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IN QUESTO NUMERO : il Calendario del Teatro Grande di Brescia I CONCERTI DEL MESE N O T I Z I E dalle A S S O C I A Z I O N I MILANO TERZO FESTIVAL DELL'UNIONE DEI TEATRI D'EUROPA E poi e poi: Auguri a... 16 Calendario mostre 5 Ecologia 16 Eventi, 8 e 9 Gallerie Bresciane 10 Mostre, da 3 a 7 Musica e Spettacolo, 13 Poesia e Letteratura, 26 e 27 Sostenitori, 14 e 15 Enigmistica e Giochi, 22 Dipende Dipende n 17 con il Patrocinio della Comunità del Garda mensile a distribuzione gratuita della associazione culturale multimediale INDIPENDENTEMENTE C.P.190 Desenzano (BS) Tel.Fax 030-9120901 Reg. Stampa Trib. di Brescia n.8/1993 del 29/03/1993 NOVEMBRE 1994 7000 copie Sped. in Abb. Postale /50% associazione annuale L.20.000 Editore: Raffaella Visconti Curuz Presidente Indipendentemente Direttore Responsabile: Giuseppe Rocca Direttore Editoriale: Maurizio Bernardelli Curuz Art Director: Fabio KoRyu Calabrò Segretaria di Redazione: Tania Brighenti In questo numero: Mario Arduino a pag. 16 e 19 Eda Benedetti a pag. 5 Luca Benedetti a pag. 12 Clara Bombaci Vivaldi a pag. 16 Fabio KoRyu Calabrò a pag. 3, 5, 13 Antonio De Santis a pag.18 Adriana Dolce a pag.20 Franco Gobbetti a pag. 12 Caterina Musciarelli a pag. 8 e 21 Emanuele Olivetti a pag.22 Lara Olivetti a pag. 21 Andrea Perego a pag. 16 Giuseppe Rocca a pag.2 Elidio Rocchi a pag.13 Itala Rui a pag.4 e 16 Agnese Samuelli a pag. 22 Gregorio Trebucchi a pag. 18 Grafica e impaginazione: 220voltStudio Desenzano Impianti: Graphite Rivoltella Stampa: FDA EUROSTAMPA srl Borgosatollo (BS) associato all' USPI Unione Stampa Periodica Italiana MENSILE DI ARTE CULTURA SPETTACOLO LETTERE POESIA A PARTIRE DAL L A G O D I G A R D A Il Direttore è Responsabile ? Beppe Rocca Fan Club Dipende Lago di Garda ZOOMARIO * L'editoriale di questo mese è di Beppe Rocca, e incidentalmente abita a pag.2 * Fabio KoRyu Calabrò incespica in Ardengo Soffici, e vorrebbe avere incontrato Marc Chagall, incorniciato da Eda Benedetti * Elena Furini intravede Vincent van Gogh * Mario Arduino impensierisce i Poeti * Gregorio Trebucchi introduce Lovecraft * Elidio Rocchi incolume nonostante Battisti, e Franco Gobbetti immane nonostante la bassa stagione * Ed in più c'è una Mucca fra noi... Gallipoli Badi Bologna Alassio Carezza Etna Macerata Desenzano del Garda Mappa a cura del Club Italiano Lettori di Dipende (in via di aggionamento) Torino Lecce Gorizia Verona Aosta

Transcript of dipende n 17 - giornaledelgarda.info · Per gli amanti della cabala e della superstizione ci...

IN QUESTO NUMERO :

il Calendario del Teatro Grande di Brescia

I CONCERTI DEL MESE

N O T I Z I E dalle A S S O C I A Z I O N I

MILANO TERZO FESTIVAL

DELL'UNIONE DEI TEATRI D'EUROPA

E poi e poi:

Auguri a... 16Calendario mostre 5

Ecologia 16Eventi, 8 e 9

Gallerie Bresciane 10Mostre, da 3 a 7

Musica e Spettacolo, 13Poesia e Letteratura, 26 e 27

Sostenitori, 14 e 15Enigmistica e Giochi, 22

DipendeDipende n 17

con il Patrociniodella Comunitàdel Garda

mensile a distribuzione gratuita della associazione culturale multimediale INDIPENDENTEMENTE C.P.190 Desenzano (BS) Tel.Fax 030-9120901 Reg. Stampa Trib. di Brescia n.8/1993 del 29/03/1993 NOVEMBRE 1994 7000 copie Sped. in Abb. Postale /50% associazione annuale L.20.000

Editore:Raffaella Visconti CuruzPresidente Indipendentemente

Direttore Responsabile:Giuseppe Rocca

Direttore Editoriale:Maurizio Bernardelli Curuz

Art Director:Fabio KoRyu Calabrò

Segretaria di Redazione:Tania Brighenti

In questo numero:

Mario Arduino a pag. 16 e 19Eda Benedetti a pag. 5 Luca Benedetti a pag. 12 Clara Bombaci Vivaldi a pag. 16Fabio KoRyu Calabrò a pag. 3, 5, 13Antonio De Santis a pag.18 Adriana Dolce a pag.20Franco Gobbetti a pag. 12 Caterina Musciarelli a pag. 8 e 21 Emanuele Olivetti a pag.22Lara Olivetti a pag. 21 Andrea Perego a pag. 16Giuseppe Rocca a pag.2 Elidio Rocchi a pag.13Itala Rui a pag.4 e 16Agnese Samuelli a pag. 22 Gregorio Trebucchi a pag. 18

Grafica e impaginazione:220voltStudio Desenzano

Impianti:Graphite Rivoltella

Stampa:FDA EUROSTAMPA srlBorgosatollo (BS)

associato all' USPIUnione StampaPeriodica Italiana

MENSILE D I ARTE CULTURA SPETTACOLO L E T T E R E P O E S I A A P A R T I R E D A L

L A G O D I G A R D A

Il Direttore è Responsabile ?

Beppe RoccaFan Club

Dipende

Lagodi

Garda

ZOOMARIO

* L'editoriale di questo mese è di Beppe Rocca, e incidentalmente abita a pag.2

* Fabio KoRyu Calabrò incespica in Ardengo Soffici, e vorrebbe avere incontrato Marc Chagall, incorniciato da Eda Benedetti

* Elena Furini intravede Vincent van Gogh

* Mario Arduino impensierisce i Poeti

* Gregorio Trebucchi introduce Lovecraft

* Elidio Rocchi incolume nonostante Battisti, e Franco Gobbetti immane nonostante la bassa stagione

* Ed in più c'è una Mucca fra noi...

Gallipoli

Badi

Bologna

Alassio

Carezza

Etna

Macerata

Desenzano del Garda

Mappa a cura del Club Italiano Lettori di Dipende (in via di aggionamento)

Torino

Lecce

Gorizia

Verona

Aosta

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Editorialmente Naturaliter

pende” conta oltre 500 abbonati. Ha promosso iniziative socio culturali di vario genere sul Lago di Garda mediante la struttura organizzativa dell’Associazione Culturale Mul-timediale Indipendentemente. Ha sostenuto i costi gravosi di distri-buzione e stampa, con l’impegno di giornalisti e collaboratori tecnici che hanno fornito prestazioni completa-mente volontarie. Ha allargato il suo raggio d’azione portando l’immagine del territorio gardesano al di là del-l’anfiteatro morenico e delle prealpi, superando il localismo e cercando di far capire, pur nella consapevolezza dei propri mezzi, che è possibile uscire ed esportare idee. E soprattutto ha mantenuto fede alla promessa di giornale propositivo, che parte dalla cultura e che rivendica la sua auto-nomia. Oggi ci sentiamo più grandi. Ma comprendiamo anche che le diffi-coltà sono aumentate. Per un ulteriore scatto qualitativo è necessaria una spinta economica più determinante. E in questa occasione è giusto ringra-ziare unitariamente tutti gli sponsor che hanno permesso fino ad oggi la realizzazione del giornale. Anche loro, piccoli e grandi, hanno sfiorato il sentimento che porta alla ragione di oggi. Si parlava d’avventura per spiegare tutto questo. Concedetemi allora una piccola digressione. Al tempo delle scorribande nel Caribe, come racconta in qualche sua Balla-ta Corto Maltese, i pirati venivano chiamati “Gentiluomini di Fortuna”. Anche noi, truppa di scrittura e let-tura di Dipende, vorremmo essere chiamati così. Intendendo la pirateria con l’occhio nobile della voglia di giustizia e di proposta. Armati della gentil fortuna che scaccia ogni timore. Anche dinnanzi a questo numero 17, che prevediamo interessante e che vi invitiamo a sfogliare. Giuseppe Rocca

ULTERIORMENTE

Avventura “Dipende” numero 17. Per gli amanti della cabala e della superstizione ci sarebbe materiale abbondante . Noi però cerchiamo di rimanere, malgrado tutto, radicati per terra. Ed allora, visto che l’au-tunno aiuta la riflessione, lanciamo uno sguardo formato bilancio di questo 10 numeri + 7 (ed ancora + numero zero, che consideriamo amuleto antiscalogna). Precisia-mo innazitutto che è stata dura. Ragioni principalmente pratiche hanno ostacolato la nostra marcia di avvicinamento a quello che a tutti i costi ha voluto diventare un giornale. Il nostro messaggio voleva e vuole assimilare una mol-teciplità di interessi attorno ad una testata. Vorrei spiegarmi meglio. Al Lago di Garda vengono da sempre attribuite grandi qualità. Sia sul versante dell’immagine turistica che su quello della proposta cul-turale. Ebbene, questo universo carico di interessi stimolanti, non prevedeva un foglio, un oggetto o uno strumento che riuscisse a far esplodere queste potenzialità. Esistevano ed esistono lodevoli iniziative locali, che rimangono però in ambiti circoscritti. L’idea di un giornale forse era venuta a tutti. Ma il coraggio per realizzarla è simile a quello del salto nel vuoto senza certezze di elastici salvavita. In tempi in cui l’editoria langue è sempre difficile tentare nuove vie. Ecco allora lo sforzo di un gruppo di giovani, che spesso alla ragione antepongono il sentimento, capaci di produrre un mensile che proprio nel nome dimostra l’approccio discreto e non intransigente ad un mondo così complesso. Da queste basi rileviamo i risultati: oggi “Di-

Dipende n 17Hanno collaborato:Eda BenedettiGiovanni BenedettiFlavio BordignonLucrezia CalabròAntonio De SantisPaolo FoggettiRossano GeneviniLinda MagazzaAndrea PeregoTiziana RossiSimone SagliaGregorio TrebucchiFranco VergnaCamilla Visconti CuruzRaffaella Visconti CuruzChiara Zarantonello

NEL PROSSIMO NUMERO:

-SPECIALEFESTE!!- Sei Pagine Di Poesia- Quattro Traduzioni Da Arthur Rimbaud Di Andrea Perego- Una riflessione di Chiara Salvini sul "fare poesia"- Inediti di Franco Trognoni e Bruno Bruni

Dipende pagina 3

Si impara l'arte Anche giocando a carte

GALLERIE A BRESCIA

-Museo Ken Damy, Loggia delle Mercanzie c.tto S.Agata,22 (Tel.030.50295)-Palazzo Martinengo, Piazza del Foro, 6-Galleria Minini, Via Apollonio, 68-Civiltà Bresciana, -Galleria Cavellini, Via Gramsci,13-Galleria Allegrini, Via Bandiera 17b-Galleria L’Aura, Via Laura Cereto (Tel.030-3770449) Aperto giovedì venerdì sabato dalle 17 alle 19.30. E anche su appuntamento.-Galleria dell’incisione, Via Bezzecca, 6-Galleria Paolo Majorana, Via Tresanda, 8 (Tel.030.3770029)-Artisti Bresciani, Vicolo delle Stelle, 4 (Tel.030.45222) Chiuso il lunedì.-Atelier degli Artisti, Via Battaglie, 36/b (Tel.030.3753027)-Arte e Spiritualità, Via Monti,9 (Tel.030.3753002) Da giovedì a domenica è aperta dalle 16 alle 19. Su appuntamento gli altri giorni.-Bistrò, Piazza Loggia 11-Galleria Alberto Valerio, Contrada S.Giovanni,31-Galleria Ciferri, Via Trieste 33 a/b-Galleria Colantonio, Via Orientale,18-Galleria De Clemente, Piazza Paolo VI,16 (Tel.030.2400666) Aperto dalle 16.30 alle 19.30 e chiuso il martedì. -Galleria Moretto, Vicolo Moretto,15 (Tel.030.3756103)-Galleria Schreiber, Angolo Via Gramsci,8 (Tel.030.293079).-Galleria Sintesi, Via Sabotino, 9-Il Pitocchetto, Via Marsala, 15 (Tel.030.44060)-Multimedia, Via Calzavellia, 20-Piccola UCAI, Via Battaglie, 47/c-Prospettive Grafiche, Via Trieste, 43-Bar Plurimediale Zarathustra, Via Zara, 125 Aperto dalle 19.00 alle 2.00 e chiuso il martedì

a Desenzano del Garda

galleria d'arte pace di gimmi stefanini

"REMO BRINDISI" opere in permanenza

-via n. sauro, 22 25015 desenzano tel.fax. 030-9914393 / 9912088-piazza s.marco,1 20121 milano tel.02-6590147 fax.6592307

E'in preparazione presso la Galleria Pace il Catalogo Generale di Remo Brindisi.Si invitano tutti i possessori di Opere del Maestro interessati ad inserirle a mettersi in contatto con gli uffici di Milano o Desenza-no del Garda.

"occidentale" dei quattro,ed anche il più rigorosamente "accidentale"nell'attraversamento continuo e talvolta doloroso degli stili e dei manifesti che ha pervaso la creatività della sua generazione, anche a causa del pas-saggio tutt'altro che indolore di due guerre mondiali sulle loro teste.

Ma in questo inutile mare di "se", equilibrismo metaforico inadeguato all'espressione di sentimenti costrui-ti con tubetti di colore, le sue tele mantengono in fresco il fuoco della ragione non meno di quanto scaldino il ghiaccio della passione. E' questo senso della dismisura (proprio a tutto il nostro secolo, che ha portato con sè un modo nuovo di intendere anche gli strumenti con cui la dismisura è misurata) che trova nei pennelli di Ardengo Soffici quella lucidità espo-sitiva che non lascia adito a dubbi, quella complicità "di mestiere" fra forma e contenuto che preme talvolta più del ribollente fiume delle raffigu-razioni possibili.

Nell'attonito disincanto di una cam-pitura dietro a cui si cela un volto.

Nessun volto.

Centomila volti.

Fabio KoRyu Calabrò

ATTRA (S) VERSA (L) MENTI

Verso i grandi classici si nutre sem-pre una sorta di timore reverenziale. Può anche darsi che questo faccia parte della natura umana, come residuo legnoso di qualche totem interrato da tempo, ma se di natura si tratta è indubbiamente di quella intellettuale che qui si tratta.

Uomini illustrati ci guardano da dietro riviste in carta patinata, mentre cerchiamo nel loro sguardo -casualmente carpito da un obiettivo indiscreto- la conferma dello spes-sore che intravediamo nella loro opera. Ardengo Soffici ha attraver-sato le vite delle star più in vista del nostro piccolo firmamento moderno e contemporaneo brillando di una grandezza propria e godendo di una lucidità a tratti talmente folle da scambiarla con la normalità meno attraente. Giorgio de Chirico, Car-lo Carrà, Giorgio Morandi, sono gli altri tre punti cardinali capaci di orientarci nel paesaggio di cui stiamo parlando.

Se volessimo tracciare dei sentieri su questa mappa, interpretando la nostra bussola retrospettiva, po-tremmo azzardarci a supporre che se De Chirico fosse l'astrazione spersonalizzata di un mediterraneo pirandelliano, e Carrà la proiezione di esperienze iconiche alle porte del vicino oriente, e se oltre a ciò Morandi potesse essere l'interio-rizzazione dalle ombre lunghe del nord, Soffici sarebbe allora il più

Culturismo Esercizi dalle ferie per sviluppare i muscoli degli occhi e del cervello

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Col cappello di feltro nel 1887...

...davanti alla tela nel 1888...

...senza un orecchio nel 1889...

...con la tavolozza nel 1890.Uomo curioso, questo Vincenzo....

VINCENT VAN GOGHRITRATTO/I DI UN UOMO

"Si dice, ed io non vedo di meglio che credervi, che è difficile conosce-re se stessi, ma non è neanche facile dipingere se stessi".La sete di conoscenza che van Gogh ebbe di sé, ci è dimostrata anche da quegli studi di teolo-gia che più tardi abbandonò, quando decise di diventare un’artista, nel 1880. Questo costituì comunque la premessa spirituale di un’uomo che pure voleva restare ancorato alla cruda realtà vissuta dalla gente semplice, siano essi i minatori del Borinage o i contadini della Drenthe.Tutta la sua carriera artistica ed il conseguente nomadismo interiore e spaziale erano volti al-l’insegna di una precisa coscienza nel costruire e ricercare un suo stile personale.Proprio gli autoritratti esprimono questa volon-tà: da un lato il travaglio dell’uomo, dall’altro l’immagine del pittore, riuniti nella ricerca di uno stile.Quasi tutti i suoi autoritratti erano considerati da lui dei “tableau“, ovvero (contrariamente agli “etudes“), opere destinate ad essere esposte allo scopo di dichiarare la sua “ouvre“, cioè l’insieme dei lavori che maggiormente caratte-rizzano lo stile di un’artista. ("...non considero la mia ricerca valida in se stessa, ma legata al mio lavoro nella sua totalità.")Spesso però l’autoritratto non aveva alcuna necessità diintrospezione ma nasceva solamente come bisogno di esercitare la mano all’esecuzione di ritratti, avendo il perenne problema di reclutare modelli che posassero per lui (soprattutto dopo il divieto espresso dal parroco del paese di Nuenen). Van Gogh soffriva, tra le altre, di una cronica mancanza di denaro e cercava, tramite i ritratti su commissione, di fare breccia su un mercato dell’arte altrettanto in recessione a causa della concorrenza della nuova arte, la fotografia, che andava prosperando in modo particolare nel ritratto.Pur eseguendo di alcune opere diverse copie, per divulgarle al fratello Theo o alla sorella, si rendeva conto della mancanza di quell’”aura“ dell’opera fotografica che possiede invece il dipinto, una problematica che affrontò solo parecchi anni dopo Walter Benjamin nel suo “ L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica “. Del ritratto non gli interessava ciò che poteva dare il dagherrotipo, la riproduzione fedele del soggetto che posava con un bel vestito, ma quello che caratterizza la pittura moderna in sè: e la forma come mezzo per esprimere un sentimento, arricchita di significati metaforici o allegorici, e la messa in forma attraverso la pennellata di colore come pura bellezza, puro piacere dell’esecuzione.

