Drink Style Gen-Feb 2009

20
www.udial.it EDITORIALE EDITORIALE Per contare ancora Per contare ancora REPORTAGE REPORTAGE 3° Meeting U.DI.AL. 3° Meeting U.DI.AL. Tavola rotonda sulle Tavola rotonda sulle criticità del mercato criticità del mercato del beverege nel del beverege nel Centro-Sud Italia Centro-Sud Italia MODE E TENDENZE MODE E TENDENZE Hop Obama Beer Hop Obama Beer Evviva il piatto unico Evviva il piatto unico La rivista del Bere Bene di Bimestrale di informazione sul mondo del beverage Bimestrale di informazione sul mondo del beverage Anno 3 - n°13 - Gen/Feb 2009 Anno 3 - n°13 - Gen/Feb 2009 Realizzato da

description

La rivista del bere bene di U.DI.AL

Transcript of Drink Style Gen-Feb 2009

Page 1: Drink Style Gen-Feb 2009

w w w . u d i a l . i t

EDITORIALEEDITORIALEPer contare ancoraPer contare ancora

REPORTAGEREPORTAGE3° Meeting U.DI.AL.3° Meeting U.DI.AL.

Tavola rotonda sulleTavola rotonda sullecriticità del mercatocriticità del mercato

del beverege neldel beverege nelCentro-Sud ItaliaCentro-Sud Italia

MODE E TENDENZEMODE E TENDENZEHop Obama BeerHop Obama Beer

Evviva il piatto unicoEvviva il piatto unico

La rivista del Bere Bene di

Bimestrale di informazione sul mondo del beverageBimestrale di informazione sul mondo del beverage

Anno 3 - n°13 - Gen/Feb 2009Anno 3 - n°13 - Gen/Feb 2009

Realizzato da

Page 2: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 3: Drink Style Gen-Feb 2009

3

EDIT

ORI

ALE

Per c

onta

re a

ncor

a

Per CONTAREANCORA«Un consorzio fra distributori di be-vande non può prescindere da unasempre più stretta collaborazione conle aziende di produzione. Così come,naturalmente, la stessa industria nonpuò prescindere da una vincolantecollaborazione con il mondo delladistribuzione tradizionale. Il distribu-tore di bevande è un elemento inso-stituibile per l’industria, questo per lavalenza del servizio, la perfetta cono-scenza del mercato ove opera, il pro-verbiale impegno con cui svolge ilproprio lavoro. Sono questi, ancoraoggi i fattori, preziosi, con cui il gros-sista fa la differenza, rispetto al cana-le moderno».Questa una parte del discorso tenutoda Luigi Cetrangolo in occasione del3° Meeting U.DI.AL., del quale offria-mo un ampio reportage nelle pagineseguenti. Concetti che offrono la cifra,chiara e netta, di quanto il ruolo delgrossista sia importante e fondamen-tale per il mercato Ho.Re.Ca.Argomenti che mai come in questomomento rappresentano il “verbo”del distributore tradizionale di bevan-de, il caro vecchio grossista, che è eresta un sicuro protagonista del mer-cato Ho.Re.Ca.

Certo, attraversa un momento diffici-le, marginalità ridotte a causa dellastrenua concorrenza degli altri canali,esercenti che comprano meno e pa-gano male. In tanti si chiedono comesi esce da questa crisi dura e persi-stente: sarà la leva del prezzo il fatto-re decisivo (inteso come la possibilitàda parte del grossista di acquistare evendere prodotti a prezzi più bassi) ovanno messi in gioco altri valori?In tempi di recessione il prezzo ha lasua valenza, ma non è tutto. Per supe-rare le difficoltà è necessario creare ”valore”. La storia ci insegna che solocreando valore si sono superate levecchie crisi del passato. Basti pensa-re a quanto e riuscito a realizzare lasocietà italiana su quel cumulo di ma-cerie ereditato dalla II guerra mondia-le. E anche per quanto concerne be-verage e grossisti, oggi come non maibisogna tornare a valorizzare quelliche sono i punti forti della sua missio-ne: creare valore diversificando il pro-prio portafoglio; creare valore offren-do servizi più evoluti e al passo con itempi, investendo sull’immagine esulla professionalità delle proprie ri-sorse umane. Insomma dalla crisi si esce creandovalore. E i grossisti italiani lo farannosenz’altro perché, e su questo non c’èdubbio, hanno voglia di contare an-cora, e a lungo.

Rivista specializzata di:

72021 Francavilla Fontana (Br) C.daCarlo Di Noi InferioreVia per Ceglie Km 1

Tel. 0831.815906 - Fax 0831.811050www.udial.it - [email protected]

Anno 3 - Numero 13Gennaio/Febbraio 2009

Direttore Responsabile:Giuseppe Rotolo

Editore:

Iscrizione al R.O.C. n°6648V.le Aldo Moro, 44 - 70043 Monopoli (BA)

Tel. 080.9306460 - Fax [email protected] - www.inputsrl.it

Testi e collaborazioni:Marianna Iodice, Angela Svezia,

Maria Vittoria Petrosillo, Valeria Todisco.

Impaginazione:Marinella Vinciguerra - [email protected]

Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qual-siasi forma, compresa la messa in rete, sono riserva-ti. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizza-zione scritta dell’editore.

Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità deltrattamento dei dati relativi ai destinatari del presenteperiodico consistono nell’assicurare un’informazionetecnica, professionale e specializzata a soggetti iden-tificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interes-sati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge.

Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007

a cura di Giuseppe Rotolo

edizioni

La rivista Drink Style è di proprietà del consorzioU.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti dibevande. La pubblicazione ha il compito di trasferi-re e implementare, attraverso l’informazione puntale,credibile e professionale, il sapere e la cultura delfuoricasa italiano.La rivista è edita bimestralmente e postalizzata inmodo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. esuperhoreca, clienti dei soci del consorzio.

Page 4: Drink Style Gen-Feb 2009

Il convegno hafatto il punto

sulladistribuzionetradizionale

delle bevandenel Centro-SudItalia, ponendoin evidenza temi

di grandeattualità, anchein considerazionedel particolaremomento che

attraversal’economiaitaliana.

4

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

Ancora unsuccesso…250 partecipanti fra i soci distributori,accorsi al completo e gli uomini del-l’industria.Ad accoglierli una limpida giornatascaldata da un mite e piacevole soled’inverno. La degna ospitalità è statagarantita dal Lloyd’s Baia Hotel, a farda cornice al tutto l’incanto della Co-stiera Amalfitana. Basterebbero solo questi ingredientiper commentare il successo che il 3°convegno U.DI.AL. ha conseguito.Un successo in termini di partecipa-zione, oltre che per la perfetta orga-nizzazione e ospitalità.Ma, come è giusto sia in un conve-gno, il successo si misura per l’impor-tanza dei temi trattati, per il valore deirelatori, per i messaggi e le riflessioniche ne scaturiscono. E anche da que-sto punto di vista l’appuntamento aVietri sul Mare ha lasciato il segno.Il convegno ha fatto il punto sulla dis-tribuzione tradizionale delle bevandenel Centro-Sud Italia, ponendo in evi-denza temi di grande attualità, anchein considerazione del particolare mo-mento che attraversa l’economia ita-

liana. Lo stesso evento è stato voluto,pensato e organizzato per analizzareil particolare momento, riflettere econfrontarsi pacatamente sullo stessoe ricercare in piena concordia e col-laborazione fattibili soluzioni nell’in-teresse di tutti gli operatori del settore.

I discorsi diaperturaGli interventi dei vari relatori hannotoccato temi molto caldi e sentiti. Acominciare da quello del Presidentedi U.DI.AL., Antonio Argentieri.Questi i punti salienti del suo discor-so: «L’aggressiva concorrenza svoltadaicanali GDO e C&C; la responsabi-lità di alcune aziende che non equi-parano i listini fra i diversi canali; ledifficoltà da parte dei grossisti nella ri-scossione dei propri crediti verso gliesercenti, fattore che aggrava oltremo-do la precaria marginalità con la qua-le il distributore è costretto a lavorareesponendosi anche all’aggressivitàdel fisco». Inoltre, grande risalto han-no avuto le parole di Argentieri quan-do ha rivolto all’industria un messag-gio forte e chiaro: «È necessario ri-conquistare la fiducia dei grossisti, e

Page 5: Drink Style Gen-Feb 2009

È necessarioriconquistare la

fiducia deigrossisti, e non

solo…collaborandoseriamente,

nell’interesse ditutti, solo in

questo modo siesce dalla crisi e

si torna acompetere.

5

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

non solo… collaborando seriamente,nell’interesse di tutti, solo in questomodo si esce dalla crisi e si torna acompetere». Un intervento, quellodel Presidente, come sempre accora-to, che è stato molto apprezzato daisoci. Nella fase finale del convegno lostesso ha avuto modo di evidenziarequanto i grossisti del Centro-Sud Ita-lia, con il loro lavoro, contribuisconoall’affermazione sullo stesso mercatodi birra prodotta in Italia.

Luigi Cetrangolo, il General Managerdel Consorzio, nel suo discorso haesortato e rilanciato progetti di oppor-tuna collaborazione con l’industria,avanzando alla stessa tre precise ri-chieste: 1) Politiche commerciali giuste edequilibrate rispetto agli altri competi-tor della distribuzione D.O., GDO eC&C. 2) Assortimenti dedicati al canale tra-dizionale che possano sul serio mette-re il distributore nelle condizioni difare la differenza verso il canale mo-derno, vedi C&C.

3) Il riconoscimento del servizio co-me prezioso valore aggiunto.Sempre Cetrangolo nel suo interventoha evidenziato come la crisi che inve-ste l’economia italiana sia senza pre-cedenti, nonostante la qualeU.DI.AL., grazie all’impegno dei soci,il contributo del direttivo e dello staff,ha mantenuto e rispettato i livelli dicrescita. In ultimo Cetrangolo, rivol-gendosi all’industria, l’ha esortata adaprire nuovi codici, cosa che alcuneaziende sono restie a fare anchequando il grossista è persona capace,degna di stima e affidabile, conceden-do invece questa opportunità al cana-le moderno e ponendo così il grossi-sta nella impossibilità di competere elavorare. Inoltre ha precisato che i rin-novi dei contratti U.DI.AL., sia in se-de che in periferia, per l’anno 2009,non potranno prevedere target di in-cremento, bensì dovranno essere re-datti con la massima flessibilità, equesto proprio in relazione alla crisiin atto e alla evidente disparità dellecondizioni di acquisto e vendita fra ilModern trade e il tradizionale.

Page 6: Drink Style Gen-Feb 2009

Al meridione ilgrosso dei

volumi (86%) ècostituito da

birre nazionaliin formato VAP,mentre al Nordper il 42% sivende birra

d’importazione evi è una

grandissimadiffusione dibirra in fusti.

6

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

Giuseppe Cuzziol, Presidente di Ital-grob, non ha mancato il classico ap-puntamento con il meeting U.DI.AL.Dalle sue parole il punto su quanto laFederazione ha fatto e si accinge a fa-re a sostegno degli interessi dei distri-butori italiani. In anteprima ha annun-ciato la proposta di legge sul vetro arendere (Vetro Indietro) che sarà pre-sentata ufficialmente al prossimo Pia-neta Birra di Rimini. Così come haavuto modo di rimarcare la necessitàdi unione fra tutti i distributori perfronteggiare nel migliore dei modi ledifficoltà del mercato.

