronti di alcune compagne meno dotate. Fu molto aiutata a vincere queste tentazioni dal confes-sore che le inculcava orrore per il vizio della superbia, ricordandole la sorte di Lucifero. Bettina, allora, data anche la spiccata sensibilità del suo temperamento, si sentiva un demonio e correva all’altare del-la Madonna a implorare la virtù dell’umiltà. All’opera educativa delle religiose e del sacerdote si affiancava la lettura della vita dei santi che andavano infiammando sempre più il cuore di Elisabetta di desideri santi e di aspirazione forti al dono totale di sé a Dio. Era giunta l’ora della svolta definitiva.

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L’anno pastorale 2010, che a mo-tivo della lettera pastorale del Ve-scovo, viene dedicato ad una maggior presa di coscienza del mi-stero eucaristico, invita anche noi a sintonizzarci con tutta la Chiesa bresciana. Raccogliamo, perciò, qualche pensiero che ci aiuti ad acquisire una consapevolezza più grande di questo mistero, per tra-durlo in vita. Lo facciamo metten-doci in ascolto del Magistero della Chiesa e di Maddalena Girelli, ve-ra maestra di vita, ora Venerabile, che ha incarnato in modo singola-re il CARISMA MERICIANO. Nel-la lettera pastorale “Un solo pane, un unico corpo” il Vescovo Lucia-no riportava un brano del Vangelo di Giovanni: “La mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevan-da. Chi mangia la mia carne e be-ve il mio sangue dimora in me ed io in lui”. (Giov.6,55-56) Attraverso la manducazione di Cristo la no-stra vita viene man mano assimi-lata alla sua. Noi assumiamo, gra-dualmente, la forma di Cristo nel nostro essere e nel nostro agire.

Maddalena Girelli viveva questa tensione profonda e proponeva a se stessa: “Supererò ogni osta-colo che non sia assoluto, onde poter fare la Santa Comunione ... scongiurando poi il Signore a restare sempre in me, almeno spiritualmente, perchè io pos-sa conversare con Lui anche in mezzo alle mie occupazioni”. L’attenzione speciale che ella nu-triva per il mistero eucaristico la in-duceva a scegliere un giorno della settimana nel quale farne partico-lare memoria con atti semplici, ma molto significativi,come que-sto: “Adorare specialmente Ge-sù Sacramentato ogni volta che suonanono le campane”. È un esercizio che costa poco e frutta molto. È il grazie umile e ricono-scente della creatura per il Dono infinitamente grande che Gesù fa di se stesso a noi peccatori, pe-rennemente bisognosi della sua misericordia. Questo esercizio ri-chiama alla memoria la formula che anche noi avevamo appreso da bambini: “Vi adoro o mio Ge-sù sacramentato! Datemi il vostro santo amore e l’odio al peccato”. È una formula semplice, ma sem-pre attuale. Benedetto XVI° nella esortazione post sinodale sull’Eu-caristia, parla, infatti, del lega-me intrinseco fra Eucaristia e Ri-conciliazione. Scrive. “A causa del legame tra questi sacramen-ti, un’autentica catechesi riguar-do al senso dell’Eucaristia non può essere disgiunta dalla pro-posta di un cammino penitenzia-

le”. L’odio al peccato, infatti, por-ta ad un’amore sempre più vitale per Gesù Eucaristia, fino a realiz-zare quanto dice S. Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vi-ve in me!” Quale esaltante miste-ro di comunione si realizza fra la creatura, liberata dal peccato, e l’offerta d’amore di Dio che si fa carne per assumerla totalmente e divinizzarla! “Mandando il suo Figlio in una carne simile a quel-la del peccato - scrive il Vesco-vo - Dio ha sconfitto la forza del peccato in una carne umana co-me la nostra e ci ha offerto la sua riconciliazione. Davvero Dio ha tanto amato il mondo da dona-re il suo Figlio unigenito, perchè chiunque crede in Lui non muo-ia, ma abbia la vita eterna”. Mad-dalena Girelli, che aveva fatto del mistero eucaristico il centro della sua vita, annotava nel suo diario spirituale: “Nella Santa Comu-nione ho domandato al Signore di darmi una cognizione anco-ra maggiore della bruttezza del peccato ed un orrore ed abor-rimento ancora più grande a sì fatto mostro!”

