Disabili al lavoro, missione impossibile?

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DISABILI AL LAVORO RISORSE INUTILIZZATE L’IMPEGNO DI ALESSIA ROTTA E DIEGO ZARDINI, DEPUTATI DEL PD, PER L’INSERIMENTO DEI DISABILI NEL MONDO DEL LAVORO “GARANTIRE LA COSTITUZIONE …………………………. SIGNIFICA RIMUOVERE OGNI BARRIERA CHE LIMITI I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ”.

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DISABILI AL LAVORORISORSE INUTILIZZATE

L’IMPEGNO DI ALESSIA ROTTA E DIEGO ZARDINI, DEPUTATI DEL PD, PER L’INSERIMENTO DEI DISABILI NEL MONDO DEL LAVORO

“GARANTIRE LA COSTITUZIONE ………………………….SIGNIFICA RIMUOVERE OGNI BARRIERA CHE LIMITI I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ”.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

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Tra i problemi ricevuti in eredità dal 2015 vi è quello dell’inserimento nel mondo del lavoro pubblico e privato delle categorie protette a causa delle lungaggini burocratiche, del non rispetto delle disposizioni di legge e della convinzione errata, proveniente da una sotto cultura di diffidenza, che vede nell’assunzione dei disabili un motivo di inefficienza. La crisi economica e l’esigenza di contenere la spesa pubblica ha indotto all’approvazione di disposizioni di legge che impongono il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo e la sospensione dell’obbligo della copertura della quota di riserva a favore delle categorie protette nelle pubbliche amministrazioni (PA) che presentano una situazione di soprannumerarietà o di eccedenza di personale. Le PA per superare tale divieto avrebbero dovuto intervenire con diversi strumenti tra i quali i processi di mobilità guidata finalizzati alla ricollocazione presso gli uffici pubblici che presentino vacanze di organico. Tali strumenti non sono stati utilizzati e non hanno consentito la riapertura delle assunzioni.Considerato il blocco del reclutamento delle categorie protette e le attese delle categorie protette ad entrare nel mondo del lavoro Diego Zardini, Alessia Rotta, deputati del PD, ed altri deputati hanno presentato l’interrogazione 4/01464 del 24 luglio 2013 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali finalizzata a:- effettuare una ricognizione nelle pubbliche amministrazioni al fine di conoscere lo stato di

attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68, rendendo accessibili le informazioni scaturite dall'accertamento stesso e di intervenire nel caso in cui venga rilevato che gli obblighi della legge a favore dei soggetti disabili non siano stati rispettati;

- accelerare nelle pubbliche amministrazioni ed in particolare nell'Inps le procedure di mobilità collettiva che presentano situazioni di soprannumero e di eccedenze di personale (articoli 6 e 33 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165) e dare attuazione al piano di assorbimento dei soprannumerari entro il 31 dicembre 2014 (articolo 2, comma 11, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135) al fine di non disattendere le giuste aspettative dei soggetti disabili risultati idonei nel processo di reclutamento messo in atto dall'Inps;

- valutare la possibilità di effettuare le assunzioni in questione in profili professionali appartenenti ad aree dell'Inps in cui vi sia disponibilità di posti e non posizioni soprannumerarie.

