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Noinoncifermiamomai ;vièsemprecosache incalzacosa .. .Dalmomentochenoicifermas- simo,lanostraOperacomincerebbeadeperire DONBOSCO 15 GENNAIO 1964 EDIZIONEPERIDIRIGENTIDEICOOPERATORISALESIANI ANNOLXXXVIII - N .2 DIREZIONEGENERALE :TORINO712 . VIAMARIAAUSILIATRICE,32 . TELEF .48-41-17 Direttiveeiniziativeperlanostra " Campagna " Comedicevamonel BollettinoDirigenti dello scorsodicembre,lanostra«Campagna»ha avutolepiùlusinghiererisonanzeanchenelle organizzazioninonsalesiane .CosìS .Em .il Card.Fossati,ArcivescovodiTorino,lacita nellaLetteraaiParrocieaifedelidellacittà eDiocesiperla Festa della Famiglia " . Questo,senzadubbio,èdovutoallasuapiena aderenzaallenecessitàdell'ora .IlSantoPadre PaoloVIètornatopiùvoltesull'argomento . Ancorail12dicembrescorsohainvitatoige- nitoriarifletteresullaloro«missionesublime dicollaboratoridiDionell'infonderelavitain nuovecreatureenell'educarnelosviluppocon trepidadelicatezzaeconlacoscienzadelle proprieresponsabilità» . L'efficaciadellaCampagnaèlegataall'armo- nicaattuazionedituttiisuoiaspetti .Perfaci- litarequestocompitoainostriDirigentidiamo quialcunedirettiveessenzialiperlariuscita dellaCampagna .InvitiamoDirigentiecollabo- ratoriaprendernediligentevisioneperstudiare imodipraticidiattuarleneipropriambienti . PeriCooperatori - Le Conferenzemensili eledue Conferenzeannuali, cheusciranno litografateinunicovolume,formanountutto organico.Bisognaquinditrattarlesistematica- menteevitandoinmodoassolutodisvolgere altriargomenti . IlBollettinoDirigenti pubbli- cheràmensilmentealcunipensierisultema corrispondente,chesaràsviluppatonellacon- ferenzariportatanelvolumedicuisopra .Il materialecosìèabbondantissimo .OgniConfe- renzaèseguitadaun questionario, peravviare -dopoogniConferenzaunaconversazionetra CooperatorieSacerdote .Èlamanieraper renderelaConferenzainteressanteedefficace . ÈchiaroquindichelaConferenzavatenuta fuoridichiesaenonsidevetrasformareinun fervorinodall'altare .All'argomentotrattatosi aggiungeuna bibliografia assaiutilesiaperi Dirigentichevoglionoapprofondirel'argomento, siaperfornirelaBibliotechinadelCentro,sia 1(úw - W MLESIANO infineperpresentareaiCooperatoricopiadi talilibri . Ricordiamoanzicheogniriunione,convegno, ritironostrodevesempreavereilbancodi librierivistedaoffrireinvisioneeinvendita . InrelazioneallaCampagnainunoriginale opuscolosaràpresentatounabbondante elenco difilm, chepropongononeipiùvariaspetti problemifamiliari.Ognifilmèbrevementepre- sentatonellesuecaratteristichee nei suoidati essenziali .Potrannoservirepercineforum,per spettacolifamiliari,periniziativesullaCampa- gna .Èevidentelapraticautilitàdell'opuscolo . Dimoltifilmsipotràavere,arichiesta,la schedacompletaperlapresentazioneevaluta- zione .Accantoatalifilmcisaràunsegno indicativo(richiederelaschedaal CentroSale- sianodelloSpettacolo - viaM .Ausiliatrice,32 - Torino) . IniziativedeiCooperatori . ICoopera- tori,allalorovolta,sil'annopromotoridiini- ziativeperunlargopubblico .Necitiamouna giàinfasediorganizzazioneinqualcheIspettoria . Sitrattadiunciclodi Conferenzesullafamiglia perdiversecategoriedipersone :genitori,inse- gnanti,fidanzatiecc .,tenutesettimanalmenteda eminenticonferenzierisuiseguentitemi : LaFa- migliaeloStatooggi,LaFamigliaelaChiesa, LaFamigliaelaScuola,LaFamigliaeiltempo libero . Nellospaziodiquattrosettimanesi esaurisceilciclodelleConferenze .Ilperiodo quaresimale,grossomodo,sembrailpiùadatto . LariuscitadelleConferenzeèlegataalla sceltadichiparla,deltempoedeltema ;al lavorocapillareepraticochesaprannofarei ConsiglierieiCooperatoriperinteressareil maggiornumerodipersonefuoridellacerchia deiCooperatori,specialmente genitori ; edal- l'eventuale coraggio e sante industrieper affrontarequalchespesa .All'opera,quindi!E senzaindugi,perchèleiniziativehanbisogno diesserepreparateestudiateadistanzadi tempo,sesivoglionopoivederriuscire . 1

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  • Noi non ci fermiamo mai ; vi è sempre cosa cheincalza cosa . . . Dal momento che noi ci fermas-simo, la nostra Opera comincerebbe a deperire

    DON BOSCO

    15 GENNAIO 1964

    EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANIANNO LXXXVIII - N . 2DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 . VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 . TELEF. 48-41-17

    Direttive e iniziative per la nostra " Campagna "Come dicevamo nel Bollettino Dirigenti dello

    scorso dicembre, la nostra « Campagna » haavuto le più lusinghiere risonanze anche nelleorganizzazioni non salesiane . Così S. Em. ilCard. Fossati, Arcivescovo di Torino, la citanella Lettera ai Parroci e ai fedeli della cittàe Diocesi per la Festa della Famiglia " .Questo, senza dubbio, è dovuto alla sua pienaaderenza alle necessità dell'ora . Il Santo PadrePaolo VI è tornato più volte sull'argomento .Ancora il 12 dicembre scorso ha invitato i ge-nitori a riflettere sulla loro « missione sublimedi collaboratori di Dio nell'infondere la vita innuove creature e nell'educarne lo sviluppo contrepida delicatezza e con la coscienza delleproprie responsabilità » .

