DOC Relazione Triennale Per Assemblea Mappamondo
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8/9/2019 DOC Relazione Triennale Per Assemblea Mappamondo
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GIOVEDI 14 MAGGIO 2009 - ASSEMBLEA ANNUALE MAPPAMONDO
RELAZIONE TRIENNALE
(di Antonella Squillace)
Lo straniero che dimora fra di voi lo tratterete come colui che
nato tra di voi; tu lamerai come te stesso perch anche voi siete
stati stranieri nel Paese dEgitto (Lev. 19,34)
Ero straniero e mi avete ospitato. (Mt. 25,35)
Ho voluto inserire allinizio della relazione alcuni passi biblici perricordarci e ricordare quali sono effettivamente le nostre radici, quale la
nostra identit religiosa, lappartenenza al popolo italiano e alla sua storia
e cultura, che anche storia e cultura cristiana.
Mai come questanno mi sono apprestata a preparare la relazione annuale
con un misto di sentimenti: dalla rabbia, innanzitutto, alla delusione, alla
paura del futuro, lo ammetto, alla stanchezza, ma anche, parallelamente, il
desiderio di andare avanti con ancora pi forza e determinazione,
guardando anche ai risultati raggiunti, con la consapevolezza che questa la strada da percorrere.
Quando la nostra associazione nasceva, 7 anni fa, era appena stata
approvata la legge Bossi-Fini, e ci sembrava che la situazione fosse gi
pesantissima; mi sembra di vedere che oggi i segnali siano ancora peggiori
pi bui, perch cambiato il clima culturale, esasperato, e quello che mi
indigna latmosfera silente della gente, lindifferenza, se non
lapprovazione rispetto a quanto sta accadendo.
Alle volte, spesse volte in questi anni, sono stata tentata, e lo sono stataanche in questi giorni, di scrivere, prendere posizione come responsabile di
Mappamondo, sulle questioni che quotidianamente si presentano, sia a
livello locale che nazionale, e che necessitano di una controinformazione,
una presa di posizione, ma ho pensato che per il bene del lavoro che
lAssociazione sta svolgendo fosse pi opportuno non prestarsi a facili
strumentalizzazioni, soprattutto in questo periodo di campagne elettorali,
di facili slogan.
Rispetto agli ultimi episodi per, in cui sono stati palesemente attaccati i
diritti umani, non so pi se il silenzio sia la cosa pi corretta per la nostra
Associazione.
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Ci viene detto No ad unItalia multietnica: ma la nostra gi una societ
multietnica, lo anche perch ci sono un milione di lavoratori stranieri, lo
perch settori importanti della nostra economia, tra cui le fabbriche del
nord est padano, si basano quasi esclusivamente sul lavoro straniero, lo
perch il nostro un paese vecchio e non ce la farebbe senza lapportodella popolazione straniera, soprattutto per i prossimi anni, lo perch
questo fa parte del diritto alla mobilit dellessere umano, soprattutto nel
momento in cui il nostro paese, insieme agli altri paesi delloccidente
hanno creato le condizioni economiche e sociali che stanno allorigine
delle migrazioni.
Certo, per certi versi questa una situazione nuova, o meglio, di cui
abbiamo preso consapevolezza in anni recenti, anche se gli inizi dei primiflussi migratori risalgono agli anni 70, cos come non c dubbio che il
nostro paese stia vivendo un momento particolarmente difficile e che
investe vari campi, dalleconomia, alla politica, alla cultura,
alleducazione.
Ma gli errori arrivano da lontano, soprattutto nellaver sempre affrontato
il problema immigrazione come emergenza e con una gestione provvisoria,
senza politiche migratorie lungimiranti e costruttive, o con Leggi come la
Bossi-Fini, continuando a gestire limmigrazione come mera questione diordine pubblico e sicurezza, senza lavorare seriamente per lintegrazione.
Forse quanto sto per dire sono pochi i politici attenti e lungimiranti che
lo sottoscriverebbero, soprattutto in tempi elettorali, ma io resto convinta
che il pi grande decreto legislativo sulla sicurezza, o atto amministrativo,
non sono ne telecamere, ne eserciti nelle citt, che si limitano ad
unazione di controllo del territorio, ma un progetto ad esempio come
quello della mediazione culturale nelle scuole, che da qualche anno
portiamo avanti con lAssessorato ai Servizi Sociali e che lavora perlintegrazione, perch solo nel momento in cui le persone si sentono parte
di una comunit si sentono anche responsabili di essa e per essa.
