Domenica, 22 luglio 2018 - coanapoli.it · i propri diritti in tempi e modi compatibili con le...

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23/07/2018 La Repubblica (ed. Napoli) Pagina 7 MASSIMO KROGH 23/07/2018 La Repubblica (ed. Napoli) Pagina 3 ALESSIO GEMMA 23/07/2018 Italia Oggi Sette Pagina 201 ROBERTO MILIACCA 23/07/2018 Italia Oggi Sette Pagina 2 PAGINA A CURA DI CLAUDIA MORELLI 23/07/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Pagina a cura diElena Pasquini SE LA GIUSTIZIA È IMBRIGLIATA DALLA POLITICA 1 Disastro Molosiglio, Comune sotto accusa 3 L' avvocato vuole esserci 5 Professioni, piattaforme e tools ridisegnano l' attività legale 6 Gli avvocati scovano i talenti con i concorsi 9 ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLI Domenica, 22 luglio 2018 Ordine degli Avvocati di Napoli

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SE LA GIUSTIZIA È IMBRIGLIATA DALLA POLITICA 1

Disastro Molosiglio, Comune sotto accusa 3

L' avvocato vuole esserci 5

Professioni, piattaforme e tools ridisegnano l' attività legale 6

Gli avvocati scovano i talenti con i concorsi 9

ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLIDomenica, 22 luglio 2018

Ordine degli Avvocati di Napoli

Le idee

SE LA GIUSTIZIA È IMBRIGLIATA DALLA POLITICA

Si sono svolte le elezioni dei magistrati per ilConsiglio superiore della magistratura, chesembra abbiano registrato un ottimo risultatodella corrente Autonomia e indipendenza.Au tonomia e i nd ipendenza sono duebel l i ss ime paro le per i l re t ro ter ra cherappresentano, ma nella specie si tratta dirimuovere più lustri nei quali la magistratura,nonos tan te l ' e leva to tasso d i ones tàintellettuale dei singoli suoi componenti, èrimasta costantemente " imbrigliata" nellebeghe, nelle manovre, nell' invasiva presenzadel la pol i t ica. I l r isu l tato è un s is temagiudiziario che funziona male, che ci allontanadalle convenzioni internazionali e dal contestoeuropeo, e che fa del nostro processo il piùlungo del mondo.Il rinnovato ministero della Giustizia è ora infermento ed espone le sue priorità, legittimadifesa, corruzione, intercettazioni, campi giàvisitati e rivisitati moltissime volte, senza irisultati sperati; purtroppo, i buoni propositinavigano nel la sfera quantomeno del laimprobabilità, perché è sotto gli occhi di tuttiche il sistema giudiziario da noi ha da tempomaturato il suo crollo. Naturalmente, deverestare e prevalere l' aspettativa della risalita,cui ogni cittadino non dovrebbe mancare di operare, ma prendendo coscienza che non di " aggiustare"si tratta bensì di creare. Ai cittadini del nostro Paese è sostanzialmente negata la possibilità di far valerei propri diritti in tempi e modi compatibili con le rispettive posizioni ed esigenze. Per il processo penale,vi è pure la distorsione patologica che l' esercizio dell' azione penale è spesso orientato sui fenomeninegativi del sociale piuttosto che sulle singole persone, le quali costituiscono solo la porta d' ingressoper l' intervento del pm.Sicché resta trascurato il principio costituzionale che la responsabilità penale è personale, e la persona,cioè il singolo soggetto toccato dalla vicenda giudiziaria, sia offeso che imputato, non di rado è travoltoda aspetti che non lo dovrebbero riguardare.Sicché può attendere anche anni per l' arrivo della sentenza e se innocente dovrà attraversare un lungoe inevitabile calvario per uscirne.Il sistema processuale penale non è perfettamente equilibrato rispetto alla restate parte dell'ordinamento statuale. In democrazia, dovrebbe sempre esistere un frazionamento dei poteri, il " checksand balances" del mondo anglosassone. Da noi il controllo di legalità è affidato al pubblico ministerosenza quei limiti e anticorpi che dovrebbero costituire la salvaguardia contro i possibili eccessi.