Purtroppo tale interrogazione non ha avuto alcuna risposta da parte del Ministero competente. In seguito Diego Zardini, Alessia Rotta ed altri 26 deputati hanno presentato la proposta di legge n. 1501 del 7 agosto 2013 , assegnata alla Commissione Lavoro, al fine di eliminare il blocco delle assunzioni delle categorie protette, consentendo alle PA in caso di completezza dell’organico di inquadrare i lavoratori, appartenenti alle categorie protette, in soprannumero fino al verificarsi della prima vacanza. Inoltre, la proposta prevede “l’obbligo per i datori di lavoro pubblici di pubblicare sul proprio sito istituzionale le quote d’obbligo scoperte a favore delle categorie protette e di aggiornare in modo continuo le relative informazioni”.Gli ostacoli normativi che si frapponevano all’assunzione delle categorie protette vengono finalmente eliminati con l’approvazione del D. L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito con modificazioni dalla L. 30 novembre 2013, n. 125, il quale prevede una deroga a favore delle categorie protette al divieto di nuove assunzioni nel caso in cui le PA presentano una situazione di soprannumerarietà. Il decreto obbliga le PA a rideterminare il numero delle assunzioni obbligatorie delle categorie protette e ad effettuare le relative assunzioni ed il Dipartimento della Funzione Pubblica a monitorare gli adempimenti previsti dal decreto 101/2013. Purtroppo l’art. 7, c. 6 e 7, del decreto non prevede l’obbligo delle PA di pubblicare sul proprio sito istituzionale le quote d’obbligo scoperte a favore delle categorie protette e la trasparenza del monitoraggio assegnato al Dipartimento della funzione pubblica. L’assenza di tali informazioni non facilità il controllo sociale e l’intervento delle persone interessate e delle forze politiche e sociali affinché gli obblighi di legge vengano attuati nell’esclusivo interesse delle persone svantaggiate.Si cita il caso paradossale dell’Inps che dopo aver effettuato il processo di selezione dei soggetti disabili, iniziato nel 2012 con determinazione dell’Istituto n. 438 del 2/12/2011, ha richiesto per la

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seconda volta all’inizio del mese di aprile 2014 la documentazione necessaria ai soggetti risultati idonei alle prove di selezione ed interessate all’assunzione al fine di concludere l’iter di reclutamento. Da tale data non si ha alcuna notizia riguardo alle 250 persone disabili che dovrebbero essere assunte dall’Istituto con il rischio di far decadere la convenzione che ha durata triennale. Diego Zardini ha presentato ordine del giorno il 24 ottobre 2013 in fase di discussione della conversione in legge del D. L. n. 101/2013 che è stato approvato dal Governo.Inoltre i deputati Diego Zardini e Alessia Rotta non hanno rinunciato all’obiettivo di realizzare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e specificatamente nelle PA. ed hanno presentato altre interrogazioni (5/01607 del 28/11/2013, 5/02715 del 30/04/2014 e 5/03015 del 18/06/2014.Negli ultimi anni sono state effettuate indagini e rapporti da parte di organizzazioni private (Gidp - Reatech e Page Personnel) e pubbliche (Istat, Ministero del lavoro e Organizzazione internazionale del lavoro) sullo stato di inserimento lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette. I risultati emersi non sono incoraggianti:- Le aziende ritengono improduttivo e un costo l’assunzione di un lavoratore delle categorie

protette. Il 50% delle imprese preferisce pagare le sanzioni anziché assumere un disabile;- Le aziende che hanno assunto i disabili restano soddisfatte perché sono lavoratori che operano

come tutti gli altri colleghi nei diversi settori; - L’80% delle categorie protette in età lavorativa sono senza lavoro e gli iscritti nelle liste di

collocamento obbligatorio sono iscritti 750 mila; - Nelle liste di collocamento obbligatorio sono iscritti 750.000 e l’80% è disoccupato. Negli altri

paesi industrializzati la percentuale oscilla tra il 50% ed il 70%; - Secondo l’Organizzazione internazionale per il lavoro il non impiego delle categorie protette