    L'efficacia della Campagna è legata all'armo-nica attuazione di tutti i suoi aspetti . Per faci-litare questo compito ai nostri Dirigenti diamoqui alcune direttive essenziali per la riuscitadella Campagna . Invitiamo Dirigenti e collabo-ratori a prenderne diligente visione per studiarei modi pratici di attuarle nei propri ambienti .

    Per i Cooperatori - Le Conferenze mensilie le due Conferenze annuali, che uscirannolitografate in unico volume, formano un tuttoorganico. Bisogna quindi trattarle sistematica-mente evitando in modo assoluto di svolgerealtri argomenti . Il Bollettino Dirigenti pubbli-cherà mensilmente alcuni pensieri sul temacorrispondente, che sarà sviluppato nella con-ferenza riportata nel volume di cui sopra . Ilmateriale così è abbondantissimo . Ogni Confe-renza è seguita da un questionario, per avviare-dopo ogni Conferenza una conversazione traCooperatori e Sacerdote . È la maniera perrendere la Conferenza interessante ed efficace .È chiaro quindi che la Conferenza va tenutafuori di chiesa e non si deve trasformare in unfervorino dall'altare . All'argomento trattato siaggiunge una bibliografia assai utile sia per iDirigenti che vogliono approfondire l'argomento,sia per fornire la Bibliotechina del Centro, sia

    1(úw-WMLESIANO

    infine per presentare ai Cooperatori copia ditali libri .

    Ricordiamo anzi che ogni riunione, convegno,ritiro nostro deve sempre avere il banco dilibri e riviste da offrire in visione e in vendita .

    In relazione alla Campagna in un originaleopuscolo sarà presentato un abbondante elencodi film, che propongono nei più vari aspettiproblemi familiari. Ogni film è brevemente pre-sentato nelle sue caratteristiche e nei suoi datiessenziali . Potranno servire per cineforum, perspettacoli familiari, per iniziative sulla Campa-gna. È evidente la pratica utilità dell'opuscolo .Di molti film si potrà avere, a richiesta, lascheda completa per la presentazione e valuta-zione. Accanto a tali film ci sarà un segnoindicativo (richiedere la scheda al Centro Sale-siano dello Spettacolo - via M . Ausiliatrice, 32 -Torino) .

    Iniziative dei Cooperatori . I Coopera-tori, alla loro volta, si l'anno promotori di ini-ziative per un largo pubblico. Ne citiamo unagià in fase di organizzazione in qualche Ispettoria .Si tratta di un ciclo di Conferenze sulla famigliaper diverse categorie di persone: genitori, inse-gnanti, fidanzati ecc ., tenute settimanalmente daeminenti conferenzieri sui seguenti temi : La Fa-miglia e lo Stato oggi, La Famiglia e la Chiesa,La Famiglia e la Scuola, La Famiglia e il tempolibero . Nello spazio di quattro settimane siesaurisce il ciclo delle Conferenze . Il periodoquaresimale, grosso modo, sembra il più adatto .

    La riuscita delle Conferenze è legata allascelta di chi parla, del tempo e del tema ; allavoro capillare e pratico che sapranno fare iConsiglieri e i Cooperatori per interessare ilmaggior numero di persone fuori della cerchiadei Cooperatori, specialmente genitori ; ed al-l'eventuale coraggio e sante industrie peraffrontare qualche spesa . All'opera, quindi! Esenza indugi, perchè le iniziative han bisognodi essere preparate e studiate a distanza ditempo, se si vogliono poi veder riuscire .

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  • I Laiciponte fra la Chiesa e la società

    DI S . S. PAOLO VI

    Voi sapete che la nostra dottrina riconosce alLaico fedele una sua partecipazione al Sacerdoziospirituale di Cristo, e perciò una sua capacità,anzi una sua responsabilità all'esercizio dell'apo-stolato, che è venuto determinandosi in concettidiversi e forme adeguate alle possibilità e all'indoledella vita propria del Laico immerso nelle realtàtemporali, ma altresì imponendosi come una mis-sione propria dell'ora presente . Si parla di « con-secratio mundi », e si attribuiscono al Laico delleprerogative particolari nel campo della vita ter-rena e profana, campo di possibile diffusione dellaluce e della grazia di Cristo, proprio perché eglipuò agire sul mondo profano dal di dentro, come diret-tamente partecipe alla sua composizione e alla suaesperienza, mentre il Sacerdote, sottratto com'èa tanta parte della vita profana, non può influire,in generale, su di esso che per via esterna, con lasua parola ed il suo ministero . Questa osservazioneva assumendo sempre maggiore importanza, manmano che ci si accorge che il mondo profano è, sipuò quasi dire, il mondo semplicemente, e che essotrascura d'avere rapporti normali e operanti conla vita religiosa, la quale non riesce con facilità afar sentire la sua voce salutare alle immense zonedella vita profana stessa.

