DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI PIANO URBANISTICO … · Una nuova visione per Genova (di Marta Vincenzi...

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Documento degli Obiettivi P.U.C. 2010 – rev. 6 – 1 settembre 2009 __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Urban Lab Sviluppo Urbanistico del Territorio 1 Comune di Genova Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) 2010 _______________________________________________________________________________________________________________________ DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI PIANO URBANISTICO COMUNALE (P.U.C.) 2010 Art. 26 della L.R. 36/1997 ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ SETTEMBRE 2009

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Comune di Genova Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) 2010 _______________________________________________________________________________________________________________________

DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI PIANO URBANISTICO COMUNALE (P.U.C.) 2010

Art. 26 della L.R. 36/1997 ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

SETTEMBRE 2009

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Comune di Genova Piano Urbanistico Comunale 2010

DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI ______________________________________________________________________________________________________ Sommario: Una nuova visione per Genova (di Marta Vincenzi) Obiettivi del Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) 2010 La sostenibilità ambientale del Piano. Obiettivi invariabili e obiettivi orientabili Gli Indirizzi di Pianificazione 2009 Lo schema di organizzazione del Piano Ambiti, Distretti e Aree di Concertazione Appendice tecnica: 1. Normativa di riferimento, L.R. n. 36/1997 2. Il P.U.C. 2000 3. Stato di Attuazione del P.U.C. 2000 4. Lo scenario della pianificazione territoriale

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UNA NUOVA VISIONE PER GENOVA Il documento degli obiettivi si propone di orientare le politiche urbanistiche del prossimo decennio alla ricerca di un nuovo senso della comunità genovese. Sulla base dell’art. 26 della Legge regionale 36/1997 esso deve identificare in modo esplicito gli obiettivi che il Piano urbanistico intende assumere relativamente alle diverse componenti dell’assetto territoriale ed in coerenza con la Descrizione fondativa. Ciò non può prescindere dal dichiarare quale idea di città si voglia proporre. E’ un compito difficile oggi nel nostro Paese, dopo decenni di adattamenti all’esplosione del fabbisogno abitativo e al modificarsi delle funzioni urbane che hanno privilegiato la centralità dell’economia del cemento piuttosto che dell’economia dei trasporti o dei servizi, impoverendo in modo quasi irreversibile la qualità della vita quotidiana delle nostre città. E’ tempo di cambiare. Genova ha buone possibilità di farlo con una scelta di sostenibilità che la dichiari accessibile e attrattiva di nuova cittadinanza urbana. La ”nuova” cittadinanza è condizione da promuovere se non vogliamo limitarci a qualche miglioria che addolcisca l’inarrestabile calo demografico. Senza catastrofismi, tale consapevolezza deve orientare le priorità. Per questo, prendendo le mosse dai documenti strategici elaborati da Renzo Piano e l’Urban Lab, dal Tavolo delle Idee e dallo sviluppo dei suoi contenuti con Richard Burdett, dagli Indirizzi di Pianificazione approvati con la DCC n. 1 del 13 gennaio 2009, il Documento degli obiettivi identifica tre step irrinunciabili per il futuro della città: A. Sviluppo socio-economico e delle infrastrutture B. Organizzazione spaziale della città e qualificazione dell’immagine urbana C. Difesa del territorio e qualità ambientale Declinati in sottocategorie, questi capitoli definiscono l’ossatura di una strategia urbanistica complessiva fondata prevalentemente su approcci di tipo economico, sociale ed ambientale, essenziali nella formazione di uno strumento di assetto del territorio di nuova concezione.

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Al centro della visione si propone una comunità disponibile a far evolvere le identità che l’hanno storicamente segnata: il policentrismo della tradizione oligarchica medioevale, l’espansione per direttrici del XIX secolo, l’intenso sfruttamento delle aree libere conseguente alla creazione della Grande Genova, la crescita indiscriminata della città del secondo dopoguerra. Antida Gazzola ha descritto magistralmente questa evoluzione così come le conseguenze di alcune Leggi dello Stato degli anni ’70 e ’80. “La città pubblica, cioè l’insieme dei quartieri residenziali di edilizia supportata da contributi finanziari pubblici in forma sovvenzionata, destinata all’affitto e agevolata (…) è segnata, prima ancora di nascere,dalla diversità delle aspettative, delle modalità partecipative, delle scelte tecnologiche di costruzione, delle finiture, delle scelte progettuali e dei tipi edilizi. Così, nella percezione sociale diffusa, agli insediamenti di sovvenzionata è attribuito uno status di periferia mentre quelli di agevolata rivestono il carattere di zone residenziali”. Invece, il bambino che nasce a Genova in questi anni o l’adulto che la sceglierà per viverci senza esserci nato, deve potersi muovere libero in uno spazio urbano che riconosce il passato, ma non ripropone antiche separatezze o nuove gerarchie escludenti. Il tentativo di sintesi è la proposta di una città metropolitana con uno sviluppo più distribuito delle funzioni urbane, degli attrattori della cosiddetta “città emergente”, di una qualità urbana rintracciabile ovunque, della accessibilità attraverso lo sviluppo del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile. Ne consegue l’esigenza di una diversa mediazione tra l’imprenditoria privata che si sviluppa costruendo e la pubblica amministrazione che sceglie di non consentire l’uso del suolo per l’esplosione della città pur senza rinunciare allo sviluppo. Da vera città metropolitana gli obiettivi del PUC portano Genova ben al di là degli asfittici confini comunali (fino a comprendere,nelle sue relazioni, la totalità dell’Europa ed il Mare Mediterraneo) giocando sulle due prerogative del “porto fabbrica” e della città “dove si vive bene”. Il sistema produttivo , la qualità del vivere e del risiedere, unite al tema dell’accessibilità e della sostenibilità ambientale, rappresentano una visione perseguibile perché attrattiva di investimenti infrastrutturali, di servizi, know how e creatività che possiamo realizzare nel prossimo decennio.

Marta Vincenzi, Sindaco di Genova

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OBIETTIVI DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE (P.U.C.) 2 010 TEMA A: SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO E DELLE INFRASTRUTTURE Obiettivo A1 Potenziamento delle infrastrutture di relazione nord-sud ed est-ovest Obiettivo A2 Promozione di un sistema produttivo innovativo, diversificato e sostenibile e valorizzazione della città come meta turistica Obiettivo A3 Incremento della competitività del porto di Genova a livello europeo TEMA B: ORGANIZZAZIONE SPAZIALE DELLA CITTA’ E QUALIFICAZIONE DELL’IMMAGINE URBANA Obiettivo B1 Rilancio delle politiche della casa e dei servizi alla persona Obiettivo B2 Trasformazione di Genova in una città metropolitana, multipolare ed integrata Obiettivo B3 Rafforzamento dell’intermodalità e dell’utilizzo del trasporto pubblico Obiettivo B4 Promozione della città compatta e valorizzazione dello spazio pubblico e del territorio agrario e rurale Obiettivo B5 Riequilibrio funzionale attraverso la valorizzazione delle peculiarità locali Obiettivo B6 Valorizzazione architettonica, paesaggistica ed ambientale degli assi di attraversamento della città Obiettivo B7 Rafforzamento del rapporto con il mare TEMA C: DIFESA DEL TERRITORIO E QUALITA’ AMBIENTALE Obiettivo C1 Sviluppo urbano sostenibile Obiettivo C2 Riqualificazione degli spazi pubblici e del verde urbano ed extraurbano Obiettivo C3 Rilancio del territorio agrario produttivo urbano

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Tema A: SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO E DELLE INFRASTR UTTURE ______________________________________________________________________________________________________ Criticità Difficoltà di relazioni sia con il centro e nord Europa attraverso la Pianura Padana, che lungo l’arco di costa ligure;

lunghi tempi di percorrenza

Obiettivo A1 - POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE DI RELAZION E NORD–SUD ED EST–OVEST. (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni territoriali di area vasta, urbane e intercomunali (Livello 1 e 2: vedi Capitolo Organizzazione del Piano)

Efficacia

Prescrittiva per gli interventi approvati; Direttiva per gli interventi da approvare

Contenuti Strategici - Realizzazione del Terzo Valico ferroviario; - Riorganizzazione del nodo ferroviario di Genova; - Realizzazione del servizio ferroviario metropolitano Alessandria – Genova sulla direttrice Scrivia – Polcevera; - Realizzazione della nuova piattaforma aeroportuale delineata nel progetto “Waterfront”; - Completamento del raddoppio ferroviario sulla riviera di ponente; - Riorganizzazione del nodo autostradale e realizzazione della gronda di ponente; - Realizzazione del servizio ferroviario metropolitano Voltri-Nervi; - Realizzazione del collegamento stradale urbano tra Valbisagno e Valpolcevera.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Terzo Valico ferroviario: Progetto definitivo approvato; - Nodo ferroviario di Genova: Progetto definitivo approvato; - Servizio ferroviario metropolitano Alessandria-Genova: realizzata la stazione di S. Quirico e definita la fermata di

Teglia; - Progetto Grandi Stazioni: Progetto definitivo approvato; - Gronda autostradale di ponente: individuato il tracciato sulla base del Dibattito Pubblico; - Nodo di San Benigno: Progetto preliminare approvato; - Variante PRP VP5bis: approvata l’individuazione degli attracchi per le autostrade del mare; - Strada a mare: in corso di realizzazione lotto 1.

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Criticità Difficoltà nello sviluppo del sistema produttivo e riduzione della competitività economica e turistica della città

Obiettivo A2 – PROMOZIONE DI UN SISTEMA PRODUTTIVO INNOVATIVO , DIVERSIFICATO E SOSTENIBILE E VALORIZZAZIONE DELLA CITTA’ COME META TUR ISTICA (obiettivo orientabile)

Livello di Piano Relazioni intercomunali, urbane e locali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Propositiva per le previsioni all’esterno della città; Direttiva per le previsioni del livello 2 e prescrittiva per quelle di livello 3

Contenuti Strategici - Pianificazione integrata del sistema produttivo territoriale, d’intesa con la Provincia ed i Comuni dell’area metropolitana genovese;

- Definizione della Struttura del Piano per il Sistema Produttivo da articolare in 5 sottosistemi: 1) portuale (porto fabbrica); 2) industriale urbano; 3) artigianale/commerciale/socio-sanitario urbano; 4) turistico/ricreativo/culturale; 5) agricolo produttivo e di presidio, in coerenza con una strategia residenziale e della mobilità urbana;

- Selezione ed orientamento del sistema produttivo verso le attività ad alto contenuto tecnologico, sostenibilità ambientale e radicamento al territorio (subacquea, biologia marina, applicazioni navali, elettronica, telefonia, bionica, elettromedicale, nanotecnologie, avionica, laser, biomassa, energie rinnovabili, idroelettrico, cantieristica, manifatturiera, ecc.) anche mediante l’individuazione di alcune aree a destinazione produttiva in cui vigano particolari agevolazioni per l’impianto e lo sviluppo di nuove attività;

- Promozione della realizzazione di parchi scientifici e tecnologici (specialmente nei settori dell’ingegneria e della medicina), incubatori e start up per le imprese, spin off universitari, mediante l’incentivazione della filiera Università-Ricerca-Industria;

- Riorganizzazione degli accosti destinati alla croceristica, anche mediante l’individuazione di nuovi terminal; - Agevolazione allo sviluppo di strutture alberghiere ricettive in ambito urbano, costiero ed agrario; - Valorizzazione del Sistema di Ville Storiche; - Realizzazione di un sistema dei grandi poli urbani per le funzioni sportive e culturali di massa; - Potenziamento del sistema museale e degli spazi per il tempo libero (parchi pubblici e parchi tematici specialistici); - Completamento del sistema delle passeggiate a mare e riorganizzazione dell’assetto dei litorali per la balneazione; - Valorizzazione e potenziamento del sistema commerciale nelle zone adiacenti ai terminal aeroportuali, portuali e

croceristici e nelle zone del Centro Storico.

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Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Realizzazione del parco tecnologico degli Erzelli; - Pianificazione della disciplina urbanistica del commercio, in attuazione delle L.R. 1/2007; - Realizzazione del nuovo Padiglione espositivo della Fiera del Mare; - Reazlizzazione del Polo ludico-ricreativo e per le crociere di Ponte Parodi; - Pianificazione della disciplina urbanistica del settore ricettivo alberghiero, in attuazione delle L.R. 1/2008.

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Criticità Scarsa disponibilità di spazio da destinare alla logistica delle merci e dei traffici portuali; concorrenzialità e scarso

coordinamento tra i porti di Genova, Savona e La Spezia; scarsa disponibilità di moli e banchine per le nuove esigenze delle attività portuali

Obiettivo A3 – INCREMENTO DELLA COMPETITIVITA’ DEL PORTO DI G ENOVA A LIVELLO EUROPEO (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni territoriali di area vasta, urbane e intercomunali (Livello 1 e 2: vedi Capitolo Organizzazione del Piano)

Efficacia

Propositiva per gli interventi da localizzare fuori dal territorio comunale; Direttiva per gli interventi da programmare nel territorio comunale;

Contenuti Strategici - Realizzazione della nuova piattaforma aeroportuale nella prospettiva delineata nel progetto “Waterfront”; - Redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale recependo e aggiornando il progetto “Waterfront” secondo l’ipotesi del

“porto fabbrica”; - Riempimento delle calate Bettolo, Ronco Canepa e realizzazione del sesto bacino delle riparazioni navali; - Promozione di Intese finalizzate alla cooperazione e alla specializzazione sia merceologica che funzionale, mediante il

coordinamento delle pianificazioni portuali, per una gestione integrata dei porti liguri; - Promozione ed investimento nello sviluppo dei centri intermodali e delle piattaforme logistiche situate sulla direttrice

del Corridoio 24 Genova-Rotterdam nel territorio dei Comuni di Casella, Busalla e Ronco Scrivia in Provincia di Genova e nel territorio dei Comuni di Arquata Scrivia, Tortona, Rivalta Scrivia, Novi Ligure e Alessandria nella Provincia di Alessandria;

- Aggiornamento e attuazione dell’Accordo di Programma relativo al Distretto Aggregato Riparazioni navali – Fiera; - Riorganizzazione delle aree portuali di Sampierdarena e delle riparazioni navali; - Attuazione dell’Accordo di Programma per l’Area di Intervento Cantieri Navali di Sestri Ponente e per l’Area di

Intervento Litorale di Multedo; - Aggiornamento dell’Accordo di Programma per l’Area di Intervento 12 – Polo manifatturiero di Cornigliano.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Terzo Valico ferroviario: Progetto definitivo approvato; - Gronda autostradale di ponente: individuato il tracciato sulla base del Dibattito Pubblico; - Nodo di San Benigno: Progetto preliminare approvato; - Viadotto di accesso al porto di Voltri; - Sopraelevata portuale: progetto definitivo;

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- Variante PRP VP5bis: approvata l’individuazione degli attracchi per le autostrade del mare; - Partecipazione alla Società SLA.LA; - Tavolo Tecnico Finporto 2008 (Comitato Portuale): fattibilità interventi di riorganizzazione degli spazi e delle

infrastrutture ferroviarie e logistiche interne al porto di Sampierdarena, anche attraverso interventi di riempimento (calate Bettolo e Ronco Canepa), miglioramento dei collegamenti da e per il porto in direzione Valpolcevera (galleria e linea del Campasso), riorganizzazione del Campasso;

- Progetto per il potenziamento di Fincantieri (sviluppo scientifico e tecnologico per realizzazioni in campo marittimo eco compatibili);

- Accordo di programma per contrazione porto petroli e realizzazione impianti off shore; - Costituzione dell’Associazione Ligurian ports.

