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La nostra ricchezza è fatta dalla nostra diversità:l’altro ci è prezioso nella misura in cui ci è diverso (Albert Jacquard) IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE Il progetto curriculare “Immigrazione ed integrazione” ha visto coinvolti gli alunni della II D dell’I.C. “Foscolo - Gabelli” che coordinati dalle docenti Stefania Pellegrino e Rosa Folchino, ha preso in esame uno dei problemi più scottanti e di difficile risoluzione degli ultimi tempi. Immigrazione ed integrazione sono due facce della stessa medaglia che segnano l’uomo disperato, sconfitto, che lascia la sua terra,i suoi affetti, le sue abitudini per raggiungere un paese diverso dal suo in cerca di fortuna, trovandosi spesso a vivere situazioni di precarietà e di disagio sociale. Il lavoro si sviluppa in tre fasi. Inizialmente la classe, attraverso strategie di lettura attiva e approfondita, ha letto il libro Viki che voleva andare a scuola”di Fabrizio Gatti (noto giornalista del Corriere della Sera) che racconta la storia di un ragazzino albanese, Viki, appunto, conosciuto in una baraccopoli alla periferia di Milano e venuto in Italia a cercare il padre (I fase). Successivamente gli alunni divisi per gruppi hanno analizzato e illustrato il processo migratorio in tutte le sue sfaccettature, realizzando un prodotto multimediale corredato di fotografie tristemente eloquenti delle condizioni in cui versano i nostri fratelli immigrati (II fase).L’ultima parte del lavoro ha visto gli alunni diventare “giornalisti in erba”impegnati in un’intervista a due alunni stranieri che frequentano il nostro Istituto per conoscere la loro storia socio- culturale e le difficoltà affrontate nel loro percorso di integrazione( III fase).

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  • La nostra ricchezza è fatta dalla nostra diversità:l’altro ci è prezioso nella misura in cui

    ci è diverso (Albert Jacquard)

    IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE

    Il progetto curriculare “Immigrazione ed integrazione” ha visto coinvolti glialunni della II D dell’I.C. “Foscolo - Gabelli” che coordinati dalle docenti StefaniaPellegrino e Rosa Folchino, ha preso in esame uno dei problemi più scottanti e didifficile risoluzione degli ultimi tempi. Immigrazione ed integrazione sono duefacce della stessa medaglia che segnano l’uomo disperato, sconfitto, che lascia lasua terra,i suoi affetti, le sue abitudini per raggiungere un paese diverso dal suoin cerca di fortuna, trovandosi spesso a vivere situazioni di precarietà e didisagio sociale. Il lavoro si sviluppa in tre fasi. Inizialmente la classe, attraversostrategie di lettura attiva e approfondita, ha letto il libro “Viki che voleva andarea scuola”di Fabrizio Gatti (noto giornalista del Corriere della Sera) che raccontala storia di un ragazzino albanese, Viki, appunto, conosciuto in una baraccopolialla periferia di Milano e venuto in Italia a cercare il padre (I fase).

    Successivamente gli alunni divisi per gruppi hanno analizzato e illustrato ilprocesso migratorio in tutte le sue sfaccettature, realizzando un prodottomultimediale corredato di fotografie tristemente eloquenti delle condizioni in cuiversano i nostri fratelli immigrati (II fase).L’ultima parte del lavoro ha visto glialunni diventare “giornalisti in erba”impegnati in un’intervista a due alunnistranieri che frequentano il nostro Istituto per conoscere la loro storia socio-culturale e le difficoltà affrontate nel loro percorso di integrazione( III fase).

  • L’EMIGRAZIONE DALL’ITALIA VERSO GLI USA

    Fra il 1880 e il 1915 negli Stati Uniti d’America approdarono quattro milioni di italiani.Circa il 70% proveniva dal meridione, anche se tra il 1876 e il 1900 la maggior parte degliemigranti era prevalentemente del nord Italia con il 45% proveniente soprattutto daVeneto,Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Le motivazioni che spinsero molte migliaia diragazzi e uomini adulti italiani a lasciare la propria patria furono : cercare una via difuga da condizioni socio- economiche precarie, riuscire a fare fortuna all’estero e usare isoldi guadagnati per alleggerire la situazione di crisi che l’Italia e le famiglie italianestavano attraversando in quegli anni.

