DIGIUNARE PER DIMAGRIRE, GIUSTO O SBAGLIATO?...via più veloce per raggiungere il tanto agognato...

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Anno II – Numero 229 Venerdì 26 Luglio 2013, SS. Anna e Gioacchino, Camilla, Rosanna Notizie in Rilievo Pediatria e salute 1. Probiotici per le coliche dei neonati Scienza e Salute 2. Auto e mal di schiena, come viaggiare senza rischi 3. Obesita': nascondere le tentazioni aiuta a dimagrire 4. Sonno: quando manca piu' predisposti a pregiudizi e stereotipi 5. Dormite poco? Attenti alla pelle Alimenti e Salute 6. Digiunare per dimagrire, giusto o sbagliato? Farmaci e Salute 7. Pancreatite acuta: piu' vicina la cura con un nuovo farmaco ALIMENTAZIONE E SALUTE DIGIUNARE PER DIMAGRIRE, GIUSTO O SBAGLIATO? Si innescano meccanismi che vanificano l'eventuale perdita di peso ottenuta A chi non è mai capitato di saltare uno o più pasti nella convinzione che, un po’ di digiuno, possa solo portare giovamento alla linea? Niente di più sbagliato! Quando digiuniamo, infatti, l’organismo reagisce con tutta una serie di adattamenti funzionali, volti a risparmiare il più possibile le risorse a disposizione, innescando meccanismi che vanificano, nei giorni immediatamente successivi, l’eventuale perdita di peso ottenuta. È importante poi precisare che, digiunare, non comporta una perdita di grasso ma di massa magra, cioè di muscoli. Alla luce di tutto questo, è evidente che non è un modo sano di dimagrire. Potremmo definire il processo messo in atto dal digiuno una sorta di "auto cannibalismo proteico". Durante tale fase, infatti, la materia che normalmente viene degradata nel continuo turnover riguardante soprattutto le proteine, non può essere adeguatamente sostituita dall’apporto di aminoacidi essenziali. Questa carenza determina un blocco della sintesi proteica ed una perdita netta giornaliera di proteine. In conclusione, per quanto il digiuno possa sembrare la via più veloce per raggiungere il tanto agognato traguardo del dimagrimento, la realtà è ben diversa. La controstrategia messa in atto dal nostro corpo, quando non riceve più il cibo, causa un drastico rallentamento del metabolismo, riducendo al massimo il dispendio energetico. La perdita di peso ottenuta, inoltre, è assolutamente temporanea e recupereremo i chili persi non appena ricominceremo a mangiare. Con gli interessi. (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday

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Anno II – Numero 229 Venerdì 26 Luglio 2013, SS. Anna e Gioacchino, Camilla, Rosanna

Notizie in Rilievo

Pediatria e salute

1. Probiotici per le

coliche dei neonati

Scienza e Salute 2. Auto e mal di schiena,

come viaggiare senza

rischi

3. Obesita': nascondere le

tentazioni aiuta a

dimagrire

4. Sonno: quando manca

piu' predisposti a

pregiudizi e stereotipi

5. Dormite poco? Attenti

alla pelle

Alimenti e Salute 6. Digiunare per

dimagrire, giusto o

sbagliato?

Farmaci e Salute 7. Pancreatite acuta: piu'

vicina la cura con un

nuovo farmaco

ALIMENTAZIONE E SALUTE

DIGIUNARE PER DIMAGRIRE, GIUSTO O SBAGLIATO?

Si innescano meccanismi che vanificano l'eventuale perdita di peso ottenuta

A chi non è mai capitato di saltare uno o più pasti nella convinzione che, un po’ di digiuno, possa solo portare giovamento alla linea?

Niente di più sbagliato! Quando digiuniamo, infatti, l’organismo reagisce con

tutta una serie di adattamenti funzionali, volti a

risparmiare il più possibile le risorse a

disposizione, innescando meccanismi che

vanificano, nei giorni immediatamente

successivi, l’eventuale perdita di peso ottenuta.

È importante poi precisare che, digiunare, non comporta una perdita di grasso ma di massa magra, cioè di muscoli. Alla luce di tutto

questo, è evidente che non è un modo sano di

dimagrire.

Potremmo definire il processo messo in atto dal

digiuno una sorta di "auto cannibalismo

proteico".

