Disegno Tecnico - Proiezioni Ortogonali - Viste (Da UNI 3970)

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Disegni Tecnici: Proiezioni ortogonali - Viste Estratto da UNI 3970 1. Scopo e campo di applicazione La presente norma definisce come utilizzare il metodo delle proiezioni ortogonali per l'esecuzione del disegno in tutti i campi della tecnica, per quanto riguarda le viste. Vista è la denominazione generica di una rappresentazione in proiezione ortogonale dell'oggetto. Qualora si presentino necessità di norme più specifiche, queste devono rispettare la congruenza con quelle già esistenti. 2. Denominazione delle viste La denominazione delle viste è la seguente: — vista secondo a: vista anteriore (vista principale): — vista secondo b: vista dall'alto: — vista secondo c: vista da sinistra: — vista secondo d: vista da destra: — vista secondo e: vista dal basso; — vista secondo f: vista posteriore. Fig. 1 Una volta scelta la vista anteriore (vista principale) (secondo i criteri esposti in 5), le direzioni di osservazione relative alle altre viste devono formare angoli di 90° (o multipli di 90°) tra di loro e con la direziono di osservazione della vista principale (fig. 1 ). 3. Disposizione delle viste La disposizione delle viste si effettua facendo riferimento alla vista anteriore. Per la disposizione delle viste si considerano i due metodi seguenti: — metodo del primo diedro (metodo E); — metodo delle frecce. 3.1. Metodo del primo diedro Con riferimento alla fig. 1, le viste si dispongono, in relazione alla posizione della vista anteriore a, come illustrato in fig. 2. La vista posteriore f può essere disposta anche a sinistra della vista da destra d. Il simbolo distintivo di questo metodo è indicato in fig. 3. Fig. 2 Fig. 3

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  • Disegni Tecnici: Proiezioni ortogonali - Viste

    Estratto da UNI 3970

    1. Scopo e campo di applicazione La presente norma definisce come utilizzare il metodo delle proiezioni ortogonali per l'esecuzione del disegno in tutti i campi della tecnica, per quanto riguarda le viste. Vista la denominazione generica di una rappresentazione in proiezione ortogonale dell'oggetto. Qualora si presentino necessit di norme pi specifiche, queste devono rispettare la congruenza con quelle gi esistenti. 2. Denominazione delle viste

    La denominazione delle viste la seguente: vista secondo a: vista anteriore (vista principale):

    vista secondo b: vista dall'alto:

    vista secondo c: vista da sinistra:

    vista secondo d: vista da destra:

    vista secondo e: vista dal basso;

    vista secondo f: vista posteriore. Fig. 1

    Una volta scelta la vista anteriore (vista principale) (secondo i criteri esposti in 5), le direzioni di osservazione relative alle altre viste devono formare angoli di 90 (o multipli di 90) tra di loro e con la direziono di osservazione della vista principale (fig. 1 ).

    3. Disposizione delle viste La disposizione delle viste si effettua facendo riferimento alla vista anteriore. Per la disposizione delle viste si considerano i due metodi seguenti: metodo del primo diedro (metodo E); metodo delle frecce.

    3.1. Metodo del primo diedro Con riferimento alla fig. 1, le viste si dispongono, in relazione alla posizione della vista anteriore a, come illustrato in fig. 2. La vista posteriore f pu essere disposta anche a sinistra della vista da destra d. Il simbolo distintivo di questo metodo indicato in fig. 3.

    Fig. 2 Fig. 3

  • 3.2. Metodo delle frecce

    Nei casi in cui vantaggioso non seguire rigidamente le regole stabilite dal metodo del primo diedro, l'utilizzazione delle frecce di riferimento consente una disposizione pi libera delle viste, non vincolata alla vista anteriore. Ciascuna vista, ad eccezione della vista anteriore, deve essere contrassegnata dalla stessa lettera maiuscola di identificazione, che figura in prossimit della freccia indicante direzione e verso di osservazione della vista in oggetto. La viste possono essere traslate (e non rotate) rispetto alla vista anteriore. Le lettere maiuscole contrassegnanti le viste devono essere poste immediatamente al disopra o al disotto della vista corrispondente, utilizzando per una sola di queste disposizioni nel medesimo disegno. Ogni altra Indicazione superflua (fig. 4).

    Fig. 4

    Nota La norma ISO 129 comprende anche il metodo del ferzo diedro (metodo A) usato soprattutto In America. In esso, in relazione alla posizione della vista anteriore a, le altre viste sono disposte come illustrato nella fig. 5. Il simbolo distintivo di questo metodo indicato nella fig. 6.

    Fig. 5 Fig. 6

  • 4. Indicazione del metodo

    II simbolo distintivo del metodo del primo diedro (ci valido anche, secondo la ISO 128, per il metodo del terzo diedro) deve essere posto nella apposita casella nel riquadro delle iscrizioni (vedere UNI 8187). Per le rappresentazioni col metodo delle frecce non occorre alcuna indicazione.

    5. Scelta delle viste Come vista anteriore (vista principale) deve essere scelta quella pi caratteristica dell'oggetto. In generale, essa rappresenta l'oggetto nella sua posizione di utilizzazione. Oggetti utilizzati indifferentemente in tutte le posizioni devono essere rappresentati, preferibilmente, nella loro posizione principale di lavorazione o di montaggio.

    Quando, oltre alla vista anteriore, sono necessarie altre viste, queste devono essere eseguite tenendo conto dei criteri seguenti:

    limitarne iI numero al minimo sufficiente per definire l'oggetto senza ambiguit; limitare al minimo indispensabile la rappresentazione di contorni e spigoli nascosti; evitare la ripetizione non necessaria di particolari.

    6. Viste particolari

    Se sono necessarie viste secondo direzioni di osservazione differenti da quelle Indicate in 3 o se, con il metodo del primo diedro (o terzo, secondo IS0128), una vista non pu essere posta nella sua posizione prescritta, si pu disporre la vista stessa (metodo analogo a quello delle frecce) come Indicato nella fig. 7.

    Fig.7

    7. Viste parziali Se non indispensabile per la comprensione del disegno la rappresentazione completa di una vista, questa pu essere sostituita da una vista parziale, limitata da una linea continua fine irregolare (tipo C UNI 3968) (fig. 7) oppure da una linea continua fine regolare con zig-zag (tipo O UNI 3968).

    8. Viste locali Se la rappresentazione non risulta ambigua, ammesso, per mettere in evidenza elementi simmetrici di un oggetto, sostituire la vista completa dell'oggetto con la sola vista dell'elemento.

    Tali viste locali, indipendentemente dal metodo usato per l'esecuzione generale del disegno, devono essere disposte come illustrato nell'esempio di fig. 8 (metodo del terzo diedro, vedere nota in 3). devono essere collegate alla vista dell'oggetto cui si riferiscono mediante linea mista line (tipo G UNI 3968) e devono essere disegnate con linea di contorno grossa (tipo A UNI 3968)

    Fig. 8

  • 9. Ribaltamenti 1)

    Le parti che risulterebbero di scorcio in una dalle viste possono, per ragioni di chiarezza, essere ribaltate in modo da venire rappresentate In vera grandezza. In questo caso occorre anche indicare sul disegno con opportuni archi di circonferenza a linea mista fine (tipo G UNI 3968) la traiettoria subita da punti caratteristici della pane ribaltata, come illustrato in fig. 9.

    Fig. 9 1) Non previsto nella norma ISO 128.