Dismessa la riqualificazione degli Scali...

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 tel. 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Redazione: Vanda Aleni, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Leonardo Capano, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Lidia Cimino, Giulia Costa, Antonella Damiani, Antonio Ferrari, Giovanni Minici, Laura Misani, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Massimo Fantini, Simone Loglisci, Renato Piselli, Fabrizio Ternelli. Tiratura: Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 anno XX, numero 172, gennaio 2016 ® ® ATHOS Nelle pagine interne: Cristina, campio- nessa mondiale di Kickboxing pag. 8 Intervista a Enzo Iacchetti pag. 9 Le botteghe storiche di zona 4 pag. 5 Cisky: Redemption song pag. 11 Porta Romana: tra divertimento e mobilità/4 pag. 12 I venerdì culturali di QUATTRO pag. 14 Eventi e spettacoli pag. 15-16 Rilegatore. Un lavoro in estinzione pag. 7 I l tema degli scali ferroviari interessa da vicino la no- stra zona e la bocciatura dell'Accordo di programma fra Comune di Milano, Re- gione Lombardia e Ferrovie dello Stato da parte del Con- siglio comunale sarà ancora per molto oggetto di dibattito e scontro; per questo può es- sere utile ripercorrere qui il lungo percorso fatto. Innanzitutto bisogna premet- tere che quando le Ferrovie dello Stato sono state trasfor- mate in Spa le aree degli scali sono passate nel patrimonio delle Ferrovie e quindi sono private: è una verità molto amara, ma non si possono più trattare come aree pubbliche. E non si può prescindere da questo dato. Il processo per raggiungere un accordo fra gli enti interessati che garantisse l'interesse pub- blico degli interventi di riqua- lificazione, è durato almeno 10 anni. Un primo accordo di pro- gramma nel 2007 prevedeva 822.000 metri quadrati di slp (superficie lorda di pavimen- tazione), divenuti 1 milione nel PGT dell'assessore Mas- seroli (Giunta Moratti). Nel 2011, l'assessore all'Urba- nistica Ada Lucia De Cesaris e la giunta Pisapia operano la scelta di modificare (e non az- zerare) il PGT ripartendo dalle 4000 osservazioni che erano state fatte, e di stralciare gli scali dal PGT stesso, rin- viandoli ad un nuovo ac- cordo di programma. Questa scelta ha permesso di miglio- rare in modo significativo i precedenti accordi, sia in ter- mini qualitativi che quantita- tivi, a vantaggio dell'interesse pubblico e della qualità ur- bana. La contrattazione è stata lunga (quasi quattro anni), difficile e molto aspra, ma a novembre 2015 il risultato era arrivato. Pur in modo schematico, elenchiamo i principali risul- tati raggiunti nell'Accordo che Dismessa la riqualificazione degli Scali dismessi C ome anticipato nel nu- mero di dicembre di QUATTRO, vi aggior- niamo sulla situazione di tre edifici, situati a poche decine di metri di distanza in zona corso Lodi-Corvetto: la resi- denza universitaria costruita ma mai attivata di via Oglio 8; l'edificio parzialmente co- struito fra via Sile e via Min- cio e l'edificio Aler in piazzale Ferrara, accanto al Polo Fer- rara. Ci facciamo aiutare da Simo- netta D'Amico che, in qualità di presidente della Commis- sione Territorio del Consiglio di Zona 4, ha in questi anni se- guito l'iter e le varie proble- matiche dei tre (tristi) casi. Ec- co le tre schede che ci ha gen- tilmente preparato. Edificio di via Oglio 8 (studentato) Il terreno dove è sorto l'immo- bile risultava di proprietà del- l'Immobiliare Vulcano Srl con sede in corso di Porta Vittoria a Milano; anni addietro era stata stipulata una convenzio- ne con il "Consorzio Virgilio" di Brescia, ma tale convenzio- ne per svariati motivi non era andata a buon fine. Nel frat- tempo il consorzio è venuto a trovarsi in una situazione fi- nanziaria difficile ed è stato messo in liquidazione. L'im- mobile è uno studentato di 151 posti letto ed uffici e, pur essendo terminato, non è mai entrato in funzione poiché vi è un debito di € 6.500.000 le- gato al terreno sul quale è sor- ta la residenza. I liquidatori non sono riusciti a vendere l'immobile per una cifra che potesse coprire il de- bito pregresso. A luglio 2014, il Ministero ha nominato un Commissario in- caricato dalla liquidazione co- atta che ha avviato le sue funzioni nel mese di settem- bre. Il Commissario si è im- pegnato ad espletare la gara per la vendita dell'immobile e sono in corso le attività pro- pedeutiche alla gara che con ogni probabilità verrà esple- tata nei primi mesi del 2016. Nel frattempo ci sono state Tre edifici per 3 problemi I nnanzitutto, tantissimi au- guri di Buon 2016 a tutti i lettori di QUATTRO! Personalmente non sono molto brava a infio- rettare gli auguri, e non voglio sco- piazzare dalle centinaia di auguri creativi e fantasiosi che si trovano, ça va sans dire, su fa- cebook & affini. Di sicuro sono au- guri sinceri. Nel 2016 compiamo i 19 anni ed entriamo da marzo nel ventesimo anno di attività, sia per quanto riguarda la pubblicazione di QUATTRO, sia per le attività culturali che offriamo gratui- tamente ai cittadini. Per re- stare al 2015, abbiamo promosso una serie di confe- renze in biblioteca Calvairate, promosso con Ellera Edizioni un concorso letterario, esposto in più spazi la mostra di foto- grafie e oggetti delle fabbriche storiche di zona 4, organizzato con Cascina Cuccagna una piacevolissima biciclettata lungo un percorso industriale. Tutto, vogliamo sottoli- neare, con il lavoro vo- lontario di un folto gruppo di persone che condividono le fi- nalità dell'associazione e lo spirito civico del nostro men- sile. C'è una conclusione/auspicio da trarre? Per noi, che vo- gliamo proseguire il nostro la- voro (vi garantisco, impegnativo); per voi, che potreste diventare Amici di QUATTRO 2016 per soste- nerci! La tessera ha un costo di 20 euro e dà anche diritto ad una serie di sconti con i negozi e i teatri convenzio- nati. L'elenco è in fase di completa- mento e verrà pubblicato sul numero di feb- braio, intanto potete consul- tarlo sul sito www.quattro- net2.it. Ab- biamo ancora molti calen- dari da tavolo di QUAT- TRO per quanti faranno la tessera; il modo più veloce è fare un bonifico a QUATTRO su Banca Prossima - IBAN IT10V03 359 016 001 000 000 17697, oppure passare dalla redazione in via Tito Livio 33, dopo aver verificato che siamo presenti. Intanto godetevi questo primo numero del 2016, particolar- mente ricco di notizie, interve- ste, servizi; tutto Made in zona QUATTRO. Stefania Aleni Volete essere Amici di QUATTRO? segue a pag. 3 segue a pag. 3

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 tel. 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: StefaniaAleni. Redazione: Vanda Aleni, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Leonardo Capano, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Lidia Cimino, Giulia Costa, AntonellaDamiani, Antonio Ferrari, Giovanni Minici, Laura Misani, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero:

Valentina Bertoli, Massimo Fantini, Simone Loglisci, Renato Piselli, Fabrizio Ternelli. Tiratura: Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4

anno XX, numero 172, gennaio 2016

® ®

ATHOS

Nellepagineinterne:

Cristina, campio-nessa mondialedi Kickboxing

pag. 8

Intervista a Enzo Iacchetti

pag. 9

Le botteghe storiche di zona 4

pag. 5

Cisky: Redemption song

pag. 11

Porta Romana:tra divertimentoe mobilità/4

pag. 12

I venerdì culturali di QUATTRO

pag. 14

Eventi e spettacoli

pag. 15-16

Rilegatore. Un lavoro in estinzione

pag. 7

Il tema degli scali ferroviariinteressa da vicino la no-stra zona e la bocciatura

dell'Accordo di programmafra Comune di Milano, Re-gione Lombardia e Ferroviedello Stato da parte del Con-siglio comunale sarà ancoraper molto oggetto di dibattitoe scontro; per questo può es-sere utile ripercorrere qui illungo percorso fatto.Innanzitutto bisogna premet-tere che quando le Ferroviedello Stato sono state trasfor-mate in Spa le aree degli scalisono passate nel patrimoniodelle Ferrovie e quindi sonoprivate: è una verità moltoamara, ma non si possono piùtrattare come aree pubbliche.

E non si può prescindere daquesto dato.Il processo per raggiungere unaccordo fra gli enti interessatiche garantisse l'interesse pub-blico degli interventi di riqua-lificazione, è durato almeno10 anni.Un primo accordo di pro-gramma nel 2007 prevedeva822.000 metri quadrati di slp(superficie lorda di pavimen-tazione), divenuti 1 milionenel PGT dell'assessore Mas-seroli (Giunta Moratti).Nel 2011, l'assessore all'Urba-nistica Ada Lucia De Cesarise la giunta Pisapia operano lascelta di modificare (e non az-zerare) il PGT ripartendodalle 4000 osservazioni che

erano state fatte, e di stralciaregli scali dal PGT stesso, rin-viandoli ad un nuovo ac-cordo di programma. Questascelta ha permesso di miglio-rare in modo significativo iprecedenti accordi, sia in ter-mini qualitativi che quantita-tivi, a vantaggio dell'interessepubblico e della qualità ur-bana. La contrattazione è statalunga (quasi quattro anni),difficile e molto aspra, ma anovembre 2015 il risultato eraarrivato.Pur in modo schematico,elenchiamo i principali risul-tati raggiunti nell'Accordo che

Dismessa la riqualificazionedegli Scali dismessi

Come anticipato nel nu-mero di dicembre diQUATTRO, vi aggior-

niamo sulla situazione di treedifici, situati a poche decinedi metri di distanza in zonacorso Lodi-Corvetto: la resi-denza universitaria costruitama mai attivata di via Oglio8; l'edificio parzialmente co-struito fra via Sile e via Min-cio e l'edificio Aler in piazzale

Ferrara, accanto al Polo Fer-rara.Ci facciamo aiutare da Simo-netta D'Amico che, in qualitàdi presidente della Commis-sione Territorio del Consigliodi Zona 4, ha in questi anni se-guito l'iter e le varie proble-matiche dei tre (tristi) casi. Ec-co le tre schede che ci ha gen-tilmente preparato.

Edificio di via Oglio 8(studentato)Il terreno dove è sorto l'immo-bile risultava di proprietà del-l'Immobiliare Vulcano Srl consede in corso di Porta Vittoriaa Milano; anni addietro erastata stipulata una convenzio-ne con il "Consorzio Virgilio"di Brescia, ma tale convenzio-ne per svariati motivi non eraandata a buon fine. Nel frat-tempo il consorzio è venuto atrovarsi in una situazione fi-nanziaria difficile ed è stato

messo in liquidazione. L'im-mobile è uno studentato di151 posti letto ed uffici e, puressendo terminato, non è maientrato in funzione poiché viè un debito di € 6.500.000 le-gato al terreno sul quale è sor-ta la residenza.I liquidatori non sono riuscitia vendere l'immobile per unacifra che potesse coprire il de-bito pregresso.A luglio 2014, il Ministero hanominato un Commissario in-caricato dalla liquidazione co-atta che ha avviato le suefunzioni nel mese di settem-bre. Il Commissario si è im-pegnato ad espletare la garaper la vendita dell'immobile esono in corso le attività pro-pedeutiche alla gara che conogni probabilità verrà esple-tata nei primi mesi del 2016.Nel frattempo ci sono state

Tre edifici per 3 problemi

Innanzitutto, tantissimi au-guri di Buon 2016 a tutti ilettori di QUATTRO!

Personalmente non sonomolto brava a infio-rettare gli auguri,e non voglio sco-piazzare dallecentinaia di auguricreativi e fantasiosiche si trovano, çava sans dire, su fa-cebook & affini. Di sicuro sono au-guri sinceri.

Nel 2016 compiamo i19 anni ed entriamo damarzo nel ventesimoanno di attività, sia per quantoriguarda la pubblicazione diQUATTRO, sia per le attivitàculturali che offriamo gratui-tamente ai cittadini. Per re-stare al 2015, abbiamopromosso una serie di confe-renze in biblioteca Calvairate,promosso con Ellera Edizioniun concorso letterario, espostoin più spazi la mostra di foto-grafie e oggetti delle fabbrichestoriche di zona 4, organizzatocon Cascina Cuccagna una

piacevolissima biciclettatalungo un percorso industriale.Tutto, vogliamo

s o t t o l i -neare, con il lavoro vo-

lontario di un folto gruppo dipersone che condividono le fi-nalità dell'associazione e lospirito civico del nostro men-sile.C'è una conclusione/auspicioda trarre? Per noi, che vo-gliamo proseguire il nostro la-voro (vi garantisco,impegnativo); per voi, chepotreste diventare Amici diQUATTRO 2016 per soste-nerci!La tessera ha un costo di 20euro e dà anche diritto ad una

serie di sconti con i negozi e iteatri convenzio-nati. L'elenco è infase di completa-mento e verràpubblicato sulnumero di feb-braio, intantopotete consul-tarlo sul sitowww.quattro-net2.it. Ab-b i a m oa n c o r a

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TRO per quanti faranno latessera; il modo più veloce èfare un bonifico a QUATTROsu Banca Prossima - IBANIT10V03 359 016 001 000000 17697, oppure passaredalla redazione in via TitoLivio 33, dopo aver verificatoche siamo presenti.

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segue a pag. 3

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Gli auguri di Konstantin

Kostantin, nostro carissimo amico, augura ai lettori di QUAT-TRO un Felice anno nuovo, con un pensiero alla sua patria, laRussia, di cui vediamo i colori della bandiera nello sfondo na-talizio. Kostantin mostra anche con orgoglio la sua tessera diAmico di QUATTRO e invita a diventare anche voi Amici diQUATTRO per sostenere il giornale e le attività culturali.

Cento di questi giorni!Anche il 2016 inizia con il traguardo del secolo per quattro si-gnore. Maria Rebuffi li ha compiuti il 2, Giovanna Saliva il9, mentre Angiolina Coffani ed Elena Botta spegneranno leideali cento candele rispettivamente il 25 e il 31.A queste gentili signore gli auguri più sinceri della redazionedi QUATTRO unitamente a quelli per un felice 2016.

Natale in rete23 dicembre 2015, Milano in via del Turchino negli spazi dellaParrocchia di S. Eugenio un gruppo di persone sta trascorrendouna piacevole giornata per festeggiare tutti insieme il Natale,consumando in abbondante quantità cibo e bevande in un clima

conviviale. Quel gruppo di persone è formato dai pazienti delCPS di zona 4, afferente al Dipartimento di Salute Mentale eNeuroscienze dell'Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Of-talmico di Milano, dalle figure professionali che li affiancano,da alcuni tirocinanti e dai protagonisti della rete (associazionidel privato sociale, del terzo settore, di volontariato laiche ecattoliche) che favoriscono l'esistenza di una vasta gamma diprogetti che ogni anno viene proposta e realizzata. Questo èl'epilogo di un lavoro tanto impegnativo quanto pieno e soddi-sfacente che vede alle sue spalle una preparazione attenta, mi-nuziosa e laboriosa che grazie alla collaborazione tra il dottorCarlo Scovino ("la mente" della realizzazione di questa gior-nata), i tirocinanti del Corso di Laurea di Educazione Profes-sionale dell'Università degli Studi di Milano e alcuni pazientidel CPS ha avuto modo di esistere. Il pomeriggio del 22 di-cembre e la mattina del 23 hanno visto ai fornelli alcuni pazientidel CPS (Natalina, Andrea, Sergio, Marian, Aurelio) che ingrande armonia hanno lavorato in vista di un obiettivo comune,in un clima che aveva più l'odore di casa che di servizio psi-chiatrico. Nel backstage di questo pranzo vi erano persone chelavoravano per altre persone, con l'obiettivo di trascorrere unmomento importante (il pranzo di Natale) in buona compagniae con spensieratezza... E in fondo non c'è nulla di più umanodella ricerca di condivisione di piacere. E così si giunge al pran-zo, arrivano gli ospiti, ci si siede. Per un momento nessuno ènient'altro se non se stesso. Finisce il pranzo, la sala e la ses-santina di persone partecipanti iniziano a lasciare spazio al si-lenzio che, per il dottor Scovino e i suoi tirocinanti che devonorimettere a posto, ha il retrogusto di un lavoro ben riuscito eun'esperienza da riproporre senza paura. La filosofia che ac-compagna il lavoro quotidiano di tutti gli operatori del CPS èimparare e re-imparare a sostenere la tensione che inevitabil-mente scaturisce dall’incontro con il paziente psichiatrico.

Simone Loglisci

Gli 85 annidell'Ausonia 1931

All'auditorium don Bosco di via Melchiorre Gioia, l'Ausonia1931 ha celebrato l'85° anniversario della sua ininterrotta attività.La manifestazione condotta dal signor Scarpini, di Interchannel,e alla presenza del dottor Samaden, responsabile del settoregiovanile di FC Internazionale spa, ha confermato la sinergiafra le due società. Mario Di Benedetto, presidente della Societàverdenero, alla presenza di quasi mille partecipanti tra piccoliatleti e famigliari, ha presentato i programmi futuri e premiatocon una targa i dirigenti più meritevoli.Per ulteriori informazioni: www.ausonia1931.net e pagina fa-cebook Ssd Ausonia Calcio, dove potete trovare il link al videodella manifestazione (https://youtu.be/LjQXsfO1hGo)

Toponomastica al femminileUn lettore ci segnala, fra le vie intitolate a donne, cui avevamodedicato l'articolo sulla toponomastica al femminile, Luisa Bat-tistotti Sassi, patriota distintasi nelle 5 Giornate di Milano peraver preso a fucilate gli Austriaci per ore e premiata dal governoprovvisorio con una pensione di 365 lire/anno. E' invece in zona3, appena al di là di piazzale Susa, via Giuditta Sidoli, che fupatriota, intima amica di Mazzini e forse sua amante.