produce una perdita di ricchezza valutabile tra l’1% e il 7% del Pil mondiale.La Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso la sentenza C312/11 che condanna l’Italia per non aver applicato in modo completo i principi europei in materia di diritto al lavoro per le persone disabili e sanziona il Governo ed il parlamento ad adeguarsi alla direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000. Continua l'impegno del Pd ed in particolare dei deputati veronesi Zardini e Rotta per l'inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, allargando l’area del loro impegno alle aziende."Le norme a favore dell'inserimento dei disabili sul lavoro sono assolutamente disattese, dichiara Diego Zardini. E' un grave danno per il paese in quanto il sistema non tiene conto che le categorie protette rappresentano una grande risorsa inutilizzata se non vengono inseriti nel mondo del lavoro e non un peso morto per le organizzazioni. Dopo i numerosi interventi a favore dell’inserimento delle categorie protette nelle pubbliche amministrazioni ora la nostra attenzione verrà rivolta al settore privato, il quale da ricerche recenti risulta che l’80% delle persone iscritte alle liste di collocamento obbligatorio è disoccupato”. “E' nostra intenzione, conclude Zardini, far comprendere alle imprese come possa essere economicamente vantaggioso rispettare le norme evitando le sanzioni oltre che evidentemente risolvere una questione dai risvolti profondamente etici".“La crisi colpisce, afferma Alessia Rotta, con un livello di disoccupazione senza precedenti nel nostro Paese, un Paese che diventa di persone più deboli. Non possiamo tollerare di aggiungere a povertà nuove ingiustizie, ancor meno se frutto di violazioni di legge. È il caso delle norme che regolano le assunzioni di disabili nella Pubblica Amministrazione. Come parlamentari riteniamo doveroso che qualcosa si muova anche dopo il monitoraggio disposto dal D.L. 101. Ma vogliamo anche appellarci agli imprenditori, al settore privato che, a fronte di incentivi e defiscalizzazione, vedi ultima legge di stabilità, preferisce pagare sanzioni che assumere persone diversamente abili”.Tra i problemi da risolvere che riguardano le PA vi è la trasparenza sullo stato di attuazione della legislazione relativa alle categorie protette. Inoltre, si ritiene che occorre rivedere le sanzioni per le aziende in quanto trovano conveniente pagare la penale anziché assumere un disabile ed eliminare la norma che permette di sottrarsi all’obbligo alle aziende che si trovino in certe condizioni (lavori pericolosi, prestazione faticosa, attività ad alta specializzazione tecnica di sottrarsi all’obbligo).

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DOCUMENTAZIONE

XVII Legislatura

CAMERA DEI DEPUTATI n. 1501

PROPOSTA DI LEGGEd'iniziativa dei deputati

ZARDINI, ROTTA, MORETTI, ALBANELLA, AMODDIO, BIONDELLI, CARRA, CHAOUKI, DALLAI, MARCO DI MAIO, D'INCECCO, FANUCCI, GINOBLE, LATTUCA, MALPEZZI, MARCHI, MARZANO, MOSCATT, PETITTI, RAMPI, RIGONI, ROSTAN, RUBINATO, RUGHETTI, VALERIA VALENTE, VENITTELLI, ZANIN, ZAPPULLA

“Modifica all'articolo 3 della legge 12 marzo 1999, n.68, in materia di assunzioni obbligatorie dei lavoratori disabili presso datori di lavoro pubblici” (1501)

Presentata il 7 agosto 2013

Onorevoli Colleghi! L'inserimento nel mondo del lavoro e l'autonomia economica sono fattori estremamente importanti per l'integrazione sociale delle persone disabili. La legislazione italiana in materia di persone disabili ha avuto un'evoluzione significativa con la legge n. 68 del 1999 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili». I processi d'integrazione scolastica delle persone disabili, la crescente e variegata offerta formativa, nonché l'impegno particolarmente significativo di alcune realtà locali di rafforzare il rapporto tra la persona disabile e il mondo del lavoro determinano una crescita significativa della domanda di inserimento lavorativo. Tale domanda è alimentata da un flusso annuale di persone con disabilità, che escono dal circuito scolastico-formativo, stimato di almeno 10.000 unità. La legge n. 68 del 1999 rappresenta una profonda innovazione culturale nel settore dell'integrazione lavorativa delle persone disabili in quanto ha introdotto una disciplina ispirata al concetto di «collocamento mirato». La normativa promuove e sostiene l'inserimento individualizzato nel mondo del lavoro delle persone disabili in base a un'analisi delle capacità lavorative del singolo soggetto e delle caratteristiche del posto di lavoro, incoraggiando un'attivazione di azioni positive di sostegno e prevedendo quindi la rimozione dei problemi ambientali e relazionali, che rendono difficile l'inserimento della persona disabile nell'attività lavorativa. Infatti, tramite il collocamento mirato, ossia attraverso una «serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi dei posti, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione» (articolo 2 della legge n. 68 del 1999), è possibile inserire la persona con disabilità nel posto di lavoro adatto. L'ultima indagine condotta dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), i cui dati sono confermati dall'Ufficio per i diritti dei portatori di handicap delle Nazioni Unite, rileva che la disoccupazione tra i portatori di disabili è tra il 50 e il 70 per cento nei Paesi industrializzati e che in Italia raggiunge una punta dell'80 per cento, nonostante la legislazione in vigore preveda percorsi specifici per l'inserimento nel mercato del lavoro. Inoltre, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha emesso la sentenza C312/11 che condanna l'Italia per non aver applicato in modo completo i princìpi europei in materia di diritto al lavoro per le persone disabili e invita il Governo e il Parlamento ad adeguarsi alla direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000.

