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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA il. 115 RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI (Pervenute fino al 20 giugno 1971) INDICE ABENANTE, PAPA: Provvedimenti da adot- tare a favore degli aiuto-ricevitori e dei commessi avventizi del lotto (5115) (rispo- sta PRETI, Ministro delle finanze) . . Pag. 3069 Per l'esenzione dall'imposta di consumo sui materiali da costruzione a favore dei la- voratori che versano i contributi GESCAL (5184) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) 3069 ADAMGLI, MINELLA MOLINARI Angiola, CAVALLI: Minaccia di smobilitazione per l'istituto tecnico commerciale « Ugolino Vi- valdi » di Genova (3688) (risp. MISASI, Mi- nistro della pubblica istruzione) . . . . 3070 ALBANESE: Sui gravi episodi di violenza ve- rificatisi negli ultimi tempi a Palermo (4882) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) . . . 3071 ALBARELLO: Perchè il pagamento delle pen- sioni venga effettuato con un assegno re- capitato a domicilio; in particolare si se- gnalano i disagi dei pensionati che riscuo- tono la pensione presso l'ufficio postale di San Bonifacio (Verona) (4586) (risp. Bosco, Ministro delle poste e delle telecomunica- zioni) 3073 ALBARELLO, DI PRISCO: Sull'aggressione fascista avvenuta il 21 gennaio 1971 presso l'università di Verona (4468) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) 3073 ALBARELLO, LI VIGNI, MASCIALE: Per la applicazione della legge n. 336 del 1970 a favore degli ex combattenti dipendenti da enti locali, regioni e enti di diritto pubbli- co (4584) (risp. ANTONIOZZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri) 3075 ALESSANDRINI: Sulla difficile situazione in cui versa la s.p.a. « Lesa » (5170) (risp. GA- VA, Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato) 3075 ARNONE: Per la statizzazione dell'istituto paleggiato di magistero di Catania (5250) (risp. MISASI, Ministro della pubblica istru- zione) Pag. 3076 BALBO: Danni derivanti all'industria grafico- editoriale dall'applicazione, da parte del Governo francese, di una soprattassa sul prezzo di copertina di molte ptibblicazioni italiane (5147) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) 3076 BERTHET: Disagi derivanti alla rete telefo- nica della Valle d'Aosta dall'attuale divi- sione in due esercizi (5045) (risp. Bosco, Ministro delle poste e delle telecomuni- cazioni) 3077 BORSARI, MACCARRONE Antonino: In me- rito alla nomina dei membri della commis- sione regionale di controllo degli atti degli enti locali di competenza dei commissari di Governo (3999) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) 3078 BRUSASCA, PERRINO: Per conoscere li giu- dizio del Governo sui gravi fatti avvenuti in Polonia (4859) (risp. SALIZZONI, Sottose- gretario di Stato per gli affari esteri) . . 3078 CATALANO: Provvedimenti da adottare a fa- vore dei dipendenti dell'Intendenza di fi- nanza di Salerno (5000) (risp. PRETI, Mini- stro delle finanze) 3078 CELIDONIO: Per un intervento presso l'isti- tuto venezuelano « de los Seguros Socia- ìes », preposto al pagamento dei diritti di pensione di molti nostri connazionali re- sidenti in patria, perchè i relativi accredi- ti avvengano tempestivamente (4730) (ri- sposta BEMPORAD, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri) 3079 Provvedimenti da adottare per scongiurare il ridimensionamento dello stabilimento

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SENATO DELLA R E P U B B L I C A V L E G I S L A T U R A

i l . 115

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

(Pervenute fino al 20 giugno 1971)

I N D I C E ABENANTE, PAPA: Provvedimenti da adot­

tare a favore degli aiuto-ricevitori e dei commessi avventizi del lotto (5115) (rispo­sta PRETI, Ministro delle finanze) . . Pag. 3069 Per l'esenzione dall'imposta di consumo sui materiali da costruzione a favore dei la­voratori che versano i contributi GESCAL (5184) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) 3069

ADAMGLI, MINELLA MOLINARI Angiola, CAVALLI: Minaccia di smobilitazione per l'istituto tecnico commerciale « Ugolino Vi­valdi » di Genova (3688) (risp. MISASI, Mi­nistro della pubblica istruzione) . . . . 3070

ALBANESE: Sui gravi episodi di violenza ve­rificatisi negli ultimi tempi a Palermo (4882) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) . . . 3071

ALBARELLO: Perchè il pagamento delle pen­sioni venga effettuato con un assegno re­capitato a domicilio; in particolare si se­gnalano i disagi dei pensionati che riscuo­tono la pensione presso l'ufficio postale di San Bonifacio (Verona) (4586) (risp. Bosco, Ministro delle poste e delle telecomunica­zioni) 3073

ALBARELLO, DI PRISCO: Sull'aggressione fascista avvenuta il 21 gennaio 1971 presso l'università di Verona (4468) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) 3073

ALBARELLO, LI VIGNI, MASCIALE: Per la applicazione della legge n. 336 del 1970 a favore degli ex combattenti dipendenti da enti locali, regioni e enti di diritto pubbli­co (4584) (risp. ANTONIOZZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri) 3075

ALESSANDRINI: Sulla difficile situazione in cui versa la s.p.a. « Lesa » (5170) (risp. GA-VA, Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato) 3075

ARNONE: Per la statizzazione dell'istituto paleggiato di magistero di Catania (5250) (risp. MISASI, Ministro della pubblica istru­zione) Pag. 3076

BALBO: Danni derivanti all'industria grafico-editoriale dall'applicazione, da parte del Governo francese, di una soprattassa sul prezzo di copertina di molte ptibblicazioni italiane (5147) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) 3076

BERTHET: Disagi derivanti alla rete telefo­nica della Valle d'Aosta dall'attuale divi­sione in due esercizi (5045) (risp. Bosco, Ministro delle poste e delle telecomuni­cazioni) 3077

BORSARI, MACCARRONE Antonino: In me­rito alla nomina dei membri della commis­sione regionale di controllo degli atti degli enti locali di competenza dei commissari di Governo (3999) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) 3078

BRUSASCA, PERRINO: Per conoscere li giu­dizio del Governo sui gravi fatti avvenuti in Polonia (4859) (risp. SALIZZONI, Sottose­gretario di Stato per gli affari esteri) . . 3078

CATALANO: Provvedimenti da adottare a fa­vore dei dipendenti dell'Intendenza di fi­nanza di Salerno (5000) (risp. PRETI, Mini­stro delle finanze) 3078

CELIDONIO: Per un intervento presso l'isti­tuto venezuelano « de los Seguros Socia-ìes », preposto al pagamento dei diritti di pensione di molti nostri connazionali re­sidenti in patria, perchè i relativi accredi­ti avvengano tempestivamente (4730) (ri­sposta BEMPORAD, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri) 3079 Provvedimenti da adottare per scongiurare il ridimensionamento dello stabilimento

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Senato della Repubblica — 3068 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

ACE di Sulmona (5046) (risp. GAVA, Mini­stro dell'industria, del commercio e dell'ar­tigianato) Pag. 3080

CERAMI: Sul mancato conferimento di man­sioni impiegatizie agli agenti ULA (5139) (risp. Bosco, Ministro delle poste e delle telecomunicazioni) 3080

CHIARIELLO: Perchè gli uffici centrali di varie leghe sportive spostino le loro sedi da Milano a Roma (4955) (risp. MATTEOTTI, Ministro del turismo e dello spettacolo) 3080

DALVIT, SEGNANA, SPAGNOLLI, BERLAN-DA: Perchè sia resa possibile la ricezione televisiva sui due canali nelle zone mon­tane (5047) (risp. Bosco, Ministro delle po­ste e delle telecomunicazioni) 3081

DI PRISCO, VALORI, RAIA, PREZIOSI: Sul­la campagna xenofoba attuata in Svizzera da ambienti reazionari e fascisti (4984) (ri­sposta BEMPORAD, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri) 3081

FUSI: Sul mancato pagamento, da par te del Ministero del lavoro, del contributo men­sile a favore dei patronati nazionali delle organizzazioni sindacali (5218) (risp. Do-NAT-CATTIN, Ministro del lavoro e della pre­videnza sociale) 3082

GERMANO: Provvedimenti da adottare a fa­vore del personale del Corpo forestale del­lo Stato in servizio in Sicilia (5099) (rispo­sta NATALI, Ministro dell'agricoltura e delle foreste) . . 3083 In merito alla concessione di aree, da parte dei comuni, per l'installazione di circhi e parchi di divertimento (5100) (risp. MAT­TEOTTI, Ministro del turismo e dello spet­tacolo) 3084

GIANO UINTO: Perchè siano mantenute tut­te le servitù aeronautiche esistenti nella zona dell'aeroporto Nicelli di Venezia (4786) (risp. VIGLIANESI, Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile) 3084

LI VIGNI: Mancata applicazione, da parte delle casse di risparmio, dei benefici com­battentistici previsti dalla legge n. 336 del 1970 a favore dei propri dipendenti (4441) (risp. ANTONIOZZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri) 3085 Sulla grave situazione finanziaria del tea­tro comunale di Bologna (5027) (risp. MAT­TEOTTI, Ministro del turismo e dello spet­tacolo) 3086

MAMMUCARI, FUSI, BERTONE: In merito all'ubicazione del 5° centro siderurgico (4021) (risp. PICCOLI, Ministro delle parte­cipazioni statali) . • 3087

MAMMUCARI, MADERCHI: Sulla lottizzazio­ne di un comprensorio sito nel comune di

Palestrina nonostante il parere contrario espresso dal consiglio comunale (4996) (ri­sposta RESTIVO, Ministro dell'interno) Pag. 3088

MAMMUCARI, ROMAGNOLI CARETTONI Tullia, TOMASSINI, MADERCHI: Sulla grave situazione determinatasi a Roma per il continuo trasferimento di aziende indu­striali in zone nelle quali operano le age­volazioni della Cassa per il Mezzogiorno (4997) (risp. GAVA, Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato) . . . . 3088

MARCORA: Provvedimenti da adottare in re­lazione agli attentati compiuti negli ultimi tempi da elementi fascisti (4780) (risp. RE­STIVO, Ministro dell'interno) 3089

MASCIALE: Provvedimenti da adottare a favore dei dipendenti della Camera di com­mercio di Brindisi (4903) (risp. GAVA, Mini­stro dell'industria, del commercio e dell'ar­tigianato) 3089

MINNOCCI: Provvedimenti da adottare per evitare la chiusura degli stabilimenti « Me-talfer-FIAS» di Pomezia e Patrica (5116) (risp. GAVA, Ministro dell'industria, del com­mercio e dell'artigianato) . . . . . . 3090 Per sapere quali finanziamenti siano stati ottentiti nell'ultimo quinquennio dai comu­ni di Rocca d'Arce e di Santopadre (5124) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) . . . 3091

MURMURA: Sulla reiezione della richiesta di prestito agevolato avanzata dalla socie­tà CIMEA di Pizzo Calabro (5058) (risp. TA-VIANI, Ministro senza portafoglio) . . . . 3093 Per l'aumento dell'organico dei vigili del fuoco (5168) (risp. RESTIVO, Ministro d,el-l'interno) 3094

PAPA, ABENANTE: Per la tutela dei diritti dei lavoratori dipendenti dalla « Parteno-Craft » (5187) (risp. DONAT-CATTIN, Ministro del lavoro e della previdenza sociale) . . 3094

PELLICANO: Per sapere se esistano real­mente forme di sfruttamento organizzato ai danni dei lavoratori meridionali emigra­ti al Nord (5205) (risp. DONAT-CATTIN, Mi­nistro del lavoro e della previdenza sociale) 3095

PIRASTU: Provvedimenti da adottare, da parte degli istituti previdenziali, a favore dei lavoratori colpiti da silicosi (4372) (ri­sposta DONAT-CATTIN, Ministro del lavoro e della previdenza sociale) 3096

PREMOLI: Sulla Raccomandazione 628 re­lativa all'8° sessione della conferenza euro­pea dei poteri locali (4743) (risp. RESTIVO, Ministro dell'interno) . 3097

ROSSI: Perchè venga sospesa ogni azione volta allo smantellamento della ferrovia Spoleto-Norcia (5061) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) 3098

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Senato della Repubblica — 3069 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

SEMA: In relazione ad una commessa di navi fatta dalla Jugoslavia all'Argentina, per sapere se tale offerta sia stata fatta an­che alla nostra cantieristica a partecipazio­ne statale (4588) (risp. PICCOLI, Ministro del-partecipazioni statali) Pag. 3099 Sull'episodio verificatosi a S. Croce di Trie­ste e sul mancato intervento della forza pubblica di fronte ad atti di apologia di fascismo (5102) (risp, RESTIVO, Ministro del­l'interno) 3099

TIBERI: Perchè venga rispettata la legge n. 1221 nei confronti della ferrovia Spoleto-Norcia (5178) (risp. PRETI, Ministro delle finanze) • 3100

VIGNOLA: In merito alla chiustira della So­cietà italiana industria zuccheri di Battipa­glia (3501) (risp. NATALI, Ministro dell'agri­coltura e delle foreste) 3101

ABENANTE, PAPA. — Al Ministro delle finanze. — Per conoscere in base a quali con­siderazioni, sull'attuazione dei provvedimen­ti delegati per il riassetto delle retribuzioni, agli aiuto-ricevitori aggiunti ed ai commessi avventizi del Lotto, ai quali ultimi, giusta le disposizioni di cui ali'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica 23 dicem­bre 1970, n. 1079, compete lo stesso tratta­mento economico degli aiuto-ricevitori, la Ragioneria generale dello Stato, per quanto ufficiosamente riferito, nonostante tali pre­cise norme, intenderebbe limitare il riasset­to per le categorie suddette al parametro ini­ziale della carriera esecutiva.

Gli interroganti chiedono di conoscere qua­li provvedimenti il Ministro intende adotta­re per tranquillizzare il numeroso personale interessato, già oppresso da un trattamento giuridico ed economico estremamente caren­te rispetto a quello degli altri dipendenti dello Stato, (int. scr. - 5115)

RISPOSTA. — La complessità e peculiarità della materia oggetto della soprariportata in­terrogazione non consente, alio stato attuale, le formulazione di alcuna previsione circa la soluzione possibile del problema.

Le Amtministrazioni interessate infatti non hanno ancora superato la fase di studio del­le norme delegate di cui all'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica 23

dicembre 1970. n. 1079, per cui non sono state ancora considerate tutte le possibili in­terpretazioni delle disposizioni da applicare,

II Ministro delle finanze P R E T I

14 giugno 1971

ABENANTE, PAPA. — Ai Ministri del la­voro e della previdenza sociale, delle finanze e dell'interno. — Per conoscere quali prov­vedimenti intendono adottare perchè i la­voratori che versano i contributi GESCAL possano per intero usufruire dell'esenzione dal pagamento dell'imposta di consumo sui materiali da costruzione (secondo comma dell'articolo 45 della legge n. 431 del 1965) allorché costruiscono l'abitazione per la pro­pria famiglia, anche se questa è intestata, all'atto dell'accatastamento, ad uno dei fa­miliari del lavoratore avente diritto all'as­segnazione dell'alloggio GESCAL.

In particolare, gli interroganti sottolinea­no la necessità di precisare la norma della legge n. 431 per evitare anche che, così co­m'è avvenuto in alcuni comuni, una volta intervenuta la decisione del sindaco, gli Uffici delle imposte di consumo si sentano autorizzati alla riscossione del tributo sen­za attendere l'esito del ricorso avanzato dall'interessato al prefetto per opporsi al­la decisione del sindaco, disattendendo co­sì le decisioni della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il principio del solve et repete, perchè dannoso per i cittadini che*non possono esperire tutti i gradi del ri­corso amministrativo, (int. scr - 5184)

RISPOSTA. — Per prevalente competenza si fornisce diretta risposta in luogo del Mi­nistro del lavoro e della previdenza sociale ed anche a nome del Ministro dell'interno.

L'Amministrazione finanziaria ha già avu­to modo di chiarire in varie occasioni che tra le condizioni essenziali per beneficiare dell'esenzione dall'imposta comunale di con­sumo sui materiali da costruzione — poste dal secondo comma dell'articolo 45 del de­creto legge 15 marzo 1965, n. 124, convertito con modificazioni nella legge 13 maggio

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Senato della Repubblica — 3070 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

1965, n. 431 — è da annoverare quella se­condo cui, al di fuori della ipotesi delle abi­tazioni costruite con il contributo dello Sta­to, è necessario che il proprietario dei ma­teriali edilizi impiegati sia un lavoratore che versa i contributi alla GESCAL. Qualora, quindi, come nel caso prospettato nella in­terrogazione, la casa di abitazione risulti es­sere in proprietà di persona che non versi tali contributi, ancorché facente parte della famiglia del contribuente-GESCAL, la esen­zione in parola non può essere concessa. Ana­logamente, qualora l'alloggio realizzato ap­partenga in comproprietà a due persone, del­le quali solo una versa i detti contributi, il particolare beneficio va riconosciuto esclu­sivamente alla quota parte dell'immobile ad essa attribuibile, a nulla rilevando la circo­stanza che i comproprietari siano legati da rapporti di parentela, affinità o coniugio.

Induce alle suesposte conclusioni il chia­ro disposto del secondo comma dell'articolo 45 in esame, il quale stabilisce: « le abita­zioni economiche e popolari realizzate... da lavoratori singoli o da cooperative di lavora­tori che versino i contributi alla GESCAL...». Si parla cioè di realizzazione, e tale locuzio­ne non può che essere interpretata nel sen­so di comprendere nel beneficio fiscale le sole case che entrano a far parte del patri­monio del contribuente-GESCAL.

In base alla citata interpretazione, un in­tervento di carattere amministrativo nel senso auspicato dalla signoria vostra onore­vole si appaleserebbe evidentemente contra legem. D'altro canto l'introduzione di modi­fiche alla norma esonerativà in argomento — oltre che essere inopportuna, in considera­zione della prossima attuazione della rifor­ma tributaria che prevede l'abolizione delle imposte comunali di consumo — snature­rebbe la funzione della norma medesima, na­ta per favorire l'acquisizione di una casa di abitazione da parte dei lavoratori, contri-buenti-GESCAL, e non già dei loro familiari, ancorché conviventi.

