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72 aprile 2008 • SUONO L’AMATEUR PROFESSIONNEL di Fabio Masia L a riproduzione sonora è per definizione una scienza inesatta: causa ed effetto non hanno il più delle volte una correlazione, anzi sempre più frequentemente evidenziano situazioni assurde o contraddizioni macrosco- piche a fronte di tante teorie che tengono fino a un certo punto ma poi si sgretola- no miseramente. Il settore delle elet- troacustiche poi, peggiora notevol- mente la situazione in quanto “ampli- fica” a dismisura gli aspetti dei casi li- mite. Viene spesso utilizzata l’analogia con una coperta corta: magari lo fosse! Avremmo, anche se in una certa misura, il controllo della situazione... Invece, lo scenario che prende forma di fronte all’ultimo anello della catena della riproduzione sonora (diffuso- re+ambiente; una complicazione in più a questo punto non fa differen- za) è fra i più inquietanti che si pos- sono presentare a un povero utente con una cultura occidental/determi- nistica: è vero tutto e il contrario di tutto! Non tanto negli sforzi che tentano la descrizione del fenomeno quanto nelle soluzioni e nei prodotti impie- gati per la riproduzione del fenome- no: si azzardano tante ipotesi, molte delle quali anche in antitesi, oppure basate su una linea di principio che di fatto esclude le altre. Spesso si dà più valore alle soluzioni e non al motivo per il quale si è penato tan- to. Con questi presupposti quasi tut- ti i prodotti presenti sul marcato, en- tro certi limiti ovviamente, propon- gono una chiave d’interpretazione “plausibile”. Ma allora prende for- ma un approccio che dovrebbe valu- tare il fenomeno della riproduzione nel suo insieme e non privilegiare una soluzione in luogo di altre solo perché tale soluzione, sulla carta, è migliore. Una soluzione potrà esse- re sicuramente migliore, anche in assoluto rispetto ad altre, ma… in certi contesti inadeguata. Natural- mente, queste sono le solite consi- derazioni che nascono spontanee di fronte a sistemi che in un colpo solo annullano ogni certezza pian piano costruita nel tempo e propongono un modello anticonvenzionale. Considerateli come lo sfogo pre- ventivo del recensore che, armato del suo bagaglio di indissolubili con- vinzioni scientifiche, si trova ad affrontare i sistemi di diffusione sonora a radiazione omnidireziona- le, che costituiscono di fatto l’anoma- lia della “teoria generale della riprodu- zione”, perlomeno come la conoscia- mo oggi! In barba a tutto ciò, loro, zitti zitti, esibiscono in certe con- dizioni un campo sonoro piace- vole e si rivelano più interessanti di altri sistemi “realizzati” secon- do i sacri dettami, sebbene i be- nefici di tali soluzioni si affian- chino a una lunga lista di situa- zioni “accessorie” che si devono accettare incondizionatamente e che… riportano il discorso sul concetto della coperta corta. Pro- dotti come i German Physicks, invece, lasciano senza parole perché non offrono il fianco a nessuna critica sotto il profilo della riproduzione, ma sollevano la vera questione della riprodu- zione sonora: il concetto di cam- po sonoro riprodotto in ambiente, che sotto certi aspetti non ha nes- suna correlazione con la riprodu- zione dell’evento reale! La riproposizione di un evento sonoro in casa diventa essa stessa un evento reale a sé stante, de- scrivibile in base alle proprie emozioni; il punto allora è: quan- to queste emozioni sono correla- bili con il concetto di qualità del prodotto dal quale prende vita l’evento? Un sistema di riproduzione om- nidirezionale di fatto ha un com- portamento del tutto differente dal consueto, ma tanti dei criteri di giudizio validi per i sistemi a radiazione diretta continuano a essere validi anche per quelli omnidirezionali, tenendo sem- pre a mente di non privilegiare un solo aspetto che caratterizzi Il costo, da vera e propria Formula 1 del settore, non è certo indifferente... le prestazioni pure! Decisamente ci troviamo di fronte ad un prodotto che,per tecnologie adottate, richede nuove categorie di giudizio anche in considerazione di una notevole capacità di adattamento all’ambiente d’ascolto. Ma la musica è sempre la musica e questi diffusori sanno come trattarla. German Physiks HRS 120 C DIFFUSORI

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72 aprile 2008 • SUONO

L’AMATEUR PROFESSIONNEL

di Fabio Masia

La riproduzione sonora è per definizioneuna scienza inesatta: causa ed effetto nonhanno il più delle volte una correlazione,

anzi sempre più frequentemente evidenzianosituazioni assurde o contraddizioni macrosco-piche a fronte di tante teorie che tengonofino a un certo punto ma poi si sgretola-no miseramente. Il settore delle elet-troacustiche poi, peggiora notevol-mente la situazione in quanto “ampli-fica” a dismisura gli aspetti dei casi li-mite. Viene spesso utilizzata l’analogiacon una coperta corta: magari lo fosse!Avremmo, anche se in una certa misura, ilcontrollo della situazione... Invece,lo scenario che prende forma difronte all’ultimo anello della catenadella riproduzione sonora (diffuso-re+ambiente; una complicazione inpiù a questo punto non fa differen-za) è fra i più inquietanti che si pos-sono presentare a un povero utentecon una cultura occidental/determi-nistica: è vero tutto e il contrario ditutto!Non tanto negli sforzi che tentano ladescrizione del fenomeno quantonelle soluzioni e nei prodotti impie-gati per la riproduzione del fenome-no: si azzardano tante ipotesi, moltedelle quali anche in antitesi, oppurebasate su una linea di principio chedi fatto esclude le altre. Spesso si dàpiù valore alle soluzioni e non almotivo per il quale si è penato tan-to. Con questi presupposti quasi tut-ti i prodotti presenti sul marcato, en-tro certi limiti ovviamente, propon-gono una chiave d’interpretazione“plausibile”. Ma allora prende for-ma un approccio che dovrebbe valu-tare il fenomeno della riproduzionenel suo insieme e non privilegiareuna soluzione in luogo di altre soloperché tale soluzione, sulla carta, èmigliore. Una soluzione potrà esse-re sicuramente migliore, anche inassoluto rispetto ad altre, ma… incerti contesti inadeguata. Natural-mente, queste sono le solite consi-derazioni che nascono spontanee difronte a sistemi che in un colpo soloannullano ogni certezza pian pianocostruita nel tempo e propongonoun modello anticonvenzionale.Considerateli come lo sfogo pre-

ventivo del recensore che, armato delsuo bagaglio di indissolubili con-

vinzioni scientifiche, si trova adaffrontare i sistemi di diffusione

sonora a radiazione omnidireziona-le, che costituiscono di fatto l’anoma-lia della “teoria generale della riprodu-zione”, perlomeno come la conoscia-

mo oggi! In barba a tutto ciò, loro,zitti zitti, esibiscono in certe con-dizioni un campo sonoro piace-vole e si rivelano più interessantidi altri sistemi “realizzati” secon-do i sacri dettami, sebbene i be-nefici di tali soluzioni si affian-chino a una lunga lista di situa-zioni “accessorie” che si devonoaccettare incondizionatamente eche… riportano il discorso sulconcetto della coperta corta. Pro-dotti come i German Physicks,invece, lasciano senza paroleperché non offrono il fianco anessuna critica sotto il profilodella riproduzione, ma sollevanola vera questione della riprodu-zione sonora: il concetto di cam-po sonoro riprodotto in ambiente,che sotto certi aspetti non ha nes-suna correlazione con la riprodu-zione dell’evento reale!La riproposizione di un eventosonoro in casa diventa essa stessaun evento reale a sé stante, de-scrivibile in base alle proprieemozioni; il punto allora è: quan-to queste emozioni sono correla-bili con il concetto di qualità delprodotto dal quale prende vital’evento?Un sistema di riproduzione om-nidirezionale di fatto ha un com-portamento del tutto differentedal consueto, ma tanti dei criteridi giudizio validi per i sistemi aradiazione diretta continuano aessere validi anche per quelliomnidirezionali, tenendo sem-pre a mente di non privilegiare

un solo aspetto che caratterizzi

Il costo, da vera e propria Formula 1 del settore, non è certo indifferente... le prestazionipure! Decisamente ci troviamo di fronte ad un prodotto che, per tecnologie adottate,richede nuove categorie di giudizio anche in considerazione di una notevole capacità di adattamento all’ambiente d’ascolto. Ma la musica è sempre la musica e questi diffusorisanno come trattarla.

German Physiks HRS 120 CDIFFUSORI

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SUONO • aprile 2008 73

Diffusori German Physiks HRS 120 C

Prezzo: € 21.000,00Dimensioni: 32 x 114,5 x 32 cm (lxaxp)Peso: 29,7 kgDistributore: LP AudioStrada Nuova per Opicina 29/2 - 34151 Trieste (TS)Tel. 040.56.98.24 - Fax 040.57.05.748www.lpaudio.it

Tipo: omnidirezionale in sospensione pneumaticada pavimento Potenza (W): 110 N. vie: 2 Impeden-za (Ohm): 4 Freq. crossover (Hz): 240 Ris. in freq.(Hz): 29-24.000 Sensibilità (dB): 87 Altoparlanti: 1DDD in carbonio, 1 x wf da 20 cm Note: griglia opzio-nale 600 euro; finitura in legno o laccatura multistra-to 25.000 euro; doppia laminatura in carbonio a fibrecontrapposte con laccatura multistrato 31.000 euro.

CARATTERISTICHE DICHIARATE

L’ASCOLTO

� RIPROPOSIZIONE DELLA GAMMA DI FREQUENZEL’estensione della risposta in frequenza non è davve-ro un problema e, semmai, impressiona favorevol-mente il fatto che tale risposta è anche particolar-mente regolare e costante e, soprattutto, non si av-verte in alcun modo il passaggio tra i due driver, se-gno di un’eccellente fusione tra i vari parametri e ilcrossover. Altro elemento che colpisce è l’assenza dirigonfiamenti nella zona di transizione tra i bassi e lemedie frequenze, piuttosto rara anche a questi livelli.

� CAPACITÀ DINAMICASicuramente uno dei parametri in cui eccelle mag-giormente il diffusore. Sia nel caso della micro chenel campo della macro dinamica la resa è ottima. Laprontezza e velocità insita nella particolare largabanda che caratterizza tutti i diffusori della casa per-mette di apprezzare tutte le minime variazione divolume con grande soddisfazione e facilità.

� RICOSTRUZIONE DELLO STAGE SONOROQuando si ha a che fare con diffusori omnidirezionalicome questi, si ha, almeno inizialmente, un senso didisorientamento perché vengono meno certe abitu-dini. I due diffusori risultano alquanto indifferenti alposizionamento nella sala d’ascolto. Soltanto a ridos-so delle pareti si ha un leggero rinforzo in basso eperdita della profondità che, al contrario, è veramen-te spettacolare se appena si scostano i diffusori. Inu-tile aggiungere che i diffusori hanno una capacità damini di scomparire letteralmente dalla scena.

� RICOSTRUZIONE DELLE ARMONICHE ED EQUILIBRIO TONALE

Detto della scarsa o minima influenza delle paretinel posizionamento dei diffusori, si deve sottolinearel’asciuttezza e correttezza tonale degli HRS 120 C.Questo particolare può essere scambiato in un pri-mo momento in una certa freddezza, ma in realtàsembra essere frutto di una linearità più simile alcomportamento di un elettrostatico che a un alto-parlante dinamico, sia pure originale come questi.Questa caratteristica influenza anche le voci che pos-sono stupire per una resa leggermente diversa, ap-parentemente meno ricca armonicamente, più pro-babilmente meno ridondante che con altri diffusori.

CARLO D’OTTAVIDa diffusori di questa stazza e costo èovviamente lecito, anzi d’obbligo, pre-tendere molto e questi GermanPhysiks non deludono. Dato il prezzo,però, mi sarei aspettato una rifinitura

più impeccabile e sontuosa, ma è anche vero che a volte itedeschi eccedono nel senso di realismo con un gustoche non sempre incontra il nostro, per cui è preferibileuna certa austerità e semplicità come in questo caso. Mu-sicalmente non ci sono invece mancanze da rilevare, anziil fascino di questi outsider è abbinato a una correttezza

timbrica, a una fermezza dell’immagine e a bassi solidiquanto perfettamente fusi con il resto della gamma difrequenze, tipiche solo dei migliori diffusori dinamici.Spesso ci è invece capitato di ascoltare altoparlanti omni-direzionali, brillanti e unici per la specifica capacità di dis-persione e diffusione del suono, ma poi sempre mancantiin quei parametri, magari più tradizionali, che poi costitui-sco le basi per un ascolto più vicino a quel realismo, alea-torio e opinabile quanto si vuole, a cui da sempre ambi-sce un sistema audiofilo. Gli HRS 120 C sembrano inveceriuscire nella difficile quadratura del cerchio, peccato checostino tanto!

FABIO MASIACi siamo più volte imbattuti in pro-dotti di eccellenza, di ogni tipologia ecategoria. In genere di fronte a unprodotto di questo tipo scorrono viaflussi di emozioni e di considerazioni

lungi dall’essere “obiettive” e ponderate. Solo un prodottoal vertice è in grado di smantellare ogni sovrastruttura eogni pregiudizio semplicemente attraverso “se stesso”. I ri-sultati, non quelli appariscenti o roboanti, ma quelli cheper una qualsiasi ragione ti lasciano a bocca aperta, ti tra-scinano in una condizione sospesa, fatta di inquietudine

ed eccitazione.Tutto il resto passa in secondo piano: soldi,collocazione di settore, rapporto qualità prezzo… Ci pen-siamo dopo, ora ho altro da fare: questo è l’unico pensierofisso. A un certo punto però, ancora eccitati, alla domandaquanto potrebbe valere tutto ciò siamo portati ad affer-mare qualsiasi cifra, sapendo però che c’è sempre cifra ecifra! Il gioco allora assume connotati meno romantici epassionali e la realtà, tutto d’un tratto, ti crolla addossocome un macigno. È molto bello spostare la presentazio-ne del conto, ma prima o poi, il conto arriva sempre, salatoo conveniente che sia. È come cadere giù dal letto duran-te un bel sogno: però che bel sogno!

IN SINTESIDi una cosa siamo certi: GermanPhysicks ha le idee chiare in ogniaspetto dell’impresa commercia-le che ha intrapreso; marketing,comunicazione aziendale, collo-cazione del prodotto e qualità del-le esecuzioni sono di altissimo li-vello qualitativo! Inoltre, a no-stro parere, la casa è anche ri-uscita a infondere quel pizzico dimistero sui prodotti che tanto pia-ce a chi pratica questo hobby: sti-mola la curiosità e aumenta leaspettative sulle prestazioni delprodotto. Aspettative mai disat-

tese: gli HRS 120 C suonano be-nissimo, in modo ineccepibile e aldi sopra di ogni più florida previ-sione. Poi, il prodotto è anche pia-cevole, ottimamente realizzato eanche estremamente versatile. Ag-giungiamo inoltre che l’abbina-mento con l’amplificazione è ab-bastanza facile anche con prodot-ti di natura molto differente (noi liabbiamo fatti ruotare con diffe-renti tipologie senza variazionisignificative del sound offerto),quasi a ribadire che i criteri dellariproduzione di un buon suonosono altrove o perlomeno sul cam-

po; un campo dove gli HRS 120 Cgiocano in casa... Stiamo parlan-do naturalmente dell’ambiente edelle sue caratteristiche acusticheche generalmente interferisconocon il risultato finale in manieramaggiore. In questa ottica, anchese in alcune situazioni il diffuso-re ci lascerà straniati, non siamoabituati ad ascoltare un campo so-noro così inusuale, le peculiaritàofferte dalla radiazione ominidi-rezionale di German Physicks of-frono una marcia più, quasi inogni occasione. Il prezzo? È alto,in assoluto, altissimo per i comu-

ni mortali! Ogni prodotto dellacasa è caratterizzato da un prezzodi vendita inusuale, inusuale al-meno quanto le prestazioni delprodotto e, nel caso del prodotto inprova, svantaggioso se si consi-derano i sistemi più piccoli pre-senti nel catalogo. In certe occa-sioni non ha senso parlare di rap-porto qualità prezzo: i valori sonoaltissimi entrambi e… matemati-camente danno un valore basso! Basso ma non tanto male perché,il prezzo è sì alto ma il prodotto sicolloca nel segmento di eccellen-za. Per chi se li può permettere…

NOTE E LEGENDAI voti sono espressi sulla base di un criterio qualita-tivo relativo al parametro qualità/prezzo determi-nato in relazione alla classe di appartenenza del-l’apparecchio. Il fattore di concretezza è un para-metro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiudeil valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, delmarchio e del distributore.

COSTRUZIONE � � � � � � � � �

AL BANCO DI MISURA � � � � � � � � � �

VERSATILITÀ � � � � � � � � � �

ASCOLTO � � � � � � � � �

FATT.DI CONCRETEZZA � � � � � � �

QUALITÀ/PREZZO � � � � � �

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German Physiks HRS 120 C

Il mobile degli HRS 120 C è sviluppatoin altezza con una struttura a piantaottagonale. Il volume di carico è sud-diviso in due vani completamente se-parati che costituiscono i due volumidi carico pneumatico, uno per il wooferinstallato sulla parte inferiore del mobilecon l’emissione verso il pavimento e l’altroper l’altoparlante DDD posto sulla sommità. Lastruttura interna è ulteriormente divisa da un setto chepresenta un foro di ridotte dimensioni, che costituiscee suddivide ulteriormente il volume interno in due ca-mere per realizzare un risuonatore di Helmoltz accor-dato in funzione delle caratteristiche del carico e del-l’altoparlante impiegato nella sezione bassa. Inoltre,è presente un setto di raccordo anulare di rinforzoposto a circa metà distanza fra il pannello di fon-do e il setto di separazione del risuonatore. La di-mensione delle pareti verticali di circa 10 cm e i settiposti circa ogni 20 cm fanno sì che la struttura assumauna robustezza decisamente inusuale. Inoltre il costrut-tore ha sviluppato ulteriori interventi di riduzione dellevibrazioni e dell’emissione in ambiente di energia acu-stica da parte delle pareti del mobile: il suono deve es-sere emesso in ambiente esclusivamente dalle mem-brane dell’altoparlante, qualsiasi altra fonte deve essere“annientata”. L’interno dei volumi di carico è riempitocon materiale fonoassorbente a bassa densità per ridur-re ulteriormente l’insorgenza di onde stazionarie e ri-flessioni significative di ritorno sulle membrane deglialtoparlanti.Il woofer emette verso il pavimento tramite 8 aperturericavate direttamente dai prolungamenti degli spigolidel mobile ai quali si avvita il pannello inferiore di sup-porto realizzato in MDF verniciata. (5202): è statoespressamente realizzato per questo progetto e pen-sato anche in funzione del volume di carico e del ri-suonatore con cui verrà abbinato. Il cestello è in allu-minio pressofuso molto robusto (A e B) il gruppo ma-gnetico impiega due anelli in ferrite accoppiati a

espansione polare in prossimità del traferro è lavorataal tornio per l’ottimizzazione degli accoppiamentimeccanici. La membrana sfrutta un tessuto di materia-le sintetico rinforzato con una struttura a nido d’apevisibile sulla superficie esterna e una a trama moltospessa nella parte interna (C) la sospensione è in gom-ma molto spessa e gli incollaggi fra gli elementi sonoparticolarmente curati.Il driver omnidirezionale DDD è installato sulla parte su-periore in un volume di carico molto piccolo completa-mente riempito di materiale fonoassorbente (D) con lepareti rivestite in feltro. I pannelli superiore e inferiore aiquali sono avvitati gli altoparlanti hanno uno spessoremolto elevato e tutti i fissaggi sono realizzati attraversobulloni in acciaio inox avvitati su supporti metallici an-negati nell’MDF.Il DDD è realizzato sostanzialmente con gli stessi ele-menti di un altoparlante tradizionale, solo che presentaun “inconsueto” sviluppo in profondità ed è montato

“alla rovescia”! La differenza è nel movimento dellamembrana che si pone obiettivi opposti a quelli di unaltoparlante tradizionale: il progetto non si basa sul mo-vimento di un pistone rigido ma al contrario sulla som-ma delle componenti risultanti dai moti “accessori” chesi innescano sull’esile membrana. A questo punto i fat-tori che entrano in gioco nella riproduzione sono benaltri: lo spessore e la massa della membrana unite allesue caratteristiche di rigidità, l’angolazione del cono e,come anche negli altoparlanti tradizionali, la precisionedelle lavorazioni meccaniche del gruppo mangetico. Ilcono è realizzato con due lastre accoppiate fra loro ditessuto in carbonio a trama larga spesse solo 0,15 mm(E) incollate a loro volta alla sospensione in gomma (F)e allo spider di centratura. La struttura di sostengo im-piega sei colonnine in acciaio avvitate alla flangia disupporto e a quella di sostegno del gruppo magnetico.Il diametro della bobina mobile è di circa 50 mm e le la-vorazioni appaiono estremamente accurate. D’altronde

+15°

-15°

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Graf. 1 Graf. 2 Graf. 3

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L’AMATEUR PROFESSIONNEL

A

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il prodotto ma l’impatto di ogni soluzione infunzione di quello che il prodotto dovrà fare.Esiste una spiegazione banale a tutto ciò: a mo-do suo, ogni diffusore emette “suono”, lo emet-te in modo intellegibile e trasferisce senza tantifiltri il contenuto del messaggio! O meglio, ilnostro impianto intellettivo, quasi in ogni con-dizione, capisce quello che il sistema ci sta co-municando; quindi, anche se con i dovuti di-stinguo, il sistema funziona! Allora il grandelavoro del progettista assume una dimensioneestremamente impegnativa, in quanto non solosi dovrà concentrare a fondo singolarmente suogni aspetto tecnologico, ma dovrà valutarel’impatto di ogni soluzione con l’aggravante dinon avere un granché come punti fermi sotto ilprofilo tecnico, in quanto viene coinvolta inmodo significativo la sfera emotiva.German Physicks nasce dall’ingegno di PeterDicks e dalle capacità imprenditoriali di Hol-ger Mueller. Dicks, ingegnere e matematico, futotalmente affascinato dal principio di funzio-namento di un altoparlante di Walsh (per inten-derci quello utilizzato sulle mitiche Ohm) e ilcaso volle che Mueller, imprenditore già nelsettore hi-fi, aveva un paio di Ohm F nel suoimpianto e non disdegnava un sistema di ripro-duzione “anticonvenzionale”. Dicks realizzòmolti prototipi “fisici” di un altoparlante diquesto tipo e si dedicò soprattutto alla model-lizzazione matematica del principio di funzio-namento di un sistema del genere, realizzandoun valido prototipo funzionante che, come tuttii sistemi “anticonvenzionali”, non fu apprezza-to dal mercato ma colpì profondamente Muel-ler che ne colse le potenzialità sia per le sueprestazioni che come investimento economico.La collaborazione fra i due cominciò intorno al1990 e si concretizzò nel 1992 con la costitu-zione dell’azienda German Physicks, che basala produzione dei sistemi di altoparlanti intornoal driver omnidirezionale, completamente svi-luppato e realizzato in casa. L’altoparlanteDDD (Dicks Dipole Driver), anche se basa ilsuo principio di funzionamento sul driver di

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Diffusori German Physiks HRS 120 C

per raggiungere un’elevata sensibilità si deve aumenta-re il flusso di campo magnetico avvicinando fra loro i va-ri componenti delle espansioni polari: ne consegue lanecessità di realizzare accuratamente e singolarmenteogni elemento. Le espansioni polari sono tornite dal pie-no e si possono apprezzare le strettissime tolleranze dilavorazione fra la bobina e il traferro (G).Nonostante gli altoparlanti siano stati concepiti apposi-tamente per questo utilizzo, il progettista ha fatto ricor-so ad un filtro crossover abbastanza elaborato sia per ilfiltraggio che per l’equalizzazione della risposta del dri-ver DDD. Sulla linea del woofer (H) è stata utilizzata una

linea a 12 dB/oct e una rete di compensazione del piccodi risonanza in bassa frequenza, mentre sul driver DDD èpresente (I) una rete complessa a 24 dB/oct con variecompensazioni che danno luogo a una sorta di equaliz-zazione e modellazione della risposta. Le regolazionedel livello in alta frequenza intervengono in modo evi-dente oltre i 7 kHz e sono centrati poco dopo i 10 kHzcon effetti abbastanza rilevanti all’ascolto.La risposta appare decisamente lineare in tutte le dire-zioni e soprattutto praticamente insensibile a variazionidi comportamento sul piano verticale. Siamo di fronte auno dei prodotti ad emissione omnipolare nel senso piùstretto del termine. Le rilevazioni in ambiente conferma-no pienamente la distribuzione in ambiente di un cam-po acustico omogeneo e privo di particolari caratteriz-zazioni. Il comportamento impulsivo del sistema è il suc-cessivo aspetto che distingue gli HRS120 C: ci troviamodi fronte a un sistema ad emissione coerente che dà filoda torcere ai più agguerriti monovia! Il modulo dell’im-pedenza presenta un andamento altalenate con varia-zioni repentine scendendo sotto i 4 Ohm intorno ai 70Hz e sotto i 3 Ohm intorno ai 5.500 Hz. Il sistema peròmostra una buona sensibilità che consente l’abbina-mento con amplificazioni non eccessivamente potenti.(Fabio Masia)

D

F

E

G

H

I

I morsetti accettano collegamenti mono-wiring con qual-siasi tipo di terminazione o cavo spellato anche di grossasezione.Si può regolare il livello della gamma “altissima”tramite un ponticello da collocare fisicamente sulla se-lezione desiderata.

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Walsh, è andato molto oltre il prodotto utilizza-to da Ohm e, grazie anche al contributo diMueller, la produzione ha assunto un livello diattenzione ad ogni aspetto del progetto, com-preso il profilo commerciale, che solitamenteviene trascurato dal “progettista” puro che, persua natura, si concentra esclusivamente su al-cuni aspetti, magari dalle molteplici sfaccetta-ture, ma tutti squisitamente tecnici e poco“commerciali”. Per commerciale si intende an-che l’estrema cura di alcune soluzioni che ma-gari, anche se hanno un’influenza non fonda-mentale nel risultato sonoro, però conferisconoun valore importante al prodotto nel suo insie-me. Ad un altoparlante unico nel suo genere siaffiancano tecniche di costruzione del mobilepiuttosto elaborate e curate anche sotto l’aspet-to estetico, alle quali si aggiungono trattamentisuperficiali molto efficaci sulla riduzione dellevibrazioni identificati da un marchio deposita-to: Hawaphon.Il progettista è riuscito ad aggirare tutta una se-rie di ostacoli, a volte insormontabili, nella rea-lizzazione di un altoparlante omnidirezionaleaffrontando il fenomeno della propagazione diun’onda sonora in modo molto singolare. Inuna certa porzione di frequenze l’altoparlante èpraticamente identico a uno tradizionale soloche “è montato al contrario”; mentre man ma-no che la frequenza cresce, la membrana co-mincia a muoversi in modo molto differente daquella di un altoparlante tradizionale a radia-zione diretta. I benefici sono notevoli a partire

da un’elevata superficie di emissione a disposi-zione della gamma alta che, di solito, nei diffu-sori omnidirezionali è uno dei limiti nella ri-produzione. Generalmente l’energia immessain ambiente è distribuita in uno spazio maggio-re e quando si utilizzano altoparlanti tradizio-nali si avverte una certa carenza o esilità dellefrequenze alte: i DDD, invece, risolvono que-sta problematica e forniscono un comporta-mento del tutto singolare. Il punto è che il pro-gettista ha lavorato intensamente intorno a que-sta problematica e per quanto riguarda la dis-persione, si può affermare che il DDD è proba-bilmente uno dei pochi altoparlanti ominidire-zionali “veri” a larga banda disponibili oggi sulmercato (tuttavia, negli HRS120 è utilizzato unfiltro crossover piuttosto elaborato per l’equa-lizzazione della risposta della gamma alta conla possibilità di scelta anche di 4 livelli diemissione dell’estremo superiore regolabili apassi di 2 dB). Il catalogo oggi è costituito danumerosi prodotti che si basano tutti sul DDD,utilizzandone anche più di uno, ai quali si af-fiancano le sezioni per la riproduzione dellagamma bassa che, sebbene si limitino alla ri-produzione della parte inferiore dello spettro,non si devono considerare sezioni subwoofer. Imodelli più impegnativi impiegano una lineafino a 4 driver DDD, una sezione per i medio-bassi e un’altra per la parte inferiore dello spet-tro. Anche se il DDD ha un’escursione in fre-quenza sotto certi punti di vista strabiliante, perottenere pressioni importanti all’interno di lo-

cali di grandi dimensioni bisogna ricorrere al-l’utilizzo di altoparlanti di supporto, soprattuttonella gamma medio bassa. Inoltre, il modellosotto tutti i punti di vista al vertice del catalo-go, il Gaudì, è dotato di un’appendice estensi-bile che allontana il gruppo di DDD dal restodel sistema durante il funzionamento: si trattadi un sistema che impiega 4 unità DDD, 8 midwoofer da 20 cm, 4 woorfer da 32 cm, un cros-sover attivo a tre vie, il tutto in 2 metri di altez-za, 780 kg di peso e 223.000 (duecentoventri-temila) euro di listino che arriva a 288.000 perle versioni Carbon! I modelli a colonna a duevie, di cui fa parte il prodotto in prova,l’HRS120, invece, offrono possibilità di instal-lazione decisamente uniche nel loro genere inquanto, in ottemperanza alle ipotesi di proget-to, sfruttano una sezione per la riproduzionedella gamma bassa caricata in bass reflex conl’altoparlante posto verso il pavimento. Abbia-mo potuto riscontrare le influenze caratteristi-che del posizionamento, senza però imbattersiin variazioni eccessivamente accentuate di li-vello in seguito alla sollecitazione dei moti am-bientali caratteristici del locale: quasi in ognisituazione abbiamo apprezzato una gammabassa netta, definita potente. Sarebbe comodocedere alla tentazione di attribuire alla sospen-sione pneumatica il merito di questo comporta-mento, ma ci piace pensare che sia frutto sicu-ramente del tipo di carico, dell’altoparlante, delmobile e di chissà cos’altro... Il fatto è che funziona!

76 aprile 2008 • SUONO

L’AMATEUR PROFESSIONNEL

Cioccolato...fondentedi Fabio Masia

Le pareti interne del mobile, libere da impedimenti,sono trattate con un particolarissimo materiale pro-dotto da una casa svizzera, la Korff AG, espressamen-te concepito per l’assorbimento delle vibrazioni dipannelli anche di grandi dimensioni.L’Hawaphon, questo il nome del materiale, è costi-tuito da un foglio di materiale sintetico che presentauna serie di celle contenitori riempite con piccolesfere metalliche dal diametro di quasi 1 mm, all’e-sterno ricorda vagamente la forma delle tavolette dicioccolato “bianco”.La massa complessiva, le caratteristiche smorzantidel materiale sintetico e lo sfregamento delle pallinein metallo convertono le vibrazioni in calore e spo-stano molto in basso la frequenza di risonanza deipanelli ai quali è applicato il prodotto.Una soluzione ingegnosa pensata non per il settoreaudio ma per quello dell’edilizia e dell’industria. Lepareti interne del diffusore sono inoltre ricoperte dauno strato di feltro ad alta densità dallo spessore dioltre 1 cm saldamente ancorato alla superficie.Si notano i rigonfiamenti al centro delle pareti liberedel trattamento con l’Hawaphon.