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Percorso didattico di avvicinamento all’opera lirica Edizione 2014/15 “LA TRAVIATA” di Giuseppe Verdi MATERIALE DIDATTICO CORSO DI FORMAZIONE PER DOCENTI

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Percorso didattico di avvicinamento all’opera lirica

Edizione 2014/15 “LA TRAVIATA” di Giuseppe Verdi

MATERIALE DIDATTICO

CORSO DI FORMAZIONE PER DOCENTI

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Roma T. 06 89 71 86 99 / 334 102 4116 | [email protected] | www.europaincanto.it!

GIUSEPPE VERDI – Biografia

Verdi Giuseppe Fortunino Francesco nacque da

una povera famiglia a Roncole di Busseto il 10

Ottobre 1813. Sviluppatasi in lui molto presto una

vigorosa inclinazione musicale, ebbe come primo

maestro l'organista de paese Pietro Baistrocchi; si

esercitava su una modesta spinetta e aiutava i

genitori nella bottega, una modesta osteria di paese.

A dodici anni si recò a Busseto per aiutare negli

affari il suo futuro protettore Barezzi, e fu a Busseto

che studiò musica con il maestro di banda Provesi e

latino con il canonico Seletti. Fu in seguito a

Milano con una borsa di studio del Monte di Pietà e

con un sussidio del Barezzi: a diciannove anni tentò

di entrare in Conservatorio, ma non vi fu ammesso

per superati limiti di età e decise di proseguire gli

studi con il maestro Lavigna. Tornato a Busseto, venne nominato maestro di musica del

comune e direttore della banda. Nel 1835 sposò la figlia del suo protettore Margherita

Barezzi, da cui ebbe due figli che perirono con la madre a Milano negli anni 1838-1840,

dove la famiglia Verdi si era nel frattempo trasferita. La sua prima opera fu "Oberto Conte

di San Bonifacio"(1839) rappresentata con successo al Teatro La Scala di Milano. La

seconda opera "Un giorno di regno"(1840), a soggetto comico, fu un insuccesso grande e

aggiunse così nuovo dolore alle sciagure familiari. Ma dopo questo periodo di profonda

crisi, Giuseppe Verdi si riprese e scrisse alcune delle pagine musicali più importanti della

storia. La sua instancabile e prodigiosa attività non cedette nemmeno alla vecchiaia che

trascorse prevalentemente nella villa di Sant'Agata a pochi chilometri da Busseto, insieme

alla inseparabile, fedelissima Giuseppina Strepponi, vissuta con lui dal 1849. Giuseppe

Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901 ed è oggi sepolto nella Casa di Riposo dei Musicisti

da lui fondata e che lui stesso definì “l’opera mia più bella”.

Durante il Risorgimento Verdi partecipò attivamente alla vita pubblica del suo tempo, fu

infatti complice del tentativo di colpo di stato organizzato da Garibaldi: il suo compito era

scrivere testi sovversivi, inseriti all'interno delle sue opere tramite messaggi subliminali che

incitassero alla ribellione. Ricordiamo inoltre che l'acronimo W V.E.R.D.I. veniva utilizzato

dai golpisti per riconoscersi tra loro e aveva il significato di: W Vittorio Emanuele Re D'

Italia.

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LA TRAVIATA

La Traviata è una delle opere più famose, note e belle di Giuseppe Verdi. Scritta su libretto

di Francesco Maria Piave, si compone di tre atti ed è tratto dalla pièce teatrale “La signora

delle camelie”, scritta dall’autore francese Alexandre Dumas (figlio); quest’opera verdiana,

assieme a “Il trovatore” e a “Rigoletto“, fa parte della cosiddetta “trilogia popolare”.

In parte composta nella villa degli editori Ricordi a Cadenabbia, nella splendida cornice del

lago di Como, la prima rappresentazione teatrale de La traviata, avvenne al Teatro La

Fenice di Venezia, nel giorno 6 marzo 1853; in tale occasione, tuttavia, a causa soprattutto

di interpreti non di adeguato livello e per i temi “difficili” per la società di allora, la

rappresentazione si rivelò un fiasco totale. Venne ripresa comunque il 15 maggio 1854

quando ottenne il meritato successo.