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Tema B: ORGANIZZAZIONE SPAZIALE DELLA CITTA’ E QUA LIFICAZIONE DELL’IMMAGINE

URBANA _____________________________________________________________________________________________________ Criticità Decremento demografico, invecchiamento delle popolazione, diminuzione dei componenti delle famiglie, fabbisogno

abitativo

Obiettivo B1 - RILANCIO DELLE POLITICHE DELLA CASA E DEI SERV IZI ALLA PERSONA (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e intercomunali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva e prescrittiva.

Contenuti Strategici - Promozione di una adeguata politica della casa che preveda particolari agevolazioni ed incentivi per le nuove famiglie e giovani con figli ed incentivi al comparto delle costruzioni per la realizzazioni di alloggi di qualità a costi contenuti, anche in attuazione della L.R. 38/2007;

- Agevolazione alla realizzazione di residenze speciali (anziani, studenti, lavoratori), caratterizzate da elevati standard qualitativi e prezzi competitivi;

- Incentivazione alla realizzazione e alla trasformazione di edifici senza barriere architettoniche; - Promozione di una adeguata politica di agevolazioni, mediante incentivi al frazionamento/ampliamento degli immobili,

per famiglie mononucleari/giovani; - Rafforzamento del terzo livello universitario (scuole di specializzazione, master, dottorati di ricerca) e di partenariati

con le principali realtà produttive genovesi.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Localizzazioni nell’intrasettore del social housing.

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Criticità Distribuzione disomogenea delle polarità urbane, dei servizi e delle servitù

Obiettivo B2 - TRASFORMAZIONE DI GENOVA IN UNA CITTA’ METROPO LITANA, MULTIPOLARE ED

INTEGRATA (obiettivo orientabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e intercomunali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni di livello 2; prescrittiva per quelle di livello 3

Contenuti Strategici - Creazione o potenziamento di almeno una struttura pubblica pregiata di riferimento in ogni Municipio; - Riduzione delle servitù urbane presenti in alcune aree urbane e bilanciamento dell’offerta dei servizi pregiati ed

ambientalmente compatibili; - Realizzazione di un articolato sistema di mobilità che permetta di raggiungere agevolmente le diverse polarità urbane.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Localizzazione dell’Ospedale del ponente; - Realizzazione delle nuova strada per l’accesso separato all’impianto RSU di Scarpino

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Criticità Scarsa integrazione tra i diversi mezzi di trasporto e disomogenea offerta dei servizi

Obiettivo B3 - RAFFORZAMENTO DELL’INTERMODALITA’ E DELL’UTILI ZZO DEL TRASPORTO PUBBLICO (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e intercomunali (Livello 2: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva

Contenuti Strategici - Implementazione dell’offerta di trasporto pubblico, rendendo il servizio veloce, integrato e sicuro e con tempi di spostamento tra i poli della città non superiori a 30’;

- Realizzazione di nuovi assi attrezzati per il trasporto pubblico; - Realizzazione di parcheggi di interscambio all’esterno delle aree urbane centrali; - Realizzazione di un efficiente sistema logistico di supporto al trasporto pubblico.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Redazione del Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.) - Progettazione dell’asse del trasporto pubblico attrezzato Valbisagno-Sampierdarena.

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Criticità Progressivo incremento dell’area urbanizzata e consumo di suolo

Obiettivo B4 – PROMOZIONE DELLA CITTA’ COMPATTA E VALORIZZAZI ONE DELLO SPAZIO PUBBLICO E

DEL TERRITORIO AGRARIO E RURALE (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e locali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni del livello 2; Prescrittiva per le previsioni del livello 3

Contenuti Strategici - Assenza di nuovi interventi di urbanizzazione e di espansione edilizia della città oltre la “Linea verde”; - Promozione, mediante appropriati incentivi della disciplina urbanistico-edilizia, all’utilizzo a fini agrari dei terreni

prossimi alla “Linea verde”; - Agevolazione al rafforzamento dei centri urbani minori, mediante il recupero del patrimonio edilizio esistente, il

presidio ambientale e la contenuta crescita del sistema produttivo locale; - Promozione ed incentivazione ad interventi di sostituzione e riqualificazione diffusa del patrimonio esistente, con

particolare riguardo a quello di scarsa qualità architettonica, costruttiva e bassa efficienza energetica, prodotto dal dopoguerra sino al 1980;

- Agevolazione alla ricucitura di parti sfrangiate o “vuoti urbani” presenti nella città, rendendo maggiormente compatto l’insediamento per favorire il recupero di spazi liberi da restituire ad usi urbani collettivi (piazze ed aree verdi);

- Promozione della fruizione attiva del territorio esterno alla “Linea verde”.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Variante al P.U.C. vigente per il suo adeguamento alla L.R. 16/2008, comportante anche la revisione della normativa generale del Piano, dell’assetto della zona B e dell’ambito territoriale di Sant’Ilario.

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Criticità Presenza di azzonamenti monofunzionali

Obiettivo B5 – RIEQUILIBRIO FUNZIONALE ATTRAVERSO LA VALORIZZ AZIONE DELLE PECULIARITA’ LOCALI (obiettivo orientabile)

Livello di Piano Relazioni urbane (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni del livello 2; Prescrittiva per le previsioni del livello 3

Contenuti Strategici - Distribuzione delle dotazioni funzionali all’interno della città; - Individuazione dei distretti e degli ambiti di trasformazione e riqualificazione urbana, caratterizzati dal mix funzionale

in grado di garantire la compatibilità di attività differenti e la dotazione di nuovi spazi e servizi pubblici, per il tempo libero e per lo svago.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

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Criticità Disomogenea caratterizzazione dell’immagine della città e scarsa valorizzazione delle caratteristiche orografiche

Obiettivo B6 – VALORIZZAZIONE ARCHITETTONICA, PAESAGGISTICA E D AMBIENTALE DEGLI ASSI DI

ATTRAVERSAMENTO DELLA CITTA’ (obiettivo orientabile)

Livello di Piano Relazioni urbane (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni del livello 2; Prescrittiva per le previsioni del livello 3

Contenuti Strategici - Individuazione di distretti ed ambiti di trasformazione collocati lungo i grandi assi di attraversamento della città anche in corrispondenza delle polarità infrastrutturali, per la riqualificazione dell’immagine della città;

- Valorizzazione architettonica, paesaggistica ed ambientale delle prospettive urbane sia longitudinali che trasversali, promuovendone il rafforzamento e la caratterizzazione.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Riconversione ad usi urbani del mercato di C.so Sardegna; - Completamento dell’ex Piano Particolareggiato di S. Benigno; - Trasformazioni del Distretto 38d Promontorio di S. Benigno; - Riconversione ad usi urbani dell’ex stabilimento “Verrina” a Voltri; - Riconversione ad usi urbani dello stabilimento “Boero” a Molassana.

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Criticità Incompleta e disomogenea valorizzazione dell’affaccio a mare della città

Obiettivo B7 – RAFFORZAMENTO DEL RAPPORTO CON IL MARE (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e locali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni del livello 2; prescrittiva per il Livello 3

Contenuti Strategici - Promozione di interventi che aumentino la visibilità dell’acqua, l’accessibilità e la fruibilità del lungomare attraverso la riduzione delle aree costruite, impermeabili e delle barriere visive;

- Realizzazione di nuove spiagge pubbliche, accessibili attraverso percorsi ciclo-pedonali gradevoli e sicuri; - Assenza di interventi infrastrutturali che comportino l’allontanamento della linea di costa; - Valorizzazione ed implementazione dei punti di vista panoramici (terrazze sul mare) mediante la realizzazione e la

sistemazione di spazi pubblici attrezzati per la sosta ed il riposo.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Completamento del SAU di Voltri; - Variante al P.U.C. vigente per la riqualificazione dello Stabilimento balneare del Lido.

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Tema C: DIFESA DEL TERRITORIO E QUALITA’ AMBIENTAL E _____________________________________________________________________________________________________ Criticità Assenza di raccordo tra pianificazione comunale e piani di bacino; scarso utilizzo di fonti energetiche alternative; ridotta

efficienza energetica del patrimonio edilizio

Obiettivo C1 – SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE (obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni urbane e locali (Livello 2 e 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva per le previsioni del livello 2; Prescrittiva per le previsioni del livello 3

Contenuti Strategici - Redazione del Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) in conformità ai Piani di Bacino; - Promozione di interventi di trasformazione urbana che consentano la messa in sicurezza idrogeologica del territorio; - Promozione di interventi che migliorino i dissesti di versante attraverso incentivi per il presidio ambientale e il

recupero del territorio; - Promozione di interventi di edilizia bioclimatica (residenziale e industriale); - Riduzione dell’inquinamento acustico, atmosferico e luminoso; - Implementazione della raccolta differenziata (rifiuti solidi urbani) mediante la previsione di un adeguato sistema

logistico; - Promozione dell’utilizzo di energie rinnovabili (solare, eolico, marino, ecc.); - Definizione di norme per i nuovi interventi edilizi e per il recupero del patrimonio esistente, in grado di garantire il

rispetto dei più elevati standard ambientali, tecnologici e di efficienza energetica.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

- Realizzazione della nuova copertura del Torrente Bisagno; - Realizzazione dello scolmatore di monte del Torrente Bisagno; - Revisione del regolamento edilizio in attuazione delle L.R. 16/2008.

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Criticità Progressivo degrado degli spazi e del verde pubblico dei quartieri

Obiettivo C2 – RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI E DEL VE RDE URBANO ED EXTRA URBANO

(obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni locali (Livello 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva

Contenuti Strategici - Realizzazione dei piccoli progetti di riqualificazione diffusa della città mediante il ricorso alle convenzioni attuative degli interventi urbanistico-edilizi previsti dal Piano Urbanistico Comunale

- Definizione di norme urbanistiche che, per ogni nuova edificazione, impongano la riqualificazione delle aree verdi pubbliche alberate.

- Definizione di norme urbanistiche che, per ogni nuova edificazione, impongano l’obbligo della piantumazione di alberature di alto fusto;

- Definizione di norme urbanistiche che, per ogni intervento di ristrutturazione e di nuova costruzione, impongano l’esecuzione di opere di manutenzione straordinaria degli spazi pubblici (marciapiedi, aiuole, creuze e scalinate, passi pedonali, arredo, ecc.).

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

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Criticità Abbandono del territorio agrario e assenza di politiche per la “campagna abitata”

Obiettivo C3 – RILANCIO DEL TERRITORIO AGRARIO PRODUTTIVO URB ANO

(obiettivo invariabile)

Livello di Piano Relazioni locali (Livello 3: vedi Organizzazione del Piano)

Efficacia

Direttiva e prescrittiva

Contenuti Strategici - Promozione di interventi di sviluppo delle aree di effettiva produzione agricola; - Promozione di interventi di presidio ambientale per il recupero del territorio abbandonato; - Definizione di norme urbanistiche che agevolino la permanenza della popolazione nella campagna.

Progetti in corso coerenti con l’obiettivo

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La sostenibilità ambientale del Piano Il progetto del nuovo Piano Urbanistico comunale assume i principi della sostenibilità dello sviluppo all'interno del suo processo di costruzione, a partire dal Documento degli Indirizzi di Pianificazione. Si evidenziano, in questo Documento di base, almeno sei aspetti qualificanti: 1) La scelta di fondo di delimitare il territorio urbano all’interno del quale contenere la trasformazioni della Città, ripensandone sia la struttura

organizzativa che la qualità degli spazi e dell’architettura, attraverso l’individuazione della “linea verde”, perseguendo in tal modo l’obiettivo generale della pianificazione territoriale regionale di limitare il “consumo di suolo” e di risorse non riproducibili o riproducibili a tempi lunghi;

2) La conseguente scelta di “costruire sul costruito”, come riqualificazione e completamento piuttosto che come espansione, con l’obiettivo di innescare un diffuso processo di sostituzione del patrimonio edilizio non storico per rilanciarne l’efficienza funzionale ed energetica;

3) La scelta di fondo di ricostruire il rapporto tra città e mare, per restituire trasparenza nei rapporti visuali, fruibilità e accessibilità al litorale; 4) La scelta di fondo di privilegiare il trasporto pubblico rispetto al trasporto privato, come obiettivo primario della nuova mobilità urbana,

limitando la realizzazione di nuove strade e di nuovi parcheggi attrattori di traffico nella città, privilegiando i parcheggi di interscambio sulla cintura urbana o connessi alle reti infrastrutturali primarie, e rilanciando modalità di trasporto eco-compatibili (treno, metropolitana, via mare, impianti di risalita);

5) La scelta di fondo di preservare e valorizzare la rete ecologica del verde urbano e di cintura collinare, mediante l’individuazione di tutte le tipologie che costituiscono questo sistema e la progettazione urbanistica di “corridoi verdi” di collegamento tra “linea verde” e “linea blu”, la previsione di verde parallelo alla linea di costa, l’inserimento di nuove aree verdi di prossimità, la ricucitura dei percorsi alberati interrotti, la creazione di spazi verdi anche piccoli;

6) L'ampio spazio dato ai momenti di partecipazione e confronto (diffusione sulla rete internet, interviste agli attori locali, focus groups tematici, raccolta della progettualità espressa dai Municipi);

Al Piano si accompagna uno specifico Rapporto Ambientale, redatto sullo spirito della Direttiva 42/01 ed in conformità alle sopravvenute disposizioni di cui al D.Lgs. 4/2008, volto a verificare l'attuazione dei principi di Partecipazione e Integrazione nonchè il contributo del Piano al conseguimento degli obiettivi generali di sostenibilità enunciati dai principali documenti di settore.