    Perciò s'è anche parlato del Laicato cattolicocome del « ponte » fra la Chiesa e la società, diven-tata quasi insensibile, per non dire diffidente e ostile,nei riguardi della religione ed anche semplicementedel cristianesimo e dei suoi stessi basilari princìpi .I nostri Laici cattolici sono investiti di questafunzione, diventata straordinariamente importante,e in certo senso indispensabile : fanno da ponte .E ciò non già per assicurare alla Chiesa un'ingerenza,un dominio nel campo delle realtà temporali e nellestrutture degli affari di questo mondo, ma per nonlasciare il nostro mondo terreno privo del messaggiodella salvezza cristiana. Non è propriamente unministero qualificato quello affidato ai Laici, maun'operosità configurabile nei modi più diversi, chemira a stabilire contatti fra le sorgenti della vitareligiosa e la vita profana . Potremmo parlare, intermini approssimativi ma espressivi, di contattifra la Chiesa e la società ; fra la comunità ecclesialee la comunità temporale .

    Quanto più la comunità ecclesiale viene ricom-ponendosi e concentrandosi nella coscienza dei fe-deli e nell'esercizio delle sue specifiche attività,tanto meno la comunità temporale e profana puògodere dei benefici della religione cristiana, che lesarebbero pure destinati . Il dualismo può accentuarsia tal punto da fare della comunità ecclesiale, da

    (segue a pag . 5)2

    Attività religioseA che servono gli Esercizi?Pubblichiamo questa relazione del Delegato Ispettorialedei Cooperatori della Liguria, don Vincenzo Colombara ;mentre invitiamo gli altri Delegati a inviarci notizie, im-pressioni, progressi e sviluppi in questo settore delle loroattività religiose, essenziale per avere dei Cooperatori reli-giosamente e apostolicamente formati.

    Abbiamo fatto gli Esercizi Spirituali anche que-st'anno e devo dire che di anno in anno si vaconstatando quanto sia provvidenziale l'insistenzadi Don Bosco .Noi in Ispettoria abbiamo cominciato circa diecianni fa. Il primo corso fu a Camaldoli . Risultati?Dopo buona propaganda, si recarono lassù duepredicatori . Al corso per Cooperatrici si trovòpresente una sola Cooperatrice . Al corso per Coo-peratori arrivò in moto uno, la sera dell'inizio,e subito chiese : « Dove sono i Cooperatori Sale-siani a fare gli Esercizi? ». « Abbiamo visto duepreti - gli fu risposto - che dopo aver attesomezza giornata, se ne sono andati . Lei sarebbeil primo e l'unico! . . . ». A quella risposta se neandò anche lui . . .Ebbene, ora in Toscana sono almeno 60 le Coope-ratrici e 45 i Cooperatori ; in Liguria quest'anno,in due corsi, i Cooperatori furono 56 e le Coope-ratrici, pure in due corsi, furono circa 80.Ed ecco qualche pensiero, lasciato scritto da loroin un quaderno .

    Gesù, tu sei l'Ostia della mia giornata ; fa che io sia'l'ostia Tua fino alla sera della mia vita .

    Una Cooperatrice maestra

    Sono arrivato con un carico di miserie e ritorno con untesoro di ricchezze .

    Un Cooperatore

    • Carissimi Salesiani, continuate sempre così in questivostri turni di Esercizi santi : l'austerità va bene ; il silenziova bene ; la meditazione va anche bene ; ma l'entusiasmo,la serenità, l'allegria sana e sorridente, sono prettamentevostre . Il constatare quanto sia facile meditare con voi sullegrandi misteriose verità della nostra vita, quanto sia facileavvicinarsi sorridendo, pur nella coscienza della propriamiseria, alla Grandezza, all'Amore, alla Misericordia infi-nita di Dio, fa bene all'anima, conforta a ritornare a im-mergersi nella lotta quotidiana, conservando nell'anima lagioia e la serenità .

    Un Cooperatore ed ex allievo

    Siamo in questi giorni quello che dovremmo esseresempre . Questi tre giorni dimostrano che possiamo esserlosempre. Un professionista

    • Ho lasciato la mia azienda per venire al ritiro, ma sonosicuro che le cose, con l'aiuto di Don Bosco, sono andatemeglio . Dio dà il cento per uno, non devo dimenticarlo .

    Un industriale con molti operai

    • In questi tre giorni la mia fede è divampata repentina,come un focolare che aspettava un pezzo di legna per ar-dere di viva luce .

    Uno studente

    • Se tutti gli uomini conoscessero le gioie che si provanoin un corso di Esercizi Spirituali, la vita quotidiana di ognunoe in ogni condizione sociale sarebbe vissuta con più fiducia,poiché si avrebbe dinanzi in ogni momento la visione delloscopo reale della nostra esistenza, cioè il traguardo finale :il Paradiso.

    Un cooperatore

  • Organizziamoci!Cooperatori sì e Cooperatori no

    Non si ripeterà mai abbastanza che non si puòchiamare Cooperatore salesiano chi non è re-golarmente iscritto alla Pia Unione. Non bastaquindi che uno sia devotissimo di Don Bosco,benefattore delle Opere salesiane, lettore del Bol-lettino, ex allievo ecc . Occorre la volontà espressae ratificata di far parte della Terza famiglia sa-lesiana; occorre cioè l'iscrizione attestata da undiploma a firma del Rettor Maggiore .Pervengono abbastanza frequentemente alla

    direzione del Bollettino Salesiano necrologie dipersone defunte, molto benemerite delle Operedi Don Bosco e qualificate come « Cooperatori » .Con rincrescimento si deve poi constatare chetali nominativi non figurano nello schedario .

