Due donne un carisma 3_2010

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ANNO XV Maggio-Giugno 2010 Due donne un carisma Vino che ci da gioia, che riscalda il nostro cuore, sei per noi il prezioso frutto della vigna del Signore. Dalla vite ai tralci Scorre la vitale linfa Che ci dona la vita divina, scorre il sangue dell’amore. Pane della vita, Sangue di salvezza, vero corpo, vera bevanda, cibo di grazia per il mondo. (Inno Eucaristico) “Io sono la vera vite” – dice Gesù. (Gv. 15,1) Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv. 13,1). Così S. Giovanni inizia il racconto della passione; la sua vita è stata un dramma motivato dall’amore: la sua morte diventa il compimento dell’amore. (dalla lettera pastorale del Vescovo Mons.Luciano Monari per l’anno 2009-2010) 3 Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli

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Periodico di informazione religiosa

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Due donne un carisma

MAGGIO-GIUGNO 2010 1

ANNO XV Maggio-Giugno 2010

Due donneun carisma

Vino che ci da gioia,

che riscalda il nostro cuore,

sei per noi il prezioso frutto

della vigna del Signore.

Dalla vite ai tralci

Scorre la vitale linfa

Che ci dona la vita divina,

scorre il sangue dell’amore.

Pane della vita,

Sangue di salvezza,

vero corpo, vera bevanda,

cibo di grazia per il mondo.

(Inno Eucaristico)

“Io sono la vera vite” – dice Gesù. (Gv. 15,1)Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv. 13,1). Così S. Giovanni inizia il racconto della passione; la sua vita è stata un dramma motivato dall’amore: la sua morte diventa il compimento dell’amore.

(dalla lettera pastorale del Vescovo Mons.Luciano Monari per l’anno 2009-2010)

3 Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

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2 MAGGIO-GIUGNO 2010

Pubblicazione sulla spiritualitàdelle sorelle Girelli

Anno XV - 2010 - numero 03a cura di Giuseppina Zogno

Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030.295675 - 030.3757965

E.mail: [email protected]/c postale n. 12816252

Direttore responsabile:don Antonio Fappani

Progettazione grafica e stampa:COM&PRINT srl - Brescia

SOMMARIO

ELISABETTA GIRELLI: ..............................pag. 2La resa definitiva

MADDALENA GIRELLI: ............................pag. 3Effusione d’amore con Gesù Sacramentato

INDIRIZZO E PASCOLOALLA PIETÀ: ...........................................................pag. 4Il SS.mo Sacramento è il Paradiso in terra

PENSIERI DIVOTI CAVATI DALLE SACRE SCRITTURE .......................................pag. 5di Maddalena Girelli

PENTECOSTE 201o ........................................ pag. 6-7Credo? ! . . la Chiesa Santa !

ELISABETTA GIRELLI:La resa definitiva

La vivacità di Bettina era estrema e, anche senza volerlo, spesso disturba-va il normale svolgersi della vita del collegio. Ma non riusciva proprio a cor-reggersi. A frenare i suoi “bollori” le giovò un disturbo che le venne ad una gamba e la tenne sequestrata per tre mesi. Fu per lei una grande penitenza, ma trovò la forza di sopportare tutto leggendo un libretto che trattava della passione di Gesù. Meditando sulle sofferenze del Signore nella quiete, si risvegliavano in lei grandi desideri di donarsi totalmente a Dio. Aveva ormai raggiunto i 13 anni ed era bene orientata: obbediva a Maddalena, era in pa-ce con le compagne, si applicava con amore alle pratiche di pietà, amava le ammalate e, col permesso delle educatrici, le visitava ogni giorno. Inol-tre, aggiungeva atti di mortificazione, come si usava in convento, quasi per tacitare la sua inquietudine… Ma l’ispirazione di donarsi a Dio non l’abban-donava mai. Ci fu, in seguito, un corso di Esercizi Spirituali per la comunità e Bettina propose, durante quei giorni santi, di ascoltare con particolare attenzione la Parola del Signore. In verità, provò molte ripugnanze ed esi-tazioni a rispondere affermativamente alla Parola di Dio e agli impulsi della grazia. Si astenne, perciò, per tre giorni consecutivi dalla merenda e offrì questo sacrificio alla Vergine Addolorata per aver la forza di manifestare lo stato della sua anima al dotto e santo predicatore del “Corso”. Finalmen-te riuscì a superarsi, gli espose i suoi problemi e la risposta che ottenne fu illuminante e confermativa. Il confessore le permise di considerarsi già consacrata a Dio nei tre anni che ancora le rimanevano di permanenza in collegio, poi, in età più matura, avrebbe deciso la scelta definitiva dello sta-to di vita. “Intanto – le disse il Padre – Prepara l’animo ai sacrifici, poiché questa è la tua strada. A 17 anni sarai capace di una decisione assoluta e ricorda che, prima di consacrarti a Dio interamente, incontrerai grandi

