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 Studio faunistico DUCEZIO Pagina 1 di 20 Regione Sicilia Comune di Avola (SR) PROGETTO DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO GREED CONNECTED DI POTENZA 0,99 Mwp DENOMINATO “DUCEZIO” IN AVOLA (SR) C.da S. ELIA IN CATASTO Fgl 25 P.lle 114 e 57 Elaborato   7 Relazione Faunistica Sommario 1. Il territorio e la fauna presente 3  2. Riserve e zone protette 5  3. Il territorio di Contrada S. Elia 11  4. Parere di fattibilità dell’opera 14  Committente : Impresa Agricola Baroni Azzaro d’Insenga di Azzaro Andrea Contrada Baronazzo – 96017 Noto (SR) Tel. 3284335637 Il Committente Progettazione a cura di Responsabile progetto e Progettazione Generale P&I srl - Via di Brozzi, 7 7 50145 Firenze – Tel 055.3438136 Tecnico responsab ile per P&I srl Dott. Ing. Emiliano Paoletti Coordinamento progetto, inquadramento territoriale ed ambientale, DL SATI s rl - Piazza Sgr oi n°7 96017 Noto (SR) – Tel.0931.573062 Tecnico responsabile per SATI srl  Dott. Ing. Corrado Landolina

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Regione SiciliaComune di Avola (SR)

PROGETTO DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICOGREED CONNECTED DI POTENZA 0,99 Mwp 

DENOMINATO “DUCEZIO” IN AVOLA (SR)C.da S. ELIA IN CATASTO Fgl 25 P.lle 114 e 57 

Elaborato 

n° 

7  Relazione Faunistica

Sommario

1.  Il territorio e la fauna presente 3 2.  Riserve e zone protette 5 3.  Il territorio di Contrada S. Elia 11 4.  Parere di fattibilità dell’opera 14 

Committente :Impresa Agricola Baroni Azzaro d’Insenga di Azzaro Andrea

Contrada Baronazzo – 96017 Noto (SR)Tel. 3284335637

Il Committente

Progettazione a cura di 

Responsabile progetto e Progettazione Generale

P&I srl - Via di Brozzi, 77

50145 Firenze – Tel 055.3438136Tecnico responsabile per P&I srlDott. Ing. Emiliano Paoletti

Coordinamento progetto, inquadramento territoriale edambientale, DL

SATI srl - Piazza Sgroi n°796017 Noto (SR) – Tel.0931.573062 Tecnico responsabile per SATI srl Dott. Ing. Corrado Landolina

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Dati generali

Ubicazione e caratteristiche impianto

Identificativo dell’impianto: DUCEZIOIndirizzo: Contrada S. Elia - Fgl. 25 P.lle 114 – 57

Comune / CAP: AVOLA (SR) / 96012

Proprietà: Caligiore Aurelio (Contratto di opzione con Azzaro Andrea)

Superficie: 52.400 mq

Destinazione Catastale: seminativo

Zona urbanistica di PRG: E (verde agricolo)

Potenza impianto fotovoltaico: 998 Kw (0,998 Mw)

Classificazione architettonica: non integrato (a terra) Superficie totale pannelli 6600 mq

Coefficiente occupazione terreno 12,6 %

Committente

Ragione Sociale

 

Impresa Agricola Baroni Azzaro d’Insenga di Azzaro

Andrea

Codice Fiscale/ P. IVA 01660730894

Indirizzo Contrada Baronazzo – Noto (SR)

Comune / CAP NOTO (SR) / 96017

TelefonoFaxE-mail [email protected]

Ruolo Titolare

Nome Cognome Azzaro Andrea

Codice Fiscale ZZRNDR87E12F943P

Indirizzo Contrada Baranozzo snc

Comune / CAP Noto / 96017

Telefono 3284335637

Progettazione e Direzione LavoriRagione Sociale P&I srl  SATI srlCod.Fisc. e P.Iva 04515960484  01311510893

Indirizzo Via Di Brozzi n°77  Piazza Sgroi n°7

Comune Firenze / 50145  Noto (SR) / 96017

Telefono 0553438136  0931.573062

Fax 055.3429416  0931.573062Responsabile Ing. Emiliano Paoletti  Ing. Corrado LandolinaCellulare 3488145164 3939045636 E-mail [email protected] [email protected] 

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1. Il territorio e la fauna presente

 

La provincia di Siracusa costituisce geologicamente la porzione ionica della

regione fisico-geografica degli Iblei.