    L’immigrazione riguarda sia le migrazioni dipopolazioni tra paesi diversi sia i movimenti interni aduno stesso paese; è uno dei fenomeni sociali mondialipiù problematici e controversi, dal punto di vista dellecause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesidestinatari dei fenomeni migratori (principalmente lenazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), iproblemi che si pongono riguardano laregolamentazione ed il controllo dei flussi migratori iningresso e della permanenza.A livello politico, i Paesi di origine e di destinazionepossono stringere accordi bilaterali che prevedono flussimigratori programmati e controllati, per rispondere aesigenze di manodopera del Paese di destinazione, aproblemi di sovrappopolazione del Paese d'origine,compensati da altri aspetti come uno scambio di materieprime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevederela fornitura di materie prime e manodopera in cambio diprodotti finiti ed investimenti nell'industria e in infrastrutture

    nel Paese fornitore.

    L’IMMIGRAZIONE

  • RIFUGIATO POLITICORifugiato (o, più diffusamente, rifugiato politico) è un terminegiuridico che indica chi è fuggito o è stato espulso dal suo paese

    originario a causa di discriminazioni politiche, religiose, razziali, di

    nazionalità, o perché appartenente ad una categoria sociale di

    persone perseguitate, o a causa di una guerra presente nel suo Paese,

    e trova ospitalità in un Paese straniero che riconosce legalmente il

    suo status.

    PROFUGOA differenza del concetto di profugo, termine usato per definire

    genericamente chi si è allontanato dal Paese di origine per le

    persecuzioni o per una guerra, ciò che caratterizza il rifugiato è

    l'aver ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle

    convenzioni internazionali ,questo status e la relativa protezione

    attraverso l'asilo politico.

    L’ASILO POLITICOL’asilo politico è un'antica nozione giuridica, in base alla quale una

    persona perseguitata nel suo paese d'origine può essere protetta da

    un'altra autorità sovrana, un paese straniero, o un santuario religioso

    (come nel Medioevo).Tutti gli stati,in qualsiasi epoca,hanno offerto

    protezione e immunità a stranieri perseguitati.

    PROFUGHI NEL MEDITERRANEOA causa delle guerre in Siria e in Libia, così

    come dai conflitti presenti in numerosi altri

    Paesi africani e mediorientali, la pressione

    migratoria si è moltiplicata. Ecco alcuni

    numeri e dati sulla crisi umanitaria che da

    ormai diversi anni ha reso drammatico il conto

    dei morti nel Mar Mediterraneo.

    Secondo l’UNHCR( l’alto commissariato delle

    Nazioni unite per i rifugiati) più della metà dei

    profughi arrivati in Europa dal Mar Mediterraneo

    proviene da Siria ed Eritrea. La maggior parte

    dei profughi sono uomini, e in Italia nel 2014 ne

    sono arrivati 170 mila, sono stati contati più

    bambini che donne. La metà dei bambini è

    scappata da sola, senza l’accompagnamento dei

    genitori. Frontex (Agenzia europea della guardia

    costiera e di frontiera) raggruppa in 5 le vie

    seguite dai viaggi dei profughi:

    -Il Mediterraneo centrale;

    -Dal Mediterraneo alla Puglia e alla Calabria;

    -Il Mediterraneo orientale;

    -Il Mediterraneo occidentale;

    -Dall’Africa occidentale alle Canarie.

