DIVISIONE ARTE RAVENNATE - Altervista

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DIVISIONE ARTE RAVENNATE PERIODO IMPERIALE PERIODO OSTROGOTICO PERIODO GIUSTINIANEO 395-476 d.C. 476-540 d.C. 540-565 d.C. -MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA -MAUSOLEO DI TEODORICO -SANT’APOLLINARE NUOVO -SAN VITALE -SANTA SOFIA A COSTANTINOPOLI MORTE DI TEODOSIO IL GRANDE 395 d.C. ONORIO ARCADIO IMPERO D’OCCIDENTE IMPERO D’ORIENTE

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DIVISIONE ARTE RAVENNATE

PERIODO IMPERIALE PERIODO OSTROGOTICO PERIODO GIUSTINIANEO

395-476 d.C. 476-540 d.C. 540-565 d.C.

-MAUSOLEO DI GALLA

PLACIDIA

-MAUSOLEO DI

TEODORICO

-SANT’APOLLINARE

NUOVO

-SAN VITALE

-SANTA SOFIA A

COSTANTINOPOLI

MORTE DI TEODOSIO IL GRANDE 395 d.C.

ONORIO ARCADIO

IMPERO D’OCCIDENTE IMPERO D’ORIENTE

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A RAVENNA SI INCONTRANO L’ARTE ROMANA PALEOCRISTIANA E

L’ARTE BIZANTINA ( IL NOME CHE VIENE DATO AL PALEOCRISTIANO

D’ORIENTE ).

SARÀ GIUSTINIANO AD ESPORTARE NEL VICINO ORIENTE ED IN

OCCIDENTE I MODELLI ARTISTICI BIZANTINI

• FUNZIONE DIDATTICA.

• DERIVA DALLO STILE ELLENISTICO ROMANO CON CONTAMINAZIONI ORIENTALI.

• LINGUAGGIO AULICO E RAFFINATO TIPICO DELLA CHIESA D’ORIENTE.

• RIPETIZIONE DI TIPI FIGURATIVI FISSI.

• BIDIMENSIONALITÀ.

• IERATICITÀ DEI PERSONAGGI RAPPRESENTATI.

• RICCHEZZA DECORATIVA .

• ARTISTA CHE FA DA TRAMITE TRA LA REALTÀ TERRENA E QUELLA SPIRITUALE.

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MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA 425 d.C.

TIBURIO

ARCHI CECHI

FERITOIE

TIMPANO

PIANTA A CROCE LATINA

LATERIZIO

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MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA 425 d.C.

SAN LUCA

SAN GIOVANNI

SAN MARCO

INDACO STELLATO

Matteo:

Angelo

Marco:

Leone

Luca:

Bue

Giovanni:

Aquila

SAN MATTEO

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MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA 425 d.C.

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MAUSOLEO DI TEODORICO 520 d.C. (TEODORICO RE D’ITALIA DAL 493 AL 526 d.C.)

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SANT’APOLLINARE NUOVO 568 d.C. (TEODORICO RE D’ITALIA DAL 493 AL 526 d.C.)

ARIANESIMO= nasce ad Alessandria d’Egitto

dai seguaci di Ario (ariani) i quali credevano che i

Padre e il Figlio fossero distinti e quindi Cristo

inferiore al Padre mettendo in discussione la

Trinità Cristiana. Con i CONCILIO DI NICEA del

321 viene scomunicato Ario.

ARDICA

ABSIDI POLIGONALI

PULVINO

NAVATA CENTRALE

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SANT’APOLLINARE NUOVO 568 d.C. (TEODORICO RE D’ITALIA DAL 493 AL 526 d.C.)

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Può anche essere chiamata

Hagia Sofia ( Divina

Sapienza ) ed è considerata

un prototipo da cui sono

derivate numerose chiese in

epoca bizantina.

Iniziata per volere di

Costantino nel 360, venne

rasa al suolo nel 532,

durante un’insurrezione

popolare.

La costruzione attuale risale

all’epoca di Giustiniano, che

tra il 532 e il 537 la fece

costruire dagli architetti

Antemio di Tralle e Isidoro di

Mileto. L’imperatore volle un

edificio di splendore

ineguagliabile e per questo

fece venire artigiani e

materiali preziosi da ogni

parte dell’impero.

SANTA SOFIA COSTANTINOPOLI 537 d.C.

