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DIPARTIMENTO AMBIENTE E TERRITORIO INFRASTRUTTURE, OPERE PUBBLICHE E TRASPORTI

UFFICIO PARCHI, BIODIVERSITA’ E

TUTELA DELLA NATURA

Osservatorio regionale degli habitat naturali e

delle popolazioni faunistiche

GRUPPO DI LAVORO:

- Coordinatore di progetto: Geom. GILIO Carlo*

- Raccolta dati in campo: esperti nel censimento e selezione (selecontrollori) formati dalla

Regione Basilicata

- Raccolta e catalogazione schede di censimento: CAFFARO Sandrino**

- Elaborazione dati in excel e creazione data base: Dr. For. SAMPOGNA Biagio**

- Elaborazione testi: Dr. For SAMPOGNA Biagio** – Dr. For. POMPILI Maria**

- Elaborazione cartografia: Dr. Agr. PANZARDI Gino***

- Supervisione progetto: Geom. PETRAGLIA Giovanni (P.O.C. Uff. Parchi Biodiversità e Tutela della Natura)

Dott. RICCIARDI Francesco (Dir. Uff. Parchi Biodiversità e Tutela della Natura)

*: Funzionario direzione generale Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti –

Coordinatore Osservatorio Regionale degli Habitat e Popolazioni Faunistiche

**: Funzionario Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura – Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture,

Opere Pubbliche e Trasporti

***: Supporto Tecnico Cartografico Progetto Basilicata Ecological Green Hub c/o Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela

della Natura – Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti

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Osservatorio regionale degli habitat naturali e

delle popolazioni faunistiche

Indice 1 - INTRODUZIONE .................................................................................................................................... 4

2 - OBIETTIVI GENERALI ............................................................................................................................. 4

3 - METODOLOGIA DI CENSIMENTO ........................................................................................................... 5

4 - ANALISI DEI DATI .................................................................................................................................. 6

4a DATI GENERALI............................................................................................................................................. 6

4b DATI DETTAGLIATI PER AREA PROTETTA ................................................................................................... 11

4b.1 Parco Nazionale del Pollino ................................................................................................................ 12

4b.2 Parco Nazionale Appennino Lucano ................................................................................................... 19

4b.3 Parco Regionale Gallipoli Cognato ..................................................................................................... 24

4b.4 Parco regionale Murgia Materana ..................................................................................................... 28

4c DATI DETTAGLIATI PER COMUNI FUORI DA AREE NATURALI PROTETTE ................................................... 30

4d DATI DISTINTI PER AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA ................................................................................. 32

4d.1 ATC 1 PZ .............................................................................................................................................. 33

4d.2 ATC 2 PZ .............................................................................................................................................. 35

4d.3 ATC 3 PZ .............................................................................................................................................. 38

4d.4 ATC A MT ............................................................................................................................................ 44

4d.5 ATC B MT ............................................................................................................................................ 46

5 – CALCOLO IPOTETICO DELLA CONSISTENZA DELLA POPOLAZIONE DI CINGHIALE .................................. 48

5a CALCOLO BASATO SULLA DENSITA’ AGRO – FORESTALE .......................................................................... 50

4b CALCOLO BASATO SULLO SFORZO DI CACCIA ........................................................................................... 56

CONCLUSIONI ......................................................................................................................................... 58

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CENSIMENTO DEGLI UNGULATI

NELLA REGIONE BASILICATA – ANNO 2014

1 – INTRODUZIONE

In prosecuzione delle attività inerenti il primo censimento delle popolazioni di ungulati nelle aree

protette, svolto nell’anno 2013, la Regione Basilicata, nell’ambito delle attività afferenti all’Osservatorio

regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche (O.R.H.P.F.), ha riproposto la medesima

iniziativa nell’anno 2014, ma modificandone le tecniche di censimento e soprattutto il territorio oggetto

d’indagine.

La necessità di riproporre un’indagine conoscitiva delle popolazioni di cinghiali, cervi e caprioli,

nasce dall’esigenza di ottenere una stima della popolazione sia da un punto di vista scientifico ma soprattutto

statistico, difatti i dati riferiti ad un solo anno sono insufficienti per capire le dinamiche di tali popolazioni,

inoltre obbiettivo secondario ma della stessa importanza è quello di potenziare la banca dati esistente

utilizzando i dati acquisiti e catalogati nel data base dedicato per future modellazioni e simulazioni.

È utile rammentare che la Regione per mezzo dell’ORHPF, ha posto in essere iniziative volte alla

reintroduzione di alcune specie di ungulati nel proprio territorio ed al contempo al controllo di altre che negli

anni sono divenute a dir poco invasive. Per quest’ultime le aree protette preliminarmente hanno assolto la

funzione di tutela e conservazione provocando, tuttavia, come nel caso dei cinghiali, un esponenziale aumento

della popolazione che ha creato di fatto non pochi problemi e danni alle colture agricole ricomprese nei

perimetri delle aree protette stesse e in quelle limitrofe ad esse. Da questa considerazione, è scaturita la

necessità per l’anno 2014 e per gli anni a venire, di estendere il censimento non solo alle aree protette ma

anche al territorio cosiddetto libero limitrofo a dette aree normalmente utilizzato per il prelievo venatorio.

Nel governo delle attività di prevenzione e per fronteggiare la situazione, divenuta in alcune aree

addirittura catastrofica, una delle contromisure adottate per arginare tale fenomeno è stata l’attivazione di piani

di prelievo mirati, eseguiti tramite l’ausilio di esperti nel censimento e prelievo selettivo formati dalla

Regione Basilicata, dalle Province o dagli Enti gestori di aree naturali protette. Tali piani di prelievo, in

passato hanno prodotto buoni risultati nel Parco Nazionale del Pollino, nel Parco Regionale di Gallipoli

Cognato e nel Parco Regionale della Murgia Materana, attualmente risultano attivi ed operanti solo nel Parco

Nazionale del Pollino, nelle Riserve regionali gestite dalla Provincia di Matera e recentemente anche dal Parco

Regionale di Gallipoli Cognato, Piccole Dolomiti Lucane, mentre sono in itinere le procedure per gli

aggiornamenti degli aspetti gestionali nelle altre arre protette. Anche da questa considerazione è nata la

necessità di porre in essere il censimento che di seguito verrà analizzato nei dati, al fine di avviare procedure,

come la stessa Regione ha fatto, per l’attivazione di misure di contenimento e controllo della specie in esubero

attraverso lo strumento della caccia di selezione nei territori destinati alla caccia programmata (AA.TT.CC.),

al fine di contrastare il fenomeno dei danni provocati dalle popolazioni di cinghiale.

Diametralmente opposta è la situazione inerente le popolazioni di capriolo e cervo per le quali,

nonostante le attività di controllo, vigilanza e protezione da parte degli organi preposti ed anche della stessa

Regione, si riscontra la difficoltà di attecchimento delle specie, sia a causa dell’attività dei bracconieri, che per

l’interazione con le attività antropiche nelle aree esterne a quelle “protette”. Tale dato è stato purtroppo

confermato con i numeri dal censimento svolto nel 2013, limitato alle aree protette e che già evidenziava una

notevole difficoltà di attecchimento soprattutto del capriolo; tali dati, come si vedrà sono stati confermati dai

numeri del presente censimento.

Il lavoro svolto è stato finalizzato quindi alla valutazione numerica delle popolazioni di cervo, capriolo

e cinghiale, al fine di analizzarne le variazioni nel tempo, e quindi il presente lavoro si affianca e incrementa i

dati di quello svolto nel corso 2013.

2 – OBIETTIVI GENERALI

L’obiettivo primario delle attività di censimento campagna 2014 è stato quello di ottenere un dato

aggiornato sulla reale consistenza delle popolazioni di ungulati, estendendo la superficie territoriale indagata

anche esteriormente ai perimetri delle aree naturali protette, in modo da interpolare i dati ottenuti con quelli

relativi al censimento dello scorso anno ed allo stesso tempo divulgarne i risultati ottenuti.