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Tangentopoli, con l' ascesa e la sovraesposizione del sistema penale nella vita dello Stato, dimostrò cheil nostro è un Paese che può essere modificato dagli eventi giudiziari, il che non è una cosa normale inuna moderna democrazia. Forse il rapporto tra la politica e la giustizia da noi risente dellecontraddizioni di una troppo esile separatezza.Penso che molto dipenda dall' identità di carriera giudice/ pm, che distingue il nostro Paese dal restodel mondo avanzato. L' identità di carriera è un unicum italiano, così come è regolata. Anche in Franciala carriera è unitaria, ma l' ufficio del pubblico ministero è coordinato dal ministro della Giustizia. Da noisi temono i condizionamenti, non so se a torto o a ragione. Il riflesso di questa situazione è che i pubbliciministeri spesso agiscono sentendosi anche giudici, e ciò sembra un' anomalia che andrebbe rimossadal processo. Si teme, peraltro, che ciò potrebbe rendere il pubblico ministero una figura governativa equindi non del tutto indipendente. Francamente, penso che in un paese di avanzata civiltàpreoccupazioni di questo tipo dovrebbero lasciare il posto all' intelligenza e al senso democratico siadel Paese che dei suoi governanti, e resto dell' idea che la separazione delle carriere sia un atto dovuto,per il rispetto alla terzietà del giudicante sancita dall' articolo 111 della Costituzione.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

MASSIMO KROGH

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REPORT AFFARI LEGALI/Boom degli studi che vogliono comunicare: +30% in un anno

L' avvocato vuole esserci

Per capire cosa stia avvenendo nel mondodell' avvocatura d' affari bisogna guardarecosa s ta avvenendo ne l mondo de l l acomunicazione legal. Quando otto anni faItaliaOggi Sette iniziò a parlare delle societàche davano voce alle law firm, sia italiane cheinternazionali, raccontava un mercato «dinicchia», nel quale 17 società si occupavanodella comunicazione di uno sparuto gruppo distudi legali d' affari (erano 58); oggi, invece, avoler farsi conoscere su carta stampata, tv esoprattutto, sul web, sono quasi il doppio, cioè116 studi legali (e quest' anno, si è addiritturaregistrato un boom di mandati, +30%). A frontedi questa maggior domanda, il numero delles o c i e t à d i p r c h e l i s e g u o n o o g g i èsostanzialmente simile a quello del 2011:allora erano 17, oggi sono 23. Non che non cisiano state delle new entry, nel mercato dellacomunicazione legal. Anzi. I mandati però,sempre con maggiore frequenza, venganoaffidati dagli studi, a scadenza, ad altre societàdi comunicazione, in un mercato altamentec o m p e t i t i v o e s p c i a l i z z a t o c h e v a l e ,complessivamente, circa 50 milioni di euro l'anno. Quest' anno, Affari Legali, oltre afotografare la situazione del mercato dellalegal communication, ha realizzato anche unsondaggio tra gli avvocati, su come giudichino il lavoro svolto per loro conto dalle società dicomunicazione. Abbiamo sottoposto un questionario, su base anonima, ai principali studi legali d' affariche hanno esternalizzato l' attività di comunicazione, e il quadro che ne emerge, come leggerete nellepagine che seguono, è sì positivo, ma non poi così dorato, anche perchè avvocati e comunicatoriparlano due lingue diverse e, talvolta, è difficile riuscire a conciliare le aspettative degli uni con lecompetenze degli altri. Buona lettura!

ROBERTO MILIACCA

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Ecco come la tecnologia è destinata a rivoluzionare i servizi. Italia ai primi passi

Professioni, piattaforme e tools ridisegnano l' attivitàlegale

Si fa presto a dire innovazione nel settore deiservizi legali. Che siano piattaforme Diy (Do ityourself) che «sfornano» documenti legali econtratti o marketplace per far incontraredomanda e offerta di servizi legali; che sianositi che forniscono consulenza legale via web ovia chatbot; che siano sistemi di intelligenzaartificiale che aiutano gli avvocati a realizzarec o m p l i c a t e d u e d i l i g e n c e o r i c e r c h ecomplesse o che li aiutino a «prevedere» l'esito della causa in base alla giurisprudenzaprevalente; o che si spingano a profilaremagistrati e avvocati (i primi per fornire agliavvocati gli argomenti più apprezzati e accoltiin giudizio; i legali in funzione del loro specifico«win rate»), si potrebbe dire che non c' è piùlimite alla fantasia. Ma saremmo in errore:perché non si tratta di fantasia ma di realtà.Mentre non c' è giorno che nel mercato hi-tech,soprattutto di matrice anglosassone, nonvengano annunciate nuovi piattaforme e toolsdestinati a ridisegnare il mondo dei servizilegali, in Italia il fenomeno è decisamente aglialbori. Molte delle piattaforme di cui parleremonon sono ancora arrivate (troppo complesso ilsistema giudiziario e volatile la giurisprudenzaitaliana) ma non sarebbe neanche giustosentirsi al riparo. Per due motivi.Legal tech tricolori. Il primo è che anche nel Belpaese alcune startup stanno contribuendo a muovere leacque.Si tratta di uno, ancora sparuto, gruppo di legal tech che si propongono sul mercato italiano con idee dibusiness le più varie, ma con un comun denominatore: il diritto.C' è chi propone compliance per il copyright per chi utilizza contenuti sul web (DandiMedia, 18 milaaccessi/giorno al sito), chi fornisce pacchetti di documenti legali + consulenza (Iubenda o Lexdo.it con155mila documenti legali prodotti); chi permette di sventare abusi nel diritto d' autore (Kopyra); chiorganizza marketplace per promuovere l' incontro tra domanda e offerta di servizi legali (è il settore «piùpopoloso», con il leader di prodotto ProntoPro, e poi piattaforme esclusivamente legal come unbuonavvocato.it e justavv.it, ); chi organizza beauty contest per le aziende, finalizzati alla scelta delmiglior studio legale (4clegal); chi ha trasformato tutto il codice penale in una piattaforma intelligente(Toga), che fornisce risposte immediate sulle caratteristiche processuali di ciascun reato (termini,