Lo studio di IRIInfoscanLa parte più tecnica del convegno èstata incentrata su un’analisi di mer-cato presentata da Marco Limonta,Account Director di IRI Infoscan. Lostudio ha messo in luce lo spaccatodel mercato per quanto concerne levendite dei grossisti tradizionali.Dalla sua relazione sono emersi dati espunti di riflessione sui quali poi han-no articolato gli interventi gli altri re-latori, esperti nei loro rispettivi settorimerceologici. Lo studio di Limonta ha posto in evi-denza come nel portafoglio prodotti

dei grossisti del Sud Italia, il 70% deivolumi è rappresentato dal prodottoacqua dei quali la componente mag-giore è costituita da formati in PET.Un dato questo, che a confronto con icolleghi grossisti che operano nelNord Italia (che muovono il 54% deiloro volumi con l’acqua per lo più inVAR) porta i grossisti al Sud a lavora-re il doppio in termini di volumi ri-spetto al Nord, sostenendo costi supe-riori, ma con ricavi dimezzati semprerispetto ai loro colleghi del settentrio-ne. Significative anche le tabelle sugli al-colici, i cui volumi al Sud sono moltodistanti dalla media nazionale. Anchesulla birra le differenze sono notevoli:il grossista di bevande del Nord ven-de birra per il 23,3% dei suoi volumi,al Sud la percentuale è invece del12,9. Senza considerare che al meri-dione il grosso dei volumi (86%) è co-stituito da birre nazionali in formatoVAP, mentre al Nord per il 42% sivende birra d’importazione e vi è unagrandissima diffusione di birra in fusti.Queste analisi (volumi e formati di ac-qua e birra, come sin qui descritti) se-condo Limonta evidenziano come igrossisti al Sud subiscano in manierapiù incisiva la concorrenza del cana-le moderno. La via della ripresa se-condo Limonta passa con la messa a

Page 7: Drink Style Gen-Feb 2009

La crisi sisupera giocando

in attacco,affrontandola

con unatteggiamento

positivo epuntando sulvalore della“Marca”.

7

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

punto di assortimenti dedicati al ca-nale e una forte politica di diversifica-zione del proprio portafoglio di pro-dotti.

Gli interventi deirelatoriI contributi offerti dai relatori invitatisono stati incentrati sul commento deidati di IRI Infoscan e su una serie didomande poste dal coordinatore delconvegno Giuseppe Rotolo facendosue anche una serie di osservazioniraccolte presso i soci durante la pausapranzo.Il grossista di bevande ha ancora, nelprossimo futuro, un ruolo decisivo dasvolgere? Con le problematiche attuali e l’in-calzare di canali alternativi potràcontinuare a competere e sviluppar-si? Cosa l’industria ha il “dovere” di fareper superare il particolare momento?Su questi punti si sono succeduti i re-

latori con le loro diverse e pertinentiargomentazioni. Maurizio Bellè, Direttore vendite ca-nale tradizionale di Campari Italia harimarcato che il grossista di bevande èe resta per Campari il fulcro sul qualeincentrare le proprie politiche com-merciali. Non per nulla l’azienda, alcanale tradizionale, dedica gli investi-menti più cospicui in termini di risor-se umane e attività promo-pubblicita-rie. Per Bellè la crisi si supera giocan-do in attacco, affrontandola con unatteggiamento positivo e puntando sulvalore della “Marca”.

Federico Sarzi Braga, Direttore busi-ness unit di San Pellegrino constatache l’economia va a passo di gambe-ro, cala la fiducia, dai produttori aiconsumatori, che sacrificano semprepiù i consumi superflui fra i qualiquelli della ristorazione extradomesti-ca. Per superare tali difficoltà occorre“creare valore”. Un indispensabilepercorso virtuoso che va affrontato datutti gli operatori della filiera.

Page 8: Drink Style Gen-Feb 2009

Anche idistributori

possono dire laloro in un

contesto critico.Per esempio

seguire le nuovetendenze,

proporsi ai PdCcome consulentidell’offerta conuno spirito di

forte dinamismo.