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Nello specifico e con riferimento ai Temi generali rispetto ai quali sono stati declinati gli Obiettivi del P.U.C., si evidenziano le seguenti azioni per la mitigazione degli impatti ambientali: Tema A: SVILUPPO ECONOMICO E DELLE INFRASTRUTTURE A1: connessioni ecologiche atte a rendere più permeabili le barriere infrastrutturali di nuovi progetti;

mitigazione dell’impatto visivo con interventi di forestazione; mitigazioni dell’impatto acustico prodotto dal traffico veicolare;

A2: bilanci energetici per comparto o per singola attività; ottimizzazione processi produttivi e sistemi di abbattimento degli inquinanti; riduzione consumi ed emissioni;

introduzione premialità per i soggetti che introducano processi basati sulle rinnovabili o che incidono positivamente sul fabbisogno energetico; priorità alle iniziative che comportano la riqualificazione naturalistica degli alvei; favorire interventi che prevedano riutilizzo materiali di risulta; rilocalizzazione di attività impattanti o a rischio da aree particolarmente vulnerabili o loro messa in sicurezza;

controllare i flussi turistici e distribuire le presenze nell'arco dei 12 mesi, riducendo i picchi stagionali; sostenere la mobilità collettiva e leggera; limitare il consumo d’acqua; ridurre la produzione dei rifiuti e impegnarsi nel loro riuso e riciclaggio; limitare il consumo di energia favorendo l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili

A3: gestione integrata della catena dei trasporti;

ridurre gli scarichi in mare di rifiuti generati dalle navi e dei residui di carico (direttiva 2000/59/CE); riduzione delle emissioni di CO2 dovute al trasporto marittimo; protezione e riabilitazione della costa e delle risorse marine riacquisite alla città; migliorare le attrezzature e i servizi, sia per i residenti sia per i visitatori;

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Tema B: ORGANIZZAZIONE SPAZIALE DELLA CITTA’E QUALI FICAZIONE DELL’IMMAGINE URBANA B1 riduzione dei consumi energetici;

riduzione dell’impatto ambientale; risparmio idrico: recupero dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione del verde esterno e per riserve anti-incendio; utilizzo di materiali disinquinanti fotocatalitici per i rivestimenti e pavimentazioni esterne;

B2 interventi tesi al restauro e al recupero del patrimonio storico; B3 riduzione dell’inquinamento atmosferico;

investire sul trasporto pubblico di merci e persone, utilizzando i sistemi meno inquinanti; incrementare sistemi di mobilità intermodale, aumentando la disponibilità di parcheggi-scambio; potenziare il servizio di car sharing, che consiste nell’uso collettivo di un parco di autoveicoli; incentivare il car pooling o uso collettivo dei mezzi privati; realizzare direzionali di smistamento, per migliorare l’organizzazione logistica del trasporto di merci; mettere in sicurezza e razionalizzare l'attuale rete viaria; realizzare interventi di riqualificazione urbana; introdurre limitazione dei movimenti e della velocità dei veicoli; promuovere la mobilità alternativa (ciclabile e pedonale); riqualificare i luoghi liberando aree prima assegnate al traffico di attraversamento o alla sosta;

B4 privilegiare le operazioni di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, rispetto alla nuova edificazione;

incentivare la progettazione di edifici passivi; favorire l’utilizzo di energie rinnovabili; favorire interventi di bioarchitettura; prediligere tetti verdi per il lento rilascio e la purificazione delle acque di prima pioggia e per la regolamentazione del microclima; verifica del bilancio CO2 e incentivazione degli interventi che contribuisco alla riduzione delle emissioni; conservazione della biodiversità in agricoltura; sviluppo di pratiche agricole sostenibili; individuazione di indicatori agro-ambientali; riconoscimento della multifunzionalità dell’agricoltura; tutela dell’integrità dell’appoderamento agricolo e della rete infrastrutturale dell’agrotessuto;

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compatibilità con la tutela dei valori naturalistici dei siti Rete Natura 2000. B5 favorire interventi di recupero aree abbandonate, bonificate, ricollocazione imprese aree a rischio, messe in sicurezza,

riduzione rischio idrogeologico; favorire filiere che valorizzino la produzione di beni derivanti da attività di recupero materiali o il recupero di energia; riduzione consumi ed emissioni; introduzione premialità per i soggetti che introducano processi basati sulle rinnovabili o che incidono positivamente sul fabbisogno energetico; valutare disponibilità risorsa idrica e capacità di carico sistemi depurazione; favorire insediamenti in siti e aree da recuperare o in abbandono; favorire interventi di decongestionamento aree di confine con i sistemiportuali; perseguire la riduzione emissioni in atmosfera da traffico; valutare disponibilità di biomassa forestale considerando anche progetti in corso di realizzazione; bonifica e recupero di siti inquinati o dimessi;

B6 favorire interventi di recupero aree abbandonate, bonificate, ricollocazione imprese aree a rischio, messa in sicurezza,

riduzione rischio idrogeologico B7 preservare il litorale dalla realizzazione di infrastrutture che comportino l’allontanamento della linea di costa.

tutelare della qualità delle acque marine. difesa del litorale naturale filtraggio delle acque di prima pioggia nelle aree produttive e portuali.

Tema C: DIFESA DEL TERRITORIO E QUALITA’ AMBIENTALE C1/2/3/4 mitigazione del microclima;

funzione termoregolatrice del verde urbano; funzione ecologico-ambientale: le aree verdi accrescono il valore ecologico e la biodiversità dell'ambiente urbano e contribuiscono mitigare gli effetti gli impatti delle edificazioni e dalle attività dell’uomo; funzione di riduzione dell’inquinamento acustico, dato dalla capacità fonoassorbente delle piante; funzione igienico-sanitaria, legata alla depurazione chimica dell’atmosfera; protezione da fenomeni di dissesto idrogeologico ed erosione superficiale; favorire interventi previsti da piani di gestione e misure di conservazione dei siti Natura 2000;

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favorire interventi su habitat e specie prioritarie o specie ombrello; promuovere monitoraggio degli effetti sull’ambiente naturale; valorizzazione eventuali valenze geologiche; interventi di forestazione urbana e interventi di rinaturalizzazione di corridoi ecologici presenti nell’unità di paesaggio.

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Obiettivi invariabili e obiettivi orientabili Gli Obiettivi del Piano che scaturiscono dal percorso descrittivo coniugato con gli Indirizzi di Pianificazione, sono espressi in termini pertinenti, sotto il profilo disciplinare, ad un Piano Urbanistico, in modo da poter verificare, sia in fase di formazione che di gestione del Piano, la coerenza dei contenuti strutturali del Piano stesso, ma hanno come protagonista e destinatario l’individuo, nelle molteplici forme che assume nell’ambito di un atto di pianificazione urbanistica In questo senso gli Obiettivi del Piano urbanistico devono poter essere declinabili per rispondere alle diverse aspettative delle persone e, soprattutto, devono potersi rivolgere ad una ampia gamma di soggetti esponenziali di interessi legittimi alla formazione del piano e alla tutela e sviluppo del territorio, evitando quindi che il Piano sia luogo di risposte settoriali limitate agli “addetti ai lavori”, e non consideri, invece, la più ampia gamma possibile della domanda di pianificazione che la Città nel suo complesso attende. Per queste ragioni gli Obiettivi devono, al tempo stesso, connotare il carattere del Piano e sapersi adattare ai cambiamenti della domanda di pianificazione, dividendosi, pertanto, tra obiettivi invariabili e obiettivi diversamente orientabili. Questa ripartizione, certamente funzionale alla gestione del Piano ed alla corretta applicazione degli aggiornamenti periodici ed delle varianti, soprattutto quelle integrative programmate per lo sviluppo e l’approfondimento dell’azione progettuale, conferisce al Piano una proprietà adattiva, in grado di attenuare l’inevitabile effetto di “invecchiamento” dell’azione pianificatoria e modulare il suo processo di attuazione sino al raggiungimento di tutti gli obiettivi, secondo gli orizzonti temporali indicati per ciascun obiettivo specifico. 1. Obiettivi invariabili , quelli che connotano l’impronta politica e ambientale del Piano e rispetto ai quali, nel periodo decennale di validità, le

eventuali varianti da introdurre ai sensi dell’art. 44 della L.R. 36/1997 non sono riconducibili a quelle di cui al comma 2 in quanto, comunque, incidenti sulla Descrizione Fondativa del Piano e, come tali, da sottoporre al procedimento di cui al comma 8 del medesimo art. 44.

2. Obiettivi orientabili, quelli che in coerenza con la Descrizione Fondativa del Piano, sono suscettibili di introduzione di varianti alla Struttura

del Piano ai sensi dell’art. 44, comma 2, della L.R. 36/1997, purchè corredate di adeguata dimostrazione delle relative ragioni e della congruità complessiva.

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Gli Indirizzi di Pianificazione 2009

Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 1 del 13 gennaio 2009 sono stati approvati gli “Indirizzi di Pianificazione ” finalizzati alla predisposizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, con conseguente decisione del superamento del vigente Piano Urbanistico e venir meno dell’obbligo della sua verifica di adeguatezza, come prescritto all’art. 45 della L.R. 36/1997. Gli Indirizzi di Pianificazione approvati hanno il seguente valore: 1) costituiscono una prima fase dell’elaborazione della Descrizione Fondativa del nuovo Piano Urbanistico Comunale che, ai sensi dell’art. 25

della L.R. 36/1997, analizza le peculiarità, gli eventuali squilibri e le potenzialità del territorio in vista dell’individuazione dei conseguenti obiettivi di piano e della definizione dei contenuti del PUC;

2) definiscono obiettivi generali che dovranno essere meglio specificati e ordinati nel Documento degli Obiettivi del Piano che, ai sensi dell’art. 26 della predetta L.R. 36/1997, in coerenza con la descrizione fondativa e con le indicazioni contenute negli atti di pianificazione e programmazione di livello regionale e provinciale, costituirà l’indispensabile presupposto ed il “documento di controllo”per la elaborazione della Struttura del Piano;

3) orientano la gestione urbanistica del territorio nel tempo che separa dalla adozione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, sia per valutare le proposte di intervento non conformi al P.U.C. vigente che per selezionare quelle azioni di pianificazione da porre in atto per gestire in modo graduato il passaggio dall’attuale Piano a quello nuovo.

Gli Indirizzi di Pianificazione come sopra approvati sono stati così articolati: 1 - Genova futura come città sostenibile che imposta il suo sviluppo su una valorizzazione delle risorse che connotano la sua identità. Il sistema città-porto esalta la sua posizione nell’arco del Mediterraneo, si collega con le reti europee, e razionalizza le funzioni a mare potenziandosi nell’oltreappennino. La città recupera spazi, ritrova il rapporto con il verde e il mare, integra funzioni, migliora la qualità di vita. 2 - La linea verde e la linea blu quali espressioni della relazione fra la città compatta ed il territorio verde, ed il mare, da preservare, migliorare, e ricostruire. 3 - Ricostruire il rapporto con il verde, come rapporto reale tra la natura e la città. Riconoscere un confine di tipo intellettuale tra il verde e la città compatta, oltre il quale la città non si espande e si privilegia il verde. Riequilibrare gli spazi vuoti o verdi con il costruito, realizzare una rete di percorsi e spazi verdi anche piccoli.

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4 - Ricostruire il rapporto della città con il mare come rapporto reale tra l’acqua e la terra. Il rapporto città-mare deve esprimersi non solo attraverso il porto, ma mediante un legame con il territorio più ampio e complesso: ritrovare il mare perseguendo la trasparenza contro l’opacità; perseguire la visibilità, la fruibilità e l’accessibilità del litorale. Gli Indirizzi sopra elencato sono stati rappresentati attraverso apposite elaborazioni grafiche volte a dimostrare la fondatezza dei medesimi indirizzi. _______________________________________________________________________________________________________________________ Allegato B: definizione della “Linea Verde” riferita alla demarcazione tra la città costruita e l’ambiente verde di contesto (limite fisico dell’area urbanizzata compatta); Costituisce analisi di supporto agli Obiettivi: n. 1: Genova futura come città sostenibile; n. 3: ricostruire il rapporto con il verde; n. 8: qualità urbana. L’analisi dimostra che esiste un limite fisico particolarmente evidente tra la città ed il territorio agrario e naturale posto al contorno, determinato dalla peculiare conformazione del territorio, oltre il quale cambia radicalmente il paesaggio e, soprattutto, la struttura delle aree urbanizzate; oltre tale linea è presente un sistema di insediamenti che deve essere pianificato con regole diverse da quelle pertinenti alla città compatta. Ciò non significa, pertanto, che oltre la linea verde non saranno più ammissibili attività edificatorie e di trasformazione o recupero e conservazione del patrimonio edilizio esistente, ma più semplicemente, come peraltro esposto nella Relazione Tecnica di illustrazione del documento di indirizzo, dovranno essere applicate regole pertinenti a tali luoghi e, quindi, diverse da quelle applicate alla città. Questa diversità non è presente nel P.U.C. vigente, ed è in questo senso che la Linea Verde costituisce l’indirizzo che viene conferito affinchè il nuovo Piano abbia discipline urbanistiche pertinenti ad un territorio diverso da quello urbano. Allegato C: legenda degli elementi che descrivono la Linea Verde: - urbanizzato compatto; - aree verdi a dominante naturale o rurale; - elementi di disturbo (autostrade, ferrovie, cave, discariche) L’allegato illustra, nel dettaglio, gli elementi che sono stati considerati per l’individuazione della linea di separazione tra la città ed il territorio esterno. Questa elaborazione è, peraltro, suscettibile di correzioni determinate dalla necessità di ulteriori approfondimenti effettuati con l’utilizzo di supporti cartografici il più possibile aggiornati che dovranno essere confrontati con altre fonti informative (foto aeree, cartografie tematiche, ecc.), specie per quanto concerne il rilevamento degli elementi di dissesto idrogeologico del territorio e le alterazioni morfologiche (es.discariche di inerti) e la presenza di nuovi insediamenti di recente costruzione o in corso di realizzazione che non compaiono ancora sulla cartografia, ma che hanno comunque modificato il limite del territorio urbano. Allegato D: descrizione del metodo di analisi applicato per l’individuazione della Linea Verde, sulla base delle seguenti categorie descrittive dello stato dei luoghi: - delimitazione netta tra città e territorio esterno; - delimitazione dinamica per il susseguirsi del passaggio tra territorio urbanizzato e campagna;

