Diocesi 15 Il “sì” a piccoli passi N di Chiara Corbella · 2015-11-10 · porta in sé nulla...

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D iocesi Venerdì 6 novembre 2015 15 N oi non ci sentiamo affatto coraggiosi, perché in realtà l’unica cosa che ab- biamo fatto è stata dire: «Sì», passo per passo”. In questa frase di Chiara Corbella, la cui testimonianza sarà portata nella serata del 26 novembre a Piacenza dai geni- tori al cinema President, è for- se espressa meglio che in qua- lunque altra il senso della toc- cante vicenda umana di questa donna di Roma: sposata con Enrico Petrillo, Chiara è morta per tumore nel giugno 2012, a soli 28 anni, dopo aver perso due figli e aver dato alla luce il terzo, il piccolo Francesco. Una storia, quella di questa giovane, che tuttavia, a dispet- to di tutti i criteri umani, non porta in sé nulla di triste, ma è attraversata da una grande gioia di vivere e da una fede salda, coinvolgente, tutta vis- suta sull’esempio di Maria, co- lei che disse il suo “sì” a Dio. Fidarsi, come Maria Ciò che Chiara Corbella Pe- trillo ha testimoniato nella sua breve vita è stata la forza di una fede luminosa, quella con cui ha affrontato ogni momen- to della sua storia, i più duri ma anche i più gratificanti. E ha fatto tutto questo con una gioia e con una maturità che hanno toccato nel profondo chi ha avuto la grazia di cono- scerla. La storia di Chiara ed Enrico ha inizio a Medjugorje. È là, in- fatti, che i due futuri sposi si conoscono nel 2002. Ed è sem- pre là che, nell’ultimo pellegri- naggio, organizzato con amici e familiari solo pochi mesi pri- ma della morte di Chiara, i non significa possedere, ma entrare nella logica del dono. Con gli occhi rivolti all’eternità La giovane rimane incinta per la terza volta. Il bimbo na- scerà sano, si chiamerà Fran- cesco.Poco prima di sapere di essere in attesa, Chiara scopre però quella che sembra un’af- ta sulla lingua, ma che in po- che settimane peggiora. Dopo una serie di esami e controlli, la donna è operata d’urgenza già durante la maternità. E l’esame istologico definitivo rivela un carcinoma alla lin- gua dei più aggressivi. La seconda parte dell’inter- vento e le cure potranno essere fatti solo dopo il parto, ma Chiara fa di tutto per portare la gravidanza il più avanti possibile. Perché la giovane donna vuole sì vivere e curar- si, ma non a discapito del fi- glio che porta in grembo. E per questo decide di ascoltare so- prattutto i medici che valoriz- zano le esigenze del nascituro. Francesco viene alla luce il 30 maggio 2011, solo un paio di settimane prima della sca- denza. Pochi giorni dopo Chiara viene di nuovo opera- ta. Nei mesi successivi seguo- no cure pesanti e dolorose. E le cose sembrano andare me- glio. Ma nella primavera se- guente si scopre che la giova- ne ha raggiunto lo stadio ter- minale della malattia. Chiara vive tutto questo con serenità e fiducia, infondendo forza a chi le sta attorno. E il 13 giugno 2012 muore. La- sciando una testimonianza che presto si diffonde, arrivan- do anche a chi non l’aveva mai conosciuta. Una testimonianza, la sua, che emerge anche nella lettera che lei ed Enrico hanno scritto al figlio Francesco per il suo primo compleanno: “Per quel poco che ho capito in questi anni posso solo dirti che l’Amore è il centro della no- stra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amo- re vero di Dio. Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna”. Laura Dotti due coniugi - come riporta il li- bro “Siamo nati e non morire- mo mai più” di Simone Troisi e Cristiana Pacci (Edizioni Por- ziuncola, 2013), da cui prende titolo anche la serata piacenti- na - hanno rivelato ai presenti il motivo di averli voluti in quel luogo: “per consegnarvi il nostro segreto”, l’esempio del- la Vergine, la sua fiducia in- condizionata nel Padre. “Sen- za Maria - dicono -, non sareb- be stato possibile nulla di ciò che abbiamo fatto”. È proprio alla Madre di Ge- sù, infatti, che Chiara guarda quando rimane incinta la pri- ma volta. Dopo un’ecografia, la giovane viene a sapere che la figlia, Maria Grazia Letizia, è anencefala, cioè senza scato- la cranica, quindi non compa- tibile con la vita. Chiara è sola in quel momento, perché in quei giorni il marito è ricove- rato. La donna soffre, però ha già deciso di portare a termine la gravidanza. Ma è spaventa- ta di essere lei a doverlo dire a Enrico e della sua possibile reazione. Il “sì” a piccoli passi di Chiara Corbella La luminosa testimonianza di fede della mamma romana morta a 28 anni di tumore sarà raccontata dai genitori al President giovedì 26 novembre Pregando, un’immagine di Maria la illumina. Si ricono- sce, infatti, nella stessa situa- zione della Vergine: una ma- ternità speciale, un figlio che sarebbe morto sotto i suoi oc- chi, il compito di doverlo dire al suo sposo e la paura del ri- fiuto. E capisce anche cosa de- ve fare: semplicemente fidarsi di Dio, come Maria. Quando parla poi a Enrico, scopre in lui la stessa determi- nazione: “Non preoccuparti. È nostra figlia: la accompagne- remo fin dove possiamo”. Ma- ria Grazia Letizia nasce il 10 giugno 2009 e lascia questa terra dopo quaranta minuti, avendo ricevuto il battesimo. “Dio non ci deluderà” Poco