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  • Sociologia a.a. 2010/2011

    Etnometodologia: una guida per la comprensione di Enrico Caniglia

    Noi vediamo le cose stesse, il mondo ci che noi vediamo: formule di questo genere esprimono una fede che comune alluomo naturale e al filosofo dacch egli apre gli occhi, rinviano a un sostrato profondo di opinioni mute implicate nella nostra vita. Ma tale fede ha questo di strano, che se si cerca di articolarla in tesi o enunciati, se ci si chiede che cos noi, che cos vedere e che cos cosa o mondo, si entra in un labirinto di difficolt e di contraddizioni

    Maurice Merleau-Ponty Introduzione

    Nella vita quotidiana ci capita continuamente di compiere una serie disparata di azioni: passeggiare lungo il corso; scambiare due chiacchiere con un amico; rispondere alle domande di uno sconosciuto che chiede lora; chiedere chiarimenti al nostro medico durante una visita e ascoltare le sue prescrizioni; raccontare a casa quello che ci successo durante il giorno; leggere distrattamente i titoli di un giornale seduti al bar; riconoscere dove comincia la fila a uno sportello e tanto altro ancora. Queste attivit ci appaiono familiari e il loro svolgimento ovvio. Non ci chiediamo mai come riusciamo a fare queste cose, ma lo consideriamo qualcosa di naturale. Non si seguono corsi specifici su come orientare lo sguardo quando si saluta un amico, su come si partecipa a una conversazione o su come si vede un film in televisione. Sono cose che si fanno e basta, senza badarci pi di tanto, automaticamente. E se qualcuno ci chiedesse come facciamo a farle, non sapremo rispondere o risponderemo che naturale, ovvio, oppure forniremo una risposta generale ed estremamente semplificata del tipo, ci si saluta stringendosi la mano o dicendo ciao in cui una miriade di dettagli costitutivi di quelle attivit vengono inconsapevolmente taciuti o dati per scontati.

    Letnometodologia un approccio sociologico che ritiene che queste attivit non sono ovvie perch sono in s naturali, ma perch esiste un insieme di metodi, di ragionamenti pratici e di competenze sociali che permette di svolgerle in modo naturale, ovvio e automatico. In altre parole, per letnometodologia dire che sono cose evidenti, ovvie e naturali non la risposta al problema, ma il problema di ricerca, ci che va spiegato1. La realt oggettiva dei fatti sociali, intesa come il risultato delle attivit concertate della vita quotidiana, svolte con metodi ordinari e abili che i membri conoscono, usano e danno per scontato, il fenomeno fondamentale della sociologia (Garfinkel 1984, vii). Con queste parole Harold Garfinkel, il sociologo californiano ritenuto il padre delletnometodologia, ha provato a sintetizzare quale lobiettivo della sociologia cos come questa disciplina viene concepita e rifondata dalla proposta etnometodologica.

    Lo scopo delletnometodologia quindi quello di scoprire questi metodi, queste risorse e queste abilit che permettono di produrre la naturale comprensibilit e realizzabilit della vita sociale in tutte le sue diverse manifestazioni. Detto in modo pi sintetico, la ricerca etnometodologica vuole scoprire come si produce la familiarit del mondo sociale, il carattere ostinatamente ovvio, naturale e oggettivo di tutto ci che ci circonda.

    Il volume aveva un altro grosso difetto, e che probabilmente contribu a creare quellaura di stranezza che ha accompagnato a lungo letnometodologia: era scritto in un linguaggio astruso, oscuro, a tratti incomprensibile, poi diventato noto come garfinkelese. Anche oggi che letnometodologia diventata una prospettiva consolidata nel panorama sociologico, la lettura del

    1 Il punto di vista delletnometodologia assomiglia a quanto suggeriva il grande studioso del cinema Cristian Metz:

    il problema non cosa abbiamo capito di un film. Ci che bisogna capire come facciamo a capire i film (cit. in MacBeth 1999).

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    testo ufficiale delletnometodologia resta difficile e richiede tanto impegno e tanta pazienza 2. Ecco un assaggio tratto dalla prima pagina del libro:

    le attivit attraverso cui i membri della societ producono e gestiscono situazioni di relazioni quotidiane

    organizzate sono identiche ai procedimenti usati dai membri per renderle spiegabili. Il carattere riflessivo o incarnato delle pratiche di spiegazione e delle spiegazioni costituisce il punto cruciale della tesi in questione. Quando dico spiegabili mi riferisco in particolare ai seguenti aspetti. Intendo dire osservabili-e-riferibili, cio disponibili come pratiche situate consistenti nel guardare-e-raccontare. Intendo dire anche che tali pratiche costituiscono una realizzazione contingente e continua... (Garfinkel 1967, 1).

    Ma in generale letnometodologia e la fenomenologia sono approcci difficili da comprendere in

    prima battuta. Ci dipende dalla natura non intuitiva di questa sociologia. Mentre quella di Durkheim o di Weber una sociologia pi intuitiva, nel caso delletnometodologia si rischia spesso di non capire di cosa sta parlando o di cosa si occupa. Per questa ragione queste pagine vogliono offrire una sorta di guida alla comprensione, per agevolare il lettore a comprendere loggetto delletnometodologia e il suo modo peculiare di procedere.

    1. Una sociologia fenomenologica

    Letnometodologia unoriginale prosecuzione della fenomenologia sociale di Alfred Schtz, di cui Garfinkel segu i corsi alla New School for Social Research di New York a met degli anni Cinquanta. La fenomenologia un orientamento filosofico particolarmente critico verso la scienza di stampo positivistico a cui rimprovera il presupposto non spiegato secondo cui esiste una realt oggettiva l fuori e il compito dellimpresa scientifica quello di scoprire come fatta. Al contrario, la fenomenologia vuole studiare proprio come si costruisce questo presupposto di una realt esterna e oggettiva. Questo assunto fondamentale relativo allesistenza di una realt l fuori, oggettiva e data, prende il nome di atteggiamento naturale. Uno degli aspetti che contraddistingue latteggiamento naturale la sospensione del dubbio: a meno che non ci siano ragioni concrete per farlo, noi normalmente non dubitiamo mai che il mondo non sia quello che ci appare. Quando torniamo a casa e vediamo il nostro cane davanti alla porta ad aspettarci, non ci viene mai il dubbio che quello non il nostro cane ma unaltro che gli somiglia perfettamente, che ha le stesse macchie, lo stesso abbaiare, la stessa stazza. Ma non che dubitiamo per un attimo e poi subito risolviamo il dubbio. Noi non dubitiamo affatto: non ci passa neanche per la testa di dubitare che quello non sia il nostro cane. Nella pratica ordinaria della vita sociale il dubbio come sospeso, rimosso. Per la fenomenologia, tale sospensione del dubbio (epoch) la caratteristica fondamentale della vita quotidiana. Da un lato, atteggiamento naturale conferisce un senso di familiarit o di abbondantemente conosciuto alla nostra vita ordinaria; dallaltro, sovrintende alla formazione della nostra percezione circa lesistenza di un mondo conosciuto in comune con gli altri uomini: noi pensiamo che gli altri vedano il mondo esattamente come lo vediamo noi, poich esso , per lappunto, oggettivo, l fuori.

    Latteggiamento naturale il piedistallo su cui poggia la vita sociale, nel senso che la possibilit della vita sociale non riposa sulla razionalit o su una conoscenza superiore, quanto su un atteggiamento ingenuo e di fiducia che il mondo in cui viviamo sia pre dato rispetto alla nostra percezione, esterno e indipendente da noi. Pi esattamente,

    Nella vita quotidiana, affinch una persona possa trattare razionalmente quel decimo di situazione che affiora

    dallacqua come un iceberg, deve poter trattare i nove decimi che restano sommersi come fattori impliciti e non discussi, e cosa forse ancora pi interessante, non discutibili (Garfinkel 2000, 110).

    2 Ci spiega lentusiasmo con cui fu salutata dagli addetti ai lavori la pubblicazione del volume di John Heritage,

    Garfinkel and Ethnomethodology (Heritage 1984) Bench ormai datato per certi aspetti, il lavoro di Heritage resta ancora una delle pi agevoli introduzioni alletnometodologia. Nella prefazione, Heritage racconta di essersi imbattuto per caso nella dissertazione di dottorato di Garfinkel e, stimolato da quella lettura, di aver colto subito loccasione di leggere Studies in Ethnomethodology che era uscito con gran clamore appena tre anni prima.

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    Preso atto di ci, la fenomenologia sociale procede a riformulare gli interrogativi della sociologia: in che modo gli uomini arrivano ad attribuire fatticit, datit ed esistenza indipendente ai fenomeni sociali? In che modo gli uomini realizzano la percezione di un mondo esterno, oggettivo e condiviso?

    Letnometodologia condivide questa riformulazione degli obiettivi della sociologia. Nelle parole di Garfinkel: la realt oggettiva dei fatti sociali, intesa come il risultato delle attivit concertate della vita quotidiana, svolte con metodi ordinari e abili che i membri conoscono, usano e danno per scontato, il fenomeno fondamentale della sociologia (Garfinkel 1984, vii). Tuttavia, mentre la fenomenologia indaga latteggiamento naturale concentrandosi principalmente sui processi mentali, letnometodologia si rivolge allo studio delle pratiche sociali, a ci che le persone fanno. Per Garfinkel non c alcun bisogno di guardare dentro il cranio delle persone (Garfinkel 2002) o di impelagarsi in fumose speculazioni teoriche sul funzionamento della mente umana, perch le competenze sociali e i ragionamenti pratici condivisi con cui si procede a produrre metodicamente il carattere ordinato e significante della vita sociale sono fenomeni pubblici e ampiamente rinvenibili allinterno delle attivit concrete della gente.

    Gli interrogativi della ricerca sociologica diventano i seguenti: con quali metodi, risorse e competenze gli uomini producono incessantemente la familiarit del mondo sociale? Attraverso quali pratiche le persone raggiungono una mutua comprensibilit del mondo? In che modo danno senso a ci che li circonda? Letnometodologia definibile come lo studio metodi della gente (etno-metodi, da qui lespressione etnometodologia) con cui essi realizzano continuamente e in modo concertato il carattere significante, oggettivo, autoevidente, o in una sola parola, il carattere ordinato della vita sociale. Questo obiettivo conoscitivo rimasto costante nel progetto etnometodologico dai suoi esordi nei primi anni Sessanta fino ad oggi. Tuttavia, le sue modalit di indagine e il suo background filosofico sono progressivamente mutati, soprattutto a partire dagli anni Ottanta.

