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ISSN 1722-6481 BETANIA MARZO-APRILE 2010 Nuova serie: Anno XVI SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 FILIALE DI TORINO - N. 2/2010 Autorizz. Tribunale di Torino n. 3806 del 21.5.1987 OPERA DELL’AMORE INFINITO 2

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Direttore Responsabile: Don Piero AGRANO

Stampa: Scuola Grafica Salesiana - Torino

ISSN 1722-6481

BETANIA

MARZO-APRILE 2010Nuova serie: Anno XVI

SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96FILIALE DI TORINO - N. 2/2010

Autorizz. Tribunale di Torino n. 3806 del 21.5.1987

In caso di mancato recapito inviare a:

C.M.P. NORD DI TORINO per la restituzione al mittente

BETANIA DEL SACRO CUOREVia Lamarmora, 31 - 10030 VISCHE - TO (Italia)

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TORINO C.M.P.

OPERA DELL’AMORE INFINITO

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Copertina N2-2010:cop 25-02-2010 11:55 Pagina 2

Incontri di spiritualitàper Amiche, Amici di Betania e simpatizzanti

BETANIA DEL SACRO CUORE - VISCHEanimati da don Pierfranco Chiadò - dalle ore 9,30 alle ore 16

➤ Lunedì 19 aprile 2010 ➤ Lunedì 17 maggio 2010

BETANIA DEL SACRO CUORE - ROMAVia Giulia 64 - dalle ore 9,30 alle ore 16

➤ Giovedì 8 aprile 2010 ➤ Giovedì 13 maggio 2010

AMICHE E AMICI DI BETANIA - TORINOSantuario di Santa Rita➤ Lunedì Santo 29 marzo 2010 a Betania del Sacro Cuore - Vische.

Festa per tutte le Amiche/ci e Simpatizzanti di Betania: dalle ore9,30 alle 16,00. Meditazione tenuta da Mons. Arnaldo Bigio.

La prenotazione per il pranzo è indispensabile entro il 22-3-2010(telefonare a Maria Pia Minati 011.900.27.75).

➤ Lunedì 3 maggio 2010 Pellegrinaggio a Betania del Sacro Cuoredi Vische per le Amiche/ci di Torino, Orbassano e Rivalta.

AMICHE E AMICI DI BETANIA - RIVOLI (TO)➤ Giovedì 6 maggio 2010 Pellegrinaggio a Betania del Sacro Cuore

di Vische per le Amiche/ci di Rivoli (To).

AMICHE E AMICI DI BETANIA - MILANO➤ Lunedì Santo 29 marzo 2010 Programma a parte.

In via San Tommaso - dalle ore 10,30➤ Domenica 23 maggio 2010

AMICHE E AMICI DI BETANIA - CAGLIARIChiesa di S. Lucifero ultima domenica del meseanimati da don Elvio Madeddu - dalle ore 16,30

➤ Domenica 28 marzo 2010 ➤ Domenica 30 maggio 2010➤ Domenica 25 aprile 2010 ➤ Domenica 27 giugno 2010

BETANIA - UT SINT UNUMAmministrazioneSegretariato Amiche di Betania10030 VISCHE (Torino) - Tel. 011.98.37.502 - Fax 011.98.37.950

E-mail: [email protected]

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C.C.P./BETANIA: 00250100

PRIMAPAGINA Itinerario evangelico

Convegno dell’Opera in Colombia

100 ANNI FA... Rivista n. 2

Giornata sacerdotale

Il mistero del sacerdoteilluminato dall’Amore Infinito - 2

ANNO SACERDOTALE Vecchio prete, dimmi chi sono!

Sacerdoti, testimoni di misericordia

L’Amore Infinito nella vita della Madonna:la festa dell’Annunciazione del Signore25 marzo

OSSERVATORIO Matrimonio, vocazione d’amore

Una benemerenzadel Card. Giovani Cagliero

NOTIZIARIO

PROFILI Ricordando Francesca Pizzo eTeresina Martinelli

PUBBLICAZIONI

Indice

Copertina N2-2010_at:cop 5-03-2010 13:45 Pagina 4

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ITINERARIO EVANGELICO

Siamo passatida una Chiesa potentea una Chiesa fragile, da una Chiesa rivale, concorrentea una solidale, da una Chiesa inclusiva e voracea una Chiesa dell’incontroe del confronto, da una Chiesa del numeroa una Chiesa che fa segno. Non è questo un itinerario evangelicodi cui dovremmo rallegrarci?

(ENZO BIANCHI)

PrimaPagina • n. 2 - 2010

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Convegno dei quattro rami dell’Opera

A MEDELLIN IN COLOMBIA

Il prossimo Convegno dell’Opera dell’Amore Infinito èormai in fase avanzata di programmazione.

Dal 19 al 29 luglio 2010 è il periodo previsto, ovvia-mente non tutto dedicato al Convegno (a cui saranno ri-servati i giorni 23–24–25 luglio), ma anche ad una visi-ta dei luoghi che ci ospitano. Una visita che non inten-de ridursi all’aspetto turistico, ma favorire un clima dicomunione con una terra profondamente religiosa, chesi rivela sempre più come il “terreno buono” dell’Ope-ra dell’Amore Infinito nel terzo millennio.

Le relazioni del Convegno avranno come tema di base:

“L’IDENTITÀ E L’ATTUALITÀDELL’OPERA DELL’AMORE INFINITO”.

Per questo motivo, alla relazione fondamentale tenutada Don Sandro Bonetti, si affiancheranno le testimo-nianze dei vari rami dell’Opera.

Preghiamo perché anche questo Convegno riesca benee porti abbondanti frutti di amore.

Don Gianmario CuffiaSegretario dell’Alleanza

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Programma del Convegno:VENERDÌ 23 LUGLIO 2010

Mattino:Relazione teologica-storica sull’Opera dell’Amore Infinito. Relatore DON SANDRO BONETTI,Parroco della Cattedrale di Lugano (Svizzera).Seguono interventi e testimonianze.

Pomeriggio:Relazione dell’Alleanza Sacerdotale. Interventi e testimonianze.(Nel corso delle giornate verranno inseriti: Lodi – S. Messa – adorazione delSS. Sacramento – Vespro, dopo cena: video sulla Colombia).

SABATO 24 LUGLIO Mattino:

Relazioni: Suore di Betania del Sacro Cuore - Amiche/ci di Betania.– Interventi e testimonianze.

Pomeriggio:Relazione delle Missionarie dell’Amore Infinito.– Interventi e testimonianze.

DOMENICA 25 LUGLIO(IL CONVEGNO SI CONCLUDERÀ A MEZZOGIORNO)

Lodi – S. Messa – Conclusioni e proposte per il futuro.

Programma del viaggio e soggiorno

➜ 20 luglio: Partenza da Torino-Caselle ore 7,15 Parigi-Bogotà-Medellin. ➜ 29 luglio: Ritorno: arrivo a Torino-Caselle ore 14,40.➜ Costo (approssimativo) viaggio e soggiorno: € 1.500,00. ➜ È indispensabile il passaporto.➜ Rivolgersi a Betania del Sacro Cuore - Vische - Tel. 011.98.37.502

Fax 011.98.37.950 - E-mail: [email protected]

RIVISTA N. 2Ho passato i primi tre giorni di questo ritiro senza luci, ma in unsentimento di grande riposo presso il Signore. Preparo il mio pun-to, ma all’orazione mi è quasi impossibile applicarmi. Rimango al-lora in questo tranquillo riposo, e quando il mio spirito tenta diuscirne distraendosi, lo riconduco dolcemente verso Gesù.

È un pensiero di Madre Luisa Margherita, scritto durante il ritirodal 29 agosto al 7 settembre 1910. Possiamo ricavarne spunti vali-dissimi per affinare l’arte della preghiera cristiana, che raggiungeil suo culmine nella contemplazione. Essa è uno stato dell’anima,ben diverso dal nirvana buddista, o da altre forme di meditazioneorientale, oggi così in voga. Non è assolutamente da identificare conuna forma di evasione da se stessi, per raggiungere una quiete cheassicura un benessere psicofisico. La contemplazione per il cristia-no è un incontro, anzi possiamo definirla il vertice dell’incontro: èil giardino dell’amore, in cui l’anima fedele si unisce al suo Signo-re. Non si tratta quindi di immersione nel nulla, nell’assenza di sen-sazioni, nella ricerca di un equilibrio paranormale. Ecco la radica-le differenza – lo ripeto ancora una volta – tra l’itinerario contem-plativo proposto dal cristianesimo e quello proposto da altre religio-ni, o filosofie. L’io della creatura e il Tu del Creatore stanno in pe-renne dialogo, che diventa consapevole in modo particolare nella pre-ghiera contemplativa.

L’itinerario cristiano nasce da un’attrattiva. «Nessuno può venire ame se non lo attira il Padre che mi ha mandato» afferma Gesù. Perquesto motivo, non è importante ciò che il Signore vorrà dirci, o do-ve vorrà portarci con la sua grazia. La premessa necessaria alla pre-ghiera profonda è la disponibilità senza condizioni a lasciarsi tra-sportare dall’Amore Infinito, senza essere noi ad indicarglil’itinerario dove deve condurci. Non a caso, un impareggiabile mae-stro di esercizi spirituali, qual è S. Ignazio di Loyola, nelle annota-

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110000 anni fa...