Mi riferisco ovviamente a politiche che guardano avanti e che si
rivolgono alla stabilizzazione, diverso il capitolo degli ingressi e della
legalit, ma non con gli ultimi provvedimenti e con lapprovazione del
decreto sicurezza passato oggi alla Camera che si risolveranno.
Ma quello che mi spaventa la mentalit che sta dietro, la deriva
razzista, diciamolo senza timore, che il Paese sta prendendo, e mi chiedocosa ci sta succedendo, cosa sta succedendo al mio Paese?
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Quale deformazione della mente e dello spirito avvenuta, stata
incoraggiata o passivamente consentita nel corso degli anni?
Quando un Ministro della Repubblica dichiara la necessit di essere
cattivi, con gli immigrati clandestini? Cattivi?, con i barconi di gente
disperata, che fugge da guerra e fame verso il luccichio falso del nostrobenessere, di un Paese nelle cui televisioni si vedono dispensare premi
milionari per giochi discutibili? Cattivi con uomini, donne e bambini
stremati? Abbiamo sentito proprio venerd scorso, dal bravissimo
giornalista Gabriele Del Grande, cosa sta dietro al viaggio dei migranti.
Ma non vengono dal nulla queste cose, non vengono da culture non
cristiane; sono maturate tra noi, nella tranquillit delle nostre tiepide
case, per ricordare Primo Levi, perch inevitabilmente il pensiero su
quanto sta accadendo mi riporta l.Quale caduta di vigilanza ha avuto la nostra coscienza, insieme alla
incapacit di coerenti scelte politiche?
Cosa ci ha indurito a tal punto da farci dimenticare la nostra storia di
migranti?
Quali errate attenzioni e disattenzioni ci sono state per anni
nelleducazione, anche cristiana? A che cosa veniamo spinti e indirizzati?
Dov lo spirito con cui gli Italiani trasfusero valori altissimi nella nostra
Costituzione? Ha ancora valore larticolo 10? Qualcuno lo pu ricordare alMinistro dalla linea dura, quale dovere ci obbliga a dare ospitalit a chi
fugge da paesi in cui la vita in pericolo?
La presenza di delinquenza e di criminalit organizzata nella
popolazione immigrata, che non vogliamo sottolineare e che deve
sicuramente preoccupare le forze di governo, non basta comunque a
spiegare tanto ottuso, miope e meschino egoismo.
Una societ che non si proietta solidale e serena nel futuro, che non
guarda fuori dal proprio guscio, che erige muri nelle orecchie, negli occhi,nel cuore, che si chiude, come pu pensare di formare i propri giovani?
E quindi importante, soprattutto per chi lavora nel campo della
formazione e delleducazione ai valori occuparsi e studiare la realt e i
pregiudizi etnici che si insinuano, nel nostro comunicare, nel nostro sentire
quotidiano, nel nostro agire ed soprattutto nostro dovere occuparcene per
le quotidiane manipolazioni dellinformazione pubblica, che volutamente e
sistematicamente stanno demonizzando il mondo migrante in Italia. Da
qualunque parte del mondo arrivi, a qualunque etnia appartenga, con ledifferenze del caso che di volta in volta vengono messe in evidenza.
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E passiamo dunque al nostro lavoro che soprattutto e sempre pi,
ritengo, dovr essere lavoro di tipo culturale ed educativo.
Mi sembrava doverosa una premessa di analisi e di riflessione del
contesto in cui dovremo lavorare nei prossimi anni, per capire anche dove
stiamo andando e dove vogliamo andare, anche se sono sicura, lo abbiamoben presente tutti noi.
Fare un elenco di quanto fatto in questi anni, mi mette un po a disagio
perch sono pi per lo stile testa china e lavorare, ma anche giusto e
necessario fare un bilancio del lavoro svolto dallAssociazione anche per
darci delle piste di lavoro per il futuro e scegliere insieme quelle linee
programmatiche dei prossimi tre anni che ci accompagneranno al
traguardo dei 10 anni di Mappamondo.