Chiusa l'edicola di NicolaE' stata accolta con dispiacere la notizia della chiusura dell'edi-cola di Nicola, in via Caroncini. Problema di affitto del negoziotroppo alto che non permette più di mantenere aperta l'attività.Peccato, perché l'edicola di Nicola era un punto di incontro, discambio di due chiacchiere, perfino di "parcheggio" di qualchebambino ("lo lascio un attimo qua, intanto che faccio una com-missione"). Una persona veramente cordiale e disponibile, cheadesso si deve ricostruire una vita lavorativa.

City Angels, la scuola Pascoli e KiwanisKiwanis scende ancora in campo per portare nelle scuole unmessaggio di solidarietà in collaborazione con i City Angels,coinvolgendo in questa iniziativa la scuola media Pascoli. Comedice il presidente di Kiwanis, Bricchi, «Sapendo che c’è unproblema ci adoperiamo per risolverlo. City Angels ha bisognodi coperte da donare ai senza tetto che assiste quotidianamentee allora abbiamo chiesto la collaborazione dei ragazzi della me-dia di via Cova, che, con la fattiva collaborazione della vice-preside professoressa Gemmona, procureranno ai “clochard”milanesi copertee sacchi a peloper affrontare ilfreddo quandonon possono con-tare su un riparopiù sicuro». Ma-rio Furlan, il pre-sidente dei City,ha illustrato ilprogetto in diver-se classi dellascuola invitandogli studenti in pri-mis a collaborarea questa iniziati-va, e in secondoluogo, qualcunopareva ben inten-zionato, ad anda-re a servire ilpranzo della Be-fana ad un grup-po di assistiti del-l’organizzazione milanese.«Non finisce qui l’iniziativa – precisa Bricchi -. Vogliamo por-tare avanti queste idee coinvolgendo se possibile tutte le scuoledi Milano che potrebbero elaborare un loro progetto finalizzatoall’aiuto di chi ha bisogno. City Angels sarebbe ben lieta diproseguire con noi questa collaborazione, che verrà anche fattaconoscere al Comune il cui aiuto in futuro sarebbe ben accetto».Da ricordare, non ultima, l’iniziativa di Kiwanis in occasionedel Natale della raccolta di giocattoli per i bambini del repartodi pediatria oncologica di via Venezian.

S.B.

Da sinistra: Ranocchia, Di Benedetto, Samaden, Toldo

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riguardano la parte pubblica:• Ferrovie cede al Comune il52% delle aree per verde eservizi (+2% rispetto agli in-dici fissati nelPGT); in partico-lare ci saranno500.000 mq diverde in più;• le volumetrieedificatorie ditutto l'interventosono diminuitedel 33% rispettoal precedente ac-cordo;• oltre alle quotedi edilizia socialefissate nel PGT,sono previsti ulteriori 2600appartamenti ad affitto mode-rato;• è a carico degli operatori pri-vati la riqualificazione am-bientale e la bonifica deisuoli;• vengono inserite 10 km dinuove piste ciclopedonali;• grande rilevo è dato alla ri-cucitura dei nuovi interventisugli scali con i quartieri esi-stenti e alla integrazione dellarete viaria locale;• prevista la cessione dellalinea ferroviaria dismessa frala stazione di Rogoredo eChiaravalle e la creazione diuna pista ciclabile;• programmati interventi dimitigazione del rumore lungoil tratto della Milano-Mortara

più vicino alla Scalo Romana.Ci sono poi una serie di inter-venti di potenziamento del si-stema ferroviario in città:• aumento delle linee del Pas-sante e miglioramento della

frequenza con l'obiettivo direnderle efficienti come lelinee metropolitane;• due nuove fermate (unadelle quali Milano Tibaldi);• ammodernamento delle sta-zioni Milano Porta Romana eMilano Rogoredo (per restarenella nostra zona);• potenziamento del sistemaferroviario in numerose sta-zioni.

Tra l'altro, i primi 50 milionidi plusvalenze da destinare aopere di miglioramento del si-stema ferroviario sarebberostati dati subito, alla firma de-finitiva dell'Accordo.Un'ultima notazione: contra-riamente a quanti hanno dettoche l'Accordo "è calato dal-

l'alto, non sono stati coinvoltii cittadini, ecc ecc..." pos-siamo testimoniare che invecec'è stato un lungo lavoro co-ordinato dal Politecnico diMilano di coinvolgimento

zona per zona dei soggetti at-tivi sul territorio, dai Consiglidi Zona alle associazioni e aicomitati, per raccogliere ideee proposte per l'utilizzo degliscali. I risultati di questo la-voro sono stati poi raccolti inun ampio documento allegatoall'Accordo di programma esua parte integrante (le imma-gini che pubblichiamo sonoprese da quel documento).Adesso? Resta tutto fermo (edegradato) ancora per unanno (a sentire i più ottimisti)o per più anni; dipenderàormai dalla nuova Giunta edal nuovo Consiglio comu-nale e dalla disponibilità deglialtri soggetti a rinnovare i ter-mini dell'Accordo. Ovvia-mente noi tifiamo perché il

lavoro fatto nonvenga buttato viae perché il nuovogoverno dellacittà riprenda ra-pidamente inmano questotema.Perché ogni voltache passiamo sulponte di corsoLodi ci piange ilcuore a vederequell'immensa di-stesa di binari ab-bandonati e quellestrutture diroccatecon contorno dirifiuti.

Stefania Aleni

proposte da parte di alcune so-cietà estere ad acquisire l'im-mobile destinandolo a struttu-ra ricettiva con formula ostel-lo.

Edificio di via Sile 8Il fabbricato con destinazionelaboratori ed uffici ad oggi èlargamente incompleto. L'edi-ficio si sviluppa su 9 piani(uno interrato destinato ad au-torimessa e 8 fuori terra). Lasuperficie complessiva del-l'edificio è di 31.4446 metriquadrati ed ogni piano ha unasuperficie di quasi 3.000 metriquadrati.Già nel 2013 la società avevaproposto al Consiglio di zonala possibilità che l'edificio ve-nisse destinato a servizi di na-tura sanitaria, ma l'operazionenon è andata a buon fine. Suc-cessivamente è stata avanzatauna proposta da una società diBarcellona che si occupa diresidenze per studenti, inizia-tiva che non ha avuto seguito.Ad oggi, la proprietà dell'edi-ficio, la società Ecomisile Srl,ha ricevuto due offerte che stavagliando. La prima provieneda una società finanziaria e ri-guarda la destinazione ad uf-fici. L'immobile verrebbecompletato dalla proprietà edato in locazione alla societàfinanziaria. La seconda pro-posta proviene da una societàcinese per la realizzazione dialbergo o struttura ricettiva. Inogni caso la società EcomisileSrl ha garantito che nel 2016l'edificio verrà completato conla definizione di destinazione.

Edificio di piazzale Ferrara L'edificio in costruzione inpiazzale Ferrara è ricompresonel perimetro del Contratto diQuartiere Mazzini ed era de-stinato al trasferimento delmercato comunale a piano ter-ra, e a residenza universitarianei rimanenti piani. A seguitopoi della disastrata situazionefinanziaria di Aler, i lavori sisono fermati. Si è posto quindiil problema di "rimodulare"l'intervento, modificando inparte la destinazione d'uso. Lostesso Consiglio di zona 4 nelmaggio 2015 ha chiesto al Co-mune di Milano di intervenire

affinché Aler, che ha il com-pito di avanzare una propostaal comitato paritetico (Aler,Comune di Milano, RegioneLombardia) sulle funzioni chepossono convivere nell’edifi-cio, presenti un progetto chepreveda un mix funzionalecomposto da alloggi per resi-denza universitaria ed alloggiper far fronte all’emergenzasfratti e all'emergenza abitati-va di genitori separati e donnevittime di violenza.A ottobre 2015 arriva la pro-posta Aler relativa al Contrattodi quartiere Mazzini. Nel comitato paritetico, Alerha comunicato di aver ricevu-to da Investire SGR la propo-sta per la realizzazione di unprogetto di social housing me-diante la valorizzazione di unportafoglio di immobili di pro-prietà di Aler Milano. La pro-posta è condizionata all'acqui-sizione da parte di InvestireSGR delle risorse necessarieper lo sviluppo dell'operazio-ne. Il progetto prevede il tra-sferimento della piena proprie-

tà di alcuni immobili attual-mente nel patrimonio di AlerMilano ad un comparto delFondo Immobiliare di Lom-bardia, già esistente. Rientranonel perimetro individuato perlo sviluppo del progetto, gliedifici 7 e 8 di via Comacchio,piazzale Gabrio Rosa 9-11 elo studentato di piazzale Fer-rara. A proposito di quest'ul-timo, è prevista la trasforma-zione da diritto di superficie adiritto di proprietà a titolo nononeroso dell'area di piazzaleFerrara su cui è insediata lastruttura per la funzione dihousing sociale nell'ambitodel fondo. L'iter proceduraleprevede un'apposita deliberain Consiglio Comunale, suc-cessiva convenzione urbani-stica per perfezionare il trasfe-rimento, convenzione che nedisciplinerà l'utilizzo e dovràconfermare la costituzione delcondominio e garantire ilcompletamento del MercatoComunale.

Riusciranno i nostri eroi?

Tre edifici per 3 problemisegue da pag. 1

segue da pag. 1

Dismessa la riqualificazionedegli Scali dismessi

Page 4: Dismessa la riqualificazione degli Scali dismessiquattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_172.pdfdel CPS (Natalina, Andrea, Sergio, Marian, Aurelio) che in grande armonia

4 gennaio 2016

Per il pianeta Terra la Storia è pochissimacosa, 6000 anni contro quattro miliardi,neppure una scaglia di forfora sul corpo di

un elefante. È stata messa sanguinosamente in-sieme da un essere infestante e micidiale comemai se ne erano visti, ma la Terra, oltre che lapazienza, ha in sé la capacità di saldare i propriconti.Come tutti gli altri esseri viventi che l’hannopreceduto, anche l’uomo si estinguerà. Liberodi immaginare le immaginifiche beatitudini diogni possibile aldilà, ma sarà un realistico “al-di-qua” a scattargli fra capo e collo come unatagliola. La Storia si limiterà a raccogliere i frut-ti, prima di scomparire colando a picco con ilTitanic di tutto il resto.Ma andiamo con ordine. L’uomo crede di esserequello che non è. Da quando ha acceso il primofuoco, ha cominciato a sottrarsi alla spietatezzaprotettiva della selezione naturale, individui chealtrimenti non sarebbero sopravvissuti hannocontinuato a vivere e si sono riprodotti, diffon-dendo generazione dopo generazione sempre piùaccentuate debolezze biologiche. Ma tutto haun prezzo.Adesso qualsiasi uomo vive immerso nella tec-nologia, dalla più sofisticata alla più rozza, mala tecnologia è legata all’arma dall’affilatissimodoppio taglio che è l’energia. Senza energia nonfunziona niente, e l’uomo la divora, scavandopozzi e miniere, ed escogitando ogni possibileescogitabile.Le risorse del pianeta restano però quelle che

sono, l’uomo si riproduce a dismisura, loro no.Chiamale petrolio, o carbone, o uranio, si esau-riranno. Le Cassandre del catastrofismo avevanoprevisto tempi irragionevoli, c’è sempre chi vuo-le vedere più nero del nero, ma che si esaurirannoè inconfutabile certezza e, data la fame di energiadi miliardi di individui sempre meno disposti arestare ai margini della tecnologia, lo faranno intempi non remoti.Quanto alle energie alternative, concettualmentelodevoli, nella pratica sono nemiche dei grandinumeri e potrebbero coprire esigenze forse me-

die, ma nella realtà piccole, e anche questo pocoha un elevato prezzo, perché pale eoliche e pan-nelli solari per essere costruiti divorano le stesseenormi quantità di energia di qualsiasi altro ma-nufatto.Miliardi di esseri del tutto dipendenti dalla scin-tilla di Prometeo e che, spenta questa, non tro-verebbero più nel loro organismo le difese anti-corpali per sopravvivere, esigono strumenti tec-

nologici raffinati e spesso inutili, che tolgono ri-sorse al pianeta. La guerra per l’energia è giàin atto, strisciante e melliflua, ma quando le ri-sorse minerali arriveranno al minimo, sarà laStoria a buttare sulla bilancia del mondo la pro-pria spada di Brenno. Per l’energia adesso siuccide con ipocrisia felpata, ma non è detto chein seguito non si debba sterminare, anche se, nel-la corsa fra la Terra e la Storia, la cosa potrebbenon essere necessaria.Non basta. Ognuno di noi è libero di sperperaredai rubinetti tutta l’acqua possibile, che è nulla

rispetto a quellaconsumata nei pro-cessi produttivi diqualsiasi genere,ma miliardi di per-sone sanno sì e nocosa sia un rubinet-to aperto. Il riscal-damento del piane-ta, quali ne siano lecause perché non èquesta la sede peranalizzarle, sta giàportando l’ariditànelle zone tempe-rate, e chi credeche un gruppusco-lo di politici furbie in malafede pos-

sano, con trattatelli inutili e che nessuno rispet-terà come quelli di Kyoto e di Parigi, fermarel’innalzamento delle temperature è peggio cheilluso.La Storia cercherà di arrivare anche sull’acqua,e verserà sangue per definirne il possesso, mala Terra sarà un’altra volta in vantaggio e sapràfare da sé. Il progresso è un privilegio per pochi,il desiderio legittimo degli altri di fruirne a pro-

pria volta affretterà le cose. Perciò lotta per lefonti di energia e per l’acqua, in un pianeta sem-pre più arido, ma, soprattutto, con le difese an-ticorpali degli uomini sempre più deboli, e vadetto con pudore perché è seccante essere scam-biati per catastrofisti.Quando, nel 1972, l’economista Barbara Warde il biologo René Dubos pubblicarono il saggio“Only one earth”, cioè “Una sola Terra”, e det-tarono i principi fondamentali dello sfruttamentoantropico, fu un’alzata di spalle da parte di tuttii governi e, duole dirlo, di larga parte dell’opi-nione pubblica. Ci si credeva immortali e on-nipotenti. Andiamo con il senno di poi a rive-derli: 1) La Terra è l’unico luogo in cui l’uomopossa vivere, cioè le conquiste spaziali sono gi-gantesche divoratrici di energia e non è quindiipotizzabile darsi un futuro per quella via.2) Il pianeta ha disponibilità di spazio e risorselimitate, e queste, una volta consumate, non sirigenereranno. 3) Utilizzando per i propri usitali risorse, l’uomo restituisce all’ambiente scoriegeneratrici di un fenomeno chiamato “pollution”,cioè inquinamento, e basta guardarsi intorno oanche solo respirare.E la Storia? Per quanto giovane dovrà pazientaree accontentarsi. Quella dell’uomo dagli anticorpideboli e con sempre meno energia per difenderlisarà un’agonia lunga, con epidemie timide eguerre endemiche e non numericamente risolu-tive. Ma, fuori di ogni catastrofismo, è la storiastessa dell’uomo, quella antropologica che vascritta con la “s” minuscola, a dirci che si dovràprima o poi affrontare il problema del “buon”vicinato, guardando con crescente interesse ilvicino di casa e, prima che dimagrisca troppo,decidersi una buona volta a invitarlo a cena; conl’acquolina in bocca.

Giovanni Chiara

INDOVINA CHI VIENE A CENA

storie di storia

Scherzi a par-te, in questimesi noi

alunni ci siamoimpegnati davvero tanto. Siamo migliorati,più uniti e talentuosi che mai. Come al solito,il nostro professore di Musica Alessandro Nar-din ci ha proposto una serie di concerti a cuiavremmo potuto partecipare. Ci siamo messiall’opera e il risultato si è visto (o meglio, sen-tito). Ci siamo esibiti per lo più in canzoni na-talizie, ma a novembre abbiamo avuto anche

l’opportunità di mettere in scena la nostra ope-retta “I pirati di Penzance”, all’Ipercoop dipiazzale Lodi. È stato gratificante mostrare ilproprio lavoro, ciò per cui ci siamo impegnati,e ricevere in cambio applausi e gradimentoda parte del pubblico. A noi piace molto esi-birci, poco importa se facciamo parte del coroo abbiamo delle strofe da solisti. Certo, nontutti siamo coraggiosi quando si tratta di can-tare, ma poi ci facciamo forza e pensiamo chece la possiamo fare, perché ci siamo esercitatimolto. Ore di Musica passate a cantare non

possono scomparire di fronte alla platea! Mol-to bello è stato anche il “Tour dei Canti Na-talizi”. Abbiamo cantato in due chiese dellazona (S. Luigi, B.V. Immacolata e S. Antonio)e in una un po’ più centrale (S. Gioacchino).Essendo gli spettacoli prevalentemente nelfine settimana e di sera, non tutti i ragazzisono potuti venire, ma ognuno ha cercato didare il proprio contributo. Qualche errore du-rante le esibizioni è capitato, non siamo uncoro professionista, però non ci siamo fermatie abbiamo improvvisato, andando avanti comese non fosse successo niente. Non siamomummie, ogni tanto ci lasciavamo andare allabaldoria e alla festa: del resto non sarebbe lastessa cosa senza divertimento! Durante leesibizioni di altri cori, infatti, ci siamo fattipromotori di piccoli “flash-mob”: battiti dimani, ritornelli e onde per “incorniciare” lealtre canzoni. Gli spettacoli sono stati l’occa-sione per fare qualcosa di bello al di fuori delle

aule scolastiche. Per quanto mi riguarda, can-tare mi fa sentire bene, poterlo fare davanti atutti ed essere perfino applaudita è per me me-raviglioso. Essendo l’ultimo anno alle medie,ci tengo che ogni momento passato con i mieiamici (anche quelli delle altre classi) sia pre-zioso, e credo che le esibizioni siano state in-dimenticabili. Mi dispiacerà molto salutareper sempre il Coro Cabrini, quando sarà il mo-mento. Del resto, le strade del futuro sonomolteplici, e non si sa mai cosa potrebbe ca-pitare… magari l’anno prossimo i miei com-pagni ed io organizzeremo una rimpatriata ecanteremo di nuovo tutti insieme. Vorrei fareparte di un coro molto unito, di quelli che sivedono nei musical tipo “Sister Act”, o neifilm come “I ragazzi del coro”. In ogni caso,può sembrare una frase fatta, ma state certiche non lo è, porterò queste esperienze semprenel mio cuore.

