Dimagrire Usando La Testa. Dife - Luciano Casolari

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Dimagrire usando la testa

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  • 2013 Imprimatur editoreTutti i diritti riservatiImprimatur editore un marchio di Francesco AlibertiPromozione e distribuzione rcs LibriSede legale e operativa:Via Meuccio Ruini, 74 - 42124 Reggio EmiliaTel. 0522 232222Per limmagine di copertina leditore resta a disposizione di eventuali aventi diritto.

    Ebook realizzato da Laura Vallisneri

  • IndiceFrontespizioColophonIndiceIntroduzione1. La dieta iperproteica e la dieta Dukan: pro e contro2. Come ragiona il nostro corpo?3. Come ragiona la nostra mente rispetto al cibo?4. Ansia, stress e cibo5. Cibo negli stati di stress e ansia6. Immagine corporea e sindrome metabolica7. Accumulo di grasso e immagine sociale8. Le motivazioni della dieta9. La dieta equilibrata10. Psicologia preliminare per intraprendere la dieta11. Alcune strategie per una dieta12. Vuoi veramente cambiare te stesso?

  • Introduzione

    Per milioni di anni i nostri antenati sono stati selezionati dalle severe leggi della natura, scoperte daDarwin, in base alla loro capacit di accumulare calorie e peso corporeo. Solo coloro cheriuscivano in poco tempo ad assimilare il contenuto energetico delle bacche, dei tuberi o delle carnidi animali che occasionalmente riuscivano a cacciare, erano in grado di sopravvivere. Gli altri eranodestinati a morire. Noi siamo il frutto di questa millenaria selezione naturale e il nostro corpo hasviluppato enormi capacit di tramutare ogni alimento in energia e di accumularla sotto forma ditessuti adiposi che possono servire in caso di necessit. Questa straordinaria capacit per millenni stata una ricchezza che ha permesso ad alcuni di avere maggiori possibilit di sopravvivere rispetto acoloro che, assimilando poco e avendo scarse capacit di accumulare peso, non erano in grado direggere alla privazione di cibo che puntualmente si determinava durante i lunghi inverni.Per esorcizzare la paura di morire di fame luomo, nei millenni, ha istituito riti e feste che cadono

    puntualmente nel momento pi oscuro, cupo e freddo dellanno, tra dicembre e gennaio. Durante talifeste il rito del cibo abbondante, della tavola riccamente imbandita, della cena o del pranzo assiemeai propri cari e agli amici serve a scacciare lincubo millenario che ha attanagliato i nostri antenati:quello di morire di fame.Da cento anni a questa parte in Europa e Nord America la disponibilit di cibo progressivamente

    aumentata. La rivoluzione tecnologica e la supremazia militare ed economica hanno fornito unaquantit pressoch illimitata di beni alimentari, cosa che ha permesso a un decimo della popolazionemondiale di non soffrire pi la fame e avere disponibilit energetiche in quantit. Nel corso di questoperiodo, per, negli stessi Paesi si progressivamente sviluppato un problema opposto. Quel corpo,cos perfetto e capace di accumulo energetico, che nei millenni aveva fatto la fortuna dei nostriantenati, non era pi adeguato per la nuova situazione. La sua capacit di accumulare energiapotenziale sotto forma di grassi che alloccorrenza possono essere utilizzati per sopravvivere, nonera pi la grande risorsa che permetteva la vita ma diveniva una condanna allaccumulo di peso finoallobesit.Il paradosso terribile che quelle capacit di accumulo che hanno permesso in milioni di anni di

    sopravvivere ora sono la condanna a soffrire di quelle malattie legate al sovrappeso. Non possiamosperare che la selezione naturale ci aiuti, perch sappiamo che essa agisce a lungo termine in eregeologiche e, soprattutto, che opera con modalit brutali, portando alla morte un gran numero diesseri viventi.Da questo ragionamento deriva una sola conseguenza: rassegniamoci! Siamo nati e il nostro corpo

    stato selezionato per essere in sovrappeso! La magrezza assolutamente poco naturale se intendiamocome naturale ci che siamo ora geneticamente. Solo in alcune stagioni della vita caratterizzate da unnotevole accrescimento la magrezza pu avere una sua fisiologia e normalit. In tutte le altre fasi naturale che il nostro corpo accumuli energia preziosa e cerchi di preservarla sotto forma di grasso

  • corporeo.Le statistiche ci dicono che in Occidente oltre il 40 per cento della popolazione in sovrappeso e

    oltre il 15 per cento presenta un problema di obesit. Come vedremo nel corso di questo libro tuttoci determina un serio problema per la salute di questi individui, anche perch i fattori di rischio sisommano e, come verr spiegato, a un certo punto si determina un circolo vizioso per cui pi sei insovrappeso pi il tuo corpo tende ad aumentare la sua massa grassa. LOrganizzazione Mondialedella Sanit ha definito questa sorta di epidemia Globesity (sintesi fra le parole obesit eglobale) in quanto progressivamente tende a colpire anche i Paesi che fino ad alcuni decenniorsono venivano considerati in via di sviluppo.Accanto a questo problema sanitario, che riguarda soprattutto lapparato cardiocircolatorio,

    intestinale ed epatico, emerge ancora pi allarmante, perch molto pi diffuso e distruttivo, unproblema psicologico: oltre i due terzi della popolazione occidentale si sentono inadeguati rispetto alproprio peso corporeo. Anche coloro che presentano un lieve sovrappeso o addirittura un pesonormale non accettano il proprio aspetto.Perch accade tutto questo?Tutti i giorni i mezzi di informazione di massa ci propinano immagini di corpi che sono

    assolutamente impossibili da emulare. La maggior parte delle persone non ha gli stessi geni deimodelli e delle modelle televisive, che svolgono quel mestiere proprio per la loro particolarit.Oltre a ci, la gente normale non pu dedicare quattro o cinque ore al giorno alla cura del propriocorpo come abitudine degli sportivi o dei divi dello spettacolo. A dispetto di ci la tendenza dellepubblicit che declamano la bellezza della donna e delluomo magri assolutamente invadente eopprimente. Oltre alla pubblicit esplicita c anche una persuasione implicita, a volte nascosta, percui lessere magri considerato positivo. Ad esempio in un telefilm nel 99 per cento dei casi ilpersonaggio cattivo sovrappeso o obeso mentre quello buono magro e atletico. Appare strano chela pubblicit indirizzata verso persone normali invece di rappresentare proprio la normalit tenda aenfatizzare fisici impossibili da mantenere, se non dedicando la gran parte della propria vita a questoscopo.La spiegazione terribile, ma purtroppo tremendamente vera, che i pubblicitari hanno capito che il

    miglior compratore la persona moderatamente insoddisfatta. Se una persona molto insoddisfattao depressa non avr voglia di nulla e sar chiusa nel proprio dolore. Se viceversa sar felice nonsentir il bisogno di oggetti o prodotti. La persona moderatamente insoddisfatta, invece, il perfettoconsumatore perch sente dentro di s che c qualcosa che non lo soddisfa appieno, ha energie evolont per cambiare le cose e cade nel trabocchetto psicologico di ritenere che comprando certioggetti o servizi riuscir a colmare la sua insoddisfazione. Questo puntualmente per un attimosuccede e, quindi, la persona moderatamente insoddisfatta per qualche momento si sentir appagata,ma questa sensazione sar destinata a svanire perch linsoddisfazione non legata alla mancanza diqualcosa ma a un vissuto interiore. Il miglior prototipo della persona moderatamente insoddisfatta ladolescente che si trova in una fase della vita a met fra il bambino che era e ladulto che sar.Sente dentro di s il lutto per il ruolo e il corpo infantile senza ancora possedere gli aspetti adulti.Per questo ladolescente ha un bisogno molto forte di appoggi esterni, che verranno forniti dal gruppoe da oggetti che gli danno sicurezza. Appartenere al gruppo apparir ai suoi occhi vitale, per cui fardi tutto per farsi accettare vestendo alla stregua degli altri, seguendo le mode e circondandosi dioggetti simbolo del gruppo. I pubblicitari hanno capito che ladolescente il miglior compratore che

  • ci sia e quindi indirizzano verso di lui le loro campagne di promozione. Il problema per cheladolescenza normalmente finisce dopo alcuni anni. Cosa hanno allora escogitato? Semplice:rendere il pi adolescenti possibile anche i bambini e gli adulti. I bambini vengono bersagliati damessaggi in cui devono assumere ruoli adolescenziali fin dalla pi tenera et. Si trasmettono spot incui i bambini hanno fidanzati, si atteggiano ad adolescenti e si vestono come tali. Ancora pi facile,il gioco di trasformazione in adolescenti, stato avviato anche con gli adulti: mamme quarantennivengono bombardate da messaggi pubblicitari in cui il comportamento corretto da tenere quellodelle teen-ager; padri attempati per seguire il divo o il film del momento dovrebbero comportarsi dabulletti adolescenziali. I grandi miti dello spettacolo sono in fondo adolescenti con un corpo adulto,come Marilyn Monroe e James Bond: non sono certo adulti che ponderano prima di agire, maadolescenti insoddisfatti che cercano sempre qualcosa che li appaghi senza trovarlo mai.In questa spinta della pubblicit, sia esplicita che implicita, a rendere il pi possibile vogliosa di

    acquisti la popolazione adolescente e moderatamente insoddisfatta, emerge prepotente laspettocorporeo. Il corpo adolescenziale, generalmente magro e flessuoso per ragioni di crescitaprorompente in atto, divenuto limmagine da raggiungere. Spingendo, in modo subliminale oesplicito, verso la ricerca di un corpo adolescenziale i pubblicitari ottengono due piccioni con unafava. Da un lato hanno imposto il preconcetto che let pi desiderabile della vita ladolescenza,con tutto ci che ne consegue in termini di comportamenti, atteggiamenti e soprattutto, per loro,bisogno di acquisti. Dallaltro hanno imposto la ricerca di unimmagine corporea irrealizzabile perla maggior parte delle persone adulte. infatti quasi impossibile avere a trenta, quaranta ocinquantanni un corpo da adolescenti. una sorta di utopia in quanto, anche se ci fosse lo stessopeso, la distribuzione delle masse muscolari, adipose, elastiche eccetera sarebbe assolutamentediversa. Con questo meccanismo i pubblicitari fanno Bingo in quanto, per definizione, la ricerca diun corpo adolescenziale porta a essere moderatamente insoddisfatti, con tutto quello che ne conseguein termini di acquisti.Qualcuno obbietter che la pubblicit lanima del commercio e non si pu coartare o

    regolamentare ma deve essere libera. La libert di qualcosa per spesso a scapito di altro: inquesto caso la libera pubblicit incide sui valori di stuoli di esseri umani che, soggiogati daimessaggi commerciali, si comportano in et ormai matura come degli adolescenti e quindi come deiperfetti imbecilli. Ci sono in giro plotoni di quaranta-cinquantenni che hanno introiettato limperativocategorico devo divertirmi con nascosta la clausola atteggiandomi come mio figlio adolescenteche un perfetto immaturo: quindi, essendo io adulto, devo comportarmi come uno scemo. Per nonparlare dei trentenni, che ormai hanno acquisito il diritto di sentirsi a tutti gli effetti degli adolescentie di essere assolutamente incoerenti. Se fossimo un po pi paranoici potremmo pensare che ladisoccupazione giovanile nei Paesi occidentali sia voluta, in quanto il classico cacio suimaccheroni per i pubblicitari. Alimenta, infatti, linsoddisfazione di milioni di giovani rendendoliadolescenti e docili consumatori invece che giovani intenti a cambiare il mondo attraverso il lorolavoro e impegno familiare.I libri sulle diete spesso possono essere validi nei presupposti medici ma poi, inevitabilmente,

    alimentano questa enorme mistificazione e sono il cavallo di Troia per determinare nelle persone unamoderata insoddisfazione. Sappiamo che il 95 per cento delle diete che troviamo proposte nei tantilibri hanno qualche risultato temporaneo, ma poi falliscono. Questo avviene proprio perch lo scopoultimo quello di tenere la maggior parte della popolazione in uno stato perenne di ricerca di

