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70 I l controllo o sorveglianza può esse- re inteso come il monitoraggio, il pedinamento, la selezione, la siste- matica osservazione di attività umane, sia direttamente su determinati soggetti sia su aree fisiche. Fin dall’antichità, il controllo ha rappre- sentato una delle principali attività delle organizzazioni pre-statuali, nazionali, in- ternazionali o private al fine di acquisire, mantenere e consolidare il potere, inteso in senso assoluto ovvero declinato in specifi- che aree d’interesse (es. potere economico, fisico, militare, industriale, informativo, culturale). Lo sviluppo tecnologico ha assicurato nel tempo strumenti sempre più potenti e so- Droni e controllo sociale Anna Maria CERVELLERA e Fabio DEZI TECNICA, PROFESSIONE E SOCIETÀ Il rapido sviluppo tecnologico ha portato innovazioni come i droni, che hanno potenzialità talmente ampie e pervasive da poter essere considerati lo strumento di massima efficienza per esercitare il controllo sociale.

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Il controllo o sorveglianza può esse-

re inteso come il monitoraggio, il

pedinamento, la selezione, la siste-

matica osservazione di attività umane, sia

direttamente su determinati soggetti sia su

aree fisiche.

Fin dall’antichità, il controllo ha rappre-

sentato una delle principali attività delle

organizzazioni pre-statuali, nazionali, in-

ternazionali o private al fine di acquisire,

mantenere e consolidare il potere, inteso in

senso assoluto ovvero declinato in specifi-

che aree d’interesse (es. potere economico,

fisico, militare, industriale, informativo,

culturale).

Lo sviluppo tecnologico ha assicurato nel

tempo strumenti sempre più potenti e so-

Droni e controllo sociale

Anna Maria CERVELLERA e Fabio DEZI

TECNICA,PROFESSIONE

E SOCIETÀ

Il rapido sviluppo tecnologico ha portato

innovazioni come i droni, che hanno potenzialità

talmente ampie e pervasive da poter essere

considerati lo strumento di massima efficienza

per esercitare il controllo sociale.

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fisticati per l’esercizio del controllo e oggi

i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto –

SAPR (comunemente designati con il termi-

ne ‘droni’), che per le loro particolari carat-

teristiche di velocità, occultezza e, in alcuni

casi, silenziosità possono assicurare una

pervasività sia fisica che psicologica presso-

ché illimitata, rappresentano senza dubbio

uno degli elementi tecnici per eccellenza

attraverso il quale esercitare la funzione di

sorveglianza.

L’articolo si pone l’obiettivo di presenta-

re le principali teorie sul controllo sociale,

correlandole con il potenziale d’impiego dei

SAPR. Si tratta pertanto di una analisi, di

natura esclusivamente umanistica (settore

- con riferimento ai droni - sul quale ancora

è stato scritto poco) e non di natura tecni-

co-scientifica dove la letteratura al riguar-

do ha oramai raggiunto un eccellente livello

sia in termini quantitativi che qualitativi e

la cui esplorazione si lascia ad altri esperti.

Le teorie

Modalità e forme di controllo sono variate

nel tempo in ragione dello sviluppo uma-

no. A tal riguardo, la dottrina individua tre

periodi storici relativi all’evoluzione del

controllo sociale.

Il primo, comunemente chiamato premo-

derno, va dagli albori della società fino alla

nascita degli Stati nazionali. In questa fase

l’elemento attorno al quale si polarizza

la vita di società e che esercita il potere è

rappresentato dalla famiglia, dalla tribù,

dal feudatario. Il controllo esercitato è per-

tanto di natura assoluta e insindacabile e

poggia sulle regole individuate dal gruppo

dominante. Il Capo del gruppo personifica

l’autorità responsabile dell’esercizio del

potere e quindi del controllo sociale.