ALLA SCUOLA DELL’ EUCARISTIA:Il Magistero della Chiesa e Maddalena Girelli

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Maddalena, parlando alle consorelle, considera come spesso molte perso-ne pie desistono dal perseverare nel servizio di Dio perché immaginano di dover vivere ancora a lungo e di do-ver faticare troppo per Cristo (che, pe-raltro, hanno scelto liberamente). Per rincuorare le “sorelle”della Compa-gnia nella fedeltà al patto nuziale Ne-ne esordisce cosi: “Io per consolarvi, sorelle, vi invito oggi a considera-re con me queste parole del Signo-re che si leggono nell’Apocalisse di S.Giovanni ‘Ecco che io vengo spe-ditamente: tieni quello che hai af-finchè nessuno prenda la tua coro-na’. Udiste? Non dice “verrò”, ma “vengo” e “speditamente!” E chi sa che non ci stia già vicino, e che presto chiami alcune di noi a ri-cevere la corona immortale.”A noi non è dato di conoscere quale sarà il giorno e l’ora dell’incontro de-finitivo. Può essere che il Signore ci faccia un poco attendere ... Ma come ci troverà, giungendo all’improvviso? È una riflessione che non può non in-quietare. Maddalena continua con for-za: “Sarebbe per noi di grande dan-no e, forse ci toccherebbe sentire quella tremenda parola: Non vi co-nosco!”Dal momento che il Signore ce ne fa avvertite, non potremo trovare atte-nuanti. Le parole dell’Apocalisse sono chiare ed esplicite “Ecco che io ven-go speditamente!” Maddalena insiste: “Se può essere tanto vicina la ve-nuta dello sposo approfittiamone, sorelle, e prepariamoci. Preparia-

mo l’anima nostra coll’abito nuzia-le di purità ,adorniamoci di virtù e di buone opere, nè lasciamoci co-gliere dal sonno della tiepidezza, affinchè in ogni ora che ci chiama possiamo essere pronte...” Intanto - commenta la Nostra il Signore ci in-vita alla perseveranza perchè nessuno ci porti via la ricchezza spirituale che siamo andate acquistando, e prenda il nostro posto, togliendocene il merito. “Che sarebbe di noi se per una me-ra impazienza venissimo a perdere il merito che abbiamo guadagnato fin qui?” Per spronare maggiormen-te le “sorelle” alla perseveranza, Mad-dalena narra un fatto. “Ricordiamoci, sorelle di quel grande esempio che sta registrato nella storia dei mar-tiri di Sebaste. Essi erano in nume-ro di 40 e furono condannati a subi-re lentamente la morte in un bagno gelato. Per lungo tempo persevera-rono tutti in questo crudo tormen-to; ma poi uno, sentendosi a morire, cedette alla tentazione e domandò di esser tolto da quel gelo e di esser posto in un bagno tiepido per ria-versi ... Infelice! Quello era l’ultimo momento della sua vita e se avesse perseverato avrebbe colto coi suoi compagni la palma del martirio; e, invece, perse ugualmente la vita e, insieme, l’anima e Dio!” Maddalena completa cosi il racconto: “A quell’ infelice che abbandonò il suo posto e la corona che gli stava preparata, sottentrò subito uno dei carnefici stessi, che gettatosi nel bagno ge-lato divenne martire e colse in ve-

ce sua la palma del martirio in com-pagnia degli altri”. La stessa sorte di quell’infelice potrebbe toccare a qual-che Figlia di Sant’Angela che abban-donasse in modo vile il suo posto, per darsi ai piaceri mondani. Maddalena ammonisce, perciò, severamente le sorelle. “Tremiamo sempre, sorelle, perchè Dio non ha bisogno alcuno di noi e per quanto ci sembri d’es-sere abili strumenti per la sua gloria ... tremiamo perchè anche i marti-ri, dopo aver sostenuto lunghi e fie-ri patimenti, possono in un momen-to perdere tutto e dannarsi”. Nene é convinta che , tuttavia, “Il Signore non per nulla ci ha eletto a servirlo, a preferrenza di tante altre anime ... nella Compagnia di S.Angela”. per cui esse hanno il dovere di ringraziar-lo con tutto il cuore e di essergli fedeli. Per non venir meno a tanta benevo-lenza ricordino il grande avvertimen-to che Egli ci dà:”Ecco, che io ven-go speditamente, tieni quello che hai, affinchè nessuno prenda la tua coro-na!”

PENSIERI DIVOTI CAVATIDALLE SACRE SCRITTURE

di Maddalena Girelli

“Ecco che io vengo speditamente tieni quello che hai affinchè nessuno

ti prenda la tua corona”. (cfr. Ap. 22,7)