Nel resto, deve avvertirsi che la proposi­zione del ricorso, ai sensi dell'articolo 90 del testo unico sulla finanza locale 14 settem­bre 1931, n. 1175, a<l prefetto avverso la de­cisione del sindaco non vale a sospendere la

esecuzione. Ciò discende dal principio gene­rale vigente in materia di ricorsi ammini­strativi secondo cui, salvo casi eccezionali — fra i quali non è compresa la fattispe­cie — la presentazione del ricorso non può far venir meno il carattere esecutorio dell'at­to impugnato. Soltanto un provvedimento di sospensione/alla cui emanazione è compe­tente l'autorità adita, può porre il .rappor­to in stato di quiescenza, con il conseguen­te venir meno della esecutorietà del provve­dimento per l'intera durata della sospen­sione.

Nessuna innovazione ha apportato nel par­ticolare settore la Corte costituzionale con il dichiarare, in varie sentenze, illegittime le disposizioni che condizionavano l'ammissi­bilità della domanda giudiziaria al preventi­vo pagamento dell'imposta (cosiddetta rego­la del solve et repete).

Infatti, il contenuto di tale regola e le conseguenze pratiche che ne discendevano erano nettamente distinte dal principio del­la esecutorietà della pretesa tributaria rac­chiusa nell'atto di accertamento.

La particolare regola concretizzava in de­finitiva un caso di presupposto processuale nelle cause tributarie dinanzi all'autorità giudiziaria ordinaria. Il suo venir meno, quindi, per contrasto con la Costituzione, sta semplicemente a significare che la facol­tà del cittadino di promuovere l'azione giu­diziaria non è più subordinata al preventivo soddisfacimento della pretesa d'imposta, la cui realizzazione in via coattiva rimane però pur sempre in potere dell'Amministrazione, in base al sopraillustrato principio della ese­cutorietà degli atti amministrativi, ancorché impugnati.

Il Ministro delle finanze PRETI

12 giugno 1971

ADAMOLI, MINELLA MOLINARI Angiola, CAVALLI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per conoscere quale iniziativa abbia assunto o intenda assumere in rela­zione alla grave situazione esistente presso l'Istituto tecnico commerciale parificato

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Senato della Repubblica — 3071 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

« Ugolino Vivaldi » di Genova, la più antica scuola genovese del genere, minacciato oggi di smobilitazione, nonostante la piena vali­dità ed attualità della sua funzione, dei suoi programmi e del suo insegnamento.

In particolare, gli interroganti chiedono di conoscere le misure immediate che si inten­dono adottare, sulla base di una prossima statalizzazione dell'Istituto, per consentire agli allievi di conservare gli attuali insegnan­ti con incarico a tempo indeterminato, (int. scr. - 3688)

RISPOSTA. — Si premette che l'Istituto tec­nico « Ugolino Vivaldi » di Genova ha cessa­to di funzionare il 30 settembre 1970, per gravi difficoltà finanziarie dell'ente gestore: conseguentemente questo Ministero ha au­torizzato, dal corrente anno scolastico, l'isti­tuzione di una sezione staccata dell'Istituto tecnico commerciale « Tortelli », l'unico nella città avente il medesimo indirizzo (quello mercantile) del predetto Istituto.

Va precisato peraltro che tale autorizza­zione, concessa in considerazione delle esi­genze degli (alunni del predetto Istituto, esclude un qualsiasi rapporto fra la gestione dell'Istituto « Vivaldi » e la nuova istituzio­ne scolastica. D'altra parte non si è trattato di un provvedimento di statizzazione, che sa­rebbe stato possibile solo nei confronti di un istituto pareggiato.

Per quanto concerne il riassorbimento de­gli (insegnanti dell'ex Istituto « Vivaldi » nel­la nuova succursale, si fa presente che que­sto Ministero aveva espresso l'avviso, d'ac­cordo col competente provveditore agli stu­di, che nella specie potesse effettuarsi una applicazione estensiva dell'articolo 4, 5° com­ma, dell'ordinanza ministeriale 25 febbraio 1970.

Tuttavia, la Commissione per gli incarichi, alle cui proposte di nomina deve attenersi il provveditore agli studi, non ha ritenuto, nella sua autonoma valutazione, di poter estendere al caso in esame il disposto della citata norma ministeriale.

Conseguentemente la predetta Commissio­ne nel formulare le proposte di nomina ha seguito l'ordine delle graduatorie, anche in relazione ai nuovi posti creatisi nell'Istituto

« Tortelli » a seguito della formazione della succursale.

Il personale non insegnante, già alle di­pendenze della « Fondazione Vivaldi », è sta­to in parte reimpiegato in scuole ed istituti statali e in parte assorbito nella posizione di non di ruolo presso l'istituto « Tortelli ».

Va da ultimo precisato, per quanto con­cerne l'ubicazione della nuova succursale, che superate le polemiche sorte in sede lo­cale è stata adottata una soluzione mediana e di carattere transitorio che nel complesso è risultata soddisfacente per tutti; e cioè nella succursale sono stati accolti solo gli alunni provenienti dal « Vivaldi », nella 2a, 3a, 4a e 5a classe, mentre i nuovi iscritti so­no stati ammessi nelle classi funzionanti presso la sede centrale dell'istituto statale « Tortelli ».

77 Ministro della pubblica istruzione MISASI

16 giugno 1971

ALBANESE. — Al Ministro dell'interno. — Per conoscere quali provvedimenti sono sta­ti presi e si intendono attuare in ordine ai gravi episodi che si sono verificati negli ul­timi tempi a Palermo.

Nelle prime ore di martedì 9 marzo 1971, alle ore 2,45, un metronotte, per caso e for­tunatamente, è riuscito a spegnere la mic­cia accesa di una bomba di quattro chilo­grammi di peso posta dinanzi alla sede della sezione « Matteotti » del PSI in Via Sira­cusa.

Già nella notte di S. Silvestro Palermo era stata teatro di altra tentata azione terrori­stica, quando ben 80 candelotti di dinamite sono stati ritrovati in quattro edifici pub­blici.

Non vi è dubbio che si tratta di delibe­rata ed organizzata azione messa in atto da forze reazionarie ed eversive contro edifici pubblici e contro una sezione di un partito popolare come il PSI, azione mirante a pro­vocare, con la violenza, un clima di tensio­ne atto a turbare la coscienza democratica dei cittadini e dei lavoratori, (int. scr. - 4882)

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Senato della Repubblica 3072 V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AE INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

RISPOSTA. — Alle ore 2,30 del 9 marzo scorso, a Palermo, il metronotte dell'Istituto di vigilanza privata « Città di Palermo », Be­nito Scorsone, mentre percorreva a piedi via Niccolò Garzilli, notava sul marciapiedi sottostante una finestra della sezione « G. Matteotti » del PSI un sacchetto di plastica.

Scorgeva, all'interno di detto sacchetto, un involucro cilindrico avvolto in un giorna­le, legato con spago, e collegato con una mic­cia di colore rosso. La miccia, all'atto del ri­trovamento, era indubbiamente spenta sia per dichiarata ammissione del metronotte e sia per le seguenti ovvie considerazioni: una estremità della miccia era innescata al deto­natore, inserito nell'involucro, mentre dal­l'altra estremità era ripiegata all'interno del sacchetto di plastica; l'assenza di qualsiasi bruciatura nella plastica lascia chiaramente intendere che la miccia non era stata accesa.

Da un successivo esame condotto dal per­sonale specializzato dell'Arma dei carabinie­ri, risultava trattarsi di Kg. 3 circa di esplo­sivo da mina in polvere innescato con deto­natore collegato con una miccia a lenta com­bustione di circa 60 centimetri, presentante le slabbrature della estremità leggermente bruciacchiate.

Il nucleo investigativo dei carabinieri, quale organo inquirente per primo interve­nuto, ha già presentato un dettagliato rap­porto all'autorità giudiziaria.

Sono tuttora in corso accurate indagini ai fini dell'identificazione dei responsabili del gesto criminoso.

Unitamente a tale capillare azione di ri­cerca, è stata intensificata l'attività di vigi­lanza, specie notturna, presso tutti gli obiet­tivi politici della città ed in particolare le sedi dei partiti.

Per quanto concerne gli attentati della notte di S. Silvestro, si comunica che nella notte tra il 31 dicembre 1970 e la mattina del 1° gennaio scorso, sempre a Palermo so­no stati rinvenuti quattro ordigni esplosivi riposti, ciascuno, in una scatola di cartone per scarpe e costituiti da candelotti di « ni-trax cava » collegati, in ogni ordigno, con miccia a lenta combustione ad un congegno ad orologeria.

L'esplosione dei quattro ordigni, che non si è verificata per mancato funzionamento

dei congegni, era stata predisposta per le ore 24 del 31 dicembre.

Gli ordigni erano stati collocati davanti al­le sedi del palazzo municipale, dell'assesso­rato regionale all'agricoltura e foreste, del­l'ente minerario siciliano e degli assessora­ti regionali alla sanità ed al lavoro.

Il successivo 10 gennaio, nella casa coloni­ca situata presso il « Fondo Gravina », a Pal­lavicino, di proprietà del pollicultore Mado-nia Francesco, venivano rinvenuti, da cara­binieri, n. 188 candelotti di esplosivo « ni-trex cava », nonché Kg. 1 di polvere da spa­ro, una pistola e due rivoltelle efficienti con relative munizioni, n. 31 cartucce per fucile da caccia, due sciabole, un coltello, un man­ganello di legno e n. 6 stecche di sigarette estere di contrabbando.

All'atto del rinvenimento di tali armi e materiale esplodente, venivano sorpresi nel­la suddetta casa colonica il menzionato Ma-donia Francesco in compagnia di altre tre persone. Gli stessi sono stati tratti in arresto e, quindi, denunciati all'autorità giudiziaria, in quanto a loro carico sono emersi, nel cor­so delle indagini, elementi di responsabilità in ordine agli accennati attentati dinamitardi che avrebbero dovuto aver luogo, a Paler­mo, nella notte tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio scorsi.

Il giudice deU'8a sezione istruttoria del tribunale di Palermo, cui sono state affidate le indagini del caso, ha emesso, in data 27 gennaio 1971, mandato di cattura a carico dei predetti denunciati, con le seguenti im­putazioni:

tutti di associazione per delinquere; di concorso in strage continuata, per avere compiuto, al fine di uccidere, diversi atti ido­nei a porre in pericolo la pubblica incolu­mità, predisponendo n. 4 ordigni esplosivi che collocavano all'esterno delle sedi dei suddetti uffici ed enti pubblici; di concorso in detenzione di materie esplodenti, di armi da fuoco e relative munizioni; di contrab­bando di tabacco lavorato estero e di eva­sione all'IGE sul tabacco stesso.

Le indagini fino ad ora svolte per accer­tare il movente degli atti criminosi in argo­mento non hanno dato esito anche perchè, in applicazione delle vigenti norme di proce-

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Senato della Repubblica — 3073 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

dura, gli arrestati non sono stati interrogati dagli organi di polizia che ignorano quan­to può essere stato rivelato da essi al magi­strato procedente.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

16 giugno 1971

ALBARELLO. — Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. — Per conoscere i provvedimenti che (intende disporre affin­chè i pensionati che si recano all'ufficio po­stale di S. Bonifacio (Verona) per riscuotere quanto loro è dovuto non debbano aspet­tare ore ed ore in un locale angusto, affol­latissimo e privo di posti a sedere, e, più in generale, per sapere se non ritenga di stu­diare il modo di pagare le pensioni con un assegno recapitato a domicilio e riscuotibile in banca o all'ufficio postale, a scelta dell'in­teressato. (int. scr. - 4586)

RISPOSTA. — Al riguardo, premesso che i locali dell'ufficio postale di S. Bonifacio so­no da considerare sufficienti ed idonei per l'espletamento dei normali compiti di isti­tuto, si fa presente che gli inconvenienti la­mentati nell'interrogazione potrebbero esse­re eliminati ove i pensionati si attenessero alle disposizioni che dall'ufficio stesso sono impartite per scaglionare in più giorni, se­condo l'ordine alfabetico, il pagamento del­le competenze loro spettanti.

Ciò posto si informa che, al fine di risol­vere il problema di agevolare i pensionati della previdenza sociale, questa Amministra­zione, di intesa con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, ha metto a punto un disegno di legge che prevede il pagamen­to delle pensioni a mezzo di speciali assegni postali all'ordine, girabili a terzi e riscuo­tigli sia presso gli uffici postali che presso le banche.

Il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni

Bosco 12 giugno 1971

ALBARELLO, DI PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere se è a conoscen­za del fatto che una squadra di teppisti è penetrata, la mattina del 21 gennaio 1971, nell'Università di Verona ed ha picchiato al­cuni studenti, ferendone gravemente tre.

Gli interroganti ricordano al Ministro che i delinquenti prezzolati hanno lasciato sul luogo dell'aggressione scritte inneggianti al-l'« Ordine nuovo », la famigerata organizza­zione di stampo nazista che, a Verona e in tutta Italia, è confluita in gran parte nel Mo­vimento sociale italiano, e richiama la sua attenzione sulla ormai troppo lunga serie di attentati dinamitardi, di azioni teppistiche, di provocazioni che si susseguono a Verona da tempo e che sono rimasti finora tutti stranamente impuniti, malgrado che i man­danti e gli esecutori siano facilmente identi­ficabili.

Gli interroganti richiamano, ancora, l'at­tenzione del Ministro sulla tecnica abituale dei provocatori che agiscono di solito in cit­tà differenti da quella di provenienza.

A tale proposito spiccano i legami evidenti che esistono tra i fatti di Trento e quelli di Verona e l'intercambiabilità delle squadre di delinquenti che agiscono nelle due città, onde gli interroganti si attendono un più efficace coordinamento nell'azione delle forze di po­lizia delle due città, (int. scr. - 4468)

RISPOSTA. — Il 21 gennaio scorso, verso le ore 10, alcuni giovani, introdottisi nella sede della facoltà di magistero di Verona — occupata sin dal 14 stesso mese, per protesta contro il referendum indetto dall'ORUV (Or­ganismo rappresentantivo universitario ve­ronese) — aggredivano con randelli tre stu­denti occupanti, dandosi poi a precipitosa fuga, invano inseguiti dagli agenti di servi­zio all'esterno dello stabile.

Secondo varie testimonianze, l'azione è stata improvvisa e fulminea.

Prima dell'aggressione, uno degli agenti di servizio aveva notato un gruppo di sei gio­vani, giunti a piedi, tre dei quali si erano poco dopo diretti verso l'ingresso dell'Uni­versità,. dove qualcuno aveva aperto la por­ta, consentendo loro di entrare, seguiti a breve distanza dagli altri tre.

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Senato della Repubblica — 3074 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

Uno del gruppo portava sotto il braccio un rotolo di carta bianca ed un altro teneva in mano un paio di occhiali da sciatore.

Trascorsi pochi minuti, gli stessi agenti avvertivano grida provenienti dall'interno della facoltà e vedevano uscire di corsa i suddetti giovani, che riuscivano a dileguar­si per vie diverse.

Nell'inseguimento, uno dei fuggitivi lascia­va cadere per terra un apparecchio fotogra­fico « Kodak Instamatic Camera 400 », re­cante la matricola 260393, che veniva seque­strata.

Da parte della locale Questura, subito in­formata dell'accaduto, venivano immediata­mente disposte ricerche ed istituiti posti di blocco sulle strade per Trento e per Vicenza, nonché al casello dell'autostrada, per il rin­traccio degli aggressori, ma con esito in­fruttuoso.

Nel corso del sopralluogo venivano ri­levati:

1) una larga macchia di sangue nel sot­toscala dell'ingresso ed altre macchie di sangue lungo le scale e i pianerottoli del pri­mo e del secondo piano dello stabile;

2) la rottura dei vetri della porta d'in­gresso e di un vetro della porta che immet­te in un'aula del primo piano;

3) sul pavimento del pianerottolo d'in­gresso, vicino alla predetta chiazza di san­gue, due cartelli manoscritti con frasi in­neggianti all'« Ordine nuovo »;

4) su una parete dello stesso ingresso, disegnata con vernice bleu, mediante bom­boletta spray, una scure bipenne con ai lati le lettere O.N., emblema del movimento « Or­dine nuovo » di estrema destra extraparla­mentare.

Non sono stati rinvenuti bastoni o sbar­re, né altri oggetti attinenti all'aggressione.

Nell'aggressione sono rimasti feriti tre studenti di magistero. Ricoverati presso il locale ospedale civile, due di essi sono sta­ti giudicati guaribili in trenta gorni ed il terzo in dieci giorni.

Nel pomeriggio dello stesso giorno 21, non avendo più il movimento « Ordine Nuovo » una propria sede a Verona, da parte delle forze di polizia sono state eseguite perqui­

sizioni, con esito negativo, nei domicili dei due più noti esponenti locali di detto movi­mento, i quali si sono dichiarati completa­mente estranei all'episodio.

Dal rollino della macchina fotografica ab­bandonata, nella fuga, da uno degli aggres­sori, è stato possibile rilevare due fotogra­fie: una riproducente un giovane sanguinan­te a terra (poi identificato per uno dei tre rimasti feriti a seguito della citata aggres­sione) con le mani legate e con a fianco il cartello « Ordine Nuovo vince » e l'altra, molto sfocata, che riproduce, di profilo, il volto di uno degli aggressori.

Sia i tre feriti, che altri studenti occu­panti non hanno riconosciuto nelle nume­rose fotografie di estremisti di destra, loro mostrate, gli autori dell'atto teppistico.

Con le indicazioni fornite dagli stessi è stato, tuttavia, possibile disegnare l'iden-ti-kit di uno degli aggressori, che è stato su­bito trasmesso, unitamente alla seconda del­le suddette fotografie, a tutte le Questure d'Italia, interessate per l'attiva collaborazio­ne nelle indagini rivolte alla identificazione dei responsabili, che si presume siano giun­ti a Verona da altre province.

In particolare, non potendosi escludere che gli aggressori potessero essere giunti da Trento, venivano subito inviati in detta cit­tà elementi della locale Questura per le in­dagini del caso, in collaborazione con quel­la Questura, che non conducevano, però, a risultati concreti.