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zioni al suo famoso testo degli Esercizi, afferma: «Giova molto a chiriceve gli esercizi spirituali entrare in essi con magnanimità e libe-ralità verso il suo Creatore e Signore, offrendogli tutto il proprio vo-lere e libertà, perché sua divina Maestà si serva, tanto di lui quan-to di tutto quello che possiede, secondo la sua santissima volontà».Lasciarsi attrarre dall’Amore Infinito vuol dire lasciarsi condurrea dire: «Sia fatta la tua volontà», ossia a conformare pienamente noistessi al volere del Padre. Il «tranquillo riposo» di cui parla MadreClaret de la Touche non è uno stato di quiete vuota e insignifican-te, bensì una condizione di comunione, dove l’io della persona e ilTu di Dio si incontrano in un abbraccio, che potrebbe essere ben de-scritto dalle parole del salmista:

«Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a suamadre, come un bimbo svezzato è l’anima mia». Infatti, la Madre os-serva che «quando il mio spirito tenta di uscire distraendosi, lo ri-conduco verso Gesù», essendo ben consapevole che la contemplazio-ne cristiana ha una necessaria dimensione cristologica, ossia esigel’incontro amoroso con Dio, che passa attraverso Colui che è la via,la verità e la vita.

Quali conseguenze derivano da questo insegnamento per quanto ri-guarda il modo di pregare di ciascuno di noi? Mi rendo conto che nonè facile (anche per noi preti!) l’arte della preghiera profonda. Il ri-schio è che l’orazione sia ridotta a dovere quotidiano, da compiereil più in fretta possibile. Le stesse espressioni che siamo abituati adusare («dire le preghiere», «dire Messa», «dire il Breviario») rivela-no la meccanicità con cui pratichiamo la preghiera. Tuttavia, purin mezzo a molte difficoltà, possiamo e dobbiamo trovare tutti qual-che spazio di preghiera più profonda. È un anelito insopprimibiledell’anima, non meno di quanto lo siano i momenti di intimità tradue sposi: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente»!

La preghiera profonda va vissuta non come annullamento di sé, macome incontro con il Dio vivente, che ci parla, ci ammonisce, ci sal-va, ci illumina. Talvolta, Egli non ci dice proprio nulla, ma sempli-cemente ci fa sentire che ci ama. Altre volte ci fa provare turbamen-to e angoscia, cioè gli stessi sentimenti che ha vissuto il Figlio in ago-nia nell’Orto degli Ulivi. In sintesi, nella preghiera c’è tutto Dio etutto l’uomo: ed è l’esperienza più meravigliosa e consolante dellanostra vita cristiana!

Don Gianmario Cuffia

GIORNATA SACERDOTALEBETANIA DI VISCHEgiovedì 17 giugno 2010

FEDELTÀ DI CRISTOFEDELTÀ DEL SACERDOTE➤ ore 9,30 Ritrovo

➤ ore 9,45 Preghiera di Terza

➤ ore 10,00 Conferenza di Sua Ecc. Mons, Luciano PacomioVescovo di Mondovì CN, sul tema: “FEDELTÀ DI CRISTO – FEDELTÀ DEL SACERDOTE”.

seguono gli Interventi

➤ ore 11,45 Adorazione Eucaristica.

➤ ore 12,30 Pranzo, in comunione fraterna

Possibilità di pernottamento a Betania del Sacro Cuore

OPERA DELL’AMORE INFINITO Via Lamarmora 31 – 10030 VISCHE TO Tel. 011 98.37.502 - fax 011 98.37.950 E-mail: [email protected]

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Nel 1902, a seguito della domanda di don Eydoux, cappellano delmonastero, Madre Luisa Margherita precisa nel suo Diario, senzadata, il proprio pensiero circa i desideri che Gesù le rivela: «Il pri-mo desiderio di Gesù è la salvezza delle anime; risollevare il mon-do per mezzo dell’amore, stabilire il regno del l’Amore Infinito sututta la terra. Il suo secondo desiderio è di servirsi in questo gran-de lavoro dei sacerdoti, farne degli ausiliari attivi, e per mezzo di lo-ro agire sulle anime e sul mondo. Il terzo desiderio è, mi pare, un’o-pera che raggruppi e prepari i sacerdoti e li santifichi per questagrande missione». In questo Anno Sacerdotale riprendiamo quil’essenziale del suo pensiero riguardante il lato umano del sacerdo-te: «il sacerdote è anche uomo, e dev’essere uomo».

«È un uomo, e dev’essere uomo»

Abbiamo concluso il precedente articolo sulla grandezza del sacer-dote secondo Madre Luisa Margherita, citando un passo tratto dauna meditazione del novembre 1906. Riprendiamolo qui per intero:

«In realtà il sacerdote, di per se stesso, non è superiore agli altri uo-mini. Quando il Cristo, fissando il suo sguardo su di un’anima, lanota per farla camminare al suo seguito e farla parte cipare al suoeterno Sacerdozio, non le dà una natura differente dalle altre. La se-para dalla moltitudine senza punto esentarla dalle miserie comu-ni all’umanità. Egli prende possesso di essa riservandosi, se è fede-le, di elevarla, di perfe zionarla, di ingrandirla con la grazia dellasua divina unione. Dio si è rivelato all’uomo per mezzo del Cristo:il Cristo continua a rivelarsi all’uomo per mezzo del sacerdote. Il sa-cerdote, dopo il Cristo, è dunque una rivelazione visibile e sensibiledi Dio attraverso i secoli: è una misericordiosa estensione del gran-de mistero dell’In carnazione».

Il mistero del sacerdote illuminato dall’Amore Infinito - 2

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Più avanti, nel corso della meditazione, la Madre scrive:

«Ai piedi del Maestro adorato di cui continua visibilmente il Sacer-dozio, di questo benefattore insigne che l’ha tratto dalla folla deglialtri uomini e l’ha arricchito di doni così meravigliosi, il sacerdotesi prostrerà nell’annientamento, di cendo con S. Paolo: «Mi voglioglorificare sol tanto nelle mie infermità, affinché abiti in me la po-tenza di Cristo» (2 Cor 12,9). Quanto più una creatura ha ricevutoda Dio, tanto più essa deve annientarsi davanti a Lui, perché più haricevuto «e più dovrà rendere; questa creatura umana, il cui patri-monio è la povertà, che cosa mai potrà dare che le sia più persona-le e nello stesso tempo più glorioso a Dio, di questo abbassamento vo-lontario e di questa umiliazione profonda!».

Circa l’umanità dei sacerdoti la Madre non si fa illusioni. Per tut-ta la vita dovrà sopportare i difetti umani degli assistenti spiritua-li della comunità. D’altronde, la personale esperienza con il suoprimo consigliere spirituale, don Raymond, le aveva fatto scuola («Lepie signore della parrocchia lo temevano tantissimo»). Era perciòmolto realista quando scriveva, il giorno della festa del Sacro Cuo-re, 6 giugno 1902:

Questa mattina – «Il sacerdote è un essere talmente investito di Cri-sto da diventare quasi un Dio; ma è anche un uomo, e bisogna chelo sia. Bisogna che senta le debolezze, le lotte, i dolori, le tentazioni,i timori, le rivolte dell’uomo; deve fare l’esperienza della propriamiseria per poter essere misericordioso...».

Quando si parla della grandezza del sacerdote, bisogna rimanere inquesta prospettiva se si vuole che il nostro giudizio sia senza pre-venzioni ma anche senza illusioni. Il sacerdote non è grande in sé,né di per sé. La sua dignità viene dall’essere stato chiamato daDio Amore. E questa stessa chiamata diviene per lui dono e promes-sa. Non è dunque questione di sapere da che cosa è mosso, ma a checosa egli è chiamato. Da una parte, il Signore vuole premiare gli sfor-zi di cooperazione dei suoi fratelli, ma d’altra parte non vuole toglier-li del tutto dalla massa degli uomini. Un prete ha gli stessi limitidegli altri uomini, è fatto dello stesso limo, perciò non dovrà mai stu-pirsi delle proprie debolezze; ma nello stesso tempo deve essere co-sciente che quel fango, plasmato dallo sguardo d’amore di Dio, lo sta-bilisce in un sublime stato di vita. È vero che nel sacerdote tutte lecadute sono possibili [perché uomo], ma di conseguenza sono pos-sibili anche tutte le ascensioni [per il sacramento della sua ordina-

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zione]. È questo il senso di ciò che segue nel testo, già citato, dellaMadre:

«... [Il sacerdote] è necessario che sia forte, puro, santo per potersantificare. Per amare, il mio sacerdote deve avere il cuore grande,tenero, ardente, forte. Quanto deve amare il sacerdote! Deve amareme, suo Maestro, fratello, amico, consolatore, come io ho amato lui;e io l’ho amato fino a confon dere la mia vita con la sua, fino a ren-dermi obbediente alla sua parola. Deve amare la mia Sposa, che èla sua Sposa, la Santa Chiesa, e di quale amore! Un amore appas-sionato e geloso, geloso della sua gloria, della sua purezza, della suaunità, della sua fecondità. Infine, deve amare le anime come suoi fi-gli. Quale padre ha tanti figli da amare quanto il sacerdote?».

