Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali

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Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano giugno 2015

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Dieci cose che ho imparatodopo 700 giorni consecutividi campagne elettorali

Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media,peso della comunicazione, gestione delle crisi,l’importanza di avere patatine e tarallia portata di mano

giugno 2015

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Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali

Chi sono

Mi chiamo Dino Amendunie-mail [email protected]

tutto il resto about.me/dinoamenduni

Sono socio, comunicatore politico e responsabile social mediaper l’agenzia Proforma di Bari (www.proformaweb.it)

Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente(sia consultazione che download) all’indirizzo: www.slideshare.net/doonie

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Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali

sommario

1. Chi si sveglia prima al mattino ha un vantaggio sull’avversario

2. Bisogna leggere la rassegna stampa, tutti i giorni, anche quando sembra inutile

3. È utile creare meccanismi informali e attivi 24 ore su 24 di comunicazione nello staff e tra staff e candidato (quando possibile)

4. Le elezioni locali sono determinate prima di tutto da dinamiche locali…

5. …ma le scelte di voto amministrative sembrano sempre di più legate a dinamiche nazionali

6. I sondaggi sono indispensabili, ma non sono ugualmente affidabili in tutti i contesti

7. Più la partecipazione volontaria manca, più è importante che i comunicatori adottino contromisure nella costruzione degli staff

8. Le campagne elettorali finiscono il venerdì alle 23.59 (e anche dopo)

9. Primarie e amministrative sono due tipologie di elezione completamente differenti

10. Individuare (subito!) strategie di decompressione individuale per scaricare lo stress

Dieci cose in 700 giorni

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Non prendiamoci sul serio

“ I candidati di oggi si muovono in un ambiente in cui la dinamica del potere fra politica e media è bilanciata a loro favore. Le campagne non si affidano più così tanto ai media per comunicare.

Possono fare i loro siti e i loro tweet come vogliono, e affidare il resto alle loro macchine ausiliarie del rumore […]. Siccome i media sono diventati più estremi politicamente, i candidati possono scegliere con più agio con chi parlare, sapendo che alcuni sono amichevoli, e rifiutando quelli ostili”.

Mark Leibovich

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1Svegliarsi il prima possibile

Le prime mail di lavoro,in campagna elettorale,arrivano prima delle 8(quando va bene)

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1. Svegliarsi il prima possibile

I Conservatori nel Regno Unito (campagna elettorale 2015) iniziavano a lavorare alle 5.45 del mattino.

Alle 7.30 c’era un briefing quotidiano con il candidato, e primo ministro, David Cameron. Si cenava alla scrivania, con cibo d’asporto. I laburisti, invece…

(tratto da un articolo del Telegraph)

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1. Svegliarsi il prima possibile

Domande e risposte

1. Lo devono fare tutti i componenti di uno staff elettorale? No, vale solo per chi ha responsabilità strategiche.

2. È un servizio che va offerto di default a tutti i candidati? No, una dedizione di questo tipo richiede investimenti congrui e la stessa dedizione da parte del candidato.

3. Vale anche nei fine settimana? Vale sempre. I giornali escono tutti i giorni, i telegiornali vanno in onda a tutte le ore.

4. Va fatto per tutta la campagna elettorale? Non necessariamente, ma più ci si avvicina alla data delle elezioni più diventa indispensabile. Nell’ultimo mese, in particolare, è opportuno non prendere molti altri impegni né di lavoro né extralavorativi.

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2Leggere la rassegna stampa tutti i giorni

Una quota fissa dell’impegno quotidiano va dedicato alla lettura per raccogliere spunti e riflessioni utili nel resto della giornata

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2. Leggere la rassegna stampa

Proforma ha lavorato alla campagna elettorale (persa) di Raffaella Paita in Liguria e abbiamo costruito una social-rubrica, #toticontrototi, che quotidianamente metteva in luce le liti nazionali tra i partiti che formavano la coalizione di centrodestra.

(Purtroppo la sinistra era assai più divisa…)

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2. Leggere la rassegna stampa

Domande e risposte

1. Come si costruisce una rassegna stampa? È possibile abbonarsi ai principali quotidiani oppure a servizi di composizione di rassegna stampa giornaliere, basate su parole-chiave.

2. La rassegna stampa è solo locale? No, avere una rassegna nazionale è utile sia a raccogliere dati politici generali da usare su scala locale, sia per leggere analisi, editoriali e riflessioni utili per migliorare la strategia.

3. Quanto tempo va dedicato alla rassegna? Idealmente non meno di tre ore al giorno, per quanto sia assai complicato mantenere certi standard in campagna elettorale.

4. “Entrare” nella rassegna stampa con i propri contenuti: consigli? Cercare di dare una notizia nuova al giorno; usare i social media in modo “pop”, interattivo e attrattivo per i giornalisti; non mandare i comunicati oltre le 18 (dopo rischia di essere troppo tardi).