Giulia Costa

IN TOURSi alza il sipario: dopo mesi

di silenzio il coro Madre Cabrini ritorna con il botto!

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ualche settimana fa,presso la RSA Casaper coniugi di via Dei

Cinquecento 19 (zona piazzaleCorvetto), ha aperto i battentila Casa Medica, struttura doveconcentrare servizi di assisten-za sanitaria e creare nuove op-portunità per i medici di base,così da attivare forme innova-tive di integrazione socio-sa-nitaria. Si tratta di un progetto che hamosso i primi passi nel 2011,quando il Comune ha delibe-rato spazi pubblici in cuiavrebbero trovato la propriasede medici di medicina ge-nerale e servizi socio assisten-ziali, con l’intento di creareuna collaborazione organizza-tiva e operativa a favore dellapopolazione più fragile dellacittà. «A vincere il bando pub-blico per la gestione degli spa-zi individuati in via Dei Cin-quecento dall’assessorato allePolitiche Sociali e Cultura del-la Salute del Comune di Mi-lano – e opportunamente ri-strutturati – è stata la Coope-rativa Medici Milano Centro,nata nel 1997 per favorire unamigliore organizzazione dellavoro, e che attualmente ag-grega un centinaio di medici»,racconta la dottoressa StefaniaZazzi, responsabile del settoreDomiciliarità e Cultura dellaSalute del Comune di Milano. Gli spazi della neonata CasaMedica potranno garantire di-versi servizi: l’assistenza sa-nitaria di base e diagnostica,cure infermieristiche e riabi-litative, cure domiciliari (conuna stretta integrazione tra iservizi sanitari e sociali, inmodo da ridurre l’uso impro-

prio del Pronto Soccorso edell’ospedalizzazione non ne-cessaria); la continuità dell’as-sistenza 24 ore su 24 e 7 gior-ni su 7, garantendo - attraversol’integrazione con i servizi diguardia medica della ASL -una effettiva presa in caricodei cittadini e in particolaredei pazienti cronici e fragili;la promozione di corretti stilidi vita e della salute dell’in-fanzia e dell’adolescenza, conparticolare attenzione agli in-terventi di prevenzione, edu-cazione e informazione sani-taria.«La scelta degli spazi pressola RSA è stata dettata sia dalladisponibilità di un’ala poten-zialmente dedicabile alla co-struzione della Casa Medica -specifica Zazzi - sia dalla pre-senza di dieci posti letto da de-dicare, in un secondo momen-to, alla costruzione di unOspedale di Comunità in gra-do di accogliere, per brevi pe-riodi, soggetti anziani e fragiliche richiedano un’assistenzasanitaria di basso grado. Inquesto modo, potranno esserecurati e assistiti restando nelproprio territorio, tra i propriaffetti, evitando il traumadell’ospedalizzazione».Il lavoro di razionalizzazionedella Casa Medica consentiràanche di migliorare l’organiz-zazione dell’offerta nei con-fronti dei malati cronici condifficoltà di movimento, e fa-ciliterà la possibilità di consu-lenze specialistiche attraversoscambi professionali tra i me-dici che opereranno nellastruttura.

Fiorenza Auriemma

Casa Medica, forma innovativa di integrazione socio-sanitaria

Lo scorso lunedì 16 novembre 2015 il Comune ha conferitoil titolo di “Bottega Storica” a 71 negozi di Milano; fraessi, nove sono nella nostra zona. Due sono i requisiti

richiesti per ottenere questo riconoscimento: essere in esercizioda almeno 50 anni nel medesimo comparto merceologico, aprescindere da eventuali cambi di titolarità, e aver conservato,totalmente o in parte, i caratteri costruttivi, decorativi e di in-teresse storico, urbano e architettonico. Ecco la lista degli esercizi fregiati del titolo con la sintesi dellemotivazioni:• Coltelleria Avalli, via Sanfelice (1926): attività avviata danonno Costante che produceva ganci e coltelli per macelleriee li vendeva soprattutto intorno al macello comunale; qui inzona aprì poi una sede fissa. Un mestiere di famiglia passato“di padre in figlio”, dapprima Giulio, poi il nipote Silvano.• Gioielleria Corsi, corso Lodi (1949): nella gioielleria natanel dopoguerra è ancora possibile ritrovare alcuni elementi ri-salenti al negozio originale, incastonati nel nuovo arredamento:una cassaforte dell’800 e un'antica pendola.• Gioielleria Labadini, via Anzani (1909): il fondatore Giu-seppe disegnava, produceva, vendeva e riparava personalmentegioielli e orologi. L'attività è proseguita grazie alle figlie edalla nipote Ginex, che oggi gestisce con orgoglio e dedizionela gioielleria.• Gioielleria Stadler, piazzale Corvetto (1952): Rodolfo Stadler,soldato austro ungarico, giunge in Lombardia a fine Ottocento,lavorando come orologiaio e coinvolgendo il figlio in un’attivitàche si afferma rapidamente. In sede ancora oggi sono conservatioggetti ed attrezzature per la riparazione degli orologi risalentiagli anni ’50.• Invernizzi Ferramenta, viale Monte Nero (1923): da novan-t'anni la famiglia Invernizzi si dedica all'impiantistica elettricaed idraulica, all'illuminazione e all'assistenza tecnica, garantendoqualità nell'impegno, nella specializzazione e nell'attenzione alcliente.• Maglieria Tina, via Tito Livio (1962): di ritorno dalla pri-gionia in Germania nonno Pasini si dedicò al commercio am-bulante di articoli di maglieria insieme alla moglie Albertina

detta Tina, da cui prende il nome il negozio. Oggi la terza ge-nerazione di Pasini continua a gestirne l’attività.• Magnani Gioielli, (1963): aveva 27 anni Anna Magnani quan-do aprì la sua prima gioielleria in viale Umbria nel 1963. Neglianni vengono aperti altri due negozi in Milano, sempre gestitida familiari. • Ottica Busetti, viale Brenta (1959): conseguito l’attestato diottico nel 1959 Adriano Busetti apre il suo negozio di ottica efotografia. Nel tempo diversifica l’offerta, utilizzando strumentie attrezzature all’avanguardia.• Panificio Gatti, via Nicastro (1909): Gianantonio Gatti, brian-zolo, ha appreso l'arte della panificazione fin dall'età di dodicianni presso il forno dello zio al quale poi è subentrato. • Seganti Arreda, via Lazzaro Papi (1955): l’ampio negozio èdistinto in due parti espositive e vi si trovano mobili per interni,esterni e complementi d'arredo, nella migliore tradizione degliarredatori lombardiA tutti, i complimenti di QUATTRO!

Luca Cecchelli

Tante “Botteghe storiche” in Zona 4

Di riciclaggio degli oliesausti ci eravamo giàoccupati più di due an-

ni fa (cfr. QUATTRO del-l’aprile 2013) ma da qualchemese a Milano c’è una novità:grazie ad un accordo fra il Co-mune, l’AMSA e alcune cate-ne di supermercati è iniziatauna sperimentazione per il re-cupero dell’olio alimentareusato di provenienza domesti-ca. Si sa che i grandi utilizzatori(friggitorie, fast food, ristoran-ti) sono già attrezzati per il re-cupero e lo smaltimento del-l’olio alimentare, ma a livellofamiliare – ove pare transiti il50% circa del prodotto com-mercializzato – la situazionenon è semplice. Le quantitàutilizzate in am-bito casalingo so-no di solito rela-tivamente mode-ste e se il cittadi-no coscienziosovolesse smaltirein modo correttol’olio avanzatodovrebbe portarlofino alla più vici-na ricicleriadell’AMSA. Maquanti lo fanno,ammesso che sipongano il pro-blema?! Il risulta-to è che troppospesso l’olio dellenostre cucine(avanzi di fritturao di conserve sot-t’olio) prende lavia del lavandino e degli sca-richi fognari. Ciò, ovviamente,non fa bene né alle condutturedel condominio, né all’am-biente, ma allora che cosa fa-re? Assorbirlo con la carta-cu-cina e buttarlo nella pattumie-ra? Scaricarlo in fognatura, mamiscelandolo con acqua caldae detersivo? Mangiarselo?(Dopo tutto, l’olio del tonnopuò essere usato per condiregli spaghetti e quello delleconserve per condire le olive,ma anche se il nostro tubo di-gerente è un ottimo “smalti-tore” è meglio non abusarnetroppo)! La buona notizia è che adessoc’è una possibilità in più rela-tivamente comoda: accumula-re l’olio alimentare di scartoin una bottiglia di plastica eportarlo - alla prima occasione– negli appositi contenitoricollocati presso alcuni super-mercati. La sperimentazione,iniziata nel luglio scorso, hainteressato otto punti venditadelle catene COOP Lombardiae Simply Market e dopo solitre mesi erano già stati recu-perati ben 1500 litri di olio.Ora l’intento di AMSA sareb-

be di moltiplicare i punti diraccolta, coinvolgendo anchealtre catene di supermercati.La comodità del sistema mes-so in atto consiste nel fatto chel’olio non deve essere versatonei contenitori, ma può essereconferito in una qualunquebottiglia di plastica, anche dipiccole dimensioni. L’impor-tante è che la bottiglia sia, ap-punto, di plastica (assoluta-mente NON di vetro) e benchiusa col suo tappo a vite. E’anche importante che nei con-tenitori finisca esclusivamenteolio alimentare e non olio mi-nerale – come quello dei mo-tori – giacché una simile con-taminazione compromettereb-be il processo di riciclo. L’olio alimentare recuperato

serve per produrre biodieseled emulsionanti per la produ-zione di saponi e detergenti,riducendo così i costi di smal-timento ed evitando danni am-bientali e problemi di funzio-namento ai depuratori: un utilerisultato a fronte di un impe-gno minimo da parte dei cit-tadini. Impegno che tuttavia –non ci stancheremo mai di ri-peterlo – meriterebbe di essereincentivato con una riduzionedella tassa-rifiuti, come avvie-ne normalmente nei Paesi al-l’avanguardia nel riciclaggiodei rifiuti urbani. Aspettiamoe speriamo!Per il momento, nella nostrazona, l’unico punto di raccoltaattivato è quello del SimplyMarket di via Marcellino Am-miano (trasversale di via TitoLivio), ma presto dovrebbeaggiungersi un altro punto diraccolta presso l’ipercoop dipiazzale Lodi. Per l’elencocompleto e aggiornato deipunti di conferimento milanesisi può consultare il sitowww.amsa.it o telefonare alnumero verde 800.332299.

Francesco Pustorino

Non scivoliamo sull’olio usato

Q

Conferimento della targa a Ricordo Pasini

Il contenitore in via Marcellino Ammiano

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6 gennaio 2016

Lo scorso 21 dicembrel’assessore alla Sicurez-za e coesione sociale

Marco Granelli è intervenutoal Centro anziani di viale Mo-lise ad un incontro pubblicoper aggiornare i cittadini sullasituazione relativa al nuovoCentro di emergenza sociale divia Bonfadini-Sacile.«Da aprile scorso si è decisodi spostare il Centro di viaLombroso sull’area di proprie-tà comunale di via Bonfadini-Sacile». Fino a qualche tempofa oggetto di occupazione e ab-bandono di rifiuti, ora quel-l’area è libera per il progetto:«Il Centro verrà trasferito lì inquanto area comunale facil-mente presidiabile. I lavori dibonifica, gli allacciamenti idri-ci e la posa dell'impianto elet-trico e del gas, nonché la posadei container – non più a no-leggio ma ora di proprietà –sono stati affidati alla societàcomunale MM». Il trasferimento degli ospiti divia Lombroso 99 nella nuovastruttura è previsto per il 7 gen-naio. «Approfittando dellospostamento, il Centro verràpiù proficuamente riprogettato,recuperando materiali di pro-prietà del Comune, come adesempio la recinzione e l’illu-minazione di Lombroso». Lacapienza aumenta da 167 a 180posti e sono previsti mono-blocchi abitativi da 25 personecon servizi igienici, cucine co-muni, un locale per gli opera-tori presenti h 24, e uno per lapolizia locale e la vigilanza pri-vata davanti all’unico ingresso

e all’uscita di emergenza, perlimitare i disagi con le strutturelimitrofe. «Tutti i residenti, dialmeno 15 etnie differenti main maggior parte di provenien-za romena, continueranno adessere controllati - proseguel'assessore -. Proprio con laRomania abbiamo una conven-zione mediante la quale è pos-sibile un controllo incrociatocol consolato, sono stati ese-guiti anche mandati di catturae chiaramente allontanati dalCentro stesso coloro che hannocommesso reati all’interno». Ricordiamo che in questo Cen-tro, come pure l'altro di viaBarzaghi, vengono accolte perun periodo definito (dai 40giorni ad un massimo di 6 me-si) famiglie con minori di etniaRom sgomberati da campiabusivi. Dal 1° dicembre 2014si sono aggiunte anche le fa-miglie sgomberate delle casepopolari (40%): «In questi ul-timi 2 anni e mezzo abbiamoaccolto 1100 persone prove-nienti dagli sgomberi e circa950 ne sono uscite – spiega

Granelli - . Delle persone usci-te, metà ha trovato lavoro euna casa in affitto o ospitalitàpresso parenti e amici, potendomandare anche i figli a scuola;qualcun altro è tornato in Ro-mania, altri in centri di auto-nomia abitativa, come in viaNovara. Le coppie rom piùgiovani si sono rivelate le piùinclini a questi percorsi di in-tegrazione».L'assessore, infine, ci tiene asottolineare che per garantiremaggiore sicurezza, seguendouna modalità di integrazione enon di segregazione, è in corsola graduale chiusura anche deisette campi nomadi autorizzati,potendosi fare per motivazioniigienico sanitarie o di abusoedilizio o motivi di sicurezzaurbana. Presto toccherà anchea via Bonfadini; per il campoadiacente non autorizzato diBonfadini-Zama è prevista lademolizione ed entro febbraioanche la chiusura del tunnel divia Toffetti.

Luca Cecchelli

Incontro pubblico con l'assessore Granellisul nuovo Centro di accoglienza

di via Bonfadini-Sacile Partiamo dalla bella noti-zia: dal 25 gennaio la li-nea 65 allunga il suo

percorso e riprende il vecchiotragitto della 77, facendol'anello intorno al Policlinico.Non è stata, credo, ancora co-municata ufficialmente,ma è (oddio, spero) certa.La richiesta era stata fat-ta da centinaia e centina-ia di residenti di zona 4mediante una raccoltafirme; folta anche la pre-senza al Consiglio di Zo-na straordinario sul temadel 4 novembre 2015, al-la presenza dell'assessorealla Mobilità Maran.Le modifiche dei percor-si di alcune linee nellanostra zona rientravanoin un piano più generaledi razionalizzazione di li-nee automobilistiche intutta la città, presentatoe discusso nei Consiglidi Zona. Due i principiispiratori: evitare sovrapposi-zioni fra linee metropolitane elinee di superficie, servire ecollegare nuovi quartieri, il tut-to senza aggravare i costi deltrasporto pubblico (pochi san-no che i trasferimenti comu-nali per il servizio ATM - e

parliamo solo del servizio, nondel materiale rotabile - supe-rano i 655 milioni più altri 11milioni per la linea M5; questidati che si riferiscono al 2014e li abbiamo trovati nel bilan-cio 2014 di ATM alla voce

Corrispettivo Contratto di Ser-vizio Comune di Milano eCorrispettivo Contratto di Ser-vizio Linea M5. Se abbiamocapito male, siamo pronti acorreggere).Rispetto al piano complessivonon ancora entrato in funzione,

i cambiamenti delle linee 77-79-65 erano stati anticipatisenza purtroppo darne una co-municazione preventiva. Ma adesso siamo contenti didare ai lettori la buona notizia. Ospitiamo di seguito un con-

tributo di un nostro lettore checi era pervenuto in precedenzae che mette in evidenza anchealcune criticità della viabilitànel tratto di corso Lodi frapiazzale Lodi e Brenta.

S.A.