    Almeno fino ai primi anni Settanta, i saggi etnometodologici sono pervasi della centralit della vita quotidiana, un aspetto derivato dalla fenomenologia della vita quotidiana di Schutz, come si evince da seguente passo di Garfinkel

    Le scene familiari della vita quotidiana, trattate dalle persone come i naturali fatti della vita, sono i solidi fatti

    dellesistenza quotidiana delle persone, sia come costitutive del mondo reale sia come il prodotto di attivit dei soggetti in un mondo reale. Esse forniscono il dato fisso cos a cui il risveglio ci fa ritornare, e sono il punto di partenza e di ritorno di ogni modificazione del mondo della vita quotidiana ottenuta nel gioco, nel sogno, nella trance, nel teatro, nel ragionamento scientifico e nelle cerimonie (Garfinkel 1984, 35).

    Da qui la centralit delle analisi dedicate agli aspetti quotidiani dellesistenza: le conversazioni

    ordinarie (Schegloff e Sacks 1974), gli scambi telefonici (Schegloff 1968), il camminare per strada (Schenkein e Ryave 1974) ecc. Tuttavia, limportanza dello studio della attivit quotidiane non deve trarre in inganno circa la reale portata degli interessi conoscitivi delletnometodologia. A partire dai primi anni Ottanta, letnometodologia sempre meno etichettabile come quella branca della sociologia che si occupa della vita quotidiana, come dimostra il suo crescente interesse per fenomeni tuttaltro che ordinari: le dimostrazioni dei teoremi matematici (Livingston 1986), gli esperimenti scientifici (Lynch 1985), le scoperte astrofisiche (Garfinkel et al 1981), lintelligenza artificiale (Suchman 2007), la costruzione sociale della mente (Coulter 1991) ecc.. Letnometodologia allora pi correttamente definibile come una politica di ricerca che rivolge la sua attenzione ai fenomeni costitutivi della vita sociale in tutte le sue manifestazioni 3. Nel complesso, letnometodologia spazia tra i seguenti temi: la razionalit, il ragionamento pratico, la

    3 Anche quando le attivit ordinarie continuano a essere oggetto di analisi - come gli scambi di saluti (Peralyla

    2006), il gioco della dama o i puzzle (Livingston 2008), la visita medica (Heritage e Maynard 2006; Maynard 2003), il guardare le fotografie di una rivista o il vedere un film al cinema (Jayyusi 1991) ecc. - esse interessano in quanto occasioni per lanalisi dettagliata dei metodi pratici, dei ragionamenti e della abilit ordinarie che sorreggono la vita sociale nel suo complesso.

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    realizzazione della realt quotidiana e delle sue apparenze normali, la valutazione morale e la categorizzazione, lintersoggettivit la produzione sociale dei fatti, lelaborazione di descrizioni in scambi verbali e in testi scritti scritte (Atkinson 1988, 442).

    2. Che cosa studia letnometodologia: la natura metodica della vita sociale La sociologia convenzionale assume la societ come un insieme di fatti sociali gi costituiti (il

    potere, i valori, la cultura, la personalit, il genere sessuale, la stratificazione sociale, identit etnica etc.) per poi rivolgersi a studiare le loro relazioni e come questi fatti influenzino lagire sociale. Letnometodologia invece interessata a qualcosa che sta pi a monte: scoprire i processi attraverso cui si realizza la fatticit o il carattere auto-evidente dei fatti sociali, insomma come sia possibile innanzitutto arrivare a parlare di fatti (Fele 2000, 140).

    Ad esempio, se la sociologia convenzionale d per scontata (takes for granted) la comprensibilit di qualcosa come una regola o un consiglio, letnometodologia si interroga su come qualcosa realizzato in modo da essere comprensibile come regola o consiglio. Ad esempio, normalmente diamo come scontata o autoevidente la comprensione di un semplice testo come VIETATO FUMARE, oppure pensiamo allessere straniero come un mero dato di fatto, oppure riteniamo che qualcosa una violazione morale o, ancora, una buona notizia per caratteristiche intrinseche. Letnometodologia considera invece tutte queste cose come realizzazioni (accomplisments): la loro disponibilit e la loro comprensibilit lesito di un lavoro metodico, concertato e condotto allinterno di specifiche situazioni locali. Ad esempio, una battuta non tale di per s, ma il suo essere comprensibile come tale, divertente o caustica che sia, dipende dallordine narrativo in cui viene prodotta (Sacks 1978). Altro esempio. Le ricerche di David Silverman sul counselling nei casi di AIDS hanno mostrato come qualcosa venga riconosciuto come un argomento delicato non per caratteristiche intrinseche, ma attraverso il lavoro interazionale di informatore e utente. In altre parole, argomenti delicati, consigli o dare informazioni non sono cose che esistono di per s, ma sono realizzate dal lavoro procedurale e interazionale del counselor e dellutente. Lobiettivo delle ricerche etnometodologiche di scoprire le pratiche interazionali con le quali si realizza, come ad esempio nel counselling, la riconoscibilit di qualcosa come un argomento delicato, un consiglio o un dare informazioni (Silverman 1997).

    Anche se i fatti sociali non sono mai da assumere come realt date e indipendenti dagli individui che li esperiscono, non vanno tuttavia neanche intesi come meri eventi mentali, esistenti unicamente nella mente delle persone. Lungi dal voler esprimere una visione idealista, soggettivista o mentalista della societ, per Garfinkel i fatti sociali sono realizzazioni concrete di concrete pratiche interazionali localmente situate. Lantipsicologismo delletnometodologia un aspetto particolarmente evidente. Richiamandosi a Wittgenstein, gli etnometodologi hanno proceduto a riformulare il modo di analizzare e di considerare i classici concetti mentali. Le emozioni, le intenzioni, le motivazioni, le credenze, gli atteggiamenti e anche il pensare e il riflettere sono normalmente considerati come qualcosa che avviene nella psiche, qualcosa di nascosto dentro gli stati mentali e che solo i test psicologici possono rivelarci. Al contrario, per letnometodologia sono tutti aspetti visibili e rintracciabili nei comportamenti (Coulter 1991). In effetti, noi riconosciamo subito qualcuno che assorto nei suoi pensieri. Spesso ci atteggiamo in modo da far capire che stiamo riflettendo. Non solo. Emozioni, pensieri, intenzioni vanno intesi come risorse di senso comune per compiere azioni. Ad esempio, le risate non sono solo un naturale straripamento delle emozioni, ma sono spesso anche un modo per disambiguare quanto abbiamo detto o il senso di una situazione: se, ad esempio, dopo aver detto qualcosa mi metto a ridere, allora faccio capire che le mie parole vanno interpretate come uno scherzo (Goodwin 2003). proprio sul ruolo di questi aspetti interni (emozioni, intenzioni, credenze) che si misura la forte differenza tra sociologia ed etnometodologia. Mentre la sociologia prova a scoprire le reali intenzioni, sentimenti o credenze di una persona al fine di spiegare la sua azione, letnometodologia studia come il riferirsi a motivi o

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    credenze, e lattribuire intenzioni o sentimenti siano modi comuni per spiegare cosa successo, per interpretare cosa dice qualcuno, per lanciare critiche o rispondere a critiche etc. (Blum e McHugh 1971). Lungi dal considerarli esclusivamente come molle psicologiche che causano lazione, letnometodologia assume i motivi, le emozioni e le intenzioni come parti di una sorta di grammatica con cui, allinterno di una determinata cultura, la gente procede a spiegare e a descrivere in maniera plausibile, accettabile e comprensibile, le proprie azioni e quelle altrui (Coulter 1991) 4.

    Lo spostare lanalisi verso questioni che stanno pi a monte, come la fatticit o la comprensibilit dei fenomeni sociali, rende letnometodologia pi filosoficamente marcata rispetto alle versioni correnti della sociologia. Tuttavia, letnometodologia non unennesima incursione della filosofia sociale allinterno della sociologia. Infatti, mentre la filosofia affronta tali temi esclusivamente con la speculazione teorica e linterpretazione astratta, letnometodologia prova a indagare questi temi attraverso la conduzione di ricerche empiriche su fenomeni concreti del mondo reale. Da questo punto di vista, letnometodologia una sorta di filosofia naturale (Lynch 1995): si occupa di temi pi fondativi, tipici della filosofia, rispetto ai comuni interessi della sociologia, ma a differenza della filosofia non procede attraverso mere speculazioni teoriche, piuttosto si basa sulla conduzione di rigorose e dettagliate investigazioni empiriche di fenomeni reali. Ad esempio, la ricerca etnometodologica ha concentrato la sua attenzione su una serie di fenomeni su cui si esercita la riflessione filosofica e che la sociologia considera invece tuttal pi come parti dellattivit scientifica e non come fenomeni di per s: descrivere (Sacks 1963, Mondada 2000), spiegare (Blum e McHugh 1971; Coulter 1991), interpretare (Nishizaki 1997; Eglin e Hester 2003), vedere (Goodwin 2003). Per chiarire questo punto gli etnometodologi hanno introdotto la distinzione tra risorse (resources) e oggetti (topics) di ricerca (Pollner e Zimmerman 1983). Per la sociologia convenzionale, il descrivere, lo spiegare, linterpretare e losservare sono principalmente risorse (resources) che lo studioso impiega per produrre conoscenza sui suoi oggetti di studio (topics) come il potere, la stratificazione sociale, lindividualizzazione ecc.. Per contro, gli etnometodologi li trasformano in oggetti di studio: nelle loro mani il descrivere, linterpretare, lo spiegare e il vedere diventano fenomeni sociali tanto quanto i temi classici della sociologia come il conflitto, i valori o lintegrazione. Per letnometodologia, dunque, la descrizione, la spiegazione, linterpretazione non sono affatto un semplice specchio della realt alla quale rimandano, quanto fenomeni sociali di per s e che dunque possono essere oggetto di investigazione sociologica: come che qualcosa viene realizzata e compresa come una descrizione o come una spiegazione, cosa si fa a vedere qualcosa?

    Certo, la filosofia e lepistemologia si occupano gi di questi temi, ma lo fanno a partire da considerazioni teoriche e astratte. Per contro, gli etnometodologi evidenziano come si tratti essenzialmente di attivit pratiche, svolte allinterno di situazioni concrete. Lobiettivo della ricerca etnometodologica di far emergere i metodi, le competenze, le risorse, largamente dati per scontati, che permettono la realizzazione e il riconoscimento di qualcosa come una descrizione o uninterpretazione, senza distinzione tra contesti ordinari e contesti scientifici. Letnometodologia tende a equiparare la descrizione o linterpretazione scientifica con la descrizione o linterpretazione ordinaria, tale che la sociologia e la scienza in generale non sono altro che degli etnometodi tra gli altri etnometodi. Tuttavia, ci non va letto nel senso che letnometodologia sostenga che non esista la verit scientifica o che non sia possibile stabilire una corretta descrizione. Letnometodologia non unennesima versione della critica filosofico-ermeneutico-dialettica circa limpossibilit della conoscenza scientifica. un grave errore assimilarla alle teorie interpretativiste dei vari Habermas,

    4 Una analoga critica viene rivolta al cognitivismo psicologico (cfr. Coulter 2008). Per Harvey Sacks, probabilmente

    letnometodologo pi influente dopo Garfinkel, la facilit con cui una persona riconosce un oggetto sociale e riconosce che un oggetto sociale anche per altre persone una faccenda di competenze condivise e non di stati cognitivi. Non un caso che, rivolgendosi ai suoi studenti, li ammonisse dicendo: per prima cosa, non preoccupatevi di sapere se [la gente] pensa. Cercate semplicemente di trovare una soluzione riguardo al modo in cui lazione ha luogo. Scoprirete infatti che le persone sono capaci di fare certe cose (Sacks 2007, 61).