Il 28 marzo scorso, infine, le stesse inda­gini — condotte sotto la direzione dell'au­torità giudiziaria — sono sfociate nell'arre­sto, operato dai carabinieri, di quattro per­sone, aderenti al movimento politico « Or­dine Nuovo », in esecuzione di mandato di cattura emesso dal giudice istruttore del tri­bunale di Verona.

L'emissione di tali mandati di cattura è avvenuta su denuncia di una donna la qua­le, fino a qualche tempo fa, era stata l'aman­te di uno degli arrestati.

I predetti sono tuttora ristretti nelle car­ceri giudiziarie di Verona e l'istruttoria è an­cora in corso.

Àgli stessi, in data 2 e 5 aprile scorso, so­no stati notificati gli avvisi di procedimen­to penale emessi dal sostituto procuratore

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Senato della Repubblica _ 3075 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

della Repubblica di Roma, dot tor Vittorio Accorsio, che sta procedendo ad att i d'istru­zione per il delitto di cui agli articoli 1 e 2 della legge 20 giugno 1952, n. 645, sulle attività fasciste.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

16 giugno 1971

ALBARELLO, LI VIGNI, MASCIALE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere se intende intervenire presso i t i tolari dei Ministeri interessati affinchè sia­no superate le remore frapposte all'appli­cazione integrale della legge n. 336 del 1970 sui r iconoscimenti agli ex combat tent i di­pendenti da enti di dir i t to pubblico, dalle regioni e dagli enti locali, (int. scr. - 4584)

RISPOSTA. — La Presidenza del Consiglio dei Ministri, d'intesa con il Ministero del tesoro, in ordine ad alcuni dubbi interpre­tativi di part icolare rilevanza, sia sotto il profilo giuridico che per i riflessi di ordine finanziario, prospet ta t i da vari Ministeri per l 'applicazione della legge 24 maggio 1970, n. 336, recante norme in favore dei dipen­denti pubblici ex combattent i e categorie as­similate, chiedeva il 17 set tembre 1970 il parere del Consiglio di Stato, ai fini delle ulteriori direttive da emanare per l 'esatta e uniforme applicazione della legge.

In attesa di acquisire tale parere, con cir­colare in data 28 set tembre 1970, la Presi­denza del Consiglio invitava le Amministra­zioni statali e gli enti ed istituti di diri t to pubblico da esse dipendenti o vigilate a pro­cedere, intanto, alla immediata applicazio­ne, a favore del personale, di quei benefici di legge per i quali non si ponevano questioni in sede interpretativa.

Il Consiglio di Stato, con parere del 12 no­vembre 1970, n. 43/70, si pronunciava in via definitiva per il personale statale, ed in via interlocutoria per il personale delle regioni, degli enti locali, degli enti pubblici e di diri t to pubblico, e, in particolare, per il personale degli enti pubblici economici, chiedendo che sulle questioni sollevate —• in relazione alla loro complessità e delicatez­

za — fossero invitati ad esprimere il loro avviso, nell 'ambito delle rispettive compe­tenze, tut t i i Ministeri che esercitano la vi­gilanza 'su enti pubblici.

Pertanto, con circolare del 15 dicembre 1970, numero 70650/45906, le Amministrazio­ni venivano invitate, per la par te relativa ai dipendenti statali, a dare alla citata legge integrale applicazione, uniformandosi ai cri­teri enunciati dal Consiglio di Stato; e, per corrispondere alla richiesta dello stesso al­to Consesso, nel contempo venivano solleci­tate a far conoscere le loro considerazioni ed il loro motivato avviso in ordine alle que­stioni sorte nei r iguardi degli enti da esse vigilati.

Infine, acquisito il parere di tu t te le Am­ministrazioni, in data 26 aprile 1971, è stato chiesto al Consiglio di Stato il definitivo av­viso per quanto r iguarda il personale og­getto della pronuncia interlocutoria.

Non appena perverrà tale parere , saranno impart i te le oppor tune istruzioni.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

ANTONIOZZI 14 giugno 1971

ALESSANDRINI. — Ai Ministri dell'indu­stria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previdenza sociale. — Per ri­chiamare alla loro attenzione la difficile si­tuazione nella quale versa la « Lesa-Costru­zioni elettromeccaniche » s. p . a. di Milano, con stabilimenti in Milano, Saranno e Tra­date ed una maestranza di oltre 2.200 unità.

L'impresa, travagliata da una seria crisi di ordine finanziario, organizzativo e commer­ciale, necessita di immediat i interventi che valgano a salvarla da più gravi conseguenze. Inoltre, in questi giorni, giunge a maturazio­ne la richiesta di procedere ad 800 licenzia­menti che, nel contempo, colpirebbero pe­santemente al t ret tante famiglie e, in genera­le, l 'economia del saronnese e del t radatese, r iducendo, in misura notevole, il consueto flusso di denaro.

L'interrogante desidera conoscere quale azione i Ministri interrogati abbiano (svolto ed intendano ancora esplicare, anche in rela-

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Senato della Repubblica — 3076 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

zione ad una richiesta di mutuo per 2 mi­liardi di lire giacente presso TIMI, al fine di restituire alla « Lesa » la normalità produt­tiva e, con essa, tranquillità alle maestranze — formate in massima parte da immigrati — sulle quali incombe la minaccia della di­soccupazione e della miseria, (int, scr. - 5170)

RISPOSTA. — La difficile situazione che at­tualmente attraversa la società Lesa ha for­mato oggetto di un'apposita riunione che si è svolta presso questo Ministero con l'inter­vento del Sottosegretario di questa Ammini­strazione nonché di quelli del lavoro e del tesoro e con la partecipazione dei dirigenti della società, deirAssolombarda e dei sin­dacati.

Nel corso di tale riunione è stata avanza­ta una ipotesi per la soluzione della crisi sul­la quale i dirigenti della società si sono ri­servati di dare una risposta.

L'ulteriore evolversi della questione non mancherà di essere attentamente seguito da questa Amministrazione.

Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato

GAVA 14 giugno 1971

ARNONE. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per conoscere i motivi che ri­tardano il provvedimento di statizzazione dell'Istituto pareggiato di magistero di Ca­tania, a favore dell quale si sono già pronun­ciati il Consiglio comunale di Catania, il Senato accademico dell'Università di Catania e lo stesso Ministero della pubblica istruzio­ne. (int. scr. - 5250)

RISPOSTA. — Si fa presente che la questio­ne della statizzazione dell'Istituto superiore di Magistero pareggiato di Catania è ogget­to di esame sia presso le autorità accademi­che locali sia presso questo Ministero.

Nonostante ogni attenta considerazione dei problemi dell'Istituto superiore di Ma­gistero pareggiato di Catania, non è possi­bile per il momento procedere alla relativa statizzazione. Infatti le disponibilità di cui

alla legge 24 febbraio 1967, n. 62 e della leg­ge 31 ottobre 1966 n. 942, relativa al piano della scuola, sono da considerare esaurite.

Si assicura tuttavia che la richiesta viene considerata con favore e non appena gli stanziamenti lo consentiranno si porrà allo studio il problema per la sua soluzione.

77 Ministro della pubblica istruzione M I S A S I

16 giugno 1971

BALBO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per conoscere quali provvedi­menti intenda prendere il Governo in segui­to al disposto della dogana francese che prevede, a partire dal 6 marzo 1971, l'appli­cazione della tassa dei 23 per cento sul prez­zo di copertina di 40 pubblicazioni perio­diche in rotocalco, che vengono stampate in Italia ed esportate in Francia, sulle quali fino ad oggi non gravava alcun onere doga­nale.

Il bollettino ufficiale delle dogane n. 71 / 121 del 28 febbraio 1971 (F73) reca i nomi delle testate delle nostre 40 pubblicazioni colpite dal grave provvedimento.

L'interrogante chiede, pertanto, se il Go­verno non ritenga opportuno un tempestivo intervento a tutela del lavoro grafico ita­liano e dell'occupazione nel settore, in quan­to il mantenimento di un tale gravame può mettere in gravi difficoltà e persino deter­minare la chiusura di alcune industrie gra­fico-editoriali di rilevanza nazionale, (int. scr. - 5147)

RISPOSTE. — Si risponde a nome del Go­verno alla suindicata interrogazione, ricor­dando in premessa che l'articolo 72 dell'al­legato IH del codice generale delle imposte francesi prevede l'esenzione dalla TVA per la stampa periodica; alcune pubblicazioni, quindi, come i fotoromanzi, essendo state considerate a tale stregua, godevano della citata esenzione.

Senonchè recentemente la « Commission paritaire des pubblication et agences de presse », nel quadro di un riesame generale delle esenzioni fiscali previste dal codice ci-

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Senato della Repubblica 3077 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

tato, ha adottato un provvedimento che con­sidera come « opere librarie » i fotoromanzi e pertanto le pubblicazioni di tale tipo edite in Italia in lingua francese ed esportate in Francia, isono state assoggettate, all'impor­tazione, al pagamento della TVA.

Poiché la predetta decisione veniva fatta valere solo nei confronti delle importazio­ni, il provvedimento in questione introduce­va una palese discriminazione tra pubblica­zioni dell'editoria francese e prodotti simi­lari di provenienza italiana.

Pertanto questo Ministero e quello del commercio con l'estero, ai quali non pote­vano certo sfuggire le sfavorevoli ripercus­sioni sulla nostra industria editoriale con­seguenti al provvedimento fiscale anzidetto, interessavano sollecitamente della questione l'Ambasciata d'Italia a Parigi, anche ai fini di una eventuale azione nel nostro Paese pres­so l'Esecutivo comunitario per infrazione al­l'articolo 95 del Trattato CEE.

A seguito di tale iniziativa la predetta Am­basciata effettuava un passo diplomatico presso il Ministero degli affari esteri france­se onde ottenere dalla citata « Commission paritaire » un riesame del provvedimento fi­scale che colpiva soltanto i fotoromanzi ita­liani esportati in Francia. Secondo quanto comunicato dal Ministero degli affari esteri il problema dell'applicazione della TVA ai fotoromanzi è stato oggetto di un generale riesame da parte delle Amministrazioni com­petenti francesi, che hanno deciso di sot­toporre all'imposta tutte le pubblicazioni di tale tipo, sia straniere che nazionali.

L'intero problema è comunque oggetto di nuovo e più approfondito esame da par­te delle autorità di Governo francesi, in vi­sta di una sostanziale riconsiderazione del­le attuali posizioni in materia.

Il Ministro delle finanze PRETI

12 giugno 1971

BERTHET. — Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. — Per conoscere:

a) in base a quali criteri la rete tele­fonica della Valle d'Aosta è divisa in due

esercizi, e cioè: i comuni dell'alta e media Valle (dal comune di Courmayeur a quello di Ver rè s, escluso) sono dipendenti dall'eser­cizio di Aosta, mentre i comuni della bassa Valle (dal comune di Verrès, incluso, al co­mune di Pont St. Martin, con tre vallate laterali minori) dipendono dall'esercizio' di Torino;

b) se non si riscontra l'opportunità di far costituire un « unico esercizio » coinci­dente con tutto il territorio della regione valdostana, e ciò anche e particolarmente alla luce dell'articolo 38 dello Statuto spe­ciale, onde avere per tutta la regione, in un servizio così delicato ed importante, del per­sonale che conosca e parli correntemente le lingue italiana e francese, e, per quanto pos­sibile, per i comuni di Issime, Gressoney St. Jean e Gressoney La Trinité, le lingue italiana e tedesca, (int. scr. - 5045)

RISPOSTA. — Al riguardo si fa presente che l'assetto telefonico della Valle d'Aosta è stato determinato tenendo conto dei diversi e ta­lora contrastanti interessi dell'utenza di cia­scuno dei centri della Valle stessa.

Pertanto, stante che il traffico telefonico dei comuni della parte bassa della Valle era in preminenza orientato verso la città di Ivrea, si stabilì, in sede di elaborazione del piano telefonico nazionale e, successivamen­te, di redazione dei piani tecnici relativi ai distretti di Aosta e di Ivrea, di includere detti comuni nel secondo dei due citati distretti.

Per quanto concerne i riflessi deil'accein-nato assetto telefonico sul!'applicazione del­l'articolo 38 dello statuto della Regione Val­dostana, rilevato che nessun reclamo in pro­posito risulta pervenuto alla SIP, si informa ohe la quasi totalità del personale addetto- ai rapporti con il pubblico nelle centrali idi com­mutazione della Valle conosce, oltre natural-rneaite alla lingua italiana, anche quella fran­cese.

Per quanto attiene, infine, alla conoscenza delle lingue italiana e tedesca nei comuni di Issime, Gressoney St. Jean e Gressoney La Trinité si fa presente che nei predetti com­muni i posti telefonici pubblici che svolgono il servizio di accettazione sono gestiti dai ti­tolari di esercizi pubblici, che indubbiamente

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Senato della Repubblica — 3078 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

conoscono le lingue usate dagli abitanti delle menzionate località.

Il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni

Bosco 15 giugno 1971

BORSARI, MACCARRONE Antonino. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere:

se sia a conoscenza del fatto che, nono­stante molti Consigli regionali abbiano prov­veduto da tempo alla nomina dei membr i della commissione regionale di controllo degli atti degli Ent i locali, i commissari regionali di Governo non hanno ancora co­municato ai Presidenti delle Regioni interes­sate la designazione dei membr i di loro com­petenza, in conformità a quanto disposto dalla legge 10 febbraio 1953, n. 62;

se non ritenga necessario emanare di­sposizioni affinchè, senza ulteriore r i tardo, possano entrare in funzione gli organi di controllo, in ot temperanza di quanto è sta­bilito dall 'articolo 130 della Costituzione e dalla ci tata legge 10 febbraio 1953, n. 62. (int. scr. - 3999)

RISPOSTA. — Si r isponde a nome della Presidenza del Consiglio dei minis tri .

Tutt i i commissar i del Governo pe r le Re­gioni a s ta tuto ordinario — ad eccezionie di quelli degli Abruzzi, Puglie e Calabria, dove si è tu t tora in attesa di apposita richiesta da par te delle amministrazioni regionali — han­no già provveduto ad effettuare le designa­zioni dei membri dei comitat i di controllo sugli att i degli enti locali.

Per quanto r iguarda il t rasferimento delle f inzioni d i controllo, si fa presente che i provvedimenti delle Amministrazioni provin­ciali vengono in at to esaminati dai comitat i di controllo delle regioni Liguria, Lombar­dia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Um­bria, Lazio e Molise. I comitati di controllo deirEmiliianRomiagna, Toscana e Umbria eser-

20 GIUGNO 1971

citano, inoltre, il controllo sugli at t i dei co­muni.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

16 giugno 1971

BRUSASCA, PERRINO. — Al Ministro degli affari esteri. — Per conoscere le noti­zie giunte al Governo sui gravi fatti avve­nuti in Polonia e per chiedere che esso si renda interprete della profonda solidarietà del popolo i tal iano per le famiglie dei lavo­rator i polacchi caduti nei conflitti di questi giorni, (int. sor. - 4859)

RISPOSTA. — Il Governo i tal iano è parte­cipe dell 'emozione suscitata a suo tempo nel­l 'opinione pubblica dall ' insorgere degli avve­nimenti polacchi del d icembre scorso. Non vi sono notizie da aggiungere a quelle già note .

11 Governo italiano si è reso interprete nei modi e nei tempi opportuni dei sentimenti espressi dal Par lamento e dall 'opinione pub­blica italiani, legati al popolo polacco da tra­dizionale e in interrot ta amicizia,

77 Sottosegretario di Stato per gli affari esteri

SALIZZONI 12 giugno 1971

CATALANO. — Al Ministro delle finanze. — Per conoscere:

se r isponde al vero che al personale di­pendente dall ' Intendenza di finanza di Sa­lerno, nonostante i r ipetuti interventi dei sindacati, non sono state ancora corrisposte né le competenze spettanti per lavoro stra­ordinario effettuato nel mese di marzo 1971, né quelle relative alle 50 ore, d i cui alla legge n. 777 del 28 ot tobre 1970;

se, inoltre, r isponde al vero che non sono stati ancora pagati gli stipendi del mese di marzo 1971 agli impiegati s t raordinari ;

se, nel caso, non ritiene necessario ed urgente intervenire con oppor tune misure di sua competenza, at te ad assicurare la re­golarità e la puntual i tà dei pagamenti , in

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Senato della Repubblica _ 3079 _ V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

particolare perchè le suddette competenze già maturate vengano corrisposte prima del­le festività pasquali;

se, infine, può dare precise assicurazioni circa la più sollecita definizione e liquida­zione degli arretrati ed il pagamento dei nuo­vi stipendi, di cui alla legge 28 dicembre 1970, n. 1079. (int. scr. - 5000)

RISPOSTA. — Premesso che le competenze per lavoro straordinario vengono corrisposte al personale sulla base delie ore di effettivo servizio straordinario prestato nel mese, ap­pare veramente singolare considerare matu­rate dette competenze prima ancora della scadenza del periodo di riferimento.

Lo stesso è a dirsi per quanto concerne il pagamento degli stipendi al personale straor­dinario assunto ai sensi della legge 19 luglio 1962, n. 959, al quale il trattamento econo­mico è commisurato ai giorni di effettivo ser­vizio, che vengono computati a fine di ciascun mese.

Risulta comunque che le categorie impie­gatizie in questione sono state puntualmente soddisfatte delle anzidette competenze, men­tre si può assicurare che al pagamento dei nuovi stipendi in base al decreto del Presi­dente della Repubblica 28 dicembre 1970, n. 1079, provvedono direttamente le direzio­ni provinciali del tesoro, da tempo autoriz­zate da questa Amministrazione a corrispon­dere in via provvisoria quanto dovuto al sud­detto titolo al dipendente personale.