Vediamo ora quattro autoritratti significativi:Nell’"Autoritratto con cappello di feltro" fatto a Parigi verso la fine del 1887 Vincent si concentra sull’aspetto tecnico, applicando lo stile divisionista lì appreso, con pennellate ritmiche ben organizzate a comporre un alone intorno al capo e presentandosi vestito come un artista di città.Nell' "Autoritratto da pittore" (1888) invece applica quelle teorie fisiognomiche a lui conosciute fin dal 1883, quando aveva analizzato il suo volto notando che “(...) certi individui dai capelli rossi e la fronte quadrata non sono soltanto pensatori o soltanto uomini d’azione, ma tendono ad avere entrambi questi caratteri“. Queste teorie gli servono per convogliare nel quadro un senso di profonda tristezza e di morte, esprimendo così il suo stato d’animo alla fine del periodo parigino. Ma chi non ricorda l’indimenticabile "Autoritratto" da lui realizzato ad Arles al ritorno dall’ospedale, dopo la furibonda lite avuta con Paul Gauguin durante la quale si tagliò un orecchio, per poi portarlo ben avvolto ad una ragazza di una casa di tolleranza?! Qui, la campitura piatta di un colore brillantissimo tipicamente gauguiniano, una linea orizzontale che taglia la tela alle sue spalle denotano una calma soltanto apparente, una sofferenza interiore denunciata da due grandi occhi tristi su un viso che più che sbarbato è nudo, stretto in una fasciatura a coprire la ferita. E’ un ritratto del gennaio 1889; soltanto nove mesi dopo, nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy, dipinge l’"Autoritratto con tavolozza" eseguito dopo uno dei tanti brevi periodi di malattia. E’ un’immagine piuttosto eloquente nella presenza di un volto magro e verde ritratto con quegli strumenti da pittore che per lui rappresentavano l’unica attività che lo aiutasse a sopravvivere, perchè tramite questa, nel rappresentare la natura o l’umanità, riusciva a comunicare quella difficoltà dell’esistere che lo portò al suicidio, il 27 luglio 1990.

Elena Furini

BIBLIOGRAFIA

Evert van Uiter , Louis van Tilborgh, Sjraar van Heugten,“Vincent van Gogh“ Amsterdam 1990 Arnoldo Mondadori Arte De Luca Edizioni d’Arte

Alberto Martini,“ van Gogh “ I Maestri del colore - Milano 1963Fratelli Fabbri Editori

Rijksmuseum Vincent van Gogh

Paulus Potterstraat 7, 1007 Amsterdam,tel. 0031-20-5705200ingresso: 10.00 fiorini olandesigiorno di chiusura: lunedìorari di apertura: 10-17; domenica ore 13-17

Il museo costruito su progetto di Rietveld e inaugurato nel 1973, racchiude 230 dipinti e c. 500 disegni del Maestro, nonchè opere facenti parte della collezione donata al municipio di Amsterdam nel 1930 da Theo van Gogh, nipote del pittore.

"Pronto?... Pronto, sei tu, Paul ?!... Beh, ecco, è che volevo chiederti scusa per averti sparato... Sai, mi sono anche tagliato via un orecchio..." Vincent.

Spa concessionaria per le province di Mantova e Brescia, in via Mantova, a Desenzano. 030.9912622 pagina 5

MOSTRE IN CORSO

DESENZANO-Palazzo Todeschini,Piazza Malvezzi -galleria la cornice, Piazza Malvezzi -Villa Brunati, Rivoltella

SIRMIONE- Palazzo Civico, Piazza Carducci CONTEMPORANEA Iacopo Castellazzo, Lillo Marciano, Marco Viola CREMONA- Centro Culturale "Città di Cremona""SOFONISBA ANGUISSOLA E LE SUE SORELLE"Fino all'11/12 ore 10.00 - 19.00chiuso il lunedì

MANTOVA-Fruttiere di Palazzo Te “LEON BATTISTA ALBERTI” Fino a dicembre

MILANO-Fondazione Antonio Mazzotta "MARC CHAGALL: IL TEATRO DEI SOGNI" Fino al12/3/95-Fiera di MI, Porta Domodossola “LO SGUARDO SULLA REALTA'" Pittura Lombarda del secondo '800 28/10-11/12 Orario:10.00-18.00

PADOVA-Palazzo della Regione "LA VEDUTA VENEZIANA DEL '700" Fino al 26/12

TORINO“HELMUT NEWTON” Castello di Rivoli Museo della Stampa di Rivoli da mar. a ven. 10-17 sab. e dom. 10-18 chiuso il lunedì ingresso £. 10.000 VENEZIA-Palazzo Ducale "ARTE TRA VENEZIA E L'EUROPA" "OMAGGIO A SAN MARCO" Dall' 8/10 fino al 28 febbraio. orari di apertura: dal 9 ottobre al 13 novembre: 9 - 19 dal 14 novembre al 28 febbraio: 9 - 16

VERONA“HENRI DE TOULOUSE LAUTREC” Palazzo Forti aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.00 ingresso £. 10.000 fino al 20 novembre

TREVISO“TESSUTI ANTICHI sec. XIV - XIX” Casa Da Noal da mar. a sab. 9-12.30 / 16-22 dom. 16-22 chiuso il lunedì ingresso £. 3000 fino al 13 novembre

DI NOTTE, RUSSO

Marc Chagall... Avrei voluto cono-scerlo. Con quei suoi pennelli sempre disposti a tracciare pazientemente l'ultima sfumatura del sogno, quella che a cavallo fra il sonno appena pas-sato e la veglia imminente lascia di rado traccia di sè, se non appunto sui pennelli di qualche fortunato artista; lui, così spaventosamente russo, ed in questa peculiarità così disponibile alla comunicazione. Lui, così feli-cemente triste, così nostalgico. Lui, così Chagall.

Avrei voluto conoscerlo per domandargli quanto pesa un fiore, quanto a lungo volano i pensieri (e dove), e qual è il suono di un violino quando il cielo diventa verde. Avrei voluto conoscerlo per mangiare insieme un po' di Parigi e sederci a chiacchierare in un francese improbabile all'ombra di una me-moria involontaria. Lui, così affilato. E forse a forza di volerlo l'ho incontrato, fra le pieghe delicate di un plissettato in lamina di seta, mentre faceva finta di cucire, e invece dipingeva. L'ho incontrato fra i pois a forma di stella di stelle a forma di pois, mentra faceva finta di dipinge-re, e cuciva. L'ho incontrato ogni volta che ho guardato il mondo circostante scambiandolo per il circo mondostante. Lui, così seriamente comico. Lui poeta, lui pagliaccio.Avrei voluto conoscere Marc Chagall perchè non mi sentivo a mio agio nel "mondo interpre-tato". Poi, un giorno, ho capito (ho creduto di capire) che l'interpretazione era convenzionale, il mondo a colori, e del mio agio non interessava niente a nessuno. Nemmeno a Chagall.Che, per fortuna, non ho mai conosciuto.

Marc Chagall incorniciatodi Eda Benedetti

Agli inizi del 900 (e fino alla seconda guerra mondiale) l’avanguardia intellettuale parigina si sposta dalla butte Montmartre alla riva sinistra della Senna nel quartiere di Montparnasse-Orléans dove ha inizio l’avventura degli indipendenti. Contraltare del famoso Bateau Lavoir-che a Montmartre ha visto nascere il Cubismo con le Demoiselles d’Avignon diviene quel padiglione dei vini dell’Esposizione di parigi del 900 chiamato la Ruche, dove trovano spazio gli studi di molti artisti della nuova generazione.A Montparnasse si incontrano Modigliani, Soutine, Léger, Zadkine, Archipenko, Chagall, ma anche i Fauve, i Nabis, Fujita, Picasso, Severini; i poeti Apollinaire, Max Jacob, Fargue, Jarry, Moréas e Blaise Cendrars protagonisti delle rumorose serate poetiche che Paul Fort presiede alla Closerie des Lilas; ma anche Marinetti e poi Cocteau, André Breton e i surrealisti. Nei caffè di Montparnasse discutono anche gli esiliati politici Trozky e Lenin, gli scrittori americani Gertrude Stein ed Hemingway che celebrerà nei suoi romanzi Le Dòme, le Sèlect, la Coupole; qui trovano spazio i musicisti Strawinsky, Eric Satie e il Gruppo dei Sei, nonché Diaghilev e i balletti russi. E’ la grande stagione dell’Ecole de Paris! Questa è l’atmosfera febbrile che Marc Chagall trova nel 1910 quando arriva nella capitale francese dell’arte proveniente dal ghetto ebraico della nativa Vitebsk, in Bielorussia, e che respirerà a pieni polmoni fino al 1914 fra l’esaltazione delle avanguardie che influenzano la sua pittura e la malinconia della sua anima russo ebraica a cui non può rinunciare. Dipinge la notte nello studio della Ruche, frquenta la scuola della grande Chaumière, visita musei e gallerie private e si incanta davanti ai quadri di Cézanne esposti da Ambroise Vollard in rue Lafitte. Allo scoppio della guerra ritorna in patria e, dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 si trasferisce per qualche tempo a Berlino dove apprende la tecnica grafica e inizia le prime incisioni per mein leben. Nella capitale tedesca dell’arte dove viene a contatto con l’esperienza di Grosz e Otto Dix, Chagall riceve una lettera dell’amico francese Blaise Cendras che sollecita il suo ritorno a Parigi “...Reviens, tu es célébre, Vallard t’attend...”. Ritorna a Parigi l’anno stesso e apre uno studio in Avenue d’Orlèans, poco lontano da Montparnasse. Incontra il gallerista-editore Vollard al quale propone di illustrare le Anime morte di Gogol. La tiratura di 107 acqueforti viene realizzata fra il 1923 e il 1927 (ma il volume verrà stampato nel 1948) e, proprio nel 27, per non essere dimenticato in patria, Chagall ne dona una serie di 96 alla Galleria Tret’jakov di Mosca.Queste acqueforti sono giunte ora in Italia al seguito della grande mostra “Marc Chagall: il Teatro dei Sogni” e sono visitabili con la serie per l’illustrazione della Bibbia, presso la fondazione Mazzotta a Milano fino al 12 marzo 1995.Su questa opera grafica, di grande perfezione estetica, si esprimono con particolare evidenza le due anime inscindibili di Chagall. Quella russa, quando interpreta con sottile, incisiva ironia i personaggi di Gogol che popolano il vasto territorio delle Russie, mentre con senso scenografico rende l’immagine di una società corrotta all’eccesso. Se la trama del capolavoro gogoliano è l’avventura di Cicikov che, forte di un vizio del sistema, acquista dai proprietari terrrieri, per trarne profitto (avvalendosi anche di bustarelle per corromperli) i servi della gleba morti (detti appunto “anime”) che fra un censimento e l’altro risultavano vivi agli effetti della legge, non possiamo esimerci dal confronto con l’attualità nazionale che mette a nudo la corruzione per gli appalti dei cimiteri. L’anima ebraica di Chagall, che traspare attraverso una particolare simbologia in tutta la sua opera pittorica, trova tuttavia nelle acqueforti che formano il ciclo di illustrazioni della Bibbia quella malinconica intensità capace di esprimere il suo attaccamento profondo alla tradizione religiosa dell’Antico Testamento, dove affondano le sue vere radici.

Marc Chagall“Il Teatro dei Sogni”fino al 12 marzo 1995 alla Fondazione Antonio MazzottaVia Foro Buonaparte, 50 (angolo via Lanza)MilanoOrari d’apertura: 10 - 19,30 (chiusura biglietteria ore 18,30)giovedì 10-22,30 (chiusura biglietteria ore 21,30) chiuso il lunedì

Culturismo bis Esercizi dalle mostre circostanti per riattivare la circolazione

Cadavre exquis n.220 Cécile Eluard, Man Ray, Paul Eluard, Pablo Picasso

Fabio KoRyu Calabrò

Problemino per i curiosi: vi ricordate di Malevic?Bene: in quale particolare di quale quadro di Marc Chagall è riprodotto il quadrato nero su fondo nero del buon Casimiro? Attenti, che è una domanda trabocchetto... Era facile, no? Pensateci bene: tutta la Storia dell'Arte è richiusa... no, volevo dire: è riaperta da questo quadratino...

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Mostra e dimostra

LA STAGIONE CONCERTISTICA SERALE DELL'AUDITORIUM ANDREA CELESTI a DESENZANOIN SUPERFICIE

20.11.94 Milano Classica11.12.94 Pianoforte23.12.94 Concerto di Natale20.01.95 Pianoforte e Violino05.02.95 Concerto Lirico19.02.95 Pianoforte19.03.95 Traditional Blues 02.04.95 Flauto-Fagotto-Pianoforte30.04.95 Concerto Lirico14.05.95 Latin Jazz

SCORZA DEI CONCERTI APERITIVI27.11.94 Duo Flauto-Pianoforte18.12.94 Pianoforte15.01.95 Duo Pianoforte29.01.95 Concerto Lirico12.02.95 Pianoforte26.02.95 Duo Chitarra09.04.95 Duo Pianoforte07.05.95 Clarinetto-Violoncello-Pianoforte

I NOSTRI PRIMI APPUNTAMENTI AL CELESTI03.12.94 Fabio KoRyu Calabrò "Cabaretto"10.12.94 DIPENDE SHOW

AUDITE AUDITESulla scia del dibattito avviato durante la riunione di sabato 5 novembre, proprio all'Auditorium Celesti di Desenzano. in merito all'utilizzazione degli spazi della città a fini culturali, di intrattenimento e spettacolo, organizzata da PierGiorgio Zanetti dell'Associazione Amici della Musica, cui ha presenziato come interlocutore istituzionale l'Assessore alla Cultura Prof.ssa Lidia Libertini, che ha dialogato con i rappresentanti di svariate associazioni cittadine -dai Cuori Ben Nati e il MO.I.CA., dalle Associazioni Teatrali ad Indipendentemente ed alla Banda Cittadina, cogliamo l'occasione per informare tutti i nostri lettori che un primo risultato nella auspicabile utilizzazione continua dell'Auditorium era già stato ottenuto in precedenza, quando gli Assessorati al Turismo ed alla Cultura, attraverso i loro neoeletti rappresentanti, ci convocarono per accettare la nostra proposta di gestione continuativa del Celesti, proposta che inzierà la sua attuazione con le serate di sabato 3 dicembre per Fabio KoRyu Calabrò e il suo spettacolo di cabaret e sabato 10 dicembre per il Dipende Show: musica, poesia e ...dipende! E' stata quindi ribadita da tutti gli intervenuti la necessità di una programmazione coordinata degli eventi desenzanesi, ed è stata presa la decisione di affidarne l'organizzazione ad un rappresentante delle associazioni locali che funga da tramite con l'amministrazione pubblica. Noi abbiamo dato -per l'ennesima volta- la disponibilità di Dipende ad ospitare a titolo gratuito notizie, comunicati e programmi riguardanti tutte le associazioni, e già da questo numero i riscontri sono evidenti. Ai posteri...

C O N V E G N O

AGRI-COOP ALTO GARDA VERDECOMUNITA' MONTANAPARCO ALTO GARDA BRESCIANOCOMUNE DI GARGNANO

L'OLIVOL'UOMO E L'AMBIENTE

Gargnano sul Garda3 dicembre 1994Cinema Rikyore 9.30

PROGRAMMA

RelatoriSig. Massimiliano PlataniaTerapeuta e fitoterapeuta di arti sanitarie orientali

PIANTE ED ERBE NOSTRE AMICHE

Prof. Piercarlo BelottiBotanico

NOI, SENZA LE PIANTE?

Interverranno inoltreSen. Francesco FerrariPresidente Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare

del Senato

On. Daniele RosciaDeputato della Repubblica

Dott. Riccardo MarchioroVice Presidente Giunta Regione Lombardia

Dott. Camillo PedrottiPresidente A.R.C.A.L.