Ritorneremo su questo argomento della capacità di amare del sa-cerdote. Presentemente, esaminiamo il lato ascetico della risposta.Se il sacerdote è tanto amato, questa consapevolezza deve suscita-re in lui, di rimando, la generosità. Nel suo diario, in data 24 giu-gno 1903, la Madre sviluppa così il suo pensiero:

«“Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda ognigiorno la sua croce e mi segua”. Queste parole sono veramente il com-pendio, il programma divino che Cristo traccia ai suoi apostoli, aisuoi sacerdoti, e che dovrà servire da modello alla loro vita. “Sequalcuno vuol venire”. È l’appello di Gesù al suo sacerdote. La vitadi questo eletto dovrà essere santa, pura, elevata al di sopra delfango della terra; è per questo che il Maestro non costringe alcunoad abbracciarla. Egli invita: “Se qualcuno vuole”. Deve essere unavo lontà libera, illuminata, coraggiosa, che risponda: “Voglio”. Equando avrà detto il suo sì, quando con volontà libera e forte sisarà gettato nelle braccia del Sacerdozio, quest’uomo non dovrà piùindietreggiare né ce dere. Facendo affidamento sulla potenza di Dio,sostenuto dalla grazia che gli viene dalle piaghe di Cristo, dovràcamminare con Gesù senza vol gere indietro lo sguardo.E quando avrà risposto a questo amoroso invito del Signore, che co-sa dovrà fare il sacerdote? Gesù risponde: “Rinneghi se stesso”. Nonè alle ricchezze, ai beni di quaggiù, che il sacerdote deve rinunzia-re; egli può legittimamente possederli, purché versi il suo oro nellemani dei poveri o lo usi per la gloria di Dio. Non è dagli affetti pu-ri, dalle amicizie sante che deve staccarsi; il sacerdote che vive la vi-ta di Gesù può amare i suoi ed effondere il suo cuore in altri cuoriamici. Non è neppure agli onori, alle dignità che deve rinunziare, per-

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ché, se non li deve mai né desiderare né cercare, può tuttavia – se ta-le è la volontà divina – piegarsi umilmente sotto il loro peso e por-tarlo con coraggio nel nome del Maestro.Rinunziare a se stesso, che opera immensa! Non è il lavoro di un’o-ra soltanto, perciò Gesù aggiunge: “Prenda ogni giorno la sua cro-ce”. La croce del sacerdote è la totale dedizione a Dio, la conformitàa Cristo, la fedeltà alla Chiesa, la sollecitudine per le anime. Ognigiorno deve nuovamente assumerla su di sé. Ogni giorno il sacerdo-te sale l’altare e là riprende la sua croce, la croce dei suoi doveri san-ti, e non la dovrà deporre che all’aurora seguente quando risalirà igradini del l’altare.Durante i troppo brevi istanti del sacrificio, il sacerdote non portapiù la sua croce; porta quella di Cristo che egli rappresenta e nel qua-le, per così dire, entra; presso l’altare di Dio che letifica la sua gio-vinezza il sacerdote depone la propria croce, perché in quel momen-to non è più lui che vive, è Cristo che vive in lui.Il sacerdote prenda dunque ogni giorno la sua croce, Gesù lo chia-ma a seguirlo con quelle parole: “Mi segua”. Seguire Gesù vuol di-re andare verso la gloria, ma vuol dire anche pas sare attraverso lasofferenza. Il sacerdote lo sa; sa che camminando sulle orme delsuo Maestro, incontrerà talvolta l’umiliazione, molto spesso il dolo-re, sempre la dedizione, il totale sacrificio di sé. Sa che dovrà darei suoi sudori, le sue lacrime, forse anche il sangue, ma non ha pau-ra: Gesù gli apre la strada; non ha che da mettere i piedi sulle or-me dei suoi passi, non ha che da seguire questo capo divino che, al-la testa dei suoi, sostiene il peso del combattimento, e che, facendodel suo corpo un baluardo per quelli che lo seguono, li protegge e as-sicura loro la vittoria».

Molti passi del Diario riprendono il medesimo concetto. Impossibi-le citarli tutti, malgrado la loro profondità. Notiamo tuttavia quel-lo del novembre 1903:

«Tu vuoi che ogni cristiano viva di te e per te; ma quanto più lo vuoidai tuoi sacerdoti! Come devono vivere di te coloro che con tinuanoquaggiù il tuo divino Sacerdozio! Ogni mattina, dopo averti offer-to quale ineffabile ostia di amore, ti ricevono nel loro cuore e sonoda te vivificati. Il loro spirito, la loro intelli genza vivono pure di teper mezzo dello studio della tua Verità; ma il cuore, il loro cuore nonvive sempre abbastanza del tuo amore, perciò in molti lo zelo si è raf-freddato, e in alcuni lo spirito di sacrificio per l’apostolato è morto.Gesù, Gesù, vivifica il cuore dei tuoi sacerdoti per mezzo del tuo

Cuore; ravviva il loro amore con il tuo. Che essi vivano pienamen-te in te: la loro carne della tua carne purissima; la loro intelligen-za della tua intelligenza divina; il loro cuore del tuo Cuore arden-tissimo e dol cissimo. Gesù! Il mondo ha tanto bisogno d’amore! Hatanto bisogno di luce! Versagli la luce, ver sagli l’amore per mezzo deituoi sacerdoti, e in essi vivi sempre più; vivi nel tuo sacer dozio; par-la, agisci, pensa, ama in esso e per mezzo di esso».

È chiaro, il combattimento spirituale non spaventa il Signore. Suquesto punto Luisa Margherita è sempre lucidissima. Come vedre-mo più avanti, la Madre non si stupisce delle debolezze, né si scan-dalizza. Che il sacerdote sia un povero uomo non le fa per nulla pro-blema. Ciò che l’addolora, è quando il sacerdote non si apre all’A-more Infinito e non permette così all’Amore di compiere la sua ope-ra di redenzione e di purificazione. Essere povero non è una colpa;rifiutare di aprirsi alla ricchezza dell’Amore Infinito che non chie-de che di espandersi, questo sì è colpa!

Padre Pierre Vignon

ESERCIZI SPIRITUALI ANNO 2010

Per Amiche, Amici di Betania e Simpatizzanti

Betania del Sacro Cuore - VISCHE

Dal 2 agosto (lunedì pomeriggio) al 7 agosto (sabato mattina)

Predicatore: DON PAOLO GHEZA – Arciprete Parrocchia S.

Stefano Protomartire – ROGNO (BRESCIA)

Rivolgersi a: Betania del S.Cuore – 10030 VISCHE TO

Tel. 011.98.37.502 Fax 011.98.37.950

E-mail: [email protected]

Anno sacerdotale

VECCHIO PRETE,DIMMI CHI SONO!

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Potrebbe anche capitare. Supponiamo cheun giovane sacerdote mi rivolga questabizzarra domanda: «Tu, vecchio prete,dimmi chi sono». Le difficoltà a definirel’identità del sacerdozio ministeriale (ipreti) ci sono sempre state; la molteplicitàdelle risposte a questa domanda lo confer-ma. Quante indicazioni di santità sacer-dotale, quante spiritualità e strade asce-tiche suggerite, modelli proposti. Fortissi-mo l’influsso delle culture teologiche edelle epoche storiche in successione. Nul-la di stupefacente dunque nella domanda,non troppo teorica, del giovane prete, nontroppo ipotetico: «Tu, vecchio prete, dim-mi chi sono».

Ho potuto fare un confronto ravvicinato tra un foglio di lavoro perincontri sacerdotali ed un libricino, che riportava le comunicazionimistiche di una suora visitandina, vissuta tra il 1800 e il 1900. Ilprimo basava la definizione del ministero sacerdotale su un conti-nuo riferimento al sacerdozio dei fedeli, battesimale, al qualel’Amore di Cristo ha donato il sacerdozio ministeriale. Il prete nel-l’assemblea è l’immagine di Cristo Capo del Corpo sacerdotale.

Tutto molto giusto. La risposta alla domanda posta sgorga da quel-la sorgente. Un giovane sacerdote, presente al nostro gruppo di ri-flessione, ha respinto un tentativo di andare oltre la verità chirur-gica di quella fredda definizione. L’unione a Cristo e l’essere parte-cipi al suo sacrificio, al suo amore obbediente offerto al Padre (iden-tità proposta dal vecchio prete) è di ogni battezzato. Il vecchio pre-te acconsente di nuovo, ma non è contento. Gli hanno insegnato di

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più. Ha scoperto e sperimentato di più, anche con l’aiuto di quellareligiosa visitandina, Madre Luisa Margherita Claret de la Touche.

Contemplando i Vangeli

La comunicazione mistica della suora, innamorata del Cuore di Cri-sto, spinge a cercare l’identità profonda contemplando i Vangeli. Ilprete ascolta Maria Maddalena che abbraccia le ginocchia di GesùRisorto gridando «Rabbuni!»; la donna che bagna i piedi di Gesù conle sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli; Maria a Betania che un-ge con un profumo prezioso i piedi del suo Signore. Guarda con in-vidia Giovanni che posa il capo sul petto di Cristo e sta con la Ma-dre sua ai piedi della croce; Pietro che, dopo tutto, gli protesta il suoamore; Tommaso che, dopo tutto, accarezza le ferite delle mani e delcostato di Gesù Risorto. Riscopre la delicatezza del capo della sina-goga (non vuole che Gesù si stanchi troppo); delle donne che cura-no il suo corpo e la sua persona («I poveri li avrete sempre con voi,non sempre avrete me»). È triste come i discepoli quando sentono chedeve partire; assapora la gioia promessa per il suo ritorno.