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Spesso le norme si frappongono le une alle altre non consentendo un processo di reclutamento delle persone disabili snello e veloce. Per tale motivo la presente proposta di legge rimuove alcuni ostacoli essenziali al fine di non sospendere e non bloccare il legittimo diritto delle persone disabili di entrare nel mondo del lavoro. La finalità di questa proposta di legge è quella di rendere sempre più reale il diritto del disabile ad accedere al mondo del lavoro superando ed eliminando gli ostacoli che si frappongono alla loro assunzione nel caso in cui il datore di lavoro pubblico presenti una pianta organica con personale in eccedenza e soprannumerario. Inoltre, la proposta di legge obbliga i datori di lavoro pubblici a pubblicare sul proprio sito istituzionale i dati relativi alle quote d'obbligo non coperte relative alle categorie protette. La trasparenza di tali informazioni consente a tutti di conoscere i comportamenti dei datori di lavoro pubblici riguardo lo stato delle assunzioni delle categorie protette e permette agli organi di controllo di intervenire per far rispettare ai datori di lavoro pubblici le disposizioni di legge in materia di assunzione delle categorie in oggetto.

Proposta di legge

Art. 11. All'articolo 3 della legge 12 marzo 1999, n. 68, e successive modificazioni, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:«7-bis. In caso di completezza del ruolo organico, i datori di lavoro pubblici sono tenuti a inquadrare i lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 in soprannumero fino al verificarsi della prima vacanza.7-ter. I datori di lavoro pubblici hanno altresì l'obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale le quote d'obbligo non coperte relative ai lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 e di aggiornare in modo continuo le relative informazioni».

ATTO CAMERAODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01682-A/084

Dati di presentazione dell'attoLegislatura: 17Seduta di annuncio: 104 del 24/10/2013

FirmatariPrimo firmatario: ZARDINI DIEGOGruppo: PARTITO DEMOCRATICOData firma: 24/10/2013

Stato iter: CONCLUSO il 24/10/2013

Partecipanti allo svolgimento/discussione

PARERE GOVERNO 24/10/2013

D'ALIA GIANPIEROMINISTRO SENZA PORTAFOGLIO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SEMPLIFICAZIONE

Fasi iter:

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ACCOLTO IL 24/10/2013PARERE GOVERNO IL 24/10/2013RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 24/10/2013CONCLUSO IL 24/10/2013

