Diocesi di Treviso – Pastorale Giovanile Giovani 7... · L’aiuto dello Spirito Santo ci renda...

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Diocesi di Treviso – Pastorale Giovanile

LUNGO STRADEVeglia di preghiera dei giovani

Tempio di San Nicolò - Treviso, 7 dicembre 2015

le nostre

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Introduzione alla Veglia

(in piedi)

ATTESA

Canto iniziale: Luce che sorgi nella notte

Rit. Luce che sorgi nella notte, cantiamo a Te, o Signore. Stella che splendi nel mattino di un nuovo giorno, cantiamo a te, Cristo Gesù, cantiamo a te, o Signore!

Sol. Mentre il silenzio avvolge la terra, tu vieni in mezzo a noi, Parola del Padre: riveli a nostri cuori l’amore di Dio.Coro A te la lode, a te la gloria, nostro Salvatore!

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Rit. Luce che sorgi nella notte, cantiamo a Te, o Signore. Stella che splendi nel mattino di un nuovo giorno, cantiamo a te, Cristo Gesù, cantiamo a te, o Signore!

Sol. Mentre l’attesa si fa invocazione, tu vieni in mezzo a noi, o Figlio del Padre: e porti ai nostri cuori la vita di Dio.Coro A te la lode, a te la gloria, nostro Salvatore!

Rit. Luce che sorgi nella notte...

Saluto

Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.Ass. Amen.

Cel. Il Signore, che viene nei nostri cuori e li riempie della gioia del Vangelo, sia con tutti voi.

Ass. E con il tuo spirito.

Cel. Cari giovani, prepariamoci ad accogliere le immagini del Crocifi sso di San Damiano e della statua della Madonna di Loreto che dopo lungo peregrinare nelle diocesi di tut-ta Italia sono qui per accompagnare la nostra preghiera e sollecitare la nostra fede.

Ass. Apriamo le porte della nostra vita alla Grazia di questo incontro. L’aiuto dello Spirito Santo ci renda docili e ac-coglienti all’opera del Padre in noi.

(seduti)

Racconto della Peregrinatio dell’immagine della croce di San Damiano e della statua della Madonna di Loreto.

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VISITA E ACCOGLIENZA

Sol. Come Francesco, anche noi, Signore, vogliamo accoglier-ti: davanti al crocifi sso nella chiesetta diroccata di San Damiano, Francesco si è messo a pregare e ha portato a Te tutti i suoi desideri, i suoi dubbi... la ricerca di senso per la sua vita...

Ass. Aiuta anche noi a mettere davanti a Te con fi ducia, con sincerità e coraggio, le domande che abitano oggi il no-stro cuore.

Sol. Come Maria, anche noi, Signore, vogliamo accoglierti: Maria ci mostra la disponibilità al tuo progetto; lei è una giovane che si è lasciata cambiare la vita da Te, fi dandosi che i tuoi pensieri per lei l’avrebbero portata alla gioia piena...

Ass. Aiuta anche noi a mettere davanti a Te i pensieri e i progetti che abbiamo sul nostro futuro, donaci la sua profonda disponibilità a lasciarci interpellare dalla tua Parola che ci indica la via della gioia vera.

Sol. Come Francesco, anche noi, Signore, vogliamo accoglier-ti: Francesco, di fronte a questo Crocifi sso, ha scoperto tutta la passione di Dio per ogni uomo e non ha mai smesso di credere in Te, nel tuo amore, anche nei mo-menti di soff erenza sua e dei fratelli ...

Ass. Aiuta anche noi a mettere oggi davanti a Te le nostre fatiche, il dolore che viviamo e che vediamo attorno a noi, aiutaci a scorgere la tua presenza di amore anche nel momento dello sconforto e della prova.

Sol. Come Maria, anche noi, Signore, vogliamo accoglierti: Maria ti ha incontrato nella quotidianità e semplicità

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della sua casa, nella ferialità dei giorni spesso uguali fra loro, tra i compiti di sempre...

Ass. Aiuta anche noi a scorgere la tua presenza nella sem-plicità della nostra vita, negli incontri e negli impegni di ogni giorno. Aiutaci a non cercarti nello straordina-rio, ma a credere che in ogni tempo tu ci sei accanto e ci parli.

