Documento sull’edilizia scolastica per la giornata di ... · sono a norma, quasi sempre non hanno...

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Documento sull’edilizia scolastica per la giornata di ascolto del mondo della scuola

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Documento sull’edilizia scolastica

per la giornata di ascolto del mondo della scuola

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LO STATO DELLE COSE

Quanti sono e di chi sono gli edifici scolastici italiani?Circa 43.000, dove vivono circa 9 milioni di persone tra studenti e personale scolastico.

Due terzi degli edifici sono di proprietà dei Comuni, un terzo delle Province (pochissime le scuoledi proprietà demaniale).

Come sono gli edifici scolastici italiani?

Scuole che non sono scuoleDai dati resi noti dal Miur, quasi il 15% degli edifici scolastici italiani non sono stati costruiti

come scuole (erano abitazioni a uso civile, caserme, ecc).Le scuole sono costruite in territori a rischio.Sono oltre 24 mila le scuole che si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250

quelle che sorgono in aree a forte rischio idrogeologico (Rapporto Ance-Cresme sulla situazionedegli edifici strategici nazionali in relazione allo stato del territorio italiano, novembre 2013).Eppure la grande maggioranza degli edifici sono costruiti senza criteri antisismici, spesso nonsono a norma, quasi sempre non hanno una manutenzione adeguata.

Gli edifici sono vecchi.Il 62% è stato costruito prima del 1974, mentre il 4,8% è stato costruito tra il 2001 e il 2002.

Solo lo 0,6% risulta edificato con criteri di bioedilizia (XIV Rapporto 2013 Legambiente sullaqualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi)

Gli edifici non sono a norma.Il 37,6% delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente, il 40% sono prive del

certificato di agibilità, il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi (Legambiente).Il Miur, lo scorso 13 settembre 2013, ha ricordato che, al di là delle certificazioni, “il 66,5%

delle scuole possiede un impianto idrico antincendio; il 49,3% dispone di una scala interna disicurezza; il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico; il 63% è mu-nito di un sistema di allarme; il 98,3% è in possesso di estintori portatili; il 95,1% possiede unsistema di segnaletica di sicurezza. In ogni caso, sono le regioni del Sud che presentano, daquesto punto di vista, le maggiori criticità”.

Senza adeguata manutenzionePer il 39% degli edifici lo stato di manutenzione è del tutto inadeguato (XI Rapporto 2013

Cittadinanzattiva “Sicurezza, qualità, accessibilità delle scuole”)Al Sud la situazione peggioreNel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria risulta quasi tre volte

quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nelle regioni meridionali(Legambiente).

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Nel Sud, inoltre, circa 5.000 scuole sono in affitto spesso in edifici nati come abitazioni econ oneri sproporzionati rispetto all’immobile.

Tavole dal XIV Rapporto Legambiente

ANAGRAFE SCOLASTICA: 18 ANNI ALL’ITALIANAL’Anagrafe Scolastica dell’Edilizia Scolastica dovrebbe essere lo strumento fondamentale

per prevenire i rischi e valutare al meglio il fabbisogno del patrimonio. Eppure dopo 18 annil’Anagrafe scolastica, prevista dalla L.23/1996, non è ancora stata completata, col risultatoche in Italia non sappiamo con precisione neanche quale sia il numero esatto degli edifici sco-lastici (su base ISTAT, sono rilevate 49.990 scuole, a fronte di 42.-43.000 edifici risultanti daaltre indagini).

Il 6 Febbraio 2014, finalmente, la Conferenza Unificata Stato-Regione ha annunciato che ri-partirà l’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica ed il relativo Osservatorio.

Ripartirà con un nuovo Sistema nazionale delle Anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes),anche se non è del tutto chiaro quali saranno le modalità e le procedure, se si partirà dai datidella banca dati del Ministero dell’istruzione, che, a detta di molti, presenta un impianto piut-tosto complesso e poco fruibile, oppure da quella delle 11 regioni che dal 2009 si sono dotatedi anagrafi regionali utilizzando un proprio modello di raccolta e gestione dati, oppure da unnuovo modello di raccolta.

COSA SI PUÒ FARE E CON QUANTI SOLDIL’Ance, nell’audizione del settembre 2013 alla VII Comm. della Camera, ha individuato tre

grandi filoni di intervento:

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1. la costruzione di nuove scuole, in sostituzione di quelle obsolete, stimate in circa 15.000unità (circa un terzo del patrimonio);

2. la messa in sicurezza degli edifici esistenti; 3. la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici esistenti

Tutto questo, deve avere come premessa l’esclusione del Patto di stabilità interno dellespese per la riqualificazione degli edifici scolastici.