Gesù dice ai suoi discepoli che tra loro e Lui non ci può essere lon-tananza o separazione! Quella unione voluta e pregata, imperata alPadre! Voi, Io, il Padre siamo uno. «Chi ascolta voi, ascolta me». Ge-sù risorto dice alle donne della Pasqua: «andate dai miei fratelli».Fratelli! Discepoli? è troppo poco. Ecco la sorgente della intuizione.

È affondando nel Vangelo che la Mistica scrive:

«Il Sacerdote è molto più che un mio servo (strumento). La partecipa-zione al mio sacerdozio gli conferisce una uguaglianza con me. Diven-ta così figlio prediletto del Padre e l’oggetto delle sue compiacenze».«Nel suo amore misericordioso, Cristo formò il sacerdote nel qualeEgli si perpetua e rivive senza fine la sua vita di amore per gli uo-mini suoi fratelli. È attraverso il prete che continua ad istruire, pu-rificare, consolare, riavvicinare a Dio tutte le generazioni che si suc-cedono sulla terra».

È questa unità a Cristo e prolungamento di Lui che offrirei al gio-vane prete come elemento alla sua ricerca della identità sacerdo-tale. Non è soltanto uno strumento (già stupendo privilegio!) per ilsacerdozio dei fedeli. Il minimalismo teologico ministeriale non hamai fatto innamorare nessun giovane al sacerdozio; è forse unadelle cause dello svuotamento dei seminari e delle ordinazioni col

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contagocce. Al massimo può esaurire il ruolo di pastore nelle comu-nità protestanti evangeliche.

Ma il popolo cristiano chi cerca?

Sembra che il popolo cristiano intuisca questo discorso; non gli ba-sta la faccenda del sia pure nobilissimo ministero, strumento alsuo servizio. Certo occorre scegliere: ci sono cristiani che vanno acercare nel sacerdote un gradino sia pure infimo delle gerarchie ec-clesiastiche, i rimasugli del potere del tempo che fu: il direttoredella azienda di onoranze liete o funebri della Chiesa; il mago buo-no che conosce la formula della liberazione dagli influssi negativi;l’elemento necessario delle loro pratiche superstiziose (un suo toc-co in forma di croce, una sua formuletta, ecco confezionato il portafortuna). Ci sono quelli che dal prete si aspettano l’uomo prepara-to che introduca e riassuma le loro intuizioni, i loro discorsi nei la-vori di gruppo. E ci sono tanti altri che dal prete si aspettano Ge-sù. Per loro sei quello di Gesù; colui che lo continua, perché seiuna cosa sola con Lui. L’unzione di Cristo è esondata, tracimata sudi te. Se è vero che il crisma battesimale ci ha resi membri del cor-po sacerdotale, profetico, regale di Gesù, è pur vero che l’altra un-zione, il crisma dell’ordinazione sacerdotale, ha reso nuova e per-fetta l’unione alla persona di Cristo Sacerdote.

Continuare Gesù come prolungamento del suo corpo, della sua per-sona, nel popolo cristiano; perpetuare la sua opera divinizzantefinché ci saranno nuove generazioni di battezzati: questa identità,caro prete, deve sentirsi quando parli di Gesù. Oggi spesso ci sonoottimi laici che attorno a te, con te, parlano di Gesù ai fedeli di tut-te le tipologie. Ma quando tu parli di Gesù, ripeti la parola sua, tut-ti devono intuire che è parola sua e tua; perché continui Lui senzafratture. Purtroppo ci sono preti che faticano a parlare di Gesù, adire Gesù in pubblico. Continuano a riempire giornali, schermi e di-battiti televisivi, con i discorsi sui crocifissi della strada, delle car-ceri, dei barconi straripanti di profughi. Tutto giusto, ma perché nonlasciare trasparire l’amore a Gesù, al suo corpo, la tenerezza allasua persona? Carissimi preti vittime, certo inconsce, della stru-mentalizzazione laicista che non può scoprire sotto le spoglie del po-vero, la misteriosa presenza del Signore. Perché non gliela additimentre partecipi all’espulsione del crocifisso? Io ci sto male se nonriesco a parlargli di Gesù neanche un po’; e non me ne frega nien-te se non è politicamente corretto. Io sono la sua eco. Spesso la mia

preghiera di fronte al Pane Spezzato, segno di Lui, è la domanda:«Ma perché i tuoi espulsori ti odiano tanto?». Che mistero oscuro.Il prete soffre più di tutti l’odio luciferino a Gesù.

Preti teologicamente corretti ma tiepidi, freddi?

Una paura! Un’altra donna della Visitazio-ne ha raccolto questo lamento: «Ecco quelcuore che ha tanto amato gli uomini e nonha ricevuto che freddezze». Nel Vangelo nonc’è scritto, ma questa comunicazione è per-fetto commento al sonno degli apostoli, al-la loro vile fuga, all’incapacità di compren-derlo, alla discussione sul primo posto men-tre Lui rivela la sua morte redentrice. Sia-mo diventati freddi?

Sono un vecchio prete che ama la personadi Cristo, il suo Cuore, il suo Corpo santo.Partecipo all’istinto, alla voglia del popolosemplice di toccarlo. Desidero vederlo, contutto il carico del mio affetto umano. Sonosuo e Lui è mio. La fede non mi basta, non sazia la mia voglia di in-contrarlo. Chissà se il Signore vorrà vedermi, superando il giustoribrezzo del mio peccato.

Sono un vecchio prete che ci sta male quando sento disprezzare Ge-sù o mi imbatto nell’indifferenza. Quanta tristezza per non essereriuscito a trasmettere questo amore a tutte le nuove generazioni deimiei familiari, ai figli degli amici. Hanno vinto coloro che fanno «ilcristiano senza Gesù»; quanti annullano la sua presenza ed effica-cia nella storia; quanti l’hanno confinato nella galleria etnica dei sa-pienti dell’umanità. Nell’Anno Sacerdotale per la santità sacerdo-tale mi trovo abbastanza a disagio e fuori posto. Mi consolo conl’apologo famoso: dicono ad un cane che la sua è una vita di bassoprofilo, dietro al suo padrone di altissimo lignaggio. Il cane rispon-de: «Sì, sono solo un cane; ma io gli sono amico!».

Don Lello Birolo(Pubblicato nel Bollettino SANTUARIO DI SANTA RITA,

pp. 3-4-5, Torino)

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SACERDOTI,TESTIMONI diMISERICORDIA

Il 22 febbraio di cinque anni fa – memoria liturgica della Cattedradi Pietro – moriva monsignor Luigi Giussani, Prelato d’onore di SuaSantità dal 1983 per volere di Giovanni Paolo II. Tra gli scritti dimadre Luisa Margherita trovo una pagina bellissima fra le altre,che mi pare particolarmente efficace nel delineare un sommarioritratto del sacerdote lombardo nato a Desio (MI) nel 1922 e fonda-tore della Fraternità di Comunione e Liberazione, e dell’associazio-ne ecclesiale Memores Domini. La meditazione di madre LuisaMargherita prende spunto dal passo di Giovanni al capitolo 21quando il Risorto interroga Pietro prima di affidargli la cura del«gregge»: nel breve dialogo emergono quei tratti caratteristici cheil Signore chiede al primo degli apostoli, agli altri suoi ministri e algregge loro affidato: il dono totale di sé verso Dio, l’umile sottomis-sione al Magistero sia da parte dei pastori che dei fedeli laici, la fra-ternità – «il dovere della dolcezza e dell’unione» – e la pater-nità/maternità spirituale.

«Il sacerdote è debitore di tutto se stesso a Dio, suo padrone supre-mo; appartiene completamente a Gesù Cristo; a lui deve la feconditàdelle sue opere e, se occorre, il sacrificio della propria vita. La peco-rella deve essere docile al pastore che la dirige in nome del padro-ne; deve rispondere alla sua voce, seguirlo nei pascoli dove la con-duce, deve essergli fedele ed ubbidiente. Così il sacerdote deve esse-re docile alla voce del sommo Pontefice, entrare nelle sue vedute,nutrire la sua anima soltanto delle dottrine che egli approva e rima-nere fedele, incrollabilmente unito alle dottrine di Pietro. Ogni pe-corella del gregge ha, verso quelle che la circondano, il solo doveredella dolcezza e dell’unione, non deve allontanarsi dal gregge, nondeve rimanere sola, perché correrebbe il rischio di perire», (Diario In-timo, luglio 1903).

Undicenne, Luigi Giussani entra nel seminario diocesano di Mila-

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no, proseguendo gli studi e infine completandoli presso la Facoltàteologica di Venegono sotto la guida di maestri come Gaetano Cor-ti, Giovanni Colombo, Carlo Colombo e Carlo Figini. L’osservanzadella disciplina e dell’ordine nella vita in seminario si coniugheràcon la forza di un temperamento che nel colloquio con i superiori enelle iniziative con i compagni si distingue per vivacità e acume. Sispecializza nella teologia protestante americana e sulla motivazio-ne razionale dell’adesione alla fede e alla Chiesa. Negli anni Cin-quanta lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuolesuperiori e dà vita a Gioventù Studentesca, poi Comunione e Libe-razione, oggi presente in 70 Paesi in tutto il mondo. Dal 1964 al 1990insegna «Introduzione alla Teologia» all’Università Cattolica di Mi-lano. Nel 1995 riceve il Premio Internazionale Cultura Cattolica.Numerose le pubblicazioni, i saggi, le collane da lui dirette e dal suocarisma nasce anche l’appuntamento estivo a Rimini del Meetingper l’amicizia tra i popoli.