Per questo l’obiettivo specifico che si è perseguito mediante l’attuazione del presente progetto è quindi

la definizione di una stima attendibile sulla reale consistenza delle popolazioni di cervi, caprioli e cinghiali,

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oltre a definire un quadro generale sull’andamento delle presenze di altre specie di interesse faunistico

venatorio e conservazionistico;

3 – METODOLOGIA DI CENSIMENTO

Rispetto al 2013 un’altra fondamentale modificazione messo in campo per il presente lavoro è stata la

metodologia di censimento utilizzata. Nel 2013 fu utilizzata la metodica del censimento a vista con analisi

anche dei segni di presenza e delle fatte; per il 2014 è stata reiterata la stessa metodologia ma cambiandone

l’applicazione, facendola diventare cioè più puntuale e precisa.

Il metodo di censimento utilizzato è stato quello per osservazione diretta da percorsi e da punti fissi,

tra i più usati per tale tipo di analisi e consistente in un conteggio esaustivo su ampi territori volto a

determinare il numero minimo di soggetti presenti al momento dell’operazione nell’area oggetto di indagine.

Le specie target sono solitamente Camoscio, Stambecco e Muflone, ma viene applicato, sebbene con

sottostime maggiori, anche a specie con abitudini più forestali quali Cervo e Capriolo.

La metodica prevede:

1. l’individuazione dell’areale stabilmente occupato dalla specie;

2. la suddivisione dell’areale individuato in settori. Ogni settore rappresenta un’unità territoriale distinta

censibile in un giornata. Per limitare la possibilità di doppi conteggi i confini dei settori corrispondono

ad ostacoli naturali e i diversi settori sono censiti di norma in giorni consecutivi;

3. la suddivisione di ogni settore in zone di osservazione, unità territoriali censibili da una squadra di

rilevatori in una giornata di censimento. I confini delle diverse zone sono anch’essi rappresentati da

ostacoli naturali o artificiali e l’estensione delle stesse varia a seconda della morfologia del territorio e

della densità di copertura. Ogni zona di osservazione può essere censita da una squadra mobile di

operatori che muovendosi nell’area contano tutti gli animali che osservano o da una squadra fissa che,

posta da una posizione dominante, copre visivamente l’intera zona.

Questo tipo di censimento viene realizzato nel periodo dell’anno in cui è massima la contattabilità degli

animali direttamente a vista, per il Cervo ed il Capriolo censimenti per osservazione diretta sono eseguiti in

aprile, ( prima delle nascite per i Cervidi) quando il precoce ricaccio vegetativo dei prati e dei pascoli,

inducono gli animali a concentrarsi in queste aree, più favorevoli dal punto di vista alimentare e di rimando

l’areale di distribuzione di queste specie è con conseguente ridimensionamento del fabbisogno di operatori;

inoltre la visibilità all’interno del bosco è favorita dall’assenza di foglia.

Il momento della giornata più favorevole per la realizzazione delle operazioni è alle prime ore dopo l’alba;

per una stima ancora più puntale della specie Cervo, tutte le osservazioni relative alla composizione ed alla

presenza dei branchi sul territorio vengono raccolte nel periodo primaverile prossimo alla data di censimento.

In questo modo è possibile talvolta identificare gruppi di animali sicuramente sfuggiti sia al censimento

diretto che al conteggio notturno con il faro, riducendo così la sottostima di questi metodi di censimento.

Gli esperti formati dalla Regione Basilicata hanno utilizzato il metodo sopra riportato, rapportato a

transect di circa 1 km su aree ben definite, ripetutosi in tre weekend. Nella scheda di censimento ogni esperto

ha riportato anche l’ora di avvistamento, le condizioni metereologiche e il comportamento dell’animale, dati

questi utili a capire anche la fenologia delle specie oggetto di censimento. Sempre nello stesso transcet sono

stati riportati anche segni di presenza e fatte, diverse per ogni giorno, così da capire se la zona oggetto di

studio fosse di passaggio o di pastura. I dati relativi ai segni di presenza, però, risultano essere incompleti e in

alcuni casi parzialmente carenti d’informazioni, in quanto gli esperti non hanno riportato puntualmente tutte le

indicazioni richieste (dati riportati su circa il 60% delle schede pervenute).

Nei comuni con un territorio parzialmente ricadente in aree naturali protette (parchi), ulteriore aspetto

di rilievo è stata l’indicazione resa agli esperti di effettuare le attività di censimento nella cosiddetta “area

buffer” nelle quali si concentrano, il più delle volte, le attività di disturbo della fauna selvatica. Tale aspetto

non è da sottovalutare perché grazie a questi dati, interpolati con le coordinate GPS o con la denominazione

del toponimo, si è riusciti a capire anche la dinamica di spostamento e di comportamento di queste specie che,

come nel caso del cinghiale, utilizza la aree naturali protette come ricovero, per poi utilizzare il territorio

libero come zona di pastura (nella maggior parte dei casi).

4 – ANALISI DEI DATI

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I dati del censimento sono stati inseriti nel loro complesso nel data base generale e poi estrapolati in

maniera particolare, andando a rilevare il numero totale degli animali avvistati, raggruppando i dati per le

singole specie nel loro complesso e poi rapportando gli stessi per ogni singolo comune; inoltre sono stati

catalogati i dati relativi alle specie sia antagoniste che d’interesse faunistico e conservazionistico.

Partendo da questa base si è proceduti ad un lavoro di settorializzazione dei dati stessi, suddividendoli

per parchi e aree naturali protette presenti nel territorio della regione e per territorio cosiddetto libero.

L’analisi di tali dati di seguito riportata, è composta ed elaborata in apposite tabelle e grafici che ne

facilitano la lettura, distinti per specie target, antagoniste e d’interesse.

4a) DATI GENERALI

Nella seguente sezione vengono riportati i dati generali dei soggetti censiti in tutto il territorio

regionale:

- SPECIE TARGET:

CINGHIALE (Sus scrofa)

Nella tab. 1 e nel conseguente graf. 1 sono riportati dati relativi agli avvistamenti di cinghiali ed

importante soffermarsi come il numero totale di individui avvistati è di circa 8.500 con una netta

predominanza, nelle categorie di riferimento, degli indistinti rispetto agli animali censiti individuando la

corrispondente classe d’età.

Tab. n. 1 – Cinghiali avvistati

Cinghiali

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

FEMMINE ADULTE

(SCROFE)

MASCHI ADULTI (VERRI) STRIATI SUB ADULTI

ADULTI INDISTINTI

PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI TOTALI

320 133 488 863 1131 957 4400 8292

Graf. n. 1 – Cinghiali avvistati

CERVO (Cervus elaphus)

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Nella tab. 2 e graf. 2 sono invece riportati i dati riguardanti i cervi e si nota subito che, al contrario dei

cinghiali, sono nettamente superiori gli adulti avvistati rispetto ai giovani (230 adulti – 5 giovani). Il dato

generale degli avvistamenti non deve allarmare però in merito alla consistenza e alla colonizzazione del

territorio da parte della specie, in quanto il graduale processo di reintroduzione posto in essere dalla Regione

in collaborazione con il Parco Nazionale del Pollino sta dimostrando una costante crescita della popolazione e

contemporaneamente un graduale allargamento degli areali colonizzati, risulta infatti certa la presenza della

specie in porzioni di habitat vocati dove in precedenza era stata rilevata la totale assenza dei selvatici oggetto

di censimento.

Tab. n. 2 – Cervi avvistati

Cervi

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

FEMMINE ADULTE

MASCHI ADULTI FUSONI

ADULTI INDISTINTI

PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI TOTALI

83 69 2 70 2 24 250

Graf. n. 2 – Cervi avvistati

CAPRIOLO ITALICO (Capreolus capreolus italicus)

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Considerazione specifica, viene effettuata per il censimento relativo al capriolo, riportato nella tab. 3 e

graf. 3, in quanto ne sono stati censiti pochi e nell’area di loro rilascio (Parco Gallipoli – Cognato), su 5

comuni facenti parte, sono stati censiti solo 2 comuni (Accettura e Castelmezzano) e quindi il dato risulta

molto relativo e circoscritto ad una porzione ristretta del territorio oggetto di colonizzazione da parte della

specie, la presenza comunque viene confermata anche nel Parco Nazionale del Pollino, dove invece si registra

un lento ma progressivo colonizzamento da parte dell’ungulato in questione soprattutto nel versante lucano nei

territori di Rotonda, Viggianello, San Severino Lucano e Terranova di Pollino, dati rilevati durante la

campagna di monitoraggio dello status della coturnice appenninica.