    Capita pure non di rado che ottimi cristiani edistinti benefattori nostri, tuttora viventi eoperanti, non figurino neppure nei 350 .000 in-dirizzi del Bollettino Salesiano.

    Coinsigli pratici1. Si apra il Manuale Dirigenti a pagina 72

    e si leggano attentamente le due paginette (72e 73) che trattano appunto dell'iscrizione e chedovremmo riportare qui per intero .

    2. Appena si conosca un elemento che puòessere un buon Cooperatore, si veda se ricevegià il Bollettino Salesiano pubblicato a Torino(specificazione necessaria per non confonderlocon i vari periodici locali pubblicati dai Sale-siani). Se non lo ricevesse ancora, gli si offrala possibilità di riceverlo, specificandone ilcontenuto e la diffusione gratuita.

    3. Chi gradisce il Bollettino Salesiano e si af-feziona alla sua lettura, dà una prima garanziadi gradire anche di far parte della Pia Unione .

    E qui va fatta un'altra penosa constatazione :ogni anno un buon numero di copie del Bol-lettino viene sospeso perchè . . . respinto con ladicitura « irreperibile » . E parecchi di questi« irreperibili » risultano iscritti anche come Coo-peratori. Ci si domanda : ma è possibile che unCooperatore, ossia un «Salesiano esterno », nonsi preoccupi di notificare il cambio di indirizzoal suo periodico?

    4. Il nuovo pieghevole di propaganda dellaPia Unione, che sarà stampato al Colle primadella festa di S . Giovanni Bosco, potrà servirebene a dar un'idea adeguata dell'organizzazionedella Terza famiglia di Don Bosco .

    5. Ogni attestato d'iscrizione (pagella o di-ploma) viene rilasciato dall'Ufficio Centrale solotramite il Delegato Ispettoriale, che è perciò ilvero responsabile dell'iscrizione . Ogni nomina-tivo deve quindi essere vistato dall'Ufficio Ispet-toriale ed essere trasmesso a Torino sull'appo-sito modulo fornito dall'Ufficio Centrale .

    Per l'incaricato stampaZelatori e Consiglieri per la Stampa po-tranno attingere da queste note mensili ideee suggerimenti pratici per la loro attività

    Idee chiare anzitutto!

    La parola di Dio deve essere predicata ed ascoltata,perchè penetri nelleganime e le trasformi .Oggi scarseggiano i predicatori e soprattutto gliascoltatori.Un rimedio quindi s'impone . . . « In che modocrederanno in Colui del quale non hanno sentitoparlare? E in che modo ne sentiranno parlare,se non c'è chi predica? » . Il ragionamento diSan Paolo ai Romani è più che logico e vale ancheper i nostri tempi . Infatti sono ben pochi coloro chefrequentano la Chiesa e l'Istruzione religiosa (nellegrandi città si calcola dal zq al 30%) . E agli altrichi predicherà?La stampa cattolica può sostituire il predicatore,l'evangelizzatore . Anzi in molti casi diventa lostrumento insostituibile perchè la parola di Diopossa giungere a tante anime .Quindi vale l'equazione : Diffusore di stampa cat-tolica = Predicatore della verità, Missionario,Evangelizzatore . . .Una domanda allora : Siamo veramente persuasidell'importanza della nostra opera? Siamo con-vinti che diffondere la stampa cattolica è comesalir su di un pulpito, come insegnare catechismo?

    Quali i doveri del consigliere della stampa?

    Possiamo riassumerli in tre :i . Divenire sempre più un esperto nella sua nobileprofessione, un tecnico della diffusione, con co-noscere (mediante contatti diretti) quanto si pub-blica nel campo della stampa periodica, aggiornan-dosi circa la produzione libraria nostra, imparandocon il necessario . . . rodaggio, l'arte del saper con-quistare altri e farli divenire veicoli di diffusionedella stampa .z . Farsi un piano di lavoro per l'intero anno so-ciale . Non molte iniziative, ma concrete e realiz-zabili. Sottoporlo poi al Delegato e al Consiglioperchè sia approvato e distribuito nei vari mesi,in modo da non contrastare con iniziative di altrogenere. (Questo « piano » non si deve esaurirecertamente in una buona propaganda per la diffu-sione di M. iz, che pur deve starci tanto a cuore,ma allargherà lo sguardo a tutta la stampa catto-lica, assecondando le iniziative parrocchiali e dio-cesane, e non dimenticherà la diffusione di libria carattere pedagogico come sussidi necessari nellosvolgimento della campagna sulla Famiglia) .3 . Formarsi validi Zelatori-stampa, ai quali darefiducia e lavoro, e con cui stabilire il piano dilavoro suindicato.Forse in questo sta il segreto per una semprecrescente attività nel campo della stampa nei nostriCentri.