Essa è composta da un vasto sistema di tavolati compresa in un articolato territorio che

accoglie gli espandimenti lavici di Francofonte ed una porzione della Piana di Catania a

nord, i ripiani calcarei e tufacei verso il Modicano e gli asfalti tipici del Ragusano ad

ovest, ad est si affaccia per tutta la sua lunghezza sul mar Jonio terminando con la sua

estremità sud nel mar Mediterraneo.

Dal punto di vista geomorfologico può essere suddivisa in quattro sub regioni fisiche,

che per le loro peculiarità danno luogo a paesaggi anche molto diversi tra loro:

1.  La zona nord appartiene alla Valle del Simeto, detta Piana di Catania,

caratterizzata dall’affiorare dei territori lavici ideali per le colture agrumicole.

2.  L’altipiano ibleo si distingue per l’aspetto prevalentemente agricolo del

territorio, segnato dalle “cave” e dalla presenza di vasti campi chiusi da

caratteristici muretti a secco.

3.  L’area dell’Anapo, comprende la parte centrale del territorio della provincia,

dove è più intenso l’insediamento umano. Essa presenta una linea di costa

ricca di insenature e di ripari naturali, compreso il golfo di Augusta e il portoGrande di Siracusa, ed un articolato sistema di aree pianeggianti e collinari

che fungono da collegamento con l’area iblea.

4.  Il cono sud, fortemente condizionato dall’azione delle acque: da una parte,

la presenza del mare, che con le sue infiltrazioni salmastre penetra nella

falda acquifera costiera creando il fenomeno dei  pantani; dall’altra, i

torrenti che modellano il tavolato carsico su cui scorrono.

L’orografia dell’intera provincia mostra i segni di antichi fenomeni vulcanici chehanno dato origine a sollevamenti superficiali a carattere prevalentemente collinare e che

costituiscono la maggior parte del territorio interno, mentre lungo la costa sono dislocate

le poche aree in pianura.

I rilievi più importanti fanno parte della catena dei Monti Iblei, che segna il confine

con la provincia di Ragusa, ma non superano i mille metri.

La cima più alta è il Monte Lauro che raggiunge appena 986 m s.l.m., seguono: il

Monte Contessa (914 m), il Monte Casale (910 m), il Monte Santa Venera (869 m) ed ilMonte Erbesso (821 m) – tra i rilievi Iblei – quindi, il Monte Pàncali (m 485) nei pressi di

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Carlentini ed i Monti Climiti che fronteggiano il Golfo di Augusta (416 m).

Altra caratteristica geomorfologica della zona è la presenza di profonde fenditure

causate dall’erosione superficiale dei vari corsi d’acqua che solcano gran parte

dell’altopiano su cui sorge la Provincia, che sono alla base del fenomeno dei canyon e chevengono denominate cave.

Tra queste, le più significative sono quelle di Pantalica, Cavagrande del Cassibile,

nelle vicinanze di Avola, nonché Cava d’Ispica, compresa tra Rosolini, Modica e Ispica

anche se può affermarsi che quasi ogni corso d’acqua presenta tali caratteristiche.

L’importanza delle cave, però, non è solo di carattere naturale o geologico, ma

soprattutto storico-antropologico, poiché tali erosioni formavano nascondigli naturali,

ideali per i primitivi insediamenti umani della zona.Il clima della provincia è abbastanza simile agli altri climi della regione con inverni

miti (intorno ai 10°C) ed estati abbastanza calde (fino a 45°C).

Tuttavia sussistono delle differenze legate soprattutto all’altezza e alla posizione di

certi comuni, laddove persiste una maggiore esposizione ai venti, all’influenza dei monti

limitrofi o del mare.

La provincia è piuttosto ricca d’acqua, dal Monte Lauro si diparte una raggiera di corsi

fluviali a prevalentemente carattere torrentizio che disegnano l’intero territorio

siracusano: il Margi - San Leonardo, che è il fiume del comprensorio leontino; il Ciane e

l’Anapo molto conosciuti anche da un punto di vista turistico, che sfociano in una piccola

piana a sud di Siracusa; il Cassibile e l’Asinaro che delimitano a nord e a sud il comune di

Avola; il Tellaro che solca l’intero territorio di Noto.

A nord, presso Lentini, si trova il Biviere di Lentini, un tempo grande lago paludoso,

prima prosciugato e poi intorno agli anni settanta ricostruito come bacino artificiale, oggi

utilizzato per irrigazione agricola; altri due invasi artificiali sono stati creati, poi, lungo il

corso dell’Anapo tra Solarino, Sortino, Priolo Gargallo e Floridia, al fine di alimentare

l’omonima centrale idroelettrica.