La seconda fase, chiamata moderna, si svi-

luppa dal XVIII sec. fino, indicativamente,

al secondo dopoguerra e vede come ele-

mento cardine appunto lo Stato che, attra-

verso il suo apparato burocratico, esercita

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il controllo, che in questo caso non è più

assoluto, quindi è soggetto a sindacabilità

da parte dei cittadini. Le regole sono indi-

viduate non più da singoli soggetti ma da

elementi e apparati dello Stato e quest’ul-

timo personifica la massima autorità re-

sponsabile di assicurare il controllo sociale.

La terza fase, chiamata postmoderna,

rappresenta l’attuale paradigma sociale

caratterizzato dalla dicotomia Multina-

zionale-Stato, laddove la prima definisce

i comportamenti e le regole e il secondo

è responsabile delle relative sanzioni. Il

controllo sociale esercitato in questo caso

può assumere tratti di assolutezza, sebbe-

ne, a differenza del periodo pre-moderno,

questo non sia evidente e invero si ha la

percezione dell’avvicinamento dello Stato

al cittadino.

I primi studi cominciano a prendere forma

nel XVIII sec. con il filosofo inglese Jeremy

Bentham, il quale sviluppò un modello

architettonico di controllo/sorveglianza

chiamato Panopticon che permetteva ad

un sorvegliante di osservare tutti i soggetti

detenuti senza che questi potessero vede-

re il loro carceriere e lasciando il perenne

dubbio di essere osservati ininterrotta-

mente. Il termine Panopticon racchiude

quindi in sé il principio del controllo globa-

le e di sorveglianza ininterrotta, sebbene

confinati al settore carcerario o comunque

a comunità ben circoscritte, finalizzati

all’esercizio del potere e la tecnica adotta-

ta è prevalentemente quella dello sguardo.

Bentham afferma: «lo scopo dell’edificio sarà

tanto più perfettamente raggiunto se gli indi-

vidui che devono essere controllati saranno il

più assiduamente possibile sotto gli occhi delle

persone che devono controllarli. L’ideale, (…),

esigerebbe che ogni individuo fosse in ogni

istante in questa condizione. Essendo questo

impossibile, il meglio che si possa auspicare è

che in ogni istante, avendo motivo di credersi

sorvegliato, e non avendo i mezzi per assicu-

rarsi il contrario, creda di esserlo»1.

Ai primi del ‘900 nel mondo capitalista la

sorveglianza diviene lo strumento prin-

cipale attraverso il quale è possibile man-

tenere l’efficienza dell’apparato statale: la

conoscenza diventa così il mezzo per ga-

rantire il controllo sugli individui e l’idea

del Panopticon si estende, dall’ambito car-

cerario, al controllo su qualunque attività

umana. È Max Weber che mette a fuoco la

stretta relazione fra sorveglianza e buro-

crazia utilizzando la metafora della gabbia

d’acciaio; immaginando l’uomo chiuso in

un meccanismo psicologico e strumenta-

le. La teoria di Weber rappresenta così un

nuovo paradigma della sorveglianza che

assume una veste istituzionale, estensiva

e socialmente utile che ingabbia in ma-

niera rigida ogni comportamento umano.

Si creano apparati di controllo, come pre-

conizzato da Bentham, propri di tutti gli

ambienti sociali (famiglia, scuola, fabbrica,

ufficio, ospedale, prigione, caserma, ecc.),

tutti funzionali al bene superiore che è

rappresentato dall’efficienza del sistema

statale2.

1 Bentham. J., Panopticon, ovvero la casa d’ispezione, cit., p. 36.

2 «Per Stato si deve intendere un’impresa istituzionale di carattere politico nella quale – e nella misura in cui – l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione fisica legittima, in vista dell’attuazione degli ordinamenti». Weber M., Economia e società, Edizioni di Comunità, Milano, 1995, Vol. I, p. 53.