  • L‘IMMIGRAZIONE ILLEGALE

    L’immigrazione illegale (o immigrazioneclandestina o irregolare) è l’ingresso o ilsoggiorno di cittadini stranieri in violazionedelle leggi di immigrazione del paese didestinazione.Lo status degli immigrati è nella maggiorparte dei casi temporaneo. Può accadere chepersone entrate clandestinamente, senzapresentare le proprie generalità ai controllidi frontiera, riescano in un secondo tempo asanare la loro posizione sul territorio,tramite “sanatorie”o “regolarizzazioni”.Viceversa persone entrate regolarmente sulterritorio possono col tempo divenire“irregolari”senza riuscire a rientrare nellecasistiche previste dalle sanatorie. Gliimmigrati sono di solito mossi dal desideriodi migliorare le proprie condizioni di vita espesso i Paesi di provenienza sono poverioppure non rispettano i diritti civili. Inquest’ultimo caso potrebbero avere dirittoad ottenere lo status di rifugiati richiedentiasilo.

    IMMIGRAZIONE IN ITALIA

    Il fenomeno dell’immigrazione a partire dai primi anni del XXI secolo è diventato unfenomeno caratterizzante della demografia del nostro Paese. Infatti, l’Italia è tra gli Statieuropei che in quest’ultimo decennio ha visto il più intenso incremento del flusso diimmigrati. Secondo i dati Istat relativi al bilancio demografico nazionale, alla data del1°gennaio 2016, risultavano regolarmente residenti in Italia 5.026.153 cittadini stranieri, pariall’8,3% della popolazione residente totale (60.665.551 individui).Le acquisizioni dicittadinanza sono in costante aumento e tra coloro che hanno acquisito la cittadinanzaitaliana nel 2015 il 20% era precedentemente cittadino albanese e il 18% marocchino. Maultimamente c’è stato un rapido incremento dei flussi migratori dall’Europa orientale, inparticolare dalla Romania, Bulgaria, Moldavia,Pakistan.

  • VISTO DI SOGGIORNOIl visto di soggiorno, nell'ambito del diritto amministrativo italiano, è un'autorizzazioneche deve essere richiesta dai soggetti extracomunitari per poter soggiornare nel paeseaccogliente. Il visto di soggiorno viene rilasciato dall' ambasciata italiana o dalle sediconsolari italiane del Paese di residenza del cittadino straniero e va richiesto entro ottogiorni lavorativi. Con il permesso di soggiorno viene autorizzata la presenza regolare dellostraniero sul territorio dello Stato italiano ed è il presupposto per una richiesta di residenzadi medio o lungo periodo del territorio italiano. In caso di mancato rilascio o rinnovo delpermesso, la legge prevede che sia disposto il procedimento di espulsione dallo statoitaliano dello straniero, provvedimento che è immediatamente esecutivo.

    cCECENTRI D’ IMMIGRAZIONE

    I cittadini stranieri entrati in modo irregolare in Italia sono accolti nei centri perl'immigrazione dove ricevono assistenza, vengono identificati e trattenuti invista dell'espulsione oppure, nel caso di richiedenti protezione internazionale,per le procedure di accertamenti dei relativi requisiti. Queste strutture sidividono in: centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa), centri di accoglienza(Cda), centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e centri diidentificazione ed espulsione (Cie). Nei Cpsa i migranti ricevono le prime curemediche necessarie, vengono fotosegnalati, possono richiedere la protezioneinternazionale. I Cda e i Cara,invece, garantiscono la prima accoglienza allostraniero e procedono all’identificazione e all’avvio delle procedure relative allaprotezione internazionale. I Cie sono centri in cui gli stranieri giunti in modoirregolare in Italia e che non fanno richiesta di protezione internazionale o nonne hanno i requisiti, vengono trattenuti per un massimo di 18 mesi per essere poiespulsi e rimpatriati.