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  • CONOSCIAMOIL NOSTRO

    REGOLAMENTO

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    Questa rubrica, mentre si propone di approfondireil pensiero di Don Bosco e Mi mettere in condi-zione di valutare meglio il grande ideale vagheg-giato dal Santo nel dar vita alla sua Terza famiglia,vuole anche essere una guida pratica alla inter-pretaz o

    ne genuina del Regolamento della

    Pia Unione e dimostrarne la perenne attualità

    II .Il primo abbozzo del Regolamento della P . U .

    ha la data del 1874, l'anno dell'approvazionedelle Costituzioni della Società Salesiana . Iltitolo documenta ancora l'ideale primitivo delSanto: di comprendervi anche i « Soci esterni »,cioè i Cooperatori . Chiama infatti la Pia Unione :Associazione Salesiana ; ed i futuri Cooperatori :Aggregati alla Congregazione di San Francesco diSales .Costava a Don Bosco il sacrificio di smem-

    brare canonicamente i « Soci esterni » ; e cer-cava di saldarne il vincolo il meglio possibile .Chissà che un giorno la Chiesa non abbia adapprovare Congregazioni religiose con «membriprofessi », legati dai voti a vita comune, e«semplici fedeli», uniti spiritualmente dallostesso ideale di apostolato! Sarebbe la volta chei religiosi potrebbero stringere a sè, nella stessaCongregazione, anche i genitori e altri parenti . . .Concetto ardito, ma non privo di fascino e dilarghe vedute. Cento anni fa, pareva tal pa-radosso, che venne risolutamente respinto .

    Il secondo abbozzo, che è del 1875, porta untitolo più generico : Unione cristiana . Che beltitolo per i nostri tempi di Concilio! . . . E comedilata l'orizzonte! . . . La spiegazione del suo pen-siero Don Bosco la dà nel primo paragrafo, chefa da introduzione al vero e proprio regolamento .Ripetendo gli slogans, diremmo oggi, del primoabbozzo Vis unita fortior. Funiculus triplex dif-ficile rumpitur, prospetta ai cristiani l'urgentenecessità di unirsi e formare un cuor solo e un'a-nima sola, come i cristiani della Chiesa primitiva,per riuscire a salvarsi.

    Non meno persuasivo è il paragone evangelicoch'egli porta : i figli delle tenebre sono più in-dustriosi dei figli della luce nel curare i loroaffari . È purtroppo vero anche oggi : gli empisono addirittura spregiudicati nel far blocco.per i loro interessi ; mentre i buoni stentano tantoa unirsi per far fronte al male e promuovere ilbene .

    Il terzo abbozzo, che è della fine dello stessoanno 1875, porta un titolo ancor più generico :Associazione di opere buone .

    È sempre l'Associazione Salesiana che Don Bo-sco intende ; infatti, nel testo usa sempre il

    termine « Associazione Salesiana » ; ma la pre-senta con un titolo più ampio, e si direbbe,superconfessionale .

    Vien da pensare alla risposta che diede ilCard. Nina quando Leone XIII gli chiese checosa pensasse di Don Bosco: « Don Bosco - ri-spose il Cardinale, primo Protettore della SocietàSalesiana - a me pare un gigante dalle lunghebraccia che è riuscito a stringere a sé l'universointero » (Mem. Biogr ., XVIII, 580) .

    Che vi sia riuscito è una graziosa iperbole ;ma che tendesse a stringere a sé tutti i buoninella santa battaglia, per la salvezza delleanime, è una verità sacrosanta .

    E per poterne unire il maggior numero pos-sibile, ecco che egli nel titolo quasi non fa piùdistinzione tra cristiani e non cristiani: Associa-zione di opere buone . Nel testo poi specifica quelprogramma di cooperazione che è nel regola-mento definitivo ; ma lasciando margine adogni iniziativa di bene .

    Rifacendosi infatti all'esempio degli uominidel secolo che si associano per curare interessitemporali, egli precisa : « Noi cristiani dobbiamoparimenti unirci, in questi difficili tempi, edunirci nello spirito di preghiera, di carità e dizelo, adoperando tutti i mezzi che la Religionesomministra, per rimuovere quei mali che oggidì,ad ogni momento, possono mettere a repentagliol'importante affare dell'eterna salvezza » (Mem .Biogr ., X, 1315-1318) .

    Questa sua santa passione oggi è la grandepassione di tutta la Chiesa : l'unione dei buoninel fare il bene .

    Ma nella generalizzazione del titolo possiamovedere anche due altre preoccupazioni di DonBosco. Da qualche anno si stava organizzandola Gioventù Cattolica Italiana che avrebbe poidato impulso all'organizzazione delle altre bran-che di Azione Cattolica . Non avrebbe potuto,l'Associazione Salesiana, con titolo e programmapiù generici, coltivare masse al senso della colla-borazione, per offrire quasi un seminario di sceltaall'Azione Cattolica?

    Se pensiamo che Toniolo ne aveva abbastanzadi appartenere alla Pia Unione dei Cooperatori(infatti declinò altri inviti), per sentirsi ani-mato alla sua azione cattolica sociale, pos-siamo comprendere la mirabile discrezione diDon Bosco .

    La seconda preoccupazione del Santo era diinimetizzare le sue istituzioni nel clima anti-clericale del tempo, perchè potessero vivere efarci le ossa . Il Signore gli mandò, al momentoopportuno, l'ispirazione di appigliarsi al titolodi Cooperatori Salesiani, che salvava tutto. Esotto questo titolo, nei primi mesi del 1876,stese il quarto abbozzo che ridusse a regolamentodefinitivo .Non a caso Pio XI applicò a Don Bosco

    l'elogio scritturale di Salomone : « Dedit ci Deussapientiam et prudentiam multam nimis, et lati-tudinent cordis quasi arenam, quae est in litoremaris » (III Reg. IV, 29). E la Liturgia loadottò per l'Introito della Messa del Santo .