Sol. Come Francesco, anche noi, Signore, vogliamo accoglier-ti: Francesco, di fronte a questo Crocifi sso, ha ascoltato la tua Parola che lo invitava a rinnovare la tua Chiesa, a spendere la vita per la comunità e per i fratelli...

Ass. Aiuta anche noi questa sera a mettere davanti a Te il nostro desiderio di impegno, le nostre passioni, la vo-lontà di cambiare le cose attorno a noi: allarga il nostro cuore e muovi le nostre mani perche ci adoperiamo a costruire una Chiesa e un mondo più giusti e accoglien-ti per tutti.

Sol. Come Maria, anche noi, Signore, vogliamo accoglierti: Maria, dopo aver ascoltato il tuo annuncio, si è messa in movimento e, piena di trepidazione e di gioia, si è recata dalla cugina Elisabetta, con cui ha condiviso il suo Magnifi cat...

Ass. Aiuta anche noi Signore a condividere le gioie che ci doni, ad essere giovani che annunciano la tua speranza testimoniando a tutti le grandi cose che tu compi nella nostra vita.

(in piedi)

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Canto: Maranatha

Rit. Maranatha! Vieni, Signore Gesù! Maranatha! Vieni, Signore Gesù!

Per chi è nel dolore t’invochiamo, Signore Gesù. Sei la sola speranza di colui che confi da in te. Rit.

Nella nostra oscurità t’invochiamo, Signore Gesù. Sei la luce nel buio di chi cerca la strada da sé. Rit.

Lungo i nostri sentieri t’invochiamo, Signore Gesù. Sei la guida sicura di colui che cammina con te. Rit.

Nei deserti dell’anima t’invochiamo, Signore Gesù. Sei la linfa di vita, la sorgente che disseterà. Rit.

Vieni, Signore Gesù!

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LITURGIA DELLA PAROLA

Guida: Abbiamo accolto i simboli della nostra fede. Ci disponiamo ad ascoltare quello che il Signore vuole dirci

con la sua Parola. Il Salmo 146 ci invita a lodare il Signore perché è fedele alla

sua promessa di camminare con noi. Egli ci sostiene e viene in nostro aiuto nelle tante situazioni di bisogno e soff erenza che possiamo vivere.

Riconosciamo con gratitudine i tanti modi con i quali il Si-gnore ci dà il pane, ci libera, ridona la vista, rialza, protegge, sostiene… Spesso gli interventi di bene del Signore nella no-stra vita hanno le forme semplici e nascoste delle persone che ci sono accanto.

Preghiamo il Salmo a due cori.

Preghiera di lode (dal Salmo146/145)

I C. Loda il Signore, anima mia: loderò il Signore fi nché ho vita, Non confi date nei potenti, in un uomo che non può salvare.

II C. Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio, che rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli aff amati.

I C. Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti,

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II C. il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi.

I C. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Canto di acclamazione al Vangelo

Rit. Alleluia, alleluia. Alleluia, alleluia.

Cantate al Signore con gioia: grandi prodigi ha compiuto. Cantatelo in tutta la terra! Rit.

Agli occhi di tutte le genti mostra la sua grandezza, rivela la sua giustizia! Rit.

Vangelo

Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spirito.

DAL VANGELO SECONDO LUCA (1,26-38)Ass. Gloria a te, o Signore.

In quel tempo l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergi-ne, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.

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Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Si-gnore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.

L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un fi glio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chia-mato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fi ne».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».

Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Per-ciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un fi glio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

E l’angelo si allontanò da lei. Acclamiamo alla Parola del Signore.

Rit. Alleluia, alleluia. Alleluia, alleluia.

Fedele è il Signore per sempre, buono e misericordioso: lodate il suo nome in eterno! Rit.

(seduti)

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Catechesi sull’immagine della Madonna di Loreto

SANTA CASA La tradizione lauretana narra che nel 1291, quando i cro-

ciati furono espulsi dalla Palestina, per mettere in sal-vo la casa della Madonna, la trasportarono nei pressi di Fiume; tre anni dopo fu spostata nei pressi di Recanati e ancora dal porto al colle fi no a giungere sulla pubblica strada dove tutt’ora si trova. La tradizione attribuisce il trasporto agli angeli, ma recenti studi su base archeo-logica e fi lologica propongono la fondata ipotesi di un trasporto per iniziativa umana che avvenne via mare, ma con una speciale assistenza dall’alto.