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L’amore provvido del Padre non lesina nel fornire ai suoi figli i do-ni di cui necessitano lungo il pel-legrinaggio terreno, perchè possa-no giungere felicemente alla patria del cielo. Egli sa che le asperità del cammino e gli affanni da supera-re sono molti, prima che possia-mo raggiungere il porto sospira-to. Teme che la fatica del viaggio esaurisca le nostre forze e, maga-ri, ci tolga la speranza dell’appro-do.Per questo motivo Elisabetta ci rincuora: “con un tratto d’in-finita misericordia Gesù ha vo-luto apprestarci il cibo dei forti, tutto delizioso e caro all’anima, cioè Sé medesimo nel SS.mo Sa-cramento dell’Eucaristia”. Betti-na, per aiutare le giovani a scoprire l’efficacia dell’azione rinvigoren-te del dono senza pari della man-na divina, indica come sostenta-mento il pane eucaristico, perchè ciascuna ne usufruisca quanto le basta per vincere la suggestione delle passioni mondane e aspiri al-le cose del cielo con cuore libero e desiderio ardente. “Ah! se non vo-gliamo languire d’inedia nella via della perfezione, cibiamoci spes-so di questo pane soprasostan-ziale e divino, che solo ha virtù di rinvigorire la nostra debolez-za e sanare la nostra infermità”. Pare impossibile ad Elisabetta of-frire una diversa alternativa, né sa dove e come trovarne una miglio-re di questa: “Dove troveremo se non nella frequente Comunione, il pascolo celeste dell’anima no-stra, che le faccia venire a noia il cibo fangoso delle terrene con-solazioni, e la corrobori nel de-siderio delle cose celesti? Dove troveremo il fonte d’acqua viva

che disseti il nostro povero cuo-re fra gli ardori dell’arido deserto di questo mondo, se non lo cer-cheremo nel cuore amorosissi-mo di Gesù Cristo?“Non c’é momento, nè luogo più adatto per scoprire la Sua Per-sona che quello dell’intimità, del cuore a cuore con Lui, quando viene nella nostra povera casa ... per incendiarla col fuoco del Suo Amore.

“Quando impareremo a cono-scerlo - scrive Bettina - se non allora ch’Egli sì degna di venire nella nostra casa, cioé nel mise-ro nostro petto? Quando ci sen-tiremo ardere in cuore la bella fiamma dell’amor suo? Se non quando lo vedremo fatto tutto nostro? in un modo sì portento-so?” L’esempio dei due discepoli di Emmaus,che riconoscono Gesù allo spezzar del pane,ci è proposto da Elisabetta perchè ci aiuti a com-prendere meglio il mistero d’amore che racchiude il Sacramento. “Co-

me i discepoli che andarono ad Emmaus insieme con Gesù ri-sorto, noi lo conosceremo alla spezzare del pane: perchè vera-mente in quest’atto di indescri-vible amore Egli fa risplendere una sapienza, una potenza, una bontà degna solo d’un Dio. Egli non si è contentato di restare con noi nel SS.mo Sacramento, ma ha voluto restarvi in modo di cibo e del più comune, affinchè ci fosse più facile l’unirci a Lui con fiducia e amore. Egli ha na-scosto ogni splendore della sua gloria, perchè non si renda trop-po timida la nostra indegnità”. Faremmo un grande torto al Signo-re, se ci astenessimo dal ricever-lo il più frequentemente possibile. Elisabetta ci spinge con ardore ad accostarci alla mensa eucaristica: “Andiamo pure alla Comunione quantunque ci vediamo piene di tante miserie, perchè quanto più deboli ed imperfette noi siamo, maggior bisogno abbiamo di Ge-sù Cristo, e se egli non vorrà ve-nire in sì povero albergo qual è il nostro cuore, penserà a farlo degno, poichè ogni grazia e virtù non ci può venir che da Lui”.Presentando, poi, la figura del Pro-feta Elia, che stanco ed accascia-to si era fermato sotto un ginepro in attesa della morte, ma rinvigori-to dal Pane venuto dal cielo, ave-va potuto continuare il cammino senza stancarsi,anche in mezzo a grandi difficoltà, Elisabettà ci in-coraggia a ricevere con frutto la Santa Comunione. Così facendo, afferma: “sentiremo in noi la for-za del divino amore, l’unica che possa mantenerci costanti nella via della perfeione”.

INDIRIZZO E PASCOLO ALLA PIETÀ:L’Eucaristia cibo dei pellegrini

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Sant’Angela continua a vivere nel cuore delle sue figlie in ogni parte del mondo. Dove c’è una Orsolina che da lei ha ricevuto il carisma educativo nasce una co-munità scolastica che ne porta l’impronta. Ne dà testi-monianza il pellegrinaggio composto da 1200 studenti capeggiato dal Direttore della Scuola e da alcune Suo-re Orsoline che da OSNABRÜCH in Germania è giunto a Brescia per pregare nel Santuario dove riposano le spoglie mortali di Sant’Angela. La comunità scolastica ha voluto lasciare in dono al Centro Mericiano il “logo” che riproduciamo. Era scol-pito in argento su una superficie di vetro e sulla ban-dierina di stoffa che ogni alunno portava con sè. Qui spiccavano anche i colori. Su uno sfondo arancione in mare aperto blù una barca a vela con una croce azzurra, che indica la traiettoria da seguire. Significative anche le testimonianze scritte dai pellegrini presso il Centro Mericiano. Il Direttore della scuola riportava un pensiero tolto daI Proemio della Regola di S. Angela: “Siate vigilan-ti con il cuore grande e pieno di desiderio.” ed esprimeva a nome di tutti la sua gioiosa riconoscenza. “Con gioia e gratitudine la comunità scolastica della Scuola di OSNABRÜCK visita questo luogo dove ha operato Sant’Angela.