  • ESEMPIIn questo numero riportiamo una relazione ricca di conte-nuto e indicatissima per offrire un modello dei convegni che sisogliono organizzare in ogni Centro ispettoriale . Non stiamo aripetere che nel buon funzionamento dei Consigli ispettoriali elocali sta il segreto della vitalità della P . U . nei singoli Centri

    Giornata di studio per Consiglieri

    È ormai una tradizione che i Centri del Lazioriuniscano i propri Consigli il 4 novembre diogni anno, per una intensa giornata di studio,che nel contempo diviene una bella rassegna delleforze migliori della Pia Unione .

    I Consiglieri di lunga data tornano con gioiaper rivedersi insieme, fare un consuntivo e studiareil programma nuovo ; le nuove « reclute » imparanodagli « esperti» e partono anch'esse cariche difervore per i traguardi del nuovo anno .

    Il 4 novembre scorso 155 Consiglieri si ritro-varono insieme all'Istituto Gerini di Roma . C'e-rano al completo anche i Delegati e le Delegate .

    Una santa Messa in rito bizantino, celebrata daS . E. Mons Sapelak, ed una santa Comunionepressochè generale, diede il tono e la base al-l'importante incontro .

    Verso le ore 9,30 il sig . Ispettore don Scrivoinaugurò i lavori con un pensiero orientativo sul-l'Apostolato dei Laici .

    Poi ogni partecipante s'impegnò nello studiodel Regolamento della P. U., per una buona mez-z'ora . E ciò riuscì di vero gradimento, perchè sinotò la necessità di tornare spesso allo studio della« sorgente » : si fecero non poche « scoperte » e siprese lo spunto per utili chiarimenti .Seguì una lezione del Delegato ispettoriale

    don Buttarelli sul tema : Consiglio e Consiglieri,motori di un Centro attivo .

    Ogni consigliere potè avere idee chiare sullesue responsabilità, sulle qualità morali da acqui-sire, sui mezzi occorrenti al suo apostolato Unpunto fu sottolineato con particolare cura : nonconsigli « per modo di dire », non « consiglierisolo di nome », ma gente operosa, presente, viva .

    La nuova Campagna 1964 fu presentata dadon Groppo con efficacia da tutti riconosciuta . Ipresenti furono impegnati allo svolgimento di op-portune iniziative, parallele ai temi proposti daTorino .

    Dopo il pranzo, preso in clima di famiglia, vi-sitarono gli interessanti laboratori dell'Istituto cheli ospitava ; quindi ripresero i lavori, trascorrendonon breve tempo a visitare la Mostra della stampaeducativa . Era stata allestita infatti una impor-tante rassegna delle edizioni più utili allo svolgi-mento della Campagna, e i presenti annotaronotitoli e autori e molti acquistarono sul posto .

    Intanto, a fianco della Mostra del Libro, si po-teva osservare la ricca esposizione dei lavori che

    i vari Laboratori avevano preparato per farne donoalla festa del Rettor Maggiore .

    L'ultima parte dei lavori permise di ascoltareuna breve relazione dei Consiglieri ispettoriali,ciascuno per la propria attività, e di fissare mètepratiche per quest'anno : per la stampa per esempiol'ing . Carlo Spriano volle lanciare lo slogan (datutti accolto) : Ogni Cooperatore abbia la sua copiadi M. i? ; ogni Centro più abbonamenti e più ri-vendite . La prof. Luisa Palumbo, incaricata degliEsercizi, ripropose i Ritiri minimi già effettuatil'anno passato con evidenti vantaggi, e - perquanto concerne gli Esercizi chiusi - un corsoin più, e precisamente per soli coniugi .

    L'insegnante Digiorgi Flora, incaricata delleVocazioni e Missioni, presentò il programma mi-nimo da attuare : impegnarsi alla ricerca di ele-menti per seminari e case di formazione, istruirei genitori sul come curare la vocazione dei figli,cercare mezzi per sostenere le spese dei ragazziche si preparano al sacerdozio, curare la « Gior-nata missionaria salesiana» .

    I Laboratori avranno un incremento maggiore,perchè nel Consiglio ispettoriale è entrata a farparte una consigliera per questo lavoro .

    L'avv. Scifoni poi, nell'annunciare l'adesionevoluta dai Superiori all'AIART, presentò ai Consi-glieri il sen . Giovanni Carrara, presidente dellabenemerita associazione, il quale si disse grato aiSalesiani e ai Cooperatori per questo loro gestodi grande solidarietà, che incoraggiava veramentel'opera difficile dell'AIART .

    Una parola sul Segretariato della Moralità vennedetta dal Direttore centrale avv . Gavuzzo, il quale anome della Presidenza centrale dell'A.C .I . espresseil grazie più sentito e si disse lieto che in ogni .Diocesi ed in molte parrocchie d'Italia da oggiin avanti il Segretariato possa contare su forzenuove e generose, quelle dei Cooperatori .

    Chiuse l'indimenticabile giornata la parola caldadi S. E. Mons. Borgatti, Vescovo salesiano .

    I Laici

    ponte fra la Chiesa e la società;Continua da pag . 2)

    un lato, un cenacolo chiuso, sequestrato dalla societàin cui pure si trova, e paralizzato nella sua effi-cienza sia dottrinale, che pedagogica, caritativa esociale ; e da rendere, da un altro lato, il mondoprofano insensibile ai problemi religiosi, i massimiproblemi della vita, e perciò esposto al ricorrentepericolo di credersi da sè sufficiente, con tutte leconseguenze dolorose che tale illusione porta allafine con sé. Occorre il ponte . E il ponte siete voi.Voi, Laureati cattolici. Non voi soli, perchè tantialtri fedeli del Laicato cattolico, organizzati o no,compiono questa funzione di mettere la vita reli-giosa della Chiesa in comunicazione con la vitaprofana della società temporale .