  • qualcosa che non avr mai: il corpo fantasticato e visto attraverso gli occhi distorti e mistificatoridella pubblicit.La dieta iperproteica, la cosiddetta dieta Dukan, negli ultimi anni sta avendo un grandissimo

    successo perch estremamente funzionale agli scopi del meccanismo pubblicitario-commercialeche si prefigge il massimo delle vendite e del profitto. In questo libro verr descritta con i suoi pro econtro da un punto di vista alimentare, dietologico e medico. Mi preme per fin da subito sottolineareche la dieta iperproteica ha due caratteristiche molto negative: antiecologica e tende a crearedipendenza. Mangiare per settimane solo proteine assolutamente antiecologico in quanto perprodurre carni occorrono quantit elevatissime di cereali e spreco enorme di energia, quando invecesappiamo che luomo ha necessit di pochissime proteine derivate dalle carni. La dipendenza vienedeterminata perch subito si ottiene un risultato evidente in termini di calo di peso, per poi avere unaripresa pressoch totale a meno che non si continui a tempo indeterminato la dieta. Come lalcolistache la sera beve per essere euforico e la mattina successiva si sente uno straccio, per poi desideraredi bere di nuovo, cos anche chi si sottopone alla dieta iperproteica trover un indubbio immediatorisultato, ma il rischio quello di una ripresa veloce del peso con la necessit di sottoporsinuovamente a dieta: il classico meccanismo che crea dipendenza e perpetua nel tempo il problema.Questo volume vuole essere una riflessione contro le diete non per incentivare il sovrappeso o

    lobesit, che sono malattie da contrastare, ma per aprire gli occhi alle manipolazioni sul proprioaspetto corporeo perpetuate dai mezzi di comunicazione di massa. Solo con unautoconsapevolezza eaccettazione del proprio essere bambini, adolescenti e poi adulti allet giusta pu comparire un sanobisogno di trovare un proprio equilibrio corporeo. Nellultima parte del libro verr chiarito che soloattraverso un percorso psicologico in cui introiettiamo nella nostra mente unidea di corporagionevole rispetto alla nostra et troveremo le modalit per raggiungere, assistiti da un bravodietologo, il peso giusto.

  • 1. La dieta iperproteica e la dieta Dukan: pro e contro

    La dieta Dukan si basa sulla riduzione drastica dei carboidrati a favore di alimenti proteici (fra cuicarne, pesce, formaggi e uova), la cui pericolosit viene minimizzata sostenendo che si tratti dialimenti magri. In realt magri non sono, avendo la carne e i formaggi un contenuto altissimo digrassi saturi, quelli cio maggiormente dannosi per la salute.Tra i primi a esprimersi sono stati i nutrizionisti della British Dietetic Association, secondo i quali

    la dieta Dukan un regime che non andrebbe mai seguito, perch comporta effetti collateraliimportanti come perdita di forze, stitichezza e alitosi per cui la perdita di peso associata alpotenziale insorgere di altre patologie, alcune delle quali anche serie.In Francia il medico che per primo si espresso contro stato Jean-Michel Cohen, che ha definito

    questa dieta come pericolosa perch non presta attenzione alle calorie ma solo al tipo di alimento.Questo potrebbe comportare oltre ai pericoli che interessano il fisico, anche rischi che riguardano lasfera psicologica. Unalimentazione che sottopone lorganismo a continue privazioni, potrebbe,infatti, causare linsorgenza di veri e propri disturbi del comportamento alimentare difficili dadebellare.In Italia si espressa lAssociazione nazionale dietisti, che ha bollato la dieta Dukan come un

    regime alimentare particolare e destinato solo a chi non ha alcun problema, dal momento che il suoapporto proteico eccessivo. LAssociazione, inoltre, ha puntato il dito sul fatto che, ricerche allamano, chi ha seguito questa dieta per sei mesi ha avuto gli stessi benefici di chi, per lo stesso tempo,ha seguito un altro tipo di dieta, per esempio quella mediterranea. Linteressante editoriale delBritish Medical Journal aggiunge:

    La popolarit delle diete iperproteiche negli anni cresciuta, e ci lo dimostra la diffusione di diverse varianti (dieta Atkins, dieta Zona,dieta South Beach, dieta Dukan), tutte accumunate, quindi, da un aumento dellapporto di proteine a scapito dei carboidrati. Lapopolarit di tali diete stata probabilmente favorita sia dallaccattivante pubblicit commerciale che le ha proposte sia dallevidenzache a breve termine sono in grado di determinare una maggior perdita di peso rispetto alle diete a controllato apporto in grassi. In ognicaso ci sono due considerazioni da fare: non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino che nel lungo termine le diete iperproteichedeterminino una maggior perdita di peso rispetto alle diete tradizionali; inoltre a oggi lunica dieta che ha dimostrato in modo chiaro diprevenire le malattie cardiovascolari la dieta mediterranea, che rimane pertanto quella che gli specialisti dovrebbero consigliare per ilcontrollo del peso a lungo termine.

    A questo proposito ricordiamo che il 16 novembre 2010 lUnesco riconosceva la dieta mediterraneacome patrimonio dellumanit per le sue propriet di contrasto dellinvecchiamento cellulare, dellemalattie cardiovascolari e dellobesit.La dieta Dukan un tipo di dieta iperproteica che cerca attraverso le proteine, lo stimolo

    metabolico e il meccanismo biochimico della chetogenesi la riduzione del tessuto adiposo in

  • eccesso. Ma vediamo pi in dettaglio com strutturata.Il programma basato su quattro fasi. La prima, soprannominata di attacco, dura dai tre ai dieci

    giorni, ed composta solo da proteine pure. Sono contemplati quindi solo alimenti altamenteproteici. Non ci sono restrizioni n sulle quantit, n sulle combinazioni, n tanto meno sugli orari. la fase in cui la perdita di peso rapida e intensa.Nella seconda fase, detta di crociera, alle proteine si possono affiancare alcuni tipi di verdure,

    ma ancora niente carboidrati.In queste prime due fasi, sebbene siano quelle dimagranti, consentito mangiare molto a scopo

    preventivo, prima ancora che sopraggiunga la fame. La prescrizione : Mangiate ogni volta che nesentite il bisogno!La terza fase, chiamata di consolidamento, obbliga a portare avanti il lavoro fatto. La durata del

    consolidamento equivale a dieci giorni per ogni chilo perso. Si possono aggiungere degli amidi edella frutta, ma solo due volte a settimana. Sono inoltre concessi due pasti di festa a settimana; poilentamente, evitando gli eccessi, si potranno introdurre gli alimenti evitati fino a questo momento.Lultima fase, detta di stabilizzazione, quella che dovrebbe durare a lungo. Si dovranno

    rispettare tre regole fondamentali: praticare attivit fisica regolare, assumere tre cucchiai al giorno dicrusca davena e il gioved mangiare solo proteine pure.Quali sono i benefici e gli effetti negativi del programma Dukan?I vantaggi sono diversi: una perdita iniziale di peso elevata, che permette a chiunque di rimanere

    motivato, quanto meno nelle prime due fasi, ma a che prezzo?1) Fa ottenere rapidamente dei risultati, e questo rappresenta motivo di soddisfazione e di piacere.

    Testimonianza di Virginia: Premetto che non ho mai avuto problemi di salute particolari. Ho perso sette chili in due mesi, seguendo ladieta Dukan alla lettera, facendo anche contemporaneamente molta attivit fisica. Sicuramente non va protratta per lunghi periodi seemergono effetti collaterali, ma se una persona in salute come me non ci si pone limiti di tempo. Quello che ho imparato che lafase di mantenimento molto importante, e se non la si segue si rischia di aver lavorato per niente.

    2) Permette di mangiare fino alla saziet, grazie al potere sfamante dato dalle proteine.Testimonianza di Caterina: Con questa dieta non ho mai sofferto la fame e questo aspetto mi ha aiutata molto a non abbuffarmi dicibi ipercalorici, come ad esempio i biscottini o le arachidi alla macchinetta sul posto di lavoro. Grazie alla dieta Dukan ho perso diecichili e questo mi ha aiutata ad avere unimmagine di me pi positiva. A mio avviso, per, una dieta provvisoria, cio molto utilenella fase di perdita di peso, ma non penso possa diventare un regime alimentare a lungo termine.

    3) Presenta pasti facili da preparare e in breve tempo, aspetto sicuramente apprezzato dalla maggiorparte delle persone.4) Concede due pasti liberi a settimana, che aiutano a tenere a freno eventuali strappi.

    Testimonianza di Francesca: Purtroppo anche se ho solo ventanni ho alle spalle gi tre percorsi di diete seguite per un po ma poiabbandonate. La cosa principale che mi pesava nelle diete precedenti era la presenza di un solo pasto libero a settimana, che essendouna ragazza giovane mi portava a dover rifiutare degli inviti a cena con gli amici. La dieta Dukan, invece, mi d la possibilit di faredue pasti liberi a settimana e mi sembra un sogno.

  • 5) Introduce delle buone abitudini che dovrebbero entrare a far parte del quotidiano di chiunque (adesempio svolgere attivit fisica e bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno).

    Bianca arriva in ambulatorio per un lieve aspetto depressivo conseguente alla separazione dal marito, avvenuta sei mesi prima. Neicolloqui riferisce che, oltre alle soddisfazioni date dai figli, in questo momento della sua vita riuscita a ottenere risultati positivi nelseguire il regime alimentare del dottor Dukan. Nello specifico aveva bisogno di essere apprezzata dagli altri e, incuriosita dalla dietache aveva fatto dimagrire lamica Anna, ha provato a leggere il libro e a iniziare passo dopo passo a seguire il programma. Allinizioera una scommessa che aveva fatto con se stessa, ma mentalmente si ripeteva: Tanto anche qui fallir; mentre invece giorno dopogiorno, con grande stupore, la signora Bianca riuscita a seguire la dieta. Ce la sto facendo, forse anche perch ho sempre mangiatopochi carboidrati e sono una persona poco golosa, ma quello che mi sta aiutando principalmente il fatto che nel libro del dottor Dukanvengano proposte ricette facili e veloci. Al momento la signora Bianca si trova nella fase di crociera e la motivazione a continuareil programma ancora presente.

    La dieta Dukan presenta per altrettanti aspetti negativi:1) A livello fisico una dieta pericolosa, che sottopone il corpo di chi la segue a un forte stress.