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Santa Sofia a Costantinopoli

• Intitolata alla Divina Sapienza, affermando in questo modo la tutela divina sul potere imperiale

• Pianta centrale, a croce greca inserita in un perimetro quasi quadrato ( 71 x 77m )

• Davanti alla chiesa si trova un ampio quadriportico, collegato con un doppio nartece ( spazio

porticato ), da cui si accede all’interno attraverso nove porte

• Al centro della chiesa si innalza la cupola, dal diametro di 31 metri e con un’altezza di 61 metri,

poggiante su 4 possenti pilastri collegato da grandi archi

• Ai fianchi della cupola ci son 2 semicupole

• L’interno è suddiviso in 3 navate secondo lo schema basilicale

• L’articolazione dello spazio dà effetto di dilatazione e di elevazione delle struttura portanti

• Ci sono ampi pennacchi decorati a mosaico

• Archi e colonne sono disposte su doppio ordine. Una teoria di finestre si apre nei lunettoni

laterali e sulla parete dell’abside,e 48 finestre sono alla base della cupola e ne smaterializzano

la presenza.

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Semplice all’esterno, Santa

Sofia è interamente decorata

all’interno con marmi e

preziosissimi mosaici, pieni di

luce e colori, ed esaltati dal

gioco di volte, absidi, cupole.

La novità architettonica della

chiesa consiste nel

superamento della

concezione classica di parete,

tanto che lo spazio appare

indefinito, nonostante le rigide

regole geometriche sulle quali

si organizza.

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•E’ la basilica che si richiama ai grandi esempi

monumentali paleocristiani, in particolare al San

Lorenzo di Milano

• Ha pianta ottagonale preceduta, in origine, da un

quadriportico, ma attualmente solo dall’ ardica a

forcipe che si dispone in maniera tangente ad uno

spigolo della costruzione.

•Le facce del corpo sono rafforzate da contrafforti e

sono divise in due parti da una cornice corrispondente

al doppio loggiato interno

• Il tiburio ottagonale nasconde la cupola

SAN VITALE RAVENNA 547 d.C.

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Basilica diSan

Vitale , zona

absidale

• Gli ingressi sono due e uno di essi è in asse con il presbiterio , che è seguito dall’abside

• L’abside è affiancata da due piccoli ambienti tipici delle basiliche bizantine:

1. a dx il diaconicon, per la conservazione degli oggetti sacri e per preparare la liturgia

2. a sx la protesis, per la conservazione del pane e del vino

• Il visitatore che entra nella basilica ha due diverse percezioni a seconda del punto in

cui entra

1. Chi entra dall’ingresso posto di fronte all’abside avverte uno spazio basilicale che si

estende in una sola direzione

2. Chi entra dall’altro ingresso posto hai di fronte e intorno a sé uno spazio centrico e

avvolgente

➢ La struttura è massiccia, per gli otto pilastroni agli angoli, ma è impreziosita dai

marmi, dai capitelli sormontati da pulvini che sono traforati e preziosamente lavorati.

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• I mosaici del presbiterio furono eseguiti tra il 546 e il 548 e sono i più importanti della basilica

• Degni di nota sono i pannelli leggermente concavi perché posti all’innesto dell’abside, raffiguranti

Giustiniano e la consorte, l’imperatrice Teodòra, accompagnati dai dignitari e dalle dame di corte

• Si collocano nella grande tradizione del rilievo storico romano, anche se l’evento non è mai avvenuto

• L’imperatore e l’imperatrice sono rappresentati mentre portano all’altare le offerte del pane e del vino nel

giorno della consacrazione della basilica. Ma i regnanti non si recarono mai a Ravenna e in più i regnanti

sembrano apparizioni divine, infatti l’Imperatore d’Oriente era considerato legame tra Dio e il popolo ( la sua

dignità era pari a quella degli apostoli ).

• Tecnica rappresentativa schematica ( per es. si veda la tenda aperta per permettere il passaggio del corteo

dell’imperatrice ).

• Monarchi senza tempo: bidimensionalità, preziosismo di vesti e colori, ripetitività dei gesti, ieraticità dei

personaggi imperiali e la solennità degli altri, mancanza di un verosimile piano d’appoggio, fondo d’oro che

rende lo spazio irreale e infinito.

Passaggio dal Naturalismo di eredità classica al

Decorativismo, proprio dell’arte raffinata e

simbolica della corte bizantina