Il Ministro delle finanze PRETI

14 giugno 1971

CELIDONIO. — Ai Ministri degli affari esteri e del lavoro e della previdenza sociale. — Per chiedere se non ravvisino urgente l'opportunità di un intervento presso il Go­verno venezuelano, e per esso presso l'« Isti­tuto venezuelano de los seguros sociales », preposto al pagamento dei diritti di pensio­ne di cui risultano titolari numerosi nostri connazionali residenti in patria, allo scopo di evitare che i relativi accrediti siano fatti « a singhiozzo » e con assegni in dollari USA,

emessi sistematicamente circa due mesi pri­ma rispetto alla data di spedizione, con evi­dente danno, che si esprime in termini di lucro cessante a carico dei titolari, e di con­tro determinando un ingiusto profitto a favo­re dell'istituto di credito emittente gli asse­gni circolari, (int. scr. - 4730)

RISPOSTA. — Rispondo anche a nome del Ministro del lavoro e della previdenza so­ciale.

A seguito dei ripetuti interventi effettuati dalla nostra Ambasciata a Caracas è stato possibile ottenere dall'« Institute Venezue­lano de los Seguros Sociales » assicurazioni circa la prossima messa in atto di un nuovo sistema dei pagamenti che dovrebbe snellire notevolmente la procedura per l'invio delle pensioni ai cittadini italiani residenti in Italia.

Tale snellimento, che verrà adottato nel quadro della riorganizzazione generale in at­to presso l'Istituto venezuelano, dovrebbe permettere in particolare:

a) che i pagamenti non vengano più ef­fettuati « a singhiozzo » ma con periodicità fissa, in quanto verrà stabilito un sistema di ordini di pagamento permanenti che sosti­tuiranno il sistema ora in uso di inviare ma­terialmente assegni che vengono emessi volta per volta, il che spesso comporta ritardi;

b) ohe i pagamenti delle pensioni ven­gano, inoltre, effettuati direttamente in lire (non più in dollari) ma le ricevute relative saranno, per ragioni contabili e di controllo, stilate in Bolivares.

Infine si segnala che con il nuovo sistema le rimesse in Italia non verranno più effet­tuate a cura dell'Istituto predetto ma diret­tamente dalle Banche (« Banco de Commer­cio » e « Banco Nacional de Deseuemto ») alle quali l'Istituto conferirà il relativo incarico permettendo così l'adozione di una proce­dura meno complessa di quella attualmente in uso e una maggiore automaticità dei pa­gamenti alle scadenze fissate.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri

BEMPORAD 9 giugno 1971

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Senato della Repubblica — 3080 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

CELIDONIO. — Al Presidente del Consi­glio dei ministri. — Per conoscere quali urgenti iniziative ravvisi opportuno concor­dare con i Ministri di competenza allo sco­po di scongiurare il paventato ridimensio­namento dello stabilimento ACE in Sulmo­na, che rappresenta la sola e neppure ade­guata struttura portante dell'economia di tutta la vasta zona peligna.

Si chiede innanzitutto di esaminare e ri­solvere la grave situazione creatasi a segui­to del provvedimento relativo al ricorso al­la Cassa integrazione guadagni per ben 500 dipendenti, circostanza, questa, che ha de­terminato l'occupazione della fabbrica.

Non è superfluo ricordare che quanto so­pra lamentato assume un significato di par­ticolare gravità in relazione allo stato di cronico malessere economico della Valle Pe­ligna e, di riflesso, di tutto l'Abruzzo, nei cui confronti si sollecitano da sempre inter­venti che determinino il suo riscatto, per inserirlo attivamente e definitivamente nel tessuto sociale ed economico del Paese, (int. scr. - 5046)

RISPOSTA. — Si risponde per il Governo. Il settore industriale degli apparecchi e

componenti elettronici sta attraversando dal­l'ultimo trimestre dello scorso anno gravi difficoltà in seguito ad una forte contrazione delle richieste del mercato interno e dei mer­cati esteri, dove le nostre industrie, special­mente quelle degli apparecchi radiotelevisivi, avevano realizzato notevoli correnti di espor­tazione.

Risulta che attualmente oltre 10.000 dipen­denti del settore di cui trattasi lavorano con orario ridotto a 32 e 24 ore settimanali.

Tali difficoltà sono state ovviamente avver­tite anche dall'ACE di Sulmona, del Gruppo Siemens Elettra, il cui stabilimento produce componenti elettronici, ed occupa circa 1.100 dipendenti.

La Direzione dello stabilimento aveva per­tanto iniziato le trattative con le organizza­zioni sindacali per la riduzione a 24 ore set­timanali dell'orario lavorativo, riguardante n. 500 operai per 13 settimane con l'inter­vento della Cassa integrazione guadagni.

La vertenza sindacale che è seguita si è ri­solta con la revoca della riduzione dell'ora­

rio lavorativo da parte della società ed il 3 maggio lo stabilimento ha ripreso la nor­male attività produttiva.

i7 Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato

GAVA 14 giugno 1971

CERAMI. — Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. — Per conoscere i mo­tivi per cui non sono state conferite ancora le mansioni impiegatizie agli agenti ULA, come previsto dal decreto ministeriale 1° ot­tobre 1970, n. ULA/A/1201/22392, soprat­tutto in considerazione della mancanza di personale esistente nel settore della carrie­ra esecutiva degli uffici locali. (int„ scr. -5139)

RISPOSTA. — Al riguardo si informa che il concorso per il conferimento delle mansioni esecutive al personale della carriera ausilia­ria ULA, bandito con decreto ministeriale 1° ottobre 1970 ai sensi dell'articolo 50 della legge 12 marzo 1968, n. 325, è in corso di espletamento.

Prossimamente si provvederà alla emana­zione del decreto di approvazione della rela­tiva graduatoria — sulla quale la Commissio­ne centrale per gli uffici locali ha già espres­so il prescritto parare — e, successivamente, all'emanazione del decreto di conferimento delie mansioni stesse, nonché all'assegnazio­ne delle sedi agli interessati, in base all'elen­co delle preferenze da loro espresse.

Si ritiene che tali adempimenti potranno essere definiti entro la fine del prossimo mese di luglio.

Il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni

Bosco 15 giugno 1971

CHIARIELLO. — Al Presidente del Con­siglio dei ministri ed al Ministro del turismo e dello spettacolo. — Per sapere se non ri­tengano opportuno svolgere un'adeguata azione affinchè gli uffici centrali di varie leghe sportive, ed in particolare quello della

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Senato della Repubblica — 3081 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

Lega calcio, spostino la loro sede da Milano a Roma.

Tale provvedimento, oltre a rivelarsi op­por tuno per ovvii motivi — che vogliono che gli uffici, la cui funzione interessa l ' intera comunità nazionale, abbiano sede nella capi­tale — varrebbe anche a fugare sospetti di^ gestione privatistica del potere sportivo, e di quello calcistico in part icolare, da par te di alcuni grossi clubs del Nord. (int. scr. -4955)

RISPOSTA. — Rispondo a nome del Go­verno.

Esaminati gli elementi d'informazione for­niti dal Comitato olimpico nazionale italia­no, si precisa che, ai sensi dell 'articolo 9, pun to 14, del Regolamento del settore pro­fessionisti, la sede della Lega Nazionale può essere trasferita da Milano in al t ra città solo a seguito di conforme deliberazione dell'As­semblea generale s t raordinar ia delle società interessate, approvata con la maggioranza dei due terzi dei voti degli aventi diri t to di partecipazione ali 'Assemblea medesima.

Le norme in vigore non possono consenti­re, per tanto , alcun intervento di questa Am­ministrazione o del CONI p e r il trasferimen­to da Milano a Roma della Lega calcio o di al tre Leghe sportive.

// Ministro del turismo e dello spettacolo MATTEOTTI

8 giugno 1971

DALVIT, SEGNANA, SPAGNOLLI, BER-LANDA. — Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. — Per sapere se esisto­no programmi precisi per rendere possibi­le, anche nelle zone di montagna che anco­ra non ne fruiscono, la ricezione sui due canali di tut te le trasmissioni televisive in bianco e nero.

La domanda si pone in relazione alle di­chiarazioni rese dal Ministro in occasione della discussione del bilancio del suo Mi­nistero, secondo le quali esistono possibi­lità di prossimo avvio delle trasmissioni televisive a colori.

In particolare, gli interroganti desidera­no conoscere i piani di intervento per il

terri torio della provincia di Trento, (int. scr. - 5047) '

RISPOSTA. — Al r iguardo, si r i t iene di dover precisare che le convenzioni con la RAI non prevedono la diffusione dei due programmi televisivi su tut to il terr i torio nazionale, m a stabiliscono limiti, pera l t ro già ampiamente superati , agli obblighi imposti alla prede t ta concessionaria per quanto concerne l'esten­sione delle ret i , fissando a 40 milioni di per­sone la popolazione da servire con il pr imo programma ed ali'80 per cento la percentuale di popolazione da servire con il secondo pro­gramma.

Ciò nondimeno ques to Ministero, d'intesa con la RAI, promuove periodici programmi di estensione delle reti televisive, in m o d o da migliorare, con la necessaria gradualità e con criteri di precedenza che tengono conto delia consistenza demografica delle zone da servire, le condizioni della ricezione su tu t to il terr i torio nazionale.

Per quanto si riferisce in part icolare alla provincia di Trento, si informa che recente­mente è stato posto in funzione il r ipeti tore della seconda irete TV di Tesero di Fiemme, il quale interessa i comuni di Tesero, Castel di Fiemme, Carano e Daiano. Sono inoltre in corso di realizzazione gli impianti ideila seconda rete TV di Conca di Tesino (per i comuni di Pieve Tesino, Cinte Tesino e Ca­stel Tesino) e di For te Carriola (per i comuni di Roncone, Lardare , Praso, Daone, Bersene, Prezzo, Cimego, Brione, Conditio, Pieve di Bono).

Si ritiene che tali impiant i , salvo r i tardi nelle consegne delle apparecchiature da par­te delle ditte fornitrici, pot ranno entrare in funzione per la fine del corrente anno.

Il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni

Bosco 15 giugno 1971

DI PRISCO, VALORI, RAIA, PREZIOSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e degli affari esteri. — Per sapere quali provvedimenti in tendano promuovere

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Senato della Repubblica — 3082 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

con sollecitudine, ciascuno nella sfera di ri­

spettiva competenza, al fine di far cessare in Svizzera la campagna xenofoba che ambien­

ti reazionari e fascisti promuovono ed ali­

mentano contro i lavoratori italiani, campa­

gna che ha assunto a volte l'espressione di un vero e proprio odio razzista e che ha portato, negli ultimi tempi, a tutta una serie di brutali aggressioni, risse e ferimenti, cul­

minati — in data 20 marzo 1971 — nell'as­

sassinio, a Zurigo, dell'operaio Alfredo Zar­

dini. (int. scr. ­ 4984)

RISPOSTA. — Rispondo, anche a nome del Presidente del ­Consiglio dei ministri e del Ministro del lavoro e della previdenza so­

ciale. L'atteggiamento del Governo dinanzi al­

l'insorgere di iniziative e movimenti xenofobi è sempre stato deciso ed attento a garantire la migliore tutela dei nostri lavoratori emi­

grati. Anche in occasione del referendum Schwar­

zenbach dello scorso anno, pur trattandosi, da un punto di vista meramente giuridico formale, di una attività rientrante nella sfe­

ra di diritto interno della Svizzera, il Gover­

no inom ha mancato di svolgere idonei inte­

ressamenti presso le autorità svizzere per far rilevare la serietà e pericolosità di simili iniziative.

Per quanto riguarda l'uccisione del conna­

zionale Alfredo Zardini, lavoratore stagio­

nale da poco tempo giunto in Svizzera, non appena pervenuta la notizia del gravissimo episodio, l'Ambasciata in Berna entrava im­

mediatamente in contatto con il giudice istruttore e col capo della polizia criminale di Zurigo, inonichè con l'assessore di polizia di quel Municipio.

Condividendo pienamente la nostra valuta­zione sulla gravità dell'episodio, le compe­tenti autorità cantonali hanno assicurato che le indagini della polizia verranno svolte col massimo impegno e rigore. In pari tempo è stato dato mandato ad un noto penalista lo­cale, l'avvocato Rosenbuseh, di seguire l'in­chiesta" giudiziaria e di curare gii interessi dei familiari dello Zardini.

Il Consolato generale in Zurigo provvede­

va ad informare la moglie del predetto con­

nazionale, residente a Cortina d'Ampezzo, su­

bito recatasi in quella città e ad aiutarla op­

portunamente. Alla famiglia dello Zardini è stato inoltre concesso, per il tramite del no­

stro Consolato generale in Zurigo, un sussi­

dio straordinario.di un milione di lire. In data 23 marzo la Giunta municipale di

Zurigo ha emesso una dichiarazione nella quale veniva stigmatizzato l'accaduto definen­

dolo « vergognoso » e per lenire le conse­

guenze materiali dell'episodio ha disposto l'elargizione di un contributo in denaro pari a franchi svizzeri 5.000 in favore della vedova e del figlio.

L'ambasciatore in Berna accompagnato da funzionari dell'Ambasciata e dal console ge­

nerale in Zurigo ha presenziato ad una ceri­

monia funebre in suffragio del defunto pres­

so la missione italiana di Zurigo. La salma dello Zardini veniva quindi traslata a Cor­

tina d'Ampezzo dove, il 25 marzo, si sono svolti i funerali.

Subito dopo il tragico fatto il nostro am­

basciatore in Berna, a nome del Governo italiano, ha sottolineato alle autorità fede­

rali la dolorosa emozione che l'uccisione del nostro connazionale, e i suoi vari aspetti sconcertanti, avevano suscitato non solo nelle file della nostra numerosa collettività in Svizzera ma in tutta l'opinione pubblica ita­

liana e nel Parlamento. La nostra Ambasciata ha inoltre richiesto di essere dettagliatamen­

te informata dei risultati deiirinchiesita che è tuttora in corso.

Il Governo deplora vivamente il grave fatto ed intende seguire con la massima at­

tenzione tutti gli aspetti della delicata que­

stione: non appena verranno conosciute le ■■risultanze dell'inchiesta potrà venire ulte­

riormente valutato, con la piena conoscenza dei fatti, l'accaduto.

77 Sottosegretario di Stato per gli affari esteri

BEMPORAD 9 giugno 1971

FUSI. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere se è a co­

noscenza del malcontento che si manifesta tra i lavoratori e le loro organizzazioni sin­

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Senato della Repubblica — 3083 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

dacali a seguito degli inopportuni ed ingiu­stificabili intralci burocratici che hanno de­terminato il mancato pagamento, da parte del Ministero, del contributo mensile a fa­vore dei patronati nazionali della CGIL, del­la CISL, della UIL, delle ACLI, eccetera.

Il mancato pagamento di talli contributi mette in gravissime difficoltà il funziona­mento delle sedi provinciali dei patronati, le quali, come è noto, svolgono la loro at­tività di assistenza gratuita ai lavoratori mediante il contributo erogato dal Ministe­ro del lavoro e della previdenza sociale.

Per sapere, inoltre, se, di fronte a tale si­tuazione ed alle inevitabili ripercussioni che il procrastinarsi di tale stato di cose po­trebbe determinare, il Ministro non inten­da intervenire con la massima urgenza per rimuovere gli ostacoli che impediscono l'erogazione dei contributi, onde evitare ul­teriori disagi agli enti di patronato, ai lo­ro dipendenti ed ai lavoratori che hanno il diritto di essere assistiti con tempestività. (int. scr. - 5218)

RISPOSTA. —- Si premette che per effetto del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 29 luglio 1947, n. 804, la respon­sabilità della gestione e quindi dell'assisten­za ai lavoratori, per mezzo degli enti di pa­tronato, è posta a carico delle associazioni promotrici della istituzione degli enti mede­simi. Tali associazioni, infatti, debbono prov­vedere « con mezzi adeguati » ad assicurare comunque il funzionamento degli Enti di pa­tronato da esse costituiti, indipendentemente dal contributo statale.

L'intervento finanziario del Ministero1 del lavoro in favore degli enti di patronato rap­presenta, infatti, un contributo al finanzia­mento che non può essere considerato de­terminante per garantire la continuità del­l'assistenza ai lavoratori.

Tuttavia, il Ministero stesso, sensibile alle crescenti necessità finanziarie degli enti di patronato, non manca di erogare tempesti­vamente periodiche anticipazioni, in conto dei contributi spettanti, in relazione all'af­fluire dei fondi sull'apposito conto presso la tesoreria centrale.

Al riguardo, si chiarisce che la determina­zione definitiva dei contributi annuali è su­

bordinata agli indispensabili complessi ac­certamenti contabili per stabilire, sul piano nazionale, la effettiva e concreta attività as­sistenziale svolta da ciascun ente di patro­nato.

Allo stato attuale la situazione rappresen­tata dalla signoria vostra onorevole può ri­tenersi migliorata (per effetto della recente erogazione ai patronati di lire 3.759.200.430, quale saldo per l'attività svolta nell'anno 1968.

Si assicura comunque che, non appena sa­rà perfezionato il decreto impositivo delle aliquote di prelievo relativo al gettito dei contributi previdenziali dell'anno 1970, ver­ranno erogati ai patronati ulteriori acconti sui contributi spettanti, secondo le disposi­zioni in vigore.

Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale

DONAT - CATTIN 14 giugno 1971

GERMANO'. — Al Ministro dell'agricoltu­ra e delle foreste. — Per conoscere se l'Am­ministrazione forestale intende adottare gli opportuni provvedimenti in favore del per­sonale del Corpo forestale dello Stato in servizio in Sicilia.

Risulta, infatti, che il personale forestale della Sicilia non riceve da tre anni il nuovo vestiario perchè la Regione non ha versato alla casa fornitrice il saldo della fornitura precedente, mentre da parte dello Stato viene puntualmente provveduto al rinnovo degli indumenti personali.

Per conoscere, ancora, se l'Amministrazio­ne forestale intende provvedere alla forni­tura degli automezzi necessari ai vari Co­mandi di stazione perchè il servizio venga svolto con puntualità ed efficacia su tutto il territorio della Sicilia, (int. scr. - 5099)

RISPOSTA. — Questo Ministero — Direzio­ne generale dell'economia montana e delle foreste — per più di dieci anni invitò la Re­gione siciliana a rimborsare •all'erario- (e non già alle ditte fornitrici) le somme a mano a mano anticipate dal!'Amministrazione fo­restale centrale per le spese di vestiario e

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Senato della Repubblica — 3084 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

di equipaggiamento in dotazione, al perso­nale (sottufficiali, guardie scelte e guardie) del Corpo forestale dello Stato, comandato a prestare servizio presso la Regione stessa.