    Essa, infatti, sovraccarica organi fondamentali come fegato e reni, nello specifico incrementandoeccessivamente i livelli di azoto nel sangue (iperazotemia). Questi aspetti si concretizzano con varisintomi, come ad esempio forte stipsi, emicrania, stanchezza intensa, nausea, perdita di capelli,aumento del colesterolo cattivo ed eccessiva concentrazione di acido urico nel sangue. Gli espertidellAnses stimano, in coloro che seguono tale dieta, una carenza di fibre dieci volte inferiore alfabbisogno nutrizionale raccomandato e un apporto di proteine almeno tre volte superiore. IreneMargaritis, capo dellunit di valutazione dei rischi nutrizionali dellAnses, ha dichiarato lapericolosit del regime soprattutto per le donne incinte. Infatti lalto consumo di frattaglie e pesceazzurro pu causare un eccesso di vitamina A causa di malformazioni nel nascituro oltre allagrave carenza di carboidrati, che potrebbe portare a malformazioni della colonna vertebrale delbambino.

    Giulia, di quarantasei anni, in sovrappeso, si presenta dallo psicologo, inviata dal ginecologo in seguito a una diagnosi di scompensiormonali. La signora Giulia riferisce di soffrire da anni di problemi di tiroide, motivo per cui prende farmaci e si controlla ogni sei mesi,ma la situazione peggiorata in seguito alladesione al programma Dukan. Consigliata dal medico a perdere peso, da sola avevaintenzione di perdere dieci chili, cos ha comprato il libro e ha iniziato a seguirne i dettami senza chiedere consiglio a un professionista.Dopo un paio di mesi di dieta, recatasi a fare i controlli abituali per controllare i valori della tiroide (essendo ipotiroidea), dellazotemiae del colesterolo, si rende conto che sono tutti alterati, in particolare il colesterolo, che presenta un valore molto alto. A quel puntodecide di abbandonare la dieta e, con il consiglio medico, aumenta il dosaggio del farmaco per la tiroide; dopo un mese i valoririentrano nella norma.

    2) Il regime dietetico iperproteico pu, inoltre, provocare gravi carenze di minerali e di vitamine(soprattutto la vitamina C), con conseguente carenza di potassio e comparsa di crampi.3) una dieta costosa, perch composta principalmente di proteine pure e gallette di crusca

    davena gi pronte, che fanno risparmiare tempo ma non certo denaro.4) Oltre ai pericoli che interessano il fisico, la dieta iperproteica espone a rischi che riguardano

    anche la sfera psicologica. Unalimentazione che sottopone lorganismo a continue privazioni

  • potrebbe causare linsorgenza di veri e propri disturbi del comportamento alimentare difficili dadebellare.5) Il fattore yo-yo: anche la dieta Dukan, come tutte le altre diete prescrittive, porta con s il rischio

    di riacquistare i chili perduti e anche qualcosa in pi, come afferma Jean-Michel Lecerf dellIstitutoPasteur di Lille. Boris Hansel, endocrinologo che fa parte dellAuthority francese per la sicurezzaalimentare (Anses), ha dichiarato:

    Il nostro studio dimostra che un anno dopo aver cominciato questa dieta, il 35 per cento delle persone ha ripreso i chilogrammipersi. Dopo due anni sono il 64 per cento a essere di nuovo ingrassate e dopo tre anni ben l80 per cento ha riacquistato i chili persi eafferma che questa dieta pu avere gli effetti negativi sulla salute come diabete, patologie cardiovascolari, disturbi del fegato e deireni.

    6) Al centro del programma viene posta la dieta e non la persona. Come la maggior parte dei regimidietetici, risulta generalizzata, e non tiene in considerazione gli aspetti soggettivi come i valori delsangue, la motivazione della persona a perdere peso, gli obiettivi primari e secondari, le emozioni, lafase della vita che sta vivendo.7) Il consiglio che il dottor Dukan offre soprattutto nelle prime due fasi, di mangiare a volont a

    scopo preventivo prima che sopraggiunga la fame, diseducativo e stimola la persona a nutrirsisenza ascoltare i segnali che provengono dal proprio corpo. Passa, inoltre, un messaggio altamentenegativo: cio quello che il cibo sia un semplice riempitivo, mentre invece la sua funzione dovrebbeessere di carburante per permettere allorganismo di poter svolgere le azioni che la vita quotidianarichiede.8) Il programma pone laccento su una posizione del professionista autoritaria, infatti il dottor

    Dukan sostiene che un piano dimagrante deve essere formulato da unautorit esterna che sisostituisce a quella della persona, dettando regole precise e sviluppando condizionamento.Questo un aspetto molto negativo perch deresponsabilizza la persona e destruttura i

    comportamenti alimentari. Il programma impone delle regole senza insegnare a gestire gli stimolinegativi interni (craving, emozioni e fame) o esterni (cene sociali, occasioni speciali, stimolipubblicitari) che continuamente la vita quotidiana propone. In questo modo la persona rimanedipendente da un modello rigido che non sempre pu risultare efficace. Anche in questo aspetto ilprogramma non propone niente di geniale e nuovo rispetto ad altri regimi dietologici proposti sino aoggi. Unica differenza del metodo Dukan la fa il marketing.Il New Journal of Medicine ha pubblicato uno articolo che mette in luce unimportante verit. Si

    tratta di uno studio comparativo tra diete iperproteiche e dieta mediterranea ipocalorica, tramite ilquale si evinto che, per quanto nei primi sei mesi la riduzione di peso che si ottiene con una dietaiperproteica sia maggiore, sul medio-lungo termine si raggiunge lo stesso effetto che si otterrebbe conuna dieta molto pi bilanciata.Il dottor Boris Hansela (del reparto di Endocrinologia e di Prevenzione cardiovascolare

    dellOspedale Piti-Salptrire di Parigi, famoso per il suo reparto di Nutrizione) afferma: La dietanon sostenibile nel lungo termine perch non corrisponde ai bisogni del nostro corpo. Allinizio

  • provoca euforia per i risultati ottenuti velocemente, ma poi le restrizioni non sono pi gestibili epossono provocare disturbi del comportamento alimentare.

  • 2. Come ragiona il nostro corpo?

    Possiamo raffigurarci il nostro corpo come una macchina molto sofisticata che serve a permetterci lavita nel mondo. Necessita di energia per poter funzionare, e la trae dai cibi introdotti. Non si tratta diuna macchina stupida ma di una complessissima serie di regolazioni, autoregolazioni, feedbackpositivi e negativi, ormoni che interagiscono fra loro, sistemi integrati neuronali, infiammatori ecircolatori che tendono verso un equilibrio.Molte persone che vogliono dimagrire ritengono, a torto, che il loro corpo sia stupido: una sorta dicontenitore che si riempie e si svuota. Per questo cercano solo di cambiare la quantit di alimenti daintrodurre ritenendo che in questo modo otterranno il loro scopo: la perdita di peso. Questoatteggiamento assolutamente errato perch crea una sorta di lotta fra la mente dellindividuo e il suocorpo, lotta in cui, quasi sempre, la mente soccomber.

    Angela, ragazza di venticinque anni, era in sovrappeso da quando otto anni prima, durante ladolescenza, aveva avuto una delusioneamorosa. Si era rifugiata nel cibo che in quel momento aveva due funzioni: da un lato fornirle una gratificazione immediata, dallaltro,inconsciamente, distruggendo la sua bellezza, far sentire in colpa il suo ex ragazzo. Ora che si era definitivamente staccata dal ricordodel passato desiderava tornare a un peso ideale. Decise di utilizzare la forza di volont per smettere di alimentarsi. Tutti i giorni,quando tornava a casa dalluniversit, si riprometteva di mangiare solo una mela. In breve tempo cominci a perdere la massamuscolare. Si sentiva sempre sfinita e desiderava ardentemente tornare a mangiare. Si fermava davanti ai negozi di alimentari, ai bare alle pasticcerie della sua citt pensando a quello che desiderava. Dopo due mesi di scarso apporto di cibo era sfinita ed esausta percui, visto anche il notevole calo di peso, decise di riprendere ad alimentarsi. In breve riacquist quasi tutti i chili che avevafaticosamente perso.

    Dobbiamo essere consapevoli che il nostro corpo un organismo che ha un suo modo di ragionare.Il termine ragionamento potr sembrare eccessivo, ma quello che si avvicina di pi alla realt.La complessit corporea tale da configurarsi come una sorta di organizzazione elaborata, dotata diuna capacit di strutturarsi per reagire secondo una logica.Un esempio: se noi riduciamo lapporto di cibo il ragionamento conseguente del nostro corpo sar:

    in atto una carestia, occorre lanciare tutti i segnali di allarme possibili per costringere la mente aconcentrarsi di pi sul cibo e sulla sua ricerca. Nello stesso tempo occorre ridurre tutti gli sprechi dienergia e attivare meccanismi per assimilare il pi possibile ogni sostanza che viene ingerito. Diconseguenza, se la privazione del cibo continuer, il ragionamento del corpo sar: C il rischiodi morire, devo mettere il cervello sotto stress per indurlo a cercare disperatamente il cibo, occorreche lanci segnali allarmanti continui e ripetuti; devo ridurre ogni attivit, per cui conviene distruggerei muscoli, che non servono visto che non dovr consumare energia. Come si intuisce, ogni dietarischia di essere interpretata dal corpo come un pericolo per la sopravvivenza, innescando una lottafra il corpo e la mente.

  • Di fronte a una dieta equilibrata e continuativa il corpo penser: Devo adattarmi a questa nuovasituazione, posso accettare di stabilizzarmi su un livello inferiore di energie introdotte. Per questomotivo sentiremo meno la privazione del cibo e riusciremo nel nostro intento di ridurre il pesocorporeo.

    Angela, dopo il fallimento del tentativo di perdere peso smettendo di mangiare, decise di rivolgersi a un dietista. Questi le preparunelaborata dieta ipocalorica alla quale lei doveva giornalmente attenersi. Era necessario pesare gli alimenti, per avere unidea delloro apporto in calorie, e limitarsi ad alcune tipologie di cibi. Seguendo con scrupolo queste indicazioni, nel giro di due mesi Angela eracalata di quattro chilogrammi e si sentiva in forma.

    Di fronte a una dieta iperproteica o alla fase iniziale della dieta Dukan, il nostro corpo reagir cos:Mi mancano i carboidrati e gli zuccheri, arrivano solo proteine e ho problemi con reni e fegato persmaltirle. Devo ingerire meno proteine. Devo indurre il cervello a desiderare e bramare i carboidratie gli zuccheri. Il desiderio di zuccheri e di cibi proibiti dalla dieta aumenter a dismisura fino acostringerci a desistere dal nostro progetto.

    Angela faceva fatica a seguire la dieta. Doveva cercare di perdere gli ultimi quattro chilogrammi ma non vedeva i progressi cheavrebbe desiderato. Su consiglio di unamica lesse il libro sulla dieta iperproteica e cominci a seguirne le indicazioni. Nel giro di unmese era arrivata al peso desiderato ed era molto soddisfatta, anche se aveva cambiato carattere ed era divenuta irritabile escontrosa. Voleva continuare a calare per avere un margine che le permettesse di riprendere unalimentazione normale senza paura ditornare in sovrappeso. Continu a insistere con la dieta iperproteica, con risultati altalenanti, per alcuni mesi. Il suo corpo soffriva e leinon riusciva a mantenere le regole che si era imposta. Dopo due mesi non ce la fece pi, cominci a lasciarsi andare. Nel giro di tremesi era tornata in sovrappeso e aveva perso la fiducia sulla possibilit di mettersi di nuovo a dieta.