Tab. n. 3 – Caprioli avvistati

Caprioli

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

FEMMINE ADULTE

MASCHI ADULTI

ADULTI INDISTINTI

PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI TOTALI

3 3 5 11

Graf. n. 3 – Caprioli avvistati

.

Dall’analisi dei dati sopra riportati, si evince inequivocabilmente che la specie più presente nel

territorio regionale è senz’altro il cinghiale, con un totale di 8.292 individui censiti. Numero questo ben 4 volte

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superiore a quello risultante dalla campagna di censimento 2013 condotto esclusivamente nelle aree naturali

protette e nei siti Natura 2000 di Basilicata.

Per il censimento 2014, invece, l’attività svolta ha riguardato l’85% del territorio regionale e pertanto

gli avvistamenti ed il relativo censimento riporta dati nettamente superiori.

Relativamente diverso è il risultato delle attività di censimento e monitoraggio svolte per le

popolazioni di cervi e caprioli che, rispetto ai cinghiali, sono in netta minoranza (soprattutto i caprioli) ma con

ampi margini di crescita, visto che il progetto per la loro reintroduzione è partito solamente nel 2006.

Rispetto al 2013, come già accennato in precedenza, i dati relativi al capriolo sono in regressione ma

questo è dovuto al fatto che il territorio a maggior concentrazione di caprioli, il Parco Regionale di Gallipoli

Cognato, è stato censito solo in due dei cinque comuni che territorialmente costituiscono il Parco stesso.

In seguito all’analisi dei dati sono state effettuate delle elaborazioni tramite tabelle e grafici, qui di

seguito si riporta la carta generale in cui sono indicati tutti i punti di avvistamento distinti in punti GPS (rossi)

e punti toponimi (gialli) in quanto non tutti gli esperti erano dotati di apparecchiatura GPS e per questo si è

risaliti al punto sulla carta tramite l’indicazione del toponimo. Tale distinzione la si ritroverà per tutte le carte

tematiche presenti nel presente report.

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Carta n. 1 – Inquadramento generale punti di censimento.

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4b) DATI DETTAGLIATI PER AREA PROTETTA

Successivamente all’analisi dei dati nel loro complesso, il lavoro di catalogazione ha previsto la

distinzione per ogni singola area protetta, riportando prioritariamente i dati generali dell’area protetta indagata

per poi differenziarli per ogni singolo comune afferente alla medesima.

Questo ha permesso di evidenziare le varie differenze anche all’interno della stessa area protetta così

da rilevare dati interessanti, che, anche se in casi isolati, hanno visto la segnalazione di alcune specie di fauna

selvatica assenti in letteratura e non riportate come specie autoctone e/o endemiche del territorio lucano negli

studi svolti sul territorio regionale. Dette segnalazioni riportano a due ipotesi probabilistiche:

1 – la specie indicata si è stabilita anche in Basilicata ( da considerare le cause per la possibile

presenza: rilascio o abbandono o flussi di spostamento tramite corridoi ecologici),

2 – gli esperti hanno molto semplicemente confuso alcune specie con altre presenti nel territorio.

Per questa ragione i dati, seppur di alta rilevanza naturalistica, contengono al loro interno un margine

di errore statistico che, a fronte della notevole mole di dati analizzati, risulta essere ammissibile.

Di seguito quindi si riportano le tabelle dapprima delle specie target e successivamente quelle delle

specie d’interesse faunistico – venatorio, riferite ai singoli comuni afferenti ad ogni singola area protetta

correlati di cartografie dedicate.

È giusto precisare che negli elenchi dei comuni si noterà la mancanza di alcuni di essi: tale situazione

è dovuta al fatto che per quelle aree non è stato eseguito alcun censimento per mancanza di esperti in loco.

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4b.1) PARCO NAZIONALE DEL POLLINO Tab. 5 – Cinghiali avvistati nel territorio nel PNP.

Cinghiali (Sus scrofa)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE

(SCROFE)

MASCHI ADULTI

(VERRI) STRIATI

SUB

ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI PER

COMUNE

1 CALVERA 4 70 74

2 CARBONE 27 27

3 CASTELLUCCIO INFERIORE 1 6 20 11 25 12 75

4 CASTELLUCCIO SUPERIORE 9 11 12 32

5 CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA 8 8

6 CHIAROMONTE 3 7 38 41 8 174 271

7 EPISCOPIA 3 1 195 199

8 FARDELLA 6 306 312

9 FRANCAVILLA IN SINNI 30 7 72 57 8 67 16 257

10 LATRONICO 5 5 23 47 15 421 516

11 LAURIA 6 1 29 15 19 20 90

12 NOEPOLI 22 22

13 ROTONDA 37 37

14 SAN COSTANTINO ALBANESE 11 24 4 39

15 SAN GIORGIO LUCANO 2 1 5 6 14

16 SAN PAOLO ALBANESE 5 2 14 5 5 31

17 SAN SEVERINO LUCANO 16 4 11 6 42 79

18 SENISE 55 19 72 146

19 TEANA 6 6 4 28 253 297

20 TERRANOVA DI POLLINO 10 320 330

21 VALSINNI 2 4 74 41 37 3 10 171

22 VIGGIANELLO 57 20 125 54 256

TOTALE 181 63 258 246 227 318 1990 3283

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Graf. 5 – Cinghiali nel territorio nel PNP.

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Tab. 6 – Cervi avvistati nel territorio nel PNP.

Cervi (Cervus elaphus)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI

PER

COMUNE

1 CALVERA

2 CARBONE 5 8 13

3 CASTELLUCCIO INFERIORE

4 CASTELLUCCIO SUPERIORE 1 1

5 CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA

6 CHIAROMONTE 2 22 1 6 31

7 EPISCOPIA 4 5 9

8 FARDELLA 20 12 19 17 68

9 FRANCAVILLA IN SINNI 11 6 1 2 20

10 LATRONICO 4 1 2 7

11 LAURIA

12 NOEPOLI

13 ROTONDA

14 SAN COSTANTINO ALBANESE

15 SAN GIORGIO LUCANO

16 SAN PAOLO ALBANESE

17 SAN SEVERINO LUCANO 4 5 9

18 SENISE 1 3 4

19 TEANA 11 4 1 16

20 TERRANOVA DI POLLINO 2 2 4

21 VALSINNI

22 VIGGIANELLO 12 11 23

TOTALE 71 53 1 55 1 24 205

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Graf. 6 – Cervi nel territorio nel PNP.

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Tab. 7 – Caprioli avvistati nel territorio nel PNP.

Caprioli (Capreolus capreolus italicus)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE

MASCHI ADULTI

ADULTI INDISTINTI

PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI

PER COMUNE

1 CALVERA

2 CARBONE

3 CASTELLUCCIO INFERIORE

4 CASTELLUCCIO SUPERIORE

5 CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA

6 CHIAROMONTE

7 EPISCOPIA

8 FARDELLA

9 FRANCAVILLA IN SINNI

10 LATRONICO

11 LAURIA

12 NOEPOLI

13 ROTONDA

14 SAN COSTANTINO ALBANESE

15 SAN GIORGIO LUCANO

16 SAN PAOLO ALBANESE

17 SAN SEVERINO LUCANO

18 SENISE

19 TEANA

20 TERRANOVA DI POLLINO

21 VALSINNI

22 VIGGIANELLO 3 1 5 5

TOTALE 3 1 5 5

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Graf. 7 – Caprioli nel territorio nel PNP.

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Carta n. 2 – Punti di avvistamento PNP

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4b.2) PARCO NAZIONALE DELL’APPENINO LUCANO V.d’A. – L.se Tab. 9 – Cinghiali avvistati nel territorio nel PNAL.