E poi anche giusto riconoscersi che se tanto c ancora da fare, tanto anche stato fatto, con tutti i limiti personali e reali che abbiamo incontrato.
Vorrei analizzare questi tre anni sul fronte interno ed esterno
dellAssociazione.
La prima cosa che mi sento di dire che lAssociazione cresciuta
innanzitutto sul versante interno.
Sono molte le persone che gradualmente si sono avvicinate a noi, hanno
dato la disponibilit ad un coinvolgimento maggiore, ad una
partecipazione pi attiva, in misura diversa, e anche, cosa che veniva pivolte sollecitata nel passato, si sono prese in carico alcuni settori delle
attivit dellAssociazione, cercando di portare avanti iniziative per una pi
corretta distribuzione dei compiti e degli impegni.
Sicuramente su questo fronte c ancora molto da lavorare, ma penso
che il fatto che in alcune occasioni si siano costituite piccole commissioni
che con competenza e responsabilit abbiano portato avanti alcuni progetti,
attivit e lavori, faccia ben sperare ed questo che permette
allAssociazione di crescere, con un gruppo di persone che se ne sentonoparte e responsabile.
Sicuramente una di queste realizzazioni che ha dato anche una notevole
visibilit allAssociazione e al nostro lavoro la creazione del sito,
obiettivo che ci eravamo posti proprio tre anni fa.
Mi sento di dire che come Associazione siamo anche cresciuti
allesterno, e penso alle numerose collaborazioni poste in atto in questi
anni con molte Associazioni del territorio ed enti Istituzionali.
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che approfitto per ringraziare, per le attivit ricreative anche per ragazzi
stranieri.
E per altre iniziative di tipo culturale Il teatro dellAlbero per la
rappresentazione de LUltimo viaggio di Sindbad del 2006, la
creazione dello Scaffale Interculturale presso e con la collaborazionedella Biblioteca Civica di Sanremo, che ne ha curato la catalogazione dei
libri, e lIstituto Storico della Resistenza Imperiese per gli incontri
sulla Costituzione Italiana.
Naturalmente il Cespim, che ci ha seguito fin dal nostro nascere, ha dato
fiducia al nostro lavoro e ha sostenuto molte nostre iniziative e a cui
sappiamo di poterci rivolgere per qualunque necessit e di cui sentiamo la
stima e la considerazione.
E passando alle Istituzioni, ho gi citato lAssessorato alla Solidariet
e allAssistenza Sociale del Comune di Sanremo, retto dal prof. Luigi
Ivaldi, con il quale proprio tre anni fa, nei mesi immediatamente successivi
alla nostra Assemblea, veniva stipulata la prima convenzione per il
Progetto A come Accoglienza che permane a tuttoggi e che riscuote
sempre, grazie alla grande disponibilit delle mediatrici, un grosso
apprezzamento da Dirigenti e insegnanti delle scuole in cui si svolge.
Sempre legato a questo, il progetto si anche svolto per due anni, nellescuole del Distretto, con il sostegno della Segreteria Tecnica di Zona 2.
Inoltre lassessorato ha sostenuto le nostre iniziative culturali e la nostra
attivit sociale.
E ancora come Istituzioni, la Regione Liguria, che sostiene il progetto
del nostro Sportello Migrapoint, sempre in crescita, che offre servizi di
consulenza ai cittadini stranieri, cos come deve essere in tutte le citt,
progetto nato in collaborazione anche con lARCI, altro Ente con cui
iniziata una collaborazione ed un rapporto di stima reciproca.Una quasi quotidiana collaborazione con lAssessorato alle politiche
migratorie della Regione Liguria dellAssessore Vesco, per la
compilazione del piano triennale che stiamo ultimando e la
partecipazione della nostra Associazione alla Consulta Regionale
sullimmigrazione.
E nata anche in questi anni una collaborazione con la Asl, poi
formalizzata con una convenzione per i consultori di Ventimiglia,
Sanremo e Imperia e per diversi lavori di traduzione e collaborazione checi vengono richiesti.