Le ricerche archeologiche hanno appurato che la casa della Vergine era costituita, come le altre del luogo, da una casa con la muratura su tre pareti, luogo della vita

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quotidiana, addossata a una grotta scavata nella roccia. I discepoli di Gesù trasformarono la casa di Maria in una chiesa, sulla quale venne edifi cata una chiesa-sinagoga bizantina, in seguito abbattuta e sostituita da una basi-lica ad opera dei crociati nell’XI secolo, proteggendo la santa dimora in una cripta.

Gli scavi loretani hanno appurato che il nucleo origi-nario della Santa Casa è costituito da sole tre pareti (la parete est, dove sorge l’altare, non esisteva perché dava sulla grotta), le cui sezioni inferiori sono costituite da pietre impiegate esclusivamente per quest’uso a Naza-ret, come anche l’altare, che fu eretto dagli apostoli, i quali trasformarono la casa facendone una dòmus-ecclè-sia (casa-chiesa).

Nella Santa Casa vi erano due oggetti di culto che ri-prendevano probabilmente lo stesso tema iconografi co: una statua lignea trecentesca e un’icona dipinta, andate perdute durante un incendio nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1921. Se dell’icona si è persa ogni traccia, Pio XI fece ricostruire la statua lignea sul modello precedente.

MADONNA DI LORETO La statua fu scolpita nel 1921 utilizzando un vecchio ce-

dro del Libano dei Giardini Vaticani. È una statua cristologica: il protagonista è il Bambino,

che con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il globo terracqueo (oikoumenicòn) del Salvator Mundi (Sal-vatore del mondo), realizzato in lapislazzolo, donato dal pontefi ce. Con la stessa pietra è ornata anche la nicchia che la custodisce. Il Bambino poggia i piedi sulla vistosa piega del manto della Vergine, simbolo del suo grembo materno. È lei che presenta il Figlio all’adorazione dei fedeli, ricordando che Lui solo è il Salvatore. È la Madre che accoglie e porta i fi gli al Figlio nella sua Casa naza-retana, venerata a Loreto.

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Tempo di contemplazione e preghiera silenziosa

Gesto Sul biglietto che ti è stato consegnato puoi scrivere una preghiera di inter-

cessione a Maria per una “casa”, cioè per una famiglia, o una situazione di soff erenza, di diffi coltà che conosci, vicina o lontana.

Consegnerai questa tua preghiera presso l’immagine della Madonna di Lo-reto, alla fi ne della veglia.

Canto (Ritornello dell’Inno GMG 2016)

Rit. Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo!

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Catechesi sul Crocifi sso di San Damiano

Quest’icona è del XII secolo, opera di un pittore anonimo umbro con evidenti infl ussi orientali-siriani, dipinta su tela e successivamente incollata su una tavola di legno di noce.

Come leggere le icone L’icona non è una semplice pittura, la sua funzione non è

estetica ma teologica per cui ogni fi gura, colore, dimen-sione e posizione è portatrice di un signifi cato. Lo scopo dell’immagine non è descrittivo o estetico, ma essen-zialmente “teologico”: l’icona supera le forme del nostro mondo per rendere presente il mondo di Dio.

I colori hanno un compito non descrittivo, ma simbolico. I colori predominanti sono l’oro, il rosso, il nero. Su que-sta icona si può contemplare il risultato fi nale della lotta luce-tenebre, amore-morte, peccato-vita. L’inquadratura della croce ed il corpo di Gesù son di color oro, e risalta-no su fondo prevalentemente nero e rosso. L’oro che sta ad indicare la divinità, ci mostra come ciò che stiamo contemplando abbia a che fare con il mondo del divino; un Divino che lotta contro le tenebre (il nero, simbolo di morte, male, incredulità e peccato) e vince per l’amore e nell’amore (il rosso)!

La fi gura di Cristo Osserviamo come la fi gura di Cristo, per la sua grandez-

za e per il colore brillante che contrasta con il fondo nero, catturi la nostra attenzione.

Gesù non appare come colui che ha subìto la morte in croce, ma come colui che dalla croce regna. Non sono scomparsi i segni della soff erenza (il sangue che scorre dai fori), ma quasi trasfi gurati. La corona di spine è so-stituita dalla corona di gloria.

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L’oro resta l’unico colore utilizzato, sebbene con diff e-renti gradazioni, per delineare Gesù nell’aureola, nella carne, nelle vesti.

Egli indossa l’efod, l’indumento utilizzato dai sacerdoti del Tempio i quali off rivano sacrifi ci a Dio. Egli sacrifi ca tutto se stesso facendosi sacerdote-servo; è lui il “ponte” che unisce il Cielo alla terra; è lui che chiede misericordia al Padre, per ogni uomo, perché ben conosce la fragilità dell’esperienza umana.

I segni di questo riscatto dell’umanità sono impressi nel-la sua carne, nel segno dei chiodi, da cui sembra ancora uscire il rosso del sangue, dell’amore, versato per ciascuno di noi. Nonostante questo particolare così vivido, la fi gura di Gesù non è appesa ai chiodi ma quasi appoggiata alla croce: le gambe sono diritte, forti, sostengono tutto il cor-po mentre le braccia sono distese in segno di accoglienza, protese in un abbraccio. Questa posizione indica che Gesù è passato sì, attraverso la morte, ma l’ha vinta.

Lo dicono anche i suoi occhi, molto grandi rispetto alle dimensioni del volto, aperti sul mondo, come quelli di una persona viva. Lui è il vivente (Ap 1,18), qui e ora da-vanti a ciascuno di noi. I suoi occhi scrutano ogni uomo. Forse anche Francesco avrà vissuto l’esperienza del gio-vane ricco di sentire quello sguardo amorevole posato su di sé: “Gesù fi ssò lo sguardo su di lui, lo amò”. Perdia-moci, anzi riscopriamoci in questi occhi che hanno così tanto da dire di noi, nell’eloquenza di questi occhi che ci scrutano con dolcezza e proviamo a ricambiare anche noi questo sguardo d’amore.

Su tutto il suo volto, il collo e sulla corona di gloria c’è un alone che ne off usca i tratti, è la presenza dello Spirito ricevuto dal Padre, che si è manifestato “un tempo vela-to dalla nube” (Es 24,16) e che ora “vela” la stessa uma-nità di Gesù, tanto che San Paolo chiama anche “Il velo” la carne di Gesù (Eb 10,20).

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Il collo, molto robusto e sproporzionato, è gonfi o per dire la forza del “soffi o” dello Spirito che richiama quello del-la creazione dell’uomo (Gen 27) e vuole suggerire che si tratta di una nuova creazione, come di nuova creazio-ne parlano le sei ciocche di capelli appoggiate sulle sue spalle: i giorni della creazione che Gesù si prende sulle spalle per riscattarla, per salvarla.

Personaggi maggiori Sotto le braccia di Cristo ci sono le persone che “Sta-

vano presso la croce di Gesù: sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala” (Gv  19,25) e un funzionario romano, forse quello a cui Gesù guarì il fi glio (Gv 4,46-54). Il vangelo di Giovanni è il testo che sta alla base di tutta l’icona.

Il legame tra la parola e l’immagine è così forte nella pratica pittorica delle icone che non si parla di “dipinge-re” bensì di “scrivere” un’icona, così come scritti i nomi sotto ai personaggi per meglio identifi carli, anche se poi sono altri i dettagli che li delineano.

I sentimenti che si possono cogliere sono la calma e la pace: queste persone sono sotto la croce, ma han già spe-rimentato la resurrezione, poiché nei loro volti non c’è dramma, né strazio né dolore, solo pacata fi ducia poiché la morte è stata vinta.

Maria è posta alla destra di Gesù, in posizione d’onore, e con la destra lo indica, mentre la sinistra è appoggiata alla bocca a indicare il “custodire nel cuore”.

Sorride, è passata per la morte del Figlio ma gioisce per la sua resurrezione. È l’unica fi gura, assieme a Gesù nel medaglione, ad abbozzare un sorriso. La Madre indossa un mantello bianco – tempestato di pietre preziose, che simboleggiano i doni dello Spirito Santo – che secondo la tradizione iconica ha un triplice signifi cato: simboleggia

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la vittoria per la fedeltà al Vangelo (Ap 3,5), la purifi ca-zione (Ap 7,13-14) e le opere buone che Dio concede di compiere ai santi (Ap 19,7). La tunica viola invece sta a ricordare che è lei la nuova Arca dell’Alleanza (Es 26,1-4).

Accanto a lei c’è Giovanni, il discepolo amato, con il capo reclinato sulla Madre come nell’ultima cena su Gesù, rappresenta la tenerezza. Il mantello di colore rosso sta a indicare la sapienza, che ha ricevuto e trasmesso attra-verso i suoi Scritti.

È vestita di rosso anche Maria Maddalena, alla sinistra della croce. Qui però il manto rosso simboleggia l’amore. Ha la testa inclinata fi no a toccare quella della madre di Giacomo, quasi le stesse confi dando un segreto, e porta la mano alla bocca in segno di stupore. Questo loro acco-starsi ci fa intuire come tra le due donne ci sia un dialogo. Sono le donne che seguono Gesù e che restano con lui fi no alla fi ne, ma con un atteggiamento di umiltà, simbo-leggiato dall’abito color terra della Madre di Giacomo, la quale ha anche un mantello verde, segno di speranza.

Il Centurione è riconoscibile in quanto vestito da soldato romano. Ha in mano un pezzo di legno, allude alla sina-goga che ha fatto costruire a Cafarnao. Le tre dita indica-no la trinità e alle sue spalle ci sono dei volti più piccoli. Sono i suoi familiari, convertitisi insieme a lui in seguito alla miracolosa guarigione del fi glio, operata da Gesù.

Tutti loro sono la Chiesa nascente che, come noi sta sera, si riunisce attorno alla croce.

Personaggi minori Sotto alla Vergine il soldato romano che ha aperto il co-

stato di Gesù con la lancia, noto come Longìno, e specu-larmente la guardia romana, Stefanon, che gli ha dato da bere aceto. Sono gli incaricati della morte, ma sono

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piccoli, così come la loro azione si ridimensiona di fronte alla grandezza della salvezza operata da Gesù.

Alle estremità delle braccia della croce ci sono gli angeli che partecipano festanti alla gloria della Resurrezione e all’ultima parte dell’esperienza pasquale di Gesù: l’A-scensione, riportata in alto.

Gesù è al centro del medaglione, attorniato dagli apo-stoli che lo guardano salire al cielo nella sua veste bianca e oro che allude alla sua divinità e regalità. Sulle sue spalle ondeggia una stola rossa simbolo del potere e del dominio esercitati nell’amore mentre nella mano sinistra regge una croce, come uno scettro, che fu per lui lo stru-mento della vittoria sulla morte.

La sua regalità è sancita ancora una volta dalla scritta sottostante: “IHS NAZARE (dove la sigla IHS è la tra-scrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù) REX IVDEORVM”, Gesù Nazareno re dei Giudei.

Sopra il medaglione c’è la Mano di Dio Padre che, bene-dicendo, dona lo Spirito. Gesù stesso promette lo spirito del Padre in dono (Gv 16,7) e sarà lo Spirito a continua-re l’opera di Gesù in maniera invisibile (Gv 14,26), an-che attraverso di noi, ai piedi della croce, sotto a questa mano benedicente.

Tutto attorno alla croce si trovano delle decorazioni bianche a tralci di vite che rappresentano noi, popolo di Dio che per portare frutto dobbiamo aggrapparci a Gesù, che ha dato la sua vita per noi, innestandoci in Cristo e nel mistero della resurrezione, richiamata ancora una volta dalla fenice.