    Volendo andare incontro ai ragionamenti del corpo dovremmo incentivare lattivit fisica e ridurrecerti alimenti, in modo che il suo ragionamento sia: Devo abituarmi a svolgere maggiori attivitfisiche, per cui vale la pena aumentare la massa muscolare e ridurre i grassi, che sono un peso troppogravoso da portare appresso. Posso ridurre le mie riserve di energia perch divenendo pi fortepotr procurarmi cibo pi facilmente.Occorre riconoscere al nostro corpo una capacit di ragionare per andare incontro al suo modo di

    interagire con la nostra mente.Sintesi del capitolo:Il nostro corpo non un contenitore stupido da riempire o svuotare. Ha un suo modo di funzionare

    che abbiamo definito come una sorta di ragionamento. Tenendolo in considerazione abbiamo capitocosa sia possibile o impossibile fare per non metterci in lotta col nostro corpo.

  • 3. Come ragiona la nostra mente rispetto al cibo?

    Spesso crediamo di conoscere la nostra mente in toto e di poterla dominare. In realt la psicologia haampiamente dimostrato che essa presenta due componenti una cosciente e una inconscia cheinteragiscono in modo molto stretto tra di loro. Quella cosciente possiamo paragonarla a ci checompare sullo schermo del computer: la conosciamo, siamo consapevoli del suo contenuto epossiamo indirizzarla e cercare di dominarla. La parte inconscia corrisponde ai programmi softwaredel computer che noi non visualizziamo completamente e che spesso non possiamo cambiare, ma checondizionano il modo con cui funziona la mente cosciente. Linconscio il risultato della storiafamiliare, personale e di strutture sociali profonde radicate in millenni di civilt.Una dieta che tiene in considerazione solo la parte cosciente, e non il modo in cui funziona

    linconscio, destinata con molte probabilit al fallimento. Questo perch linconscio reagir allavariazione del comportamento con un suo modo speciale di ragionare. Anche in questo caso parlo diragionamento, termine che scientificamente pu essere considerato improprio (sarebbe forse picorretto il funzionamento), per rendere pi semplice la comprensione a chi non si occupa dipsicologia. utile pensare che il nostro inconscio ragioni in certi modi per capire quello che puaccadere.

    Benedetto era arrivato alla soglia dei cinquantanni. Da oltre dieci anni era in netto sovrappeso, con oltre quindici chili di eccesso. Nonsi era mai preoccupato del suo aspetto fisico in quanto si era sempre e solo dedicato alla famiglia e al lavoro. Un giorno incontr uncompagno di classe delle superiori che gli parl dei suoi svariati malanni. Aveva avuto da poco un infarto, doveva sottoporsi a unintervento di disostruzione per una placca arteriosclerotica alla carotide e lamentava dolore alle ginocchia. La causa di tutte questesofferenze era il sovrappeso e la forte ipercolesterolemia. Benedetto rimase molto colpito da questo incontro, cominci a pensare cheanche per lui cerano questi fattori di rischio e a temere di poter incorrere in patologie analoghe. Fu come se dentro di lui si fosseaccesa una lampadina, che illumin il suo desiderio di tornare in forma. Da quel giorno Benedetto si mise a correre tutte le sere e afrequentare con assiduit un gruppo podistico. Il suo progetto era quello di poter partecipare lanno successivo alla maratona di NewYork, per cui lallenamento era molto intensivo. Cal vistosamente nel giro di sei mesi, tornando a un peso adeguato. Sua moglie in unprimo momento era contenta che Benedetto facesse ginnastica ma, dopo un po, cominci a lamentarsi perch lui non si occupava pidei figli e delle incombenze familiari. Vedendo il cambiamento fisico di Benedetto si sentiva gelosa. Era preoccupata per il fatto che algruppo podistico partecipavano alcune donne nubili e altre separate, e cominci a essere tesa e sempre arrabbiata, fino a negarsisessualmente, perch provava, nascostamente, una forte aggressivit verso il cambiamento che Benedetto aveva innescato in sestesso.

    Se decidiamo di sottoporci a una dieta linconscio potr ragionare secondo il seguente schema: in atto un dimagrimento che porter a delle conseguenze nel mio carattere, nelle mie relazioni e nelmodo in cui gli altri mi percepiscono. Come mi sentir con un corpo pi magro? Cosa rappresentaper me la magrezza? Come reagiranno i miei genitori, il mio partner o i miei figli? Come verrpercepito dai colleghi, dagli amici o dai conoscenti? In che modo influisce questa diversa immagine

  • corporea sullaltro sesso, sul lavoro o sulle aspettative degli altri nei miei confronti?Per poter dare una risposta a questi interrogativi linconscio far riferimento a strutture consolidate

    in decenni di relazioni interpersonali e negli stereotipi mentali presenti nella societ.Partiamo da questi ultimi, che potremmo definire come elementi inconsci collettivi relativi

    allimmagine corporea. La magrezza nel maschio per millenni stata vissuta come debolezza eincapacit di affrontare i pericoli della vita. Egli doveva mostrare anche attraverso il suo aspettofisico la forza necessaria a coltivare la terra, cacciare gli animali e proteggere moglie e figli daipericoli. Il sovrappeso maschile per secoli ha rappresentato il benessere sociale, espressione dellacapacit di procacciare cibo. Per questo motivo ancora oggi una pancetta maschile viene accettata evissuta in termini positivi.

    Benedetto soffriva per il distacco affettivo della moglie e nel vederla sempre rabbiosa. Per andare incontro ai suoi bisogni cominci arallentare le uscite serali per la corsa e a mangiare di pi. Stava riprendendo alcuni chili. Aveva anche deciso di non allenarsi pi perla maratona.

    Per quanto riguarda le donne, la magrezza nella storia dellumanit testimoniava incapacit diprocreazione e quindi veniva vissuta in modo negativo, mentre il sovrappeso femminile dopo lanascita dei figli corrispondeva allimmagine materna per eccellenza.Lobesit sia maschile sia femminile nei secoli era prerogativa esclusiva di piccolissime fasce di

    popolazione molto ricche e potenti. Rappresentava quindi qualcuno da denigrare, osteggiare oaggredire.Esistono poi elementi inconsci personali che si rifanno alle nostre esperienze infantili. Per tentare di

    capirle dobbiamo cercare di ricordare persone amate magre, normali o grasse come ad esempiofamiliari significativi o figure di riferimento quali gli insegnati, il medico, listruttore sportivo. Lanostra maggiore o minore vicinanza emotiva a questi individui ha determinato in noi una visione dellaloro immagine corporea magra o grassa positiva o negativa.

    La moglie di Benedetto aveva uno zio paterno che verso la mezza et aveva lasciato la moglie per mettersi con una ragazza diventanni pi giovane, e dopo la separazione era calato di peso. Questo ricordo nella sua mente si associava al cambiamento che siera determinato nel marito, provocando la sua gelosia. Benedetto, ritornando ad aumentare di peso, le stava dicendo col corpo: Tivoglio bene. La famiglia per me viene prima di tutto.

    Ci possono essere poi delle esperienze infantili valorizzanti o denigratorie riguardo al peso:lessere stati additati come palle di lardo o grissino dai compagni di scuola, essere stati scartatinelle competizioni sportive o viceversa avere suscitato il riso e la benevolenza grazie al nostroaspetto corporeo influiscono sul nostro vissuto personale.Il rapporto col cibo strutturato nel tempo influir sul nostro vissuto inconscio: la famosa nonna che

    tanti di noi ricordano che desiderava ardentemente farci mangiare a crepapelle nellet infantile persentirsi realizzata nel suo ruolo di cuoca e dispensatrice di cose buone e per sentirsi sicura chestessimo bene e non fossimo deperiti.Dobbiamo infine fare attenzione al significato simbolico del cibo o di certi alimenti: qui i messaggi

    pubblicitari purtroppo la fanno da padrone determinando lassociazione simbolica di certi alimenticon immagini mentali desiderate. Pu inoltre capitare che certi cibi vengano nella nostra infanzia

  • associati a emozioni forti che ci determinano unintensa partecipazione emotiva.Benedetto aveva vissuto linfanzia in una famiglia povera e aveva sofferto per piccole mancanze rispetto ai suoi coetanei. Ricordava,durante le scuole superiori, di non essersi sentito di chiedere il denaro ai genitori per andare alla gita scolastica a Parigi. In questoclima familiare difficile i periodi natalizi spiccavano per il senso di abbondanza. Il padre riceveva dal datore di lavoro una grande cestacontenente ogni leccornia che durante lanno in famiglia mancava. Benedetto, forse per questi ricordi, era molto attratto dai cibi dolci.

    Queste strutture inconsce dovranno essere contestualizzate rispetto alla fase della vita che stiamoattraversando per definire un significato.InfanziaIn questo periodo della vita dobbiamo crescere, il cibo e la nostra propensione a ingerirlo

    determiner sollievo o apprensione nella mamma o nel pap. Spesso potremo capire checontrollando lassunzione di cibo potremo tenere sotto scacco anche la relazione emotiva con igenitori.AdolescenzaFase di intenso sviluppo in cui occorre molta energia per la crescita corporea. Compare lidea che

    le relazioni siano fortemente condizionate dallaspetto pi o meno gradevole e quindi lattenzione aicambiamenti corporei sar massima. Soprattutto nelle ragazzine si determina lossessione di esserebelle e accettate dai coetanei.GiovinezzaAnche in questa fase lattenzione alla forma fisica molto rilevante. La persona magra, come

    avviene nel regno animale, verr vissuta come pi competitiva, aggressiva e pronta a scattare peraffrontare le difficolt. La persona sovrappeso o grassa apparir bonacciona, paciosa e succube delledecisioni altrui.Et adultaIn questa fase lattenzione alla prestanza fisica viene storicamente messa in secondo piano. Nella

    nostra societ, sotto limpulso incessante della pubblicit, in atto una adolescentizzazionedelladulto, che tende a rimanere ancorato a meccanismi adolescenziali e giovanili rispetto allapropria immagine corporea.Et maturaDetta anche mezza et, storicamente si caratterizza per i primi segni del decadimento fisico e la

    comparsa di piccoli fastidiosi malesseri. Lattenzione al corpo oggi forte, ma con unimpostazionemeno visiva e pi salutistica.VecchiaiaLattenzione al corpo legata quasi sempre alla possibilit di espletare le funzioni fondamentali.

    Risulta meno importante limmagine rispetto alla funzionalit. Il sovrappeso determina notevoleimpaccio e pu risultare molto fastidioso.