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Ancora la convenzione con il Ministero della Giustizia per lo
sportello informativo SPIN, progetto nato nel 2004 e rinnovato nel 2008
Indubbiamente queste collaborazioni con questi enti e anche la seriet e
la disponibilit a tutto tondo, degli operatori, delle mediatrici, della
sottoscritta, che abbiamo cercato di dare sempre, in ogni frangente, in ognirichiesta che veniva fatta, ha fatto crescere la fiducia che abbiamo sentito
riporre in noi via via, e anche le aspettative anche da parte del territorio, e
di conseguenza hanno fatto crescere lAssociazione tutta.
Naturalmente tengo a ribadire che la nostra unAssociazione di
volontariato non una cooperativa, cos come abbiamo scelto, con un
percorso dibattuto e condiviso, quando nel febbraio del 2007 abbiamo
modificato il nostro Statuto.
Non nasce, dunque, con lobiettivo di creare posti di lavori, anche se iservizi richiesti dimostrano i bisogni e le intuizioni avute con i progetti di
mediazione culturale offerti ai vari enti, e alle volte mi sembra quasi
miracoloso, lo dicevo allultimo direttivo, le opportunit, anche di lavoro,
che di fatto sono nate grazie e con lAssociazione.
E la riflessione che dovremmo avviare sicuramente nel prossimo
triennio: forse venuto anche il momento per far fare un ulteriore passo
allAssociazione in prospettiva pi ampia dei servizi offerti.
Ancora per quanto riguarda le iniziative culturali nostre specifiche:Abbiamo dato origine al ciclo I Seminari di Mappamondo in
collaborazione con il Centro Med di Genova, con il quale iniziata una
produttiva collaborazione: momento di formazione su cui abbiamo
investito molto, sempre per quellattenzione culturale a cui vogliamo
tenere fede, e, nonostante le difficolt del momento, resto convinta,
bisogna portare avanti, ma di cui lo sforzo forse non stato ripagato come,
ritengo, almeno lalto livello di preparazione dei relatori meritava.,
Su questo sar necessario fare una riflessione allinternodellAssociazione, sulle modalit comunicative, forse, ma soprattutto su
cosa necessario puntare in futuro come momento formativo, se pi
mirato agli operatori o aperti alla cittadinanza.
Voglio anche ricordare la collaborazione nata con il Rotary Club di
Sanremo che da due anni sostiene insieme al British Institute un corso
di alfabetizzazione di italiano per donne arabe, al quale stanno
partecipando anche mamme di alunni che sono seguiti dai mediatori
culturali nelle scuole, quindi un lavoro capillare volto allintegrazione.
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Cito ancora molto velocemente tra le iniziative di questi anni, il corso di
cucina etnica Sapori e suoni due edizioni, gli stage di danze etniche
Danzare il mondo, le feste africane del 2006 e del 2007, i corsi
sullintercultura, di cui quello che si svolto in ottobre, La Via per
lIntercultura sostenuto dal Cespim , in occasione dellanno europeo
per il Dialogo Interculturale, e il Convegno Mediterraneo in
Dialogo, entrambi molto partecipati. Lincontro con alcuni scrittori come
Koss Komla-Ebri.
La formazione dei mediatori culturali e la cura della loro professionalit
ci su cui vorremmo puntare maggiormente, cos come richiederebbe la
Legge regionale sullimmigrazione approvata nel 2007 e su cui stiamo
cercando di pungolare la Provincia di Imperia e, notizia di ora, siamo
riusciti a far mettere tra le priorit formative dopo due anni di lavoro inquesto senso.
Ora il prossimo passo, ma non dipender da noi, capire chi ne
organizzer i corsi, e se verranno fatti con i requisiti che la Legge richiede
e non per puro business, come spesso successo nella nostra Provincia.
Per concludere le attivit, siamo stati citati in due tesi di laurea e
abbiamo partecipato a tre ricerche, una sugli imprenditori stranieri della
Camera di Commercio, sulla pratiche di mediazione culturale il
Liguria della Fondazione Casa America, e sulle famiglietransnazionali e i ricongiungimenti familiari in Liguria promossa dal
Centro Med di Genova i cui risultati verranno presentati proprio domani
nellultimo seminario.