dopo Chiara rimane di nuovo incinta. Il bimbo, Davi- de Giovanni, dopo la terza ecografia rivela una disabilità alle gambe; ma dopo la quarta anche per lui la diagnosi è di non compatibilità con la vita. “Quando Dio rivela loro di Davide Giovanni, che non vi- vrà e che anche lui è pronto per il Cielo - riferisce il libro già citato -, Enrico e Chiara hanno già fatto quest’espe- rienza. Si sono fidati, non sono rimasti delusi. Per questo an- che ora dicono «Non ci delu- derà»”. Davide Giovanni nasce il 24 giugno 2010 e passa a miglior vita in trentotto minuti, dopo esser stato battezzato. Anche il suo funerale, come già era sta- to quello di Maria Grazia Leti- zia, parla di grazia ricevuta e di vita eterna. Pochi mesi prima della sua nascita, Chiara aveva scritto, a testimonianza della sua matu- rità di fede: “Chi è Davide? Un piccolo che ha ricevuto in dono da Dio un ruolo tanto grande... quello di abbattere i grandi Golia che sono dentro di noi: abbattere il nostro pote- re di genitori di decidere su di lui e per lui [...]; ha abbattuto il nostro «diritto» a desiderare un figlio che fosse per noi, per- ché lui era solo per Dio; ha ab- battuto il desiderio di chi pre- tendeva che fosse il figlio della consolazione, colui che ci avrebbe fatto dimenticare il dolore di Maria Grazia Letizia [...]; ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, ma non con le nostre logiche limitate, perché Dio è qualcosa di più dei no- stri desideri”. Perché amare, per Chiara, Nell’Anno della misericordia, una serata sui “santi della porta accanto” “Siamo nati e non moriremo mai più” “Siamo nati e non moriremo mai più” è il tema della serata, organizzata da il Nuovo Giorna- le e dal Forum provinciale delle associazioni familiari, in pro- gramma giovedì 26 novembre al- le ore 21 al cineteatro President (via Manfredi, Piacenza). Il titolo prende spunto dal li- bro dedicato alla storia di Chiara Corbella Petrillo, la cui lumino- sa testimonianza di fede sarà raccontata dai genitori Roberto e Anselma. Sarà un’occasione per prepa- rarci all’Anno della misericor- dia, con l’aiuto del vescovo mons. Gianni Ambrosio che sali- rà sul palco del President insie- me ai Corbella. Ma anche per parlare, a partire da Chiara e da alcuni testimoni vissuti sul no- stro territorio, di quelli che Papa Francesco, all’Angelus del 1° novembre scorso, ha definito i “santi della porta accanto”. Nel- l’occasione, verrà presentata la nuova collana “Il centuplo quag- giù e l’eternità” che il Nuovo Giornale promuove nell’Anno della misericordia. A lato, la copertina del libro su Chiara Corbella. Accanto al titolo, Chiara Corbella e il marito Enrico Petrillo il gior- no del matrimonio, celebrato ad Assisi. Sopra, con la benda dovuta alla metastasi all’occhio. IL CORSO “GENITORI IN REGOLA” N ell’ambito del progetto Reti di Comunità, pro- mosso dall’Associazio- ne Oratori piacentini e dagli Educatori di strada, gio- vedì 19 novembre nella Sala degli Arazzi del Collegio Al- beroni inizierà un ciclo di quattro incontri dedicato ai genitori sul tema della gestio- ne delle regole, disciplina e re- sponsabilità. “«Genitori in Regola» - spiega Maurizio Iengo, psico- logo e educatore - è il prose- guimento dei corsi a sostegno della genitorailità che già da alcuni anni svogliamo alla parrocchia di San Lazzaro. La novità di questa edizione è che abbiamo deciso di allarga- re gli incontri a tutti i genitori piacentini. Abbiamo calcolato che gli studenti che frequenta- no le scuole piacentine, dalla prima elementare alla quinta superiore, sono circa sedici- mila. Abbiamo perciò stampa- to altrettanti volantini per raggiungere, attraverso la di- so delle serate, molto materia- le con il quale lavorare e degli strumenti che i genitori po- tranno utilizzare, verificando- ne l’utilità a casa, anche du- rante le settimane del corso”. Alle serate (il 19 e 26 no- vembre e il 3 e 10 dicembre, dalle ore 20.15 alle 22.45), che saranno condotte da Alberto Genziani e Maurizio Iengo, potranno partecipare 300 per- sone; verranno ritenute valide le prime trecento adesioni in- viate all’indirizzo e-mail: edu- [email protected]. I genitori interessati a parteci- pare potranno contattare, per richieste d’informazione o dubbi, direttamente il forma- tore Alberto Genziani al nu- mero 338.9620608. Benedetta Scagnelli stribuzione nelle scuole, tutte le famiglie con figli in età sco- lare”. Il tema delle regole è uno dei più frequenti nelle richie- ste di sostegno alla genitoria- lità e la famiglia rimane il luo- go dove favorire i comporta- menti autoregolativi e dove i più piccoli imparano a inte- riorizzare norme e valori di comportamento. “Quello su cui vogliamo puntare - conti- nua Iengo - è la praticità del corso. Vogliamo dare una mappa ai genitori, una serie di strategie attraverso le quali possano orientarsi nel mecca- nismo regole e sanzioni da dare ai figli. Daremo, nel cor- iln uovo g iornale Un’iniziativa dell’Associazione Oratori e degli Educatori di Strada da giovedì 19 novembre. Il coordinatore Iengo: vogliamo offrire strategie sulla gestione di regole e responsabilità Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma, ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo

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Diocesi Venerdì 6 novembre 2015 15

“N oi non ci sentiamoaffatto coraggiosi,perché in realtàl’unica cosa che ab-

biamo fatto è stata dire: «Sì»,passo per passo”.

In questa frase di ChiaraCorbella, la cui testimonianzasarà portata nella serata del 26novembre a Piacenza dai geni-tori al cinema President, è for-se espressa meglio che in qua-lunque altra il senso della toc-cante vicenda umana di questadonna di Roma: sposata conEnrico Petrillo, Chiara è mortaper tumore nel giugno 2012, asoli 28 anni, dopo aver persodue figli e aver dato alla luce ilterzo, il piccolo Francesco.

Una storia, quella di questagiovane, che tuttavia, a dispet-to di tutti i criteri umani, nonporta in sé nulla di triste, ma èattraversata da una grandegioia di vivere e da una fedesalda, coinvolgente, tutta vis-suta sull’esempio di Maria, co-lei che disse il suo “sì” a Dio.

Fidarsi, come MariaCiò che Chiara Corbella Pe-

trillo ha testimoniato nella suabreve vita è stata la forza diuna fede luminosa, quella concui ha affrontato ogni momen-to della sua storia, i più durima anche i più gratificanti. Eha fatto tutto questo con unagioia e con una maturità chehanno toccato nel profondochi ha avuto la grazia di cono-scerla.

La storia di Chiara ed Enricoha inizio a Medjugorje. È là, in-fatti, che i due futuri sposi siconoscono nel 2002. Ed è sem-pre là che, nell’ultimo pellegri-naggio, organizzato con amicie familiari solo pochi mesi pri-ma della morte di Chiara, i

non significa possedere, maentrare nella logica del dono.

Con gli occhi rivolti all’eternità

La giovane rimane incintaper la terza volta. Il bimbo na-scerà sano, si chiamerà Fran-cesco.Poco prima di sapere diessere in attesa, Chiara scopreperò quella che sembra un’af-ta sulla lingua, ma che in po-che settimane peggiora. Dopouna serie di esami e controlli,la donna è operata d’urgenzagià durante la maternità. El’esame istologico definitivorivela un carcinoma alla lin-gua dei più aggressivi.

La seconda parte dell’inter-vento e le cure potranno esserefatti solo dopo il parto, maChiara fa di tutto per portarela gravidanza il più avantipossibile. Perché la giovanedonna vuole sì vivere e curar-si, ma non a discapito del fi-glio che porta in grembo. E perquesto decide di ascoltare so-prattutto i medici che valoriz-zano le esigenze del nascituro.

