Dossier MArche 03 2011

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EDITORIALE..............................................12Raffaele Costa

L’INTERVENTO.........................................15Maurizio SacconiFerruccio Dardanello

PRIMO PIANO

IN COPERTINA .......................................18Cesare Paciotti

QUALITÀ E TRADIZIONE ...................24Giuliano BianchiGraziano Di BattistaAndrea SantoriDoriano Marcucci

MADE IN ITALY......................................32Alessia FabiRoberto Grassi

L’ANALISI ...............................................38Gian Mario SpaccaFrancesco Massi Gentiloni Silveri

UNITÀ D’ITALIA ....................................46Renato SchifaniGiorgio NapolitanoMario CerviPietro MarcoliniMirco Soprani

POLITICA ................................................66Remigio CeroniPalmiro UcchielliMario LattanziRoberto Broccolo

RITRATTI ................................................78Gianni Letta

L’OPINIONE............................................82Bruno Vespa

L’INCONTRO ..........................................86Fernando Aiuti

ECONOMIA E FINANZA

SVILUPPO ECONOMICO ...................90Paolo AndreaniRenato PicciaiolaSara GianniniFiorello Gramillano

MERCATO DEL LAVORO .................106Pietro Ichino

ACCESSO AL CREDITO ....................110Michele AmbrosiniClaudio PaglianoBruno Bucciarelli

STILE ITALIANO...................................116Franco MoschiniSanto Versace

MANIFATTURA ITALIANA................120Fiorella Tombolini

FOCUS MACERATA............................126Romano CaranciniFolco Bellabarba

IMPRENDITORI DELL’ANNO .........134Franco Boldreghini e Mauro Angelini, Enrico Baldoni e Ivano Cingolani,Fabrizio Scassellati, Roberto Moretti e Mauro Latini, Anna Maria Ripesi, Chiara Andreani, Mario Settimi, PietroPolini e Luigi Gaspari, Nando Ottavi, Leonardo Leonardi

SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO ....................160Maria Luisa Silvetti

CONSULENZA ALLE IMPRESE.....162Andreina Arena

SPEDIZIONI INTERNAZIONALI.....164Arturo Balduccio e Piergiorgio Cremonesi

TRASPORTO MERCI .........................168Laura De Vincentis

ILLUMINAZIONE D’EMERGENZA ...................................170Ezio Parro

STRUMENTI MUSICALI ....................174Giovanni Baldeschi

ALTA TRADIZIONE ARTIGIANA .....176Luca Corinaldesi

OSSIERMARCHE

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AMBIENTE

POLITICHE ENERGETICHE .............178Stefania Prestigiacomo

MOBILITÀ A IMPATTO ZERO .........182Enrico Cappanera

RISPARMIO ENERGETICO ..............186Adriano Maroni

SERVIZI AMBIENTALI ......................190Domenico Caioni

TERRITORIO

TURISMO...............................................192Serenella MoroderPiero CelaniPatrizia Casagrande

INFRASTRUTTURE...........................202Luigi Viventi

INTERPORTO......................................204Roberto Pesaresi

TRASPORTI .........................................208Pasqualino Del Bello

NAUTICA ...............................................210Giuseppe CasaliGianluca Fenucci

PROGETTAZIONE INTEGRATA......216Francesco Guzzini

COSTRUZIONI SOSTENIBILI ........220Carlo Pagano

INTERNI ................................................222Il Gruppo Berloni

EDILIZIA ..............................................226Antonio GambiniPatrizia PaoloniPrimo Riccobelli

IMPRENDITORI DELL’ANNO ........236Villiam Breveglieri

GIUSTIZIA

RIFORME ..............................................240Fabrizio CicchittoMaria Elisabetta Alberti CasellatiMaurizio PanizGuido Alpa

NOTARIATO .........................................248Giancarlo Laurini

SANITÀ

POLITICHE SANITARIE ...................252Ferruccio FazioEnrico GaraciAlmerino MezzolaniGiancarlo D’Anna

MEDICINA DIGITALE........................264Fabio Padiglione

LA FILIERA DEL FARMACO...........266Mario Mariani

GENIUS LOCI .....................................268Valentina Vezzali

Sommario

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IN COPERTINA

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Cesare Paciotti

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«Dalla scelta dei materiali alla creazione dei modelli. Ogni fase della lavorazione,

ogni aspetto deve essere curato con quella passione che porta a risultati

eccellenti». Il designer marchigiano Cesare Paciotti svela così il segreto

del suo successo. Un “made in Marche” esportato in tutto il mondo

Francesca Druidi

stato appena presentatoa Parigi, in anteprimamondiale, il primo pro-fumo di Cesare Paciotti.Non una semplice fra-

granza, ma un oggetto inedito cheprende il nome di “Essence”. L’es-senza è, infatti, racchiusa in un pac-kaging del tutto originale ed esclusivo,ossia nel tacco - alto 12 centimetri - diuna scarpa appartenente alla nuovacollezione autunno-inverno 2011-12del designer. Il connubio “tacco-fra-granza” costituisce un ulteriore esem-pio della sensibilità artistica dello sti-lista di Civitanova Marche. Imbevutanell’humus rappresentato dal patri-monio calzaturiero marchigiano –«l’umiltà applicata alla serietà sul la-voro» spiega Paciotti – l’azienda, fon-data da Giuseppe Paciotti nel 1948,che conta oggi oltre 250 dipendentidiretti e un indotto di almeno 1.200persone che lavorano esternamente,identifica una delle espressioni piùfulgide del made in Italy. L’innova-zione portata dal designer al mondodell’accessorio, sostenuta da una co-stante ricerca di nuovi prodotti e ma-teriali, ha saputo conquistare molte

star internazionali e i palcoscenici piùglamour.

Ha dichiarato che il suo stile divita è il suo stile nelle scarpe. Qualicaratteristiche lo definiscono? «Lo dico senza peccare di superbia,perché mi riconosco sia nella defini-zione che il pubblico e gli “esperti”danno alle mie creazioni, sia a quellache danno di me quelli che mi cono-scono veramente: credo di essere riu-scito a trasmettere attraverso i mieiprodotti, scarpe in primis, quella ri-cerca di un’eleganza che non sia di-messa, ma sappia essere anche ag-gressiva, senza mai esagerare nellasfrontatezza. Mi pregio di aggiungereche un certo atteggiamento, che pre-ferisco definire stile, sia credibile per-ché basato su prodotti come su carat-teristiche personali di grande qualità».

Quali sono le sue principali fontidi ispirazione?«Non esistono fonti predefinite o pre-ferite quando si parla di ispirazione;spesso, per non dire sempre, le miecreazioni nascono da una personalerielaborazione di tutte le cose belleche vedo e che, talento o prepara-zione che sia, sono capace di rendere

È

IL MIO STILE TRA ELEGANZAE SPREGIUDICATEZZA

Sotto, un’immagine della boutique

Paciotti a New York

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mie e ritrasmettere con la mia perso-nalità».

Cosa conservano le scarpe Pa-ciotti del know how della tradi-zione calzaturiera marchigiana?«Naturalmente, continuando a pro-durre nel nostro antico distretto cal-zaturiero un certo know how è diffi-cile da perdere anche perché mi piacericordare a me stesso, e rammentaresempre ai miei collaboratori, come sifacevano le scarpe qualche tempo fae qual è stato gran parte del mio suc-cesso. Tutti questi insegnamenti pos-sono essere trasmessi e recepiti solograzie a una caratteristica fondamen-tale della realtà artigianal-industrialemarchigiana: l’umiltà applicata allaserietà sul lavoro. Caratteristiche,queste, che hanno fatto grande le at-tività della nostra regione».

La formazione risulta fonda-mentale nel mondo Paciotti. Qualigli aspetti più delicati della lavora-

zione artigianale che ven-gono trasmessi?«Fondamentale è l’atteg-giamento con cui si affron-tano i progetti, dal piùcomplesso sino a quelloche appare più semplice.Ogni aspetto della lavora-zione artigianale è partico-larmente delicato perchéanche infilare dei lacci inmaniera approssimativapuò far perdere di valore alprodotto finito. Dallascelta dei materiali allacreazione dei modelli, daogni fase della lavorazionefino alla vendita, ogni aspetto deve es-sere curato con la passione che portaa risultati eccellenti».

L’impegno è costante anche sulfronte dell’innovazione. Quali ma-teriali e tecnologie produttive aveteintrodotto o state introducendo?

«Certo la tradizione artigianale è fon-damentale, ma sarebbe sbagliato nonapplicarla alle innovazioni che il pro-gresso e l’esperienza ci hanno fornito:un prodotto realizzato con tecnicheantiche ha meno certezze di riuscirbene, mentre la stessa cura ed espe-

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Credo di essere riuscito a trasmettere attraverso i miei prodottila ricerca di un’eleganza non dimessa, ma che sappia essere

anche aggressiva, senza mai esagerare nella sfrontatezza

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IN COPERTINA

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Cesare Paciotti

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rienza artigianale, grazie allemoderne tecnologie, possonocondurre a risultati insperati o,fino a qualche anno fa, inac-cessibili ai più perché troppocostosi».

Oltre a borse e cinture an-che gioielli, occhiali, com-plementi di arredo. Cosa ga-

rantisce questa diversificazioneproduttiva? E come si integranoquesti accessori nell’identità delmarchio?«Potremmo ritornare alla domandainiziale. Cerco, infatti, di trasmettereil mio stile attraverso ogni prodotto

che creo; la stessa cura e passione chemetto nella realizzazione dellescarpe, delle borse e dell’abbiglia-mento la pongo e la pretendo anchein altri prodotti che devono tra-smettere lo stesso mood: qualità einnovazione, eleganza e un quid dispregiudicatezza. Proprio per man-tenere l’identità del marchio, mi av-valgo solo di collaboratori e aziendeche mi trasmettano subito di avercompreso la mia filosofia di idea-zione e realizzazione dei progetti,così come quella di selezione deipunti vendita».

Si può parlare per il 2011 di ri-

presa per il settore calzaturiero. IlSud Est asiatico e l’Europa dell’Estsi confermano al momento i mer-cati più dinamici?«Sicuramente questi due mercati siconfermano estremamente dinamici,ma proprio per quest’aria di ripresache si respira non sono gli unici sboc-chi dei miei prodotti, come d’altraparte non si può non considerare l’at-teggiamento decisamente più propo-sitivo dei clienti italiani che, forsesolo perché sono semplicemente stufidella crisi, hanno iniziato a combat-terla, invece che continuare a pian-gerla e basta».

Dall’alto a sinistra, Paciotti con Isabel Goulart e la scarpa-profumo Essence; la boutique di Milano, lo stilista

con le muse ispiratrici Bianca Balti e Isabeli Fintana e al lavoro

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I dati delle esportazioni relativi al 2010 mostrano un trend in ripresa per il distretto calzaturiero

fermano-maceratese. E il 2011 sembra improntarsi alla stabilità. Lo spiega Giuliano Bianchi,

presidente della Camera di Commercio di Macerata

Francesca Druidi

Creatività, design e qualità

«Il distretto calzaturierocontinua a rappresentareuno dei pilastri dell’eco-nomia della provincia di

Macerata. Continua a essere leader inItalia, con una quota di imprese eaddetti sul totale che distanzia diqualche decina di punti percentuali,non solo altre province, bensì altreimportanti e ben più grandi regioni».È il profilo del distretto fermano-maceratese tracciato da GiulianoBianchi, presidente della Camera diCommercio di Macerata.

Qual è il valore rappresentato daldistretto calzaturiero fermo-mace-ratese per il territorio?«Nel distretto fermano-maceratese,nel 2010, la fabbricazione di calzatureregistra 3.684 imprese attive per untotale di addetti pari a 33.998, corri-spondente al 25,2% degli addetti sultotale nazionale. Le altre regioni avocazione calzaturiera hanno un’in-cidenza molto inferiore: la Campaniacon il 9,2% sul totale addetti, la To-scana con il 17,7% e la Puglia con il13,3%. L’export di calzature rappre-senta tuttora oltre un quarto del to-tale dell’export della provincia di Ma-cerata. Anche il peso degli addetti delcalzaturiero sul totale provinciale èancora molto consistente e pariall’11% del totale degli addetti pro-vinciali (totale addetti in provinciadi Macerata a fine 2010 sono

111.373). Allargando il contesto al-l’intero comparto moda (prodotti tes-sili, abbigliamento, pelli e accessori),il peso diventa ancora più rilevante».

In che misura?«Quasi la metà (49%) dell’intero am-montare delle esportazioni provin-ciali sono in questo settore, mentre ilpeso degli addetti di questo com-parto raggiunge quota 16% sul to-tale. È importante ricordare che iltessuto economico della provincia diMacerata ha mostrato in questo de-cennio una forte capacità didiversificazione e che oggi,pur con un distretto calza-turiero che continua a man-tenere il ruolo di leadership,esistono molte altre realtàimportanti. Tale processo didiversificazione, avvenutosia all’interno delle attivitàmanifatturiere che verso leattività dei servizi, ha resoquesto territorio maggior-mente capace di resistere allecrisi».

Quali sono le strategiemesse in campo dalleaziende calzaturiere delterritorio per mantenerecompetitività?«In questi anni il distretto èstato spinto verso un pro-cesso di profonda trasfor-mazione dovuto ai feno-

meni di globalizzazione. In realtà,non esiste un’unica strategia di di-stretto per affrontare i problemi dicompetitività, bensì una pluralità discelte messe in campo dalle singoleaziende in funzione delle specifichecaratteristiche di ciascuna. Le aziendedi medie dimensioni, con accesso di-retto ai mercati, stanno cercando diavvicinarsi sempre più ai mercati diriferimento, aprendo sedi commer-ciali, stabilimenti produttivi e reti divendita nei Paesi a maggiori poten-

QUALITÀ E TRADIZIONE

Giuliano Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Macerata

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Giuliano Bianchi

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zialità. Le micro e piccole imprese,che continuano a produrre in loco, sistanno specializzando in produzionidi elevata qualità o in nicchie ad altovalore aggiunto. Esistono poi le mol-tissime piccole realtà della subforni-tura, che sono sempre più in diffi-coltà in un mercato sempre piùdifficile e competitivo».

Qual è stato l’andamento nel2010 del distretto e quali sono leprospettive per il 2011?«Dopo il crollo del 2009 (-22%), idati dell’export mostrano un 2010 indecisa ripresa, anche se il recupero del2010 (+9,8%) non riesce a colmarequanto perso l’anno precedente. Idati si riferiscono alle esportazioni dicalzature delle province di Macerata,Fermo e Ascoli Piceno. Il distretto nel2010 ha esportato calzature per 1,27miliardi di euro. Per questa primaparte dell’anno le imprese prevedono,nella maggior parte dei casi, una pro-duzione e un fatturato stabili rispettoall’ultimo quarto del 2010».

Quali sono i punti di forza deldistretto?«Tra i punti di forza, va citata la di-mensione complessiva, che ne fa an-

cora oggi una realtà unica al mondo,un punto di riferimento a livellomondiale per tutti gli addetti ai la-vori, per chi cerca creatività, design,componenti e macchinari di elevataqualità nel settore calzaturiero. Al-trettanto importante è la capacità diresistenza e di cambiamento: in 50anni di vita il distretto si è sempremostrato in grado di adattarsi ai cam-biamenti del mercato. A questi si ag-giunge la forte capacità di imitazionedei comportamenti di successo, in-sieme a quella di inserirsi in nuovimercati».

Mentre per quanto riguarda ipunti di debolezza?«Va segnalato lo scarso ricambio ge-nerazionale e, di conseguenza, laperdita di un enorme bagaglio cul-turale del saper fare dovuto al pen-sionamento delle maestranze conelevata esperienza. Purtroppo restascarsa la propensione all’innova-zione e le piccolissime imprese ri-scontrano grandi difficoltà a pre-sentarsi direttamente sul mercato.Infine, si rileva una scarsa capacità aproporsi come soggetto “distretto”ai policy maker».

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In questi anni il distretto è stato spinto versoun processo di profonda trasformazionedovuto ai fenomeni di globalizzazione

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Possibili orizzonti di sviluppo del distretto calzaturiero fermano-maceratese. Li

configura il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista,

che commenta la partecipazione del distretto al Micam 2011 di Milano

Francesca Druidi

Calzaturifici prontialle sfide del mercato globale

Rappresenta la piùgrande concentrazionedi imprese calzaturieresul territorio italiano.

Il distretto fermano-maceratese,come ricorda il presidente dellaCamera di Commercio di Fermo,Graziano Di Battista, è compo-sto da 2.588 aziende del Fermanoe 1.465 del Maceratese. Circa i

due terzi delle imprese distrettualisono localizzati nei cinque co-muni di Montegranaro, MonteUrano, Porto S. Elpidio, S. Elpi-dio a Mare e Civitanova Marche.Si tratta di calzaturifici che ope-rano con o senza un marchio pro-prio, insieme a una miriade diimprese subfornitrici che for-mano l’indotto. Nel distretto

sono comprese, infatti, anche lediverse attività che lavorano neisettori di supporto, come acces-soristica e modelleria. Restando,nello specifico, alla fabbricazionedelle calzature, si contano circa3.684 realtà produttive (30,4%del totale delle imprese nazionalidel comparto). Il numero di ad-detti nel distretto, sempre a fine

QUALITÀ E TRADIZIONE

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2010, è di 36.640 unità (22.172a Fermo e 13.928 a Macerata)con un peso sul totale degli ad-detti nelle imprese delle due pro-vince pari al 21,2%. Tale concen-trazione raggiunge il 33,7% aFermo, mentre è più bassa a Ma-cerata (13,4%). Graziano Di Bat-

tista definisce discreto l’anda-mento 2010 del distretto, ma simantiene comunque cauto e pru-dente per quanto riguarda le pre-visioni per il 2011.

Qual è il bilancio che può trarredella partecipazione del distrettofermano-maceratese al Micam

2011?«Quella di Milano è stata un’im-portante manifestazione, dove leimprese più strutturate hanno su-perato le attese più rosee, ma an-che le altre aziende, che nelle duestagioni passate avevano raccoltouna clientela già consolidata op-pure occasionale, hanno segnatoun discreto riscontro. C’è da es-sere sufficientemente ottimisti.Lo scenario che si sta delineandoa livello mondiale rischia, però, diandare a fare da contrappeso atale quadro. Tornando al Micam,esprimo particolare soddisfazioneper l’ospitality che abbiamocreato: si sono registrate nume-rose presenze, oltre all’apprezza-mento degli operatori stranieri».

Con quale concept è stato con-cepito lo stand al Micam?«L’obiettivo a Milano era quellodi imbastire una vetrina unica nelsuo genere, dove presentare il ter-ritorio nella sua interezza, dal tu-rismo all’enogastronomia, evi-denziando quello che è uno dei

A fianco, il presidente della

Camera di Commercio di

Fermo, Graziano Di Battista.

Nelle foto, immagini dello

stand della Regione Marche

al Micam 2011

Graziano Di Battista

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Il Micam di Milano è stata un’importantemanifestazione, dove le imprese piùstrutturate hanno superato le attese

FotostudioSimone-Montegranaro

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valori riconosciuti delle Marche,ossia l’ospitalità. È stato un tenta-tivo, devo dire apprezzato, con cuipromuovere le eccellenze della no-stra regione attraverso un’inizia-tiva di co-marketing efficace».

Qual è il punto di forza del di-stretto fermano-maceratese?«Le imprese del distretto calzatu-riero, sebbene dimensionalmenteridotte rispetto al panorama in-ternazionale, possono definirsi re-altà strutturate che riescono afronteggiare un mercato divenutoglobale. Possediamo una dimen-sione che presuppone sistemi arete e forme consorziate. Dob-biamo perciò credere nell’oppor-tunità rappresentata dalla nuovadisciplina sulle reti d’impresa esfruttarla appieno, soprattutto nelcaso un’azienda decida di guar-dare all’estero, ad esempio inCina, dove servono risorse umane

QUALITÀ E TRADIZIONE

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«I l Micam va letto nei suoi umori, daidiscorsi di corridoio, dai compratori

che si incontrano; senza farsi fuorviare dasingole vicende, anche se pure questeultime, alla fine costituiscono un elementoindicativo per disaggregare il datogenerale». Così Andrea Santori, (nellafoto a destra) presidente di ConfindustriaFermo, commenta l’ultima edizione delSalone internazionale della calzatura diMilano.In particolare, Santori si sofferma sulleimpressioni nel complesso positiveemerse dall’appuntamento. «È vero che si

sono registrati interesse, visitatori eordini; è vero anche, però, che neusciamo con un grosso allarme per tutto ildistretto calzaturiero. Un allarme dovutoal fatto che la distribuzione degli ordini èfortemente disomogenea. A questo punto,sono in molti a sperare che il distretto, inquanto tale, mostri almeno di esisterecome elemento passivo, cioè adisposizione per una distribuzione dellavoro da fare». Per Santori il distretto calzaturierorappresenta un importante polmone perl’economia marchigiana dal punto di vista

di Pil, export, massa contributiva fiscale,soggetto occupazionale e indotto.«Eppure nel momento della crisi –prosegue – non c’è stata nessuna azione omisura di sostegno quantomeno tale dacontrobilanciare la misura di quanto ilsettore ha dato per decenni alla comunitàregionale e ha ancora la potenzialità dioffrire». Il numero uno degli industriali delfermano nutre diverse perplessità sullanatura della formula aggregativa, spessocitata a proposito del distrettocalzaturiero. «L’aggregazione di impresecalzaturiere non è stata attuabile neppure

APPUNTI PER UN ECOSISTEMA DISTRETTUALEA dare una lettura dell’ultimo Micam e, in generale, dello stato di salute deldistretto calzaturiero è Andrea Santori, attuale presidente di Confindustria Fermo

FotostudioSimone-Montegranaro

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C’è soddisfazione per l’ospitality che abbiamocreato, si sono registrate numerose presenze,oltre all’apprezzamento degli operatori stranieri

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Graziano Di Battista

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in regioni a vocazione cooperativisticacome la Romagna». Santori non boccia intoto la formula, «anzi di fronte aparticolari fenomeni, che nel tempo siconfigurano come pesanti criticità volte acondizionare fortemente la crescita o lastessa sopravvivenza delle piccoleimprese, è ormai una necessità faremassa critica. Uno di questi fenomeni è ilcredito, inteso sia come accesso alcredito bancario, sia come gestione deicrediti verso i clienti». Il fenomeno

distrettuale va considerato, per ilpresidente degli industriali fermani, comeun vero e proprio ecosistema, con tutte leimplicazioni del caso. «L’errore piùmacroscopico è quello di mutareforzatamente la natura dei suoicomponenti e della sua struttura. Con lasua configurazione naturale, il distretto hacreato per tutti l’opportunità di fare liberaimpresa partendo da niente, l’opportunitàdi crescere secondo le proprie capacità eanche di creare un indotto distribuito.Ogni sua manomissione con una logica dalaboratorio, ne decreterebbe la fine». La strada da seguire, per il presidente diConfindustria Fermo, è dunque quella difavorire quanto più possibile leopportunità di fare impresa, che «oggi

non ci sono più; ristabilire i suoi delicatiequilibri di ecosistema e lasciare che siadegui da solo, quasi per processodarwiniano, alle mutazioni esterne, comeha sempre fatto». Per ottenere questecondizioni favorevoli, conclude Santori,un impegno importante che leconfindustrie territoriali interessatedovranno assumere, insieme alle propriesezioni di settore, dovrà essere quello diattutire, sfoltire “l’eccesso” di Stato cheoggi interloquisce con l’attivitàproduttiva. «Dobbiamo essere noi agridare allo Stato di ammodernarsi, diaggregare le competenze, di emanarenorme e direttive univoche e chiare. È loStato che deve aggregarsi; prima delleimprese».

e finanziarie di cui la piccola im-presa non dispone. Una forma diaggregazione di questo tipo lasciale imprese individualmente liberenella propria fase di ricerca e svi-luppo, consente di mantenerel’individualità artigianale creandoperò quel minimo comune deno-minatore necessario per muoversiin un mercato nel quale sono ri-chieste dimensioni e caratteristi-che che, nella strutturazioneaziendale, poche realtà del di-stretto sono riuscite a darsi».

È questa la strada maestra chestate attivando anche a livello isti-tuzionale?«Assolutamente sì, attraverso rap-porti non solo a livello provin-ciale ma con la Regione, il mini-stero allo Sviluppo economico eUnioncamere nazionale e regio-nale».

Complessivamente nei primi 9

mesi del 2010 le imprese delleprovince di Fermo e Maceratahanno esportato calzature per unammontare pari a 806,6 milionidi euro, pari al 45% dell’am-montare totale dell’export del-l’area. Come sostenere l’interna-zionalizzazione?«Pur essendo una giovane Cameradi Commercio, stiamo alimen-tando una notevole sinergia conle istituzioni a livello locale, perchéle risorse destinate alla promozionenon sono mai facili da reperire. Cisiamo mossi in Cina - all’Expo diShanghai la Regione ha portatouna ventina di aziende parteci-pando a una sfilata di moda di pri-missimo livello -, alle sfilate prêt-à-porter di Parigi, in Russia, aLondra, senza comunque trascu-rare appuntamenti in Italia qualiMerano Wine Festival e appuntoMicam. Il nostro primo mercato è

l’Europa, nello specifico la Russiaidentifica il paese che maggior-mente ci fa commesse e apprezza ilnostro prodotto. Siamo pronti aposizionarci sul mercato cinese eanche l’America sta di nuovo fa-cendo capolino, ma la nostraazione oggi è orientata soprattuttoall’Europa, alla Russia e all’Asia.Stiamo in particolare adottandoun metodo di collaborazione a li-vello camerale».

Quale?«Laddove una delle cinque Ca-mere delle Marche organizziun’iniziativa, recentemente Pesarol’ha realizzata a Dubai, le aziendedel nostro territorio, appartenential settore in oggetto, possono ag-gregarsi. In quanto Camera diCommercio contribuiamo a corri-spondere le spese, consentendoquindi a tutti di muoversi per iquattro continenti».

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«Una scarpa realizzata

a mano, se fatta bene,

è un’opera d’arte».

Parola di Doriano Marcucci,

artigiano calzolaio

di Montegranaro,

che racconta i segreti

del suo mestiere

Francesca Druidi

Manualità creativa

Durante l’ultima edi-zione del Micam, nellostand dedicato al set-tore calzaturiero della

Regione Marche, ha offerto una di-mostrazione dell’autentica e pre-ziosa arte del calzolaio. DorianoMarcucci negli anni Ottanta ha ini-ziato come operaio, ma poi nel1990 ha aperto la sua bottega aMontegranaro, in provincia diFermo, diventando uno dei più sti-mati produttori artigiani di scarpefatte a mano e su misura. La suastoria è intrecciata a doppio filocon quella del celebre maestro cia-battino Basilio Testella, conosciutocome Vasì.

Che tipo di influenza ha eserci-tato sul suo lavoro il rapportocon Basilio Testella?«L’incontro più importante dellamia vita è stato quello con Basilio,

che è stato e rimarrà per me il cia-battino più bravo del mondo. Èstato il promotore di un certo tipodi lavorazioni, ha insegnato difatto a tutti, identifica un po’ ilpadre delle generazioni, sia dellamia che di quelle future. Io sonostato il suo ultimo allievo primache morisse. E un conto è cono-scere una persona in occasioni spo-radiche, speciali, un conto è co-noscerla quando si trova in fin divita. In questo caso, si può dire diarrivare a toccarne il cuore. Il rap-porto che si instaura diventa, per-ciò, completamente diverso ed èquanto è successo a me con Basi-lio. Sono stato accanto a Vasì pra-ticamente due anni, tutti i giorni.Posso affermare, quindi, che èstato un vero maestro di vita».

Cosa le ha trasmesso?«Ho raccolto la sua eredità nel me-

stiere, ma anche tratto insegna-menti a livello di vita quotidiana.Ho appreso da lui le ultime tecni-che ed essendo stato io il suo ul-timo allievo, Basilio mi ha vera-mente dato tutto quello chepoteva offrire. L’aspetto più forteconsiste nel fatto che quando Ba-silio stava così male da non poterandare al lavoro, mi spiegava tuttoverbalmente. E solo un grandemaestro può trasmettere con le pa-role, e non con le dimostrazionipratiche, le cose che si possonofare su una calzatura. Per realiz-zare una scarpa fatta a mano oc-corrono 52 passaggi e ogni pas-saggio è un mestiere».

Una lavorazione estremamentecomplicata.«Sì, lo è. È un mestiere che peròdevi amare altrimenti non lo puoifare, perché è un mestiere duro, che

QUALITÀ E TRADIZIONE

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ti spacca le mani. È un mestiere diintelligenza e di gusto, oltre che dimanualità. È una forma artisticanon indifferente. Una scarpa rea-lizzata a mano, se fatta bene, èun’opera d’arte».

Quali materiali utilizza?«Impiego arnesi fatti a mano, daglispaghi alla pece, dalle pinze alle va-rie tenaglie, e tutto ciò che serve perfare la scarpa: le colle particolari, ilpuntale e il contrafforte di cuoio, lesuole di cuoio ingrassato e le inter-suole, tutto deve essere calibrato.Poi ci sono le diverse lavorazioni, ledifferenti cuciture, i pellami che siusano, per la maggior parte i vi-telli, ma si possono realizzare calza-ture anche in coccodrillo, in struzzoo in pitone. Esistono vari pellamiper le creazioni, ma l’elemento piùimportante resta quello che ti inse-gna un maestro, la sintonia che in-

stauri con lui perché, dopo, tuttociò che ti passa per la testa la puoirealizzare in quanto si concretizzaattraverso la manualità che ti è statatrasmessa».

Quanto tempo impiega per rea-lizzare un paio di scarpe?«Servono due giorni a paio».

Un prezzo medio?«Varia, si parte dai 500 fino ai7mila euro. Il coccodrillo è il ma-teriale che costa maggiormente. Ilprezzo dipende dal tipo di mate-riale, dalle lavorazioni, dal numeroe dalla tipologia delle cuciture, dalletamponature a mano, dai colori chesi fanno sui pellami, e poi soprat-tutto dal tempo impiegato».

Che tipo di clientela si rivolgealla sua bottega?«Si tratta di una clientela moltoselezionata. Il che, da una parte, èun pregio, dall’altra è un peccato.

Sarebbe, infatti, importante che inmolti, anziché vedere la calzaturafinita, potessero vedere da vicino,con i loro occhi, come si realizzauna scarpa fatta a mano, di quantotempo necessita e che tipo di la-vorazione richiede. Diventerebbeallora più chiaro capirne il valore edi conseguenza il costo. Eseguo di-mostrazioni anche nei negozi e lagente rimane sempre a boccaaperta. Me ne sono reso conto an-che al Micam per esempio».

Ci sono molti compratori stra-nieri?«Sono soprattutto stranieri. Hoclienti in America, a New York, inAustralia, a Sidney, ma anche inGermania, Russia, Olanda, Belgioe in qualche paese arabo. Ho, inol-tre, da sette anni una collabora-zione con il calzaturificio AldoBruè».

Per realizzare una scarpafatta a mano occorrono 52passaggi e ogni passaggioè un mestiere. Il mio è un lavorodi intelligenza, oltre chedi manualità e di gusto

Doriano Marcucci

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MADE IN ITALY

Materiali pregiati, finiture raffinate, produzione made in Italy.

Sono le caratteristiche di un brand da sempre testimone dell’alta manifattura italiana.

L’esperienza di Alessia Fabi

Lucrezia Gennari

L’inconfondibile tradizionecalzaturiera marchigiana

Un connubio armonico tra tradizio-nali tecniche artigiane e tecnologieall’avanguardia. Questa, in sintesi,l’essenza della Fabi, che da quasi

mezzo secolo firma calzature per uomo e donna,perfetta espressione del più autentico made inItaly. 344 persone, tra mastri calzolai e arti-giani, lavorano oggi in Fabi a contatto conmacchinari di ultima generazione edesperti informatici. «La tradizione e latecnologia vanno sempre di paripasso con la qualità di rifiniture emateriali, che vengono sempre se-lezionati nel rispetto di rigorosicriteri» afferma Alessia Fabi,oggi alla guida dell’aziendadi famiglia. «D’altraparte materiali pregiatie cura nei dettagli sono

tra le peculiarità che distinguono il prodottomade in Italy nel mondo, e noi vogliamo offriremanufatti innovativi e di alto livello». Nata nel1965 come piccola realtà dall’impronta arti-giana nel settore delle calzature da uomo, neglianni 90 Fabi amplia il suo mercato alla colle-zione donna.

Oggi Fabi è un’azienda all’avan-guardia grazie anche all’inserimento

dell’ultima generazione della fa-miglia, di cui lei è esponente.Quale valore aggiunto ha datoall’impresa il cambio genera-

zionale?«Credo che la nuova generazione

abbia saputo portare una nuova pro-gettualità, agendo su un contesto incui esisteva già una consolidata tra-dizione manifatturiera. L’attuale sede,

In apertura la sede

della Fabi a

Monte San Giusto (MC).

Nella pagina accanto,

Alessia Fabi. Nelle altre

immagini, alcuni prodotti

dell’azienda

www.fabishoes.it

32 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 25: Dossier MArche 03 2011

Alessia Fabi

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situata a Monte San Giusto e inaugurata nel dicembre 2004,è distribuita su uno spazio di oltre 15 mila mq coperti. Rap-presenta un ambiente di lavoro moderno, accogliente e dina-mico, dotato, oltre che di tecnologie evolute anche di ampispazi, aree verdi interne. È lo scenario ideale per creare siner-

gie perfette. Tutto il processo di lavorazionedella scarpa, dall’idea alla progetta-

zione, al prodotto finito avviene al-l’interno dell’azienda. Il nostro è

un prodotto completamenteitaliano, realizzato in sede in

ogni sua fase. D’altrondeFabi vuole essere, ed è, te-stimone del made in Italy.Amiamo l’eleganza e lostile, siamo molto attentinell’intercettare le ten-

denze e cerchiamo di anti-cipare nuovi trend, interpretando i desi-

deri di un pubblico sempre molto esigente».Quali sono le tendenze per la primavera/estate 2011 della

collezione Fabi?«La linea Fabi donna veste una donna consapevole della propriafemminilità, alla quale non rinuncia nemmeno nell’abbiglia-mento quotidiano. La collezione estiva mixa temi forti a ingre-dienti basici, creando articoli indossabili in ogni occasione. L’at-tento lavoro di ricerca sui materiali e gli accessori genera modellidi grande impatto emotivo che portano a valorizzare l’eleganzadi ciascuna donna, enfatizzandone il temperamento. L’uomo in-vece è “habillé rilassato”. La collezione maschile sposa temi e fat-ture sartoriali senza peraltro ri-nunciare al comfort e allasemplicità».

Non solo scarpe, Fabi rea-lizza anche altre linee di pro-dotti, quali?«Oltre alle linee uomo e

donna, Fabi ha altre due linee di scarpe: Barra-cuda, calzature ispirate allo stile dandy, antici-patrici di tendenze contemporanee, e la lineaMare, espressione di una moda “made in Italy”dalle sfumature felicemente glam, per giovanidonne in cerca di un oggetto estroso e originale.Fabi però è anche Parfum con due nuove fra-granze, per lui e per lei, nonché prodotti per ilcorpo nella stessa profumazione e bijoux, con lalinea Fabi Jewels, un morbido susseguirsi dipietre colorate da tagli e forme vari e, infine, oc-chiali da sole, con la linea Fabi Sunglasses».

Il vostro brand si identifica anche nelleboutique disseminate nelle più importanticittà del mondo.«Attualmente abbiamo sei boutique dirette, aMilano, Siena, Bologna, Monte Carlo, Parigi,Catania e 31 indirette. L’ideazione e la realizza-zione di ogni Fabi boutique parte dal concettodell’eleganza e della pulizia delle forme. L’obiet-tivo è che il visitatore sia avvolto da un’atmosferaunica e di charme, in linea con la filosofia este-tica dell’azienda. Legni scuri, preziosi, adagiatisulla pietra, incorniciano la collezione cometele d’autore, laccature lucide sfumano dalbianco all’avorio, sapientemente bilanciate dal-l’eleganza dell’acciaio. Dal concept, agli arredi fi-

nemente lavorati a mano, alla scelta deimateriali preziosi, anche le bou-tique sono italiane, così cometutti i nostri prodotti».

❞❝Amiamo l’eleganza e lo stile,

siamo molto attenti nell’intercettarele tendenze e cerchiamodi anticipare nuovi trend

Page 26: Dossier MArche 03 2011

Nate con la sola funzione di separaregli ambienti e considerate a lungoun elemento marginale della casa, leporte per interni sono oggi conce-

pite come veri e propri oggetti di design, capacidi esprimere al meglio le tendenze più innovativedel momento. Tra gli artefici di questa “rivolu-zione” uno spazio importante se lo è ritagliatoRaphne Living, giovane azienda dell’entroterrapesarese che ha saputo fare del minimalismo ilsuo punto di forza coniugando la sapienza arti-gianale con il gusto estetico, sempre più esi-gente, del moderno consumatore.«La scelta delle armadiature e delle porte per in-terni è tra le più importanti e difficili: le porte,infatti, sono destinate, per natura, a durare alungo e a “sopravvivere” ad eventuali cambia-menti dell'arredamento; consapevoli di ciò la

nostra sfida è stata quella di offrire un prodottoversatile, funzionale, moderno, senza rincorrereeccessi che spesso rasentano la volgarità. In-somma, un prodotto mai banale, capace di adat-tarsi ad ogni stile di arredamento diventandoneil protagonista incontrastato». Così racconta Ro-berto Grassi, il fondatore di Raphne Living,azienda che, nell’arco di pochi anni, è riuscita afarsi conoscere sia a livello nazionale che inter-nazionale.

Come ha fatto una azienda giovane comeRaphne Living a raggiungere in così brevetempo questo successo?«Abbiamo iniziato con l’estero acquisendo lavoricon la divisione Raphne Contract. Certamentenon è stato facile farsi spazio in un settore alta-mente competitivo e specializzato come il nostro.Avevamo come competitor le migliori aziendeitaliane ed estere ma alla fine abbiamo avuto lameglio: grazie alla nostra capacità creativa e pro-gettuale, dovuta anche alla giovane età del nostroteam, abbiamo ottenuto la fiducia di architetti difama mondiale che ci hanno coinvolto in pro-getti di grande eccellenza e prestigio. Tra questi,la realizzazione, l’allestimento e l’arredo dei lus-suosi complessi residenziali “20Pine” e “TheJade”, entrambi a New York, firmati rispettiva-mente da Armani Casa e da Jade Jagger per lostudio inglese YOO, che annovera tra i suoi de-signers Philippe Stark. Un grande risultato perun’azienda giovane come la nostra che ci motiva

Design e arredamento sono cavalli di battaglia del made in Italy. Ma c’è un fattore

fondamentale da cui ogni azienda non può prescindere. Secondo

Roberto Grassi «occorre puntare non solo sull’innovazione ma anche

e soprattutto sulla capacità artigianale»

Luca Righi

Artigianato, design e capacità creativa

Roberto Grassi

fondatore di Raphne

Living e Giovanni Maria

Tontini, direttore

commerciale. L’azienda

ha sede a Sant’Angelo

in Vado (PU)

www.raphne.com

34 • DOSSIER • MARCHE 2011

MADE IN ITALY

Page 27: Dossier MArche 03 2011

Roberto Grassi

a fare sempre meglio e sempre di più e che trovariscontro nel fatturato che, nonostante la crisi, èpiù che raddoppiato rispetto allo scorso anno».

Si dice che il design italiano non sia più ele-mento sufficiente per vincere la competizione.Su cosa si deve puntare allora?«Il Made in Italy è ancora oggi un grande puntodi forza: le aziende italiane sono riconosciute eapprezzate in tutto il mondo per la capacità direalizzare prodotti eccellenti sia dal punto di vi-sta qualitativo che estetico. Ma non possiamostare inerti di fronte al cambiamento del mercatoglobale sempre più competitivo. Occorre pun-tare non solo sull’innovazione estetica, funzio-nale e tecnologica ma anche e soprattutto valo-rizzare, specialmente nel nostro settore, lacapacità artigianale che ci contraddistingue e fadei prodotti italiani un punto di riferimento perle aziende di tutto il mondo».

Raphne Living non produce solo porte perinterni. Qual è la gamma dei vostri prodottie quali sono le tendenze del momento?«Da un paio d’anni la collezione Raphne Livingsi è notevolmente ampliata. Non più soltanto

porte per interni, cabine armadio e sistemiscorrevoli ma anche librerie ed una ampiagamma di complementi d’arredo, tra cui tavoli,sedie e consolle. Si tratta di creazioni esclusive,fino a ieri concepite e realizzate per la divisioneRaphne Contract, destinate ad arredare alcunitra i complessi residenziali più lussuosi almondo e che oggi, opportunamente rivisitate,vengono proposte al consumatore privato at-traverso una rete distributiva che copre l’interoterritorio nazionale e non solo. Creazioni chetrovano il loro punto di forza nella sapientecombinazione di materiali suggestivi come ilcristallo, il cuoio e le essenze».

MARCHE 2011 • DOSSIER • 35

Raphne ha proposto non solo nuovi prodotti, ma ha ancheampliato la gamma delle opzioni di quelli già in commercio.Come riferisce il direttore commerciale Giovanni MariaTontini: «abbiamo vestito di nuovi colori Bogard, la porta perinterni in vero cuoio italiano, fiore all’occhiello di RaphneLiving, talmente apprezzata che noti e affermati designeroperanti nel mercato nazionale e internazionale per aziendeleader del settore dell’arredamento, ne hanno tratto fonte diispirazione per le loro creazioni. Oggi lo stesso materialeviene utilizzato anche per librerie e cabine armadio: unaproposta esclusiva in fatto di arredamento domestico che,non abbiamo dubbi, riscuoterà un grande successo».

Nuovi look permanufatti classici

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L’ANALISI

38 • DOSSIER • MARCHE 2011

«Valorizzazione del lavoro e sviluppo di nuove forme di economia

e imprenditorialità». A partire da green economy e dal connubio cultura-turismo.

Il governatore Gian Mario Spacca delinea le traiettorie di sviluppo della regione

Francesca Druidi

Sul territorio e in Europa.Verso le Marche del futuro

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Gian Mario Spacca

MARCHE 2011 • DOSSIER • 39

Lo sguardo è già rivolto al2014 quando, con la presi-denza italiana dell’Ue, si po-trebbe giungere all’istitu-

zione ufficiale della macroregioneAdriatico-Ionica. L’assegnazione alleMarche, da parte del Comitato delleRegioni d’Europa, del compito d’il-lustrare la richiesta di parere, sanciscel’impegno della Regione, e del suopresidente Gian Mario Spacca, versoquesto obiettivo strategico: «Per noi lamacroregione – commenta il gover-natore – significa anche poter goderedi una linea preferenziale per accedereai grandi progetti dell’Unione euro-pea e avviare una concreta iniziativasul Mediterraneo». Ma le sfide, per laregione, non mancano nemmeno nelpresente.

Quali settori e interventi sonostati privilegiati nel bilancio 2011?«Il bilancio 2011 è il più duro nei 40anni di storia della Regione. Que-st’anno avremo dallo Stato un tagliodi risorse dell’80%, 170 milioni dieuro in meno sui 220 consueti: que-sto ha imposto scelte coraggiose. Ab-biamo deciso di concentrare i 50 mi-lioni residui su lavoro, politiche

sociali, sviluppo di nuove forme diimprenditorialità, green economy esull’asse cultura-turismo. Ma soprat-tutto sul lavoro, con la conferma delpacchetto anticrisi che, nel 2010, hariguardato 35mila lavoratori con am-mortizzatori sociali in deroga e fortimisure a sostegno delle imprese. In-fine, un’attenzione particolare è statarivolta al sociale, con lo stanziamentodi un fondo aggiuntivo compensativodei tagli nazionali».

In che misura le alluvioni po-trebbero frenare la ripresa?«L’eccezionale ondata di maltempoche si è abbattuta sulle Marche, pro-vocando purtroppo tre vittime, hacolpito oltre a persone e famiglie, an-che distretti industriali tra i più im-portanti in Italia, come quello dellecalzature, aziende agricole e attivitàartigianali. Un duro colpo per la no-stra economia, proprio in un mo-mento in cui i segnali di ripresa face-vano ben sperare. Dalla stimaeffettuata a tempi record dal sistemaregionale della protezione civile, idanni ammontano a 462,7 milioni dieuro. A questi occorre aggiungerel’agricoltura, per cui si profila un bi-

lancio altrettanto pesante. L’imme-diata dichiarazione dello stato diemergenza è stata fondamentale perpoter avviare da subito gli interventipiù urgenti. Ringraziamo il governoper aver immediatamente accolto lanostra richiesta. Ora, però, resta ilnodo dei fondi per la ricostruzione».

Come saranno stanziati?«La Regione ha espresso contrarietàad applicare la “tassa sulle disgrazie”,ovvero la norma del cosiddetto Mil-leproroghe interpretata da una cir-colare del presidente del Consigliodei ministri, con cui si vuole obbli-gare le Regioni a intervenire sui limitimassimi della fiscalità regionale persostenere i costi dei danni delle cala-mità. Una norma che presenta pro-blemi di interpretazione e fa gravaresulle spalle dei cittadini e delle im-prese, già duramente colpiti, i costidella ricostruzione, rendendo ancorapiù dura la rinascita. Questo non si-gnifica che vogliamo sottrarci alle no-stre responsabilità, ma occorre chequesta responsabilità sia condivisadallo Stato secondo un principio disolidarietà, che è alla base stessa dellaformale dichiarazione di emergenza».

Il presidente della

Regione Gian Mario

Spacca durante un

sopralluogo nelle zone

alluvionate

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40 • DOSSIER • MARCHE 2011

La Regione ha tutelato l’aspettooccupazionale. Quali segnali arri-vano oggi da questo fronte?«La tutela dell’occupazione, cosìcome il consolidamento del tessutoimprenditoriale, rappresentano i fo-cus che hanno guidato i nostri com-portamenti. Sono state numerose ediversificate le misure di difesa, moltoconcreta la strategia di resistenza: am-mortizzatori sociali in deroga, con-tratti di solidarietà, fondi di garanziaper le piccole imprese, benefici per lefamiglie dei lavoratori in difficoltà,azioni per l’innovazione e soprattuttoper l’internazionalizzazione. Misurereplicate, nonostante i pesanti taglialle risorse nazionali, anche con il bi-lancio regionale 2011 e che interes-seranno 25mila lavoratori, attivandocirca 500 milioni di euro di investi-menti. Il contesto generale resta an-cora difficile, ma nelle Marche, grazieanche a queste misure di sostegno al-l’occupazione e allo sviluppo messe incampo dalla Regione, il sistema hareagito e continua a farlo. I dati par-lano chiaro: nel secondo trimestre2010 le Marche sono la regione, traquelle a statuto ordinario, con il piùbasso tasso di disoccupazione, il 5,4%contro l’8,3% nazionale. Il numerodi occupati nel triennio di crisi è cre-sciuto da 656mila unità a 661mila,mentre a livello nazionale è sceso da23,5 a 23 milioni».