  • IMMIGRAZIONE E CRIMINALITÁ

    Il rapporto tra immigrazione e criminalità è un argomentoche ha prodotto numerose analisi e discussioni in tutto ilmondo, in particolar modo tra gli studiosi statunitensi, iquali hanno iniziato a discutere del fenomeno già dallaGrande Migrazione della fine dell’Ottocento.Il sociologo Marzio Barbagli ha rilevato che dagli anni settantain poi il numero dei reati commessi dagli immigrati ècresciuto notevolmente e questo dipende da due fattoridistinti: il primo è l’aumento dei clandestini e degli irregolariche commettono reati, l’85% dei furti commessi daextracomunitari è stato compiuto da un clandestino e cosìanche il 70% per cento delle lesioni volontarie e il 75% degliomicidi. Si è creata così la figura del clandestino che, a priori,senza aver commesso nessun reato tranne quello di esserevenuto in Italia in cerca di lavoro, diventa “fuori legge”,criminale, disonesto. La gente è portata a credere che chivalica le frontiere italiane, eludendo i controlli di legge, lofaccia perché ha qualcosa da nascondere o perché lo ritienepiù facile, meno oneroso. In realtà, il sistema legislativocostruito, rende l’entrata regolare estremamente difficile,tanto è che oggi, due immigrati regolari su tre, lo sonodiventati passando dallo status di clandestino.

    L’Italia in tutto ciò, per la sua collocazionegeografica, è diventata uno snodo deltraffico di persone, dove operanoorganizzazioni criminali albanesi, nigeriane,cinesi, magrebine ed est europee,specializzatesi nel traffico e nella tratta diconnazionali sul nostro territorio,nonostante le organizzazioni mafioseautoctone (Cosa Nostra, ‘ndrangheta,camorra e Sacra corona unita) continuino adavere un ruolo primario nello scenariocriminale, soprattutto in determinati settoriilleciti in cui la penetrazione di sodalizistranieri non è permessa (traffico distupefacenti, appalti pubblici, etc.).

  • GLI SCAFISTI

    Gli scafisti (termine utilizzato in ambito giornalistico per indicare chi porta immigratiirregolari da un paese all’altro),sono persone, spregiudicate e senza scrupoli,che ,al serviziodei trafficanti (in inglese,smugglers),trasportano su navi o gommoni piccoli e di scarsaqualità, gente che spesso trova la morte o se è fortunata viene soccorsa in mare dopo aversborsato ingenti cifre di denaro. A questo proposito occorre ricordare quella che è stata lapiù grande tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo avvenuta il18 aprile 2015 quandomorirono oltre settecento migranti . Il tunisino Mohamed Alì Malek, 27 anni, il“capitano”,riconosciuto colpevole dal tribunale di Catania e condannato a 18 anni peromicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, inpreda all’alcol, fece cozzare il barcone stipato all’inverosimile di uomini, donne e bambini,contro un mercantile portoghese che era sopraggiunto per portare soccorso provocando ilconseguente affondamento dello scafo. Dal naufragio, che avvenne a 180 chilometri a sudda Lampedusa, si salvarono soltanto 28 persone. Tra loro anche due minorenni che si sonocostituiti parte civile.

    ESEMPI POSITIVI DÌ INTREGRAZIONE IN ITALIA

    In questi giorni si discute di “quote” e di “numeri” per far fronte all’emergenzaimmigrazione e, dopo l’accorto appello di papa Francesco alle parrocchie affinchéospitino ciascuna una famiglia di rifugiati in Italia esistono già da tempo esempi positividi accoglienza che ci insegnano che “accogliere si può,e lo si può fare a costo zero”. Moltagente fuggita dall’Africa è stata impiegata, in diversi centri italiani, in diverse attività:dalla cura del verde pubblico , all’agricoltura fino a veri e propri stage di lavoro.La Padania dove la percentuale di stranieri raggiunge il 15% della popolazione ha decisodi investire tutto nell’educazione. Dando vita a progetti che coinvolgessero tanto ibambini quanto i loro genitori nelle attività scolastiche, con iniziative culturali che vannodal Festival Uguali Diversi al percorso Genitori Efficaci e al Progetto Cultivar ecostruendo una solida rete di relazioni sociali, questa amministrazione ha compreso chel’integrazione parte dai bambini e, soprattutto, dalla loro istruzione, poiché «superandobarriere e pregiudizi che ostacolano la creazione di una società multiculturale, si agisce,nella società di oggi, per costruire, nel presente, la società futura, i cittadini del domani».Senza dare fondo alla casse comunali e, anzi, creando futura competitività economica.