Cinghiali (Sus scrofa)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE

(SCROFE) MASCHI ADULTI

(VERRI) STRIATI SUB

ADULTI ADULTI

INDISTINTI PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI

PER COMUNE

1 ABRIOLA 3 1 21 7 69 101

2 ANZI 3 14 8 6 18 49

3 ARMENTO 6 3 79 24 30 142

4 CALVELLO 80 17 86 183

5 CASTELSARACENO 1 6 7

6 GALLICCHIO 24 14 20 58

7 LAGONEGRO 1 3 8 7 19

8 LAURENZANA 1 1 7 9 89 74 225 406

9 MARSICONUOVO 5 25 25 58 18 131

10 MARSICOVETERE 40 40

11 MOLITERNO 10 17 6 33 66

12 MONTEMURRO 12 12

13 NEMOLI

14 PATERNO 7 33 32 39 17 128

15 PIGNOLA 1 2 11 12 24 19 101 170

16 SAN CHIRICO RAPARO 18 18

17 SAN MARTINO D'AGRI 12 25 23 22 82

18 SARCONI 18 5 16 39

19 SASSO DI CASTALDA 1 1 3 4 29 38

20 SATRIANO DI LUCANIA 1 4 4 5 10 24

21 SPINOSO 17 17

22 TITO 12 8 24 10 60 114

23 TRAMUTOLA 4 24 6 19 4 38 95

24 VIGGIANO 17 5 233 255

TOTALE 39 23 118 300 427 179 1108 2194

20

DIPARTIMENTO AMBIENTE E TERRITORIO INFRASTRUTTURE, OPERE PUBBLICHE E TRASPORTI

UFFICIO PARCHI, BIODIVERSITA’ E

TUTELA DELLA NATURA

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Graf. 8 – Cinghiali nel territorio nel PNAL.

21

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Tab. 10 – Cervi avvistati nel territorio nel PNAL.

Cervi (Cervus elaphus)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE

MASCHI ADULTI FUSONI

ADULTI INDISTINTI

PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI

PER COMUNE

1 ABRIOLA 3 14 2 19

2 ANZI

3 ARMENTO

4 CALVELLO

5 CASTELSARACENO

6 GALLICCHIO

7 LAGONEGRO

8 LAURENZANA 1 1

9 MARSICONUOVO 10 10

10 MARSICOVETERE

11 MOLITERNO

12 MONTEMURRO

13 NEMOLI

14 PATERNO

15 PIGNOLA 7 7

16 SAN CHIRICO RAPARO

17 SAN MARTINO D'AGRI

18 SARCONI

19 SASSO DI CASTALDA

20 SATRIANO DI LUCANIA

21 SPINOSO

22 TITO 9 3 12

23 TRAMUTOLA

24 VIGGIANO

TOTALE 12 3 32 2 49

22

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Graf. 9 – Cervi nel territorio nel PNAL.

23

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Carta n. 3 – Punti di avvistamento nel PNAL

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4b.3) PARCO REGIONALE GALLIPOLI COGNATO – PICCOLE DOLOMITI L. ne

Tab. 12 – Cinghiali avvistati nel territorio nel PRGC.

Cinghiali (Sus scrofa)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE

(SCROFE) MASCHI ADULTI (VERRI) STRIATI SUB ADULTI ADULTI INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI PER

COMUNE

1 ACCETTURA 40 40

2 CASTELMEZZANO 4 12 10 49 75

TOTALE 4 12 10 89 115

Tab. 13 – Caprioli avvistati nel territorio nel PRGC.

Caprioli (Capreolus capreolus italicus)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE MASCHI ADULTI ADULTI INDISTINTI PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI

TOTALI PER

COMUNE

1 ACCETTURA 2 2

2 CASTELMEZZANO

TOTALE 2 2

25

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Graf. 10 – Cinghiali nel territorio nel PRGC.

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Graf. 11 – Caprioli nel territorio nel PNAL.

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Carta n. 4 – Punti di avvistamento nel PRGC

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4b.4) PARCO REGIONALE MURGIA MATERANA Tab. 15 – Cinghiali avvistati nel territorio nel PRMM.

Cinghiali (Sus scrofa)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

Comune Censito FEMMINE ADULTE (SCROFE) MASCHI ADULTI (VERRI) STRIATI SUB ADULTI ADULTI INDISTINTI PICCOLI INDISTINTI INDISTINTI TOTALI PER

COMUNE

1 MATERA 25 14 10 56 18 30 153

TOTALE 25 14 10 56 18 30 153

Graf. 12 – Cinghiali nel territorio nel PRMM

29

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Carta n. 5 – Punti di avvistamento nel PRMM

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4c - DATI DETTAGLIATI PER COMUNI FUORI DA AREE PROTETTE

Rispetto al 2013, il censimento del 2014 ha previsto le attività anche nei comuni che non hanno

porzioni di territorio ricadenti in aree parco; all’interno di alcuni di essi insistono aree protette classificate

come riserve regionali o statali ma per una facilità di esposizione, i dati sono stati raggruppati in un unico

sottocapitolo.

Infine, come per le aree protette, anche per il resto dei comuni lucani, i dati saranno dapprima esposti

relativamente alle specie target e successivamente alle specie di interesse faunistico venatorio.

31

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Tab. 17 – Cinghiali avvistati nel territorio non soggetto a ANP.

Cinghiali (Sus scrofa)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

FEMMINE

ADULTE

(SCROFE)

MASCHI

ADULTI

(VERRI) STRIATI

SUB

ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

1 ALBANO DI LUCANIA 14

2 ALIANO 114

3 ATELLA 4 1

4 BERNALDA 8 1 11 4 5 12 8

5 BRINDISI DI MONTAGNA 1 28

6 CANCELLARA 2 1 2 12

7 CIRIGLIANO 40

8 COLOBRARO 30

9 CORLETO PERTICARA 1 3 71 68 32

10 FERRANDINA 56 28

11 GORGOGLIONE 50

12 GROTTOLE 15 20

13 GUARDIA PERTICARA 9 5 13 15

14 LAVELLO 1

15 MIGLIONICO 6 1 9

16 MISSANELLO 40

17 MONTALBANO JONICO 6 10 18

18 MONTEMILONE 2 1

19 NOVA SIRI 2 2 2 13 47 25

20 OPPIDO LUCANO 1

21 PIETRAGALLA 2

22 PISTICCI 1 6

23 POLICORO 1 18

24 POMARICO 3 1

25 POTENZA 1 16 164 44 16 141

26 RAPOLLA 14 4 22

27 ROCCANOVA 1 42

28 ROTONDELLA 25 14 33 85 169 93

29 SANT'ANGELO LE FRATTE 5

30 SANT'ARCANGELO 14 104

31 SCANZANO JONICO 4 2 10 23

32 STIGLIANO 24 3

33 TOLVE 9 44

34 TRIVIGNO 4 3 21 76

35 TURSI 20 9 76 83 44

36 VAGLIO DI BASILICATA 61 36

37 VENOSA 9 3

38 VIETRI DI POTENZA 2 2 18 1 5 10

TOTALE 76 35 106 301 467 511 1015

32

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Tab. 18 – Cervi avvistati nel territorio non soggetto a ANP.

Cervi (Cervus elaphus)

N. AVVISTAMENTI E TIPOLOGIA ANIMALE

FEMMINE

ADULTE MASCHI ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

1 ATELLA 1

2 BRINDISI DI MONTAGNA 1

3 POTENZA 1

4 TRIVIGNO 1

5 VAGLIO DI BASILICATA 2

TOTALE 0 2 1 3 0 0

4d – DATI DISTINTI PER AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA

Il censimento 2014 ha, come più volte ricordato, coinvolto circa l’80% dei comuni lucani, sia facenti

parte dei aree naturali protette che non. Alla luca di questo dato, per questo secondo report si è voluto

distinguere ed analizzare i dati per singoli ambiti territoriali di caccia, anche per via dell’importanza faunistico

– venatoria delle attività poste in essere.

Come per gli altri sottocapitoli, anche per i singoli ATC sono state costruite apposite tabelle di dati e

cartografie dedicate per una più facile comprensione.

33

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4d.1 – ATC 1 POTENZA

Tab. 20 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC 1 PZ.

Cinghiali (Sus scrofa)

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ATELLA 4 1

FILIANO

LAVELLO 1

OPPIDO LUCANO 1

RAPOLLA 14 4 22

TOLVE 9 44

TOTALE 13 2 14 5 44 22

Tab. 21 – Cervi avvistati nel territorio ATC 1 PZ.

Cervi (Cervus elaphus)

Comune

FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ATELLA 1

FILIANO 1

LAVELLO

OPPIDO LUCANO

RAPOLLA

TOLVE

TOTALE 1 1

34

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Carta n. 6 – Punti di avvistamento nel territorio ATC 1 PZ.

35

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4d.2 – ATC 2 POTENZA

Tab. 23 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC 2 PZ.