Come funzionerà la fondazione“Segretariato permanente dell’ini-ziativa adriatico-ionica onlus”,guardando all’obiettivo della ma-croregione?«La fondazione, alla quale la RegioneMarche partecipa con altri soggetti,

tra cui soprattutto il ministero degliAffari esteri, si pone l’obiettivo prio-ritario di lavorare per il riconosci-mento, da parte della Ue, della stra-tegia per la macroregioneAdriatico-Ionica. Una strategia in cuicrediamo molto e che vogliamo vi-vere da protagonisti attraverso la col-laborazione tra Stati, Regioni, uni-versità e territori. L’areaadriatico-ionica possiede tutti i re-quisiti per configurarsi come macro-regione omogenea, per la quale svi-luppare un approccio strategicofondato sulla convergenza di pro-blemi, opportunità e prospettive. Pernoi, la macroregione significa anchepoter godere di una linea preferen-ziale per accedere ai grandi progettidell’Unione europea e avviare unaconcreta iniziativa sul Mediterraneo».

Quali sono le sue prioritàd’azione? «Dobbiamo proseguire sulla strada

della valorizzazione del lavoro e dellosviluppo di nuove forme di economiae di imprenditorialità. Varare lanuova legge urbanistica e i nuovi re-golamenti edilizi e di programma-zione del territorio, che siano ingrado di interpretare i cambiamenticlimatici. Definire una strategia re-gionale per le “public utilities”. Nellungo termine, abbiamo lanciatodelle importanti sfide. La prima saràrealizzare entro il 2015 un prototipodi “Casa intelligente per la longevitàattiva”: un progetto “corale” di ri-cerca, conoscenza e investimenti chedovranno avere ricadute sulle piccolee medie imprese regionali in tutti isettori di attività. La seconda sfidasarà “Marche2020”, una mappa dellosviluppo delle conoscenze per avereuna vision della società e dell’econo-mia marchigiane tra 20 anni in basealla quale orientare la programma-zione dei prossimi anni».

L’area adriatico-ionica possiede i requisiti perconfigurarsi come macroregione omogenea,per la quale sviluppare un approcciostrategico fondato sulla convergenzadi problemi, opportunità e prospettive

L’ANALISI

Il governatore Spacca ai lavori del Comitato straordinario degli

alti funzionari dell’Iniziativa adriatico-ionica che si è svolto il 16

febbraio scorso in Regione

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 41

Francesco Massi Gentiloni Silveri, capogruppo del Pdl in consiglio regionale,

illustra la sua ricetta per favorire la ripresa: «Investiamo sulle nuove figure

professionali e puntiamo sulla riqualificazione. Necessario fare sistema anche a

livello amministrativo, il bravo sindaco non basta più»

Riccardo Casini

Razionalizzare e formare

La ripresa c’è, anche selenta e «a macchia di leo-pardo». È questo allora ilmomento per intervenire

e incentivarla, come sostiene Fran-cesco Massi Gentiloni Silveri, ca-pogruppo del Pdl in consiglio re-gionale, secondo il quale le prioritàdell’ente sono da una parte il con-tenimento della spesa pubblica in

ambito sanitario e dall’altra gli in-vestimenti sulla formazione, perimmettere sul mercato nuove fi-gure professionali maggiormenteaderenti alle necessità delle im-prese.

Quale momento vive la Re-gione a livello economico? Si re-gistrano segnali di ripresa?«Dai report e dagli indicatori in

nostro possesso possiamo desu-mere che una ripresa c’è, anche sea macchia di leopardo per quantoriguarda i settori produttivi. Alloro interno poi la ripresa riguardasoprattutto chi in questi anni hapuntato sulla qualità. C’è ancorauna crisi notevole per quanto con-cerne i piazzisti, soprattutto nelcomparto della pelletteria, dellecalzature e della moda, ma il datoche ancora ci preoccupa di più èrelativo all’occupazione, in parti-colare quella intellettuale, relativacioè a diplomati e laureati: la re-gione in proposito presenta l’indi-catore peggiore tra le regioni delCentro-Nord».

Quali sono oggi le priorità daseguire?«In questo momento sono due: te-nere sotto controllo e contenere laspesa pubblica della sanità, perchéè lì che si è originato il deficit. Su-perando le polemiche politiche,che pure avrebbero ragione di esi-stere, se ci sono meccanismi dicontrollo della spesa noi come op-posizione li stiamo sostenendo. Laseconda priorità, invece, è quelladi investire sulla formazione mi-rata. Oggi c’è richiesta di lavoro daparte delle aziende, ma si tratta di � �

Francesco Massi Gentiloni Silveri

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L’ANALISI

42 • DOSSIER • MARCHE 2011

lavoro sempre più specializzato,mentre il sistema formativo dellaRegione spesso non dà le risposteche servono all’impresa, dal mo-mento che la formazione offertanon è orientata alle nuove figure,che sono più poliedriche: nonserve più il ragioniere classico, maun ragioniere che conosce alla per-fezione lingue, informatica e si-stemi di controllo e gestione. Pur-troppo devo dire che qui siamoindietro».

Ma la Regione ha fatto abba-stanza per l’occupazione durantela crisi?«La strategia di emergenza e tam-ponamento, tramite l’uso degliammortizzatori sociali, ha funzio-nato. Ma è sulla riqualificazionedei lavoratori e sul loro ricolloca-mento sul mercato che bisognafare di più: nelle Marche così comein tutt’Italia, oggi solo un 4% dellaforza lavoro che trova occupazionepassa dai Centri per l’impiego re-gionali. È un po’ poco».

Condivide l’impegno del presi-dente Spacca per l’istituzione dellamacroregione Adriatico-Jonica?Quale sarà la sua importanza inprospettiva futura?«Sicuramente le Marche devonoguardare a una politica che includala frontiera dell’Adriatico e del-l’Est europeo, anche se lo stru-mento macroregione va ancora unpo’ consolidato: siamo ancora ai

piani alti della burocrazia, è ne-cessario scendere per coinvolgeread esempio gli imprenditori chedovrebbero essere i primi interes-sati».

Lei si è concentrato molto suitemi del commercio, relativa-mente ad esempio alle aperture fe-stive nelle località turistiche, e del-l’abuso di droga e alcol. Sonocause che ricevono oggi la giustaattenzione? In quali direzioni è ne-cessario procedere?«L’approccio burocratico e gene-ralizzato al settore del commercionon mi piace. Nelle Marche c’è

una situazione diversificata tra co-sta ed entroterra e tra i singoli Co-muni: applicare la stessa normativaa tutti i centri, anche a quelli pic-coli a vocazione turistica, e co-stringerli a chiudere nei giorni fe-stivi non ha senso. Purtroppo alcommercio regionale è stata datauna programmazione generalizzatache tiene conto dei grandi sistemiurbani, e non delle esigenze deipiccoli centri. Per quanto riguardainvece le politiche sulla droga, ilnostro sistema di protezione so-ciale, di intervento, di avvio allacomunità e di individuazione del-

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Al commercio regionale è stata data unaprogrammazione generalizzata che nontiene conto delle esigenze dei piccoli centri

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Francesco Massi Gentiloni Silveri

MARCHE 2011 • DOSSIER • 43

l’emarginazione e della devianzafunziona; ciò che funziona meno èl’aspetto della prevenzione, per ilquale ritengo sia necessario inve-stire sull’aiuto alle famiglie e sugliinterventi nelle scuole per infor-mare i giovani sui rischi che cor-rono. Nonostante l’abnegazione ditanti volontari, insegnanti e geni-tori, la Regione può fare di più».

Quali sono allora oggi le sfideprincipali per la Regione Marche?«Quella di oggi e dell’immediatofuturo è la riorganizzazione del si-stema scolastico e formativo: laRegione ha questi poteri di pro-

grammazione da 10 anni, ma ne èscarsamente consapevole. Noi delPdl in proposito abbiamo presen-tato una proposta di legge chepunta sulla certificazione degli isti-tuti scolastici per innalzare il li-vello dell’offerta dell’istruzione edella formazione. Ma la sfida piùurgente riguarda la definizione de-gli ambiti territoriali per la ge-stione dei servizi pubblici: il faresistema di cui tanto si parla non siattua se la Regione non definisce,in accordo con i Comuni, l’obbli-gatorietà della gestione comunedei servizi. La razionalizzazione dei

costi e l’ottimizzazione delle ri-sorse è indispensabile, e i seppurbravi sindaci che abbiamo nonsono più sufficienti a gestire tuttii servizi. Credo sia necessario divi-dere il milione e mezzo di abitantidelle Marche in una decina di am-biti, 15 al massimo, che possanogestire unitariamente tutti i ser-vizi pubblici dei Comuni, dagliscuolabus all’anagrafe, dall’ufficiotecnico allo sportello per il com-mercio. La Regione è l’ente dellaprogrammazione per antonoma-sia, e non può più rinviare questoimpegno».

In apertura,

Francesco Massi

Gentiloni Silveri,

presidente del Popolo

della Libertà in consiglio

regionale

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UNITÀ D’ITALIA

58 • DOSSIER • MARCHE 2011

«I giovani marchigiani devono potersi sentire parte di una storia,

fatta di uno straordinario patrimonio, di una grande lingua

e di una reale possibilità di un futuro comune».

È l’augurio dell’assessore alla Cultura Pietro Marcolini

Renata Gualtieri

La Regione Marche, nono-stante i tagli del governo,ha scelto il settore dellacultura come ambito stra-

tegico di diversificazione e inno-vazione dello sviluppo locale e aquesto fine ha aumentato le risorsededicate al settore. Ciò ha consen-tito alla Regione, come precisa l’as-sessore alla Cultura Pietro Marco-lini, di partecipare alle celebrazionidel 150° anniversario dell’Unitàd’Italia, aderendo alla mostra “Re-gioni e testimonianze d’Italia”, chesi aprirà a Roma il prossimo 31marzo e nella quale la Regione saràpresente con le esposizioni di ValleGiulia, dell’aeroporto di Roma edel Vittoriano, e al progetto dellePiccole Biennali promosso dallaBiennale di Venezia, incentrato sulvalore del made in Italy e che avrànelle Marche due poli espositivi, adUrbino presso il Palazzo Ducale ead Ancona alla Mole Vanvitelliana.Prevista poi la partecipazione al Sa-lone del libro di Torino, que-st’anno dedicato significativamenteai 150 anni dell’Unità, «sostenendo

le numerose iniziative rievocative edi qualità che animano il territorioregionale».

Perché è importante partecipareai progetti indicati e quale il ri-torno in termini di immagine isti-tuzionale che ne può derivare?«Lo riteniamo doveroso da un latoe, dall’altro, contiamo di affermarecon queste e con altre azioni l’im-magine di una regione che sta af-frontando a testa alta la crisi e hada proporre un modo di essere e difare, che ha consentito nel tempodi costruire uno sviluppo che nonha perso mai di vista la qualitàdella vita, la tutela del paesaggio edelle sue bellezze storico-artistiche.Nel passaggio delicato in cuisiamo, vogliamo rinnovare questache è la cifra del modello marchi-giano e pensiamo che la cultura,intesa come fattore trasversale dicrescita e come tracciante dell’in-novazione, possa essere lievito diprogresso civile, ma anche di ric-chezza, reddito, occupazione enuova economia. Su questi temiincentreremo il Forum regionale

per la cultura del prossimo 8 e 9aprile, dove abbiamo invitato im-portanti personalità del mondodella cultura e dell’economia a di-scutere sul tema della cultura comerisorsa e come valore».

Quale percorso espositivo verràprivilegiato?«Nell’ambito della mostra “Regionie testimonianze d’Italia”, di pros-sima inaugurazione, punteremosulle personalità di grandi marchi-giani come il musicista Gioacchino

Cultura, fattore di crescitae di innovazione

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Pietro Marcolini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 59

Rossini, le figure risorgimentali diDiomede Pantaleoni, Terenzio Ma-miani della Rovere, Luigi Mercan-tini, artisti come Francesco Pode-sti, Osvaldo Licini, Gino DeDominicis, Eliseo Mattiacci,grandi innovatori come EnricoMattei e Maria Montessori, archi-tetti come Carlo de Carlo e Naz-zareno Petrini. Ad essi uniremo laqualità delle produzioni marchi-giane, tradizionali e non, la ric-chezza dei nostri teatri storici, cheerano già ben 113 nel 1868, lagran parte dei quali attivi tutt’oggi,tra cui lo Sferisterio di Maceratacon la sua stagione lirica e la rasse-gna di musica d’autore Musicul-tura. Infine, assoceremo a tutto ciò

le direttrici di sviluppo futuro dellanostra regione, in particolare sullaricerca e innovazione, sull’econo-mia verde e sul connubio cultura-ambiente-turismo».

Quali sono le iniziative più im-portanti in ambito regionale cheproseguiranno nel corso del 2011?«Nei prossimi mesi prenderanno ilvia altre iniziative come il progetto“Museo Palcoscenico Marche”,una serie di appuntamenti teatralidedicati ai musei delle Marche eche si svolgeranno nelle dodici sedimuseali sorte all’indomani del-l’unità del paese; poi si sta orga-nizzando un Open day delle bi-blioteche e degli archivi conesposizione di libri e documenti

In apertura, il Palazzo Ducale

di Urbino e in basso Maria

Montessori. In questa pagina

dall’alto un ritratto di

Gioacchino Rossini e sotto la

Mole Vanvitelliana di Ancona.

Sotto, Pietro Marcolini

La mostra “Regioni etestimonianze d’Italia”punterà sui grandimarchigiani comeGioacchino Rossini

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60 • DOSSIER • MARCHE 2011

inerenti il tema dell’Unità d’Italia;infine, riproporremo anche que-st’anno il “grand tour dei musei”,previsto per i prossimi 14 e15 mag-gio, in concomitanza con la gior-nata internazionale dei musei e conla notte dei musei d’Europa, dedi-cato al tema della memoria. Ma il2011 sarà per le Marche anchel’occasione per una forte proie-zione estera nell’ambito dell’annodell’amicizia tra Italia e Russia. De-dicheremo, infatti, un evento par-ticolare a due grandi figure forte-mente legate alla storia delleproprie nazioni, ma anche all’ideadi un messaggio artistico e umanouniversale, Giacomo Leopardi eLeone Tolstoj».

Cosa significa, oggi, celebrarel’Unità d’Italia?«Credo che più di tutto significhiritrovare le ragioni profonde delnostro stare insieme come comu-nità nazionale. Si parla molto dellaperdita di ruolo degli Stati nell’eradella globalizzazione e di un’Eu-

ropa che stenta a svolgere il ruoloper il quale è nata; in più abbiamoproblemi interni come ad esempioil divario sempre maggiore traNord e Sud del paese, che un ridi-segno federalista non adeguata-mente ponderato rischia di rendereirrecuperabile. Il 150esimo deveessere, dunque, il momento per ri-cordare il sacrificio che è costatal’unità della nazione italiana, maanche l’occasione per tematizzareuna riflessione critica sul percorsodella giovane democrazia italiana eguardare al futuro denso di sfideche abbiamo di fronte. Una sututte: immaginare cosa dovrà es-sere questo paese oltre la crisi equale peso avrà in un mondo checontinua a correre».

Sapranno le nuove generazionicogliere il senso profondo di ciòche le popolazioni marchigianehanno fatto per dare Unità alPaese?«È l’augurio più grande che pos-siamo farci. Quei giovani che fe-

cero l’Italia unita hanno ancoramolto da dire ai nostri giovani.Pensiamo all’effetto che hannoavuto i venti minuti di RobertoBenigni a Sanremo di fronte a 19milioni d’italiani e l’interesse cheegli è riuscito a suscitare per que-ste celebrazioni ben oltre la ritua-lità che inevitabilmente le avrebbecontraddistinte. Pensiamo all’im-pegno eccezionale del Capo delloStato per riattualizzare in questacircostanza un messaggio di coe-sione, di unità, di fiducia senza ilquale è difficile pensare di affron-tare il futuro. I giovani marchi-giani devono potersi sentire partedi una storia, fatta di uno straor-dinario patrimonio, di una grandelingua, ma anche della reale pos-sibilità di un futuro comune.Come ha detto recentemente Giu-liano Amato: “Nei momenti in cuil’Italia ha saputo esprimere un fu-turo, i giovani sono stati in primafila”. È tempo che ciò avvenga dinuovo».

� �Quando l’Italia ha saputo esprimere unfuturo, i giovani sono stati in prima fila

Qui sotto Giuliano Amato

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UNITÀ D’ITALIA

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Nelle Marche, così comein altre regioni, riper-correre le tappe chehanno condotto al-

l’unità nazionale è un buon punto dipartenza per rafforzare l’identità delPaese, frutto di realtà differenti «ap-prodate, seppure forzatamente, a unasola nazione sotto un’unica ban-diera». A distanza di 150 anni, il sin-daco di Caselfidardo Mirco Sopraniritiene che sia giunto il momento disvelare le situazioni che sono statenascoste per non turbare il lento pro-cesso unitario, «nella convinzioneche non siamo tutti uguali, che ilnord è diverso dal centro e dal suddel paese. Ma proprio queste diffe-renze rappresentano la nostra ric-chezza, da valorizzare e da condivi-dere tra tutti gli italiani». Tante leiniziative previste dal comune anco-netano per rafforzare l’identità delleregioni e il senso unitario dello Stato.

Cosa sanno i giovani di quel cheaccadde a Castelfidardo? E come èpossibile mantenere la memoriastorica nelle future generazioni?«A livello nazionale temo che i gio-vani non conoscano l’importanzadella battaglia di Castelfidardo per il

Risorgimento, ormai non viene nep-pure citata nei libri di scuola. Glistudenti locali invece ne hanno co-scienza in virtù delle testimonianzestorico-risorgimentali del nostro ter-ritorio e grazie a un’opera di sensibi-lizzazione costante che dura orami damolti anni, intrapresa dagli istitutiscolastici in sinergia con la fonda-zione Ferretti, il centro di educa-zione ambientale regionale “Selva diCastelfidardo”, la sezione locale diItalia Nostra e il Civico Museo delRisorgimento di Castelfidardo. Lamemoria viene mantenuta viva at-traverso progetti educativi mirati,realizzati grazie alla collaborazionedegli enti sopracitati, con iniziative e

manifestazioni didattico-divulgativevolte a valorizzare e salvaguardare ilnostro patrimonio».

Come si è ricordata la vittoria diCastelfidardo?«Oltre alle pubblicazioni storiografi-che che rimarranno nel tempo, al-l’allestimento di mostre e alla sfilatadel 18 settembre scorso con costumid’epoca, è stato organizzato un con-vegno internazionale con studiosiprovenienti da quei Paesi da cui par-tirono per arruolarsi e difendere loStato pontificio i “mercenari” diFrancia, Spagna, Belgio, Inghilterra eAustria: si è rovesciata l’ottica adot-tando la prospettiva dei “vinti”. Egli esiti del convegno hanno confer-

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Iil sindaco di Castelfidardo Mirco Soprani. A seguire, un’immagine scattata in occasione delle celebrazioni

ufficiali del 150° anniversario della Battaglia di Castelfidardo, il 18 settembre 2010

UNITÀ D’ITALIA

Uniti sotto una sola bandieraProseguiranno per tutto il 2011 le attività collegate alle celebrazioni

per l’Unità nazionale con l’obiettivo di «tramandare il patrimonio

storico e ambientale dei luoghi della battaglia di Castelfidardo».

Il sindaco Mirco Soprani illustra come la cittadina vivrà gli eventi

Renata Gualtieri

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Mirco Soprani

MARCHE 2011 • DOSSIER • 63

mato come il fatto d’armi di Castel-fidardo balzò subito all’attenzionedelle cancellerie europee non tantoper la conta dei caduti quanto per ilsignificato di quell’evento nel risor-gimento italiano ed europeo. Il ca-lendario delle manifestazioni ha pre-visto serate culturali a tema, mostre,stampa di pubblicazioni divulgative,visite guidate di approfondimento,rievocazione storica della battaglia,iniziative didattiche che hanno vi-sto il coinvolgimento delle scuole,conferenze pubbliche con studiosinazionali e internazionali, il corteoistituzionale e restauri dei monu-menti più significativi».

Dopo il 17 marzo, continue-ranno a Castelfidardo le attività le-gate al 150° anniversario del-l’Unità d’Italia?«Abbiamo iniziato lo scorso anno eproseguiremo per tutto il 2011 convisite guidate all’interno della prei-storica Selva di Castelfidardo, unodei luoghi della battaglia, zona Siccomunitaria e area floristica pro-tetta regionale. Gli studenti dellarete scolastica nazionale di “Colo-riamo il nostro futuro” analizze-ranno il connubio tra storia e am-

biente naturale. Si svolgerà poi la se-conda edizione di “Due ruote perl’Unità d’Italia”, una simpaticaescursione in mountain bike trastradine e case di campagna che vi-dero lo scontro tra piemontesi epontifici con lo scopo di predisporrela realizzazione di una pista ciclabilestorica nell’area del battaglia. Tra lealtre attività, la mostra itinerantesulla guerra d’Italia tratta dalla ri-stampa dell’atlante storico icono-grafico di Gustavo Strafforello del1864. Stiamo proponendo un pro-gramma imperniato su “notti trico-lori”, visite guidate nei luoghi dellabattaglia e al Museo del Risorgi-mento, attività, laboratori e recitalnelle scuole di ogni ordine e grado.Il nostro Comune ha poi ottenutol’assegnazione di una tappa del Girod’Italia di ciclismo che ripercorreun itinerario risorgimentale. As-sieme a Orvieto siamo l’unica cittàsede di arrivo (il 18 maggio) e di ri-partenza (19 maggio) della carovanarosa».

Quali obiettivi sono alla basedella creazione del Parco storicoregionale delle battaglie di Tolen-tino e Castelfidardo?

«L’intento è quello di creare nuoveopportunità culturali e di salvaguar-dia delle testimonianze storiche eambientali afferenti alle aree delledue battaglie che nelle Marche se-gnano l’inizio e la fine del processounitario nazionale. La legge 5 delfebbraio 2010 non crea ancora ilparco storico, ma ha il grande meritodi aver creato un contenitore legisla-tivo che pone le basi per una tutelaampia dei luoghi di battaglia e dà glistrumenti per attività culturali edeconomiche che saranno il viaticoper la costituzione del parco storico».

Un gemellaggio culturale tra To-lentino e Castelfidardo darà piùforza al patrimonio storico?«La sinergia tra l’area storica di To-lentino e quella di Castelfidardo a ca-vallo delle province di Ancona e Ma-cerata, sarà sicuramente una grossaopportunità per meglio valorizzaretutto il percorso risorgimentale mar-chigiano. Inoltre, la possibilità dicreare un unico ente di gestione deimonumenti, dei musei e delle variemanifestazioni, potrà cerare nuoveopportunità culturali ed economicheper un turismo più sostenibile utile inquesti momenti di crisi economica».

Stiamo proponendoil programma “nottitricolori” con visiteguidate nei luoghidella battaglia

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POLITICA

Alla riconquistadelle MarcheLo sganciamento degli alleati centristi lascia in bilico i dati elettorali

del centrodestra. Ma il coordinatore regionale Remigio Ceroni è

fiducioso: «Credo che confermeremo ciò che abbiamo già

conquistato e guadagneremo ulteriore terreno». E promette la

riduzione degli sprechi di denaro pubblico

Michela Evangelisti

Le amministrative di pri-mavera richiamerannoalle urne 29 comuni euna provincia, quella di

Macerata, attualmente commissa-riata. In seguito all’annullamentodelle elezioni del giugno 2009 daparte del Consiglio di Stato per unricorso presentato dalla lista localeLega Autonomie Municipali, ilpresidente della provincia di Ma-cerata, il pidiellino Franco Cap-poni, eletto con il 51,31% dei con-sensi al primo turno, è stato infattirimosso dal suo incarico e al suoposto si è temporaneamente inse-diato il commissario prefettizioSandro Calvosa. La provincia diMacerata e i tre comuni sopra i15.000 abitanti (Fermo, San Be-nedetto del Tronto e Castelfidardo)rappresentano i terreni caldi suiquali si giocherà per la coalizionedi centrodestra la partita più im-portante, come rivela il coordina-tore regionale del Popolo della Li-bertà, Remigio Ceroni.

Come procede la marcia di avvi-cinamento del Pdl alle prossime

elezioni amministrative nelle Mar-che? «Nelle Marche c’è forte attesa peril comportamento dell’Udc, cheprevedo sceglierà una condotta inlinea con le dinamiche nazionali econ le strategie già messe in campoa livello di governo della Regione.A Fermo, Fano e Civitanova Mar-che l’Unione di Centro è all’am-ministrazione insieme al centro-destra, ma in realtà l’intenzionegenerale è quella di portare a com-pimento l’impegno assunto perpoi sganciarsi e presentarsi alleprossime elezioni in solitaria. Lìdove possiamo contare una leggeramaggioranza lo facciamo grazie al-l’Udc: in questi casi, una voltapersa l’alleanza dei centristi, man-tenere il terreno non sarà facile.Ci tengo a precisare poi che quelladell’Udc non è una scelta di terzopolo: l’obiettivo finale è favorire ilcentrosinistra. Ma sono comun-que ottimista sulle nostre poten-zialità; possiamo puntare ugual-mente a raggiungere l’obiettivo,anche senza l’Udc - come abbiamo

66 • DOSSIER • MARCHE 2011

Remigio Ceroni, coordinatore Pdl delle Marche

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Remigio Ceroni

MARCHE 2011 • DOSSIER • 67

fatto ad Ascoli Piceno, in partico-lare a Fermo e San Benedetto, oltrealla Provincia di Macerata, le realtàalle quali teniamo maggiormente».

Macerata esce da un periodo ditransizione: quali dovranno esserele priorità dell’azione amministra-tiva del vostro candidato?«Per Macerata noi ricandidiamoFranco Capponi, che aveva battutoSilenzi, il presidente uscente, dueanni fa, e che aveva già intrapresoun’azione di amministrazione innetta controtendenza rispetto aquella precedente: in sostanza pocapropaganda, poca immagine emolte azioni concrete. Quandoperò si prendono in mano un Co-mune o una Provincia ammini-strati dalla sinistra occorre tempoper riparare i guasti e in solo un

anno e mezzo di governo nonsiamo riusciti a dimostrare il valoredelle nostre proposte e dell’azionepolitica conseguente, ostacolati an-che dalle ristrettezze economiche edai debiti da arginare. Ma sonocerto che in cinque anni saremmostati capaci di rinnovare profonda-mente il territorio e di determi-narne il rilancio».

Per Fermo, invece, sembra chevogliate puntare su un voltonuovo, quello di Ester Rutili.«Abbiamo deciso di investire suuna professionista, giovane, presi-dente dell’ordine degli ingegneri.Potrebbe essere la prima donna sin-daco di Fermo, una provincia nellaquale comunque già si fa largo lapolitica in rosa: tre dei cinque rap-presentanti in consiglio regionale

sono donne. Questa è la direzionenella quale vogliamo andare».

Quali sono, in generale, le vo-stre previsioni?«Siamo fiduciosi, credo che con-fermeremo ciò che abbiamo giàconquistato e guadagneremo ulte-riore terreno. Non tutti lo sanno,ma in realtà le Marche non sareb-bero una regione di sinistra, o al-meno non lo erano fino alla di-sfatta del 1995. In quell’anno, perun insieme di cause, perdemmo laregione e tutte e 4 le province; unvero ribaltamento, che trasformò leMarche nella regione più rossad’Italia. Il Comune di Rapagnano,di cui ero e ancora sono sindaco,rimase l’unico di centro destra su246. Da lì abbiamo iniziato a la-vorare per la rimonta e oggi, se

Per Macerataricandidiamo FrancoCapponi, capace diun’azione amministrativaall’insegna dellaconcretezza

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non ci fosse stato questo ritornoalle urne per Macerata, avremmogià riconquistato 2 province; am-ministriamo una sessantina di co-muni su 239 (nel frattempo 7 sonopassati all’Emilia Romagna) e cittàanche importanti, come Ascoli,Fermo, Porto San Giorgio, Civita-nova, Fano e Falconara, nella rossaprovincia di Ancona; in tutti que-sti casi siamo al governo insieme al-l’Udc, ad esclusione di Ascoli, maora l’Udc, che rappresenta il veroago della bilancia politica, si stasganciando e questo ci mette indifficoltà, lasciando i nostri datielettorali in bilico. Alle regionaliabbiamo perso clamorosamente;

fino alle europee eravamo sul 50 e50 ma poi il presidente Spacca,grazie a continui collegamenti tra-sversali con l’Udc, ci ha portatovia un’appendice importante pro-prio quando stavamo per raggiun-gere il traguardo».

Quali sono al momento le prin-cipali problematiche alle quali farfronte?«La Regione negli ultimi anni hasprecato denaro pubblico in quan-tità, alimentando spese inutili eclientelismo. Ha consumato la ric-chezza accumulata da generazionidi marchigiani fino ad arrivare allanecessità di imporre una tassa-zione aggiuntiva, in alcuni periodi

anche al di sopra del consentitoper legge, tant’è che i cittadinihanno dovuto fare ricorso allaCorte costituzionale per illegitti-mità della norma (il giorno primadella discussione hanno abrogatola norma, quindi è caduto il mo-tivo del contendere). Queste di-namiche hanno indebolito forte-mente il sistema produttivomarchigiano, che ha trovato più dialtri enormi difficoltà a compe-tere sui mercati internazionali nonavendo avuto risorse per promuo-vere innovazione, ricerca e inter-nazionalizzazione. I parametri chemisurano la crisi rivelano nelleMarche una situazione più pe-sante che nelle altre regioni d’Ita-lia».

Quali saranno quindi le politi-che che il Pdl metterà in campoper il rilancio della regione?«La parola d’ordine è razionaliz-zare la spesa, partendo dalla ridu-zione degli sprechi che caratteriz-zano il servizio sanitario regionale.Con 23.000 dipendenti, 17aziende sanitarie e 37 ospedali an-cora aperti il nostro sistema sani-tario rappresenta un pozzo senzafondo, nel quale imperversano du-plicazioni, sovrapposizioni e costiesorbitanti, insopportabili per laregione Marche».

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68 • DOSSIER • MARCHE 2011

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La parola d’ordine èrazionalizzare la spesa,partendo dal serviziosanitario regionale

POLITICA

Page 49: Dossier MArche 03 2011

Palmiro Ucchielli

MARCHE 2011 • DOSSIER • 69

Nel 150esimo del-l’Unità d’Italia sitratta, oggi come al-lora, di decidere quale

Stato e quale regione si deside-rano. Riforma dell’ordinamentoistituzionale, riforma delle com-

petenze, riordino e semplifica-zione dei poteri decentrati (regio-nali e locali), sussidiarietà nellemodalità d’intervento e certezzadelle risorse, sono i cardini di unaproposta organica e coerente checoinvolge tutti i livelli e della

quale si è discusso nel corso del-l’assemblea regionale aperta delPd tenutasi qualche giorno fa adAncona. «Anche nella nostra re-gione, così come per il centro Ita-lia e l’Europa, diverse sono le par-tite su cui si gioca la nostracapacità di semplificare, moder-nizzare, rafforzare la coesione so-ciale e territoriale» sostiene Pal-miro Ucchielli, segretario delPartito Democratico nelle Mar-che.

Quali necessità e quali sfide sonoemerse nel corso dell’assemblea? «Bisogna soprattutto puntare sullavoro, che è la questione cen-trale, la più sentita dai cittadini;c’è forte coesione a questo propo-sito all’interno del centro sinistracosì come sulla necessità di ag-giornare le nostre strategie rivol-gendoci a un’area più vasta diquella regionale, ovvero a tutto ilcentro Italia, soprattutto in vista � �

Unità della coalizione e lavoro.

Sono i concetti ricorrenti nelle

parole di Palmiro Ucchielli.

«Stiamo lavorando per

costruire un’alleanza il più

possibile ampia, che vada

dall'Udc a Sinistra ecologia e

libertà»

Michela Evangelisti

Rinnovamento e coesione

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70 • DOSSIER • MARCHE 2011

della programmazione europea2013-2020. Guardiamo al futurocon grande speranza; abbiamofatto una buona esperienza di po-litiche sociali e di tutela dei lavo-ratori e delle lavoratrici anche inquesto periodo di crisi, che ha vi-sto nascere un fronte comune adunire Regione, Province, Comunie Camere di Commercio: il risul-tato è stato che sul nostro territo-rio si è retta la crisi un po’ meglioche altrove».

Quali sono gli interventi di cui ilterritorio ha urgentemente bisogno?«L’aggiornamento dei servizi pub-blici locali, la programmazione ur-banistica, il riordino del sistema so-cio sanitario e il programmapluriennale degli investimenti. In-tendiamo poi puntare molto sullenuove generazioni e sulle donne,quindi su un forte rinnovamentodei gruppi dirigenti oltre che dellepolitiche».

Come procede la marcia di avvi-cinamento del Pd alle prossimeelezioni amministrative? Quali

previsioni si sente di formulare?«Stiamo lavorando per costruireuna coalizione che vada dall’Udc aSinistra ecologia e libertà; la for-mula è la stessa che abbiamo spe-rimentato per la Regione e che haportato a 13 punti e mezzo discarto tra centrosinistra e centro-destra. Non sottovaluto mai gliavversari, ma posso dire che pun-tiamo come Pd e come centrosi-nistra a riprenderci Macerata, lacittà di Fermo (ora capoluogo diProvincia), governata dal centro-destra, e a confermare San Bene-detto; queste sono le tre realtà piùsignificative, anche se, visto che sivota in 29 Comuni, la situazionenon è ancora ben definita ovun-que. Vorremmo tornare a gover-nare a Castelfidardo e stiamo la-vorando su Loreto: la nostrastrategia è ovunque quella di co-struire una formula più larga pos-sibile per avere un buon risultato.Bisogna sottrarre sempre gli al-leati all’avversario: mi pare che ilcentrodestra, ovvero Pdl e Lega,

abbiano più problemi, perché ilFli va per conto proprio e l’Udc,nella maggior parte dei casi, siunisce a noi o corre da sola. Ab-biamo buone possibilità ma nonbisogna pronunciarsi».

Non avete oggi ancora designatoun candidato per le amministrativenella provincia di Macerata.«Su Macerata stiamo valutando.È possibile anche che verrà pro-posto un candidato Udc, noi ab-biamo dato la disponibilità e c’èvolontà di convergere anche daparte di tutta quella coalizione chegià governa la Regione».

Nella Brambatti e Giovanni Ga-spari sono i candidati da voi ap-poggiati per Fermo e San Bene-detto. Quali caratteristiche lirendono idonei al governo del ter-ritorio?«La serietà, l’onestà e la stabilità nelrapporto con i cittadini; il primopunto di riferimento dell’azione delgoverno deve essere infatti proprioquello di un contatto quotidiano e co-stante con la gente».

In apertura, Palmiro Ucchielli,

segretario del Partito Democratico

nelle Marche;

sotto, Nella Brambatti

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I nostri candidati Brambatti eGaspari si distinguono per serietà,onestà e soprattutto stabilità nelrapporto con i cittadini

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POLITICA

Page 51: Dossier MArche 03 2011
Page 52: Dossier MArche 03 2011

POLITICA

72 • DOSSIER • MARCHE 2011

Sostenere i Comuni aiutandoli a fare rete: questo uno dei punti chiave

del programma con il quale la destra si presenta alle amministrative in Provincia.

Il coordinatore Mario Lattanzi crede molto «nel lavoro che è stato svolto

sul territorio maceratese, dove oggi il Pdl è un partito ben radicato»

Michela Evangelisti

Èstata unanime la deci-sione del Pdl di ricandi-dare Franco Capponi,presidente uscente, al

governo della provincia di Mace-rata. È lui l’uomo giusto per ri-sollevare le sorti di un territoriosul quale la crisi economica hapicchiato duro e cha ha bisognodi azioni concrete di rilancio. «Lasua esperienza è finita per unasentenza che coinvolgeva una li-sta, tra l’altro di sinistra, non am-messa alle elezioni provinciali pererrori di trascrizione – spiega ilcoordinatore provinciale Pdl, Ma-rio Lattanzi –. Non c’era motivoquindi, data la sua disponibilità,per non rinnovargli la nostra fi-ducia e per non dargli la possibi-lità di portare a compimentol’azione governativa intrapresa».

Con quale programma vi pre-parate alla campagna elettorale?«Riproponiamo il programma diun anno e mezzo fa, indirizzatoverso tre obiettivi fondamentali.Innanzitutto miriamo a creare unacollaborazione con i Comuni e asupportarli, soprattutto in un mo-mento come questo in cui si tro-vano in forte difficoltà per i patti

di stabilità da rispettare con i bi-lanci; per le realtà comunali ècomplicato mettersi in rete se nonc’è un soggetto che li guida, e sitratta di una funzione che la Pro-vincia può perfettamente svolgere.In secondo luogo vogliamo offriresostegno alle imprese e al lavoro;nel maceratese è forte il compartodella pelletteria-calzoleria, che almomento, per i problemi a tuttinoti della concorrenza e dell’altocosto della qualità, sta attraver-sando un momento buio. Già nel-l’anno in cui il Pdl è stato al go-verno sono stati resi disponibilipiù di 2 milioni di partecipazioni

dai confidi per il finanziamentoalle imprese e anche per aiutare igiovani a entrare nel mondo dellavoro. Infine vogliamo rilanciareil turismo facendo valere le nostrepeculiarità, come la presenza delmare e della montagna a distanzadi pochi chilometri l’uno dall’al-tra».

L’emergenza povertà e redditoinsufficiente interessa in pro-vincia sempre più famiglie e sin-goli: come pensa di muoversi ilPdl in caso di vittoria delle ele-zioni?«Il problema delle famiglie è le-gato a quello del lavoro: molte at-

La priorità a famiglie e imprese

Page 53: Dossier MArche 03 2011

tività hanno chiuso o hanno sceltola cassa integrazione. Il Pdl si èmosso molto già nell’anno emezzo di governo Capponi e lofarà anche adesso per il sostegno alreddito e alla cassa integrazionedove necessario, nelle competenzee nelle possibilità di un ente comela provincia. Speriamo comunquein un’inversione di tendenza, inuna ripresa delle attività artigia-nali e industriali e nel conseguenteaumento delle opportunità di la-voro. Anche gli enti locali stannolavorando con determinazione inquesta direzione».

Dalle elezioni del 2009, poiannullate, ad oggi, come sonocambiati gli equilibri politici e

gli orientamenti degli elettori? «Innanzitutto bisogna vederecome la questione provinciale èstata vissuta e compresa dall’elet-torato: non tutti sanno esatta-mente come sono andare le cose(le sentenze vanno e vengono e cisono stati diversi pronuncia-menti), anche se mi pare che pro-gressivamente si stiano compren-dendo le motivazioni di quanto èavvenuto. Ciò che sta accadendo alivello nazionale poi un po’ pesa,determinando un condiziona-mento non necessariamente nega-tivo, in certi casi addirittura posi-tivo. Bisogna infine prendere inconsiderazione la questione dellecoalizioni; negli anni scorsi pote-

vamo contare sull’alleanza conl’Udc, che ora, al 99%, anche allaluce delle vicende che si sono ve-rificate a livello di governo regio-nale, non ci rinnoverà il suo ap-poggio. Questo ovviamentepeserà».

Quindi che previsioni si sentedi formulare?«Penso che alla fine varrà moltoanche la fiducia degli elettori nelcandidato, Capponi, che nel 2009vinse al primo turno contro il can-didato uscente di sinistra, in unoscontro quindi per nulla alla pari.Credo molto anche nel lavoro cheè stato svolto nella provincia diMacerata, dove oggi il Pdl è unpartito ben radicato».

Mario Lattanzi

MARCHE 2011 • DOSSIER • 73

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I nostri obiettivi principali sono dare sostegnoalle imprese e al lavoro e rilanciare il turismo,puntando sulle peculiarità del territorio

Mario Lattanzi, coordinatore

Pdl nella provincia di

Macerata

Page 54: Dossier MArche 03 2011

Le amministrative nella pro-vincia di Macerata si avvi-cinano e la scadenza del 15maggio dà avvio alla com-

plessa macchina elettorale; il primoadempimento è previsto per il 31marzo, giorno in cui dovrà essere af-fisso in tutti i Comuni il manifestoche rende nota ai cittadini la “con-vocazione dei comizi”. Nonostantele elezioni si avvicinino a grandipassi il centrosinistra, a oggi, non haancora designato il pro-prio candidato. Questotergiversare sta comin-ciando a suscitare mal-contento, anche perchéal momento il territoriosoffre di problemi di notevole por-tata, cominciando dall’emergenzacausata, nei giorni scorsi, da unadevastante alluvione, passando perla gravissima situazione economicae occupazionale. «Il mandato cheho ricevuto dall’assemblea del par-tito è quello di costituire una coali-zione il più possibile ampia, che ab-bracci l’Udc e le forze progressiste digoverno, Sinistra ecologia e libertàinnanzitutto, – spiega il segretarioPd nella provincia di Macerata, Ro-berto Broccolo –. Sto cercando diportare avanti in maniera piuttostoarticolata questo obiettivo. Unavolta costituita questa estesa coali-

74 • DOSSIER • MARCHE 2011

Roberto Broccolo sta

lavorando per costituire una

coalizione che permetta alle

forze del centrosinistra di

conquistare la Provincia al

primo turno. Le questioni

prioritarie da affrontare in caso

di vittoria? La gestione del

territorio e le politiche per

lavoro e formazione

Michela Evangelisti

POLITICA

Un’alleanza in costruzione

Page 55: Dossier MArche 03 2011

Roberto Broccolo

MARCHE 2011 • DOSSIER • 75

zione sicuramente riusciremo a tro-vare quella convergenza che ci por-terà a individuare il candidato ca-pace di rappresentare al meglio leforze politiche alternative al centro-destra».

Sembra che l’Udc sia l’ago dellabilancia di entrambi gli schiera-menti: è ipotizzabile da parte vo-stra un’alleanza? «L’Udc da qualche giorno sta ma-nifestando una certa disponibilità asedersi intorno a un tavolo per di-scutere insieme alle altre forze poli-tiche e per condividere un pro-gramma; al momento sta portandoavanti anche a livello regionale eprovinciale, concordemente alla li-nea politica nazionale, un’altra stra-tegia politica. Da parte nostra nonc’è nessuna preclusione ad allearcicon i centristi ma riteniamo indi-spensabile, insieme all’Udc stessa,lavorare anche sulle forze progressi-ste di governo, perché le ritentiamoindispensabili per costituire unacoalizione forte, che possa vincere alprimo turno le elezioni».

Con quale programma il Pd siprepara alle elezioni?«Sicuramente i problemi ambien-tali necessitano di immediata atten-zione: la gestione del territorio e deirifiuti è la prima tematica che do-vremmo affrontare, perché rappre-

senta una vera e propria emergenzaper la nostra provincia. Ad esempiosarà opportuno discutere senza in-dugi la realizzazione della discaricapubblica di Cingoli. In secondoluogo ci occuperemo delle tematichedel lavoro e della formazione, fon-damentali per creare e mantenere lacoesione sociale, ovviamente perquanto concerne le competenze pro-prie della provincia».

Quali interventi prevedete sulfronte lavoro?«Sicuramente manterremo i soste-gni per coloro che sono momenta-neamente inoccupati o disoccupati,e poi ci concentreremo molto sullaformazione. Per favorire lo sviluppodel tessuto economico locale è in-fatti importante che gli imprendi-tori possano avere a disposizionepersonale formato su quelle chesono le reali necessità del mondodel lavoro della nostra provincia».

La Provincia è attualmentecommissariata, in seguito all’an-nullamento delle elezioni del2009, che avevano visto vincitoreil candidato del centrodestra. Ilcentrosinistra può realmente pun-tare alla conquista della Provin-cia?«Sicuramente stiamo cercando dilavorare per raggiungere al primoturno questo obiettivo».

� �La gestione del territorio e dei rifiuti è laprima tematica che dovremmo affrontare

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Il Cesma, fondato dal profes-sor Armando Mazzoni, èsorto a Roma 25 anni fa e ne-gli anni ha svolto molteplici

attività culturali, in sede e fuori. Ilfiore all’occhiello delle manifesta-zioni del Cesma è rappresentato,però, dall’annuale cerimonia delpremio “Marchigiano dell’anno”ora giunta alla ventiseiesima edi-zione, nella quale vengono pre-miati, con la consegna del “Picusdel Ver Sacrum”, i marchigiani che

si sono distinti nei vari settori diattività sociali, culturali e impren-ditoriali; ciò con l’intento di dareun grandioso e meritato, lustro alla“marchigianità”. Tutte storiemolto diverse, ma accomunate dal-l’amore dei protagonisti per la loroterra. Potrebbe sembrare stranoconsegnare questo premio proprionella Capitale ma è qui che vi ri-siedono stabilmente circa 700.000marchigiani, che hanno secondecase o filiali delle loro aziende.

Roma, dunque, come punto di ri-ferimento quasi da considerare lapiù grande provincia marchigiana.I valori del premio e le attività delCesma, nelle parole del suo presi-dente onorario, Fernando Aiuti.

Come è cambiato il Cesma dallasua nascita a oggi?«Rispetto al passato è molto piùconcreto e realizza progetti impor-tanti di informazione, prevenzionee solidarietà sul territorio in varisettori della vita sociale, specie di-

retti ai giovani e in ambitoscolastico. Sono anche daricordare le iniziative diborse di studio per gli stu-denti e i congressi di ag-giornamento scientifico».Il premio Marchigiani

dell’anno è giunto nel2010 alla XXV edizione.Quali sono i valori chedeve avere chi ricevere il ri-conoscimento? «I valori che ha avuto e chedovrà avere sono sempre glistessi: riconoscere e pre-miare simbolicamente lacapacità imprenditoriale e

L’INCONTRO

86 • DOSSIER • MARCHE 2011

La marchigianitàriconosciuta a Roma«Le migliori qualità che i marchigiani hanno e che devono

diffondere sono la semplicità, la laboriosità e la modestia».

Lo mette in risalto il presidente onorario del Centro Studi Marche

Fernando Aiuti

Renata Gualtieri

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Fernando Aiuti

MARCHE 2011 • DOSSIER • 87

organizzativa dei marchigiani, il la-voro fondato sull’onestà intellet-tuale e sul rispetto dei lavoratori, lapossibilità di comunicare a tutti imarchigiani i segreti del successo,la possibilità di potersi affermareanche al di fuori del territorio na-zionale. Le migliori qualità che imarchigiani hanno e che devonosapere diffondere sono la sempli-cità, la laboriosità e la modestia».