Dott. Giuseppe GallucciReg. lombardia S.P.A.F.A. di Brescia

Per informazioni telefonare a: 0365.71710 / 72418

Il Convegno si svolge con la collaborazione e/o il patrocinio dei seguenti enti:Regione LombardiaAmministrazione Provinciale di BresciaComunità del GardaComune di GargnanoComunità MontanaParco Alto Garda brescianoRegione lombardia SPAFA di BresciaAzienda Regionale Foreste - Toscolano MadernoConfederazione Italiana Agricoltori di BresciaFederazione Provinciale Coltivatori DirettiUnione Provinciale Agricoltori di BresciaAIPOL Ass.ne Interprov.leProduttori Olivicoli LombardiARCAL - Lega CooperativeVRM - VideoproduzioniPonti di Vallio "Sorgente Castello"Banca di Credito Cooperativo di Bedizzole Turano Valvestino

Associazione Tennis Desenzanoin collaborazione conAssessorato allo Sport DesenzanoSCUOLA DI TENNIS INVERNALEper ragazzi dai 6 ai 18 anni

dal 17 ottobre 94al 31 marzo 95presso i campi coperti della Spiaggia d'Oro

Direttore della Scuola: FABIO RUSSO

030.9914233

Via che si va Va che si via

Chi si associa non sbaglia. Chi si è già associato non ha sbagliato. Chi si asssocerà non sbaglierà.

A cavallo di un pensiero e dentro ad una mucca, si è inaugurata il 5 novembre a Sirmione, presso il Palazzo Civico di Piazza Carducci,

C O N T E M P O R A N E A M E N T Emostra a cura dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Sirmione, che vede come protagoniste le opere di Iacopo Castellazzo, Lillo Marciano e Marco Viola. Ma non è soltanto una mostra. E'la punta di un grosso iceberg, l'inizio di una serie di riflessioni sul "fare arte" oggi, sul significato, la forma e la funzione del comunicare, che coinvolge i professionisti e protagonisti del campo presenti sul territorio del basso Garda, uniti dalla volontà di usare spazi ed occasioni troppo spesso lasciati ad attendere il grande evento che non si è capaci di riconoscere nella quotidianità del proprio costante, continuo, creativo operare. Attraverso una serie di iniziative che non vogliono nè possedere un'etichetta nè essere confinate in temporalizzazioni, gli appuntamenti di quello che potremmo per comodità e pigrizia chiamare Gruppo Mucca terranno sveglia la vostra attenzione nei mesi, negli anni, nelle ere a venire.La mucca -a onor di cronaca- è di Guglielmo Achille Cavellini. la promozione e l'organizzazione di CONTEMPORANEAMENTE sono a a cura di Ente Italia Artistica.

QUESTA NON E' UNA MUCCA VOLARE SULL'ACQUA

Continuano le celebrazioni per il 60° anniversario del record assoluto di velocità per idrovolanti, detenuto da Francesco Agello, epopea dorata perlomeno da un punto di vista "alato". Nei giorni 5-6-7 novembre presso la Galleria Civica di palazzo Todeschini in piazza Malvezzi si è tenuta la seconda edizione della mostra filatelica organizzata dal Circolo Filatelico Numismatico Basso Garda con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Desenzano del Garda. Tema della mostra è stato L’IDROVOLANTE NELLA STORIA DEL VOLO. Sono stati esposti documenti di notevole importanza che ricoprono un arco temporale che va dal 1922 al 1936. A sottolineare l’ importanza dell’ evento, nei giorni 5 e 6 novembre è stato messo in

funzione, presso la sede della mostra, un apposito Ufficio Postale distaccato dotato di annullatore speciale. A cura del circolo organizzatore, in collaborazione con le edizioni della Galleria La Cornice di Agostino Zacchi, è stata emessa una cartolina commemorativa dell’ evento

in tiratura numerata e limitata. Sia l’annullo che il bozzetto della cartolina sono opera del Sig. Fadini. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alla disponibilità del Dr. Ettore Faraone e del Dr. Nicola Brunati che si sono adoperati per la migliore riuscita della manifestazione. "Il circolo Filatelico Basso Garda è orgoglioso di essere riuscito ad organizzare questo evento per potere così onorare i valorosi aviatori che tanto lustro hanno dato alla città di Desenzano.", recitava il comunicato stampa.Grande -come sempre- successo di pubblico e di critica. Chissà se l'anno prossimo questa mostra sarà inserita nel Calendario Totale che gli Assessorati alla Cultura ed al Turismo e le Associazioni desenzanesi stanno progettando.

A Rivoltella è Festa !!!CENTRO COMMERCIALE ALLE POSTE

Calendario degli Eventi:

13 dicembredalle ore 16.00Consegna dei disegni e distribuzione caramelle

16 dicembreore 17.00Inaugurazione mostra, prime votazioni

23-24 dicembreore 10.30-12.00 / 16.00-18.00Babbo Natale incontra i bambini

24 dicembreore 16.00Spettacolo di Burattinicon Paolo Papparotto

7 gennaioore 17.00Premiazione con Diploma e Regali

A T T E N Z I O N E ! ! !A RT I S T I d e l l e F E S T E

Città di Desenzano del GardaAssessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione

ARTISTI DELLE FESTE 1994III Edizione

* Concorso di DISEGNO per bambini fino a 6 anniGli elaborati, eseguiti con tecnica libera ed in formato A3 (cm.29.7x42, come una fotocopia grande), o in formati superiori per i lavori di gruppo, dovranno essere consegnati completi di nome, cognome, età e telefono dell'autore, entro il 30 novembre presso l'Ufficio Scuola del Comune di Desenzano del Garda.

* Recital di POESIA per bambini fino a 10 anniInviate le vostre poesie a: Dipende - Casella Postale 190 - 25015 DESENZANO del GARDA oppure via fax allo 030.9120901, indicando nome,cognome, età e un recapito telefonico.Tutte le poesie pervenute saranno vagliate da una apposita giuria, e le venti giudicate migliori parteciperanno al POMERIGGIO ALL'AUDITORIUM in cui gli stessi autori le leggeranno sul palcoscenico.

* Rassegna di FIABE ideate da bambini dai 3 ai 300 anniInviate le vostre favole a: Dipende - Casella Postale 190 - 25015 DESENZANO del GARDA oppure via fax allo 030.9120901, indicando nome, cognome, età e un recapito telefonico. Le tre fiabe giudicate migliori saranno pubblicate sul mensile "Dipende".

Il tema di questa edizione è:...Dipende!

Le opere saranno esposte presso il Chiostro di S.Maria de Senioribus dal 4 dicembre 1994 all'8 gennaio 1995.

Tutti i partecipanti alle tre sezioni di ARTISTI DELLE FESTE riceveranno un Diploma, che verrà loro consegnato durante il POMERIGGIO A L L ' A U D I T O R I U M ,Domenica 18 Dicembre, dalle ore 16.00 in poi.

Il materiale dovrà pervenire in Redazione entro il 30 novembre. I giudizi formulati dalla giuria saranno inappellabili. Gli originali non verranno restituiti.

A Rivoltella è Festa !!!CENTRO COMMERCIALE ALLE POSTE

Tutti i ragazzi di Rivoltella e frazioni limitrofe dalla Scuola Materna, alla Elementare, fino alle Medie Inferiori, sono invitati a partecipare alla mostra-concorso che si terrà presso il Centro Commerciale Alle Poste. Partecipate con un DISEGNO eseguito con qualsiasi tecnica in formato A3 (come una fotocopia grande, vale a dire 29,7 x 42 centimetri) oppure se farete un lavoro di gruppo potrete utilizzare qualsiasi formato. Ricordate di indicare sul retro nome, cognome, età e numero di telefono. il tema è: "A RIVOLTELLA E' FESTA!!!".-Gli elaborati vanno consegnati IL 13 DICEMBRE DALLE ORE 16.00 in poi presso il CENTRO COMMERCIALE ALLE POSTE di RIVOLTELLA.-La giuria selezionerà 5 opere che verranno premiate il 7 gennaio, alle ore 17.00 insieme alle prime 5 più votate dal pubblico. Tutti i partecipanti riceveranno un Diploma.-La mostra degli elaborati sarà inaugurata il 16 dicembre alle ore 17.00 presso il Centro Commerciale Alle Poste di Rivoltella-Ai partecipanti non è richiesta alcuna quota di iscrizione-Gli originali non verranno restituiti

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BAILA BAILA

Prende il via la 2° edizione della gara nazionale di danze sudamericane“Andare a scuola di danza può essere ancora più divertente e stimolante se si ha la possibilità di confrontare la propria preparazione con le altre scuole”. Con queste parole Luis Beltran, maestro di ballo, fondatore dell’associazione Folkloristica El Tunante, spiega come è nata l’idea di promuovere una gara nazionale di danze sudamericane. L’iniziativa, giunta alla 2° edizione, prenderà il via al Sesto Senso club mercoledi 9 novembre. Le competizioni continueranno i due mercoledi sucessivi per culminare nella finalissima di mercoledì 30. La selezione interesserà tre categorie corrispondenti i diversi livelli di preparazione: “principiantes” per tutti quelli che si sono lasciati trascinare nel caliente labirinto della salsa e del merengue e “sudamericanos” che ovviamente competiranno in una categoria a parte per la loro indiscutibile predisposizione naturale. La giuria vedrà attentissimi operatori fra cui maestri latini, giornalisti specializzati e ballerini professionisti che baseranno le loro valutazioni sulla preparazione tecnica della coppia, sulla scenicità della danza e sulla trasmissione calore e simpatia.

Caterina Musciarelli

L 'assoc iaz ione cu l tura le mul t imedia le INDIPENDENTEMENTE e Dipende INVITANOsoci, amici e simpatizzanti in Piazza Malvezzi all'angolo con Via Sant'Angela Merici, il 21-22-23 Dicembre. PERCHE' ?Questa è una bel la domanda, grazie .V i r ingraz iamo per esser ve la posta .

I S T I T U Z I O N I

Ci rco lo“ I l C ine forum” C inema Teat ro Pao loV ID E S E N Z A N O

12.11 SUD di Gabriele Salvatores26.11 PHILADELPHIA di Jonathan Demme10.12 L’AMICO D’INFANZIA di Pupi Avati17.12 FESTA IN CASA MUPPET di Jim Henson

PER FAR LA PIZZACI VUOLE IL FIORE

zrrr...click , zrrr...click, zrrr...click,zrrr...click , zrrr...click, zrrr...click, ...TUUT...TUUT...-Pronto?... Sei tu, Elsa?Allora d'accordo per le otto? Sì, sì..Pensavo anch'io di andare a mangiare la pizza, stasera... Come? Ma perchè dovremmo andare al "Fiore", scusa? Sì, ci credo che la fanno buonissima, ma... è a Vaccarolo... Sì, lo so che Vaccarolo non è Los Angeles... Come? Cosa vuol dire "non fare il desenzanese", eh ?!... Ah, fanno anche la grigliata? E fan tutto in casa? E hai detto che si chiama: "Il Fiore"? Va bene, allora: passo a prenderti alle otto meno dieci, và. Ciao... ciao.-zrrr...click, zrrr...click, zrrr...click,zrrr...click, zrrr...click, zrrr...click,...TUUT... TUUT... TUUT...-Pronto, Egidio? Ho appena messo giù con Elsa. Okay per le otto e un quarto allora, però si va tutti al Fiore, a Vaccarolo. Come, non lo conosci?!? Fanno una pizza fantastica, e poi anche carne alla griglia, e poi... sai... è tutta roba genuina, casalinga! Dài, non fare il sirmionese... Come, "cosa vuol dire?". Dài, che hai capito... Smuovi il sedere, dài, che si mangia bene e si spende il giusto. Fìdati! Sì..., sì, ci penso io... Ciao.-

IL FIORE, Bar Trattoria Pizzeria,è a Vaccarolo, in via Porte Rosse, 8.Il numero di telefono è 030.9103302E' chiuso il lunedì'.

PerryBalleggi

LauraKibel

UN GRAZIE DI CUORE AGLI AMICI ARTISTI

TAV E R N A P I C E D O, 3 N OV E M B R E 1 9 9 4

OBYONE SalòJazz Club-PiscinaPROGRAMMA MUSICALE NOVEMBRE 1994Sabato 5 DICK OATTS & NUCCIO INTRIERI trio Dick Oatts - Nuccio Intrieri - Lello Pareti - Pietro IodiceSabato 12RINALDO DONATI - NAO -Rinaldo Donati - Marco Brioschi - Antonio Zambrini - Jochen Stendel - Tito Mangialajo - Kal Dos Santos - Carlo VirziSabato 19CLAUDIO LODATI - ELLEN CHRISTIVOCAL DESIRESE. Christi - C.Lodati - G.Maier - U.T. Gandhi - Alex RolleSabato 26SANDRO GIBELLINI quartetSandro Gibellini - Roberto Soggetti-Piero Leveratto Alfred KramerComunicateci anche i dati fiscali.

STAGIONE DEL TEATRO GRANDE DI BRESCIA 1994-95

La Contemporanea ‘83COME LE FOGLIEdi G. Giacosaregia di Cristina Pezzolicon Sergio Fantoni30 novembre/4 dicembre 1994

Teatro degli IncamminatiL’ISPETTORE GENERALEdi Nikolaj Gogolregia di Marco Sciaccalugacon Franco Branciaroli14/18 dicembre 1994

Teatro stabile di BolzanoHEDDA GABLERdi Henrik Ibsenregia di Marco Bernardicon Patrizia Milani

Centro Teatrale BrescianoLA SPOSA DI CAMPAGNAdi William Wycherleyregia di Sandro Sequicon Aldo Reggiani, Anita Laurenzi11/15 gennaio 1995

Teatro Stabile del Veneto “C. Goldoni”ZENO E LA CURA DEL FUMOdi Tullio Kezichregia di Marco Sciaccalugacon Giulio Bosetti18/22 gennaio 1995

Teatro stabile di RomaECUBAdi Euripideregia di Massimo Castricon Anna Proclemer25/29 gennaio 1995

AUDAOIFIGENIA IN TAURIDEdi Euripideregia di Massimo Castricon Annamaria Guarneri1/5 febbraio 1995

Compagnia Paolo PoliL’ASINO D’OROda Lucio Apuleioregia e interpretazione di Paolo Poli8/12 febbraio

TeatridithaliaAMLETOdi William Shakespeareregia di Elio De Capitanicon Ferdinando Bruni22/26 febbraio1995

Piccolo Teatro di MilanoI GIGANTI DELLA MONTAGNAdi Luigi Pirandelloregia di Giorgio Strehler1/12 marzo1995

Compagnia della RanciaFREGOLIdi Ugo Chitiregia di Saverio Marconicon Arturo Brachetti15/19 marzo1995

In Aprile al Teatro S. ChiaraCentro Teatrale BrescianoCHIARO DI LUNAdi Harold Pinterregia di Cherifcon Aldo Reggiani

U G O L E

10 novembreMEAT PUPPETS CANGURO SAN COLOMBANOJOE COCKER + SHERYL CROWPALATRUSSARDI MILANOSTEVE WYNN BLOOMMEZZAGO11 novembreJACK DANIEL'S LOVERSTEATROVOBARNO12 novembreBLURFACTORYMILANO13 novembreSUEDE +MANIC STREET PREACHERS MILANORYUICHI SAKAMOTO MILANO15 novembreTHE CULT CITY SQUAREMILANOBEAT CREAMCANGUROSAN COLOMBANO17 novembreSTONE TEMPLE PILOTSPALASESTOMILANOVOODOO GURUS CANGUROSAN COLOMBANO18 novembreLOVE SPIT LOVECANGUROSAN COLOMBANOFRANCO BATTIATOTEATRO TENDABRESCIA19 novembreADRIANO CELENTANO PALATRUSSARDIMILANOMANGOCTMREZZATO22 novembreJAMES TAYLOR QUARTET MILANOSTEVE LUKATHER CITY SQUAREMILANO23 novembreURBAN DANCE SQUADCANGUROSAN COLOMBANO24 novembreZZ TOPMILANO25 novembreMIGUEL BOSEPALAGEORGEMONTICHIARISTEVE HACKETT ACOUSTICCTMREZZATO26 novembreOFFSPRINGFACTORYMILANO27 novembreL7FACTORYMILANO29 novembre SLAYER + MACHINE HEAD PALATRUSSARDIMILANO30 novembreJAMIROQUAIMILANO

Liberi di andare avanti e indietro ...anche se solo fino al camerino

MILANO

TERZOFESTIVALDELL'UNIONEDEI TEATRI D'EUROPA

1. TeatroStudio via Rivoli,6

21-22 novembreGermania / Berliner Ensemble BerlinoDUELL TRAKTOR FATZERdi Bertolt Brecht - Heinrich Müllerregia di Heinrich Müllerscene di Stephanie Bürkle - Mark Lammertcostumi di Barbara Naujokluci di Andrè Diot, suono di Paolo Bergelproiezioni di Grisha Meyercon Hermann Beyer, Georg Bonn, Erwin Geschonneck, Eva Mattes, Hans-Peter Reinecke, Ekkehard Schall, Jaecki Schwarz, Uwe Steinbruch

dal 24 al 26 novembreGran Bretagna / Royal Shakespeare Company Stratford u. Avon, LondraENRICO VI(III parte) La battaglia per il tronodi William Shakespeareregia di Katie Mitchellcon Liz Kettle, Ruth Mitchell, Nick Bagnall, Dugald Bruce-Lockhart, Declan Conlon, Jonathan Firth, Chris Garner, Jamie Hinde, John Keegan, Stephen Simms, Tom Smith, Jo Stone-Fewings, Colin Tierney, Tom Walker, Tam Williams

29 e 30 novembreSpagna / Teatre Lliure BarcellonaIL BERRETTO A SONAGLIdi Luigi Pirandellotraduzione di Josep M. de Sagarraregia di Lluis Homarscene e costumi di Gerardo Veramusica di Carles Santoscon Nadala Batiste, Jordi Bosch, Gabriela Flores, Teresa Lozano, Pep Pla, Carlota Sodevilla, Josep Areno, Anna Lizaran