    PAOLO VI il 3 gennaio 1964

    5

  • J'ol.r1ii azione cristiana dei figli :SCHEMA PER LA CONFERENZA MENSILE DI FEBBRAIO

    ili

    (2I Ambiente di armonia affettiva pedago-gica tra i genitori

    La prima educazione dei figli si nutre dell'e-sempio vivente che i genitori loro forniscono, delclima di cura e di guida, di amore e di aiuto, incui sboccia la loro personalità. Per questo ungrande educatore, il P . J . M . De Buck nel libroGli educatori sbagliano, ha potuto sostenere latesi che non esistono ragazzi difficili, ma solofigli difficili di genitori difficili, che hanno fallitonella loro missione per uno di questi motivi : i) permancato sviluppo della loro personalità mentale,professionale, sociale e soprattutto morale e reli-giosa ; 2) per mancata armonia coniugale ; 3) permancato accordo sulla educazione dei figli .Conseguenze : 1) l'armonia dei genitori genera

    ambiente di pace calma, silenzio, meravigliosifattori di sereno sviluppo per i figli ; la disarmoniacrea clima di lite, di contesa, di confusione, diinquietudine, di paura per i piccoli e di volontàdi evasione per i grandi ; 2) l'armonia crea unclima di gioia, che si comunica ai figli come sti-molo di vitalità e di virtù ; la disarmonia creaclima di tristezza, a cui i deboli si adattano illan-guidendo, i forti si ribellano ed evadono ; 3) l'ar-monia crea atteggiamento di ottimismo verso lavita ; la disarmonia provoca pessimismo ; 4) l'ar-monia testimonia virtù e merita rispetto, fiducia,amore, ubbidienza ; la disarmonia fa sospettaredebolezze e vizi e genera mancanza di rispetto,sfiducia, disubbidienza .

    6

    L'ambiente educativo è alla base delsistema preventivo di Don BoscoDon Bosco concepì l'azione educativa come

    azione individuale, ma svolta in un ambiente ge-nerale di preservazione, di esempio e di influssiavvolgenti e continui .

    L'ambiente su tutti, ma specialmente sui gio-vani, ha grandissimo influsso, Don Bosco lo av-vertì e ne ricavò grandi vantaggi . Egli perciò feceogni sforzo per dare ai suoi giovani : i) un am-biente di pietà, studio, lavoro ; 2) un ambiente diallegria ; 3) un ambiente di purezza, tenendo lon-tane le insidie, 4) un ambiente di pratica religiosaespressiva e formativa ; 5) un ambiente di ininter-rotto presenza educatrice (l'assistenza) ; 6) un am-biente di largo, giovanile divertimento : permesso,aiutato, partecipato .

    31 Tratti caratteristici dell'ambiente edu-cativo di una famiglia felicea) Cinque condizioni dell'ambiente educativo di fa-

    miglia cristiana : i) Dio è di casa : padre e madrehanno fondato nel suo nome la loro famiglia,hanno ottenuto da Lui i loro figli e per Lui econ Lui li allevano ed educano ; z) padre e madres'interessano come primissima cosa dei loro figli :sono persone - direbbe Don Bosco - totalmenteconsacrate al bene dei loro figli ; 3) il papà ama erispetta la mamma come sua sposa e mamma deisuoi figli, l'associa all'opera di formazione, vicollabora con piena responsabilità e dedizione ;4) la famiglia felice si fonda sulla reciprocitàdei sacrifici. Papà lavora e si sacrifica per il ne-cessario alla famiglia, ma sacrifica anche i suoigusti per darle tempo e affetto. La mamma è tuttadedita al marito e ai figli e non pretende certo di« vivere la sua vita I> indipendentemente . I figlinon sono dei consumatori, ma comprendono i sa-

    BIBLIOGRAFIA~, Pio XII, La collaborazione tra gli sposi (Disc .18-111-1942) . Il padre educatore nella vita familiare(Disc . z2-1x-1942) La madre, prima educatrice delbambino (Disc . 26-x-1941) . Preparazione e compitidel padre e della madre (Disc . iq-III-1953) . La sceltadei domestici (Disc . 19-VIII-1942) .

    2. S . PIAT, Storia di una famiglia, Milano . Ancora,1958 (2a ed .) La famiglia di Santa Teresina del B . G .

    3, U . DELL'ACQUA, Nonni e suoceri nell'educazionee nell'armonio coniugale, in Bel mondo, 1956, n . 9,

    PP . 369-373 .

    4, M. CASOTTI, Educa la famiglia d'oggi?, Brescia,La Scuola, 1957 .

    5. A . BARONI, L'educazione nella famiglia, BresciaMorcelliana, 1932 .

    6 . Cu . ALA[N . Focolare, casa di Dio . Torino, Ma-rietti, 1956 .

    7. Fra le opere generali di Pedagogia familiare dànnoparticolare mportanza al] 'ambiente : M. Beltrame .A. Wallenstein, M. J De Buck, M Reed Newland,Ranwez (per la vita religiosa), Pradel, Verine, Berge ecc .

    8. Sul tema dell'autorità educatrice in famiglia,oltre al Discorso citato di Pio XII, L'autorità, supremamanifestazione dell'amore paterno del 24-1X-1941, lostudio migliore è di A . CARNOIS Il dramma dell'inferio-rità nel fanciullo e nell'adolescente, Torino, SEI . 1959 .