Prima de La Traviata: locandina del 6 Marzo 1853

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I PERSONAGGI

Violetta Valéry (soprano): è una bellissima ragazza

di giovane età rimasta orfana, che ha deciso di

trasferirsi a Parigi per vivere la sua vita in maniera

spensierata ed allegra. Grazie alla sua bellezza,

riesce a conoscere amici molto ricchi ed amanti delle

belle feste, diventando una delle donne più

corteggiate della città. Ad un ricevimento, nella sua

casa, conosce il giovane Alfredo Germont e se ne

innamora, ma la loro storia d’amore sarà ostacolata

dal Padre di Alfredo, Giorgio Germont, che desidera

per suo figlio un “avvenire diverso”.

Alfredo Germont (tenore): giovane gentiluomo, appartenente ad una famiglia dell’alta

borghesia. Ad una festa conosce Violetta Valéry e se ne innamora. I due decidono di ritirarsi

in campagna e vivono momenti felici, ma il giovane è costretto a tornare a Parigi a causa di

problemi economici. Al suo ritorno non trova più Violetta che gli ha lasciato un biglietto

informandolo di essere tornata alla vecchia vita. Folle di gelosia Alfredo umilia la donna.

Scopre la verità quando ormai è troppo tardi: raggiunge Violetta quando ella è ormai troppo

malata.

Flora Bervoix (mezzosoprano): amica di Violetta Valéry ed assidua frequentatrice della

vita mondana parigina.

Annina (soprano): cameriera di Violetta.

Giorgio Germont (baritono): padre di Alfredo. Approfittando dell’assenza del figlio, fa

visita a Violetta intimandole di lasciare il giovane a causa dello scandalo che lo travolgerà.

Sul letto di morte della donna, si pentirà della sua scelta.

Marchese d’Orbigny (basso): con Flora, il Barone Duphol e Gastone è un assiduo

frequentatore della vita mondana di Parigi.

Barone Duphol (baritono): corteggiatore di Violetta Valéry. Quando Alfredo la umilia di

fronte a tutti gettandole ai piedi una borsa di denaro, il Barone lo sfida a duello.

Gastone (tenore): frequentatore della vita mondana parigina. E' lui a presentare Alfredo a

Violetta portandolo con sé alla festa a casa della donna.

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LA TRAMA

Atto I

Quadro 1° - Salotto in casa di Violetta Valery a Parigi.

Parigi. Metà dell’Ottocento. Violetta Valery ha organizzato un ricevimento presso la propria

abitazione e sono arrivati tutti gli invitati. Durante i festeggiamenti Violetta confida alla sua amica

Flora di essere preoccupata per la propria salute così cagionevole; ella comunque è contenta di

come scorre la sua esistenza, diciamo un po’ “leggera” e dai modi frivoli passando le giornate in

modo divertente, sontuoso e senza pensieri. Tra gli invitati arriva il giovane Gastone, che subito

presenta alla padrona di casa il suo amico Alfredo Germont. Egli è segretamente innamorato di

Violetta e per la prima volta partecipa ad una sua festa. Ad un certo punto lei e i suoi ospiti invitano

Alfredo a improvvisare un brindisi che inneggi alle gioie della vita e dell’amore, ed egli intona

questo celebre brano in tempo di valzer, a cui si uniscono tutti gli altri invitati. In questo clima

festoso già è evidente l’amore che sta nascendo tra i due giovani.

Tutti:

Libiamo, libiamo ne' lieti calici,

che la bellezza infiora;

e la fuggevol fuggevol'ora

s'inebrii a voluttà.

Libiam ne' dolci fremiti

che suscita l'amore,

poiché quell'occhio al core

Onnipotente va.

Libiamo, amore; amor fra i calici

più caldi baci avrà.

Libiam, amor fra i calici

Più caldi baci avrà.

Tra voi, tra voi saprò dividere

il tempo mio giocondo;

tutto è follia follia nel mondo

Ciò che non è piacer.

Godiam, fugace e rapido

è il gaudio dell'amore;

è un fior che nasce e muore

BRANO N.1

né più si può goder.

Godiam c'invita, c'invita un fervido

accento lusighier.