Cinghiali (Sus scrofa)

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ABRIOLA 3 1 21 7 69

ALBANO DI LUCANIA 14

ANZI 3 14 9 11 18

BRINDISI DI MONTAGNA 1 28

CALVELLO 80 17 86

CANCELLARA 2 1 2 12

LAURENZANA 1 1 7 9 89 74 225

PIETRAGALLA 2

PIGNOLA 1 2 11 12 24 19 101

POTENZA 1 16 164 44 16 141

SANT'ANGELO LE FRATTE 5

SASSO DI CASTALDA 1 1 3 4 29

SATRIANO DI LUCANIA 1 4 4 5 10

TITO 12 8 24 10 60

TRIVIGNO 4 3 21 76

VAGLIO DI BASILICATA 61 36

VIETRI DI POTENZA 2 2 18 1 5 10

TOTALE 25 19 74 280 331 157 893

36

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Tab. 24 – Cervi avvistati nel territorio ATC 2 PZ.

Cervi (Cervus elaphus)

Comune

FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ABRIOLA 3 14 2

ALBANO DI LUCANIA

ANZI

BRINDISI DI MONTAGNA

CALVELLO

CANCELLARA

LAURENZANA 1

PIETRAGALLA

PIGNOLA 7

POTENZA 1

SANT'ANGELO LE FRATTE

SASSO DI CASTALDA

SATRIANO DI LUCANIA

TITO 9 3

TRIVIGNO 1

VAGLIO DI BASILICATA 2

VIETRI DI POTENZA

TOTALE 12 3 1 25 2

37

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Carta n. 7 – Punti di avvistamento nel territorio ATC 2 PZ.

38

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4d.3 – ATC 3 POTENZA

Tab. 26.1 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC 3 PZ.

Cinghiali (Sus scrofa)

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ARMENTO 6 3 79 24 30

CALVERA 4 70

CARBONE 27

CASTELLUCCIO INFERIORE 1 6 20 11 25 12

CASTELLUCCIO SUPERIORE 9 11 12

CASTELSARACENO 1 6

CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA 8

CHIAROMONTE 3 7 38 41 8 174

CORLETO PERTICARA 1 3 71 68 32

EPISCOPIA 3 1 195

FARDELLA 6 306

FRANCAVILLA IN SINNI 30 7 72 57 8 67 16

GALLICCHIO 24 14 20

GUARDIA PERTICARA 9 5 13 15

LAGONEGRO 1 3 8 7

LATRONICO 5 5 23 47 15 421

LAURIA 6 1 29 15 19 20

MARSICONUOVO 5 25 25 58 18

MARSICOVETERE 40

MISSANELLO 40

MONTEMURRO 12

NOEPOLI 22

39

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Tab. 26.2 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC 3 PZ.

Cinghiali (Sus scrofa)

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

PATERNO 7 33 32 39 17

ROCCANOVA 1 42

ROTONDA 37

SAN CHIRICO RAPARO 18

SAN COSTANTINO ALBANESE 11 24 4

SAN MARTINO D'AGRI 12 25 23 22

SAN PAOLO ALBANESE 5 2 14 5 5

SANT'ARCANGELO 14 104

SARCONI 18 5 16

SAN SEVERINO LUCANO 16 4 11 6 42

SENISE 55 19 72

SPINOSO 17

TEANA 6 6 4 28 253

TERRANOVA DI POLLINO 10 320

TRAMUTOLA 4 24 6 19 4 38

VIGGIANELLO 57 20 125 54

VIGGIANO 17 5 233

40

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Tab. 27.1 – Cervi avvistati nel territorio ATC 3 PZ.

Cervi (Cervus elaphus)

Comune

FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ARMENTO

CALVERA

CARBONE 5 8

CASTELLUCCIO INFERIORE

CASTELLUCCIO SUPERIORE 1

CASTELSARACENO

CASTRONUOVO DI SANT'ANDREA

CHIAROMONTE 2 22 1 6

CORLETO PERTICARA

EPISCOPIA 4 5

FARDELLA 20 12 19 17

FRANCAVILLA IN SINNI 11 6 1 2

GALLICCHIO

GUARDIA PERTICARA

LAGONEGRO

LATRONICO 4 1 2

LAURIA

MARSICONUOVO 10

MARSICOVETERE

MISSANELLO

MONTEMURRO

NOEPOLI

41

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Tab. 27.2 – Cervi avvistati nel territorio ATC 3 PZ.

Cervi (Cervus elaphus)

Comune

FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI FUSONI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

PATERNO

ROCCANOVA

ROTONDA

SAN CHIRICO RAPARO

SAN COSTANTINO ALBANESE

SAN MARTINO D'AGRI

SAN PAOLO ALBANESE

SANT'ARCANGELO

SARCONI

SAN SEVERINO LUCANO 4 5

SENISE 1 3

SPINOSO

TEANA 11 4 1

TERRANOVA DI POLLINO 2 2

TRAMUTOLA

VIGGIANELLO 12 11

VIGGIANO

Tab. 28 – Caprioli avvistati nel territorio ATC 3 PZ.

Caprioli (Capreolus capreolus italicus)

Comune

FEMMINE

ADULTE

MASCHI

ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

VIGGIANELLO 3 1 5

42

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Tab. 29 – Totale esemplari specie target avvistati nell’ATC 3 potenza

Cinghiali (Sus scrofa)

SCROFE 204

VERRI 74

STRIATI 266

SUB ADULTI 389

ADULTI

INDISTINTI 497

PICCOLI

INDISTINTI 445

INDISTINTI 2684

Cervi (Cervus elaphus)

FEMMINE

ADULTE 71

MASCHI

ADULTI 53

FUSONI 1

ADULTI

INDISTINTI 65

PICCOLI

INDISTINTI 1

INDISTINTI 24

Caprioli (Capreolus capreolus italicus)

FEMMINE

ADULTE 3

MASCHI

ADULTI 1

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI

INDISTINTI 5

43

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Carta n. 8 – Punti di avvistamento nel territorio ATC 3 PZ

44

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4d.4 – ATC A MATERA

Tab. 31 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC “A” MT.

Cinghiali (Sus scorfa)

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

BERNALDA 8 1 11 4 5 12 8

GROTTOLE 15 20

MATERA 25 14 10 56 18 30

MIGLIONICO 6 1 9

POMARICO 3 1

TOTALE 42 17 21 60 38 21 58

45

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Carta n. 9 – Punti di avvistamento nel territorio ATC “A” MT.

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4d.5 – ATC B MATERA Tab. 33 – Cinghiali avvistati nel territorio ATC “B” MT.

Cinghiali

Comune SCROFE VERRI STRIATI SUB ADULTI

ADULTI

INDISTINTI

PICCOLI

INDISTINTI INDISTINTI

ACCETTURA 40

ALIANO 114

CIRIGLIANO 40

COLOBRARO 30

FERRANDINA 56 28

GORGOGLIONE 50

MONTALBANO JONICO 6 10 18

NOVA SIRI 2 2 2 13 47 25

PISTICCI 1 6

POLICORO 1 18

ROTONDELLA 25 14 33 85 169 93

SAN GIORGIO LUCANO 2 1 5 6

SCANZANO JONICO 4 2 10 23

STIGLIANO 24 3

TURSI 20 9 76 83 44

VALSINNI 2 4 74 41 37 3 10

TOTALE 37 23 106 165 252 335 493

47

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Carta n. 10 – Punti di avvistamento nel territorio ATC “B” MT.

48

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5 - CALCOLO IPOTETICO DELLA CONSISTENZA DELLE POPOLAZIONI DI

CHIGHIALE

Premessa indispensabile per poter definire e attuare un'efficace strategia di gestione del cinghiale e

delle popolazioni di ungulati, è l'acquisizione di un'adeguata conoscenza della distribuzione, consistenza,

struttura, dinamica e stato sanitario della popolazione. In modo particolare, la stima della consistenza e

dell'incremento annuo della specie oggetto di studio risulta un elemento fondamentale per poter definire gli

orientamenti futuri da attuare.

I censimenti, come quello svolto ed illustrato in questo lavoro, rappresentano lo strumento

tradizionalmente utile per acquisire conoscenze sulle popolazioni, ma l'applicazione di essi per conoscere il

numero reale di cinghiali che vivono in una determinata zona in un preciso momento, risulta un obiettivo

difficile da raggiungere se deve essere realizzato su un territorio vasto quale l’intero territorio lucano in periodi

di tempo non sufficientemente ampi.