Droni e controllo sociale

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Negli anni Settanta del XX sec., e con l’av-

vento dei sistemi elettronici, il francese

Michael Foucault rielabora il pensiero di

Bentham e Weber sviluppando una teoriz-

zazione del modello del Panopticon e della

“Gabbia d’acciaio” come paradigma della

società moderna. Nel cittadino, e non più

solamente nel carcerato, è indotto uno sta-

to di visibilità consapevole e permanente

che assicura al regime il funzionare auto-

matico del potere. La tecnologia «fa sì che la

sorveglianza sia permanente nei suoi effetti,

anche se è discontinua nelle sue azioni; che la

perfezione del potere tenda a rendere inutile

la continuità del suo esercizio; che quest’ap-

parato elettronico sia una macchina per crea-

re e sostenere un rapporto di potere indipen-

dente da colui che lo esercita».3

Con il tempo, e con il costante sviluppo

tecnologico, quindi, alla gabbia d’acciaio si

è affiancata la metafora della gabbia elet-

tronica: oggi siamo etichettati all’interno di

parametri e categorie sociali, profilati con

il nostro consenso consapevole o inconsa-

pevole, all’interno di una società flessibile,

mutevole e dinamica permeata da logiche

3 Foucault M., Sorvegliare e punire: la nascita della prigione, Einaudi, Torino, 1976, p. 219.

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di una sorveglianza divenuta ormai strut-

turale. Zygmunt Bauman, nel XXI sec., ri-

ferendosi a questo scenario, ha sviluppato

il concetto di sorveglianza liquida riferen-

dosi appunto a una sorveglianza capace di

infiltrarsi nella linfa vitale della società: «la

sorveglianza, priva di un contenitore stabile,

ma sballottata da esigenze di sicurezza e solle-

citata con discrezione dal marketing insisten-

te dei produttori di tecnologie, dilaga ovun-

que»4. Ed è lo stesso Bauman che, in questo

mondo, definito della “modernità liquida”,

inserisce i droni come nuovo mezzo di

sorveglianza asserendo che «la nuova gene-

razione di droni resterà invisibile ma renderà

visibile tutto il resto; resterà invulnerabile ma

4 Bauman Z., Lyon D., Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2014, p. 8.

renderà vulnerabile qualsiasi cosa»5.

Si arriva in questo modo alla definizio-

ne del concetto di controllo quale deriva-

ta dell’evoluzione tecnologica. E Gary T.

Marx, studioso dei fenomeni della sorve-

glianza elettronica, ritiene che le nuove

tecnologie hanno avuto ed avranno un

ruolo di primo piano nell’assetto sociale

sempre più caratterizzato dal controllo to-

tale. Verso al fine del XX sec. egli descri-

ve un modello più evoluto di Panopticon

individuando nove attributi distintivi di

quella che chiama New Surveillance6 che

non si manifesta palesemente ma si cela e

si mimetizza attraverso l’uso di tecnologie

5 Ivi, p. 5.

6 Cfr. Max G.T., What’s new about the “New surveillance?” Classifying for change and continuity, in Surveillance & Society, ISSN: 1477:7487, Vol. 1, n. 1, 2002.

Droni e controllo sociale

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che permettono di sfruttare tutti i sensi,

dall’occhio (sorveglianza visiva) al tatto (ri-

levamento delle impronte digitali), all’udi-

to (ascolto delle conversazioni).

Infatti, essa:

- trascende l’oscurità e le barriere fisiche

e la tecnologia rende possibile l’intrusio-

ne in ogni contesto e ambito superando

i confini territoriali ed entrando anche

negli spazi virtuali;

- trascende il tempo, grazie alla possibilità

di immagazzinare i dati e di renderli fru-

ibili in ogni momento;

- è capitale-dipendente, pertanto stretta-

mente vincolata alla capacità tecnico-e-

conomica che garantisce sistemi infor-

matici altamente efficienti ed efficaci;

- diventa trasversale e generica in quanto

si esercita nei confronti di tutti. La tecno-

logia permette un monitoraggio continuo

attraverso una molteplicità di mezzi e

modalità tale che ciascuno può diventare

un obiettivo da sorvegliare;

- si pone non più quale strumento di pu-

nizione dei trasgressori ma quale mezzo

per la prevenzione di comportamenti

non conformi assumendo una veste di

deterrenza;