Negli ultimi decenni il sistemaindustriale marchigiano ha mo-

strato un’importante capacità dicrescita. Le ragioni di questo suc-cesso possono attribuirsi allagrande vivacità imprenditorialepresente nella regione ma anchealle caratteristiche delle impreseregionali. Quali sono invece i va-lori che un imprenditore deveavere nel nuovo contesto competi-tivo in cui viviamo? «Non sono un industriale e la miarisposta rischia di non essere per-tinente ma se devo dare una ri-

sposta come professore universi-tario e ricercatore e applicare glistessi principi direi: la capacità diaggiornarsi alle novità tecnologi-che e di creare sempre nuovi mo-delli da esportare rispettando latradizione italiana».

È possibile definire con poche pa-role il concetto di marchigianità?«Essere marchigiani significa labo-riosità, semplicità, modestia, spi-rito di sacrificio e anche un po’ diingegno».

Si è tenuta il 12 ottobre 2010, pressola sala Auditorium del Palazzo delle

Esposizioni di Roma, la cerimonia dipremiazione del “Golden Media Marche2010”. L’evento (nella foto), ideato dalCentro Studi Marchigiani “G.Giunchi” diRoma e patrocinato dalla Banca delleMarche, ha visto la consegna degliambiti riconoscimenti a “cinquegiornalisti di origini marchigiane chehanno svolto il loro servizio conassoluta trasparenza e obiettività”.Quest’anno la medaglia a forma di @ èstata consegnata a Paolo Nonni,Maurizio Blasi, Massimo Carboni,Claudio Speranza e alla memoria diTonino Carino. «Per la tv è statopremiato Maurizio Blasi, giornalista delTg3 Marche, dove conduce dal 2001 larubrica “Tg itinerante”: interessantiviaggi alla riscoperta delle tradizioni el’economia dei piccoli Comuni dellaRegione che hanno riscontrato grandesuccesso sul territorio. Non vadimenticato poi il Concerto difisarmoniche eseguito dalla Fisorchestradi Roma, diretta da Luciana Ricchipresso il Pio Sodalizio dei Piceni a Roma.

«Questo rappresenta un evento davverosignificativo tra le attività promosse dalCresma perchè si sono potute ascoltaremusiche molto interessanti e, tra opere diVerdi e Mascagni, si ritrova un altrosimbolo della marchigianità, il musicistaGioacchino Rossini». La presentazione dellibro Giovanni Fileni, passione e lavoro diun imprenditore si è tenuta invece agennaio per far conoscere un modelloimprenditoriale vincente. «È la storia di un

imprenditore coraggioso – rivela ilpresidente Franco Moschini – che nella suacarriera ha dovuto affrontare moltebattaglie». Quanto alle sfide per il futuro ilpresidente assicura che saranno tutteiniziative programmate nel segno dellacontinuità, per ricordare «a noi marchigianie a chi torna a casa dopo tanto tempo,come amava tanto fare Franco Sensi, chisiamo e che cosa vuol dire oggi esseremarchigiani».

Storie di musica, passione e lavoroValorizzare il territorio marchigiano e renderne vivo il ricordo nei tanti corregionali che vivononella Capitale. È l’obiettivo con cui il Cesma porterà avanti le nuove sfide

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PAOLO ANDREANIPresidente di Confindustria Marche

RENATO PICCIAIOLAPresidente di Cna Marche

SARA GIANNINIAssessore regionale all’industria e artigianato

FIORELLO GRAMILLANOSindaco di Ancona

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L’alluvione del 2 marzo scorso e oraanche il terremoto in Giappone ri-schiano di dare dei grossi contrac-colpi all’economia marchigiana. «La

calamità che ha investito duramente la nostraregione – commenta Paolo Andreani, presi-dente di Confindustria Marche – rischia di ri-tardare ulteriormente la ripresa regionale dellenostre attività produttive. I territori colpiti sonomolto ampi, i più interessati sono il Fermano,il Maceratese, l’Ascolano, e richiederanno in-terventi consistenti anche dal punto di vistastrutturale, sia per il ripristino delle aziendeche per la tutela idrogeologica. Sin dall’iniziodegli eventi alluvionali, che hanno causato trevittime, il sistema confindustriale delle Marchesi è attivato verso le aziende colpite per racco-gliere informazioni sui danni e sui loro fabbi-sogni imminenti. Anche la presidente Marce-gaglia ci è stata vicina,manifestando la sua dispo-nibilità per appoggiare lenostre istanze al governocentrale». Il numero unodegli industriali della re-gione ricorda poi il soste-gno ricevuto dai parla-mentari marchigiani enaturalmente dalla Re-gione Marche che si è oc-cupata della tempestiva ri-cognizione dei problemideterminati dal maltempo.«Siamo consapevoli delgrande fabbisogno finan-ziario che questo comporta

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SVILUPPO ECONOMICO

Aggregazione d’imprese, internazionalizzazione e passaggio generazionale

sono alcuni dei temi cardine che, come ricorda il presidente Paolo Andreani,

Confindustria Marche andrà a sviluppare nei prossimi mesi. Con l’obiettivo

di consolidare la risalita del sistema economico

Francesca Druidi

per il recupero dei territori, delle imprese colpitee delle difficoltà a reperire quanto è necessario.Il nostro sistema associativo intende assicurarepiena collaborazione alle istituzioni per le azioniche si potranno attivare fin da ora». Inoltre,l’impegno di Confindustria Marche continueràa essere diretto a temi che andranno sviluppaticome «aggregazione d’imprese, internazionaliz-zazione, passaggio generazionale, direttrici im-portanti per la crescita delle nostre aziende».

Quali sono le prospettive economiche dellaregione per il 2011?«I dati positivi della fine del 2010 attestano lafase di recupero che interessa l’industria mani-fatturiera marchigiana. Dai mesi precedenti lapausa estiva, i risultati sono soddisfacenti: neltrimestre ottobre-dicembre la produzione in-dustriale ha, infatti, registrato un aumento del3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-

cedente, +2,1% nel bime-stre ottobre-novembre inItalia, con variazioni posi-tive che hanno interessatotutti i principali settoridell’economia regionale,ad eccezione dei mineralinon metalliferi. Positiva,anche nel quarto trime-stre 2010, l’attività com-merciale complessiva:l’andamento delle venditein termini reali ha segnatoun rialzo del 3,3%. Pare-vano ormai ampiamenteconsolidati, in chiusura di2010, quei segnali di ri-

A lato, Paolo Andreani,

presidente di

Confindustria Marche

Cauti sulla ripresa

Page 63: Dossier MArche 03 2011

dio periodo relative non solo ai tempi della ri-presa, ma anche ai diversi equilibri che prevar-ranno nei principali settori produttivi».

L’accordo firmato da RetImpresa e Feder-confidi attesta l’importanza per le imprese diriunirsi in un progetto di rete. È questa lastrada da intraprendere per il futuro? Comesi presenta allo stato attuale l’accesso al cre-dito per le aziende della regione?«Questo accordo agevolerà l’accesso al creditosoprattutto per le pmi che si mettono in rete. Tragli elementi qualificanti utilizzati dai confidinella valutazione del rischio, c’è il riconosci-mento dell’importanza sia della partecipazionedelle imprese a un progetto di rete che ne sot-tolinei la maggiore capacità di innovazione ecompetitività, sia dell’attestazione di requisitiadeguati per fruire dei benefici fiscali. Questo ac-cordo possiede un valore aggiunto poiché rico-nosce una forte valenza ai contratti di rete al finedella valutazione dell’affidabilità delle imprese,soprattutto quelle di minori dimensioni. I con-fidi si dimostrano ancora una volta vicini e at-tenti alle esigenze delle aziende, contribuendo

presa che abbiamo iniziato a osservare a partiredalla pausa estiva, anche se permangono diffe-renze molto marcate tra i diversi settori. Emergepoi con evidenza un dato».

Quale?«La diversa capacità degli operatori di risponderealla ripresa della domanda, in particolare suimercati esteri. Resta ancora molto forte la pres-sione indotta dalla crisi sul processo di organiz-zazione del sistema produttivo. Per tale ragioneriteniamo, pur senza sottovalutare i dati positiviche emergono dalle nostre indagini, che occorraancora molta prudenza nelle valutazioni di me-

MARCHE 2011 • DOSSIER • 91

Paolo Andreani

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��I dati positivi della fine del 2010

attestano la fase di recupero che interessa l’industriamanifatturiera marchigiana

Page 64: Dossier MArche 03 2011

92 • DOSSIER • MARCHE 2011

ulteriormente alla loro crescita. Per quanto ri-guarda l’accesso al credito, rimane una dellepriorità in un momento economico nel quale siravvisano alcuni segnali di ripresa, pur nonomogenei e generalizzati, che necessitano di unsostegno finanziario adeguato da parte del si-stema bancario».

Come Confindustria Marche sostiene l’in-ternazionalizzazione delle imprese?«A livello regionale, si registra un forte impegno.Nel corso del 2010, il valore delle esportazioniitaliane ha registrato un incremento del 15,7%rispetto al 2009. Esaminando le ripartizioni ter-ritoriali, si rilevano aumenti significativi nelleesportazioni per l’Italia centrale del 17,2%. LeMarche hanno però fatto segnalare nel corso

del 2010 un incremento dell’export dell’11,2%,inferiore sia alla media della ripartizione del-l’Italia centrale che di quella nazionale. Scendeulteriormente il peso dell’export della regione sultotale nazionale, che diminuisce dal 2,7 del 2009al 2,6% di oggi. Contiamo un 40% in meno diesportazioni rispetto alla media nazionale».

Come si articolano i dati a livello settoriale?«Andamenti positivi, superiori alla media re-gionale, sono stati registrati dai principali com-parti della meccanica con un +26,2%; i compu-ter, gli apparecchi elettronici e ottici mostrano un+18,9%, i macchinari +20,6, gli autoveicoli,+17,6. Consistenti aumenti, che riflettono lamedia marchigiana dell’11,2%, si presentano neisettori pelle e calzature, articoli di abbigliamento

(+18%) e articoli in gomma(+12%). A pesare sulla media èla flessione risultata dall’espor-tazione degli altri mezzi di tra-sporto che ha registrato un de-cremento del 36,7% e degliarticoli farmaceutici, chimici emedicinali che mostrano unaflessione di 13,8 punti percen-tuali. L’incremento delle espor-tazioni della regione ha riguar-dato i mercati extra-europei conun +14,5%, mentre i mercatidell’Ue hanno segnalato unrialzo del 9,3%».

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SVILUPPO ECONOMICO

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Renato Picciaiola

L’economia verde, la richiesta di una crescente qualità della vita e di una riduzione

dei consumi non sostenibili sono tra le principali linee della riorganizzazione di molte

delle imprese marchigiane. Lo spiega Renato Picciaiola

Francesca Druidi

Per recuperare competitivitàservono meno vincoli e tasse

Renato Picciaiola,

presidente

della Cna Marche

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La crisi ha portato a un netto ridi-mensionamento dei livelli di fattu-rato e dei margini di redditività. Arendere più complessa la ripresa sono

poi intervenuti anche i recenti episodi di mal-tempo. Ma come sottolinea Renato Picciaiola,presidente Cna Marche, «le nostre piccole emedie imprese hanno mantenuto i livelli oc-cupazionali e, soprattutto, si sono mantenutein attività, pronte a nuove opportunità e inte-ressate a tutte le ipotesi efficaci di uscita dalledifficoltà». Certo, non mancano criticità legateai tempi sempre più lunghi di riscossione deicrediti e alla necessità di non allungare i tempidi pagamento dei fornitori.

Questo cosa comporta?«Le difficoltà finanziarie, i minori margini diredditività e le prospettive ancora molto incertesull’uscita dalla crisi, hanno portato a un ab-bassamento degli investimentie a una loro minore diffu-sione, con il rischio che le no-stre imprese si troveranno afronteggiare le nuove oppor-tunità di mercato che si po-tranno affacciare e già si pro-filano, senza le tecnologie e glistrumenti organizzativi piùadeguati e aggiornati».

Quali sono allora le pro-spettive per le imprese nel2011?«Le prospettive di sviluppo

sono legate alle dimostrate capacità delle nostreimprese di capire, in brevissimo tempo, qualisono le nuove opportunità e di realizzare alproprio interno i necessari mutamenti per co-glierle: le dinamiche demografiche (invecchia-mento della popolazione e attese di vita cre-scenti anche per gli anziani), la nuovaconsapevolezza della necessità di stili di vita at-tenti all’ambiente e alla sua qualità, l’aperturaall’esterno che i nuovi strumenti di comuni-cazione e di spostamento consentono, sono lelinee lungo le quali si sta già muovendo l’of-ferta delle nostre piccole e medie aziende ma-nifatturiere, delle costruzioni e dei servizi allepersone e alle imprese».

Un’importante opportunità è offerta inregione dalla “green economy”.«Sì, per le pmi marchigiane lo sviluppo eco-nomico è “green”. In un anno, le imprese ope-

ranti nel settore energia sonocresciute del 26,1% e sono inaumento (+4,2%) le impresespecializzate in tecniche di di-sinquinamento, pulizia dispazi verdi e aree forestali.Sono, inoltre, in costante svi-luppo le attività artigiane spe-cializzate nella costruzione,realizzazione e installazione diimpianti dedicati alla “Casasostenibile”, così come quelledel settore dell’alimentazionedi qualità e biologica. Le pic-

MARCHE 2011 • DOSSIER • 93

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94 • DOSSIER • MARCHE 2011

SVILUPPO ECONOMICO

gola all’appuntamento con laripresa. Le zavorre riguardanoil costo eccessivo della tassa-zione e i salari stagnanti, chenon consentono una crescitadei consumi. Che si tradu-cono, complessivamente, inuna modesta competitività delPaese. Che si ripercuotono pe-santemente sui nostri distrettiterritoriali. L’effetto positivodell’export negli ultimi mesiha spinto le medie e grandiimprese, ma non ha avuto imedesimi benefici sulleaziende artigiane e del com-mercio. Da tempo, sosteniamoche il sistema Paese è menocompetitivo rispetto al passatoper la presenza di troppi vin-coli, che non consentono diliberare risorse. Si sconta lamancanza di un mercato vera-mente libero, con famiglie eimprenditori che pagano costiindiretti eccessivamente alti».

Come intervenire per rilanciare la compe-titività di artigianato e pmi?«Occorre combattere innanzitutto la concor-renza sleale dei Paesi in cui i diritti dei lavora-tori sono ignorati, che spesso coincidono conquelli a basso costo della manodopera; contra-stare la tendenza all’accrescimento di poteredella sfera finanziaria a danno del mondo dellaproduzione reale di beni e servizi. Serve, inol-tre, rafforzare il cambiamento in atto dell’of-ferta di beni e servizi realizzata in modo soste-nibile e per un modello di consumo più attentoall’ambiente e alle compatibilità sociali e etiche.Sono queste le linee di fondo che porterannoagli interventi su un nuova e più decisa valo-rizzazione delle risorse territoriali, tramite il ri-lancio del turismo, dell’apertura ai mercatiesterni, della ricerca e dell’innovazione. Sono lenostre risorse il punto di forza per rilanciare lacompetitività e, tra esse, poniamo in primoluogo quelle imprenditoriali, la capacità di or-ganizzare fattori umani e tecnologici per dar

cole imprese si adattano meglio alle richieste delmercato di prodotti green, ma per cogliere pie-namente le opportunità di businnes, sono pre-ziosi i collegamenti con il territorio, le univer-sità e le pubbliche amministrazioni per ridurreil gap culturale ed economico, in termini di ri-cerca, che separa le piccole realtà produttive daquelle industriali maggiormente strutturate.Insomma, le Marche sono una regione che,grazie all’artigianato e alla piccola impresa, staviaggiando verso un consolidamento della ri-presa nei prossimi mesi».

Qual è lo stato di salute dell’artigianato?«Il valore aggiunto prodotto dall’artigianato ègiunto al 19,2%, facendo delle Marche la re-gione più artigiana d’Italia: il 43,4% delle im-prese non agricole sono artigiane contro unamedia nazionale del 36,2%. In termini di oc-cupazione, nelle Marche il 22,5% (oltre145mila addetti) lavora in un’impresa arti-giana. È chiaro, dunque, che occorrono stru-menti per tutelare il lavoro, il reddito, le pic-cole imprese».

Quali gli ostacoli principali?«In Italia è dalle piccole imprese che ci dob-biamo aspettare il maggior contributo al rilan-cio della nostra economia. E non possiamopermetterci di farle arrivare con l’acqua alla

Percentuale del valoreaggiunto prodotto

dall’artigianato nelle Marche

ARTIGIANI19,2%

GREEN ECONOMY

26,1%

Percentuale di aumentodi imprese operanti

in regione nella green economy

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Il 43,4% delle imprese non agricolesono artigiane contro una medianazionale del 36,2%

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vita a progetti di produzione o di servizio voltiad accrescere realmente la ricchezza e il benes-sere della nostra collettività».

Ma per imprimere una vera svolta?«Servirebbe una grande riforma fiscale che spo-sti il peso della tassazione dalle famiglie e le im-prese alle grandi rendite e alle speculazioni fi-nanziarie. Insomma, a quella ricchezzaimproduttiva che porta vantaggi solo a chi lapossiede, ma non offre alcun beneficio alla so-cietà. Inoltre, dobbiamo snellire una burocra-zia che costa alle nostre imprese 15 miliardi dieuro l’anno. Il futuro passa dai distretti e dallereti d’impresa, ma anche dalla piena consape-volezza delle nostre risorse. Se in questi annil’Italia non è stata travolta ma ha resistito e rea-gito, è stato grazie alla qualità del suo tessutoproduttivo basato sulle piccole e medie im-prese e alla forza delle famiglie che si è tradottain risparmio e tenuta sociale. Ai politici nazio-nali e locali chiediamo allora di impegnarsi perpromuovere incentivi agli investimenti e azioni

per facilitare l’accesso al credito, la velocizza-zione dei pagamenti delle pubbliche ammini-strazioni, il sostegno alle aggregazioni e retid’impresa. Questo per la sopravvivenza. Intempi lunghi sarebbe, invece, necessario met-tere mano a riforme strutturali sul mercato dellavoro, il sistema pensionistico, l’istruzione».

A rendere più difficile la ripresa in regioneci si è messa anche la recente alluvione. «Sì, l’alluvione inciderà sulle attività di arti-giani e pmi come e forse più degli ultimi eventisismici che hanno colpito la regione. Dopo il ri-conoscimento dello stato d’emergenza da partedel governo, chiediamo un sollecito stanzia-mento di risorse adeguate a far fronte al-l’emergenza, ma anche al sostegno delle attivitàproduttive colpite dal maltempo. Invitiamoanche gli istituti di credito a stanziare specificifondi e la moratoria dei mutui. Auspichiamo,inoltre, la sospensione dei pagamenti di impo-ste e tributi, come avvenuto per le imprese delVeneto, almeno per l’anno in corso».

��Grazie all’artigianato e alla piccola

impresa la regione viaggia verso un consolidamento della ripresa

MARCHE 2011 • DOSSIER • 95

Renato Picciaiola

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98 • DOSSIER • MARCHE 2011

Il sistema economico marchigiano si con-nota per le caratteristiche qualitative deisaperi che costituiscono la sua tradizioneproduttiva. Un capitale di conoscenze

che va conservato, ma soprattutto tramandato.Per questo, tra le azioni intraprese dalla Re-gione rientrano diverse iniziative mirate a dareimpulso allo sviluppo delle attività artigianali,in una dimensione sempre più integrata. La va-lorizzazione dei prodotti “made in Marche” silega, infatti, a un obiettivo più ampio, quellodi offrire massima visibilità alle eccellenze delterritorio nella sua interezza, promuovendol’attrattività turistica e l’immagine della re-gione. «Da sempre l’artigianato artistico ha ri-vestito un ruolo di traino per le produzioni diqualità dei nostri territori, un fiore all’oc-chiello, un biglietto da visita per presentarci suimercati internazionali dove, oltre alla qualità,conta ancora molto l’arte del fare, che i nostriartigiani incorporano nei loro prodotti», ri-leva Sara Giannini, assessore regionale alle At-tività produttive.

Ricerca e sviluppo. Internazionalizzazione. Attenzione

alla qualità. Sono le leve che, insieme a una politica

di facilitazione dell’accesso al credito, l’assessore

alle Attività produttive della Regione Marche

Sara Giannini individua per lo sviluppoFrancesca Druidi

Sara Giannini, assessore alle Attività produttive della Regione Marche

Valorizziamo i prodottimarchigiani nel mondo

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 99

Sara Giannini

internazionali, tenuto conto dell’impossibi-lità di manovrare su altri fattori, dal costo dellavoro alle svalutazioni competitive, che inci-dono sui vantaggi competitivi per le nostreaziende. La Regione ha investito in questi ul-timi anni la maggior parte delle risorse desti-nate al sostegno pubblico alle imprese in que-sta direzione, e la scelta è risultata vincente inquanto le nostre imprese hanno reagito piùprontamente alla ripresa dei consumi che si èpalesata in questi ultimi mesi. Tutti i settoridel made in Italy marchigiano, tra cui anchequello del mobile, legno e arredo, si sono av-vantaggiati della ricerca e dell’innovazione permantenere e possibilmente aumentare le quotedi mercato in quei paesi in cui -meno di altri-si sono sentiti gli effetti della crisi finanziariae dove più alta è stata la competizione daparte degli altri produttori».

In questo favorevole momento di risalitaper l’economia della regione, quali sono leprincipali esigenze delle imprese da asse-condare per lo sviluppo?«Per attivare l’innovazione e la ricerca, risultafondamentale una politica di facilitazione del-l’accesso al credito in una fase in cui il si-stema bancario, vuoi per le tensioni finanzia-rie vuoi per l’introduzione di parametri piùstringenti per l’erogazione del credito, sonomeno disposti a rischiare sulle imprese. LaRegione si è mossa già da alcuni anni in que-sta direzione costituendo, insieme a provincee Camere di Commercio, un fondo di garan-zia di II livello destinato a sostenere l’accesso

La Regione Marche ha stanziato 17 mi-lioni di euro per lo sviluppo della ricerca edell’innovazione industriale, oltre che per idistretti produttivi. Quanto risulta fonda-mentale oggi il tema della ricerca e svi-luppo, solo per fare un esempio nel settoredel mobile e dell’arredamento?«La ricerca e l’introduzione di innovazioni siaper quanto riguarda i prodotti che i processiproduttivi costituiscono, insieme all’interna-zionalizzazione e alla qualità, i punti fonda-mentali di una strategia per sostenere le pro-duzioni marchigiane sui mercati

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Stanziamento della Regione

Marche per ricerca e innovazione

industriale

RISORSEmln

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Per attivare l’innovazione e la ricercarisulta fondamentale una politica di facilitazione dell’accesso al credito

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100 • DOSSIER • MARCHE 2011

SVILUPPO ECONOMICO

al credito delle nostre pmi».La valorizzazione dell’artigianato artisticorientra nella strategia integrata del governoregionale. Quali importanti provvedimentisi stanno attuando su questo fronte?«Da sempre l’artigianato artistico ha rivestitoun ruolo di traino per le produzioni di qua-lità dei nostri territori, un fiore all’occhiello,un biglietto da visita per presentarci sui mer-cati internazionali dove, oltre alla qualità,conta ancora molto l’arte manifatturiera chei nostri artigiani incorporano nei loro pro-dotti. L’artigianato artistico è sostenuto conmisure che tendono a favorirne la promo-zione sui diversi mercati e a proteggernel’identità e l’assoluta unicità, attraverso i con-tributi ai consorzi all’export, alle bottegheartigiane, ai maestri artigiani e alle parteci-pazione alle fiere di settore».

Sono in crescita le esportazioni marchi-giane, soprattutto verso Cina e India.Come sostenere ulteriormente l’interna-

� � zionalizzazione delle imprese?«Sul mercato cinese è risultato vincente il rac-conto della storia di un grande marchigiano,Padre Matteo Ricci. Il grande richiamo dellemostre itineranti organizzate e finanziate dallaRegione ha contribuito a consolidare l’im-magine dei prodotti marchigiani che i cinesigià avevano avuto modo di apprezzare. Laproposta di nuovi settori produttivi quali iservizi, la cultura, il turismo consentiranno diampliare al mercato cinese il nostro territorio,per pervenire a un’offerta globale che incrocii vantaggi competitivi di settori tradizionalidel manifatturiero con quelli emergenti dellacultura e del turismo. Credo che questa for-mula possa risultare vincente anche su altrimercati, come quello indiano, culturalmentemolto lontani dal nostro ma che, con la cre-scita del reddito che si è verificata in questi ul-timi decenni, assumeranno posizioni di lea-dership sul mercato del consumo del made inItaly».

Sul mercato cinese è risultato vincenteil racconto della storia di un grande marchigiano, Padre Matteo Ricci

A lato, Expo di Shanghai.Sotto, il governatoreSpacca e Napolitano alla mostra dedicata aMatteo Ricci organizzatadalla Regione Marche in Cina

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102 • DOSSIER • MARCHE 2011

SVILUPPO ECONOMICO

tutte le risorse che l’amministrazione ha potutomettere in campo. Uno sforzo che viene portatoavanti al limite delle nostre possibilità proprioperché tutta l’amministrazione è consapevoledell’investimento di immagine che rappresentail Congresso eucaristico».

In che misura il rilancio di Ancona passadalla riqualificazione urbana e in particolaredal decollo del waterfront e dalla realizza-zione della passeggiata da mare a mare? Qualè l’iter dei lavori?«L’attuazione dei progetti della passeggiata damare a mare consentirà di intervenire sulle prin-cipali piazze del centro e di riaprire la portad’accesso al porto e, di conseguenza, al fronte amare del centro storico, il cosiddetto waterfront. I tempi per la realizzazione del waterfront saranno sicuramente lunghi, mentre lapossibilità di intervenire sui singoli elementidella passeggiata dipende solo dalla volontà edalle risorse che si possono investire. Immagi-nando di poter contare anche sugli investimentiprivati, come nel caso dei dehor e sui dettagli de-gli esercizi commerciali del centro città, com-peterà invece all’amministrazione puntare sul ri-facimento di piazza Cavour e, subito dopo, dipiazza della Repubblica e sul Passetto. Fonda-

Per risollevare l’economia anconetanaaffossata dalla forte crisi del settorecantieristico è necessario mirare alleopportunità turistiche che offre il ca-

poluogo marchigiano: «Ancona – sostiene ilsindaco della città Fiorello Gramillano – può edeve credere nelle sue potenzialità turistiche.Ha luoghi naturali affascinanti, architetture sto-riche importanti, buon cibo e buoni vini da of-frire. Lo sforzo che stiamo facendo è di far co-noscere sempre di più queste grandi potenzialitàe quest’anno riusciremo a farlo attraverso il Mu-seo diffuso urbano, nuovi percorsi turistici ori-ginali, tanti eventi che caratterizzeranno l’estatee una campagna di comunicazione».

Che cosa rappresenterà il XXV Congressoeucaristico nazionale che si svolgerà a set-tembre ad Ancona per la città dal punto di vi-sta delle ricadute economiche e degli inter-venti necessari ad accogliere l’evento? «È evidente che il Congresso eucaristico rap-presenta una grande occasione per la nostracittà. Un’occasione che dobbiamo poter utiliz-zare al meglio dimostrando capacità di acco-glienza verso i tanti che vivranno la città. Ilprogramma è vasto e ha già visto significativi ap-puntamenti portati a termine con successo. Oraabbiamo iniziato con degli importanti lavori dimanutenzione e di riqualificazione urbana cheporteranno al meglio le strutture della città con

Uno sguardo al futurodi Ancona

Nella foto piccola,

Fiorello Gramillano,

sindaco di Ancona.

A destra, il porto

di Ancona

Numerosi sono i progetti che riguardano il futuro

della città che, secondo il sindaco Fiorello

Gramillano, deve puntare sul turismo

e sulle caratteristiche artistiche, storiche

e agroalimentari del territorio

Nicolò Mulas Marcello

Page 75: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 103

Fiorello Gramillano

mentale è anche la partnership dell’Autoritàportuale da cui dipendono gran parte degli in-terventi sul fronte porto e sulla quale spe-riamo di poter continuare a contare».

Come verrà impiegata la tassa di sog-giorno introdotta con l’approvazione del fe-deralismo municipale?«Con la prossima approvazione del bilancio èprobabile che verrà introdotta la tassa di sog-giorno, ancora non precisamente quantifi-cata, ma calcolata in base alla tipologia della

struttura ricettiva. Il gettito sarà utilizzato per in-terventi manutentivi e di abbellimento del verdee delle spiagge, in modo da rendere sempre piùaccessibile e attraente la nostra città».

Qual è la situazione del tavolo tecnico ri-guardante Fincantieri e in particolare il pro-getto per la realizzazione dell’impianto foto-voltaico?«Abbiamo iniziato un percorso che vede Re-gione, Provincia e Comune insieme per cercaredi rendere meno brutale il periodo di cassa in-tegrazione che la proprietà ha già preannunciatoper quest’anno. Attraverso la riqualificazionedel personale e l’impegno delle forze lavoro nelprogetto dell’impianto fotovoltaico pensiamorendere più sostenibile questo momento cosìdifficile. I nostri uffici stanno predisponendotutti gli atti per far sì che l’impianto di pannellisolari possa essere costruito sin dai prossimimesi».

In generale, qual è lo stato di salute del-l’economia anconetana? Su quali elementiconcentrarsi a breve termine?«La nostra economia presenta elementi di de-bolezza a causa della forte crisi della cantieristicae della contrazione generale dei consumi chemette sempre più in difficoltà il commercio, set-tore storicamente importante per la città di An-cona. Per il futuro, occorre rilanciare le attivitàdel porto sfruttando possibili sinergie dell’areaionico-adriatica e incentivare forme nuove dicommercio che sappia rispondere alle semprenuove esigenze dei consumatori. Infine, stiamocercando di migliorare l’offerta dei servizi per gliuniversitari che, con le loro 15.000 presenze an-nuali, rappresentano una grande risorsa pertroppo tempo dimenticata».

��

Per il futuro occorrerilanciare le attività del portosfruttando possibili sinergiedell’area ionico-adriatica

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110 • DOSSIER • MARCHE 2011

ACCESSO AL CREDITO

Le banche assumono il ruolodi volano dell’economia

«Saremo attenti a cogliere le richieste

delle associazioni territoriali per soddisfare

le esigenze delle aziende». Michele Ambrosini,

presidente di Banca Marche, spiega come,

in un momento di incertezza economica,

il credito può supportare le imprese

Renata Gualtieri

delle Marche». Insieme a Confindustria avete più volte

sottolineato quanto sia indispensabile agirein sinergia e con mentalità aperta e costrut-tiva per evidenziare ancor di più le eccel-lenze che ha in ogni settore la regione. Comeavviene ciò?«Banca Marche ha stretto accordi con numeroseassociazioni di categoria per aiutare in manieraancora più efficace l’economia del territorio. Al-cuni mesi fa la banca ha firmato le nuove con-venzioni con i Confidi marchigiani cosiddetti107, cioè i consorzi fidi con requisiti patrimo-niali rafforzati che hanno assunto laveste di intermediario finanziariovigilato da Banca d’Italia. L’ac-cordo è stato concluso conCooperativa Pierucci, ade-rente a Confartigianato, Fi-dimpresa Marche, aderentealla Cna e con la so-cietà regionale diGaranzia Marche.

I l credito erogato dal sistema bancariorappresenta un po’ il carburante per farmuovere la macchina dell’economia. Nelnostro sistema economico, dove le

aziende sono spesso sottocapitalizzate, le ban-che acquistano ancora più importanza perchéassicurano le risorse finanziarie per gli investi-menti anche se dopo la crisi si è registrato unatteggiamento generalmente più prudente daparte del sistema bancario nell’erogazione delcredito. Banca Marche, al contrario, ha conti-nuato a rimanere accanto alle imprese e alle fa-miglie. «Negli ultimi anni – sottolinea ilpresidente Ambrosini – abbiamo aumentato inostri impieghi sul territorio, a differenza diquasi tutti gli altri istituti bancari. Lo dimo-strano i numeri del nostro bilancio 2010, annoin cui gli impieghi verso clientela ordinariahanno toccato i 17,5 miliardi di euro, in cre-scita del 5,6% rispetto all’anno precedente».

Quali le richieste che più arrivano dalleimprese marchigiane in termini di finan-ziamenti? «Le richieste più numerose da parte delleaziende riguardano la liquidità o il consolida-mento di precedenti esposizioni. Le richiestedi finanziamenti per investimenti, invece, sonoancora in minoranza».

Qual è stata la percentuale delle impresedel commercio, del turismo e dei servizi chenel 2010 si è rivolta a Banca Marche perchiedere un fido o per rinegoziare un fidoesistente?«Il 19% dei nostri impieghi nel 2010 è andatoad aziende del comparto servizi, il 10% circaal commercio, il 24% all’edilizia e un 3% circaal comparto calzaturiero, molto forte nel sud

Michele Ambrosini,

presidente Banca

Marche

Page 79: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 111

Michele Ambrosini

I Confidi 107 sono consorzi di garanzia chepermettono alle banche convenzionate di ac-cantonare a riserva, a parità di erogazioni,meno capitale a presidio del rischio di credito.Questo significa che Banca Marche può finan-ziare in misura maggiore e a condizioni mi-gliori le piccole e medie imprese che aderisconoal mondo dei Confidi. Inoltre, abbiamo con-cluso un accordo con Confapi regionale cheprevede lo stanziamento di 12 milioni di eurodestinati a finanziare gli investimenti delle 511imprese associate alla Confapi di Ancona, Ma-cerata, Fermo e Ascoli Piceno. L’accordo ha

fatto seguito a una precedente intesa che il no-stro istituto ha raggiunto nel 2010 con l’Asso-ciazione piccole imprese di Pesaro-Urbino, cheprevede il finanziamento di altri cinque milionidi euro destinati alle 350 imprese associate inquella provincia. Sono in totale 17 milioni dieuro i prestiti a tassi agevolati che abbiamomesso a disposizione delle circa 900 piccole emedie imprese marchigiane aderenti al sistemaConfapi regionale».

Quali, invece, gli accordi stipulati conConfindustria Marche?«Abbiamo già stretto un accordo con le asso-ciazioni degli industriali di Pesaro e Macerataper uno stanziamento di 40 milioni di euro, ingran parte già erogato, destinato alle impreseche investono in innovazione e che intendonorafforzare il proprio capitale. Abbiamo ancheaderito al protocollo Abi che prevede la so-spensione dei debiti alle pmi».

La cifra destinataalle imprese

che investono in innovazione

e che intendonorafforzare il propriocapitale, prevista

da un accordo tra Banca Marche

e ConfindustriaPesaro e Macerata

EUROmln

LESIONI

��

Il 3% circa degli impieghi di BancaMarche nel 2010 è andato ad aziendedel comparto calzaturiero

Page 80: Dossier MArche 03 2011

112 • DOSSIER • MARCHE 2011

ACCESSO AL CREDITO

Dall’indagine congiunturale delcentro studi dell’Associazionedegli industriali di Pesaro e Ur-bino sul quarto trimestre dello

scorso anno emerge che la produzione ha se-gnato un lieve recupero (+4,2%) rispetto allostesso periodo dell’anno precedente. Hannocontribuito all’andamento positivo della pro-duzione soprattutto i settori della meccanicae alcuni comparti dell’arredamento, a esclu-sione degli arredi commerciali. Davanti a que-sta “timida ripresa” l’attenzione degliimprenditori si è spostata però sul sistemabancario. «C’è l’impegno di tutti gli impren-ditori – assicura Claudio Pagliano – a incideresul comportamento degli istituti di credito, af-

finché concorrano nel miglior modo possibilea sostenere le proposte di crescita e di sviluppodel nostro sistema produttivo».

Quali gli accordi tra Confindustria e gliistituti di credito previsti per il 2011?«Fin dal 2009, per facilitare l’accesso al creditoda parte dei nostri associati, abbiamo stipulatoun accordo con Banca Marche che ha avuto unimpatto molto positivo per le 150 aziende chehanno usufruito dei benefici dell’accordo. Ab-biamo inoltre riconfermato a livello locale gliaccordi nazionali sottoscritti con Banca Intesae Monte dei Paschi di Siena».

Cosa chiedono le imprese al credito in unmomento di incertezza economica?«Di saper valutare le singole iniziative, discri-

Meccanica in ripresae le banche sostengono la crescitaL’industria pesarese ha chiuso il 2010 in lieve recupero

ma i rapporti con gli istituti di credito e, in particolare,

con quelli a forte vocazione territoriale rimangono strategici.

Lo conferma Claudio Pagliano, presidente di Confindustria

Pesaro Urbino

Renata Gualtieri

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 113

Claudio Pagliano

minando il progetto in base alla qualità e allafattibilità e non esclusivamente rispetto ai pa-rametri di Basilea. Vorremmo, in sostanza, ri-cevere una valutazione sulle nostre capacitàimprenditoriali».

Quali le difficoltà che più spesso incon-

trano le imprese nel loro rapporto con lebanche?«Occorre saper distinguere. In questi anni nonfacili, in presenza di una crisi finanziaria dram-matica, maggiore comprensione e dialogo sisono avuti con le banche più radicate nel ter-ritorio. Le grandi banche, infatti, cambiandofrequentemente gli interlocutori, hanno di-mostrato maggiori difficoltà a seguire le realiesigenze delle nostre imprese. Per i piccoli emedi imprenditori il rapporto con i responsa-bili della gestione del credito è fondamentale.Occorre conoscersi per essere meglio valutati.La reputazione imprenditoriale è un valore cheva difeso e preservato».

Qual è il vostro apporto come associa-zione nel dialogo con il sistema bancario?«Ci confrontiamo con gli istituti di creditoportando avanti le nostre istanze, agendo comesindacato delle imprese, pronto a battersi per legiuste cause. Diamo alle aziende un aiuto con-creto per presentarsi nel modo migliore, facili-tando una corretta valutazione».

Un servizio finanziamenti che supporta le aziendeassociate che hanno difficoltà all’accesso al credito eaccompagna le piccole aziende nel dialogo con le banche.Un accordo in vigore con Intesa San Paolo e un sicuroimpegno per arrivare al rinnovo dei precedenti accordi conMonte Paschi di Siena e Banca Popolare di Ancona. Ilpresidente Bruno Bucciarelli (nella foto) spiega comeConfindustria Ascoli Piceno svolga il ruolo di interlocutoreideale tra i suoi associati e gli istituti di credito.

In questa particolare congiuntura economica cosachiedono le imprese alle banche e da quali settoriproduttivi arrivano le richieste più numerose?«Abbiamo bisogno che il personale delle banche si rendapiù disponibile ad ascoltare i nostri progetti e i nostriproblemi. Le richieste arrivano da tutti i settoriindistintamente, ma quelli che hanno particolare difficoltàdi interloquire con le banche sono l’edilizia e i trasporti».

Quali le maggiori criticità nel rapporto tra imprese ebanche?«I tempi di risposta. Spesso il riscontro arriva anche dopomesi e, in alcuni casi, la risposta è anche negativa.L’attesa per attendere un diniego da parte della banca fa

perdere l’occasione per batterealtre strade o rivolgersi a un altroistituto. Non possiamo piùpermetterci di aspettare tuttoquesto tempo per un finanziamentoo il rifiuto dello stesso. La seconda difficoltà èrappresentata dalla confusione sul discorso dei rating,abbiamo bisogno che le banche ci vengano incontro percapire le strategie da mettere in atto per migliorarlo, adesempio con la ricapitalizzazione delle nostre aziende. Indefinitiva, ci deve essere un maggior dialogo con gli istitutidi credito che devono mostrarsi più vicini alle imprese».

Quali le lamentele che più spesso muovono leimprese alle banche?«Recentemente, nel corso della riunione della nostragiunta, si è parlato della eccessiva lentezza nel dialogo congli istituti bancari altro, che spesso mette a repentaglioaddirittura l’avvio o la riuscita dei progetti. Quello che gliimprenditori chiedono con maggior voce sono propriotempi certi e rapidi. Non chiediamo alle banche di darecrediti a iosa, anche a chi non lo merita, ma quando cisono garanzie di aziende e progetti seri devono farlo».

Tempi brevi e più chiarezzanella valutazione dei rating

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116 • DOSSIER • MARCHE 2011

STILE ITALIANO

opera nello stabilimento di To-lentino e agli oltre 1.000 lavo-ratori dell’indotto che gravi-tano sul territorio. Da semprel’azienda si prende cura del ter-ritorio con iniziative a sup-porto degli eventi culturali:cito lo Sferisterio Opera Festival di Macerata,con il quale Poltrona Frau ha un lungo rap-porto di collaborazione, e i tanti teatri marchi-giani che abbiamo restaurato e rinnovato con lesedute prodotte a Tolentino. A sostegno delterritorio l’azienda riserva ogni anno risorse si-gnificative».

Imprenditoria e mecenatismo sono duesfere di estrema attualità soprattutto dopo gliappelli lanciati da Diego Della Valle agli im-prenditori perché investano, ad esempio, nelrestauro delle opere d’arte del proprio terri-torio. Il vostro gruppo vi ha visto protago-nisti di iniziative sul territorio? «Non abbiamo iniziative così importanti e vi-sibili come quella a cui fa riferimento, ma an-che Poltrona Frau nel suo piccolo si sente vicinaallo spirito di mecenate per esempio quando va-lorizza i giovani designer e li sostiene nellaparte iniziale del loro percorso professionale,aiutandoli a individuare e a valorizzare i propritalenti. Con le scuole del territorio abbiamouna miriade di piccole e grandi collaborazionitese al miglioramento del livello di prepara-

Franco Moschini,

presidente di Poltrona

Frau Group

Tra imprenditoriae mecenatismo

Anche i grandi gruppi imprendito-riali, diventati ormai noti a livellomondiale, conservano un vincolocon il paese di origine, quello che ha

visto nascere e crescere la loro realtà. È il casodi Poltrona Frau, il gruppo che dal piccolo

comune di Tolentino in provincia di Ma-cerata, dove il marchio è nato e dove tut-t’ora è presente, si è sviluppato fino a di-ventare uno dei simboli del made in Italy

nel mondo. «Le cose belle vannorealizzate laddove esiste la capa-cità per produrle, ma anche lacreatività per generarne dinuove» spiega Franco Moschini,presidente di Poltrona FrauGroup. «A Tolentino la nostrasquadra è capace di fare en-trambe le cose, quindi qui ven-

gono concepiti i nostri pro-dotti e qui vengono anche

realizzati».Poltrona Frau è un

gruppo ormai noto intutto il mondo, ma qualè il vostro legame con ilterritorio di origine? «Il nostro legame con ilterritorio è fortissimo: ba-sti pensare ai 400 collabo-ratori che prestano la loro

Dare un segno di supporto al proprio territorio attraverso il finanziamento

di iniziative culturali o artistiche è ciò che caratterizza diverse realtà

imprenditoriali del nostro Paese. Franco Moschini spiega in quali progetti

è impegnato il gruppo Poltrona Frau

Nicolò Mulas Marcello

Page 85: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 117

Franco Moschini

generarne di nuove. A Tolentino la nostra squa-dra è capace di fare entrambe, quindi qui ven-gono concepiti i nostri prodotti e qui vengonoanche realizzati. Siamo poi concentrati perchéall’estero i nostri team siano capaci di raccon-tare i nostri prodotti e di servire il cliente al me-glio, ma il cuore della nostra azienda è qui».

Quali sono i progetti in Italia e all’estero inprogramma da parte del gruppo per quantoriguarda il 2011? «Per il 2011 daremo continuità allo sviluppodella nostra presenza sui territori, grazie allaforza del gruppo. Se nel 2010 abbiamo aperto9 nuovi negozi con i nostri marchi, nel 2011 gliobiettivi sono ancora più ambiziosi, puntandocon decisione all’Asia e al Sud America. Lasfida che abbiamo lanciato è quella di portarela cultura del bello e del design in tutto ilmondo ed il 2011 vedrà il raggiungimento dimolte nuove tappe di questo percorso. All’Ita-lia dedicheremo la solita grandissima atten-zione, prendendoci cura dei tantissimi clientifedeli che abbiamo da sempre. A proposito,nel 2011 ferveranno i preparativi per la cele-brazione dei 100 anni dell’azienda, la cui ri-correnza è nel 2012».

zione degli studenti. Consideriamo iniziativeper il territorio anche tutte quelle che miranoalla sostenibilità ambientale. Nel 2010 abbiamoinaugurato un impianto fotovoltaico che rendeautosufficiente il nostro stabilimento dal puntodi vista energetico: generiamo energia in misuramaggiore rispetto a quella che consumiamo.Sempre nel 2010 abbiamo ottenuto la Certifi-cazione Ambientale ISO 14001 che attesta lanostra attenzione alla salvaguardia del territo-rio e alla qualità della vita dei concittadini.Mi piace poi citare la nostra piscina aziendaleche nei mesi estivi mettiamo a disposizione deidipendenti e della cittadinanza. È un’idea conla quale abbiamo trasformato la necessità di co-struire una vasca antincendio per giusti motividi sicurezza, in un progetto che permette a ungran numero di persone di fare sport e di ren-dere più piacevole il proprio tempo libero».

Parliamo di internazionalizzazione. Ilmade in Italy nel vostro settore resiste al-l’estero nonostante la crisi? «Le cose belle vanno realizzate laddove esiste lacapacità per produrle, ma anche la creatività per

�Da sempre l’azienda si prendecura del territorio coniniziative a supporto deglieventi culturali, tra cui loSferisterio Opera Festival

Il numero dei dipendenti che gravitano

attorno all’indotto di Poltrona Frau

sul territorio

LAVORATORI 1000

Una scena tratta da La forza del destino di Giuseppe Verdi, durante l’edizione2010 di Sferisterio Opera Festival con la direzione di Daniele Callegari

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118 • DOSSIER •MARCHE 2011

XXXXXXXXXXX

vuol dire che la nostra classe imprenditorialeè fatta di veri geni e autentici guerrieri».

Crede che riusciremo a superare un mo-mento di crisi economica come quello chestiamo vivendo?«Prima di preoccuparsi della crisi, occorretornare con la mente e col cuore al maggio1945 a Berlino. Anche se lo volessimo chia-mare “recessione”, questo momento di diffi-coltà non è niente rispetto a ciò che hanno af-frontato i nostri genitori e i nostri nonniquando uscirono dalla Seconda guerra mon-diale. Insomma, è ridicolo avere timori diquesto tipo. Basta essere conigli e fuori lospirito dei guerrieri».