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- delimitazione di interstizi e corridoi verdi; - delimitazione di fondovalle o di siti alterati; E’ del tutto evidente il carattere di analisi territoriale che è stata condotta e che dimostra la fondatezza dell’obiettivo enunciato volto al contenimento della crescita della città in luoghi che hanno caratteri paesaggistici ed urbanistici diversi e che, pertanto, devono essere preservati e pianificati con regole proprie. Allegato E: definizione della “Linea Blu” riferita alle diverse situazioni di rapporto tra la città costruita e il mare, sia nelle situazioni ove il rapporto naturale è rimasto sostanzialmente intatto sia nelle situazioni dove questo è caratterizzato dalla alterazione strutturale, per la presenza del Porto o per effetto della trasformazione urbana e degli insediamenti produttivi; Costituisce analisi di supporto agli Obiettivi: n. 1: Genova futura come città sostenibile; n. 4: ricostruire il rapporto della città con il mare; n. 8: qualità urbana. Dall’analisi emergono con chiarezza due profili essenziali, peraltro di facile ed oggettiva comprensione: - larga parte del confine tra la città ed il mare è occupata dalla presenza del Porto: occorre pianificare il rapporto dell’infrastruttura con la città in modo che

possono essere migliorate e, come nel caso del porto antico, recuperato un diretto contatto con il mare, orientando la sviluppo del porto verso ambiti che hanno minore interferenza con la città. In questo senso il richiamo esplicito che viene effettuato nell’Allegato L relativo agli ambiti complessi, al progetto “Waterfront” di Renzo Piano, è di fondamentale importanza per esplicitare la fondatezza dell’Obiettivo.

- le parti residue, a levante a ponente, devono essere pianificate per valorizzarne i caratteri paesaggistici ed incrementare la fruizione pubblica del litorale, inserendo in questo senso le strutture utili al perseguimento dell’obiettivo.

Allegato F: analisi delle caratteristiche della Linea Blu, effettuata per tipologie di archi costieri; Si tratta di un elaborato di analisi che, esplorando i vari tratti di costa, dimostra la pertinenza e la fattibilità dell’obiettivo. Allegato H: descrizione delle tipologie del “verde”, attraverso le seguenti categorie descrittive; - verde naturale (aree bioitaly); - verde per l’energia (boschi); - verde produttivo (aree di potenziale produzione agricola); - verde monumentale (aree verdi vincolate); - verde delle fruizione (parchi e giardini pubblici); - verde di arredo (aree alberate);

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L’analisi effettuata riferisce sulla ricchezza e la rilevanza della quantità e qualità di spazi verdi presenti nella città e nel territorio che la circonda, e dimostra quindi l’assoluta fondatezza dell’obiettivo della ricostruzione del rapporto con il verde, a sua volta declinabile anche con riferimento agli obiettivi di costruire sul costruito, riservando parti significative delle aree idonee alla trasformazione urbana alla costituzione di parchi, ed all’obiettivo della qualità urbana. Sotto questo profilo potranno essere ulteriormente analizzate le tipologie del verde sopra elencate, con particolare riferimento a: - aree forestali, boschive e al gerbido; - ai parchi urbani; ai parchi e giardini storici; - ai giardini di ville, pubbliche e private, soggetti a vincoli di tutela monumentale; - viali alberati e giardini della città ottocentesca; - verde urbano e verde di arredo. Allegato I: descrizione del sistema del verde urbano, con indicazioni progettuali riferite a: - Collegamento della linea blu alla linea verde; - Previsione di un verde parallelo alla linea costiera; - Inserimento di nuove aree verdi di prossimità; - Ricucitura dei percorsi alberati interrotti; - Creare spazi verdi anche piccoli; Si tratta di una ulteriore analisi che ribadisce la fattibilità e, soprattutto, la sostenibilità dell’obiettivo ricostruzione di un rinnovato rapporto con il verde _______________________________________________________________________________________________________________________ 5 - Costruire sul costruito come riqualificazione e completamento piuttosto che espansione. Non prevedere nuove periferie che comportano costi sociali, ambientali ed economici non sostenibili, consumi territoriali ed infrastrutturali. Crescere attraverso il recupero del tessuto urbano, la riconversione di aree o edifici dismessi favorendo le aree accessibili e dotate di servizi. _______________________________________________________________________________________________________________________ Allegato G: analisi del territorio costruito attraverso le seguenti tipologie descrittive: - aree produttive; - aree produttive di possibile dismissione; - aree produttive dismesse; - aree ferroviarie; - aree portuali; - urbanizzato compatto. Costituisce analisi di supporto agli Obiettivi: n. 1: Genova futura come città sostenibile; n. 5: costruire sul costruito, nel senso del contenimento del consumo di suolo; n. 6: privilegiare il trasporto pubblico rispetto al trasporto privato; n. 7: grandi progetti e piccoli progetti; n. 8: la qualità urbana; n. 9: l’integrazione sociale; n. 10: i concorsi, strumento per lo sviluppo delle previsioni di pianificazione e della progettazione pubblica.

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Questo elaborato mette in evidenza la ricchezza e la potenzialità delle risorse spaziali presenti all’interno dei limiti della città compatta e, da un lato, rafforza l’obiettivo del contenimento della crescita della città a tutela del territorio esterno e, dall’altro, dimostra che è possibile perseguire l’obiettivo di “Costruire sul costruito”. A questo riguardo, l’analisi compiuta si è limitata, nella fase attuale, ad evidenziare le risorse potenzialmente disponibili per effetto delle modificazioni avvenute nel comparto produttivo e nel comparto delle infrastrutture; è in questo senso che deve essere inteso l’obiettivo che dimostra che non è più necessario ricercare aree esterne alla città costruita per assicurarne il necessario sviluppo urbanistico per i prossimi anni, ma è possibile riutilizzare gli spazi che si sono prodotti al suo interno. Ciò non esclude, allo stesso tempo, che l’obiettivo indicato possa esser declinato anche in termini di “ricostruire il costruito” come più volte già osservato, in quanto è presente una vastissimo patrimonio edilizio di bassa qualità e, soprattutto, si scarsa efficienza energetica e funzionale che può essere trasformato, a condizione che la disciplina urbanistica sia conformata in modo da favorire un largo processo di sostituzione di questo patrimonio edilizio scadente, sia in termini di congruità della potenzialità edificatoria rispetto ai costi operativi e sociali da sostenere, che in termini di modalità di attuazione, per privilegiare l’iniziativa edilizia dei proprietari degli immobili ed innescare, allo stesso tempo, una forte ripresa dell’attività edilizia delle piccole e medie imprese. Per quanto riguarda, invece, il centro storico, avviato il processo di connessione tra le aree portuali e quelle urbane, si intende confermare il ruolo centrale svolto da tale ambito nell’organizzazione complessiva della Città, anche sotto il profilo di polarità turistico-culturale, recependo nel Piano sia il patrimonio di analisi e conoscenze sino ad oggi sviluppato, che portando a compimento i progetti di riqualificazione in corso e quelli programmati. Allo stesso tempo l’analisi effettuata consentirà anche di poter meglio valutare quelle situazioni territoriali che, in quanto caratterizzate da buone condizioni di usabilità per le attività produttive (accessibilità, separatezza dai contesti urbani, condizioni orografiche del territorio) è opportuno preservare dalle modifiche della destinazione d’uso che le possano sottrarre a detta funzione, per assicurare adeguate prospettive di sviluppo anche al comparto produttivo, e ciò a prescindere dalle rilevanti potenzialità di sviluppo e di riconfigurazione dell’impianto e delle funzioni portuali. Allegato L: individuazione degli ambiti complessi della Città, con indicazioni di assetto progettuale che recepiscono proposte di pianificazione complesse, come nel caso dell’assetto del Porto di Genova delineato con il progetto “Waterfront”; Si tratta della più rilevante delle analisi effettuate in relazione all’obiettivo di “costruire sul costruito”, nella quale sono poste in evidenza sia le potenzialità in termini spaziali che si aprono per la trasformazione della città, che in relazione alla collocazione nel rapporto con il sistema del trasporto pubblico e, quindi, del perseguimento dell’obiettivo che vuole privilegiare tale modalità. Dall’esame delle tipologie emerge sia la rilevante potenzialità da riservare alle funzioni produttive, che quella disponibile per gli usi urbani. Si tratta, ovviamente, di una analisi non ancora esaustiva di tutte le potenzialità effettivamente disponibili, ma che rafforza e dimostra che l’obiettivo del contenimento del consumo di suolo, sotteso dalla linea verde, non avviene a scapito di concrete prospettive di sviluppo economico per la città. _______________________________________________________________________________________________________________________ 6 - Privilegiare il trasporto pubblico rispetto al trasporto privato come obiettivo prioritario della mobilità urbana. Perseguire un buon sistema di trasporto pubblico mediante selezionati investimenti, limitare la realizzazione di nuove strade e di nuovi parcheggi attrattori di traffico in città, privilegiare i parcheggi d’interscambio sulla cintura urbana o connessi alle reti infrastrutturali significative. La sostenibilità è perseguita sia tramite l’intermodalità delle tipologie di trasporto pubblico sia mediante l’adozione di soluzione alternative eco-compatibili (via ferro, via gomma via mare, impianti di risalita, ecc.).

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7 - I grandi progetti e i piccoli progetti come trasformazione dei grandi ambiti e contestuale recupero e valorizzazione delle aree a livello di quartiere. Adottare una strategia di pianificazione che tenga conto delle diverse scale: i grandi progetti, per la loro complessità ed i lunghi tempi di attuazione, richiedono una programmazione per fasi con organizzate forme di partecipazione dei soggetti interessati e dell’intera comunità; i piccoli progetti avviati con modalità e tempi rapidi contribuiscono tempestivamente al miglioramento della qualità urbana, risultano subito percepibili e fruibili dai cittadini e consentono una loro diretta partecipazione. 8 - La qualità urbana come requisito essenziale per ogni progetto di riqualificazione; la qualità e la bellezza architettonica degli spazi non sono un’astrazione superficiale, ma vanno perseguite per la loro ricaduta fondamentale sulla vita della comunità. La qualità urbana è conseguita tramite progetti sostenibili che integrano le diverse valenze funzionali. _______________________________________________________________________________________________________________________ Allegati M e N: elenco dei piccoli progetti, vale a dire di quelle proposte di intervento che sono state il frutto del rapporto con i Municipi che hanno segnalato le situazioni di interesse locale per la riqualificazione dello spazio pubblico. Si tratta, ovviamente di un repertorio di progettualità non esaustivo delle esigenze di riqualificazione urbana, ma di grande utilità per poter disporre di un catalogo di interventi che possono essere attuati sia mediante il ricorso a finanziamenti pubblici (es. i progetti contenuti nelle proposte dei POR del Comune di Genova) che mediante il ricorso alle Convenzioni sottoscritte da operatori privati per la realizzazione di opere di urbanizzazione collegate ad interventi di trasformazione urbana. L’elenco non ha, pertanto, alcun carattere vincolante, rappresentando, infatti, una potenziale domanda di riqualificazione degli spazi urbani della Città. _______________________________________________________________________________________________________________________ 9 - Integrazione sociale come un imprescindibile principio della pianificazione urbanistica e dell’architettura. Le periferie e la città interiorizzano la frontiera che le divide e diventano due mondi separati. Per evitare l’esistenza di ghetti e coordinare le diverse parti della città metropolitana occorre riqualificare i centri esistenti e realizzare spazi che prevedano eque integrazioni sociali. 10 - I concorsi, strumento per lo sviluppo delle previsioni di pianificazione e della progettazione pubblica come occasione di confronto sia di livello nazionale ed internazionale (grandi progetti) che a scala locale (piccoli progetti). _______________________________________________________________________________________________________________________

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Lo schema di organizzazione del Piano Al fine della redazione del nuovo Piano Urbanistico Comune è stato delineato, in prima approssimazione, un modello di riferimento operativo che è stato validato dal Sindaco nella conferenza urbanistica intersettoriale del 19 gennaio 2009.

Lo Schema di organizzazione del Piano, in coerenza con le prescrizioni della L.R. 36/1997, è stato così composto: Descrizione Fondativa (cartografia in scala 1:10.000 , 1:25.000, 1:50.000) 1. Recepisce, aggiorna e integra la Descrizione Fondativa P.T.C. della Provincia di Genova per gli Ambiti Territoriali: Riviera a ponente; Valle

Stura; Genova; Scrivia; Polcevera; Valichi; Paradiso e l’ambito territoriali Alessandrino. 2. Recepisce la dislocazione delle zone sottoposte ai vincoli territoriali e ambientali, anche al fine della definizione del Quadro Programmatico di

riferimento per la V.A.S.: P.T.C.P., P.T.C. costa, P.T.C. – ACL, Piano di Bacino: - aree inondabili; - frane; Zonizzazione acustica, Vincolo paesaggistico Vincolo monumentale, Zone SIC/ZPS, Zone percorse fuoco, Vincoli infrastrutture, Vincolo idrogeologico, Vincolo cimiteriale Aree carsiche, Aree rischio incidente industriale rilevante, Vincolo sorgenti.