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    Gadamer, Derrida etc. che contestano il valore-verit delle descrizioni o delle spiegazioni scientifiche e arrivano a sostenere che solo la teoria pu portare alla verit. Letnometodologia non mira a mettere in discussione il valore-verit della conoscenza scientifica, e ovviamente neanche di quella ordinaria, piuttosto il suo valore-verit gli del tutto indifferente (principio di indifferenza etnometodologico): il suo scopo di indagare i metodi, le risorse e le competenze che sovrintendono e rendono possibile lazione di fare uninterpretazione o una descrizione che sia riconoscibile come tale, e questo vale sia per i contesti scientifici sia per quelli ordinari. Ma non c solo questo. Descrivere, spiegare e interpretare sono fenomeni di per s perch sono anche risorse fondamentali per la vita sociale: fanno parte di quella famiglia di pratiche di sense making di cui le persone si servono per realizzare un senso condiviso e ordinato della vita sociale. In altre parole, gli attori sociali riescono ad esperire un mondo conosciuto in comune non in virt della condivisione di principi culturali (valori, norme etc.), ma in virt del continuo darsi reciprocamente spiegazioni, giustificazioni, resoconti, descrizioni di cosa hanno fatto e di cosa successo. Per questa ragione, descrivere, spiegare, osservare, interpretare sono temi privilegiati dellindagine etnometodologica.

    A partire dai primi anni Novanta, questo orientamento filosofico-naturalistico diventano ancora pi centrale in importanti filoni delletnometodologia. Garfinkel e un gruppo di suo allievi di seconda generazione, si sono rivolti allo studio di quel nucleo di concetti che sono da sempre al centro della riflessione filosofica: realt, logica, razionalit, scoperta scientifica, dimostrazione, comprensione, verifica, oggettivit, prova ecc.. Tuttavia, lungi dallessere assunti in termini meramente astratti, come fa il dibattito filosofico tradizionale, tali temi sono studiati attraverso dettagliate analisi empiriche. In altre parole, i classici temi della filosofia o dellepistemologia vengono ridefiniti rispecificati (Garfinkel 2002) come qualcosa che esiste allinterno delle pratiche locali dei membri e che va studiato attraverso unanalisi empirico-naturalistica di quelle pratiche locali. Ad esempio, come che una giuria popolare risolve il problema di cosa vero e di cosa invece falso? Come che allinterno delle pratiche di laboratorio una equipe di scienziati tratta qualcosa come una prima dimostrazione e unaltra come una replica? 3. Scoprire lordine visibile della vita sociale

    Come gi accennato, un problema spesso incontrato nella comprensione di cosa sia lanalisi etnometodologica riguarda il suo rivolgersi ad aspetti che a noi tutti appaiono del tutto banali se non totamente insignificanti. Ad esempio, rispetto a qualcosa come lo scambio di saluti, il racconto di una barzelletta in una conversazione tra amici, il vedere una fotografia o lascoltare le prescrizioni di un medico, siamo tentati di ritenere che non ci sia proprio niente da indagare e da scoprire e che le cose da studiare siano invece altre, e precisamente quelle che hanno a che fare con i problemi importanti: la povert, il conflitto sociale, la discriminazione ecc.. In realt, letnometodologia opera una radicale riformulazione di tutta la faccenda. Innanzitutto, letnometodologia ritiene che dentro quelle attivit che consideriamo ordinarie e banali ci siano aspetti trascurati e dati per scontati che vale la pena di conoscere perch costitutivi della vita sociale nel suo complesso. Molti aspetti indagati dalletnometodologia ci possono anche apparire banali e ovvi, ma ci non significa che si tratta di qualcosa di insignificante. Molte di queste pratiche ordinare sono fondative della vita sociale e per questa ragione potrebbero giocare un ruolo importante anche nella creazione di molte problematiche che tanto ci affliggono.

    In secondo luogo, letnometodologia non ignora affatto le grandi questioni, smette soltanto di considerarle in modo astratto e meramente teorico, e soprattutto prova a interrogarsi su aspetti pratici che sono in genere trascurati dalla ricerca sociale prevalente. Ad esempio, la sociologia convenzionale considera la scuola come un potente meccanismo di mobilitazione sociale oppure, al contrario, come uno strumento di riproduzione delle disuguaglianze sociali. Tuttavia difficilmente in queste ricerche si trover traccia di analisi relative a cosa succede realmente nella classi o durante

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    le lezioni e gli esami. Il funzionamento concreto della scuola, o che cosa la scuola di per s, rimane una sorta di scatola nera. Letnometodologia prova a scoprire cosa c dentro questa scatola nera, e lo fa investigando in modo dettagliato le attivit scolastiche concrete ad esempio le lezioni, le interrogazioni, le riunioni didattiche etc. (Mehan 2001, 59; Macbeth 2010). Se vogliamo scoprire come lorigine sociale degli studenti o i metodi didattici influenzano lesito scolastico, e quindi comprendere gli effetti della scuola rispetto alla mobilitazione sociale o alla diseguaglianza, allora dobbiamo volgere la nostra attenzione a come tali aspetti emergono e influenzano le pratiche educative concrete. Lo scopo della ricerca etnometodologica quello di condurre analisi dettagliate sulle pratiche interazionali e le altre attivit concrete che costituiscono il fenomeno scuola, facendo cos emergere procedure, risorse e competenze, normalmente messe tra parentesi nelle ricerche convenzinali, che sono impiegate nelle routine scolastiche e che rendono possibili tali routine scolastiche.

    In sintesi, lungi dallassumerli in modo teorico o come mere variabili misurate in termini quantitativi, letnometodologia ridefinisce le istituzioni sociali o i problemi sociali in termini di qualcosa che visibile e incarnato in attivit sociali concrete. Ad esempio, il conflitto diventa qualcosa che persone concrete fanno dentro situazioni e interazioni naturali: mediazioni tra inquilini di un condominio (Garcia 1991), audizioni di coppie nei casi di divorzio (Greatbatch e Dingwall 1996), assemblee politiche nelle circoscrizioni di quartiere (Llewellyn 2005). Inoltre, tali fenomeni non sono mai indagati attraverso esempi inventati o simulazioni, ma attraverso lanalisi dettagliata di casi concreti.

    Letnometodologia un approccio anti-teorico, rigorosamente empirico e di tipo naturalistico. La ricerca etnometodologica si basa esclusivamente su un datum costituito da registrazioni audio e video di attivit che si verificano naturalmente (naturally occurring activities), siano esse scambi verbali tra due o pi soggetti, interazioni con equipaggiamenti tecnici (Goodwin 2003; Suchman 2007), oppure attivit che implicano luso di testi o di immagini come nel caso dello studio dei mass media (McHoul 1982; Jayyusi 1991; Jayyusi 2007; Bijelic 2007; Caniglia 2009). Non c spazio per i metodi e le tecniche di ricerca della sociologia convenzionale, come test, simulazioni, interviste, questionari, analisi del contenuto o etnografie, perch in questi casi il ricercatore non si confronta con i fenomeni naturalmente verificatisi, bens con la loro trasformazione in dati che comporta sempre una ipersemplificazione dei fenomeni sotto indagine. Letnometodologia anti-positivista perch rifiuta sia lidea di misurare i fenomeni sociali attraverso strumenti metodologici specialistici (come i test psicologici o le tecniche lessicometriche dei linguisti), sia lidea di trasformarli in variabili (qualitative o quantitative che siano) attraverso questionari o interviste. Tuttal pi, interviste, test, simulazioni, analisi del contenuto, focus group, etnografie e questionari possono essere assunti come fenomeni sociali di per s e quindi come legittimi oggetti di studio etnometodologico al fine di scoprire quel missing what di pratiche, presupposti e ragionamenti che li rende possibili e che risulta pressoch assente nei manuali di metodologia della ricerca sociale (cfr. Drew, Raymond e Weinberg 2006).

    Lattenzione ai dettagli normalmente trascurati laspetto centrale delle ricerche etnometodologiche. Non a caso, in parecchi hanno definito letnometodologia uno studio al microscopio dellazione sociale (cfr. Habermas 1981). Lampiamento delle possibilit di analisi determinato dalla registrazione audio-video sta alla base di questo studio al microscopio della vita sociale portato avanti dalla ricerca etnometodologica (Goodwin 2003; Buscher 2005; Mondada 2009). Inoltre, le registrazioni, le riprese, le sequenze di immagini e le trascrizioni consentono al lettore una sorta di accesso diretto ai fenomeni sociali investigati, dato che questi sono catturati nel corso del loro svolgimento e con una grande ricchezza di particolari. Ma, ovviamente, laudio-video registrazione non rende possibile catturare tutto. Qualcosa va ovviamente perso. In altre parole, una registrazione solo una registrazione e non il fenomeno stesso. Lo stesso vale a maggior ragione per la trascrizioni o le sequenze di immagini. Tuttavia, possibile raccogliere una ricchezza di dettagli che si presta ad essere osservata e analizzata un numero svariato di volte, e che resta a

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    disposizione anche per le analisi di altri ricercatori 5. Ma non soltanto diverso il materiale empirico su cui si lavora, soprattutto diverso lapproccio con cui si analizza tale materiale. Letnometodologia non procede a selezionare elementi dei fenomeni a partire da una preesistente ipotesi teorica, ma si confronta con i fenomeni naturali al fine di scoprire come le persone li hanno realizzati.