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prescrizione, oblazione ecc.).Chi raccoglie prove dal web certificandole con blockchain (C.R.I.O); chi automatizza le attività senzaalcun valore nello studio legale, una sorta di gestionale avanzato, come Elibra. Chi sta lavorando ad unsistema blockchain per la risoluzione arbitrale delle controversie, sia che riguardino smart contracts cheabbiano ad oggetto contratti e accordi «tradizionali» (Jur). Si aggiungono anche i servizi cloud, cheancora sconosciuti un paio di anni fa, ora quasi fanno parte della dotazione ordinaria di uno studiolegale ben organizzato.Law firm e innovazione competitiva. Il secondo motivo per cui gli avvocati dovrebbero guardarsi intornoriguarda il gioco della competitività tra i grandi studi, sia di matrice anglosassone con sedi in Italia sialaw firm italiane, che sempre di più si sta giocando sulla capacità di innovare il processo di«produzione» del servizio legale, con i partner più sensibili alla digital transformation che stannoincominciando a testare e/o istruire sistemi intelligenti per svolgere con maggiore efficienza servizicommodities.Portolano Cavallo sta istruendo Luminace (una piattaforma di AI per la due diligence), Dentons statestando Predictice (tool di giustizia predittiva che lo studio ha realizzato in Francia); Dla Piper staimplementando Kira, un altro software che la individuazione di clausole contrattuali particolari pervalutarne il rischio in caso di due diligence o per garantire; Bonelli Erede ha creato il suo Blab(laboratorio hi-tech).Antesignano nella innovazione è stato lo studio Toffoletto De Luca Tamajo che, tra le altre cose, harealizzato un gestionale di studio specifico per studi legali operanti nel settore del diritto del lavoro.Sul fronte istituzionale legale (Cnf e Ordini) tutto tace se non sul fronte (informatico più che digitale) deiprocessi telematici e dei paletti alla comunicazione digitale (via web e social).I notai, decisi a mantenere la propria quota di mercato, hanno creato un sistema di blockchain(Notarchain) per la registrazione dei passaggi di proprietà e di valore.Poco ancora, rispetto ai colleghi inglesi che realizzano investimenti in legal tech e soluzioni innovative,con l' obiettivo di lanciarle sul mercato e alle istituzioni che stanno creando gruppi di lavoro ad hoc perstudiare l' impatto degli algoritmi sul sistema giustizia (anche se, ad onor di cronaca, va comunquesegnalato che anche in UK o in Francia l' innovazione tra i legali viaggia a mille velocità diverse, traavvocati pionieri e avvocati «ritardatari»).Qualche dato. L' Osservatorio Professionisti e Innovazione digitale del Politecnico di Milano già ci hadetto che la spesa in «innovazione» degli studi professionali è in continua progressione, segnando un+3,8% tra il 2017 e che le stime 2018 parlando di 1 miliardo e 200 milioni di euro.Nel contempo la ricerca ci dice che le «tecnologie» utilizzate sono quelle ormai «meno innovative» (dalpunto di vista di effetto disruptive): firma digitale, fatturazione elettronica, sito web (!); mentre se cispostiamo verso tecnologie più innovative, collegate ad una visione proattiva dello studio professionalein un mercato digitale e molto competitivo allo stesso tempo (e dove, a furia di «marketing sostitutivo»,sono svaniti i tradizionali confini tra una professione e un' altra mentre si affacciano figure professionaliibride, che congiungono diversi saperi), constatiamo la grande «timidezza» dei professionisti italiani: isoftware di workflow o gestione crediti, i Crm (Customer Relationship Management), le applicazioni diBusiness intelligence e di Intelligenza artificiale sono utilizzate in percentuali tra l' 8 e il 2%; mentre piùdel 47% dei professionisti non «sanno cosa sono».Sarà forse anche per questa forma di «analfabetismo digitale» delle professioni intellettuali che l' indiceDesi 2017 della Unione europea (Digital Economy and Society Index) colloca l' Italia al quart' ultimoposto.Unico aspetto positivo è il livello della integrazione della economia digitale (business e e-commerce),abbastanza consistente.Per opinione comune tra gli stessi legali, se c' è un fattore che ostacola la digital transformation delsettore legale esso è la scarsa ontologica propensione al rischio e al fallimento propria degli avvocati. A