Un bus chiamato desiderio

Siamo da sempre unostrano Paese che da anniscrive sui pacchetti di

sigarette che il fumo uccide eintanto introita tramite i mo-nopoli di Stato milioni e mi-lioni di euro in imposte e cheritiene “normale” che un di-pendente di un gioielliere o diun ristoratore dichiari un red-dito più elevato del suo datoredi lavoro.Spiegare ad uno straniero, so-prattutto se proveniente dalnord Europa o dal nord Ame-rica, queste “stranezze” non èfacile ma a me non è stato fa-cile spiegare a degli amicistranieri anche alcune “stra-nezze” della nostra zona con-centrate nei pochi metri quadridell'incrocio corso Lodi – viaBacchiglione direzione centrocittà.Avrete notato che da quando,ormai qualche mese fa, l'au-tobus 65 ha sostituito l'autobus77 per un lungo tratto del suopercorso, in concomitanza conla svolta a sinistra della 65 daviale Brenta, in corso Lodi di-rezione centro città è statomesso un divieto di svolta asinistra al semaforo corso Lo-di – via Bacchiglione.Fiumi di autovetture, camione pullman svoltano beatamen-te a sinistra a tutte le ore e sen-za mai essere sanzionati. Ilpunto è che chi arriva da Cor-vetto e deve andare verso Bo-nomelli – Ripamonti se nonsvolta lì deve proseguire finoa via Massarani per poter fareinversione di marcia o arrivareaddirittura fino a piazzale Lo-di e svoltare a sinistra versoviale Isonzo. Ovviamente sechi arriva da Corvetto avesseproseguito verso Polesine –Mincio avrebbe risolto il pro-blema in partenza ma si sa chela conoscenza dei percorsi, so-prattutto utilizzando e fidan-dosi ciecamente dei naviga-tori, è sempre più scarsa.Se però l'AmministrazioneComunale ha ritenuto giustomettere un divieto di svolta asinistra perché chi è prepostoalla vigilanza non lo fa rispet-

tare? In alternativa sarebbe piùserio ed educativo togliere ildivieto di svolta se non si rie-sce (e, più grave ancora, nonci si prova nemmeno) a farlorispettare.Stesso discorso vale per i car-telli di divieto di sosta 0 – 24con rimozione forzata nel trat-to di corso Lodi compreso fravia Bacchiglione e via Pontidella Priula. Anche lì le circa10/12 macchine che parcheg-giano da mattina a sera tarda(quando chiude il ristoranteTIME OUT) non sono prati-camente mai sanzionate e tan-to meno rimosse.Inutile dire che ciò rende spes-so difficile la svolta a sinistradella 65 proveniente da vialeBrenta, rallenta la circolazionedi tutti nei circa 120/150 metridel tratto indicato facendoprocedere tutti su una sola cor-sia invece che su due, rendemeno agevole la svolta a de-stra in via Ponti della Priula.Anche qui, come sopra, sareb-be più serio ed educativo to-gliere il divieto di sosta se nonsi riesce (e, anche qui, non cisi prova nemmeno) a farlo ri-spettare.Concludo sottolineando che amio modesto parere l'autobus77 DEVE riprendere il vec-chio percorso al più prestosenza se e senza ma. Magariarretrando di 50/100 metri lafermata Brenta troppo vicinaa quella davanti al civico 65(via Scrivia) e troppo lontanada quella angolo via Sacconi.Dire, come è stato detto dal-l'Assessore Maran durante ilConsiglio di Zona, che il per-corso della 77 nel tratto Cor-vetto-Crocetta è un doppionedella linea 3 del metro è verosolo dal punto di vista fisicoma falso dal punto di vistafunzionale: la distanza fra lefermate Corvetto-Brenta,Brenta-Lodi, Lodi-Porta Ro-mana, Porta Romana-Crocettaè notevole (anche 800 metri)ed è funzionale alla velocitàdi spostamento del metrò pertratti medio lunghi ma per itratti “brevi o locali” la velo-

cità è meno rilevante e infattia fronte di 4 fermate della M3ci sono 12 fermate del vecchiopercorso della 77. E già questasarebbe un'ottima ragione perripristinarla.L'anello Porta Romana – cor-so di Porta Romana (con trescuole: De Marchi, Bertarellie Istituto Privato) - Crocetta(scambio con il 24 in entram-be le direzioni) - FrancescoSforza (POLICLINICO escambio con circolare 94 inentrambe le direzioni) – corsodi Porta Vittoria (TRIBUNA-LE e scambio con il 12) – Ro-tonda della Besana – viale Re-gina Margherita – viale Cal-dara – Porta Romana rappre-senta un'interessante mini-cir-convallazione centrale in codaad un percorso proveniente dasud Poasco/Chiaravalle chenon si capisce proprio perchécome ora si concluda con unanello Corvetto – Lodi – Bac-chiglione – Lucania – Corvet-to che non serve a nulla e cheimbarazza se confrontato conla popolazione servita conl'anello precedentemente illu-strato.Quest'ultimo anello potrebbeessere agevolmente copertodalla 65 che invece di svoltarepericolosamente a sinistra al-l'incrocio Brenta-Lodi potreb-be:a. proseguire dritto Bacchi-glione – Lucania – Corvetto –Polesine – Mincio – Bonomel-lioppureb. svoltare a destra angoloCarrefour – Lodi – Oglio –Mincio – Bonomelli.Dire infine, come è stato dettosempre dall'Assessore, che ilpercorso della 77 nel trattoCrocetta – Ospedale Policli-nico sarà difficoltoso a partiredalla primavera 2016 per i la-vori della nuova linea dellametropolitana è un po' difficileda digerire visto che la 77 èstata soppressa per un trattomolto più lungo già da moltimesi.

Renato Piselli

Una “strana” città in uno “strano” Paese

Due mozioni contro il degradoRiportiamo i contenuti di due mozioni presentate in Consiglio di Zona 4 che hanno peroggetto due situazioni di degrado, di cui già ci siamo occupati su QUATTRO.Vi risparmiamo un po' di Premesso che, Constatato che, Considerato che...

La prima mozione riguarda la messa in si-curezza dell'edificio di via Colletta angoloLattanzio ed è stata già approvata all'unani-mità nell'ultimo Consiglio di dicembre."Nonostante i solleciti e le numerosissimesegnalazioni provenienti dal Consiglio di zo-na e dai cittadini, l'edificio non è stato messoin sicurezza, l'unico intervento è stata la posadi una cesata di legno nel 2014, risultata inef-ficace in quanto fin da subito è stato apertoun varco per accedere all'edificio. (omissis)All'interno, vivono ormai da tempo, in unasituazione di estremo degrado, persone senzafissa dimora. Le condizioni di abbandono edi insicurezza in cui versa l'edificio costitui-scono un serio perico-lo per l'incolumità de-gli occupanti e dei cit-tadini che vivono nelquartiere". Da qui le richiesteagli assessorati all'Ur-banistica, alla Sicu-rezza e alla PoliziaLocale di zona 4 per:- mettere in sicurezzal'edificio mediante lamuratura del primopiano;- allontanare le perso-ne che vivono dentrol'edificio, offrendo lo-ro una soluzione di-gnitosa dove andare adormire e contemporaneamente garantire ilcontrollo e monitoraggio h 24 da parte dellaPolizia Locale per impedirne l'accesso e nuo-ve occupazioni.

La seconda mozione presentata, che verràdiscussa nel prossimo Consiglio di gennaio,riguarda invece la messa in sicurezza e ri-qualificazione area via Gatto angolo Cavria-na (cfr il numero di dicembre di QUAT-TRO)."Il sito di via Gatto angolo via Cavriana, ori-

ginariamente adibito a deposito di blocchidi pietra usati per i marciapiedi, negli ultimianni è stato utilizzato impropriamente comecampo abusivo e come discarica; le lamiereche lo recintavano e nascondevano alla vistasono state tolte perché venivano tagliate ederano diventate pericolanti e sono state so-stituite da reti metalliche alquanto precarie;nonostante alcuni allontanamenti, l'area con-tinua ad essere utilizzata sia come ricoveroche come discarica di materiali e di sporcizia,costituendo un pericolo dal punto di vistaigienico ed ambientale; nei pressi ci sono re-sidenze e un palazzo di uffici in cui sono im-piegate circa 2000 persone".

Data questa situazione la mozione chiede:- di conoscere esattamente la destinazionedel sito e il Settore da cui dipende;- di procedere alla pulitura e bonifica del-l'area;- di procedere alla sua recinzione;- di riportarlo, se necessario, alla destinazioneoriginaria o ad un suo utilizzo per la collet-tività (spazio verde, orti o altro), tenendoconto anche della vocazione della via Ca-vriana su cui si affacciano storiche cascinee attività agricole.

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Ci sono lavori che ormaistanno svanendo in-ghiottiti dalle tecnolo-

gie, dall’automatizzazione, dal-le macchine che producono inserie e che si sono sostituite al-le mani creative dell’uomo.Qualcuna di queste attività, so-prattutto artigianali, sopravvivee resiste grazie a persone comeRenato Russi, 83 anni ben por-tati, che nel suo laboratorio divia Maspero, ma con ingressosulla via Vismara, ancora siprende cura di creare libri po-nendo a frutto anni di studiodella tecnica di legatoria appre-so dai Salesiani. È lui a raccon-tare la sua storia mentre conti-nua con mano ferma a ricoprireun cartone con la pelle per for-mare la copertina di un libro.«Ho iniziato a 12 anni prose-guendo a mia volta ad insegna-re le basi del mestiere ai ragaz-zi delle superiori Poi ho volutomettermi in proprio ma l’espe-rienza non ha decollato e allo-ra, grazie ai Salesiani, ho tro-vato lavoro al Corriere nel re-parto confezioni fino a quando,pensionato, ho deciso di ripren-dere in mano il vecchio mestie-re». Eccolo quindi ritornarenello stesso posto dove avevainiziato e ripartire, stavolta consuccesso. Oggi prosegue l’at-tività affiancato dal figlio Ro-berto, che collabora con il pa-

dre “rubandogli” le tecniche diquesta attività. Segreti del me-stiere che Renato spiega, comeil dorare il margine dei fogli diun libro: «A mano si stende lachiara d’uovo e poi l’oro equando il tutto è asciutto si co-pre con la velina e si passal’agata per lucidare». Spiegacome si eseguono gli intarsi inoro sulle copertine, o mostra ipunzoni usati per imprimere lelettere sul frontespizio o sullacosta di un libro, di come si ri-lega a mano «oggi non lo si fapiù se non per libri di arte o dipregio» e infine la tecnica usataper dare la forma concava aifogli che compongono un libro(il segreto è usare un martel-lo).

Una scuola di alto livelloquella dei Salesiani?«Pensi che quando c’ero io ol-tre alla legatoria e alla tipogra-fia c’erano le scuole di calzo-laio, sarto, ebanista, meccanicae meccanica fine. Di tutto è ri-masto ben poco». Renato ricor-da il suo maestro Pio Colombograzie al quale ha imparatoquanto serve a “costruire” unlibro: dalla copertina in pelle,pelle e tela o addirittura usandopezzi di pelle di diversi coloriincastrandoli come un puzzle.Alla fine con appositi strumentisi riempiono le giunture conoro usando dei sottilissimi foglie fissando il tutto a caldo conparticolari strumenti che ancoraoggi sono sul bancone di lavo-

ro. Né dimentica di raccontarequando ricopriva le scrivaniecon la pelle intarsiata e con fre-gi in oro o tappezzava con lostesso materiale i tavoli da gio-co e i copri casseforti.Il grosso del lavoro in questitempi sono volumi di atti no-tarili e di avvocati, tesi di lau-rea fatte a mano (nel laborato-rio non c’è una macchina elet-trica), album per fotografie cheRenato costruisce con sapienzae grande passione. Piccole coseche nascono dalle abili mani diRenato Russi alle quali se qual-cuno ha dei vecchi libri di va-lore sa di poter affidare per si-stemare e restaurare.

Sergio Biagini

La zona 4 sembra essereun terreno fertile per lanascita di spazi co-wor-

king e noi ce ne siamo occu-pati spesso in precedenza.Alcuni sono progrediti neltempo, altri si sono tra-sformati in qualcosa di di-verso, altri ancora si sonospecializzati in settori spe-cifici (infanzia, finanza,servizi sociali, ecc.)Nel caso di MICOWO ciha incuriosito l'imposta-zione che è stata data alprogetto. Ce ne parlanoi due responsabili dellospazio: Giorgia Crimi, av-vocato e Paolo Berto, ar-chitetto, sposati tra di loroe genitori di una bimba ar-rivata da poco che ha ov-viamente cambiato la lorovita, dando ad entrambinuovi stimoli anche lavo-rativi.Il luogo è colorato, stimolante,creativo ma funzionale e an-che, per alcuni versi, impreve-dibile. Certamente una fusione

tra le due personalità dei par-tners: una vena fortemente ar-tistica che si riconosce dai co-lori dominanti negli uffici e dai

quadri alle pareti, opera del-l'architetto Berto, e un sanopragmatismo femminileespresso dall'avvocato Crimi.

Niente a che vedere con altrispazi algidamente neutri di co-working sorti ormai un po'ovunque in città.

Il progetto è interessante per-ché due professionisti comeCrimi e Berto, che già eserci-tano la professione, offrono ad

altri professionisti lapossibilità di condivide-re il loro spazio. Comeci dice Giorgia Crimi: «In

un ambiente elegantee professionale dove sipuò lavorare in proprioma sentendosi parte diuna comunità, un luogoconfortevole ed efficientein cui pur mantenendoun'attività indipendente, siscambiano competenze esi creano sinergie, fruendodi benefici condivisi, dallelinee Internet alle stam-panti laser, dai computeral video proiettore».«Postazioni di lavoro fles-sibili, postazioni business,uffici anche privati e saleriunioni. Spazi comuni,zona relax e una piccolacucina. Con possibilità diorganizzare business mee-tings, mostre d'arte e pre-

sentazioni di prodotti e servizi- prosegue Paolo Berto che harealizzato il progetto Micowocon il suo studio di architettura

Pb Ar-chitects che ha sede nel Co-working - Il tutto a prezzicompetitivi a cominciare dalDay Pass a 18 euro e inoltresvariate convenzioni per venireincontro a particolari esigenzedi business».Per saperne di più vi consiglia-mo una visita in via Bergamo12/A, sarete accolti con cor-dialità e competenza come èsuccesso a noi di QUATTRO:[email protected]. Non mancaneppure la pagina facebookMikowo.

Francesco Tosi

MICOWO, un nuovo co-working in Zona 4Acronimo di MilanoCOWOrking, è già attivo da aprile

Qui sopra Renato Russi apprendista dai SalesianiA sinistra Renato Russi oggi nel suo laboratorio

Rilegatore. Un lavoro in estinzioneIncontro con uno degli ultimi artigiani di questo settore

Un bellissimo esempio di civismo

Bruno Poli è sempre stato appassionato della naturanel suo aspetto immediato: il fascino del verde e labellezza cromatica dei fiori.

Poli è una persona schiva e sensibile, ma anche pratica efattiva, quindi non si accontenta di ammirare soltanto, masi impegna con passione non priva di senso civico: si è "ap-propriato" di un sentiero anonimo e disadorno che collegail quartiere Monluè con la omonima abbazia e lo ha trasfor-mato in un vialetto da giardino.L'ingresso al sentiero, prima spoglio e brullo, adesso è ungiardinetto composito, il sentiero è abbellito da un filare digladioli alternati da viarie piante di fiori.L'impegno del nostro amico Poli è giornaliero: aggiungerequalche piantina ornamentale, annaffiare, pulire, toglierefoglie e fiori secchi per mantenere decoroso il nostro colle-gamento con l'abbazia.Un plauso e un riconoscente grazie anche alla moglie Pinache lo supporta (e sopporta?) nel suo impegno quotidiano.

esce il giorno

3 febbraio 2016

Il prossimo numero di

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8 gennaio 2016

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Un nuovo anno spesso porta anche cu-riosità per i sentieri meno battuti o maipercorsi in precedenza. Se anche voi

provate questa suggestione, potreste rimanereaffascinati dalla conoscenza della Kickboxing,un originale incrocio di antichissime arti mar-ziali orientali e combattimenti anglosassoni. Abbiamo incontrato Cristina Caruso per com-prendere la bellezza di questo sport che alcuniconfondono ancora con lo Kick Jitsu, ma chein certe nazioni dell’Asia orientale è persinopiù popolare del nostro amatissimo calcio. In-fatti, quando la Kickboxing nasce ufficial-mente in Giappone, nei primi anni Sessantadello scorso secolo, vi erano diverse forme dicombattimento a contatto pieno: il Full Con-tact, una declinazione moderna del Karate, ilMuay Thai, il Sambo, il Taekwondo e il San-Da cinese. La Kickboxing ha coniugato le virtù di questediscipline con l’agonismo del mondo anglo-sassone, diventando in breve tempo uno sportefficiente e spettacolare da vedere, anche peril pubblico televisivo. Cristina Caruso è unadelle nostre atlete di punta, più volte campio-nessa d’Italia, adesso salita con pieno meritosul tetto del mondo nella categoria 65 kg delWako Pro FC Kick Light, che si è disputatoil 4 ottobre scorso a Belgrado, in Serbia. In-segna anche in una palestra di via Oglio, percui ci ha raggiunto facilmente in redazione,il giorno prima di partire per una nuova garaa Dublino. Di questa sua esperienza di inse-gnamento, soprattutto coi bambini, parleremonel prossimo numero.Cristina Caruso, hai voglia di raccontarciqualcosa sul tuo conto?“Volentieri. Ho 29 anni e sono una ragazzanormalissima che ha appena vinto un titolomondiale a Belgrado ed è felicissima!”Cosa significa esattamente il termine Kick-boxing?“Kickboxing significa letteralmente tirare dicalci e di pugni: è una grande disciplina con-tenitore che include varie forme di combatti-mento, praticate sul Ring oppure sul Tatami,dove si predilige più l’aspetto tecnico alla for-za vera e propria. Infatti in un combattimento

sul Tatami, un colpo portato fino in fondocontro l’avversario viene sanzionato con unapenalità.”Adesso che sei Campionessa del Mondo cheprogrammi hai?“Mi cimenterò a breve in un altro Campionatodel Mondo in programma a Dublino, nella di-sciplina Kickboxing full contact, una variantedel nostro sport.”Esistono competizioni internazionali cosìdi frequente?“Ci sono Europei e Mondiali, a cadenza bien-nale. Lo scorso anno si sono disputati gli Eu-ropei, dunque questo è l’anno dei Mondialinelle diverse specialità. Naturalmente a questecompetizioni partecipano i campioni dei ri-spettivi campionati nazionali dopo varie se-lezioni interne.”Hai voglia di spiegarci alcune specifichetecniche del tuo sport?“Certamente. Prima ho accennato a due grandidistinzioni di combattimento, sul Ring o sulTatami. Ecco, tra le discipline che si combat-tono sul Ring c’è anche la Low Kick, così

chiamata perché i calci partono dalle coscein su; poi c’è il Full Contact, sempre combat-tuto sul Ring, dove invece i calci possono es-sere portati dalla cintura in su; infine c’è laKey One, che si combatte come la Low Kickcon in più la possibilità di tirare ginocchia-te.”Invece quali discipline si combattono sulTatami?“Ecco, le discipline che si combattono sul Ta-tami - anche dette discipline a contatto leggero- sono il Point Fighting, il Light Contact e ilKick Light: la principale differenza, come di-cevo prima, è che in queste specialità i colpinon vengono mai portati fino in fondo control’avversario; anzi, si subisce una penalità nelcaso si arrivi a colpire con irruenza. E nelPoint Fighting l’obiettivo è solo quello di vin-cere ottenendo punti, come succede per lascherma; quindi ogni volta che c’è un contattovalido tecnicamente, viene assegnato il puntoin diretta dall’arbitro.”E tu esattamente in quali specialità haicombattuto per la Nazionale?“Io ho fatto parte delle squadre nazionali co-me prima scelta di Low Kick, di Kick Lighte di Light Contact; e da quest’anno anche diFull Contact.”Chi volesse seguire i tuoi passi e cominciareil tuo sport, a quale Federazione deve ri-volgersi?“La Federazione di cui faccio parte io è laFIKBMS, Federazione Italiana KickBoxing,Muay Thai e Savate (e Shoot Boxe, ndr), chesono altre specialità che non vado a toccareper non creare confusione. Posso solo direche la nostra Federazione è riconosciuta e as-sociata al CONI, quindi chi si rivolge a noipuò contare su istruttori qualificati e un per-corso di serietà ai massimi livelli.”

