Donne con partner impotenti
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La disfunzione erettile e l’incapacità
riproduttiva inevitabilmente modificano
la qualità della vita del paziente e quella
della sua compagna.
I pilastri l’identità sessuale ruotano
essenzialmente intorno a due fattori:
Maschile (potenza + capacità riproduttiva)
Femminile (seduzione + capacità riproduttiva)
Questo fa si che un attacco all’uno si risolve
in una ferita all’altro.
Quando viene meno la capacità riproduttiva
la persona è portata a pensare di essere
incapace anche a livello sessuale e quindi
di non essere all’altezza di un vero rapporto
sessuale (E. Galavotti).
Tale convinzione attenta
alla stima di sé e
indebolisce l’identità
È innegabile tutti noi misuriamo la nostra
autostima, femminilità/mascolinità e
desiderabilità in base a quanto
sessualmente risponde bene il
nostro partner.
Questo atteggiamento
quando si verifica un problema di disfunzione
erettile può innescare ingiustificati sentimenti
di abbandono e di rifiuto.
Ecco che la disfunzione, viene
assunta come l’incapacità di
procurare un’erezione valida
al proprio partner e genera
nella donna confusione,
disorientamento, paura del
tradimento, paura di non
essere più seduttiva ed
attraente.
Tale vissuto si traduce e viene
percepito dalla donna come
un attacco alla propria
identità e può scatenare tutto
un corollario emozionale che
mina il suo benessere
psicosessuale
• facilità al pianto
• insonnia
• stile alimentare
inadeguato
•ansia e depressione
•sensi di colpa
•calo dell’autostima
•frustrazione
•rabbia e irritazione.
Ciò porta la donna ad
evitare i contatti
corporei e i rapporti
sessuali al fine di
salvaguardare la
stima di sé
"Tutte le donne, già da piccole, hanno
fantasie di gravidanza durante i giochi
infantili.
Ma per alcune di loro questo sogno non si
concretizza mai“ (Paola Mutinelli)
Quando ciò accade due sono le reazioni più frequenti:
colpevolizzare l'altro
Una colpevolizzazione molto spesso sostenuta da argomenti poco realistici; l'altro viene accusato di non aver rivelato prima al partner un problema di cui egli stesso non era a conoscenza.
Svalutazione totale dell’altro
L'infertilità viene vissuta come il segno di una profonda e globale incapacità dell'altro.
Rabbia e odio verso il partner,
che disattende le nostre
aspettative, i nostri bisogni e
progetti.
Invidia verso i pancioni altrui e
la capacità fecondativa dei
loro mariti.
Frustrazione e stati d'animo
negativi rafforzati dalla
comparsa delle mestruazioni
La voglia di evadere e cercare
altrove quello che lui non
può darle.
Più spesso si arriva ad un progressivo
distacco e disinteresse sia sul piano
affettivo sia sessuale: permane la
convivenza ma con una reciproca
sensazione di fallimento.
(N. Lalli; N. Liberti )
La condizione di infertilità suscita, infatti, i
fattori inibitori dell'esperienza sessuale
intesa come evento lucido, quasi a voler
banalizzare un rapporto che di fatto non
può essere finalizzato alla riproduzione.
(N. Lalli; N. Liberti )
Da qui la diminuzione del desiderio
e del grado di soddisfacimento
sessuale nei confronti di un
partner che non è più
fecondante.
Tutto ciò innesca una catena di sensi di
colpa e di accuse che minano il
rapporto e la propria identità.
La conflittualità emersa, a volte può
raggiungere toni drammatici che con
accuse reciproche può portare spesso alla
rottura della coppia.
Alle volte si può giungere anche alla
decisione di adottare un figlio: ma se
questo succede non cambia nulla.
La ferita narcisistica, vissuta o subita e la
reciproca ostilità permangono. (N. Lalli; N. Liberti )
rende difficile o distruttiva la
comunicazione all’interno della coppia
riduce o annulla “la complicità”
amorevole tra partner, anche in altri
ambiti e rispetto ad altri obiettivi
il linguaggio del corpo diventa rigido e
distante.
modifica la vita sessuale e relazionale
cambia il rapporto con i propri genitali
In tutti questi casi in
cui c'è una
richiesta di aiuto sul
piano psicologico o
medico, bisogna
muoversi con molta
cautela.
Dal primo incontro con
la coppia, compito
del medico sarà
quello di creare
un’atmosfera che
nutra una relazione di
fiducia medico –
coppia. (Asero et. al.)
Quest’atmosfera è basata sull’apertura ed
il reciproco rispetto.
Alle coppie deve essere data l’opportunità
di fare domande in qualsiasi momento.
Soprattutto, deve essere data loro
l’opportunità di esprimere le proprie idee
su diagnosi e terapia. (Asero et. al.)
Qualunque sia il trattamento, soprattutto
nel caso sia stata la donna ad aver
richiesto l’appuntamento, il suo
coinvolgimento è doveroso non solo per
rispettare il suo ruolo e la sua identità
all’interno della coppia ma anche per
prevenire l’instaurarsi di sentimenti di
esclusione che possano minare la
terapia. (
La partner, durante il periodo del Trattamento, potrebbe sentirsi:
emarginata e "passivizzata" se non sufficientemente informata e resa affettivamente partecipe delle cure mediche a cui il suo partner è sottoposto.
affettivamente "trascurata" perché
l'attenzione del medico e del suo compagno può essere rivolta più su se stesso, sul suo corpo e sulle terapie mediche, e non sulla presenza e i bisogni di lei.