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Gli avvocati scovano i talenti con i concorsiFreshfields costruisce la prova in cinque mesi: focus sugli specialisti in dirittocommerciale o internazionale Il progetto di La Scala su banche e mercati finanziari -Chiomenti al debutto con l' innovazione digitale

Entrare nello studio legale attraverso unconcorso?Si può. Il premio Freshfields è ormai un'i s t i t u z i o n e e d a l t r e i n s e g n e s t a n n osperimentando sistemi di recruitment perevidenziare preparazione tecnica e soft skillsdei candidati.Un metodo in aggiunta a quelli tradizionali chei m p o n e i m p e g n o p e r g e s t i o n e eorganizzazione: dalla preparazione del bandoa l la c reaz ione de l la "squadra" , po i lacomunicazione e, solo da ultimo, la selezione.Sono circa cinque i mesi necessari affinché illavoro preparatorio trovi una forma definitivanel caso pratico da sottoporre ai candidati nelgiorno della prova, suggeriscono dallo studioFreshfields Bruckhaus Deringer. Il concorsoper laureati in giurisprudenza con indirizzo indiritto commerciale o internazionale schiera incampo due soci - a Milano e Roma - colcompito di identificare il presidente di giuria e,insieme all' ufficio marketing e recruitment,f issare la data del concorso. Una voltacomposta la commissione giudicante, inizia l'attività di comunicazione: circa due mesi primasi invia il bando alle università e i soci, conalcuni associate, iniziano lo screening delle candidature; a venti giorni dalla data del concorso sonoconvocati i dieci selezionati. Intanto si prepara il caso e si organizza la giornata nella quale, isolati eseparati dai giurati, i ragazzi hanno 45 minuti per consegnare la propria proposta di soluzione. «Unpercorso pieno di tensione» spiega Francesco Lombardo, senior associate del gruppo Globaltransactions - Finance e vincitore 2008, che prevede un colloquio in inglese e in italiano con la giuria,nel quale dimostrare «elasticità mentale e business orientation» oltre a solide conoscenze giuridiche. Sivaluta l' approccio, consapevoli che «una preparazione specifica è impossibile» sottolinea Luigi Verga,partner del gruppo Global transactions - Corporate.Dal punto di vista economico, l' impegno è sostanzialmente quello dei premi ai vincitori. «Una spesacomplessiva di circa 15mila euro, uno sforzo che non deve spaventare - conferma Marco Pesenti,senior partner di La Scala, società tra avvocati -. Il vero punto è valutare il costo orario delle personeche gestiscono le attività in parallelo all' ordinaria amministrazione». Tanto più nell' opzione prevista daLa Scala youth programme, alla sua seconda edizione: un corso/concorso per un massimo di 20neolaureati interessati a specializzarsi nel diritto bancario. I cinque migliori entrano in studio. «L' aspetto

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più complesso - spiega Pesenti - è dare contenuti interessanti dal punto di vista professionale edidattico. Nel corso, però, possiamo vedere la crescita dei ragazzi e comprenderne l' empatia e lacapacità di leadership». Oltre al managing partner e alla responsabile marketing, lavorano con Pesentiventi docenti tra soci salary o senior associate, coadiuvati da junior e da otto persone di staff.L' ambizione resta selezionare talenti, ricordando che «le aziende più inclusive hanno una produttivitàmaggiore» afferma Annalisa Reale, socio responsabile collaboratori e diversity in Chiomenti. Lo studioha annunciato la prima edizione del premio in "Diritto e innovazione digitale" per neolaureati o laureandiin giurisprudenza con una predilezione per i temi dell' innovazione applicata al diritto e all' economia. Ivincitori saranno selezionati sui titoli e sulla capacità di evidenziare in un elaborato scritto come l' usodelle tecnologie digitali sia leva di innovazione e cambiamento . Iscrizione entro il 27 luglio: in palioquattro tirocini retribuiti di sei mesi e, per il migliore, un premio di 5mila euro.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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