    La differenza di approcco tra sociologia ed etnometodologia riflette una divaricazione, ancora pi generale e fondamentale, relativa allo stesso obiettivo della ricerca sociale. Questa divaricazione pu essere espressa nel seguente modo: la sociologia vuole scoprire un ordine nascosto che sorregge e rende possibile la vita sociale, mentre letnometodologia studia lordine visibile con cui gli uomini organizzano la vita sociale (Livingston 2008). Provo a spiegare meglio. Le spiegazioni e le teorie sociologiche chiamano in causa fenomeni come il potere, la struttura sociale o la personalit intesi come fattori che agiscono in modo nascosto, in barba alla stessa consapevolezza degli attori sociali. Da qui lesito ironico dellimpresa sociologica: nonostante le sue pretese di realismo, la sociologia non studia la realt sociale, ma qualcosa che nascosto dietro la realt sociale (Nishizaka 1995). Inoltre, cos ragionando la sociologia finisce per presupporre che solo lo studioso in grado di scoprire i fenomeni che contano e di vedere come vincolano lagire sociale. Ma in questo modo la sociologia implicitamente immagina lattore sociale come ignorante o come una mera marionetta in balia dei condizionamenti sociali. Solo i sociologi possono rivelare le ragioni o le cause autentiche dellagire dellattore sociale, che cosa successo e perch quasi che il sociologo non non faccia parte anche lui della societ. Questa prospettiva implica anche che gli strumenti metodologici predisposti consentano allo studioso di disporre di un punto di vista pi elevato rispetto a quello delle persone comuni. Tuttavia, per essere usati, tali strumenti metodologici devono sempre obbedire alle esigenze di comprensione, di descrizione e di riconoscibilit come tutti i fenomeni sociali ad esempio, le domande di un questionario o di unintervista vanno comprese dagli intervistati, e i grafici vanno capiti dai lettori, ma su come avviene tutto ci la sociologia convenzionale tace o lo assume come ovvio e naturale. Insomma, lungi dallessere strumenti speciali, le tecniche di ricerca sono fenomeni sociali come tutti gli altri, ugualmente sottoposti a quella produzione di un ordine di senso che letnometodologia vuole indagare.

    Diversamente dal sociologo convenzionale, letnometodologo ritiene di essere in grado di scoprire lorganizzazione delle attivit sociali non perch si pone da un punto di vista pi elevato rispetto a quello delluomo della strada, ma perch condivide come lui le medesime competenze e risorse. Letnometodologo in grado di rilevarne il carattere ordinato e significante perch anche lui fa parte della societ. In altre parole, la comprensione della vita sociale non tanto un problema di disporre di unarmamentario metodologico adeguato, quanto piuttosto di competenze socialmente condivise. Infatti, ci che studia il ricercatore contenuto in forma dispiegata, e quindi rinvenibile, riconoscibile e descrivibile, nellinterazione sociale e nelle scene sociali.

    Da questo punto di vista, letnometodologia non solo antipositivistica, ma anche post-analitica (Lynch 1995). Consapevole che non esistono posizioni privilegiate e che la stessa etnometodologia pu studiare il senso comune ma non pu mai trascenderlo, Garfinkel ritiene che la ricerca sociale debba rinunciare a qualsiasi prospettiva causale-esplicativa e allelaborazione di teorie generali, per limitarsi a ricostruire in che modo le persone producono il carattere significante e ordinato delle situazioni e delle attivit sociali in cui sono impegnate: si tratta di gettare luce sulle effettive risorse e procedure utilizzate dalle persone, rinunciando ad elaborare una qualsiasi forma di sapere che pretenda di essere superiore al sapere effettivo dei membri. Allimmagine delluomo comune come ignorante, tipica della sociologia convenzionale, letnometodologia contrappone quella del soggetto compentente, quale protagonista di pratiche locali che lui stesso contribuisce a riprodurre continuamente.

    5 Cosa non possibile con i dati della ricerca sociologica convenzionale (frequenza di risposte a questionari, risposte a interviste, esiti di simulazioni, risultati di test) che dipendono fortemente dalla prospettiva teorica adottata e per questa ragione diventano inservibili per ricerche condotte a partire da altre prospettive.

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    Ci si potrebbe chiedere che cosa possa mai ci sia da scoprire e a che serva la ricerca sociale se lordine visibile e non nascosto come invece immagina la sociologa convenzionale. Si pu rispondere a questa obiezione attraverso le parole di Ludwig Wittgenstein:

    Gli aspetti di cose per noi importantissime sono nascosti a causa della loro semplicit e familiarit. (Si incapaci di

    notare qualcosa perch la si ha sempre davanti agli occhi). I veri fondamenti di unindagine non colpiscono affatto luomo che la compie

    In altre parole, lordine sociale difficile da cogliere perch lo abbiamo sempre davanti agli

    occhi, nascosto dalla sua familiarit, e non perch celato dietro le apparenze o perch costituito da fenomeni, come la struttura sociale o il sistema della personalit, che sono oltre le percezioni delle persone comuni. Capita spesso che non ci accorgiamo di certe cose non perch non sono visibili, ma perch stanno sempre davanti ai nostri occhi e per questa ragione non le vediamo. O meglio: le vediamo ma non le notiamo. Per letnometodologia lordine sociale visibile e non nascosto al di l delle apparenze: disponibile e accessibile grazie alle competenze e alle risorse ordinarie, e non sono necessari strumentazioni e metodologie particolari che permettano di andare oltre le apparenze. Le audio e video registrazioni non sono strumenti per farci vedere linvisibile, quello che si nasconde al di l del visibile, ma solo strumenti per farci cogliere aspetti che normalmente non notiamo. Zoom, inquadrature e replay sono strumenti che ci aiutano a trattare come strano ci che risulta ostinatamente familiare, e quindi difficile da notare, ai nostri occhi (Buscher 2005). I fenomeni studiati dalletnometodologia sono aspetti visti ma non notati seen but unnoticed (Garfinkel 1984, 35) in altre parole, seppelliti nel dato per scontato. Aspetti ovvi, ma di cui per letnometodologia mette in rilievo limportanza come risorse cruciali per la vita sociale.

    In estrema sintesi. La sociologia convenzionale vuole rispondere alla domanda: perch? Perch si verifica quel fenomeno? Che cosa ha prodotto quella trasformazione? E a questo scopo va alla ricerca di motivi, intenzioni, ragioni, cause, condizionamenti, vincoli strutturali che sono nascosti alla consapevolezza della gente. Al contrario, etnometodologia vuole rispondere alla domanda: come? Come le persone hanno realizzato quellinterazione? Come stata prodotta la comprensione in quel testo? E per questa ragione mira a scoprire e ad analizzare i metodi, le risorse e le competenze effettivamente impiegati dai membri della societ per realizzare le diverse attivit. 4. Accountability e natura accountable della vita sociale

    La natura metodica e ordinata della vita sociale si riflette in quella propriet dellagire sociale che Garfinkel chiama accoutability 6. Con tale espressione, il sociologo californiamo vuol dire che il mondo sociale costituito essenzialmente da situazioni e attivit che sono organizzate in modo tale da essere riconoscibili, spiegabili e descrivibili per quello che sono. Ci significa che ogni azione sociale realizzata in modo tale da istruire i destinatari o gli osservatori su come identificarla. Nellinterazione sociale, i partecipanti rendono disponibile e visibile la natura delle proprie attivit nel corso effettivo della loro produzione (Lee 1991, 217): ad esempio, nel corso di una conversazione, una domanda realizzata in modo tale da far capire allinterlocutore che quellenunciato appunto una domanda. Ritorna il tema dellordine sociale come qualcosa di visibile e disponibile allanalisi.

    Pi in generale, le diverse situazioni e attivit sociali sono concepibili come delle scene, perch possiedono un loro ordine che ne permette la visibilit-comprensibilit. Lespressione etnometodologia di comprensibilit scenica (scenic intelligibility) un modo per alludere al fatto che la gente possiede dei metodi per rendere una situazione o unattivit sociale come una scena, insomma come qualcosa di familiare sia per loro che vi fanno parte sia per coloro che la vedono

    6 Lespressione inglese account pu essere resa in italiano come resocontabile, cio un qualcosa che

    contemporaneamente descrizione e spiegazione: un account cio un resoconto, insomma una descrizione-spiegazione.

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    dallesterno. Pensiamo alle file davanti agli uffici, alle interviste in Tv, alle riunioni di lavoro, alle lezioni universitarie, ai litigi di una coppia ecc. Quando ne facciamo parte o le osserviamo dallesterno, tali situazioni sociali possiedono una loro familiarit, una loro immediata comprensibilit. Tale comprensibilit scenica non qualcosa che imposta dal contesto fisico, o che solo negli occhi dellosservatore, ma una realizzazione pratica e metodica da parte dei suoi partecipanti (Jayyusi 1991). Ad esempio, le persone non sono spazialmente disposte a caso, ma monitoriano continuamente e automaticamente le loro reciproche posizioni e movimenti in modo estremanente ordinato. Tale mouversi concertato agisce nel senso di rendere riconoscibile la scena per quella che . In altre parole, esistono degli etnometodi di cui le persone si servono per assicurare ordine alle situazioni sociali e renderle continamente riconoscibili, descrivibili, osservabili, spiegabili, in una parola accountable, a se stessi e agli partecipanti o osservatori. Le riprese video aiutano a scoprire come costruita tale comprensibilit scenica delle diverse situazioni sociali ovvero lordine endogeno delle situazioni sociali, quello che noi cogliamo con un semplice colpo docchio e che ci permettere di riconoscere la scena come, ad esempio, un caso di riunioni di lavoro, di litigi di coppia, di lezioni universitarie ecc..