Il territorio regionale, infatti, presenta una particolare geomorfologia caratterizzata da conformazioni

eterogenee del territorio anche dal punto di vista dell’uso del suolo, passando dai boschi, ai calanchi, alle vette

del massiccio del Pollino, alle pianure del metapontino sino alle gravine del materano, oltre ad aree adibite al

pascolo, all’agricoltura estensiva ed intensiva, arboreti da frutto e oliveti, vigneti ecc. Inoltre, come dimostrato

in numerose realtà sia italiane che europee, dove la gestione del patrimonio faunistico e gli studi sulle

popolazioni di cinghiali vengono affrontati ormai da decenni con piani organici e sistematici di censimento,

risulta molto complesso e difficoltoso ottenere stime affidabili sulle consistenze della specie sia relative che

assolute.

Ciò necessita di un'attività di studio organica, che interessi un arco temporale sufficientemente ampio

e che si basi su un progetto, come quello messo in atto con le attività di censimento iniziate lo scorso anno, che

preveda il raggiungimento dell'obiettivo finale attraverso fasi e risultati intermedi, tutti comunque nel loro

insieme importanti per ottenere un quadro reale dell'andamento e dell'evoluzione, non solo della numerosità

della popolazione nella regione ma anche della sua composizione.

Si ribadisce, pertanto, che il quadro delle conoscenze relative alla presenza, diffusione ed evoluzione

della Specie sull'intero territorio lucano risulta caratterizzata da gravi carenze di informazioni e poco o nulla si

sa sulla consistenza delle popolazioni, sulla struttura delle classi di età e sesso delle stesse.

Difatti solo di recente si è potuto consultare gli studi realizzati dall’Ente Parco Regionale Gallipoli

Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, dal Parco Regionale della Murgia Materana, oltre a quelli espletati dalla

Provincia di Matera per le Riserve Regionali di San Giuliano e Bosco Pantano di Policoro, oltre all’ultimo

censimento fatto dal Parco Nazionale del Pollino versante Lucano.

Le ricerche svolte dall’O.R.H.N.P.F. relativamente alla stima e consistenza della popolazione di

cinghiale presente nell’Ente Parco Regionale della Murgia Materana hanno dimostrato che il cinghiale in

quest'area è presente in densità elevate ed esercita un forte impatto negativo sulle attività agricole. Si è

effettuata una prima fase ricognitiva della presenza dell’animale attraverso la ricerca dei punti di passaggio

con catalogazione delle tracce visive, ed una seconda fase di osservazione e conta da punti fissi di

avvistamento; tali operazioni sono state curate direttamente dal personale dell’ Osservatorio regionale e

dall’Ente Parco e pertanto il risultato ottenuto ha condotto ad una stima della popolazione residente all’interno

dell’area protetta pari a circa 800 - 1000 unità: trarre delle conclusioni assolute sulla numerosità della

popolazione in queste condizioni è estremamente arduo.

I dati raccolti durante le ricerche svolte portano a ipotizzare una stima di consistenza con densità

media superiore di punte dai 10 - 15 capi per 100 ha di territorio, risultando superiori a quelli sostenibili dagli

ambienti agro forestali mediterranei nei quali si considerano densità variabili da 2-4 fino ad un massimo di 5 -

10 capi per 100 ha. Tale dato trova conferma nella relazione di censimento effettuata dalla Provincia di Matera

con l’ausilio degli operatori di selezione, che per la porzione di territorio da essi censita ha monitorato la

presenza di circa 200 capi in un areale di 150 ha.

Anche nel Parco Regionale della Murgia Materana, la presenza degli animali in tale densità si scontra

spesso con le attività antropiche presenti nelle aree non destinate a pascolo o bosco che comunque rientrano

nell'area del Parco. Inoltre, si riscontra una presenza stabile della specie in questione nelle aree della gravina

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che, per la sua orografia specifica, si configura come habitat vocato per il riparo di detta fauna. L'esame delle

richieste di risarcimento da danni provocati dal cinghiale, inoltrate allo stesso ente parco, rivela un andamento

progressivo al rialzo negli ultimi anni. Questo può essere considerato una conferma indiretta dell'elevata

concentrazione di animali nell'area delle gravine e delle macchie arbustive del Parco, che poi per questioni

alimentari si spingono ai coltivi dove trovano una facile fonte di cibo.

Il danneggiamento delle coltivazioni genera un malcontento diffuso per il quale il risarcimento-

indennizzo economico che viene riconosciuto dall'Amministrazione competente, anche quando è commisurato

al danno subito e pagato con sollecitudine, non sostituisce il raccolto che è l'obiettivo primario dell'attività

dell'agricoltore e che risulta particolarmente importante in questo contesto socio economico.

Questo grave malcontento che si diffonde genera forti critiche da parte di diverse categorie (cacciatore,

agricoltori) verso gli Amministratori locali e in modo particolare nei riguardi degli Enti Parco,

Amministrazioni Provinciali e Regione, ritenuti in qualche modo responsabili della diffusione e

dell'incremento numerico della specie e accusati di mettere in ginocchio la già precaria economia del luogo.

Agli stessi si contesta, infine, anche la difficoltà nel riuscire ad applicare le corrette strategie di gestione che

permettano la riduzione dei danni.

In realtà l'impatto che la popolazione di cinghiali ha sul territorio è inversamente proporzionale alla

vocazione dello stesso per la specie. Infatti esso risulta inferiore nelle zone che dalla letteratura in materia

risultano vocate, come le formazioni boschive e arbustive, mentre è estremamente più alto nel territorio a

minore vocazione, ma più antropizzato. In queste aree l'impatto degli animali è maggiore ed è sufficiente uno

scarso numero di capi per determinare danni elevati ed la conseguente giustificata protesta degli agricoltori.

Ciò non significa che il numero di animali presenti nelle aree scarsamente vocate sia basso; al contrario, si

deve ritenere che questi territori non siano in grado di supportare la presenza di una tale densità di capi, sia

pure scarsa in termini assoluti.

Non va sottaciuto, infine, che l'esclusione dell'attività venatoria e di quella di controllo selettivo della

specie all'interno delle aree protette, come accade per la Murgia Materana e per l’Appennino Lucano,

determina movimenti di animali dalle aree contigue, in cui si pratica l’attività venatoria, verso i Parchi,

venendosi a creare una sorta di 'effetto spugna" per cui i cinghiali a causa della pressione venatoria esterna

tendono a rifugiarsi nell'area protetta.

Pertanto, risulta di fondamentale importanza ricorrere ad idonee strategie di gestione del cinghiale in

grado di migliorare lo status delle popolazioni e ridurre significativamente gli impatti negativi che la specie

può produrre sul territorio: è da considerare, infatti, l'alto impatto che la stessa esercita sulla biocenosi del

territorio lucano, risultando quindi fondamentale ed improrogabile la pianificazione di una adeguata gestione

della popolazione di cinghiali: ciò presuppone l'avvio di un progetto volto ad acquisire le conoscenze

necessarie sulla specie.

Se è vero infatti che lo studio effettuato, seppur in maniera embrionale, ha evidenziato una eccessiva

consistenza della numerosità di cinghiale, nulla ha potuto dire circa la struttura della popolazione (rapporto dei

sessi, composizione delle classi di età, indici di dispersione, indici cinegetici), il suo stato sanitario, e le

caratteristiche genetiche degli esemplari che la compongono. Ancora, i risultati degli studi presentati hanno

evidenziato la presenza di soggetti immaturi al seguito di animali adulti, indice di una efficiente attività

riproduttiva ma nulla è noto, tuttavia, sul grado di sviluppo degli stessi all'interno della popolazione ed, ad

esempio, della loro numerosità in rapporto ai soggetti sessualmente maturi. L'auspicio è che si voglia

proseguire nella lodevole opera di studio dei cinghiali anche negli anni avvenire, al fine di giungere ad un

livello di conoscenza tale da consentire un efficace controllo della numerosità dei cinghiali in un piano di

piena salvaguardia delle esigenze degli animali e di coloro che abitano il parco e che da esso traggono le

proprie risorse economiche.