- non è più prerogativa dello Stato ma si

decentralizza in diversi attori (pubblici

e privati) e talvolta il controllato diven-

ta egli stesso (consapevolmente o meno)

controllore dei propri comportamenti;

- diventa invisibile e depersonalizzata. C’è

una presa di distanza (sia socialmente sia

geograficamente) tra osservatori e os-

servati e gli strumenti di controllo sono

spesso difficili da scoprire;

- consente un controllo estremamente in-

vasivo che si estrinseca negli ambiti fisici

e virtuali. La profondità delle informa-

zioni diventa l’elemento caratteristico

della nuova era;

- si sviluppa in ogni ambito e diventa di

massa. Chiunque può essere guardato e

ognuno è un potenziale osservatore. La

creazione d’incertezza sul fatto o meno

che la sorveglianza sia presente assume

un importante carattere strategico. Tutti

sono “invitati” a controllare gli altri e per-

tanto ognuno diventa parte integrante

del sistema di controllo.

Ebbene, oggi i SAPR rispecchiano perfetta-

mente i nove attributi individuati da Marx.

Insomma, il rapido sviluppo tecnologico ha

portato innovazioni come gli aeromobili a

pilotaggio remoto che hanno potenzialità

talmente ampie e pervasive che al momen-

to possono essere considerati lo strumento

di massima efficienza ed efficacia attra-

verso il quale esercitare il controllo sociale.

Conclusioni

Sappiamo benissimo tutti che le funzioni

dei droni sono molteplici e lasciano spazio

alla fantasia soddisfacendo esigenze istitu-

zionali, scientifiche e commerciali. È asso-

lutamente chiaro quanto sia importante e

innovativo il loro impiego nei vari ambiti

professionali, dalla sicurezza, all’agricoltu-

ra, al telerilevamento e così via, ma la per-

cezione dell’intreccio di questa tecnologia

con la vita quotidiana di ognuno di noi sta

dando luogo a una serie di discussioni tra i

sostenitori dei droni e chi li avversa.

I vari modelli teorici sul controllo sociale,

come abbiamo visto, danno ampio spazio e

potere alla tecnologia espressa dai SAPR e

pertanto si può sicuramente affermare che

esiste una ‘questione droni’. Questa deve

essere affrontata in maniera complemen-

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tare e su più tavoli (scientifico, tecnico, giu-

ridico, amministrativo, sociale) attraverso

un giusto compromesso che valorizzi le

capacità tecnologiche di ausilio alla società

impedendo, al contempo, le possibili inge-

renze di organizzazioni statali o private

che per vari fini possono tentare un’intru-

sione nella sfera privata che non sia ori-

ginata da esigenze di sicurezza collettiva

e attuate in disprezzo dei principi ricono-

sciuti di libertà personale. Quest’ultima

intesa sia in termini fisici che mentali, in

ragione, come detto, delle modifiche com-

portamentali indotte dal semplice pensiero

di poter essere continuamente sottoposti a

controllo e a giudizio.

La sfida è sicuramente ardua ma proprio

per questo deve essere raccolta. I modelli di

controllo sociale indicano una condizione,

un punto di partenza, sta a noi scegliere la

direzione da intraprendere.

BIBLIOGRAFIA

Bauman Z., Lyon D., Sesto potere. La sor-

veglianza nella modernità liquida, Laterza,

Roma-Bari, 2014.

Bentham. J., Panopticon, ovvero la casa d’i-

spezione, Marsilio, Venezia, 1983.

Foucault M., Sorvegliare e punire: la nascita

della prigione, Einaudi, Torino, 1976.

Max G.T., What’s new about the “New sur-

veillance?” Classifying for change and

continuity, in Surveillance & Society,

ISSN: 1477:7487, Vol. 1, n. 1, 2002.

Rositi F., I valori e le regole. I termini della te-

oria sociologica, Liguori Editore, Napoli,

2014.

Weber M., Economia e società, Edizioni di

Comunità, Milano, 1995, Vol. I.

Droni e controllo sociale