3. Comprende le analisi descrittive del territorio contenute nel Documento delle Linee di Indirizzo; 4. Comprende le indicazioni della Struttura del P.U.C. vigente relativamente:

- ai servizi di urbanizzazione esistenti e previsti relativi alle sole proprietà pubbliche/convenzionate; - agli ambiti di valore storico, monumentale e paesaggistico-ambientale (sottozone AS e AV); - al Centro Storico urbano, con le relative analisi di dettaglio e disciplina; - alle infrastrutture di livello territoriale, urbano e locale esistenti; - alla rete degli impianti tecnologici esistenti;

5. Comprende la localizzazione delle tipologie che costituiscono il Sistema del Verde urbano e territoriale; 6. Comprende l’analisi dell’uso del suolo (Regione Liguria) 7. Comprende analisi specifiche e puntuali relative ai seguenti temi:

- territorio permeabile e territorio impermeabile; - aree pedonali strutturate per la pubblica fruizione; - mappa della qualità dell’aria; - mappa delle aree servite dal trasporto pubblico urbano e locale e curve isocrone; - mappa delle aree di congestione del traffico; - mappa delle aree dimesse e degradate; - mappa delle aree periurbane, di transizione tra città e campagna; - mappa della campagna abitata;

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- mappa del territorio non insediato; - mappa delle situazioni di degrado morfologico del territorio; - mappa della dislocazione dei pesi insediativi (residenti, abitazioni, attività produttive) - mappa dei servizi di scala urbana e territoriale con i relativi standard disponibili suddivisi per Municipio.

Documento degli Obiettivi E’ definito partendo dalle Linee di Indirizzo per il P.U.C. Contiene l’indicazione degli Obiettivi invariabili e di quelli orientabili durante il periodo di validità del Piano, anche agli effetti dell’eventuale approvazione delle varianti sostanziali di cui all’art. 44, comma 7, della L.R. 36/1997 e s.m. Costituisce parte integrante del Documento degli Obiettivi il Rapporto Ambientale, predisposto in attuazione dell’art. 13 del D.Lgs. 4/2008 ed avente i contenuti di cui all’allegato IV del medesimo decreto, al fine della successiva Valutazione Ambientale Strategica. Struttura del Piano Il P.U.C. 2010 è organizzato in tre livelli: - il Livello delle relazioni territoriali di area vasta (scala 1:100.000, 1:50.000, 1:25.000) - il Livello delle relazioni urbane e intercomunali (scala 1:25.000, 1:10.000) - il Livello delle relazioni locali (scala 1:10.000 e finestre 1:5.000, 1:2000) Il Livello delle Relazioni territoriali di area vasta illustra la collocazione della Città di Genova nel contesto del Mediterraneo, dell’Europa e del nord-ovest e contiene: 1. l’indicazione delle azioni e degli interventi necessari per assicurare l’integrazione e l’estensione del sistema portuale genovese (efficacia

propositiva); 2. l’indicazione dei temi selezionati per orientare lo sviluppo della Città durante il periodo di efficacia del Piano (efficacia propositiva); 3. l’indicazione dei temi e delle azioni per il coordinamento della pianificazione territoriale con il territorio ligure e provinciale di Genova,

soprattutto nel settore delle infrastrutture e dei servizi di interesse generale (efficacia propositiva). Il Livello delle Relazioni Urbane ed intercomunali, in scala 1:10.000, rappresenta l’assetto urbanistico complessivo della Città e comprende: 1. l’indicazione delle aree di relazione con i Comuni della cintura all’interno dei quali possono essere concordati l’assetto urbanistico dei servizi e

delle infrastrutture (efficacia propositiva);

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2. la selezione dei temi e delle azioni per il coordinamento della pianificazione urbanistica, specie in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale ed attività produttive (efficacia propositiva)

3. gli elementi della coesione e dell’organizzazione complessiva del territorio con i relativi Temi guida, di livello generale e per ciascun Municipio (efficacia di direttiva);

4. l’indicazione della rete delle infrastrutture per la mobilità urbana e territoriale, compreso il sistema dei parcheggi di cintura (efficacia di direttiva);

5. la localizzazione dei servizi di scala territoriale e urbana di interesse generale, compreso il sistema per lo smaltimento dei rifiuti (efficacia di direttiva);

6. la localizzazione delle aree di relazione con il Porto al fine del raggiungimento della prescritta intesa (efficacia di direttiva); 7. l’indicazione dei limiti del territorio urbano (linea verde e linea blu con efficacia prescrittiva) 8. l’indicazione del territorio di presidio ambientale ed il territorio non insediabile (efficacia prescrittiva); 9. la localizzazione del sistema produttivo urbano e territoriale (efficacia di direttiva); 10. la localizzazione delle aree riservate all’edilizia residenziale pubblica e sociale (efficacia di direttiva); 11. la localizzazione dei Distretti di Trasformazione di livello urbano (efficacia di direttiva)); 12. la localizzazione del sistema del verde urbano e territoriale (efficacia prescrittiva); 13. la localizzazione degli elementi di valore storico, monumentale e paesaggistico (efficacia prescrittiva); Il Livello delle Relazioni locali, in scala 1:10.000, rappresenta l’assetto urbanistico locale sulla base dell’articolazione territoriale dei Municipi e comprende: 1. l’indicazione dei Temi guida per il territorio di ciascun Municipio (efficacia direttiva); 2. la suddivisione del territorio in Ambiti di Conservazione e di Riqualificazione, entro i limiti del territorio urbano e di quelli nel territorio di

presidio ambientale (efficacia prescrittiva); 3. l’indicazione della rete delle infrastrutture per la mobilità urbana e locale, compreso il sistema dei parcheggi residenziali (efficacia di direttiva); 4. la localizzazione dei servizi di scala locale, compreso il sistema per la raccolta differenziata dei rifiuti (efficacia di direttiva); 5. la localizzazione dei Distretti di Trasformazione di livello locale (efficacia prescrittiva); Le Norme di Congruenza e di Conformità del Piano, articolate nei quattro livelli della Struttura e Disciplina di Livello Puntuale del P.T.C.P.; Il Quadro della Pianificazione Urbanistica vigente che viene fatta salva sino al compimento dei relativi termini di efficacia/attuazione. Il Rapporto Ambientale (integrativo e sostitutivo dello Studio di Sostenibilità Ambientale) al fine della relativa Valutazione strategica, con l’indicazione delle previsioni e dei progetti da sottoporre a procedure di Screening e V.I.A. e degli indicatori ambientali necessari per il monitoraggio.

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Allegati del Piano in materia di: 1. Piano per le energie rinnovabili; 2. Piano di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni; 3. Rapporto di incidente rilevante; 4. Capacità turistico-ricettiva; 5. Normativa urbanistico-commerciale; 6. Disciplina degli impianti per la distribuzione del carburante; 7. Peso insediativo; 8. Flessibilità del Piano; 9. Strumenti per la gestione del Piano e Programma Attuativo; 10. Repertorio dei progetti di intervento per i Municipi. _______________________________________________________________________________________________________________________

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Ambiti, Distretti e Aree di Concertazione Per l’individuazione degli Ambiti di Conservazione e Riqualificazione e Distretti di Trasformazione sono state definite le seguenti tipologie: Ambiti, Distretti e Aree di Concertazione Gli Ambiti sono per i luoghi dove minore è l’incidenza degli interventi sulla Città, distinguendo quelli dove l’interesse è sostanzialmente privato da quelli dove le interferenze con la Città sono più sensibili; i Distretti sono i luoghi dove le trasformazioni sono più incisive e, soprattutto, è già sostanzialmente chiaro dove si vuole arrivare; le Aree di Concertazione sono i luoghi dove non sono ancora mature e condivise le possibili trasformazioni, dove il Piano è solo schematizzato anche attraverso la definizione di ipotesi alternative di trasformazione, ma sono però stabiliti gli indicatori per misurarne la sostenibilità ambientale, dove occorre, quindi, prendere atto che il percorso di pianificazione generale non è ancora concluso e che si dovrà procedere, una volta conclusa la fase delle concertazione, a specifiche varianti integrative, ai sensi dell’art. 44, comma 2, della L.R. 36/1997 e, pertanto, coerenti con la Descrizione Fondativa e con il Documento degli Obiettivi del Piano. Ambiti di Conservazione e di Riqualificazione 1. Ambiti di conservazione del territorio non insediato: si tratta di parti del territorio di elevato valore naturalistico- ambientale non interessate,

o interessate in forme sporadiche e marginali, dalla presenza di insediamenti stabili, ove risulta prevalente l’interesse ad una sostanziale conservazione dell’assetto in atto, con salvaguardia e valorizzazione del quadro paesistico ed ambientale presente, anche ai fini della fruizione attiva del territorio, segnatamente quella turistica leggera itinerante, e nei quali può essere confacente alla conservazione del predetto valore paesaggistico l’inserimento di attività di effettiva produzione agraria;

2. Ambiti di conservazione del territorio rurale: si tratta delle aree poste direttamente al contorno del tessuto edificato, di cui costituiscono l’essenziale elemento di cornice, ove prevale l’interesse generale alla sostanziale conservazione dell’assetto in atto al fine della salvaguardia dell’ immagine paesistica del nucleo edificato.

3. Ambiti urbani di Conservazione assoluta: si tratta dei luoghi a forte connotazione naturalistica e non urbanizzati da sottoporre ad una rigorosa conservazione, perché sottendono valori paesaggistici che permettono la migliore lettura dell’immagine della città e assicurano il permanere delle risorse ambientali;

4. Ambiti di Conservazione dell’impianto urbanistico e dell’edificazione: si tratta dei luoghi della città e del territorio urbanizzato dove l’assetto urbanistico ed edilizio è compiuto ed occorre, soprattutto, curarne la manutenzione;

5. Ambiti di Conservazione dell’impianto urbanistico: si tratta dei luoghi della città e del territorio urbanizzato dove possono essere effettuati interventi di rinnovamento dell’edificato, a condizione che non richiedano modificazioni sull’impianto urbanistico;

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6. Ambito di riqualificazione del territorio non insediato: si tratta di parti del territorio esterne all’area urbana o poste a contatto interessate dalla presenza di cave e discariche, caratterizzate da un elevato grado di compromissione, ove risulta prevalente l’interesse generale alla riqualificazione mediante l’inserimento di insediamenti compatibili;

7. Ambito di riqualificazione del territorio rurale : si articola in 3 diverse categorie stabilite in base alla tipologia dell’assetto insediativi del P.T.C.P.: - aree del territorio non insediato (ANI) interessate dalla sporadica presenza di insediamenti stabili, ove si rende necessario subordinare gli

interventi sul patrimonio edilizio esistente o di nuova costruzione al perseguimento delle finalità connesse all’esercizio dell’effettiva produzione agraria.

- aree con presenza di Insediamenti Sparsi (IS), ove si rende necessario subordinare gli interventi sul patrimonio edilizio esistente o di nuova costruzione al perseguimento delle finalità di presidio ambientale, in esse comprese le attività di effettiva produzione agraria.

- aree con presenza di Insediamenti Diffusi (ID), che compongono l’assetto insediativo locale del territorio comunale, dove l’adeguamento funzionale delle urbanizzazioni primarie e l’inserimento di quelle secondarie mancanti, unitamente alla contenuta edificazione ammessa dal Piano, concorrono al completarne l’immagine paesaggistica.

8. Ambiti urbani di Riqualificazione dell’edificazione : si tratta dei luoghi della città e del territorio urbanizzato dove possono essere effettuati interventi anche di importante modificazione dell’edificato senza modifica dell’impianto urbanistico perché questo è idoneo a sopportare anche incrementi del peso insediativo e di quello veicolare;

9. Ambiti di Riqualificazione dell’impianto urbanistic o e dell’edificazione: si tratta dei luoghi della città e del territorio urbanizzato dove possono essere effettuati interventi anche di importante modificazione dell’edificato sulla base delle puntuali istruzioni impartite dal Piano e a condizione che sia contestualmente rinnovato e migliorato l’impianto urbanistico, strade, parcheggi e verde pubblico;

10. Ambiti di Riqualificazione diffusa : si tratta dei luoghi della città e del territorio urbanizzato dove è possibile effettuare interventi di modificazione dell’edificazione che rispondano a specifici requisiti definiti dal Piano e a condizione che sia contestualmente rinnovato e migliorato l’impianto urbanistico, strade, parcheggi e verde pubblico;

Distretti di Trasformazione 1. Distretto di trasformazione puntuale: si tratta di porzioni della città dove devono essere effettuati interventi di trasformazione per risolvere

criticità puntuali, per le quali il Piano indica opzioni alternative di utilizzo del territorio da scegliere e definire mediante la preventiva approvazione di Progetti Urbanistici Operativi o di Schemi di Organizzazione urbanistica (Livello locale dei Municipi)

2. Distretto di Trasformazione diffusa: si tratta di ambiti della città, caratterizzati da una diffusa criticità dell’impianto urbanistico, dove, sulla

base di specifici requisiti stabiliti dal Piano, possono essere effettuati interventi di trasformazione in grado di contribuire alla risoluzione, anche parziale, delle criticità indicate (Livello delle Relazioni Urbane e con il Porto)

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Aree di concertazione 1. Area di concertazione locale: si tratta di porzioni della città dove, mediante un bando pubblico di progettazione che risponda a specifici

indicatori di sostenibilità ambientale, deve essere stabilito l’assetto urbanistico meglio confacente alle esigenze locali, per la successiva variante di specificazione del PUC – art. 44, comma 2, L.R. 36/1997 (Livello Locale dei Municipi)

2. Area di concertazione generale: si tratta di porzioni della città dove, per la grande rilevanza dei temi da affrontare, la complessità dei profilo

tecnici da risolvere e la compresenza di più soggetti Istituzionali ed economici coinvolti, i contenuti del Piano si definiranno con un Accordo di Programma, per la cui formazione il Piano si limita ad indicare gli obiettivi della trasformazione attesa.

Sistema delle infrastrutture e dei servizi locali Art. 32 L.R. 36/1997: ambiti di conservazione/riqualificazione e distretti di trasformazione pubblici: comprende tutte le proprietà pubbliche che svolgono funzioni di servizi per la città e le aree necessarie per la realizzazione di nuovi servivi, che non possono essere realizzati mediante atti convenzionali ed intese con soggetti attuatori del Piano. Sistema delle grandi infrastrutture e dei servizi generali Aree di concertazione generale: riguardano le questioni relative alla realizzazione delle grandi infrastrutture per la mobilità della città e per i servizi di interesse generale, che si specificano con le stesse modalità delle aree di concertazione locale o generale.

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Appendice tecnica __________________________________________________________________ - Normativa di riferimento, L.R. 36/1997; - Il P.U.C. 2000; - Lo stato di attuazione del P.U.C. 2000; - Lo scenario della pianificazione territoriale.

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Normativa di riferimento La Legge Urbanistica della Regione Liguria, n. 36 del 4 settembre 1997 e s.m., al Titolo IV, Capo I, definisce la Struttura ed i contenuti del Piano Urbanistico comunale (art. 24) i cui elementi costitutivi sono: a) la descrizione fondativa; b) il documento degli obiettivi; c) la struttura del piano; d) le norme di conformità e di congruenza. La descrizione fondativa (art. 25) analizza le peculiarità, gli eventuali squilibri e le potenzialità del territorio in vista dell’individuazione dei conseguenti obiettivi di piano e della definizione dei contenuti del PUC. La descrizione fondativa è costituita da analisi conoscitive e da sintesi interpretative, estese all’intero territorio comunale e riferite: • ai caratteri fisici e paesistici dei siti, intendendosi per tali quelli naturali e storico-antropici nei loro aspetti geologici e geomorfologici,

vegetazionali ed insediativi, nonché ai principali fattori che costituiscono gli ecosistemi ambientali locali e che ne determinano la vulnerabilità ed il limite di riproducibilità;

• ai processi storici di formazione delle organizzazioni territoriali ed insediative in atto nonché ai prevalenti caratteri di identità, storici ed attuali, dei luoghi;

• ai processi socio-economici in atto e alle reti di relazione di livello locale e di scala territoriale più vasta anche nella loro correlazione con gli atti di programmazione, evidenziandone le dinamiche evolutive e le potenzialità innovative;

• alle prestazioni dei vari tipi di insediamento, delle reti di urbanizzazione, dei servizi e al complessivo rispettivo grado di equilibrio ecologico-territoriale riferito anche al territorio non insediato;

• al quadro di riferimento pianificatorio e dei vincoli territoriali comprensivo dell’illustrazione e del bilancio dello stato di attuazione dello strumento urbanistico generale vigente.

Le analisi e le sintesi interpretative sono predisposte nelle forme e con i mezzi più opportuni per: a) rappresentare ed interpretare gli assetti ed i processi individuati; b) valutare il grado di stabilità ambientale e la suscettività alle trasformazioni; c) valutare le opportunità di natura economico-sociale rapportate all’uso delle risorse territoriali ed alle prospettive di loro trasformazione; d) definire la disciplina paesistica di livello puntuale degli ambiti di conservazione e riqualificazione e dei distretti di trasformazione; e) alimentare il sistema delle conoscenze prescritto dall’art. 7 della stessa l.r. 36/1997.

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Il documento degli obiettivi di piano (art. 26) definisce in modo esplicito gli obiettivi che il piano intende assumere relativamente alle diverse componenti dell'assetto territoriale in coerenza con la descrizione fondativa, previa verifica dei rapporti di compatibilità, nonché con le indicazioni contenute negli atti di pianificazione e programmazione di livello regionale e provinciale. Il documento degli obiettivi di piano costituisce elemento fondamentale di riferimento e coerenza nella definizione complessiva del PUC delle priorità e delle modalità del suo sviluppo operativo, ai sensi della presente legge. La struttura del piano definisce l’impianto e il funzionamento del sistema territoriale e paesistico-ambientale del Comune nel suo complesso. Tale definizione è sviluppata in forma di elaborati grafici e di cartografie in numero adeguato ed in scala conveniente da 1:25.000 ad almeno 1:5.000 relative al territorio comunale ed alle sue relazioni territoriali. Nella struttura del piano sono individuati: 1. gli ambiti di conservazione e riqualificazione, insediati e non insediati, nei quali il piano persegue finalità di sostanziale conservazione o di

riqualificazione; 2. i distretti di trasformazione per i quali il piano configura scelte di rilevante trasformazione; 3. il sistema complessivo delle infrastrutture e dei servizi pubblici e d'uso pubblico esistenti e in progetto; 4. è indicata la capacità turistico-ricettiva complessiva del Comune unitamente ai criteri per l’articolazione nelle relative tipologie; 5. è definito il peso insediativo a livello comunale sulla base di quanto stabilito dall'articolo 33 della L.R. 36/1997; 6. è contenuto lo studio di sostenibilità ambientale dell’insieme delle relative previsioni; 7. sono definiti i margini di flessibilità delle relative indicazioni. Le norme di conformità sono quelle relative agli ambiti di conservazione e riqualificazione. Esse definiscono, con i mezzi più opportuni, gli esiti fisici, paesistici, tipologici, funzionali e prestazionali da conseguire nei singoli ambiti, in relazione agli specifici caratteri ed alla identità dei luoghi, nonché al ruolo attribuito a ciascuno di tali ambiti. Le norme di conformità specificano: • i tipi di intervento edilizio ed urbanistico in funzione dell’entità delle modificazioni consentite e con indicazione dei relativi parametri e delle

rispettive modalità progettuali ed esecutive anche di carattere geologico e geotecnico; • le destinazioni d'uso principali e complementari articolate e quantificate per categorie funzionali, nonché i limiti della loro eventuale

modificabilità anche senza opere edilizie. Le norme di conformità prevalgono sulle disposizioni del regolamento edilizio con esse contrastanti.

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Le norme di congruenza sono quelle relative ai distretti di trasformazione. Esse definiscono, nelle opportune forme grafiche e normative, anche di tipo parametrico, prestazionale e gestionale, condizioni e requisiti generali di attuazione del PUC. Le norme di congruenza contengono i criteri per: • valutare la compatibilità e congruenza delle trasformazioni proposte dal PUO rispetto agli obiettivi, alla struttura ed alle priorità generali dello

sviluppo operativo del piano; • valutare, nel caso di distretti per i quali eventualmente il PUC preveda sviluppi operativi alternativi, le conseguenze sugli altri distretti e

ridefinire gli assetti ivi previsti, nell'ambito di quelli consentiti dal PUC stesso; • controllare la qualità degli esiti complessivi delle trasformazioni previste anche in relazione alle restanti parti del territorio comunale; • definire le modalità gestionali e finanziarie delle operazioni di trasformazione e la ripartizione degli oneri relativi alla dotazione e alla

organizzazione di servizi pubblici e di uso pubblico.

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Il P.U.C. 2000 Il Comune di Genova è dotato di Piano Urbanistico Comunale approvato con D.P.G.R. n. 44 del 10 marzo 2000 e come tale soggetto all’obbligo della verifica decennale di adeguatezza, da effettuarsi ai sensi dell’art. 45 della Legge urbanistica regionale n. 36/1997, ordinatoriamente entro il semestre precedente la scadenza del medesimo termine e, pertanto, entro il 10 settembre 2009 nel caso in cui si voglia optare per la conferma dello stesso Piano Urbanistico. A questo riguardo l’assunzione della Delibera degli Indirizzi di Pianificazione n. 1 del 13 gennaio 2009 conferma la volontà della Civica Amministrazione di procedere alla formazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, per cui il termine sopra richiamato perde di significato in quanto preposto a governare l’ipotesi della conferma del P.U.C. vigente. Il P.U.C. vigente non è stato, peraltro, concepito secondo le prescrizioni della L.R. 36/1997, atteso che lo stesso è stato originariamente progettato ed adottato, con D.C.C. n. 74 del 17 luglio 1997 e quindi antecedentemente all’entrata in vigore della Legge urbanistica regionale, come Piano Regolatore Generale, ai sensi dell’art. 7 della Legge urbanistica nazionale n. 1150/1942, ed è stato approvato come P.U.C. beneficiando di una disposizione a carattere speciale contenuta all’art. 82, comma 1, della L.R. 36/1997, che ne ha permesso la conversione da P.R.G. a P.U.C.. In tal senso il P.U.C. vigente è, sostanzialmente ed anche formalmente, caratterizzato dalla zonizzazione funzionale, sebbene con contenuti innovativi rispetto all’impianto prescritto dalla Legge urbanistica nazionale, alla quale sono stati associati anche ambiti di riqualificazione e distretti di trasformazione, sebbene applicati a situazioni non sempre riconducibili alle definizioni di cui agli artt. 28 e 29 della L.R. 36/1997. Il risultato complessivo, dal punto di vista dell’impianto strutturale e della leggibilità tecnica, è quello di un Piano in due parti: - una parte ordinaria , che caratterizza la maggior estensione del territorio comunale, disciplinata in modo tradizionale con zone omogenee e

sottozone (ai sensi del D.M. 2.4.1968) senza particolari approfondimenti progettuali e da gestire con le relative Norme di Attuazione; - una parte speciale, che riguarda aree minoritarie del territorio comunale, organizzata in Ambiti di Riqualificazione e in Distretti di

Trasformazione, non corrispondenti alle zone e sottozone della parte ordinaria, caratterizzati da una maggiore definizione progettuale, sebbene limitata alla individuazione di obiettivi, funzioni caratterizzanti e compatibili, parametri dimensionali e prescrizioni funzionali e paesaggistiche, con sistematico rinvio a successive fasi di approfondimento progettuale ed attuazione (P.U.O., S.A.U., P.U. ecc.).

Manca, tra l’altro, del fondamentale requisito della “flessibilità” delle relative previsioni, atteso che tutti i contenuti del Piano hanno valore “prescrittivo”, mentre, anche sulla scorta di precedenti esempi di pianificazione cui lo stesso P.R.G./P.U.C. si è ispirato ed in applicazione delle disposizioni della L.R. 36/1997, sarebbe stato possibile definire una articolazione dell’efficacia delle relative previsioni, individuano quelle a

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carattere di direttiva e quelle a carattere prescrittivo, in modo da poter imprimere al Piano quella flessibilità che avrebbe permesso l’applicazione di tale requisito ed evitato il massiccio ricorso agli aggiornamenti ed alle varianti che negli anni successivi alla entrata in vigore hanno caratterizzato la sua gestione. Inoltre, proprio perché si tratta di uno strumento urbanistico concepito e progettato secondo le previgenti disposizioni della Legge urbanistica nazionale, lo stesso non è stato corredato ne dalla verifica della sostenibilità ambientale delle relative previsioni, come prescritto dall’art. 27, comma 2, lett. d), della citata L.R. 36/1997, ne dal Rapporto Preliminare o dal Rapporto Ambientale oggi richiesto dalla disciplina in materia di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) in attuazione della direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli impatti di determinati piani e programmi sull'ambiente. In altri termini, pur a fronte di uno strumento giuridicamente legittimo, lo stesso appare, da un lato, sempre più lontano dagli standard qualitativi e dai requisiti di flessibilità che si richiedono oggi al principale atto di pianificazione territoriale di competenza del Comune e, dall’altro, strutturalmente organizzato secondo modalità e schemi di riferimento che hanno largamente dimostrato i propri limiti e che, per questi motivi, comportano una gestione “faticosa e costosa” per i continui aggiornamenti e variazioni richieste sia dalle mutevoli condizioni socio – economiche che dall’oggettivo riconoscimento della inadeguatezza di molte delle relative previsioni.

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Stato di Attuazione del P.U.C. 2000 L’attuazione del PUC 2000 è avvenuta principalmente mediante il ricorso ad aggiornamenti periodici e a varianti, anche a carattere strutturale, che hanno virato gli obiettivi originari per introdurne altri. Il ricorso agli aggiornamenti ed alle varianti è stato massiccio a partire dal 2001 sino al 2008, con ben 39 Delibere del Consiglio Comunale in ulteriore crescita con provvedimenti in corso di formalizzazione (adeguamento disciplina del commercio, degli alberghi, alla L.R. 16/2008, ecc.). Varianti normative e cartografiche: 1) Aggiornamento periodico ai sensi dell'articolo 43 della legge regionale n. 36/97 inerente la modifica degli articoli 37 bis e 43 delle norme di

attuazione del piano urbanistico comunale; 2) Controdeduzioni alle osservazioni presentate avverso la variante normativa ai sensi dell'articolo 44 della legge regionale n. 36/97 inerente la

modifica degli articoli bb11 e bb8 delle norme di attuazione del piano urbanistico comunale ed approvazione delle modifiche conseguenti all'accettazione delle osservazioni ;

3) Aggiornamento periodico, ai sensi dell'art. 43 della legge regionale n. 36/1997, inerente la modifica degli articoli 43 punto 4.7 e 51 delle norme di attuazione del piano urbanistico comunale ;

4) Conferenza di servizi seduta deliberante 30 gennaio 2004 "accordo di pianificazione ex articolo 57 legge regionale 36/97 e s.m. relativo alla localizzazione del nuovo canile municipale in località Contessa - Sestri ponente, in variante al piano territoriale di coordinamento provinciale, al piano urbanistico comunale ed in modifica alla classificazione acustica comunale;

5) Approvazione dell'aggiornamento al piano urbanistico comunale, ai sensi dell'articolo 43 della legge regionale n. 36/97, inerente un immobile di civica proprietà sito in via Ronchi 54 a Pegli ;

6) Assenso del comune di Genova, ai sensi degli articoli 76 bis, comma 2, e 57 della legge regionale n. 36/97 e s.m. all'accordo di pianificazione per la localizzazione del nuovo ospedale della Valpolcevera attraverso una variante integrativa al p.t.c. - a.c.l. comportante la sostituzione delle previsioni del vigente p.u.c., relative al distretto n. 33 piana di Teglia, settori 1 e 2;

7) Conferenza di servizi ex art 14 legge n 241/90 e s.m. e i. ed ex art 59 lr n 36797 e s.m. e i. per l'aggiornamento perodico puc ex art 43, della stessa legge regionale, e per l'approvazione del progetto convenzionato relativo al complesso commerciale e parcheggi pertinenziali e relative opere di urbanizzazione e di varianti interne alla Villa Doria Spinola a Genova Quarto con parziale modifica delle destinazoni d'uso. Approvazione della bozza di convenzione. Parere del comune di Genova;

8) Adozione della variante al piano urbanistico comunale, ai sensi dell'articolo 44 della legge regionale 36/97 e s.m.i., inerente alla parziale modifica del tracciato dell'opera viaria sostitutiva del passaggio a livello ferroviario del ponte s. Francesco di Bolzaneto ed interventi connessi, con introduzione di un nuovo articolo delle norme di attuazione del piano;

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9) Adozione della variante al piano urbanistico comunale, approvato con d.p.g.r.l. n. 44/2000, ai sensi dell'art. 44 della l.r. n. 36/97 e s.m., inerente l'immobile sito in via Emilia;