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IPOTESI DI CALCOLO PER LA REGIONE BASILICATA

Il quadro relativo alle conoscenze circa le densità e le consistenze delle diverse popolazioni italiane di

cinghiale, rimane tuttora alquanto carente e poco conosciuto. Questa grave carenza d‘informazioni è anche

determinata dal tipo di gestione venatoria cui la specie è

sottoposta. Infatti, a differenza di quanto avviene per gli altri ungulati, cacciati di norma secondo piani

d‘abbattimento quantitativi e qualitativi frutto di stime annuali, nel caso del cinghiale, in genere, non esiste un

rapporto organico tra consistenza e prelievo e, pertanto, non vengono calcolati indici relativi d‘abbondanza su

serie storiche.

Sulla base dei pochi studi sinora realizzati, nei territori sottoposti a prelievo venatorio la densità

del cinghiale raramente supera i 3 – 5 capi/100ha, anche se concentrazioni maggiori sono riportate in

alcune aree maggiormente limitrofe ai Parchi o alle aree naturali protette.

La distribuzione del cinghiale e la densità delle sue popolazioni sono state in passato, e sono

tuttora, condizionate dal tipo di gestione effettuata, specialmente in relazione ad importanti attività di

carattere economico. L‘utilizzo venatorio della specie tende a massimizzarne le presenze sul territorio,

mentre l‘impatto esercitato sulle attività economiche spesso impone un‘azione di controllo sullo sviluppo

delle popolazioni.

Alla luce di quanto esposto sopra, per il calcolo ipotetico della popolazione del cinghiale sono stati

utilizzati due metodi:

Calcolo basato sulla DENSITA’ AGRO – FORESTALE (DAF)

Calcolo basato sullo SFORZO DI CACCIA

5a) CALCOLO BASATO SULLA DESNTIA’ AGRO FORESTALE

Per densità agro – forestale (DAF) si intende il numero di capi per unità di superficie (di norma 1

Kmq) che, in base alle attività antropiche (agricole e/o forestali) esercitata, sia tollerabile; viene determinata

quindi in funzione dell‘entità dei danni alle colture che si possono accettare e sostenere. Può di conseguenza

assumere valori anche molto diversi dalla densità biotica (in funzione soprattutto della quantità e pregio delle

colture presenti) compreso il valore nullo (0) equivalente alla necessità di eradicazione.

Sulla base a tali premesse e della tipologia di territorio si posso definire i seguenti range di variazione

della DAF:

1- DAF media in ambienti con elevata quantità e/o pregio di colture agro - forestali

(capi per Kmq): 0 – 1

2- DAF media in ambienti con moderata quantità e/o pregio di colture agro – forestali (capi per

Kmq): 2 – 4

3- DAF media in ambienti con scarsa quantità e/o pregio di colture agro - forestali

(capi per Kmq): 5 – 6

Per la Regione Basilicata, in base alle carte rivenienti dal CLC06 (Corine Land Cover 2006

disponibile sul sito http://www.sinanet.isprambiente.it/) si sono raggruppate le diverse tipologie di uso del

suolo per ogni singola DAF e nello specifico, si è proceduti con questo raggruppamento:

1- DAF media in ambienti con elevata quantità e/o pregio di colture agro - forestali: seminativi

aree irrigue, risaie, vigneti, frutteti e frutti minori, sistemi colturali e particellari

complessi, colture intensive, latifoglie pregiate, boschi misti a prevalenza di altre

latifoglie autoctone, boschi a prevalenza di castagno, boschi a prevalenza di faggio,

boschi a prevalenza di abeti, boschi a prevalenza di pino cembro e/o larice, boschi misti

conifere e latifoglie a prevalenza di castagno, boschi misti conifere e latifoglie a

prevalenza di faggio, boschi misti conifere e latifoglie a prevalenza di abeti, boschi misti

conifere e latifoglie a prevalenza di larice.

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2- DAF media in ambienti con moderata quantità e/o pregio di colture agro – forestali: oliveti,

prati stabili, colture temporanee associate a colture permanenti, aree prevalentemente

occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importati, bacini d’acqua,

lagune, estuari, colture estensive, pioppicoltura, impianti misti di latifoglie e conifere,

boschi a prevalenza di querce ed altre latifoglie sempreverdi, boschi a prevalenza di

querce caducifoglie, boschi a prevalenza di specie igrofile, boschi a prevalenza di pini oro

– mediterranei e montani, boschi misti di conifere a latifoglie e prevalenza di querce ed

altre latifoglie sempre verdi, boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce

caducifoglie, boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di altre latifoglie autoctone,

boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di specie igrofile. 3- DAF media in ambienti con scarsa quantità e/o pregio di colture agro - forestali: brughiere e

cespuglieti, aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione, spiagge-dune e

sabbie, rocce nude, falesie, rupi e affioramenti, aree con vegetazione rada, ghiacciai e

nevi perenni, paludi interne, torbiere, paludi salmastre, saline, corsi d’acqua, canali ed

idrovie, eucalitteti, conifere, boschi ed ex piantagioni a prevalenza di conifere esotiche,

praterie continue, praterie discontinue, macchia alta, macchia bassa e gariga, boschi

misti di conifere e latifoglie a prevalenza di specie esotiche, boschi misti di conifere e

latifoglie a prevalenza di pini mediterranei e cipressi, boschi misti di conifere e latifoglie

a prevalenza di conifere esotiche.

In base a tali range e tipologie di calcolo della densità possiamo affermare che il territorio lucano si

presenta molto eterogeneo e vario ma ciò non ha impedito di poter applicare tale metodo di calcolo della stima

al contesto della Basilicata. Qui di seguito sono riportate tre carte così distinte (cfr. carte n. 11-12-13):

1. la carta generale della Basilicata, distinta in base alle tre tipologie di DAF,

2. la carta di tutto il territorio regionale relativa ai soli punti di censimento (GPS e di toponimi), nei quali

son riportati le diverse tipologie di DAF

3. la carta di dettaglio dell’area di censimento nella quale viene riportata l’area appunto con un buffer di

500 mt (raggio dell’area) e quindi un transetto di 1 km (come da note impartite agli esperti per il

censimento).

Il lavoro successivo è stato quello di calcolare la popolazione ipotetica di cinghiale, rapportata alle

superficie relative alle tre tipologie di DAF, sia per i soli punti di censimento che per tutta la regione

Basilicata, per poi avere un quadro generale del numero ipotetico di individui presenti sul territorio regionale.

Inoltre è stato realizzato anche un calcolo ipotetico su ogni singolo comune censito e rapportato ai dati

rilevati in campo, oltre ad un quadro generale di tutta la regione legato alla distinzione del territorio comunale

nelle tre tipologie di DAF.

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Carte n. 11/12/13 – Suddivisione territorio regionale in base alla DAF e correlazione con punti di campionamento/Rappresentazione della DAF per i soli punti di

campionamento/Focus particolare dei punti di campionamento con buffer di 500 mt..

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Dal calcolo nella tabella sottostante ed in base al confronto con il risultato del censimento effettuato

che riporta una osservazione diretta di 8.504 esemplari, il territorio oggetto di studio può sopportare al

massimo un range di individui compreso tra 782 e 1.376, la conclusione risulta essere quella di un ipotetico

sovrannumero di circa 7.425 esemplari (calcolato sulla media di 1.079 individui che il territorio oggetto di

studio può sopportare).

Si può asserire che tale dato, essendo calcolato solo su circa il 4% di tutta l’intera superficie regionale,

calcolata sulle tre tipologie di DAF (9.841 kmq superficie dei transetti indagati) risulta essere imponente e

determina un surplus di individui che porterebbe ad ipotizzare una popolazione davvero elevata, sicuramente

ben superiore alla media stimata in 23.000 esemplari quale ipotetico carico sopportabile.

6a.1.1) Calcolo della popolazione ipotetica del cinghiale:

Tab. 35 – Calcolo popolazione ipotetica nelle sole aree di campionamento.

Aree di censimento

Superficie

in Ha

Carico possibile di

cinghiali (per kmq) Kmq

Calcolo

ipotetico

DAF media in ambienti con elevata quantità

e/o pregio di colture agro - forestali 8.427,37 0 - 1 84,27 0 - 84

DAF media in ambienti con moderata quantità

e/o pregio di colture agro – forestali 22.126,01 2 - 4 221,26 442 - 884

DAF media in ambienti con scarsa quantità e/o

pregio di colture agro - forestali 6.847,32 5 - 6 68,47 340 - 408

TOTALE 37.400,70 782 - 1.376

Tab. 36 – Calcolo popolazione ipotetica nelle su tutto il territorio regionale.