Risultata inutile ogni sollecitazione, il Mi­nistero si vide costretto, anche a seguito di esplicita richiesta degli organi di controllo, a sospendere ila confezione su misura delle uniformi occorrenti al citato personale, men­tre seguitò ad inviare alla Regione tutti gli altri capi di vestiario e di equipaggiamento di regolamentare dotazione (maglie, calze, impermeabili, berretti, calzature, eccetera).

Nel 1970, l'Amministrazione forestale, avendo la Regione rilasciato formale impe­gno ad effettuare (come in data 29 gennaio 1971 di fatto ha effettuato) il rimborso al­l'erario delle somme anticipate dal Corpo forestale dello Stato, ha dato di nuovo corso alla fornitura delle uniformi per il perso­nale interessiate, continuando, ovviamente, ad inviare alla Regione tutti i rimanenti ar­ticoli di corredo.

Si precisa, infine, che alla fornitura degli automezzi alle Stazioni forestali della Sicilia deve provvedere la Regione medesima e non il Corpo forestale dello Stato.

Il Ministro dell'agricoltura e delle foreste

NATALI 7 giugno 1971

GERMANO '. — Al Ministro del turismo e dello spettacolo. — Per conoscere:

se gli risulta che numerose Amministra­zioni comunali non ottemperano alle dispo­sizioni contenute nell'articolo 9 della legge 18 marzo 1968, n. 337, secondo le quali sono obbligate a compilare un elenco delle aree comunali disponibili per l'installazione dei circhi, delle attività dello spettacolo viag­giante e dei parchi di divertimento, ed a concedere dette aree direttamente, senza ri­corso all'esperimento di asta tra gli esercen­ti muniti dell'autorizzazione del Ministero;

se gli risulta, inoltre, che non tutti i co­muni hanno deliberato il regolamento re­lativo alle modalità di concessione (quinto comma dell'articolo 9);

20 GIUGNO 1971

j se vengono applicate alle concessioni co-| munali per le occupazioni di suolo pubblico, | in favore di circhi equestri e di altre attività

di spettacolo viaggiante, le tariffe ridotte del 20 per cento, come previsto dal secondo comma dell'articolo 10;

se, infine, per la fornitura di energia elettrica a dette forme di spettacolo viene applicata la tariffa vigente per gli usi indu­striali (articolo 14). (int. scr. - 5100)

RISPOSTA. — Effettivamente, risulta a que­sta Amministrazione che molti comuni, con popolazione per lo più inferiore ai 50 mila abitanti, non hanno ottemperato alle dispo­sizioni contenute nell'articolo 9 della legge 18 marzo 1968, n. 337 e concernenti: 1) la compilazione di un elenco delle aree comu­nali disponibili per le installazioni dei circhi, delle attività dello spettacolo viaggiante e dei parchi di divertimento; 2) la concessione delle aree comunali ai titolari di detti com­plessi ed impianti, preventivamente autoriz­zati da questo Ministero; 3) la deliberazione, da parte di ciascuna Amministrazione comu­nale, del regolamento relativo alle modalità di concessione delle aree stesse.

Al riguardo, si fa notare che, pur essendo interessato alla esatta esecuzione della legge in argomento, questa Amministrazione non ha veste per intervenire nei confronti dei comuni inadempienti, trattandosi di compe­tenza riservata al Ministero dell'interno.

Per quanto attiene alla riduzione idei 20 per cento da apportare alle tariffe concer­nenti le concessioni comunali di suolo pub­blico e per quanto concerne la fornitura di energia elettrica a tariffa industriale, si pre­cisa che dette agevolazioni risultano siste­maticamente applicate, per la rispettiva par­te di competenza, dai comuni e dagli appo­siti organi del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato.

Il Ministro del turismo e dello spettacolo MATTEOTTI

8 giugno 1971

GIANQUINTO. — Ai Ministri dei trasporti e dell'aviazione civile, della difesa e del tu-

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Senato della Repubblica — 3085 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

rismo e dello spettacolo..— Per avere assicu­razione che l'aeroporto Nicelli del Lido di Venezia non sia sacrificato, sotto qualsiasi pretesto, alla speculazione sulle aree edifica-bili e che perciò vengano mantenute tutte le servitù aeronautiche esistenti.

L'aeroporto, come è noto, risponde piena­mente ad esigenze di traffico turistico e ad attività sportive, nazionali ed internazionali, essenziali ed irrinunciabili in una città come Venezia.

L'interrogante si riferisce a voci che tor­nano insistentemente a circolare, secondo le quali da terreni ex demaniali, acquistati a prezzo quasi figurativo, si vorrebbero ora ri­cavare somme colossali per ottenere le qua­li dovrebbero cadere le servitù aeronautiche, ciò che equivarrebbe alla liquidazione del campo.

L'interrogante rileva, altresì, che il piano regolatore generale di Venezia, che ha forza cogente, prevede il campo d'aviazione (esso anzi ha previsto, ed anche troppo favorito, la valorizzazione dei predetti terreni in mo­do compatibile con la permanenza del cam­po di volo per le esigenze del Lido e di Vene­zia) e chiede l'assicurazione che si rispetti quanto meno il piano regolatore generale esi­stente. (int. scr. - 4786)

RISPOSTA. — Si assicura che, non essendo prevista la dismissione dell'aeroporto di Ve­nezia-Lido, continuano ad avere vigore per le proprietà vicine le limitazioni stabilite dal codice della navigazione, come modifi­cato dalla legge 4 febbraio 1963, n. 58.

Il Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile

VlGLIANESI 12 giugno 1971

LI VIGNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. —• Si premette che all'interroga­zione con richiesta di risposta scritta n. 3937, relativa alle difficoltà frapposte dalle Casse di risparmio per quanto concerne l'appli­cazione, nei confronti dei propri dipendenti, delle norme a favore dei combattenti previ­ste nella legge 24 maggio 1970, n. 336, la

Presidenza del Consiglio dei ministri rispon­deva, in data 17 ottobre 1970, che si era ri­tenuto opportuno chiedere il parere del Con­siglio di Stato ai fini delle direttive da ema­nare per l'esatta ed uniforme applicazione della legge.

Risulta ali'interrogante che il Consiglio di Stato si è pronunciato, il 12 novembre 1970, in modo definitivo su tutte le questioni ri­guardanti il personale statale. Risulterebbe, invece, che, per la parte interessante il per­sonale degli Enti pubblici, anche economici (in particolare le Casse di risparmio a se­guito dei numerosi cavilli sostenuti dal-l'ACRI), il Consiglio di Stato avrebbe ravvi­sato, l'opportunità che venissero invitati ad esprimere il loro parere tutti i Ministeri che esercitano la vigilanza sugli Enti pubblici.

Pare, di conseguenza, estremamente grave che ad un anno, ormai, dall'approvazione della legge n. 336, numerosi cittadini non possano usufruire di benefici che il legisla­tore chiaramente intendeva concedere. In particolare, è grave che fra i resistenti alla concessione di tali benefici abbia un ruolo particolare l'ACRI che, com'è noto, ha sol­levato una serie di opposizioni, spesso, a parere dell'interrogante, capziose e, comun­que, fonti di ostruzionismo nei confronti di legittime aspirazioni dei lavoratori.

Si chiede, di conseguenza, come il Presi­dente del Consiglio dei ministri intenda in­tervenire per sollecitare i Ministeri compe­tenti a prendere le decisioni occorrenti e in particolare il Ministero del tesoro per quan­to riguarda le Casse di risparmio. Non è in­fatti tollerabile, ed è logicamente fonte di vivo malcontento fra gli interessati, che una legge come la n. 336 debba, a distanza di tempo, rimanere inoperosa nei confronti di molti combattenti, (int. scr. - 4441)

RISPOSTA. — Com'è noto alla signoria vo­stra onorevole, ili Consiglio di Stato, con pa­rere del 12 novembre 1970, n. 43/70, concer­nente l'interpretazione della legge 24 mag­gio 1970, n. 336, recante norme in favore dei dipendenti pubblici ex combattenti e catego­rie assimilate, si pronunciava in via defini­tiva per il personale statale, ed in via inter­locutoria per il personale delle regioni, degli

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Senato della Repubblica — 3086 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

enti locali, degli enti pubblici e di diritto pubblico; e, in particolare, per il personale degli enti pubblici economici, chiedendo che sulle questioni sollevate — in relazione alla loro complessità e delicatezza — fossero in­vitati ad esprimere il loro avviso, nell'ambito. delle rispettive competenze, tutti i Ministeri che esercitano la vigilanza su .enti pubblici.

Pertanto, con circolare del 15 dicembre 1970, n. 706650/45906, le Amministrazioni venivano invitate, per la parte relativa ai di­pendenti statali, a dare alla citata legge in­tegrale applicazione, (uniformandosi ai crite­ri enunciati dal Consiglio di Stato; e, per cor­rispondere alla 'richiesta dello stesso alto Consesso, nel contempo venivano sollecitate a far conoscere le loro considerazioni ed il loro motivato avviso in ordine alle questioni sorte nei riguardi degli enti da esse vigilati.

Infine, acquisito il parere di tutte le Am­ministrazioni, in data 26 aprile 1971, è stato chiesto al Consiglio di Stato il definitivo av­viso per quanto riguarda il personale ogget­to della pronuncia interlocutoria.

Non appena perverrà tale parere, saranno impartite le opportune istruzioni.

77 Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

ANTONIOZZI 14 giugno 1971

LI VIGNI. — Al Ministro del turismo e dello spettacolo. — Per sapere se è a cono­scenza della grave situazione nella quale si trova il Teatro comunale di Bologna, impos­sibilitato, in questo periodo, a corrispon­dere ai dipendenti gli stipendi ed agli artisti i compensi­

li consiglio di amministrazione ha lode­volmente deciso di proseguire l'attività arti­stica e le maestranze hanno accettato, con senso di alta responsabilità, di affrontare le conseguenze del mancato pagamento degli stipendi, ma va da sé che tale situazione non può certo protrarsi e ohe occorre quin­di intervenire con urgenza.

Poiché è fuori discussione l'alto ruolo che il Teatro comunale di Bologna ha rappre­sentato, e rappresenta, oltre gli stessi limiti

cittadini e regionali, si chiede di conoscere quali provvedimenti il Ministro intenda pre­disporre con urgenza per assicurare, in un rinnovato impegno di riforma generale del settore, la continuità delle attività program­mate nella presente fase di transizione.

In particolare, pare all'interrogante indi­spensabile accogliere la richiesta formulata dal consiglio di amministrazione di ade­guare ai bisogni i finanziamenti ordinari e di provvedere a ripianare ì deficit registrati negli esercizi 1969 e 1970. (int. scr. - 5027)

RISPOSTA. — Questa Amministrazione è a conoscenza della critica situazione in cui versa, al pari degli altri enti lirici, l'Ente-autonomo del Teatro Comunale d Bologna, a causa dell'andamento deficitario della ge­stione, che ha determinato l'esaurimento di ogni risorsa finanziaria.

Tale situazione va ricollegata alle lacune di fondo della legge 14 agosto 1967, n. 800 — riguardante l'intervento dello Stato a favore degli enti lirici e sinfonici, la quale non ha risolto il problema dell'equilibrio finanziario dei predetti enti, presupposto indispensabile per una sana conduzione e per una seria pro­grammazione delle loro attività — ed è, al­tresì, connessa all'aumento dei costi di ge­stione verificatosi dal 1967 ad oggi, soprat­tutto in dipendenza dell'incremento di tutte le voci di spesa relative al mantenimento del personale.

In considerazione di quanto sopra, questo Ministero si è posto da tempo il problema di presentare all'esame del Parlamento una legge intesa a disciplinare la materia su basi sostanzialmente diverse dalle attuali. Ma una soluzione del genere presenta difficoltà di non poco conto, in quanto, se si voilessero assecondare gli orientamenti che da più parti sono stati manifestati per un nuovo assetto di tutte le attività musicali nell'ambito regio­nale, lo Stato dovrebbe accollarsi un onere di circa 60-70 miliardi di lire all'anno, ben più rilevante di quello, già elevato, che at­tualmente sostiene.

Pertanto, questa Amministrazione, in at­tesa che si verifichino le condizioni idonee a consentire una riforma organica e profon­damente 'innovatrice, sta esaminando la pos-

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Senato della Repubblica — 3087 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

sibilità di predisporre uno schema di « legge ponte », onde assicurare, quanto meno, i mezzi necessari per fronteggiare la crisi in atto e per garantire la continuità di lavoro al personale impiegato dagli enti lirici e sin­fonici, purché sia assicurato il contenimento del ritmo ascensionale delle spese degli enti stessi.

In tal senso, sono stati già svolti contatti in sede governativa e il provvedimento potrà essere presentato sollecitamente ali'esame del Parlamento, se si riuscirà a mantenere l'aumento del nuovo finanziamento entro limiti accettabili per il bilancio dello Stato e se le categorie interessate si dichiareranno disposte ad accettare le misure limitative delle spese che necessariamente dovranno essere previste.

77 Ministro del turismo e dello spettacolo MATTEOTTI

8 giugno 1971

MAMMUCARI, FUSI, BERTONE. — Al Mi­nistro delle partecipazioni statali. — Per co­noscere:

1) i criteri che determinano la delibera­zione relativa alla scelta della zona ove do­vrebbe essere installato il V Centro siderur­gico;

2) il costo di impianto ed il presunto co­sto di esercizio di detto Centro;

3) l'orientamento relativo alla formazio­ne ed all'assunzione delle maestranze, sia per il periodo necessario all'impianto del Centro, sia per l'esercizio dell'impianto stesso;

4) la linea di rifornimento dei mezzi fi­nanziari necessari alla costruzione del Centro;

5) le possibilità di sviluppo di attività industriali collegate, nel quadro della zona prescelta, (int. scr. - 4021)

RISPOSTA. — Si comunica che il Comitato dei ministri per la contrattazione program­mata, dopo aver .indicato la piana di Gioia Tauro in Calabria, per l'ubicazione del 5° Centro siderurgico dell'IRI, ha dato mandato

al Ministro per i lavori pubblici di procedere ad alcuni accertamenti, consideratala neces­sità di definire, nel quadro dell'assetto del territorio interessato, il problema del porto e delle opere marittime, che costituiscono infrastrutture indispensabili per il funziona­mento dei nuovi impianti.

Gli accertamenti dovranno infatti stabili­re, tenendo conto delle effettive esigenze del­l'azienda interessata:

la possibilità di realizzare un porto indu­striale avente le caratteristiche richieste dal­la Finsider;

la individuazione delle altre infrastrut­ture necessarie per le quali dovranno essere indicati gli oneri e i tempi tecnici occorrenti per la loro realizzazione.

Per i fini indicati è stata deliberata la co­stituzione di una apposita Commissione in seno all'Amministrazione dei lavori pubblici la quale, avvalendosi anche della collabora­zione della Cassa per il Mezzogiorno, /presen­terà entro breve termine ali Comitato idei mi­nistri per la contrattazione programmata una apposita relazione sui risultati delle in­dagini che sono state effettuate.

Secondo le previsioni, il nuovo Centro do­vrebbe essere completato sul finire degli anni '70. Si tratta dunque di una scadenza che evidentemente rende oggi impossibili valu­tazioni attendibili per quanto riguarda sia il costo degli impianti sia quello di esercizio e che non consente d rispondere in maniera precisa alle altre domande specifiche formu­late dagli onorevoli interroganti.

In merito al punto 4) si può solo osser­vare ohe rientra nei campiti dell'IRI l'indi­viduazione delle fonti di finanziamento per la realizzazione dell'iniziativa, ferma restan­do la competenza degli altri enti pubblici per l'attuazione delle infrastrutture necessarie al funzionamento dei nuovi impianti side­rurgici.

77 Ministro delle partecipazioni statali PICCOLI

14 giugno 1971

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Senato della Repubblica — 3088 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

MAMMUCARI, MADERCHI. — Ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. — Per co­noscere se non ravvisino, in base ai poteri che la legge loro conferisce, la necessità di intervenire a Pales trina (Roma) al fine di porre termine all'attuazione, da parte del si­gnor Barberini, della lottizzazione di un com­prensorio di ben 400 ettari nella frazione di Carchitti, nonostante il parere contrario espresso per ben due volte dal Consiglio co­munale, anche perchè ci si trova in carenza di piano regolatore approvato e tale lottiz­zazione è in assoluto contrasto con gli orien­tamenti generali del progetto di piano rego­latore e con le osservazioni apportatevi dal competente Comitato del Ministero dei la­vori pubblici, (int. scr. - 4996)

RISPOSTA. — Il prefetto di Roma ha invi­tato il sindaco di Palestrina ad annullare le licenze edilizie concesse sulla base del piano di lottizzazione presentato dal signor Barbe­rini per la località « Poggio del Sole » della frazione « Carchitti ».

La deliberazione con la quale fu approvato dalla giunta municipale di Palestrina, il 31 luglio 1967, tale piano di lottizzazione, in­fatti, non è stata mai ratificata dal Consi­glio comunale e su di essa ha espresso parere negativo il 2 ottobre 1969 la sezione urbani­stica regionale. Inoltre, effettivamente, al momento in cui fu adottata detta delibera­zione, il comune di Palestrina era sfornito sia del piano regolatore generale che del pro­gramma di fabbricazione.

77 Ministro dell'interno RESTIVO

9 giugno 1971

MAMMUCARI, ROMAGNOLI CARETTONI Tullia, TOMASSINI, MADERCHI. — Ai Mi­nistri dell'industria, del commercio e del­l'artigianato e del lavoro e della previdenza sociale. — Per conoscere se non ritengano opportuno esaminare la grave situazione che si va determinando nella città di Roma a se­guito del costante stillicidio di trasferimenti di aziende industriali nelle provincie di La­tina e di Prosinone o nella zona a sud della

provincia di Roma, ove operano le agevola­zioni di cui alla Cassa per il Mezzogiorno.

Gli interroganti fanno presente che tale stillicidio determina una crescente disoccu­pazione di maestranze industriali, una crisi nelle attività industriali minori, un peggio­ramento della possibilità di azione del set­tore terziario ed un danno generale per la economia della città.