Ah! Godiamo, la tazza, la tazza e il cantico

la notte abbella e il riso,

in questo in questo paradiso

ne scopra il nuovo dì.

Violetta: La vita è nel tripudio...

Alfredo: Quando non s'ami ancora...

Violetta: Nol dite a chi l'ignora,

Alfredo: È il mio destin così...

Tutti:

Godiamo, la tazza la tazza e il cantico

la notte abbella e il riso,

in questo in questo paradiso

ne scopra il nuovo dì. (4 volte)

La festa prosegue: in un altro salone si aprono le danze a cui si uniscono anche altri invitati.

Violetta conduce i suoi ospiti al ballo ma all’improvviso ha un mancamento che la costringe a

restare sola. Alfredo però rimane con lei per assisterla e, accompagnato dall’eco dei valzer della

sala da ballo, trova l’occasione per manifestarle la sua ammirazione ed il suo amore. Violetta gli

chiarisce d'esser disposta solo ad una amicizia e gli fa dono di una camelia dicendo di riportarla

quando sarà appassita. I due vengono interrotti dagli amici che vogliono ringraziare la padrona di

casa per il magnifico ricevimento.

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BRANO N.2

Tutti: Si ridesta in ciel l'aurora, E n'e' forza di partir;

merce' a voi, gentil signora,

di si' splendido gioir.

Maschi: Si ridesta in ciel l'aurora,

Femmine: si ridesta in ciel l'aurora,

Maschi: e n'e' forza di partir;

Femmine: e n'e' forza di partir;

Maschi: merce' a voi, gentil signora,

Femmine: merce' a voi, gentil signora,

Maschi: di si' splendido gioir,

Femmine: di si' splendido gioir,

Maschi: la citta' di feste e' piena

Femmine: la citta' di feste e' piena

Maschi: volge il tempo dei piacer;

Femmine: volge il tempo dei piacer;

Maschi: nel riposo ancor la lena

Femmine: nel riposo ancor la lena

Tutti: nel riposo ancor la lena,

si ritempri per goder,

ah! Si ritempri, si ritempri per goder,

sì, nel riposo ancor la lena si ritempri,

si ritempri per goder. (per 3 volte)

Si, per goder, sì nel riposo ancor la lena,

si ritempri per goder.

È ormai l’alba e Violetta, rimasta sola, medita turbata sull’effetto che le parole amorose di Alfredo

hanno avuto su di lei, pensando che sia giunto il giorno del suo primo vero amore. L'atto si chiude

sulla romanza “Sempre libera degg’io /folleggiare di gioia in gioia”, che chiarisce la decisione della

Traviata di voler rimanere sola e indipendente. Da lontano si sente l’eco di Alfredo “palpitante

d’amore” per la giovane donna.

BRANO N.3

Tutti: Amore, amor è palpito

dell'universo, dell’universo intero

Misterioso, misterioso, altero,

croce, croce e delizia,

croce, croce e delizia,

croce e delizia, delizia al cor.

Atto II

Quadro 1° - Casa di campagna presso Parigi.

Alfredo e Violetta Valéry vivono adesso felici in una villa di campagna. Alfredo scopre dalla

cameriera Annina che la “signora” si era recata a Parigi per vendere i suoi gioielli ed altri beni,

questo per poter prolungare la loro permanenza distanti da Parigi. Egli si sente offeso e decide

all’istante di partire per la capitale francese, per cercare, con la sua presenza, di aggiustare queste

spiacevoli questioni economiche. Ignara di tutto, Violetta rientra nella casa di campagna e riceve la

visita inattesa del padre di Alfredo, Giorgio Germont che l’accusa di condurre il figlio alla miseria.

Violetta replica di non avere mai chiesto nulla ad Alfredo, ma Germont padre non rinuncia al suo

proposito di separare i due innamorati e le fa notare che quando il tempo avrà cancellato la sua

bellezza Alfredo si stancherà di lei. La donna fa quello che crede essere il bene del suo innamorato

e accetta di lasciarlo. Alfredo rientra improvvisamente e vede Violetta intenta a scrivere una lettera;

intuisce che deve essere successo qualcosa di grave; ma Violetta dissimula la sua disperazione e

cerca di rassicurarlo. Prima di fuggire a Parigi, si congeda da lui con un ultimo canto di addio e di

amore “Amami Alfredo, amami quant’io t’amo!” Pochi minuti dopo il giovane riceve la lettera che

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la sua amata stava scrivendo e leggendola cade disperato fra le braccia del padre, rimasto nei

paraggi per cogliere l’attimo più propizio alla riconquista del figlio. Padre Germont cerca di

convincerlo sullo sbaglio di aver lasciato la famiglia e la Provenza, e a considerare quanti problemi

son venuti a crearsi con la sua partenza.