Questo quanto fatto, ma come dicevo prima, dobbiamo ancora lavorare
su altri fronti, essere ad esempio pi attenti ai bisogni di alcune comunit
straniere, entrare pi in contatto con alcune di esse, forse il nostro lavoro
pi di contatti personali che con le comunit in generali, magari
organizzando incontri sistematici, per farci conoscere e per rapportarcipi correttamente, far sentire la nostra solidariet e vicinanza soprattutto in
questo momento, raccogliere i bisogni, le difficolt, porci come filtro con
le Istituzioni, se lo ritengono e se ci danno fiducia, perch comunque
abbiamo potuto sperimentare che alle volte la diffidenza reciproca, lho
toccato proprio con mano quando ho collaborato alla ricerca sugli
imprenditori stranieri.
Credo che questo, con quelli che ho citato precedentemente sia uno degli
impegni prioritari su cui dovremo lavorare.
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Per concludere, e scusandomi per la lunghezza, desidero di cuore
ricordare due persone e ringraziare il Direttivo uscente.
Voglio ricordare in questa occasione Mariella Chiara ed Enrico Adler:
Enrico stato uno dei soci fondatori di Mappamondo e la sua costante
attenzione agli ultimi e agli emarginati, non lo avevano sicuramentelasciato indifferente rispetto agli ultimi di oggi, i cittadini stranieri,
Pensiamo che il modo per ringraziarlo e rendere omaggio al suo lavoro, sia
sicuramente quello di impegnarci ancor di pi nel lavoro dellAssociazione
con seriet e dedizione.
Mariella, nostra socia, negli ultimi anni si era avvicinata alla nostra
Associazione e con molto entusiasmo aveva dato disponibilit a
collaborare proponendo alcune iniziative a cui purtroppo non ha potuto
prendere parte.Tenevo molto a ricordarli insieme a voi in questa occasione.
E ora i membri del Direttivo, che mi hanno supportata e anche
sopportata, soprattutto per le lunghe mail a cui premettevo sempre di
leggere fino in fondo!
Un grazie speciale, ad Elisa, la vice Presidente, con la quale ho potuto
sempre confrontarmi e consigliarmi e che mi ha sostenuta in momenti
faticosi, insieme ad Ilaria, a Daniela, nostra preziosissima e puntuale
segretaria, Fabiana, che cura il sito, Roberto, per le sue competenzetecniche e le conoscenze di leggi e cavilli, e Aziz, insieme alle mediatrici,
per il loro preziosissimo lavoro e la disponibilit riconosciuta da tutti gli
Enti in cui prestano il loro servizio, e a tutti coloro che ci hanno dato una
mano in questi anni.
Penso che il prezzo che si debba pagare per vivere in una societ
pluralistica impegnarsi nel tracciare sentieri che non possono essere
predefiniti senza la nostra partecipazione
Quindi buona continuazione!
Antonella Squillace
Gioved 14 maggio 2009
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La nostra realt locale,Alcuni dati numerici per fare il quadro della realt nel nostro territorio
sulla presenza dei cittadini stranieri, numeri, significano molto poco a
fronte delle diverse sfaccettature del mondo migrante.
Nel Distretto Socio-sanitario 2 Sanremese siamo oltre le 4500 presenze
appartenenti a circa 100 nazioni.
Sanremo si caratterizza in particolare per la forte eterogeneit delle
comunit straniere anche se lo Stato pi rappresentato il Marocco con
936 unit (mentre per la Provincia di Imperia la comunit maggioritaria
lAlbania), al secondo posto lAlbania a seguire Romania, Ecuador,
Francia, Germania e Cina.
La nostra una provincia che si caratterizza anche per un alto numero di
stranieri comunitari, in particolare nellentroterra.
Complessivamente si riscontra una lieve prevalenza femminile, pi
accentuata per le rumene, equadoriane, ucraine e peruviane, mente per
quanto riguarda i maschi sono pi numerosi i marocchini, i senegalesi e i
pakistani.
Dai dati emerge una popolazione piuttosto giovane, con un 48 %
compresa tra i 18 e i 39 anni, mentre sappiamo che la Provincia di Imperia
la Provincia pi vecchia dItalia, e questo comunque una ricchezza.
Rispetto al 2004 c stato un incremento della popolazione straniera del16 %, in particolare nel Comune di Sanremo.
Interessante anche il dato dei minori stranieri, il 6,67% dei minori, che
poi il dato di presenza nelle scuole dellobbligo, in particolare la scuola
Media, con i ragazzi albanesi al primo posto per numero.