3 e 4 dicembreUngheria / Katona József Színház BudapestQUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTOda Luigi Pirandelloregia di Tamás Ascherscene di Csaba Antaldrammaturgia di Anna Veresscon Gábor Máté, Peter Haumann, Erszo Máthé, Eszter Csákányi, Andrea Söptei, Agnes Bertalan, Györgi Illés

dal 9 al 13 dicembreSvezia/ Kungliga Dramatiska Teatern StoccolmaDANZA DI MORTEdi August Strindbergregia di Lars Norénscene e costumi di Charles Korolydrammaturgia di Magnus Florincoreografia di Pavel Drazilcon Jan Malmsjö, Marie Göranzon, Allan Svensson, Viveca Jedholm

dal 16 al 18 dicembreGran Bretagna / Royal National Theatre LondraALICE'S ADVENTURES UNDER GROUNDdi Christopher Hampton da Lewis Carrollregia di Martha Clarkescene di Robert IsraelMusica di Richard Peasleecon John Carlisle, Shasha Hanau, Gabrielle Lloyd, Michael Mahoney, Joseph Midell

2. Piccolo Teatro via Rovello, 2

19 e 20 novembrePolonia - Stary Teatr CracoviaMANOSCRITTO RITROVATO A SARAGOZZAdi Jan Potockiadattamento e regia di Tadeusz Bradeckiscene di Barbara Hanickamusica di Stanislaw Radwancon cinquanta attori e sei musicisti

Spa concessionaria per le province di Mantova e Brescia, in via Mantova, a Desenzano. 030.9912622 pagina 9

della compagnia dello Stary Teatr

5 e 6 dicembreRomania - Teatrul Lucia Sturzda Bulandra BucarestRACCONTO D'INVERNOdi William Shakespeareregia di Alexandru Dariecon la compagnia del Teatrul Lucia Sturzda Bulandra

dal 14 al 18 dicembreItalia - Piccolo Teatro di Milano - teatro d'Europa MilanoL'ISOLA DEGLI SCHIAVIdi Marivauxtraduzione, adattamento e regia di Giorgio Strehlerscene di Ezio Frigeriocostumi di Luisa Spinatellimusiche di Fiorenzo Carpicon Philippe Leroy, Laura Marinoni, Massimo Ranieri, Luciano Roman, Pamela Villoresi

3. TEATRO LIRICO via Larga, 14

dal 16 al 18 novembreFrancia - Odéon - Théâtre de l'Europe ParigiORLANDOdi Virginia Woolfadattamento di Darryl Pinckney e Robert Wilsontraduzione di Jean-Michel Dépratsregia di Robert Wilsonscene di Robert Wilsoncostumi di Susanne Raschigluci di Heinrich Brunke e Robert Wilsonmusica di Hans e Peter Kuhncon Isabelle Huppert

20 e 21 novembreGermania - Detutsches Theater und Kammerspiele BerlinoLA BROCCA ROTTAdi Heinrich von Kleistregia di Thomas Langhoffscene di Pieter Heincostuni di Christine Strombergcon Klaus Piontek, Jörg Gudzuhn, Thomas Neumann, Gudrun Ritter, Ulrike Krumbiegel, Horst Weinheimer, Bernd Stempel, Käthe Reichel, Harry Pietsch, Walter Lendrich, Heidrun Perdelwitz, Annelene Hischer

26 e 27 novembreGermania - Düsseldorfer Shauspielhaus DüsseldorfROMEO E GULIETTAdi William Shakespearetraduzione tedesca di Frank Güntherregia di Karin Beierscene di Florian Etti, costumi di Maria Roersmusica di Thomas Witzmanncoreografia di Roy Bosiercon Leonhard Mader, Bernd Grawert, Steffen Gräbner, Peter Drebs, Matthias Leja, Jost Grix, Horst Mendroch, Pedra Redinger, Caroline Ebner, Thomas Huber, Christine Lemm, George Meyer-Goll, Paul Baiersdorf, Christian Dumpitach, Eymard Fäder, Stephan Kivel, Stefan Lehnen, Thomas Müller

13 e 14 dicembreRussia - Maly Téatr San PietroburgoFRATELLI E SORELLEda Féodor Abramovadattamento di Lev Dodin, Arkady Katsman, Sergei Bekhterevregia di Lev Dodinscene di Eduard Kochergincostumi di Inna Gabalcon la compagnia del Maly Téatr

CENTRO FESTIVALPALAZZO REALE

-Mostra di Wilfried Minks, scenografo-Mostra di Emanuele Luzzati, scenografo

Esposizioni provenienti dai Paesi ospitiFrancia: FOTOGRAFARE IL TEATRO di Claude GafnerGermania: BOZZETTI ORIGINALI DI OSKAR SCHLEMMERInghilterra: AUTORI INGLESI DRAMMATICI CONTEMPORANEIPolonia: MANIFESTI TEATRALIRomania: IMMAGINI DAGLI SPETTACOLI DEL TETARO BULANDRASpagna: BOZZETTI ORIGINALI DI FEDERICO GARCIA LORCASvezia: MOSTRA DEDICATA AD AUGUST STRINDBERGUngheria: 30 FOTORAFIE DI BOZZETTI E COSTUMI TEATRALI

Da metà ottobre è disponibile il Quartetto Festival, c he con £ .100.000 consent i rà d i ass i tere a 4 spettacoli a scelta fra i 14 presenti al Festival.S o n o a p e r t e l e p r e n o t a z i o n i p e r t u t t i

g l i s p e t t a c o l i : 0 2 . 7 2 . 3 3 3 . 2 2 2

A s s o c i a z i o n i i n o i z a i c o s s A

LETTERA AI LETTORI DI DIPENDE

Spero che quanto sto per dirvi interessi molti di voi, visto che il nostro giornale è in costante crescita (sono infatti anch’io un abbonato). Vorrei brevemente raccontarvi chi siamo e cosa facciamo. Siamo il gruppo 194 Area del Garda di Amnesty International, l’organizzazione mondiale che si batte per la difesa dei diritti dell’uomo. Il numero che ci contraddistingue sta a significare che siamo diventati gruppo effettivo di Amnesty (alcuni mesi or sono, a Milano, nell’assemblea dei gruppi della Lombardia) mentre per circa un anno e mezzo siamo stati gruppo in formazione con la sigla BS B.Il gruppo è composto da una decina di persone di età, estrazione e attività varie. Tutti possono partecipare alle nostre riunioni che si tengono ogni quindici giorni, di lunedì, alle 21.00,presso la Biblioteca Comunale di Lonato. La sede è provvisoria, in attesa di trovare un posto più adatto a Desenzano. I soci di Amnesty (ma basta essere simpatizzanti) essenzialmente raccolgono firme per le petizioni che spediamo ai governi di tutto il mondo nei casi di violazioni di diritti umani. Attualmente ci stiamo occupando dei problemi dei bambini di strada in Brasile. Per raccogliere il maggior numero possibile di firme ci “intrufoliamo” in manifestazioni quali il mercatino dell’antiquariato a Desenzano con il nostro banchetto, o con un vero e proprio stand presso la fiera di Lonato o quella di Montichiari denominata “Sotto l’albero”.Naturalmente nel corso di queste manifestazioni cerchiamo anche di vendere, a offerta libera, le nostre magliette ed i nostri gadgets (poiché Amnesty si autofinanzia).Ci sarebbero ancora molte cose da dire ma preferiamo dirvele di persona: venite in riunione o contattateci ai numeri sottoindicati.Arrivederci.

Gabriele Fusato, 030.9110971Alessia Biasiolo, 030.913203Flavia Rodella, 030.9965382Vittorio Bolis, 0365.21452Giusy Bravo, 0376.780322Corrado Usardi, 0365.541140

TEATRO ALLA SCALASabato 12 novembre 1994ore 20.00ORCHESTRA FILARMONICA DELLA SCALAProva Aperta

DirettoreRICCARDO MUTI

PianistaMurray Perahia

W. A. MozartConcerto in Do Minore per pianoforte e orchestra K491

F. SchubertSinfonia n° 9 in Do Maggiore la “Grande”

Serata a favore diAMNESTY INTERNATIONALsezione italiana

Prevendita biglietti presso:Ufficio di Amnesty InternationalVia U. Foscolo, 3 Milano Tel.72003901orario:dal lunedì al venerdì, 15.00/19.30sabato 14.30/18.30

La biglietteriaC.so Garibaldi, 81 Milano.Tel. 02.6590188-6590477orario:dal martedì al sabato:11.00/14.00-15.00/19.30 -lunedì 15.30/19.30

PLATEA E PALCHI: L.50.000I°GALLERIA: L.25.0002°GALLERIA: L.15.000INGRESSO: L.15.000

Amnesty International ringrazia:il Maestro Muti, il Maestro Perahia e l’Orchestra Filarmonica della Scala per la loro generosa partecipazione.

ASSOCIAZONE CULTURALE RAINBOW programma dei corsi 1995

CORSI DI INGLESE - TEDESCO - SPAGNOLO - RUSSOCorsi base.I corsi hanno lo scopo di insegnare le strutture grammaticali fondamentali che consentano di formulare brevi frasi immediatamente utilizzabili.

Corsi avanzati.I corsi sono rivolti a persone che abbiano già una preparazione di base e che vogliano potenziare soprattutto l’aspetto comunicativo.Pre una conoscenza globale si propone in tutti i corsi un itinerario attraverso i diversi settori della letteratura, della musica, dell’arte e del cinema.

MetodologiaL’ approccio allo studio delle lingue sarà di tipo attivo, comunicativo. Verrano utilizzate, fra le altre, tecniche di animazione che consentano di creare un clima di fiducia e di facilitare così l’espressione e la comunicazione tra i partecipanti. Le lezioni della durata di due ore ciascuna si terranno una volta alla settimana.

Proposte: Corsi 50 ore max 12 partecipantiInizio lezioni 14 novembre £ 350.000

Corsi 50 ore per gruppi ristretti max 6 partecipantiInizio lezioni 14 novembre £ 430.000

lunedì Spagnolocorso base 18.30 - 20.30corso avanzato 20.30 - 22.30

martedì Inglesecorso base 18.30 - 20.30corso avanzato 20.30 - 22.30

mercoledì Russocorso base 18.30 - 20.30corso avanzato 20.30 - 22.30

giovedì Tedescocorso base 18.30 - 20.30venerdì Tedescocorso avanzato 18.30 - 20.30

Corsi 30 ore per gruppi ristretti max 6 partecipantiInizio lezioni 10 gennaio £ 350.000

DIPENDE DALL' OLEANDRO

Voglia di ridere. Voglia di fare. Succede anche questo su un lago già assopito per il letargo invernale. E mentre l’inverno ci porta consiglio, rivisitiamo ciò che è stato e sbirciamo ciò che sarà. No, non parlo di Dipende, queste fiabe ci sono già note, parlo dell’Oleandro, pianticella con un non so che di intellettuale sbocciata tre anni fa, e già organizzatrice, due anni indietro, della mostra fotografica “Femmine e Muse”. Ne ho occasione di parlare con il professor Ciani, membro attivo di questa associazione, durante la rassegna dell’umorismo organizzata a Salò in settembre. Successo mostruoso, questa prima edizione: oltre diecimila visitatori per vedere Cavandoli, Altan, Marcenaro e lo scomparso Novelli, a cui va un saluto. Fra i premiati: Ardito, di cui a primavera verrà organizzata una personale sempre a Salò, Bortolotti e Zà. E per i ritardatari? Nessun problema, il prossimo anno la mostra sarà itinerante sul lago, in modo che tutti possano vederla. Ma come è nata questa associazione? All’ombra del Vittoriale, un’amicizia nutrita dalla comune passione per l’opera d’annunziana. E la voglia di fare, dicevo, non manca. Dopo le foto, dopo l’umorismo, ormai diventato Biennale, per il ’95 si parla di cinema d’animazione. Un progetto tutto da fare, s’intende, ma che si fonda su solide basi. E nella speranza di una collaborazione possibile tra Dipende e l’Oleandro per smuovere un poco le fin troppo placide acque del lago, sancisco simbolicamente l’amicizia tra una bellissima pianta ed uno strano avverbio: dipende. Aspetto Faville.

Gregorio Trebucchi

CENTRO DI CULTURASTEFANO BAZOLI

Dopo dieci anni di attività il centro culturale “Stefano Bazoli” si presenta con un programma annuale in cui risaltano argomenti connessi non solo con l’attualità, ma anche e soprattutto con le problematiche più complesse che riguardano la vita dell’uomo immerso in una società facilmente e spesso dimentica dei valori spirituali.Le iniziative del “Bazoli” tendono a stimolare, nell’ambiente in cui opera, un’attenzione verso i contenuti di una vita cristiana ritrovata e rinnovata. Lo scopo di queste iniziative è quello di suscitare in tutti noi la metànoia, cioè il radicale mutamento nel modo di pensare, di giudicare, di sentire e, quindi, di vivere in seguito alla convinta adesione al messaggio cristiano, di cui si scoprono la sempre viva attualità e universalità, e in cui si trova la risposta agli essenziali interrogativi dell’uomo.Prosegue con l’attività dell’anno sociale 1994-95 una serie di appuntamenti intesi a promuovere il confronto sui temi riguardanti l’organizzazione socio-politica e le scelte che l’uomo come cittadino è chiamato a fare senza sentirsi staccato dalle istanze etiche.Il centro sottolinea che la connessione tra la “lectio divina” (lettura studio e meditazione di pagine bibliche) e le conferenze di argomenti socio politici e quelli sulla tecnologia, non è puramente casuale, ma anzi si inserisce in una prospettiva di visione cristiana che tende a illuminare i problemi più scottanti della nostra epoca.

CICLO DI FORMAZIONE SOCIO-POLITICA“LA DEMOCRAZIA E LE ISTITUZIONI NELL’ITALIA CONTEMPORANEA”

Venerdì 18 novembre1994Seminario autogestito in collaborazione con il Circolo di Cultura “P.P.Pasolini” di Desenzano.“Destra e Sinistra in Italia”Discussione sul saggio di Noberto Bobbio“Destra e Sinistra”Abbazia di Maguzzano Sala del Camino - ore 20.30

Venerdì 2 dicembre 1994Prof.Enzo BalboniOrdinario di Diritto Pubblico nellaFacoltà di Economia e Commerciodell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.“Le riforme istituzionali con particolareriguardo al federalismo”.Sala Convegni Palazzo Todeschiniore 20.30Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Desenzano.

Sabato 18 febbraio 1995Prof.Giulio TremontiMinistro delle Finanze.“Stato sociale e federalismo fiscale: dueprospettive compatibili”.Teatro Alberti - ore10.00

Venerdì 6 gennaio 1995Sera dell’EpifaniaDuomo di Desenzano del Garda - ore 21.00Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Desenzano.Concerto della: “NOVA SCHOLA GREGORIANA”“DESIDERIUM PACIS”Canti gregoriani e ambrosianiDirettore del gruppo di 15 coristi:Alberto Turco, maestro della cappella Musicaledella Cattedrale di Verona e docente ordinario di canto gregoriano presso il Pontificio Istituto Ambrosiano di musica sacra a Milano.

AGENZIA MATRIMONIALE

Vorrei. Vorrei che. Vorrei che fosse. Vorrei che fosse amore. "E'Amore...", finalmente!Si tratta della prima agenzia matrimoniale legale, con ben 42 uffici fra Italia ed Estero, e dotata persino di riconoscimento ecclesiastico. In tempi di bombardamento televisivo e telefonico, di tariffari e truffe, l'attesa dell'anima gemella resta trepida, e la sua ricerca intrepida. "C'è un periodo della vita in cui una donna ama un uomo, un uomo ama una donna come si pren-de una bevanda, perchè si ha sete. Ma arriva il momento in cui si sceglie: si ama la persona, lui perchè è lui, lei perchè è lei", scrive Alphonse Karr. Non ci si rende conto della quantità e qualità dell'universo -apparentemente parallelo e sotterraneo- rappresentato dalle persone che cercano la persona con cui dividere la propria vita, cui affidare attraverso il matrimonio una promessa di eternità. Perchè tale è la promessa. Beh, potenzialmente ognuno di noi è coinvolto in questa ricerca. Dicono che faccia parte delle caratteristiche proprie a molte specie animali, quella umana compresa.Ma c'è di più, e c'è dell'altro.Perchè ci si rivolge ad una agenzia matrimoniale? Per pigrizia? Per disperazione? Per curiosità?

Dipende pagina 11

Per caso? Certo, probabilmente ognuna di queste ragioni crea -in percentuale diversa- una parte del motivo generale, o meglio, nasconde una parte del motivo di fondo, comune a tutte le scelte di coloro che ad una agenzia affida-no la propria ricerca dell'anima gemella: la fiducia. Una inguaribile, contagiosa fiducia nella possibilità di un incontro, nella necessità di un futuro; una vena di fiducia romantica e rocambolesca scampata miracolosamente al vaglio della ragione, la quale ci vorrebbe capaci di arrangiarci, nell'immutabile mutare delle facce, dei costumi, nella ristretta cerchia di conoscenze da cui ormai fatichiamo persino ad ottenere un sorriso. Fiducia nell'amicizia. Questa è la molla segreta, l'unica che può scattare al momento giusto e trasformare la conoscenza in incontro.