croci.” Infine il Sacerdote le tracciò un programma di vita. Le parole del Ministro di Dio furono liberanti. Bet-tina lo ricorderà, a distanza di anni, come l’inizio di una vita spirituale veramente “impegnata”. Nel diario annoterà: “Ciò che prima mi pa-reva impossibile, dopo mi parve facilissimo e provai tanta calma e consolazione interna, che sen-za saperlo mutai temperamento. Oh, qual gioia di paradiso nella Comunione in cui per la prima volta mi considerai come “cosa” di Gesù!” Ormai il percorso è trac-ciato e Bettina decide di percorrer-lo fino in fondo con tutto l’ardore e la generosità di cui è capace.3

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Nella festa del Corpus Do-mini, che la Chiesa ha istitu-ito per l’adorazione eucari-stica, Maddalena annota nel suo diario: “Oggi fu il giorno dell’amore…tutti gli affetti miei… oh, non fossero co-sì languidi e meschini, ma piuttosto immensi, arden-ti, inestinguibili, per amare un po’ meglio… Nella pro-cessione del Corpus Domi-ni ho provato dei momenti inesplicabili: sentiva il mio cuore commosso dalle più dolci emozioni: avrei volu-to avere in mio potere tut-ti i cuori delle creature ed immolarli tutti al mio Ge-sù Sacramentato come vit-time d’amore. Con grande fatica trattenni le lacrime, che mi venivano tranquilla-mente e dolcemente sul ci-glio, e parevami di non po-ter reggere agli ineffabili impulsi dell’Amor divino… Oh! Gesù, tu solo vedesti il mio cuore…Tu lo sai, tutto il mondo non ha per me più alcuna attrattiva: tu solo sei il mio tutto… tu solo mi ba-sti per tutta la vita e per tut-ta l’eternità…”L’adorazione di Nene conti-nua anche nei giorni seguen-ti, sviluppando nuove riflessio-ni. Sotto l’azione dello Spirito Santo, ella si abbandona ai sentimenti che esse le ispirano. “Nel meditare la vita attiva del Cuore di Gesù Sa-cramentato, restai profondamente penetrata da questo riflesso: Gesù non si è contentato per tuo amo-re di fare quel che era necessario

per la tua salute: ma quanto non vi aggiunse per darti incontrastabile e certa prova del suo amore per te! E tu ti contenteresti di quelle occa-sioni di patire ch’egli per tua salute ha ordinato che ti accadano, senza aggiungere qualche cosa di spon-taneo che gli testifichi la tua cor-rispondenza?! Questo certamen-

te non sarebbe una prova di amor generoso e delicato…L’amore è dinamico, cre-ativo, non sta inerte, deve trovare la strada per irrom-pere e manifestare all’ama-to la sua dilezione”. Madda-lena ci propone due esempi: l’atteggiamento dell’amico e quello della sposa. “Qual è quell’amico che richiesto dal suo amico d’un favore, non si professi pronto a far-gliene non uno, ma cento? Qual’è quella sposa si par-ca collo sposo che gli offra quel tanto solamente che non gli può togliere? Que-sto non sarebbe un rappor-to d’amore, ma un meschino contratto. Gesù mio – invoca Maddalena – ispiratemi sen-timenti più nobili e più gran-di di amore e di sacrificio”.Possiamo ancora cogliere i frutti dell’Eucaristia, ricevuta e contemplata a lungo nel silen-zio, dagli scritti di Maddalena, quando scrive: “Oggi il Signo-re ha sostenuto sensibilmen-te colla sua divina grazia l’ani-ma mia. Perciò esperimentai quello che dice il Kempis : Quando Gesù è presente tut-to è facile e dolce. Nella San-ta Comunione il mio Gesù ha dato all’anima mia uno sguar-

do d’amore che vi ha lasciato molta luce e grande tranquillità… Oh, ven-ga, venga presto quel giorno che, investendomi con ardore, questa fiamma celeste mi consumi e mi an-nienti!... Buon Gesù, date voi costan-za e fedeltà alle vive brame della po-vera anima mia!”

MADDALENA GIRELLI:Effusioni d’amore con Gesù Sacramentato

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Spesso capita che l’uomo abbia dei tesori a disposizione e non vi faccia caso.è ciò che avviene a molti di noi nei confronti dell’Eucaristia. Elisabet-ta Girelli vuole scuotere le giovani e condurle a prender coscienza del Do-no immenso che il Padre mette nelle nostre mani. Scrive: “Se il Paradiso altro non è che la vista e il godi-mento di Dio, la Santa Comunio-ne dovrebbe, o giovanette, essere il nostro Paradiso .... Quell’OSTIA CONSACRATA che noi vediamo cogli occhi corporali, non è for-se vero Corpo di Gesù Cristo, per nostro amore rimpicciolito e, direi quasi, annientato sotto le specie di poco pane? Non vede in Lui la fede nostra quell’amoroso Bambinello che nacque per salvarci nella grot-ta di Betlemme? ... Quell’amabilis-simo Redentore che percorse le strade della giudea istruendo e be-neficando tutti? ... Quel Gesù, cosi bello ed amabile, che forma l’esta-si beata di tutti gli angeli e di tutti i santi del Cielo?” Magari, riuscissi-mo a scoprirlo così, nonostante le povere apparenze del pane, sotto le quali si presenta a noi! ... Bettina ci assicura che “la sua presenza ci farà beate, se l’amiamo di cuore ... La sua conversazione è più dolce all’anima che non favo di miele; in Lui si trova la vera felicità”. Facendo eco al salmo, Elisabetta ef-fonde la sua anima nel desiderio del possesso di Cristo. “Oh, quanto so-no dolci , o Signore i Vostri taber-nacoli! L’anima mi vien meno per il desiderio di tanta felicità”. Ella si confonde al pensiero di un grande sovrano che mosso a compassione dell’ultimo dei suoi sudditi, decide di

porre accanto a Lui la sua abitazione per potergli essere vicino, assisterlo e consolarlo e commenta:“I re di questo mondo sono ben lungi dal fare quello che ha fat-

to per noi il Re del cielo. Il suo mi-sericordiosissimo Cuore per con-solarci e beneficarci, è venuto ad abitare fra noi e ci ha promesso di starvi fino alla consumazione dei secoli, e notte e giorno ci invita, ci aspetta, ci accoglie con in indici-bile amore, basta , che andiamo a Lui col desiderio di amarlo…E per-chè la vista del la nostra viltà e dei nostri demeriti non ci allontani da Lui, nasconde ogni splendore del-la Sua Gloria.” Intorno a Gesù tutto è silenzio, non c’è nulla che solleciti

la nostra curiosità, che appaghi i no-stri sensi ... La silenziosa discrezione con cui Gesù Sacramentato si offre a noi per darci l’opportunità di una ri-sposta libera al suo Amore annienta-to, dovrebbe farci piangere di com-punzione ... e, invece, noi lo lasciamo solo e abbandonato. Elisabetta ci fa riflettere sulla nostra insensibilità e indifferenza.”Quando noi voglia-mo bene a qualcuno, gustiamo la sua compagnia; ma che dovrà di-re Gesù dell’amor nostro se così presto ci stanchiamo di stare con Lui, nè sappiamo starvi nemmeno mezz’ora dopo la Santa Comunio-ne senza distrarre la mente in mil-le vani pensieri e il cuore in mille affetti lontani da Lui?” La domanda è provocatoria, ma certamente rive-latrice del disamore con cui spesso trattiamo Gesù nel Santissimo Sa-cramento . Bettina insiste: “I suoi (di Gesù) disegni in questo Sacramen-to sono tutti disegni d’amore: Egli vorrebbe farci sentire la sua vo-ce, donarci le sue grazie; e quan-te volte avrebbe voluto versarle nel nostro cuore! Ma lo trova chiu-so ... Batteva e noi non volevamo rispondergli …Si umiliava, fino a chiedere il nostro misero cuore, e noi ci ostinavamo a, non volerglie-lo dare. Ma perché?” Elisabetta non si dà pace per una cosi inspiegabile sordità ai richiami del Signore. Scrive: “Togliamo, per carità ogni ostaco-lo all’amore, di Gesù Cristo, e nella prima comunione che faremo, of-friamo a Lui quella cosa ... che fi-no ad ora ci ha impedito di amarlo, e con vivi sentimenti di fede, di ri-verenza e d’amore, dividiamo cogli angeli la dolce cura di corteggiare il Re del cielo”.

INDIRIZZO E PASCOLO ALLA PIETÀ:Il SS.mo Sacramento è il Paradiso in terra

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“Parmi. sorelle carissime, che la nostra Santa Madre ci guar-di dal cielo, e rivolga anche a noi tutte unite le belle parole di Gesù Cristo, che diceva un giorno ai suoi primi seguaci: In questo conosceranno tut-ti che siete miei amici, se vi amerete a vicenda. Apriamo il cuore nostro, sorelle, a rice-vere questa esimia lezione di carità, procuriamo di gustare la dolcezza dell’amore frater-no, stringendoci tutte come un sol cuore al sacro legame della figlio-lanza di S. Angela!”Con queste parole Maddalena esor-diva nel commentare il versetto 25 del capitolo 13° del Vangelo di Gio-vanni sull’amore ; e continuava, sot-tolineando che tra tutte le virtù la più eccelsa è la carità”. Non la scienza - diceva - non i miracoli, non alcuna delle altre virtù, che pure esercita-no i veri cristiani, ma che più spes-se volte sono contraffatte dagli empi e simulate dai cristiani catti-vi. Poichè, per esempio ,la povertà, il disprezzo delle ricchezze le pra-ticavano anche gli antichi folosofi che seguivano il lume della ragio-ne. La pietà e la divozione era, pra-ticata dagli scribi e dai farisei,ma era falsa e sappiamo che Cristo li chiamava sepolcri imbiancati. L’au-sterità della vita la esercitano talu-ni anche oggidì in paesi idolatri e credono, con questo, di far omag-gio ai loro dei. Ma la perfetta carità

non l’ha insegnata e praticata che Gesù Cristo e volle che essa fos-se l’impronta e il carattere dei suoi veri seguaci”.Come esempio impareggiabile fra tutte le creature , Maddalena presen-ta l’Immacolata . In Lei la virtù della carità fu veramente incomparabile. A Lei le sue figlie e discepole devono far riferimento se, davvero,vogliono amar Dio sopra ogni cosa e il prossi-mo come se stesse. Se la carità vuol essere il distintivo delle consorelle della Compagnia, continuava Mad-dalena, “ha da superare in intensi-tà, in costanza, in ampiezza, tutti gli amori che sono sulla terra; deve emulare la carità dei Santi nel cie-lo e specialmente della nostra S. Angela. Oh! quanto ci ha inculcato questo amore nella Santa Regola.Amiamoci, dunque, sorelle: da questo conosceranno gli uomini che noi siamo consacrate a Ge-sù, e forse replicheranno edificati, come dicevano per ammirazione i gentili dei primi cristiani: “osserva-

te come si amano scambievol-mente!” e, forse, forse il buon odore della carità di Gesù Cri-sto attirerà qualche anima al suo celeste amore. “Madda-lena che, per esperienza perso-nale, conosce quanto compor-ta la virtù della carità, insegna alle sue Figlie come praticarla anche nei dettagli. Amiamoci a costo di qualche sacrificio; an-che contro l’inclinazione na-turale ,anche se ci sembras-

se che taluna non lo meriti e non corrispondesse alla nostra affezio-ne. Amiamoci non per alcun inte-resse temporale, non per simpatia o amicizia personale, ma per mo-tivi soprannaturali, senza ecce-zioni e per obbedire al Signore e a Sant’Angela”. Nene, dopo aver messo in guardia le Figlie dai particolarismi che spen-gono la carità autentica, mette il dito nella piaga delle discordie e discus-sioni, dichiarandole “opera del de-monio” che rovina tutto con estre-ma facilità; e invoca S. Angela. “Oh, S. Angela ci tenga sempre lonta-no questo mostro infernale e non permetta mai che i nostri cuori, ora si dolcemente uniti nella Com-pagnia, abbiano mai a separarsi”. L’unità fra i membri della Compagnia è fonte di perseveranza e permetterà a tutte di raggiungere più facilmente la perfezione dell’ amore e di gode-re la Comunione eterna con Dio nella Patria del Cielo”.

PENSIERI DIVOTI CAVATI DALLE SACRE SCRITTURE

di Maddalena Girelli “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli,

se vi amerete a vicenda.” (Gv. 13,25)

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Quale Chiesa? Quella radunata da Gesù nella persona dei pescatori di Galilea? La Chiesa di “Atti”?La Chiesa nel suo percorso, dal-la nascita fino al Concilio Vaticano II? La Chiesa del tempo di S.Angela Merici o quella cui fa riferimen-to Maddalena Girelli? La Chiesa del mio tempo? La Chiesa di sem-pre? Quale, dunque? E che cos’è La Chiesa? Certamente la Chiesa è una realtà complessa: impossi-bile definirla! Si potrà descrivere e, magari con diverse tonalità e pun-ti di vista, ma è pur sempre una re-altà che ci precede, prefigurata in seno alla Trinità, realizzantesi nel tempo, in cammino verso la piena unità nel mondo futuro. Un mistero che siamo invitati a credere, perchè ci supera. Sì, la Chiesa è un miste-ro! Non fa meraviglia che se ne parli in termini riduttivi, anche all’interno di essa, quando i cristiani assumo-no le categorie mondane, le opinio-ni di una società scristianizzata, che ha smarrito completamente le radici della sua identità. In questo modo

il cristiano demolisce se stesso e, pur facendone parte, si schiera con quanti vedono nella Chiesa solo dei prepotenti, degli egoisti, degli sco-stumati epicurei ... E abbandona la Madre che lo ha generato; e, alla fi-ne, Cristo che lo ha salvato e lo Spi-rito Santo che, nel battesimo, lo ha santificato.Abbiamo bisogno tutti di riappro-priarci della Parola di Dio e della dottrina della Chiesa, se vogliamo accostare in modo corretto e co-municare ad altri “il mistero nasco-sto da secoli in Dio” di cui parla S. Paolo nelle sue lettere. Soprattutto abbiamo bisogno di pregare e la-sciarci illuminare dallo Spirito di Ve-rità che anima la Chiesa. La Chie-sa che Gesù è venuto ad instaurare sulla terra per mezzo degli Apostoli, perchè potessero comunicare a tut-ti gli uomini, di tutti i tempi l’Amo-re di Dio, rivelatosi in Cristo fino al-la morte di croce, per la salvezza di noi peccatori. La Chiesa è, perciò, “santa e peccatrice.” Ma, anche se gli uomini che la compongono

peccano, la Chiesa è più santa che peccatrice. Sarebbe anzi più esatto dire che la Chiesa è Santa e basta. Nè può esser giudicata da chi non ne conosce le coordinate. Analoga-mente a quanto si dice dell’uomo “spirituale”che, penetrando nell’es-senza delle cose, può giudicare tut-to senza poter essere giudicato da alcuno. Solo chi ha lo Spirito di Dio può parlare rettamente di Lui. Al-trettanto può dirsi della Chiesa. Ella è santa non solo perchè è San-to Dio Padre che l’ha voluta; perchè è santo Gesù Cristo che l’ha reden-ta; perchè è animata dallo Spirito Santo. Ma la Chiesa è santa anche perchè continuamente “santifica-ta” dall’azione dei Sacramenti ogni volta che l’uomo peccatore si apre, pentito, all’inondazione dell’Amore dello Spirito che perdona. La Chiesa celebra, allora, l’unio-ne nuziale con lo Spirito Santo che la rinnova e la introduce nella co-munione della Trinità, grembo della Chiesa e suo alimento. Riscontriamo questa visione trinitaria della Chie-sa in S. Angela Merici quando nel-la sua preghiera contemplativa dice: “Degnati, o benignissimo Signo-re, di perdonarmi tante offese, e ogni mio fallo...,commesso fino ad ora dal giorno del santo batte-simo. Degnati di perdonare i pec-cati, ahimè, anche di mio padre e di mia madre e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero.” Tan-ta misericordia Angela la chiede per mezzo di Gesù Cristo. “Per la Tua sacratissima passione e per il tuo sangue prezioso sparso per amor nostro; per il Tuo Santo Nome, sia esso benedetto sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque,

PENTECOSTE 2010Credo? ! . . la Chiesa Santa !