8

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

Per quanto riguarda il ruolo dell’indu-stria delle acque minerali, Sarzi Bragaindividua una serie di punti da mette-re in atto: difesa della categoria delleacque minerali (sempre più insidiatada campagne mediatiche che diso-rientano il consumatore), una nuovastruttura organizzativa più orientata alcliente e alla sua soddisfazione, e in-fine puntare decisamente alla valoriz-zazione delle marche.Anche i distributori, secondo SarziBraga, possono dire la loro in un con-testo critico. Per esempio seguire lenuove tendenze, proporsi ai PdC co-me consulenti dell’offerta con unospirito di forte dinamismo. Operare sugli assortimenti dando loro“profondità” sullo specifico canale eselezionare prodotti a più alta margi-nalità, in modo da differenziarsi deci-samente dall’offerta dei C&C. E poi sfruttare a proprio vantaggio ilpiù grande requisito che attiene ilgrossista, ovvero quello della specia-lizzazione territoriale, facendosi in-terprete e promotore dei prodotti lo-cali di qualità come il vino e magari ilfood.Stefano Borghi, Direttore commercia-le di Heineken Italia: «La crisi c’è, è

vero, ma c’è anche una forte campa-gna mediatica che crea un effetto ri-dondante. Per il comparto birra il2008 non è stato certo un anno da in-corniciare (-3%) tuttavia - ribadisceBorghi - nonostante la battuta d’arre-sto, in Italia i margini di crescita delcomparto restano intatti, consideran-do il consumo pro-capite degli italia-ni (30 lt. annui) molto al di sotto del-la media europea. Il 2009 sarà inevitabilmente condizio-nato dall’eredità dell’anno preceden-te e dal comportamento di un consu-matore sempre più in cerca della con-venienza, ma che fortunatamente nonrinuncia alla qualità. Ed è proprio sulla qualità e sul valoredella “marca” che Borghi indica un si-curo punto di forza: «I consumatoriitaliani di birra non rinunciano al va-lore del brand».E comunque, il momento difficile, siada parte dell’industria che dalla partedei distributori, si supera lavorandosui principi fondamentali. Il direttorecommerciale di Heineken Italia li in-dividua in: investire, ora come nonmai sui punti di forza; innovare forte-mente; porre grande attenzione al fat-tore economico-finanziario con

Page 9: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 10: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 11: Drink Style Gen-Feb 2009

Nell’evoluzione,non è la speciepiù forte quellache sopravvive,ma quella chereagisce meglio

e piùprontamente aicambiamenti.

11

3° M

eetin

g U

.DI.A

L.RE

PORT

AGE

un’attenta gestione del credito e uncontrollo certosino dei costi. In ulti-mo, come fattore vincente, per supe-rare la crisi, implementare la qualitàdel servizio e la qualità delle risorseumane.

Luca De Siero, Regional sales directordi Peroni Sab Miller, la cui relazione,partendo dai dati esposti da Limonta,è stata arricchita dalla presentazionedi una ricerca della Cermes e Univer-sità Bocconi, che ha messo in luce ilcomportamento dei consumatorisempre più condizionati e preoccupa-ti dalla crisi.Un atteggiamento che muta gradata-mente il loro comportamento di ac-quisto, spostando l’interesse verso de-terminate categorie di beni.Un’altra considerazione - sempre diDe Siero - riguarda la situazione deiP.d.C. I pubblici esercizi italiani se-gnano irrimediabilmente il passo, laFIPE segnala fra nuove aperture echiusure un saldo negativo. «Certo la situazione nell’Ho.Re.Ca. èdifficile, ma non è il caso di fare tra-gedie, i processi evolutivi sono provo-cati proprio dalle criticità. Bisognaguardare alle opportunità che anchenelle criticità sono sempre insite» - hacommentato De Siero sottolineandocome nell’evoluzione, non è la specie

più forte quella che sopravvive, maquella che reagisce meglio e piùprontamente ai cambiamenti. Il momento difficile nella filieraHo.Re.Ca. si supererà interpretandoquesta evoluzione e offrendo delle ri-spose concrete e pertinenti a questetendenze. Risposte che devono essereefficaci e soprattutto rapide e ancorpiù sostenute dalla fiducia e dal ne-cessario entusiasmo.

ConclusioniDopo la pausa pranzo, nella secondaparte del convegno, ha avuto luogouna tavola rotonda animata da unbotta-risposta fra relatori e platea sul-le questioni più puramente legate alfattore prezzo. Durante il confronto,ai relatori presenti, sono stati rivolti daalcuni soci e dal Presidente Argentieriuna serie di appunti e critiche circa gliinopportuni aumenti che l’industriaha recentemente attuato e sull’annosaquestione della disparità dei prezzi frail canale tradizionale e il modern tra-de. Ne è scaturito un dibattito, a trattianche accesso, ma comunque co-struttivo che ha contribuito a dare più“sapore” a una giornata di grande par-tecipazione e successo.