10) Adozione della variante al piano urbanistico comunale approvato con d.p.g.r.l. n.44/2000,ai sensi dell'art. 44 l.r.n36/97 e s.m.,inerente un'area posta in fregio a via Adamoli, localita' Montanasco,con l'introduzione di una norma speciale e contestuale richiesta della Regione Liguria di variare, ai sensi dell'art 69 comma 1 della citata l.r. n 36/97, il livello locale p.t.c.t.;

11) Adozione della variante al piano urbanistico comunale approvato con dpgrl n 44/2000, ai sensi dell'art 44 della lr 36/97 e s.m., inerente un'area in localita' Rosata a Struppa ;

12) Conferenza di servizi, ai sensi dell'art 18 3° comma lr 24 marzo 1999 n 9, come modificato dall'art 2 della lr 6 agosto 2001 n 27 , per l'approvazione del progetto presentato dalla Workshop Foundation per la rifunzionalizzazione, as uso sede della stessa, del fabbricato sito in via p rubens civ 30 (s.u.45/2005). Parere di Genova, variante, ai sensi dell'art 44 della lr 36/97, al piano urbanistico comunale;

13) Variante al piano urbanistico comunale, ai sensi dell'art. 44 della legge regionale 4 settembre 1997 n.36, per la valorizzazione di alcuni immobili di proprietà del comune di Genova o di Società controllate ;

14) Adozione di variante inerente l'ambito speciale di riqualificazione urbana "Borgo storico di s. Quirico" n. 30 e aree limitrofe, adeguamento ai pareri espressi dalla Regione Liguria e dalla Provincia di Genova ;

15) Adozione della variante ai sensi dell'articolo 44 della legge regionale n. 36/97 e s.m.i. per la ridefinizione urbanistica di alcune aree conseguente ad errori ed altre situazioni;

16) Adozione di una variante al piano urbanistico comunale, ai sensi dell'art. 44 della legge regionale 4 settembre 1997 n. 36, finalizzata alla riorganizzazione della logistica di a.m.i.u. e di Aster e alla collegata riconversione delle aree suscettibili di dismissione;

17) Conferenza di servizi ex art. 58 l.r. 36/97 e dell'art d. Lgs 267/00 per la definizione dell'accordo di programma per approvazione: 1)della variante al piano urbanistico comunale per l'introduzione delle nuove funzioni commerciali(media struttura di vendita integrata non alimentare 2) del progetto unitario riguardante il sub settore 2 del distretto aggregato 44d, Ponte Parodi -porto antico;3) del progetto urbanistico definitivo relativo a ponte parodi e dello schema di convenzione attuativa;

18) Variante normativa, ai sensi dell'art. 44 della legge regionale n. 36/97 e s.m., inerente la modifica degli articoli ba7 e bb7 delle norme di attuazione del piano urbanistico comunale approvato con d.p.g.r. n. 44/2000;

19) Conferenza di servizi, ex art 18 comma 3 lr 9/99 come modificato dell'art 2 della lr 27/7/01 per l'approvazione in variante al puc ai sensi dell'art 44 della lr 36/97 del progetto presentato dalla ginnastica ligure colombo per la realizzazione di un nuovo edificio per lo sport sul sedime dell'ex sede della suddetta societa' in via degli Archi 6 (s.u. 197/2005).parere del comune di genova, variante ai sensi dell'art 44 della lr 36/97 al piano urbanistico comunale, approvato con d.p.g.r. 44/2000;

20) Conferenza di servizi, ex art 59 della legge regionale 36/97 e successive modifiche per l'approvazione del progetto di restauro del Palazzo della Meridiana in piazza della Meridiana a Genova. Approvazione della variante al p.u.c. ex art. 44 – della legge regionale n. 36/1997;

In termini sostanziali il PUC vigente ha avuto una attuazione non programmata, anche per la mancata redazione del Programma Attuativo previsto dall’art. 7 bis delle relative Norme di Attuazione, che avrebbe dovuto contenere l’esplicitazione delle azioni di governo del territorio, delle strategie e delle priorità, nonché la precisazione delle modalità e dei contenuti dell’azione pianificatoria.

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Tale Programma attuativo, peraltro in linea con le disposizioni di cui all’art. 55 della L.R. 36/1997, sarebbe dovuto essere stato approvato all’inizio di ogni mandato amministrativo ed avere validità pari alla durata in carica del governo comunale e da approvarsi da parte del Consiglio Comunale, previa effettuazione di ampie consultazioni con la popolazione, con le organizzazioni e con gli operatori. L’esito complessivo che si ricava dalla verifica puntuale dello stato di attuazione del PUC 2000, e che costituisce uno dei capitoli della Descrizione Fondativa del Piano, è quello di un alternarsi di eventi significativi, peraltro anche frutto di varianti, e di trasformazioni non ancora attuate, nel contesto di una gestione della parte ordinaria del Piano che ha fatto registrare rilevanti problematiche, segnatamente per quanto concerne i meccanismi del trasferimento della edificabilità nell’ambito delle sottozone BA e BB, con il manifestarsi di interventi edificatori, prevalentemente nelle aree del levante cittadino, scarsamente compatibili dal punto di vista paesaggistico e del corretto inserimento urbanistico. In questo contesto il supporto decisivo all’attuazione del Piano è stato prevalentemente impresso dalle trasformazioni programmate nel PTC regionale dell’Area Centrale Ligure, in attuazione del quale sono stati avviati e/o compiuti rilevanti interventi quali: - riassetto del litorale di Voltri (in attuazione); - dismissione e trasformazione dell’area dei depositi petroliferi di Fondega sud (avviata); - interventi di trasformazione urbana a Pegli (in attuazione); - dismissione e trasformazione dell’area della fascia di rispetto di Prà (in attuazione); - dismissione e trasformazione delle aree industriali di Prà (in corso di attuazione); - porto di Sestri Ponente (in attuazione); - trasformazioni nell’area del polo tecnologico di Sestri Ponente (in attuazione); - trasformazione dell’area degli Erzelli (in attuazione); - trasformazione dell’area dell’Acciaieria di Cornigliano e riconversione sistema produttivo (in attuazione); - trasformazioni urbane nel fondovalle del Polcevera (in attuazione); - realizzazione del nuovo mercato ortofrutticolo (attuato); - realizzazione del nuovo insediamento produttivo di Bolzaneto (attuato); - riconversione urbana dell’ambito di S. Biagio (attuato); - riconversione a fini urbani dell’area della Fiumara (attuato); - trasformazioni urbane nell’area di S. Benigno (in attuazione); - trasformazioni urbane nell’area del Porto Antico, Ponte Parodi (in attuazione); - trasformazioni urbane puntuali nella Val Bisagno (in attuazione); - trasformazioni puntuali nel Settore della Fiera del Mare (in attuazione); - trasformazioni urbane puntuali nel levante cittadino (in attuazione); - interventi sulle nuove infrastrutture viarie della Val Bisagno, Valpolcevera e strada a mare.

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Lo scenario della pianificazione territoriale La redazione del nuovo Piano Urbanistico comunale si colloca nel seguente scenario della pianificazione territoriale ligure: Pianificazione della REGIONE LIGURIA Allo stato, con riferimento al territorio del Comune di Genova, sono vigenti i seguenti Piani Territoriali regionali e Documenti di Programmazione: 1. Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, approvato con DCR 6 del 26 febbraio 1990 e s.m.i e sua Variante di salvaguardia della fascia

costiera, adottata con D.G.R. n. 940 del 10 luglio 2009; 2. Piano Regionale risanamento delle acque, approvato con DCR 53 del 3/07/1991; 3. Piano Territoriale di Coordinamento degli Insediamenti Produttivi dell'Area Centrale Ligure (Ambito Territoriale - Area Metropolitana

Genovese-Distretto 4 Ponente - Sestri Ponente), approvato con DCR 95 del 31 luglio 1992 e s.m.; 4. Piano delle attività di cava, approvato con DCR 16 del 29/02/2000; 5. Piano Regionale gestione dei rifiuti, approvato con DCR 17 del 29/02/2000; 6. Piano Territoriale di Coordinamento della Costa, approvato con DCR n. 64 del 19 dicembre 2000; 7. Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato con PDC n° 8 del 28/2/2003; 8. Progetto Preliminare del Piano Territoriale Regionale, proposto all’approvazione del Consiglio Regionale con DGR n° 963 del 5/08/2002; - Linee di azione territoriale del piano sanitario regionale, approvate con PDC n°32 del 13/11/2002; - Linee di programmazione commerciale e urbanistica, approvate con DCR n° 18 dell’8/05/2007 in attuazione della L.R. 1/2007;

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I Piani si trovano a stadi diversi di attuazione e di aggiornamento: - Il PTCP, livello locale dell'assetto insediativo è oggetto di costante aggiornamento in sede di elaborazione degli strumenti urbanistici locali e di

approvazione di procedimenti concertativi, ed è stato oggetto di più sistematiche varianti in occasione dell'approvazione del PTC della Costa; - Con la Variante di salvaguardia della fascia costiera sono state introdotte specifiche discipline per la tutela del sistema insediativi locale, sia in

termini di localizzazioni territoriali che di definizione dei nuovi regimi normativi: art. 49 bis IS MA saturo; art. 49 ter IS MA CPA; art. 79 bis via Aurelia; art. 79 ter Parco Costiero del Ponente; la variante è adottata ed in fase di pubblicazione ed esame per il parere dei Comuni e l’esame delle eventuali osservazioni;

- PTC per le attività di Cava ed è oggetto di specifico aggiornamento da parte del PTR;

- Le indicazioni del PTC ACL relative all’area Metropolitana Genovese-Distretto 4 sono state aggiornate in sede di approvazione del PRG / PUC di Genova con DPGR 44/2000 ed è attualmente oggetto di due ulteriori varianti, relative, rispettivamente a: modifiche alla normativa dell'area di intervento n. 12 inserimento della nuova area di intervento n.17- Ospedale di vallata (modifica);

- Il Piano della Costa risulta in corso di attuazione; Il Piano Territoriale Regionale non ancora approvato e, potenzialmente costituente uno dei riferimento fondamentali per la redazione del P.U.C., è stato proposto con i seguenti Obiettivi: - Sviluppo dello Spazio rurale; - Controllo dei fenomeni emergenti; - Rilancio turistico e riqualificazione urbana delle conurbazioni costiere; - Rilancio dei capoluoghi; Ad essi si aggiungono due ulteriori obiettivi, con carattere trasversale: - Progettazione integrata delle Grandi Infrastrutture; - Promozione del Sistema del Verde; Lo Spazio rurale è inteso dal Piano, in coerenza con l'evoluzione della riflessione comunitaria sul tema, non come mero insieme di aree connotate dalla sola funzione agricola e inesorabilmente destinate a una progressiva marginalità, ma come dimensione complessa, in cui settori connotati da

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una crescente presenza di funzioni diverse e, in particolare, da interessanti episodi di innovazione convivono con situazioni in cui i fenomeni di spopolamento e di marginalizzazione appaiono ancora prevalenti. Il QD ha effettuato un censimento dei segnali di innovazione, espressi dallo spazio rurale ligure, segnali ancora deboli, episodici, che il Piano si propone di raccogliere, strutturare e rafforzare. Il Piano, naturalmente, riprende e conferma la pianificazione e la programmazione di settore vigente ed operante (Programma di sviluppo rurale, Leader +, ecc.) rispetto alla quale offre una base di riferimento territoriale con obiettivi riferiti alle diverse specifiche situazioni attorno a cui aggregare una più vasta gamma di interventi. Il controllo dei fenomeni emergenti: le situazioni in cui il Quadro descrittivo ha evidenziato un maggior grado di espressioni innovative, nella maggior parte dei casi non supportate da un disegno di pianificazione atto a verificarne la reciproca coerenza e gli effetti complessivi, richiedono non tanto un intervento di promozione, quanto, piuttosto, un coordinamento delle diverse iniziative in corso, linee guida per il controllo dei fenomeni a carattere diffusivi (strade commerciali nei principale fondovalle, città diffusa nelle aree pianeggianti di maggiore estensione) Anche in questo caso l'azione del Piano integra quella già espressa da specifici PTC ex L.r. 39, in particolare il Piano della Costa, il PTC del Savonese Bormide ed il PTC La Spezia Val di Magra. Rilancio turistico e riqualificazione urbana delle conurbazioni costiere: si tratta delle situazioni in cui il Quadro Descrittivo ha evidenziato una certa debolezza progettuale, in particolare riferita alla strutturazione della conurbazione alla pertinente scala sovracomunale e all'obiettivo del rilancio turistico sulla base di una rinnovata proposta. Il PTR, pertanto, conferma integralmente le indicazioni già espresse dal Piano della Costa, integrandole con una più estesa azione di tipo pianificatorio e di promozione della progettualità. Il Piano individua quattro ambiti di progetto caratterizzati da obiettivi specifici: 1) Riorganizzazione urbana e riposizionamento turistico del ventimigliese. 2) Qualificazione dell' infrastrutturazione turistica del dianese. 3) Strutturazione della conurbazione e del tessuto insediativo del loanese. 4) Qualificazione dell'offerta turistica della Riviera del Pollupice. Rilancio dei capoluoghi: in termini di innovazione della struttura economica, di rinnovo urbano e di consolidamento dei sistemi portuali e infrastrutturali, tema in gran parte già affrontato dai PTC dell'area centrale ligure, Savonese Bormide e La Spezia Val diMagra e confluito nell'esperienza dei PRUSST savonese, spezzino e genovese. E' il tema già affrontato dai PTC ex L.r. 39/1984 (Area centrale ligure, spezzino e savonese), il cui disegno è pertant5o confermato dal Piano. Il Quadro Descrittivo ha rilevato una certa dinamicità ed una forte volontà progettuale da parte degli stessi capoluoghi, espressa dalla pianificazione locale e dai PRUSST, sostanzialmente coerente con le indicazioni dei PTC regionali. In particolare il QD ha evidenziato come la progettualità dei capoluoghi si sviluppi secondo linee di azione chiaramente individuabili: 1) ampliamento della gamma delle funzioni presenti (turismo, università, nuove tecnologie, PMI, riorganizzazione del commercio); 2) rinnovo urbano (recupero a fini urbani di spazi portuali, trasformazione di aree produttive dismesse);