Il Duomo di Milano era gremito e così la piazza, quel 24 febbraio2005 quando 40.000 persone si ritrovarono per partecipare ai suoifunerali celebrati dall’allora card. Joseph Ratzinger, visivamenteemozionato, che così parlò del sacerdote lombardo:

«Don Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – po-vera di pane, ma ricca di musica, e così sin dall’inizio era toccato,anzi ferito, dal desiderio della bellezza, non si accontentava di unabellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stes-sa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bel-lezza, la strada della vita, la vera gioia. Già da ragazzo ha creatocon altri giovani una comunità che si chiamava Studium Christi.Il loro programma era parlare di nient’altro se non di Cristo, perchétutto il resto appariva come perdita di tempo. Naturalmente ha sa-puto poi superare l’unilateralità, ma la sostanza gli è sempre rima-sta. Solo Cristo dà senso a tutto nella nostra vita; sempre don Gius-sani ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore versoCristo. Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un siste-ma intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cri-stianesimo è un incontro, una storia di amore, è un avvenimento.

Questo innamoramento in Cristo, questa storia di amore che è tut-ta la sua vita era tuttavia lontana da ogni entusiasmo leggero, daogni romanticismo vago. Vedendo Cristo realmente ha saputo che in-contrare Cristo vuol dire seguire Cristo. Questo incontro è una stra-

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da, un cammino, un cammino che attraversa – come abbiamo sen-tito nel salmo – anche la “valle oscura”.

Ha realizzato quanto abbiamo sentito nel Vangelo: non voleva esse-re un padrone, voleva servire, era un fedele servitore del Vangelo, hadistribuito tutta la ricchezza del suo cuore, ha distribuito la ric-chezza divina del Vangelo, della quale era penetrato e, servendo co-sì, dando la vita, questa sua vita ha portato un frutto ricco – comevediamo in questo momento – è divenuto realmente padre di moltie, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha gua-dagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le por-te del mondo per il cielo. Questa centralità di Cristo nella sua vitagli ha dato anche il dono del discernimento, di decifrare in modo giu-sto i segni dei tempi in un tempo difficile, pieno di tentazioni e di er-rori, come sappiamo. Pensiamo agli anni ’68 e seguenti, un primogruppo dei suoi era andato in Brasile e qui si trovò a confronto conla povertà estrema, con la miseria.

Che cosa fare? Come rispondere? E la tentazione fu grande di dire:adesso dobbiamo, per il momento, prescindere da Cristo, prescinde-re da Dio, perché ci sono urgenze più pressanti, dobbiamo prima co-minciare a cambiare le strutture, le cose esterne, dobbiamo prima mi-gliorare la terra, poi possiamo ritrovare anche il cielo. Era la ten-tazione grande di quel momento di trasformare il cristianesimo inun moralismo, il moralismo in una politica, di sostituire il crederecon il fare. Perché, che cosa comporta il credere? Si può dire: in que-sto momento dobbiamo fare qualcosa. E tuttavia, di questo passo, sostituendo la fede col moralismo, ilcredere con il fare, si cade nei particolarismi, si perdono soprattut-to i criteri e gli orientamenti, e alla fine non si costruisce, ma si di-vide. Monsignor Giussani, con la sua fede imperterrita e immanca-bile, ha saputo che, anche in questa situazione, Cristo, l’incontrocon Lui rimane centrale, perché chi non dà Dio, dà troppo poco e chinon dà Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costrui-sce, ma distrugge, perché fa perdere l’azione umana in dogmatismiideologici e falsi. Don Giussani ha conservato la centralità di Cri-sto e proprio così ha aiutato con le opere sociali, con il servizio ne-cessario l’umanità in questo mondo difficile, dove la responsabilitàdei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgente».

Negli anni della nascita del dissenso all’interno del mondo cattoli-co, don Giussani ha conservato la centralità di Cristo, incarnando

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queste parole della venerabile Luisa Margherita della nota del1903, già citata:

«Il sacerdote appartiene completamente a Gesù Cristo. A Lui deve lafecondità delle sue opere».

Continuando nelle sue note, così continua la venerabile: «Gesù vuo-le che fra i suoi sacerdoti vi sia un’unione intima; vuole che conser-vino l’unità della fede nei vincoli della carità fraterna e che, lavo-rando con lo stesso spirito, diano la pace al mondo e la gloria a Dio».

Questa indicazione della Madre trova realizzazione in alcune fra-ternità di sacerdoti che riconoscono in don Giussani un padre perla loro vita e particolarmente nella Fraternità Sacerdotale dei mis-sionari di san Carlo Borromeo sorta nel 1985 per iniziativa di donMassimo Camisasca, un tempo giovane allievo di don Giussani alLiceo Berchet: un centinaio di sacerdoti missionari e una quaran-tina di seminaristi che vivono insieme, secondo uno stile di frater-nità, in diverse parti del mondo dalla Siberia a Taipei, da Gerusa-lemme al Cile, secondo il metodo del Movimento di Comunione e Li-berazione. Così don Massimo parla di don Giussani:

«Un amante della vita, un amante dell’uomo e della sua opera, ec-co come lo definirei. Amante dell’uomo perché innamorato di Cristo,amante di Cristo perché innamorato dell’uomo. Per lui era impos-sibile scindere le due cose e ogni volta che parlava dell’uno parla-va, pur non nominandolo, anche dell’altro» (Giugno 2009).

Sono una moltitudine i figli e le figlie che il Signore ha chiamato nel-la Chiesa attraverso la paternità di don Giussani come profetica-mente scrisse Madre Luisa Margherita nell’ottobre 1906:

«Quando Cristo, fissando il suo sguardo su di un’anima, la sceglieperché cammini al suo seguito e partecipi al suo eterno sacerdozio,non le dà una natura diversa dalle altre. La separa dalla moltitu-dine senza esentarla affatto dalle miserie comuni all’umanità. Pren-de possesso di essa, riservandosi, se è fedele, di elevarla, di perfezio-narla, d’ingrandirla con la grazia della sua divina unione. Dio si èrivelato all’uomo per mezzo di Cristo; Cristo continua a rivelarsi al-l’uomo per mezzo del sacerdote. Il sacerdote, dopo Cristo, è dunqueuna rivelazione visibile e sensibile di Dio attraverso i secoli; è unamisericordiosa estensione del grande mistero dell’Incarnazione».

Annalisa Muollo

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La festa dell’Annunciazione, che quest’anno cade tre giorni primadelle Palme, è assai antica. Si ritrova nella liturgia, nel VII secoloin Occidente e nel V in Oriente come festa della Concezione di Ge-sù. Nel calendario romano è stata fissata al 25 marzo, nove mesi pri-ma del Natale, e fa parte del mistero dell’Incarnazione e si ricolle-ga alle feste della natività del Salvatore. Noi festeggiamo oggi Co-lei in cui il Verbo s’è fatto carne, in cui il Figlio di Dio s’è unito persempre alla nostra umanità per concederci d’aver parte alla sua di-vinità. Questo mistero dell’Incarnazione è valso a Maria il suo piùbel titolo di gloria, quello conciliare di Madre di Dio, e perciò anchequello di Aiuto dei Cristiani, perché noi apparteniamo a Cristo, suoFiglio nostro Fratello e nondimeno di Madre della Chiesa, attribu-to tanto caro al popolo di Dio e più volte invocato e raccomandatodagli ultimi pontefici.

La più bella creazione dell’Amore Infinito, dopo l’umanità di Gesù,è Maria Santissima. Infatti nella scelta della Vergine Madre han-no collaborato tutte e tre le persone della Santissima Trinità, ci as-sicura la Madre:

Fu come una gara, fra le Tre divine Persone, per maggiormente ar-ricchirla e, nel considerare le grazie e i privilegi di Maria, pare checi sia stato nella SS. Trinità, come un sublime accordo per adorna-re e colmare di doni la Madre futura del Verbo Incarnato1. E non po-teva essere altrimenti: Ed è ancora lo Spirito che ha reso fecondo ilgrembo della Vergine Maria e ha dato la vita alla Chiesa. Cosìl’Amore Infinito, apparso a noi nel Cristo, è un solo Amore in tre Per-sone e queste tre Persone sono il medesimo Amore. Eternamente Es-se si amano e si ameranno in quest’unico Amore che è la loro sostan-za e costituisce la loro beatitudine.2

L’AMORE INFINITONELLA VITA DELLA MADONNA:la festa dell’Annunciazione del Signore

25 marzo

1 Al Servizio di Dio Amore, p. 238.2 Il Libro dell’Amore Infinito, p. 67, (ediz. 2009).

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L’azione e le processioni intra-trinitarie, qui solo lontanamente ac-cennate e magistralmente descritte dalla Madre, hanno in MariaSantissima l’espressione del loro essere nel Verbo che si fa carne inLei, e poiché Gesù, il nostro dolce Salvatore, ci è stato donato per mez-zo di Maria, ancora per mezzo di Maria3 andiamo a Gesù4. Così laVergine Santissima, maternamente buona, ci condurrà all’Amore esi farà dolce guida e sicuro sostegno nel nostro cammino. Ed è pro-prio nella festa dell’Annunciazione che noi dovremmo meditarel’azione dello Spirito Santo su Maria e la corrispondenza della Ver-gine a questa azione5 sapendo comunque che non studiamo abbastan-za la nostra divina Madre: la vita intima di Maria, la sua unionecon Gesù, la partecipazione spirituale allo stato di vittima del suodivin Figlio, le sue relazioni ammirabili e sacre col Padre e con loSpirito Santo6.