Alberto Tufano

FIKBMSFederazione Italiana KickBoxing, Muay Thay,Savate e Shoot Boxe - Comitato Lombardia- Via Verdi 56, Dalmine (Bergamo) -www.fikbms.net

Cristina Caruso ci racconta la passione per la KickboxingMens sana in corpore sano

Campionessa mondiale! Ottobre 2015 a Belgrado

Di origine nordameri-cana il Sommacomaggiore o america-

no (Rhus typhina) è un pic-colo albero a foglie caduchediffuso anche nelle regionicentro-settentrionali del no-stro Paese dove fu importatoa scopo ornamentale. Purtrop-po, al di là di parchi e giardiniurbani, è diventata specie in-vasiva data la sua grande ca-pacità di proliferare attraversorizomi sotterranei. Al di là di questo inevitabileconflitto, generato ovviamen-te dall’incoscienza umana, ilSommaco è una bellissimapianta di ridotte dimensioni.Infatti raramente supera i 5metri. Ha tronco con anda-mento vario, generalmentecorto, e chioma molto rami-ficata che può creare effetti eforme bizzarre; la corteccia èliscia e chiara nelle fasi gio-vanili, mentre diventa di co-lore bruno-scura e tende arompersi in scaglie con il pas-sare degli anni. Fra gli elementi che la carat-terizzano di più ci sono: le fo-glie di colore verde, composteda 10-15 piccole foglie lan-ceolate, che in autunno diven-tano di un bellissimo colore rosso-arancio, pri-ma di cadere. E i frutti. Piccole drupe rossastre,ricoperte da una leggera peluria, ma raccoltein evidenti pannocchie che rimangono sull'al-bero in inverno, risaltando sugli alberi comple-tamente privi di foglie. Altra caratteristica moltoimportante del Sommaco maggiore è che ogni

sua parte è leggermente tossica e, se ingeritain quantità, può generare problemi gastrici.Inoltre, se ferita, la pianta emette una sostanzalattiginosa che può provocare infiammazionio irritazioni epidermiche o oculari.Dunque, come sempre, mi preme consigliarvi ri-spetto per questa pianta delicata, ma “armata”.

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

Sommaco maggiore. Croce e delizia

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9gennaio 2016

Tutto esaurito lo scorso12 dicembre al TeatroDelfino per l’unica e ul-

tima replica di “Chiedo scusaal signor G.” di Enzo Iacchet-ti. Lo spettacolo, che ha debut-tato al Teatro Franco Parentipiù di tre anni fa, ha ufficial-mente chiuso la tournée italia-na sempre in zona 4. In occa-sione di questo evento teatraleabbiamo incontrato l’artista.150° replica del suo fortuna-tissimo “Chiedo scusa al si-gnor G”: perché proprio alTeatro Delfino quest’ ultimatappa?«Ho scelto il Teatro Delfinoper questa circostanza allo sco-po di lanciare un preciso mes-saggio ed invito a molti colle-ghi famosi che spesso snobba-no i teatri di periferia rispettoa palchi più blasonati. E fannomale. Dopo numerose date mi-lanesi al Nuovo e al Manzoni,ho voluto chiudere la tournéequi, rinunciando anche al miocompenso, per dare simbolica-mente visibilità a tutti quei tea-tri pur decentrati ma animatidalla stessa voglia di fare spet-tacolo di qualità. Purtroppo sei teatri di periferia non hannoaiuti, qualche finanziamentocomunale o qualche nome dirichiamo in cartellone, difficil-mente riescono a sopravvivere.E anzi spesso nonostante lapassione di giovani artisti cheli gestiscono come il mio ami-co Zanandrea, pur con l’aiutodi volontari se necessario, mol-ti di essi sono costretti a chiu-dere. E per me ogni teatro chechiude rappresenta la perditadi una parte di mondo: a mioavviso il teatro rappresenta

culturalmente una delle medi-cine più potenti per combatterequalsiasi tipo di degrado so-ciale. É importante che la gen-te vada a teatro, in centro comein periferia: andate a vedere leesibizioni dal vivo, divertitevia recitare ed educate i bambinial teatro... e così soprattutto sa-remo sempre meno costretti astare in casa la sera a seguirequei macabri talk show cheparlano solo di assassini o ter-roristi…»Anche l’anno scorso è statopresente in cartellone al Del-fino con la regia del suo di-versamente musical “ComeErika e Omar”, criticamenteispirato proprio a certi ma-cabri talk show…«Ho trovato nel Delfino unospazio nel quale potermi per-

mettere anche esperimenti chein altri teatri non sempre ti per-mettono. E l’esperimento delmio diversamente musical giàera in qualche modo riuscitonell’intento di dare visibilità aquesto teatro. Che a ben vede-re, trovandosi in zona Mece-nate e vicino agli studi dellaRai, non è poi neanche cosìperiferico…» Restiamo a “Chiedo scusa alsignor G.”: tanti sono statigli omaggi teatral-musicalidedicati a Gaber. Per cosa siè distinto il suo spettacolo ri-spetto agli altri? Qual è il suorapporto con Gaber?«Ho avuto il piacere di cono-scere e frequentare Gaber.Quando morì, dal dolore chemi diede la sua mancanza, de-cisi di prendere le distanze da

ogni tipo di manifestazioneche intendesse celebrarlo. Poi-ché Giorgio però era stato an-che mio personale amico, mifu chiesto più volte da tanti direndergli un tributo. Cominciaiallora presentando il FestivalGaber a Viareggio, continuan-do però a non sentirmi ancoraall’altezza di mettermi in gio-co: era un artista troppo unicoper essere “imitato”. Poi mivenne un’idea… e realizzaiquesto spettacolo iacchettianonelle cui canzoni, intelligente-mente riarrangiate dal mioquartetto, si riconosce Gaber.Con i testi dei primi successiche lo hanno reso famoso intelevisione come “Barbera echampagne”, “La torpedoblu”, “Cerutti Gino” o “Trania go-go”, per citarne alcuni, ei sempre aggiornati monologhiscritti da me e dal mio storicoautore Giorgio Centamore». Si può quindi dire che ciòche ha fatto la differenza inquesto omaggio sia stato Iac-chetti stesso?«Non ho commemorato Gaber“per imitazione”, l’ho fatto co-me sa farlo Iacchetti: la formu-la monologo/canzone è rimastaquella gaberiana però con lemie parole, le mie battute o ri-flessioni. É stato inoltre unoshow molto colorato con inscena le celebri sculture illu-minate di Marco Lodola. Unascenografia che ha voluto rie-vocare quel Gaber ancora gio-ioso e lontano dalle problema-tiche sociali che, da veggentequale era, avrebbe poi previ-sto: la nostra débâcle contem-poranea». Uno spettacolo di teatro-can-

zone di Iacchetti che celebraGaber comunque: perché al-lora “chiede scusa”?«Chiedo scusa a Gaber peraver “paraculamente” manipo-lato il suo materiale, ma essen-do un amico mi avrà, anzi miha, sicuramente perdonato. Ecredo anzi che gli sarebbe pia-ciuto vedere questo spettaco-lo».C’è qualcosa di Gaber chericorda in particolare?«La sua tenerezza. Spesso an-davamo a cena insieme dopo isuoi show a Milano: lui michiedeva pareri sullo spettaco-lo, io gli chiedevo a mia voltaconsigli su quello che stavo fa-cendo. Anche giù dal palco“non aveva mai una nota sto-nata”: credo sia probabilmentel’unico mito che umanamentenon mi è crollato una volta co-nosciuto. Anzi per me umana-mente è rimasto ancora più mi-to di quanto non lo fosse arti-sticamente».Dopo più di tre anni sentoancora che c’è tanto entusia-smo per questo spettacolo: èstata veramente l’ultima re-plica o solo una pausa?«Mi commuovo ancora dicen-dolo come quel sabato sera maora sento di aver bisogno di fa-re qualcosa di nuovo. Ultima-mente stavo incominciando avivere quello spettacolo un po’troppo a memoria più che dipancia. Anche Gaber mi dice-va che ogni tanto bisogna cam-biare. Sono rattristato al pen-siero di non portare più in touruno show ancora oggi richiestoin tutta Italia, però sono anchesoddisfatto: ho persino ricevu-to il riconoscimento dalla Fon-

dazione Gaber per il tributopiù longevo a Giorgio nato daun disco, che ha venduto quasi14.000 copie, di cui quasi lametà in beneficienza per bam-bini con gravi problemi. C’èun po’ di amarezza al pensierodi non cantare più le sue can-zoni. Però penso che nei mieispettacoli qualcosa di Gaber cisarà sempre».Sta pensando ad un seguito?«Tra i prossimi impegni c’è ildebutto nazionale il 24 febbra-io al Teatro Carcano con lacommedia “Matti da slegare”insieme a Giobbe Covatta, undivertente testo norvegese tra-dotto e riambientato a Milanoper la regia di Gioele Dix. Co-munque sì, ho cominciato astendere nuovo materiale peruno spettacolo di teatro-can-zone in stile gaberiano, ma sitratta di una produzione chevedrà la luce nel 2017, credo».C’è qualcuno legato a questomomento della carriera omagari a questa tournée chedesidera ringraziare in par-ticolare?«Sicuramente i musicisti chemi hanno accompagnato dimo-strando un’autentica passioneche forse non molti altri avreb-bero avuto: a volte abbiamosuonato a cachet bassissimipur di esibirci dove ci richie-devano. Li ringrazio umana-mente oltreché artisticamente.Non ho nessun altro da ringra-ziare poi, se non Gaber stes-so». Che a questo punto, siamo si-curi, avrà accettato le sue scu-se.

Luca Cecchelli

Chiedo scusa signor Iacchetti…Si è conclusa al Teatro Delfino la tournée di “Chiedo scusa al signor G”

Dopo la recente uscitadi Gennaro D’avan-zo, già ex direttore

artistico del San Babila ora aRoma per impegni artistici,la guida del Politeatro è pas-sata all’attore Gustavo LaVolpe: «Conobbi questo tea-tro affittandolo per deglispettacoli. Restai poi in con-tatto con l’organizzazione equalche mese fa mi arrivò laproposta: di fatto da dicem-bre sono in carica. Ora siamoin fase di start up fino a fineluglio». Sebbene sia ormai tardi percreare un vero cartellone datele tempistiche – per i prossi-mi mesi stanno soprattuttoaffittando la sala – pare co-munque che almeno due ap-puntamenti, con Gustavo inscena, siano confermati: ilprossimo 23 gennaio con“Tutto può accadere”, una di-vertente commedia di Alber-to Pistacchia e, in via di de-

finizione, uno spettacolo fir-mato dallo stesso La Volpedal titolo “Frank Sina…sce”,

per il centena-rio della nasci-ta di Sinatranel quale rac-conterà la suavita e si esibi-rà supportatoda tre musici-sti. Questo èquanto al mo-mento. E per la pros-sima stagioneallora? «Vorreisensibilizzare- ci dice - ilpubblico dizona a nuove

proposte, senza dover neces-sariamente portare nomi al-tisonanti o solo i soliti generi.Tutto dipende da come si fateatro: ho visto ugualmentepiene grandi sale e salette, aprescindere da spettacoli ecompagnie». Nell’ottica diquesta sensibilizzazione, trale idee guida, sono previstianche seminari e corsi per igiovani del quartiere. La Volpe, napoletano di ori-gine e di formazione attorale,si è diplomato all’UPS di Na-poli ma, ironia della sorte,con Ernesto Calindri, diret-tore all’epoca, e vive a Mila-no dal 2002 e in zona Cor-vetto da 5 anni: «E un quar-tiere certo “popolare” ma vi-

vo. Non a caso ho scopertoche ci abitano tanti colleghiartisti. Anche se vengo dalVomero mi piacciono i quar-tieri popolari, li apprezzo per-ché sono più veri».Milano l’ha adottato ma Na-poli non si dimentica. Soprat-tutto artisticamente, e si fini-sce inevitabilmente a parlaredella recente scomparsa diLuca De Filippo, spunto peraccennare anche al suo“Eduardiamo”, raffinato spet-tacolo debuttato all’Alta Lu-ce Teatro dedicato alla pro-duzione poetica di Eduardo,anch’esso sicuramente al Po-liteatro, nella prossima sta-gione. A Gustavo comunque, vinci-tore anche di riconoscimenticome il premio per MigliorAttore Protagonista per lawebserie Crisi Criminale alLAWebfestival di Los Ange-les, non spaventa la sfida co-me direttore artistico: «Sonocontento di questa residenzateatrale che gestirò insiemeall’appoggio della mia assi-stente Giusy Colaci». E tiene a concludere così:«Non ho ambizioni folli, miinteressa solo che questo tea-tro possa vivere, funzionareed essere un punto di riferi-mento per la zona. Sicura-mente con spettacoli di qua-lità, che sappiano intrattenereo far riflettere, comunquecoinvolgere il pubblico. Ve-dremo». E noi verremo a vedere!

L. C.

Cambio di direzione artistica al PoliteatroIl nuovo insediamento dell’attore Gustavo La Volpe

Artepassante a Porta Vittoria propone

corsi per adulti e bambini

Il Passante Porta Vittoria,si arricchisce sempre piùdi attività culturali e ag-

gregative, realizzate dalle as-sociazioni che qui hanno tro-vato casa, all'interno del pro-getto Artepassante.

Sono attivi infatti l'Atelierdella parola, dove hanno ca-sa poesia, arti visive e musi-ca; l'associazione d'arte Gui-zart, il coro Cantosospeso,El modernista, La Dual

Band che ha inaugurato il 21dicembre scorso la sua nuo-va sede, un vero e proprioteatro. La novità di gennaiodel progetto Artepassante so-no i corsi, che partiranno siaa Vittoria sia nelle altre sta-

zioni dove Arte-passante è pre-sente.Si tratta di corsirealizzati a curadelle realtà cul-turali presentiche vanno dalteatro all'arte,dalla ginnasticaall'arteterapia,indirizzati siaagli adulti cheai bambini.Per l'elenco

completo delle proposte, an-date sul sito www.artepas-sante.it/corsi.html dove tro-verete tutte le informazioniutili a scegliere il corso chefa per voi.

La Dual Band nella nuova sede

La sede di El modernista e Fucina Vulcano

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Dopo una lunga attesa, il 15 dicembre ha aperto il nuovo mercato di piazzadel Suffragio, il "Mercato con cucina", che ospita all'interno quattro per-corsi: il pane e le focacce del corner Panificio Davide Longoni; il pesce

fresco, oltre alle migliori conserve e semi-conserve di Schooner in collaborazionecon Pescheria Volpe; formaggi, salumi e buon vino nella Latteria di COOL ge-lateria naturale; la frutta e la verdura di Fresco e Buono, con una particolare at-

tenzione al mondo del be-nessere. La caratteristica delnuovo mercato è infatti laqualità delle materie prime.Tutti gli spazi offrono sia lavendita dei prodotti che laofferta di cibi pronti da con-sumare nelle aree dedicate, a partire dalla colazione fino a tutti i possibilibrunch, aperitivi, spuntini, cene, ecc...Il tutto in un ambiente colorato e sobriamente elegante.A gennaio verranno anche presentati i progetti culturali per uno spazio chevuole anche essere uno spazio aggregativo per il quartiere. Vi aggiorneremo.