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3) potenziamento dei porti e delle infrastrutture che ripercorrono e confermano le indicazioni della pianificazione regionale. Il contributo specifico del PTR si esplica pertanto in primo luogo nella verifica dei PTC regionali già approvati o in itinere, nella promozione dell'attuazione dei diversi strumenti già esistenti. e nella promozione del tema del verde e della qualità urbana, in oggi ancora poco presenti negli strumenti di pianificazione. Il Piano individua altresì i seguenti obiettivi specifici: 1) Rafforzamento del ruolo di capoluogo di Imperia; 2) Attuazione, promozione e sviluppo del PTC Savonese Bormide e del PRUSST (Savona); 3) Attuazione degli interventi contenuti nei principali strumenti di pianificazione (PUC, PRUSST, PTC distretto 4, PRP) (Genova); 4) Attuazione, promozione e sviluppo del PTC La Spezia Val di Magra e del PRUSST (La Spezia) Progettazione integrata delle Grandi Infrastrutture: - il Piano conferma le priorità di livello regionale di cui all'Intesa Generale Quadro Stato Regione del 06 marzo 2002. - si propone di sviluppare progetti integrati legati alle grandi priorità infrastrutturali. Il Piano si propone di superare un approccio meramente settoriale al tema e di sviluppare le implicazioni e le possibilità di intervento che dalla realizzazione delle infrastrutture traggono spunto fornendo esemplificazioni di possibili Progetti Integrati collegati al raddoppio della ferrovia del Ponente e alla realizzazione della terza corsia autostradale in Val di Magra e dedicando uno spazio specifico agli ambiti di influenza delle nuove stazioni nel ponente ligure. Promozione del Sistema del Verde : il Piano dedica uno spazio particolare al tema del verde: - Promuovendo quattro progetti pilota in situazioni rappresentative delle diverse tipologie di intervento possibili. - Fornendo linee guida per la progettazione del verde all'interno della pianificazione provinciale e comunale ai fini della creazione della rete ecologica regionale. L'intervento di Piano è finalizzato al coordinamento delle azioni dei PTC provinciali cui la LUR affida uno specifico compito sul tema del sistema del verde e alla promozione di specifici interventi alla scala comunale alla quale il tema risulta in oggi non affrontato in maniera soddisfacente. Per quanto concerne l’obiettivo del Rilancio dei Capoluoghi, il Piano indica per Genova i seguenti obiettivi specifici: 1. Attuazione degli interventi contenuti nei principali strumenti di pianificazione (PUC, PRUSST, PTC distretto 4, PRP); 2. Soluzione dei problemi infrastrutturali (Bretella autostradale, Terzo valico); 3. Definizione dell'assetto delle aree "acciaierie di Cornigliano”;

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4. Forte impulso alle politiche, azioni ed interventi per la qualità della vita; 5. Attuazione di politiche volte al recupero demografico (innalzamento standard dei servizi, miglioramento accessibilità al lavoro, ecc.). Pianificazione della PROVINCIA di GENOVA Allo stato, con riferimento al territorio del Comune di Genova, sono vigenti i seguenti Piani Territoriali di Coordinamento e di Settore: Piani di Bacino D.L. 180/1998, relativi ai corsi d’acqua compresi negli Ambiti 12 e13, approvati con DCP n° 65 del 12/12/2002 e s..m. dal 2004 al 2008, e nell’Ambito 14, approvato con DCP n° 66 del 12/12/2002 e s.m. dal 2003 al 2007. Piani di Bacino L. 183/1989, relativi ai Torrenti: - Bisagno, approvato con DCP n° 62 del 4/12/2001 e s.m. dal 2003 al 2007; - Branega, approvato con DCP n° 53 del 25/09/2002 e s.m. dal 2003 al 2006; - Chiaravagna, approvato con DCR n° 31 del 29/09/1998 e s.m. dal 2000 al 2004; - Polcevera, approvato con DCP n° 14 del 2/04/2003 e n° 38 del 30/09/2004 e s.m. dal 2003 al 2008; - San Pietro o Foce, approvato con DCP n° 54 del 25/09/2002 e s.m. dal 2003 al 2006; - Varenna, approvato con DCR n° 59 del 05/10/1999 a s.m. dal 2002 al 2008. - Piano Territoriale di Coordinamento, approvato con DCP n° 1 del 22/01/2002, oggetto di variante integrativa concernente “I criteri per il controllo dell’urbanizzazione nelle zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevate, nonché criteri per la localizzazione di insediamenti produttivi” , approvata con D.C.P. n° 39 del 18/06/2008 ed è entrata in vigore in data 09/07/2008. Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti, approvato con DCP n. 13 del 2/04/2003; In particolare ai fini della redazione del nuovo P.U.C., risultano rilevanti le indicazioni del vigente Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Genova, che con riferimento al territorio della Città di Genova assegna la seguante Missione di Pianificazione: P.T.C. - MISSIONE DI PIANIFICAZIONE A LIVELLO D’AMB ITO – Genova. Il territorio dell’ambito deve essere sottoposto ad azioni di ristrutturazione ed integrazione dovendo corrispondere all’obiettivo primario del riordino e della riqualificazione delle proprie strutture e degli assetti urbanistici determinati dal succedersi di interventi settoriali non di degrado ambientale, infrastrutturale, insediativo, sociale ed economico. Ciò comporta anche l’inserimento di nuovi elementi ed impianti, tali comunque da non alterare in modo sostanziale le quantità nei pesi insediativi. Tali azioni devono consentire l’affermarsi di un nuovo modello di sviluppo, sia

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nell’ambito stesso, sia nell’intero territorio provinciale, sostenibile sotto il profilo ambientale, equilibrato nelle diverse parti in cui si articola il territorio, flessibile per cogliere le opportunità anche di carattere innovativo offerte dal sistema di relazioni nel quale l’ambito è collocato. Le azioni di pianificazione dovrebbero quindi orientarsi a: riconfigurare il sistema della mobilità di persone e merci all’interno ed all’esterno dell’ambito, risolvendo in particolare le criticità del nodo autostradale e ferroviario genovese, del sistema di trasporto pubblico e dei parcheggi; ristrutturare il tessuto urbanistico, facendo emergere i valori di identità individuali e collettivi, nella prospettiva di costruire un “paesaggio urbano” meno diseguale, soprattutto tra il levante e il ponente; rendere disponibili aree e funzioni territoriali per lo sviluppo del sistema economico metropolitano e provinciale, cogliendo le opportunità che in tal senso si possono presentare, alle quali deve peraltro essere richiesto il più elevato grado di compatibilità ambientale e di inserimento paesistico, controllando e limitando il consumo delle risorse ambientali e paesaggistiche. Azioni da sottoporre a verifica periodica: 1. Mitigare gli effetti dell’inquinamento ambientale derivanti da traffico veicolare e ferroviario nei centri urbani , in particolare relativi alla qualità dell’aria e al rumore, diminuendo le necessità di spostamento nelle aree più congestionate, e quindi limitando e regolamentando la mobilità privata, offrendo servizi di parcheggio pertinenziali e a rotazione, favorendo il trasporto pubblico con mezzi non inquinanti e mettendo in opera opportuni dispositivi di protezione acustica lungo le carreggiate autostradali e le principali tangenziali urbane. 2. Coordinare i sistemi infrastrutturali per la mobilità secondo un disegno organico che privilegi le alternative di rete, la connessione funzionale dei nodi, l’eliminazione di soluzioni di continuità nei tracciati, completando la viabilità principale di scorrimento lungo gli assi vallivi e realizzando un nuovo asse di collegamento costiero tra il ponente ed il levante della città, fornendo altresì un supporto valido allo svolgimento delle funzioni sociali, culturali e produttive della città nelle relazioni tra levante e ponente e tra Val Polcevera e Val Bisagno, risolvendo le criticità relative all’attraversamento del centro della città e all’uso improprio dell’autostrada intesa come tangenziale urbana; nelle relazioni tra il sistema di aree urbane nelle vallate del Polcevera e del Bisagno ed il centro della città; nelle relazioni interne ai diversi ambiti cittadini (ponente, Polcevera, centro, Bisagno, levante). 3. Eliminare le compromissioni dell’ambiente generate da attività produttive non compatibili con il sistema insediativo a prevalente carattere residenziale ad esse contigue. 4. Riqualificare le porzioni di sistema insediativo sia nelle zone centrali dei tessuti urbani, curando la vivibilità interna, il rapporto con il fronte mare e valorizzando i caratteri tipologici dell’impianto urbano e del tessuto edilizio, sia nei quartieri urbani periferici dell’edilizia residenziale pubblica, soprattutto nel ponente (Quartiere Canova a Palmaro, “Lavatrici” a Prà) e nella Val Polcevera (settore 9 del PEEP di Begato “Diga”), dove si riscontrano episodi edilizi non compiutamente organizzati a livello di tessuto, ma caratterizzati da eterogeneità, casualità e disordine, e dove si manifestano condizioni di degrado del patrimonio edilizio.

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5. Tutelare le aree verdi di pausa e di cornice presenti all’interno o ai margini dell’area urbana di Genova, che concorrono a caratterizzare l’immagine urbana, rivestendo anche un rilevante interesse storico ed artistico in presenza di ville, edifici specialistici, attrezzature ed impianti con funzioni di servizio per il territorio urbanizzato e le spiagge distribuite lungo la costa (litorale di Voltri, di Pegli e Multedo, di C.so Italia, di Sturla, Priaruggia, Quarto, Bagnara, Quinto e Nervi) per la specifica funzione di servizio svolta, connessa alle attività della balneazione e della nautica minore. Tutelare le aree rurali libere nel sistema urbano che costituiscono momenti di attenuazione della pressione esercitata dalle infrastrutture e dalle attività produttive sul sistema insediativi residenziale, con l’interruzione della continuità della massa edificata, dilatazione degli spazi e delle visuali panoramiche, beneficio sulla qualità dell’aria, sulle emissioni sonore, nonché opportunità per lo svolgimento di attività ricreative (attività agrarie hobbistiche). 6. Definire programmi di rinaturalizzazione dei siti già compromessi da cave e discariche, ovvero di mitigazione e di riutilizzo con destinazioni d’uso coerenti con la riqualificazione ambientale. Lo Schema Direttore di P.T.C. sintetizza, infine, l’insieme delle azioni di coordinamento della pianificazione territoriale e si integra con le indicazioni relative al Sistema del Verde di livello provinciale. Pianificazione dell’AUTORITA’ PORTUALE di GENOVA Piano Regolatore del Porto di Genova, approvato con DCR 35 del 31/07/2001 e DCR 61 del 13/11/2001. Gli obiettivi del Piano Regolatore Portuale di Genova contenuti nella relazione illustrativa sono sintetizzabili nei seguenti punti: • confermare il ruolo del porto di Genova come "porta del Sud - Europa" e della sua posizione di riferimento nel Mediterraneo; • aumentare il territorio utile a parità di arco costiero impegnato; • creare le condizioni per un aumento di traffico più che proporzionale all’incremento delle aree; • sviluppare nel territorio circostante le condizioni infrastrutturali (strade, autoporti, ferrovie) per l’inoltro delle merci; • sfruttare ogni occasione di fatturato e di occupazione che ogni tonnellata di merce, o ogni passeggero, può creare prima, e nel corso, dell’inoltro a destinazione; • determinare i presupposti per una coesistenza tra città e porto, che aumenti la fruizione del mare e la visibilità dell’attività portuale pur nella separazione delle funzioni e dei percorsi; • superare la logica delle dismissioni e degli espropri, e la corsa alla sdemanializzazione intese come unica soluzione per far respirare i quartieri urbani alle spalle del porto; • affermare, e contribuire a realizzare, il modello di "sistema porto - città" nelle sue implicazioni urbanistiche, economiche, occupazionali e culturali.

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Rispetto a tali obiettivi ed alle concrete scelte di pianificazione portuale il provvedimento di approvazione della Regione Liguria (DCR 31.07.01 n. 35) esprime riserve e segnala prescrizioni e raccomandazioni che ne condizionano l’efficacia; rinviando ad esse per ogni più puntuale loro rappresentazione, si ritiene utile, per la continuazione del ragionamento qui sviluppato, accennare ai seguenti rilievi: • il potenziamento del porto di Genova costituisce per la Regione un obiettivo irrinunciabile, anche ai fini dello sviluppo e dell’incremento dell’occupazione; • le previsioni di sviluppo del PRP necessitano di un adeguato rafforzamento delle infrastrutture ferroviarie e viarie di collegamento tra Genova e il nord Italia e i principali valichi nazionali, come perseguito dall’Amministrazione Regionale e dalle altre Amministrazioni interessate; • le prospettive di sviluppo del porto di Genova non possono confliggere con le condizioni di qualità ambientale e paesistica della città; • uno sviluppo innovativo ed ambientalmente compatibile può essere perseguito: a) razionalizzando l’uso degli spazi esistenti e migliorando l’organizzazione infrastrutturale e logistica del porto; b) rimuovendo le attività incongrue e insostenibili dal punto di vista ambientale e cioè le Acciaierie di Cornigliano ed il Porto Petroli; c) ricercando nuove soluzioni di espansione verso mare. Appare chiara l’intenzione degli estensori del PRP e delle strutture regionali di considerare gli impatti positivi e negativi dello sviluppo portuale alla sola dimensione comunale e d’altra parte l’elaborazione del PRP ed il suo procedimento di approvazione sono proceduti parallelamente alla stesura ed alla approvazione del PRG/PUC di Genova, con dei momenti anzi di esplicito confronto e concertazione. Resta ancora da coprire un ampio spazio di pianificazione, specificamente attribuibile al livello provinciale, che affronti le seguenti problematiche: • il ruolo economico, occupazionale e culturale del sistema portuale genovese nel territorio provinciale: occorre passare da una ristretta visione di “Genova – città portuale” ad una più corretta concezione di “sistema integrato di area vasta”; • la localizzazione delle dotazioni infrastrutturali di supporto all’attività portuale e cioè: gli interporti, le piattaforme logistiche, i distripark, i centri intermodali, non solo nel territorio immediatamente circostante, ma anche nell’intero ambito provinciale, e nelle relazioni con i territori delle province confinanti, e con i grandi nodi logistici nazionali ed europei; • la configurazione dei sistemi infrastrutturali ferroviario, stradale, autostradale, aeroportuale, delle condutture tecnologiche, funzionale allo sviluppo portuale nella loro complessiva dimensione d’intervento; • la valutazione degli impatti ambientali conseguenti non solo agli ipotizzati riempimenti a mare, ma allo sviluppo dell’intero sistema logistico di cui il Porto di Genova è solo una componente.