Francesco viene alla luce il30 maggio 2011, solo un paiodi settimane prima della sca-denza. Pochi giorni dopoChiara viene di nuovo opera-ta. Nei mesi successivi seguo-

no cure pesanti e dolorose. Ele cose sembrano andare me-glio. Ma nella primavera se-guente si scopre che la giova-ne ha raggiunto lo stadio ter-minale della malattia.

Chiara vive tutto questo conserenità e fiducia, infondendoforza a chi le sta attorno. E il13 giugno 2012 muore. La-sciando una testimonianzache presto si diffonde, arrivan-do anche a chi non l’avevamai conosciuta.

Una testimonianza, la sua,che emerge anche nella letterache lei ed Enrico hanno scrittoal figlio Francesco per il suoprimo compleanno: “Per quelpoco che ho capito in questianni posso solo dirti chel’Amore è il centro della no-stra vita, perché nasciamo daun atto d’amore, viviamo peramare e per essere amati, emoriamo per conoscere l’amo-re vero di Dio. Lo scopo dellanostra vita è amare ed esseresempre pronti ad imparare adamare gli altri come solo Diopuò insegnarti. L’amore ticonsuma ma è bello morireconsumati proprio come unacandela che si spegne soloquando ha raggiunto il suoscopo. Qualsiasi cosa faraiavrà senso solo se la vedrai infunzione della vita eterna”.

Laura Dotti

due coniugi - come riporta il li-bro “Siamo nati e non morire-mo mai più” di Simone Troisi eCristiana Pacci (Edizioni Por-ziuncola, 2013), da cui prendetitolo anche la serata piacenti-na - hanno rivelato ai presentiil motivo di averli voluti inquel luogo: “per consegnarvi ilnostro segreto”, l’esempio del-la Vergine, la sua fiducia in-condizionata nel Padre. “Sen-za Maria - dicono -, non sareb-be stato possibile nulla di ciòche abbiamo fatto”.

È proprio alla Madre di Ge-

sù, infatti, che Chiara guardaquando rimane incinta la pri-ma volta. Dopo un’ecografia,la giovane viene a sapere chela figlia, Maria Grazia Letizia,è anencefala, cioè senza scato-la cranica, quindi non compa-tibile con la vita. Chiara è solain quel momento, perché inquei giorni il marito è ricove-rato. La donna soffre, però hagià deciso di portare a terminela gravidanza. Ma è spaventa-ta di essere lei a doverlo dire aEnrico e della sua possibilereazione.

Il “sì” a piccoli passidi Chiara Corbella

La luminosa testimonianza di fede della mamma romana morta a 28 anni di tumore sarà raccontata dai genitori

al President giovedì 26 novembre

Pregando, un’immagine diMaria la illumina. Si ricono-sce, infatti, nella stessa situa-zione della Vergine: una ma-ternità speciale, un figlio chesarebbe morto sotto i suoi oc-chi, il compito di doverlo direal suo sposo e la paura del ri-fiuto. E capisce anche cosa de-ve fare: semplicemente fidarsidi Dio, come Maria.

Quando parla poi a Enrico,scopre in lui la stessa determi-nazione: “Non preoccuparti. Ènostra figlia: la accompagne-remo fin dove possiamo”. Ma-ria Grazia Letizia nasce il 10giugno 2009 e lascia questaterra dopo quaranta minuti,avendo ricevuto il battesimo.

“Dio non ci deluderà”Poco dopo Chiara rimane di

nuovo incinta. Il bimbo, Davi-de Giovanni, dopo la terzaecografia rivela una disabilitàalle gambe; ma dopo la quartaanche per lui la diagnosi è dinon compatibilità con la vita.

“Quando Dio rivela loro diDavide Giovanni, che non vi-vrà e che anche lui è prontoper il Cielo - riferisce il librogià citato -, Enrico e Chiarahanno già fatto quest’espe-rienza. Si sono fidati, non sonorimasti delusi. Per questo an-che ora dicono «Non ci delu-derà»”.

Davide Giovanni nasce il 24giugno 2010 e passa a migliorvita in trentotto minuti, dopoesser stato battezzato. Anche ilsuo funerale, come già era sta-to quello di Maria Grazia Leti-zia, parla di grazia ricevuta edi vita eterna.

Pochi mesi prima della suanascita, Chiara aveva scritto, atestimonianza della sua matu-rità di fede: “Chi è Davide?Un piccolo che ha ricevuto indono da Dio un ruolo tantogrande... quello di abbattere igrandi Golia che sono dentrodi noi: abbattere il nostro pote-re di genitori di decidere su dilui e per lui [...]; ha abbattuto ilnostro «diritto» a desiderareun figlio che fosse per noi, per-ché lui era solo per Dio; ha ab-battuto il desiderio di chi pre-tendeva che fosse il figlio dellaconsolazione, colui che ciavrebbe fatto dimenticare ildolore di Maria Grazia Letizia[...]; ha dimostrato che Dio imiracoli li fa, ma non con lenostre logiche limitate, perchéDio è qualcosa di più dei no-stri desideri”.