    Gli etnometodi costituiscono una sorta di patrimonio comune a tutti i membri di una data collettivit sociale, insomma sono il senso comune. Normalmente, per senso comune si intende ci che tutti sanno ovvero una conoscenza condivisa e presupposta, che circola allinterno di una comunit, la caratterizza, e permette linterazione dei suoi membri [] inoltre, essenzialmente una conoscenza tacita (Jedlowski 1994, 54-55), cio implicita o data per scontata. Allinterno di una determinata societ o di ambito collettivo particolare, il senso comune ci che fornisce un orizzonte di senso condiviso che permette agli uomini di comprendersi tra di loro. Tuttavia, laccezione etnometodologica di senso comune si progressivamente distaccata significativamente dalla definizione generale. Se nei suoi primi saggi Garfinkel parlava del senso comune in termini di aspettative e di conoscenze di background che permettevano la comprensibilit immediata e naturale del linguaggio e delle scene sociali, oggi letnometodologia assume il senso comune come un saper fare, un insieme di procedure e di abilit che la gente impiega per produrre le caratteristiche del mondo sociale e per poterle riconoscere. Il fatto che lo stesso insieme di procedure di ragionamento venga impiegato sia per riconoscere gli eventi sociali sia per produrli fa s che i membri di una cultura possano abitare un mondo sociale condiviso (Heritage 1998). In altre parole, il senso comune non una lista di cose conosciute da tutti, quanto soprattutto un insieme condiviso di metodi, competenze e ragionamenti pratici attraverso cui gli individui riescono a rendere accountables le proprie azioni e, per questa via, assicurano un ordine di senso alle attivit in cui sono coinvolti. 5. Il metodo documentario di interpretazione e le altre forme di ragionamento pratico

    Garfinkel ha provato a dare unidea del ragionamento di senso comune o ragionamento pratico attraverso quello che, mutuando unespressione di Karl Mannheim, ha chiamato il metodo documentario di interpretazione (Garfinkel 1984). Il metodo documentario di interpretazione fa parte di una famiglia di ragionamenti pratici che

    consistono nel trattare un certa apparenza come il documento di, come qualcosa che indica, come qualcosa

    che sta al posto di un modello sottostante e presupposto [di significato]. Non solo il modello sottostante deriva dalle sue evidenze documentarie individuali, ma queste a loro volta sono interpretate sulla base di ci che si sa sul modello sottostante. Ciascun aspetto usato per elaborare laltro (Garfinkel 1984, 78)

    In altre parole, esso consiste nel considera una serie di apparenze superficiali come documenti

    di un modello sottostante. come se le persone procedessero a dare senso alla percezione di una serie di elementi connettendoli insieme in modo coerente al fine di formare un tutto unitario. Dati una serie di elementi sparsi, le persone procedono sempre ad adattarli in modo coerente tra loro per produrre qualcosa con un significato unitario e, una volta individuato il modello, ogni ulteriore

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    elemento verr sempre ricondotto a quel modello. Questo modo di procedere presenta una sua circolarit: una volta deciso che certe apparenze sono adattate come componenti di un modello, il modello a sua volta impiegato per decidere il significato da dare alle singole apparenze (Heritage 1998). Si tratta di un tipo di ragionamento che ricorda molto quanto postulato dalla psicologia gestaltistica. Facciamo un esempio. Osserviamo limmagine seguente.

    Potremmo interpretare quelli che sono solo dei segni come una papera. Una volta definita come papera, siamo spinti a interpretare i singoli segni di conseguenza: il puntino locchio, le protuberanze il becco etc.. Tuttavia, potremmo interpretare questi stessi segni come un coniglio, e quindi le protuberanze verrebbero viste come le orecchie etc. (Heritage 1998). In altre parole, il significato dei singoli dettagli dipende da come vediamo linsieme. Infatti, le due lunge protuberanze possono essere interpretate come un becco se il significato che attribuiamo alla figura nel suo insieme quello di rappresentare una papera, ma possono essere viste come orecchie se invece decidiamo di interpretare la figura come coniglio. Lo stesso dicasi per il contorno a destra, che pu essere interpretato come la bocca e il naso del coniglio oppure come la parte posteriore della testa della papera. Tutto dipender dal modello sottostate che decideremo di adottare. E vale anche il viceversa. Noi possiamo decidere di interpretare la figura come papera o come coniglio in riferimento al significato che diamo ai singoli elementi: se le due protuberanze le assumiamo come orecchie allora la figura rappresenter un coniglio, se come parti di un becco, allora la figura sar una papera. In altre parole, non esiste un significato intrinseco nella figura, ma questo il risultato di un processo interpretativo pratico.

    Il modo di ragionare esemplificato dal metodo documentario di interpretazione viene quotidianamente utilizzato per riconoscere non solo figure di animali, ma scambi di saluti, tipi socialmente introversi, litigi tra coniugi, risultati di esami universitari etc.. Insomma il suo uso diffuso nelle pi diverse situazioni della vita sociale 7. Letnometodologia studia i modi di impiegare il metodo documentario nei diversi campi della pratica sociale: dai laboratori scientifici alle sedute del tribunali, dalle visite mediche alla lettura del giornale. Va anche evidenziato che lanalisi garfinkeliana del metodo documentario di interpretazione punta a sottolineare la natura socialmente condivisa, trasparente e pubblica dellinterpretazione, e pi in generale del processo di costruzione del significato, contro a una concezione individualistica, privata, opaca, e cio di tipo psicologica.

    Altri aspetti del ragionamento di senso comune utilizzati per produrre spiegazioni o descrizioni (ordinarie e scientifiche) sono individuati nella regola dellet cetera e nelle procedure ad hoc (Garfinkel 1967). Le pratiche ad hoc e clausola dellet cetera ci dicono che le cose vanno in un certo modo a meno che....; insomma un modo per fornire spiegazioni generali e quello di presupporre implicitamente che esistono sempre delle eccezioni, quali conseguenze di ulteriori condizioni non esplicitate inizialmente. Facciamo un altro esempio. Normalmente pensiamo che il

    7 Il metodo documentario di interpretazione adottato, ad esempio, quando si tratta capire se un decesso stato un

    suicidio o una morte accidentale. In questi casi di ambiguit, per interpretare levento in un modo o nellaltro si usa una serie di conoscenze comuni al fine di adattare insieme e in modo unitario le circostanze della morte, i tratti biografici della persona morta e gli oggetti nella scena in cui stato ritrovato il cadavere (Heritage 1998).

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    cartello VIETATO FUMARE contenga in s tutte le informazioni necessarie per la sua comprensione. Eppure non cos. Consideriamo questo cartello affisso in un teatro. Immaginiamo un illusionista che per le ragioni della sua esibizione, si accenda una sigaretta: la norma si applicher anche a lui e quindi dovr essere multato? La stragrande maggioranza di noi converr che non il caso. Ma questo vuol dire che il cartello non contiene esplicitate tutte le istruzioni necessarie per comprendere il suo contenuto normativo. In effetti, lo leggiamo come se fosse scritto in questi termini: VIETATO FUMARE etc.. Questo invisibile etc. sta a indicare le istruzioni ulteriori, implicite e date per scontate (conoscenze di background) che vengono mobilitate per completare il contenuto proposizionale di quel cartello e che rendono effettivamente operativa quella norma: ad esempio, che la norma non si applica a chi fuma per ragioni relative allo spettacolo. Chi pretendesse di multare lillusionista qualcuno che non sa come si legge quel cartello (Churchill cit. in Wolf 1979, 151).

    La clausola dellet cetera e le procedure ad hoc sono tacitamente richiamate nelle norme giuridiche come anche nelle istruzioni. Pensiamo alle istruzioni per montare o far funzionare un elettrodomestico. Il seguire le istruzioni scritte nel foglio che accompagna loggetto si basa tacitamente sulla regola dellet cetera, in altre parole il loro significato, ci che indicano, non contenuto letteralmente o intrinsecamente nelle frasi del foglietto di istruzioni, ma lesito di uninterpretazione condotta in costante riferimento alla situazione. Facciamo un esempio. Listruzione per il montaggio di un frullatore recita: tenere in alto il manico di destra. Ma, ci potremo chiedere, alto fino a che punto? Che cosa indica o significa alto in quel caso concreto non contenuto nelle istruzioni, ma lo ricaviamo di volta in volta dal nostro monitoraggio delle situazione (relativa al montaggio dellelettrodomestico) che sotto i nostri occhi.

    6. Il linguaggio come azione: lindessicalit dellazione sociale Letnometodologia studia lazione sociale, ma lo fa in modo radicalmente diverso dalla

    tradizione sociologica. Esiste un consistente filone della sociologia incentrato sullo studio dellazione sociale, il quale tuttavia si concentra esclusivamente sulle consenguenze dellazione sociale o sulle sue cause, quindi fattori che stanno a monte o a valle dellazione e che non sono lazione stessa. Anche quando questo filone si interessato allazione in s, lo ha fatto in termini esclusivamente astratti, come nella teoria dellazione di Talcott Parsons che semplifica lazione in una serie di elementi meramente analitici (attore, situazione, mezzi, scopi, norme). Letnometodologia prova invece a indagare di cosa e con cosa fatta concretamente lazione, e a questo riguardo evidenzia come sia fatta principalmente di e con il linguaggio.

    Il linguaggio il grande assente nella sociologia convenzionale: nonostante costituisca un fenomeno sociale pressoch onnipresente, tutti i principali classici della sociologia lo hanno tranquillamente trascurato nelle loro teorie e nelle loro ricerche empiriche. Anche lermeneutica weberiana, generalmente considerata pi attenta alla dimensione simbolica della vita sociale, intende il comprendere (Verstehen) come una ricostruzione mentale (Nachbilden) dellesperienza dellaltro, senza prestare alcuna attenzione al ruolo del linguaggio. Lo stesso avviene in psicologia: il linguaggio visto come mero dispositivo che rende visibili e disponibili le attivit mentali. Sociologia e psicologia hanno sempre giustificato il loro trascurare il linguaggio in virt del principale interesse per i processi - sociali e mentali - rispetto ai quali lattivit linguistica solo una mera rappresentazione, un mero canale di trasmissione. Insomma, le parole rimandano ai fatti di cui riferiscono o ai pensieri che comunicano, e sono questi fatti e pensieri che ovviamente interessano agli scienziati sociali. Al contrario, nellindagine etnometodologica il linguaggio diventa invece un fenomeno degno di essere studiato di per s: nella sua duplice accezione di risorsa per lagire sociale e di aspetto costitutivo dellagire sociale stesso. La sociologia convenzionale implicitamente sostiene che esista una sorta di dualismo fondamentale tra linguaggio e azione: linguaggio e azione sono cio viste come due cose distinte, e tuttal pi il linguaggio pu servire per descrivere lazione, ma non azione. Tuttavia, in questo modo la sociologia commette lerrore di

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    ridurre lagire unicamente a movimenti del corpo nello spazio. Contro ci ci sta levidenza empirica che molte azioni sono fatte con e di linguaggio: ordinare, parlare, invitare, rimproverare, consigliare, interpretare, accusare, spiegare, descrivere, lodare etc. sono tutte azioni compiute con il linguaggio e nel linguaggio. Il mondo sociale dentro cui viviamo essenzialmente un mondo fatto di linguaggio e con il linguaggio.

    Una volta assodato che il linguaggio azione, si apre linterrogativo di come la risorsa linguaggio venga usata per portare avanti attivit. Nella vita sociale, luso del linguaggio per compiere azioni qualcosa di largamente dato per scontato, un sapere tacito. Si potrebbe obiettare che la grammatica e il lessico della lingua costituiscono quel patrimonio di regole e di conoscenze che sovrintende concretamente al linguaggio e al suo uso. Letnometodologia contesta questa visione. A suo avviso, accanto a una competenza strettamente linguistica, esiste anche una diversa e distinta competenza comunicativa che consiste di pratiche e di risorse metodiche condivise, ed a questa competenza che letnometodologia rivolge la sua attenzione. Tale competenza comunicativa di senso comune indicata in etnometodologia con il termine membro. La nozione di membro il cuore della questione. Noi non usiamo il termine per riferirci a una persona, ma per riferirci invece alla competenza nelluso del linguaggio naturale (Garfinkel e Sacks 1986, 163).

    a Harvey Sacks che si deve un modo nuovo, anzi rivoluzionario, di studiare il linguaggio, e in particolare il parlato. A suo dire, il suo interesse iniziale non era tanto motivato dallimportanza del linguaggio nella vita sociale, quanto da ragioni pi prosaiche. Dietro lo stimolo di Garfinkel, inizi degli anni Sessanta Sacks era impegnato a trovare una qualche attivit sociale che potesse essere osservata un numero innumerevole di volta al fine di cogliere la sua natura metodica e ordinata. Grazie alla registrazione, una tecnologia allepoca da poco disponibile, lattivit linguistica si prestava a tale scopo. Da qui la nascita di un programma di ricerca volto a scoprire i metodi, le competenze e le risorse che sorreggono la realizazione degli scambi verbali naturali.