(Asero et. al.)
Quando ciò accade il rischio che la donna boicotti la terapia è alto.
È importante per il medico riconoscere ed evitare eventuali boicottamenti al trattamento.
Soprattutto se si opta per la farmacoterapia.
Vi sono circostanze in cui la comparsa di una disfunzione erettile nel partner è accolta come una vera e propria liberazione.
Si tratta, in questi casi, di donne che non hanno mai sperimentato un rapporto sessuale gratificante: sono partner che possono, perciò, minare alla base il successo di ogni intervento medico o psicologico.
Talvolta preferiscono addirittura un partner che “non funziona” sessualmente, perché lo considerano più controllabile.
Il partner ricorrendo al farmaco per favorire l’erezione, dimostri di tenere molto al rapporto di coppia e dia importanza a una relazione sessuale soddisfacente per entrambi.
L’uso del farmaco può far sentire la donna defraudata del proprio ruolo erotico tanto da vivere la cosa come un attacco alla propria autostima.
Possono ritenere che l’erezione ottenuta con l’aiuto di un farmaco non abbia lo stesso valore rassicurante di quella spontanea
… “Voglio essere io ad eccitare il mio
uomo”
… “Se non funziona con me, non deve
poter funzionare con una pillola”
… “La terapia è costosa e come coppia-
famiglia non possiamo permettercela”
… “La sessualità è una cosa naturale:
quando è finita, è finita”.
La comparsa di uno stimolatore esterno
può inoltre de-responsabilizare la donna,
inducendola magari a curarsi meno
dell’aspetto fisico, a tralasciare i gesti e
la pratica della seduzione o a curare
meno il legame di coppia, oppure
ancora, a impoverire la relazione anche
in altri ambiti.
Spesso diamo per scontato
che una donna pur di
concepire possa
sottoporsi a qualsiasi
trattamento …
…. non sempre è così!
Convinzione che si possa raggiungere autonomamente il concepimento senza trattamento.
La donna preferisce non correre rischi di delusioni future e rinuncia alla possibilità di provarci.
La paura che il trattamento aumenti la probabilità che il bambino nasca con un handicap.
Preoccupazione per la propria incolumità fisica e dell'esito negativo dell'intervento Medico.
La procreazione è concepita come destino e non come scelta.
La paura di non essere capaci di fare le mamme.
Il rifiuto delle trasformazioni corporee e la paura di ingrassare (Pregorexia)
Childfree: donne che non vogliono figli
È importante per il medico
essere consapevole di questi
meccanismi, così da
comprendere meglio le
reazioni della coppia e
richiedere l’intervento
psicosessuologico
Perché è evidente che in questi casi sia la
disfunzione erettile sia quella riproduttiva
sono eventi che fanno precipitare un
equilibrio già precario
dei singoli componenti
della coppia. (N. Lalli; N. Liberti)
il sessuologo può offrire supporto alle
coppie, permettendo loro di liberare le
emozioni, discutere dei timori e di
avvicinare argomenti quali l'identità
sessuale, la stima di sé e l'immagine del
corpo.
Aiuto nel
superare gli stati di ansia e di angoscia
correlati;
diminuire l'incidenza dello stress vissuto;
superare i diversi contrasti comunicazionali;
fare scelte precise e oculate in merito alle
soluzioni proponibili;
risolvere le difficoltà e le disfunzioni sessuali.
è necessario che la coppia, al fine di
affrontare il problema,
consideri la propria
impotenza e sterilità
come una condizione
e non come una
menomazione,
conservando la lucidità
necessaria per affrontare
il problema (G. De Biasi)
Inoltre la consulenza può fornire un prezioso aiuto
nell'affrontare i trattamenti di fecondazione
assistita e il loro eventuale fallimento.
In particolare il verificarsi di ripetuti fallimenti
induce la coppia a confrontarsi in modo
realistico con l'impossibilità di avere figli
biologici e in tal caso il supporto psicologico
può facilitare l'elaborazione del lutto e la
reinterpretazione della situazione, che può
sfociare nell'adozione o nel prefigurarsi e
progettare una vita senza figli (Dennerstein e Morse, 1988; Hynes et al, 1992).
Asero M., Aiello A.G., Pozzi G. (2004)“Linee Guida per La
Consulenza nell’Infertilità”
Galavotti E. Sesso e amore
Lalli N., Liberti N. (1996) Problemi psicologici individuali e di coppia connessi alla infertilità, in: Informazione Psicologia
Psicoterapia Psichiatria n° 28/29, giugno-dicembre 1996,
pagg. 27-30
De Biasi G. (2004)Le conseguenze psicologiche dell'infertilità
individuale e della coppia. http://www.tuttosanita.it/PugliaSalute/Anno2004/PugliaSaluten%C2%B02%20PDF/013-014.pdf 2004
Simonelli C. (1996) Diagnosi e trattamento delle disfunzioni
sessuali. Franco Angeli, Milano
Vignati R. (2002) L’assessment sessuorelazionale eseguito con
una nuova metodica, PsicoIn, n.1, giugno 2002 – Informazione Ordine Psicologi Marche.