Al Direttore facevano eco due suore Orsoline: “A nome del convento delle Suore Orsoline di Sant’Ange-la in Osnabrück.”

“Io stavo presso di te colma di gioia, Sant’Angela!” La tua “Figlia” Suora Orsolina con 1200 studenti.

Nella ricorrenza della della Festa di S. Angela, ringraziamo vivamente il Signore e la Santa fondatrice per questi semi fecondi gettati nella storia, implorando che fruttifichino a vantaggio della chiesa e del mondo.

PELLEGRINI DALLA GERMANIAAI LUOGHI MERICIANI

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Il carisma della Verginità consa-crata che fiorì agli albori del cri-stianesimo, percorre tutta la storia e la vita della Chiesa e si esprime nelle forme più varie.Conosciamo il Carisma Mericia-no, che introdusse nel 1500 una nuova forma di consacrazione a Dio nel mondo. Ai nostri giorni una giovane francese ha aperto la strada ad altre giovani desidero-se di donare la loro vita a Cristo per i fratelli poveri ed emarginati, credenti e non credenti incontrati sulle strade. Si tratta di Madaleine Delbrel, poetessa, assistente so-ciale, mistica.

Nata nel 1904 a Messidan (Dor-dogne) trascorre la sua infanzia a Parigi. Di estrazione atea, perce-pisce la vita come un assurdo. La perdita del fidanzato, che si fa Do-menicano, la porta nel 1924 alla conversione. Attraverso Padre Lorenzo scopre la radicalità evangelica che de-cide di vivere con un gruppo di compagne a Rue Raspail, 11, in un quartiere operaio di Ivry-sur-Seine, nel 1933.Fragile di salute, muore sul campo di lavoro nel 1964, a soli 60 anni. Trascriviamo alcune sue convin-zioni, che rivelano la sua persona-

lità e stimolano a vivere la radica-lità evangelica.“Noi crediamo che il Vangelo è stato scritto per essere vissuto, e pensiamo che Dio ci chiama a vi-verlo insieme.”“La Luce del Vangelo è un fuoco che vuole investire la nostra vita per operare una trasformazione.”“Ogni piccola azione è un avveni-mento immenso dove il Paradiso ci è donato o dove noi possiamo donare il Paradiso.”“Salvare il mondo non significa of-frirgli la felicità, ma dare un senso alla sofferenza e regalargli una gio-ia che nessuno gli può sottrarre.”

MADALEINE DELBRÊL:Noi della strada

Per saperne di più: COMMUNAUTE’ MADELEINE DELBREL

11, RUE RASPAIL 94200 IVRY SUR SEINE

oppure

Mettersi in contatto con COLOMBO CHIARA tin. it

cell. 3394575 150 oppure scrivendo a COLOMBO CHIARA

VIA E. BASSINI, 50 20133 MILANO

Madaleine Delbrel è una figura del nostro tem-po, che è stata presentata giovedì, 9 ottobre al teatro San Carlino dal “coordinamento del-le aggregazioni laicali femminili della Diocesì di Brescia” con la collaborazione del “Centro Me-riciano”.

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O SS. Trinità,sorgente di ogni bene,

profondamente Vi adoroe, con la massima fiducia,Vi supplico di glorificare

le vostre fedeli ServeVenerabili Maddalena ed Elisabetta Girelli

e di concedermiper loro intercessione

la grazia...Padre nostro, Ave Maria e Gloria

N.B.: 1) Chi si rivolge al Signore con la suddetta preghiera, specie in caso di no-vena, affidi la propria intenzione all’intercessione di entrambe le venera-bili sorelle.

2) Ottenendo grazie per intercessione delle Venerabili Serve di Dio Mad-dalena ed Elisabetta si prega darne sollecita comunicazione a:

Compagnia S. Orsola - Figlie di S. Angela - Via Crispi, 23 - 25121 Brescia.Chi desiderasse avere questo inserto da distribuire in Parrocchia, può richieder-lo telefonando allo 030.295675.

Preghiera alle VenerabiliSorelle Girelli

per ottenere grazie!

Supplemento a “la Voce della compagnia di S. angela. BreScia”, gennaio-feBBraio 2010, n.1

Elisabetta Girelli Maddalena Girelli