10 gennaio 2016

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Molti hanno gustatol’effervescenza deigranuli sciolti nel-

l’acqua, quelli "over anta" dicerto hanno preso una pasti-glia di Kalmine, qualcuno co-nosce le marmellate LigureLombarda, tanti sanno a cosaserve il Lysoform.Che cosa c’entra tutto questocon la zona 4? Qual è il lega-me con questi prodotti? Una ditta che è spuntata dallapolvere del tempo.La fabbrica in questione è laAchille Brioschi & C. quellache produce ancora oggi, an-che se assorbita da una mul-tinazionale, l’effervescenteche ne porta il nome, quelloche, per intenderci, toglie ilpeso del cinghiale dallo sto-maco.Achille Antonio Brioschi na-sce nel 1860 da una famigliabenestante, il padre aveva unservizio di diligenze per il tra-sporto di merci e persone daMilano a Vienna, e a 14 annilascia la scuola per lavorarein diverse aziende del ramochimico-farmaceutico e colo-niali fino quando a vent’annilascia la Bertarelli per met-tersi in proprio.La prima sede fu in via Mar-cona 11 e nel suo laboratorio,messo in piedi con un mini-mo investimento, si occupòdella produzione dell’effer-vescente mutuandolo dal ci-trato di magnesio, una modaimportata dall’Inghilterra, e

già fabbricato da altre ditte inItalia.Il prodotto, che per composi-zione non poteva essere as-sociato ad un medicinale, in-contrò però ostacoli da partedelle autorità sanitarie checercarono più volte di impe-dirne la vendita. Forse la te-stardaggine del Brioschi fu diaiuto per superare questi im-pedimenti e finalmentel’ascesa imprenditoriale dellaAchille Brioschi & C. ebbeinizio. A tal punto che in Brasilevenne aperto uno stabilimen-to per la produzione, chiusodopo qualche anno per causepolitiche e per diverse epide-mie di febbre gialla. In Italia invece il prodotto co-nobbe una vasta popolaritàgrazie anche ai miglioramentitecnologici del tempo. Nel

1894 e nel 1897 furono creatidue nuovi poli produttivi, ne-gli Stati Uniti prima e inSvizzera poi.Un vero successo che comun-que non fa dormire sugli al-lori Achille che si «inventa»il lancio sul mercato naziona-le di un disinfettante, il Lyso-form la cui formula, inventatadal dottor Groppler, viene ac-quisita dalla tedesca "Lyso-form Gesellschaft". Brioschicrede in questo prodotto, ri-fiutato da altre aziende italia-ne, che ha capacità disinfet-tanti notevoli per la partico-lare composizione chimica. Con un’attenta campagnapubblicitaria il prodotto con-quista il mercato, divenendoin breve il più famoso delladitta. Il Lysoform, di cui ilmondo scientifico lodò l’in-nocuità e l’efficacia, venne

usato per disinfettare i padi-glioni della Fiera, la Scala eil Duomo di Milano, oltre adessere utilizzato dopo il ter-remoto di Messina, all’espo-sizione di Torino e durante leepidemie di colera (1911) einfluenzale (1918) di città eterritori della Libia allora ita-liana. Giusto riconoscimento, lamedaglia d’oro di I gradoconferita dall'Istituto lombar-do di scienze e lettere.Nel frattempo, la fabbricaviene trasferita (1900) in unmoderno fabbricato nel Ri-parto Gamboloita 98, pocoprima dell’odierna piazza Mi-stral, sulla via Boncompagni,dove vengono introdotte nuo-ve lavorazioni derivate dallaformula del Lysoform: denti-frici, lozioni per capelli (inrete si trova una foto della

bellissima bottiglia che laconteneva), profumi e saponidisinfettanti. A questi si aggiunge nel 1911il lancio del cachet antinevral-gico Kalmine, ideato dal dot-tor Métadier di Tours. Tra le altre iniziative impren-ditoriali sono da citare la co-struzione di un asilo e di unavetreria a Grandate, di cui fusindaco dopo essere stato an-che consigliere comunale aMilano, e dell’impianto diVoghera dove venivano pro-dotte le marmellate con ilmarchio Ligure Lombarda. Eancora, il caffè Mokar (pro-dotto con cereali e legumino-se) reclamizzato come bevan-da priva di caffeina e adattaper il caffelatte dei bambini.Ultime le Pastigliette Brio-schi, ottimo rimedio per lostomaco e l’intestino.Esempi della modernità diBrioschi sono i regali che ac-compagnavano le confezionidella ditta, quelli che oggichiamiamo gadget: figurinededicate ai servizi postali nelmondo, modellini di auto conle loro scatole, addirittura car-toline postali reclamizzanti ilLysoform e gli stemmi delle

città d’Italia da raccogliere inun elegante album.Il Brioschi viene ricordato co-me un munifico benefattoree mise a disposizione dellaSanità Militare parte deglispazi della propria azienda(citato in QUATTRO n. 168)per adibirli a ospedale mili-tare di riserva grazie ad unsussidio di 900 lire elargitodalla Cariplo nel 1915. Addi-rittura, un certo Emilio LeoneRossi gli dedicò il libro “Mi-lano benefica e previdente –cenni storici e statistici sulleistituzioni di beneficenza eprevidenza”. Achille Brioschi morì a Nervinel 1942 e la tomba di fami-glia, al Monumentale, è arric-chita da una statua scolpita daEnrico Butti, lo stesso autoredella statua di Verdi davantialla Casa di riposo per artisti.Oggi la fabbrica Brioschi nonesiste più, ma sull’etichettadell’effervescente ne rimaneil marchio, inglobato dallaManetti & Roberts. Resta pe-rò il ricordo di un’altra storiaindustriale della zona 4.Un’altra, non l’ultima.

©Sergio Biagini

Achille Antonio Brioschi, un capitano d’industria della zona 4Scopriamo un altro insediamento produttivo della zona 4 che ha fatto la storia dell’imprenditoria italiana e milanese in particolare

Il Mercato del Suffragio

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11gennaio 2016

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uesta è una storia diespiazione e redenzio-ne. Il protagonista si

chiama Francesco ma per tuttiquelli che lo conoscono (e so-no in tanti) lui è Cisky. Gli an-ni sono 38 di cui gli ultimi ottotrascorsi nel carcere di Bollateper una somma di condanne eper di più ce ne sono ancoraun paio da passare obbligato-riamente tra le mura domesti-che dal tramonto all'alba. Cisky nasce e cresce fino allaprimissima adolescenza in Ba-rona per poi trasferirsi con lafamiglia in Corvetto ("dallapadella alla brace"). Ha sanguesiciliano che scorre nelle vene,basta poco e si infiamma, infamiglia non trova un suo ruo-lo, il plumbeo grigiume senzadomani della periferia losommerge togliendogli il re-spiro. «Mi sono subito riconosciutonella compagnia di tanti comeme, dove sei qualcuno, dovehai la tua parte. In quei postidevi però accettarne anche tuttigli aspetti negativi, le risse, ifurti, la droga. Io ero tra le te-ste più calde, in giro afar casino ovunque, per-sonalità, codice d'onore,rispetto preteso dachiunque. In verità poinon ero così cattivo,avevo un mio sistemadi regole, non ho maifatto del male gratuita-mente. Ho svolto lavoridi ogni tipo, dal murato-re al consulente sui mu-tui vestito in giacca ecravatta col sorriso ras-sicurante. Il problemaerano le mie notti. Senon ho mollato è perchéc'è stata la musica rap,una valvola di sfogo,una maniera di sentirsie restare vivo. Prima hoiniziato con la breakdance in San Babila neiprimi '90, poi ho scoper-to i testi e la voce. Dallemetriche buttate sui fo-glietti con gli amici allaformazione di una crew,la MCK (Milano Crimi-nal Klan) ai primi contatti di-scografici, alle occasioni sem-pre buttate al vento per unostile di vita estremo, folle, con-fuso, rabbioso. Entravo neiprivé, nelle feste più belle, neicamerini di tanti artisti, quelloche volevo me lo prendevo an-che ma provavo un intimo di-sagio, un profondo senso dismarrimento, di inquietudine,di paranoia».A risolvere di netto questo suoconflitto esistenziale è arrivato

il carcere per una somma ditanti vecchi reati, che in questocaso mostra sia il lato scurodella luna che la sua parte utilee sensata. I primi due anni pas-sati a stramaledire e a meditarvendetta fino a quando scoprela lettura e il teatro. Divora te-sti classici, legge di medicina,psicologia, filosofia, testi tea-trali. Inizia a recitare, collaboracon Radio Popolare, lavora perle associazioni Uncode (abbi-gliamento che promuove il

concetto di "vesti la legalità")e Testa di Alcool (che promuo-ve la guida sobria). Trova fi-nalmente un senso che lo ri-porta alla sua passione regina,il rap.«Ora sono sereno, determina-to, pronto a riprendermi la vitae non buttare le occasioni. Hoancora due anni di domiciliarima ho un sacco di progetti, re-citerò un monologo su Beatri-ce e Dante, leggerò un poemadi Pascoli a teatro, scrivo e

canto pezzi. Vorrei fare l'attorerapper alla Will Smith, il so-gno sarebbe portare sul palcoun recital col rap che ho giàmesso giù, in scena una "piaz-za" con le sue dinamiche, lesue verità, le sue contraddizio-ni. Se qualcuno fosse interes-sato mi può contattare sullamia pagina facebook (CiskyCorvetto oppure MCK Mila-no). Vorrei anche una famigliaora che ho qualcuno al miofianco con cui costruirla».

La droga non c'è più da anni,quindi questa è anche una sto-ria di purificazione. Cisky nonè diventato un chierichetto,ogni giorno deve tenere duro,concentrato sulla sua vita, «idemoni ci sono ancora ma hoimparato a tenerli a bada». Mail domani che ieri mancava og-gi è là, pronto per essere im-maginato e assaporato. Rispet-to.

Alberto Raimondi

Cisky: Redemption song(cit. Bob Marley)

Nello scorso numero cisiamo occupati dellacerimonia dedicata ad

Arnaldo Gerosa, medico inpensione e artista, tenutasipresso la bocciofila del parcoAlessandrini a metà novem-bre. In quell’occasione abbia-mo avuto l’opportunità di co-noscere il nipote Claudio, pro-prietario della farmacia dipiazza Ovidio, la cui storia,così strettamente legata al ter-ritorio, vale la pena di essereraccontata. Abbiamo chiestoproprio al dottor Claudio Ge-rosa di ricostruirla per i lettoridi QUATTRO.

La vostra farmacia è unpunto di riferimento per gliabitanti del quartiere Forla-nini dalla fine degli anni Ses-santa. Come sono stati gliinizi?«La storia della nostra farma-cia ruota intorno alle figure dimio padre e di mia madre. So-no stati loro ad inaugurare l’at-tività di famiglia, aprendociquesta strada. Dopo la guerra,il progetto iniziale di mio pa-dre era quello di acquistareuna farmacia nei dintorni dicorso Buenos Aires – piazzaleLoreto. Parliamo del 1946-1947. Tuttavia, la malattia dimio nonno cambiò il corso de-gli eventi. Mio padre, infatti,aveva due fratelli più piccoli,il primo diventò medico (Ar-naldo, in arte Ardo ndr) e il se-condo gestore di un bar. Deci-se perciò di affiancare que-st’ultimo nella sua attività finoa quando non divenne indipen-dente, acquistando inizialmen-te un bar in piazza Grandi epoi, dal 1962, in via Cena. Al-lora avevo cinque anni e i mieiprimissimi ricordi sono legatia quel locale. Data la vicinan-za alle Autoguidovie piacenti-ne, che coprivano la tratta Mi-

lano-Crema, il bar era perlopiùfrequentato da pendolari e la-voratori. Ricordo con ammi-razione la capacità di mio pa-dre di relazionarsi con i clienti,sempre trattati con rispetto, dasignori, indipendentementedalla situazione. Lo stesso ap-proccio che ebbe sempre infarmacia. Nel corso degli anniil bar divenne da luogo di sem-plice passaggio a tavola calda,poi pizzeria».

Si arriva così al 1967, annodi apertura della farmacia. «In quell’anno mio padre ven-dette il bar di via Cena, com-prò la farmacia dal professorAiazzi Mancini, farmacologodi Firenze, e cominciò a ge-stirla con l’aiuto di mia madree della dottoressa Feldbauer.La nostra attività conserva an-cora l’impostazione data damio padre, basata sullo strettocontatto con le persone, sul-l’approccio umano e fortemen-te radicata nel quartiere».

A proposito del legame con lazona, la vostra farmacia erafamosa anche per la produ-zione di una particolare cre-ma per la cura delle mani.«Mio padre vendeva – e la of-friamo tuttora – una specialepasta contenente anestesina percurare le ragadi causate dalfreddo e dal lavoro a mani nu-de. Questa era particolarmenteindicata per coloro che lavora-vano nel vicino ortomercato.Un tempo il trasporto delle cas-sette di frutta e verdura non eraaffatto automatizzato e spessoi lavoratori si rivolgevano a noiper lenire i dolori del lavoromanuale. Erano tempi in cui lafigura del farmacista ricoprivaun ruolo di grande rilevanzanella vita delle persone, che sirivolgevano a noi con fiducia,affidandosi ai nostri consigli».

Come è cambiata l’attivitàdi farmacista dall’epoca disuo padre ad oggi?«La figura del farmacista ècambiata inevitabilmente conil passare del tempo. Le per-sone fanno sempre più spessoaffidamento su informazioniparziali e fraintendibili repe-rite su internet. Vi è una ten-denza crescente all’autodia-gnosi e, di conseguenza,l’esigenza da parte degli spe-cialisti di fare chiarezza. Tut-tavia, ultimamente, noto conpiacere che la gente ha rico-minciato a chiedere la nostraconsulenza. D’altronde, inmancanza della disponibilitàimmediata del medico, è ilfarmacista a garantire unaprima risposta a dubbi e pro-blemi. In fin dei conti, le per-sone hanno bisogno di parla-re e di essere ascoltate, inquesto credevano i miei ge-nitori e su questo mia sorellaChiara ed io continuiamo abasare l’attività di famiglia.L’impegno comune è di sfug-gire alla standardizzazione,creando un rapporto di fidu-cia con la clientela».

Un’ultima considerazionesulla vostra attenzione allamedicina omeopatica.«La nostra farmacia è dasempre un punto di riferi-mento per quanto riguarda lamedicina omeopatica e fito-terapica. In passato, ho tenu-to, in collaborazione con altricolleghi, degli incontri divul-gativi in materia, al fine digarantire una corretta infor-mazione al pubblico. Speroin futuro di poter riproporrequalcosa di analogo, semprein linea con il nostro tradizio-nale impegno nei confrontidelle persone».

Valentina Bertoli

Una storia di zona 4: la farmacia Gerosa

Q

Cisky (foto tratta dalla pagina facebook MCK Milano)

Locandina del concerto all'Estathé Market Sound lo scorsosettembre (tratta dalla pagina facebook Cisky Corvetto)

A sinistra, il dottor Dante Gerosa dietro il bancone della sua farmacia

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12 gennaio 2016

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La dominazione austriaca volge al termine.Dopo l’insurrezione delle Cinque Gior-nate del 1848, che momentaneamente li-

berò Milano, e la meno nota rivolta popolaredel 1853, la Lombardia passa sotto il Regno diSardegna e successivamente nel 1861 fa partedel costituito Regno d’Italia. L’area nota come Monte Tabor a Porta Romana,che nell’alternarsi tra le dominazioni spagnola,francese ed austriaca era diventata un riferi-mento di divertimenti più o meno leciti, subisceuna profonda trasformazione. La vecchia lo-canda legata al “gioco della slitta” passa di ma-no ad alcuni commercianti e diviene sotto lagestione di Luigi Panighi, dal 1892 al 1898, unadelle caffetterie e ristoranti più famosi di Mi-lano. In attuazione al Piano Regolatore di Ce-sare Beruto del 1889, si inizia la progressivademolizione delle Mura Spagnole con il prin-cipale scopo di eliminare quella barriera cheseparava la città medioevale dai territori comu-nali dei Corpi Santi, la cui graduale annessionecontribuirà alla rapida espansione della città.La nuova urbanizzazione e la nascita delle pe-riferie industrializzate si accompagnava a nuoveesigenze di mobilità con la necessità di ridise-gnare una nuova rete di trasporti dove nel frat-tempo la trazione passava dall’uso del vaporeall’elettricità. Nel 1880 viene inaugurata la prima trenovia avapore, la linea Milano-Lodi con capolinea invia Bligny a circa 800 metri da piazzale Meda-

glie d’Oro. Un decennio dopo, con il consoli-damento della Società Anonima dei TramwaysInterprovinciali (poi T.I.P.), assorbite le lineedel gruppo Vaprio-Vimercate, tutte le linee della

nuova società fecero riferi-mento alla grande stazionedi viale Monte Nero 40(angolo viale Lazio). LaMilano-Lodi, unitamentealla diramazione Melegna-no-Sant’Angelo, avevaquindi origine qui e, per-correndo un breve trattodella circonvallazione tran-viaria 29/30 (istituita nel1910), giungeva alla ferma-ta di piazzale Medaglied’Oro dove c’era il primomassiccio incarrozzamentodi persone.Il materiale rotabile di que-sta trenovia apparteneva al-la storica serie del “Gamba

de Legn” che per l’occasione i milanesi battez-zarono el Fanfulin (rifacendosi alla squadra dicalcio del Fanfulla di Lodi). L’altra trenovia erainvece quella per Pavia, che costeggiava il Na-viglio Pavese, la cui stazione si trovava in vialedi Porta Lodovica, angolo via Teulié. Nella Carta Tecnica Comunale del 1901 si os-serva che la nostra area, priva di curve di livelloche definivano il Monte Tabor, prevedeva unsuo riutilizzo con la costruzione di una palestrada assegnare temporaneamente alla SocietàGinnastica Forza e Coraggio appena sfrattatadalla sede di Porta Romana, di fronte a via Orti. Con l’attuazione del Piano Beruto e l’accorpa-mento dei Corpi Santi vengono eliminati i pic-coli cimiteri situati fuori le mura e nello speci-fico il cimitero di San Rocco da dove furonotrasferite, frettolosamente e in parte, le salmein cimiteri di più grande capacità e più perife-rici. Fu così che dopo poco più di un anno dal-l’inaugurazione della prima linea di tramviaelettrica, il Comune pensa di utilizzare questomezzo anche per il trasporto dei defunti. E' così

che nel 1894 viene istituita una linea con trama cavalli, e l’anno successivo con tram elettrici,per collegare il nuovissimo Cimitero Maggiorenel comune di Musocco, con la stazione nellaattuale via Bramante. Ma la difficoltà di farviconfluire la maggior parte delle salme della cittàconvince la S.A.O. (Società Anonima Omni-bus), che gestiva questo servizio, a progettaree realizzare una seconda linea che collegavaPorta Romana con l’esistente tronco tranviariopartente da via Bramante. Il 1° gennaio 1896 ilComune di Milano mette in liquidazione laS.A.O. e rileva il servizio funebre incamerandoinfrastrutture e materiale rotabile. Ai primi del Novecento la collinetta del MonteTabor viene parzialmente spianata per costruirvila stazione funebre di Porta Romana inauguratail 4 ottobre 1907. L’edificio, progettato dall’in-gegnere Francesco Minorini e dall’architettoPasquale Tettamanti, si compone di un ampiocapannone con travature in ferro e ampie fine-strature in vetro lavorato, sotto cui stazionavanoi convogli tranviari, affiancato da una palazzinastile liberty dove c’erano gli uffici e i locali diaccoglienza delle salme e dei congiunti. I de-funti vi arrivavano con carri funebri a cavalli equi, sbrigate le formalità di rito, caricati sul con-voglio unitamente ai propri congiunti. Le vetture tramviarie utilizzate per questo ser-vizio avevano un allestimento particolare e imilanesi, noti per dare nomignoli a qualsiasicosa, le chiamarono ironicamente “la Giocon-da”. Costruite dalla ditta Carminati & Toselli,avevano la livrea di colore nero ed i vetri deifinestrini smerigliati di colore nero su cui erariportato lo stemma del Comune di Milano. Lamotrice trasportava il defunto e il personale re-ligioso, mentre i dolenti trovavano posto su co-modi sedili di velluto rosso scarlatto all’internodi una o più carrozze rimorchiate, riscaldated’inverno e ventilate d’estate. La tradizione po-polare meneghina vuole che gli ubriaconi sedutifuori dall’osteria nel piazzale del cimitero, al-l’arrivo del mesto convoglio, sollevando il boc-cale di vino gridassero «alegher, l’è rivada laGiucünda».