    Per Benedetto i cinquantanni rappresentavano una soglia psicologica importante. Mentre prima si era sempre sentito giovanile, ora

  • cominciava a temere linvecchiamento. Il fatto di essere calato vistosamente lo aveva gratificato, in quanto molti uomini e donneavevano sottolineato e commentato in positivo la sua trasformazione. In un certo senso, per, si sentiva anche preoccupato per questenuove attenzioni dellaltro sesso. Lui era innamorato della moglie e aveva paura di mettere in discussione il loro rapporto.Inconsciamente aveva la sensazione che il suo cambiamento corporeo potesse risultare negativo per la relazione familiare. Tornare adaccumulare peso lo rassicurava. Interiormente era dibattuto fra due desideri che avvertiva contrastanti: dimagrire ed essere in formaper scongiurare, almeno simbolicamente, lidea dellinvecchiamento e delle malattie o aumentare di peso per rassicurare la moglie?

    Laspetto relazionale avr un rilevante significato:Essere figlioQualcuno pensa a noi per definizione in questa fase della vita per cui avvertiamo come fastidiosi

    tutti i suggerimenti, le raccomandazioni ed eventuali rimbrotti. Quante volte i genitori ci hanno detto:Non mangiare tanto! Limitati rispetto a certe schifezze! In questa fase si pu aumentare di peso perfare un dispetto ai genitori o per condizionarli nella loro relazione di coppia.Essere fidanzatoIn questa fase il centro della vita emotiva costituito dal partner. Il suo giudizio sar molto

    importante, e spesso si avvertono i suoi bisogni nascosti come molto pressanti. Cosa significa esseresovrappeso in una relazione? Permette di viverla pi intensamente o un ostacolo?Essere sposatoIn questa fase quello che conta di pi il cambiamento rispetto alla situazione di base. La

    variazione dellaspetto viene avvertita dal partner come qualcosa che turba un precedente equilibrio.Lui o lei si chiederanno: Perch sta dimagrendo o aumentando di peso?, e formuleranno dellecongetture capaci di influenzare il soggetto.Essere singleIn teoria si soli e quindi non si deve rendere conto a nessuno del proprio peso. In realt per

    come se ci si sentisse giudicati da tutti. La condizione di single mette nella condizione di poterrisultare possibile preda o cacciatore per esigenze sessuali o relazionali. Il sovrappeso a volte puessere uno scudo che protegge dalle richieste sessuali e sentimentali.Essere genitoreIl senso di responsabilit prevale, si corre il rischio di dedicare molte attenzioni alla prole

    trascurando se stessi. In questa fase spesso il partner e le sue esigenze possono passare in secondopiano. Laspetto potr esprimere la maggiore o minore distanza relazionale con il coniuge.Essere vedovoNon avere pi una relazione cui fare riferimento potr cambiare i paradigmi rispetto al proprio

    aspetto. Limmagine corporea torna in primo piano come nel caso dei single se ci si sente ingaggiatinella ricerca di una nuova relazione, oppure risulter legata a un aspetto salutistico.

    Benedetto decise di parlare esplicitamente con la moglie del suo desiderio di salute e benessere fisico. Cerc di coinvolgerlanellattivit podistica dicendo che anche per lei sarebbe stata una bella e salutare esperienza. Soprattutto le fece capire che questonuovo aspetto fisico non implicava un cambiamento nei loro rapporti di coppia. Solo dopo che la moglie si sent pi sicura Benedettoriusc a riprendere serenamente gli allenamenti e per diversi anni si mantenne in perfetta forma.

  • Sintesi del capitoloIn questa parte del libro abbiamo capito che non solo la ragione interviene nei nostri processi

    mentali, ma anche linconscio determinante. Abbiamo visto quali sono i suoi modi di funzionarerispetto al peso corporeo. Se pensiamo a come ragiona il nostro inconscio possiamo cercare di nonandare a scontrarci con esso, trovando un modo di equilibrare il nostro desiderio di dieta con lenostre spinte inconsce.

  • 4. Ansia, stress e cibo

    Lansia il meccanismo che il nostro sistema nervoso centrale utilizza per segnalare alla partecosciente dellIo qualcosa di disfunzionale e potenzialmente dannoso che sta avvenendo a livellointerno (disfunzioni o disregolazioni degli apparati) o esterno (pericoli, novit imminenti). Per questomotivo una potente alleata nel processo di adattamento che lindividuo deve compiere per trovareun equilibrio nellambiente e per fronteggiare le nuove sfide della vita.Possiamo paragonare lansia al dolore: anche questo rappresenta un meccanismo di difesa utile

    allindividuo per segnalare potenziali pericoli e favorire ladattamento allambiente. Il bambinoimpara fin dai primi passi che, se cade, prover una sensazione dolorosa. Questo lo porta a evitareprogressivamente le cadute e a mettere in atto una serie di meccanismi che gli evitano nuoveesperienze di questo tipo. Se il bambino non fosse dotato della possibilit di provare dolore sarebbecome Pinocchio, che non sente nulla e si sveglia con entrambe le gambe bruciate. Allo stesso modo ilburattino non prova il senso di colpa e lansia conseguente, per cui marina tranquillamente la scuola,vende labecedario comprato con tanto sacrificio dal padre e si reca nel paese dei balocchi. Tuttoci causa un grave danno a Pinocchio, che si trova solo e tramutato in un ciuco da lavoro, per poivenire ucciso. Solo quando il burattino comincia a essere ansioso e preoccupato per la fata Turchinae per il padre accade in lui qualcosa di meraviglioso: si tramuta in un bambino.La morale che si pu trarre dalla favola che lansia e il senso di colpa, che possono poi generare

    depressione, sono elementi che rendono umano ognuno di noi, colorando affettivamente la nostra vita.Guai se un essere umano non fosse ansioso: si dedicherebbe a imprese spericolate nelle qualirischierebbe la sua incolumit, o apparirebbe come un freddo computer. Lansia quindi un fattoreprotettivo che ci aiuta a discernere gli aspetti positivi o negativi della nostra vita.Esistono per situazioni in cui lansia diviene qualcosa di negativo, che invece di aiutarci ci rende

    la vita difficile o addirittura invivibile. Per quanto riguarda il dolore, tutte le volte in cui esso cronico la sua funzione utile viene a mancare. Non segnala pi qualcosa di disfunzionale ma, alcontrario, maschera con la sua continuit nel tempo la possibilit da parte dellorganismo dicomprendere cosa sia bene o male. Se, per esempio, il ginocchio mi fa male sempre (perch soffro diartrosi) non capir pi quali siano i movimenti che posso compiere o quelli da cui mi devo astenere.Allo stesso modo lansia, quando tende a divenire cronica, non funziona pi come spia di unadifficolt e campanello dallarme che induce a cambiare qualcosa della propria vita. come se unsegnale luminoso dellauto rimanesse sempre acceso: diverrebbe un inutile fastidio e non servirebbepi a segnalare un eventuale difetto.Quando lansia tende alla cronicit si crea un circolo negativo in cui lindividuo non riesce pi a

    capire nulla della sua vita. Tenta di ridurla in vari modi, ma proprio in questo tentativo incorre nelrischio di provocarla ancora di pi. Il corretto trattamento dellansia nei primi mesi in cui simanifesta lelemento centrale per evitare che dopo anni essa si cronicizzi e divenga fonte

  • disfunzionale.Alfonso, dirigente di quarantacinque anni, era stato assunto da poco in una grande azienda multinazionale. Il suo compito era quello diriorganizzare una filiale nel giro di due anni per renderla pi competitiva e redditizia. Lui, in realt, sapeva che per raggiungere questiobiettivi avrebbe dovuto ridimensionare lorganico di ben cinquanta persone su un totale di circa duecento. Aveva accettato questoingrato compito in quanto sul mercato al momento non cerano grandi alternative e anche lui rischiava di non trovare una collocazioneadeguata alla sua professionalit. Lidea di dover lasciare a casa tante persone lo tormentava durante il giorno e disturbava il suosonno. Si recava al lavoro la mattina gi stanco e teso per la notte passata a rimuginare e a non dormire. Pensava a come organizzarela cassa integrazione e la mobilit successiva, e a quali criteri adottare per individuare le persone da proporre per lallontanamentodallazienda. Era sempre scontroso e rissoso. Bastava un piccolo contrattempo per far esplodere la sua tensione interiore e renderloangosciato. Un giorno durante il lavoro cominci a lamentare un gran mal di testa e senso di vertigine. Portato al pronto soccorso,emerse che aveva la pressione molto elevata, una forte tensione muscolare, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia e un elevato indicedi massa corporea (Bmi). Il medico del pronto soccorso gli disse: Signor Alfonso, lei sta distruggendo la sua salute! affetto dasindrome metabolica, deve ridurre il peso, rilassarsi, smettere di fumare e cominciare unattivit fisica. Alfonso si sentiva intrappolato,non aveva il tempo per pensare al suo corpo e non fece nulla di ci che il medico gli aveva consigliato. Dopo circa quindici giorni alrisveglio ebbe un attacco di panico, con la sensazione imminente di stare per morire. Madido di sudore e spaventatissimo interpell ilmedico di famiglia che lo invi da un collega psichiatra. Alfonso cominci a frequentare una volta alla settimana lo studio dellopsichiatra, per un mese assunse alcuni farmaci e cominci un percorso di psicoterapia di rilassamento. Finalmente aveva qualcuno concui sfogare la sua angoscia per le decisioni difficili che doveva prendere. Emerse che si sentiva in colpa allidea di licenziare dellepersone, anche se capiva che era inevitabile. Nellinfanzia ricordava di essere stato un bambino ricco e pieno di giocattoli e di essersispesso sentito in colpa nei confronti di altri bambini pi poveri di lui. In particolare ricordava un ragazzino coetaneo vicino di casa concui giocava spesso e che non aveva mai giochi o vestiti belli come i suoi. Quando a quattordici anni il padre gli aveva comprato unbellissimo motorino si era sentito male al pensiero che lamico non avrebbe mai potuto averne uno simile. Per mesi lo aveva quindilasciato in garage per non farglielo vedere e non farlo sentire inferiore. Quando, poi, un giorno laveva tirato fuori per fare un giroaveva avuto un brutto incidente in cui si era rotto la gamba e il motorino si era sfasciato. Con laiuto dello psicoterapeuta si rese contoche lincidente poteva essere il modo con cui il suo inconscio aveva voluto distruggere il motorino e infliggergli una punizione. In effettiricordava che dopo lincidente lamico era andato a trovarlo in ospedale e lui non si era pi sentito angosciato, come se il dolore fisicoe il problema alla gamba avessero lenito il suo senso di colpa.Lo psicoterapeuta fece notare ad Alfonso lanalogia fra la situazione infantile e quella attuale. Anche ora lui si sentiva in colpa inquanto per mantenere il suo lavoro e il suo alto reddito da dirigente doveva licenziare tante persone. Cera il rischio cheinconsciamente stesse di nuovo facendo del male al suo corpo per lenire il senso di colpa che provava. Mangiando in eccesso,dormendo male, fumando e rimanendo sempre teso stava minando la sua salute. Ora che era malato si sentiva meno in colpa verso idipendenti, che avrebbe dovuto licenziare nei mesi successivi.Alfonso, una volta compresi i meccanismi psicologici che lo attanagliavano, cominci a cercare di migliorare se stesso smettendo difumare, di bere alcolici e di ridurre lassunzione di cibo. Nel lavoro decise di condividere le responsabilit con i rappresentantisindacali: avrebbe cercato assieme a loro le soluzioni pi indolori e avrebbe tentato di migliorare la produttivit dellazienda per ridurreal minimo il numero dei cassintegrati.