Sulla costa nordorientale, si trovano le saline di Augusta, oramai prosciugate, e quelle

di Priolo, e di Siracusa trasformate in Riserve naturali, nella zona sud della provincia,

oltre ai laghetti di Cavagrande del Cassibile, sono presenti alcuni pantani, fondamentali

per la fauna locale, i più famosi sono quelli di Vendicari, Pantano Grande e Pantano

Roveto, ma vanno ricordati anche i pantani Longarini, Cuba e Morghella tra Pozzallo e

Pachino.

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2. Riserve e zone protette

 

A protezione del territorio paesaggistico e della fauna sono state istituite diverse

riserve naturali e aree di interesse naturalistico, che fanno di Siracusa la provincia

siciliana con il maggior numero di aree protette.

In via di istituzione sono, poi, il Parco Nazionale dei Monti Iblei, e la Riserva naturale

orientata di Capo Passero.

Tra le principali riserve ricadenti nel territorio siracusano ricordiamo:

  L’area Marina Protetta del Plemmirio (SIC ITA090008): si trova sulla costa orientale

 

di Siracusa ed è la più giovane oasi marina d’Italia, istituita nel 2005. Si sviluppa su un

perimetro di 12 km di costa lungo la parte orientale della penisola Maddalena, con una

superficie di 2500 ha di mare protetto. Il territorio è di grande rilevanza dal punto di vista

della flora e della fauna, ma anche da un punto di vista storico. Crocevia per il passaggio

delle navi e dei bastimenti dei Cartaginesi, Romani e Greci, l’area del Plemmirio ospita

nei fondali diversi colli d’anfora e reperti di varie epoche, non ultimo anche quelli

dell’ultima guerra mondiale. All’interno dell’area vivono diverse specie caratteristiche

come tonni, ricciole, delfini, squali e capodogli. Lungo la battigia si notano interessanti

trottoir a vermeti, biostrutture mediterranee simili a piccole barriere coralline.

  Riserva naturale integrale complesso speleologico Villasmundo-Sant’Alfio: tale

 

riserva è stata istituita nel 1998 per tutelare uno dei più importanti sistemi carsici dell’area

iblea. Con circa 2,5 km. di estensione, due corsi d’acqua perenni, uno a regime

temporaneo ed un lago profondo oltre 50 metri, le grotte costituiscono un pregevole

esempio di carsismo attivo che, per il diffi-cile accesso e la complessità strutturale,

restano ancora meta di esperti speleologi. L’ambiente epigeo, che si estende nel territoriodel comune di Melilli (SR) per oltre 70 ha a cavallo tra i due valloni fluviali dei torrenti

Bellezza e Cugno di Rio, mostra aspetti paesaggistici di grande pregio, con specie

endemiche esclusive degli Iblei e specie rare e minacciate. La grande ric-chezza

faunistica della Riserva è certamente dovuta alla spiccata differenziazione degli habitat

presenti: gli oltre 70 ha di estensione della superficie epigea si presentano infatti come una

vera e propria cornucopia della diversità (il bosco fitto, la macchia mediterranea, il

pascolo, l’alveo fluviale, la parete rocciosa). Tra i mammiferi, oltre al comunissimoconiglio selvatico, sono comuni il riccio e l’istrice e, tra i carnivori, è ben accertata la

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presenza della volpe, della donnola e della martora. L’erpetofauna annovera numerose ed

interessanti presenze; oltre alle specie più comuni, quali il biacco maggiore, la natrice dal

collare, la rana esculenta e la lucertola campestre, percorrendo gli assoluti sentieri della

riserva è possibile incontrare il ramarro, l’endemica lucertola siciliana, il timido gongilloocellato, il rospo comune e l’ormai raro colubro leopardino, autentica meraviglia della

natura. La presenza di un denso mantello boschivo costituisce inoltre un importante fattore

di richiamo per una ricca avifauna: sono presenti specie interessanti come il passero

solitario, l’averla capirossa, la coturnice sicula e, tra i rapaci, la maestosa poiana, il

gheppio e il notturno allocco. La fauna ipogea del Complesso speleologico Villasmundo-

S. Alfio, è infine rappresentata dall’importante artropode Armadillidium decorum, presente

nelle zone più vicine all’imboccatura.