Le fotografie del Meeting sono di Maria De Biase - Fotosyster

Page 12: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 13: Drink Style Gen-Feb 2009

Per SanBenedetto la

tuteladell’ambiente èqualcosa che èscritto nel suo

DNA,sintetizzato nellanostra mission“Risorse per la

Vita”.

13

Mau

ro N

ovel

lo, N

atio

nal A

ccou

nt H

o.Re

.Ca.

- Sa

n Be

nede

ttoL’I

NTE

RVIS

TAAcqua Minerale San Benedetto Spa,co-leader nel mercato delle acque,ha un ruolo di primo piano anche deldinamico mondo dei consumi extra-domestici. Mondo nel quale, il ruolodei distributori tradizionali è ancora(fortunatamente) fondamentale. Perconoscere meglio il rapporto fra l’a-zienda di Scorzè e il canale dei gros-sisti italiani poniamo qualche doman-da a Mauro Novello - National Ac-count Ho.Re.Ca. di San Benedetto.

L’intervista

Nel contesto delle proprie strategiacommerciali San Benedetto come sirapporta con il mondo dei consumiextradomestici?San Benedetto ha creato un’offertaampia e variegata in grado di soddi-sfare le esigenze dei diversi operatoridel canale fuoricasa. Dall’offerta della linea vetro con laparticolare etichetta a finestra, almezzo litro, segmento in cui la nostraazienda è leader di mercato in Italia,ai particolari formati quali Libera,Baby Bottle, Easy, sino ad arrivare al-l’esclusiva linea Elite, in grado di fon-dere insieme praticità ed eleganza.Una gamma che si completa con l’of-

ferta dell’effervescente naturale Ac-qua di Nepi.Un’altra caratteristica dell’azienda,che negli anni si è rivelata un punto diforza, è la volontà di legarsi ai grossi-sti e di agire in forte sinergia con talioperatori. Ciò ha portato ad una co-stante condivisione degli obiettivi edelle scelte puntando sempre ad unacrescita comune. Questa filosofia,che ha portato l’azienda a diventareuno degli operatori più importanti nelmercato italiano, caratterizzerà ancheper il futuro l’approccio di San Bene-detto verso il canale fuoricasa.Energy Saving Company, con il lanciodella bottiglia eco-friendly , San Be-nedetto rivela tutta la sua anima eco-logica e la sua filosofia finalizzata auno sviluppo sano e nel rispetto l’am-biente. Questa innovazione potrà es-sere un plus anche nel contestoHo.Re.Ca?Sicuramente, anche perché sia i con-sumatori che tutti i canali di distribu-zione, sono sempre più sensibili alletematiche ambientali. Il valore di unamarca oggi non può essere separatodalla sostenibilità che rappresenta ilvero marchio del futuro e la sostenibi-lità applicata al marketing sarà unodei modelli di business di successoper le imprese di oggi e del futuro.Per San Benedetto la tutela dell’am-biente è qualcosa che è scritto nel suoDNA, sintetizzato nella nostra mis-sion “Risorse per la Vita”. Vorrei ricordare che l’introduzionenel mercato della nuova generazionedelle bottiglie Eco-Friendly ha per-messo un risparmio di materia prima,nei contenitori dei tre principali for-mati di acqua naturale, di almeno il

Page 14: Drink Style Gen-Feb 2009

Continueremosempre più adinvestire, comegià dimostrano

le nostrestrategie di

delocalizzazionedelle unità

produttive, perincentivare

sempre di più ilKm 0.

14

Mau

ro N

ovel

lo, N

atio

nal A

ccou

nt H

o.Re

.Ca.