Ultimissima testimonianza del processo di depauperamento industriale è la deliberazio­ne presa dalla direzione della « Squibb », co­municata alle maestranze, di trasferire nello stabilimento costruito anni or sono in pro­vincia di Fresinone, nel comprensorio dei comune di Anagni, le attività realizzate nello stabilimento operante sulla via Salaria, al­l'altezza dei Prati Fiscali, senza sostituire dette attività con altre produzioni del settore chimico, e in particolare del settore chimico-farmaceutico, creando così un vuoto di oc­cupazione di alcune centinaia di unità lavo­rative. (int. scr. - 4997)

RISPOSTA. — Il fenomeno segnalato nella interrogazione sopratrascritta —- concernen­te il trasferimento di stabilimenti industriali dal territorio di Roma verso zone in cui ope­rano le agevolazioni a favore del Mezzogior­no — non può essere considerato soltanto per l'aspetto immediatamente emergente dei suoi riflessi nei confronti delle forze «di la­voro occupate nelle aziende che si trasferi­scono.

Da un esame approfondito delle cause che determinano i trasferimenti in parola, infat­ti, risulta che i trasferimenti sono determi­nati da vari motivi di carattere tecnico-eco­nomico quali, ad esempio, l'applicazione di nuovi processi tecnologici, l'inadeguatezza di'spazio, eventuali maggiori esigenze idri­che o energetiche, problemi di scarichi inqui­nanti, eccetera, e non è da escludere che le imprese interessate, qualora non potessero trasferire i propri impianti, sarebbero indot­te eventualmente a cessare la propria atti­vità, con evidente perdita netta per l'eco­nomia regionale e più marcati riflessi nega­tivi per l'occupazione delle forze di lavoro.

D'altra parte, va tenuto presente ohe le norme vigenti per la realizzazione concreta dell'attuale orientamento politico — rivolto

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Senato della Repubblica — 3089 V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

ad accentuare lo sviluppo industriale del Mezzogiorno — non contemplano una 'disci­plina che ostacoli o freni le libere scelte im­prenditoriali, sia per quanto concerne l'inse­diamento di nuovi impianti produttivi che il trasferimento di quelli esistenti.

Tuttavia, qualora le imprese interessate non provvedessero all'installazione di nuovo macchinario negli stabilimenti trasferiti, ma si limitassero a montare nella diversa loca­lità prescelta i precedenti impianti produt­tivi, non ricorrerebbero le premesse per la concessione dei contributi previsti dalle nor­me in vigore, in quanto essi vengono accor­dati soltanto per macchiale ed equipaggia­menti nuovi.

Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato

GAVA 9 giugno 1971

MARCORA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'interno. — Per conoscere quali misure intendano attua­re per contrastare con fermezza l'accentuata azione delle squadre fasciste che in questi mesi hanno provocato, in molte città del nord e del sud, attentati contro sedi di or­ganizzazioni sindacali e di partiti democrati­ci, instaurando un clima intimidatorio nei confronti dei cittadini.

Si chiede, inoltre, quali motivazioni osti­no alla piena applicazione della legge 20 giugno 1952, n. 645, e di ogni altro stru­mento idoneo a ripristinare la legalità repub­blicana.

Si chiede, infine, di sapere quali siano le intenzioni del Governo per imporre il detta­to dell'articolo 18 della Costituzione circa la soppressione delle organizzazioni parami­litari. (int. scr. - 4780)

RISPOSTA. — Si risponde a nome della Pre­sidenza del Consiglio dei Ministri.

In ordine a quanto richiesto dalla signoria vostra onorevole, non possono che richiamar­si e confermarsi le dichiarazioni sulla politi­ca che il Governo intende costantemente perseguire — nel!'assolvimento della sua

fondamentale funzione a difesa delle liber­tà costituzionali e delle istituzioni demo­cratiche — dichiarazioni che, espresse in occasione del dibattito svotosi il 25-26 feb­braio scorso al Senato della Repubblica, sulla violenza organizzata, sono state ap­provate con l'ordine del giorno conclusi­vo votato dalla stessa Assemblea.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

14 giugno 1971

MASCIALE. — Ai Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere se sono a conoscenza che, malgrado i nuovi or­dinamenti ottenuti dal personale dipendente della Camera di commercio di Brindisi, dopo lunghe trattative e lotte sindacali, si conti­nua da parte di quella amministrazione a ri­tardarne « caviliosamente » l'applicazione, ciò che, oltre a pregiudicare i benefici eco­nomici, compromette seriamente lo sviluppo di carriera ed il trattamento di quiescenza degli interessati.

L'interrogante chiede, pertanto, che i Mi­nistri competenti intervengano urgentemen­te perchè l'amministrazione camerale prov­veda:

1) ad emanare direttive in modo chiaro e preciso e non contraddittorio e caotico;

2) ad assicurare la piena funzionalità del­l'Ufficio personale, organizzandolo in modo che le pratiche riguardanti i dipendenti pos­sano essere svolte con la necessaria tempe­stività, evitando dannosi ritardi;

3) ad accelerare l'iter per l'adozione del­la nuova « pianta organica », alla quale è col­legata la carriera del personale;

4) ad estendere, giusta gli articoli 37 e seguenti del vigente regolamento', Te tabelle delle retribuzioni spettanti al personale sta­tale, di cui al decreto del Presidente della Re­pubblica 28 dicembre 1970, n. 1079, ed a li­quidare, a titolo di acconto, salvo conguaglio, da effettuarsi dopo che sarà possibile rico­struire la carriera in seguito all'applicazione della nuova « pianta organica », le differenze

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Senato della Repubblica — 3090 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

sugli emolumenti, a decorrere dal 1° luglio 1970, essendo divenuta superflua qualsiasi istruzione ministeriale;

5) a corrispondere, nelle more dell'ado­zione delle delibere di attribuzione del nuovo trattamento economico al personale ex av­ventizio, a decorrere dal 16 marzo 1970, un congruo acconto agli interessati, (int. scr. -4903)

RISPOSTA. — In relazione all'interrogazione sopratrascritta, si fa presente che la matè­ria di cui ai punti 1) e 2) attiene in modo particolare -all'esercizio del .potere di autoor­ganizzazione che spetta alle Camere di com­mercio, allo scopo di adeguare funzional­mente le proprie strutture al perseguimen­to delle finalità di pubblico interesse lo­ro specificamente assegnate. Nel rispetto dell'autonomia di tali funzioni, questo. Mi­nistero ha impartito direttive di massima e raccomandazioni nell'intento di favorire la migliore realizzazione dei servizi.

Circa il punto 3), si comunica che è stato suggerito all'Ente di modificare la tabella or­ganica in conformità dei criteri unitari e generali già adottati dalle altre Camere di commercio, princìpi improntati, nei limiti imposti dalle disposizioni in vigore, alla massima comprensione per le legittime aspettative del personale.

In merito al punto 4) si comunica che, in considerazione delle vive attese dei di­pendenti camerali, è stato consentito, an­corché a titolo di acconto e salvo congua­glio, l'immediato adeguamento del tratta­mento economico alle nuove retribuzioni, nonché la corresponsione degli emolumen­ti arretrati, con decorrenza 1° luglio 1970, nella misura del 70 per cento dell'intero im­porto maturato, in attesa dell'emanazione di un apposito decreto interministeriale che sostituisca la tabella di equiparazione del­le qualifiche camerali e statali allegata al citato regolamento, provvedimento già in corso di predisposizione da parte dei com­petenti uffici ministeriali.

I decreti delegati emanati per il riordina­mento delle carriere e il riassetto ideile re­tribuzioni, infatti, concernono esclusiva­mente gli impiegati delle Amministrazioni

dello Stato e non trovano immediata appli­cazione nei confronti del personale delle Camere di commercio, lo stato giuridico del quale è stato disciplinate dalla legge 23 febbraio 1968, n. 125 e dall'apposito regola­mento approvato con decreto ministeriale 16 marzo 1970.

Circa, infine, il punto 5), si comunica che nei confronti degli avventizi che hanno po­tuto fruire delle norme transitorie contem­plate dall'articolo 7 della menzionata leg­ge n. 125 del 1968 (partecipazione ai con­corsi interni), i relativi provvedimenti han­no già ottenuto il prescritto visto di esecu­tività.

// Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato

GAVA 14 giugno 1971

MINNOCCI. — Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e dell'industria, del commercio e dell' artigianato. — Per conosce­re quali provvedimenti si intendano adottare per evitare la chiusura, data per imminen­te, degli stabilimenti di Pomezia e di Patrica della « Metalfer-FIAS », che si trova in ge­stione controllata fin dal dicembre del 1970 e che impiega oltre 500 unità lavorative. (int. scr. - 5116)

RISPOSTA. — La società Metalfer (Costru­zioni Metalliche Civili Industriali) costituita il 22 dicembre 1966 con capitale sociale di 15 milioni di lire elevato con successivi au­menti a 960 milioni, nel 1970 ha assorbito la società Novafias esercente la stessa attività industriale.

L'attività dell'impresa che dispone di due stabilimenti, uno a Pomezia ed uno a Patrica, è rivolta alle costruzioni di carpenteria me­tallica, ealdareria, gru, condutture metalli­che e meccaniche e di precisione ed i dipen­denti ammontano complessivamente a 680 unità tra operai ed impiegati.

Lo stabilimento di Pomezia (Latina) è di recentissima costruzione mentre quello ubi­cato a Patrica (Prosinone), ove sono occu­pati 210 operai e 9 impiegati, è stato am-

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Senato della Repubblica — 3091 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

pliato e ammodernato. Trattasi pertanto di due unità produttive con moderni impianti ed attrezzature.

Verso la fine del decorso anno la gestio­ne degli stabilimenti, sebbene vi fossero or­dini di lavoro per circa 4 miliardi di lire, si è trovata in gravi difficoltà per insufficienza di capitali circolanti. Alla crisi finanziaria si sono aggiunte poi le vicende sindacali che hanno determinato aumenti dei costi ed intralci nell'attività produttiva nonché ri­tardi nelle consegne sia delle subforniture, sia dei prodotti forniti alla clientela.

In tale situazione la direzione della so­cietà ha chiesto ed ottenuto l'amministra­zione controllata dal tribunale di Roma in data 18 dicembre 1970.

Per il risanamento finanziario dell'azien­da occorre un apporto di capitale fresco a cui gli attuali azionisti non sono in grado di provvedere e a tale fine sono in corso trattative con gruppi finanziari privati per una loro partecipazione nella società.

Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato

GAVA 14 giugno 1971

MINNOCCI. — Al Ministro dell'interno. — Per conoscere i finanziamenti ottenuti dai comuni di Rocca d'Arce e di Santopadre, nell'ultimo quinquennio, da parte dei Mini­steri dei lavori pubblici, dell'agricoltura' e delle foreste, del lavoro e della previdenza sociale e da parte della Cassa per il Mezzo­giorno.

Per sapere, inoltre, se le opere di pubbli­ca utilità finanziate sono state regolarmente realizzate e collaudate, (int. scr. - 5124)

RISPOSTA. — Nell'ultimo quinquennio, i comuni di Rocca d'Arce e Santopadre hanno ottenuto da parte dei Ministeri dei lavori pubblici, dell'agricoltura e delle foreste, del lavoro e della previdenza sociale e da parte della Cassa per il Mezzogiorno, per l'esecu­zione di opere pubbliche varie, i contributi appresso indicati:

A) — comune di Santopadre.

1) Dal Ministero dei lavori pubblici (legge 3 agosto 1949, n. 589 - Edilizia pub­blica, opere igieniche, eccetera):

costruzione della rete idrica e fognante. Importo del contributo, concesso nel 1970,

lire 25.000.000. I lavori sono in corso. Si pre­cisa che il progetto generale dell'opera, che prevede una spesa complessiva di lire 142 mi­lioni, comprensiva dei contributi già con­cessi dallo stesso Ministero negli anni 1957-1960-1961 e 1964, è stato approvato il 15 gennaio 1971;

costruzione dell'acquedotto in località Colle Pizzuto. Importo del contributo, con­cesso nel 1968, lire 30.000.000. Il progetto è stato approvato nel 1969. I lavori sono in corso;

ampliamento del cimitero comunale. Importo del contributo, concesso nel 1966, lire 16.000.000. Il progetto è stato approvato il 7 dicembre 1968. I lavori sono in corso;

ampliamento dell'impianto- di energia elettrica nei. capoluogo. Importo del contri­buto, concesso nel 1968, lire 12.000.000. Il progetto è stato approvato il 13 gennaio 1970, I lavori sono in corso.

Costruzione della nuova sede munici­pale. Il comune ha ottenuto due contributi: uno di lire 2.000.000 nel 1966 e un altro di lire 20.000.000 nel 1968. Il progetto per li­re 22.000.000 è stato approvato nel febbraio scorso. I lavori saranno appaltati non appe­na sarà perfezionata la pratica di mutuo con la Cassa depositi e prestiti.

(Leggi 9 agosto 1954, n. 645 e 28 luglio 1967, in. 641 — Edilizia scolastica):

completamento della scuola elementa­re del capoluogo. Importo del contributo, concesso nel 1967, lire 12.000.000. 11 proget­to è stato approvato nel 1969.1 lavori sono in corso;

completamento scuola elementare S. Rocco. Importo del contributo, concesso nel 1968, lire 4.000.000. Il progetto è stato approvato nello scorso mese di «novembre;

completamento della scuola elementare nella località Valle. Importo del contributo,

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Senato della Repubblica — 3092 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

concesso nel gennaio del corrente anno, lire 23.000.000. Il progetto esecutivo è in fase di redazione. '

(Legge 21 aprile 1962, n. 181 — Opere stra­dali)

costruzione strada Santopadre-Barba-lugo-Valle. Importo del contributo, concesso nel 1969, lire 15.000.000. Il progetto è stato approvato nel dicembre dello scorso anno per un importo idi lire 22.500.00 (compreso il precedente contributo di lire 7.500.000, ot­tenuto dal comune nel 1963). I lavori sono in corso di appalto;

completamento della strada della frazio­ne Valle. Importo del contributo, concesso nell'aprile 1971, lire 70.000.000. Il progetto esecutivo è in fase di redazione;

costruzione della strada Santopadre-De-cime-Vallemammoli - Deviazione Casilina. Importo del contributo, concesso nel 1968, lire 60.000.000. Il progetto è stato approvato nel gennaio 1970. I lavori sono in corso;

completamento della strada Vallemam-molÌ4Deeime. Importo del contributo, conces­so nell'aprile del 1971, lire 60.000.000. Il pro­getto è in via di redazione;

costruzione della strada per il collega­mento di Campo del Fico al capoluogo. Im­porto del contributo, concesso nel febbraio dello scorso anno, lire 15.000.000. Il proget­to è in via di approntamento.

2) Dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale:

costruzione strada comunale di congiun­gimento delle strade « Decime » e « Valle-mammoli ». Cantiere di lavoro n. 089403/L esercizio finanziario 1966-67. Importo lire 2.640.780 - Allievi n. 15. I lavori sono stati ultimati e regolarmente collaudati dall'Uffi­cio del genio civile di Frosinone il 15 settem­bre 1970;

sistemazione della vecchia sede munici­pale. Cantiere di lavoro n. 098628 - Esercizio finanziario 1969-70. Importo lire 4.636.101 -Allievi n. 15. Il cantiere è tuttora in atti­vità.

20 GIUGNO 1971

3) Dal Ministero deiragritooltura e del­le foreste.

(Legge 27 ottobre 1966, n. 910) costruzione delle strade rurali — Pro­

getto n. 967-VI/3 FEOGA. Costo totale del­l'opera lire 148.727.000 di cui lire 22.309.050 a carico dello Stato (decreto ministeriale nu­mero 22538 del 14 ottobre 1970), lire 66 mi­lioni e 926.875, pari al 45 per cento della spe-

| sa, a carico della CEE e lire 59.491.075, pari ! al 40 per cento della spesa stessa, a carico

del comune. Per l'ulteriore corso della pra­tica, il civico ente deve ora reperire in con­creto i mezzi di copertura dell'onere a suo ca­rico.

B) - comune di Rocca d'Arce.

1) Dal Ministero dei lavori pubblici:

(Legge 3 agosto 1949, n. 589 - Edilizia pub­blica, opere igieniche eccetera):

costruzione della rete idrica e fognante nel capoluogo e nella località S. Lucia. Im­porto del contributo, concesso nel 1969, lire 100.000.000. Il progetto è stato approvato il 18 agosto 1969 ed i lavori sono in corso;

costruzione della rete idrica e fognante in altre località del territorio comunale. L'im­porto del contributo concesso nel febbraio dell'anno 1970, è di lire 75.000.000. Il pro-

I getto è stato approvato I'll aprile 1971. I la­vori non sono stati ancora appaltati in quan­to il comune è in attesa della concessione del mutuo da parte della Cassa depositi e pre­stiti;

Ampliamento dell'impianto di energia elettrica. L'importo del contributo concesso nel giugno dell'anno 1968 è di lire 25.000.000. Il progetto è stato approvato il 13 marzo 1970. Si precisa che i lavori non sono stati ancora appaltati in quanto il civico ente è in attesa della concessione del mutuo da parte della Cassa depositi e prestiti.

(Legge 15 febbraio 1953, n, 184 - Opere stradali):

sistemazione delle strade interne deno­minate Federico Lancia e S. Rocco. L'impor­to del contributo, concesso nel luglio del 1969, è di lire 80.000.000. Il progetto è stato

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Senato della Repubblica — 3093 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

approvato nel marzo del corrente anno ed il relativo decreto' è in corso di registrazione alla Corte dei conti;

completamento della strada di allaccia­mento della frazione Fraioli al capoluogo. L'importo del contributo ottenuto dal co­mune è di lire 100.000.000 (lire 70.000.000 nel 1967 e lire 30.000.000 nel 1970). Un pri­mo progetto di- lire 70.000.000 è stato ap­provato il 7 agosto 1968. È in corso di ap­provazione la perizia di variante e sup­pletiva fino alla concorrenza di lire 100 mi­lioni;

completamento della strada di collega­mento delle frazioni Fraioli e Ferrovia. Il contributo, concesso nell'aprile del corrente anno, è di lire 40.000.000. Il progetto è in cor­so di redazione;

sistemazione della strada comunale Pe-schito-S. Lucia. Il contributo, concesso nel luglio dell'anno 1969, è di lire 100.000.000. Il progetto è stato approvato ed il relativo decreto è in corso di registrazione alla Cor­te dei conti.