Non esiste una stima corretta delle risorse che servirebbero per rinnovare e mettere a normail patrimonio immobiliare scolastico, ma possiamo affermare che le risorse per avviare subitointerventi rilevanti ci sono.

Secondo le stime dell’Ance, infatti, circa 1,2 dei 2,3 miliardi di euro stanziati dallo Stato nelcorso degli ultimi 10 anni per la riqualificazione delle scuole rimangono ancora da attivare. Perpiù della metà delle risorse, quindi, devono ancora essere espletate le procedure di selezionedelle imprese che devono eseguire i lavori di ristrutturazione degli edifici.

A queste risorse si aggiungono poi le risorse stanziate nell’ambito dei recenti decreti-leggedel “Fare” (DL 69/2013) e dell’Istruzione (DL 104/2013). Si tratta complessivamente di circa1,3 miliardi di euro di cui - 150 milioni di euro per l’anno 2014 per interventi urgenti di riquali-ficazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali, 300 milioni di euro nel triennio2014-2016 per un piano straordinario di edilizia scolastica finanziato dall’INAIL, circa 850 mi-lioni di euro, attivabili a partire dal 2015, per interventi straordinari sugli edifici scolastici a se-guito della stipula di mutui trentennali da parte delle Regioni.

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LA NOSTRA PROPOSTA

Una sola regia e procedure semplificateMeno burocrazia, più decisioni, più facilità di accesso ai fondi, una unica strategia che riporti

in un’unica cornice la pluralità di iniziative istituzionali nel settore, svolgendo con regioni e au-tonomie locali, una programmazione del quadro delle priorità.

Attualmente opera, presso il Miur, il Fondo unico per l’edilizia scolastica, istituito con de-creto-legge n. 179 del 2012. presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è altresì attivo unapposito nucleo di coordinamento tecnico in materia di edilizia scolastica presso la Paresidenzadel Consiglio. Eppure è evidente che non c’è un coordinamento funzionale che metta a regimei diversi programmi di investimento per la riqualificazione degli edifici scolastici. Uno studioAnce indica che ci sono 8 diverse fonti di finanziamento e 12 procedure attuative, a testimo-nianza di come manchi una strategia complessiva e unitaria.

Proponiamo, quindi, di creare da subito una cabina di regia operativa unica presso la Pre-sidenza del Consiglio, cui prendano parte MIUR, MIT, Protezione Civile, le associazioni nazionalidegli Enti Locali.

Comuni e Province presenteranno i progetti da finanziare, studiati secondo i criteri concordaticon il Miur (esigenze didattiche, nuove tecnologie ecc).

Per gli interventi di minore entità, entro gli 80.000 euro, individui direttamente le scuole e idirigenti scolastici quali destinatari delle risorse e titolari degli interventi (Indagine conoscitivasullo stato dell’edilizia scolastica in Italia, 2014, VII Commissione, Camera dei Deputati)

Ristrutturare, permutare, costruire:Dove le scuole possono essere ristrutturate si dovrà procedere con interventi di straordinaria

manutenzione, altrimenti dove il patrimonio scolastico è irrimediabilmente compromesso, sipossono prevedere permute con il privato.

5.000 cantieri per la scuolaSe nella regione Emilia-Romagna, dopo il terremoto, in pochi mesi, sono state costruite ben

58 nuove scuole, grazie a procedure di evidenza pubblica semplificate, questo modello deveessere applicato a livello nazionale.

Le risorse per aprire da subito una grande stagione di ammodernamento, ristrutturazione,messa in sicurezza delle scuole ci sono: 1,2 miliardi non utilizzati e stanziati a vario titolo dalloStato, 150 milioni + 300 milioni del Decreto del “Fare”, 850 milioni dal 2015 per mutui cheaccenderanno le Regioni.

L’obbiettivo è di aprire almeno 5 mila cantieri in tutta Italia entro il 2014-2016.Non sono risorse che risolveranno completamente la questione edilizia scolastica, ma sono

in grado di riaprire, in tutta Italia, centinaia di cantieri che, oltre a rimettere in moto l’economia,renderanno più moderno, più sicuro e più funzionale alle nuove metodologie didattiche il pa-trimonio immobiliare scolastico nazionale.

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