  • INTERVISTA A IULIAN E MUAREMAndrea:- Qual è il vostro paese d’origine?

    Iulian:-Vengo dalla Romania, dalla città di Tulcea ( è uno dei 41 distretti della

    Romania, ubicato nella regione storica della Dobrugia).

    Muarem:- Sono macedone e vengo da Skopje (è la capitale e la città più

    popolosa della Repubblica di Macedonia).

    Marika:- Da quanti anni siete in Italia e dove abitate qui a Foggia?

    Iulian:- Sono 9 anni e mezzo che con mio padre e mia madre vivo a

    Foggia,sono figlio unico e abito in via Lucera in un piano terra.

    Muarem:- Da quando sono nato vivo in Italia, circa 15 anni. Abito ad Arpinova,

    con mia madre, mio padre e i miei cinque fratelli, sono il primo di sei figli.

    Vengo a scuola in autobus.

    Francesco:- Vi è dispiaciuto lasciare il vostro paese?

    Iulian:-Ero piccolo quando ho lasciato il mio paese, però tutti gli anni ciritorno, soprattutto d’estate perché lì ci sono tutti i miei parenti. Alcunicome noi erano venuti in Italia, ma dopo poco hanno deciso di tornare acasa non sono riusciti a integrarsi in Italia.

    Muarem:- Anch’io torno ogni anno in Macedonia,parto con la mia famiglia daBari con la nave, andiamo lì anche per rinnovare il permesso di soggiorno.

    Aurora:- I vostri genitori lavorano?Iulian:- Mio padre lavora alla Global service , fa le caldaie termiche. Mia madre

    lavora tre ore la mattina e tre ore il pomeriggio come badante presso unasignora anziana.

    Muarem:- Mio padre lavora come meccanico presso un’officina, mia madre ècasalinga.

    Massimo:- Che fate nel tempo libero?Iulian:-Ho pochi amici, esco poco .La domenica con i miei genitori andiamo alla

    Caritas dove un sacerdote rumeno celebra la liturgia ortodossa.Muarem:- Esco con i miei connazionali,ma anche con ragazzi italiani, gioco a

    pallone, mi diverto molto con loro. Il venerdì (yawm al-jum “giornodell’assemblea”)nella moschea di Arpinova ci riuniamo per pregare .

    Federica:-Vi piace studiare?Iulian:- No, non mi piace studiare.Muarem:- Sì mi piace studiare, la mia materia preferita è la matematica.Vanessa:-Come vi travate a scuola?Vi sentite a vostro agio o avete difficoltà ad

    integrarvi?Iulian:- Non sto bene nella mia classe, a volte i miei compagni mi prendono in

    giro, soprattutto fuori dalla scuola. Anch’io non sono proprio una “pecora”,però loro a volte esagerano sia con le parole sia con le azioni.

  • Muarem:- No, io non ho problemi con i miei compagni. Mi sento accettato da tutti.

    Davide:- Cosa apprezzate di più dell’Italia?

    Iulian:- Mi piace questo Paese, ormai lo sento mio, ma spero un giorno di tornarein Romania dove ho lasciato i miei nonni, i miei zii e i miei cugini. Mi mancanotanto…

    Muarem:- Anche a me piace l’Italia, ci sto bene, gradisco molto la cucina italiana,mangio di tutto e naturalmente non mangio carne di maiale. Mi piacerebbetornare nel mio Paese, ma ormai la mia “casa”è qui ,con la mia famiglia e i mieiamici.

    La classe:- Grazie per la vostra disponibilità ,a presto.

    Iulian e Muarem:- Ciao.