Le conchiglie formano una cornice attorno alla croce, per la loro bellezza e durata, simboleggiano l’eternità, la quale contraddistingue il dono d’amore del Signore che è avvenuto avviene e avverrà. È un dono d’amore che con-

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tinua ad off rirsi a noi e al quale noi possiamo continuare ad attingere. La cornice dell’icona, alla base della cro-ce, infatti, è aperta (si vede appena qualche personaggio forse a simboleggiare l’umanità sulla quale ricadono i benefi ci della passione; oppure coloro che abitavano ne-gli inferi, luogo che secondo i Padri della Chiesa Gesù va a visitare per liberare i progenitori il venerdì Santo; oppure sei fi gure di santi poco leggibili, per alcuni i santi Rufi no e i fratelli Cosma e Damiano). Attraverso que-sta apertura anche noi, ma tutta l’umanità, è invitata ad entrare e a partecipare del dono off erto e a divenirne portatori, nelle strade del mondo e della nostra vita.

Tempo di contemplazione e preghiera silenziosa

Canto (Ritornello dell’Inno GMG 2016)

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Intervento del Vescovo

(breve pausa di silenzio)

Comunicazioni e introduzione ai gesti di venerazione

Benedizione

(in piedi)

Vesc. Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spirito.

Vesc. Vi benedica e vi accompagni il Signore, nel silenzio della preghiera che continua questa notte e nella vita di ogni giorno, Lui, che è Padre e Figlio e Spirito Santo.

Ass. Amen.

Diac. Andiamo e restiamo nella pace del Signore.Ass. Rendiamo grazie a Dio.

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VENERAZIONE

Adoramus te, Christe

Adoramus te, Christe, benedicimus tibi, quia per crucem tuam redemisti mundum, quia per crucem tuam redemisti mundum.

Alto e glorioso Dio

Rit. Alto e glorioso Dio, illumina il core mio. Dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta. Dammi umiltà profonda, dammi senno e cognoscimento che io possa sempre servire con gioia i tuoi comandamenti.

Rapisca, ti prego, Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose perché io muoia per amor tuo, come tu moristi per amor dell’amor mio. Rit.

Crucem tuam (Taizè)

Crucem tuam adoramus, Domine, resurrectionem tuam laudamus, Domine. Laudamus et glorifi camus. Resurrectionem tuam laudamus, Domine.

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Dall’aurora al tramonto

Rit. Dall’aurora io cerco te, fi no al tramonto ti chiamo, ha sete solo di te l’anima mia come terra deserta.

Non mi fermerò un solo istante, sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio il mio riparo, mi proteggerai all’ombra delle tue ali. Rit.

Non mi fermerò un solo istante, io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio, unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me. Rit.

Nada te turbe

Nada te turbe, nada te espante, quien à Dios tiene, nada le falta, Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.

Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio, niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta.

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Per crucem

Per crucem et passionem tuam libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine.

Per sanctam resurrectionem tuam libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine.

Sei il mio rifugio

Sei il mio rifugio, la mia salvezza. Tu mi proteggerai dal male, mi circonderai d’amor e il mio cuore libererai. Non ho timore, io confi do in te.

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PROSSIMI APPUNTAMENTI

ITINERARIO SPIRITUALE PER GIOVANI IN PREPARAZIONE ALLA GMG DI CRACOVIA

Mercoledì 24 febbraio 2016, ore 20.30 Lectio Divina sulla Miseri-cordia a Treviso.Sabato 19 marzo 2016, ore 20.30 Giubileo diocesano dei Giova-ni nell’Anno della Misericordia.Sabato 7 maggio 2016, ore 20.30 al Duomo di Treviso (Veglia per le Vocazioni).Sabato 25 giugno 2016, nel pomeriggio Mandato del Vescovo ai pellegrini della GMG a Cracovia.

IL CORO GIOVAN I DIOCESANO HA BISOGNO ANCHE DI TE!