  Riserva naturale integrale Grotta del Monello (SIC ITA 090011): essa è stata

 

dichiarata Riserva Naturale Integrale nel 1998 dall’Assessorato Territorio e Ambiente

della Regione Siciliana. La Grotta del Monello è estremamente interessante dal punto di

vista faunistico, con alcune specie caratteristiche del piano carsico cui la stessa grotta

appartiene. La fauna cavernicola è caratterizzata dalla presenza di invertebrati e

vertebrati: tra gli invertebrati di particolare valenza sono gli pseudoscorpioni. Tra i

vertebrati si annovera il chirottero della specie Rhinolophus ferrumequinum

ferrumequinum saltuariamente segnalato nella grotta a piccoli gruppi. L’ambiente epigeo

è invece caratterizzato dal tipico patrimonio faunistico delle “cave iblee”, nel quale si

annoverano uccelli di particolare pregio e rarità quali la coturnice sicula e il corvo

imperiale, rettili ormai rari e a forte rischio di estinzione quali il colubro leopardino e la

testuggine di Hermann, mammiferi schivi ed elusivi quali la martora e l’istrice.

  Riserva naturale integrale Grotta Palombara (SIC IT A090012

 

): è stata istituita nel

1998 dall’Assessorato per il Territorio e l’Ambiente della Regione Siciliana allo scopo di

tutelare una delle più importanti grotte carsiche della Sicilia orientale per il suo “sviluppo

sotterraneo e la complessità dei siste-mi di cavità con una fauna cavernicola variata che

comprende un’importante componente guanobia”. Qui, affiorano terreni prevalentemente

calcarei di età compresa tra il Cretaceo e il Quaternario. I loro caratteri litologici mettono

in evidenza una diversa evoluzione delle serie sedimentarie, dal Cretaceo al Miocene, nel

settore occidentale e orientale. La Grotta Palombara è una cavità carsica fossile, cioè non

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più interessata da circolazione d’acqua all’interno. Ha uno sviluppo complessivo di circa

800 metri. L’ingresso è costituito da una voragine profonda una dozzina di metri e larga

altrettanto. Nell’area protetta vive una fauna epigea costituita da nu-merose specie di

invertebrati. Tra i vertebrati, i rettili sono rappresentati dalla lucertola campestre(Podarcis sicula), dalla lucertola siciliana (Podarcis waglerianua) specie endemica della

Sicilia, dal ramarro occidentale (Lacerta bilineata) e dal biacco maggiore (Hierophis

viridiflavus), mentre tra gli uccelli annoveriamo la gazza (Pica pica), il passero solitario

(Monticola solitarius), il gheppio (Falco tinnunculus), il falco pellegrino (Falco

peregrinus), l’airone cenerino (Ardea cinerea), il piccione selvatico (Columbia livia) e il

colombaccio (Columbia palumbus). Il popolamento faunistico cavernicolo della Grotta

Palombara è assai vario e ricco di specie e comprende essenzialmente una importantecomponente guanobia. Di particolare interesse naturalistico è la presenza di animali che

compiono interamente il loro ciclo biologico in grotta e presentano peculiari adat-tamenti

fisio-morfologici all’ambiente sotterraneo (troglobi), come lo pseudoscorpione Roncus

siculus, specie endemica presente anche nella vicina Grotta del Monello. Tra gli

organismi che frequentano la cavità ma che non sono esclusivi di essa vanno menzionati,

in particolare, i pipistrelli vespertilio maggiore (Myotis myotis), miniottero (Miniopterus

schreibersi), rinolofo eurialo (Rhinolophus euryale) e rinolofo di Mehely (Rhinolophus

mehelyi). Animali di altri gruppi si possono rinvenire occasionalmente all’interno della

grotta, come il rospo comune (Bufo bufo).

  Riserva naturale Orientata Cavagrande del Cassibile (SIC ITA 090007): è una

 

riserva naturale orientata regionale della Sicilia, ricca di rilevanze paesaggistiche,

antropologiche, idrogeologiche, archeologiche e speleologiche. L’area si estende per

2700,00 ha, suddivise fra i 900,00 ha della zona A (riserva) e i 1860,00 ha della zona B

(preriserva). La riserva è stata istituita nel 1990 ed è gestita dall’Azienda Foreste

Demaniali della Regione Siciliana. Essa è attraversata dal fiume Cassibile (l’antico

Kacyparis greco), che nel corso dei millenni ha creato una serie di profondi canyon. Nel

fondovalle, ha finito per crearsi un complesso sistema di piccole cascate e invasi naturali

(localmente detti uruvi) spesso balneabili. La quota più alta raggiunta dall’altipiano

rispetto al letto del fiume è di 520 m slm, ma è nei pressi del belvedere di Avola Antica

che, con i suoi 507 metri, il fiume raggiunge la massima profondità. Sempre in questo

tratto raggiunge la massima ampiezza di 1200 metri. Nei 10 km di lunghezza del canyon,