(Leggi 9 agosto 1954, n. 645 e 28 luglio 1967, n. 641 - Edilizia scolastica):

riattamento scuola elementare nella località Canale. L'importo del contributo, concesso nell'anno 1968, è di lire 4.000.000. Il progetto è stato approvato il 24 luglio 1970 ed i lavori debbono ancora essere ap­paltati.

Nell'ultimo quinquennio il Ministero del lavoro e della previdenza sociale ha conces­so al comune di Rocca d'Arce, nell'esercizio finanziario 1966-67, un solo finanziamento per un cantiere di rimboschimento, nume­ro 23018/R, per l'importo di lire 1.522.720. Detto cantiere è stato poi revocato per man­canza di manodopera disposta ad essere av­viata al lavoro.

Nel quinquennio considerato, nessun fi­nanziamento è stato disposto dal Ministero dell'agricoltura e delle foreste a favore del­lo stesso comune.

Si comunica infine che nello stesso quin­quennio la Cassa per il Mezzogiorno non ha

concesso ai due comuni alcun finanziamen­to per la realizzazione di opere pubbliche.

i7 Ministro dell'interno RESTIVO

16 giugno 1971

MURMURA. — Al Ministro per gli inter­venti straordinari nel Mezzogiorno e nelle zone depresse del Centro-Nord ed ai Mini­stro dell'industria, del commercio e dell'ar­tigianato. — Per sapere quali serie e fondate ragioni hanno informato il provvedimento di sostanziale reiezione della richiesta di pre­stito agevolato avanzata, all'ISVEIMER ed alllMI, dalla società CIMEA, con sede a Piz­zo Calabro, la quale svolge, anche per coim­messa di aziende facenti parte del gruppo ENI, una validissima attività industriale nel settore della carpenteria metallica, (int. scr. - 5058)

RISPOSTA. — Con riferimento alla suespo­sta interrogazione, si comunica che a favo­re della ditta CIMEA l'Istituto mobiliare italiano, nel novembre 1969, deliberò un fi­nanziamento di lire 70.000.000 per la co­struzione in Pizzo Calabro (Catanzaro), loca­lità Arcidiacono, di uno stabilimento da adi­bire a lavori di carpenteria metallica.

Successivamente, la Cassa per il Mezzo­giorno adottò il relativo provvedimento di concessione del contributo in conto inte­ressi.

Tuttavia, l'Istituto mobiliare italiano, nel dicembre del 1970, comunicò alla Cassa di non ritenere che l'operazione potesse avere seguito, per cui è stato predisposto il prov­vedimento di revoca del citato contributo, subito trasmesso all'Istituto finanziatore.

Al riguardo è da tenere presente che ai sensi dell'articolo 103 del testo unico delle leggi sul Mezzogiorno 30 giugno 1967, nu­mero 1523, il parere di conformità ai cri­teri del piano di coordinaménto non vinco­la la valutazione tecnico finanziaria di com­petenza degli Istituti di credito.

Si comunica, infine, che all'ISVEIMER non è stata avanzata alcuna richiesta di fi-

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Senato della Repubblica — 3094 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

nanziamento da par te della di t ta in que­stion e. stione,

15 giugno 1971

Il Ministro senza portafoglio TAVIANI

MURMURA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere se, allo scopo di far fronte alle notevoli esigenze della comuni tà nazio­nale, non intenda dare sollecita ed anticipa­ta attuazione agli aumenti di organico, pre­visti dalle vigenti leggi, del benemeri to Cor­po dei vigili del fuoco, (int. scr. - 5168)

RISPOSTA. — In esecuzione delle norme contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1970, n. 1077 con­cernenti l 'aumento degli organici del corpo nazionale dei vigili del fuoco, questo Mini­stero ha già provveduto al l ' inquadramento nelle nuove qualifiche del personale appar­tenente alle carriere direttiva e di concetto del ruolo tecnico, a quella di concetto dei ruolo dei segretari, nonché di tu t to il per­sonale permanente del Corpo.

Per quanto concerne poi l ' incremento de­gli organici previsto dalla legge 8 dicembre 1970, n. 996, occorre innanzitut to rilevare che 1 posti portat i in aumento sono confe­riti nel periodo di cinque anni e nei limiti tassativamente stabiliti pe r ciascun anno.

Nella pr ima attuazione della citata legge, sono stati messi a concorso tu t t i i posti di­sponibili — nei vari ruoli — per l 'anno 1971. In part icolare sono stati bandit i , ed ora sono in fase di espletamento, due con­corsi pubblici per esami r ispett ivamente a 15 posti di ispettore in prova e a 15 posti di geometra o perito in prova, oltre a un concorso per esami a 17 posti di geometra o perito in prova, riservato al personale in­terno.

È stato da ul t imo bandi to un concorso interno per titoli a 840 posti di vigile, ed al­t ret tant i posti saranno quanto pr ima messi a concorso pubblico.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

14 giugno 1971

PAPA, ABENANTE. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Premes­so che i lavoratori della « Parteno-Craft » sono costrett i allo sciopero per la mancata applicazione, da par te del padrone della fabbrica, del contra t to di lavoro e delle nor­me dello s ta tuto dei diritti dei lavoratori;

considerata la condizione di gravissimo disagio degli operai dipendenti , costrett i a lavorare in un ambiente in cui il livello di tossicità è elevatissimo, anche per la man­canza di un sistema di aerazione;

rilevato che alle giuste richieste dei la­boratori si è sinora r isposto soltanto con il licenziamento di qua t t ro operai e con l'ado­zione di odiose misure repressive,

gli interroganti chiedono per quali moti­vi non vi sia stato ancora alcun intervento da par te del Ministero per il più rigoroso rispetto del cont ra t to di lavoro e delle nor­me dello s ta tuto dei diri t t i dei lavoratori e se il Ministro non ritenga di dover adot­tare immediat i provvedimenti , tanto più ur­genti quando si consideri che l 'azienda ha ricevuto finanziamenti pubblici ed ha otte­nuto, anche di recente, commesse dallo Sta­to per la costruzione di 6 motovedette della Marina, (int. scr. - 5187)

RISPOSTA. — Si informa la signoria vo­stra onorevole che l 'Ispettorato- del lavoro di Napoli ha recentemente sottoposto la ditta « Parteno-Craft » a visita ispettiva, al termine della quale ha adot ta to i provvedimenti con­travvenzionali di competenza per infrazioni alle seguenti no rme di legislazione sociale:

legge 5 gennaio 1953, n. 4 (norme sul-l 'obbligo di consegnare al personale dipen­dente il prospet to o busta di paga all 'atto della corresponsione della retribuzione);

legge 30 aprile 1969, n. 153 (norme sul-l'obbligo della consegna ai dipendenti di un es t ra t to conto annuale contenente i dati relativi alle retribuzioni corrisposte ed al­le t ra t tenute operate durante l 'anno);

legge 2 aprile 1968, n. 482 (norme sul collocamento obbligatorio di personale in­valido);

legge 20 maggio 1970, n. 300 (Sta tuto dei lavoratori);

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Senato della Repubblica — 3095 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

legge 29 aprile 1949, n, 264 (colloca­mento ordinario);

testo unico 30 giugno 1965, n. 1124 (norme sull'assicurazione obbligatoria con­tro gli infortuni sul lavoro e le malattie pro­fessionali);

legge 23 ottobre 1960, n. 1369 (norme sul divieto di appalto e sull'interposizione e intermediazione di manodopera);

legge 10 gennaio 1935, n. 112 (norme sull'istituzione del libretto di lavoro).

A seguito della visita ispettiva, oltre ai provvedimenti contravvenzionali suddetti, sono state impartite ai (responsabili della azienda prescrizioni intese alla regolarizza­zione della posizione assicurativa dei di­pendenti occupati nei confronti degli istitu­ti assicuratori.

Per quanto riguarda, in particolare, le ri­vendicazioni salariali delle maestranze, con­sistenti nella corresponsione integrale degli aumenti retributivi derivanti dall'applicazio­ne del vigente contratto collettivo di lavoro, si informa la signoria vostra onorevole che l'organo di vigilanza ha anche impartito ai responsabili dell'azienda opportune prescri­zioni intese a far erogare a favore degli in­teressati le spettanze dovute. Al riguardo si fa presente che l'obbligo dell'osservanza del nuovo contratto è vincolante per la ditta ai sensi dell'articolo 36 ideilo statuto dei la­voratori, considerato che la stessa esegue la costruzione di 6 motovedette veloci d'alto mare a seguito di contratto d'appalto stipu­lato a suo tempo con l'amministrazione del­la marina mercantile.

L'Ispettorato del lavoro ha inoltre svolto accertamenti in merito alle condizioni igie-nico-sanitarie dei singoli reparti di produ­zione ed, anche in tale circostanza, ha diffi­dato i titolari dell'impresa a far migliorare il ricambio dell'aria nel reparto vetroresine, a fornire guanti protettivi o creme barriera agli operai addetti, a disporre visite medi­che periodiche per gli operai medesimi, a far attrezzare adeguatamente il refettorio ed a far eseguire periodiche pulizie dei vari servizi.

Si informa, infine, la signoria vostra ono­revole che, secondo quanto riferito dal­

l'Ispettorato del lavoro, i quattro operai di cui è cenno nell'interrogazione sono stati licenziati il primo agosto dello scorso anno per la riduzione di rispettivi posti nell'orga­nico dell'azienda.

Si assicura, comunque, che l'organo di vi­gilanza non mancherà di svolgere per il fu­turo ogni idonea azione affinchè la ditta di cui trattasi non si renda ulteriarmente ina­dempiente alle norme poste a tutela del la­voro subordinato.

77 Ministro del lavoro e della previdenza sociale

DONAT - C A T T I N 14 giugno 1971

PELLICANO. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere se esi­stano realmente forme di sfruttamento orga­nizzato ai danni dei lavoratori meridionali emigrati al Nord.

Si asserisce, infatti, che alcuni impiegati, veri e propri agenti, vengono nelle zone più depresse del Mezzogiorno a reclutare la ma­nodopera per poi cederla, sotto forma di « appalto », a grosse imprese del settentrio­ne. Su ogni operaio « ingaggiato » viene pa­gata dalla ditta una tangente, grazie alla quale si risparmiano le spese per inquadra­re legalmente l'operaio.

Spessissimo si verifica anche che il datore di lavoro non dà la busta-paga all'impiega­to, ma aggiunge di tanto in tanto un supple­mento al salario minimo riconosciuto, eva­dendo così i contributi, la tredicesima men­silità e tutti gli altri diritti che spettano ai lavoratori dichiarati.

Si invita, pertanto, il Ministro a voler in­dagare e, eventualmente, a prendere i prov­vedimenti del caso. (int. scr. - 5205)

RISPOSTA. — Si premette che l'articolo 1 della legge 23 ottobre I960, n. 1369 stabili­sce il divieto di tutte le forme negoziali at­traverso cui l'imprenditore utilizza presta­zioni lavorative ricorrendo all'ausilio di un soggetto interposto che assume e retribui­sce in proprio la manodopera. Anche la semplice mediazione di manodopera è espres-

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Senato della Repubblica — 3096 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

samente vietata dalla legge 29 aprile 1949, n. 264.

Ogni qualvolta è venuto a conoscenza di violazioni alle citate disposizioni legislative, l'Ispettorato del lavoro — che, come è noto, è l'organismo pubblico attraverso il quale lo Stato garantisce l'applicazione della legisla­zione sociale — h a sempre adottato i provve­dimenti di competenza con il deferimento all'autorità giudiziaria dei responsabili delle infrazioni.

In questo senso si può segnalare, ad esem­pio, che la repressione del eottimismo e del reclutamento della manodopera ha assunto, in Piemonte, dimensioni di rilevante porta­ta perchè a tal fine è stato impiegato un no­tevole numero di ispettori del lavoro che, con la collaborazione di 500 agenti di poli­zia e carabinieri hanno controllato, duran­te il mese di maggio ultimo scorso, nume­rosi cantieri operanti nella città di Torino e nei comuni vicinori.

Del resto, già in precedenza, l'Ispettorato provinciale del lavoro di Torino aveva visi­tato circa 500 cantieri elevando 111 contrav­venzioni per violazioni dell'articolo 1 della legge 1369 per complessive 36.778 giornate e redigendo 11 rapporto giudiziari.

Occorre, tuttavia, far presente che l'atti­vità di repressione incontra difficoltà in que­sto specifico settore perchè i lavoratori as­sunti e retribuiti dal cottimista, per il ti­more del licenziamento o per il bisogno eco­nomico in cui si trovano, non sempre presta­no agli organi ispettivi la collaborazione ne­cessaria per una più agevole identificazione del fenomeno interpositivo.

Ciò non di meno, questo Ministero conti­nua a svolgere un'intensa azione di interven­to sia sotto il profilo organizzativo, con un maggiore impiego di unità ispettive, sia sotto il profilo funzionale, con una più larga esten­sione dell'iniziativa di vigilanza.

Peraltro, nella valutazione dell'attività di prevenzione e di intervento, non può pre­scindersi dal considerare le difficoltà in cui l'azione degli organi ispettivi viene a svol­gersi, difficoltà dovute da un lato al rilevan­te numero di imprese anche di modeste pro­porzioni operanti nel settore edile, e dall'al­tro alla limitata disponibilità di ispettori par-

20 GIUGNO 1971

te dei quali per di più impegnati ad assol­vere molteplici ed urgenti compiti di tutèla a favore di lavoratori occupati presso im­prese appartenenti ad altri settori merceolo­gici.

A tale proposito, confermo il mio inten­dimento — già espresso anche in sede parla­mentare — di svolgere ogni idonea azione ai fini di un effettivo potenziamento dell'orga­no ispettivo, per poterne adeguare gli inter­venti a favore della classe lavoratrice.

Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale

DONAT - CATTIN 14 giugno 1971

PIRASTU. — Al Ministro del lavoro e del­la previdenza sociale. — Per conoscere qua­li interventi intenda adottare per ottenere che gli uffici competenti degli Istituti previ­denziali diano un sollecito corso alle pra­tiche concernenti la concessione delle prov­videnze disposte dalle norme vigenti in fa­vore dei lavoratori colpiti da silicosi.

In particolare, si chiede di conoscere quali interventi il Ministro intende realizzare per disporre un sollecito corso delle pratiche di aggravamento di silicosi, che oggi giacciono negli uffici per due o tre anni, in considera­zione anche della gravità della malattia — la silicosi — in continuo aumento e delle con­dizioni dei lavoratori colpiti, i quali devono attendere per tanto tempo il riconoscimento dei loro diritti, (int. scr. - 4372)

RISPOSTA. — Si informa la signoria vostra onorevole che, dalla elaborazione dei dati in possesso dell'INAIL relativi al triennio 1967-69 e concernenti 17.024 casi di silicosi con rendita per inabilità permanente, la data di costituzione della rendita risulta, in me­dia, posteriore a quella di manifestazione della tecnopatia di un anno, quattro mesi e venticinque giorni. Peraltro, com'è noto, le prestazioni decorrono per legge dalla data di manifestazione della malattia.

Occorre tener presente, al riguardo, che l'intervallo medio sopramenzionato è influ­enzato negativamente da numerosissimi casi

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Senato della Repubblica 3097 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

di lavoratori che denunciano di aver contrat­to in Italia la silicosi dopo molti anni di in­tensa mobilità lavorativa nei paesi membri della CEE. Ne consegue la necessità di labo­riosi accertamenti per rilevare la sussistenza dei requisiti legali d'indennizzabilità. Comun­que l'INAIL ha assicurato questo Ministe­ro di seguire attentamente i complessi pro­blemi che scaturiscono dal riconoscimento della silicosi come malattia professionale ed ha comunicato di aver recentemente im­partito in proposito istruzioni sulle metodo­logie da seguire per rendere uniformi gli accertamenti medici, tenendo conto anche delle raccomandazioni tecniche del BIT (no­tiziario n. 4 del 30 ottobre 1970). Inoltre, nonostante le difficoltà derivanti dalla no­ta carenza di sanitari di ruolo cui è princi­palmente demandata la completa trattar zione delle pratiche di silicosi, è stata perse­guita la direttiva di creare centri diagnosti­ci per la silicosi direttamente gestiti dal-l'INAIL.

Si fa infine presente che in attesa del ri­conoscimento della malattia professionale, se per l'esecuzione delle cure o degli accer­tamento diagnostici l'assistito è obbligato ad astenersi dal lavoro, l'INAIL corrisponde, durante il periodo di astensione, un assegno giornaliero nella misura corrispondente al­l'indennità di infortunio per inabilità tem­poranea assoluta, a norma dell'articolo 148 del testo unico 30 giugno 1965, n. 1124.

Questo Ministero, da parte sua, a segui­to dell'interrogazione della signoria vostra onorevole, ha invitato l'Istituto assicuratore ad accelerare, per quanto possibile, l'iter delle singole pratiche per la concessione dei benefici di legge a favore dei lavoratori col­piti dalla malattia professionale di cui trat­tasi.

27 Ministro del lavoro e della previdenza sociale

DONAT - CATTIN 14 giugno 1971

PREMOLI. — Al Ministro dell'interno. — Per conoscere il suo parere e quello del suo Dicastero sulla Raccomandazione n. 628, re­

lativa all'8a sessione della Conferenza euro­pea dei poteri locali, approvata dall'Assem­blea consultiva del Consiglio d'Europa nella seduta del 22 gennaio 1971 — su proposta della Commissione per la sistemazione del territorio e dei poteri locali (Doc. 2899) — ed in particolare per sapere se intenda chie­dere al suo collega del Ministero degli affari esteri, come appare sommamente' opportu­no, di assumere, in seno al Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, un atteg­giamento conforme alle richieste formulate dall'Assemblea e di dare istruzioni in tal senso al nostro rappresentante permanente in detto Comitato.