Quando venne la pienezza dei tempi, vaticinati dai profeti, stabili-ta per la Redenzione degli uomini, Dio mandò il suo Figlio Unige-nito nel mondo a perdonare, a guarire, a salvare l’umanità dal pec-cato. Dal Vangelo non è possibile conoscere con esattezza l’anno, ilmese e il giorno dell’annunciazione, ma da altre testimonianze pos-siamo stabilire che l’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno di Ma-ria sarebbe avvenuta il 25 marzo dell’anno 748 dalla fondazione diRoma7. In questo modo ne parla Madre Luisa Margherita:

Quando Dio Padre volle eleggere una creatura pura, perché fosse lasua cooperatrice attiva nell’opera dell’Incarnazione; quando il Figliovolle scegliersi una Madre dalla quale potesse avere la sua umanità;quando lo Spirito di Amore ebbe deciso di esercitare la sua azionefecondatrice su di una Vergine per farle generare il Cristo, l’adorabileTrinità non fece una creazione nuova. Prese una donna della stir-pe di Adamo, in tutto simile per la sua natura alle altre donne suesorelle: la preservò soltanto dalla macchia del peccato. Cooperandocon la sua fedeltà ai disegni di amore di Dio, la Vergine benedetta,tutta bella e senza macchia, fu inondata di grazia8.

3 Ad Jesum per Mariam. La teologia montfortana del Trattato della vera devozio-ne a Maria, qui sintetizzata nel famoso motto, entra così, a pieno titolo, nel percor-so teologico dell’Opera dell’Amore Infinito.4 Al Servizio di Dio Amore, p. 235.5 Ibid., p. 235.6 Ibid., p. 236. 7 Così Sant’Agostino nel De Trinitate.8 Al Servizio di Dio Amore, pp. 236-237.

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Quanto al luogo9, invece, il Vangelo ci indica chiaramente chel’annunciazione avvenne «in una città della Galilea chiamata Naza-reth»10, in quel villaggio a 140 km da Gerusalemme si recòl’Arcangelo Gabriele a portare alla Madonna il grande annuncio. Nel-le sue parole «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te»11 orarese nella traduzione «Rallegrati12, piena di grazia: il Signore è conte», c’era il saluto del Padre celeste alla figlia più diletta e amata,del Figlio alla tenera madre, dello Spirito Santo alla sua immaco-lata sposa, di tutto il cielo e di tutti gli angeli che salutavano in Ma-ria la loro Regina. Queste parole significano che la Vergine posse-deva in sommo grado la grazia soprannaturale, indicano che Ella erapiena di Dio. Difatti «Maria Santissima fu sempre con Dio cosa chedi nessun’altra creatura si può dire. Iddio fu con Maria al principionella Concezione, perché fosse concepita immacolata, nella vita, perarricchirla sempre di nuovi tesori, alla fine nell’Assunzione, per li-berarla dalla morte e trasferirla in cielo»13. E così di nuovo MadreLuisa Margherita specifica ulteriormente che proprio riguardo al-l’Annunciazione Ella deve essere la Madre del Verbo Incarnato, de-ve cooperare alla redenzione del mondo ed essere tesoriera delle gra-zie e delle misericordie divine14. Qui troviamo in nuce un’intuizioneprofonda che il Servo di Dio Giovanni Paolo II nella sua lettera en-ciclica Redemptoris Mater15 e in numerosi altri discorsi esprimerà:Maria Cooperatrice della Redenzione, o meglio Corredentrice.

Le parole dell’Arcangelo suscitarono in Maria sorpresa, stupore,meraviglia frammisto a un po’ di turbamento. Ma perché? Quale nefu la causa? I Padri della Chiesa attribuiscono la causa all’appari-zione stessa dell’Arcangelo, alcuni al timore naturale che s’impos-sessa dell’uomo quando si trova a contatto col soprannaturale, al-tri infine al dubbio che si trattasse di una visione diabolica16. Mol-to probabilmente fu l’umiltà la vera causa della sorpresa. Solo chiè umile trema davanti agli elogi. A Maria SS. sembrò impossibile,perché convinta della propria bassezza. Ecco uno dei tanti segreti

9 PELLETTIERI G.M., Chi è Maria?, Frigento 1977, p. 30.10 Lc 1,26.11 Lc 1,28.12 CEI, Editio princeps 2008. 13 S. LORENZO DA BRINDISI, Mariale.14 A Servizio di Dio Amore, p. 240.15 1987.16 Cfr. PELLETTIERI, p. 32.

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del Re nascosti nella Vergine di Nazaret! Una vita virtuosa e umi-le quella della Mamma Celeste, proprio come emerge dagli scrittidi Madre Luisa Margherita, che più volte indica la Madonna comeil modello delle anime consacrate all’Amore Infinito17 e accosta la vi-ta di Maria Santissima, Regina del Sacerdozio, al carattere sacer-dotale della sua esistenza di totale dedizione18, profonda umiltà,completo abbandono e di vittima strettamente unita al destino delFiglio19.

Ecco infine il frutto spirituale che potremmo domandare per que-sta festa, usando le parole di Madre Luisa Margherita:

Chiediamo alla nostra celeste Madre di insegnarci ad amare Dio co-me Ella lo amò e cioè lasciargli, come lei, il pieno dominio del no-stro cuore. Così la nostra volontà, soggiogata da questo ineffabile epotente amore, aderirà senza sforzo e senza scossa ai voleri divini.(...) Diremo al Signore l’«Ecce Ancilla Domini!» della Vergine San-ta, questo «Ecce Ancilla», così umile, così sottomesso che elevò Ma-ria tanto in alto e la fece Madre di Dio e Regina del cielo e della ter-ra20.

Don Roberto Ferrari

17 Cf. Al Servizio di Dio Amore, capitolo XI, pp. 235-248.18 Ibid., p. 235.19 Diario intimo, 24 dicembre 1904, pp. 176-178.20 A Servizio di Dio Amore, p. 244.

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OSSERVATORIO

Occorre partire dal «qui ed ora» per osservare quanto accade al mondo.Non per nulla è stata coniata la formula «glocale», che collega la dimen-sione del «locale» con quella della «globale», quella che concerne il mon-do intero. Per il settimanale diocesano «Il Risveglio popolare» e per unospeciale di «Avvenire», il quotidiano cattolico nazionale, mi sono occupa-to di un recente convegno organizzato e realizzato ad Ivrea dall’Ufficio dio-cesano per i problemi sociali, diretto da Padre Aldo D’Ottavio. Il convegno,svoltosi due settimane fa, era dedicato alla famiglia nell’attuale congiun-tura sociale, e muoveva dalla domanda provocatoria: «famiglia, risorsa opeso?». Naturalmente per le istituzioni sociali e le amministrazioni locali,che sono «costrette» ad occuparsene, e che erano rappresentate da al-cuni sindaci del territorio canavesano. Il punto di osservazione era, natu-ralmente, focalizzato sul territorio, ma aperto a dimensioni più ampie.

Rispetto alla grave e lunga crisi economica ed occupazionale (particolar-mente avvertita qui dove, in breve tempo, sono scomparsi importanti in-sediamenti produttivi) la famiglia ne subisce gli effetti, ma anche costitui-sce il più importante ammortizzatore sociale, e per molti, una provviden-ziale tavola di salvezza, per salvarsi dal naufragio.

Il dibattito ha evidenziato l’utilità di alcune misure sociali, effettuate e a li-vello di comuni e di consorzi territoriali, ma soprattutto, il valore di un ap-proccio etico e non solo assistenziale di breve durata. Che cosa intendoper «approccio etico»? È quello che nasce dalla premessa, per cui la fa-miglia è un valore nel disegno di Dio, un dono importante della creazio-ne in cui realizzare la propria vocazione all’amore. Non tutti evidente-mente condividono la visione cristiana del matrimonio e della famiglia. Tal-volta si fa fatica addirittura a stabilire che cosa si intenda per famiglia! Tut-tavia ci può essere una visione comune che registra valori e responsabi-lità, che non si giocano solo su di un piano individuale. Che cosa si fa (onon si fa), in concreto, perché la famiglia sia messa in condizione di svol-gere la sua missione: missione di comunione e di sostegno fra i coniugi;missione di tutela e di trasmissione della vita; missione educativa? Qua-

Matrimonio,vocazione d’amore

le aiuto le si offre, quando è in difficoltà, perché la situazione di crisi nonsi evolva ineluttabilmente verso la separazione?

Ne parlo brevemente su «Ut sint unum», che, presumo, non è letto soloda celibi consacrati. Ogni vocazione, comunque, è vocazione all’Amore,declinata secondo situazioni e contesti di vita diversi. Ogni vocazione vie-ne da un Amore che ci precede, ci sceglie e ci chiama, laici e consacra-ti. L’anno sacerdotale – in cui si cerca di riscoprire il carisma della voca-zione al ministero ordinato, anche con l’aiuto degli scritti della Madre – ri-chiede, di pari passo, una riconsiderazione delle vocazioni laicali e del lo-ro «peso» per la vita della Chiesa e della società. Matrimonio e sacerdo-zio ministeriale non sono vocazioni «in concorrenza», in competizione. So-no doni complementari, chiamati non solo ad arricchirsi reciprocamente,nel dialogo e nella collaborazione, ma ad arricchire l’intero popolo di Diocon i loro specifici contributi. Sentire la responsabilità per gli stati di crisidell’uno e dell’altro è aiutarci a riconoscere e a promuovere i doni di Dio.