Il mercato del lusso non morirà mai?«È così, ma su questo vorrei fare una precisa-zione. Quando fondammo l’associazione Al-tagamma dissi agli amici e soci fondatori chea me il termine “lusso” non piace. Scelsi dipartecipare all’associazione, ma i termini dautilizzare dovevano essere altri: innovazione,qualità, eccellenza. La nostra è “l’industriadel bello” e la gente guarda sempre verso ilbello. Per questo la nostra scelta è vincente elo sarà ancora di più con lo sviluppo dei mer-cati. Ci sono sempre dei momenti di passag-gio, ma l’alta gamma crescerà sempre, con ilcontinuo allargamento dei mercati. Ricor-diamoci cos’era il mercato negli anni Set-tanta: non c’erano i Paesi dell’Est, non c’erala Cina. Ci sono momenti di incertezza, mase guardiamo ai trend del decennio capiamoche la crescita è costante».

A quali mercati occorre quindi guardare?

Nel segno del belloLe basi per fare della moda italiana il traino dell’economia nazionale ci sono tutte.

Quello che serve è puntare tutto sul made in Italy, perché si tratta di un’industria

che «non morirà mai»

Sarah Sagri

La moda italiana è riconosciuta nelmondo come uno dei settori piùimportanti e di maggior successoideati dal genio italico. Grazie an-

che a chi, come Santo Versace, ha fatto dellamoda la sua professione, giocando un ruolofondamentale nell’affermazione del marchiodella medusa nel mondo e contribuendo connumerose iniziative a supportare l’intero set-tore. Alla presidenza della Gianni Versace,Santo si è concentrato sugli aspetti di orga-nizzazione, distribuzione, produzione e fi-nanza, portando l’azienda di famiglia a di-ventare un impero nel settore del lusso, anzidel «bello», perché «i termini da utilizzaresono altri: innovazione, qualità, eccellenza».

Qual è l’immagine dell’Italia nel mondo?«Ricordiamoci che nel 1977 il simbolo del-l’Italia all’estero erano spaghetti e pistola. Èstata la moda a cambiare l’immagine del no-

stro Paese in tutto il mondo. Tutto ciò cheè made in Italy - la moda, il design,l’alimentare - ha permesso che l’Italiaoggi sia amata e apprezzata. Il nostroPaese rimane nel cuore degli stra-nieri».Le nostre aziende, quindi, contri-buiscono al rilancio dell’immaginedell’Italia nel mondo. Ma riesconoancora a competere sui mercatimondiali?«Assolutamente sì. Se le nostreaziende ottengono questo risultato,nonostante un sistema Paese vec-chio e una burocrazia lenta, allora

STILE ITALIANO

Page 87: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 119

«È necessario curare tutti i mercati, anchequando sono in un momento di stallo, comesta accadendo ora con il mercato degli Usa.Noi italiani poi siamo bravissimi a intercet-tare i mercati emergenti, come è stato per laCina e oggi per l’India, che assomiglia pro-prio alla Cina di dieci anni fa. Ma anche laRussia, Taiwan e tutto il Medio Oriente, cheè un mercato bellissimo».

Il made in Italy è sufficientemente valo-rizzato?«Non come si dovrebbe fare. È necessario cheil made in Italy diventi la nostra bandiera. Eper far questo, occorre rivoluzionare il si-

Tutto ciò che è made in Italy - la moda, il design, l’alimentare -ha permesso che l’Italia oggi siaamata e apprezzata. Il nostro Paeserimane nel cuore degli stranieri

stema di promozione del nostro Paese al-l’estero. Oggi abbiamo un sistema fatto ditanti soggetti diversi e non coordinati traloro: le ambasciate, le Camere di Commercio,gli istituti di cultura, le Regioni. Ma ciò di cuiabbiamo bisogno è una struttura coordinatae unica di promozione estera, che si occupicontemporaneamente di supportare le espor-tazioni e attrarre investimenti e flussi turisticisul territorio».

Quali misure ritiene più urgenti per sup-portare il marchio Italia nel mondo?«Ci sono alcune misure molto semplici mamolto efficaci. Le aziende che esportano devonosostenere molti costi e affrontare numerosi pro-blemi; hanno quindi bisogno di essere appog-giati in maniera intelligente. Dovremmo pren-dere come esempio quello che la Danimarca fagià da anni: alle aziende che esportano, riducele imposte in proporzione alla percentuale delleesportazioni. Questa è la strada migliore per ilsupporto e lo sviluppo delle aziende».

Santo Versace

Page 88: Dossier MArche 03 2011

MANIFATTURA ITALIANA

Il made in Italy, quello autentico,

sembra interessare sempre di più

i Paesi stranieri. Su queste basi

si delineano gli sviluppi del settore.

Fiorella Tombolini fa un quadro

del mercato e della sua azienda

Eugenia Campo di Costa

La fusione di operatività,tradizione e talento La qualità che rende noto il “made in

Italy” nel mondo premia ancora.Anche in tempi di crisi. Nonostanteil calo generale dei mercati, infatti,

i dati Istat relativi al 2010 hanno registratoun andamento positivo del “made in Italy”,dall’abbigliamento alla pelletteria, con unsaldo di 11,7 miliardi di euro. In particolare,la moda italiana, molto apprezzata all’estero,si riconferma un settore strategico per l’eco-nomia delle imprese nazionali. «Dopo quasi quattro anni di pro-fonda crisi, che ha comportato anche un forte cambiamentonelle dinamiche del settore, la moda sta dando oggi segnali diripresa, una prospettiva ottimista che le imprese italiane mi au-guro riescano a cogliere» afferma Fiorella Tombolini, Vice pre-sidente di Confindustria Macerata nonché Presidente dellaTombolini Industrie. «I segnali positivi arrivano soprattuttodai mercati stranieri, che mostrano un interesse importanteverso il made in Italy autentico».

Qual è lo stato di salute del settore sul mercato italiano?«Quello italiano è ancora un mercato piuttosto fermo, ma si co-mincia a intravedere qualche segnale di ripresa anche sul terri-torio nazionale. Al momento, comunque, le prospettive davvero

concrete per il vero made in Italy interessano i paesidel Bric, Russia e Cina soprattutto e l’Est Europa.Mercati meno facili da penetrale sono quelli del Bra-sile e dell’India, ma restano comunque interessanti».

Come ha affrontato la Tombolini Industrie il pe-riodo più critico del mercato?«Gli anni 2007, 2008, 2009 sono stati difficili perl’azienda. Abbiamo intrapreso un percorso di ri-strutturazione anche piuttosto pesante, ma siamousciti dalla crisi più forti, sia nell’organizzazioneaziendale che nella percezione del nostro marchioTombolini e nel suo riposizionamento sul mer-cato. Credo che dalle fasi di crisi si possa uscire an-che rafforzati se si hanno le idee chiare e si sa dovesi vuole andare».

Quale strategia ha adottato l’azienda e qualidunque le prospettive per il nuovo anno?«Abbiamo definito una strategia improntata su trecoordinate fondamentali. Innanzitutto il vero madein Italy, prodotto di alta qualità inserito nel mercato

Fiorella Tombolini è anche vice presidente di Confindustria Macerata.

Nella pagina accanto alcuni momenti di confezionamento degli abiti Tombolini.

Sotto, un prodotto finito

120 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 89: Dossier MArche 03 2011

Fiorella Tombolini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 121

del lusso, quindi lo sviluppo del retail, sia diretto che attraversofranchising, infine la definizione dei mercati che per noi sarannoparticolarmente strategici nel prossimo futuro: Europa, Cina,Russia, Medio Oriente, Nord America, in particolare il Canada,e Sud America in Brasile e Argentina. Per noiil 2010 è stato già un anno di recupero so-prattutto qualitativo, di riposizio-namento del marchio. Per il2011 prevediamo un incre-mento intorno al 25% dellenostre vendite, soprattutto suimercati stranieri».

Si sente tanto parlare dimade in Italy, ma in realtànon sono tantissime leaziende italiane a produrrearticoli che siano italiani al100%. Tombolini è una diqueste.«La produzione è realizzataal 80 per cento in provinciadi Macerata, con materiali dipregio e finiture impeccabili.Per il marchio Tomboliniogni fase della produzione av-

viene completamente all’interno delle nostrefabbriche, in questo modo abbiamo la garanziadi poter controllare tutto il ciclo e la qualità delprodotto. Per gli altri marchi produciamo ri-gorosamente sul territorio italiano, attraversopartnership con imprese nazionali».

La vostra nasce come azienda di abbiglia-mento maschile, ma oggi realizzate ancheabiti femminili. Ci può illustrare le diverselinee di Tombolini?«Tombolini vuole esprimere i valori della tra-dizione manifatturiera italiana: materiali italianidi alta qualità, cura dei dettagli, scelta degli ac-

cessori, tagli classici interpretati con il gustominimale contemporaneo, collezioni fa-cilmente interpretabili, dal gusto ita-liano e sofisticato. La linea Tconcept,rivolta a un target giovane e a unaclientela che non ha paura di osare,colpisce i giovani perché parla la lorolingua e viene scelta dall’uomo piùgiovane perché gli permette di espri-mere tutto se stesso. Tombolini Fleurè la linea donna della maison, è ri-cercata, femminile e curata nei det-tagli. È dedicata all’estimatrice delvero made in Italy».

La maison comprende altri duebrand.«Sì, Hilton Vestimenta, che sviluppacon originalità un moderno concept

di fluida aderenza, attraverso lo sviluppo › ›

È il dato relativoalla previsionedi incremento

venditedi Tombolini

per il 2011

VENDITE+25%

❞❝Tombolini esprime i valori dellatradizione manifatturiera italiana: curadei dettagli, materiali italiani, sceltadegli accessori, tagli classici e moderni

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Quale rapporto lega l’azienda Tombolinialle Marche e, in particolare, a Urbisaglia?«Certamente la nostra impresa ha un riscontronotevole sul territorio dal punto di vista sociale:occupiamo circa 300 persone di gruppo e ab-biamo un indotto altrettanto importante. Se siconsidera, inoltre, che il motto aziendale è “ilfuturo ha radici antiche”, si evince il profondolegame, storico, tra Tombolini e la città: un pro-fondissimo accordo, un’ininterrotta complicitàtra l’eco di una storia territoriale millenaria e latradizione imprenditoriale della mia famiglia.Urbisaglia, città della salute, antica colonia eprefettura romana, è degna interprete di valoriquali l’operosità creativa e la cultura manifat-turiera che identificano anche la nostraazienda».

Un’ulteriore dimostrazione del profondolegame tra l’azienda e il territorio è il sim-bolo del vostro brand. «L’identità visiva della marca Tombolini è ildrago disegnato da mio padre Eugenio Tom-bolini, fondatore dell’azienda, che rielaboròopportunamente lo stemma araldico della suacittà natale, Urbisaglia, raffigurante San Gior-gio a cavallo che combatte contro il drago. At-traverso un’attenta rivisitazione grafica, miopadre riuscì a sintetizzare, in un unico se-gno, cavaliere e drago, inserendo l’elementoforbici quali zampe anteriori dell’animalescalpitante. Un tentativo riuscito di fonderetradizione, operatività e talento in un’unicaiconografia di marca».

› ›

In alto, una veduta

di Urbisaglia, città

natale dell’azienda.

Sotto,

Fiorella Tombolini

con i collaboratori

www.tombolini.it

di innovativi tessuti naturali ed elastici tagliatisul corpo, e Regent, che interpreta il capo difattura sartoriale, con 18 ore di lavorazione,materie prime pregiate e manualità esperte.Regent è la linea per un capo di prestigio chetrova grande riscontro in un mercato esclusivo,quello tedesco, che fa registrare costanti per-formance positive».

Oggi siete presenti con punti vendita inItalia e all’estero.«Siamo presenti con 15 punti nel mondo, unodiretto aperto a febbraio a Parigi, gli altri neipaesi sui quali puntiamo particolarmente siaper il posizionamento del marchio che per losviluppo futuro dei nostri volumi. Quest’annoabbiamo in previsione di aprire un nuovopunto vendita anche a Milano».

~

Urbisaglia, anticacolonia eprefettura romana,è degna interpretedei valori cheidentificano anchela nostra azienda

MANIFATTURA ITALIANA

122 • DOSSIER • MARCHE 2011

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onore perché la loro terra è a noi particolar-mente cara per l’opera e la missione di penetra-zione nella loro cultura e nella loro società che hacompiuto il nostro celebre concittadino, padreMatteo Ricci, di cui nel 2010 abbiamo festeg-giato solennemente a livello internazionale il IVcentenario della sua morte. In occasione del-l’incontro ho ribadito la volontà dell’Ammini-strazione - peraltro già espressa nei mesi scorsianche ai vertici di un’altra municipalità, quella diXu Hui, distretto di Shanghai - di avviare unoscambio con la città di Shaoxing, sede di un ate-neo specializzato in lingue straniere e turismo,soprattutto improntato sulla crescita dei flussi tu-ristici, indispensabile per l’internazionalizzazionedei rapporti, che, va da sé, implicano una crescita

FOCUS MACERATA

Il sindaco di Macerata

Roberto Carancini

Tra i settori d’investimento anche la cultura,

«che assorbe il 19% delle risorse» precisa

il sindaco di Macerata Roberto Carancini.

«Sferisterio? Nonostante le difficoltà finanziarie,

è rimasta invariata la nostra partecipazione

economica»

Elisa Fiocchi

Famiglia, scuola e scambi con la Cina

Nel 2011, una stima del bilanciocomunale di Macerata prevede, ol-tre alle spese di funzionamento edel personale, lo stanziamento di 8

milioni e 300 mila euro. «I servizi sociali indi-rizzati a famiglie e cittadini continuano ad esserela principale voce di impiego delle quote comu-nali» come afferma il Sindaco Romano Caran-cini. «Oltre al 55% delle risorse ad essa destinateche corrispondono a circa 4,6 milioni di euro,s’affianca il servizio scuola che assorbe circa 900mila euro. Le risorse complessivamente destinatea questi due servizi passano al 67% del totale. Lacultura assorbe un altro 19%, circa 1,6 milionidi euro, mentre il restante 14% viene impiegatonegli altri servizi quali amministrazione generale,ambiente, tecnici, polizia e turismo».

Di recente una delegazione di do-centi cinesi ha fatto visita all’ateneodi Macerata per discutere oppor-tunità di scambio e di collabora-zione. L’amministrazione comu-nale si è detta pronta a stringere unaccordo finalizzato alla propostadi un gemellaggio. Quali sono le

finalità sul piano economico ecommerciale?

«Ospitare rappre-sentanti del popolocinese è sempre un

126 • DOSSIER • MARCHE 2011

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 127

Roberto Carancini

sotto il punto di vista commerciale e di conse-guenza economico».

L’alluvione che ha interessato il Fermano hadanneggiato alcune imprese sul territorio. Inparticolare il distretto calzaturiero che conta3mila e 500 imprese. Quali interventi su que-stioni come l'accesso al credito e la pressionefiscale saranno attuati per salvaguardare ilmade in Italy?«Azioni rivolte ai soggetti, e parlo di cittadini eimprese, che hanno subito danni economici dairecenti eventi alluvionali, saranno vagliate allaluce dell’effettiva quantificazione dei fabbiso-gni. Ritengo inoltre che tali azioni dovranno es-sere concertate con le altre amministrazioni pub-bliche coinvolte alla luce di un generale

intervento “quadro”. Ciò alfine di garantire efficacia alleazioni stesse nonché di evitareinefficienze nel fronteggiarel’emergenza».Quale sarà il futuro dello

Sferisterio e la natura del con-tributo dell’amministrazionecomunale per risolverne iproblemi?«Lo Sferisterio e la sua stagionelirica rappresentano un’eccel-lenza per l’intera regione e pro-prio per questo motivo l’impe-gno dell’Amministrazionecomunale continua in modoconvinto, nonostante le diffi-

coltà di ordine finanziario comuni al settoredella lirica e della musica dal vivo, anche a causadei pesanti tagli operati al Fus. È rimasta inva-riata la nostra partecipazione economica e staproseguendo l’impegno per la promozione e ladiffusione della stagione 2011».

Nel quarto trimestre del 2010 le sedi di im-prese attive nel territorio erano 37mila 313, innetta ripresa rispetto alla statistica del mese dimarzo. Qual è l’effettivo andamento del com-mercio e dell’artigianato cittadino? E il trendper il 2011?«Nello specifico nel comune di Macerata, alladata del 31 dicembre 2010, erano 4.274 e ri-spetto alla fine del 2009 è stato rilevato un au-mento di 24 unità pari a +0,6%. Il settore del

Il numero totale nel settore artigiano

a fine 2010

IMPRESE1148

RISORSE67%Destinate a famiglia

e scuola nel 2011

��Il settore manifatturiero

e quello degli altri servizirappresentano un quinto del totaledelle imprese artigiane

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tale del comparto. Quello del manifatturiero equello degli altri servizi rappresentano un quintodel totale delle imprese artigiane. È ancora pre-sto per dare indicazioni sulle tendenze di que-st’anno, soprattutto perché all’inizio dell’anno,generalmente, si concentrano molte cancella-zioni. Ciò che posso dire è che si osserva unapresenza sempre più consistente di imprenditoristranieri mentre sembra in rallentamento la di-namica positiva rilevata nel 2010».

Quali eventi sono in programma nel 2011a Macerata in occasione del 150° dell’Unitàd’Italia?«“Siamo tutti protagonisti di questa grande sto-ria” è lo slogan scelto per racchiudere la parteci-pazione dell’Amministrazione comunale alle ce-lebrazioni del 150° anniversario dell’Unitàd’Italia. In città il 16 marzo c’è stata la “Notte tri-colore” e celebrazioni, quelle del 17, all’insegnadella solennità e dell’ufficialità con i simboli del-l’Italia unita, i musei e i palazzi culturali aperti,con gli incontri con la storia, la musica, le opere,le mostre e gli itinerari del Risorgimento. Moltovasto il programma che come Comune abbiamomesso a punto in collaborazione con enti pub-blici, associazioni e istituzioni».

� � commercio rappresenta il comparto con il mag-gior numero di imprese per la nostra città con1.247 imprese attive pari al 29% del totale delleimprese. Tale comparto cresce di tre unità ri-spetto al 2009 (+0,2%), a livello provinciale ladinamica del settore è più elevata (+0,96%). Perquanto riguarda invece le imprese artigiane, sem-pre alla fine del 2010, ne erano attive 1.148, conuna riduzione di due unità rispetto al dicembre2009, in linea con l’andamento provinciale. Ilsettore artigiano più presente nel comune diMacerata è quello delle costruzioni con 380 im-prese artigiane attive e rappresenta il 33% del to-

FOCUS MACERATA

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130 • DOSSIER • MARCHE 2011

FOCUS MACERATA

tato il colpo di grazia. Sulreale numero delle aziendecolpite e soprattutto sull’en-tità dei danni subiti dalle sin-gole imprese, non abbiamoancora dati certi. Ciò che è si-curo invece è che, ottenuto ilriconoscimento dello stato dicalamità naturale da parte del Governo, i re-lativi interventi di sostegno sono demandati,a seguito del decreto Milleproroghe, alle ri-sorse disponibili nel bilancio regionale dandofacoltà al presidente della Regione, qualoranon vi siano in bilancio disponibilità finan-ziarie sufficienti, ad agire tramite aumenti deitributi, delle addizionali e delle aliquote. Solonel caso in cui tali misure non saranno suffi-cienti, e non potranno certamente esserlo,può esser disposto l’utilizzo del Fondo nazio-nale che però, per stessa ammissione del sot-tosegretario Letta, è incapiente dal 2004».

Tra i provvedimenti che hanno fatto di-scutere, s’inseriscono le nuove disposizioninel settore delle energie rinnovabili. Avrannoconseguenze negative sulle imprese in ter-mini economici ed occupazionali? «Sicuramente sì. Avevamo apprezzato le lineestrategiche dello schema del decreto, ma ildispositivo successivamente approvato pre-senta non poche criticità. Ad esempio è inam-missibile che si preveda la revisione del terzoConto energia, approvato con un decreto invigore da appena due mesi, determinando dal1 giugno 2011 il blocco degli incentivi. Gli

Folco Bellabarba,

presidente provinciale

Confartigianato

Imprese Macerata

Nel futuro di Confartigianato Ma-cerata sono in agenda progettid’inserimento per i giovani im-prenditori, il rafforzamento e la

diffusione del made in Italy e un nuovo por-tale online per facilitare l’incontro tra do-manda e offerta occupazionale. Tuttavia, comeafferma il presidente provinciale di Confarti-gianato Folco Bellabarba, non è tutto «rose efiori». I danni provocati dall’alluvione che hamesso in ginocchio le Marche ammontano apiù di novecento milioni di euro: «Esortiamocon forza il Governo a disporre un provvedi-mento ad hoc» annuncia. «Non è comprensi-bile il motivo per cui per l’alluvione che hacolpito Veneto le risorse siano state attintedalla fiscalità generale, mentre per quella cheha toccato il nostro territorio dovrebberoprovvedere gli enti territoriali interessati». Perfar fronte ai danni subiti dalla Regione, è stata

predisposta la costituzione di un tavolo dicoordinamento istituzionale a Roma

per individuare le risorse, gestirel’emergenza e rilanciare le attività.

Quante aziende rischianodi finire fuori dal mercato nel2011? E quali altri provvedi-menti saranno varati per supe-rare l’emergenza?

«Per alcune di esse, quelle chestavano lentamente

uscendo dallacrisi, l’alluvioneha rappresen-

«Secondo una prima stima di Confartigianato, per le pmi del Maceratese

i danni subiti incideranno sulle loro attività come, e forse più, degli ultimi eventi

sismici del 1997». A lanciare l’allarme è il presidente Folco Bellabarba

Elisa Fiocchi

Vola il made in Italy ma preoccupa il dopo alluvione

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 131

Folco Bellabarba

impianti collegati in rete dopo tale data sa-ranno incentivati da una nuova formulazionedel Conto che verrà emanata dal ministero en-tro il 30 aprile: in tal modo si creerà una si-tuazione di grave incertezza e confusione perle imprese che hanno investito nel settoredelle rinnovabili e contemporaneamente nonverranno favoriti futuri investimenti da partedi quelle aziende che stavano prendendo inconsiderazione opzioni di tal genere. Cam-biare le carte in tavola quando la partita è già

iniziata, non è corretto ed è un modo per sco-raggiare investimenti e scelte che comunquedetermineranno conseguenze negative in ter-mini economici ed occupazionali».

La ripresa trainata dal boom in Asia,quali effetti positivi potrà generare nel mer-cato del made in Italy locale?«La crescita esponenziale del Pil dei paesi asia-tici, Cina su tutti, sta determinando e conti-nuerà a farlo, nel breve e medio termine, unagrande opportunità per le nostre imprese pro-duttrici del vero made in Italy. Oggi sonocirca 900mila i cinesi con depositi bancarisuperiori al milione di euro: essi diventeranno,secondo stime autorevoli, più di 200 milionientro il 2015 e 400 milioni, pari al 30% dellapopolazione, entro il 2020. E ancora, nel pros-simo decennio, la Cina assorbirà il 44% dellevendite di beni di lusso nel mondo, conside-rato anche il fatto che la crescita del potered’acquisto della popolazione cinese raddop-pierà, da qui al 2020, ogni cinque anni. Que-sti numeri ci fanno ben sperare per le aziendeartigiane, soprattutto per quelle che hannopuntato sulla qualità e sul “fatto in Italia”».

In tema di federalismo fiscale, il passag-gio della tassazione sugli immobili adibitiad attività produttive dell’attuale aliquotaIci porterebbe a un incremento sulle im-prese di 812 milioni di euro. Il suo auspi-cio è che i comuni, nell’ambito della pro-pria autonomia tributaria, diminuiscanol’aliquota base dello 0,3%. È un traguardoraggiungibile?«Confartigianato non è certamente contro ilfederalismo fiscale. Ci piace però quello chefavorisce la progressiva riduzione della spesapubblica locale improduttiva determinando,di conseguenza, un meccanismo virtuoso ingrado di abbassare la pressione fiscale, soprat-tutto quella sulle imprese. Ci auguriamo per-

I cittadini dellaRepubblica

popolare cinese condepositi bancari

superiori al milionedi euro

CINESImila

� �

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132 • DOSSIER • MARCHE 2011

FOCUS MACERATA

Il traguardo che dovrebbero

raggiungere i comuni

ALIQUOTA0,3%

LAVORATORI+6%

Gli iscritti alle liste di mobilità

tanto che i Comuni della nostra provincia, aseguito delle nuove norme introdotte con ilfederalismo municipale, nell’ambito della pro-pria autonomia tributaria, riducano l’aliquotabase della nuova Imposta municipale sugliimmobili (fissata al 7,6 per mille) del massimopossibile, cioè dello 0,3%. Ma sappiamo chenon sarà così. L’alibi, come sempre, saràquello dei tagli introdotti dal Governo suitrasferimenti agli enti locali: sentiremo le so-lite scuse ma nessuno andrà a toccare gli spre-chi dovuti a consulenze, a contributi alle as-sociazioni o a spese per iniziative futili o dirappresentanza».

Con il nuovo portale lavoromacerata.net sifacilita l’incontro tra domanda e offerta nelterritorio. Come ha reagito il settore allacrisi che ha investito il mercato del lavoro?«Qualsiasi strumento che facilita l’occupa-zione è di questi tempi un’opportunità irri-nunciabile.I dati forniti dall’Osservatorio pro-vinciale del mercato del lavoro della Provinciadi Macerata ci mostrano, per il 2010 appenaconcluso, un confronto non facile con il 2009(l’anno che maggiormente ha registrato i co-sti della crisi economica): crescita del 6%delle persone iscritte alle liste di mobilità (rag-giunta quota 4.339 unità con punte soprat-tutto nei settori del calzaturiero, delle costru-

zioni, del tessile/abbigliamento, cioè nei com-parti ove maggiore è la presenza dell’artigia-nato); lieve crescita delle assunzioni (+ 5%,con un totale di 55.161 unità, delle quali solol’11% a tempo indeterminato); riduzione de-gli iscritti al Centro per l’impiego, orienta-mento e formazione come inoccupati/disoc-cupati da 11.688 a 9.027 (grave rilevare checirca il 65% di questi sono compresi in unafascia d'età tra i 20 ed i 39 anni); riduzione,sostenuta da una perdita di fiducia soprat-tutto dagli iscritti in età più avanzata, verso lacapacità del Ciof stesso di dare soddisfacentiprospettive occupazionali».

Tra i servizi offerti, anche incontri per di-ventare imprenditori. «Attraverso l’iniziativa “Progetto Domani” èstato messo in atto, in tutta la provincia, unpercorso informativo, formativo, esplorativoe motivazionale rivolto ai giovani che inten-dono intraprendere un’attività autonoma od’impresa. L’importanza basilare della nostrainiziativa è conoscere ed esaminare assieme aconsulenti qualificati idee, motivazioni, fatti-bilità, eventuale posizionamento sul mercato.Dopodichè l’aspirante imprenditore sarà se-guito nei suoi primi passi nel mondo del la-voro da un pool di tutor ed accompagnato datecnici e consulenti dell’associazione».

� �

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«Un asset strategico e fisiolo-gico». Per Franco Boldre-ghini, Presidente dellaSpes, Società di Progetta-

zione Elettronica e Software, è ciò che rap-presentano le risorse umane all’interno del-l’affermata azienda di Fabriano. Un valoreche ben si innesca in una società strutturatain forma cooperativa e che si connette a untessuto locale storicamente dedito allo svi-luppo tecnologico delle sue industrie, a par-tire dal distretto degli elettrodomestici.«Questo asset viene costantemente curato epotenziato attraverso continui corsi di for-

mazione e operazioni direale trasferimento tecno-

logico interno me-diante gruppi di la-voro organizzati e

strutturati» spiegailPresidente, cui fa

seguito ancheil direttore

c o m m e r -c i a l e ,

Mauro Angelini. «L’impostazione che ab-biamo dato all’azienda, da un lato contri-buisce alla crescita professionale dei nostrisoci e, dall’altro, garantisce una forte capacitàdi applicazione, su mercati tra loro moltodifferenti, delle tecnologie sviluppate nellavarie aree della Spes». La formula, dati allamano, pare funzionare. «I dati emergenti dalnostro bilancio 2010 sono a dir poco con-fortanti – dichiara Boldreghini -. Dopo annidi crescita imponente, con un aumento difatturato superiore al 50%, anche nel 2010,nonostante la crisi mondiale, abbiamochiuso i conti con un incremento del 30%delle nostre performance. Il tutto a riprovache innovazione e distintività di prodottooggi dettano legge in un mercato globale, ca-ratterizzato da una standardizzazione impe-rante che giova solo a nazioni che fanno deldumping sociale il proprio appeal».

Con la crisi molti settori hanno ridottodrasticamente l’attenzione nei confrontidelle risorse umane. Mentre voi, in questo,avete reagito in maniera opposta. FRANCO BOLDREGHINI «Certamente la crisi hadeterminato un’attenzione ossessiva al con-tenimento dei costi e all’ottimizzazione dellerisorse e dei mezzi. Spesso a danno dellacomponente umana. Credo, però, che nes-suno possa sottovalutare l’impatto che i fat-tori umani hanno sulle aziende, come la mo-

IMPRENDITORI DELL’ANNO

Un’impostazione post-fordista che trova nel continuo aggiornamento professionale

una delle sue strategie più redditizie. Franco Boldreghini e Mauro Angelini spiegano

perché, nonostante la crisi, i risultati della Spes continuano a crescere

Aldo Mosca

Lo sviluppo innescato dal trasferimento tecnologico

Franco Boldreghini

e Mauro Angelini,

rispettivamente

Presidente e Direttore

commerciale

della Spes. Nelle altre

immagini, il gruppo

di lavoro e il laboratorio

della società

di Fabriano (An)

134 • DOSSIER • MARCHE 2011

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Franco Boldreghini e Mauro Angelini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 135

tivazione e il senso di appartenenza al pro-getto imprenditoriale da perseguire». MAURO ANGELINI «In questo senso l’aziendacooperativa ha, probabilmente, qualche mar-cia in più, ma credo di poter dire che tutte leaziende del territorio, in generale, hannoun’attenzione particolare su questi aspetti.Operiamo in una regione, le Marche, che dasempre si è distinta per eccellenza e compe-tenza. Oggi è risaputo che competitività e at-trazione o si ottengono solo rafforzando tali

qualità».Comunque il fatto che voi

siate una società coopera-tiva credete rappresenti

una variabile decisiva?MAURO ANGELINI «La no-stra forma giuridicarappresenta di fattouno degli elementi

vincenti del no-stro stare sul

mercato. Vivendo di idee tradotte in pro-dotti innovativi, i “cervelli” dei nostri ad-detti rappresentano il vero valore del nostrofare impresa. Aver assunto la forma giuri-dica cooperativa, che amplifica e irrobustisceil senso di appartenenza, non può che raf-forzare questo skill. Integrare forme di go-vernance aziendale, che vanno dalla gestionein senso stretto per arrivare alle diverse me-todologie di ripartizione dei risultati econo-mici, con altre di organizzazione operativacooperativa, fanno del nostro progetto unpivot nel campo dell’innovazione tecnolo-gica nel settore ingegneristico».

Negli anni sono mutate le metodologiedi gestione del vostro gruppo di lavoro?FRANCO BOLDREGHINI «L’azienda ha da sempresposato un’organizzazione post-fordistica,quindi di tipo non verticistico, costituita daun numero limitato di livelli e basata sulla in-terrelazione tra le aree di lavoro. Nel tempo,sicuramente, sono state modificate anche inmodo sostanziale le configurazioni di taliaree e le modalità di scambio di informazionie di sviluppo relative ai processi progettualie produttivi, preservando però la “vicinanza”operativa tra i vari livelli e tra le aree azien-dali. Il valore della persona e la sua espres- › ›

Dopo anni dicrescita

imponente, conaumenti superiori

anche al 50%, nel2010 Spes chiude

un ennesimobilancio in crescita

del 30%

FATTURATO+30%

~

L’azienda ha da sempresposato un’organizzazionepost-fordistica, quindidi tipo non verticistico,costituita da un numerolimitato di livelli e basatasulla interrelazionetra le aree di lavoro

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136 • DOSSIER • MARCHE 2011

› ›

finalizzato alla realizzazione di uncentro di ricerca altamentequalificato che, con connotati dieccellenza, provveda allarealizzazione di attività di testing eprove sperimentali in tema di“engineering preindustriale” e“supporto alla qualità prodotto”.

www.spesonline.com

PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIOUn progetto condiviso con alcuni dei principali gruppiindustriali italiani, a partire dal polo di Fabriano.L’attività di ricerca della Spes porta sul tessutoproduttivo un decisivo indotto tecnologico

La Spes, Società di ProgettazioneElettronica e Software, è una

società cooperativa per azioni consede a Fabriano (An), attiva dal 1997nei settori della ricerca industriale edell’innovazione domotica. Dasempre, il suo core business siconcentra nella consulenza eprogettazione per il settoreelettronico e informatico. Èprincipalmente alle Piccole e medieimprese che la società guidata daFranco Boldreghini e Mauro Angelinisi rivolge. In particolare, Spes èpartner di importanti realtà aziendalidel comparto meccanico edelettromeccanico, incentivando losviluppo di progetti basatisull’impiego di tecnologie altamenteinnovative. Negli anni, Spes ha

instaurato, in Italia e all’estero,stabili rapporti di collaborazione conimportanti e consolidate realtàindustriali tra cui spiccano la IndesitCompany SpA , la MTS Group e laELICA SpA di Fabriano, la Scholtésdi Thionville (Fr), la Glabo GroupSpA di Jesi (An) e la SaecoInternational SpA di GaggioMontano (Bo). La società hacontribuito, mediante attività diformazione complementari a quelleaccademiche e rivolte a giovanineolaureati, alla costituzione di un“indotto specialistico” a supportodel mondo industriale. In particolare,assieme alGruppo Indesit, l’aziendaha trovato ulteriore slancio nelladefinizione di un “Progetto diSviluppo Tecnologico e Industriale”

sione di creatività, anche organizzativa, sonodi fatto alla base del nostro successo. Spesso,i migliori frutti derivano anche da quella“confusione organizzata” tipica di un campustecnologico come la Spes».

Quanto investite in formazione? MAURO ANGELINI «La formazione continua,on the job, è un aspetto tipico e caratteristicodel nostro operare. La nostra è un’azienda informa di R&D, così possiamo definire il no-stro organigramma funzionale, pertanto l’at-tenzione alla formazione e il continuo con-tatto con l’universo accademico e scolastico

in genere sono per noi elementi strategici.Per questo, nel tempo, abbiamo modulato ilnostro rapporto con il mondo della scuola si-glando convenzioni, accordi e protocolli fi-nalizzati anche alla formazione e all’inseri-mento di neolaureati e neodiplomati nelmondo del lavoro, in Spes come in aziendenostre partner e clienti».

In Italia, è noto, il rapporto tra scuola etessuto produttivo non è dei migliori. Voiin che modo riuscite a superare questa re-ticenza?FRANCO BOLDREGHINI «Ogni anno organiz-

IMPRENDITORI DELL’ANNO

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 137

ma con difficoltà di attuazione delle stesse, equelle che vivono il disagio di una perdita dicompetitività e l’esigenza di essere recettoridi trasferimento tecnologico dal sistema eco-nomico e sociale di riferimento».

Il prossimo biennio?FRANCO BOLDREGHINI «Per il futuro prossimol’obiettivo principale sarà quello di rafforzaree amplificare il nostro modello organizza-tivo, facendo integrazione e rete con altriplayer del settore tecnologico, convinti chel’unione delle esperienze e il rafforzamentodel nostro patrimonio intellettivo ci permet-teranno di confermare gli ottimi risultati de-gli ultimi anni».

ziamo diversi corsi di formazione che inve-stono tutti i livelli dell’azienda. Ad esempiocorsi di inglese, di project management, digestione delle risorse, seminari tecnici su te-matiche progettuali specifiche. Questo perfar fronte a naturali esigenze formative com-plementari alla preparazione prettamentetecnica acquisita nelle università di qualun-que natura essa sia, scientifica, economica ogiuridica. Sicuramente strumenti come stagee apprendistato professionalizzanti sono digrande aiuto alle imprese per coprire il fi-siologico gap che esiste tra la formazioneculturale acquisita nelle università e l’ap-prendimento pratico di un mestiere».

All’estero, rispetto all’Italia, la situa-zione è differente?MAURO ANGELINI «Purtroppo in Europa pa-ghiamo il ritardo storico, rispetto a forme diintegrazione tra impresa e area della forma-zione, consolidatesi negli Stati Uniti e neglialtri Paesi emergenti, come India, Giapponee Cina. Di fatto non esiste un modello eu-ropeo nel trasferimento tecnologico. Legrandi aziende operano in solitaria e tutto ilmondo delle Pmi vive con ansia e disagioquesta peculiarità. Vi è uno sbilanciamentotra le piccole imprese iperproduttive di idee,

~

❝Abbiamo siglato, con scuolee università, diverse convenzioni,accordi e protocolli finalizzatiall’inserimento di giovanineolaureati e neodiplomati nelmondo del lavoro. Non solo per lanostra azienda ma anche per moltenostre imprese partner

Franco Boldreghini e Mauro Angelini

Page 106: Dossier MArche 03 2011

IMPRENDITORI DELL’ANNO

138 • DOSSIER • MARCHE 2011

Dall’automotive alle telecomunicazioni, dall’information technology alle forniture militari fino

alla robotica. I circuiti stampati progettati, prodotti e assemblati dal team della Cibes diffondono

nel mondo il valore tecnologico del distretto elettronico di Ancona

Giammaria Licata

Dal distretto anconetano,l’eccellenza elettronica

Il circuito stampato costituisce il sup-porto meccanico più utilizzato e piùstabile per il collegamento di compo-nenti elettronici. Le tecnologie sottese

alla produzione di tali supporti hanno su-bito radicali cambiamenti nel corso degli ul-timi decenni; una prova di ciò si ha con-frontando il circuito interno di una radiolinadegli anni Ottanta e gli ultimi circuiti stam-pati dei cellulari. Di pari passo con l’evoluzione tecnologica, laCibes, società anconetana che da oltre tren-t’anni opera nel settore dell’elettronica adalto contenuto tecnologico, è oggi protago-nista del mercato dell’elettronica industrialenei settori più differenti. Di fatti, «le lineeproduttive della Cibes prendono parte allarealizzazione di circuiti stampati destinati a

molteplici e disparati comparti della modernaimprenditoria internazionale: dall’automo-tive alle telecomunicazioni, dall’informationtechnology alle forniture militari, dal settoreenergetico e fotovoltaico fino alla robotica».Nel descrivere le principali dinamiche setto-riali, i fondatori della Cibes, Enrico Baldonie Ivano Cingolani, non possono non sottoli-neare come «la filosofia di espansione che hasempre alimentato la politica aziendale, puntasulla ricerca e sull’innovazione tecnologica».Progettazione, produzione e assemblaggio dicircuiti stampati: sono le attività che la Cibesmette a disposizione di una rete di partner ecommittenti in Europa e nel mondo. Ma sele rotte commerciali puntano all’internazio-nalizzazione dell’azienda, non può tacersil’importanza del radicamento nel territoriomarchigiano. Il cuore della Cibes è infattilocalizzato a Castelfidardo, in provincia diAncona, nel noto distretto dell’elettronicanato negli anni Settanta con l’evoluzione tec-nologica degli strumenti musicali. «In duestabilimenti produttivi di oltre 5 mila metriquadrati, vengono progettati prodotti e as-semblati ogni giorno milioni di circuiti stam-pati per le differenti richieste del mercato –afferma il dottor Baldoni –. Cibes è general-mente ritenuto un grande esempio di madein Italy nonché testimonianza di qualità, diradicamento culturale e tradizione con il ter-

In queste pagine,

immagini dell’area

di produzione

e di assemblaggio

dei circuiti stampati

della Cibes

di Castelfidardo (AN)

www.cibes.it

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Enrico Baldoni e Ivano Cingolani

MARCHE 2011 • DOSSIER • 139

ritorio al quale fa da eco in tutto il mondorendendolo protagonista nel settore dell’elet-tronica». In un ambito così specialistico non potevanomancare proficue collaborazioni con realtà,come quella universitaria. «L’azienda, fon-data nel 1980, ha sempre gestito al suo in-terno tutti i reparti qualificati necessari allaprogettazione, ingegnerizzazione, realizza-zione e assemblaggio dei differenti tipi di cir-cuiti stampati – spiega il dottor Cingolani –, formando in collaborazione con le facoltà diingegneria e di economia dell’Università Po-litecnica delle Marche, un’intera generazione

di tecnici e di dirigenti che si sono specializ-zati nel settore». Con un know-how organizzativo e tecnolo-gico assolutamente unico, il centro di ricercae sviluppo della Cibes progetta e sviluppacircuiti stampati con partner internazionaliper le differenti applicazioni del mercato, po-sizionandosi come interlocutore strategicoper le aziende che operano nel campo della ri-cerca e dell’innovazione tecnologica. «L’uti-lizzo industriale di tecnologie di produzioneall’avanguardia garantisce uno standard diprodotti innovativo ad alta qualità sui grandinumeri, competitivo in termini di prezzi –precisa Baldoni –. Grazie ad un atteggia-mento flessibile e internazionale che ha pun-tato molto sulla crescita e sulla sempre mag-giore qualificazione sia dei prodotti che deiservizi, la Cibes ha superato brillantemente lacrisi dell’elettronica che ha investito tutto ilsettore». Prodotti sempre più ad alto conte-nuto tecnologico quindi, ingegneri e tecnicialtamente qualificati e notevoli investimentinella ricerca e sviluppo sono stati gli ingre-dienti di una strategia di successo che in tren-t’anni ha portato la Cibes ad essere leader inEuropa nel settore dei circuiti stampati.

~

Con un know-howorganizzativoe tecnologicoassolutamente unico,il centro di ricercae sviluppo dellaCibes progetta,produce e assemblacircuiti stampati

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

142 • DOSSIER • MARCHE 2011

Una realtà solida, al tempo stesso moderna e artigianale, frutto di un’audace iniziativa

imprenditoriale e dedicata alla produzione di uno strumento sconosciuto ma utile.

Roberto Moretti, titolare con Mauro Latini della Tecnosteel di Montecassiano, racconta

questo particolare e interessante ramo dell’industria

Francesco Bevilacqua

Applicazioni tecnologiche che esaltano la precisione

Esplorando un settore industriale par-ticolare si possono scoprire aspetti in-teressanti, da un tipo di macchinariostrano sconosciuto, ma fondamen-

tale per la produzione di tanti oggetti, a una re-altà imprenditoriale coraggiosa e dinamica, dauna struttura efficiente e confortevole alle criti-cità di un comparto industriale – quello mar-chigiano – ricco di buona volontà ma anche diostacoli e difficoltà. Tutto questo è contenuto nelquadro che Roberto Moretti delinea descrivendol’attività della sua azienda, la Tecnosteel, che sidedica alla produzione di fustelle.

Può spiegare, per chi non conosce il settore,che cos’è la fustella per cartotecnica?«Essendo uno strumento abbastanza partico-lare, mi sono trovato spesso a illustrarne l’utilizzo

e le caratteristiche ai molti che non ne hannomai sentito parlare. Si tratta in pratica di unostampo in legno, acciaio e gomma che viene uti-lizzato principalmente per il taglio e la piegaturadi scatole e imballi in cartone, espositori, circuitiflessibili, accoppiati in alluminio, etichette e al-tri oggetti simili. La fustella può essere piana orotativa in funzione dei diversi tipi di produ-zione a cui è destinata e dei macchinari nei qualiva inserita».

Cosa l’ha spinta a fondare un’azienda de-dicata alla produzione di un attrezzo cosìpoco conosciuto e particolare? «Lavorando come dipendente nell’ufficio tec-nico di un’importante aziendadi giocattoli che utilizzava lefustelle sia per lavorazioni stan-

In queste pagine,

immagini di alcuni

ambienti di produzione

e le macchine

della Tecnosteel

di Montecassiano (MC)

www.tecnosteel.cc

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dard che per la realizzazione di prodotti molto particolari comei puzzle, mi sono reso conto della necessità che avevano i for-nitori – cartotecniche, scatolifici, tipografie, che oggi si appog-giano alla mia azienda – di avere un prodotto di qualità e un ser-vizio sia di progettazione che di campionatura. Nel 1981 quindi,tenendo conto di questa esigenza, ho iniziato l’attività acqui-stando attrezzature – allora solo manuali – per la produzionedelle fustelle, mirando a fornire un servizio innovativo. L’aziendasi è sviluppata negli anni con l’ingresso di due soci e un numerocrescente di dipendenti, che hanno tutti contribuito a deter-minare l’affermazione della Tecnosteel nel suo settore».

Come avete conciliato artigianalità e innovazione tecno-logica?«L’impiego di macchinari sempre più sofisticati, che richiede uncostante aggiornamento di tutto lo staff produttivo, rappresentacomunque il frutto dell’esperienza pluriennale acquisita anche conil lavoro manuale, determinante per un più efficiente utilizzo dellatecnologia. Abbiamo sempre investito nell’innovazione tecnolo-gica, facendo in alcune occasioni scelte all’avanguardia che cihanno consentito di abbreviare i tempi e aumentare notevolmentela precisione della lavorazione. Questa strategia ci ha proiettatoun passo avanti rispetto alle concorrenti».

Quali sono state le ultime novità del settore e quali quellepreviste in futuro? «Dopo una notevole evoluzione delle apparec-chiature strumentali negli anni passati, non ri-tengo che nel prossimo futuro si presenterannonovità capaci di modificare radicalmente il cicloproduttivo, come sono state il laser o le macchinepiegatrici automatiche. Per questo, a fare la dif-ferenza sarà la capacità di coniugare la qualità delprodotto, da mantenere sempre al massimo li-vello, con un servizio sempre più efficace. La Tec-nosteel sarà comunque sempre orientata al rin-novamento, con uno sguardo attento rivolto

alle opportunità che si potrebbero presentarenell’ammodernamento dei macchinari finaliz-zato a una sempre maggiore efficienza».

Qual è la vostra struttura aziendale?«Il personale è costituito da trenta dipendenti, laparte operativa viene svolta in un immobile diduemila metri quadrati da poco ristrutturato edotato di un impianto fotovoltaico di 141 KWche ci permette di autoprodurre tre quarti del-l’energia che utilizziamo. Nostro intendimento èsempre stato quello di rendere il luogo di lavoroil più confortevole possibile per tutti i dipendenti,ad esempio dotando tutto l’immobile, inclusa laparte produttiva, di aria condizionata».

Qual è la situazione del vostro settore e ingenerale del comparto economico marchi-giano a cui appartenete?«Le tante piccole aziende sono sempre state ungrosso traino per l’economia regionale e na-zionale. Da parte degli imprenditori dellazona c’è un impegno costante e significativo,che ha permesso ad aziende come la Tecno-steel di rimanere per trent’anni sul mercato,aumentando anche il numero dei clienti.Tutto questo sforzo però non sempre è rece-pito compiutamente da chi ha la responsabi-lità delle scelte economiche e amministrative,alcune volte perfino dai nostri collaboratori.Noi marchigiani siamo portati a operare in si-lenzio, senza enfatizzare i risultati raggiunti,ma spero che le nuove generazioni possanotrarre dalla nostra esperienza un incoraggia-mento a proseguire nella strada segnata e lostimolo a cimentarsi in attività imprendito-riali sempre nuove».

Roberto Moretti e Mauro Latini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 143

È la quantitàdi energia chela Tecnosteel

produce grazie a un impianto

di pannellifotovoltaici

KW141

~

❝L’impiego di macchinari sempre piùsofisticati, che richiede un costanteaggiornamento di tutto lo staff produttivo,rappresenta comunque il fruttodell’esperienza pluriennale acquisita

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

144 • DOSSIER • MARCHE 2011

Il mercato dell’acciaio inox vive

una fase positiva. Il 2010, infatti,

ha fatto registrare un netto aumento

dei volumi. Merito anche delle tante

applicazioni di questo materiale.

Il punto di Anna Maria Ripesi

Luca Righi

Lo sviluppo del mercatodell’acciaio inox

Una lega a base di ferro che riunisce insé le proprietà meccaniche degli ac-ciai e una spiccatissima resistenzaalla corrosione. È l’acciaio inossida-

bile la cui peculiare caratteristica di resistenza èdovuta ad alcuni degli elementi di cui è compo-sta la lega, tra cui spicca il cromo, che funge daprotezione grazie all'azione di uno strato invisi-bile di ossidi, che lo rendono immune agli attac-chi degli agenti chimi esterni. Il nome “acciaio inox”, con cui è più conosciutol’acciaio inossidabile, deriva dal francese “inoxy-dable”; ma in realtà, questo materiale fu sco-perto da uno studioso inglese, Harry Brearly.Nel 1913, nel corso di una sperimentazione suitipi di acciai più adatti per le canne delle armi da

La Co.Fer.M ha sede a

Camerata Picena (AN)

www.coferm.it

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Anna Maria Ripesi

MARCHE 2011 • DOSSIER • 145

fuoco, Brearly scoprì che uno dei campioni di ac-ciaio, contenente il 13 per cento di cromo e il0.25 per cento di carbonio, non arrugginivaquando veniva esposto all'atmosfera. L'acciaioinossidabile conseguì subito un enorme successo,ma il vero boom degli acciai inox si ebbe attornoagli anni '40, quando i progressi nel campo della

metallurgia permisero di svi-luppare nuove leghe inossidabiliadatte alla più diverse applica-zioni. «Anche oggi - affermaAnna Maria Ripesi, ammini-stratore delegato della dittaCo.Fer.M Spa di Camerata Pi-cena – si continuano a studiaremiglioramenti e perfeziona-menti di queste leghe, tant’è chel'acciaio inossidabile viene an-che utilizzato nei più disparatisettori industriali, dal petrolchi-mico, al minerario, fino al nu-cleare, all'energetico e, natural-

mente, all'alimentare. L’acciaio inox, inoltre, ri-veste un ruolo particolarmente rilevante, lad-dove, per motivi di natura tecnico-impiantistica,va a sostituirsi al carbonio». La Co.Fer.M, in particolare, ha sempre conside-rato l'acciaio inox un materiale di importanzastrategica. Costituita nel 1978 da Marcello Ga-leazzi, nel corso degli anni l’azienda ha semprepuntato su ricerca e innovazione, una scelta chele ha permesso di diventare altamente specializ-zata nel settore degli acciai serie 300 e 400 esulle leghe NI/CR/MO. «La produzione e lacommercializzazione di acciaio viene in granparte destinata alla Thyssenkrupp Acciai Terni –spiega Anna Maria Ripesi – ma lavoriamo anchealtri metalli, come titano, cobalto, acciai rapidiche vengono dirottati su altri mercati all’internodella Comunità Europea». La Co.Fer.M è un’azienda moderna e dinamicache ha sviluppato nel settore capacità e cono-scenze tali da potersi confrontare e inserire nel-l’attuale globalizzazione dei mercati. «Il mercatodegli acciai inossidabili – continua Anna MariaRipesi – ha un andamento ciclico, e in questomomento sta vivendo una fase di sviluppo. Oggilavoriamo soprattutto, oltre che sul territorio na-zionale e i principali paesi europei, anche in Eu-ropa dell’Est e sui paesi dell’ex Unione Sovietica».In particolare, la ditta opera nei settori indu-striale e manifatturiero, ma reperisce anche da › ›

~❝Il 2010 ha rappresentato, soprattutto

nel primo semestre, un annoincoraggiante per l’acciaio inox,con volumi veramente notevoli

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opportunità che le si presentavano, e ha tenutoin costante monitoraggio l’andamento dei mer-cati: «non solo quello nazionale ed europeo – sot-tolinea Ripesi -, abbiamo voluto guardare moltopiù ad ampio raggio, osservando quello che suc-cedeva a livello mondiale. Con la globalizza-zione, bisogna confrontarsi di continuo con tuttii mercati, anche stranieri, avendo uno sguardomolto attento anche ai mercati finanziari che, in-vestendo ingenti capitali sulle commodities,creano spesso false aspettative». Per l’anno da poco cominciato, Anna Maria Ri-pesi prevede che le richieste saranno quantitati-vamente in forte aumento, anche se probabil-mente il 2011 sarà caratterizzato dall’incognitadelle quotazioni. L’azienda affronta il nuovo annocon la sua consueta filosofia: «una continua evo-luzione per quanto concerne l’acquisizione dinuovi macchinari, impianti e tecnologie idonee amigliorare le condizioni di lavoro dei dipendentie la qualità dei prodotti lavorati, con lo scopo fi-nale di immettere sul mercato prodotti rispon-denti alle specifiche tecniche richieste dagli uti-lizzatori, al corretto impiego dei sottoprodottigenerati e allo smaltimento dei rifiuti prodotti daicicli di lavorazione». Una delle prerogative dellaCo.Fer.M, infatti, nonché uno dei suoi obiettiviprimari, è il rispetto dell’ambiente e della sicurezzanel suo senso più ampio. Da sempre, ha puntatosu una struttura adeguata, che garantisse alti livellidi rispetto ambientale, e un sistema di controllodi radioattività con un impianto Exploraniumche assicura l’assenza di contaminazione su tuttii materiali in ingresso; un attrezzato laboratorio dianalisi, all’avanguardia per una azienda che comela Co.Fer.M. che riceve, manipola, e commerciamigliaia di tonnellate di “materie prime secon-darie”; un cantiere rispettoso di tutte le leggi dinatura ambientale, (emissioni in atmosfera, in retefognaria etc.), tutte autorizzate e monitorate incontinuo per il rispetto dei parametri autorizzati.Inoltre, punta molto sulla preparazione e sul con-tinuo addestramento del personale per l’attua-zione e il rispetto di tutte le procedure inerenti lasicurezza e l’ambiente.

› › piccoli raccoglitori e commercianti di medie di-mensioni. Ma qual è, nel dettaglio, lo stato di salute del mer-cato dell’acciaio inox? «Dopo il crollo della do-manda legata alla recessione e al forte de-stoc-caggio del 2009, il 2010 ha rappresentato,soprattutto nel primo semestre, un anno inco-raggiante, con volumi quasi mai raggiunti. L’in-cremento di produzione verificatosi nel 2010,seppur non costante, e la conseguente richiestadi materia prima da parte dei produttori ha in-nescato un meccanismo di rialzo anche sul mer-cato del nichel, quotato alla borsa di Londra,anche in virtù delle forti richieste del mercatoasiatico». Co.Fer.M ha affrontato un 2010 ca-ratterizzato da forti oscillazioni nei prezzi dellematerie prime e da una richiesta di materiali di-scontinua «ma i risultati sono stati comunque piùche positivi». Per tenere il mercato al meglio,l’azienda ha saputo sfruttare di volta in volta le

146 • DOSSIER • MARCHE 2011

IMPRENDITORI DELL’ANNO

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La fornitura di componenti meccanici per produttori

di macchinari e impianti industriali, richiede elevati

standard qualitativi, costi contenuti e grande capacità

innovativa. Una sfida impegnativa per gli operatori

del settore. Ne parla Chiara Andreani

Amedeo Longhi

Il settore della meccanica di precisione èmolto competitivo e i margini di manovrasono molto stretti. La cura e la qualità chevengono riversate nella realizzazione dei

prodotti vengono oramai date per scontate daicommittenti, così gli operatori, per dare un valoreaggiunto alla propria azienda, devono utilizzarealtre leve. Una è certamente il prezzo, che costi-tuisce però un aspetto su cui è difficile agire piùdi tanto. Diversa è la strada percorsa dalla NuovaTCM, industria di subforniture meccaniche: «Ilfattore di differenziazione sui cui abbiamo inve-stito e che perseguiamo fortemente consiste nelfornire non solo un prodotto, ma idee» dichiaraChiara Andreani, amministratore delegato del-l’azienda marchigiana. «Fornire idee significaproporre soluzioni migliorative anche quandonon fanno espressamente parte delle richiesteche ci vengono commissionate andare oltre laqualità, che è ormai consolidata per tutti, ed in-vestire per dare un servizio di pianificazione, digestione delle informazioni produttive e logisti-che, e di costante re engineering. Questo tipo direlazione con il committente conferisce alla sub-

La meccanica delle idee

148 • DOSSIER • MARCHE 2011

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Chiara Andreani

MARCHE 2011 • DOSSIER • 149

fornitura un grande valore aggiunto e di conse-guenza offre maggiori opportunità di crescita e diespansione in nuovi mercati».

Per essere così competitivi in questo set-tore quindi la capacità di innovarsi è fon-damentale?«La crescita nel tempo è stata senza dubbio sup-portata da una molteplicità di fattori, primo fratutti la creatività nella ricerca di soluzioni pro-duttive, accompagnata da una conoscenza delmercato, sia di sbocco che di approvvigiona-mento. Questo dinamismo propositivo verso ilmercato è stato accompagnato da investimenticostanti in tutte le aree aziendali – dalla tecnolo-gia produttiva alla formazione e crescita costantedelle risorse umane – sia in ambito strettamentetecnico che relazionale, il tutto con attenzione allasolidità aziendale. Per noi l’innovazione è questo:saper capire quali sono i fattori che ci rendonovincenti e “interessanti” e investire su di essi co-stantemente. Innovare significa essere in grado difornire un servizio evoluto e a costi competitiviai contractors, conoscere le tecnologie in anticipoe svilupparne il loro utilizzo, stimolare le persone

che lavorano con noi, affinchétrovino sempre la soluzionemigliore».

Cosa attende quindi la vostra azienda in futuro?«La nostra mission è diventare un riferimento nella realizzazionedi componenti meccanici critici per i maggiori produttori italianied europei di macchine e impianti industriali. I mercati in cui vo-gliamo potenziare la nostra presenza sono quelli delle costruzioni,delle rinnovabili e dell’impiantistica. Per farlo, stiamo investendonel mantenimento di una tecnologia di trasformazione all’avan-guardia e nella continua capitalizzazione del know how specificodi settore attraverso formazione costante delle risorse umane.Stiamo inoltre approfondendo la conoscenza dei settori di desti-nazione del nostro semilavorato per conoscere più da vicino le cri-ticità che li contraddistinguono».

Quali sono invece le prospettive del settore e del mondo in-dustriale e imprenditoriale in genere?«Ci sono fattori fondamentali che vanno al di là delle caratteristi-che peculiari di una singola azienda, ancorché di successo, che ser-vono a tutto il mondo economico e che fanno sì che ciò che vienechiamato “sistema” funzioni, cioè che porti benessere a tutti.Questi fattori sono la voglia di emergere, di fare, di innovare, dirimanere al passo con le esigenze moderne di crescita e di evolu-zione, guidati da principi di orgoglio e correttezza, motori po-tentissimi per qualsiasi miglioramento».

Potreste descrivere la Nuova TCM in numeri? «La nostra azienda sviluppa un volume di affari pari a dodici mi-lioni di euro, che con la consociata TLM – specializzata nellaproduzione di martinetti idraulici – arrivano a ventiquattro mi-lioni. Occupa circa cento addetti e opera al servizio di settori in-dustriali differenti quali edile, minerario, siderurgico, oleodi-namico, movimento terra. La produzione viene realizzataattraverso reparti di macchinari a controllo numerico di fresa-tura, tornitura e saldatura robotizzata. La gestione interna è re-golata da un sistema informativo, SAP ERP che controlla tuttele informazioni aziendali e assicura integrazione, velocità e pro-fondità delle informazioni trattate».

~❝Fornire idee significa andare oltre la qualità

e proporre soluzioni migliorative anchequando non fanno espressamente partedelle richieste commissionate

Nella pagina a fianco, in basso, Chiara Andreani, amministratore delegato

della Nuova TCM di Gradara (PU) www.nuovatcm.com

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

Mario Settimi conferma l’andamento positivo della sua nota elettrogalvanica.

Ma sottolinea l’esigenza, troppo spesso ignorata dalle istituzioni, di favorire il rinnovo

strutturale e tecnologico delle imprese del settore

Carlo Sergi

Il galvanico ha bisognodi rinnovamento

Sono evidenti i segnali di ripresa emersi nel2010 per l’Elettrogalvanica Settimi. Untrend che il patron dell’azienda di Pol-lenza, Mario Settimi, aveva già previsto in

autunno. «Il consuntivo ha evidenziato dati posi-tivi, in particolare si è riscontrato un aumento delvolume d’affari di 15 punti percentuali rispetto al2009». L’impresa di Settimi, nota nelle marche peressere leader nel rivestimento dei metalli e nellametallizzazione delle resine, può dunque prose-guire nella sua politica di investimenti rivolti al-l’innovazione e allo sviluppo. «La parola d’ordine

dei nostri committenti è innanzi tuttoqualità. Sul settore viene richiesto

un livello di produzione semprepiù elevato» spiega l’imprendi-tore. «Le nuove tipologie di pro-dotto seguono sempre la tracciadettata dalle innovazioni propo-

ste dalle grandi firme che, co-munque, alla luce del-

l’imperativo “nulla sicrea, nulla si distruggema tutto si tra-sforma”, sono nien-t’altro che il rispol-vero di vecchietendenze rive-dute e corrette».Un’ ana l i s i ,questa, che in-

Mario Settimi,

titolare della

Elettrogalvanica Settimi

Srl di Pollenza (Mc)

150 • DOSSIER • MARCHE 2011

cide sul trend positivo dell’elettrogalvanica, vistoche esistono milioni di articoli di prodotto e con-siderato il fatto che il suo settore principale di ri-ferimento è costituito dall’accessoristica per borse,scarpe e abbigliamento, spaziando anche dall’ar-ticolo da regalo alle bomboniere, fino all’oggetti-stica e agli oggetti di arte sacra.

Esistono, oltre a questi, nuovi target cui ri-volgersi?«Il nostro è un mercato composto da una clien-tela medio alta e in questo momento economicocrediamo sia opportuno un consolidamento inquesto segmento».

Cambiando argomento, dal punto di vista fi-scale ha ritenuto sufficienti gli interventi messiin atto a sostegno delle imprese del settore?«Non ho visto interventi da parte dello Stato sulnostro comparto, non mi è giunta notizia di ecla-tanti rivoluzioni fiscali, ho solamente percepitouna grande confusione sia da una parte politicache dall’altra, oltre che da alcuni mass-media, cheinvece di rappresentare la situazione angosciosa incui versa il mondo del lavoro, hanno speso partedel 2010 e parte del 2011 a parlare di case aMontecarlo, della spettacolarizzazione del delittodi Avetrana, di “pseudo intrallazzi amorosi” e dialtre storie similari. Le imprese italiane, vista an-che la ricorrenza del centocinquantenario del-l’unità d’Italia, credo meritino più attenzione dalmondo politico, in considerazione che molte diesse hanno fatto sì che il made in Italy entrasse nel-

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Mario Settimi

MARCHE 2011 • DOSSIER • 151

l’immaginario collettivo».Di quali sostegni necessita il vostro comparto?

«È necessaria una rimodernizzazione degli impianti produttivi, datroppo tempo, forse, fermi nel nostro settore, visto anche l’im-patto ambientale che essi possono produrre. Pertanto ci si attendeuna defiscalizzazione degli investimenti in modo da renderlapossibile e appetibile».

Le sue aspettative sul finire del 2010 si sono rivelate esatte.Cosa si aspetta dal resto del 2011?

❝La manualità resta importante,perché sono l’occhio e l’esperienzadell’operatore a far sìche l’oggetto corrisponda ai piùalti standard qualitativi

Tra le tante novità dell’ElettrogalvanicaSettimi, una delle più importanti riguardasicuramente il tema della tutela dell’ambiente.«Possiamo affermare con orgoglio di essereuna delle prime aziende marchigiane ad averimplementato un sistema di gestioneriguardante la garanzia della tutela ambientaleper emissioni in atmosfera e scarichi inpubbliche fognature, ottenendone la relativacertificazione Uni En Iso 14001» dichiaraMario Settimi. «Purtroppo molti nostricompetitor, soprattutto all’estero, operanosenza alcun rispetto per l’ambiente. In questomodo riescono ad applicare prezzi finali diprodotto molto inferiori rispetto ai nostri. Nonpossiamo però violentare la natura a favoredegli incassi». www.settimi.net

Un’attenzioneper l’ambiente

«L’obiettivo per l’anno corrente è quello di con-solidare il nostro mercato di appartenenza. Comeho già dichiarato a novembre, la tecnologia, nelnostro modus operandi, è giudicata essenziale peravere un prodotto al top nella qualità. Pertanto,anche nel 2011 siamo pronti a effettuare investi-menti, con o senza aiuti dallo Stato, sulla tecno-logia, qualora pensassimo che questa ci possa of-frire uno standard ancora più elevato sianell’organizzazione del lavoro che nel compartoproduttivo».

La tecnologia, però, non mette da parte lamanualità. La vostra è un’attività in cui lemani, sotto molti aspetti, la fanno ancora dapadrone.«Vero. Vista la particolare attività svolta, molti la-vori vengono e continuano a essere svolti ma-nualmente. Tra questi, ad esempio, vi è il mon-taggio degli oggetti, che deve avvenire su apposititelai, per poi essere immersi nelle vasche che con-tengono i metalli. La manualità resta importanteperché sono l’occhio e l’esperienza dell’operatorea far sì che l’oggetto corrisponda ai più alti stan-dard in termini qualitativi. La storia del made inItaly, del resto, ce lo insegna».

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

152 • DOSSIER • MARCHE 2011

Pietro Polini e Luigi Gaspari della Cidol, azienda distributrice di prodotti Shell, raccontano

lo stabile andamento di un mercato ancorato alla forza della multinazionale

Giammaria Licata

Forze e criticità delle collaborazioni multinazionali

L’agonismo in cui è immerso ilmondo lavorativo mette in marciadinamiche di mercato talvolta im-prevedibili. E indipendentemente

dai continui sobbalzi della domanda-offerta,la vera legge che fa da sfondo al business èsempre la stessa: la qualità premia sempre.Con quest’ottica, alla Cidol, che da oltre tren-t’anni rappresenta una solida certezza nella di-stribuzione di lubrificanti Shell per il mondodell’autotrazione e dell’industria, «cerchiamodi raggiungere “il favore del mercato”, ov-vero, di presentare i nostri servizi con deter-minazione e vigore, accrescendo, giorno dopogiorno, la forza di attrazione attraverso un’in-cessante cura della professionalità e serietàdel servizio e della qualità del prodotto». Nelleparole di Pietro Polini e Luigi Gaspari, ri-spettivamente amministratore unico e re-

sponsabile vendite della Cidol Lubrificanti, èchiaro l’intento di rispondere a ogni specificarichiesta della committenza in modo rapido eprofessionale, contando sulle capacità chel’esperienza ha posto in marcia in ogni ambitodell’impresa commerciale.

Ricerca e investimento sono le parolechiave per “innovare” ogni settore. La Ci-dol come segue e sviluppa queste tendenze?PIETRO POLINI «Lavorando con i prodotti spe-ciali per autotrazione, la Cidol seleziona annodopo anno, lubrificanti che interagendo conle componenti meccaniche del motore, nepotenziano la fluidità del movimento, garan-tendone prestazioni aggressive in tutta sicu-rezza. Anche gli impianti industriali rappre-sentano l’insieme di delicati ingranaggi chenecessitano costantemente di particolari at-tenzioni. Per questo l’azienda offre specificilubrificanti che agevolano lo scorrimento,proteggono i meccanismi, favoriscono la mas-sima precisione di tutte le parti in movimentoper ottenere livelli di produttività ed effi-cienza. La Cidol è un’azienda dinamica, sem-pre attenta alle nuove proposte del mercato einveste incessantemente sulle nuove tecnolo-gie e le nuove tecniche di comunicazione».

Qual è il bilancio del 2010?LUIGI GASPARI «Per la Cidol il 2010 si è con-cluso con un bilancio di circa 7,2 milioni dieuro con un investimento del 15 per cento sututte le attività interne. I prodotti che hannoavuto il riscontro commerciale più significa-

Pietro Polini

è amministratore

e titolare della

Cidol Lubrificanti

di Massignano (AP).

Nell’altra pagina,

Luigi Gaspari,

responsabile vendite

www.cidol.it

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Pietro Polini e Luigi Gaspari

MARCHE 2011 • DOSSIER • 153

tivo sono stati quelli della Shell, in particolare gli oli motoreper le autovetture: Helix sintetici e semi-sintetici. In futuro,come già stiamo facendo, intendiamo ampliare il commerciodi prodotti energetici naturali tra cui pellets, stufe, legna etronchetti».

Qual è la vostra politica in merito allo smaltimento e alriciclo dei lubrificanti?P. P. «La nostra azienda lavora con prodotti imballati che, ov-viamente, anche durante la movimentazione non vengonoaperti, quindi, non esiste nessun pericolo di inquinamento del-l’ambiente circostante. Ciò nonostante, i nostri collaboratorilavorano sempre con la massima attenzione per prevenirequalsiasi eventuale danneggiamento ambientale».

Quali vantaggi comporta la “partnership” con una mul-tinazionale come la Shell?G. L. «La collaborazione con una grande compagnia multina-zionale come la Shell implica il vantaggio di essere sicuri difornire prodotti di alta qualità e questa certezza ci rende ef-ficienti e credibili sul mercato. L’altro lato della medaglia pre-senta però delle difficoltà concrete che ci ritroviamo ad af-frontare: la Shell pone in atto progetti produttivi e

commerciali da applicare a livello globale etrascura la singolarità di ogni azienda che,come la Cidol, rappresenta un contesto lavo-rativo ben preciso e con determinate esigenzedistributive diverse da quelle con cui le mul-tinazionali sono abituate a trattare».

La crisi quale effetto ha avuto sul vostrocomparto? P. P. «La critica congiuntura degli ultimi anninon ha avuto un considerevole impatto sulgruppo aziendale perché il settore auto lubri-ficanti non ha subito la generale decadenzanel mercato ma, al contrario, si mantiene po-sitivamente stabile. Per restare comunquecauti e prevenire spiacevoli inconvenienti,abbiamo cercato di tenere sotto controllo icrediti verso i clienti per non andare incontroa una perdita di liquidità. Inoltre, è stata svi-luppata una ricerca capillare per avere unanuova clientela selezionata e così aumentarela quota di mercato».

~

❝Selezioniamo lubrificanti cheinteragendo con le componentimeccaniche del motore, nepotenziano la fluidità delmovimento garantendo prestazioniaggressive in tutta sicurezza

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Quali sono i vostri mercatistranieri di riferimento?«Attualmente deteniamo laquota del 10% del mercatomondiale, il 24% nei soli StatiUniti d’America, ed esportiamoi nostri prodotti in 109 Paesi.L’82% della produzione azien-dale giunge alle filiali in America, agli uffici com-merciali in Canada, Cina, Francia e Spagna, aglioltre 800 distributori, importatori e dealer dislo-cati in ogni parte del mondo».

L’azienda è da sempre all’avanguardia gra-zie alla costante innovazione di prodotto, diprocesso e alla continua ricerca in campotecnologico.«Circa il 15% del valore del fatturato viene de-stinato all’investimento in tecnologia, design eservizi al cliente. Il reparto R&D sperimenta co-stantemente nuove soluzioni per garantire unprodotto sempre innovativo, affidabile, estetica-mente raffinato. Progetti di ricerca specifici sonostati attuati in passato e vengono ancora oggi por-tati avanti in collaborazione con le Università ita-liane e straniere».

Oltre al “Nuova Simonelli” l’azienda de-tiene un altro brand. Cosa differenzia i duemarchi?«“Nuova Simonelli” è lo storico brand aziendaledel 1936, specializzato nella produzione dimacchine per caffè espresso professionali. L’al-tro marchio è “Victoria Arduino”, acquisitonel 2001, e universalmente conosciuto come“la Rolls Royce” delle macchine per caffèespresso, così belle e preziose da diventare pezzida collezione».

Impazza su You tube ed è cliccatissima su Fa-cebook e Twitter. Nuova Simonelli, aziendaleader nella produzione di macchine pro-fessionali per caffè espresso, ha scelto la via

dei social network per presentare la ultima nata,“Musica”. Macchina professionale dedicata agliintenditori e amanti del caffè, “Musica” piaceper il suo design, ma soprattutto per l’estrazionedel caffè. «Basta accedere a un social network – di-chiara Nando Ottavi, presidente di Nuova Si-monelli - e possiamo trovare i baristi campioni delmondo che con un semplice video mettono inmostra le loro abilità utilizzando la macchina“Musica” o distributori che presentano la mac-china al popolo del web». Nuova Simonelli, sulmercato da oltre 75 anni e sponsor tecnico delCampionato Mondiale dei Baristi, da sempremira a diffondere la cultura del caffè espresso.

Quali strumenti utilizzate a questoscopo oggi?«Organizziamo corsi di alta specializzazione per

baristi tenuti dai più importanti nomidel settore, con prodotti in-

novativi e una comuni-cazione veloce ma effi-cace, attraverso l’usodei social network.Musica è un esempiodel nostro metodo dilavoro: dedicata agli

intenditori, più che ot-tima per un uso dome-

stico, è una mac-china dalleprestazioni alta-mente elevate».

Nando Ottavi,

presidente di Nuova

Simonelli

e, sotto, l’ultima nata

nella produzione

dell’azienda:

la macchina “Musica”

www.nuovasimonelli.it

Esportiamo la cultura dell’espressoCostanti investimenti in tecnologia, design e servizi permettono alla Nuova Simonelli

di diffondere nel mondo la cultura del caffè espresso. Producendo macchine

professionali dalle eccellenti prestazioni. Il punto di Nando Ottavi

Lucrezia Gennari

IMPRENDITORI DELL’ANNO

154 • DOSSIER • MARCHE 2011

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SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO

La sicurezza? Una necessità, e un fattore di sviluppoIl settore dell’antinfortunistica cambia e con esso le aziende che devono recepire

tempestivamente ogni evoluzione legislativa e del mercato. L’esperienza

della Carlo Splendiani nelle parole di Maria Luisa Silvetti

Erika Facciolla

Sicurezza e igiene sul lavoro: un temaquanto mai attuale e di fondamentaleimportanza per le aziende anche alla lucedell’impegno legislativo che l’Unione

Europea – e con essa tutti gli Stati Membri – staspendendo a favore di una maggiore regolamen-tazione della materia. Occorre dotarsi di tutte lerisorse necessarie per attuare in tempi rapidi lenuove disposizioni, favorire un aggiornamentocontinuo del personale ed essere pronti a recepirecon profitto tutte le novità del settore per restarecompetitivi sul mercato. A tal proposito l’aziendaCarlo Splendiani opera da oltre venticinque anninella produzione, distribuzione e importazione diarticoli per la sicurezza e l’igiene sul lavoro. A par-tire dal suo fondatore, l’azienda ha fatto suo un

principio fondamentale: l’importanza della sicu-rezza intesa come valore aggiunto per la crescitadelle aziende e dei lavoratori. Approfondiamol’argomento con Maria Luisa Silvetti, nipote delfondatore, nonché portavoce dell’azienda.

Come è cambiato dal 1983 a oggi ilmercato? «Il settore dell’antinfortunistica ha subito negliultimi anni un’enorme evoluzione in termini diqualità e sicurezza dei prodotti e delle attrezzaturee una grande diffusione del mercato».

Come si riflettono i recenti provvedimentiin termini di sicurezza sul lavoro sul circuitoproduttivo e distributivo? «Il nostro personale ha seguito corsi di forma-zione riguardanti gli specifici provvedimenti isti-tuzionali in modo da diventare un punto di ri-ferimento per i nostri clienti e poter garantire lorola scelta del prodotto più idoneo alle loro esi-genze. Nello stesso tempo c’è una continua ri-cerca di prodotti sempre più innovativi che mi-gliorino il rapporto qualità-prezzo».

Qual è il mercato di riferimento della Splen-diani e quale il target? «Serviamo grandi realtà aziendali del Centro Ita-lia, con clienti di rilievo nazionale e internazio-nale. Oltre ad essere distributrice ufficiale intutto il territorio nazionale ed esclusivista per laregione Marche di note multinazionali, siamo ti-tolari di un nostro marchio, 7line, commercia-lizzando, attraverso un’appropriata selezione qua-litativa, prodotti certificati in una vasta estensione

In foto, Maria Luisa Silvetti

della Carlo Splendiani Srl

con sede a Loro Piceno

(MC). Nella pagina

accanto, da sinistra

Mara Splendiani

e Lorella Settembri,

titolare e socio della Carlo

Splendiani Srl

www.splendianicarlo.it

160 • DOSSIER • MARCHE 2011

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Maria Luisa Silvetti

MARCHE 2011 • DOSSIER • 161

bella e sicura. C’è quindi uno studio sul designe il confort, considerati ormai importanti inquesto campo come per gli articoli usati neltempo libero».

Qual è la filosofia che muove il lavoro dellaSplendiani? «In un momento come questo bisogna dare an-cora più importanza al servizio offerto e ai clienti,cercando di comprendere e analizzare le loroaspettative per offrire servizi sempre più accurati.Questo si traduce in investimenti volti a raffor-zare la formazione del personale e rendere dispo-nibile un prodotto di ottima qualità a un giustoprezzo e altamente personalizzabile».

Quali sono le principali strategie di marke-ting che hanno consentito alla Splendiani dimantenersi attiva sul mercato? «L’unità di intenti e indirizzi ha permesso dicreare un ambiente mirato al pieno coinvolgi-mento del personale nel perseguimento di un mi-glioramento continuo».

Cosa rappresenta, a suo parere, la sicurezzaoggi?«La sicurezza e l’igiene sul lavoro non sono piùuna necessità, ma uno strumento per accrescerela produttività, un fattore strategico per affrontarein modo vincente le sfide del futuro».

di gamma e tipologie». Qual è il valore aggiunto dei prodotti Splendiani?

«Uno degli elementi che caratterizzano l’azienda è la tempesti-vità nell’erogazione del servizio. L’affidabilità, la cortesia e lapuntualità, sono aspetti indispensabili per la soddisfazione delcliente. Ci siamo adeguati alle esigenze di mercato, consapevolida sempre delle trasformazioni in atto, precorrendo i tempi mo-dificando la struttura organizzativa in termini di strategia ope-rativa e investimenti».

Quali sono i settori di riferimento cui si rivolge l’azienda? «Sicuramente il metalmeccanico è il settore trainante per la no-stra azienda, ma anche quello alimentare e dell’edilizia stanno cre-scendo sempre più. I DPI individuali, e in particolare i guanti ele calzature, sono i prodotti più venduti, anche perché regola-mentati da più normative. Altro settore in crescita è quello del-l’anticaduta, in cui possiamo vantare personale preparato per icorsi di addestramento e per le revisioni».

Esistono materiali innovativi che rendono ancora più sicurii prodotti antinfortunistici? «La ricerca in questo campo è in continuo fermento, non ba-sta più infatti una scarpa che abbia un puntale e una laminadi protezione, ma si cerca una scarpa comoda, esteticamente

~

❝Un settore in crescitaè quello dell’anticaduta. Per questola Splendiani vanta personalepreparato per i corsi di addestramentoe per le revisioni

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Con logistica e spedizioni internazionali import – export

via mare, terra e aerea, Log Service Europe Group

copre tutti i principali mercati. E nelle Marche mantiene

alcune posizioni focali, come illustrano

Arturo Balduccio e Piergiorgio Cremonesi

Carlo Gherardini

Il valore di una logisticaefficiente Il valore aggiunto di una grande impresa

risiede nella qualità del prodotto e nellamolteplicità dei servizi che è in grado dioffrire, oltre che in fattori come solidità,

competenza, varietà della clientela. Un sistemaefficiente che combini servizi e costi costitui-sce perciò una leva di competitività. L’aziendaLog Service Europe si struttura a livello in-ternazionale dal porto di Ancona; le sedi di Fa-briano, Ancona, Pesaro, Civitanova, costitui-scono punti focali e garantiscono un servizioall’intera regione. Log Service Europe nascenel 1997 a Bressana Bottarone, in provincia diPavia, come società di servizi logistici e tra-sporto nazionale e internazionale di varie ti-pologie di merce. Le prime sedi nascono adAncona, Macerata e Pesaro – Urbino. Neglianni ha acquisito società importanti comeMTN che dal 2006 ha permesso alla Log Ser-vice Europe di espandere la rete di distribu-zione in modo capillare con 450mila metriquadrati e 65 piattaforme strategicamente di-stribuite su tutto il territorio nazionale. Oggi è guidata da Arturo Balduccio, ammini-stratore delegato di Log Service Europe Group

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Arturo Balduccio e Piergiorgio Cremonesi

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e Piergiorgio Cremonesi, direttore generale. Quale valore aggiunto rappresenta per le

imprese un servizio di logistica e trasportomerci efficiente, specialmente in tempi di crisieconomica?ARTURO BALDUCCIO «Integrando tutti i servizidella filiera logistica, dai più tradizionali comewarehousing e distribuzione a quelli ad alto va-lore aggiunto, la nostra società è oggi player nel-l’area logistica nazionale. La varietà della clien-tela consente al settore di rigenerarsi da differentifonti: sono clienti primari i produttori di whitegood e entertainment, food, abbigliamento edelettronica. Il nostro network logistico caratte-rizzato da piattaforme a gestione diretta è il no-stro valore aggiunto. Nel panorama attuale, ca-ratterizzato da un aumento costante dell’import,l’integrazione fra i trasporti consente di ridurrei lead time di approvvigionamento accorciandola distanza tra produzione e cliente finale».

Quali servizi offre, nel dettaglio, Log ServiceEurope Group?ARTURO BALDUCCIO «Log Service Europe è lacapogruppo operativa della nostra impresa che sisviluppa con servizi nazionali attraverso il cor-

riere MTN acquisito nel 2006. MTN ha un net-work nazionale di 65 filiali che consentono unservizio capillare con tempistica standard edespresso; nelle Marche MTN è collocata nellesedi strategiche di Fano, Ancona, Civitanova, Pe-saro e copre le consegne su tutto il territorio re-gionale. A livello globale i nostri servizi di forzasono logistica e spedizioni internazionali im-port-export via mare, aereo, camion».PIERGIORGIO CREMONESI «Con la Log ServiceInternational copriamo tutti i principali mercatifra cui Cina, India, Russia, Brasile, Messico,Stati Uniti. Ancona e Fabriano sono per le Mar-che punti focali. Dal porto di Ancona riceviamoinfatti in import a livello internazionale circal’80% delle movimentazioni. Strategica è la po-sizione che garantisce servizi efficienti alleaziende dell’entroterra, principalmente nel set-tore calzaturiero ed elettrodomestico; impor-tiamo grandi volumi e il trasporto via gomma èrealizzato su tutta Europa a livello internazionalecon la più che nota Polisped».

Quale tipologia di attività copre la fetta piùampia del vostro mercato?PIERGIORGIO CREMONESI «La tipologia più am- › ›

Da sinistra:

Arturo Balduccio,

amministratore

delegato di Log Service

Europe Group e

Piergiorgio Cremonesi,

direttore generale Log

Service International.

Nelle altre immagini fasi

di attività interne

all’azienda

È il fatturatoregistrato

dalla Log ServiceEurope nel 2010

EURO

360mln

È il dato relativoall’incremento delfatturato nel 2010

dell’aziendarispetto all’anno

precedente

CRESCITA+15%

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SPEDIZIONI INTERNAZIONALI

cesso per eliminare le inefficenze ed aumentareil servizio. Da sempre la società si è caratterizzataper operare silenziosamente consolidando la pro-pria presenza ed esperienza; a partire da un nu-cleo solido e secondo una struttura molto snella,il team dirigenziale ha consentito la stabilità del-l’intera struttura. Le strategie di sopravvivenzaalla crisi nascono quindi dalla consapevolezza dioperare e dall’esperienza sul mercato. In LogService Europe l’imprenditore, capo e presidenteè sempre presente in sede e avverte così in primapersona la necessità di tarare le strategie in modorapido, affiancato da un team di 5/6 managerche agiscono coralmente. Senza il lavoro co-stante di tutti, i risultati ottenuti non sarebberopossibili. Indice della solidità del nostro gruppo,il fatturato aziendale ha subito un incrementodel 15% circa dal 2009 al 2010 e si attesta oggia 360milioni di euro».

Quali sono le prospettive di Log ServiceEurope per il 2011?ARTURO BALDUCCIO «Per quanto riguarda le pro-spettive di bilancio, nel 2011 puntiamo a con-solidare la situazione e mantenere l’azienda pro-fittevole come oggi. Per il resto, siamo pronti acrescere valutando opportunità di acquisizione eintegrazione con business interessanti, crescentie appetibili».

› ›

166 • DOSSIER • MARCHE 2011

Un magazzino della

Log Service Europe

www.lsegroup.it

pia del nostro mercato è costituita da trasportinazionali, internazionali e servizi di magazzino;nelle Marche la superficie coperta in attività dimagazzino è di 40mila metri quadrati, tutti i ma-gazzini sono doganali, in grado di facilitarel’espletamento delle pratiche in import export ce-lermente in funzione dei tempi e metodi richie-sti dal cliente».

Essendo attivo su numerosi paesi, il gruppoLog Service Europe ha un quadro piuttostocompleto dello stato di salute dei mercati a li-vello internazionale. In quali paesi si intrave-dono soprattutto segnali di ripresa?PIERGIORGIO CREMONESI «I nostri investimentiin Cina costruiti nel tempo con le filiali di HongKong, Shangai, Shenzen e Yantian collocate neiprincipali porti cinesi sono nate in risposta ai fab-bisogni delle aziende italiane interessate all’im-port di prodotti dall’Est soprattutto da India eCina dove le aziende nazionali hanno investitonegli ultimi anni».

Quale è stata la strategia anticrisi adottatadal gruppo?ARTURO BALDUCCIO «Il mondo cambia in fretta,la nostra strategia comprende perciò una rior-ganizzazione veloce dell’azienda in base alle esi-genze del mercato; nella pratica è innanzituttonecessario un continuo cambiamento di pro-

~

La tipologia piùampia del nostromercato è costituitada trasportinazionali,internazionali eservizi di magazzino

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170 • DOSSIER • MARCHE 2011

ILLUMINAZIONE D’EMERGENZA

Sistemi di illuminazionee risparmio energeticoDesign accattivanti, prestazioni eccellenti, consumi ridotti e soluzioni

all’avanguardia. Tutte le novità di un comparto produttivo che sta cavalcando l’onda

del progresso tecnologico. Ezio Parro racconta Linergy

Erika Facciolla

Il settore dei sistemi di illuminazioned’emergenza vive un momento di parti-colare evoluzione grazie a nuove soluzionitecnologiche che consentono svariate ap-

plicazioni e combinano ottime prestazioni a co-sti ridotti. Analogamente anche l’estetica dei pro-dotti sta gradualmente trovando ottimicompromessi con prestazioni eccellenti, consen-tendo alle aziende del settore di ampliare il pro-prio target di riferimento e proporsi sui mercatinazionali e stranieri. Emblematico è l’esempiodella Linergy, azienda italiana dinamica e inno-vativa che progetta, realizza e commercializza so-luzioni per l’illuminazione di emergenza e di si-curezza ad alto contenuto tecnologico per variambiti applicativi sia civili che industriali. Ne par-

liamo con Ezio Parro, ammini-stratore delegato della Linergy. Qual è la filosofia che muove

il vostro lavoro sul conceptdei sistemi di illuminazionedi emergenza? «La filosofia di Linergy è moltosemplice: ideare e dare forma aprodotti che soddisfino semprepiù le esigenze di mercato, masoprattutto quelle dell’utente fi-nale, ovvero l’installatore, pre-stando particolare attenzione atutte le varie fasi produttive, va-lutando i costi e facendo sì checi sia il giusto rapporto tra qua-

lità e prezzo». Come si fondono l’attenzione alla redditi-

vità e il design nella progettazione? «Certamente uno dei vantaggi risiede nel fattoche Linergy è dotata di un R&D completamenteinterno dove l’ingegnerizzazione del prodotto ècurata a 360° dal nostro team di tecnici. Unavolta sviluppato il design del prodotto che an-dremo a realizzare ci si adopera per rendere il pro-dotto il più industrializzato possibile, tenendosotto controllo i costi di produzione. Va anchedetto che l’esperienza acquisita negli anni ci haportato a conoscere a fondo il nostro settore edè per questo che riusciamo a mantenere un giu-sto equilibrio tra qualità e prezzo».

Qual è l’ultima novità Linergy?«Sicuramente è “Ledy”, un modello di luce diemergenza assolutamente inedito che riassumetecnologia e design. “Ledy” infatti è l’unica lam-pada di emergenza corredata da un book coloricomposto da dodici finiture estetiche per le plac-che e per le cornici realizzate in diversi materialiper donare versatilità ad un prodotto tecnica-mente all’avanguardia».

Quali sono stati i benefici apportati dallatecnologia a un settore come il vostro? «I vantaggi riscontrati sono stati sicuramente no-tevoli. La semplice visione di una lampada diemergenza fa pensare che il settore dell’illumi-nazione di emergenza sia molto povero, in realtànon è così. Quella che tutti vediamo come unasemplice scatola bianca è un prodotto complesso

Ezio Parro è l’Ad di

Linergy con sede ad

Acquaviva Picena (AP).

Nella pagina

successiva, in alto

“Lady”, nuovo modello

di luce d’emergenza;

sotto, il sistema

centralizzato

Spy Center

www.linergy.it

Page 131: Dossier MArche 03 2011

Ezio Parro

MARCHE 2011 • DOSSIER • 171

di ricerca e sviluppo dove si concentrano grandienergie e investimenti. L’ispirazione nasce dalleesigenze di mercato. L’avanzata tecnologia, il ri-sparmio energetico, la manutenzione ridotta, laversatilità e la funzionalità dei prodotti, sono lenostre prerogative, accompagnate sempre dal-l’equilibrio tra il costo del prodotto finale e isuoi livelli qualitativi».

Quali sono le fasi salienti della produzionedei prodotti più richiesti?«La pianificazione della produzione viene effet-tuata giornalmente. L’intero processo produttivoè sottoposto a severi controlli che garantisconoun’alta qualità e affidabilità dei prodotti. Oltre aitest sui singoli componenti, il team di operatoriLinergy effettua il collaudo di tutte le schedeelettroniche con un sistema totalmente compu-terizzato. Una volta assemblato il prodotto, vieneeseguito il test di funzionalità».

Quali sono le aspettative dell’azienda per ilfuturo? «Il nostro obiettivo è quello di essere ricono-sciuti come costruttori competenti di illumi-nazione di emergenza. Farlo sarà possibilecontinuando la nostra mission, ovvero quelladi offrire al mercato una gamma di prodotticompleta, di design, ad alto contenuto tecno-logico ed elevato risparmio energetico, ingrado di garantire massima sicurezza e affida-bilità all'utente finale, perché la nostra prero-gativa è quella di “costruire” prodotti sem-plici da utilizzare».

e dall’alto contenuto tecnologico. Nel corso degli anni ci siamoavvalsi delle innovazioni apportate nell’ambito dell’illuminazioneper trasporle al nostro settore. L’esempio più evidente è il costantesviluppo del Led che grazie alla tecnologia avanzata ci ha permessodi creare dei prodotti dall’impatto estetico gradevole e integrabilein qualunque arredamento e dall’elevato risparmio energetico».

Cosa proporrà Linergy prossimamente al mercato? «Le principali novità di prodotto che a breve verranno presen-

tate sul mercato sono la nuovaserie di emergenza EvolutionFlu ed Evolution Led, disponi-bile sia nella gamma fluore-scente che a led. Nel campodella sicurezza, Linergy pro-porrà una nuova gamma di se-gnalazione a led in grado digarantire la corretta individua-zione dei percorsi delle vie difuga. Una gamma ampia ecompleta adatta a qualsiasi tipodi ambiente, non solo di tipoindustriale, ma anche civile.Oltre alle già esistenti linee delcatalogo Linergy, anche que-ste nuove serie di prodotti sa-ranno collegabili al nuovo si-stema centralizzato, SpyCenter, dalle elevate capacitàtecniche e funzionali».

A cosa si ispira il team nellafase di progettazione? «Il cuore di Linergy è il reparto

~

❝La tecnologia avanzatapermette un totale

abbattimentodei costi di

manutenzione e unelevato risparmio

energetico rispettoai prodotti tradizionali

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MOBILITÀ A IMPATTO ZERO

182 • DOSSIER • MARCHE 2011

Una soluzione real-mente sostenibilerivolta al compartodella green mobi-

lity. Energy Resources, ancorauna volta, si rivela uno deigruppi imprenditoriali più at-tenti alle problematiche relativeall’impatto ambientale. Trasci-nando con sé l’intera regionemarchigiana, che sul “fronteverde” si sta rivelando una tra lepiù virtuose in Italia. Ma, se-condo Enrico Cappanera, am-ministratore delegato di EnergyResources, è ancora lungo ilpercorso da compiere. «Anzi-tutto ci si scontra, oltre che conmolte reticenze culturali, anchecon un attacco mediatico checonfonde sulle prerogative e lepossibilità offerte dalla green

mobility – sostiene Cappanera -. Viene criticata, spesso, la mo-bilità elettrica accusandola dispostare semplicemente il bari-centro dell’inquinamento daicentri abitati alle periferie. Machi si impegna nel creare, real-mente, veicoli a zero impattoambientale sa che non è così». Lasciando da parte le polemiche“mediatiche”, a supportare la li-nea industriale, e filosofica, diCappanera, sono i numeri rag-giunti dall’impresa anconetana.ER ha chiuso il 2010 con unacrescita di fatturato pari al400% rispetto all’anno prece-dente, raggiungendo quota 120milioni di euro. Una cifra che,proprio sulla mobilità sosteni-bile, permette al gruppo di am-pliare i suoi progetti di ricercaincrementando anche i piani diproduzione. Attualmente, lostaff guidato da Cappanera pro-muove un sistema integratoche, accanto ai veicoli elettrici,prevede modalità di alimenta-zione totalmente green. Ognimezzo di trasporto, dall’autoallo scooter fino al bus, può es-sere così ricaricato attraversouna pensilina con pannelli fo-tovoltaici applicati. In alcunipunti strategici della provinciadi Ancona, ER ha già installatocon successo le colonnine di ri-carica che sostituiscono il vec-chio distributore di carburante.