Durante tale fase, infatti, la materia che normalmente viene degradata nel

continuo turnover riguardante soprattutto le proteine, non può essere

adeguatamente sostituita dall’apporto di aminoacidi essenziali.

Questa carenza determina un blocco della sintesi proteica ed una perdita netta

giornaliera di proteine. In conclusione, per quanto il digiuno possa sembrare la

via più veloce per raggiungere il tanto agognato traguardo del dimagrimento,

la realtà è ben diversa.

La controstrategia messa in atto dal nostro corpo, quando non riceve più il

cibo, causa un drastico rallentamento del metabolismo, riducendo al massimo

il dispendio energetico.

La perdita di peso ottenuta, inoltre, è assolutamente temporanea e

recupereremo i chili persi non appena ricominceremo a mangiare. Con gli

interessi. (Salute, Tgcom24)

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 229

PEDIATRIA E SALUTE

PROBIOTICI PER LE COLICHE DEI NEONATI

Dare Lactobacillus reuterii per tre mesi dalla nascita riduce il rischio di coliche: «resetta» la flora batterica intestinale

Sono l'incubo delle neomamme, terrorizzate all'idea di dover affrontare i pianti inconsolabili del loro

piccolo senza sapere come farlo smettere e far passare le “colichette”

responsabili di tante notti insonni.

Ora una ricerca presentata al congresso mondiale Rutas Pediatricas che

si è tenuto di recente a Bilbao offre una speranza: per ridurre il rischio

di coliche nei neonati potrebbe bastare dar loro per tre mesi un

particolare fermento lattico, il Lactobacillus reuterii, in grado di

“resettare” la flora intestinale del piccolo eliminando gli spasmi

addominali che provocano il dolore e i pianti.

PROBIOTICI – Le coliche sono un problema per un neonato su quattro, stando ai dati discussi a

Bilbao: uno su sei deve essere portato dal pediatra per trovare un rimedio alle crisi, ma come sanno

bene le mamme spesso è difficile venirne a capo se non con tanta pazienza, sperando che prima o poi

le coliche passino, crescendo.

Il Lactobacillus reuterii potrebbe invece essere la soluzione semplice e a portata di mano per

scongiurare crisi di pianto e notti insonni: uno studio presentato in Portogallo ha infatti dimostrato

che questo probiotico, somministrato per tre mesi fin dalla nascita, diminuisce la probabilità di disturbi

gastrointestinali minori come le coliche (ma anche il rigurgito o la stitichezza) rispetto al placebo.

Non solo: questo fermento lattico è risultato efficace anche per diminuire le infezioni intestinali da

rotavirus, riducendo a un giorno soltanto gli eventuali ricoveri in ospedale e aumentando la probabilità

di guarigione già dopo il primo giorno di somministrazione (dopo sole 24 ore sta bene il 50% dei piccoli

trattati con L. reuterii contro il 5% di chi ha assunto altri probiotici).

EFFETTI – L. reuterii sembra perciò utile per prevenire e curare piccoli e grandi problemi

gastrointestinali nei bimbi, come conferma Giuseppe Mele coordinatore scientifico della delegazione

italiana a Bilbao:

«L. reuterii, grazie anche a questi nuovi dati, è stato inserito assieme al Lactobacillus GG e al

Saccharonyces boulardii fra le terapie d'elezione e con documentata efficacia per la gastroenterite

acuta; a oggi, inoltre, è l'unico probiotico utile per prevenire i disturbi gastrointestinali minori come le

coliche.

I probiotici agiscono sulle alterazioni della flora batterica che sono responsabili dell'insorgenza delle

più frequenti patologie intestinali nel bambino: ristabiliscono naturalmente un equilibrio e migliorano

le difese del sistema immunitario, che per più del 70% sono localizzate proprio nel tratto intestinale.

Anche per questo i probiotici possono essere un valido aiuto per trattare allergie e infezioni ricorrenti,

senza gli effetti collaterali degli antibiotici che eliminano velocemente i batteri “cattivi” ma

destabilizzano molto di più l'intestino oltre ad aumentare il rischio di sviluppare resistenze», conclude

Mele. (Salute, Corriere)

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PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 229

SCIENZA E SALUTE

AUTO E MAL DI SCHIENA, COME VIAGGIARE SENZA RISCHI Vacanze, viaggi, ore in macchina. La stagione è stata avviata.

Prima del relax, il grande stress al volante. E proprio quel viaggiare bloccati al volante rischi di

diventare il rovinavacanze.