    Secondo Sacks, un modo efficace per impostare la ricerca etnometodologica quella di individuare un problema allinterno delle normali, ovvie e scontate attivit sociali e poi provare a scoprire in che modo, attraverso quali metodi e quali risorse tale problema viene superato dai membri di una cultura senza neanche accorgersi della sua esistenza. Il problema implicato nelluso ordinario del linguaggio identificato nellindessicalit, ed proprio lindessicalit il fenomeno che al centro del saggio, scritto a quattro mani da Garfinkel e Sacks del 1970 e poi ristampato nel 1986 (Garfinkel e Sacks 1986), autentico un punto di svolta nellanalisi etnometodologica. Dire che il linguaggio, e lazione, indessicale significa sostenere che esso sempre contestualizzato: il significato di parole o enunciati dipende sempre dal contesto in cui vengono pronunciati. In altri termini, un enunciato o una frase assumono il loro significato solo in riferimento al contesto in cui sono stati prodotti. Una volta estratti da quel contesto, essi perdono il loro significato originario o ne assumono un altro. Linterrogativo diventa allora scoprire le competenze, le procedure e le risorse attraverso cui le persone, allinterno delle situazioni concrete, riescono a dare un significato inequivocabile alle loro azioni compiute attraverso e nel linguaggio.

    In linguistica si parla di indessicalit solo a proposito di una classe specifica di espressioni: i termini deittici come io, tu, noi, loro, adesso, qui, ieri, oggi, domani. A cosa si riferisce un termine come quello, questo, ieri, oggi, io, tu, dipende dal loro contesto duso locale e non mai definibile in modo indipendente da esso. Letnometodologia radicalizza la faccenda in due direzione. Innanzitutto, assume che ogni espressione linguistica indessicale. In secondo luogo, che lindessicalit non riguarda soltanto che, ad esempio, qui nel suo specifico contesto di uso significa aula universitaria, ma che ci sono anche delle specifiche ragioni per dire qui invece di aula universitaria. Allinterno degli scambi verbali, i deittici sono sempre agevolmente comprensibili, anche se non sono usati nel semplice senso di sinonimi di un referente concreto. I deittici dimostrano in modo evidente come il carattere significante del linguaggio viva nel contesto del suo uso: il linguaggio fa costantemente riferimento al contesto in cui viene usato, nel senso che le parole e gli enunciati costantemente indicano, in modo tacito e presupposto, la situazione in cui risultano usati.

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    Poich anche le attivit scientifiche sono condotte con il linguaggio e la riflessione teorica una pratica fatta con il linguaggio, sostenere che il linguaggio indessicale significa minare alla base il loro obiettivo di formulare asserzioni che abbiano una validit generale. Letnometodologia contesta le pretese della filosofia e della scienza di produrre teorie generali. Di fatto, a ben osservare, la scienza e la riflessione logico-filosofica conoscono bene il problema dellindessicalit del linguaggio. E infatti filosofi, sociologi e scienziati tentano costantemente di risolverlo attraverso la creazione di termini tecnici e di un gergo specialistico Ma si tratta di uno sforzo disperato perch destinato al fallimento: come le massaie provano a togliere la polvere e cos facendo ne producono dellaltra con la loro stessa presenza, allo stesso modo il tentativo da parte di logici e scienziati di sostituire espressioni indessicali (dipendenti dal contesto) con espressioni oggettive (indipendenti dal contesto) un compito impossibile (Garfinkel e Sacks 1986)8. Tale impossibilit brillantemente dimostrata da un breaching experiment di Garfinkel. Il sociologo californiano chiese ad alcuni studenti di riportare su una prima colonna una semplice conversazione e in una seconda colonna a fianco di specificare tutto quello che avevano capito di quella conversazione, esplicitare tutti i significati di quel breve scambio. Via via che Garfinkel chiedeva una maggiore accuratezza e precisione, gli studenti si accorsero che il compito era praticamente impossibile, perch ogni specificazione allargava continuamente lorizzonte di ci che doveva essere specificato, al punto che il compito era destinato a non finire mai.

    vero che spesso lattivit discorsiva viene chiarita attraverso altre parole, una procedura che Garfinkel e Sacks hanno chiamato fare formulazioni (Garfinkel e Sacks 1986), come nei seguenti enunciati: era una domanda, questa?, mi stai invitando a venire da te? ho gi risposto alla tua domanda. Tuttavia, anche vero che nella grande maggioranza dei casi riusciamo a farci capire senza realizzare delle formulazioni di ci che abbiamo fatto o detto, senza cio darne una definizione esplicita, anzi se proviamo sempre a spiegare per filo e per segno cosa abbiamo detto o fatto potremmo apparire incongrui, noiosi, strani 9. Lungi dallessere un problema, lindessicalit uno strumento straordinario per conferire economicit e funzionalit al nostro uso del linguaggio. La comprensione reciproca fra soggetti impegnati in uno scambio verbale realizzata sempre attraverso un costante riferimento alla situazione delle scambio in cui sono inseriti, e non attraverso la condivisione di uno insieme stabile di significati indipendenti dal contesto. Letnometodologia anche convinta che ci vale anche per la scienza. La scienza e la filosofia producono enunciati dotati di significato non perch sono riuscite a mettere a punto un linguaggio perfettamente referenziale, ma perch creano un contesto di pratiche situate entro cui il loro linguaggio specialistico diventa comprensibile. Non esiste un linguaggio generale, ma ogni espressione linguistica sempre qualcosa di contestualizzato.

    C anche un altro problema connesso al linguaggio. Se vero che gli enunciati possono essere compresi solo allinterno del contesto sociale o delle attivit sociali in cui sono incorporati, anche vero per che il contesto sociale o le attivit sociali diventano chiare solo facendo riferimento agli enunciati. Attivit, enunciati e contesti sono cio intrecciati in maniera, appunto, circolare o riflessiva. In altre parole, le propriet indessicali del linguaggio scaturiscono direttamente della natura riflessiva delle azioni a cui si riferiscono. Se ci e vero, allora la descrizione o la spiegazione non sono mai un mero descrivere o spiegare, ma sono anche il modo con cui si crea il contesto per la chiarificazione del significato di ci che si descrive o si spiega. Si tratta del fenomeno che Garfinkel chiama riflessivit.

    8 Questo modo di trattare il tema del linguaggio riallaccia direttamente letnometodologia al Wittgenstein delle

    Ricerche filosofiche. Secondo il filosofo austriaco, la creazione di un (meta) linguaggio perfettamente referenziale che possa essere usato per lattivit scientifica di fatto impossibile. Il significato di una parola consiste sempre nel suo uso e non in un qualche contenuto semantico fisso che la parola si porta dietro come se fosse una specie di atmosfera.

    9 C anche da considerare, comunque, che anche le formulazioni sono espressioni indessicali, nel senso che acquistano significato solo in riferimento a ci che formulano. Inoltre, spesso non sono mai un mero chiarimento di quanto appena detto, ma fanno molto di pi: sono un modo per avanzare critiche, per fare dellironia, per eludere certe domanda etc. (Lynch 1995; Heritage 1991).

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    Per letnometodologia, lindessicalit e la riflessivit del linguaggio, e cio del materiale con cui fatta lazione sociale, pi di altre cose rivelano la natura inevitabilmente situata dellagire sociale (il suo esistere qui e ora). La possibilit di compiere azioni riconoscibili e comprensibili legata alla capacit di fare costante riferimento alla situazioni in cui tali attivit si collocano. Esistono competenze, risorse e metodi che permettono la contestualizzazione immediata del linguaggio e delle attivit, anzi fanno leva sulla continua contestualizzazione per produrre enunciati comprensibili e azioni riconoscibili. Tali competenze, risorse e metodi permettono di superare in modo tanto rapido ed efficace lindessicalit e della riflessivit che le persone non si accorgono neppure dellesistenza di tali fenomeni. Letnometodologia vuole indagare come le persone riescono a fare ci, quali abilit, risorse e metodi sono implicati in tali pratiche.

    7. Breaching experiment e i primi percorsi di ricerca Proprio perch ovvi e scontati per i membri della societ e per gli stessi ricercatori, che sono

    anchessi dei membri, i metodi di senso comune e il loro funzionamento sono oggetti danalisi difficili e sfuggenti. Come si fa a studiare qualcosa che proprio perch sempre sotto gli occhi non si riesce a vedere? Liniziale strategia di ricerca stata rappresentata dai famosi breaching experiments.

    Lenometodologia immagina il mondo sociale come una crosta, realizzata sapientemente e continuamente in modo concertato dalle persone. I breaching experiments provano a rompere questa crosta e cos facendo aiutano lemergere del magma sottostante, il magma del disordine. Essi mostrano anche come che le persone si dano da fare per ricoprire la spaccatura, per ripristinare la crosta ovvero la natura ordinata del mondo sociale. In questo senso, gli esperimenti di rottura sono espedienti doppiamente utili: aiutano immaginazioni pigre a rendersi finalmente consapevoli della natura realizzata e continuamente concertata della vita sociale, ma sono anche unoccasione per osservare come le pratiche sociali operano concretamente nel raggiungimento del carattere ordinato e significante del mondo sociale. Alcuni esempio possono provare a chiarire meglio entrambi tratti da Garfinkel 1984. Ecco uno scambio tra due conoscenti (soggetto e sperimentatore) che si incontrano per strada

    Soggetto: Ciao, Ray. Come sta la tua ragazza? Sperimentatore: Come sta in che senso? Fisicamente o mentalmente? Soggetto: Voglio dire come si sente. Che cosa ti prende? ((tono un p risentito)) Sperimentatore: Niente semplicemente vuoi spiegare meglio quello che intendi dire? Soggetto: Lascia perdere ... come va con le domande di iscrizione alla Facolt di medicina? Sperimentatore: Come va in che senso? Soggetto: Sai cosa intendo Sperimentatore: No, veramente non capisco Soggetto: Cosa di prende, non ti senti bene? Che cosa successo? Lo sperimentarore ha rifiutato di fare senso (comprendere) di cosa ha

    detto il soggetto e lo ha fatto in un modo particolare: ha rifiutato di usare la sua conoscenza di background (senso comune) che gli avrebbe permesso di capire in modo naturale e ovvio il senso di come sta...?. In questo modo, rivelata limportanza cruciale della conoscenza di background nella comprensibilit dellagire sociale. Emerge anche come il soggetto provi subito a fare senso di quanto successo (Heritage 1998 182).