Don Piero Agrano

Incontri di spiritualitàAMICHE E AMICI DI BARIChiesa di S. Ferdinandoanimati da don Oronzo Valerio - dalle ore 9,15 alle ore 12,00

➤ Sabato 10 aprile 2010 ➤ Sabato 8 maggio 2010

AMICHE/CI DI GRUMO APPULA (BA) MATRICEanimati da don Oronzo Valerio - dalle ore 9,30 alle ore 11,00

➤ Mercoledì 14 aprile 2010 ➤ Mercoledì 12 maggio 2010

AMICHE/CI DI GRUMO APPULA (BA) S.M. MONTEVERDEanimati da don Oronzo Valerio - ore 17,00

➤ Giovedì 29 aprile 2010 ➤ Giovedì 27 maggio 2010

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Una benemerenza delCard. Giovanni Cagliero

Nell’anniversario della morte del Card. Cagliero, l’Opera dell’Amo-re Infinito, che ha il suo centro a Betania del Sacro Cuore in Vische(Torino), ha voluto commemorare chi era stato strumento di Dio perla salvezza dell’Opera. È una pagina poco nota della vita del nostroprimo grande Cardinale.

Un complesso di disposizioni provvidenziali prepararono il suo in-contro con l’Opera della Serva di Dio [ora Venerabile] Madre Lui-sa Margherita Claret de la Touche.

Nel 1915, prima ancora che Roma potesse dire la sua parola, la Fon-datrice volava in seno a Dio; l’Opera veniva così a trovarsi in unodei momenti più critici della sua esistenza. In quel medesimo an-no il Santo Padre Benedetto XV elevava alla sacra Porpora il gran-de evangelizzatore della Patagonia.

Il Cardinale Cagliero, fra le altre eccellenti doti, ne aveva alcune pre-ziose per il futuro dell’Opera: era compaesano e amico del Vescovod’Ivrea Mons. Matteo Filipello, godeva di un prestigio immenso nel-la Curia Romana, era stato il primo Direttore dell’Istituto delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice, era soprattutto un Uomo di Dio.

A lui il Vescovo d’Ivrea indirizzò Madre Margherita Reynaud, cheera succeduta alla Fondatrice nel governo dell’Opera. Il Cardinalela ricevette con la consueta sua bontà. Le parole con le quali la con-gedò rivelano il suo carattere schietto e deciso: «Lasciate qui tutto:io esaminerò le cose. Se troverò che l’Opera viene da Dio, non avre-te padre più affezionato di me. Se non vi vedrò nulla di speciale, nonvi aiuterò in nulla».

Il Cardinale impiegò alcuni giorni a leggere tutti i documenti rela-tivi all’Opera e quando fu convinto che vi era il dito di Dio, ne di-venne protettore e difensore entusiasta. Fece chiamare la Superio-ra e le comunicò il suo pensiero: la fondazione si doveva assoluta-mente fare, egli l’avrebbe appoggiata in tutti i modi.

E senz’altro si mise all’opera. Anzitutto consigliò la Superiora di nonmuoversi da Roma prima d’aver ottenuto una parola definitiva dal-

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la S. Sede; poi volle che si facesse precedere l’approvazione dellaCongregazione Religiosa all’approvazione dell’Alleanza Sacerdota-le, che sarebbe poi venuta di conseguenza.

Prese a cuore l’Opera come se Iddio stesso gli avesse parlato e nepropugnò gl’interessi presso la Congregazione dei Religiosi e pres-so lo stesso Sommo Pontefice, al quale disse: «Io leggo e studio gliscritti di quest’anima (Madre Luisa Margherita). Sono una mera-viglia: c’è un alto ascetismo, una teologia profonda, sana, solida!».

Quando finalmente ottenne l’approvazione, ne giubilò e ne fece co-municazione alla Superiora con queste parole: «Il Card. Cagliero sa-luta e benedice la Superiora e le dà la bella notizia d’aver portatol’affare con il S. Padre al punto di salvezza. Dunque alleluja!».

Il 7 luglio 1916 fece la sua prima visita a Vische. Partendo, disse intono profetico: «L’opera di Vische si diffonderà nel mondo intero!».

Da allora ogni volta che tornava in Piemonte non lasciava di fareuna visita alla «sua Betania». Chiamava le religiose di Betania:«le mie figlie contemplative», per distinguerle dalle Figlie di MariaAusiliatrice, che erano le sue «figlie attive».

Quello che maggiormente colpisce nei contatti che il Cardinale eb-be con l’Opera dell’Amore Infinito è la piena comprensione dello spi-rito dell’Opera e della sua urgenza, nell’ora che volge. Una Congre-gazione religiosa tutta consacrata a pregare e sacrificarsi per i sa-cerdoti, un’Alleanza Sacerdotale Universale che unisca spiritual-mente i sacerdoti cattolici nel Sacro Cuore di Gesù per aiutarsi re-ciprocamente a santificarsi e per una maggiore efficacia del loro apo-stolato: nulla di più urgente oggi che il Sacerdozio si trova impegna-to in una lotta titanica contro nemici agguerriti, che tentano inogni modo di scoronarne la dignità e paralizzarne l’azione.

Questo comprese l’anima grande del Cardinale Cagliero. Perciò vol-le fare egli stesso la Consacrazione all’Amore Infinito, con la qua-le si entra a far parte dell’Opera.

Egli soleva dire che i figli di Don Bosco sono naturalmente apertiad accogliere la dottrina di Dio Amore che l’Opera professa, perchéimpegnati a rompere tradizioni opprimenti e gianseniste nel cam-po educativo, e affermava: «I Salesiani daranno all’Opera tutto il lo-ro appoggio».

(Pubblicato nel Bollettino Salesiano, n. 3 - 1° febbraio 1957,anno LXXXI).

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NOTIZIARIOBARI

Amiche di Betania: Incontri mensili: ogni 2° sabato del mese, da ottobre 2009 a giugno 2010.Adorazione: ogni 1° giovedì del mese.ANNO SACERDOTALE:Quest’anno approfondiremo le dimensioni del Ministero sacerdotale perpercepire sempre più l’importanza del ruolo e della missione del presbi-tero nella Chiesa e nella società.I temi che tratteremo sono:1. Il Sacerdote: dono di Dio al mondo.2. Gesù Cristo: modello del Sacerdote.3. Il Sacerdote: testimone della Parola e Maestro di Fede.4. Il Sacerdote: servo dei poveri e dei piccoli.5. Il Sacerdote: uomo di comunione e seminatore di Amore.6. Il Sacerdote: strumento della Misericordia di Dio.7. Il Sacerdote: uomo di preghiera.8. Il Sacerdote: Ministro dell’Eucarestia e per le vocazioni.9. Conclusione.Nel trattare tali argomenti non mancheremo di presentare la figura dei Par-roci e i loro collaboratori che si sono avvicendati nella Comunità Parroc-chiale, e hanno testimoniato con la vita e con il ministero la loro fedeltà aCristo e al proprio sacerdozio.

Gina N.

SARMEOLA (PADOVA) Relazione relativa all'Anno Sociale 2009 – 2010 per le Amiche diBetania.

È con gioia e grazia per la protezione di Maria Santissima che ci siamoritrovate all'inizio del nuovo Anno Sociale 2009-2010, per riprendere il

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cammino spirituale di preghiera per le vocazioni sacerdotali e alla vita re-ligiosa e secolare.

Siamo nell'Anno Sacerdotale indetto da Papa Benedetto XVI, in occasio-ne del 150° anniversario di S. Giovanni Vianney, Santo Curato d'Ars; dalsuo esempio i fedeli imparavano a pregare sostando davanti al Taberna-colo per una "Visita a Gesù Eucarestia". È così che il Curato d'Ars trasfor-mava il cuore e la vita di tante persone.

Programma annuale - impegni collettivi:

• Incontro ogni seconda domenica del mese, alle ore 15,30 presso lachiesa Parrocchia. Andrea in Padova dove risiede in qualità di Parrocodi recente investitura, nostro Assistente per la formazione spirituale.

• Adorazione Eucaristica ogni giovedì presso la Parrocchia di Sarmeola,secondo l'orario proposto dalla Parrocchia, con particolare intenzione perl'Opera, per la santificazione personale e di quella di tutti i Sacerdoti.

• Come negli anni precedenti, si propongono due giorni di ritiro spiritua-le nell'anno in corso (Avvento e Quaresima).

• Adorazione notturna mensile ogni primo venerdì del mese, dalle ore 21alle ore 6, secondo l'orario fissato.

• Anno Sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI: Preghiera profondae continua per tutti i Sacerdoti, ma in particolare per un Sacerdote in dif-ficoltà di vario genere.

Impegni individuali:

• Abbonamento al Bollettino.

• S. Messa quotidiana (sarebbe auspicabile).

• Visita quotidiana al SS. Sacramento.

• S. Rosario in famiglia.

• Aiutare i Sacerdoti, secondo lo spirito e le modalità delle Amiche di Be-tania.

• Carità, unità, ovunque e sempre.

Profondamente commossa e con il cuore colmo di amore per i Sacerdo-ti e per Dio Amore Infinito, sempre e dovunque: LODE al SIGNORE!