Nella prossima puntata tratteremo del Dopo-lavoro ATM e della rete interurbana.

Gianni Pola

Porta Romana: tra divertimento e mobilità/4

“el Fanfulin” in partenza da piazzale Medaglie d’Oro verso Melegnano-Lodi (F. Ogliari –Dall’omnibus alla metropolitana)

Motrice tranviaria, detta “La Gioconda”, per servizio funebre(Paolo Zonin - Primi tram a Milano)

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SEDE LEGALE VIA DOMENICO VENEZIANO 10 - 20139 MILANO

Ci spostiamo di qualche centinaia di metri dalla zona 4 perandare a conoscere un nuovo spazio culturale che ci èsembrato particolarmente interessante e attraente.

Parliamo della galleria espositiva Expowall in via Curtatone 4(una traversa di via Lamarmora) che è stata inaugurata lo scorso1 dicembre con una collettiva sul paesaggio urbano di fotografiche nei sei mesi dell’esposizione universale hanno messo a di-sposizione i propri lavori per rivelare Milano al mondo e, mostranella mostra, una selezione di 30 scatti realizzati durante l’al-lestimento dell’Esposizione Universale da Matteo Cirenei e Mar-co Menghi.Come ci spiega Pamela Campaner, fondatrice dello spazio in-sieme ad Alberto Meomartini, attuale vice presidente della Ca-mera di Commercio di Milano, la Galleria nasce come sviluppodel progetto Live wall e del blog www.expowall.it che è animatoattraverso Instagram dalle foto di Expo 2015 e arricchito dallapresenza dei lavori di fotografi professionisti. Possiamo dire che Expowall nasce come un frutto e una ereditàdi Expo, all'interno del grande contenitore che è stato Expo incittà che ha saputo far nascere e consolidare centinaia di iniziativedi diffusione e condivisione della cultura in città. In questa Gal-leria, Expo continuerà a vivere attraverso la fotografia e le mostregià programmate per il 2016.Dal 12 al 30 gennaio, infatti, è in programma la mostra di FrancoFontana, dal titolo Architectural abstractions. Photographs ofExpo Milano 2015. Già esposta nel mese di novembre pressola Fondazione ENI Enrico Mattei di corso Magenta 63, la mostra

del celebre fotografo modenese si compone di 42 opere foto-grafiche scattate nel giugno scorso presso il sito espositivo e faparte di un progetto più ampio promosso da Canon Italia Expo.Vista d'autore, incentrato su tre tematiche: Architettura, Food,Persone, e affidato a tre fotografi italiani - Franco Fontana, PaoloCastiglioni e Francesco Cito.

S.A.

Via Lomellina comenon l'avete mai vista

Èil titolo della nuova mostra ospitata dalla Cooperativa LaLiberazione in via Lomellina 14, dal 7 al 31 gennaio: sitratta di 22 stampe artistiche digitali che presentano il

quartiere con la tecnica del fotoritocco, realizzate da Paolo Ma-stromo. Abbiamo visto in anteprima le immagini, ci sono piaciutemolte e ci siamo allora fatti spiegare dall'autore come è natoquesto suo lavoro. «Sono un giornalista in pensione e da alcuni mesi ho avviatoquesta attività di digital artist. - ci racconta - Lavoro su fotografiescattate da me ed elaborate poi al computer: cambio i colori,estraggo le grane, modifico i tratti così che l'immagine è rico-noscibile però in una dimensione "onirica e sognante", comehanno scritto alcuni giornali».

Ogni lavoro quindi è unico con tanto di timbro e firma dell’artistae garanzia scritta di unicità. La mostra alla Cooperativa La Liberazione è stata realizzata "sumisura" per il luogo, partendo dalla ricerca fotografica, dai sog-getti, dai luoghi... ed ecco perché presenta immagini mai visteprima, sia perché pensate espressamente per l'occasione sia per-ché sono presentazioni immaginifiche di quella realtà.Oltre alla collezione esposta, Paolo Mastromo ha pronte sei col-lezioni tematiche di stampe artistiche che si possono trovare sulsito www.fotoearte.net, molte delle quali realizzate dalle piùbelle immagini dei suoi viaggi intorno al mondo. Sul sito c'èanche una sezione on demand attraverso la quale chiunque puòspedire all’artista una sua fotografia, per riceverla trasformatain ritratto.Mastromo ci ha poi mostrato una stampa su tela applicata a unsupporto di legno, tutto realizzato da lui stesso, che trasformala fotografia rielaborata in un vero e proprio quadro, già prontocon il suo gancio ad essere appeso!Nonostante siano passati pochi mesi dall'inizio di questa suanuova attività, Paolo Mastromo è molto soddisfatto del riscontroavuto, e questo lo rende convinto che «questo è il futuro dell’artee dell’arredo-casa: prodotti di grande impatto e valore che, at-traverso il trattamento al computer, pur essendo opere d’arte atutti gli effetti e non multipli a tiratura industriale, rappresentanoinvestimenti sostenibili alla portata di tutti». Vedere per credere!

S.A.

cǀecontemporary

Nel nostro peregrinare tra strade e cortili di zona, l’occa-sione particolare che abbiamo avuto è stata quella di vi-sitare la galleria d’arte cǀecontemporary di via Tiraboschi

2/76, con ingresso interno alla corte. Si tratta di uno spaziomolto grande, bianco, accuratamente illuminato, che permettedi esporre opere anche di grandi dimensioni e di seguire il per-corso delle mostre col giusto ritmo e la dovuta attenzione. Alle pareti la mostra tuttora in corso dal titolo Paradoxes & Li-quid Identity, che confronta, vis a vis, le opere diTedman&Strand, due artiste di lingua inglese, e quelle di Vir-ginia Monteverde.Le prime realizzano grandi drappi o arazzi ricamati a mano se-condo una antica estorica tecnica risa-lente al XII secolo, altempo di Matilded’Inghilterra. Rica-mano su sete dai lu-minosi colori e i mol-ti riflessi e accostanoe combinano simbolia noi noti come coro-ne di re o d’alloro, alid’aquila, medaglioni,greche, fregi, mostri-ne di gradi dell’eser-cito, e ancora alberi,tralci, ghirlande comese fossero puri elementi estetici e decorativi del tutto privi delloro originale valore simbolico e propagandistico. Come dice iltitolo, paradossi, che tuttavia si traducono in immagini di grandeimpatto visivo. Sul lato opposto, in netto contrasto, è presentata l’installazioneOrizzonti di Virginia Monteverde, costituita da quindici stampedi foto per iPhone, un codice qrcode, conchiglie e un video su

tablet. Le fotografie, prive di postproduzione, sono catturatedalla finestra della sua casa in Liguria: l’occhio è rivolto al-l’orizzonte del cielo e del mare nell’arco di un’intera giornatae di più giornate, che richiamano alla memoria le sensazioni ei sentimenti dell’infanzia dell’artista.

Per farci poi un’idea più generale delle scelte della galleria diChristine Enrile e della curatrice Viana Conti abbiamo sfogliatoi cataloghi delle esposizioni del 2015. Sono stati rappresentatimolti artisti, di varia provenienza e di differenti forme espressivecome la fotografia, la pittura, di cui ricordo Vania Comoretti,la scultura, e gli allestimenti multimediali. Nel periodo dell’Expoè stato sviluppato il tema in quattro puntate ESTETICA DELGUSTO. Delizie e Veleni di un menù di massa. Nel suo insieme,nell’arco di un anno, è stato offerto un interessante spaccato del-l’arte dei nostri giorni, che è notevole per la varietà, l’originalitàe la raffinatezza delle sue opere.Un utile consiglio per i nostri lettori è quello di accogliere leproposte della Galleria per affinare la propria sensibilità all’arte,che è ben diversa e molto, molto più bella di quello che ci veicolail mercato pubblicitario o l’uso a valanga improvvisato e banaledei nuovi media. Noi vi terremo informati delle nuove mostre nelle pagine dedicateagli eventi culturali, che si arricchiscono così di nuove propo-ste.

Vanda Aleni

Expowall Gallery: paesaggi urbani

e architetture Expo in fotografia

Page 14: Dismessa la riqualificazione degli Scali dismessiquattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_172.pdfdel CPS (Natalina, Andrea, Sergio, Marian, Aurelio) che in grande armonia

14 gennaio 2016

1721. PAROLE CROCIATE A SCHEMA LIBERO (Riccardo Tammaro)

ENI4MISTICAA cura della Fondazione Milano Policroma

ORIZZONTALI1. Via traversa di viale Campania - In quel

luogo2. Ravenna in auto - Via di Rogoredo -

Simbolo del nichelio3. Si macellano, bianche o rosse - Piazza

che era in zona 44. C'è a tutto... - Lettera dell'alfabeto gre-

co5. Birra a bassa fermentazione - In zona,

precede XXII marzo6. Via che si irradia da piazza Ovidio - Tri-

millenaria città d'arte dell'Abruzzo 7. Birra ad alta fermentazione - Un passo

dolomitico8. Oristano in auto - Iniziali del futurista

Russolo - Pronome poetico - Napoli inauto

9. Strumento per la misurazione di angoli - Un satellite diGiove

VERTICALI1. Inventò una serie di sintetizzatori2. Via nei pressi dell'ortomercato - Rovigo in auto3. Giaciglio pensile4. Via che si irradia da piazzale Martini5. Viale al confine della zona 46. Ampolla che va in tavola7. Simbolo del neon - Trapani in auto8. Fu il primo insetticida moderno - Uno dei Titani9. Nome maschile derivato da Giorgio - La ferrovia subur-

bana parigina10. Maxwell e Hertz dimostrarono l'esistenza di queste onde 11. Diffusa pratica agronomica12. Una via di Ponte Lambro13. Sono pari in nota - Aosta in auto

1711. Soluzione

del numeroprecedente

ARTE

Ultimi due incontri a gennaio dell'apprezzatociclo dedicato all'arte contemporanea, tenutoda Leonardo Capano, professore di Storia del-l'arte contemporanea, presso l'Università Iulmdi Milano.

15 gennaio ore 181915 – 1960: Parigi vs New York (espressio-nismo astratto, pop art)

29 gennaio ore 181960 – 2015: Che cos’è l’arte contemporanea?

E SCIENZARicorderete sulnumero di set-tembre di QUAT-TRO la recensio-ne del libro Giù lemani da Plutone.Parte integrantedella storia del-l'astronomia, testoscientifico-astrono-mico di taglio di-vulgativo scritto daVincenzo Falbo, chesta suscitando moltointeresse e curiosità anche nelle scuole superioridove viene presentato, proprio per l'attualitàdel tema e per la capacità dell'autore di rendereaccessibile e affascinante un tema scientifico.Per questo QUATTRO lo ha invitato a presen-tarlo in zona 4, alla biblioteca Calvairate.

22 gennaio ore 18Presentazione del libro di Vincenzo FalboGiù le mani da Plutone. Parte integrante dellastoria dell'astronomiaIntroduce: Stefania Aleni, direttore di QUAT-TRO

I venerdì culturali di QUATTRO alla Calvairate

Sabato 16 gennaio dalle9.30 alle 12 presso la se-de di via Zante dell'Isti-

tuto Oriani-Mazzini, verràinaugurata una parete di ar-rampicata e sarà intitolata conuna targa alla docente di Edu-cazione fisica, Felicia Novelli,prematuramente scomparsa.Il marito di Felicia, FaustoNarducci, noto giornalista del-la Gazzetta dello Sport, ha ac-colto con commozione e rico-noscimento questo pensiero esarà presente all'evento, insie-me a diverse personalità delmondo dello sport, del giorna-lismo sportivo e della scuolamilanese.Oltre alla cerimonia, verrà or-ganizzato un torneo di palla-volo e un'attività di arrampi-cata, in contemporanea ad unconvegno in cui i relatori trat-

teranno tematiche inerenti losport dialogando con gli stu-denti dell’Istituto. L’obiettivo è quello di far co-noscere anche al quartiere leattività sportive della scuola eaver modo nell’immediato fu-

turo di creare un polo sportivosoprattutto rivolto ai disabili,sensibilizzando le istituzioni egli studenti delle scuole chegravitano sul territorio.

Massimo Fantini

Una parete di arrampicata all'Istituto Oriani-Mazzini di via Zante

Dopo dieci anni allaPalazzina Liberty,dove si sono svolte le

decine e decine di incontrisulla poesia, la Casa dellaPoesia di Milano, ha cambia-to sede e si è trasferita in viaFormentini 10, in zona Bre-ra.Pur dispiaciuti di lasciare glistucchi liberty dell'incante-vole struttura in mezzo alParco, i poeti che hanno datovita alla Casa della Poesia (inprimis Giancarlo Majorino)

apprezzano del nuovo SpazioFormentini, completamenteristrutturato e da poco apertoal pubblico, la possibilità disinergia con altre associazio-ni legate all'editoria, e l'of-ferta di ambienti perfetta-mente attrezzati per i diversieventi. Dopo l'inaugurazione di finenovembre, sono iniziate leserate del giovedì sera alle21. Il calendario degli incon-tri su www.lacasadellapoe-sia.com

La Casa della Poesia ha cambiato sede

Per cercare sollievo dallo stress e dalle ten-sioni d’ogni giorno c’è chi segue corsi diyoga, chi sceglie la meditazione zen, i

massaggi shiatsu o altre pratiche orientali. Maun aiuto efficace si può trovare anche in alcunimetodi occidentali di origine recente, che purmantenendo alcune affinità con le tecniche ri-salenti all’Oriente, potrebbero essere più adatti,almeno per alcuni aspetti, alla odierne condi-zioni di vita. Una di queste discipline è rappre-sentata dalla psicologia “somatorelazionale”,fondata in Italia da IPSO. Gli specialisti di questo indirizzo psicologicosostengono di poter aiutare le persone nella ri-cerca della felicità, uno stato d’animo comples-so, quasi ineffabile, che ciascuno interpreta inmodo personale, secondo le propria visione delmondo e la propria sensibilità. Il 13, il 20 e il27 gennaio, alla “Oglio”, parleranno sull’argo-mento alcuni counselor e psicoterapeutidell’”Istituto di Psicologia Somatorelazionale”(IPSO) durante le conferenze del ciclo “Esserefelici”.«La nostra scuola - dice il dottor Luciano Mar-chino, direttore scientifico di IPSO - integral’analisi bioenergetica di Alexander Lowen ela psicologia umanistica di Carl Rogers. Labioenergetica è una disciplina che affronta iblocchi emotivi attraverso il lavoro non soloverbale ma anche corporeo, perché corpo e ani-

ma sono una cosa sola: quindi non possiamoessere felici se il nostro corpo è teso, contrattoe stressato. Ma è anche vero il contrario: è im-possibile sentirsi fisicamente in forma se l’ani-ma è gravata da nodi irrisolti. La psicologiaumanistica, dal canto suo, dà molto rilievo agliaspetti relazionali dell’esistenza. Venendo altema delle conferenze, potremmo dire che mol-ta della nostra capacità di essere felici ha a chefare sia col nostro stato di tensione fisica siacon la qualità delle nostre relazioni. In un’epocacome questa - segnata dai rapporti virtuali, dalnarcisismo, dalla paura del diverso, dalla dif-fidenza reciproca e dall’incertezza del futuro -parlare di felicità, soprattutto in questi termini,è una sfida: perché non provare a raccoglierla?» Per chi desideri approfondire il tema, riportiamoil calendario degli incontri, che inizieranno alle20.30: mercoledì 13 gennaio, “Respirazione comeespressione della vitalità del corpo”, con FlavioPanizza; mercoledì 20 gennaio, “La coppia felice travicinanza e ‘giusta’ distanza”, con Lorella Can-taluppi; mercoledì 27 gennaio, “Le persone non cam-biano? Quattro modi per far finta di cambiare”,con Marco Di Giovanni.

Fabrizio Ternelli

In biblioteca per “essere felici”Alla “Oglio” conferenze di psicologia dedicate a un tema

impegnativo come la ricerca della felicità

Umberto Di Donato, di cuiabbiamo visitato tempofa il sorprendente Museo

della Macchina da Scrivere, nelsuo viaggiare in Italia e in Europaper far conoscere le sue macchinestoriche, dal 9 al 18 gennaio ap-proderà a Domodossola con ipezzi più importanti del Museo.Una scelta non casuale, dal mo-mento che esattamente 60 anni faDi Donato era arrivato in vald’Ossola, giovane finanziere, co-mandato in servizio al confine.Un'esperienza intensa ed emozio-nante raccontata nel libro: “Il Ta-sto Magico”, che gli è valso lacittadinanza onoraria di Domo-dossola. A Palazzo Mellerio, in cui inse-gnò il beato Antonio Rosmini,Umberto Di Donato porta gliesemplari migliori di macchineda scrivere e organizza tra i ra-gazzi delle scuole un concorso didattilografia. Il vincitore riceveràin premio una macchina da scri-vere d’epoca funzionante. L'idea del concorso ci piace mol-tissimo e speriamo di poterla rea-lizzare anche in Zona 4!

A Domodossola i pezzi più importantidel Museo di Umberto Di Donato

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15gennaio 2016

MILANO CLASSICAPalazzina Liberty

Largo Marinai d’Italia

Domenica 31 gennaio ore 10.45

TRA STREGHE E FOLLETTIIntorno all’Ottetto op. 18 di Felix Mendelssohn-BartholdyConversazione concerto con LE CAMERISTEAMBROSIANE

Sabato 6 febbraio ore 21

MITI ANTICHI E MODERNIMusiche di W.A. Mozart, C. Galante, N. Pa-ganini Piercarlo Sacco violinoAya Shimura violoncelloEugenio Della Chiara chitarra

CANTOSOSPESOPalazzina Liberty

Largo Marinai d’Italia

24 gennaio ore 16.30

Grande Recital per Coro, solisti e orchestraIl programma vede la presenza di artisti italianie brasiliani in grandi scene d’opera; musichedi Bellini, Mozart, Donizetti e Rossini. Ingressoa pagamento.