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come detto, si possono ammirare numerosi laghetti, con acque fresche e limpide, fra cui

spiccano per bellezza i piccoli laghi nei pressi di Avola Antica accessibili al pubblico

tramite una scala storica, della Scala Cruci. Piuttosto contenuta è la presenza di fauna

vertebrata, con eccezioni relative agli uccelli: sono presenti l’endemita codibugnolo diSicilia (Aegithalos caudatus siculus) e il falco pellegrino (Falco peregrinus) che solo di

rado nidifica in Sicilia. D’altra parte, vi sono vertebrati che, nell’ambito del territorio

ibleo, potrebbero vivere e vivono solo nella cava: l’istrice (Hystrux cristata), la martora

(Martes martes), la testuggine terrestre (Testudo hermanni hermanni) e quella d’acqua

(Emys orbicula-ris), il colubro leopardino (Elaphe situla), il discoglosso (Discoglossus

pictus pictus), la raganella (Hyla intermedia), oltre a numerosi rapaci diurni e notturni.

  Riserva naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa (ZPS ITA 090006): è una riserva

 

naturale regionale della Sicilia che comprende il corso del fiume Ciane e la zona umida

delle “Saline” alla periferia della città di Siracusa. La riserva è gestita dalla omonima

provincia. La riserva è stata istituita con decreto dell’assessorato “Territorio Ambiente”

della Regione Siciliana nel 1984, ed è orientata alla sal-vaguardia del papiro lungo il

corso del fiume Ciane ed alla conservazione dell’ambiente delle “Saline”. Attualmente vi

giungono 2 volte l’anno gli uccelli migratori per rifocillarsi e sostare.

  Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande

 

(SIC ITA 090009): è una riserva naturale regionale della Sicilia. Per quanto riguarda

 

l’aspetto naturalistico, essa offre ambienti ecologici diversificati che consentono

l’espressione di una biodiversità significativa. Abbiamo diversi biotipi a seconda degli

ambienti: uno acquatico, uno ripariale (delle pareti), uno della valle, dei pianori e delle

grotte. L’ambiente fluviale di natura torrentizia offre un’habitat ideale alla rara trota

siciliana (Salmo trutta macrostigma), presente in altre pochissime stazioni in Sicilia, alla

trota fario (Salmo trutta fario) e alla tinca (Tinca tinca). Non è raro trovare anche

l’anguilla (Anguilla anguilla) e il granchio di fiume (Potamon fluviatile). Dei numerosi

uccelli rapaci che un tempo popolavano quest’area sopravvivono solo il falco pellegrino

(Falco peregrinus) e qualche raro esemplare dell’aquila del Bonelli (Hieraaetus

fasciatus), che si nutrono di conigli (Oryctolagus cuniculus) e coturnici (Alectoris

graeca), specie queste presenti tra la bassa vegetazione dei pendii. Tra le altre specie

ornitologiche presenti merita un cenno l’upupa (Upupa epops). Altri mammiferi presenti

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sono la volpe (Vulpes vulpes), la martora (Martes martes), la donnola (Mustela nivalis) e

l’istrice (Hystrix cristata). Nella grotta dei Pipistrelli e nella grotta Trovato trovano

inoltre ospitalità numerose specie di pipistrelli. Variegato e ricco il regno degli anfibi che

trovano nella Riserva ideali condizioni di vita: tra di essi merita una citazione il rarodiscoglosso dipinto (Discoglossus pictus). Tra i rettili da segnalare infine il colubro di

Riccioli (Coronella girondica), un serpente diffuso nella campagna dell’isola, e alcune

specie di testuggini terrestri (Hemys orbicularis e Testudo hernannii).

  Riserva naturale Oasi Faunistica di Vendicari (SIC ITA 090002 e ZPS) : è una

 

riserva naturale orientata sita tra Noto e Marzamemi, particolarmente importante per la

presenza di pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione degli uccelli. È stataufficialmente istituita nel 1984 dalla Regione Siciliana, dopo che l’allora Ministero

dell’Agricoltura e delle Foreste dichiarò 1450 ettari di territo-rio “zona umida di

importanza internazionale”. È stata resa effettivamente fruibile solo nel 1989. La Riserva

di Vendicari si estende per circa 1512 ettari, di cui 575 in zona A e 937 in zo-na B (la

cosiddetta preriserva), a sua volta divisa in zona B1, dedicata all’agricoltura (agrumeti,

uliveti, vigneti e orti riparati da tomboli di sabbia o roccia) per 701 ha, e B2, dedicata,

per la restante parte, a strutture per il turismo e lo sport. Si trova in una stretta fascia

costiera acquitrinosa, di fondamentale importanza per le specie di uccelli migratori.

Numerose sono le specie di uccelli che sostano a Vendicari: i trampolieri, gli aironi

cinerini, le cicogne, i fenicotteri e, inoltre, il germano reale, i gabbiani, i cormorani e il

cavaliere d’Italia che sosta qui nel suo viaggio dal deserto del Sahara ai luoghi di

nidificazione nel nord Europa. Varie anche le aree di provenienza di questi volatili.

  Riserva naturale orientata Saline di Priolo: essa ricade nel comune di Priolo Gargallo

ed include la parte rimanente dell’antica salina di Magnisi o Biggemi estesa fino ai primo

anni ’70 circa 80 ha. Rappresenta quindi una preziosa testimonianza dell’aspetto della

costa tra Siracusa ed Augusta prima della industrializzazione a tappeto di quel territorio

ed assume l’aspetto carat-teristico di “oasi tra le ciminiere”. La parte rimanente, oggi

inclusa nella riserva, è costituita da gran parte dei pantani di primo accumulo dove era

convogliata direttamente l’acqua marina per una prima grossolana evaporazione. La

riserva è area di sosta, nidificazione e svernamento per un elevato numero di specie di

uccelli: la sterna maggiore (Sterna caspia), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la garzetta

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(Egretta garzetta), l’airone cenerino (Ardea cinerea), la volpoca (Tadorna tadorna), il

mestolone (Anas clipeata), la moretta tabaccata (Aythya nyroca), la beccaccia di mare

(Haematopus ostralegus), il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), l’occhione

(Burhinus oedicnemus), il corriere di Leschenault (Charadrius leschenaultii). Tra imammiferi presenti si anno-verano il riccio (Erinaceus europaeus), la crocidura siciliana

(Crocidura sicula), il ratto nero (Rattus rattus), il topolino delle case (Mus musculus), il

coniglio selvatico (Oryctilagus cunuculus), la volpe (Vulpes vulpes) e la donnola

(Mustela nivalis).

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3. Il territorio di Contrada S. Elia

In contrapposizione alla ricchezza faunistica che contraddistingue la Provincia di

Siracusa nel suo complesso con le summenzionate localizzazioni territoriali la zona in

oggetto presenta una fauna che risente di un antico e intenso intervento antropico che ha

profondamente modificato la fauna originaria del sito.

Lo studio della fauna presente nella zona effettuata sia dal vivo con sopralluoghi

ripetuti ed in ore del giorno differenti, con dati bibliografici o sulla presenza di habitat

potenzialmente idonei ad ospitare una specie ha messo in luce una popolazione animale

alquanto povera di biodiversità.

La zona infatti ricade in una ampia area vocata prevalentemente alla cerealicoltura, ad

agrumeti, mandorleti consociati ad olivi e carrubi. In tale zona i fattori antropici, quale un

eccessivo disboscamento e un successivo uso del suolo per fini colturali e/o di allevamento

intensivo del bestiame connotano l’area come una tra le meno ricche di microfauna,

mesofauna e macrofauna dell’intera zona.

Le specie animali presenti sono state suddivise nei quattro gruppi più rappresentativi

1)  Mammiferi

I mammiferi presenti sono afferenti a specie diverse.

I pipistrelli ( Pipistrellus pipistrellus e Hypsugo savii) nell’area oggetto di interesse si

possono ritenere ecologicamente fragili ed a rischio nella loro sopravvivenza poiché

influenzati dalle trasformazioni operate dall’Uomo. Hanno una dieta prevalentemente

insettivora e risentono di fenomeni di bioaccumulo di composti chimici di sintesi tossici

legati ad un uso in agricoltura.

La donnola (Mustela nivalis) ha una maggiore adattabilità ecologica e si adatta aterritori antropizzati o naturali.

Il Riccio europeo ( Erinaceus europaeus) non è considerata specie a rischio di

estinzione ma in zone ad alta intensità di traffico veicolare corre rischi di essere schiacciato

dai mezzi in movimento

L’Arvicola di savi (Microtus savii) non è specie soggetta a particolari rischi o a

tutela.

La crocidura sicula (Crocidura sicula) pur essendo una specie vulnerabile nonpresenta in questo territorio problemi di conservazione.

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Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) è specie molto presente e non presenta

problemi di rischi e non risulta soggetta a tutela

Si tratta quindi di una fauna alquanto povera e poco articolata nella sua biodiversità, le

cause di questa scarsità di specie è da imputarsi ad un’attività agricola che in passato hafatto eccessivo ricorso agli interventi meccanici invasivi e del suolo, all’eliminazione delle

zone di protezione degli animali quali le siepi ed i cespugli di essenze endemiche, agli

interventi con agrochimici di sintesi tossici per ingestione, contatto ed inalazione e

generatori di bioaccumulo con effetti nefasti nella capacità procreative delle specie animali

più delicate.