Caro Socio ,

come ormai è tra-dizione della nostra

Associazione, anche quest'anno l'appuntamento è al Teatro Ponchielli di Cremona con lo spettacolo "ROMEO E GIULIETTA" di William Shakespeare.

Coreografie di Amedeo AmodioMusica di Hector Berlioz

Maestro Direttore David GarforthCorpo di ballo Aterballetto

Orchestra Filarmonica Italiana

DOMENICA 20 NOVEMBRE 1994ore 16.00

partenza ore 13.30 da Piazza Garibaldiprezzo biglietto platea numerata e pullman:

£. 85000prenotazioni presso la nostra sede:

030.9121773

Il Direttivo

P.S. Il corrispettivo del biglietto dovrà essere versato al momento della prenotazione.

A s s o c i a z i o n i i n o i z a i c o s s A

UNA CASA PER MANTOVA

Sono tre architetti bresciani i vincitori del concorso "Una casa per Mantova" (ironia della sorte). Marino Bortolotti di Polpenazze, Sergio Leali di Puegnago del garda e Massimo Sandrinelli di San Felice del Benaco.

In mostra dal 28 Novembre presso la "Casa del Mantegna", insieme agli altri progetti che hanno partecipato al concorso, organizzato a cura dell'Ordine degli architetti di Mantova. Il gruppo vincitore ha scelto per il suo progetto, fra le tre aree proposte dal bando, quella prospiciente la chiesa di San Sebastiano, raro esempio materiale del pensiero di Leon Battista Alberti, ed attigua alla Casa del Mantegna. Secondo la commissione esaminatrice la lor proposta ha corrisposto meglio delle altre ai requisiti richiesti: rapporto con il conesto storico, capacità di interpretare e commentare attraverso i nuovi interventi lo spessore storico della città; qualità e funzionalità della architettura d'interni, sviluppo progettuale e qualità della presentazione grafica. La scelta, da parte dei tre architetti gardesani, di un luogo caratterizzato da due opere così importanti per la città di Mantova in particolare e per la storia dell'arte in generale, con "confini precisi ed ingombranti" è stata determinante per il progetto. Un progetto "che nasce da un'idea di città in cui il monumento e lo spazio da esso determinato si configurano come fatti primari rispetto alla residenza che costituisce il tessuto urbano".La "casa per Mantova" che questi architetti propongono è innanzitutto il tentativo di definire un ordine tra le varie componenti della città: l'abitazione per la vita privata, la piazza per la vita collettiva e per le ore di ozio, il monumento per la contemplazione e la memoria, il tempio per la preghiera, eccetera. Nella città contemporanea troppo spesso viene dimenticato che queste finalità interrelate costituiscono la richhezza, il fascino, ed anche la bellezza dell'abitare urbano. Il progetto di Bortolotti, Leali e Sandrinelli, sia nel suo rigore logico e compositivo che nella sua semplicità formale, riconsidera positivamente le antiche ragioni, percorrendole con grazia e coerenza, ma proponendo un'architettura inequivocabilmente moderna.

La Chiesa Evangelica organizza per il '95 un "corso biblico" che sarà animato dal pastore Giuseppe Rendina. Fra i temi affrontati:La Bibbia è vera? Dio esiste? Come distinguere il bene dal male? Cos'è il peccato? Chi è e cosa ha fatto Gesù Cristo? Come vivere la propria sessualità? Cos'è la libertà?Per informazioni rivolgersi a: Chiesa Evangelica, Rio Torto 28, DESENZANO.030.9119331 per la Chiesa Evangelica: Giuseppe Rendina

ResidenceHotelVilla Mariaviale Michelangelo, 150DESENZANO del GARDA030.9110734-9901725-9901758-9901767 FAX 030.9110734

E'AMOREPiazza Matteotti, 26Desenzano del Garda030.99911500336.468362

Presentazione

Domenica

4 Dicembre 1994ore 10.30

Residence HotelVilla Maria

Pensieri domestici In sottofondo, rumore di ossa

pagina 12

In piazza si parla di finestate e se ne trattano le occasioni. Case di nuovo in sfitta-libertà, bar-che ormai inservibili da riciclare, amici di cui disfarsi, collaboratori e compagni estivi ormai logori vengono ora offerti a prezzi d’incanto.Si trattano così, uomini, donne ed amicizie più o meno specifiche e speciali case navicoli persone ma anche ricordi e racconti. Ognuno ha da narrare una storia vera o fasulla, un fatto, un libro, un film, una trasmissione, un guaio, un amore. Si offre si tratta si vende e si compra. Ci si guarda, ci si studia, talora scappa un sorriso, molti gesti, strette di mano e pacche di qua e di là. Si tratta si paga o si incassa, si beve e poi si riprende il passeggio. Ai lati delle strade o persi nei vicoli giacciono dismessi i resti ancor buoni di camerieri stagionali, baristi a cottimo, commesse occasionali, intrattenitori a termine, frontman ormai scaduti, boys e girls multisex e multicolor e???????, artisti multimediali esauriti e tantissime imitazioni in similpelle abbastanza verosomiglianti ma di pessima fattura. Qualcu-no che profuma di “Egoist” dice che: “non c’è più ritegno da quando in giro c’è troppa roba dell’est o marocchina”. Sotto i portici poi i più raffinati propinano le vendite più prestigiose e al pubblico più esigente vengono offerte presine d’aria di lago o goccie d’acqua del Garda, da portarsi via e conservare al ritorno magari in una di quelle case perse nell’oceano nebbioso così caratteristiche dei villici di Valpadana. Ogni tanto scappa una negra discinta, ma tutto rientra subito nella calma. Ora la piazza e le vie sono una pacifica folla sussurante che ondeggia prima di qua e poi di là, se ne intuiscono i profumi e le fragranze che si frollano lievi espandendosi nell’aria col suono di cellulari che raccontano a casa quanto sia bello il panorama dicendo: “ciao ci vediamo lunedì”. Laghisti in piazza, piazzisti a lago, a far vasche su vasche posando sorrisi a mezza bocca, guardando a lungolago tra barche e cemento le vele della pubblicità. C’è un pò di tristezza e di smarrimento che si perde nel romantico movimento dei cigni, in questo momento dell’anno, e tutti sognano le guizzanti frenesie estive in cui la voglia trionfa nuda in tutto il suo splendore. Ma ora ad ottobre consoliamoci sgranocchiando pesciolini fritti di Comacchio (ma serviti a Desenzano) o pizza mantovana, o spaghetti calabresi sorseggiando lugana e rosé con le bollicine di Canelli o magari lo spiedo che vien dall’Ungheria ed in attesa di digerire con una pasticca americana godiamoci questa città capitale del lago e dei nostri centri cosmici. Chiaramente solo... fin che non torna l’estate. Hei..., vieni... ti cercava una negra.

Franco Gobbetti

DESENZANO BASSASTAGIONEA PASSO LUNGO

Le cacce sono finite ed i trappers gardesani ripongono gli arnesi.I ritmi bollenti del caldo sono giunti al disarmo. Inizia così in bassa fre-quenza lo scartamento ridotto degli andamenti lenti che interrompono i magnetici flussi dellla “spiaggia in centro”, disattivando anche le nevrosi edonistiche ancor calde degli ultimi ombelichi scoperti al tardivo sole.

Si mettono quindi a parziale dimora tutti i generosi belvedere di vivapelle con relati-ve, annesse porzioni di muscoli, sesso ed abbronzature varie nell’attesa di svernare per approdare novelli e riposati al prossimo importante risveglio. Ben presenti e pronti altresì alla duplicazione del niente sul pal-coscenico estivo della prossima estate. Per ora comunque si preferisce parcheggiare a letargo la vita nella nebbia. Che fare allora per sopravvivere all’incombenza del continente in questa periferia di lusso?Passi, ripassi e spassi, si passeggia, ci si sfiora, ci si sonda, ci si studia a mezzo sguardo, ci si guarda da lontano, navigando in secca a pelo di marciapiede o selciato-piazza, da dove ci rimbalzano rassicuranti gli scrocchi del cuoio buono delle scarpe di lusso, ed i fruscii setosi un pò incartati degli spolverini emblematici capispalla del modale,indossati a pelle, a fior di paltò, o a fior di soprabito, come cappotti leggeri che al tocco ti fanno drizzare i peli ed inturgidire i capezzoli in un accapponimento di pelle generale. La passeggiata è lunga come un calice di lugana ripetuto al(20 volte al ?)bar. Un vino di per sé abbastanza prezioso ma che da qualche anno, viene svenduto super caro a tonnellate nelle catenarie di abbeveratori di cui è disseminato il centro.Una momentanea stagionale distrazione in questo pezzo d’autunno c’è anche. E’ la moderna acquisizione dell’uso d’assaggiar vini novelli come fossero liquidi santi, come fossero la novità ultima di questi anni ’90, come se già non ci fossero sempre stati, pur senza la benedizione del marketing.Acqua di lago finalmente forse un pò più pu-lita, lugana e vini novelli dunque per scaldare questi nostri passeggiatori laghisti; i molli dal muso duro che riscattano questo tropico-corto troppo a nord per essere vero.

INCONTRI D’AUTUNNO

E’ affascinante osservare come attimi di vita vissuta, sotto forma di volti, sent iment i ed emozioni , possano improvvisamente ripresentarsi quando meno ce l’aspettiamo.Capita, osservando un punto nel cielo o sull’orizzonte del mare, di perderlo di vista e di credere che non sarà più impossibile individuarlo. Invece, poi, per un diverso riflesso della luce, riappare dipingendosi lo sfondo con una nuvola o luccicando sulla superficie dell’acqua.E’ capitato così che una sera, in compagnia di amici, è riapparsa una vecchia conoscienza.Ho sempre pensato che la vita sia costruita come una grande sinfonia: c’è un preludio, poi cresce, travolge, esplode ed infine sublima ad uno stato di serenità in cui, finalmente, il ritorno alla dominante scioglie la tensione.In una simile costruzione noi siamo il tema dominante; questo tema si propone continuamente rielaborandosi man mano che incontra altre note: i nostri affetti.Ci sono degli accordi che vorremmo includere nella nostra sinfonia, perché pensiamo che solo per loro mezzo termineremo di costruire il nostro splendido edificio; essi divengono mezzo e e fine del capolavoro che intendiamo creare.A volte qualche nota ci sfugge, se ne va sullo spartito di un altro “autore” e non riusciamo più ad averla.Ci proviamo in ogni modo ma non è possibile: ogni nota non è mai uguale a se stessa al di fuori della sua logica.Fu così che, rivedendo Patrizia, ebbi la sensazione di qualcosa che andava chiudendosi.La serata fu deliziosa. La compagnia era ottima, grazie anche alla presenza dell’amico Nicola: un esempio di come le traversie della vita non riescano ad intaccare le persone migliori.Fu proprio uscendo da “Oro & Argento” che la rividi. Pioveva ed era già buio; solo le luci della strada diffondevano un alone attorno ai nostri contorni. Accingendomi a lasciare il porticato davanti al negozio dell’amico gurdai verso terra per evitare un pedilivio accidentale, poi alzai lo sguardo e nella fioca luce della sera subito mi accorsi della sua presenza.Il tempo, credo, restituisce alle cose il loro ordine naturale: sentii quell’incontro come qualcosa che mi era dovuto dal destino.Ma, si sa, il tempo può produrre due effetti: o fa giustizia o continua a chiederla.Fu così quella sera d’autunno. Ritrovai una nota che più volte era scivolata via dal mio pentagramma.Spero che la tua sinfonia, cara amica, si realizzi in un armonioso, continuo divenire che conduce alla costruzione di qell’edificio nel quale vorremmo vedere raccolti tutti i nostri sogni dopo un’affanosa ricerca. L’anelito all’infinito può avere un termine.Anche i Romantici, a volte, ci sono riusciti.

Luca Benedetti

Spa concessionaria per le province di Mantova e Brescia, in via Mantova, a Desenzano. 030.9912622 pagina13

Domestici ritornelli In sottofondo, profumo di fossa

MASSIMI ASCOLTI

Ho appreso dai giornali che Mohamed Alì, alias Cassius Clay, è considera-to dai suoi compatrioti il campione più amato, quello che “non dimen-ticheremo mai”. Non mi soffermerò a descrivere Cassius Clay, a cantarne i prodigi sportivi o le vicende “po-litico-religiose”. Lascio che sia la vostra memoria, con il supporto di una qualche Enciclopedia dello Sport Moderno, a restituirne le tracce.Negli stessi giorni i quotidiani scrivono del nuovo disco di Lucio Battisti. Anche per il pro-filo di quest’ultimo rimando ad altri strumenti ben più ferrati sul tema. I ricordi, nel caso di Battisti, sono facilitati da una certa vicinanza dell’oggetto; in fondo egli ha attraversato buo-na parte delle nostre età, lasciando una traccia quasi paradigmatica nella storia della canzone italiana, non foss’altro che nel periodo della Hit Parade di Lelio Lutazzi.Dopo avere letto i quotidiani ho parlato con mia madre, la quale ha gaiamente confessato che Mina è la sua cantante preferita e che (soprat-tutto) avrebbe dato molto pur di vedere come è Mina oggi. Non ho memoria di una immagine recente di Clay. Lo vedo ancora mentre minaccia Foreman (o chi per lui), più o meno seriamente, da sotto le finestre dell’alloggio dell'avversario, circondato dai giornalisti. La mia fonte dice che oggi Mohamed Alì “è impacciato dal morbo di Parkinson”, ed ha “uno sguardo tuttavia pene-trante e lucido”. Di Battisti e di Mina ricordo volentieri le capacità canore ed interpretative, ma debbo prescinderne, perchè ciò che mi interessa è che credo non esistano loro foto-grafie recenti, niente foto, niente TV. Conosco pochi casi di personaggi sottrattisi alla cinica invadenza dei media contemporanei. Cito che nella letteratua americana sono esemplari quelli di Thomas Pynchon e di J.D.Salinger. Di loro si sa poco più che la data di nascita. Pynchon addirittura ha taciuto per 17 anni e in giro non c’è che una sola sua fotografia giovanile. Un giorno ha addirittura mandato, in vece sua,un comico a ritirare un prestigioso premio lettera-rio. L’ineffabilità (volontaria o meno), in alcuni casi il mistero che circonda questi personaggi, li ha mitizzati oltre la misura. Ma li ha resi co-protagonisti delle gesta della nostra memoria, del grande racconto che ognuno di noi ha nella propria testa, accanto alle persone che abbiamo incontrato negli anni, con cui abbiamo condiviso o meno gesta collettive o tempi di intimità. La loro glorificazione ha superato di gran lunga quello che contano nel presente. Ma la loro

capacità di sottrarsi ai media, qualsiasi sia la ragione che ha determinato questa scelta, non può che avere agevolato la nostra memoria.Banalmente e paradossalmente li ricordiamo meglio (in miglior modo e maniera, qualitati-vamente) proprio perché non ce li ritroviamo costantemente in televisione. Proprio perchè non si mescolano nel minestrone stracotto che ci propinano da mane a sera.Mentre scrivo una voce amica mi suggerisce la sua opinione e dice che Lucio Battisti e Mina vogliono che li si ricordi come erano. Ritengo che l’ipotesi sia scarsamente condivisibile. Senza per questo credere di avere raggiunto sul tema una qualche migliore competenza, sono pienamente convinto che nella memoria personale di ognuno di noi costoro compaiono più per partito ottenuto ( per via dell’essersi sottratti) che per altro. Alla gente non gliene frega di ricordare come era Mina o Battisti allora, bensì come era la gente stessa allora.La loro forza semmai sta nell’essere stati capaci di, o nell’avere fatto abbastanza soldi per, rifiutare il businness della fama (così facilmente veicolato - sia detto fra paren-tesi - dal video e dai suoi servitori in carta stampata), senza per questo perdere il loro posto nella grande anima della memoria col-lettiva. Anzi: la loro condizione “limbotica” concede all’immaginario collettivo il tempo e la dimensione ideali affinché ci si metta della fantasia, si crei la leggenda. Per dirla in parole povere Mina e Battisti non vogliono invecchiare pubblicamente e ciò gli fa anche comodo, in cambio ottengono una popolarità lenta ma infaticabile.I cultori (scusate il bisticcio di parole) della cultura di massa, qualche casalinga di Voghera o giardiniere di Arcore, magari uno Sgarbi sfaccendato per la situazione, prenderanno sul serio questa riflessione e discuteranno a lungo se Mina sia più famosa perché canta bene o perché non appare più in pubblico, dividendosi così in almeno due fazioni. Forse la comuni-cazione moderna ( o post-moderna, che dir si voglia) non ha bisogno di questo genere di meccanismi mnemonici. La riduzione dello spazio di fronte ad uno schermo, dove la ve-locità di spostamento delle immagini annulla ogni lontananza, presume lo stravolgimento della memoria storica e di quant’altro: quindi anche della storia della canzone italiana. Ma di fronte a questi scenari terribili e degni di un grande vuoto prossimo futuro, figlio della propria moltiplicata complessità, ad ognuno di noi non rimane altro da fare che “raccon-tarcela”, o farsi raccontare delle storie da chi ne ha più di noi, senza per questo desiderare un deserto mediatico o dipendere da uno schermo.