Regione Basilicata

Superficie

in Ha

Carico possibile di

cinghiali (per kmq) Kmq

Calcolo

ipotetico

DAF media in ambienti con elevata quantità

e/o pregio di colture agro - forestali 403.850,57 0 - 1 4.038,51 0 - 4.038

DAF media in ambienti con moderata

quantità e/o pregio di colture agro – forestali 441.808,94 2 - 4 4.418,09 8.836 - 17.672

DAF media in ambienti con scarsa quantità

e/o pregio di colture agro - forestali 138.460,50 5 - 6 1.384,61 6.923 - 8.307

TOTALE 984.120,01 9.481,20 15.759 - 30.017

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5b) CALCOLO BASATO SULLO SFORZO DI CACCIA

La consistenza e la densità della popolazione di cinghiale può essere calcolata anche utilizzando il

modello dello sforzo di caccia, inteso come la relazione che si può avere tra capi abbattuti in determinato

tempo “t” e numero di braccate utilizzate per abbatterli (sforzo).

In questa sede sono stati utilizzati i dati degli abbattimenti nella stagione venatoria 2013/2014 in

Basilicata e forniti dagli Ambiti Territoriali di Caccia, mettendo appunto in relazione il prelievo e sforzo di

caccia.

È utile evidenziare che, nelle popolazioni sottoposte a prelievo, è possibile stimare la dimensione della

popolazione dal declino del prelievo per unità di sforzo col tempo (Krebs 1999), metodo, questo, proposto da

Leslie e Davis (1939) e successivamente è stato affinato da DeLury (1947) e Ricker (1975). Secondo il

modello proposto da Leslie e Davis (1939), la popolazione al tempo t, prima che inizi il prelievo, può essere

stimata mettendo in regressione il prelievo per unità di sforzo (y) con il prelievo cumulato (x); se la relazione è

di tipo lineare ed esiste un declino del numero di animali prelevati per unità di sforzo, la consistenza della

popolazione è data dal valore al quale la retta di regressione interseca l’asse x.

Per utilizzare il modello sopra esposto, vi è la necessità che si verifichino alcuni vincoli di per sé

restrittivi ed in particolare si devono verificare le seguenti condizioni:

1. che la popolazione sia chiusa (ristretta ad un determinato territorio senza contaminazioni con

l’esterno);

2. che la probabilità di ogni individuo di essere catturato (abbattuto) è costante per tutto il periodo

(stagione di caccia);

3. che tutti gli individui hanno la stessa probabilità di essere catturati (abbattuti) ad ogni intervallo di

tempo.

Un’ulteriore condizione senza la quale non è possibile ottenere dei modelli di regressione efficaci è che

un’elevata frazione della popolazione sia rimossa, di modo che si verifichi un declino nel numero di animali

abbattuti per unità di sforzo (Krebs 1999).

L’utilizzo di questo modello si presta dunque a numerosi errori ma comunque si è cercato di ottenere

un risultato tale da poter essere interpolato con il dato riveniente dal calcolo ipotetico eseguito con il metodo

della vocazione/uso del suolo del territorio (DAF)

Per calcolare la retta di regressione è stato quindi utilizzato il numero di animali abbattuti in ogni

giornata di caccia della stagione venatoria scorsa, sono stati forniti dagli AA.TT.CC. della Regione i dati degli

abbattimenti (prelievo), e il numero di braccate effettuato in ogni giornata (sforzo).

Viene esplicitato nella tabella n. 37 qui sotto riportata e nel conseguente grafico, come la retta di

regressione che evidenzia un risultato opposto (invertito) a quello ipotizzabile, dovuto in primis alle diverse

variabili che inducono in errore l’utilizzo stesso del modello, ma soprattutto al fatto che, probabilmente, la

popolazione di cinghiali in Basilicata è così alta che lo sforzo di caccia messo in atto non è sufficiente ad

abbassare il numero di individui presenti:

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Tab. 37 – Sforzo di caccia.

MESE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE

GG DI

CACCIA 2 5 6 9 12 13 16 19 20 23 26 27 30 3 6 10 13 17 20 24 27 1 4 8 11 15 18 22 25 29

CAPI

ABBATT. 140 58 111 102 68 144 53 64 153 74 55 177 71 200 70 133 98 170 54 176 53 83 98 188 96 155 102 179 47 204 3376

BRACCATE 256 232 231 233 227 251 224 223 251 226 218 248 228 252 228 248 227 250 222 248 204 216 233 248 227 248 234 249 210 250 7042

Graf. 13 – Linea di tendenza dello sforzo di caccia

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Confrontando i dati di popolazione ipotetica di cinghiale calcolati in base alla densità agro – forestale

e quelli calcolati in base allo sforzo di caccia, si può notare che a fronte di un’ipotetica popolazione media di

cinghiale pari a circa 22.500 individui che il territorio regionale può sopportare, si ha un carniere (capi

prelevati) pari a 3.376 in uno sforzo di caccia di 7.042 braccate.

Lo sforzo di caccia si realizza con, in media, un capo abbattuto ogni due braccate e questo dato,

confrontato con l’ipotetica popolazione, porta alla conclusione che l’attuale sforzo di caccia messo in campo

dall’attività venatoria non basta ad abbassare la popolazione di questo ungulato e che quindi si necessita la

completa revisione della gestione del cinghiale su tutto il territorio regionale.

Se con il dato del carniere, come detto, abbiamo un prelievo nella stagione venatoria 2013/2014 di

circa 3.400 capi, a fronte di un’ipotetica popolazione di 22.500 cinghiali, risulta evidente che sul territorio

regionale al netto del prelievo venatorio insistono, ipoteticamente, 19.100 capi di cinghiale, che considerata la

prolificità della specie in questione evidenzia la reale necessità di interventi di controllo immediati.

Tutto lo studio condotto in questo report ha portato alla consapevolezza che la popolazione di

cinghiale è in continua, preoccupante, ascesa e che quindi occorrono urgenti misure di contrasto.

Utile sarà perseguire in un monitoraggio costante e nella stima delle popolazioni tramite i carnieri e

l’utilizzo del metodo di Leslie, avendo cura di intensificare gli sforzi di collaborazione con i Parchi e gli Enti

Gestori delle aree naturali protette, le Amministrazioni Provinciali, gli ambiti territoriali di caccia e

soprattutto dei cacciatori che fattivamente operano sul territorio, per poter mettere sul campo una strategia

condivisa per il contrasto di questa importante specie faunistica.

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CONLUSIONI

Il lavoro svolto ha dato la possibilità di avere un quadro molto più chiaro ed ampio della situazione

delle specie oggetto di studio e riportate nel censimento effettuato.

Come innanzi riportato, le attività si sono volte su tutto il territorio regionale, comprendendo anche

quelle aree che nel 2013 non era state oggetto di studio, come il Vulture – Melfese e il Materano.

Confermano la loro finalità di protezione e di “polmone di irradiazione” le aree naturali protette, in

quanto i dati relativi a tali zone risultano molto elevati e denotano per specie come il cinghiale anche un

incremento degli individui censiti.

Nel complesso il cinghiale risulta la specie più avvistata, mentre gli avvistamenti di capriolo sono in

regressione rispetto al 2013 ma questo dovuto anche al fatto che gran parte del territorio del Parco Regionale

Gallipoli – Cognato non è stato censito.

Interessanti anche i dati sulle specie di interesse faunistico venatorio che se da un lato hanno dato la

conferma di abbondanza di specie come il colombaccio, dall’altro supportano la piacevole certezza di presenza

anche di specie rare come l’astore.

In questo report è stato eseguito il calcolo della popolazione ipotetica del cinghiale, che se da un lato

si suppone del tutto teorico, dall’altro offre un forte campanello d’allarme su una popolazione in continuo

aumento e mutamento.

Le finalità di questo secondo intervento di censimento, seppur di pregevole fattura e con una elevata

mole di dati raccolti, risulta essere solo un piccola aggiunta al progetto di monitoraggio posto in essere nel

2013, prefiggendosi di continuare annualmente. Lo scopo a lungo termine del progetto nella sua interezza è

quello di dare una base statistica delle popolazioni di ungulati e delle specie di interesse faunistico venatorio,

tale da poter permettere agli organi preposti sul territorio e all’Amministrazione Regionale di porre in essere

opportune attività di salvaguardia o, al contrario, di controllo, su tali specie.