L’Italia e la scommessadella green mobilityCaricare un veicolo elettrico attraverso

colonnine alimentate con pannelli

fotovoltaici. Le rinnovabili si integrano

permettendo una mobilità a impatto

zero. Non si tratta di un’idea,

ma di un progetto già concretizzato

dalla Energy Resources di Ancona.

A parlarne è Enrico Cappanera

Andrea Moscariello

Enrico Cappanera, amministratore delegato di Energy Resources

www.energyresources.it

Page 135: Dossier MArche 03 2011

Cappanera, il progetto èlodevole, ma i costi, per icittadini che vorrebbero ac-quistare un’auto elettrica,non trova siano ancoratroppo alti?«Probabilmente quello delprezzo è il vero nodo da scio-gliere. Una mobilità sosteni-bile si può diffondere soltantose si rende accessibile a tutte lefasce della popolazione. Al mo-mento, basta osservare i listinidi Quattroruote, ci sono tanterealtà come Citroen e Peugeot,che già propongono i loromezzi ma sono tutti sopra i35mila euro. E anche rispar-miando in carburante si fa fa-tica ad attutire una spesa delgenere. Noi riteniamo chel’utilizzo del fotovoltaico, inquesto, possa rappresentareuna soluzione».

Vale a dire?«Se applicato alla mobilità so-stenibile, il fotovoltaico po-trebbe fornire all’auto elettricaquel contributo energetico chele manca. Oltre a garantire una

reale mobilità a zero emissioni.Deve però intervenire lo Stato.In altre realtà europee su que-sti progetti si trovano anchecontributi di 6mila euro, inItalia non viene ancora con-cesso nulla».

Energy Resources, nel con-creto, sta però già propo-nendo questa soluzione.«Vero. Attraverso le nostre co-lonnine, alimentate con il foto-voltaico, si possono ricaricare imezzi elettrici. Si crea un cir-colo virtuoso in cui, oltre a nonessere inquinante il veicolo, nonlo è neppure la pensilina».

Quanti anni occorreranno,secondo lei, prima che un ser-vizio di questo tipo possa es-sere capillarmente distribuitosull’intero territorio italiano?«Passerà ancora molto tempo.Le imprese, da sole, nonhanno il potenziale dellegrandi multinazionali o dei go-verni. Noi, ad ogni modo, ab-biamo già immesso installa-zioni in punti strategici come iparcheggi dell’Ikea di Ancona

e la sede di Banca Marche,sempre nel capoluogo. Dob-biamo puntare ai luoghi in cuile auto stazionano per ore. Mi-lioni di persone la mattina par-cheggiano l’auto per poi ri-prenderla alla sera. Tutte quelleore di “fermo” si possono sfrut-tare per caricare elettricamenteil mezzo. I modi per cambiarela mobilità ci sono, è la culturaindustriale che ci frena».

Dunque non sono le per-sone, di per sé, a non essereinteressate, quanto i pro-duttori?«Sappiamo tutti quali sono leragioni che frenano lo sviluppo

Enrico Cappanera

MARCHE 2011 • DOSSIER • 183

› ›

Con 120 milioni diEuro Energy

Resources hachiuso il 2010 conuna significativacrescita rispetto

all’annoprecedente

FATTURATO+400%

L’azienda diAncona ha

realizzato oltre 400impianti per un

totale di 70 MWpdi fotovoltaico

e 7 MWdi geotermico.

IMPIANTI400

Page 136: Dossier MArche 03 2011

MOBILITÀ A IMPATTO ZERO

184 • DOSSIER • MARCHE 2011

fotovoltaici. Complessivamentevengono misurati i rendimenti di oltrecinquanta combinazioni diverse diinstallazioni. Il monitoraggio quotidiano,per cui Energy Resources ha costituitola ER Service, è stato già avviato conl’obbiettivo di verificare i dati diletteratura e misurare il comportamentodei moduli in Italia, considerato anche ilfatto che i dati tuttora disponibili sonoper la gran parte riferiti a performancetestate in Germania.

UN LABORATORIO,FOTOVOLTAICO, A CIELO APERTONato grazie alla partnership tra Energy Resourcese Baraclit, l’impianto SolarLAB2 mette a confronto50 tipologie di installazione. Un laboratorio di ricercache offre una prima, vera, lettura dati per l’industria italiana

Cinquanta tipologie diverse diinstallazioni monitorate giorno per

giorno per scoprire il fotovoltaicoperfetto. SolarLAB2 è un laboratorio acielo aperto. L’impianto di Bibbiena(Ar) è stato realizzato da EnergyResources per lo stabilimento dellaBaraclit. L’impianto nasce dallacollaborazione tra le due aziende chehanno messo in sinergia le lorocompetenze. Così, mentre ER èintervenuta in quanto systemintegrator nel settore delle energierinnovabili, Baraclit ha operato comeproduttore di capannoni per usoindustriale. Scopo dell’iniziativa èquella di individuare per ogni tipologiadi tetto e a seconda della diversaesposizione alla luce solare, quale sia

la migliore combinazione di tecnologieche massimizza le prestazionidell’impianto. Sia dal punto di vistadella resa energetica, sia da quellaeconomica. «SolarLAB2 è una grandericerca scientifica a cielo aperto –sottolinea Emanuele Mainardi,vicepresidente e responsabile Ricercae Sviluppo di Energy Resources –.Grazie ai dati raccolti riusciremo adefinire l’impianto che si dimostra piùefficiente a seconda dellecaratteristiche del tetto, dando così almondo dell’industria soluzioni testate,certificate, massimizzate e di altoprofilo estetico». SolarLAB2 ha unapotenza complessiva di 2,5 MW eoccupa una superficie di 31.700 mqutilizzando oltre 11mila pannelli

della green mobility. L’industriamondiale deve vendere milionidi auto tradizionali. In Italiaancora si parla di Metano, diGps, cose tecnicamente già su-perate da un pezzo. L’industria,però, ha una sua logica. Qual-cosa, comunque, sta finalmentecambiando. Gruppi importanticome Renault e Peugeot sistanno già muovendo in talsenso. Spero che anche la Fiat,al più presto, proponga qual-cosa di suo».

Tornando a parlare del-l’azienda che lei rappresenta,

oltre che distributori, attra-verso la Green Mobility Divi-sion, siete anche produttoridi veicoli elettrici. Per questoavete costituito una società adhoc, la Elettra. Puntate amantenere il vostro indottoprincipale sul territorio re-gionale?«Attualmente siamo ancora inuna fase di start up. Abbiamoinvestito parecchio sulla proto-tipazione dell’intera gammaelettrica e nei rapporti con altriproduttori nazionali e interna-zionali. È chiaro che, anche con

la costituzione di Elettra, vor-remmo sostenere l’occupazionesul territorio. Se il business,come credo avverrà, continueràa crescere e se le amministra-zioni locali ci sosterranno con-tiamo già nel prossimo bienniodi assumere dalle 50 alle 250persone».

Quanti mezzi producete at-tualmente?«Ripeto, siamo nella fase ini-ziale della produzione. Per ilmomento abbiamo creato 200pezzi in un anno. Per il 2011però contiamo di raggiungere le

› ›

Page 137: Dossier MArche 03 2011

Enrico Cappanera

MARCHE 2011 • DOSSIER • 185

500 unità, tra scooter e auto.Mi rendo conto che questi nu-meri sembrano infinitesimalirispetto al mercato nazionale,ma anche il fotovoltaico, fino acinque anni fa, viaggiava su ci-fre irrisorie e ora rappresentaun mercato importantissimo».

Esistono dei paesi stranieri,in questo ambito, da cui po-tremmo prendere esempio?«Solo restando in Europa ve-diamo come Germania, Inghil-terra, Finlandia e Francia sianodecisamente più avanti all’Italiain tema di green mobility. An-che una realtà come Israele si stamuovendo in tal senso. Di re-

cente si è scoperta un’opera-zione di spionaggio industriale,portata avanti da alcuni giap-ponesi, per “rubare” dei pro-getti in fase di realizzazione daparte di un’importante casa au-tomobilistica francese. Questo èsignificativo. Se le industrie ini-ziano a fare spionaggio signi-fica che hanno compreso le po-tenzialità del settore. Sepensiamo che un tempo si spia-vano per i mezzi da FormulaUno…».

In Italia ci sono sufficientiimprese specializzate utili adavviare una filiera competi-tiva con questi paesi?«Purtroppo non ancora. Comeal solito, e anche sul fotovol-taico si riscontra lo stesso pro-blema, non abbiamo nulla sulcomparto delle batterie. Il Litio

non è presente nelnostro paese, manca

la materia prima.Nelle Marche ci sonodiverse aziende che sioccupano di produrrebatterie ma questo non

basta per creare una

grande filiera. Siamo tutti an-corati al quotidiano, nessunoinveste in prospettiva. Manca,in pratica, una visione a lungotermine. E non mi riferiscosolo alle imprese. Questo gap èpresente anche negli istituti dicredito e nelle Pubbliche am-ministrazioni».

ER si sta aprendo anche aimercati esteri. Quali aree viinteressano al momento?«I nostri principali mercati di ri-ferimento sono quelli più vi-cini, come Francia e Inghilterra.Si sta poi muovendo qualcosaanche ad Est, pensiamo allaTurchia. Ma il vero valore ag-giunto riteniamo possa prove-nire dagli Stati Uniti. È un mer-cato a cui miriamo perespanderci in maniera signifi-cativa».

Cosa si aspetta dal 2011?«Questo è il momento decisivoper dichiarare la volontà di con-tinuare a incentivare la greenmobility e, in generale, le ener-gie rinnovabili. Non per gli in-teressi di pochi, ma per il benedi tutti. Vorrei ci fosse un ap-pello accorato, da parte di tuttigli attori coinvolti, affinchévenga concesso uno spazio dicrescita per questi settori che,nessuno può negarlo, rappre-sentano il futuro».

E il nucleare?«Certamente si può fare. Mai risultati si vedranno traquindici anni. Dunque è fon-damentale continuare a so-stenere le rinnovabili perchésono in grado di fornire ener-gia da subito, e nel pieno ri-spetto dell’ambiente. Unacosa non può, e non deve,escludere l’altra».

Nelle immagini,

l’impianto realizzato

a Bibbiena (Ar). Sotto,

il veicolo elettrico Bug

❞❝Questo è il momento decisivo per dichiarare la

volontà di continuare a incentivare la greenmobility e, in generale, le energie rinnovabili

Page 138: Dossier MArche 03 2011

RISPARMIO ENERGETICO

186 • DOSSIER • MARCHE 2011

Con oltre 500 milaclienti in tuttaItalia e impiantidi generazione

elettrica su tutto il territorionazionale, il Gruppo Sorge-nia è il primo operatore pri-vato del mercato italiano del-l’energia elettrica e del gasnaturale a cui si accompagnaSorgenia Menowatt, la so-cietà dedicata alla promo-zione e allo sviluppo dell’effi-cienza energetica. Inparticolare, il gruppo negliultimi anni si è sempre piùimpegnato nello sviluppo ditecnologie e strumenti speci-fici in grado di ridurre il con-sumo di energia elettrica e dimigliorare la qualità del ser-

vizio offerto agli utenti. «Gra-zie a svariate soluzioni, si pos-sono garantire risparmi suiconsumi - dichiara l’ammini-stratore delegato di SorgeniaMenowatt, Adriano Maroni-, assicurando un’illumina-zione stabile e uniforme diambienti esterni, contri-buendo a ridurre l’inquina-mento luminoso nei centriabitati o ridurre i consumiderivati dall'utilizzo di mo-tori elettrici».

PER L’AMBIENTEMolti i provvedimenti chel’azienda intende attuare intema di sostenibilità e politi-che ambientali. Intanto, il va-lore aggiunto dell’azione di

Le Marche “illuminano”sotto il segno del risparmio energetico

È tempo di bilanci per Sorgenia

Menowatt. Adriano Maroni spiega in

che modo riuscirà ad attuare una

sempre più marcata politica di

risparmio energetico. Puntando

anche al mercato internazionale

Elisa Fiocchi

Nella pagina a fianco la tecnologia Dibawatt

www.sorgenia.it

Page 139: Dossier MArche 03 2011

Sorgenia nella riduzione deglisprechi energetici e delle di-verse forme di inquinamentoè riconosciuto dalla parteci-pazione alla società di Le-gambiente, il referente ita-liano più autorevole per lasalvaguardia ambientale e lasensibilizzazione verso unconsumo consapevole e so-stenibile. «Quello della pub-blica illuminazione presentaalcune caratteristiche che nefanno un settore ideale percontribuire, in maniera con-creta, al risparmio energetico,vera strada maestra per il rag-giungimento degli obiettividel protocollo di Kyoto e perl’aumento della sostenibilitàambientale del nostro stile divita – spiega Maroni -. Unuso razionale dell’energia euna spiccata sensibilità am-bientale sono un binomiooramai consolidato sia nelcontesto nazionale sia inquello internazionale».

IL PROGETTO DIBAWATTLe progressive difficoltà eco-

nomiche degli enti stannocreando i presupposti per ilcontenimento delle spese cor-renti attraverso la riduzionedei costi energetici, dandoanche un segnale d’efficienzaamministrativa ai cittadini.In questo contesto SorgeniaMenowatt sposa la politicadel “costo zero” per l’ente. Il“Progetto Dibawatt” non pre-vede infatti investimento al-cuno da parte dei comuni ita-liani. Così, il risparmiogarantito permette all’ammi-nistrazione di ammortizzarela tecnologia. Ma che cos’èesattamente un Dibawatt? «Sitratta di un innovativo si-stema elettronico di alimen-tazione per lampade a scaricadi gas – SAP - ideato per l’ap-plicazione in tutti gli im-pianti di illuminazioneesterni, sia esistenti sia dinuova realizzazione, fruttodell’esperienza pluriennaledella Sorgenia Menowatt nelcampo dell’elettronica appli-cata al risparmio energetico– spiega l’Ad dell’azienda -.

Adriano Maroni

MARCHE 2011 • DOSSIER • 187

› ›

Il Gruppo Sorgeniaè il primo operatoreprivato del mercatoitaliano dell’energiaelettrica e del gasnaturale, con oltre500.000 clienti e

impianti digenerazione

elettrica su tutto ilterritorio nazionale

UTENTI

500mila

Permette l’alimentazione dellelampade SAP con un unicocomponente che prende il po-sto di quelli tradizionali. Rea-lizza infatti le funzioni tipi-che dell’accenditore, reattoree condensatore ed è stato pro-gettato tenendo conto di tuttigli aspetti inerenti il suocampo di impiego». La componentistica utilizzatapermette grande affidabilitànel tempo, anche in condi-zioni estreme quali quelle incui si trova a operare l’appa-rato. Ad esempio sbalzi ter-mici, disturbi atmosferici ecosì via. L’architettura har-dware e software consente altirendimenti energetici e ope-rativi e garantisce l’otteni-mento dei benefici promessiin termini di risparmio eco-nomico. «Parallelamente, ilnuovo sito web (www.sorge-niamenowatt.it) dedicato alDibawatt non è solo uno stru-mento moderno e necessarioper affrontare degnamente ilmercato, ma genera nel-l’utente la sensazione imme-

339 Comuni Italiani hannoapprovato il “ProgettoDibawatt”. I consumi sonodiminuiti sensibilmentee i dibawatt si sonodimostrati molto affidabili

Page 140: Dossier MArche 03 2011

188 • DOSSIER • MARCHE 2011

diata di avere a che fare conun prodotto positivo, tecno-logico, affidabile e perché noanche esteticamente grade-vole. Con il nuovo portaleabbiamo creato uno stru-mento che non solo è unpunto di riferimento per i vi-sitatori esterni, amministra-tori pubblici, tecnici, proget-tisti, manutentori, ma chesfrutta tutte le potenzialitàdel web, anche verso l’in-terno dell’azienda, in parti-colare si rivolge, attraversoun’area riservata, all’interarete vendita».

I RISULTATIIl comune di Ripatransone,in provincia di Ascoli Piceno,ha approvato il “Progetto Di-bawatt” il 22 Dicembre2006, terminando di pagare ilfinanziamento attraverso il ri-

sparmio conseguito. I con-sumi sono diminuiti sensibil-mente e i dibawatt si sono di-mostrati molto affidabilisenza dimenticare che in que-sto periodo la società ha for-nito continua consulenza suitemi energetici, riferisce ilSindaco d’Erasmo. Per quanto riguarda il co-mune di Serrungarina, inprovincia di Pesaro Urbino,è stato approvato il progettonel dicembre del 2007 a se-guito degli accordi presi conla comunità montana del Me-tauro. Il sindaco Marta Fal-cioni ha dichiarato di aver ot-tenuto un consistenterisparmio in termini energe-tici e di essere soddisfattadella competenza dimostratadagli uomini di Sorgenia Me-nowatt.

UN NUOVO DISPOSITIVOUn’altra delle tecnologie chesta riscuotendo un ottimo ri-scontro è quella Dibamotor.Si tratta di un dispositivoelettronico dotato di uno spe-ciale software, coperto da bre-vetto internazionale, che sicollega tra il motore e la retedi alimentazione. Dibamotorpermette di risparmiare dal10 al 30% dell’energia elet-trica assorbita dal motore, dieffettuare il “soft start” conrampa di salita regolabile, il“soft stop” con rampa di di-scesa regolabile e ridurre dra-

sticamente la corrente di av-viamento e la relativa pena-lità in bolletta. Inoltre, si au-menta la vita dellacomponentistica elettrica emeccanica riducendo altempo stesso i costi di ma-nutenzione degli apparati,stabilizzando la tensione dialimentazione e tagliando alvalore nominale di funziona-mento le eventuali sovraten-sioni di rete».

SI PRODUCESUL TERRITORIOLe scelte strategiche dellemaggiori aziende italianesono attualmente orientateverso la delocalizzazione pro-duttiva in favore di minoricosti di manodopera. È di-versa, però, la presa di posi-zione di Sorgenia Menowatt.«Il “Made in Italy”, se au-tentico, è l’arma migliore perproporsi nei mercati di tuttoil mondo – spiega AdrianoMaroni -. Ecco perché ab-biamo scelto di localizzaretutte la fasi di produzionedel Dibawatt, dalla proget-tazione al prodotto finito,interamente nelle Marche,favorendo in questo modo laqualità. Dopo aver conqui-stato un ruolo di primopiano nel mercato italianocon l’installazione di oltre300 mila Dibawatt, il pro-dotto partito nella nostra re-gione continua la sua crescita

In basso , la sede

di Sorgenia

di Grottammare (Ap)

› ›

RISPARMIO ENERGETICO

Page 141: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 189

e si impone anche sul terri-torio estero». I mercati in cuiil gruppo è già operativosono quelli di Francia, Polo-nia, Germania, Montenegro,Serbia e Croazia. «Stiamoinoltre avviando il mercatobrasiliano grazie all’attivitàdi coordinamento svolta inloco da Paolo Giacopetti conSorgenia Menowatt AmericaLatina».

IL FUTUROPer quanto concerne i pros-simi mesi, Sorgenia ha già in-trodotto un sistema di tele-controllo che permette diavere la gestione da remotodegli impianti di pubblica il-luminazione, garantendo aglienti la possibilità di effettuareimportanti economie rispetto

agli interventi di manuten-zione. «Effettuiamo inter-venti di global service sugliimpianti comunali che pre-vedono la completa gestione:dalla fornitura di energiaelettrica alla messa a normadegli impianti. Questa pro-posta ha già riscontrato suc-cesso grazie alla vittoria di trebandi di gara a evidenza pub-blica, che permettono a que-sta società di gestire ad oggicirca 15 mila punti luce.L’obiettivo che il manage-ment si è posto per il 2012 è

quello di arrivare a gestire al-meno 70 mila punti luce» af-ferma Maroni. «Le diversescelte strategiche hanno per-messo a questa azienda dicrescere nel tempo in ma-niera esponenziale – con-clude l’amministratore dele-gato -. In questi anni losviluppo di Sorgenia Meno-watt ha portato a un fattu-rato superiore ai 5 milioni dieuro e le previsioni portano ilfatturato 2012 a circa diecimilioni, con un margine ope-rativo superiore al 10%».

Adriano Maroni

❞❝Ridurre l’inquinamento luminoso nei centri

abitati o ridurre i consumi derivatidall'utilizzo di motori elettrici è possibilegrazie a svariate soluzioni

Page 142: Dossier MArche 03 2011

SERVIZI AMBIENTALI

La gestione dei rifiuti edella raccolta differen-ziata rappresenta dasempre un tema spi-

noso, ma solo negli ultimi de-cenni ci si è accorti che i rifiuticostituiscono un problema eco-nomico e sociale, oltre che am-bientale. Una questione che in-teressa l’intera società: i soggetticoinvolti nella produzione,nella distribuzione, nell’utilizzoe nei consumi da cui i rifiuti sioriginano. Per quanto riguardalo smaltimento degli scarti diderivazione industriale, sonomolte le normative recente-mente emesse dalla Ue e dalgoverno e dunque molte sonole sfide che gli imprenditori de-vono affrontare per adeguarsialle nuove disposizioni. Eccoperché molte aziende specializ-zate nella gestione dei rifiutisono diventate fondamentali

partner di enti pubblici e pri-vati. Una di queste è la CaioniCostruzioni, azienda marchi-giana specializzata in lavori disbancamento, opere in ce-mento armato, realizzazione distrade, acquedotti, fognature,gasdotti, canalizzazioni di im-pianti di pubblica illumina-zione e servizi ambientali. Aparlarne è il titolare dell’im-presa, Domenico Caioni.

Le modalità di gestione deirifiuti sono state recente-mente oggetto di critiche. Èpossibile secondo la sua espe-rienza allestire un sistema diraccolta veramente efficiente? «L’annoso problema della ge-stione differenziata dei rifiuti èun argomento che il nostropaese deve ancora digerire e lasua efficienza è affidata princi-palmente alla sensibilità del cit-tadino. Per aumentare l’utilità si

deve puntare sull’informazionee l’incentivo. Il secondo passopotrebbe essere quello dello stu-dio sistematico del posiziona-mento dei contenitori di rac-colta, troppo spessoabbandonati in luoghi pocofunzionali. Terzo, la raccoltadeve essere realmente differen-ziata, il cittadino deve sentireche lo sforzo che fa produce deirisultati».

Qual è l’attività di puntadella Caioni Costruzioni?«L’attività di punta è il movi-mento terra in generale, nellospecifico tutto ciò che è scavo disbancamento, scavi a sezioniobbligate, formazione di rile-vati, rinterri, realizzazione dimassicciate stradali. Questa ti-pologia di lavoro richiede l’usodi mezzi meccanici come esca-vatori, autocarri, pale, livella-trici, mezzi di cui la nostra ditta

Rifiuti industriali, urbani, raccolta

differenziata, normative e gare

d’appalto: il problema dei rifiuti nel

nostro paese è ben lungi dall’arrivare

a un sistema di smaltimento veramente

efficiente. L’esperienza di Domenico

Caioni della Caioni Costruzioni

Erika Facciolla

Gestire i rifiuti,una responsabilità sociale

In foto, da sinistra,

Tiziana, Domenico

e Mario Caioni

della Caioni Costruzioni

di Appignano

del Tronto (AP)

[email protected]

190 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 143: Dossier MArche 03 2011

dispone di proprietà». Nella provincia ascolana,

quali sono le principali atti-vità di cui vi occupate? «L’attività di movimento terra èben rappresentata da ciò chefacciamo presso la discarica“Relluce” di Ascoli Picenodove, dal 1992, ci occupiamodella compattazione, della tri-turazione e della ricoperturadei rifiuti solidi urbani. Nellostesso sito abbiamo realizzatodue nuove vasche per l’accu-mulo dei rifiuti per un totale ditrecentocinquantamila metricubi di terreno sbancati».

Quali certificazioni devepossedere un’azienda come laCaioni Costruzioni? «Oggi siamo sommersi da con-tinui oneri sempre più gravosi.La Caioni Costruzioni èun’azienda certificata Iso9001:2008 RT-05 dal 2005 e

possiede attestazioni Soa per lecategorie OG1, OG3, OG6,OG12 tutte in classe III».

Dal punto di vista com-merciale è più appetibile ilmercato pubblico o privato? «La committenza pubblica rap-presenta da sempre la certezzadel pagamento nonostante lelungaggini burocratiche, ma ledifficoltà nell’aggiudicazionedelle gare hanno incentivato lacrescita dei meccanismi asso-ciativi tra imprese con la na-scita di consorzi e cooperative.Il privato, a volte, è il commit-tente ideale però il rischio di in-cappare in situazioni di insol-venza o contestazioni diventapiù alto».

Qual è la zona in cui il vo-stro settore è più florido? «I nostri maggiori lavori si svol-gono nel territorio Piceno, an-che se abbiamo affrontato il la-

voro anche fuori regione. L’or-ganizzazione diventa nel casopiù oculata, dovendo analiz-zare i possibili maggiori rischi ecosti da sostenere».

Ritenete che i meccanismidi assegnazione degli appaltipubblici siano trasparenti,funzionali e studiati per mas-simizzare la qualità delleopere da realizzare? «Il discorso delle gare d’appaltoè una spina nel fianco di molteaziende che a causa dei mecca-nismi di gara sono diventatedei veri e propri giochi di nu-meri, nulla a che vedere con ilmeccanismo della domanda edell’offerta. Non parliamo poidelle gare dove la procedura sisvolge con il massimo ribasso,dove il gioco è a chi offremeno, tutto a scapito dellaqualità dell’opera da realizzaree della sicurezza».

Domenico Caioni

MARCHE 2011 • DOSSIER • 191

❝Presso la discarica “Relluce”di Ascoli Piceno, dal 1992,ci occupiamo della compattazione,della triturazione e dellaricopertura dei rifiuti solidi urbani

Page 144: Dossier MArche 03 2011

192 • DOSSIER • MARCHE 2011

TURISMO

La Regione continuaa spianare la strada albrand Marche, vei-colando un immagi-

nario territoriale studiato adhoc per colpire nel segno delturista internazionale. Il pro-dotto-vacanza, a prescinderedalle diverse motivazioni, deve«regalare emozioni, moltipli-candole all’infinito». Questo èun po’ il claim che fa da sotto-fondo alle scelte strategiche

Le terre dai turismi plurali guardano verso Oriente

dell’assessorato al Turismo,retto da Serenella Moroder. Aguardare l’andamento del2010, i risultati sembrano es-sere più che positivi. Infatti,stando all’Osservatorio regio-nale del turismo, il totale deipernottamenti è cresciuto del3,78 per cento rispetto al 2009.In aumento sia la risposta degliitaliani che degli stranieri, cherispettivamente salgano del3,78 per cento e del 6,66.

A parte il marketing insenso stretto, come stannocambiando le politiche dipromozione per ampliare iltarget?«La campagna promozionale“Marche, le scoprirai all’infi-nito” vuole appunto ribadirequesto concetto: il nostro ter-ritorio offre tanti turismi:montano, spirituale, natura-listico, culturale, rurale, bal-neare, enogastronomico. Ma

Appena rientrata da una missione istituzionale in Cina, Serenella Moroder, assessore

al Turismo delle Marche, ribadisce i fattori competitivi: approccio slow, diversificazione dell’offerta

e volontà di distribuire le presenze su tutto il territorio, puntando dritto al fuori stagione

Paola Maruzzi

� �

Sopra, veduta di Urbino

Page 145: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 193

Serenella Moroder

Marche, meta internazionaleAl vaglio dell’Osservatorio turistico della Regione la performance

della regione, è positiva soprattutto per quanto riguarda le presenzedegli stranieri, che registrano quasi un incremento del 7 per cento.Se “in casa” le terre marchigiane riscuoto maggiore successo inLombardia, Lazio ed Emilia Romagna, i flussi dall’estero vedono alprimo posto la Germania, con 419.181 presenze. A seguire Olanda,Francia, Svizzera, Regno Unito, Russia, Repubblica Ceca, Belgio,Austria, Usa, Polonia e Spagna. Se il 60 per cento dell’incomingproviene dai paesi comunitari, non sono da trascurare altre fettedi mercato meno tradizionali, quindi Canada, Brasile, Cina eIndia. La presenza media si conferma essere straordinariamentealta rispetto al panorama nazionale: la vacanza dura quasi 7giorni. Fa da contraltare la forte stagionalità, influenzatadall’offerta balneare, la molla che fa scattare il numero più alto dituristi. Al mare però si abbinano la natura, il relax e il benessere.Grande attenzione, inoltre, per l’enogastronomia locale,un’attrazione che funziona tutto l’anno. Il trend positivo sembraessere supportato da canali di comunicazione al passo coi tempi:l’80 per cento delle strutture ricettive è on line. Ne consegue,quindi, che più del 40 per cento della clientela prenoti sul web,un’abitudine prediletta soprattutto dagli stranieri.

1,8%Località termali

2,9%Località religiose

5,2%Altre località

32,6%Città di interesse storico artistico

52,4%Località marine 5,1%

Località montane

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVI PER LOCALITÀ DI INTERESSE TURISTICO

L’assessore al Turismodella Marche, Serenella Moroder. In basso, la basilicadella Santa Casa di Loreto (An)

Page 146: Dossier MArche 03 2011

194 • DOSSIER • MARCHE 2011

TURISMO

� � il migliore impulso alla pro-mozione è quello ricevutodalla considerazione che si stadiffondendo a livello nazio-nale e internazionale. Se-condo una ricerca condottadal network americano Aarp,che riunisce milioni di over50, le Marche sono conside-rate come una delle cinquemete al mondo dove si vivemeglio per ambiente, clima,servizi e qualità della vita».

Per essere efficace, il brandMarche deve racchiuderetutto il territorio regionale.In che modo le singole pro-vince vengono spinte a lavo-rare in sinergia? «Già dal nome, le Marcheesprimono la pluralità, la va-rietà dei territori e le diversetradizioni. Ancora oggi è forteil senso di appartenenza al pro-prio comune. Tuttavia gli

aspetti che ci uniscono sonopiù forti delle differenze. Faresquadra è un imperativo cate-gorico e tutta la programma-zione in materia di promo-zione e attività di accoglienzaviene concertata e condivisacon le amministrazioni pro-vinciali, che sono molto recet-tive. Un esempio per tutti: nelcorso dell’ultima Bit, ognunadelle cinque giornate di pre-senza fieristica è stata dedicataa uno dei sensi e, su questotema, le province si sono avvi-cendate nella alla presentazionedelle loro peculiarità. Inoltre,presidiamo gli appuntamentidi settore, affiancando gli ope-ratori incoming, le agenzie diviaggio e le associazioni di ca-tegoria per promuovere il no-stro territorio. L’amministra-zione regionale funge dacollettore e propulsore e da

parte degli operatori c’è unagrande disponibilità a mettersiin gioco e ad affrontare le sfidedel mercato globale».

In regione buona parte del-l’offerta si gioca sul mare.Come colmare la disomoge-neità tra le aree del litorale ele zone dell’entroterra, so-prattutto alla luce del fattoche il turista internazionalesembra essere più interessatoai borghi storici?«In realtà, le possibilità sonomolteplici e stiamo lavorandoalacremente per colmare le di-somogeneità che possono an-cora sussistere. Oltre ad avere16 bandiere blu, abbiamo 17bandiere arancioni e 18 tra iborghi più belli d’Italia. Van-tiamo quindi una delle percen-tuali più alte di luoghi dai re-quisiti qualitativamente elevati.Potenziare il turismo in tutta la

Serenella Moroder in visita ufficiale in Cina, durante l’incontro con il ministro del Turismo di Nanchino, Zhou Xu

Page 147: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 195

Serenella Moroder

regione è assolutamente natu-rale per noi, consapevoli checiò che ci contraddistingue èproprio il tessuto variegato delpaesaggio disseminato da paesi,borghi, pievi, abazie, mona-steri, fortezze. Le caratteristi-che del nostro territorio gio-cano tutte a favore di unadiversificazione e di un turi-smo destagionalizzato».

Il governatore Spacca hainsistito anche sui mercatiin espansione come Cina eMedio Oriente, attratti so-prattutto dal fattore cultu-rale. In tal senso come ri-lanciare la competitivitàdelle città d’arte marchi-giane, in un contesto nazio-nale quasi “saturo” di of-ferte di questo tipo? «Sono appena rientrata da unamissione istituzionale in Cina,a Nanchino e Shanghai, dove

abbiamo incontrato le autoritàdel luogo e numerosi tour ope-rator molto interessati alla no-stra offerta turistica. Le Marchesi confermano essere un “mu-seo diffuso”: oltre a Urbino,città patrimonio dell’Unesco,ad Ascoli Piceno, a Loreto, ilnostro territorio è costellato dacentri storici di interesse sto-rico-artistico. Il nostro fattorecompetitivo sta nella capacitàdi non essere assimilabili allemete predilette dal turismo dimassa. Il valore aggiunto cheabbiamo è proprio questo: of-frire un soggiorno lontanodalla folla, dove assaporare bel-lezze storico-artistiche in at-mosfere tranquille e a dimen-sione d’uomo».

Cosa chiedete alla impresedel settore turistico affinchéla loro offerta sia adeguata auna risposta internazionale?

«Il valore aggiunto che le im-prese turistiche marchigianepossono offrire è senza dubbiol’alto livello qualitativo dellestrutture e dei servizi: stiamoinvestendo molto nella culturadella qualità. In particolare, in-sieme a Isnart e Camere dicommercio, sosteniamo il Mar-chio Ospitalità Italiana, pre-miando ogni anno gli alberghiche raggiungono determinatistandard. Il messaggio che tra-smettiamo è recepito a livellosempre più diffuso, tanto chequest’anno abbiamo avuto unincremento del 15 per centodelle aziende premiate. In unmondo che procede verso unaglobalizzazione e che spesso viraverso una standardizzazionedell’offerta, la nostra cifra di-stintiva è costituita dalla curadell’offerta e dall’eccellenzadell’ospitalità».

Ciò che ci contraddistingue è proprio il tessuto variegato del paesaggio, disseminato da paesi, borghi, pievi, abazie, monasteri, fortezze

Da destra, la Chiesa romanica di San Claudio al Chienti Corridonia(Mc) e la Torre diPalme, nel comune di Fermo

Page 148: Dossier MArche 03 2011

196 • DOSSIER • MARCHE 2011

TURISMO

Un’unica regia per rilanciare Ascoli PicenoAfare da traino è

stato il turismo bal-neare, ma nel 2010«è cresciuto anche

l’appeal culturale di città sto-riche come Ascoli Piceno, Of-fida e Ripatransone». PieroCelani, presidente della Pro-vincia, aggiunge un tassello alpuzzle territoriale che va ri-composto. Ecco quindi che«l’intera gestione dell’acco-glienza turistica, oggi fram-mentata, dovrebbe passare inmano a un ente unico provin-ciale, che metta in rete le atti-vità degli Iat e delle Pro Loco,evitando così sovrapposizioni».In questo modo trovano postoin un unico contenitore le of-ferte dei rispettivi 33 comuniche, differenze a parte, vannotutte sotto il segno del buoncibo, apprezzato solo se effi-cacemente proposto. Quindi,se reso da episodio isolato apretesto per raccontare altro.

Cosa si sta facendo per ren-dere competitiva l’inclina-zione enogastronomica diAscoli Piceno, senza che siappiattisca sul binomio cibo-territorio? «Ci stiamo muovendo usandocome strumento principale ilpiano di marketing territoriale,elaborato con il contributoscientifico dell’Università Poli-tecnica delle Marche. L’obiet-tivo è mettere a sistema le ri-sorse del territorio, tra cuidistretti produttivi, storia, cul-tura, paesaggio, enogastrono-

mia, artigianato e prodotti ti-pici, partendo dal turismo. Lastrategia è quella di individuareun marchio per il Piceno, iden-tificativo delle eccellenze locali,per valorizzare l’identità dellostesso a beneficio degli opera-tori turistici e del mondo im-prenditoriale, evitando in que-sto modo l’appiattimento sulbinomio cibo-territorio».

Il turismo enogastrono-mico è solito rivolgersi a un

target locale. Come ampliareil bacino d’utenza?«Potenziando l’offerta coneventi sportivi, spettacoli, atti-vità all’aperto, escursioni e altrimomenti legati alla natura ealla storia. Al riguardo vorreiricordare il successo dello spet-tacolo dei Carmina Burana diCarl Orff, promosso dalla Pro-vincia l’estate scorsa a San Be-nedetto del Tronto, che ha con-sentito di presentare a 4mila

Enogastronomia locale e percorsi artistici sulle “strade” di Ascoli

Piceno. Il presidente della provincia, Piero Celani, pensa a come

intrattenere il turista del 2011, sempre meno disposto a fermarsi

al solo binomio cibo-territorio. In cantiere nuovi stimoli

Paola Maruzzi

Page 149: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 197

Piero Celani

spettatori le eccellenze del ter-ritorio in modo integrato».

Ascoli Piceno richiama unturismo interessato all’arte.Come potenziarlo?«Valorizzando al meglio i no-stri centri storici con inizia-tive culturali e ricreative. Altroaspetto fondamentale è por-tare il turismo congressualenelle città d’arte e mettendo adisposizione convegni, strut-

In prima pagina, edizione

della manifestazione Fritto Misto

ad Ascoli Piceno; a sinistra, Piero Celani,

presidente della Provincia;

sotto, rievocazione storica della Quintana

��

Vogliamo mettere a sistema le risorse del territorio, tra cui distretti produttivi,storia, cultura, paesaggio, enogastronomia,artigianato e prodotti tipici

ture museali, pinacoteche e al-tri contenitori culturali percreare pacchetti integrati a be-neficio di singoli e gruppi or-ganizzati. Ho sempre ritenutol’arte come un qualcosa di vi-tale, da fruire pienamente,non come un semplice og-getto di ammirazione ed espo-sizione. Su questo possiamoapplicare modelli virtuosicome quello francese che pre-sta la massima attenzione atutti gli aspetti connessi allavalorizzazione dell’arte».

In vista dell’Expo 2015, laProvincia si è detta disponi-bile a gettare le basi per unprotocollo d’intesa per la par-tecipazione. Di cosa si tratta? «Alla Bit di Milano ho presocontatto con gli organizzatoridell’Expo 2015 proprio pervalutare la partecipazionedella Provincia a questoevento straordinario. Il pro-tocollo, già approvato dallagiunta, stabilisce la costitu-zione tra il commissario stra-ordinario del governo perl’evento, Italia 2015, Expo2015, la città di Milano e laProvincia di Ascoli Piceno, diun tavolo di coordinamentoper la progettazione con-giunta di iniziative di valoriz-zazione da integrare nel cir-cuito degli appuntamentiprevisti all’esposizione uni-versale. Ritengo questa par-tnership strategica soprattuttoper la promozione interna-zionale del territorio».

Page 150: Dossier MArche 03 2011

198 • DOSSIER • MARCHE 2011

TURISMO

Stessa spiaggia,nuovi turismiBalneare, estivo e ca-

pace di attrarre iltarget “formato fa-miglia”. Questo è, a

prima vista, il volto classico delturismo anconetano. Ma sottoc’è dell’altro, come conferma ilpresidente della Provincia Pa-trizia Casagrande. Per il 2011l’obiettivo è far rimbalzare lepresenze dalla costa all’entro-terra, creando una sorta di pas-separtout tra i comuni, o meglioun linguaggio di marketing in-globante, e non più esclusivo,delle spiagge, in estate “colo-nizzate” dai tedeschi. Il territo-rio provinciale è profonda-mente diversificato e l’offertadeve saper riflettere un turismoa più livelli. Questo anche allaluce della tendenza all’omolo-gazione che, sulla falsariga dimodelli competitivi come Ri-mini e Riccione, porta le loca-lità della riviera adriatica ad as-somigliarsi. Le costeanconetane scoprono quindi illoro un tratto distintivo, gio-cando su singolari tipicità.

In che direzione state la-vorando per migliorare l’at-trattività, aggregando anchele località marginali?«Solo pochi mesi dopo l’inse-diamento della giunta abbiamocostituito il primo sistema tu-ristico unico della regione, laMarca Anconetana. Da quasitre anni stiamo lavorando percreare una rete fra comuni edesaltare le potenzialità e le dif-ferenze del territorio, da quello

paesaggistico a quello culturale,dall’enogastronomico allo sto-rico-architettonico».

L’offerta balneare ha il di-fetto di essere “tagliata”troppo sulla stagionalità.Come ripensare un turismospendibile anche fuori sta-gione?«La diversificazione dell’offertae la costituzione di una reteprovinciale contribuisce a dif-fondere una promozione che

dalla costa rimbalza all’entro-terra. Se Senigallia e la rivieradel Conero registrano successidi presenze, alle Grotte di Fra-sassi il numero di visitatori ècresciuto di 7mila unità. Unrisultato che è frutto di scelteoriginali, come quella diesporre nell’ingresso dell’ipo-geo i vini locali, grazie all’ini-ziativa “Fresco di grotta”. Nelprossimo settembre, l’interaprovincia ospiterà il congresso

Dalla costa all’entroterra, passando per i tour

enogastronomici fino alle cavità carsiche di Frasassi.

Per il presidente della Provincia di Ancona, Patrizia

Casagrande, il mare non chiude la stagione della ricettività

Paola Maruzzi

Page 151: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 199

Patrizia Casagrande

territori. Per esempio, Senigal-lia, già palcoscenico del festival“Jamboree”, nelle scorse setti-mane ha ospitato il raduno de-gli atleti di pattinaggio in vistadei campionati mondiali inCorea del Sud, grazie allanuova pista su cui la città hascommesso. Sempre più spessoi giovani sono mossi dalla cul-tura, dagli spettacoli o dai con-certi. Le esclusive nazionali, leanteprime, festival come “Po-iesis” a Fabriano o “AdriaticoMediterranea” ad Ancona atti-rano un crescente numero di

giovani. Andremo avanti suquesta e altre strade».

In vista dell’aperturadella linea Ryanair Ancona-Siviglia, come state riven-dendo le politiche di mar-keting territoriale in chiaveinternazionale?«Con la Spagna i rapporti sonoeccellenti: qualche anno fa ab-biamo creato con la Diputa-cion di Valladolid, la Rete eu-ropea dei vini a tonalità verde,che ha generato l’educationaltour di giornalisti del settoreturistico spagnolo in visitanella nostra provincia e vice-versa. Con il rilancio dell’aero-porto di Ancona potrebbe ag-giungersi presto anche il voloper Praga, una città che ospitala riproduzione della SantaCasa e con la quale potenziarequel turismo religioso già bendelineato nei suoi storici punti-chiave: l’unicità di Loreto, lacasa di santa Maria Goretti aCorinaldo, le arti monastichedi Serra de’ Conti, le abbazie ei luoghi di spiritualità dissemi-nati nel territorio».

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Se Senigallia e la riviera del Coneroregistrano successi di presenze, alle Grotte di Frasassi il numero divisitatori è cresciuto di 7mila unità

eucaristico nazionale, che siconcluderà con la visita delpontefice. Sarà l’occasione perlanciare anche il turismo reli-gioso nel nostro ricco territorio,visitato da 500mila pellegrini,di cui si prevede la permanenzaper un’intera settimana».

Cosa state facendo per at-trarre un turismo giovanile,scalzando il rischio di fossi-lizzarsi sul target familyfriendly?«Quello giovanile è una galassiacomposita, che va orientata se-guendo la vocazione dei diversi

In alto, la riviera

del Conero e Patrizia

Casagrande, presidente

della Provincia

di Ancona.

A sinistra,

la Grotta di Frasassi

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202 • DOSSIER • MARCHE 2011

INFRASTRUTTURE

Procedono a rilento ilavori sulle opere in-frastrutturali che do-vrebbero consentire

alle Marche di uscire dall’isola-mento dovuto alla storica man-canza di collegamenti con le re-gioni del centro Italia e con lacostiera tirrenica. Progetto Qua-drilatero, Fano-Grosseto eOrte-Falconara: opere ormai ir-rinunciabili, sulle quali però itempi di realizzazione conti-nuano a dilatarsi. Nelle scorsesettimane il governatore Spaccaha addirittura inviato una let-tera al presidente del Consiglioproprio sullo stato dei lavori delprogetto Quadrilatero, fermiper quanto riguarda il secondomaxilotto. L’assessore regionaleai Trasporti e alla mobilità,Luigi Viventi, prova a fare ilpunto sulla situazione. «L’inter-vento del “maxilotto 2” – spiega– è una parte molto importantedel progetto Quadrilatero, econsiste nel completamento enell’adeguamento dell’asse Pe-rugia-Ancona. Il contraente ge-nerale, la società Dirpa, ha affi-dato gran parte dei lavori allaBtp che oggi si trova in stato fal-limentare; per questo il presi-

dente Spacca ha inviato unanota anche al presidente dellasocietà Quadrilatero MarcheUmbria con la quale ha chiestodi intervenire in modo tale chei vecchi e i futuri rapporti con-trattuali, di fornitura e di su-bappaltato che le ditte del terri-torio hanno in essere con la Btp,vengano assunti direttamentedal contraente generale. Inoltre,si è tenuto a Fossato di Vico unvertice tra la società Quadrila-tero e le Regioni Marche e Um-bria con all’ordine del giorno iprovvedimenti da prendere difronte alla situazione della Btp».

Cosa è emerso?«È stato espresso un forte ri-chiamo al senso di responsabilitàda parte di Dirpa, anche me-diante il coinvolgimento dellealtre due sigle che compongonola compagine societaria, ovveroErgon e Toto. In subordine allaprecedente opzione si è pensatoanche a un’integrazione di Dirpacon nuove società, affinchévenga data garanzia sulla prose-cuzione dei lavori. Due sono lepriorità: che i lavori non si fer-mino ma anzi procedano a ritmosostenuto per recuperare i ritardiaccumulati, e che le ditte locali

subappaltatrici e subfornitrici e iloro lavoratori non subiscano al-cun danno. A giorni verrà effet-tuata una nuova verifica».