Elidio Rocchi

Retropalcodi Fabio KoRyu Calabrò

Presso l'ormai nutrita schiera di seguaci (perchè non si può propriamente parlare di telespettatori nel caso di un "cult-show" quale "Massimo Ascolto"), i Lopeziani del Mercoledì sera, si sta facendo strada una domanda inquietante: cosa succederà la settimana prossima? Una volta superato lo shock dei ritmi e dell'impostazione assolutamente antitelevisivi, una volta assorbita l'atmosfera anarchica e saltellante dello studio, insomma: una volta diventati seguaci e non più semplici telespettatori, si può effettivamente cominciare a porsi la domanda di cui sopra. Che non troverà peraltro riposta in queste brevi note: non mi permetterei mai di svelarvi le sorprese che ancora vi attendono. "Massimo Ascolto" è un po' come un gioco di scatole, che via via si incastrano l'una dentro l'altra, in cui il baffuto conduttore si diverte moltissimo a scambiare l'ordine dei pezzi, mettendo le scatole più grandi in quelle più piccole, per finire a sua volta inscatolato nei contenitori che la voce fuori campo gli suggerisce. Tutto lo studio, i cameramen, i figuranti, persino gli apparentemente impassibili orchestrali, tutti prima o poi cadono improvvisamente dentro una qualche scatola. E non necessariamente con congruenza. La congruenza è nemica della fantasia. Leonardo Petrillo mi guarda -col suo occhio un po' Pantesco un po' Scorpione- e mi recita uno spassosissimo monologo a raffica da un suo spettacolo. Ma questo il pubblico, a casa, non lo vedrà. Giovanni Benincasa arriva e, con la sua risata tagliente, si complimenta con Massimo. Lucio Ajello si beve una Marlboro e si accende uno bbuono cafè. Hsia Jie, perfetto turista, nonchè responsabile delle riprese che riassumono la puntata nei titoli di coda, si avvicina a Jeremia Loringtone (che sopporta pazientemente il fatto che tutti lo chiamino ormai "Maestro", e che a causa di ciò ripeterà almeno duemilaecinquecento volte al giorno la formula magica: "Don't call me Maestro..."), ed insieme se ne vanno verso il bar. Il bar della Dear. Maurizio de la Vallèe arriva tradizionalmente in ritardo, ma stranamente sempre in tempo. Si vede che lavora in Alitalia. Arriva Fabio Frizzi e appoggia la sua manona fraterna sulla mia spalla. Lui è una specie di Yoghi molto socievole, uno di quelli che si divertono sul serio ed altrettanto seriamente prendono il proprio lavoro. E neanche questo il pubblico a casa lo vedrà. Mi hanno detto che l'ascolto medio è finora di quattro milioni di persone. Beh, se non è il Massimo dell'Ascolto, è sicuramente il suo Lopez.Lo so, questa è degna di Loringtone...

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Buon Compleanno

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C L A R AB O M B A C IV I V A L D I

Pittura e poesia. Due forme d’arte non così lontane fra loro, se in un’immagine e in una frase non c’è solo quello che si vede quanto quello che si sente. Clara Bombaci Vivaldi: pittrice. La poesia è stata coltivata in silenzio, senza pubblicità, in versi impauriti e vibranti, ma capaci della forza di una sincerità disarmante nell’esprimere e nel definire uno stato d’animo, un’emozione che dilaga da un’impercettibile ragione. Come se l’esperienza nel ricercare lo schizzo di luce adatta fra acquarelli ed olii le indicasse anche la strada per trovare le parole più chiare fra la luce e l’ombra dell’animo. La paura e il coraggio s’alternano e si confondono in un chiaroscuro di solitudine e di desiderio, di sentimenti spogliati su cui emergono Sirmione, il lago, le immagini folgoranti della Sicilia, e l’amore enorme per il marito perduto. Forse è l’aria di Sirmione ad ispirare i poeti...

I TUOI OCCHI

Al suono mesto di campaneil prete disse che i tuoi occhiricordavano l’azzurro del nostro lago.Quante volte nell’incavo delle mie maniho raccolto un po’ d’acqua di lagoper cercare la luce dei tuoi occhi.Ho trovato solo trasparenza.

GUERRA E VIOLE

Raccoglievo violenei fossati vicino alla ferroviaverso il Brennero.Ero una bimbae non capivo la parola guerra.Nemmeno quei vagoni chiusisulle rotaie scintillanti.Ma con le viole trovai piccoli fogli accartocciati.Avvisi disperati, indirizzi, invocazionidi chi sapeva di non tornare.Lasciai cadere le viole.Raccolsi dall’erba quelle strane farfalle morte.Cercai di far giungere a chi attendeva le voci disperate, che avevanoil colore viola delle viole in primavera.

LA VALLE DEI TEMPLI

Il ricordo tuo me lo porta il vento.Vento che gemeva, che parlava di tempi remotie di addii.Urlo di sofferenza,grido angosciatoche fuggiva come noi,inebriandosi di sole, di mare e di fiori.Vento che si lacerava tra i fichi d’Indiae si perdeva, come la nostra vita,lontano dall’orizzonte, per sempre.

TRACCIA SULLA PELLE

Cerchi di stringerlo tra le maniquesto amore, ma scivolatra le dita.Non puoi imprigionare l’acqua del ru-scello.Fermare l’onda del mare.L’amore non resta chiusonel pugno. Quando aprila mano, poco ti resta.Una traccia sulla pelle,che il vento porterà via.Alla deriva, il tuo cuore vuoto.

CAFFE’ MACCHIATO

Dopo tanti anni ci siamo incontrati al bar.Sollecito ti sei ricordatodi ordinarmi “caffè macchiato”.Tu al solito “ristretto”.Non è bastato questoper farmi ricordare l’amore.Il cuore ti guardavacon occhi di vetro.I solchi del temposembravano abissi.Il caffè era il solito “Caffè macchiato”.

SILENZIOSAMENTE

E’ stato dolce il tuo amore.Silenziosamente mi ègiunto alle spalle.Tra le ossa avevo il freddo della tramontana.La cenere non celavanessun fuoco.Il silenzio tu hai rispettato.Le ragntele del passato,piano hai tolto.Ci siamo incamminati incertisul finire della primavera,riscoprendo il teporedi altre stagioni.

Eccolo; mi sembra come un dio;eccolo, se posso, più degli dei,lui, seduto rivolto a te non interrotto t’osserva ed ascoltaamabile ridere. Miseri,laceri i sensi: ti guardo, Lesbia, e non mi resta più [voce in gola];la lingua s’opprime, una fiamma sottilesi sfa per il corpo, le orecchie rifremond’un propio rumore, copre gli occhi la notte.

Perego

Quegli mi sembra pareggiare un Dio,quegli, se lice, superar gli Deiche, più volte sedendo a te dinanzi,guarda ed ascoltacomme tu dolce ridi, e ciò sottraea me infelice i sensi: infatti quandoti vedo, Lesbia, più non mi rimane[alcuna voce;]ma torpida è la lingua, tenue fiammacorre il corpo, tinniscono le orecchiedel suono loro, le gemelle lucicopre la notte.

Arduino

LA STESSA POESIA NELLA VERSIONE DI : SAFFO, C ATULLO, ARDUINO, PEREGO

Ille mi par esse deo videtur,ille, si fas est, superare divos,qui sedens adversus identidem tespectat et auditdulce ridentem, misero quod omniseripit sensus mihi: nam simul te,Lesbia, aspexi, nihil est super mi[tum quoque vocis,]lingua sed torpet, tenuis sub artusflamma demanat, sonitu suoptetintinant aures, gemina tegunturlumina nocte.

CatulloSaffo

IL CASTELLODI OSTENDA

Entra i ne l Cas te l lo . Era proprio uno di quei castelli con le sopracciglia aggrottate, che merli spaventosamente arditi disegnavano sopra gli incavi degli occhi, buie finestre di tanto in tanto rischiarate dal bagliore sinistro di un gruppo di candele. Era proprio uno di quei castelli con il ponte levatoio, e sotto il fossato, e dentro chissà quali oscuri guardiani a metà fra i pesci e i draghi, e aveva anche inferriate e catene, portoni cigolanti e scricchiolii agghiaccianti. Ma forse era tutta immaginazione. Perchè quando finalmente apersi il portone cigolante che mi stava davanti, il paesaggio cambiò improvvisamente. Voglio dire, il Castello era sempre lo stesso, non erano cambiati i suoi muri, e non era cambiato il tempo: continuava il temporale di rito. No, erano quelle tende, alte e maestose, sgargianti nelle tonalità e mutevoli nei riflessi, che davano bella mostra di sè fra gli archi, le balaustre, le colonne, i corridoi. Non so se vi siete mai resi conto di quanto una tenda, un "semplice pezzo di stoffa", possa modificare lo spazio che le gira attorno. Beh, io me ne stavo rendendo conto proprio allora, quando una folata di vento si insinuò fra i battenti del portone che avevo lasciato semichiuso, e sollevò il lembo di una tenda, quella di velluto verde rifinita in pizzo. E fu lì che lo vidi. Vidi il nome. Il nome di chi aveva fatto le tende. Tonoli. Sollevai con discrezione un angolo della tenda di fronte, e lessi nuovamente: Tonoli. Cominciai sempre più incuriosito a cercare su ogni tenda la traccia che ormai era sempre più evidente: Tonoli, Tonoli dovunque. Percorsi freneticamente tutte le stanze, le sale, la biblioteca, arrivai fino al piano superiore, tenda dopo tenda, e da lì decisi: anche il mio castello avrebbe avuto quelle tende. Erano troppo belle. Telefonai subito. A procurarmi un castello ci avrei pensato più tardi. Non avevo tempo per preoccuparmi dei dettagli.

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CONCORSILETTERARI

TERZA EDIZIONE PREMIO DI POESIA“UGO FOSCOLO” 1994-95La Casa Editrice Edizioni Bresciane, il periodico culturale Interferenze e Radio AntennaEst di Brescia, indicono la terza edizione del Premio di Poesia “Ugo Foscolo”, per la poesia edita e inedita, riservato ad autori residenti nella Regione Lombardia. Sezione A - Poesia inedita a tema libero: Gli autori possono partecipare inviando n.5 poesie, inedite e mai premiate con primi premi in altre manifestazioni letterarie, in 5 copie dattiloscritte o fotocopiate, raccolte a fascicolo e corredate di un “motto”, recapito, numero telefonico e firma, su foglio a parte in busta chiusa.Sezione B - Poesia inedita a tema fisso “POESIA SUI CINQUANT’ANNI DALLA LIBERAZIONE 1945-1995 (riservato esclusivamente agli alunni delle scuole medie superiori e inferiori). Gli autori possono partecipare inviando n. 1 poesia in 5 copie dattiloscritte o fotocopiate, e corredate di un “motto”, recapito, numero telefonico e firma, su foglio a parte in busta chiusa. Sezione C - Poesia edita: Gli autori possono partecipare inviando n. 5 copie di un loro libro di poesie edito tra il 1° gennaio 1991 e il 31 dicembre 1994, corredate da un “motto”, recapito, numero telefonico e firma, su foglio a parte in busta chiusa.Gli autori possono partecipare ad una sola sezione del Premio.Premi: La Giuria assegnerà premi di rappresentanza offerti dai vari Enti e diploma. Non è prevista alcuna tassa di lettura o quota di partecipazione a nessun titolo. Gli elaborati e i volumi devono pervenire, improrogabilmente (farà fede il timbro postale), esclusivamente a mezzo posta, entro il 31 dicembre 1994 al seguente indirizzo:Edizioni Bresciane - Via Pasubio, 30 - 25128 Bresciatel./fax 030/393.589.Il periodico Interfereze, curerà un ampio servizio della Manifestazione. I volumi premiati potranno fregiarsi della segnalazione: 3° Premio di Poesia UGO FOSCOLO 1994 - ’95.La Giuria, altamente qualificata, sarà resa nota durante la cerimonia di premiazione, prevista prima della chiusura dell’anno scolastico 1994-95. Il giudizio della Giuria del Premio è insindacabile e inappellabile. Tutti gli autori premiati verranno avvisati in tempo utile per presenziare alla cerimonia. I premi dovranno essere ritirati solo ed esclusivamente dagli interessati, i premi non ritirati saranno trattenuti dall’organizzazione per l’edizione successiva. Il materiale inviato non verrà restituito agli autori, tacitamente, autorizzano gli organizzatori del Premio ad utilizzare per, eventuale, pubblicazione.1° PREMIO NAZIONALE DI POESIA

“VERSO IL DUEMILA”Il premio si articola in tre sezioni: Poesia italiana inedita, a tema libero con un max di 3 composizioni di non più di trenta versi; - Poesia giovane inedita fino ai 25 anni, a tema libero con un max di 3 composizioni di non più di trenta versi; - Racconto inedito, a tema libero con un max di cinque cartelle chiaramente dattiloscritte. Le opere concorrenti dovranno essere inviate in quattro copie, una delle quali corredata da generalità, indirizzo,recapito telefonico e firma dell’autore entro e non oltre il 28 febbraio 1995, (farà fede il timbro postale) a : 1° Premio Nazionale di Poesia “Verso il duemila” di Michele Miano e/o giornale Lo Spazio, Via Cuerzoni 12, 20158 Milano.Non è richiesto alcun contributo spese. Premi in palio: per ogni sezione 1° Premio Coppa e Targa personalizzata, 2° Premio Targa personalizzata, 3° Premio medaglia e diploma di merito. Gli elaborati non saranno restituiti. Il giudizio della giuria è insindacabile e inoppugnabile. I vincitori saranno invitati a ritirare il premio personalmente durante la cerimonia di premiazione. La data della cerimonia che si svolgerà nella sala comunale CTS di Via Lessona 20, sarà comunicata in tempo utile ai concorrenti.

PREMIO NAZIONALE DI POESIA“LORENZO MONTANO”La rivista di ricerca letteraria “Anterem” diretta da Flavio Ermini, ha indetto la nona edizione del Premio nazionale di poesia “Lorenzo Montano”. La scadenza è fissata al 15 marzo 1995.Il Premio, aperto a testi inediti, ha lo scopo di valorizzare l’attività di quei poeti che sono impegnati una personale ricerca stilistica. Esso consiste nella pubblicazione gratuita di una raccolta di poesie con prefazione di Giuliano Gramigna e presentazione, nel corso della manifestazione conclusiva dei poeti Gilberto Finzi e Aandrea Zanzotto. Per la richiesta del bando e per informazioni, rivolgersi alla sede del premio, Via Zorzi 9 - 37138 Verona - tel. 045/563703.

XXV PREMIO DI POESIA“FORMICA NERA” CITTA’ DI PADOVAIl gruppo letterario Formica Nera promuove la venticinquesima edizione del concorso di poesia aperto a tutti gli autori di lingua italiana. Si partecipa con una poesia inedita a tema libero. Le poesie devono pervenire entro il 5 aprile 1995 in cinque copie - di cui una sola con nome cognome indirizzo e firma dell’autore - a : Luciano Nanni - Casella Postale 1084 - 35100 Padova. Per spese organizzative si richiede un contributo libero da inviare nel modo che il concorrente preferisce. Al primo classificato andrà un bassorilievo in oro puro opera del maestro d’arte B.Castellini e ai segnalati andranno medaglie d’oro personalizzate.L’esito del concorso verrà diffuso dai consueti mezzi di comunicazione. I finalisti riceveranno lettera personale. Gli elaborati non si restituiscono e la segreteria si riserva la facoltà di pubblicare le poesie finaliste.Per informazioni tel. 049/617737.

E perchè no? Pagina d'ascolto

C'era solo una personaper fermare tale orrore

Fatto sta che il sole ancorasplende in tutta la città

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A come Gregorio S come Sant'Antonio

PAURA, IO ?...

“Il sentimento più antico e profondo radicato nell’uomo è la paura, e il genere più antico e forte di paura è la paura dell’ignoto” Lovecraft, “L’orrore soprannaturale nella letteratura”

Niente ci fa più paura dell’ignoto.E questa paura è tanto più violenta quanto più è irrazionale: come la paura per il buio. In nome della paura la società ha giustificato massacri, genocidi, stermini. Per paura di essere aggre-diti ci trasformiamo in aggressori, per paura di essere ammazzati compriamo la pistola: sei ancora quello del mio tempo, direbbe Quasi-modo, ed ancora oggi avversiamo ciò che non comprendiamo e temiamo l’eversione del diverso. Lovecraft non è fantascienza, è la quotidianità.