BRANO N.4

Tutti: Di Provenza il mar, il suol chi dal cor ti cancello?

Chi dal cor ti cancellò? Di Provenza il mar, il suol?

Al natio fulgente sol qual destino ti furò?

Qual destino ti furò? Al natio fulgente sol?

Oh, rammenta pur nel duol ch'ivi gioia a te brillò;

E che pace colà sol su te splendere ancor può.

G. Germont: E che pace colà sol su te splendere ancor può. Dio mi guidò!

Tutti: Ah! il tuo vecchio genitor tu non sai quanto soffrì,

tu non sai quanto soffrì il tuo vecchio genitor!

Te lontano, di squallor il suo tetto si coprì,

il suo tetto si coprì, di squallore, di squallore…

Ma se alfin ti trovo ancor, se in me speme non fallì,

Se la voce dell'onor in te appien non ammutì,

G. Germont: Ma se alfin ti trovo ancor, se in me speme non fallì, Dio m'esaudì!

Dopo la discussione fra i due, Alfredo, che non riesce a trovare una valida ragione all’improvviso

ripensamento della giovane donna, vede sul tavolo l’invito dell'amica Flora a una festa in casa sua a

Parigi. Egli si convince del tradimento di Violetta e decide che a quella festa si vendicherà

dell'abbandono.

Quadro 2° - palazzo di Flora a Parigi

La scena cambia: ora siamo nella sala da ballo e da gioco in casa dell’amica di Violetta, Flora

Bervoix, dove si sta svolgendo un ballo mascherato. Alcune dame arrivano vestite da zingarelle e si

mettono a danzare, a suonare i tamburelli e a leggere la mano ai padroni di casa.

BRANO N.5

Femmine:

Noi siamo zingarelle venute da lontano;

d'ognuno sulla mano leggiamo l'avvenir.

Maschi:

Se consultiam le stelle null'avvi a noi d'oscuro,

no, null’avvia a noi d’oscuro

Femmine:

oscuro,e i casi del futuropossiamo altrui predir.

Tutti:

Se consultiam le stellenull'avvi a noi d'oscur,

e i casi del futuro possiamo altrui predir

e i casi del futuro possiamo altrui,

possiamo altrui predir.

Femmine:

Su via, si stenda un velo sui fatti del passato;

già quel ch'è stato è stato, badate all'avvenir.

Tutti:

Su via, si stenda un velo sui fatti del passato;

già quel ch'è stato è stato, badate all'avvenir;

badate all'avvenir,

badate, badate all'avvenir;

badate all'avvenir,

badate, badate all'avvenir,

ah si, badate all’avvenir,

sì, sì, badate all’avvenir

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Arrivano poi alcuni signori insieme a Gastone vestiti da mattadori e iniziano a raccontare la storia di

Piquillo, un toreador che per conquistare la sua bella ha ucciso ben cinque tori nell’arena.

BRANO N.6

Maschi:

Di Madride noi siam mattadori,

siamo i prodi del circo dei tori,

testé giunti a godere del chiasso

che a Parigi si fa pel Bue grasso;

È una storia se udire vorrete,

quali amanti noi siamo saprete.

Femmine:

Sì, sì, bravi; narrate, narrate:

con piacere l'udremo.

Maschi:

Ascoltate.

È Piquillo un bel gagliardo

biscaglino mattador:

forte il braccio, fiero il guardo

delle giostre egli è signor.

D'Andalusa giovinetta

follemente innamorò;

ma la bella ritrosetta

così al giovane parlò:

"Cinque tori in un sol giorno

vo' vederti ad atterrar;

e, se vinci, al tuo ritorno

mano e cor ti vo' donar."