Amica Danila Ciato

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Una grande Amica

Il giorno 2 marzo scorso 2009, la nostra cara amica Francesca Piz-zo è ritornata alla Casa del Padre. Una vita ricca, intensa, parteci-pata. Aveva 91 anni e già da tempo per motivi di salute non frequen-tava il gruppo di Betania di Padova, ma desiderava sempre essereaggiornata sugli incontri, tanto che, spesso, dopo la riunione men-sile passavo da Francesca non solo per un té e due chiacchiere, maperché grande era il suo desiderio di essere partecipe, di condivide-re ciò che noi altre amiche avevamo appena condiviso e di pregareinsieme.

Aveva una forte personalità, era decisa, sicura, con grande capacitàdi organizzare e forse poche cose del mondo la intimorivano.

Aveva un grande desiderio: che la Chiesa mostrasse sempre più lasua coerenza al messaggio di Cristo e che questo si traducesse inun’attenzione verso gli altri che fosse in primo luogo rivolta a chipiù ci sta vicino. Gli altri, prima di essere gli sconosciuti sono i fa-miliari, gli amici, le persone che incontriamo ogni giorno: il tempoche ci viene donato da Dio è troppo prezioso per rimandare a doma-ni qualsiasi gesto concreto dell’amore cristiano.

Ecco cosa la distingueva, un grande senso di responsabilità nel cre-dere che solo le nostre azioni sono il mezzo più efficace per evange-lizzare e trasferire alle nuove generazioni l’unica eredità significa-tiva: la speranza della salvezza.

È per tutto questo che Francesca rimarrà nei nostri cuori e partedella sua forza, dono prezioso dello Spirito, ci farà sentire più sere-ne nell’affrontare le prove della vita.

Gianna Conte

PROFILI

ricordandoFrancesca PlZZO

Amica di Betania del Sacro Cuore dal 1979

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All’alba di sabato 5 aprile 2008, la nostra carissima Teresina Mar-tinelli, all'età di 79 anni, è tornata alla Casa del Padre. Dopo unalunga malattia, vissuta con serenità ed abbandono alla volontà diDio, si è arresa all’inevitabile trascorrere del tempo. Nativa dellaValtellina, ha lasciato il suo paese Semogo Valdidentro (SO), mol-to giovane, per recarsi a servizio dello zio sacerdote, che era statosuo padrino di battesimo. L’ha accompagnato nella sua missione, co-me ha accompagnato altri sacerdoti, trasformando le canoniche incui è stata: Poggiridenti, Piatta, Livigno, Aprica, Tirano, S. NicolòValfurva, in altrettante “Betanie”. Chi passava di lì riceveva ospi-talità, amicizia, conforto. Teresina ha vissuto con fedeltà la sua vo-cazione come dedizione, sostegno e servizio ai sacerdoti.

Si era consacrata nell’Istituto Secolare delle Missionarie dell’Amo-re Infinito il 28 agosto del 1984; l’anno prossimo avrebbe festeggia-to le “nozze d’argento”.

Era stata a Vische e a Candia, frequentava i Corsi di Esercizi e i Ri-tiri, specialmente quelli organizzati dalle Missai di Brescia, finché lasua salute glielo ha permesso. Inserita nella Zona di Milano ha sa-puto creare buoni rapporti di amicizia e ci ha sempre ringraziato, per-ché le eravamo vicine con scritti e telefonate. Negli ultimi anni, a cau-sa dell'avanzare della malattia e del peggiorare della sua salute,aveva dovuto abbandonare, a malincuore, la sua missione presso i sa-cerdoti e dopo un breve periodo trascorso nella sua casa, ha dovutoprendere la decisione, sofferta, di entrare nella “Casa di riposo del sor-riso” di Bormio. Qui ha continuato, fino all'ultimo istante della suavita, a testimoniare, con serenità e discrezione, la sua donazione al-l’Amore Infinito. Nemmeno la morte ha potuto cancellare dal suo vol-to l’espressione del sorriso, che sapeva donare con generosità a tut-te le persone che incontrava, per farle sentire accolte ed amate.

Il suo ricordo continuerà ad essere presente nel cuore di chi l'ha co-nosciuta, come quella figura femminile del Vangelo che non ha trat-tenuto nulla per sé, ma ha versato il profumo prezioso, facendonequasi uno spreco, per onorare il Signore.

Le missionarie della Zona di Milano

ricordandoTeresina MARTINELLI

Missionaria dell’Amore Infinito dal 1984

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PUBBLICAZIONI DELL’OPERA

AUTOBIOGRAFIA - LA MIA STORIAL.-M. CLARET de la TOUCHE

IL SACRO CUORE E IL SACERDOZIO (Tradotto in 15 lingue)L.-M. CLARET de la TOUCHE

IL LIBRO DELL’AMORE INFINITO (Tradotto in 8 lingue)L.-M. CLARET de la TOUCHE

DIARIO INTIMO DI MADRE LUISA MARGHERITA(A cura di P. PH. VERCOUSTRE op).

AL SERVIZIO DI DIO AMORE (Tradotto in 7 lingue)Estratto dagli scritti della Venerabile Luisa Margherita

SEMINATORI DI AMORE (Tradotto in 3 lingue) DON RODOLFO REVIGLIO

UNA DONNA PER IL SACERDOZIOP. PHILIPPE VERCOUSTRE, op.

HO IL SOLE NELL’ANIMAPAOLO REDI

HO INCONTRATO L’AMOREVita - Carisma - Missione di M.Luisa Margherita Claret de la Touche(Tradotto in 3 lingue)PIER GIORGIO DEBERNARDI, vicepostulatore e Vescovo di Pinerolo,pagg. 680.

L’ABISSO DELL’AMORE INFINITO A cura di ROBERTO ALBORGHETTI E delle AMICHE DI MILANO

Incontri di spiritualitàper Amiche, Amici di Betania e simpatizzanti

BETANIA DEL SACRO CUORE - VISCHEanimati da don Pierfranco Chiadò - dalle ore 9,30 alle ore 16

➤ Lunedì 19 aprile 2010 ➤ Lunedì 17 maggio 2010

BETANIA DEL SACRO CUORE - ROMAVia Giulia 64 - dalle ore 9,30 alle ore 16

➤ Giovedì 8 aprile 2010 ➤ Giovedì 13 maggio 2010

AMICHE E AMICI DI BETANIA - TORINOSantuario di Santa Rita➤ Lunedì Santo 29 marzo 2010 a Betania del Sacro Cuore - Vische.

Festa per tutte le Amiche/ci e Simpatizzanti di Betania: dalle ore9,30 alle 16,00. Meditazione tenuta da Mons. Arnaldo Bigio.

La prenotazione per il pranzo è indispensabile entro il 22-3-2010(telefonare a Maria Pia Minati 011.900.27.75).

➤ Lunedì 3 maggio 2010 Pellegrinaggio a Betania del Sacro Cuoredi Vische per le Amiche/ci di Torino, Orbassano e Rivalta.

AMICHE E AMICI DI BETANIA - RIVOLI (TO)➤ Giovedì 6 maggio 2010 Pellegrinaggio a Betania del Sacro Cuore

di Vische per le Amiche/ci di Rivoli (To).

AMICHE E AMICI DI BETANIA - MILANO➤ Lunedì Santo 29 marzo 2010 Programma a parte.

In via San Tommaso - dalle ore 10,30➤ Domenica 23 maggio 2010

AMICHE E AMICI DI BETANIA - CAGLIARIChiesa di S. Lucifero ultima domenica del meseanimati da don Elvio Madeddu - dalle ore 16,30

➤ Domenica 28 marzo 2010 ➤ Domenica 30 maggio 2010➤ Domenica 25 aprile 2010 ➤ Domenica 27 giugno 2010

BETANIA - UT SINT UNUMAmministrazioneSegretariato Amiche di Betania10030 VISCHE (Torino) - Tel. 011.98.37.502 - Fax 011.98.37.950

E-mail: [email protected]

www.operaamoreinfinito.it

C.C.P./BETANIA: 00250100

PRIMAPAGINA Itinerario evangelico

Convegno dell’Opera in Colombia

100 ANNI FA... Rivista n. 2

Giornata sacerdotale

Il mistero del sacerdoteilluminato dall’Amore Infinito - 2

ANNO SACERDOTALE Vecchio prete, dimmi chi sono!

Sacerdoti, testimoni di misericordia

L’Amore Infinito nella vita della Madonna:la festa dell’Annunciazione del Signore25 marzo

OSSERVATORIO Matrimonio, vocazione d’amore

Una benemerenzadel Card. Giovani Cagliero

NOTIZIARIO

PROFILI Ricordando Francesca Pizzo eTeresina Martinelli

PUBBLICAZIONI

Indice

Copertina N2-2010_at:cop 5-03-2010 13:45 Pagina 4

Direttore Responsabile: Don Piero AGRANO

Stampa: Scuola Grafica Salesiana - Torino

ISSN 1722-6481

BETANIA

MARZO-APRILE 2010Nuova serie: Anno XVI

SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96FILIALE DI TORINO - N. 2/2010

Autorizz. Tribunale di Torino n. 3806 del 21.5.1987

In caso di mancato recapito inviare a:

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BETANIA DEL SACRO CUOREVia Lamarmora, 31 - 10030 VISCHE - TO (Italia)

che si impegna a pagare la relativa tariffa

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TORINO C.M.P.

OPERA DELL’AMORE INFINITO

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Copertina N2-2010:cop 25-02-2010 11:55 Pagina 2