31 gennaio ore 16.30

Cantosospeso e Orchestra Camerale di Kiev.Direttore Martinho Lutero Galati de OliveiraConcerto del progetto VocaliaUn viaggio attraverso celebri e ricercati branid’opera e musica da camera. Ingresso a paga-mento.

OTTAVA NOTAVia Marco Bruto 24 - Tel. 02 89658114

[email protected]

15 gennaio ore 21

IL FALSO D’AUTORE: LA TRASCRIZIONE PER PIANOFORTEAl pianoforte Adalberto Maria Riva - Concertoa favore della missione uro-ginecologica aKhulna (Bangla Desh) presso il Santa MariaHospital

16 gennaio ore 16.30

PICCOLE STORIE SMARRITEUna produzione 4Gatti/La Corte della Carta -Ingresso 5 euro

23 gennaio ore 16.30

Laboratorio CUP CAKEIngresso 10 euro

23 gennaio ore 21

THE MUSICAL BOXSerate dedicate alla musica progressive - Guidaall'ascolto di Lucio BattistiIngresso libero

30 gennaio ore 21

MIRABILIA ENSEMBLEJosé Manuel Fernández Bravo, flauto dolceEnrica Sirigu flauto traversiereRegina Yugovich violino baroccoIrene Sirigu violino baroccoIngresso a offerta libera

LAURA BULIAN GALLERYvia G.B. Piranesi 10

Fino al 25 marzo 2016

all’interno del complesso dei Frigoriferi MilanesiLA QUARTA PROSAArtisti in mostra Vyacheslav Akhunov (Uz-bekistan, 1948), Babi Badalov (1959, Azerbai-jan), Vlado Martek (1951, Croatia), DimitrijPrigov (1940-2007, Russia)A cura di Marco Scotini. Orari: da lunedì a ve-nerdì 15-19. Mattine e sabato su appuntamento

ARTEPASSANTE PASSANTE PORTA VITTORIA

Pagina fb: Spazio Artepassante Vittoria

16 - 28 gennaio

CariCart, ridere di noi stessiPersonale d'arte di Sergio Pescatore, un'occa-sione per farsi fare una caricatura al momento,un'occasione per vederlo all'opera

WOW MUSEO DEL FUMETTOviale Campania 12

Tel. 02 49524744/45 - www.museowow.it

Fino al 24 gennaio

GIOVANNA, UNA SUPER EROINANELLA GUERRA DEI CENT’ANNI Il mito di Giovanna d’Arco, dalle figurine Lie-big al fumetto. Ingresso libero

Dal 16 gennaio al 13 marzo

DALL’UNGHIA DI KALÌ ALL’ULTIMO BALABÙOltre 150 tavole originali di Romano Scarpa,il più grande artista Disney italiano.Ingresso 5 euro (ridotto 3 euro)

FONDAZIONE PRADALargo Isarco 2 - Tel. 02 5666 2611

[email protected]

13 gennaio - 1 febbraio

FLESH, MIND AND SPIRITRassegna cinematografica di 15 film ideata dalregista vincitore di tre premi Oscar AlejandroGonzález Iñárritu in collaborazione con ElvisMitchell, critico cinematografico e curatore delLos Angeles Museum of Art Film. Gran partedelle pellicole affrontano il tema della famigliain crisi. Inaugurerà la rassegna il prossimo 13gennaio la proiezione speciale del film di PálFejös Lonesome (1928), con accompagnamentomusicale dal vivo. Proiezioni gratuite, su prenotazione, si terrannoal Cinema della Fondazione, dal 13 gennaio al1 febbraio 2016, tutti i giorni, tranne il martedì.

Fino al 14 febbraio - Galleria Nord

RECTO VERSO Selezione di opere nelle quali gli artisti hannoconsapevolmente posto in primo piano l’ele-mento abitualmente nascosto, dimenticato otrascurato del retro del quadro.

4 febbraio - 19 giugno - Podium e Cisterna

TO THE SON OF MAN WHO ATE THE SCROLL Nuovo progetto artistico di Goshka Macuga(Varsavia, Polonia) che nella sua ricerca arti-stica ricopre i ruoli normalmente distinti del-l’autore, curatore, collezionista, ricercatore eideatore di mostre. L’artista opera nel puntod’incontro tra discipline diverse come scultura,installazione, fotografia, architettura e design.

C|E CONTEMPORARYvia Tiraboschi 2/76 corte internatel. 02 45483822 - 348 9031514

Fino al 14 febbraio 2016

Paradoxes & Liquid IdentitiesDouble solo show a cura di Viana Conti - vis-à-vis Tedman&Strand | Virginia MonteverdeOrari di apertura: mar-ven 14-18

EXPOWALL GALLERYVia Curtatone 4

12 - 30 gennaio

Mostra di Franco FontanaArchitectural abstractions. Photographs of ExpoMilano 2015Orari: martedì-sabato ore 10-18

CENTRO INSIEMEvia dei Cinquecento 1

9 gennaio ore 21

Un gruppo vocale unico in italia

ITALIANH RMONISTS Classicheggiando

23 gennaio ore 20.45

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI Un film di Brian Percival

30 gennaio ore 20.45

LA FAMIGLIA BÉLIER Un film di Éric Lartigau

IACP via Burlamacchi 11

14 gennaio dalle 20.45 alle 22.45

Serata a tema a cura di Veronica Bianchini e

Simona Gonella

Come viviamo lo sguardo dell'altro su di noiin famiglia

CERDI KALA YOGAVia Tito Livio 23

[email protected] - cell. 339 4732767

Domenica 17 gennaio ore 5-07.30

SADHANA ACQUARIANA. La pratica dello yoga prima dell’alba. Quota

di partecipazione: offerta libera.

PARROCCHIA ANGELI CUSTODI

via Colletta 21

6 febbraio ore 20.30

L'OSPITE GRADITO Commedia di Peppino De Filippo a cura della

compagnia "Alta tensione". Info: 02 55011625

- Ingresso gratuito

ABBAZIA DI MONLUÈ

domenica 7 febbraio ore 16

In bici all'abbazia di Monluè per ascoltare l'Halleluja di Haendel gruppo vocale Karakorum diretto da Anna Pa-

van

Offerta libera a favore di La Grangia di Mon-

luè, casa di prima accoglienza per rifugiati.

Chi vuole raggiungere in bici l'abbazia di Mon-

luè può unirsi al gruppo guidato da Fiab Ci-

clobby, che si ritroverà alla fontana di Largo

Marinai d'Italia alle ore 15. La partenza alle

ore 15.15.

LABORATORIO DI CHITARRA PRATICA

A gennaio partono i corsi di chitarra pratica te-

nuti da Enzo Romano, musicista - cantautore.

I corsi hanno la durata di 3 mesi per un totale

di 12 lezioni e sono tenuti in due sedi diverse:

CRAL Comune di Milano via Bezzecca 24

a partire da sabato 9 gennaio:

principianti dalle 11 alle 12 - intermedi 1° li-

vello ore 10-11 - 2° livello ore 12-13 - Prima

lezione prova gratuita: sabato 9 gennaio ore 11

Iscrizioni: c/o CRAL Comune di Milano dal

martedì al venerdì ore 10-13 e ore 14-17 tel.

02 88454588

Kubì Soundlab, via Botta 13 - ang. via Lattuada

a partire da lunedì 11 gennaio:

corsi individuali dalle 15 alle 17 (con possi-

bilità di altri orari)

corsi collettivi dalle 17 alle 19

Per i nuovi allievi la prima lezione con prova

gratuita si terrà lunedì 18 gennaio ore 17/18

Una lezione prova gratuita è possibile anche

a corso iniziato, previa conferma al tel. 320

0578639.

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Le proiezioni si tengono il lunedì alle ore 15.15

e alle ore 21 - Ingresso singolo € 5

18 gennaio: TORNERANNO I PRATI di Ermanno Olmi

25 gennaio: DIPLOMACY- Una notte per sal-vare Parigi di Volker Schlondorff

CINETEATRO DELFINOVia Dalmazia 11

CINEMACAFFE’: prima di ogni proiezioni

verranno offerti caffè e assaggi di dolce.

Proiezioni alle ore 15.30 e 20.45 - ingresso 5 €

11 gennaio: INSIDE OUTdi Pete Docter - Proiezione per i bambini: do-

menica 10 gennaio ore 15.30

18 gennaio: GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI di Massimiliano Bruno

25 gennaio: DHEEPAN di Jacques Audiard

1 febbraio: LA LEGGE DEL MERCATOdi Stéphane Brizé

CINECIRCOLO ACQUABELLAvia Cicognara 17 ang. via Goldoni

cell. 3281594126

Proiezioni mercoledì e giovedì ore 20.45.

Quota iscrizione: 95 € compresa tessera asso-

ciativa Cinecircolo per 30 film in cartellone

13 - 14 gennaio: JIMMY’S HALL – Una storiadi amore e libertàdi K. Loach

20 - 21 gennaio: PRIDEdi M. Warchus

27 - 28 gennaio: CORRI RAGAZZO CORRIdi P. Danquart

3 - 4 febbraio: THE IMITATION GAME di M. Tyldum

CCIINNEEFFOORRUUMM

MMUUSSIICCAA

MMOOSSTTRREE

EEVVEENNTTII

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16 gennaio 2016

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68 - tel. 02 49472369

8 - 17 gennaio

RASSEGNA NUOVA SCENAdedicata a due giovani compagnie emergenti

8 - 10 gennaio

RE-SPIRA FORTEdi Alessandro Mauri - regia di Francesco Co-losimo

13 - 17 gennaio

SOTTO I GIRASOLIRegia di Isabella Perego

20 - 24 gennaio

SDISORÉdi Giovanni Testori - regia di Gigi Dall’Aglio

27 - 31 gennaio

IL MIO AMICO KUBRICKRegia di Luca Ramella

3 - 7 febbraio

THE QUIRINALdi Lia Tomatis - regia di Alberto Oliva

TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli (ad. piazza Ovidio)

Tel. [email protected]

14 - 17 gennaio

BOÎTE À SURPRISESProduzione: La Dual Band - testo e regia diAnna Zapparoli

21 - 24 gennaio e 28 - 31 gennaio

GRAN VARIETÀRegia di Luca Sandri

4 - 7 febbraio

BARBABLU 2.0I panni sporchi si lavano in casadi Magdalena Barile - regia di EleonoraMoro

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - www.teatrooscar.it

10-17 gennaio ore 21

Rassegna SU IL SIPARIO 5 spettacoli di Teatro amatoriale

22 gennaio ore 21

Concerto

MAILANDER KANTOREI Coro della Chiesa Cristiana Protestante inMilanoDirettore: Luca Dellacasa - Organista: FranzSilvestri

27 gennaio ore 21

CONCERTO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIAOrchestra a plettro ”Città di Milano”

29-30-31 gennaio

Compagnia Teatro Oscar - DanzaTeatroUN UOMO QUALUNQUE Genesi di un genocida di Giuseppe Santarelli- regia di Gabriella Foletto

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

Sabato 16 gennaio

Nuova Compagnia ANNI VERDINON TI CONOSCO PIU’di Aldo De Benedetti - riadattamento e regiadi Sabrina Norcini e Franco Zanuso

Sabato 23 gennaio

Compagnia Il Socco e la MascheraIL PARROCO È IMPAZZITOdi Gaetano Di Maio - regia di Vincenzo LaCamera

Sabato 6 febbraio

Compagnia LA CRETA

SONNOdi Enrico Luttman - regia di Daniela Bor-ghetti

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

12 - 24 gennaio

EDIPO IN COMPAGNIARegia e drammaturgia di Alberto Bassetti

13 - 29 gennaio

Compagnia Atopos3 INCONTRI SUL GENERE, SENZA PAURAIdeazione e regia di Marcela Serli

13 - 24 gennaio

PER STRADAdi Francesco Brandi - regia di Raphael TobiaVogelPrima nazionale

15 - 17 gennaio

LA VITA È UN VIAGGIOdi e con Beppe Severgnini - regia di France-sco Brandi

19 - 24 gennaio

PROVANDO… DOBBIAMO PARLAREdi Carla Cavalluzzi, Diego De Silva, SergioRubini - regia di Sergio Rubini

26 gennaio - 14 febbraio

FRATELLI - Pièce per due attori maturi un po’ sciupatidi Dorine Hollier - regia di Gianfelice Impa-rato

27 gennaio - 24 febbraio

CASA DI BAMBOLAdi Henrik Ibsen - regia di Andrée RuthShammah

27 gennaio - 7 febbraio

MEDEAdal romanzo di Christa Wolf - regia di Mauri-zio Schmidt

MANIFATTURE TEATRALI MILANESI

TEATRO LEONARDOVia Ampère 1/ piazza Leonardo da Vinci

21 - 31 gennaio

IL BARBIERE DI SIVIGLIA – OPERA ROCKda Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais -adattamento e regia di Susanna Baccari,Claudio Orlandini

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel. 02 55181377

8 - 10 gennaio

Compagnia Corrado AbbatiMY FAIR LADYAdattamento e regia di Corrado Abbati

13 - 24 gennaio

I SUOCERI ALBANESI - Due borghesi piccoli piccolidi Gianni Clementi - regia di Claudio Boc-caccini

29 - 31 gennaio

DUUMCon Compagnia Acrobatica Sonics

3 - 14 febbraio

UNO SGUARDO DAL PONTEdi Arthur Miller - Con Sebastiano Somma -regia di Enrico Lamanna

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544

7 - 10 gennaio

IN SEARCH OF SIMURGHdi e con Radiodervish e Teresa Ludovico

14 - 23 gennaio

L’AVAROdi Molière - regia di Claudio Di Palma

2 - 6 febbraio

CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?di Edward Albee - regia di Arturo Cirillo

TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE

Via della Braida 6 - tel. 02 5462155

8 - 9 gennaio

Mercanti di StorieI GRANDI CLASSICI. CAPITOLO SECONDOdi e con Massimiliano Loizzi e Giovanni Me-lucci e altri artisti ospiti

14 - 17 gennaio

OdemàMEA CULPA ovvero della Giurìa e dell'IngiùriaProgetto drammaturgico di Enrico Ballardini

21 - 24 gennaio

Phoebe ZeitgeistKAMIKAZE NUMBER FIVEdi Giuseppe Massa - regia di Giuseppe Isgrò

26 gennaio

CINASKI CONTRO TUTTIdi e con Vincenzo Costantino Cinaski - MellMorcone al pianoforte

30 gennaio

BALERHAUSdi e con Teatro della Contraddizione e San-papiè e la Balerhaus orchestra

4 - 7 febbraio

Teatrino ControversoLETIZIA FOREVERTesto e regia di Rosario Palazzolo

TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli (ad. piazza Ovidio)

Tel. 333 573 0340mail [email protected]

9 gennaio ore 16

IL BAULE DI PETER PANProduzione La Baracca di Monza - Testo eregia: Cinzia Ceruti - Età consigliata: 3-11anni

TEATRO MARIONETTE COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via Maffei 29 info e prenotazioni tel. 02 55211300

Sabato 30 gennaio ore 16.30 - domenica 31

gennaio ore 15.00 e 17.30

CENERENTOLAdi Charles Perrault

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - www.teatrooscar.it

Sabato 9 gennaio ore 16

Cine BimbiPADDINGTON di Paul King

Domenica 17 gennaio ore 11

I bambini saranno protagonisti al teatroOscar e avranno l'occasione di scoprire i luo-ghi segreti del teatro e conoscere gli stranipersonaggi che lo popolanoI PERSONAGGI PRENDONO FORMA Ingresso gratuito - prenotazione obbligatoria– età dai 4 anni

Sabato 23 gennaio ore 16

LA STREGA DELLA MONTAGNARegia di Gabriella Foletto - con Paola Chia-rello, Gabriella Foletto, Daniela Monico - dai3 agli 8 anni

TEATRO FRANCO PARENTIvia Pier Lombardo 14

[email protected]

16 gennaio - Sala Grande ore 15

Compagnia Michele CafaggiCONCERTO IN SI BE - BOLLEdi e con Michele Cafaggi e i musicisti Da-vide Baldi e Federico Caruso - Età: dai 2anni

23 gennaio - Sala Grande ore 15

Compagnia La Baracca di BolognaBIANCANEVEdi e con Bruno Cappagli e Fabio Galanti -regia di Bruno Cappagli - Età: 6 - 11 anni

6 febbraio - Café Rouge - ore 15 e 16.30

Compagnia Nuvole in tascaNUVOLE E CASEdi e con Serena Cazzola e Monica Barbato -Età 2 - 6 anni

TEATRO LA SCALA DELLA VITA

via Piolti de' Bianchi 47 cell. 333 8832030

www.teatrolascaladellavita.it

Domenica 10 gennaio ore 16

Il Sipario dei bambini OnlusWILLY MANGIATUTTOSpettacolo di Attori con Marco Bernini, Ste-fano Bernini e Micaela Buratti. Per bambinidai 5 anni

Domenica 17 gennaio ore 16

Il Sipario dei bambini OnlusGOCCILLA E IL MAGICO CICLO DELL’ACQUATesto e regia di Stefano Bernini. Per bambinidai 4 anni.

ASSOCIAZIONE 4GATTI

Presso PoliSala “Sianesi”- parrocchia “SacraFamiglia in Rogoredo”, via Monte Peralba 5Rassegna teatrale “Aeroplanini di carta”17 gennaio ore 16.00

Fratelli CaproniIL VIAGGIO DI GIOVANNINO

TTEEAATTRRII

PPEERR II BBAAMMBBIINNII

Lo Spazio titolivio 27 si offre per ospitare a prezzi competitivi

EVENTI - CORSI RIUNIONI - ASSEMBLEE

A disposizione: una sala con 2 vetrine sustrada (max 30 persone) - una sala sot-tostante (max 20 persone) - WiFi hot-spot e TV screen.

Per maggiori informazioni e preventivi: cell. 392 0286140

email [email protected]

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