Sì, gli disse, e il mattadore,

alle giostre mosse il piè;

cinque tori, vincitore,

sull'arena egli stendé.

Tutti:

Bravo, bravo il mattadore,

ben gagliardo si mostrò,

se alla giovane l'amore

in tal guisa egli provò!

Maschi:

Poi, tra plausi, ritornato

alla bella del suo cor,

colse il premio desiato

tra le braccia dell'amor.

Tutti:

Con tai prove i mattadori

san le belle conquistar!

Maschi:

Ma qui son più miti i cori;

a noi basta folleggiar.

Tutti:

Sì, allegri. Or pria tentiamo

della sorte il vario umor;

la palestra dischiudiamo

agli audaci giuocator.

Ad un certo punto della festa Violetta entra nel salone accompagnata dal barone Duphol, suo

corteggiatore, e vede Alfredo al tavolo da gioco. Egli, colmo di gelosia, vuole sfidare il barone e

Violetta cerca di quietare gli animi implorandogli di lasciare la casa; se ne andrà, dice lui, solo se

lei lo seguirà. La ragazza a questo punto è costretta a mentire al suo amato per non rivelare il

colloquio con suo padre, e gli racconta di aver giurato al Barone Duphol che non lo avrebbe più

incontrato. Cieco di rabbia e gelosia per quello che considera un vile tradimento, Alfredo la insulta

ed umilia, non sapendo che Violetta ha agito così proprio per amor suo, anche sapendo di attirarsi il

suo disprezzo. Arriva padre Germont che lo rimprovera per questo comportamento, ma non gli

svela la verità.

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Atto III

Quadro 1° - Camera da letto di Violetta

La salute di Violetta è molto peggiorata e non può più alzarsi dal suo letto. Giorgio Germont le ha

scritto una lettera in cui le spiega che ha detto tutta la verità ad Alfredo: lo ha messo al corrente del

sacrificio che lei ha fatto, e ora lui sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Alfredo finalmente

raggiunge Violetta; i due innamorati, che il destino ha diviso, possono riabbracciarsi e sperare di

ricominciare la loro vita insieme proprio da dove è stata interrotta: lasciare Parigi, tornare in

campagna, dove la salute di Violetta rifiorirà.

BRANO N.7

Tutti:

Parigi, o cara, noi lasceremo,

la vita uniti trascorreremo.

De’ corsi affanni compenso avrai,

la tua salute rifiorirà.

Sospiro e luce tu mi sarai,

tutto il futuro ne arriderà.

Parigi, o caro, noi lasceremo,

la vita uniti trascorreremo.

De’ corsi affanni compenso avrai,

la mia salute rifiorirà.

Sospiro e luce tu mi sarai,

tutto il futuro ne arriderà.

I due innamorati continuano a pensare ad un futuro “ancora felice“ e a ricordare il loro primo

incontro ma una nuova crisi aggredisce la giovane. Arriva anche Giorgio Germont, ma è troppo

tardi; egli voleva stringerla come una figlia. Violetta è morente e dopo un estremo sussulto, spira tra

le braccia di Alfredo.

BRANO N.8

Tutti:

coro a bocca chiusa

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& bbbb c πÓ . œ œSi ri

jœ ‰ jœ ‰ Jœ ‰ œ œde staIin ciel l'au

Jœ ‰ œ œ jœ ‰ œ œro ra, e n'è

jœ ‰ jœn ‰ jœ ‰ Jœ ‰for za di par- - - - - -

& bbbb5 œ. œ. œ. œ. jœ ‰ œ. œ.ti re; mer cèIa

jœ ‰ jœ ‰ Jœ ‰ œ œvoi, gen til si

Jœ ‰ œ œ jœ ‰ œ œgno ra, di sì- - - - -

& bbbb8 jœ ‰ jœn ‰ jœ ‰ Jœ ‰splen di do gio

œ œ. œ. œ. œ. œ. œ.ir. Si ri des taIin ciel l'au

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.ro ra, Si ri des taIin ciel l'au- - - - - - - - - -

& bbbb11

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.ro ra, e n'è for za di par

œn . œ. œ. œ. œ. œ. œ.tir, e n'è for za di par

œn . œ. œ. œ. œ. œ. œ.tir, mer cèIa voi gen til si- - - - - - - -

& bbbb14

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.gno ra, mer cèIa voi gen til si