La paura di perdere la vita giustifica lo stato, e questo lo aveva già capito Hobbes. La paura dell’anarchia giustifica la gerarchizzazione sociale. La paura giustifica la polizia, gli eserciti, le prigioni, l’allarme, i vetri blindati, le serrature e il telefonino cellulare. La paura è veramente “il sentimento più antico e profondo radicato nell’uomo”. La paura di sbagliare, la paura delle conseguenze, la paura di agire, la paura di pensare: la paura ci domina. Per eliminarla abbiamo inventato dei, riti e culti, per affrontarla abbiamo alimentato scienze e studi, per comprenderla abbiamo intuito l’arte. Ma la paura dell’ignoto permane. Nella letteratura l’ignoto genera lo stile “fantastico”. “Ma mentre la paura incide sull’attività operativa dell’uomo, portandolo a conseguire la difesa della propria esistenza, il fantastico lascia che l’uomo - il lettore - venga aggredito proprio dentro i suoi spazi ancestrali di sicurezza”(Runcini: introduzione a “La paura il mistero l’orrore”). Nella letteratura fantastica, infatti, lasciamo che la paura dell’ignoto, che tanto combattiamo nella quotidianità, o che annulliamo comportandoci da struzzi, penetri nella nostra intimità, nell’home sweet home. E nella letteratura d’orrore tutto questo è portato al parossismo. Ma nessuno ha più terrore del vampiro di Polidori, nè di Poe, di Nodier, di Hoffmann, o addirittura del contemporaneo King, perchè questa, in realtà, è una paura rassicurante: una paura delimitabile, o addirittura di cui comprendiamo il movente, infatti, è solo fittizia, o addirittura liberatoria. Questo ignoto ,in realtà, è conosciuto. In Lovecraft no. Nel solitario di Providence, infatti, o perlomeno nelle sue opere più mature, è l’incomprensibile che si pone davanti al lettore. E il terrore che ne scaturisce è un terrore irrazionale, ingiustificabile, non comprendibile dalla mente umana: è la quintessenza dell’orrore. Lovecraft infatti teorizza l’orrore totale, il cosmic horror, e lo mette in pratica nel cosidetto ciclo di Cthulhu. Qui le sue divinità, informi ed inquieti mostri di cui conosciamo solo qualche brandello, e di cui non capiamo l’agire, “sembrano l’espressione di una totale assenza di ragione e di significato nel cosmo [...]. In una parola gli dei sono il caos, e infatti quest’attributo, unito a quello di “strisciante”, è proprio di Nyarlathotep, il messaggero dell’olimpo degenere” (Lippi: introduzione a “HPL Opere complete). L’orrore di Lovecraft non è consumistico, nè artefatto, o artificiale; e tantomeno vuole stupire per il gusto di farlo. Il suo orrore è intimo, interiore. “Lo scrittore di Providence - infatti - avvertì che il mostro non viene soltanto da fuori: l’orrore che incombe nella realtà nel suo complesso è riprodotto e sintetizzato nell’incubo individuale” (De Turris-Fusco:“L’ultimo demiurgo ed altri saggi lovecraftiani”). Qui sta la modernità del pensiero di Lovecraft, la sua perenne contemporaneità, la sua paura che valica i confini del libro: l’ aver compreso che l’ignoto è dentro di noi. E questa sua intuizione, incredibilmente avanzata, è figlia della psicanalisi di Freud. E’ il sonno della ragione che genera mostri. Gregorio Trebucchi

P I C C O L O P I C C O L O F I T T O F I T T OFinchè morte non vi separi, zac, è fatta !! “Finchè morte non vi separi!”: netta come la lama di una ghigliottina la formuletta del rito canonico ha separato l’esistenza di un individuo: prima e dopo, inesorabilmente distinti, incommensurabilmente divisi. Poche, semplici parole -e il rito matrimoniale generalmente fastoso, barocco, ridondante, appare quasi necessario per compensare la cruda laconicità della formula- è un cataclisma, un evento cosmico si compie:

due nomadi, due entità vengono saldate per l’eternità -o almeno per quel quoziente di eternità così totalizzante che è la certezza dell’esistenza. Viviamo in tempi scanzonati e divorzisti, e forse già un bambino può sorridere di queste enunciazioni apocalittiche, ma chi ha avuto la ventura di assistere a un matrimonio negli anni‘ 60 sentirà ancora nelle orecchie il cigolio sinistro delle catene del sacro vincolo, con il pesante tonfo di una lapide tombale a conclusione del rito. Continuando nella metafora, possiamo affermare con certezza che la marcia nunziale verrà intonata a quattro mani da due organisti di elezione: De Sade e Von Masoch d’ora in poi guideranno i passi della nuova coppia. Ai matrimoni si piange, di commozione dicono i pudichi, macchè, si piange di paura, di autentico, squisito terrore. E poichè le sovrastrutture sono dure a morire, credo che ancora oggi anche il più incallito laico matrimonio civile non possa non sentire un leggero brivido al si di rito. Perchè diciamolo fuori dai denti, in fiori d’arancio o in salopette, in tight o in jeans, due individui che si sposano costituiscono un clamoroso esempio di aberrazione storico-concettuale, e il matrimonio trova una giustificazione plausibile solo nell’istituzionalizzazione del sadomasochismo. Oggi più che mai nel passato. In epoche precedenti, infatti la famiglia, da quella patriarcale a quella borghese, era cementata da esigenze economiche, e produttive, e patrimoniali, e stanziali, e genetica, e così via indietro nei secoli. L’inevitabile crudeltà del legame di coppia trova conforto in una sua pur crudelissima funzionalità. Ma oggi, nucleare, aperta, permissiva, psicoterapeutizzata, la coppia non riesce a occultare la ragione più profonda del suo convivere, e cioè il radicato bisogno sadomasochista che investe la dialettica tra due individui. Ma l’amore -si obietterà- la tenerezza, la passione che tutti avvince e tutto salva? Ai perversi maliziosi che fingono di non sapere basti ricordare che l’amore con il matrimonio non c’entra e mai c’è entrato per niente. In tempi più morigerati, quando il sadomasochismo ancora si inponeva dei limiti della ricerca del suo piacere bizantino, ci si sottometteva al giogo matrimoniale infatti senza nemmeno conoscersi, oppure studiando di considerare la scelta del migliore “partito” con la stessa sadica lucidità di un generale in battaglia o di un dirigente d’azienda alle prese con il bilancio annuale: L’invocato, il decantato amore nella coppia è, attualmente l’ultima deliziosa complicazione, il colpo d’unghia virtuosistico che due individui aggiungono per sopramercato alle già scontate ferite che si infliggeranno. La squisita certezza di turpi ricatti, di sottili sopraffazioni, di clamorosi conflitti, di patetiche sottomissioni, di feroci esplosioni, di tenaci rancori, di sotterranee rivalse: questi sono in realtà i piaceri certi e duraturi destinati a riempire il futuro della coppia. Vite altrimenti emotivamente vuote, insicure, labili, troveranno d’ora in poi di che riempire il resto dei loro giorni con le infionite occasioni che sadismo e masochismo, vicendevolmente, si prestano. Perchè -è opportuno notare- una coppia non è mai stabile, ma vive un’incessante altalena emotiva. E’ vero spesso i ruoli sembrano nettamente definiti - e ancora più spesso sono le donne a pagare il prezzo della loro insensata tendenza al coniugo - eppure, dietro il più smaccato marito sadico, ubriacone, stupratore e la più patetica moglie tremante, vessata, sottomessa, quante altre mai combinazioni dei rispettivi termini si possono nascondere!!! Il gioco della sopraffazione è infinito quasi quanto quello delle immagini di due specchi contrapposti e non si dice forse “ la mia metà” per designare il proprio complice-consorte?Come ogni gioco, come ogni piacere, il legame sadomasochista di coppia non si accontenta dei traguardi raggiunti: quando una certa condizione ha ormai toccato l’apice dell’efferatezza, ecco i nostri perversi già arrovellarsi alla ricerca di nuove mete, di immaginate angosce, di nuove, più tintinnanti ed eccitanti catene. Le coppie di origine, i rispettivi suoceri e suocere e tutto il codazzo corollario di coppie laterali di fratelli, di sorelle, zie.......possono validamente concorrere a rinnovare i piaceri dell’ira, dell’invidia, della maldicenza. Ma è fuori di dubbio che nessuna di queste soluzioni darà ai coniugi un piacere sadomasochista paragonabile all’introduzione nella “combine” di un terzo elemento, il terzo per eccellenza, il tanto declamato, agognato e “utile” figlioletto. Un pargolo o più pargoli, a piacere, sono garanzia di un costante rinnovellarsi e complicarsi del legame perverso, anzi offrono alla coppia una insperata ancora di salvezza. Quante coppie, infatti, dopo essersi vicendevolmente dilaniate e fatte a brandelli, rischiano di cadere in quel torpore assuefatto anche nelle peggiori vessazioni che sconfina nella noia ? E la noia, si sa, è cattiva consigliera, induce a riflettere, ad analizzare razionalmente, insomma i due corrono il rischio di rinsavire fino al punto di sciogliere le loro catene, operazione oggi resa apparentemente facile e indolore dal divorzio: dove si dimostra che il progresso e la libertà sono gli insipidi nemici del piacere . Ma non è il caso di disperarsi, il vincolo ancorchè sciolto lascia spesso strascichi di rancori resi ancor più cocenti proprio dalla difficoltà della rivalsa e comunque “morto il re, viva il re !” e i due individui si affrettano nella stragrante maggioranza dei casi a coniugarsi di nuovo, e di nuovo ancora, con insperati effetti combinatori. Ma, per tornare alla situazione iniziale di partenza, ecco che i due colombi ormai stanchi di beccarsi a sangue (fateci caso, anche il simbolo della tenerezza coniugale, i due colombi appunto, sono in realtà amanti ferocissimi), i due colombi, dicevamo, alle soglie della noia escogitano l’ultima pensata che preserverà forse per sempre o comunque per un lungo incisivo arco di tempo il loro piacere sadomasochistico: l’arrivo di un figlio riaccenderà come lo Spirito Santo l’antica fiammella, il gioco può ricominciare più piccante di prima grazie al “mi sacrifico per il bambino”, petizione urlata o sussurrata o anche solo pensata ma ormai di rito per il resto dei loro giorni. Poi verrano altri piaceri, altri triangoli, l’amante, gli amanti, ma francamente siamo già avviati sulla china discendente, il piacere della gelosia infatti è poca cosa rispetto alle precedenti delizie, quasi banali: tanto banale infatti che se lo possono concedere anche i comuni mortali, quelli che non hanno mai partecipato al “grande gioco”, che non dono stati “iniziati” con la formula magica: “Finchè morte non vi separi !!!!”

Ed "Maleficus" Sitnas

Cenni Biografici

1890: HPL nasce a Providence, nel Rhode

Island, e lì trascorrerà tutta la sua vita, prima

nella casa materna, poi con le sue zie.

1893: Il padre di Howard viene colpito da

paralisi completa. Morirà cinque anni più

tardi, senza mai essersi completamente

ripreso.

1904: La situazione economica della famiglia

Lovecraft, mai stata floridissima, diventa

drammatica a seguito della morte del nonno

materno. Howard fu sempre convinto di

riuscire a mantenersi scrivendo: in realtà

non divenne mai indipendente.

1917: Howard viene scartato del servizio

militare perchè sofferente di disturbi

nervosi.

1919: La madre di Howard, donna nevrotica

e oppressiva, viene ricoverata al Butler

Hospital per disturbi psichici. Morirà due

anni dopo.

1923: Il giovane scrittore diventa collaboratore

di “Weird Tales”. I suoi racconti iniziano ad

essere pubblicati con frequenza.

1924: Howard si sposa a New York con

una donna dieci anni più anziana di lui.

Fuggirà velocemente sia da Brooklyn che

dal matrimonio.

1937: Muore per un cancro all’ intestino

complicato da una nefrite quando finalmente

iniziava a godere di una modesta fama. Fra le

sue opere più importanti, ispiratrici di decine

di film e, fra l’altro, del fumetto Dylan Dog,

ricordo le opere del ciclo di Cthulhu che gli

valsero l’appellativo di Copernico letterario

e che esprimono il suo cosmic horror: “Il

richiamo di Cthulhu” (1926), “L’orrore

di Dunwich” (!928), “La maschera di

Innsmouth” (1931) e “L’abitatore del buio”

(1935).

pagina 19Spa

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contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Forse il concetto di rieducazione si presta e si è prestato ad interpretazioni arbitrarie ed illiberali. Già Dante aveva fatto osservare al lombardo Marco, incontrato nel Purgatorio: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”. L’assidua frequentazione della rassegna sebina mi consente di affermare che la qualità degli eleborati provenienti dai luoghi di pene è sempre dignitosa e talvolta sorprendentemente elevata. Rammento un giorno in cui dall’alta sala di Villa Milesi contemplavo il tremolare del Sebino: l’osservazione mi svelava l’essenza del mese di maggio che Keats definì “anxious”, ossia inquieto e desideroso forse di sole, di serenità, di pace. Intanto Giuseppe Negretti-artista cui nulla di umano è estraneo, come al Cremete di Terenzio - inverava le parole di Vincenzo Andraus, omicida incarcerato da vent’anni:”Ardua e impervia, la voce della verità,/ muta e stridente nella sua contraddizione,/ cessa d’essere nell’attimo dell’abbandono./ Il passato è un eremita che muore,/ il presente un airone blu/ che trasversalmente incanta sè stesso”. Confessò la Dickinson, vieppiù folgorante ad ogni rilettura: “I miei mazzetti di fiori sono per i prigionieri”. Due donne, la madre e la figlia, ritirarono il premio: al dolente poeta era vietato di testimoniare, anche per poche ore, la sua volontà di palingenesi fuori dalla prigione. Ignoro il motivo del provvedimento, né ho titolo per pronunziarmi nel merito. La fuga oraziana ed inarrestabile degli anni mi induce a credere, con Protagora, che ai viandanti terreni sia negato di attingere la verità assoluta; tuttavia rifiuto ontologicamente una privazione della libertà che sia fine a se stessa e ritengo che ad ogni uomo, ancorché reo di crimini efferati, debba essere data la speranza di “riveder le stelle”... Inoltre nego che sulle mera repressione si possa fondare un contratto sociale che non sia “vano e contradditorio”, come direbbe Rousseau. Mi conforta nella fattispecie la riflessione di Montesquieu: “E’ destino di quanti abusano del potere che ben presto se ne abusi a loro danno, e siccome l’ingiustizia passa ad altre mani, sarà in eterno opera di saggezza per gli uomini usare moderazione e rifugiarsi nell’equità”. O almeno, sia consentito di aggiungere, in un suo accettabile simulacro. Spero che il “Graal” offra lungamente la luce del conforto ai reclusi che hanno intrapreso l’impervio cammino delle lettere. Anche se da esso, secondo Leopardi, Parini tentò di dissuadere persino “un giovane d’indole e di ardore incredibile ai buoni studi, e di espettazione meravigliosa”.

Mario Arduino

UN CONCORSO LETTERARIO PER I CARCERATI:“IL GRAAL” DI LOVERE

Risale al dodicesimo secolo la storia del sacro Graal. Robert de Boron die-de questo appellativo al calice, usato da Gesù nell’ultima cena, in cui Giu-seppe d’Arimatea avrebbe raccolto alcune gocce di sangue dal Crocefis-so. Chrétien de Troyes raccontò le vicende del cavaliere Perceval, che lungamente vagò alla ricerca della preziosissima coppa. Wolfram von Eschenbach, cortigiano del langravio Ermanno di Turingia, identificò nel suo Parzival l’anelito alla perfezione dei figli di Adamo.

Ai nostri giorni “Il Graal” di Lovere è un concorso letterario suddiviso in sezioni dedicate alla narrativa, alla poesia ed agli “stati d’animo dal carcere”. Alla prima ed alla seconda si partecipa con lavori inediti. La terza, ideata dal consigliere di Corte d’Appello Gemma Cotti Cometti, è riservata ai reclusi, i quali possono concorrere inviando sia prose sia versi. Presiede la giuria il senatore Mino Martinazzoli, che fu ministro della Giustizia ed è notoriamente un avvocato di buone letture. Giovanna Piccinelli, promotrice appassionata, ormai da molti anni deve risolvere vari problemi burocratici ed organizzativi. Significativa al proposito appare la lettera scrittale, tempo addietro, dal giudice di sorveglianza Giancarlo Zappa: “La situazione nel penitenziario si stà aggravando ogni giorno di più: evidentemente si vuole ritornare al ‘tutto carcere’, ma nessuno sembra rendersi conto che le poche strutture sono già sottoposte ad una pressione altissima, che aumenta ogni giorno; non so, a questo punto, fino a quando potranno durare e che cosa potrà accadere. Sotto un tale profilo, sarebbe un vero peccato rinunciare alla sezione C del ‘Graal’. Non conosco la natura delle difficoltà, cui lei accenna, ma sono certo che varrebbe la pena di affrontarle ancora. Più il carcere sarà chiuso, duro, difficile, maggiore sarà il bisogno dei detenuti di parlare, comunicare, sfogarsi”.Mi sembrano riflessioni da sottoscrivere, massime considerando che l’articolo 27 della Costituzione recita testualmente: “Le pene non possono consistere in trattamenti

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Lo spigolo della gastronomia

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Ottima minestra non molto conosciuta.La preparo in fretta se arrivano ospiti inattesi, tanto che i miei di

casa quando vedono i gnocheti de gries chiedono: “chi viene oggi a mangiare?”

Ingredienti: 100 gr. di semolino

50 gr. di burroun uovo

sale

PreparazioneImpastare un uovo intero con 50 grammi di burro ammorbidito,

100 grammi di semolino setacciato e poco sale.Ottenuto un impasto omogeneo, formare dei piccoli gnocchetti,

servendosi di un cucchiaino da caffé e gettarli nel brodoche bolle lentamente.

Lasciar cuocere per circa 20 minuti.

Adriana Dolce

Il nostro grazioso editore ed il nostro morbido art director sono convolati a toste nozze il 3 novembre 1994. E ringraziano tutti gli amici che hanno saputo trasformare una semplice giornata di festa in uno dei nostri soliti (?) eventi indimenticabili.

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LIBERTA' E DIRITTO

“Studiando la nebbia si cominciò ad intravedere qualche sagoma. Un tizio trovò un rettangolo con trame bizzarre in superficie;un altro trovò una protuberanza a forma di orecchio, mentre un terzo trovò un oggetto sferico incastonato in un alveolo.”