L'interrogante desidera, altresì, conoscere attraverso quali iniziative, in sede italiana — che si auspicano sollecite ed adeguate — il Ministro interrogato intenda dare pratica attuazione alle richieste formulate in detta Raccomandazione, (int. scr. - 4743)

RISPOSTA. — L'istanza prospettata d^lla signoria vostra onorevole concerne un atto, quale la Raccomandazione n. 628, adottata al termine dell'8a Sessione della Conferen­za europea dei poteri locali nell'ottobre del­lo scorso anno a Strasburgo, successivamen­te approvata dall'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa nella seduta del 22 gen­naio dell'anno scorso, anche sulla base delle relazioni e delle motivazioni ampiamente esposte nel documento dell'Assemblea con­sultiva dello stesso Consiglio 16 gennaio 1971, n. 2899, atti tutti che il Ministero dell'in­terno, particolarmente sensibile ai problemi degli enti e delle collettività locali, sul piano comunitario ed europeo, sempre più in svi­luppo, non ha mancato a suo tempo di seguire e di valutare per ogni conseguente indirizzo nazionale e per ogni connessione con i successivi lavori che, nell'ambito' dei vari Coimitati del Consiglio d'Europa, tuttora si sviluppano con approfondita e sempre più ampia cooperazione e collaborazione.

In sostanza, con la Raccomandazione nu­mero 628 s'intende promuovere una sempre più stretta e feconda associazione della Con­ferenza europea dei poteri locali alla predi-spoìsizione del Programma di lavoro inter­governativo e alla realizzazione delle finali-

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Senato della Repubblica — 3098 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

tà del Consiglio d'Europa, quali sono defi­nite dal primo articolo del suo Statuto e a dare i necessari seguiti alile risoluzioni del­la Conferenza, previa consultazione con il Comitato di cooperazione per i problemi mu­nicipali e regionali che è stato istituito, in particolare, allo scopo d'assistere il Comi­tato dei ministri in questo incarico.

In proposito, è da considerare che il Co­mitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha già avuto occasione di soffermarsi, in una delle sue ultime sedute a Strasburgo, sul problema ed ha condiviso l'opportunità di stabilire contatti e intese tra i due orga­nismi del Consiglio d'Europa.

In conseguenza, si è svolta una riunione dell'ufficio di presidenza del Comitate di cooperazione governativo per i problemi re^ gionali e municipali, e in tale riunione, tenu­tasi a Parigi, ai primi dall'aprile scorso, sono stati adottati i primi indirizzi volti a stabilire ogni utile forma di intesa e di collaborazio­ne tra i predetti organismi.

Pertanto, la questione è stata già concreta­mente avviata nei sensi dalla signoria vostra onorevole auspicati.

Il Ministro dell'interno RESTIVO

14 giugno 1971

ROSSI. — Ai Ministri delle finanze, del tesoro e dei trasporti e dell'aviazione civile. — Per sapere se, in relazione alla decisione dei dirigenti della « Società spoletina tra­sporti » di smantellare ed alienare il mate­riale di armamento della ferrovia Spoleto-Norcia, non intendano accogliere le richieste avanzate dalla Regione umbra, dall'Ammi­nistrazione provinciale di Perugia e dal co­mune di Spoleto per sospendere ogni azio­ne volta al definitivo smantellamento della ferrovia.

La suddetta richiesta ha un preciso fon­damento nella necessità d'impedire ogni at­to che possa pregiudicare la riorganizza­zione dei trasporti nel momento in cui la Regione, in collaborazione con gli Enti lo­

cali, sta predisponendo le misure necessa­rie al potenziamento dei trasporti ed alla difesa ed alla valorizzazione del patrimo­nio turistico di cui la ferrovia Spoleto-Nor­cia costituisce un aspetto fondamentale, (int. scr. - 5061)

RISPOSTA. — Si fornisce diretta risposta anche per conto del Ministro del tesoro e di quello dei trasporti e dell'aviazione civile, facendo presente innanzitutto che già in data 9 luglio 1968, con apposito provvedimento di quest'ultima Amministrazione, è stata di­sposta la trasformazione definitiva in auto­servizio della ferrovia Spoleto-Norcia, per cui si sono resi disponibili per la vendita tutti i beni (immobili, materiali ed impianti) rtenuti non necessari al disimpegno dell'au­toservizio sostitutivo.

AH'alienazione di tali beni si sono, però, mostrati contrari la Regione umbra e l'Am­ministrazione provinciale di Perugia, entram­be favorevolmente orientate al ripristino del­l'esercizio ferroviario, possibilità che il com­petente Ministero ha invece ritenuto di do­ver obiettivamente escludere, e ciò in con­siderazione del fatto che il servizio automo­bilistico sostitutivo ha dato ottimi risultati anche sotto il profilo economico, a differen­za di quello ferroviario, enormemente defi­citario.

Per altro, in ordine ad una realistica va­lutazione della vicenda non può trascurar­si che il materiale di che trattasi è di tipo tecnicamente superato, per cui sarebbe asso­lutamente impossibile una sua riutilizzazione ai fini di un ipotetico ripristino del servizio ferroviario. Né va inoltre sottaciuta la circo­stanza che ormai la sede ferroviaria ha per­duto la sua continuità, in quanto alcuni tratti sono stati occupati, per il soddisfacimento di esigenze di pubblica utilità, dal Consor­zio acquedotto dell'Argentina, dall'ÀNAS e dall'Ufficio del genio civile di Perugia.

In ogni caso, per quanto riguarda la ven­dita, deve farsi presente che le operazioni di gara si sono svolte regolarmente in data 5 aprile 1971 senza la partecipazione dei sum­menzionati enti, ai quali pur tuttavia è sta­ta concessa la facoltà, con formale lettera

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Senato della Repubblica — 3099 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

d'invito, di presentare le loro offerte anche oltre il termine fissato per la gara, e ciò in vista della possibilità di effettuare l'aggiu­dicazione dei materiali in loro favore in caso di offerta più vantaggiosa rispetto a quella conseguita nella licitazione privata.

Nessuna offerta è però pervenuta in tal senso e quindi una eventuale denegata ap­provazione del verbale di aggiudicazione esporrebbe certamente l'Amministrazione fi­nanziaria ad una sicura azione giudiziaria per risarcimento di danni, sia da parte della ditta aggiudicatari a che della società concessio­naria.

D'altra parte, è da escludere che lo sman­tellamento della ferrovia e l'alienazione dei relativi materiali sia in contrasto con la legge 2 agosto 1952, n. 1221, avuto riguardo al fatto che il servizio ferroviario continua, a tutti gli effetti, nella forma del servizio auto­mobilistico sostitutivo.

77 Ministro delle finanze PRETI

14 giugno 1971

SEMA. — Al Ministro delle partecipazio­ni statali. — Per sapere:

se è a conoscenza di una commessa jugo­slava di navi all'Argentina per il valore di circa 30 milioni di dollari;

se tale offerta è stata fatta dalla Jugo­slavia anche alla nostra cantieristica a par­tecipazione statale e, in caso negativo, perchè non è stata fatta;

se non ritiene che, per la situazione eco­nomica di Trieste e per un adeguato carico di lavoro per costruzioni navali nei locali cantieri « San Marco », sarebbe stato in ogni caso giusto che questi concorressero alla possibile acquisizione della commessa, (int. scr. - 4588)

RISPOSTA, — Si comunica che la Jugoslavia, pur essendo dotata di una buona industria cantieristica, è solita commissionare navi a diversi cantieri del mondo, principalmente

per avvalersi delle agevolazioni creditizie concesse dalle varie nazioni.

Per quanto riguarda in particolare i rap­porti della Jugoslavia con i cantieri del Grup­po IRI, si fa presente che gli stessi hanno in questi ultimi tempi consegnato a società armatoriali jugoslave 4 navi per carico gene­rale di circa 10.000 tonnellate ed hanno di recente acquisito una ulteriore commessa per la costruzione di 4 unità di 25 mila ton­nellate ciascuna.

Per l'acquisizione di quest'ultima commes­sa, che ha comportato la concessione di un credito alla Jugoslavia di circa 18 milioni di dollari, si è reso necessario un intervento dei competenti Ministeri al fine di aumentare il plafond assicurativo fissato per i crediti all'esportazione verso tale Paese. Detto pla­fond risultava infatti già interamente co­perto.

Il Ministro delle partecipazioni statali PICCOLI

14 giugno 1971

SEMA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere se è a conoscenza del grave episodio avvenuto, sabato 17 aprile 1971, a S. Croce di Trieste, dove 72 persone si sono riunite nella trattoria « Alla Grotta » e durante la loro permanenza nel locale si sono abbando­nate a canti e saluti fascisti. La forza pubbli­ca non è intervenuta di fronte ad atti così smaccati di apologia del fascismo, nono stan­te che nelle vicinanze si trovasse una pattu­glia di carabinieri.

L'episodio è tanto più grave in quanto si è svolto, e non certo casualmente, a pochi giorni dall'anniversario della Liberazione, in un villaggio sloveno che si è sempre strenua­mente battuto contro il fascismo e che, in tale lotta, ha sacrificato i suoi figli migliori.

Per sapere, inoltre, se a Trieste e nella Ve­nezia Giulia le autorità di polizia, chiamate a tutelare la Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza, continueranno a tolle­rare siffatte vergognose esibizioni dei rotta­mi del passato regime e dei teppisti asso!-

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Senato della Repubblica — 3100 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

dati dal neofascismo e dai suoi ben indivi­duabili mandanti, (int. scr. - 5102)

RISPOSTA. — La notizia secondo cui il 17 aprile scorso, a S. Croce di Trieste, 72 per­sone riunite nella trattoria « alla Grotta » si sarebbero « abbandonate a canti e saluti fa­scisti » è infondata.

Tale notizia, vera soltanto per la parte che riguarda una cena consumata nell'esercizio predetto da un gruppo del CAI, è stata dif­fusa dal giornale di minoranza di lingua slo­vena « Primorcki Dnevnik » che, però, nel n. 99 del 28 aprile, ha pubblicato una circo* stanziata smentita ricevuta dal gestore del locale.

77 Ministro dell'interno RESTIVO

14 giugno 1971

TIBERI. — Ai Ministri delle finanze, del tesoro e dei trasporti e dell'aviazione civile. — Per sapere se sono a conoscenza del fatto che il Consiglio regionale dell'Umbria ha vo­tato all'unanimità, il 28 aprile 1971, un ordi­ne del giorno con il quale chiede con urgen­za al Governo della Repubblica che sia ri­spettata la legge n. 1221 nei confronti della ferrovia Spoleto-Norcia

La ferrovia in questione è una delle più tipiche ferrovie di montagna, sia italiane che europee, e numerose associazioni nazionali si sono adoperate per evitarne lo smantella­mento definitivo in attesa di una sua nuova utilizzazione nel quadro di un diverso asset­to del territorio della montagna di Norcia e di Cascia.

L'interrogante chiede, inoltre, se il Mini­stro delle finanze intenda avvalersi dei suoi poteri per denegare l'aggiudicazione della già esperita gara di vendita del materiale di armamento della suddetta ferrovia, secondo quanto è stato richieste dal Consiglio regio­nale dell'Umbria, (int. sor. - 5178)

RISPOSTA. — Si fornisce diretta risposta per conto del Ministro del tesoro e di quel­

lo dei trasporti e dell'aviazione civile, fa­cendo presente innanzitutto che già in data 9 luglio 1968, con apposito provvedimento di quest'ultima Amministrazione, è stata di­sposta la trasformazione definitiva in auto­servizio della ferrovia Spoleto-Norcia, per cui si sono resi disponibili per la vendita tutti i beni (immobili, materiali ed impianti), rite­nuti non necessari al disimpegno dell'auto­servizio sostitutivo.

All'alienazione di tali beni si sono, però, mostrati contrari la Regione umbra e l'Am­ministrazione provinciale di Perugia, entram­be favorevolmente orientate ail ripristino del­l'esercizio ferroviario, possibilità che il com­petente Ministero ha invece ritenuto di do­ver obiettivamente escludere, e ciò in consi­derazione del fatto che il servizio automo­bilistico sostitutivo ha dato ottimi risultati anche sotto il profilo economico, a differen­za di quello ferroviario, enormemente de­ficitario.

Per altro, in ordine ad una realistica valu­tazione della vicenda non può trascurarsi che il materiale di che trattasi è di tipo tecnica­mente superato, per cui sarebbe assolutamen­te impossibile una sua riutilizzazione ai fini di un ipotetico ripristino del servizio ferro­viario. Né va inoltre sottaciuta la circostan­za che ormai la sede ferroviaria ha perduto la sua continuità, in quanto alcuni tratti so­no stati occupati, per il soddisfacimento di esigenze di pubblica utilità, dal Consorzio acquedotto dell'Argentina, dall'ANAS e dal­l'Ufficio del genio civile di Perugia.

In ogni caso, per quanto riguarda la ven­dita deve farsi presente che le operazioni di gara si sono svolte regolarmente in data 5 aprile 1971 senza la partecipazione dei sum­menzionati enti, ai quali pur tuttavia è stata concessa la facoltà, con formale lettera d'in­vito, di presentare le loro offerte anche oltre il termine fissato per la gara, e ciò in vista della possibilità di effettuare l'aggiudica­zione dei materiali in loro favore in caso di offerta più vantaggiosa rispetto a quella conseguita nella licitazione privata.

Nessuna offerta è però pervenuta in tal senso e quindi una eventuale denegata ap-

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Senato della Repubblica —3101 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

provazione del verbale di aggiudicazione esporrebbe certamente l'Amministrazione fi­nanziaria ad una sicura azione giudiziaria per risarcimento di danni, sia da parte della ditta aggiudicataria che della stessa società con­cessionaria.

D'altra parte, è da escludere che lo sman­tellamento delia ferrovia e l'alienazione dei relativi materiali sia in contrasto con la legge 2 agosto 1952, n. 1221, avuto riguardo al fatto ohe il servizio ferroviario continua, a tutti gli effetti, nella forma del servizio automobilistico sostitutivo.

Il Ministro delle finanze PRETI

12 giugno 1971

VIGNOLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'agricoltura e delle foreste, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previden­za sociale. — Per conoscere:

se risponde al vero la notizia che il Mi­nistero dell'agricoltura e delle foreste, con­traddicendo l'accordo relativo all'industria saccarifera stipulato il 28 gennaio 1969 nel­la sede del Ministero del bilancio e della pro­grammazione economica, ha concesso l'auto­rizzazione alla chiusura dello zuccherificio di Battipaglia della « Società italiana industria zuccheri »; .

come concilia tale decisione con le pro­messe fatte dopo i luttuosi episodi del 9 apri­le 1969 e con la grave situazione occupazio­nale esistente a Battipaglia e nei paesi della Valle del Sele;

se non ritiene di revocare immediata­mente tale autorizzazione, dandone tempesti­va comunicazione, per tranquillizzare quelle popolazioni giustamente indignate per la ces­sazione di un'attività che sorregge l'intero equilibrio della zona, come hanno concorde­mente rilevato i sindacati dei lavoratori, (int. scr.-3501)

RISPOSTA. — Effettivamente, questo Mini­stero, in data 21 luglio 1969, ha accordato

il proprio assenso a concentrare presso le fabbriche di Latina e di Rendina, a decor­rere dalla campagna 1970, la produzione bie­ticola della zona di approvvigionamento del­lo zuccherificio di Battipaglia.

Tale decisione è stata determinata dal fat­to ohe detto zuccherificio, oltre ad essere il più piccolo d'Italia e d'Europa (con una po­tenzialità di lavorazione giornaliera di appe­na 8 mila quintali di bietole e, pertanto, del tutto antieconomica) operava in una zona avente una limitata produzione bieticola, in­torno ai 300 mila quintali annui, insufficiente ad assicurare un economico funzionamento ad una qualsiasi fabbrica, anche di modeste proporzioni.

La società interessata ha in pari tempo assunto l'obbligo di continuare a ritirare presso i preesistenti posti di consegna le bietole che saranno prodotte nella zona anche negli anni avvenire, alle condizioni tut­te previste dalle vigenti disposizioni comuni­tarie e nazionali, con l'esclusione di qualsia­si maggiore gravame per i produttori agri­coli.

Per quanto riguarda il problema dell'occu­pazione della mano d'opera locale, il Ministe­ro dell'industria, del commercio e dell'arti­gianato ha fatto presente che non ha man­cato e non mancherà di favorire, con le age­volazioni creditizie previste dalla legge 30 lu­glio 1959, n. 623, e successive modificazio­ni, la realizzazione di valide iniziative deri­vanti da libere scelte di categorie imprendi­toriali private.

Con tali agevolazioni, nel corso del 1970, sono stati realizzati, nella zona di Battipa­glia, 4 nuovi impianti nei settori, rispettiva­mente, alimentare, della lavorazione del le­gno, delle costruzioni edili e delle manifat­ture varie, con un finanziamento assistito di complessive lire 2.203.875.000 e un finanzia­mento provocato per lire 4.441.500.000, che assorbiranno 224 unità di mano d'opera, non­ché 2 ampliamenti di impianti nei settori, ri­spettivamente, alimentare e chimico, per un finanziamento assistito di lire 166.600.000 e uno provocato di lire 306.200.000, con un as­sorbimento di mano d'opera per 62 unità.

Lo stesso Ministero ha, inoltre, comuni­cato che la Commissione costituita presso il

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Senato della Repubblica — 3102 — V Legislatura

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI 20 GIUGNO 1971

Comitato dei ministri per il Mezzogiorno, per l'esame delle domande di credito agevolato, ai fini dell parere di conformità delle inizia­tive al piano di coordinamento degli inter­venti nel Mezzogiorno, ha espresso, negli ul­timi tempi, parere favorevole su varie do­mande riferite ad iniziative interessanti la zona di Battipaglia.

Fra tali iniziative, assumono particolare rilevanza gli impianti per la produzione: di tessuti e finte pelli; di moquettes e bouclées; di prodotti poliofenici, di sacchi di tele e di teloni; di films plastici; di fibre poliesteri

testurizzate; di fibre poliesteri continue; di fibre poliesteri ritorte, roccate e tin­te; di accessori elastomerici; di conteni­tori metallici; di cavi telefonici; di apparec­chiature di comunicazione, per un ammon­tare complessivo di investimenti fissi di 54.276 milioni, con un assorbimento di ma­nodopera di 3.285 unità.

Il Ministro dell'agricoltura e delle foreste

NATALI 7 giugno 1971