    9- Sull'amorevolezza e il clima di confidenza, oltrela classica bibliografia salesiana, cfr . F . MA IISTRETTI,Il mondo affettivo del fanciullo . Brescia La Scuola,

    1954 (2a ed .) ; e per il problema dei premi e castighicfr . E. FROIDURE, Premi e castigh', Torino, SEI 1958 .

  • l'ambiente domestico

    crifici dei genitori e alla loro volta si sforzano dicorrispondervi ; g) in casa c'è una regola di con-dotta per tutti : la legge di Dio . I genitori nonabusano dell'autorità ; i figli sanno ciò che è per-messo e ciò che non lo è, e che non esistono vietraverse per ottenere ciò che non va .

    b) La famiglia, ambiente di preservazione e difesadei figliLa si rende tale : i) offrendo ai figli in casa un

    ambiente di sicurezza dai pericoli fisici, mentali,affettivi, morali, religiosi ; 2) offrendo loro un am-biente così ricco di soddisfazione attiva, da evi-tare loro la brama di evadere ; 3) sorvegliando eneutralizzando gli inevitabili influssi negativi ri-portati dal mondo esterno alla famiglia ; 4) sorve -gliando i pericoli che penetrano nella famiglia :letture, televisione, radio, dischi, amici, parenti,domestici; i fratelli stessi, non sorvegliati, possonocostituire un pericolo ; 5) ricordando che preve-nire è meglio che reprimere e che ragionare, con-vincere, innamorare del bene è l'unica via perla vittoria definitiva, perchè oggi l'incontro coimale è inevitabile, e solo i figli educati a robustapersonalità riescono a vincere .

    c) Come si può essere un buon padre di famiglia?Ecco quattro regole fondamentali per i padri

    educatori: i) dimostrate visibilmente l'interesseche voi portate a tutto ciò che interessa i vostrifigli, dalla casa alla scuola, al lavoro, alla vita in-tima ed esteriore; z) accettate i vostri figli qualisono e incoraggiateli secondo i talenti che essihanno; 3) non sbarazzatevi dei compiti difficilidella paternità : la mamma si senta aiutata e sor-retta ; e così i figli, nei momenti più delicati edifficili ; 4) tenete aperte le vie di comunicazionecon i' vostri figli . Questo principio vale per ilperiodo dell'adolescenza e della giovinezza . Peròi presupposti si pongono ben prima e sono unacostante e progressiva intimità e confidenza .

    d) Come si può essere una buona madre d, famiglia?Qualche norma : i) non siate sempre così in-

    daffarate da non aver tempo per i figli ; z) nonposate a martiri del lavoro, del mal di testa ; delmarito, dei figli ; 3) non credete nè pretendeteche i vostri figli siano perfetti ; 4) non rifatevisui figli delle delusioni di possesso e di trionfoo dei maltrattamenti e dell'abbandono del marito ;s) aiutateli a diventare adulti, a reggersi e a diri-

    gersi da soli : vi ameranno e cercheranno sempre ;6) siate le loro prime catechiste, guidateli a scoprireil regno di Dio, preparateli voi alla prima confessionee comunione, alla preghiera. Pregate molto per loro,santificatevi per essi, non cessate di richiamarlial bene ; aspettate con fiducia il loro ritorno .

    Conclusione

    I genitori meditino su queste parole di Don Bo-sco: «Padri e madri! Se desiderate di avere deifigli ben educati e che facciano la vostra consola-zione in età adulta, adoperatevi per istruirli nellareligione e soprattutto nella tenera età accuditeli edosservate se vanno in chiesa, o se si diano a fre-quentare cattivi compagni.

    Ma date voi medesimi l'esempio, perchè sarebbeuna vera pazzia se ci fossero genitori i quali non sifacessero scrupolo di parlare liberamente contro ibuoni costumi, e contro alla Religione, e taloraanche in presenza della medesima figliuolanza, efacessero le loro partite nei giorni di festa, proprionel tempo in cui dovrebbero assistere alle sacre funzioni, e pretendessero poi che i loro figliuoli sianobuoni, ritirati e devoti » (SAC. GIOVANNI BoscoLa forza della buona educazione, cap. XIV) .

    a

    QUESTIONARIO

    Perchè e come Don Bosco ha offerto ai suoi gio-vani un a ambiente» di famiglia?

    2 • Perchè e come Don Bosco ha offerto ai suoi gio-vani un ambiente di a protezione . espansione pienapreparazione>?

    3 . Conoscete esempi di disarmonia familiare e di con-seguenze negative sui figli?

    4 . Quali sono le condizioni perchè tra padre e madr>domini l'armonia, l'accordo, la pace, la collabora-zione, l'amore?

    5 . Quali difficoltà trovano oggi i padri di famiglioper interessarsi come si deve dell'educazione dei figli ?Come le possono superare?

    6. Qual è la funzione specifica della mamma con ifigli, nell'infanzia, nell'adolescenza, nella giovinezza?Che difficoltà trova ? Quali aiuti ?

    7' Come possono i fratelli aiutarsi reciprocamentenell'educazione? E tra fratelli e sorelle?

    8 . . 1 nonni sono d'aiuto o di inciampo per l'educa-zione dei figli? Le zie? Gli altri parenti? I cono-scenti e gli amici e le amiche di casa? 1 domestici?

    9 ' In che modo papà e mamma possono essere d'e-sempio per i figli?

    10 . Come si ottiene la confidenza dei figli?

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