Nel suo recente incontrocon il ministro Matteoli si èparlato invece della Fano-Grosseto. In che modo è pos-

Sopra, l’assessore

regionale ai Trasporti,

Luigi Viventi

e un cantiere

del progetto Quadrilatero

Molti dei progetti strategici per le Marche sono ancora

fermi tra aziende fallite, mancanza di risorse e appalti da

assegnare. L’assessore ai Trasporti, Luigi Viventi, spiega

come si sta muovendo la Regione per far ripartire i lavori

Riccardo Casini

Uscire dallo stallo

Page 155: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 203

Luigi Viventi

di collegamento del porto conla grande viabilità. Quando èpossibile ipotizzare un avviodei lavori?«Sono stati sollecitati ulterior-mente il Cipe e il ministero peraccelerare l’iter e procedere conla gara d’appalto mirata all’indi-viduazione del concessionario».

Secondo i dati dell’Autoritàportuale, nel 2010 si è regi-strato un calo del 7% dellenavi in transito contro una ri-presa del traffico merci su Tire Trailer e del traffico contai-ners. Quali interventi sono ne-cessari per favorire questa ri-presa? Come giudica ilprogetto di decongestiona-mento della parte storica?«Il calo dei traffici è dovuto allagrave crisi economica. Perquanto riguarda il progetto, èstato costituito un gruppo di la-voro per valutare le prospettivedi decongestionamento dellaparte storica del porto. Primadell’estate saranno fornite indi-cazioni dalla Commissione tec-nica da sottoporre al Comitatoportuale».

Nel frattempo, con l’avviodelle attività dell’interporto lapiattaforma logistica delleMarche ormai è realtà. Qualiprogetti vi sono al riguardo?«Sono in fase di completamentoi lavori del nuovo raccordo fer-roviario del porto con la stazionedi Ancona. Inoltre, sono statiavviati incontri specifici per at-tivare il collegamento ferroviariocon l’interporto».

sibile portarla a termine? Èplausibile l’ipotesi del finan-ziamento tramite i pedaggi deilotti in fase di completamento?«A seguito dell’incontro con ilministro delle Infrastrutture èstata costituita una commissionetecnica mista composta dai rap-presentanti del Ministero, del-l’Anas, delle regioni Marche, To-scana e Umbria e delle provincedi Pesaro-Urbino, Perugia, Sienae Grosseto. La commissione hail compito di procedere, entro ilprossimo 30 giugno, all’appro-fondimento e alla valutazionedelle modalità di finanziamentoper il completamento dell’inter-vento prioritario del corridoio

“dei due mari”, anche medianteil ricorso alla finanza di progettoo ad altre forme di partenariatopubblico-privato. La commis-sione tecnica sta valutando i variaspetti in relazione dello statodi attuazione e di progettazionedei vari lotti. Contemporanea-mente, in relazione alla connes-sione dell’A14 Adriatica all’A1,è stata formalizzata la richiestaalla Comunità europea per l’in-serimento dell’E78 nella reteTen-T con la possibilità di atti-vare finanziamenti comunitari».

Spostandoci ad Ancona,dopo lo sblocco dei fondi Cipeesistono attualmente sei of-ferte per il progetto esecutivo

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Due sono le priorità: che i lavorinon si fermino e che le dittelocali e i loro lavoratori non subiscano alcun danno

Page 156: Dossier MArche 03 2011

204 • DOSSIER • MARCHE 2011

INTERPORTO

«Un anno im-portantis-simo»: cosìRoberto Pe-

saresi, presidente di InterportoMarche, descrive il 2010 dellasua struttura, inaugurata a fine2009 e oggi divenuta terzagamba, insieme a porto di An-cona e aeroporto di Falconara,della piattaforma logistica delleMarche. L’anno da poco con-cluso ha infatti visto l’inaugu-razione dello svincolo dellastrada statale 76, che consenteun unico accesso diretto («trabreve anche videosorvegliato»)e fa seguito all’allaccio del ter-minal container alla linea fer-roviaria Orte-Falconara, avve-nuto a luglio 2009.«Questi due importanti inve-stimenti – spiega Pesaresi –hanno portato un rilevantecontributo in termini di valoreaggiunto alla nostra infrastrut-tura. Nel 2010, primo anno diattività, il terminal-containerha lavorato già con accettabileefficienza realizzando un buon

numero di coppie di treni.Contemporaneamente sonostati definiti importanti accordiper altri insediamenti in inter-porto da parte di aziende dellalogistica e dei trasporti e anchedi agenzie ed enti con compe-tenze nel controllo documen-tale e fiscale delle merci».

I dati diffusi dall’Autoritàportuale di Ancona parlanodi una crescita costante deltraffico containers (+3% ri-spetto al 2009). In che modol’attività dell’interporto ne harisentito?«Attualmente e nella prospet-tiva a medio termine, Inter-porto Marche e l’Autorità por-tuale di Ancona dialogano ecollaborano attivamente,avendo sottoscritto accordi diordine molto pratico e nonsemplici protocolli d'intesa.Una delle funzioni dell’inter-porto delle Marche può esserequella di retroporto del portodi Ancona, il cui incrementodei traffici, anche di merci nondirettamente destinate a questo

Parola d’ordineintermodalità

territorio, è certamente positivo,potendo generare importanti at-tività logistiche. Inoltre il pro-blema della scarsità di spazi a di-sposizione del porto verrebbesuperato svolgendo l'attività piùpropriamente logistica in inter-porto. Aggiungo infine che al-l’interno dell’interporto è statoistituito un desk della doganaitaliana per svolgere le proce-dure doganali delle merci in ar-rivo e in partenza e con l’obiet-tivo di semplificare le procedureal fine di renderle più veloci ed

ESTENSIONE

I metri quadri di superficie

occupati da Interporto

Marche, dei quali circa il 10%

già concessionati per la realizzazione

di capannoni

500mila

Roberto Pesaresi, presidente di Interporto Marche, illustra

il ruolo della piattaforma logistica regionale, candidata

tra le altre cose a diventare «uno dei punti di riferimento

dell'economia cinese per l'accesso in Europa»

Riccardo Casini

Page 157: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 205

Roberto Pesaresi

bile dei Balcani che sono po-tenzialmente un mercatomolto interessante per i nostritraffici sia per il significativoallargamento a est della stessaEuropa. Oggi però lavoriamoper collegare i territori di Mar-che e Umbria con i corridoieuropei che attraversano l’Italiae più in generale con il nord el’est Europa. In quest'ottica,determinante sarà lo sviluppodel traffico intermodale e le re-lazioni stabili con gli altri nodidella rete logistica nazionale.

A oggi è importante essere giàriusciti a garantire la linea fer-roviaria da Ancona verso Bo-logna come una linea “a mer-cato”. Il nostro lavoro deveperò andare nella direzione difar diventare “a mercato” anchela linea Orte-Falconara, stra-tegica per i traffici est-ovest checoinvolgono in particolarmodo anche l'Umbria, regionecon la quale le Marche ope-rano ormai in stretta sinergia».

In che modo?«Non solo la Regione Umbria

efficienti; per lo stesso motivo,per le merci in partenza per laRussia abbiamo istituito undesk dell’Ente unitario federalestatale Rostek».

Quali sono allora oggi le di-rettrici commerciali che ve-dono il flusso maggiore dimerci? Su quali sarà necessa-rio puntare in futuro?«In prospettiva, siamo convintiche la direttrice est-ovest siaquella in grado di offrire lemaggiori opportunità, sia per lasituazione politica ormai sta-

In alto,

Roberto Pesaresi,

presidente

di Interporto Marche.

Sotto, il nuovo svincolo

della Statale 76

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Lavoriamo per collegare i territori di Marche e Umbria con i corridoieuropei che attraversano l'Italia e piùin generale con il nord e l'est Europa

Page 158: Dossier MArche 03 2011

206 • DOSSIER • MARCHE 2011

INTERPORTO

� � esprime la vicepresidenza dellanostra società, ma il loro go-verno regionale ha orientato leproprie scelte in materia di tra-sporti in funzione dello svi-luppo dell’interporto delleMarche verso cui saranno rac-cordate le piattaforme in corsodi realizzazione a Foligno eTerni. Non dimentichiamo poiche la piattaforma logisticadelle Marche si candida a dive-nire uno dei punti di riferi-mento dell’economia cinese perl’accesso delle loro merci e deiloro semilavorati in Italia e inEuropa. Contemporanea-mente, dal porto di Anconapotranno essere incrementatele esportazioni del nostro paesesempre verso la Cina, e lo stessolavoro si potrà fare in prospet-

tiva con l’India, altra grande enuova potenza economicamondiale».

Tornando all’interporto,una variante al Prg comunaledi Jesi garantisce l’opportu-nità di ampliare ulteriormentela struttura. Quali progettisono in cantiere?«Tutto dipende dalle oppor-tunità che emergeranno dalmercato. Abbiamo la possibi-lità di ampliare la superficieterritoriale fino a 100 ettari ele superfici coperte fino a100mila metri quadri. Que-sto evidenzia la vocazione“verde” di questo interporto,con un indice di edificabilità3-4 volte inferiore a quello de-gli altri interporti maggiori,ma da noi ritenuto sufficiente

per un buon posizionamentostrategico nel panorama na-zionale. Il Ministero dell'Am-biente ha approvato nel luglio2010 la revisione della Valuta-zione di impatto ambientale, eora procederemo con gli altriatti previsti dalla proceduraper essere operativi sulle nuovearee entro la fine del 2011 av-viando le procedure di espro-prio. Nelle aree già di nostraproprietà (circa 50 ettari)siamo già in possesso di per-messi di costruire sino a45mila metri quadri coperti,in parte realizzati o in corso direalizzazione. La nostra sceltarimane comunque quella direalizzare altre superfici co-perte solo in presenza di pun-tuali accordi di locazione o

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 207

Roberto Pesaresi

vendita sottoscritti con ope-ratori privati della logistica edei trasporti».

Quali interventi infrastrut-turali sono invece ancora ne-cessari per sviluppare l’inter-modalità in regione?«In attesa che Rete ferroviariaitaliana realizzi lo scalo smista-mento (attualmente a Falco-nara) in adiacenza in interporto,stiamo realizzando, sempre inaccordo con Rfi, la stazione In-terporto che consentirà l'instra-damento diretto dei treni sullalinea Orte – Falconara e nonpiù in regime di tradotta da Fal-conara con interruzione di lineacome avviene ora. Tra l'altroquesto investimento consentiràdi instradare i treni anche in di-rezione ovest, verso Orte, ren-

dendo così anche più competi-tive le tariffe intermodali».

Quale contributo potrà ar-rivare invece dall’Osservato-rio dell’Istao sulla piattaformalogistica delle Marche?«Da una parte porterò all’Istaol’esperienza che ho maturato inqualità di vicepresidente nazio-nale dell’Unione interporti riu-niti con delega al quadro nor-mativo e ai rapporti con laconferenza delle Regioni, met-tendo in evidenza le ragionidello sviluppo che legano ilporto di Ancona all’interportomarchigiano: l’obiettivo èquello di definire rapidamenteun modello di integrazioni an-che societarie e più spiccata-mente gestionali tra porto, in-terporto e aeroporto, e l’attività

dell’Istao ci può aiutare in que-sta direzione. Dall’altra, il com-pito dell’Osservatorio sullapiattaforma logistica delle Mar-che, promosso da Camera diCommercio di Ancona e Auto-rità portuale, a cui hanno ade-rito in seguito Comune di An-cona, Provincia, RegioneMarche e Interporto e che hacome partner tecnico propriol’Istao, è più concentrato e fi-nalizzato al monitoraggio deitraffici e, in questo periodo, allostudio della prospettiva di unasocietà ferroviaria regionale (osovraregionale) per favorire esviluppare l’intermodalità.Nelle prossime settimane ver-ranno presentati i primi risul-tati, che penso ci saranno moltoutili per le attività future».

Le possibilità di ampliamentoevidenziano la vocazione “verde” di questo interporto, con un indice di edificabilità 3-4 volte inferiore a quello degli altri interporti maggiori

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210 • DOSSIER • MARCHE 2011

Contro la marginalitàurgono collegamentiGiuseppe Casali, presidente di Confindustria Ancona, elenca le carenze infrastrutturali

della regione e lancia il progetto “Mare nostrum”, un contratto di rete che «coinvolge

trasversalmente alcune delle più importanti realtà associative dell’economia del mare»

Riccardo Casini

e questo, per un territorio cheesprime un comparto impren-ditoriale di assoluto rilievo, èinaccettabile».

In che modo è possibilesviluppare le infrastruttureregionali, in particolare intermini di intermodalità?Come giudica il progetto dipiattaforma logistica delleMarche?«Sicuramente l’intermodalitàè un nodo cruciale per la no-stra regione. L’interporto hauna funzione essenziale, maè necessario agire in tempibrevi affinché sia collegato

La situazione in cuiversano le Marche alivello infrastruttu-rale? «Inaccettabile».

Giuseppe Casali, presidente diConfindustria Ancona, è nettonel suo giudizio. La regione,dice, «ha un deficit infrastrut-turale evidente, non solo perstrade e collegamenti, ma an-che per le infrastrutture cosid-dette “soft”. Per esempio –spiega – ci sono zone nel nostroterritorio in cui avere un colle-gamento Adsl è ancora un mi-raggio. Il risultato è che siamomarginalizzati rispetto al Paese

con le altre infrastrutture dellaprovincia, ovvero porto e ae-roporto: più passa il tempo,più si potrebbero perdere po-sizioni competitive. Il pro-getto che collega la piatta-forma logistica delle Marchealla grande viabilità del terri-torio, infatti, diventa semprepiù urgente anche per con-sentire al porto di Ancona -che vanta già di per sé una po-sizione geograficamente cen-trale e strategica - di essere unpunto nodale fondamentalenel bacino dell’Adriatico, ri-spetto non solo agli altri porti

Page 161: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 211

Giuseppe Casali

Giuseppe Casali,

presidente

di Confindustria Ancona.

Nella pagina a fianco,

una vista del porto

italiani ma anche a quelli al dilà del mare».

Arriviamo all’aeroporto. «È un’altra rilevante “porta sulmondo”, a prescindere dal fattoche l’attuale presidenza si siaattivata per aumentare l’attrat-tività dello scalo con nuovi voli.Ma è necessaria più energia nelpotenziare prima di tutto le li-nee nazionali interne su Romae Milano. Tutto questo per ri-durre la marginalità della nostraregione, come detto prima, ri-spetto al Paese».

Confindustria Ancona,insieme a ConfindustriaMarche e Confindustria Pe-saro Urbino, è tra i fonda-tori del progetto “Mare no-strum”. Quali sono inconcreto i suoi scopi?«Si tratta di un contratto direte per il settore nautico, svi-luppato a livello nazionalecon il contributo determi-nante dell’Agenzia RetIm-presa. “Mare nostrum” si pro-pone come progettoimportante per la competiti-vità dell’economia del mare,grazie al quale si intende raf-forzare la cooperazione tra leimprese del settore nauticoda diporto, promuovere la va-lenza occupazionale del set-

tore e integrare le politicheindustriali sulla nautica conquelle del turismo, dell’am-biente e dell’innovazione tec-nologica attraverso il con-tratto di rete. Proprio inquesti giorni a livello nazio-nale si sta lavorando per dareoperatività al progetto».

Quali benefici potrà por-tare al territorio?«”Mare nostrum” coinvolge tra-sversalmente sul territorio na-zionale alcune delle più impor-tanti realtà associativedell’economia del mare. Gra-zie a questa nuova rete e alleopportunità che potranno es-sere intercettate, le impresecoinvolte saranno messe ingrado di accrescere la competi-tività, aumentando il livello dico-progettazione tra le diverserealtà territoriali nazionali, an-che in una logica di potenziarel’internazionalizzazione di unsettore che si colloca al quintoposto nella graduatoria dei pro-dotti esportati, rappresentandoquindi uno dei comparti di ri-ferimento del made in Italy. Unaltro beneficio importante è ilrafforzamento delle sinergie sulterritorio, uno degli elementifondamentali per superare de-finitivamente la crisi e affron-

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Mare Nostrum coinvolge trasversalmente sulterritorio nazionale alcune delle più importantirealtà associative dell’economia del mare

tare a testa alta la complessitàdel momento; a maggior ra-gione è ancora più evidentel’utilità di fare sinergie a soste-gno di un importante com-parto produttivo e proporre allafiliera nautica dorica servizi esupporti per rafforzare la pro-pria competitività».

Ma di cosa necessita oggi ilsettore nautico marchigiano?«È indubbio che anche il com-parto nautico marchigiano sof-fre la contingenza e le difficoltàa livello nazionale dettate dallacrisi. Ma il settore esprime di-verse eccellenze, nonché elevatecompetenze tecniche e produt-tive: è composto da realtà im-portanti di rilievo nazionale eda altre di piccole e medie di-mensioni che costituiscono unafiliera produttiva con una for-tissima tradizione e specializza-zione. Quest’ultimo elemento,non dimentichiamolo, è quelloche ha rappresentato negli anniuno dei fattori di assoluta at-trazione per l’investimentonautico in questo territorio.Quello che continua a man-care, come già sottolineato, èl’aspetto infrastrutturale su cuiauspichiamo un impegno daparte di tutti e soprattutto delleistituzioni pubbliche».

Page 162: Dossier MArche 03 2011

212 • DOSSIER • MARCHE 2011

NAUTICA

Il settore nautico marchi-giano si interroga sulproprio futuro: un’occa-sione di riflessione sarà

costituita dalla settima edizionedel Fano yacht festival, unevento in programma a maggioe fortemente voluto da Gian-luca Fenucci, da poco presi-dente del Consorzio navalemarchigiano, ma da tempo trai principali promotori del pro-getto “Distretto del mare”. «Èuna proposta lanciata da diversianni – spiega – e sposata dallaRegione qualche anno fa. Pur-troppo finora non si è fattotutto il possibile, e ora stiamocercando di riproporlo, avendocolto un nuovo interesse. Sitratta di un progetto volto al-l’unione di tutti gli attori dellafiliera, dall’artigianato all’indu-stria, ma anche del turismo edella cultura, per creare un’areadi lavoro congiunta. Per farloperò serve un passaggio cultu-rale, verso una nuova voglia dicondividere, con una messa a si-stema dei vari progetti».

Quale indotto potrà creareper il territorio l’avvio di que-

sto progetto?«È difficile fare stime, ma sicu-ramente potrebbe creare un cir-colo virtuoso, una reazione a ca-tena di varie entità che oggiragionano ancora in autonomia.D’altra parte la nautica marchi-giana gode di un’alta reputa-zione, grazie alla quale potrebbefungere da attrattore turistico eda ambasciatore delle eccellenzeregionali in campo economico.Le stime dipendono dagli sce-nari che si verranno a creare: dicerto credo che un adegua-

mento dei porti da Pesaro a SanBenedetto del Tronto richiede-rebbe investimenti pari a 500-600 milioni di euro in un paiod’anni».

Ma che momento vive oggiil settore della nautica? «Un momento di forte transi-zione: dopo una crescita iper-bolica e tante soddisfazioni, oggianche la nautica risente dell’im-patto con la contingenza eco-nomica. La crescita del settore èrallentata, per qualcuno si è ad-dirittura fermata; ora stiamo la-

Una filiera unita per promuoverela nautica regionaleGianluca Fenucci, presidente del Cnm, illustra il progetto

del Distretto del mare: «Occorre trasformare in alleanze

gli individualismi tipici dell’imprenditoria marchigiana»

Riccardo Casini

Page 163: Dossier MArche 03 2011

MARCHE 2011 • DOSSIER • 213

Gianluca Fenucci

bire a una maggior efficienza eaffidabilità».

Quali indicazioni vi atten-dete dal prossimo Fano yachtfestival?«Si tratta di un momento di va-lutazione e confronto tra cantierie filiera, che deve aiutarci a sin-tetizzare un’analisi insieme agliattori politici interessati. Ab-biamo fatto molti sforzi per con-fermare questa settima edizione,che dimostra la voglia di nonarrendersi. Ma dovremo cercaredi trasformare le contrapposi-zioni e gli individualismi tipicidell’imprenditoria nostrana inalleanze a difesa del prodottonautico italiano e marchigiano,creando occasioni anche di ca-rattere culturale per dare vita acomplicità progettuali. Proprioper questo nelle Marche il no-stro consorzio vuole sviluppareun’entità regionale della nautica:crediamo vi siano delle frontiereinesplorate, e che sia necessarioagganciare gli altri distretti pro-duttivi della regione, aggregandola nautica con tutta una serie dicompetenze integrate».

A proposito di regione,come giudica l’attuale sistema

vorando per intuire come si ri-posizionerà. Di certo i segnalipiù positivi vengono dalla nau-tica di dimensioni importanti,quella che riguarda gli yacht me-dio-lunghi per intenderci: quinel medio periodo (12-18 mesi)vi sono buone prospettive di ri-posizionamento e segnali con-fortanti, derivanti soprattuttodalla ritrovata stabilità di alcunearee economiche che ha portatoa un nuovo interesse da parte diun certo tipo di clientela».

Come vede il futuro allora?

«Ovviamente si tratterà di fare iconti con nuove condizioni diutilizzo: non ci aspettiamo i vo-lumi di due anni e mezzo fa, macerchiamo di puntare su pro-dotti sempre più sviluppati e af-fidabili. Di buono c’è che nelfrattempo sono scomparsi dalmercato i cosiddetti “specula-tori”, ma la contrazione dellaclientela ha portato anche a unacompetizione sempre più spinta.Per questa ragione la cantieri-stica italiana, e quella marchi-giana in particolare, deve am-

Sopra, Gianluca

Fenucci, presidente

del Consorzio navale

marchigiano.

Al centro,

il porto di Ancona

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Page 164: Dossier MArche 03 2011

214 • DOSSIER • MARCHE 2011

NAUTICA

infrastrutturale?Quali interventi ri-tiene prioritari a tu-tela del settore?«Parlavo prima di frontiere ine-splorate: ecco, quella infrastrut-turale è proprio la più impor-tante. Nel 2009 la Regione haeffettuato un’analisi del sistemaportuale, che ha messo in lucecome ogni porto viva di ambi-zioni e prospettive proprie: aprescindere dalle caratterizza-zioni specifiche, credo serva unaprospettiva di riordino e di rias-setto. E uno dei pilastri del na-scente Distretto del mare saràproprio questo, per dare la giu-sta logica di posizionamento aogni componente economica:penso al business della manu-tenzione e della ristrutturazionedelle barche, alla loro gestionenei momenti di inutilizzo, cosìcome alla ricettività turistica, dainterfacciare con tutte le op-portunità di cui la regione èricca ma su cui non riesce a fare

marketing. È necessario in-somma passare dalla convivenzaalla collaborazione, cercando disfruttare le enormi potenzialitàdi produrre economia collabo-rando con gli attori politici, del-l’economia e del mare: siamoal centro dell’Adriatico, la costadi fronte a noi si va struttu-rando con grandi progetti e noidobbiamo essere in grado di ag-ganciare quest’opportunità».

Per il porto di Ancona, in-tanto, si parla da tempo di unprogetto per il decongestio-namento del traffico nellaparte storica.«Come gli altri porti, quello diAncona sta vivendo un mo-mento di riflessione che durada molti anni. È necessario in-vece accelerare in direzione diun progetto di riassetto che va-lorizzi il rapporto con la città,

che ha grandi potenzialità ri-cettive e culturali, ma anche lalogistica e la riqualificazione delcentro, inteso come Mole Van-vitelliana, oggi usato comeporto per i pescherecci: credosia necessario avviare il raddop-pio della Marina Dorica, cre-ando così un’area dedicata per ipescherecci e liberando spazionella zona di maggior impattostorico per la costituzione di unporto turistico. Si tratta di unasoluzione che potrebbe portarea un’efficienza maggiore per lapesca e contemporaneamenteal miglioramento dell’attratti-vità turistica. Il progetto è con-diviso, ma il problema sono lerisorse, che vanno cercate sia inambito pubblico, ricorrendoanche ai fondi europei, che pri-vato, grazie ad esempio al si-stema bancario».

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I segnali più positivi vengono dalla nauticadi dimensioni importanti, dove nel medioperiodo vi sono buone prospettive di riposizionamento e segnali confortanti

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Oggi più che mai, ilcosto dell’energiaidentifica unaspesa importante,

in grado di incidere in manieraconsiderevole sul bilancio diun’impresa, così come del sin-golo consumatore privato, sullefamiglie. E data la ben nota di-pendenza dell’Italia dai paesistranieri per tutto ciò che con-cerne le fonti di approvvigio-namento energetico, questaspesa sembra inevitabilmentedestinata a crescere. Le politi-che energetiche sono, di con-seguenza, votate a rappresen-tare sempre più un fattorecruciale per lo sviluppo econo-mico, sia delle singole imprese

che di tutto il sistema Paese.«In questo scenario, ognunosarà chiamato a fare la propriaparte per mantenere alta lacompetitività nostrana sul mer-cato internazionale», affermaFrancesco Guzzini, fondatoredella Guzzini Engineering, so-cietà d’ingegneria con plurien-nale esperienza in ambito re-gionale e nazionale. Una realtàche, da sempre, affianca le pic-cole, medie e grandi aziendenella progettazione integrata enella realizzazione di sistemi,edifici e processi produttivi abilancio energetico zero.

Quali sono i vantaggi diuna progettazione integrata?«I risultati di una progettazione

Francesco Guzzini apre le porte

della sua innovativa società

di ingegneria, mostrando gli sviluppi

che la progettazione integrata

ha portato nell’ottimizzazione

del consumo energetico

applicato agli edifici

Piero Lucchi

Un’integrazione a impatto zero

216 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 167: Dossier MArche 03 2011

Francesco Guzzini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 217

› ›

integrata non solo si riflettonosull’ottimizzazione dei costi edei tempi di realizzazione, masi colgono al volo al primosguardo. L’unitarietà del pro-getto, dove l’architettura, lastruttura e la tecnologia assur-gono a elementi caratteriz-zanti, si proietta, infatti, in ma-niera immediata sulla qualitàglobale dell’opera finale».

Alcuni di questi progettisono stati realizzati sul terri-torio marchigiano. «E si sono rivelati anche alcunidei più significativi. Ne sonoun esempio i nuovi uffici dire-zionali della Elica di Fabriano,un’azienda che si è posizionataal primo posto nella classifica

Best workplace 2011 del Greatplace to work, realizzati in col-laborazione con l’architettoRiccardo Diotallevi».

Come si ottiene un bilan-cio energetico zero?«Occorre intervenire su tuttigli elementi che lo compon-gono, nessuno escluso. Si parteanzitutto dal sistema edificio,costituito da facciate, pareti,coperture e dall’architettura ingenerale. Poi si interviene suiprocessi produttivi, sul recu-pero energetico e sull’uso dienergie rinnovabili o assimila-bili (fotovoltaico, geotermia,cogenerazione ad alta effi-cienza, ecc.). Per la progetta-zione definitiva del sistema

edificio-processo e dei servizigenerali, serve predeterminareil profilo dei consumi energe-tici annuali, sia elettrici chetermici. Solo a questo punto sipuò passare alla fase proget-tuale esecutiva in modo da ot-timizzare i costi, sia per quantoriguarda l’investimento inizialeche i costi di esercizio».

Qual è l’obiettivo primario?«Il bilancio energetico zeropunta, a minimizzare l’inci-denza dei costi energetici diesercizio e di trasformazionesul prezzo del prodotto. Ciòin quanto tutte queste spesepossono alterare il costo delprodotto in modo notevol-mente superiore all’investi-

❝Per ottenere un bilancioenergetico zero occorreintervenire su tutti gli elementiche compongono l’edificio,nessuno escluso

In apertura,

Patio giardino Elica Spa

di Fabriano (An).

In basso, l’ingegner

Francesco Guzzini

all’interno della Guzzini

Engineering. In questa

pagina, esterno

e interno torre a

ventilazione naturale

del nuovo edificio

della Valenti & Co

di Recanati (Mc)

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PROGETTAZIONE INTEGRATA

218 • DOSSIER • MARCHE 2011

mento iniziale».Può citare alcuni casi di

realizzazioni concepite se-guendo questa metodologiaprogettuale?«Il nuovo edificio della Valenti& Co di Recanati è stato con-cepito fin dal primo momentoin tutte le sue componenti conl’obiettivo del raggiungimentodel bilancio energetico zero.Per non rinunciare a grandi su-perfici vetrate, sono state pro-gettate facciate inclinate alta-mente performanti che, oltread assicurare un aspetto estre-mamente dinamico all’edificio,offrono un notevole vantaggiosull’abbattimento e sulla scher-matura della radiazione solare.La torre in vetro, che collega inmaniera indipendente i variambienti, dal punto di vista

energetico avrebbe potuto rap-presentare un controsenso, inquesto caso si è potuto rag-giungere un connubio tra ar-chitettura, funzionalità e con-sumi zero».

In che modo?«Attraverso un’unica soluzione.La struttura della torre, oltre aessere elemento portante,svolge anche la funzione diventilazione naturale, medianteun sistema di microugelli inse-riti nella struttura. Questi ul-timi, alimentati da due torrigeotermiche, veicolano l’ariaattraverso un sistema di con-dotte-scambiatori sotterranei.Il restante fabbisogno energe-tico per la climatizzazione degliuffici è stato neutralizzato at-traverso un impianto fotovol-taico integrato nella copertura

dell’edificio».Guzzini è intervenuta an-

che sulla sede della Roccheg-giani Spa di Camerano. «La palazzina uffici realizzataper questa azienda è caratteriz-zata da un involucro in vetro,che avrebbe potuto rappresen-tare un peso predominante nel-l’ambito del bilancio energe-tico dell’edificio. Abbiamoprogettato una facciata con al-tissime prestazioni termiche,sia in estate che in inverno. Lafacciata è costituita da un si-stema a cellule indipendenti,di nostra concezione, formateda triplo vetro selettivo a dop-pia camera con gas argon, cherisponde perfettamente ancheai problemi di insonorizzazioneacustica tra ambienti interni etra interno ed esterno, nonché

Da molti anni Guzzini Engineering opera a livellonazionale, trovando la sua affermazione principalmenteattraverso la realizzazione di opere all’avanguardianell’integrazione del sistema edificio-processo-energia. Latecnologia, infatti, si è rivelata un partner fondamentalenelle logiche di risparmio energetico applicato ai progettiedili. La società guidata dall’ingegner Francesco Guzzini sioccupa, in prima istanza, dell’analisi dei fabbisognienergetici e dell’ottimizzazione dei consumi attraversointerventi mirati sui processi di produzione. In secondoluogo, impiega soluzioni avanzate in materia costruttiva,strutturale e impiantistica, a partire dallo studio difattibilità. Infine, ed è per questo che la Guzzini haraggiunto buona parte della sua notorietà, realizzaintegrazioni di fonti energetiche rinnovabili per lacostruzione di edifici a “bilancio energetico zero”.www.guzziniengineering.it

Un esempio di avanguardiasul mercato nazionale

Sopra, l’innovativa

facciata in vetro,

ad elevate prestazioni

termiche, della sede

della Roccheggiani SpA

di Camerano (An).

Nella pagina a fianco,

depurazione fumi

con recupero di calore

impianti presso

la Rotativa Rotopress

International di Loreto (An)

› ›

Page 169: Dossier MArche 03 2011

Francesco Guzzini

MARCHE 2011 • DOSSIER • 219

a tutte le problematiche di tiposismico. Tutti gli impianti tec-nici sono stati concepiti conl’impiego di sistemi ad altis-sima efficienza, quali disloca-mento, travi fredde e centrali arecupero di energia medianteruote entalpiche. Anche inquesto caso, il deficit energe-tico è stato sopperito da unimpianto fotovoltaico inte-grato in parte nella copertura ein parte nella facciata rivolta asud della palazzina».

Ingegnere, lei ha più voltedichiarato che l’energia, inun certo senso, rappresentala “moda” del momento.Cosa intendeva dire?«Non vi è dubbio che in que-sti ultimi anni stiamo vivendouna notevole spinta verso que-sto argomento e, nondimeno,

l’incentivazione pubblica hamosso un’attrattiva enorme.Questa nuova possibilità dibusiness ha fatto sì che, in unmomento in cui il mercatoglobale stava subendo una no-tevole contrazione, in molti sisiano improvvisati “esperti dienergie rinnovabili”. La mate-ria energetica, però, è una cosaestremamente seria. La ricercadell’autosufficienza sarà pri-maria per le prossime genera-zioni. Per questo occorre fareattenzione e cercare, anche inquesto settore, le eccellenze e iveri esperti in grado di fare ladifferenza».

In conclusione, cosa rap-presenta l’integrazione dei si-stemi nell’architettura e nel-l’edilizia contemporanea?«Nella progettazione moderna

si supera il vecchio sistema incui ogni tecnico operava per lesue competenze, in modocompletamente disconnessoda tutte le altre esigenze. Oc-corre avere una visione glo-bale di tutte le problemati-che e intervenire su ognunadi queste in modo altamentespecialistico. È necessario,quindi, operare attraverso unteam di tecnici specialisti. Inquesto, la Guzzini Enginee-ring è stata un’azienda apri-pista, da sempre strutturatasu questa filosofia».

❝Questa nuova possibilitàdi business, l’energiarinnovabile, ha fatto sì chemolti si siano improvvisati“esperti di energie rinnovabili”

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COSTRUZIONI SOSTENIBILI

L’Ue ha presentatodi recente nuoveproposte per ac-crescere entro il

2020 l’efficienza energetica ecreare entro il 2050 una veraeconomia a basse emissioni diCO2, con un risparmio per lefamiglie di 1000 euro all'annoe 2 milioni di nuovi posti di la-voro. Gli sforzi compiuti dal-l'Ue per affrontare i cambia-menti climatici, rispettando ilfabbisogno energetico europeo,rientrano nella strategia Europa2020. Questa strategia prevedetre obiettivi quantitativi da rag-giungere entro il 2020: ridurrele emissioni di gas serra del20%, ricavare il 20% del-l’energia da fonti rinnovabili etagliare del 20% il consumoenergetico. In questo quadrosi inseriscono anche le costru-zioni sostenibili. Dal 1980 inpoi sono state emanate diversenormative inerenti il risparmioenergetico, ma ancora moltiedifici non corrispondono atali direttive. «Poche costru-zioni hanno uno standardenergetico che può essere defi-nito “sostenibile” – afferma ilgeometra Carlo Pagano, am-ministratore unico e direttoretecnico della Venanzoni Co-struzioni di Ancona -. C’èquindi ancora molto da fareper rendere l’intero patrimo-nio immobiliare energetica-

mente efficiente. Noi stiamoandando in questa direzione».

Quali parametri bisognatenere in considerazione nelcostruire edifici di elevata ef-ficienza energetica?«L’efficienza energetica nellecostruzioni ex novo si ottienepartendo da accorgimenti an-che relativamente semplici. Èimportante che l’edificio abbiail giusto orientamento e com-pattezza della forma. Occorreinoltre un involucro ediliziotermicamente ben isolato, im-permeabile e senza ponti ter-mici. Queste sono le misurepiù efficaci per ridurre i con-sumi energetici, creando cosìottime condizioni per ulteriorimiglioramenti dell’efficienza.È bene inoltre ricordarsi chein un edificio che consumapoca energia è anche più sem-plice mantenere buone condi-zioni termiche e climatiche.Inoltre, si può coprire il rima-nente fabbisogno energeticocon impianti di energie rinno-vabili».

Uno dei vostri ultimi la-vori, in questi termini, è ilResidenziale Fontebella rea-lizzato nella Località Monte-marciano ad Ancona. «A Montemarciano la Venan-zoni Costruzioni ha realizzatoun’interessante iniziativa: noveunità abitative singole in C.A.dalle sorprendenti caratteristi-

Nonostante il crescente numero

di normative sul risparmio energetico,

le costruzioni sostenibili

non costituiscono ancora un numero

significativamente rilevante.

Ne parla Carlo Pagano

Lucrezia Gennari

Verso un patrimonio immobiliare energeticamente efficiente

Carlo Pagano, amministratore unico e direttore tecnico di Venanzoni Costruzioni

insieme a Eleuteria Piccinini, responsabile amministrazione. Nella pagina

accanto, è con Lucia Musto dell’ufficio tecnico

www.venanzoni-costruzioni.com

220 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 171: Dossier MArche 03 2011

che termiche. La scelta è statalungimirante: il futuro delle co-struzioni sarà sempre più le-gato alla riduzione dei consumienergetici, ben oltre i limiti im-posti dal D. Lgs 192 e succes-sivo D.Lgs 311 a seguito delladirettiva europea 2002/91 CEche ha stabilito l’adozione delprotocollo di Kyoto cui l’Eu-ropa ha aderito. Il fabbricato èstato realizzato secondo quantoprevedeva il ProtocolloITACA, riuscendo, a comple-tamento dell’opera, ad aggiu-dicarsi un punteggio di 3, 6 suun massimo di 5,00».

Quali le caratteristiche ditali edifici?«Tutte le unità abitative frui-

scono dell’acqua calda sanitariaprodotta per il 70% da pannellisolari e di 5,70 Kw di energiaelettrica provenienti da pan-nelli fotovoltaici, contribuendoin tal modo ad un ulteriore di-minuzione delle emissioni diCO2. Inoltre, considerandoche nel settore privato circa il50% del fabbisogno giorna-liero d'acqua può essere sosti-tuito con acque piovane, nelleresidenze sono state previstedue cisterne per complessivi 12mila litri per il funzionamentodei sciacquoni dei wc. Non esi-stono impianti di gas né ca-mini, l’energia è prodotta dapompe di calore, le cucinehanno piastre di induzione.

Tutto ciò implica inoltre ungrosso risparmio per l’utente,in quanto si ha in parte la gra-tuità del conferimento».

In che modo siete riusciti agarantire nel progetto inno-vazione ed ecologia?«Il sistema costruttivo tiene inconsiderazione l’impiego dimateriali a basso impatto am-bientale fin dalla produzionecome il cemento cellulare cheviene ottenuto a soli 200 gradi,o come gli isolanti termoriflet-tenti per la cui realizzazioneoccorrono solo 0,08 W/m2 dimateriale o come gli isolantidei ponti termici in fibra di le-gno e cementite a basso im-patto ambientale».

Carlo Pagano

MARCHE 2011 • DOSSIER • 221

La Venanzoni Costruzioni nasce nel dopoguerra e sin da subito si occupa di opere di ristrutturazione edilizia e direalizzazione di nuove costruzioni. Già nel 1960 era iscritta nell’elenco Regionale delle imprese di fiducia delProvveditorato alle OO.PP. per le Marche. Nel 1981 l’azienda ha avuto un riordino societario modificando laragione sociale in Venanzoni Costruzioni Srl. Sempre attenta al mercato, nel 2003 adotta un Sistema diGestione Qualità certificata secondo la Norma BS EN ISO 9001 dalla AJA di Roma e nello stesso annoacquisisce attestazione di qualificazione alla esecuzione di lavori pubblici (Attestazione SOA) nelle categorieOG1 Class. IV e OG2 Class. III. Ad affiancare e a diversificare l’attività imprenditoriale della VenanzoniCostruzioni S.r.l. nasce la DOMUS AUREA IMMOBILIARE S.a.s. che assume il ruolo di immobiliare nell’ambitodel gruppo e si occupa prevalentemente di acquisizioni aree edificabili e immobili, realizzazione ecoordinamento degli interventi, vendita dei prodotti finiti.

Le tappe di un’azienda innovativa

Page 172: Dossier MArche 03 2011

INTERNI

Il Gruppo Berloni si con-ferma uno dei traini in-dustriali più importantiper le Marche, oltre che

per l’intero comparto dell’ar-redamento. Il 2010 è stato unanno importante per il famosomarchio nato nel pesarese nel1960, avendo infatti celebratoil suo primo mezzo secolo diattività. Un progetto impren-ditoriale che, soprattutto a par-tire dagli anni Novanta, ha svi-luppato una produzione e unacommercializzazione di sistemicomponibili per tutti gli am-bienti della casa. Nel 2004,poi, la svolta logistica, con iltrasferimento dei processi pro-duttivi nel grande stabilimentodi Borgo S. Maria di Pesaro,che si sviluppa su una superfi-cie di circa 30mila metri qua-drati. Una crescita dettata an-che dalla politica diinternazionalizzazione portataavanti dal gruppo. Oggi, in-fatti, Berloni distribuisce pro-dotti per l’arredo in 4 conti-nenti su oltre 50 paesi. Intanto,dopo tre anni caratterizzati dauna naturale flessione negativa,causata dalla crisi, la ripresapare essere iniziata anche sulcomparto del mobile. Una sta-gione, quella da poco conclu-sasi, in cui si è resa necessaria larivisitazione delle strategiecommerciali, rivedendo condecisione la struttura dei costifissi. Una politica che non haperò minato gli investimentiin ricerca, innovazione e svi-

luppo, ritenute dal Cda delgruppo come le uniche, vere,armi a disposizione per vincerele sfide future. Anche la diver-sificazione è una peculiaritàevidente del marchio. I com-ponenti per la zona giorno e lazona notte hanno ottenuto im-portanti riscontri in termini divendite. Certo, il core businessprincipale resta quello del com-parto cucine, su cui Berloni èuno dei leader mondiali. Eproprio su questo segmento,per il futuro, l’azienda siaspetta i maggiori sviluppi, chefungeranno da traino per la ri-presa di tutte le aree di ven-dita. A favorire il trend, nelleprospettive della nota industriamarchigiana, saranno anche ipaesi emergenti, come Cina eIndia, che diventeranno moltopresumibilmente i più impor-tanti mercati consumatori sulcomparto. È difficile peròcomporre una geografia degliattori e dei competitor più stra-tegici con cui confrontarsi sulloscenario nazionale e globale.Per la Berloni, il mercato dellecucine componibili trova nelmercato interno i suoi compe-titor più importanti. A livellointernazionale, invece, sono isingoli produttori locali a fare

Passata la crisi, il Gruppo Berloni

si rimbocca le maniche e punta

alla sua affermazione sul mercato

estero. E giunta al giro di boa dei primi

50 anni di attività, la celebre industria

di Pesaro ribadisce la priorità degli

investimenti in innovazione e sviluppo

Aldo Mosca

Il Gruppo Berloni puntaal mercatointernazionale

Nelle immagini, alcuni interni realizzati dalla Berloni

www.berloni.it

222 • DOSSIER • MARCHE 2011

Page 173: Dossier MArche 03 2011

Il Gruppo Berloni

MARCHE 2011 • DOSSIER • 223

la differenza. Questo perché lacucina componibile è diven-tata sempre di più un prodottopersonalizzato e sempre menostandard. Questo comporta lanecessità di un’enorme tempe-stività e di un’ottima qualitànei servizi. A causa di questo icompetitor esteri fanno faticaad aggredire il mercato nazio-nale, in cui il made in Italy lafa da padrone. Al tempo stesso,però, per i produttori italiani la

conquista oltre confine risultasempre più difficile. I buonirisultati raccolti da Berloni ingiro per il mondo, quindi,sono sinonimo non solo dellaqualità della produzione, maanche dell’efficienza logistica eorganizzativa del gruppo. Esempre a proposito di interna-zionalizzazione, l’azienda siprepara ad uno degli eventi piùimportanti per la promozionedel marchio a livello globale. Il

Salone del Mobile di Milano,ormai, è diventato l’unico ap-puntamento tradizionale eu-ropeo per gli operatori del set-tore. Una vetrina unica per ipaesi extraeuropei.

centro ricerche e può contare sullacollaborazione di importanti designer.Infine, la unit Freddo – Indel B, operanel settore della refrigerazione perbarche, mezzi di trasporto e strutturealberghiere. L’azienda è leadermondiale nella produzione ecommercializzazione cantine per vini,minibar per hotel e di sistemi direfrigerazione mobili per la nautica dadiporto, per l’autotrasporto e il tempolibero. Indel B vanta una collaborazionecon l’ente spaziale americano NASA.

DAL DESIGN ALLA REFRIGERAZIONE,50 ANNI DI INNOVAZIONISono tre le divisioni principali del Gruppo Berloni. Le unitàCasa (Berloni), Ufficio (Iterby) e Freddo (Indel B) puntanoallo sviluppo integrato di design e tecnologia, andandoa coprire il living, la refrigerazione e l’ambiente di lavoro

Emozione, passione, innovazione egrande tradizione italiana: questa

la vision Berloni, storico marchiodell’arredamento che ha da pococompiuto 50 anni di attività. La casa,nella filosofia della Berloni, èl’espressione più profondadell’interiorità dell’individuo che la vive.Un universo produttivo che nel corsodegli anni è entrato in contatto connumerose realtà imprenditoriali oltreche con l’esigenza di ottimizzare lacollaborazione sinergica tra le parti.Questo ha fatto sì che l’eterogeneitàdiventasse un valore aggiunto,conducendo il gruppo alla creazione diun centro di controllo. Con questospirito nel 2001 è nata la BerloniHolding, società di partecipazione

industriale presieduta da AntonioBerloni, che accorpa le funzionistrategico-direzionali e supporta le treunit con cui sono organizzate sul pianooperativo le 12 aziende checompongono oggi il Gruppo Berloni:Casa, Ufficio e Freddo. La unit Casa,punta di diamante del gruppo, è oggispecializzata anche nella produzione ecommercializzazione di soluzionid'arredo per tutta l’abitazione, conun'ampia gamma di armadi, letti,camerette, soggiorni, poltrone, divani ecomplementi per gli ambienti notte egiorno. La unit Ufficio – Iterby, èspecializzata nella progettazione eproduzione di pareti attrezzate, modulidivisori e arredamento per l’ufficio.Iterby dispone anche di un avanzato

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EDILIZIA

Flessibilità, innovazione,diversificazione, dutti-lità. Sono queste lequalità che servono

oggi nel mercato edile per emer-gere e affermarsi. Le ristrettezzeeconomiche in cui la crisi ha in-dotto gli operatori edili negli ul-timi due anni hanno provocatomolti danni, ma rappresentanoanche uno spunto che alcuneaziende – quelle con le spallepiù grosse, che sono riuscite areggere l’urto della recessione –possono sfruttare per recuperarequote di mercato. Natural-mente occorre ingegno e unospirito imprenditoriale molto

intraprendente per riuscire nel-l’intento. Un esempio di impresa che haavuto le capacità di trasformarsi,svilupparsi e sfruttare così il mo-mento di stanca che sta fre-nando l’edilizia in Italia è la EdilSystem SpA di Jesi, fondata e di-retta da Antonio Gambini.«Siamo nati nel 1974 comeditta artigiana per lavori edili –racconta Gambini – e oggisiamo in grado di svolgere pra-ticamente tutte le attività delsettore, dal noleggio di macchi-nari e attrezzature alla costru-zione di edifici civili e indu-striali, dalla ristrutturazione allaraccolta e smaltimento di calci-nacci, passando per il recupero,il riciclo, la vendita di materialeinerte e la produzione e venditadi calcestruzzo». In particolare,il noleggio di mezzi con opera-tore e di tutte le attrezzature persvolgere attività d’impresa co-stituisce un ramo importanteper Edil System.

Cosa vi ha portato a puntaresul noleggio di attrezzatureedili oltre che sull’attività di-retta?