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3Creare canali di comunicazione interna attivi 24 ore su 24

L’idea buona può arrivare quando meno te lo aspetti…

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3. Canali attivi 24 ore su 24

Proforma ha lavorato alla campagna elettorale (vinta) di Michele Emiliano in Puglia e con il candidato abbiamo ragionato su questo tweet, che poi è diventato una notizia rilanciata su tutti i principali media nazionali.

(io ho dato il mio contributo alle 7:20 del mattino, dal bagno di un albergo, in un gruppo WhatsApp)

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3. Canali attivi 24 ore su 24

Domande e risposte

1. Quali sono gli strumenti ideali per una conversazione attiva 24 ore su 24? Noi solitamente adottiamo gruppi Facebook ristretti e segreti di staff, per lavorare sui social media e sui testi dei comunicati. In parallelo lavoriamo su Whatsapp, con due gruppi, uno più esteso e di “cazzeggio” e uno più ristretto e operativo.

2. I candidati devono essere coinvolti in questi flussi? Solo se ne hanno voglia e se partecipano attivamente. In questi casi, gli altri partecipanti ai gruppi devono ridurre le conversazioni inutili a zero.

3. Esistono strumenti di monitoraggio in tempo reale dei comportamenti degli avversari? Ne suggeriamo due: un pannello di controllo come Tweetdeck o Hootsuite, per monitorare i flussi legati a specifiche parole-chiave; strumenti come IFTTT per ricevere mail legate a specifiche attività online (esempio: quando un avversario twitta).

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4Le elezioni locali non sono un test nazionale…

Le dinamiche di voto sembrano stabilmente legate a dinamiche competitive nei territori

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4. Il valore locale delle elezioni

“ I veneti sono gente pratica. L’anno scorso hanno voluto premiare il tentativo di cambiamento di Renzi. E quest’anno, dovendo pensare al proprio territorio, abbiamo confermato Zaia, che è stato un buon governatore”.

(Bepi Covre, imprenditore e sindaco di Oderzo nel 1993 con la Lega Nord – articolo di Michele Brambilla su La Stampa, 2 giugno 2015)

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4. Il valore locale delle elezioni

Elezioni europee 2014: solo 3 elettori su 10 hanno votato sulla base della propria autocollocazione ideologica (sinistra versus destra) o sulla base di appartenenza a un partito (dati Cise-Luiss, giugno 2014)

È ragionevole prevedere che il peso della variabile “ideologica” cali ulteriormente alle elezioni amministrative, e che al contempo cresca l’orientamento di voto/non voto basato sulla percezione di credibilità dei candidati.

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4. Il valore locale delle elezioni

Domande e risposte

1. Quanto conta la valutazione dell’amministrazione uscente nel determinare l’esito di una campagna elettorale? I dati delle regionali 2015 sembrano univoci: il bilancio sull’operato dell’amministrazione uscente è spesso determinante (Zaia vince, Rossi vince, Paita perde, Caldoro perde).

2. Cosa fare in caso di amministrazione uscente percepita come deficitaria? Se il candidato ha ben governato e si ricandida, è importante iniziare la campagna elettorale con largo anticipo, comunicando intensamente le cose fatte, per recuperare il consenso. Se il candidato è nuovo ma espressione dell’amministrazione uscente, deve marcare sin da subito un profilo di netta discontinuità, politica prima ancora che comunicativa. Se il candidato non ha responsabilità nell’amministrazione precedente ma è della sua stessa parte politica, può sottolineare le differenze senza timore (Emiliano).

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5… ma sembrano sempre più legate

a dinamiche nazionali

Cala il ricorso alle preferenze, anche al Sud Italia. E se si vota solo la lista, allora esiste un effetto nazionale.

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5. Il valore nazionale delle elezioni

Ricorso al voto di preferenza alle elezioni regionali del 2005-2010-2015 in sei delle sette regioni andate al voto (dati Istituto Cattaneo).

Se cala il legame tra candidati locali e territorio, aumenta il peso delle proposte nazionali nelle scelte di voto.(Crescita della Lega Nord → capacità di egemonizzare

i temi dell’immigrazione)

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5. Il valore nazionale delle elezioni

Ricorso al voto di preferenza alle elezioni regionali del 2010-2015 divisi per appartenenza politica.

Lega e MoVimento5Stelle sono i partiti i cui elettori hanno fatto meno ricorso al voto di preferenza.(dati Istituto Cattaneo - in Umbria la Lega Nord è passata dal 4 al 14% mentre il ricorso alle preferenze degli elettori della Lega è sceso di 50 punti percentuali)

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5. Il valore nazionale delle elezioni

Domande e risposte

1. Cosa conviene fare ai partiti nazionali in vista delle elezioni locali? Specializzarsi su un unico macro-tema nazionale e monopolizzarlo (Lega: immigrazione; M5S: ricambio della classe dirigente).

2. Esiste un effetto di trascinamento del leader nazionale sulle elezioni locali? Sì, se il leader ‘incarna’ il tema nazionale nei suoi interventi a sostegno dei candidati e sui media. No, se il leader si limita semplicemente a sostenere i candidati con iniziative congiunte. In ogni caso l’elettore ha votato la proposta politica nazionale del partito più del suo leader (M5S va bene nonostante Grillo sia defilato).

3. Possono esistere strategie diverse sulla base del posizionamento nazionale dei partiti (al governo/all’opposizione)? Questi dati suggeriscono che i partiti al governo hanno più bisogno di candidati consiglieri forti e radicati rispetto ai partiti di opposizione.

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6I sondaggi sono indispensabili… ma non sempre ci azzeccano

Serve una riflessione profonda su efficacia e limitidi uno strumento di cui comunque non si può fare a meno

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6. Attenzione ai sondaggi

Tutti i sondaggi in Liguria, per tutta la durata della campagna, attribuivano a Raffaella Paita un leggero vantaggio su Giovanni Toti. In particolare, il dato della Lega Nord è stato sottostimato e il dato del Partito Democratico è stato sovrastimato.(estratto di un’intervista a Raffaella Paita, su Repubblica del 2 giugno 2015)

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6. Attenzione ai sondaggi

“Votare? L’ho fatto, preferirei non dire per chi”

Estratto di un articolo del Secolo XIX del 2 giugno 2015, dal titolo:

La breccia della Lega nei caruggi: «Li voto, ma non fate il mio nome»

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6. Attenzione ai sondaggi

Domande e risposte

1. Come si può migliorare l’affidabilità dei sondaggi? Anche se i dati indurrebbero a un disinvestimento su questo tipo

di strumenti, la realtà ci dice che il metodo (e i budget) vanno potenziati per tornare su buoni livelli di affidabilità. In particolare: • utilizzare metodi misti (mai solo interviste telefoniche; se possibile inserire

analisi qualitative, utilissime per De Luca in Campania); • allargare l’ampiezza campionaria (attualmente il campione medio

è di 1000 interviste, nel Regno Unito suggeriscono di arrivare a 4000); • aumentare la segmentazione su base territoriale (cittadina o provinciale)

e non accontentarsi più di sondaggi regionali/nazionali; • aumentare la frequenza delle rilevazioni (da mensile a settimanale) • interrogare i cittadini su tutti i principali temi di attualità politica

e non indagare solo le intenzioni di voto; • quando possibile, incrociare i dati di diversi territori

per sondare eventuali trend nazionali omogenei.

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7Più la politica è in crisi, più gli staff devono essere organizzati

Quali risorse umanesono indispensabili per condurreuna buona campagna elettoraleal tempo dei social media?

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7. Come comporre uno staff

Figure tecniche indispensabili nella costruzione dello staff

1. Social media manager (se possibile con competenze minime di grafica e di montaggio video).

2. Portavoce/addetto stampa (per comunicati ed eventualmente per supporto al social media manager).

3. Responsabile dell’agenda (deve scegliere le attività più utili al candidato, senza sovraccaricarlo e senza far perdere tempo).

4. Webmaster (per il sito Internet).5. Redattore (per i contenuti per il sito e per il coordinamento con i comitati

elettorali, anche per la produzione di contenuti ‘periferici’.6. Videomaker (sia per seguire il candidato negli eventi sia per realizzare spot,

tutorial e contenuti per il web).7. Fotografo (come sopra).

Tutte queste figure devono essere coordinate da un coordinatore-campaign manager (e non dal candidato).

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7. Come comporre uno staff

Domande e risposte

1. Queste risorse devono essere retribuite? È altamente consigliabile. Le risorse volontarie saranno legittimamente impegnate in altro durante la campagna elettorale.

2. È possibile accorpare alcune di queste competenze in un’unica figura? Sì, anche se questo può ridurre la capacità operativa complessiva della struttura elettorale.

3. Le figure sono tutte indispensabili, a prescindere dall’ampiezza territoriale e dal tipo di elezione (amministrativa/regionale/nazionale)? Il discrimine vero non è la grandezza del territorio o il numero di elettori da coinvolgere, ma piuttosto la volontà di essere presenti in Rete e la quantità di contenuti che si intende produrre in campagna elettorale. Se si vuole essere attivi online e vitali, queste figure sono indispensabili in qualsiasi livello territoriale.

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8Le campagne elettorali finiscono il venerdì alle 23:59 (e anche dopo)

Abbassare la guardia è vietato,anche nell’ultima settimana

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8. Si finisce il venerdì alle 23:59

Indecisi nell’ultima settimana (serie storiche ISPO)

Elezioni politiche del 2008: 12% ha deciso nell’ultima settimana, l’8% il giorno del voto, 11% ha deciso di non votare.

Elezioni europee del 2009: 14% ha deciso nell’ultima settimana, 13% il giorno del voto, 13% ha deciso di non andare a votare.

Elezioni politiche del 2013: 30% degli elettori (5 milioni di persone) indeciso nell’ultima settimana.

Elezioni Regionali Liguria del 2015 (sondaggi a nostra disposizione): indecisi stabilmente sopra il 20%, anche nell’ultima settimana.

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8. Si finisce il venerdì alle 23:59

In alcuni casi l’appello al voto può essere orientato all’aumento dell’affluenza e non semplicemente a portare elettori sul nome del candidato. È il caso del video con cui Michele Emiliano chiede ai pugliesi di andare a votare alle elezioni Regionali 2015.

(I sondaggi ci dicevano che Emiliano sarebbe stato avanti con qualsiasi dato di affluenza)

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Domande e risposte

1. Esiste il silenzio elettorale su Internet? La legge che disciplina la materia è del 1956 ed è stata aggiornata solo nel 1975, dunque non contempla Internet. Comunicare online durante il silenzio elettorale non è dunque illegale. Noi però lo sconsigliamo: riteniamo che il silenzio elettorale vada comunque rispettato, prima di tutto per rispettare gli elettori. Qui i dettagli della nostra proposta.

2. Fino a quando ha senso immaginare la produzione di nuovi strumenti di comunicazione? Nelle ultime due settimane, a meno che non emergano forti novità nel dibattito, non ha senso produrre nuovi materiali ma piuttosto semplificare la comunicazione, puntando su due-tre messaggi fondamentali.

3. Gli “eventi finali” hanno ancora senso? In questi anni è sempre più difficile riempire una piazza politica, ma chi ha la forza di farlo dovrebbe provarci, perché un bagno di folla può convincere gli ultimi indecisi (esempio: Grillo a San Giovanni nel 2013).

8. Si finisce il venerdì alle 23:59

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9Primarie e Amministrative sono due campagne completamente diverse

Le regole della consultazionee le caratteristiche degli elettori condizionano profondamente le scelte di comunicazione

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9. Primarie versus Amministrative

L’elettorato delle Primarie condotte dal 2005 a oggi presenta due tipologie di profilo peculiare e costanti nel tempo:

1. over 55 e pensionati con dieta mediatica tradizionale (giornali);

2. studenti e laureati con dieta mediatica mista e non televisiva.

(in giallo i dati peculiari – tabella IPSOS sull’elettorato alle Primarie del centrosinistra del 2012, primo turno)

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9. Primarie versus amministrative

Domande e risposte

1. Quali sono le principali differenze di comunicazione tra elezioni primarie ed elezioni amministrative?

• Regole di accesso ai mezzi: quasi sempre le coalizioni si auto-impongono restrizioni nell’acquisto di spazi pubblicitari, in particolare su tv e radio;

• Tetto di spesa: alle Primarie è quasi sempre previsto un tetto di spesa piuttosto basso per le campagne dei candidati (Primarie PD 2013: tetto di spesa nazionale di 200mila euro, inclusi eventuali costi di agenzia);

• Tipologia di elettorato: l’elettorato delle Primarie è mediamente più anziano e scolarizzato rispetto all’elettorato delle Amministrative, va raggiunto con la stampa, la “piazza” e Internet;

• Ruolo della televisione: poco determinante alle Primarie, assolutamente centrale alle Amministrative.

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10Sto lontano dallo stress

700 giorni sono tanti:serve disciplina e strategie individualidi decompressione

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10. Sto lontano dallo stress

Tecniche di gestione incontrate nel nostro cammino in questi due anni

• Fare la spesa di patatine fritte e taralli per tutto l’ufficio ogni settimana (tecnica Amenduni).

• Spegnere il telefono un’ora in pausa pranzo, qualsiasi cosa accada.

• Darsi un orario fisso di inizio e/o fine lavoro.

• Irreperibilità totale in alcuni momenti della settimana.

• Attività fisica regolare.

• Brevi pause cadenzate a distanza di due ore.

• Non lavorare solo sulle campagne elettorali (tecnica Proforma, attenzione a non esagerare con le ore di lavoro).

• Non perdere energie a litigare sui social media.

• Smettere del tutto di lavorare una volta usciti dall’ufficio.

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“ La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti”.

(Soren Kierkegaard)

Conclusione

Se avessi capito la metà delle cose che ho scritto in questa presentazione PRIMA della fine delle campagne elettorali, sarei stato un comunicatore politico migliore.

Per questo ho deciso di condividere con voi ciò che ho imparato.

Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali

Grazie.

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