    Genesi dellansiaParlare di unemozione risulta difficile, soprattutto se essa viene spesso usata a sproposito.

    Proviamo, quindi, a ridefinirne i contorni partendo dalletimologia.Lespressione greca aggchein e quelle latine angina e angitus, da cui trae origine la parola ansia,

    traducono lidea di una situazione angusta, strozzata, stretta, attraverso cui bisogna transitare. Laparola anxietas, latina, da cui deriva il termine moderno ansia, descrive tre stati danimo che simanifestano assieme: tensione eccitante, paura terrorizzante e incertezza dubbiosa.La persona in ansia deve affrontare un momento difficile della propria vita e avverte un misto di

    emozioni. Da un lato leccitamento per ci che di nuovo potrebbe determinarsi, che stimola lo spirito

  • davventura, dallaltro la paura per i risvolti problematici o i pericoli insiti in ogni cambiamento.Lincertezza, terza emozione presente negli stati di ansia, da un lato ci stimola alla riflessione,dallaltro pu bloccare la nostra capacit di cambiamento.Se vogliamo usare un paragone fisiologico possiamo pensare alla nascita: dopo il periodo di

    relativa tranquillit nel grembo materno, dobbiamo uscire dalla relazione profonda con la madre perscoprire il mondo e la nostra autonomia di esseri viventi. Le tre emozioni di incertezza, eccitamento epaura costituiscono lo stato danimo che ogni essere vivente ha sperimentato allatto della nascita.Lansia, quindi, qualcosa di essenzialmente positivo, in quanto si manifesta ogni volta in cui nella

    nostra vita si determina la possibilit di un cambiamento. unemozione che stimola le attivitcreative e progettuali in cui elaboriamo lidea di modificare il nostro futuro.Accanto alla manifestazione psichica nellorganismo compare una nuova produzione di ormoni e una

    stimolazione del sistema nervoso autonomo. Se analizziamo la persona ansiosa scopriamo che essapresenta accelerazione del battito cardiaco, aumento della frequenza respiratoria, contrazioniintestinali, attivazione in eccesso del metabolismo.Tutto questo serve per permettere allorganismo di affrontare il pericolo: il cuore e il respiro pi

    attivo danno potenza al corpo, vengono eliminate le sostanze ingombranti dallintestino, cheappesantirebbero, e viene preparata energia per i muscoli, che devono affrontare uno sforzo.Due sono gli aspetti peculiari dellansia che si manifestano nella normalit della nostra esistenza:Stimolo per far emergere capacit nascosteSiamo pronti, nelle fasi ansiose, a fronteggiare nuove situazioni. Liperproduzione di cortisolo aiuta

    ad accumulare glucosio, che pu aiutarci ad affrontare grandi sforzi fisici come se dovessimo fuggireo lottare per la sopravvivenza. Da un punto di vista mentale si determina una maggiore vigilanza, concapacit di non dormire e di essere molto attenti e concentrati. Per questo sotto esame molti imparanopi che in qualsiasi altra fase di studio. In uno stato ansioso spremiamo le meningi e tiriamo fuori daqualche parte nascosta una creativit che non avremmo immaginato di possedere. Anche da un puntodi vista atletico in stati ansiosi molti scoprono di possedere capacit inusuali (saltare ostacoli,spostare pesi).Il segnale di pericoloSi tratta di un meccanismo mentale di allerta che il cervello emette per segnalare il rischio che lo

    stato consolidato a cui ci eravamo abituati possa variare. Un evento che pu modificare pi o menointensamente il nostro stato fisico o mentale pu divenire fonte di ansia. Nella normalit della vita,quindi, vi sono alcuni momenti di fisiologica ansia legati ai cambiamenti che lo scorrere delletimpone: laccrescimento del corpo, la perdita dei denti e dellaspetto infantile, le trasformazionidelladolescenza, i cambiamenti corporei della menopausa o andropausa, il passaggio alla vecchiaia.Questo stato danimo ci serve per superare la fase angusta e difficile e trovare nuove modalit diaffrontare la nuova fase di vita e trovarvi piacere. Anche a livello mentale vi sono diversi momenti incui normale che compaia una certa ansiet: gli esami che, come dice il proverbio, non finisconomai, la nascita di fratelli, i conflitti con i genitori, le scelte lavorative, le responsabilit di divenireadulto, la scelta amorosa, i figli, la morte dei genitori, le malattie del compagno di vita, i problemieconomici. Lansia un segnale di pericolo che si accende per stimolarci a porre attenzione e acercare attraverso lintelligenza, la creativit e le capacit fisiche nuove strade. Se il segnale dipericolo che lansia rappresenta non si accendesse saremmo meno pronti ad affrontare i cambiamenti

  • della vita.Quanta ansia serve? Quando lansia normale o quando diviene patologia?Come tutti gli aspetti sia fisici sia mentali che ci caratterizzano, anche lansia deve collocarsi in una

    situazione di equilibrio. Se ognuno di noi si trova ad affrontare troppe situazioni ansiogene sideterminer un sovraccarico e una incapacit a scaricare lansia. Sono state elaborate delle scale permisurare limpatto ansioso degli eventi sulla nostra vita (matrimonio, morte di un caro, cambio casa,un esame, una malattia, un cambiamento lavorativo) ed stato visto che, superata una certa soglia diansiet nellarco di un anno, quasi tutti gli individui si trovano in grande difficolt sviluppando unapatologia. Dobbiamo tenere in considerazione che ci che per una persona pu essere ansiogeno nonlo per unaltra, in quanto abituata allo stimolo o maggiormente preparata (per una persona che nonabbia mai volato molto pi ansiogeno il decollo rispetto a un pilota di aereo). In entrambi i casi,per, quando subiamo un eccesso di stimoli o affrontiamo qualcosa che per noi molto ansiogena, lareazione pu portare a essere costantemente in apprensione senza pi capire quale sia la causa. Lerisposte che il nostro corpo pone in essere per affrontare lo stimolo e tirare fuori le energie, invecedi aiutarci, divengono fonte di eccesso e malessere. Il nostro cuore batte a un ritmo accelerato troppoa lungo e ci porta allipertensione, lintestino contratto provoca diarree, dolori addominali eaccumulo di aria con gonfiori intestinali. La produzione energetica in eccesso con troppo glucosio nelsangue si trasforma in accumulo di grasso. Definire qual il limite fra ansia fisiologica e patologica certo difficoltoso, in quanto non esistono strumenti di misura se non in base alla soggettivit. Ilmomento in cui lansia in eccesso si pu stabilire in molti casi in base al fatto che, invece diaiutarci a determinare un cambiamento, diviene fonte di blocco rendendoci incapaci di modificare lanostra situazione emotiva e la realt che ci circonda.

    Maria stava frequentando la Facolt di Ingegneria e si trovava in procinto di fare lultimo esame e di preparare la tesi di laurea. Erafidanzata con un ragazzo dallet di quattordici anni con cui da alcuni anni in pratica conviveva, in quanto nella grande casa dei suoigenitori cera un appartamentino al piano terra in cui i due vivevano assieme. Maria sapeva che i genitori stavano attraversando unbrutto periodo: il padre, imprenditore cinquantenne, si era invaghito di una ragazza molto pi giovane e stava pensando seriamente allaseparazione. Maria sentiva ogni tanto i loro litigi, in particolare i pianti della madre alternati a urla in cui diceva: Ti rendi conto chequesta puttanella ha let di tua figlia? Credi che stia con te per la tua avvenenza? O invece per i tuoi soldi? certamente unapoveraccia che oggi crede di amarti ma che fra un anno scoprir di avere al suo fianco un vecchio! Ecco, proprio linvecchiamento quello che tu non accetti, vorresti tornare giovane! Ma non con una relazione con una ventenne che eliminerai i tuoi capelli bianchi ele rughe! Maria evitava di parlare coi genitori della loro vita di coppia, pensava che dovessero sbrigarsela loro.Un giorno, mentre era su un autobus molto affollato, Maria ebbe una sorta di sensazione di soffocamento, cadde a terra e prov lasensazione di poter morire. Alcune persone la portarono al pronto soccorso, dove, effettuati tutti gli esami del caso, i medici escluseropatologie organiche e le diagnosticarono un attacco di panico. Maria non riusciva ad accettare questa diagnosi; lei non si era maiconsiderata debole psichicamente, era sempre stata molto sicura di s e determinata nel perseguire i suoi obiettivi. Cercava di nonpensare allepisodio avvenuto, ma automaticamente il suo cervello la riportava a quel momento. Non prendeva pi lautobus perevitare le situazioni affollate, ma ben presto anche la chiesa, altro luogo pieno di gente, divenne per lei fonte di angoscia. Purtroppo inpoco tempo anche le aule universitarie le diedero ansia. Le veniva da pensare che con tante persone poteva mancarle laria e chesarebbe stata male. Maria, a un certo punto, non riusc pi a studiare, se ci provava le veniva in mente il suo problema e cominciava arimuginare. Era divenuta scontrosa e intrattabile, tanto che il rapporto con il suo ragazzo ben presto si deterior, fino a unallontanamento. Cominci a svegliarsi nel cuore della notte senza pi riuscire a prendere sonno, con la sensazione di soffocare. In unaprima fase di questo malessere era molto dimagrita, poi cominci ad aumentare di peso, anche perch durante i risvegli notturni aprivail frigorifero e mangiava tutto ci che trovava. Non se la sentiva di confidare i suoi malesseri ai genitori perch pensava che loroavessero gi tanti problemi, per cui cominci a parlare di quello che provava con un amico del padre, proprietario della ditta in cui

  • faceva lo stage pre laurea. Questo signore cinquantenne come il padre, forse perch aveva interpretato male le confidenze di Maria oforse perch capiva che lei era debole, cerc di sedurla. Lei inizialmente lo respinse, poi decise di lasciarsi andare. Pensava: Forse mifar bene sentirmi desiderata e amata. Poi lui mi d un grande senso di sicurezza. Durante i mesi in cui la loro relazione era segretaMaria non studiava pi, non si dedicava alla tesi e rimaneva tutto il giorno in casa, spesso a letto con lo stereo acceso. Mangiava moltoe aumentava di peso. Dopo alcuni mesi di clandestinit la relazione fra Maria e lamico del padre emerse, determinando una sorta dideflagrazione familiare. I genitori esplosero di rabbia verso il loro ormai ex amico. Come ha potuto fare questo? Approfittarsi dellanostra bambina! Il padre in un impeto di rabbia and da lui e lo malmen; tornato a casa prov a picchiare anche Maria ma di fronteal fatto che lei rimaneva ferma immobile e accettava i suoi schiaffi desistette. Allora le chiese: Maria, tu sei sempre stata la nostragioia, una ragazza perfetta e assennata, come hai potuto farci questo? Maria rimaneva in un ostinato silenzio. Padre e madrevedevano la loro figlia estremamente sofferente, decisamente sovrappeso, pareva senza energie e incapace di prendere decisioni,abulica. Cercarono di parlarsi e di superare le loro contrapposizioni per il bene della figlia. Chiesero aiuto a un parroco e a unopsicologo. Alla fine capirono che Maria si trovava in un punto cruciale della sua vita, un punto di passaggio fra lessere giovanestudente e il ruolo da adulta, e che stava inconsapevolmente rappresentando la situazione familiare. Aveva infatti una relazionespeculare a quella del padre.Il padre cap che Maria gli stava dicendo: Guarda la tua infatuazione da un altro punto di vista, da quello della ragazza e dei suoigenitori e decise che per il bene della figlia doveva troncare il suo rapporto extraconiugale.