«La crisi economica ha colpitoduramente molte imprese, chesi sono trovate improvvisamentea dover ridurre in maniera dra-stica i costi. I primi a farne lespese sono stati proprio i settoridi attrezzature e personale ope-rativo, che spesso sono stati alie-nati per recuperare la liquiditànecessaria a fronteggiare l’emer-genza e abbassare i costi di ge-stione. Si è creato così un nuovomercato, quello del noleggio.Molte delle ditte che hanno su-perato le difficoltà economicheattraverso la vendita di beni in-fatti si trovano ora a doversi ap-poggiare a terzi per dotarsi deglistrumenti di lavoro. Qui su-bentriamo noi: disponiamo diun parco macchine con oltreduecentosettanta automezzicome autocarri, piattaforme,gru edili, miniescavatori, mini-pale, escavatori cingolati e gom-mati, trivelle per pali e sondaggifino a quaranta metri di pro-fondità, pale ideali per tutti itipi di lavori inerenti il movi-mento terra e autocarri per tra-sporto conto terzi. Con questadotazione possiamo assistere il

Il settore dell’edilizia sta continuando a evolversi: non solo molteplici rami

d’impresa e competenze diversificate, ma anche nuovi criteri che orientano

le attività delle aziende come sicurezza e sostenibilità. Ne parla Antonio Gambini

Amedeo Longhi

Operatori edili, non più solo costruttori

Antonio Gambini è il

fondatore della Edil

System con sede

a Jesi (AN). Nelle altre

immagini, i macchinari

dell’azienda all’opera

www.edilsystem.it

226 • DOSSIER • MARCHE 2011

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committente in ogni fase dellavoro».

Oltre al noleggio conti-nuate a svolgere anche la tra-dizionale attività edile?«Realizziamo abitazioni e ca-pannoni industriali “chiavi inmano”, curandone l’iter co-struttivo fino alla vendita, oltrealle attività tradizionali comedemolizione, manutenzione,movimento terra, trivellazione ealtro».

Un altro settore importantein cui vi siete specializzati èquello del recupero e della ri-strutturazione.«In un momento come questodi penuria di risorse, di mate-riali e di spazi, ristrutturare èspesso la scelta migliore. Inoltrenon è raro lavorare su edificiche hanno anche un valore sto-rico e architettonico e sono col-locati in un contesto che ri-chiede la riqualificazionedell’esistente, in modo da man-tenere un’estetica gradevole euno stile armonioso. In passato

infatti siamo stati impegnati nelrecupero di fabbricati anche dipregio come il palazzo della Si-gnoria, l’Arco Clementino e ilteatro Moriconi di Jesi o il con-vento dei Frati Minori Con-ventuali e il palazzo Umani Ri-cotti di Ancona».

Sempre nello stesso filonesi può collocare un’altra dellevostre attività, quella del re-cupero e riciclo di materialeinerte.«Anche in questo caso si trattadi opere che ottimizzano l’atti-vità edile, riutilizzando mate-riali che hanno ancora un va-

lore e risparmiando risorse pre-ziose. È un settore nel quale cisiamo specializzati oramai datre anni. Disponiamo di varimezzi per il ritiro a domicilio dicalcinacci; dopo averli prelevati,li portiamo al nostro centro dismaltimento autorizzato, doveabbiamo un apposito mulinoper la macinazione che producevari tipi di materiale riciclato,come stabilizzato, pietrisco esabbia».

Tutto ciò rientra in un di-scorso di risparmio energe-tico e riutilizzazione dei ma-teriali. A questo proposito,

Antonio Gambini

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come vi ponete nei confrontidella sostenibilità ambientalein edilizia?«Anche questo rientra in un ri-modellamento del mercato chela crisi del 2008 ha operato. Lecase tradizionali non rispon-dono più alle attuali esigenze,né in termini quantitativi né intermini qualitativi. Ecco quindiche sta nascendo un nuovo set-tore, evoluzione del precedente,orientato verso l’ottimizzazionedelle risorse, il ricorso a nuovefonti energetiche, il risparmiodelle materie prime e anche lariduzione dei costi. In una pa-rola, verso la sostenibilità. Tut-tavia il settore è tutt’ora in fasedi sviluppo e bisogna ancora in-dividuare la strada migliore perfar sì che le nuove tecnologiebasate sulla compatibilità am-bientale abbiano il giusto rap-porto fra costi e benefici».

Un altro tema oggi moltoattuale è quello che verte sullasicurezza sul lavoro, che spe-cialmente nel settore edile èun tema particolarmente scot-tante.«La formazione e l’addestra-mento del personale, cui vieneimposto il rispetto assoluto dellenorme di sicurezza, sono consi-derate attività imprescindibili edevono coinvolgere tutti i livelliaziendali in quanto condizioniessenziali per la realizzazione delprogetto comune di crescita. LaEdil System affronta il tema

della sicurezza con impegno eserietà, grazie al supporto diun’azienda qualificata in questoambito, che predispone corsiperiodici. I dipendenti vengonoaggiornati costantemente sulletematiche riguardanti la sicu-rezza in generale, come il prontointervento e l’antincendio. Il re-sponsabile alla sicurezza vigilasull’adeguamento alla norma-tiva. Riteniamo principi fonda-mentali la formazione e l’adde-stramento di tutto il personaledell’azienda, dove la percentualedi infortuni oggi è ridotta quasia zero».

A livello di certificazionicome siete posizionati? «Siamo certificati per la qualitàUni En Iso 9001:2000 perquanto riguarda il settore del

calcestruzzo, degli aggregati, delnoleggio di attrezzature e mezzie dell’edilizia, siamo in possessodell’attestazione Soa per le ca-tegorie Og1 Classe IV, OG3Classe III, OG6 Classe II eOS21 Classe III. Operiamocon lo scopo di raggiungere lapiena soddisfazione di tutti co-loro che si rivolgono a noi pro-ponendo una fattiva collabora-zione con la stessacommittenza, i fornitori e i par-tner che di volta in volta sele-zioniamo con estrema atten-zione per garantire sempre lamassima efficacia attraversol’integrazione delle diversecompetenze. In tale ambito ciimpegniamo ad operare in so-stanziale accordo con la normaUni Iso 9001:2000».

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EDILIZIA

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EDILIZIA

Crisi finanziaria, sa-turazione del mer-cato, prudenza ne-gli investimenti. Il

settore edile nazionale sta vi-vendo una fase negativa che siprotrae ormai da qualche annoe trova origine in diversi fat-tori. Anche se il mattone è sem-pre un bene sicuro sul quale in-vestire, persiste un certo timoreda parte delle famiglie all’ideadi intestarsi un mutuo in unmomento particolarmente in-certo. In questo contesto, le im-prese edili marchigiane vivonouna fase intensamente critica. Diversi fattori concorrono a de-lineare questo difficile quadro:la penuria dei lavori, che causadi conseguenza una concor-renza spietata per l’accaparra-mento delle commesse che ven-gono “vinte” solo con ribassiinsostenibili nei costi; glienormi ritardi nei pagamentida parte delle pubbliche am-ministrazioni e dei privati, non-ché la stretta creditizia dellebanche che diventano semprepiù diffidenti. Numerose sonole imprese marchigiane, siagrandi che piccole o medie, chesono già state costrette a chiu-dere, e nello stesso tempo leMarche diventano “terra diconquista” per le imprese edili

sia del Sud che del Nord, pe-raltro sempre più concorren-ziali. «Date le circostanze – af-ferma Patrizia Paoloni delGruppo Ma.Pa. – CannelloniCostruzioni, Cavaliere dell’Or-dine al Merito della RepubblicaItaliana, membro del ConsiglioDirettivo del Collegio Costrut-tori e della Giunta di Confin-dustria Ancona e già membrodel Comitato Territoriale Val-lesina – abbiamo cercato di ot-timizzare i lavori, sfruttandoogni nicchia di mercato acces-sibile, rivolgendoci quindi sia ailavori pubblici, che ai privati eincrementando i lavori nel im-mobiliare».

Crede che il tessuto im-prenditoriale marchigianodel settore edile andrebbe va-lorizzato, affinché questeaziende possano essere salva-guardate anche in tempi dicrisi?«Le Marche hanno la peculia-rità di essere caratterizzate dallapresenza di numerose piccole emedie imprese spesso a gestionefamiliare, che però rappresen-tano un patrimonio imprendi-toriale e umano di grande va-lore, fatto di personecompletamente dedite al-l’azienda, che si impegnano almassimo senza sottrarsi a qual-

Le imprese edili marchigiane vivono

ancora una fase di forte difficoltà.

Dovuta alla crisi economica,

ma anche alla penuria dei lavori.

Secondo Patrizia Paoloni queste

aziende rappresentano per il territorio

un valore da salvaguardare

Eugenia Campo di Costa

Le gare al ribassodeprimono l’edilizia

Patrizia Paoloni del Gruppo Ma.Pa. – Cannelloni Costruzioni, Cavaliere dell’Ordine

al Merito della Repubblica Italiana, membro del Consiglio Direttivo

del Collegio Costruttori e della Giunta di Confindustria Ancona

e già membro del Comitato Territoriale Vallesina

230 • DOSSIER • MARCHE 2011

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Patrizia Paoloni

MARCHE 2011 • DOSSIER • 231

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siasi sacrificio. Questa enormericchezza, motore indispensa-bile per l’economia locale, habisogno, in questo momentocongiunturale, di essere ulte-riormente valorizzata e soste-nuta anziché essere ulterior-mente ostacolata, come spessosuccede».

In che maniera secondo leisi potrebbero valorizzare que-ste imprese?«Occorrerebbe prima di tuttocercare di non sfruttare leaziende con gare al massimoribasso che portano all’annien-tamento dell’impresa stessa,dato che oggi i ribassi vincentisi aggirano intorno al 50% disconto sul prezzo di appaltobasato sul prezziario regionale.Questo porta conseguenze ne-gative sia a carico dell’impresache della stazione appaltane.Bisognerebbe inoltre metterein atto uno sgravio fiscale e bu-rocratico che permetta di lavo-rare di più e meglio, nonchéoccorrerebbe un accesso al cre-dito più semplice. La crisi eco-nomica, inoltre, comporta an-che l’esigenza, sempre piùsentita, di essere saldati intempi più brevi: il 2013 è an-cora lontano ed il patto di sta-bilità impera».

Vista la difficoltà delle gare

d’appalto, su quali commesseavete orientato soprattutto illavoro negli ultimi anni?«Vincere una gara d’appalto,oggi, è quasi impossibile, per-tanto noi del Gruppo Ma.Pa.–Cannelloni Costruzioni ab-biamo puntato molto al pri-vato con un ottimo riscontrograzie al nostro decennale im-pegno sul territorio, dove perl’ormai consolidata professio-nalità e onestà del nostro la-voro, siamo riusciti a ottenereun congruo pacchetto di ot-timi risultati, soprattutto grazieanche alla nostra specializza-zione in ristrutturazioni di edi-fici rurali in pietra».

A questo proposito, qualiservizi siete in grado di offrireal vostro committente?«Il Gruppo costruisce edificipubblici e privati in proprio,su commissione o dopo aversostenuto gare appaltanti. Ese-guiamo lavori edili civili e in-dustriali; ristrutturazioni di edi-fici pubblici e privati,lavorazioni e manutenzionistradali, di fognature, metano-dotti, acquedotti. Realizziamopareti mobili, cartongesso, pa-vimenti sopraelevati, contro-soffitti, compartimentazioniREI. Siamo inoltre in grado dioffrire, qualora richiesto, ma-

nufatti secondo la formula“chiavi in mano”, seguendotutto l’iter lavorativo che portadalla progettazione dell’operasino al benestare del cliente, at-traverso la certificazione o col-laudo da parte degli organi pre-posti».

In quale territorio lavorateprincipalmente?«Operiamo soprattutto nel ter-ritorio regionale anche se at-tualmente siamo presenti an-che a L’Aquila, per leristrutturazioni post-sisma.Partecipiamo comunque anchea gare nelle regioni limitrofe,del centro Italia, alla ricerca diulteriori opportunità».

Il territorio della regioneMarche è una zona sismica,quale influenza ha questo

❝Le imprese edili marchigiane sonoun motore indispensabile perl’economia locale e hanno bisognodi essere sostenute, non ulteriormenteostacolate come spesso succede

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232 • DOSSIER • MARCHE 2011

aspetto nel vostro lavoro?«L’evento sismico che ha col-pito nel 1997 il territorio del-l’Umbria e delle Marche haavuto come conseguenza, perle imprese edili, una crescitadel lavoro che ha interessatol’ultimo decennio. Oggi è av-venuta ormai tutta la ricostru-zione, resta un minimo resi-duo di lavoro che riguarda lamessa a norma di edifici scola-stici e pubblici. D’altro canto,il terremoto ha anche com-portato un impegno maggiorenella realizzazione di nuoviedifici, affinché siano costruitiseguendo tutte le normativeantisismiche, e garantendo achi li abita una totale sicu-rezza».

Quali sono le opere, traquelle da voi realizzate, cherivestono per l’aziendaun’importanza particolare?«Sicuramente tutta l’edilizia ci-vile ha rivestito un’importanzaparticolare per l’azienda e so-prattutto le ristrutturazioni

post-sisma. Dal 1999 abbiamoeseguito lavori di ristruttura-zione post-terremoto nei co-muni di S. Marcello, Cupra-montana, Mergo, Serra SanQuirico, Camerino, Fabrianocentro storico e frazione Cam-podonico, Cupo e Vallina.Sono territori in cui tuttoraoperiamo».

Per far fronte a questo mo-mento critico, avete rivistol’organizzazione interna delgruppo?«È stata potenziata sia l’areatecnica che contabile, con unarete informatica all’avanguar-dia. Il Gruppo Ma.Pa.-Can-nelloni Costruzioni è inoltrein possesso della certificazionedi qualità secondo le normeUni En Iso 9002 dal luglio del2000 poiché ha posto la poli-tica della qualità al primo po-sto nella formulazione del pro-prio programma strategico,ritenendo che tutti gli obiettividell’azienda siano perseguibilisolo attraverso il migliora-

mento della qualità e dell’or-ganizzazione interna, unicistrumenti che permettono disoddisfare le esigenze e le attesedei clienti».

Quali prospettive intravedein generale per il settore edileitaliano e per la Ma.pa inparticolare?«Non credo che le prospettiveper il settore edile siano rosee,almeno finché non si verifica, alivello globale, una ripresa del-l’economia. Le famiglie nonriescono a risparmiare per ac-quistare una casa di proprietà ele banche difficilmente sono disupporto. Credo che al mo-mento le imprese del nostrocomparto debbano puntarepiù che altro sulla riqualifica-zione di zone fatiscenti, che ri-schiano di diventare ghetti perimmigrati e senza tetto, con laconseguente costruzione diaree dedicate a servizi di variotipo. L’altra prospettiva ri-guarda la riqualificazione ener-getica degli immobili».

Patrizia Paoloni

con alcuni collaboratori.

La sede del gruppo

è a Monsano (An)

[email protected]

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Operiamosoprattuttonel territorioregionale anchese attualmentesiamo presentianche a L’Aquila,per le ristrutturazionipost-sisma

EDILIZIA

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

Avolte particolari si-tuazioni di mer-cato portano aoperare lontano,

fuori dai confini nazionali.Questo può avvenire nonsolo perché le condizioni al-l’estero sono più favorevoli oi committenti più dinamici,ma anche perché nel nostropaese i meccanismi di colla-borazione e di supporto al-l’impresa sono un po’ arrug-giniti. La ETS Engineeringad esempio, partendo dallaprovincia marchigiana –l’azienda ha sede a Pergola –si è proiettata in un circuitocommerciale internazionale.

«Grazie all’impe-gno di tutti i mieicollaboratori – af-ferma con orgoglioVilliam Breveglieri,general manager diETS –, posso diresenza presunzioneche il nostro mer-cato è il mondo in-tero».

Di cosa si oc-cupa la ETS Engi-neering?«Progettiamo e co-struiamo apparec-chiature per il sol-

levamento di carichi medi epesanti. Siamo in grado dicostruire gru speciali e auto-matiche per ogni esigenza,con particolarità di poter ese-guire i lavori su commis-sione, affiancando il com-mittente nell’esecuzione diprototipi grazie a uno stafftecnico all’avanguardia.Siamo specializzati nelcampo dei grandi solleva-menti dove si hanno impie-ghi gravosi, enormi pesi damovimentare in ambienti dilavoro particolari – penso adesempio alle applicazioni off-shore».

Qual è il vostro metododi lavoro?«Piuttosto che sulla produ-zione standardizzata, lavo-riamo sull’esecuzione di pro-dotti specifici, commissionatidi volta in volta a secondadelle esigenze. In questosenso, oltre alla preparazionedei tecnici e all’organizza-zione del personale, un va-lore aggiunto è rappresentatodalla flessibilità che sappiamooffrire. Lavorando sostanzial-mente su commessa, anchela nostra gamma di prodottiè diversa e articolata su diffe-renti tipologie di gru, cia-

scuna adatta alle esigenze delcommittente che ne ha ri-chiesto la realizzazione. Il ser-vizio viene completato dauna minuziosa attività post-vendita finalizzata alla ma-nutenzione periodica, all’as-sistenza e alla fornitura dipezzi di ricambio».

In quali mercati siete piùattivi?«Siamo rivolti quasi esclusi-vamente all’estero: la quotadi fatturato che proviene dal-l’attività entro confine è fra ildieci e il venti per cento delcomplessivo. I mercati hannoaccusato quasi ovunque le ri-percussioni della crisi econo-mica, ma all’estero la situa-zione è comunque piùdinamica. Recentementel’obiettivo conseguito piùprestigioso è rappresentato daun’importante commessa checi siamo aggiudicati in Giap-pone».

Il contesto attuale, so-prattutto la zona in cui vitrovate, che problematicheha?«Come detto stiamo attra-versando una congiunturadifficile da fronteggiare e peruscirne rafforzati è necessa-rio mettere in campo sinergie

Grazie a un metodo di lavoro flessibile e strutturato per soddisfare le esigenze più

diverse, c’è chi ha trovato il modo di fronteggiare egregiamente la recessione.

Uscendo però dai confini nazionali. Ne parla Villiam Breveglieri

Amedeo Longhi

Un ponte per il mercato estero

Villiam Breveglieri,

general manager di ETS

Engineering, trasporto

e sollevamento SpA di

Pergola (PU)

www.ets-spa.com

236 • DOSSIER • MARCHE 2011

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che consentano di far cre-scere il territorio dal puntodi vista dell’occupazione, ga-rantendo una stabilità lavo-rativa, e da quello delle com-petenze, sviluppando leconoscenze tecniche e inno-vando. Purtroppo però pre-valgono ancora l’avidità e lapresunzione di pochi checompromettono il rilanciodel nostro comparto. A que-sto aggiungiamo la necessitàdi supporto che deve prove-nire dalle istituzioni, le qualidovrebbero fornire rispostesensate e impegnarsi nel ri-lancio economico».

A parte l’esperienza e laflessibilità, quali garanzieè in grado di offrire la vo-stra azienda?

«Andiamo molto fieri dellecertificazioni di cui ci siamodotati. La prima è la Uni EnIso 9001:2008, l’applica-zione italiana della Iso 9000che attesta il valore dei si-stemi di gestione della qua-lità per tutti i rami del-l’azienda, assicurando a chisi affida a essa che tutto ilprocesso produttivo rispondea criteri di eccellenza. Inoltresiamo notificati secondo laDirettive Europea ATEX –che ci ha consentito una ra-pida affermazione nel settore– dedicata alla regolamenta-zione di apparecchiature de-stinate all'impiego in zone arischio di esplosione. Infinesiamo certificati Iso 14001,sigla che fissa i requisiti del

sistema di gestione ambien-tale; questa attestazione ri-specchia l’interesse che nu-triamo per la preservazionedell’ambiente dei siti neiquali operiamo. Questa poli-tica prevede anche il nostroimpegno in un’attività disensibilizzazione nei con-fronti non solo del personaleaziendale, ma anche deglioperatori con cui collabo-riamo e di tutti i cittadini sulrispetto dell’ambiente, oltreovviamente all’azione direttain termini di tutela dell’am-biente, raccolta differenziata,incremento delle aree verdi ecosì via. Tutto questo è rac-chiuso in un programma am-bientale che individua degliobiettivi specifici».

Villiam Breveglieri

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❝Siamo rivolti quasiesclusivamente all’estero:la quota di fatturato cheproviene dall’attivitàentro confine è fra il diecie il venti per centodel complessivo

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258 • DOSSIER • MARCHE 2011

POLITICHE SANITARIE

sia congiunturali sia strutturali, che nel me-dio lungo periodo possano produrre i mi-glioramenti ed i benefici attesi. L’esemplifi-cazione di questo fatto è data proprio daicontenuti della recente direttiva 17/2011 cheindividua le principali aree di intervento e leazioni prioritarie da realizzare per rispettare ivincoli imposti e andare incontro alle richie-ste fissate a livello nazionale».

Come si traduce l’impegno della giunta perpreservare l’autonomia gestionale e fiscale?«È stato adottato recentemente l’adegua-mento organizzativo della capacità di governodel sistema, attraverso la revisione della Leggedi organizzazione del servizio sanitario regio-nale, approvata alla fine dell’anno 2010.L’obiettivo è stato quello di rafforzare la go-vernance creando migliori condizioni di co-ordinamento del sistema con la creazione deldipartimento per la Salute e per i servizi so-ciali; allo stesso tempo si è voluto semplificarel’organizzazione per rendere più agile l’intero

S i stringono i tempi per rivedere il si-stema sanitario regionale dopo la pro-posta di riparto del Fondo nazionaleche prevede per il 2011 un finanzia-

mento di 2.677,8 milioni di euro corrispon-dente a un taglio di 80 milioni rispetto a quellonecessario per mantenere l’attuale livello deiservizi. «Tale contesto esterno – ha chiaritol’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani – cispinge a velocizzare un’azione integrata già inessere di dimensione regionale per il riorien-tamento dell’offerta, superando municipali-smi assolutamente incoerenti sia con il nuovoscenario finanziario sia con l’aprirsi di unanuova e più evoluta frontiera della medicina».L’obiettivo è quello di organizzare una politicasanitaria di sintesi su tutta l’area regionale chetenga conto delle esigenze dei singoli territoriin modo collaborativo.

Alla luce dei tagli imposti dal governo na-zionale, come sarà possibile garantire unalto livello di sistema sanitario?«La Regione intende proseguire sulla stradache negli ultimi anni ha condotto il sistemasanitario marchigiano a importanti risultati,percorso che è stato riconosciuto a livello na-zionale anche se le prevedibili restrizioni delFondo non faranno che renderlo più diffi-coltoso. L’intera strategia regionale è orientataa perseguire l’efficientamento e la razionaliz-zazione del sistema senza però andare a sca-pito dei servizi ai cittadini, attraverso azioni

«Le azioni in atto mirano a evitare difficoltà

nell’erogazione di servizi e prestazioni» assicura

l’assessore alla Sanità Mezzolani, che esclude

conseguenze negative sulla riorganizzazione

del personale: «Nessun licenziamento previsto»

Elisa Fiocchi

Addio ai municipalismi

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 259

Almerino Mezzolani

«Non vi saranno conseguenze negative perchéla riorganizzazione non prevede licenzia-menti, rende invece disponibile personale sa-nitario, professionale, amministrativo da uti-lizzare nelle strutture territoriali e ospedalierein cui si registrano delle carenze. Il nostroobiettivo è quello di mantenere l’alto livellodella sanità marchigiana senza penalizzarel’occupazione».

L’esecutivo regionale ha proposto la ride-finizione strutturale dell’attuale rete del-l’offerta (coerente con le indicazioni nelPatto per la salute 2010-2012) che consentadi superare dispersioni e ridondanze nonpiù sostenibili. Quali progetti saranno ap-provati in tal senso?«La rete ospedaliera marchigiana risulta an-cora estremamente frammentata e proprioper questo sono state previste numeroseazioni. Sono già state avviate le progettazioni

processo di programmazione, monitoraggio econtrollo e consentire il funzionamento delsistema in una logica di area vasta, con laconseguente riduzione delle inefficienze edella frammentazione, concentrando le com-petenze e differenziando le attività».

Quali comparti sanitari della regione po-trebbero soffrire maggiormente dei tagli deifinanziamenti?«Il rischio di tagli indiscriminati è quello diprodurre ricadute negative soprattutto sullearee di maggiore fragilità, sui servizi per gli an-ziani, sui tempi di attesa per la diagnostica eper i ricoveri. Ma le azioni che si stanno met-tendo in atto mirano proprio a evitare che cipossano essere difficoltà nella erogazione diservizi e delle prestazioni e a mantenere elevato,in tutte le aree assistenziali, il livello di qualitàe di efficienza del sistema sanitario».

Quali saranno le conseguenze dal punto divista occupazionale in seguito alla riorga-nizzazione delle strutture sanitarie?

Almerino Mezzolani,

assessore alla Sanità

della regione Marche

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Sono già state avviate le progettazioni per il nuovo ospedaledi Fermo e per quello dell’area sud di Ancona, che sarà sede dell’Inrca

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260 • DOSSIER • MARCHE 2011

POLITICHE SANITARIE

«Per quanto riguarda l’ubicazione della nuovastruttura, la Regione ha definito i criteri inbase ai quali si devono attenere le proposte chedevono pervenire dalle istituzioni locali e chesaranno poi valutate. Per quanto riguarda il fi-nanziamento della struttura, questo rientranel terzo stralcio dell’accordo di programmaper gli investimenti in sanità stipulato tra ilministero della Salute e la Regione, per ilquale però siamo in attesa che il governo na-zionale ripristini le somme inizialmente indi-cate e poi sospese in ragione della congiunturaeconomica in atto. In tal senso, una specificarisposta del ministero della Salute a una in-terrogazione parlamentare ha ribadito che èprevista la realizzazione di una nuova strutturaper l’area del pesarese all’interno di un pro-gramma di investimenti le cui risorse nonsono state ancora ripartite tra le regioni».

per il nuovo ospedale diFermo e per quello dell’areasud di Ancona, che sarà sededell’Inrca e svolgerà la fun-zione di ospedale di rete. Èrecente l’avvio del concorsodi idee per la progettazione del nuovo Salesi,ospedale di eccellenza per l’area materno in-fantile, da integrare in zona Torrette con lastruttura che ospita gli Ospedali Riuniti diAncona. Inoltre, la pianificazione regionaleprevede la realizzazione di due nuove strut-ture, a nord e a sud della Regione, quali cen-tri di riferimento per le rispettive aree vaste.È infine da considerare l’area montana per laquale si potrebbe prefigurare la necessità di uncentro che presidi una fascia territoriale e,soprattutto, una parte della popolazione chenel tempo ha a volte incontrato condizionipiù svantaggiate rispetto ad altre aree in ter-mini di servizi, non solo sanitari».

Il percorso che condurrà all’Ospedaleunico Pesaro-Fano si concluderà nel 2015.Quali novità ci sono in termini di ubica-zione e investimenti complessivi?

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La pianificazione regionale prevede la realizzazione di duenuove strutture, a nord e a sud della Regione, quali centri di riferimento per le rispettive aree

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Giancarlo D’Anna

«Molti pazienti scelgono le strutture dell’Emilia Romagna e i professionisti

si trasferiscono, spogliando le strutture della regione». Il focus su una realtà

sanitaria «mascherata» nell’analisi del consigliere regionale del Pdl Giancarlo D’Anna

Elisa Fiocchi

Per garantire l’efficienza dei servizi sa-nitari, la Regione Marche si apprestaad approvare manovre strutturali checonsentano di superare dispersioni

non più sostenibili nel bilancio del territorio. Ilricavato ottenuto dall’alienazione di alcuni con-tenitori (come l’ex Lancisi e il Salesi) sarà im-piegato in progetti d’investimento previsti peril settore che, secondo la Giunta, darannonuovo ossigeno all’occupazione e all’economiamarchigiana. «Ancona si sta prendendo tutto»segnala il consigliere regionale del Pdl Gian-carlo D’Anna. «Se quelle alienazioni sarannoutili a riequilibrare gli investimenti nel restodella regione, ben vengano».

Nel 2011, la proposta di riparto del fondosanitario nazionale prevede per la Regione unfinanziamento di 2.677,8 milioni di euro.Alla luce dei tagli imposti dal governo na-zionale e stimati in 80 milioni di euro, comesarà possibile garantire un alto livello di si-stema sanitario nella regione?«Innanzitutto va precisato che non si tratta di80 milioni di tagli ma di mancato incrementoe quindi ancora una volta da parte dellagiunta di centrosinistra si utilizza il metodobolscevico della disinformazione per nascon-dere l’incapacità di gestione della spesa sani-taria più orientata alle clientele che a un ser-vizio efficiente. L’ultima dimostrazione? I 12milioni di euro spesi per il Cup unico regio-nale che dopo un avvio disastroso oggi ga-

Le nostre eccellenze lasciano le Marche

rantisce una copertura minima delle preno-tazioni senza aver risolto il problema delle li-ste d’attesa: motivo per il quale si è progettatoquesto “servizio”. In conclusione, è possibilegarantire buoni servizi se non si sperpera de-naro pubblico».

Le Marche puntano a mantenere la gover-nance della sanità nell’ambito della Regione.È una strada possibile?«Vedremo se anche questa volta attraverso alie-nazioni e rinvii di pagamenti le Marche riusci-ranno a “mascherare” una realtà ben diversa daquella di cui si vanta. Una cosa è certa: a pagarenon devono essere i cittadini per l’allegra ge-stione del passato».

La giunta regionale ha proposto di in-trodurre manovre strutturali e scelte ope-rative per migliorare l’efficienza del si-stema. Ne condivide progetti e interventi?«Se parliamo di migliora-mento dell’efficienza come sifa a non essere d’accordo. Ilfatto è che la Regione conti-nua a parlare di eccellenze manella realtà porta avanti con-venzioni con poliambulatorinei quali, dopo la prima visita,l’invito dei medici è semprelo stesso: andare in strutturedell’Emilia Romagna, contri-buendo a una costosa mobilitàpassiva e all’umiliazione delle

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 261

Giancarlo D’Anna,

consigliere ragionale Pdl

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262 • DOSSIER • MARCHE 2011

POLITICHE SANITARIE

Salvatore con il rischio che la città resti senzaospedale a vantaggio di una nuova struttura,l’Ospedale Unico a Pesaro».

Come hanno reagito i cittadini?«Il dibattito è acceso e la gente è già scesa inpiazza. Forte è la preoccupazione anche nel-l’entroterra dove con un unico ospedale ci sa-rebbe un’inevitabile emorragia dei cittadinilungo la costa. La proposta è quindi quella ditenere in considerazione le peculiarità del ter-ritorio marchigiano che va dalle montagnealla costa. Se da una parte è logico avere strut-ture importanti dove è concentrata la popola-zione, è altrettanto vero che l’azione di filtroe assistenza dell’entroterra è fondamentale.Non secondario è il fatto che senza servizil’esodo verso la costa spoglierebbe campagnee montagne di gente a vantaggio di una stri-scia metropolitana ininterrotta che affoghe-rebbe tra le polveri sottili».

professionalità esistenti nelleMarche. Danno e beffa. Moltisono i professionisti affermatiche seguono questa strada contribuendo aspogliare le strutture della regione».

E quali sono le proposte del Pdl per la sa-nità nella regione?«Mi sono battuto in passato per evitare la crea-zione dell’Azienda Ospedali Riuniti MarcheNord, operazione dietro la quale si celava il sal-vataggio dell’Azienda San Salvatore di Pesaronata per esigenze politiche e non sanitarie.Oggi dopo l’approvazione della legge sugliOspedali Riuniti (18 assenti, 20 voti favorevolie 2 contrari) che vide buona parte dei consi-glieri regionali uscire dall’aula, l’ospedale diFano vive momenti di forte preoccupazione. Inmolti si sono resi conto che quella legge nonaveva come obiettivo una “collaborazione” traPesaro e Fano bensì la fagocitazione di una se-rie di professionalità utili al mantenimento del-l’Azienda San Salvatore. Oggi tutto il patri-monio immobiliare di Fano è passato al San

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Un unico ospedale comporterebbeun’emorragia della popolazione lungo la costa. Non dimentichiamoche l’azione di filtro e assistenzadell’entroterra è fondamentale

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«Non si tratta più di sperimentazione, quelladella Telemedicina è una realtà già ampia-mente presente in Italia». Fabio Padiglione,Presidente della società Aditech, sgombra il

campo da ogni dubbio, sottolineando l’impatto che la cosiddettasanità elettronica sta già avendo sul territorio. Un’innovazione che,in particolare, trova nelle Marche una delle regioni più propensea utilizzarne i tanti benefici. La società Aditech, in questo campo,si è resa protagonista, avendo sviluppato il progetto Mevas – Mo-bile Emergency Video Assistance – un sistema di trasmissione au-dio, video e dati direttamente dalla cellula sanitaria di un’ambu-lanza via Umts. «Si tratta di una rivoluzione straordinaria –spiega Fabio Padiglione -. Grazie alla tecnologia, anche in assenzadi un automezzo medicalizzato gli operatori del 118 possono usu-fruire del supporto, da remoto, di un medico». Un esempio dicome la Telemedicina possa rispondere alla richiesta di un’assi-

stenza sempre più capillare e ottimale sull’interoterritorio regionale. Gli amministratori sanitaristanno accogliendo favorevolmente le iniziativedella Aditech, come conferma il suo Presidente.

«La Regione Marche ci sta af-fiancando in maniera significa-tiva – spiega l’imprenditore -.Ne è un esempio Mo.Cas, lastrumentazione che permettedi monitorare a distanza al-cuni parametri fisiologici.Un’opportunità soprattutto peri cittadini più anziani, talvoltaimpossibilitati a recarsi nellestrutture mediche o privi di ri-sorse per pagare un’assistenzadomiciliare 24 ore su 24». Ini-ziativa, quest’ultima, che si ri-vela particolarmente utile inestate, durante l’emergenza

MEDICINA DIGITALE

Sempre più TelemedicinaLe Marche puntano ai vantaggi della medicina digitale. Sistemi che permettonono,

a distanza, di monitorare i soggetti a rischio e di ricevere l’assistenza di medici

specializzati. Fabio Padiglione, attraverso la società Aditech, si fa promotore del settore

Filippo Belli

Fabio Padiglione,

Presidente di Aditech

www.aditechsrl.com

264 • DOSSIER • MARCHE 2011

caldo, in cui sono sempre più numerosi i citta-dini over 65 che restano soli nelle nostre città. Latecnologia oggi è sufficientemente “matura” epuò incontrare l’interesse di molti amministra-tori della sanità che nell’innovazione possonotrovare anche un importante risparmio delle ri-sorse economiche mantenendo alto il livello diassistenza. «In tutti i nostri progetti partiamo daibisogni, non dalla tecnologia fine a se stessa –conclude Fabio Padiglione -. In questo collabo-riamo con le migliori società mondiali leader nelsettore E-Health. Grazie alla nostra piattaformaBetavista e al video call center sanitario i mediciinteragiscono e misurano direttamente Ecg, pres-sione, frequenza cardiaca, glicemia, SpO2 e au-scultazione cardiaca-polmonare di moltissimipazienti altrimenti privi di un monitoraggio co-stante direttamente al proprio domicilio. In fu-turo questo approccio spero possa diffondersisull’intero territorio, garantendo una migliore as-sistenza ai cittadini e facendo risparmiare tempoe denaro alle casse delle regioni».

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LA FILIERA DEL FARMACO

Quando la reteè più di una promessaNon tutti sanno che l’informatizzazione della filiera del farmaco non è partita

dalle grandi città del nord. A parlarne è Mario Mariani della Macrosoft di Macerata,

prima azienda italiana ad aver portato nella filiera soluzioni integrate per tutti gli elementi

Daniele Dodaro

Sentiamo così spesso intrecciare le parole“rete” e “futuro” che abbiamo quasismesso di credere che siano davverocorrelate. Eppure quella della rete non

è solo una bella metafora, ma la rappresenta-zione di un modello aziendale, basato sull’in-terconnessione, nelle cui maglie si nascondonole ragioni del successo di un’azienda.Chi l’ha capito perfettamente e in largo anticipoè Mario Mariani, marketing manager e fonda-tore della Macrosoft, azienda per l’organizza-zione e lo sviluppo dei sistemi informativi d’im-presa, dal 1985 portatrice sana d’innovazionenel mondo farmaceutico. Nel 2000, infatti, in-tuendo le potenzialità del modello a rete, Ma-

riani crea InFarma, networkaziendale con sede a Bologna efiliali a Macerata, Anagni eLecce che collega aziende in-formatiche che operano nelcampo farmaceutico per for-nire un servizio che segua lafiliera del farmaco in tutte lesue fasi: dalla grande industriaalla farmacia, passando per ildistributore intermedio. Ine-vitabile il successo. «In un mer-cato dominato da un’informa-tizzazione frammentata,abbiamo capito che standar-dizzare le procedure era l’unicomodo per ottimizzare i tempi e

aprirsi ai vantaggi dell’economia di scala» –spiega Mariani. «Una semplificazione della tec-nologia che ci ha permesso di creare nuovi ser-vizi che hanno rivoluzionato gli standard delmercato farmaceutico e che crediamo siano tra-sferibili al mercato dell’ospedaliero che da moltotempo denuncia un intervento necessario».Dotata di una Software House interna e di unaServer Farm ospite del centro dati Telecom diBologna, InFarma è l’unica azienda in Europain grado di garantire soluzioni integrate per unintero settore di mercato. E tutto ciò propriograzie all’interconnessione offerta dal modello arete. Come ogni rete che si rispetti, però, anchequesta ha il suo nodo principale. Un nodo cherisponde al nome di Macrosoft. Prima del 1985Mario Mariani era responsabile dei sistemi in-formativi della Fratelli Guzzini spa; poi l’idea ditrasferire la sua esperienza in un progetto nuovo.Alcune persone videro in lui carisma e spiritod’impresa e lo seguirono nell’avventura. Viderobene: a due anni dalla nascita il decollo del-l’azienda, avvenuto incrociando il proprio de-stino col gruppo Angelini che, in cerca di unpartner all’avanguardia, affidò a Mariani il si-stema informativo delle proprie aziende farma-ceutiche e agroalimentari. Ed è così che Ma-crosoft è entrata nel mondo del farmaco,rivoluzionandolo dall’interno.È proprio questa solida esperienza ad assicurarela tenuta della rete InFarma. A ogni elementodella filiera sono dedicati prodotti di alta qua-

Mario Mariani,

marketing manager

e fondatore

della Macrosoft

www.infarma.it

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Mario Mariani

MARCHE 2011 • DOSSIER • 267

È ciò che sta avvenendo oggi. Nuove sfide, infatti, attendono ilprogetto InFarma. Sfide che coinvolgono la rete per antonoma-sia: il web. Quel “nuovo mondo” a tutti noto ma cui troppospesso si è approdati senza le dovute competenze. «Opero nel-l’informatica da più di trent’anni e nel tempo ho percepito sem-pre più forte la richiesta di servizi web efficaci da parte del mer-cato» – racconta Mariani. «Ecco perché è con slancio cheMacrosoft ha acquisito le quote di Krealia, società di consulenzache accompagna le imprese nelle vie del web, seguendole dallafase di definizione degli obiettivi e progettazione, fino alla ma-nutenzione delle soluzioni realizzate». La competenza specialistica di Krealia, insieme alla conoscenzadel mercato garantita da InFarma hanno dato vita a K4Pharma,un progetto di rinnovamento web del mercato farmaceuticoche non si limita a dotare di una vetrina online ogni farmacia,ma offre strumenti di rilevamento dei dati di vendita forniti dallaIMS Health, multinazionale leader nel rilevamento dei dati sta-tistici attirata dalle grandi potenzialità del progetto; quest’ultimooffre anche servizi innovativi volti alla fidelizzazione del clientecome l’e-commerce o il modulo CRM, utile per contattare au-tomaticamente i clienti – via sms e mail – fornendo loro infor-mazioni aggiornate e tempestive. Insomma, l’avventura aziendale di Macrosoft dimostra che “il fu-turo è la rete” non è un semplice slogan, né una promessa man-cata: ma una verità concreta. E se c’è qualcosa che la Macrosoftpotrebbe voler precisare, è solo che questo futuro ha avuto ini-zio a Macerata già ventisei anni fa.

lità, sviluppati da laboratori interni e dunquein grado di intrecciarsi perfettamente. Se Di-Farm, gestionale usato dal distributore inter-medio, già da anni si è imposto come leadernel mercato nazionale, InFarmaClick, la suitedi protocolli di comunicazione tra grossista efarmacia, è ormai riferimento indiscusso nonsolo per la clientela, ma anche per la concor-renza; e con essa le sue appendici: TsGate, aoggi il protocollo proprietario più utilizzato inItalia, e Farmaclick, standard usato attualmenteda più di 10.000 farmacie. E quando la speci-ficità dell’ambito lo ha richiesto, InFarma hamostrato di potersi avvalere di partner accre-ditati per lo sviluppo di software specifici,come quelli dedicati all’archiviazione docu-mentale sostitutiva o, nell’ambito logistico,alla tecnologia vocale.

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GENIUS LOCI

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Valentina Vezzali

Sotto il segnodi Valentina

Di lei è già stato scritto tutto. Deisuoi ori, dei suoi record infilzaticon famelica energia uno dopol’altro. Poco, invece, si sa del le-

game tra Valentina Vezzali e Jesi, la città doveè nata, vive e si allena. E più in generale delsuo affetto per la terra marchigiana. «Noitutti – rileva l’olimpionica – siamo forte-mente legati alla terra natia. Io in modo par-ticolare poiché è la regioneche ha visto nascere anchemio figlio Pietro e mi ha datola possibilità di conoscere epraticare ad alto livello lascherma che ha segnato posi-tivamente la mia vita». Sicu-ramente Vezzali-Marche èuna accoppiata vincente poi-ché l’eccellenza che esprimenella scherma l’atleta jesinaaltro non è che la sintesi dellatenacia e della volontà di af-fermarsi con impegno e sa-

Ama la sua regione, le Marche, in modo viscerale.

Perché, confessa Valentina Vezzali, «mi ha dato

la possibilità di conoscere e praticare ad alto livello

la scherma». Da Jesi al Conero, dalla Gola della Rossa

alle grotte di Frasassi

Susanna Da Vinci

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In apertura,

scorcio del Tempio

del Valadier fatto

costruire da Papa

Leone XII della Genga;

sotto, Valentina Vezzali

con il figlio Pietro

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GENIUS LOCI

crificio della gente marchigiana.Quali sensazioni abbina a questa re-

gione?«Molteplici: dalla silenziosa laboriosità deisuoi abitanti al fascino dei suoi paesaggi, ilmare, il sole, il verde dei colli, il silenzio delleombrose altitudine dei monti insieme a do-cumenti d’arte e storia con le molteplici tra-dizioni popolari. Come dice il suo nome unaregione veramente al plurale».

Jesi: che cosa la colpisce di più di questacittà? «La cosa più affascinante è il centro storicoche si erge su una piccola collina protetto dauna cinta muraria ben conservata come i pa-lazzi nobiliari e chiese che racchiude nel suointerno. Tra questi, si apre la piazza dove sinarra sia nato nel 1194, sotto una tenda daCostanza d’Altavilla, il grande imperatoreFederico II, detto “stupor mundi”, che in se-gno della sua riconoscenza insignì la sua cittànatale del titolo “regia”. Jesi inoltre mi affa-scina soprattutto per la sua vivibilità: è unacittà veramente a misura d’uomo».

Spostiamoci sulla costa, quali i luoghipiù a “misura di Vezzali”?«Sicuramente Senigallia per la tranquillità e,in modo particolare, per la sua spiaggia chedegrada dolcemente verso il mare dando si-curezza alle tante mamme che come meamano portare i figli per farli giocare senzaeccessivi pericoli. Nell’interno, il parco dellaGola della Rossa, difforme dalle tondeggianticolline marchigiane, ma caratterizzato da unpaesaggio selvaggio che richiama quello al-pino con le pareti a picco sulla strada costeg-giata dal fiume. L’incrocio con la gola di Fra-sassi dà spazio a un piccolo slargo dove sipossono ammirare l’abbazia romana di SanVittore, le sorgenti di acqua curativa e legrotte di Frasassi, dove la natura ha creatodelle opere d’arte irripetibili di eccezionalebellezza».

Molte le località balneari più o meno fa-mose. A un viaggiatore può suggerire un“suo” tour per far conoscere una costa di-versa?«L’itinerario che mi sento di suggerire è breve

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MARCHE 2011 • DOSSIER • 271

Valentina Vezzali

di circa 30 km ma è molto suggestivo. Siparte da Ancona si sale fino al piazzale delDuomo, dedicato a San Ciriaco, da dove sipuò ammirare uno splendido panorama siadel porto che del lungomare fino verso Pe-saro. Ci si porta in prossimità del monu-mento ai caduti nella zona del Passetto chescende a picco sul mare. Da qui si prosegueper la riviera del Conero, si scende nella baianaturale di Portonovo, per poi risalire e per-correre la strada che attraverso il parco delConero porta a Sirolo. Si prosegue per Nu-mana e Porto Recanati per poi salire fino aLoreto dove oltre a rivedere dall’alto l’itine-rario effettuato si può fare visita al Santuariomariano più famoso d’Italia».

La costa, in certi tratti, ha alle spalle an-che i monti. Quali posti meglio caratteriz-zano le due parti?«La parte più settentrionale delle Marchedove si incontrano i monti dell’Appenninocon le acque dell’Adriatico. Balconate e sco-gli rupestri si alternano a spiaggia sabbiose.Sullo sfondo ardui profili montani sovrastati

da città d’arte quali Urbino, rocche intatte eruderi su rupi impervie. Piccoli paesi arroccatisulle pendici delle montagne costruiti conmateriali locali che li fanno essere tutt’unocon l’ambiente circostante. L’armonia del-l’uomo nella natura che porta alla medita-zione, al misticismo e alla religiosità. Senti-menti che hanno lasciato il segno con i tantiluoghi di culto presenti su tutto il territorio.Questa è per me la parte che meglio rappre-senta l’unicità delle Marche».

Profumi e sapori: quali meglio rendonogustosa questa zona? «Il profumo della lavanda colpisce per la suaintensità chi attraversa la strada sovrastante lariviera del Conero che si alterna a quello delleginestre in fiore che accompagna il viaggiatoresia lungo la costa che nell’entroterra. Il bro-detto ha un suo sapore caratteristico unita-mente allo stoccafisso all’anconetana, due ec-cellenze che si possano abbinare conl’amarognolo del Verdicchio senza dimenticarela porchetta, che può essere gustata con un ot-timo vino Rosso Piceno o del Conero».

In alto,

l’imperatrice

Costanza d’Altavilla,

madre di Federico II,

insieme al marito,

l’imperatore Enrico IV