Da qui, l'allarme degli specialisti che consigliano maggiore attenzione prima di mettere in moto.

Torcicollo, dolori alle spalle e alle gambe. Ma anche caviglie

gonfie e schiena sofferente. Guidare, per molti, è anche

questo.

«Nel corso dei lunghi spostamenti - spiega Valter Santilli,

ordinario di medicina fisica e riabilitativa all'università La

Sapienza di Roma - è bene scendere dall'auto ogni mezz'ora e passeggiare in modo da riattivare la circolazione. Un

consiglio che diventa un obbligo per le persone obese che

rischiano un rallentamento del circolo venoso e linfatico. O addirittura, in alcuni casi, anche la

trombosi».

Tra gli esercizi da fare quello di metetrsi sulle punte e ricadere sui talloni. Se ripetuto otto-dieci volte

migliora sensibilmente la circolazione.

Per quanto riguarda il collo, invece «occorre ricordarsi di usare il poggiatesta, fondamentale per

rilassare i muscoli». Dal momento che una guida tesa e nervosa con il capo proiettato in avanti non

aiuta la postura».

Fondamentale è poi la regolazione dello schienale di guida: l'inclinazione corretta a 130 gradi. Una

corretta postura è legata anche alla distanza dalla pedaliera.«Se il sedile è troppo vicino o

eccessivamente lontano dai pedali si possono generare disturbi all'anca, al ginocchio e al piede. Stesso

discorso per la seduta che non deve essere esageratamente affossata: in questo caso occorre utilizzare

un cuscino». (Salute, Corriere)

PANCREATITE ACUTA: PIU' VICINA LA CURA CON UN NUOVO FARMACO

Un farmaco contro la pancreatite acuta, patologia per cui ancora non ci sono cure, potrebbe essere più vicino grazie a uno studio dell'università di Cardiff pubblicato dalla rivista 'Pnas', in cui un farmaco già esistente si è rivelato efficace contro un modello della malattia.

I ricercatori hanno testato un composto che blocca il canale ionico che porta il

calcio all'interno delle cellule, dimostrando che questo riesce a ridurre

sensibilmente il flusso di questo elemento all'interno di cellule del pancreas

isolate.

Proprio l'accumulo di calcio, spiegano gli autori, e' la causa della pancreatite

acuta, con le cellule che iniziano a fagocitare se stesse. "Questo studio e' una

prova di principio molto importante - scrivono gli autori - speriamo che stimoli dei test sugli animali e

sull'uomo molto presto". (AGI) .

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SCIENZA E SALUTE

OBESITA': NASCONDERE LE TENTAZIONI AIUTA A DIMAGRIRE

Lontano dagli occhi lontano dal cuore, il noto adagio e' valido anche per chi spera di perdere qualche chilo di troppo.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Neuron' ha dimostrato, infatti, che nascondere alla vista una gustosa tentazione, come una barretta di cioccolato, e' una strategia che incrementa le possibilità di dimagrire rispetto a quando si scommette esclusivamente sulla propria forza di volontà.

La determinazione, per quanto forte sia, ha bisogno quindi di un piccolo ma risolutivo aiuto. L'indagine

e' stata condotta da Molly Crocket dell'Università di Cambridge che ha spiegato:

"I nostri risultati dimostrano che il modo più efficace per combattere una tentazione e' evitare di averla

sotto gli occhi". La strategia, emerge dallo studio, attiva percorsi cerebrali che facilitano la distrazione

dall'oggetto del desiderio, rafforzando la volontà individuale. Poter godere di una tattica per

aumentare l'autocontrollo verso le tentazioni attiva l'area fronto-polare della corteccia, regione

coinvolta nei pensieri relativi al futuro, che a sua volta aumenta la comunicazione con la corteccia

prefrontale dorso-laterale, regione che svolge un ruolo importante nei processi che determinano la

volontà. (AGI) .

SONNO: QUANDO MANCA PIU' PREDISPOSTI A PREGIUDIZI E STEREOTIPI

La mancanza di sonno predispone ai pregiudizi e ai giudizi stereotipati.

Lo ha scoperto uno studio dell'università delle Hawaii su circa 400 studenti universitari pubblicato dalla

rivista 'Sleep'.

In un primo esperimento agli studenti erano mostrate foto di donne musulmane, e veniva chiesto loro di descrivere una loro giornata tipo. Maggiore era la mancanza di sonno, spiegano gli autori,

maggiore il tasso di stereotipi usati nella descrizione.

Un'altra prova ha chiesto ai soggetti di verificare le credenziali per un

lavoro di alcuni candidati, e anche in questo caso chi non aveva

dormito tendeva ad attribuire una minore competenza alle persone di

colore. "Molti studi hanno trovato effetti negativi della carenza di sonno sul comportamento -

spiegano gli autori - evidentemente una bella dormita ha delle funzioni regolatrici molto importanti".

(AGI) .

LE CELEBRITÀ E I LORO SOSIA ANIMALI

Victoria

Beckham

Bruce Willis

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PROFESSIONE

NOTIZIE AGIFAR

Tavolo interprofessionale con altre associazioni.

L'agifar Napoli nei primi mesi di questo anno è stata invitata a partecipare ad un Tavolo

interprofessionale ideato dall'Unione Giovani Industriali grazie al quale ha avuto l'opportunità di

confrontarsi anche con referenti giovanili degli Ordini degli Architetti, dei

Commercialisti e degli Ingegneri con i Giovani di Confcommercio, Giovani

Costruttori, Giovani delle Piccole e Medie Imprese ed ha arricchito l'iniziativa

invitando a partecipare Giovani Ricercatori e i Giovani Specializzandi in

Medicina. Il Tavolo nasce dalla volontà dei Giovani dell'Unione Industriali di

promuovere ed affiancare nuove iniziative come le Start Up. Dopo una serie di

incontri mediatici anche per presentare Giovani eleMenti ai nostri decision

makers cittadini e regionali, l'Agifar ha proposto a tutte le altre 24 sigle

aderenti al Tavolo di organizzare un evento finalizzato a supportare una

cooperativa che opera nel rione Sanità per il recupero di giovani disagiati retta

da Don Antonio Loffredo chiamata La Paranza. Di qui è partito un tam tam tra

colleghi insistente che ha fatto si che l'Agifar Napoli non solo fosse

l'associazione promotrice, ma anche la coordinatrice dell'evento che si è svolto domenica 21 all'orario

del tramonto al Neasy di Coroglio a cui hanno partecipato ben 300 persone e la somma ricavata (1800

euro) verrà devoluta a La Paranza di don Antonio. L'impegno dei giovani farmacisti napoletani è stato

ripagato grazie alla partecipazione di tanti colleghi, infatti l'Agifar Napoli è stata anche tra le

associazioni più numerose in termini di presenze all'evento tra tutte quelle facenti parte al Tavolo

Giovani eleMenti.

DORMITE POCO? ATTENTI ALLA PELLE

Lo scarso riposo notturno facilita la comparsa delle rughe e l'alterazione della barriera cutanea che protegge da agenti dannosi come i raggi Uv

La pelle di chi dorme poco invecchia il doppio rispetto a quella di chi fa sonni lunghi e tranquilli. Lo scarso riposo notturno non solo facilita la comparsa di segni sul volto e rughe, ma causa l'alterazione della barriera cutanea che protegge da agenti dannosi come i raggi Uv. Si allungano inoltre i tempi di

riparazione della pelle, ad esempio una scottatura ci mette di più a disinfiammarsi. Ad affermarlo sono

scienziati americani del Case Medical Center in uno studio presentato all'International Investigative

Dermatology Meeting ad Edimburgo.

Lo studio ha coinvolto 60 donne di età compresa tra i 30 e i 49 anni. Dopo una valutazione della pelle e

numerosi test non invasivi per osservarne le reazioni, e aver fatto una classificazione della qualità e

quantità di sonno delle partecipanti, i ricercatori hanno individuato delle differenze statisticamente

significative tra l'invecchiamento della pelle di chi dorme e chi no. In particolare, utilizzando lo Skin

aging scoring system, (un sistema standard per valutare l'invecchiamento della pelle in base ad

elasticità, rilassamento cutaneo, pigmentazione irregolare e segni) dove a maggior numero

corrisponde una pelle più rovinata, è stato calcolato un punteggio di 2.2 per chi dorme la notte contro

un 4.4 per le donne che nel letto passano poco tempo.

Anche altri problemi come l'obesità sono legati alla mancanza di sonno: ad esempio il 44% delle

partecipanti allo studio con problemi a dormire era obeso, il doppio (23%) rispetto alle donne che non

avevano problemi a dormire (Adnkronos Salute)