- Sa

n Be

nede

ttoL’I

NTE

RVIS

TA 30% negli ultimi 25 annicon conseguente impor-tante riduzione dell’impie-go di acqua, di energiautilizzata e di emissioni diCO2 per singola bottiglia

prodotta. Continueremo sempre piùad investire in tal senso come già di-mostrano le nostre strategie di deloca-lizzazione delle unità produttive perincentivare sempre di più il Km 0, lariduzione del trasporto su gomma avantaggio di quello su rotaie e il pro-getto di ricerca firmato con l’Universi-tà di Padova e Nanofab per studiarel’impiego di nanotecnologie al fine diprodurre un contenitore ad impattoambientale zero, più leggero ma chemantenga le caratteristiche di robu-stezza, impermeabilità e quindi la ne-cessaria sicurezza e igiene. La ricercaè a buon punto, già tra un anno po-trebbero essere pronti i primi esem-plari che arriverebbero sul mercatoentro 18 mesi. San Benedetto da category captainvuole indicare la direzione ai compe-titor del mercato verso le nuove fron-tiere di un consumo più sostenibile eamico dell’ambiente e siamo quindicerti che tutti questi nostri sforzi rivol-ti all’ecosostenibilità saranno accolticon favore anche all’interno del con-testo Ho.Re.ca.Rispetto al fatturato complessivo delgruppo, quanto vale il canaleHo.Re.Ca. italiano per San Benedet-to?Il fatturato del Canale Ho.Re.Ca. valecirca il 30% del fatturato Italia che nel2008 dovrebbe assestarsi intorno ai510 milioni di euro.Il rapporto con i grossisti italiani,

punti di forza e punti di debolezza.Da sempre San Benedetto ha spintosu elementi di servizio che si traduco-no in: un’offerta “totale” che attraver-so 5 categorie merceologiche soddisfapienamente i bisogni del consumato-re; una elevata flessibilità commercia-le e, non meno importante, in una for-za logistica, ponendosi quindi in unachiara posizione di privilegio rispettoagli altri operatori. Per l’anno 2009, a sostegno delle at-tività commerciali con i grossisti sonopreviste specifiche operazioni pro-mozionali e di marketing?L’azienda intende confermare il suoruolo di “capitano di categoria” e,quindi, di industria di marca soste-nendo i propri brand attraverso la co-municazione, l’attività promozionalee la visibilità sul punto vendita oltreche attraverso una forte spinta datadall’innovazione di prodotto.Quali le novità di formato e/o pro-dotto per il prossimo futuro?La gamma San Benedetto a partire daaprile sarà ulteriormente arricchita.Sarà lanciata la nuova linea di acquaminerale da 0,25 in PET. L’obiettivo èdi proporre ai punti vendita del cana-le bar una linea in grado di coniugarela praticità del PET e l’eleganza di unoshape esclusivo e di forte appeal.Le linee ricercate del contenitore e laparticolare forma dell’etichetta rendo-no, infatti, la nuova linea adatta almondo della notte ed ai locali di suc-cesso. Tale lancio nasce sulla scia delsuccesso della nostra linea Elite nelleeleganti bottiglia da 1L in PET, che in-trodotta sul mercato da alcuni anni,ha riscosso forte consenso tra gli ope-ratori del settore.

Page 15: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 16: Drink Style Gen-Feb 2009
Page 17: Drink Style Gen-Feb 2009

17

MO

DE

ETE

ND

ENZE

Hop ObamaBeer, una birraper il Presidente

Hop

Oba

ma

Beer

Hop Obama BeerBarack Obama, neo Presidente degliU.S.A., ha letteralmente ispirato ilmarketing.Un esempio lampante è quello delmicro birrificio “Six Point Craft Ales”di Brooklyn (New York) che ha soste-nuto finanziariamente la campagnaelettorale del nuovo Presidente ven-dendo una birra ad edizione limitata,prodotta e nominata in esclusiva peromaggiare Obama.La Hop Obama (hop in inglese signi-fica luppolo) è stata diffusa nel mer-cato degli stati di New York e del Mas-sachusetts già nel marzo 2008 duran-te le primarie. Shane Welch, birraiodel Six Point descrive questa birra co-me «una ale indefinibile, che nonaderisce alle tradizionali linee guidadi questo stile di birra». La miscela, ineffetti, è inedita: 5 tipi di malto euro-peo e 3 tipi di luppolo, combinati conuna varietà di lievito scozzese e con-tenente il 5,2% di vol. alcolico. Il ri-sultato è una birra ambrata, dal forteretrogusto maltato, con spiccate notefloreali e agrumate ed un lieve sento-re speziato. La birra ha spopolato,tant’è che i produttori stessi hannoammesso che la Hop Obama è statala loro birra venduta più velocemente.

ErrataCorrigeIn riferimento allanews sullo Spritz pub-blicata su Drink Stylen12, segnaliamo ecorreggiamo un errore

circa la gradazione alcolica dell’ape-ritivo: lo Spritz, molto diffuso in Vene-to, Friuli-Venezia Giulia e Trentino, ècostituito, in media, dal 40% di vinobianco, 30% di acqua minerale gasa-ta o seltz, e 30% di un altro alcolico(per lo più di colore rosso, come l’A-perol). Le dosi tra ingredienti alcolicie acqua fanno dello Spritz una bevan-da con una gradazione alcolica me-dia di 10-12 gradi.

Evviva il piatto unicoSul supplemento “Salute di Repubbli-ca” è stata recentemente pubblicatauna ricerca, commissionata all’istitutoFormat Research, per capire quali so-no le preferenze degli italiani a mez-

a cura di Marianna Iodice

Page 18: Drink Style Gen-Feb 2009

18

MO

DE

ETE

ND

ENZE

Com

e sa

rà il

200

9 pe

r il v

ino

italia

no?

L’idea vincentenella pausa

pranzo èl’offerta delpiatto unico.

zogiorno, nello scenario 2007 e2008.La ricerca è interessante perché mo-stra le variazioni di abitudine a pran-zo e può dare di conseguenza qual-che spunto per migliorare l’offerta dibaristi e ristoratori. Gli italiani gradi-rebbero poco i pasti completi freddi(2,8% nel 2007 e 2,6% nel 2008). An-che i pasti completi caldi, che pur so-no apprezzati da una buona fetta diintervistati, perdono qualche punto(43,95% nel 2007, 42,5% nel 2008).I più amati sono, invece, i piatti unici

(in un anno hanno guadagnato quasiil 7% di gradimento, con un balzo dal40,9% del 2007 al 47,8 del 2008).Dalla sintesi dei dati emerge, dunque,che l’idea vincente nella pausa pran-zo è l’offerta del piatto unico. Ma per-ché questo sia apprezzato e consu-mato deve essere fresco o comunque“sicuro”, dato che ben l’82% degli in-tervistati si preoccupa di evitare ali-menti non salubri, mentre il 77% ri-fiuta i cibi transgenici.

Come sarà il 2009per il vino italiano?Winenews in collaborazione con Vi-nitaly ha chiesto a 50 aziende vinico-le italiane, ben posizionate sul merca-to, come sarà il 2009. Dalle risposteemerge che per queste aziende la vi-sione non è pessimistica. Nel sondag-gio il 60% pensa in prospettiva in mo-do abbastanza positivo, il 5% positivoe il 35% negativo. E circa la propriaazienda? Lo scenario non cambiamolto: il 60% si aspetta un 2009 ab-bastanza positivo, il 15% positivo, mac’è anche un 25% rabbuiato e preoc-cupato sul futuro della propria azien-da. A sostenere questo dato le previ-sioni sul fatturato 2009, che indicano,nel 65% delle risposte, almeno unaconfortante stabilità e nel 15% addi-rittura un fatturato in crescita, controun 20% che lo prevede, invece, in ca-lo. Circa l’export, il 75% delle canti-ne si aspettano almeno di ripetere i ri-sultati 2008. Quello che preoccupa dipiù i titolari delle cantine è piuttostola debolezza dei consumi interni(46%).(fonte winenews.it).

Page 19: Drink Style Gen-Feb 2009

gaudianello

Page 20: Drink Style Gen-Feb 2009