    Lo stressAnche la parola stress entrata nel linguaggio comune e ha assunto significati non del tutto

    scientifici. Volendo risalire alla storia del concetto, possiamo ricordare che il termine stato usatoper la prima volta nel Diciassettesimo secolo per indicare difficolt e sofferenza. Successivamente,nel Diciannovesimo secolo, stato usato per descrivere lo sforzo lavorativo e la sensazione dipressione emotiva legata al suo svolgimento in tempi prefissati (catena di montaggio), e allinizio delVentesimo secolo per descrivere lo stato di tensione e di resistenza contro eventi esterni che possonomodificare in modo rilevante la nostra vita. Walter Cannon us questo termine in medicina perdescrivere uno stato psicofisico di allerta. La definizione coniata da Nazzaro di risposta aspecificadellorganismo a qualsivoglia perturbazione rappresenta lidea attualmente maggiormentecondivisa.Il termine stress ormai di uso comune: non di rado sentiamo persone che riferiscono di essere

    stressate, per un motivo o per laltro, attribuendo a tale termine il significato di uno stato danimoche, causando insoddisfazione, non permette di essere tranquilli.A chi non capitato di provare tale esperienza? Chi di noi non si sentito, almeno una volta,

    stressato? Dal lavoro, che ci rende insoddisfatti o non ci lascia sufficiente tempo per gli interessipersonali o gli impegni familiari, che appaiono molto pi gratificanti; dallo studio, fin dalle primeclassi della scuola elementare, per le scadenze, i compiti da preparare ogni pomeriggio, leinterrogazioni o gli esami, motivo per cui molti studenti manifestano verso la fine dellannostanchezza, affaticamento, calo delle capacit mnemoniche e di concentrazione, elementi essenzialiper ottenere buoni risultati o almeno portare avanti lo studio in modo pi o meno dignitoso. Stressatianche da una prestazione sportiva o da una semplice partita a calcio con gli amici nel cortile dietrocasa, spesso vissuta non come momento di piacevole svago ma come situazione in cui mostrare ilproprio valore atletico.La nostra giornata risulta quindi costellata da tanti piccoli momenti stressanti che progressivamente

    esauriscono le risorse del nostro organismo. Ma cos, esattamente, lo stress?Le prime osservazioni scientifiche risalgono agli anni Trenta, a opera di uno scienziato americano,

    Hans Selye, che osserv gli effetti delle sollecitazioni esterne sullorganismo e la capacit di

  • questultimo di reagire.Alcuni sintomi solitamente riferiti da chi accusa situazioni di stress sono: sensazione di stanchezza

    generale, accelerazione del battito cardiaco, difficolt di concentrazione, attacchi di panico, crisi dipianto, calo del tono dellumore, sensazione di ansia, disturbi del sonno, dolori muscolari, crampiallo stomaco, diarrea, facilit ad ammalarsi, difficolt a esprimersi e a trovare un vocaboloconosciuto, sensazione di noia nei confronti di ogni situazione, iperattivit, confusione mentale,irritabilit, cefalea.A tali sensazioni segue quindi:- mancanza di tono ed energia: ci sentiamo stanchi, ogni mattina sempre di pi, e nonostante

    cerchiamo di iniziare la giornata con entusiasmo non riusciamo a tenere il ritmo. Proviamo quindi unsenso di affaticamento generale che ci rende apatici, poco attivi e vitali;- difficolt di concentrazione: abbiamo difficolt a ricordare e scarso rendimento nello studio e nel

    lavoro intellettuale. La nostra capacit di concentrazione inizia a perdere qualche colpo;- problemi digestivi: unitamente a unalimentazione frettolosa e spesso poco equilibrata, una delle

    pi comuni conseguenze dello stress una cattiva digestione, che pu manifestarsi anche con disturbiaddominali;- difficolt a riposare: la tensione giornaliera non ci permette di rilassarci a sufficienza per

    intraprendere un buon sonno ristoratore. Tale impedimento (incapacit) a riposare riduce le nostrepossibilit di recupero, cosicch stanchezza fisica e mentale si accumulano giorno dopo giorno.Di fronte a un fattore stressante che perdura nel tempo il nostro organismo ci lancia una specie di

    allarme per avvertirci che sta accadendo qualcosa di imprevisto e non controllabile, e quindidobbiamo mobilitare tutte le risorse disponibili. Possiamo dire che lo stress tecnicamente unareazione tipica di adattamento del corpo a un cambiamento fisico o psichico.Di fronte a tali sollecitazioni che possono venirci dallesterno, come una particolare prestazione sul

    lavoro, o dallinterno, come il ricordo di particolari nozioni, il nostro organismo reagisceaumentando la secrezione di certi ormoni e inibendone altri. Questa reazione risulta completamentesvincolata dal tipo di stimolo che lha innescata e determina come prima conseguenza un aumento deilivelli di adrenalina, che nel nostro organismo svolge la funzione di messaggero di un pericolo o diuna minaccia imminente e comunica ai vari organi e apparati la necessit di prepararsi a reagire. Inparticolare si verifica una cattiva produzione di sostanze chimiche come la serotonina, lanoradrenalina e la dopamina.La serotonina un neuromediatore importante per dormire bene, per la regolazione del nostro

    orologio interno, della temperatura corporea, per la contrazione della muscolatura liscia dei vasi edellintestino, per la modificazione della pressione arteriosa e dellappetito. Fortunatamente taleorologio interno, viene settato ogni ventiquattro ore. Il primo segno di stress significativo quindiun sonno cattivo.La noradrenalina, altro neuromediatore, compensa i livelli di energia del nostro corpo, ricopre il

    ruolo di mediatore chimico nella trasmissione nervosa, determina la trasmissione degli impulsinervosi dalle fibre agli organi effettori. Tra i vari compiti che le competono vi anche il controllo

  • della muscolatura liscia dellintestino, la produzione pancreatica dellinsulina, la scissione delglucosio. Senza noradrenalina nel cervello ci si sentir sempre stanchi: averne bassi livelli comecercare di avviare unautomobile con la batteria scarica.La dopamina importante per la produzione delle endorfine, sostanze tra laltro regolatrici del

    senso del dolore e del piacere.Lo stress ha unazione immunosoppressiva, aumentando la produzione di noradrenalina e di

    cortisolo da parte delle ghiandole surrenali (il cortisolo particolarmente attivo nel metabolismo deicarboidrati). Nello stress cronico anche la risposta ormonale di adattamento cronica: ci comportaaffaticamento e indebolimento generale e facilmente possono insorgere malattie.Le variazioni ormonali sopracitate possono causare difficolt a livello:- cardiaco: con manifestazioni di tachicardia, irregolarit del battito (extrasistoli), dolore al centro

    del petto, ipertensione anche se questa probabilmente determinata da ereditariet, dieta, abitudini;- polmonare: asma bronchiale (crisi asmatica innescata e mantenuta dallansia), iperventilazione;- gastrointestinale: colon irritabile (diarrea, stipsi, dolori), dispepsia (senso di pienezza dopo il

    pasto, acidit, eruttazioni, dolori), ulcera gastroduodenale (aumento della secrezione acida), morbodi Chron;- endocrino: lo stress influenza lattivit delle ghiandole endocrine periferiche;- della pelle: iperidrosi (eccessiva sudorazione, di solito al palmo della mano o alla pianta del

    piede), prurito, tricotillomania;- uro-genitale: eiaculazione precoce (nellansia cronica), diminuzione del desiderio (nella

    depressione). utile ricordare che uno stress di cui non si riescono a individuare le cause pu essere un

    avvertimento di qualche altra malattia come disordini tiroidei, squilibrio del calcio, disordini delfegato, deficienza ormonale, malfunzione renale, e pu al suo eccesso sboccare in depressione oscoppi di violenza.Abbiamo visto come labbassamento del tono generale dellorganismo che si verifica nello stress

    dovuto a un grande dispendio di energie fisiche e\o psichiche, per tale motivo utile esercitarsi arecuperarle quotidianamente, senza attendere che la spia delle nostre riserve si accenda.

    Giorgio aveva da poco superato i quarantasette anni e lavorava dallet di quindici in una ditta, che era cresciuta assieme a lui.Allinizio era lunico dipendente, ma con il tempo la ditta si era progressivamente ingrandita sia per fatturato sia per numero didipendenti, fino ad arrivare alla situazione attuale, in cui Giorgio aveva cinquanta colleghi. Lui era convinto che la ditta, almenoparzialmente, dovesse alla sua dedizione gran parte del successo e in effetti il titolare gli aveva sempre riconosciuto un ruolopreminente nella gestione aziendale. Fra Giorgio e il titolare, che aveva sei anni pi di lui, si era anche instaurato un rapporto diamicizia in cui erano coinvolte le rispettive famiglie. Per questo quando un giorno Giorgio venne a sapere che un giovane trentennelaureato alla Bocconi era stato assunto per affiancare il titolare e in prospettiva assumere il ruolo di amministratore delegato rimasesconcertato. Il titolare gli spieg, con dovizia di particolari, che questa persona li avrebbe aiutati a rendere pi internazionale e al passocon i tempi la loro azienda, che per lui non ci sarebbero stati cambiamenti n economici n di ruolo. In realt Giorgio pensava per laprima volta che quellespressione loro azienda non fosse pi adeguato. In effetti aveva sempre considerato la ditta come se fosse

  • anche sua, ma ora amaramente si rendeva conto che lui non aveva voce in capitolo. Il fatto poi che si dicesse che per lui nulla sarebbecambiato era una bugia pietosa. Era chiaro, infatti, che un amministratore delegato avrebbe inciso sulle decisioni aziendali. La cosa poiche non gli andava gi era il ridimensionamento del suo ruolo agli occhi dei colleghi di lavoro.Fino ad allora aveva sempre lavorato con piacere e dedizione senza pensare alle ore che volavano via. Da quel momento cominci alavorare con fatica, a sentire il desiderio di andare a casa. Tutte le volte che vedeva il giovane bocconiano aveva una sorta di travasodi bile. Cominci a dormire poco e a mangiare in modo sconsiderato. Era sempre stato longilineo, ma nel volgere di un anno cominciad appesantirsi aumentando di otto chili. Un amico medico con cui usciva ogni tanto, vedendolo cos fisicamente cambiato e,soprattutto, vedendo il mutare del suo carattere un giorno gli disse: Giorgio, da alcuni mesi ti osservo, ho notato che sei sempreirritabile, hai cambiato carattere, sei aumentato molti chili e sembri soffrire. Posso fare qualcosa per te? Forse il caso che facciamoqualche esame? Giorgio accett di buon grado di andare nellambulatorio dellamico e l sfog tutta la sua sofferenza. Non amavapi il suo lavoro perch si sentiva come un re che avesse perso il trono: aveva praticamente rotto il rapporto di amicizia con il suodatore di lavoro, declinando ogni invito perch non tollerava pi di vederlo al di fuori dellazienda. Si sentiva frastornato e distrutto.Alla soglia dei cinquantanni non sapeva cosa fare. Aveva pensato di licenziarsi ma capiva che a quellet senza un diploma e unalaurea sarebbe stato arduo trovare un lavoro remunerato come quello che svolgeva. Insomma, si sentiva come un topo in trappola.Lamico medico gli misur la pressione, trovandola decisamente alta: la minima superava i 90. Consigli a Giorgio di assumere alcunifarmaci antiipertensivi e di attuare esami approfonditi dei parametri di base. Prov a spiegargli come la rabbia repressa durante tuttolanno forse incideva sul suo stato fisico provocando un aumento pressorio e determinando un atteggiamento compensatorio, in cui ilcibo serviva a non pensare. Gli consigli di iniziare a pensare un poco di pi a se stesso e alla sua famiglia, e di intraprendereunattivit fisica.