Perché amare, per Chiara,

Nell’Anno della misericordia, una serata sui “santi della porta accanto”

“Siamo nati e non moriremo mai più”“Siamo nati e non moriremo

mai più” è il tema della serata,organizzata da il Nuovo Giorna-le e dal Forum provinciale delleassociazioni familiari, in pro-gramma giovedì 26 novembre al-le ore 21 al cineteatro President(via Manfredi, Piacenza).

Il titolo prende spunto dal li-bro dedicato alla storia di ChiaraCorbella Petrillo, la cui lumino-sa testimonianza di fede saràraccontata dai genitori Roberto eAnselma.

Sarà un’occasione per prepa-rarci all’Anno della misericor-dia, con l’aiuto del vescovo

mons. Gianni Ambrosio che sali-rà sul palco del President insie-me ai Corbella. Ma anche perparlare, a partire da Chiara e daalcuni testimoni vissuti sul no-stro territorio, di quelli che PapaFrancesco, all’Angelus del 1°novembre scorso, ha definito i“santi della porta accanto”. Nel-l’occasione, verrà presentata lanuova collana “Il centuplo quag-giù e l’eternità” che il NuovoGiornale promuove nell’Annodella misericordia.

A lato, la copertina del libro suChiara Corbella.

Accanto al titolo, Chiara Corbella e il marito Enrico Petrillo il gior-no del matrimonio, celebrato ad Assisi. Sopra, con la benda dovutaalla metastasi all’occhio.

IL CORSO “GENITORI IN REGOLA”N ell’ambito del progetto

Reti di Comunità, pro-mosso dall’Associazio-ne Oratori piacentini e

dagli Educatori di strada, gio-vedì 19 novembre nella Saladegli Arazzi del Collegio Al-beroni inizierà un ciclo diquattro incontri dedicato aigenitori sul tema della gestio-ne delle regole, disciplina e re-sponsabilità.

“«Genitori in Regola» -spiega Maurizio Iengo, psico-logo e educatore - è il prose-guimento dei corsi a sostegnodella genitorailità che già daalcuni anni svogliamo allaparrocchia di San Lazzaro. Lanovità di questa edizione èche abbiamo deciso di allarga-re gli incontri a tutti i genitoripiacentini. Abbiamo calcolatoche gli studenti che frequenta-no le scuole piacentine, dallaprima elementare alla quintasuperiore, sono circa sedici-mila. Abbiamo perciò stampa-to altrettanti volantini perraggiungere, attraverso la di-

so delle serate, molto materia-le con il quale lavorare e deglistrumenti che i genitori po-tranno utilizzare, verificando-ne l’utilità a casa, anche du-rante le settimane del corso”.

Alle serate (il 19 e 26 no-vembre e il 3 e 10 dicembre,dalle ore 20.15 alle 22.45), chesaranno condotte da AlbertoGenziani e Maurizio Iengo,potranno partecipare 300 per-sone; verranno ritenute validele prime trecento adesioni in-viate all’indirizzo e-mail: [email protected]. Igenitori interessati a parteci-pare potranno contattare, perrichieste d’informazione odubbi, direttamente il forma-tore Alberto Genziani al nu-mero 338.9620608.

Benedetta Scagnelli

stribuzione nelle scuole, tuttele famiglie con figli in età sco-lare”.

Il tema delle regole è unodei più frequenti nelle richie-ste di sostegno alla genitoria-lità e la famiglia rimane il luo-go dove favorire i comporta-menti autoregolativi e dove ipiù piccoli imparano a inte-

riorizzare norme e valori dicomportamento. “Quello sucui vogliamo puntare - conti-nua Iengo - è la praticità delcorso. Vogliamo dare unamappa ai genitori, una seriedi strategie attraverso le qualipossano orientarsi nel mecca-nismo regole e sanzioni dadare ai figli. Daremo, nel cor-

ilnuovogiornale

Un’iniziativa dell’Associazione Oratori e degliEducatori di Strada da giovedì 19 novembre.

Il coordinatore Iengo: vogliamo offrire strategiesulla gestione di regole e responsabilità

“ Lo scopo della nostra vitaè amare ed essere sempre pronti

ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore

ti consuma, ma è bello morire consumati proprio come una candela

che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo