DICEMBRE 2015: IMPORTANTE OCCASIONE PER IL ......DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI Il Piano di gestione...

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige DICEMBRE 2015: IMPORTANTE OCCASIONE PER IL COORDINAMENTO TRA LE DIRETTIVE 2000/60/CE (WFD) E 2007/60/CE (FD) Renato Angheben, Francesco Baruffi, Roberto Casarin Distretto Alpi Orientali Giornata sulle Direttive Acque ed Alluvioni Coordinamento ed integrazione nella gestione dei territori fluviali Governo e Gestione Integrata delle Risorse Idriche nell'ambito delle direttive UE

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige

DICEMBRE 2015: IMPORTANTE OCCASIONE

PER IL COORDINAMENTO TRA LE DIRETTIVE

2000/60/CE (WFD) E 2007/60/CE (FD)

Renato Angheben, Francesco Baruffi, Roberto Casarin

Distretto Alpi Orientali

Giornata sulle Direttive Acque ed Alluvioni

Coordinamento ed integrazione nella gestione dei territori fluviali

Governo e Gestione Integrata delle Risorse Idriche

nell'ambito delle direttive UE

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

QUADRO NORMATIVO EUROPEO

• Direttiva quadro sulle acque 2000/60

• Direttiva quadro sulle alluvioni 2007/60

Direttiva 2000/60/EC

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00

20

15

20

07

Il coordinamento fra le direttive

Aspetti della sostenibilità affrontate dalle direttive

quadro e le loro aree di sovrapposizione

Direttiva 2007/60/EC

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

14 bacini con

caratteri

idrologici e

morfologici

diversificati

Sistemi idrografici

confluenti in un comune

recettore (Mare Adriatico)

Carattere

transfrontaliero di

alcuni bacini

2 Autorità di

Bacino

2 Province

Autonome

3 Regioni

2 ambiti lagunari di

particolare

interesse

ambientale

Superficie totale: circa 40.000 kmq - Abitanti: circa 7.100.000 - Comuni: oltre1.100

Il Distretto delle Alpi Orientali

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

DIRETTIVA ACQUE

2000/60 (D.Lgs.152/2006)

AUTORITA’ DI

BACINO

REGIONI

PROVINCE AUTONOME

DIRETTIVA ALLUVIONI

2007/60 (D.Lgs.49/2010)

PIANO DI

GESTIONE

DELLE ACQUE

(art.117 D.Lgs.152/2006)

PIANO STRALCIO

ASSETTO

IDROGEOLOGICO

(art.67 D.Lgs.152/2006)

PIANO DI GESTIONE

DEL RISCHIO

ALLUVIONI

(art. 7 D.Lgs.49/2010)

PIANO TUTELA

ACQUE

(art. 121 D.Lgs.152/2006)

PIANO GENERALE

UTILIZZAZIONE

ACQUE PUBBLICHE

(D.Lgs. 463/1999)

SISTEMI

ALLERTAMENTO

PROTEZIONE CIVILE

(art. 7 D.Lgs.49/2010)

La pianificazione nel Distretto delle

Alpi Orientali

PIANO DI BACINO DISTRETTUALE

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

La mappatura del pericolo: le aree allagabili (Tr= 100 anni)

La mappatura del pericolo: alcune note

1.200 km2 = aree

allagabili nello scenario

ad alta probabilità (3,5%

del territorio distrettuale)

2.000 km2 = aree

allagabili nello scenario a

media probabilità (6% del

territorio distrettuale)

3.900 km2 = aree

allagabili nello scenario a

bassa probabilità (12%

del territorio distrettuale)

5.500 km = rete idrografica indagata (di cui 3.800 km modellati) 280 km = coste indagate

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Il PGRA nel Distretto delle

Alpi Orientali: le misure

M21 M22

M23

M24

M35

M33

M32

M31

M41

M43

M42

M53 M24_1 M24_2 M24_3 M24_.. M24_7

M23_1 M23_2

M42_1 M42_2 M42_.. M42_8

M43_1 M43_2 M43_3 M43_4 2000/60

pianificazione del territorio

rilocalizzazione

riduzione della vulnerabilità

ulteriori azioni di prevenzione

Previsione piene e allertamento

Preparazione e consapevolezza pubblica

Pianificazione dell’emergenza e della risposta durante l’evento

regolazione delle portate

Programmi di manutenzione di opere idraulico-fluviali; altre misure di protezione

interventi strutturali, attività di manutenzione, morfologia fluviale

Gestione delle piene nei sistemi naturali/Gestione dei deflussi e del bacino

M34 Gestione delle acque superficiali

M41

altre misure di protezione

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Il Piano di gestione acque (PGA) e il progetto di piano per la

gestione del rischio di alluvioni.

I possibili punti di contatto

La direttiva 2007/60/CE nelle sue premesse, nell’art. 7 richiama la necessità di

tener conto degli obiettivi ambientali stabiliti dal Piano di Gestione delle Acque

predisposto ai sensi della Direttiva Acque (WFD), i quali sono:

1. il non deterioramento del corpo idrico;

2. il mantenimento ed il ripristino di un buono stato quantitativo e di un buono

stato chimico degli acquiferi;

3. una progressiva riduzione degli apporti di sostanze inquinanti;

4. la protezione degli ecosistemi acquatici, terrestri e delle zone umide.

Contestualmente, il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, attraverso la gestione

del rischio alluvionale, ha come target la riduzione delle conseguenze negative

di eventi alluvionali per la salute umana, l'ambiente, il patrimonio culturale, e le

attività economiche.

Come si può notare le due direttive hanno un obbiettivo in comune: l'ambiente.

I punti di contatto

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

La Direttiva 2000/60/CE:

• Ammette che un corpo idrico sia fortemente modificato quando le modifiche

delle caratteristiche idromorfologiche necessarie al raggiungimento di un

buono stato ecologico, abbiano conseguenze negative rilevanti sulla

regolazione delle acque e la protezione dalle inondazioni (art. 4, comma 3)

• Ammette obiettivi ambientali meno rigorosi se i bisogni ambientali e

socioeconomici a cui sono finalizzate le modifiche antropiche dei corpi idrici

non possono essere soddisfatti con altri mezzi e se essi rappresentino l'opzione

migliore sul piano ambientale (art. 4, comma 5)

• Ammette il deterioramento temporaneo dello stato del corpo idrico se dovuto

a circostanze naturali o di forza maggiore eccezionali e ragionevolmente

imprevedibili, come le alluvioni violente e siccità prolungate, o in esito a

incidenti ragionevolmente imprevedibili (art. 4, comma 6)

• Ammette il mancato raggiungimento del buono stato per nuove modifiche

delle caratteristiche fisiche dei corpi idrici se le motivazioni di tali modifiche

sono di prioritario interesse pubblico e/o i vantaggi ambientali sono inferiori ai

vantaggi derivanti sulla salute e sicurezza umana e lo sviluppo sostenibile (art.

4, comma 7)

Le potenziali sinergie tra le due direttive possono quindi conseguire a

diversi elementi

Le sinergie

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Direttiva 2007/60/CE

Gli elementi di link evidenziati nella 2007/60/CE nei confronti della direttiva

quadro acque:

• Di norma, stesse unità di management ed autorità competenti (art. 3)

• Necessario il coordinamento tra le due direttive e la coerenza delle informazioni contenute nelle mappe della pericolosità e del rischio di

alluvioni con le pertinenti informazioni presentate a norma della direttiva

2000/60/CE (art. 9);

• Elaborazione coordinata degli strumenti di pianificazione previsti dalle due

direttive e possibile integrazione del Piano Alluvioni nel Piano di gestione

delle acque (art. 9)

• Partecipazione attiva di tutte le parti interessate alla elaborazione del Piano

Alluvioni coordinata eventualmente con la partecipazione attiva delle parti

interessate al Piano di gestione delle acque. (art. 9)

Le misure previste dal piano di gestione del rischio alluvioni devono essere

analizzate con riguardo agli obbiettivi della direttiva quadro acque

Nel processo di priorizzazione delle misure devono essere prese in

considerazione le potenziali sinergie che possono essere sviluppate ad ogni passo di implementazione del piano di gestione del rischio alluvione.

Le potenziali sinergie tra le due direttive possono quindi conseguire a

diversi elementi

Le sinergie / 2

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

• individuazione condivisa della rete idrografica, la cui unità di riferimento è il

corpo idrico

• aree allagabili e corrispondenti elementi a rischio identificati a scala di

corpo idrico

• valutazione premiale, nella valutazione delle priorità, delle misure che sono

in grado di rispettare anche gli obiettivi ambientali

L’attuazione del processo con le prime azioni…

Prime azioni

• effettuando una reciproca lettura degli obiettivi dei due piani per stabilire i

mutui benefici;

• utilizzando dati comuni integrandoli ed aggiornandoli sistematicamente;

• andando a valutare l’efficacia di possibili interventi che assolvano ad

entrambi i compiti (ecosistem services e natural water retention measures);

• promuovendo, quando realisticamente possibile, la cosiddetta “river

restoration”;

• confermando il ruolo dell’area fluviale stabilito dal PAI nel contesto

applicativo delle due direttive

Le modalità concrete di coordinamento si possono sviluppare

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Il codice di corpo idrico distrettuale Nell’ambito delle attività, tuttora in corso, che hanno caratterizzato l’aggiornamento del

quadro conoscitivo del Piano di Gestione delle Alpi Orientali secondo la Direttiva

2000/60/CE, è stato costruito il cosiddetto “codice di corpo idrico distrettuale” al fine di

identificare in modo univoco lo stesso corpo idrico.

Tale soluzione si è rivelata particolarmente efficace per la caratterizzazione dei cosiddetti

“corpi idrici interregionali”, permettendo di facilitare la compilazione delle schede WISE da

parte delle regioni e province autonome

Il codice identificativo per le aree allagate

Esempio: ITARW02AD00100010VN è il tratto terminale del fiume Adige

Il codice identificativo univoco per le aree allagate, e per le informazioni ad esse

collegate, è decritto dal campo "EU_CD_HLP“ (uno dei campi della tabella attributi degli

shape file delle estensioni delle alluvioni) ed è così costruito:

[UoM] "_" [codice di corpo idrico distrettuale] "_HLP_" [progressiva numerica 3 cifre

composta da multipli di 10]

ITN001_ITARW02AD00100010VN_HLP_010

(questo è il caso in cui l’area allagata sia generata da un unico corpo idrico identificato

nella WFD; per gli altri casi ci sono specifiche puntuali)

Coerenza dei codici

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

valutazione delle misure presenti nel PGdA e nel PGRA con riguardo agli obbiettivi delle due direttive

catalogazione delle misure nelle tabelle previste dal PGRA

possibile sinergia possibile conflitto invariante

coordinamento tra PGdA e PGRA

OK identificazione del conflitto

identificazione dell’invarianza

La valutazione delle misure

Diagramma di flusso decisionale

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Quindi viene valutato se la misura induce:

• effetti non negativi; se la misura non interagisce negativamente nel

raggiungimento o il mantenimento dello stato chimico ed ecologico (o uno

dei due) del corpo idrico/i sul quale va ad insistere;

• effetti negativi; se la misura ha un effetto negativo sul raggiungimento o il

mantenimento dello stato chimico ed ecologico (o uno dei due) del corpo

idrico/i sul quale va ad insistere;

• possibili effetti da valutare; se la misura può(va quindi approfondito) avere

anche degli effetti negativi sul raggiungimento o il mantenimento dello stato

chimico ed ecologico (o uno dei due) del corpo idrico/i sul quale va ad

insistere.

La valutazione delle misure / 2

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La valutazione delle misure / 3

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La valutazione delle misure / 3

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Redazione delle Linee guida per la manutenzione fluvio-torrentizia

• Nascono con la elaborazione delle misure di compensazione all’interno del Rapporto Ambientale e potranno trovare opportuna collocazione nel momento in cui arriverà il parere finale congiunto sul Progetto di Piano

• Per il Piano Acque sono invece considerate nella parte relativa alle Misure per garantire condizioni idromorfologiche favorevoli al raggiungimento dello stato o potenziale ecologico prescritto (art. 11.3.i della DQA)

Misure che promuovono sinergie nel conseguimento degli obiettivi

della direttiva quadro sulle acque e della direttiva alluvioni

Qualche esempio…

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Misure di coordinamento in tema di prevenzione e preparazione

rispetto al rischio di alluvione

In particolare:

nell’ambito del settore “prevenzione” (M2):

predisposizione di un manuale su come operare per ridurre la

vulnerabilità degli edifici o gruppi di edifici in aree allagabili a ristagno

idrico (misura generale M24, misura specifica 1.A);

nell’ambito del settore “preparazione” (M4):

misure volte a realizzare o migliorare, qualora necessario, sistemi di

allarme e previsione delle piene a scala regionale o provinciale

misure finalizzate a promuovere l’aggiornamento dei piani di emergenza

nei loro contenuti in accordo con le direttive del dipartimento nazionale

della PC ed in relazione alle priorità di intervento

Misure che promuovono sinergie nel conseguimento degli obiettivi

della direttiva quadro sulle acque e della direttiva alluvioni

Qualche esempio…

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA GESTIONE DEI FANGHI DI DRAGAGGIO DEI CANALI DI GRANDE NAVIGAZIONE E LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE, PAESAGGISTICA, IDRAULICA E VIABILISTICA DELL’AREA DI VENEZIA – MALCONTENTA – MARGHERA