  • 5. Cibo negli stati di stress e ansia

    Il cibo pu essere considerato nella sua essenzialit come il combustibile per la nostra macchinaorganica, per il nostro corpo. Tale funzione limitata al nutrimento, seppur essenziale, stata persuperata nel corso del tempo, e gli alimenti hanno assunto diversi valori simbolici in relazione agliaspetti culturali, relazionali e intrapsichici che accompagnano lalimentazione.Il cibo stato associato alla colpa, come la mela di Adamo ed Eva, simbolo del peccato originale.

    A volte stato metafora del desiderio come nutrimento perfetto, gustoso, salutare e fonte di potere;oppure altre volte stato collegato alla trasgressione, allopulenza, come nelle rappresentazioni deibanchetti luculliani degli antichi romani.A esso vengono attribuite valenze afrodisiache: si pensi ai frutti esotici, al peperoncino o alla

    cioccolata, ma anche al semplice formaggio, che tra laltro contiene feniletilamina, una sostanza cheil cervello produce quando ci innamoriamo.Il nutrimento, o meglio la sua assenza, anche considerato come un modo per fare penitenza: il

    digiuno praticato in molte religioni secondo le quali tramite la rinuncia volontaria ad alimentarsi possibile espiare i propri peccati o ascendere a una dimensione ultraterrena. Si mortifica cos ilfisico, a cui viene negato il combustibile, per promuovere limportanza dellaspetto spirituale dellapersona, che si attiva per controllare il corpo, sede delle passioni e dei desideri.Il cibo sicuramente una modalit per entrare in relazione e comunicare: pensiamo alle situazioni in

    cui mangiare insieme significa conoscersi, incontrarsi e celebrare anche momenti rituali. Matrimoni,comunioni, feste varie come il Natale o la Pasqua sono di solito accompagnate da lunghi pranzi in cuilo stare insieme assume il significato principale, cos come le colazioni di lavoro o i party sonomomenti particolari che permettono interazioni affettive e di comunicazione capaci di travalicare lasemplice attivit del pasto. Mangiare insieme favorisce la convivialit: pensiamo alla famiglia chedopo una giornata di lavoro o di studio si ritrova per la cena, e ognuno mette in comune le esperienzeavute nelle ore precedenti. Il cibo anche un modo per gratificarsi: chi di noi non ha mai pensato:adesso mi concedo una pausa con qualcosa che mi piace particolarmente, sia esso un dolcetto o uncaff.Nellattuale societ, che vede il proliferare di prodotti biologici, macrobiotici e dietetici, gli

    alimenti diventano anche un modo per mantenersi in forma e differenziarsi, anche in relazione allafrequentazione di particolari locali: sicuramente diverso pranzare in una trattoria o in un ristorantea cinque stelle.Il cibo pu assumere, inoltre, il significato simbolico di seduzione. Pensiamo alle diverse pubblicit

    che frequentemente abbinano gli alimenti o latto del mangiare a particolari oggetti di lusso,veicolando il messaggio che il bene che viene presentato per noi essenziale come sfamarsi,aumentando cos il nostro desiderio di possederlo.La presenza e la fruibilit degli alimenti anche segno di abbondanza e di sviluppo. Non a caso le

  • patologie legate al cibo come lobesit o i disturbi del comportamento alimentare sono prerogativa diPaesi occidentali e industrializzati, in cui vi maggiore disponibilit economica.Gli alimenti possiedono anche significati legati alle singole culture. In Italia e in Europa non

    mangiamo cani e gatti, in quanto considerati parte integrante della famiglia e quindi a noi viciniemotivamente, mentre in Oriente questi animali si trovano spesso esposti nelle macellerie e in alcuniPaesi sono considerati un alimento succulento; in India per motivi religiosi non si mangiano lemucche, mentre Musulmani ed Ebrei si astengono dalle carni di maiale.Il cibo pu anche assumere connotazioni estremamente dannose, ad esempio per le persone affette

    da celiachia, che devono evitare il glutine presente in quasi tutti gli alimenti al fine di non metterea rischio la propria incolumit.Riassumendo, possiamo affermare che noi non mangiamo solo sostanze inerti, ma ci nutriamo di

    simboli, tradizioni, abitudini associate agli alimenti e fortemente radicate nelle relazioni sociali,collettive e familiari.Abbiamo dunque visto come ansia e nutrimento siano due condizioni specifiche, caratteristiche

    dellesperienza di ogni persona. Possiamo quindi metterli in relazione e cercare di identificareconnessioni tra stati danimo e stili di alimentazione. utile ricordare che anche chi non oppresso da problemi di peso raramente mangia solo per

    soddisfare la fame biologica e per nutrirsi: spesso, infatti, gli stati danimo si mescolanoallassunzione di nutrimento, e si usa il cibo per far fronte alle emozioni che si provano ogni giorno.Quando emozioni forti e cibo si mescolano si parla di fame nervosa o eating emozionale.Alcuni studiosi hanno ipotizzato la causa dei comportamenti alimentari anomali; essi ritengono che

    la fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia. Secondo tale teoria necessario che la mammacapisca quando il bambino percepisce il bisogno di mangiare e soddisfi tale esigenza offrendogli ilseno o il biberon, evitando di proporgli il cibo quando il pianto infantile non effettivamente unamodalit per esprimere il bisogno di nutrimento. Se ci non succede, probabile che il bambinocrescer senza essere capace di identificare correttamente lo stimolo della fame e non saprdistinguere tra questa e altre sensazioni; cos, nellet adulta diversi stati danimo come lansia, latensione, lo stress, la collera verranno interpretati nel modo errato con conseguente assunzioneinadeguata di cibo.

    Anna una ragazza di ventidue anni e svolge lattivit di segretaria. Inizia ad avere problemi in ambito lavorativo, si sente insoddisfattaperch non vede riconosciute quelle che ritiene essere le sue capacit, si percepisce inoltre pi brutta delle colleghe. Al termine dellavoro, per sedare la tensione che accumula durante la giornata, inizia a eccedere nel consumo di cibi e dolci, per cui dopo alcuni mesievidenzia un piccolo aumento di peso che la porta a intraprendere una dieta ferrea e attivit fisica presso un centro di dimagrimentodella sua citt. Nel giro di poco tempo il suo peso ha una notevole diminuzione, cosa che subito notata dalle colleghe, che leesprimono il loro apprezzamento per la forma fisica conquistata. Mantenere tale peso, per, per la ragazza estremamente difficile:permane la sua percezione del non riconoscimento delle proprie capacit e inizia ad alternare momenti in cui si rifugia nel cibo,divorando tutto quello che trova come gratificazione e modo per sedare la tensione, e momenti di digiuno e vomito indotto per ridurre ilpeso.Durante i colloqui con uno psicologo da cui il medico di famiglia lha inviata emerge come la sua insoddisfazione sia legata adifficoltose relazioni con i genitori. Anna non ha mai accettato le loro umili origini, si sempre sentita inferiore alle coetanee e hadesiderato affrancarsi dal suo ruolo di ragazza povera.Emerge che, inconsciamente, lei dibattuta fra lamore verso la madre, che le prepara il cibo, e il rifiuto dellimmagine sociale chequesta impersona. Vomitare gli alimenti prima introdotti esprime simbolicamente questo conflitto.

  • Diverse sono le motivazioni ed emozioni che portano alla necessit di usare il cibo, spesso ingrande quantit, per far fronte a situazioni di noia, ansia, rabbia, stress o depressione. Il legame traalimentazione ed emozioni ormai dimostrato, anche se questo non significa che leating emozionaledipenda necessariamente da severi problemi psicologici o da conflitti interiori: alla sua origine visono infatti fattori biologici, psicologici e culturali.Anche le emozioni legate alle normali attivit di vita quotidiana possono essere uno stimolo per

    lassunzione inadeguata di cibo, importante che tale modalit di risoluzione delle nostre tensioninon diventi lunico strumento a nostra disposizione per affrontare sensazioni spiacevoli.Il soggetto ansioso, che percepisce le sensazioni di disagio come una minaccia al suo benessere, pu

    tentare di alleviare con il cibo i sintomi di sudorazione, agitazione, tensione, irrequietezza che gliproducono malessere. Di fronte a tali sensazioni lindividuo pu eccedere nellassunzione di cibo, alfine di tentare di colmare uno spazio vuoto, con abbuffate e conseguenti sensi di colpa che possonogenerare un pericoloso circolo vizioso, capace di portare a veri e propri disturbi del comportamentoalimentare, se mantenuto per molto tempo. Pu anche, al contrario, evitare lassunzione di ciboavvertendo una sensazione di impossibilit a ingerirlo, a causa della percezione di chiusura dellatrachea, con conseguente digiuno forzato e possibile difficolt a riprendere poi una correttaalimentazione, situazione anchessa rischiosa come la precedente.Per aiutare queste persone necessario innanzitutto identificare le emozioni e la loro sequenza, i

    pensieri e le circostanze che creano lansia, e quindi discutere e modificare in modo razionalelatteggiamento di fronte a esse. utile, quindi, imparare a riconoscere e comunicare le emozioniprovate. possibile individuare tre modi di comunicare: passivo, aggressivo e assertivo.La persona con stile comunicativo passivo parla sottovoce, con gli occhi abbassati, usa parole del

    tipo forse, piuttosto, se tu potessi ed incapace di rifiutare le richieste per paura di offenderegli altri. La rabbia non viene esternata, il soggetto la rivolge verso se stesso per la propria incapacitdi farsi valere.Quello con stile aggressivo basa la propria comunicazione sulle sue necessit e su ci che vuole:

    parla a voce alta e spesso discutendo arrossisce; usa termini del tipo mai, sempre oimpossibile, a volte minaccia ed sempre in lotta con gli altri, che sono ai suoi occhi i nemici o levittime. La sua incapacit di modificare lambiente che lo circonda si trasforma in frustrazione erabbia e quindi pu utilizzare il cibo per sfogarsi.La persona con stile assertivo comunica esprimendo direttamente le sue necessit, la sua volont e i

    suoi desideri, tenendo conto dei sentimenti e delle emozioni della persona con cui sta parlando.Normalmente ottiene i cambiamenti desiderati nelle attitudini e nei comportamenti del suointerlocutore, ma sempre rispettandone i diritti; non si aspetta che gli altri facciano tutto per lui e nonpensa di dover fare tutto per gli altri. Lassertivo non tende a diventare arrabbiato n frustrato, e perquesto probabile che abbia un maggior controllo sul proprio comportamento a