La fauna mammifera non si ritiene subisca influenze negative dall’impianto

fotovoltaico purchè questa abbia modo di muoversi liberamente da un sito all’altro enon vi saranno impedimenti da parte del costruendo impianto stante la costituzione,

prevista in progetto, di varchi nella rete di dimensioni tali da consentirne il libero

accesso.

2)  Entomofauna

E’ il gruppo più vario da un punto di vista qualitativo e con la biomassa più elevata

nei vari ecosistemi a dispetto delle dimensioni individuali, sono presenti moltissime specie

appartenenti a svariati Ordini (Lepidotteri, Imenotteri, Ortotteri, Rincoti, Coleotteri, Ditteri,

ecc.).

Negli ultimi decenni sono stati oggetto di interesse per le loro influenze nei confronti

delle colture agrarie e per i fenomeni di equilibrio dinamico a cui sono soggette le

popolazioni degli insetti influenzate come sono da svariati fattori naturali ed antropici .

La loro presenza, influenzata non poco dalle essenze vegetali e relativi microclimi

presenti in loco, non subisce condizionamenti dall’installazione di pannelli fotovoltaici

che non pregiudicano la crescita di vegetazione ove si rifugiano gli insetti.

3)  Avifauna

L’avifauna presente nell’area di interesse progettuale così come il gruppo dei

mammiferi non presenta particolari emergenze circa i rischi di prosecuzione delle specie.

Ciò è da mettersi in relazione con l’intenso uso del suolo da parte dell’uomo per scopi

agricoli che ha drasticamente modificato le condizioni originarie degli habitat, riducendo

notevolmente l’eterogeneità ambientale con ripercussioni dirette sulla biodiversità

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dell’intera area.

Inoltre l’area non è soggetta ad essere zona di sosta o foraggiamento per specie

migratorie, essendo lontana dai normali flussi migratori concentrati sulla fascia costiera.

La zona essendo interessata da estese colture agrarie di tipo intensivo ha rappresentatoun habitat non consono a molte specie che ricercano ambienti più incontaminati come la

poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus).

Altre specie si sono adattate alle condizioni imposte dalle pratiche agrarie ed hanno

realizzato adattamenti ecologici funzionali alla loro sopravvivenza in questi agroecosistemi.

Tra queste specie ritroviamo il colombaccio (Columba palumbus), la tortora

(Streptotelia turtur), la civetta (Athene noctua), l’upupa (Upupa epops), il pettirosso

(Erithacus rubecula) , la gazza (Pica pica), la cinciallegra (Parus major),ecc.Concludendo si può affermare che le popolazioni di uccelli sia migratorie che

stazionarie, nel sito direttamente interessato dalla realizzazione del Progetto, non sono

di specie aventi particolare rilevanza scientifica, o conservazionistica.

4)  Erpetofauna

 

Il panorama legato a questa componente faunistica presenta molte specie adattate ad

ambienti modificati dall’azione dell’uomo.

La lucertola (Podarcis sicula sicula) ed il Biacco (Hierophis viridiflavus) sono tra i

maggiori rappresentanti della popolazione del gruppo.

Queste due specie potrebbero risentire del temporaneo incremento del traffico

veicolare nella fase di cantiere, ma l’abbondanza numerica della singola specie non sarà

certamente messa in pericolo.

Il gongolo (Chalcides ocellatus tiligugu) risulta ben adattato ad ambienti antropizzati

ma risente molto dell’impatto degli agrochiomici di sintesi impiegati nelle colture agrarie.

Il rospo comune (Bufo bufo spinosus) ed il Rospo smeraldino (Bufo viridis) sono due

specie ad alta valenza ecologica la cui conservazione non desta particolari problemi pur

appartenendo ad un gruppo animale giustamente ritenuto, per le sue caratteristiche

bioecologiche, a rischio.

Anche l’erpetofauna dell’area così come nel caso dei mammiferi, degli uccelli e

dell’entomofauna è costituita da una popolazione relativamente povera e poco

articolata, che, non presenta particolari emergenze e si ritiene non subirà effetti

sfavorevoli dall’installazione dell’impianto fotovoltaico.

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4. Parere di fattibilità dell’opera

 

Al termine dello studio botanico della fauna presente nell’area circostante il lotto

oggetto di interesse e nella stessa area del lotto inclusa la superficie occupata per la posa

in opera dei pannelli captanti, delle tubazioni di collegamento, dei cavidotti, delle aree

per le cabine di trasformazione e le recinzione, si è potuto accertare un livello di impatto

sulla fauna presente di scarsa entità.

Questo obiettivo si raggiunge agendo con buon senso e cautela sia nella fase di

cantiere che nella fase di esercizio.

Fase di cantiere

Nella fase di cantiere si farà molta attenzione alla gestione dei siti con il controllo

della dispersione di idrocarburi nel suolo, la eventuale rimozione del materiale onde evitare

avvelenamenti della fauna. Si effettuerà un corretto smaltimento dei rifiuti sia prodotti dal

personale tecnico che dal cantiere stesso ( materiali di risulta)

Alla fine della fase di cantiere si provvederà alle operazioni di ripristino della

vegetazione laddove, a causa dei lavori, risulterà assente. Il ripristino terrà conto di esigenze

di funzionalità dell’impianto fotovoltaico, di esigenze paesaggistiche e di garantire un

parziale recupero di migliori condizioni di naturalità anche in funzione della fauna selvatica.A tal fine si prevede un intervento mirato di rapida ricostituzione della copertura

vegetale con l’utilizzo di varie specie preferibilmente autoctone.

Si prevede di seminare specie erbacee del tipo gramigna (Cynodon dactilon) che

vegeta bene in condizioni di macrotermia e tende ad espandere i suoi apparati radicali in

tutte le aree soleggiate e resiste al calpestio ed alla siccità.

Negli spazi più ampi si può prevedere di impiantare piccoli arbusti della macchia

mediterranea come il timo (Thymus capitatum) o il cisto (Cistus communis) che nonsuperano l’altezza di 50 cm.

Negli spazi più ampi ed ai margini dell’impianto sarà previsto l’impianto di alti

arbusti della macchia mediterranea come il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus

communis), l’alaterno (Rhamnus alaternus) o l’oleandro (Nerium oleander) che non

superano i 4 mt di altezza anche dopo molti anni dall’impianto.

L’apposizione delle recinzioni sarà fatta con reti a maglia larga per consentire il

passaggio dei mammiferi da una zona all’altra favorendo così eventuali scambi faunistici fraaree separate dal sito della centrale fotovoltaica.

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Anche le luci impiantate seguiranno una logica non invasiva del territorio: non

verranno installate luci a palo alto o a forte diffusione della luminosità e comunque le

lampade avranno un portalampade che indirizzerà la luce verso il basso e copri lampade per

diffondere la luce in modo più tenue ed uniforme intorno al punto luce.Verranno escluse lampade ad incandescenza ed alogene che per le elevate temperature

risultano nocive all’entomofauna.

Sempre durante il cantiere durante il periodo estivo, onde evitare il sollevamento di

polveri ad opera dei mezzi meccanici, si provvederà a bagnare ripetutamente il fondo

polveroso con acqua

Fase di esercizio

Nella fase di esercizio si prevedono interventi periodici sul terreno per evitare losviluppo incontrollato di alte erbe ed arbusti. Lo sfalcio sarà effettuato per contenere lo

sviluppo di erbe che seccando possono costituire un combustibile per eventuali fuochi.

In tal caso la previsione progettuale di impianto della gramigna (Cynodon dactilon)

limiterà fortemente la necessità di sfalci e diserbi.

Anche arbusti quali il Timo per il rilascio di sostanze allelopatiche dal suo apparato

radicale inibisce lo sviluppo di altre specie erbacee.

Non sarà in ogni caso previsto l’impiego di sostanze chimiche diserbanti ma soltanto

l’intervento con mezzi meccanici quali decespugliatori o fresatrici montate su piccoli

trattorini gommati.

Pertanto in funzione di tutto quanto sin qui analizzato e le considerazioni

espresse in precedenza e con le precauzioni appena riportate nelle fasi sia di cantiere

che successivamente di esercizio, si fornisce un parere favorevole alla realizzazione

dell’opera.

Noto lì 07/01/2010

Dott. Ing. Corrado Landolina

Si allegano foto e cartografia a diverse scale

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UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI NOTO

VERBALE DI ASSEVERAZIONE

L'anno 2010 il giorno ____ del mese di _____________ in Noto presso la sede dell’Ufficio

del Giudice di Pace avanti il sottoscritto Cancelliere è comparso l’Ing. Corrado Landolina il

quale ha presentato la relazione che precede chiedendo di asseverarla con giuramento di rito,

ripetendo la formula: GIURO DI AVERE BENE E FEDELMENTE PROCEDUTO ALLE

OPERAZIONI A ME AFFIDATE E DI NON AVERE AVUTO ALTRO SCOPO CHE

QUELLO DI FAR CONOSCERE AI GIUDICI LA VERITÀ'.

Dal che il presente verbale sottoscritto.

IL CANCELLIERE Il Tecnico

Dott. Ing. Corrado Landolina