ART. 8 INTERVENTI SULLA RETE IDRAULICA DEL BACINO LUSORE

Misure che promuovono sinergie nel conseguimento degli obiettivi

della direttiva quadro sulle acque e della direttiva alluvioni

Qualche esempio…

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI Stato di fatto

Idrovora Ca’ Emiliani (capacità Q=20 m3/s)

Idrovora Malcontenta (capacità Q=25 m3/s)

L’area oggetto degli interventi si compone di:

1 2

3

1 Bacino urbano (Marghera – via Piave) (550 ha)

2 Bacino di Chirignago (650 ha)

3 Bacino di Malcontenta (2130 ha)

Canali acque alte oggetto degli interventi:

• Canale Lusore

• Canale Menegon Darsena della Rana

MENEGON

Canali acque basse oggetto degli interventi:

• Fossa di Chirignago

• Fosso 7

• Fosso 2

• Fosso 6

• Fosso Colombara

• Fondi a sud

• Fondi a est

Idrovora Ca’ Emiliani

Idrovora Malcontenta

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

INTERVENTI DI PROGETTO:

Interventi di progetto

- Nuova inalveazione del tratto finale dei canali Menegon e Lusore

- Ricalibratura della rete di bonifica (acque basse) per un tempo di ritorno di 100 anni e diversione dei flussi di bonifica del bacino di Chirignago verso il bacino afferente all’idrovora Malcontenta, destinando all’idrovora Ca’ Emiliani il solo bacino urbano (Marghera – via Piave)

- Realizzazione aree ad allagamento controllato (parchi) per la laminazione delle piene lungo la rete di bonifica (acque basse)

- Adeguamento idrovora Malcontenta (potenziamento fornitura ENEL e nuovo canale di scarico sul canale Lusore)

- Adeguamento idrovora Ca’ Emiliani (potenziamento portata da 20 a 30 m3/s) per far fronte alle portate di piena del bacino urbano di Marghera - via Piave

Parco Brombeo

Parco Lusore

Parco Malcontenta

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI Aree di allagamento controllato (parchi)

Parco Lusore

Parco Malcontenta

Parco Brombeo

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI Aree di allagamento controllato (parchi)

Parco Lusore

Parco Malcontenta

Parco Brombeo

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige

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Parco Lusore

Parco Malcontenta

Parco Brombeo

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI Aree di allagamento controllato (parchi)

Parco Lusore

Parco Malcontenta

Parco Brombeo

SCOPI DELLE AREE DI ALLAGAMENTO CONTROLLATO

• Incremento della sicurezza idraulica del bacino mediante la creazione di volumi di invaso per la laminazione della piene e la loro interconnessione (Parco Brombeo, Parco Lusore)

• Miglioramento qualitativo delle acque mediante la creazione di un’area filtro per i sedimenti e di roduzione/trasformazione di nutrienti, composti organici e metalli

• Sviluppo di un popolamento vegetale con funzioni di carbonio ritenzione

• Riequilibrio dell’ecosistema volto alla ricostruzione di condizioni ottimali per la biodiversità di animali e piante, mediante la limitazione delle azioni antropiche a carattere intensivo e la creazione di habitat utili alla fauna ed alla flora locale.

• Ridisegno del paesaggio agricolo seguendo l’andamento dei corsi d’acqua e la conformazione delle aree ad allagamento controllato e ricucendo la scomposizione data dalla presenza della S.P. n°81

• Creazione di un polmone verde adiacente alle aree urbanizzate

CARATTERISTICHE AREE ALLAGAMENTO CONTROLLATO

• PARCO LUSORE: superficie allagabile massima: 15 ha livelli invaso: da -0,7 a +0,4 m s.m.m.

• PARCO MALCONTENTA: superficie allagabile massima: 6 ha livelli invaso: da -0,2 a +0,4 m s.m.m.

• PARCO BROMBEO: superficie allagabile massima: 14 ha livelli invaso: da -0,7 a +0,7 m s.m.m.

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Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,

Livenza Piave, Brenta-Bacchiglione Autorità di Bacino del fiume Adige

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DISTRETTO DELLE ALPI ORIENTALI

Grazie per l’attenzione!