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.gno ra, di sì splen di do gio

œn . œ. œ. œ. œ. œ. œ.ir, di sì splen di do gio- - - - - - - - - - -

& bbbb17

œn . œ. œ. œ. œ. œ. œ.ir. La cit tà di festeIè

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.pie na, la cit tà di fe steIè

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.pie na, vol geIil tem po dei pia- - - - - - - -

& bbbb20

œ# . œ. œ. œ. œ. œ. œ.cer, vol geIiltem podei pia

œ# . œ. œ. œ. œ. œ. œ.cer; nel ri po soIan cor la

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.le na, nel ri po soIan cor la- - - - - - - - -

Si ridesta in ciel l'auroraTutti

Maschi

M. M.

M.

M. M.

M.

Femmine

F.

F. F.

F.

F. F.

cresc.

BRANO N. 2

M. = Maschi F. = Femmine

!

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& bbbb23 œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.le na, nel ri po soIan cor la

œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ. œ.le na si ri tem pri per go- - - - - - - -

& bbbb ƒ25 œ. Œ .œ jœder, ah!

.œ jœ .œ jœsi ri

.œ jœ .œ jœtem pri, si ri

.œ jœ .œ jœtem pri per go- - - -

& bbbb29

œ œ> œ> œ>der, sì, nel ri

œn > œ> œb > œ>po soIan cor la

œ>

œn>

œ>

œn>

le na si ri

œ> œ> œ> œ>tem pri, si ri- - - - - - -

& bbbb33

.œ> jœ .œ> jœtem pri

.œ> jœ .œ> jœper go

œ œ> œ> œ>der, sì, nel ri- - -

& bbbb36

œn > œ> œb > œ>po soIan cor la

œ>

œn>

œ>

œn>

le na si ri

œ> œ> œ> œ>tem pri, si ri

.œ> jœ .œ> jœtem pri, si ri- - - - - - - -

& bbbb40

.œ> jœ .œ> jœtem pri per go

œ œb >œb> œ>

der, sì, nel ri

œ> œb >œb> œ>

po soIan cor la

œ> œb >œb>

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le na si ri- - - - - - -

& bbbb44

. .œb rœ œb> œ>

tem pri per go

œ> Œ Óder,

Œ œ œ œsì, per go

œ œ œ œder, sì, nel ri- - - -

& bbbb48 œ œ œ œpo soIan cor la

œ œ œ œle na si ri

œ œ œ œtem pri per go

wder.- - - - - -

Tutti

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& bbbb 83 œ .œ œA

œ .œ œmor, a

œ œ jœ.mor è

.jœ rœ jœpal pi to- - - -

& bbbb5 œ .œ œdel l'u ni

œ .rœ rKœver so, del

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l'u ni ver soIinœ jœte ro,- - - - - - - - - -

& bbbb9 jœb . jœ. jœ.mi ste ri

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jœb œ. œ. œ. œ.mi ste ri o soIal

œ jœte ro,- - - - - - - - - -

& bbbb f π13 jœ rœ ≈ œ. œ. œ.

3

cro ce, cro ceIe de

jœ rœ ≈ œ. œ. œ.3

li zia, cro ceIe de

jœ rœ ≈ œ. œ. œ.3

li zia, de li ziaIal.œ

cor!- - - - - - - - -

Amore e palpito

Tutti

!

BRANO N. 3

é

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& # c pRœ

Noi

Jœ ‰ jœ ‰ Jœ ‰ jœ ‰sia mo zin ga

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jœ ‰ jœ ‰ jœ ‰ jœ ‰nu te da lon- - - - - - -

& #5 jœ ‰ jœ ‰ Œ ‰ . Rœta no; d'o

Jœ ‰ jœ ‰ Jœ ‰ jœ ‰gnu no sul la

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& #11 jœ ≈ rœ œ ≈ œ jœ ‰ œ. œ. œ.3

tiam le stel le, nul

Jœ ≈ Rœ Jœ ≈ Rœ Jœ ≈ Rœ jœ ≈ rœl'av viIa noi d'o scu ro, no, nul- - - - - -

& #13 jœ ≈ rœ jœ ≈ rœ . .œ Rœl'av viIa noi d'os cu ro,eIi

Jœ ‰ jœ ‰ Jœ ‰ jœ ‰ca si del fu

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& # ####16 jœ ‰ jœ ‰ jœ ‰ jœ ‰sia moIal trui pre

jœ ‰ œ̆ œ. œ. Jœ ≈ Rœ Jœ> ≈ Rœ3

dir. Se con sul tiam le- - - - -

Noi siamo zingarelle

Femmine

Maschi

Femmine

Tutti

Tutti

= colpi di tamburello

BRANO N. 5

!