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sopra la moltitudine delle stelle”. Le duole il cuore perchè “finora non ho mai sparso neppure una picco-la goccia di sangue per amor tuo”. è rattristata per la lentezza con cui si è decisa a servire l’augusta Trinità: “Mi dolgo d’esser stata tanto len-ta a incominciare a servire la tua divina Maestà”. Immedesimandosi, poi, nella passione di Cristo per gli uomini che vuole tutti uniti nel suo amore, “siano Uno come io Padre in Te e Tu in me, perchè il mondo cre-da!” esclama: “Mi si spezza il cuore ... per quelle misere creature che non ti conoscono”.Maddalena figlia di Sant’Angela, fe-dele discepola di Cristo, ardente di amore per la Chiesa, a distanza di qualche secolo, fa eco a S. Angela, quando scrive:“Oggi ho sentito una forte ispira-zione di offrirmi al Signore come

vittima per le presenti tribolazioni della Chiesa: mi pareva che sarei morta lì ai piedi di Gesù, se tanto fosse bastato ad ottenere miseri-cordia per i peccatori”. E ancora: ‘Trovai questa mattina una grande costernazione nel sentire ... che siamo sul punto di perdere il pre-zioso dono della fede, in castigo li tanti scandali e peccati che si veg-gono commettere ogni giorno ... Io rivolsi il mio sguardo al Taberna-colo e non potendo trattenere le lacrime, pregai ...E parevami che dal Tabernacolo (Gesù), mi par-lasse al cuore: “Su dunque, lavo-ra e procura di riaccendere la fede quasi estinta colle buone opere , coll’esempio, collo zelo, colla ca-rità operosa, ardente, operativa...” Maddalena, allora ripete a se stessa “Io devo fare come di canale alle grazie del mio Signore, che desi-

dera ... di comunicare la sua mise-ricordia alle anime”.Questo è il sentire dei Santi nei con-fronti di Dio e della Chiesa. Lascia-moci guidare da loro nel nostro modo di pensarla e servirla. E in questa Pentecoste, che celebra la più grande manifestazione di quan-to lo Spirito Santo ha operato negli Apostoli e in quanti, in quel giorno benedetto, erano radunati intorno a loro,chiediamo un cuore “nuovo” e occhi purificati, perchè ci sia dato di gustare l’appartenenza alla San-ta Chiesa di Dio. Perché sappiamo testimoniare con la vita, a tutti gli uomini, la bellezza e le insondabi-li ricchezze di questa Madre che ci ha generati nello Spirito Santo per essere segno di Unità e vincolo di carità degli uomini con Dio e de-gli uomini fra loro. A lode di Cristo. Amen.

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O SS. Trinità,sorgente di ogni bene,

profondamente Vi adoroe, con la massima fiducia,Vi supplico di glorificare

le vostre fedeli ServeVenerabili Maddalena ed Elisabetta Girelli

e di concedermiper loro intercessione

la grazia...Padre nostro, Ave Maria e Gloria

N.B.: 1) Chi si rivolge al Signore con la suddetta preghiera, specie in caso di no-vena, affidi la propria intenzione all’intercessione di entrambe le venera-bili sorelle.

2) Ottenendo grazie per intercessione delle Venerabili Serve di Dio Mad-dalena ed Elisabetta si prega darne sollecita comunicazione a:

Compagnia S. Orsola - Figlie di S. Angela - Via Crispi, 23 - 25121 Brescia.Chi desiderasse avere questo inserto da distribuire in Parrocchia, può richieder-lo telefonando allo 030.295675.

Preghiera alle VenerabiliSorelle Girelli

per ottenere grazie!

Supplemento a “la Voce della compagnia di S. angela. BreScia”, maggio-giugno 2010, n.3

Elisabetta Girelli Maddalena Girelli