Proporre un nuovo sistema paragonabile al diritto tradizionale - un nuovo edificio - oppure fare a meno della coerenza formale e basare un non-edificio sulla de-costruzione. Dall’incontro tra le donne e il diritto è nata la loro (la nostra) critica al diritto tradizionale,un diritto costruito nella storia da soli uomini,per soli uomini. Le donne emergeranno solo nell’ultimo secolo: anche in loro si riconoscerà un’anima , si attribuirà anche a loro il diritto di conoscere, di studiare, di votare (in Italia nel 1945). Ci avviciniamo così al diritto con sospetto, talvolta con indignazione. Una struttura intrinsecamente carente, basata su fondazioni patriarcali e costruita come sistema patriarcale carico di pregiudizi. L’aborto, lo stupro, la discriminazione e le molestie sessuali sono i capisaldi del lavoro femminista giuridico. E’ soprattutto con riferimento a questi temi che il diritto è stato riformato ed è ancora in evoluzione in Italia e negli altri ordinamenti.Il cammino delle femministe in questo senso ha preso le mosse dagli Stati Uniti e si è sviluppato in modo forse più coerente e criticamente fondato in Europa. Le giuriste americane chiedono di respingere l’universalità astratta,la coerenza puramente formale; di rifiutare rigidi dualismi quali giusto/sbagliato, intuitivo/razionale, pratico/teorico, valore/fatto, privato/pubblico, attivo/passivo, positivo/negativo, caos/cosmo, altro/se, dicotomie su cui è fondata tradizionalmente la nostra realtà istituzionale. Abbandonare ciò che si pretende essere certo, sicuro, razionale per un mondo costruito in chiave di interrelazione e mediazioni al posto delle primitive (maschili) competizioni. Non vincitori o vinti, ma più civili, umani. Ciò che negli ultimi trent’anni si è cercato di prospettare è forse il superamento dello stato di debolezza e del sentimento di inferiorità che pinge le persone a cercare sicurezza,a ordinare la confusione,a creare appigli sicuri su superfici lisce per dare un’apparente coerenza a ciò che è per definizione imperfetto: l’Umano. Un nuovo sistema o forse un non-sistema dove le differenze , le incoerenze , le asimmetrie della natura non vengono negate ma considerate come tali, un principio da cui partire per considerare la realtà su nuovi valori secondo il ragionamento pratico femminista (Katherine Bartlett,”Feminist Legal Methods” HLR,1990) quali l’apertura, la globalità, il rispetto piuttosto che l’esclusività e la gerarchia; la diversità e differenza piuttosto che l’uniformità ed omogeneità (Sylviane Colombo).

“Il processo continuava man mano che nuovi dettagli venivano individuati, ed il quadro divenne piuttosto variegato. Ma poi un giorno qualcuno trovò un’oliva.” (Anonymous,YJL&H,Dec.1988). Lara Olivetti

IN AMORE IL POTERE AIUTA ?a cura di Caterina Musciarelli

con la consulenza della Dott.ssa Marta Magalotti Guzzi

La carriera come arma di conquista. Anche per le donne. Rende sicure e intraprendenti, migliora il fascino e persino l'aspetto fisico. Ma c'è un rovescio della medaglia. La vita frenetica, i sensi di colpa e il rischio di incontrare un partner impreparato ad amare questa nuova donna completa.

E' una donna oggi molto diffusa. E' una donna in tutti i sensi, e... in più... è una donna di successo. La sua professione la rende sicura di sè, per questo ancora più seducente. La sua indipendenza la circonda di opportunità. Eppure, verso il suo compagno, conserva caratteristiche tradizionali come l'amore, la fedeltà e... quel pizzico di gelosia. E' un'amante appassionate e in pubblico piace. Il suo uomo? Talvolta, incredibilmente, dimostra di non stare al suo passo. Senza un apparente motivo dimostra una strana nostalgia. Gli capita di rifugiarsi, anche solo momentaneamente, tra le braccia di un'altra donna che assomigli alla figura materna, rassicurante e "dipendente". Cosa accade? La situazione è realmente destabilizzante, per la donna "tradita". Se per lui è una parentesi di sfogo, per lei si impone una drastica risoluzione. Statistiche alla mano e pareri di medici e terapeuti confermano rotture di rapporti sentimentali a causa di questa nuova situazione femminile: donne dolci, belle o brutte, ma realizzate nel lavoro che non possono accettare un'avventura consumata dai loro compagni con donne troppo diverse da loro. Il potere, dunque, non aiuta le donne innamorate? Risponde la Dott.ssa Marta Magalotti Guzzi, psicologa consulente presso Garda Salus di Desenzano.

-Donne con le gonne? Di più. Donne con mani curate, affascinanti, che lavorano ed amano. Che tagliano budget aziendali ed orli con la stessa facilità. Sembrano donne fortunate. Molte lo sono. Dovremmo pensare che chi ha successo nel lavoro sia in possesso dei requisiti necessari per avere successo anche nella vita privata. Ma non è sempre così. Tra i loro problemi non ultimo posto trova la gelosia. Ed è un sentimento tanto negativo inizialmente, quanto positivo in seguito. Negli ultimi anni mi è capitato spessissimo di osservare ed analizzare professionalmente in queste donne una forma di gelosia particolarmente distruttrice. Posso farvi un esempio, uguale ad altri cento: Federica, 36 anni, fotografa bresciana, una "donna in carriera", che si è costruita un'identità ed una professionalità con l'ingegno, la volontà, l'impegno e che vede come "rivale" la figura della donna totalmente in antitesi a lei, la donna dai meccanismi semplici per il maschio, la donna disponibile al sesso "semplice", la donna usata come l'ansiolitico. Vi sembreranno parole forti, ma vi posso assicurare che questa situazione è diffusissima. La conflittualità che scaturisce da questo "tradimento" (che per l'uomo non è vissuto come tradimento, ma distensione e basta), è tragica e porta spesso a conseguenze catastrofiche per la coppia. Per la donna che ha sudato per emergere, entrare in competizione con una donna-antiansia è dolorosissimo inizialmente (perchè è sempre drammatico competere con chi sai che vale meno di te), in seguito però scatta il meccanismo difensivo e liberatorio, che comporta l'allontanamento (il più delle volte definitivo) di quel partner fonte di dolore che "non mi merita" e che forse "è più adatto all'altra che non a me", "è meglio stia con lei che vale poco come lui". E' una gelosia dove alla fine il perdente non è il protagonista di questo sentimento, ma l'oggetto. Così, frequentemente, l'uomo perde la donna veramente amata da lui e resta la vittima di se stesso. Sentimento particolare, nuovo, senza riferimenti, vissuto tutto sulla propria pelle ed in prima persona. Difficilmente esempi di questo tipo si possono riscontrare nella generazione passata, quando la donna viveva fuori dal mondo lavorativo, nè aveva di conseguenza preoccupazioni, ansie derivate dallo stress, dall'impegno giornaliero produttivo e dall'ambizione. Certo, questo tipo di donna è esigente verso se stessa, e verso il partner. L'altro tipo di donna è probabilmente più rilassata e rilassante, senza impegni sociali, non competitiva. Per la donna "impegnata" è una lotta impari, dove c'è sempre il dubbio "non è giusto nè competere, nè lottare", "devo salvare la mia dignità". Allora la coppia si distrugge. Finisce. Perchè "lui" non ha più significato per questa donna che vuole un uomo più scelto, capace di stare veramente accanto al suo fianco e alla sua mente.

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Il Cruciverba di DIPENDEa cura di E. Olivetti e L. Bonardi

ORIZZONTALI1) L'inizio del tempo 3) Un mese con 31 giorni 9) Qualora, nel caso che 11) Il nome latino del vento euro 12) Il robot più amato nel mondo 13) Air Force 15) Il contrario di rami 16) La stoica editrice di DIPENDE 20) La capitale della Svizzera 21) Un decimo di Kg 24) Il giornale più bello del mondo 26) L’inizio dell'iride 27) Spesso è un miraggio nel deserto 28) Antica regione il cui nome derivava da una popolazione di origine tracia 31) La sigla che in Inghilterra significa “vice presidente” 32) Lo scrisse Platone 33) L' inizio di archetipo 35) Sinonimo di dignità, decoro 37) Un frutto a grappolo 39) Uno dei tre princìpi della costituzione francese 42) Lo stadio più profondo del sonno 43) Una misura di capacità 44) Un altro modo per chiamare i gelsi 45) Il contrario di “rotoliamo” 48) Il monte su cui si arenò l’arca di Noè alla fine del diluvio

VERTICALI1) Vedi 1 orizzontale 2) Lo struzzo australiano 3) Il nome del comico Bergonzoni 4) Prefisso che fa riferimento a ciò che è nuovo 5) Lo stato civile della stoica editrice di DIPENDE prima del 3 Novembre u.s. 6) Il contrario di alifatico 7) Si usa per fare cordami e tessuti da imballaggio 8) Simbolo chimico dell'osmio 9) La stella del cinema 10) Vedi 13 orizzontale 14) L’art director di DIPENDE 17) La federazione spagnola della pallavolo - 18) Non caldo 19) Anagramma di “dea” 22) Le prime due parole della sigla T.N.T. 23) Le vocali di “mondiale” 25) Pianta sempreverde rampicante 29) Il nome del cantante Zucchero 30) La donna più bella del mondo 32) Quando è morta è secca 34) Ferrovie meno efori - 36) Rispondere di no 38)Il contrario di Roma 40)La “i” greca 41)Repubblica d’Irlanda 46) Congiunzione avversativa 47) In inglese indica il tennis su prato .

Nota : La definizione data in 18 verticale è completamente inventata .

Riempi le caselle seguenti con le lettere corrispondenti del cruciverba per trovare la soluzione. Telefona subito alla redazione di DIPENDE (030/9120901) e comunica la soluzione, i primi riceveranno la stupenda t-shirt di DIPENDE .

Giocando s'impara S'impara che bisogna saper perdere....

Riceviamo, pubblichiamo, lodiamo, premiamo

Ringraziamo Fulvio Cianciabella e Renato Righetti per averci inviato la loro soluzione al gioco del mese scorso. Ringraziamo anche Guido Rocca, dotato di giusta soluzione ma in fatale ritardo; Agnese Samuelli lo ha battuto di una lunghezza, inviandoci la risposta a tempo di record. Ecco la sua lettera:

Desenzano del Garda, 2(!!!) .10.1994, ore 19.00Carissimi amici della redazione di “Dipende”, ecco la mia soluzione al giochino del mese di ottobre, che poi è il semplice calcolo del fattoriale di 1994 (per gli ipermatematici si scrive così “1994!”), cioè 1994 x 1993 x 1992 x ... x 3 x 2 x 1. Non so quante ore impiegherebbe il più perspicace matematico del mondo per calcolare la soluzione di questa operazione, ma , per fortuna, l’autore del giochino chiede solo con quanti zeri termina.Sappiamo che se moltiplichiamo un numero per 10, dobbiamo aggiungere uno zero, ma anche un numero pari moltiplicato per 5 ter-mina per zero. Se scomponiamo in fattori primi tutti i termini dell’operazione proposta, otteniamo molte volte il fattore 2 e 495 volte il fattore 5, dunque il fattoriale di 1994 termina con 495 zeri.

Infatti, (1994 - 4) : 5 = 398 + (398 - 3) : 5 = 79 + (79 - 4) : 5 = 15 + (15 - 0) : 5 = 3 = ———————— 495

Poiché la maglietta me l’avete già regalata, vi supplico di non pubblicare questa mia lettera e di non scrivere nemmeno che ho risposto per prima, se qualcun altro troverà una soluzione più esatta. Vogliate scusare la mia presunzione, stracciate questo mio scritto e tenete in considerazione solo i miei più vivi e sinceri complimenti per tutte le vostre attività.Un ciao fattoriale dalla vostra Agnese Samuelli

Per il mese di novembre propongo questo giochino di neomerologia:

Trovare il valore numerico di tutte le lettere che occorrono per assegnare alla somma delle lettere che compongono i numeri dallo zero al dieci il valore corrispendente al numero stesso. Ovviamente, a lettera uguale corrisponde numero uguale, possono essere usati solo numeri interi e ogni lettera deve avere un valore numerico diverso da qualsiasi altra. Attenzione! Sono possibili infinite soluzioni, ma sarà premiato solo il primo che riuscirà a ottenere il minor scarto fra il numero più basso e quello più alto. Sono ammessi anche i numeri negativi.Per maggior chiarezza, devono risultare tutte soddisfatte le seguenti espressioni:

Z + E + R + O = 0U + N + O = 1eccettera fino a D + I + E + C + I = 10.

Agnese

Spa concessionaria per le province di Mantova e Brescia, in via Mantova, a Desenzano. 030.9912622 pagina 23

Dipende a Donne&Motori è stato realizzato con la collaborazione di:

AGRICOOP ALTO GARDA VERDE, Gargnano, per le piante di ulivoBENACOAUTO, Desenzano del Garda, per il California Coach della VolkswagenBIANCHI AZIENDA AGRICOLA, Polpenazze, per il vino biancoGARDA INCISIONI, Desenzano del Garda, per le targhe e le insegneGUGULE ELETTRODOMESTICI, Sirmione, per i televisori ed il videoregistretoreHYPERION, Polpenazze, per i gilet ed i giubbotti personalizzatiMEGABYTE, Desenzano del Garda, per il 486/66 ed il monitor da 21"TECNA, Desenzano del Garda, per i supporti cartacei

DONNE O MOTORI ?

Nell'indistinta ed indistinguibile apoteosi del carburatore -maschio goloso- al servizio del gentil sesso, il nostro giornale si ritaglia uno spazio privilegiato: quello dell'ascolto. In mezzo alle svafillanti carrozzerie di bolidi a quattro tempi, due tette, una coda, Simona Slaviero al vibrafono, Perry Balleggi al piano, Fabio KoRyu Calabrò alla voce, Eddy De Fanti alle percussioni,Cesare Faedi alla chitarra, e Terry Campagna, raffinata cantante, danno vita alle performances musicali, sotto lo sguardo distratto delle migliaia di persone in continuo transito. I più furbi capiscono, e si fermano, per un bicchiere di vino, due noccioline, quattro chiacchiere. I più disponibili si spingono ancora oltre, e si as-sociano. Indipendentemente. Fra tanti accessori -in pelle, cuoio, metallo cromato, verniciato, personalizzato, in radica e gomma vulcaniz-zata- facciamo tutto sommato una bella figura. Forse perchè ci sentiamo un po' degli optional ormai fuori produzione. Roba da collezionisti, tutta fatta a mano, con la passione degli ante-nati. Che potrebbero anche essere i Flintstones. Dipende. I loro eredi hanno le facce di Flavio Bordignon, Paolo Foggetti, Antonio De Santis, Gregorio Trebucchi, Chiara Zarantonello, Raf-faella Visconti, Tania Brighenti, instancabili nel mettere in moto quel meccanismo espositivo che nel caso di "Dipende" credo funzioni un po' come l'automobile di Fred: parte a spinta, ma poi va che è una bellezza. Per quanto Raffaella assomigli più a Lucy van Pelt che non a Wilma Flintstone, e Tania più alla figlia di Roger e Jessica Rabbit che non a Betty Rubble. In ogni caso, tre giorni dedicati alla messa in mostra, più che alla messa in moto. Tre giorni in cui abbiamo cercato -tanto per cambiare- di ribaltare l'ordine preconfezionato delle manifestazioni usa-e-getta. Il bello è che non ci importa granchè di esserci o non eserci riusciti. Perchè sappiamo che se ci siete stati, tornerete al prossimo even-to. Se invece non c'eravate... il prossimo non lo perderete. Vero?

Mondi chiari Fiere addomesticate

E via,verso nuoveesaltanti avventure....

Beh, ho chiuso casa e sono uscita. C'era il solito vicino che fa il footing e tende a marcare stretto. Sorrisino di circostanza. Lui non abbocca e attac-ca bottone. Sì, lo so anch'io che quelle scarpe lì si trovano solo da Modena Sport...sì, lo so anch'io che sono l'ultimo grido...Uff.. Avrei dovuto mettere meno rossetto...dopotutto sono solo le otto e mez-za...Mi aggrappo alla maniglia del maggiolino e farfuglio un "scusi-ma-ho-fretta" ingranando cla-morosamente la retro. Bah. Sensi unici, semafori e parcheggio mi lasciano appena il tempo per deci-dere di accendermi una sigaretta scendendo dalla macchina. La stilo che ho ordinato da Sogni di Carta dovrebbe essere arrivata. Ci faccio un salto, così ne approfitto per comprare il nastro per la macchina da scrivere. C'è. E' bellissima. E' con questa stilo che ti sto scrivendo, caro Diario.Faccio un piano d'azione per il resto della mattinata: altro caffettone in Piazza con annessa marlborina, ma prima un salto dal Podavini per un

Caro Diario,questa vacanza desenzanese sembra prendere la pie-ga di una vera e propria avventura.Stamattina alle sette in punto mi ha suonato la sve-glia. Troppo tardi per l'alba, troppo presto per il mercato. Poi forse non è nemmeno martedì. Meno male che dopo un'oretta arriva il Ricky Brocchetti col vetro per il soggiorno...In una mezz'ora mi dò una lavata sintetica ma deodorata...chissà se riesco a passare da Venere, per una sistemata alla permanen-te.. e metto su anche la collana che ho trovato ieri dal Nicola Franzoni, sai: "Oro e Argento". E'una vera bellezza, e me la meritavo proprio. Un po' come que-ste ferie. Un po' come questo caffè, bollente e senza zucchero. Un po' come questo compleanno da sola, in riva al Lago. Un modo meraviglioso per festeg-giarmi. Fuori dalle...mi hai capito, no?Uh! La meringata della Pasticceria Sanremo: avresti dovuto vederla...Ci ho fatto mettere su una candelina sola. Sola.

Dipende dagli Sponsors(importante accertarsi in anticipo che non si siano svegliati storti)