Page 14: docenti bn

!

Associazione Musicale Europa InCanto sede Associazione Musicale Europa InCanto | Via Ancona n. 20/C – 00198 Roma T. 06 89 71 86 99 / 334 102 4116 | [email protected] | www.europaincanto.it!

& ####18

Jœ ‰ Jœ> ≈ Rœ œ œ œ Jœ> ≈ rœ3

stel le null' av viIa noi d'o

jœ ‰ œ̆ œ. œ. Jœ ≈ Rœ Jœ> ≈ Rœ3

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Jœ ‰ Jœ> ≈ Rœ œ œ œ Jœ> ≈ rœ3

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Jœ ‰ jœn ‰ Jœ ‰ jœ ‰via si sten daIun

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jœ ‰ jœn ‰ jœ ‰ jœ ‰fat ti del pas- - - -

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Jœ ‰ jœn ‰ Jœ ‰ jœ ‰quel ch'è sta toIè

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2

Femmine

!

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!

Associazione Musicale Europa InCanto sede Associazione Musicale Europa InCanto | Via Ancona n. 20/C – 00198 Roma T. 06 89 71 86 99 / 334 102 4116 | [email protected] | www.europaincanto.it!

& ####40 jœ ‰ jœn ‰ jœ ‰ jœ ‰da teIal l'av ve

jœ ‰ œ̆ œ. œ. Jœ ≈ Rœ Jœ> ≈ Rœ3

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Jœ ‰ Jœ> ≈ Rœ œ. œ. œ. Jœ> ≈ rœ3

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ba da teIall'av ve

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Jœ ‰ œ. œ. œ. Jœ ‰ jœ ‰3

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nir, ba da- - - - - -

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Jœ ‰ œ. œ. œ. Jœ ‰ jœ ‰3

te ba da teIall' av ve

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& #### ~~~~~~~~~~~56 .œ œ .œ œ .œ œ .œ œnir, sì, sì, ba da teIall' av ve

wnir.

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3Tutti

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ISTRUZIONI PER ACCEDERE ALL’AREA RISERVATA A partire da quest’anno Europa InCanto ha inaugurato il suo nuovo sito www.europaincanto.com. All’interno troverete una sezione denominata AREA SCUOLE, che vi farà accedere, attraverso l’inserimento di una password, nel settore riservato ai partecipanti dell’edizione 2014/2015 – La Traviata DI G. Verdi. Una volta effettuato l’accesso si potranno scaricare i materiali cartacei forniti durante il corso di formazione per i docenti, le basi musicali e trovare tutte le promozioni che Europa InCanto in collaborazione con Teatro di Roma ha dedicato agli iscritti al progetto. Con pochi click avrete a disposizione tutto ciò che è necessario per iniziare la nuova avventura di quest’anno…. 1. Entrate nella pagina www.europaincanto.com/scuola-in-canto/ In centro a destra dello schermo troverete l’AREA SCUOLE e dovrete cliccare sul tasto ACCEDI

per poter entrare nella vostra area riservata 2. Sarete indirizzati nella sezione protetta dove sarà necessario inserire la password e cliccare il tasto

INVIA. Una volta entrati nella vostra area riservata potrete scaricare in ogni momento tutti i materiali didattici, le basi musicali e scoprire tutte le novità a voi dedicate.

La password da inserire con carattere tutto maiuscolo e senza interruzioni è: EDIZIONE2015

A QUESTO PUNTO NON CI RIMANE CHE AUGURARVI BUON LAVORO E BUON DIVERTIMENTO CON LE MELODIE DEL

GRANDE MAESTRO GIUSEPPE VERDI!!