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01682-A/084presentato da

ZARDINI Diegotesto di

Giovedì 24 ottobre 2013, seduta n. 104

La Camera, in fase di discussione del disegno di legge A.C. 1682 recante «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni; premesso che: l'inserimento nel mondo del lavoro e l'autonomia economica sono fattori estremamente importanti per l'integrazione sociale delle persone con disabilità. La legislazione italiana in tema di persone con disabilità ha avuto un'evoluzione significativa con la legge n. 68 del 1999 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili». I processi di integrazione scolastica delle persone con disabilità, la crescente e variegata offerta formativa, l'impegno particolarmente significativo di alcune realtà locali di rafforzare il rapporto tra la persona con disabilità ed il mondo del lavoro, determinano una crescita significativa della domanda di inserimento lavorativo. Tale domanda è alimentata da un flusso annuale di persone con disabilità, che escono dal circuito scolastico-formativo, stimato di almeno 10 mila unità; la legge n. 68 del 1999 rappresenta una profonda innovazione culturale nel settore dell'integrazione lavorativa delle persone con disabilità, in quanto ha introdotto una disciplina ispirata al concetto di «collocamento mirato». La normativa promuove e sostiene l'inserimento individualizzato nel mondo del lavoro delle persone con disabilità in base ad un'analisi delle capacità lavorative del singolo soggetto, delle caratteristiche del posto di lavoro, incoraggiando un'attivazione di azioni positive di sostegno e prevedendo quindi la rimozione dei problemi ambientali e relazionali, che rendono difficile l'inserimento della persona con disabilità nell'attività lavorativa; infatti, tramite il collocamento mirato, ossia attraverso una serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi dei posti, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione è possibile inserire la persona con disabilità nel posto di lavoro adatto; l'ultima indagine condotta dall'Istat, i cui dati sono confermati dall'ufficio per i diritti dei portatori di handicap delle Nazioni Unite, rileva che la disoccupazione tra i portatori di disabilità è tra il 50 e il 70 per cento nei paesi industrializzati e in Italia raggiunge una punta dell'80 per cento, nonostante la legislazione in vigore preveda percorsi specifici per l'inserimento nel mercato del lavoro; inoltre, la Corte di giustizia europea ha emesso la sentenza C31211 che condanna l'Italia per non aver applicato in modo completo i princìpi europei in materia di diritto al lavoro per le persone con handicap ed invita il governo ed il Parlamento ad adeguarsi alla direttiva 2000/78 CE del Consiglio, del 27 novembre 2000; spesso il sistema delle norme si frappongono alle altre non consentendo un processo di reclutamento delle persone inabili snello e veloci; preso atto positivamente che il Governo Letta con il presente decreto-legge n. 101 del 2013, attualmente in corso di conversione, prevede all'articolo 7, comma 6, la deroga al blocco delle assunzioni a favore dei disabili. Si ritiene che non sia sufficiente la deroga in tale materia, la quale è

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rapportata al momento congiuntamente del Paese, ma che occorre introdurre una regola generale che garantisca i soggetti disabili da eventuali interventi finalizzati al blocco delle assunzioni così come previsto per il collocamento al lavoro dei centralinisti non vedenti (articolo 4, comma 4, della legge 29 marzo 1985, n. 113); per tale motivo occorre un intervento normativo che rimuova alcuni ostacoli essenziali al fine di non sospendere e non bloccare i legittimi diritti dei soggetti inabili di entrare nel mondo del lavoro,impegna il Governo:a valutare l'opportunità di assumere iniziative finalizzate a rendere sempre più reale il diritto del disabile ad accedere al mondo del lavoro superando ed eliminando quegli ostacoli che si frappongono alle assunzioni dei disabili nel caso in cui il datore di lavoro pubblico presenti una pianta organica con personale in eccedenza e soprannumerario; a valutare l'opportunità di assumere iniziative finalizzate a rendere obbligatorio per i datori di lavoro pubblici a pubblicare sul proprio sito istituzionale i dati relativi alle quote d'obbligo scoperte a favore delle categorie protette. La trasparenza di tali informazioni mette nelle condizioni i cittadini di conoscere i comportamenti dei datori di lavoro pubblici riguardo lo stato delle assunzioni delle categorie protette e gli organi di controllo di intervenire per far rispettare ai datori di lavoro pubblici le disposizioni di legge in materia di assunzione delle categorie in questione. 9/1682-A/84. Zardini.

ATTO CAMERAINTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03015

Dati di presentazione dell'attoLegislatura: 17Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014

FirmatariPrimo firmatario: ROTTA ALESSIAGruppo: PARTITO DEMOCRATICOData firma: 18/06/2014

Elenco dei co-firmatari dell'atto

Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma

ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2014Commissione assegnataria

Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)

DestinatariMinistero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 18/06/2014

Stato iter: IN CORSOFasi iter:MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/06/2014

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Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03015presentato da

ROTTA Alessiatesto di

Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248ROTTA e ZARDINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che: la grave crisi economica e sociale dell'Italia ed il conseguente alto tasso di disoccupazione colpisce i ceti più deboli e tra questi i soggetti disabili, tutelati dalla legge 12 marzo 1999, n. 68, avente la finalità di «promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro» (articolo 1); a tal fine, l'articolo 3, comma 1, della medesima legge disciplina le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva a favore dei soggetti disabili; 

la normativa precedente al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 convertito con modificazioni dalla legge 30 novembre 2013, n. 125, ha vietato alle pubbliche amministrazioni che presentano una situazione di soprannumerarietà e di eccedenza di personale di effettuare le assunzioni dei soggetti disabili per le quote d'obbligo riservate per legge a tali soggetti; 

l'ultima indagine condotta dall'Istat, i cui dati sono confermati dall'ufficio per i diritti dei portatori di handicap delle Nazioni Unite, rileva che la disoccupazione tra i portatori di disabilità è tra il 50 e il 70 per cento nei paesi industrializzati e in Italia raggiunge una punta dell'80 per cento, nonostante la legislazione in vigore preveda percorsi specifici per l'inserimento nel mercato del lavoro; la Corte di giustizia europea ha emesso la sentenza C31211 che condanna l'Italia per non aver applicato in modo completo i principi europei in materia di diritto al lavoro per le persone con handicap ed invita il Governo ed il Parlamento ad adeguarsi alla direttiva 2000/78 CE del Consiglio, del 27 novembre 2000; 

il decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 convertito con modificazioni dalla legge 30 novembre 2013, n. 125, prevede all'articolo 7 una deroga a favore delle categorie protette, incluse le persone disabili, al divieto di nuove assunzioni nel caso in cui le amministrazioni pubbliche registrano una situazione di soprannumerarietà. Il comma 6 disciplina la rideterminazione del numero di assunzioni obbligatorie delle categorie protette sulla base delle quote d'obbligo e dei criteri di computo previsti dalla normativa vigente, tenendo conto, ove necessario, della dotazione organica come rideterminata secondo la legislazione vigente ed il comma 7 assegna al dipartimento della funzione pubblica il compito di monitorare l'adempimento dell'obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni. Tale provvedimento risponde alle aspettative delle persone disabili di entrare nel mondo del lavoro; 

la preoccupazione è quella di assistere a tempi troppo lunghi del processo di selezione e reclutamento dei soggetti disabili da parte delle amministrazioni pubbliche, regolato dall'articolo 7, commi 6 e 7, del decreto-legge n. 101 del 2013 rispetto agli adempimenti da porre in essere ed alle esigenze delle categorie protette, le quali da molto tempo aspirano ad entrare nel mondo del lavoro –: se non ritenga necessario effettuare una ricognizione nelle pubbliche amministrazioni al fine di conoscere lo stato di attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 ed intervenire nel caso in cui venga rilevato che gli obblighi della legge a favore dei soggetti disabili non siano rispettati;  se non reputi urgente porre particolare attenzione ai tempi di attuazione degli adempimenti previsti dal decreto-legge n. 101 del 2013 affinché il processo di selezione e reclutamento delle categorie protette da parte delle pubbliche amministrazioni venga avviato e si concluda in tempi accettabili, posto che occorre controllare tale processo ed intervenire in modo efficace nel caso in cui si presentino comportamenti dilatori e burocratici da parte delle pubbliche amministrazioni al fine di

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renderli improduttivi per non disattendere le aspettative delle persone interessate e la volontà del Governo; se non ritenga necessario intervenire affinché i datori di lavoro pubblici ed il dipartimento della funzione pubblica pubblichino nei propri siti istituzionali i dati relativi alle quote d'obbligo scoperte a favore delle categorie protette posto che la trasparenza di tali informazioni mette nelle condizioni i cittadini di conoscere i comportamenti dei datori di lavoro pubblici riguardo lo stato di assunzione delle categorie protette e le pubbliche amministrazioni di velocizzare gli adempimenti di cui all'articolo 7, commi 6 e 7, del decreto, decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2013, n. 125. (5-03015)