    Ecco adesso uno scambio tra uno studente, incaricato segretamente di svolgere un compito di rottura, e la cassiera di un supermarket (soggetto). Lo studente sceglie di comprare una busta di caramelle di gelatina e davanti alla commessa si dichiara cos entusiasta da volerle pagare di pi del loro prezzo.

    Sperimentatore: Oh, solo 35 centesimi per tutte queste belle gelatine? Penso che le pagher un dollaro. Commessa: Si, ce ne sono un bel po, e oggi le vendiamo a solo 35 centesimi.

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    S: lo so a quanto le vendete, ma io voglio pagarle un dollaro. Adoro le gelatine e per me hanno un grande valore. C: B, ehm, no, vede... oggi le vendiamo a 35 centesimi e se ne vuole una libbra vengono 35 centesimi. S: (alzando la voce): sono perfettamente in grado di vedere che le vendete a 35 centesimi la libbra. Questo non

    centra niente. solo che io personalmente credo che valgano di pi e voglio pagarle di pi C: (decisamente irritata) Che cos che ha in testa? matto forse? Ogni cosa in questo negozio ha un prezzo

    maggiore del suo valore. Magari queste gelatine costano al negozio solo un nickelino. Allora le vuole o devo rimetterle a posto?

    Dato che le persone organizzano la realt sociale attraverso una serie di aspettative implicite e

    scontate, lo sperimentatore ha violato tali aspettative e cos facendo creato delle interferenze al normale processo di costruzione di una realt condivisa. evidente come gli esperimenti di rottura creino disordine e cos facendo svelano come lordine sociale ovvero la capacit della vita sociale di svolgersi in modo significante, familiare e prevedibile non lesito della condivisione di principi culturali astratti, ma il prodotto locale della cooperazione tacita e metodica tra gli attori 10.

    Tuttavia, proprio a causa di questa loro natura disturbante, i breaching experiment sono stati di fatto abbandonati da tutti i diversi filoni di ricerca etnometodologici. Una prima alternativa di ricerca quella esemplificata dal saggio su Agnese (Garfinkel 2000). Agnese lo pseudomino di una persona che aveva avanzato richiesta al Medical Center dellUniversit della California a Los Angeles di sottoporsi a un operazione che gli permettesse di cambiare sesso. Garfinkel la intervist a pi riprese su disposizione dei medici dellospedale. Nata come maschio, al tempo degli incontri con Garfinkel aveva un aspetto riconoscibilmente femminile. Dai suoi resoconti risultava come, al fine di passare per donna, Agnese compisse in modo riflessivo con consapevolezza, diceva lei quelle routine che le donne normalmente compiono in modo irriflessivo, automatico e scontato.

    Lidentit sessuale una di quelle cose che noi tutti assumiano come estremanente fattuale e naturale. Agnese era quindi un caso interessante per Garfinkel perch permetteva di evidenzare come invece viene culturalmente costruita la sua propriet di fatto ovvio e naturale. Attraverso gli occhi di Agnese emergeva quel lavoro visto ma non notato con cui si realizza quotidianamente il genere sessuale come fatto naturale, esterno e oggettivo. Per Garfinkel si trattava di unoccasione unica per scoprire la natura realizzata dellidentit di genere. Data la sua condizione di straniera rispetto alluniverso femminile, Agnes usava ogni occasione sociale per cercare di capire in che modo opportuno comportarsi per essere riconoscibili come una donna. Da questo punto di vista, Agnese costituiva una sorta di osservatorio eccezionale per illuminare gli elementi costitutivi di un fenomeno la cui familiarit rende invisibili11.

    Su questo tema dellidentit come qualcosa di performativo, si evidenzia unimportante differenza tra Garfinkel e Goffman. Anche per Goffman lidentit (sessuale, anagrafica, etnica etc.) di una persona qualcosa che si fa e non qualcosa che si , ma la prospettiva drammaturgica del sociologo canadese fa immaginare che tale realizzazione sia lesito di una gestione, di un calcolo consapevole. Ci finisce per rendere luomo comune pi simile ad Agnese, cio a qualcuno per cui lidentit problematica e che deve fare costantemente i salti mortali per metterla in scena. Al contrario, per Garfinkel il lavoro performativo delle identit sessuali qualcosa di dato per scontato, di irriflessivo, insomma di condotto in modo automatico. Inoltre, le identit sessuali sono normalmente un dato di sfondo, qualcosa di visto ma non notato, al punto che metterle in evidenza

    10 Nato sulla falsariga del breaching experiment, anche il tutorial exercise funge soprattutto da strumento per

    rivelare agli studenti le propriet dei metodi e dei ragionamenti di senso comune senza prima discuterli analiticamente. Si tratta di eseguire una sorta di esercizio e solo alla fine di esso lo studente ne comprender la finalit esplicativa. Sono espedienti didattici che permettono agli studenti di accostarsi per la prima volta al mondo dellatteggiamento naturale, una strategia che consente di spiegare efficacemente ci di cui parla letnometodologia offrendone unesperienza diretta (Cfr. Garfinkel 2002).

    11 Va subito chiarito che Garfinkel non interessato alla devianza sessuale, e neanche a mettere in discussione le distinzioni sessuali. Il suo interesse va alla costruzione quotidiana, giorno per giorno, della normale distinzione di genere sessuale tra maschi e femmine. Anche Agnese, con le sue pratiche altamente pianificate, non vuole mettere in discussione la concezione naturale dei generi sessuali, ma anzi la rafforza. Agnese non si considera affatto un transessuale, ma una donna normale.

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    un modo per fare qualcosa, ad esempio un complimento o una discriminazione (Eglin 2002). Lesperienza di Agnese offriva unoccasione unica per lo studio di certi aspetti fondamentali della natura metodica della vita sociale. Sulla scia del saggio su Agnese, diverse ricerche hanno provato a gettare luce sui metodi taciti del senso comune attraverso lanalisi di situazioni eccezionali 12. Lo studio del caso eccezionale rimane un ottimo strumento, ma limitato proprio dalla sua natura eccezionale. Non sempre facile trovare una sorta di punto di vista privilegiato che permetta di distanziarsi da ci che ostinatamente familiare, consentendo cos di sottoporlo ad indagine. A partire dalla fine degli anni Settanta, Garfinkel e la sua seconda generazione di allievi hanno cominciato a elaborare una nuova strategia di ricerca che apparsa in forma compiuta in una serie di saggi pubblicati nel corso degli anni Ottanta e Novanta: tale strategia prende il nome di studi etnometodologici sul lavoro (Garfinkel 1986). Si tratta di una politica di ricerca indirizzata principalmente alle pratiche professionali e ai luoghi di lavori. Lobiettivo quello di cogliere dallinterno del fenomeno le sue pratiche costitutive, il suo ordine endogeno, senza tuttavia produrre disordine.

    8. Gli studi etnometodologici del lavoro La sociologia convenzionale studia le professioni mettendole in relazioni alle classiche variabili

    sociologiche ad esempio, si presta attenzione alle regole organizzative, agli sviluppi di carriere, alle relazioni con le identit sociali, alla divisione delle mansioni, alla rappresentazione sociale di una professione ecc. ma mai si studia la sostanza stessa di quella professione, in che cosa consista quel lavoro e come viene concretamente portato avanti dai suoi praticanti: quali risorse, competenze e metodi sono implicati nel suo svolgimento. Tutto ci resta un missing what. Lanalisi etnometodologica prova invece ad attenzionare tutti questi. In altre parole, la ricerca etnometodologica consiste in una dettagliata analisi naturalistica delle pratiche costitutive stesse di attivit professionali e dei loro contesti (workplaces) studi di avvocati, laboratori scientifici, ambulatori medici, lezioni scolastiche, cucine dei ristoranti ecc. nelle loro componenti sceniche, verbali, testuali ecc..

    Anche se davanti ad alcuni possiamo restare sconcertati si pensi ai laboratori di fisica, o alle torri di controllo degli aeroporti i contesti lavorativi appaiono ordinati, ovvi, anzi familiari ai loro praticanti. Questo perch non sono affatto caotici bens ordinati in un certo qual modo attraverso determinate pratiche e risorse che quei praticanti conoscono e condividono. Ogni contesto professionale possiede ed esibisce caratteristiche sceniche riconoscibili ed auto-esplicabili che sono il frutto delle continue attivit dei membri operate in forma di gesti, movimenti, parole e azioni mutualmente concertate. Lobiettivo delletnometodologia quello di scoprire i metodi, i ragionamenti pratici e le competenze che sovrintendono alle pratiche concertate con cui i praticanti assemblano le proprie attivit in modo da conferire comprensibilit scenica ai loro spazi lavorativi e alle loro azioni e al loro parlato. Gli studi etnometodologici del lavoro non producono tuttavia generalizzazioni: secondo Garfinkel ogni singolo contesto lavorativo un fenomeno degno di essere studiato di per s e lobiettivo della ricerca deve essere quello di scoprire la sua unicit, ci che distingue un contesto lavorativo dagli altri. Gli studi etnometodologici del lavoro sanciscono la rinuncia allo studio dellordine sociale come fenomeno unico, per mettersi alla ricerca dei molteplici e infiniti ordini che caratterizzano le diverse situazioni sociali.

    12 Ad esempio, studiare lagire dei non vedenti permette di analizzare il vedere come attivit pratica e socialmente

    costituita. Di particolare interesse la monografia di Britt Robillard. Dopo essere stato colpito da distrofia muscolare, lallievo di Garfinkel si rese conto di essere diventato una sorta di laboratorio vivente utile per scoprire i metodi dati per scontati (fatti di contatti degli occhi, scambi verbali casuali, movimenti della testa etc.) che la gente usa per la normale interazione sociale. Quello che la gente fa in modo ovvio, naturale e scontato al fine di coordinare il proprio agire con gli altri durante un normale scambio verbale, per lui diventava invece impossibile, e ci permetteva di far emergere tutto questo lavoro, generalmente nascosto nel visto ma non notato (Robillard 1999).