Il Coro Giovani Diocesano cerca nuove voci e strumentisti! Se ti piace cantare o vorresti provare, ti aspettiamo alle prove di canto domenica 24 gennaio 2016, ore 16.00-19.00 presso l’Istituto dio-cesano di Musica Sacra (vicino al tempio di san Nicolò a Treviso).Forse ti sembrerà che il Coro non abbia bisogno... ma il cammi-no verso la GMG a Cracovia e l’anno giubilare della Misericordia richiedono impegno rinnovato e collaborazione in particolare da parte di chi, nella nostra Chiesa diocesana, già svolge o desi-dera svolgere il ministero del canto e sa suonare uno strumento musicale.Altre informazioni ti saranno date alle prove; oppure puoi con-sultare il sito www.pastoralegiovanile.it o prendere direttamente contatti scrivendo a [email protected]

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“QUESTA È LA NOTTE”

Proposta di evangelizzazione, preghiera e incontro per giovani che desiderano vivere il sabato notte nella novità del Vangelo. “Questa è la Notte” è un momento privilegiato per “ritornare al cuore” e incontrare Gesù, insieme a tanti altri giovani che nella notte vanno cercando la fonte a cui dissetarsi. La proposta sarà realizzata dai giovani della Gioventù Francescana e del Gruppo Vangelo e Fraternità, in collaborazione con i Frati di San Francesco Treviso e tutti coloro che vorranno unirsi nell’organizzazione di questi momenti. Questa è la Notte sarà proposta nelle date:Sabato 5 dicembre 2015, dalle 21.30 alle 23.30Sabato 27 febbraio 2016, dalle 21.30 alle 23.30Sabato 4 giugno 2016, dalle 21.30 alle 23.30 Per maggiori informazioni sulla proposta è possibile visitare:blog frati-treviso.blogspot.itFB Frati San Francesco TrevisoTwitter @frati_trevisoe-mail [email protected]

“AVANTI IL PROSSIMO!”: EDUCARE AL SERVIZIO

Treviso, 28-31 dicembre 2015. L’Uffi cio per la Pastorale Giovanile, in collaborazione con Caritas Tarvisina, Coordinamento diocesa-no Scout e Azione Cattolica, propone un’esperienza di formazio-ne al Servizio per educatori, animatori e capi scout in concomitan-za con l’ultimo dell’anno.Per info e iscrizioni: [email protected]

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PELLEGRINAGGIO DI FIDUCIA SULLA TERRA

Il prossimo incontro europeo della Comunità di Taizè si terrà nella città di Valencia (Spagna), dal 28 dicembre 2015 al 1° gennaio 2016.

DUE-SERE FORMATIVE

L’Azione Cattolica diocesana propone la “Due-sere per giovani” venerdì 29 gennaio e martedì 2 febbraio 2016, presso l’Audito-rium S. Pio X a Treviso alle 20.30. A questi incontri formativi sono invitati tutti i giovani interessati a curare la propria formazione.

“M’ILLUMINO D’IMPEGNO”

Dal 12 al 14 febbraio 2016. In quest’anno giubilare della Misericor-dia siamo sollecitati e stimolati a trovare forme ed espressioni di vicinanza ai fratelli e alle sorelle in diffi coltà, sensibilizzando i ra-gazzi delle superiori ad essere operatori di misericordia in qualche servizio particolarmente attento a situazioni di soff erenza. Info: [email protected]

THINKING DAY

Il Giubileo degli scout nella Giornata del ricordo: venerdì 19 feb-braio 2016, alle 20.15 in San Nicolò a Treviso.

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ESERCIZI SPIRITUALI PROMOSSI DALL’AC

Per giovani2-5 gennaio 2016 presso la casa di spiritualità delle suore Dimesse a Cavallino-Tre Porti ;3-6 marzo 2016 presso il Centro di spiritualità “Don Paolo Chiavac-ci” a Crespano del Grappa (per 21-30enni alla prima esperienza);3-6 marzo 2016 presso il Centro di spiritualità “Don Paolo Chiavac-ci” a Crespano (per 21-30enni esperti ).

Per giovanissimi27-28 febbraio 2016 la proposta “Emmaus” per i giovanissimi di I-II superiore e “Betania” per III-IV superiore;20-21 febbraio 2016 la proposta “Tabor” (19- 20enni).

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria AC in Casa Toniolo (tel. 0422.576878 – e-mail: [email protected]).

ESERCIZI SPIRITUALI PER SCOUT

Dal 4 al 7 febbraio 2016 a Castelli di Monfumo, Possagno e Covolo.

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Finito di stampare nel mese di dicembre 2015 da Grafi che Dipro - Roncade TV