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    In uno studio pionieristico, Garfinkel e i suoi collaboratori hanno indagato le attivit pratiche, composte da interazioni verbali tra attori e tra attori e le tecnologie dellosservatorio astrofisico, attraverso cui il pulsar ottico veniva realizzato e reso riconoscibile come fatto oggettivo, indipendente, l fuori (Garfinkel, Lynch e Linvingston 1981). La scoperta scientifica del pulsar viene cos rispecificata in termini di attivit pratiche entro cui incarnata, e non pi semplicemente identificata nel resoconto teorico apparso sulle riviste specializzate. In altre parole, nello studiare la scienza letnometodologia si disinteressa del dibattito sulla teoria della scienza, per mettersi a studiare in modo naturalistico e dettagliato le pratiche concrete del lavoro scientifico al fine di evidenziare come tali pratiche realizzino la scoperta o la dimostrazione come fatto oggettivo, condiviso ed indipendente13.

    Risulta evidente che, per letnometodologia, la scienza non affatto una questione connessa con la logica, lepistemologia o i paradigmi, non linsieme delle scoperte che sono riportate nei libri e nei saggi scientifici (resoconti teorici), ma riguarda le concrete attivit che sono condotte allinterno luoghi specifici, come i laboratori o gli osservatori astrofisici: la scienza come unattivit svolta di routine e in modo metodico e concertato, insomma come un lavoro. Se si va in un laboratorio scientifico ci si accorge subito che il lavoro sperimentale viene portato avanti attraverso istruzioni che sono incorporate allinterno di interazioni verbali e di pratiche relative alluso di strumentazioni tecniche e alla lettura dei messaggi di tali strumentazioni. Dentro i laboratori, i concetti scientifici di cui sono piene le riviste accademiche (esperimento, prova, scoperta ecc.) si dissolvono in una miriade di routine e di giochi linguistici (Lynch 1995, 316).

    Molti hanno criticato il fatto che i ricercatori coinvolti in questi campi non siano degli specialisti di quel settore professionale, anzi per certi versi siano proprio ignoranti della materia: fanno ricerca sui laboratori chimici senza avere una conoscenza professionale della chimica o analizzano gli studi legali senza aver studiato diritto. Per superare tale critica, Garfinkel ha sempre raccomandato libridazione dei ricercatori con i loro campi di studio, in base al principio delladeguatezza unica (Garfinkel 2002), che, detto in soldoni, significa che se si vuole fare ricerca sugli studi legali allora bisogna prima avere competenza in quellarea, il che vuol dire, tra le altre cose, prendersi una laurea in Giurisprudenza. Tuttavia, Michael Lynch, uno dei principali esponenti degli studi etnometodologici sul lavoro, nonch allievo di seconda generazione di Garfinkel, non ritiene un limite il suo essere estraneo al campo specialistico che studia:

    sebbene il principio delladeguatezza unica sembra richiedere una competenza delle pratiche prima di poterle

    analizzare dal punto di vista etnometodologico, il ragionamento di Wittgenstein sui giochi linguistici suggerisce un quadro diverso. Per Wittgenstein noi sappiamo gi in qualche modo, come contare, calcolare, inferire, misurare, osservare (Lynch 1995, 301).

    Il senso comune fornisce le risorse di base per approcciarsi a questi ambienti lavorativi, dato che

    sta alla base delle pratiche scientifiche concrete. Resta il problema delle competenze pi specifiche di certi workplaces, ma a questo proposito Lynch tiene a sottolineare che proprio lessere un principiante pu essere un valido strumento per scoprire e far emergere dallopacit il dato per scontato e il visto ma non notato di cui sono fatte quelle pratiche lavorative. Un aspetto che emerge dalle ricerche sul lavoro lorganizzazione sequenziale di queste attivit. Negli studi sul lavoro, i classici riferimenti fenomenologici relativi al ragionamento pratico e al senso comune sono stati abbandonati e sostituiti dalla centralit della sequenzialit delle azioni come risorsa per conferire comprensibilit, naturalit, insomma per dare ordine alle attivit sociali. La comprensibilit di ci che viene detto o fatto allinterno di attivit lavorative raggiunta (achieved) attraverso laccostamento sequenziale: lindessicalit di cosa si dice o si fa viene superata, le

    13 In ricerche condotte da ricercatori ispiratisi alletnometodologia, si offre un resoconto dettagliato delle attivit

    pratiche di routine attraverso cui in un laboratorio di analisi biologiche i novizi vengono istruiti a vedere i risultati di una prova di vaccino contro una certa malattia, in altre parole come ai loro occhi tali risultati diventano un oggetto rilevabile e stabile.

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    formulazioni e le attivit acquistano il loro significato attraverso il disporre in ordine, spaziale e temporale, uno dopo laltro, le azioni dei diversi individui. 9. Una sociologia dellosservazione naturale: lanalisi della conversazione

    Lorganizzazione sequenziale anche al centro di uno dei principali progetti di ricerca di Harvey Sacks: lanalisi della conversazione14. Il nome deriva da uniniziale interesse verso la conversazione ordinaria, ma attualmente indica un approccio di ricerca che ha come oggetto linterazione verbale in generale. Lanalisi della conversazione lo studio naturalistico e dettagliato dellinterazione verbale intesa come qualcosa di ordinato e di realizzato attraverso lagire concertato e minuziosamente metodico dei partecipanti. Normalmente pensiamo alla conversazione, ad esempio uno scambio verbale tra amici nel corso di una cena, come a qualcosa di estremamente caotico, in cui i turni di parola dei partecipanti, la loro durata, le interruzioni, le pause, le sovrapposizioni tra i parlati, i toni ecc. sono qualcosa di puramente casuale. Il punto di partenza di Sacks che, lungi dallessere un coacervo di elementi casuali, la conversazione unattivit estremamente metodica e ordinata dove nulla lasciato al caso. Tale natura metodica si estende infatti anche a quei dettagli della conversazione che ci appaiono banali e insignificanti, ma che ad un occhio attento si rivelano invece ingranaggi importanti nella realizzazione di uno scambio conversazionale. Ed la sua intrinseca metodicit a renderla investigabile scientificamente.

    Lopportunit di uno studio sistematico e approfondito della conversazione fu resa possibile agli inizi degli anni Sessanta dalla diffusione commerciale degli audioregistratori. Tali strumenti permettevano non solo di registrare il parlato naturale, ma anche di riascoltare la conversazione un numero infinito di volte al fine di cogliere gli aspetti metodici e gli ingranaggi della sua organizzazione15. In quegli anni, Sacks stava lavorando a una ricerca sulle attivit di un Centro di assistenza che disponeva di un centralino per le richieste di aiuto. In questo modo pot disporre di una collezione di telefonate registrate sulle quali esercit il suo sguardo analitico. A partire da questa sua pionieristica ricerca, di cui resta ampia traccia nelle trascrizioni delle sue lezioni allUcla (Sacks 1995), il parlare diventava unarea di ricerca in cui investigare, in modo minuzioso e scientifico, la natura metodica dellagire sociale. A tal scopo nulla veniva trascurato, anzi dettagli minimi, come i rallentamenti, le micropause, la crescita o la diminuzione nel tono, le inspirazioni, le sovrapposizioni di parola e perfino le esclamazioni vocali come oh e uh, lungi dallessere casuali o insignificanti, apparivano meccanismi indispensabili alleconomia dellinterazione verbale. Lanalisi della conversazione si cos configurata come una scienza dellosservazione naturale volta a scoprire le competenze e gli oggetti (risorse) attraverso cui la gente realizza tutto un enorme spettro di attivit interazionali. Questi oggetti possono essere rintracciati ovunque, sono posizionati con precisione e utilizzati in base a certe procedure in specifiche occasioni e in particolari corsi di azione (Sacks 2007). A partire dai primi anni Settanta, Sacks e, dopo la sua morte, i suoi collaboratori hanno raccolto una enorme messa di scoperte circa il funzionamento della conversazione ordinaria, come le tecniche di auto e di etero riparazione (Sacks e Schegloff 1979), la funzione dellesclamativo oh (Heritage 1984), orientamento degli sguardi ecc 16.

    14 Sacks aveva anche abbozzato un approccio relativo allanalisi dei movimenti del corpo allinterno delle situazioni

    e delle interazioni sociali, in base allipotesi che anche i gesti e i movimenti del corpo abbiano una natura metodica e ordinata (Sacks e Schegloff 2002). Purtroppo, la sua morte improvvisa, avvenuta in un tragico incidente stradale nel novembre del 1975 ha impedito ulteriori sviluppi della sua geniale ed originalissima riflessione.

    15 Due allievi di Sacks, Gail Jefferson e James Schenkein, misero a punto un codice di trascrizione, ancor oggi utilizzato, per i diversi dettagli conversazionali (pause, sovrapposizioni, inspirazioni etc.)

    16 Gli etnometodologi britannici (Sharrock, Lee, Watson, Coulter, Cuff) che, negli anni Settanta, si accostarono interessati allanalisi della conversazione si accorsero ben presto che stavano perdendo tempo, perch non facevano altro che scoprire fenomeni che erano gi stati scoperti da Sacks e dai suoi collaboratori: eravamo indietro di dieci anni dichiar Wes Sharrock (cit. in Psathas 2008). La soluzione adottata da altri etnometodologi britannici (Heritage, Greatbatch, Drew, Atkinson, Heath, McHoul) fu quella di abbandonare la conversazione ordinaria per volgersi allo studio del parlato in interazione caratteristico degli ambienti istituzionali: interrogatori nei tribunali (Atkinson e Drew

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    . Linteresse principale riguardava la produzione del significato delle azioni realizzate tramite e nellinterazione. A questo proposito anche lanalisi della conversazione ribadisce limportanza dellorganizzazione sequenziale: il parlato in interazione acquista uno svolgimento ordinato attraverso lorganizzazione sequenziale degli enunciati dei diversi parlanti. Tale organizzazione sequenziale degli scambi verbali a sua volta governata dal sistema di presa del turno di parola che garantisce lalternanza ordinata dei parlanti (Sacks, Schegloff e Jefferson 2000). Lidea di fondo che il significato di unazione creato dalla sequenza delle azioni immediatamente precedenti. Un turno di parola stabilisce cosa rilevante nel turno successivo. Ad esempio, un turno di parola che contiene un invito (che ne diresti di venire su al mio ufficio a prendere un caff?) produrr la rilevanza di unaccettazione o di un rifiuto nel turno immediatamente successivo. Lazione acquista il suo senso proprio (rifiuto/accettazione) perch posta immediatamente dopo unazione precedente (invito). Invito-accettazione/rifuto, come anche saluto-saluto, domanda-risposta, costituiscono la forma pi elementare di organizzazione sequenziale e che Sacks chiam coppia adiacente.

    In relazione alla coppia inviti/richiesta-accettazioni/rifiuti, gli analisti della conversazione hanno evidenziato lesistenza di azioni preferite e disprefer