Diario di un pescatore a mosca

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Roberto Daveri

DIARIO DI UN PESCATORE A MOSCA

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DIARIO DI UN PESCATORE A MOSCA II Testo e disegni di Roberto Daveri Edizione 1.2 Agosto 2011Copyright 2009-2011 Roberto Daveri Alcuni Diritti Riservati Questopera rilasciata ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione Non Commerciale No Opere Derivate 2.5 Italia(http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode)

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PrefazioneNel novembre 2003 veniva pubblicato il mio Diario di un pescatore a mosca edito da Libri Liberi di Firenze. Da allora sono passati sei anni e nuove esperienze di pesca -sempre poche- sono seguite s da riempire un altro volumetto con descrizioni, sensazioni, cronache trasferite sulla carta con quella mia calligrafia un po inclinata daltri tempi e dagli innumerevoli acquarelli per dare evidenza e corpo anche alle immagini che le accompagnano. Un modo per fermare quei momenti belli. Oggi il tutto, grazie al computer, trasferito su queste pagine. Tuttavia, rispetto al primo volume, mi rendo conto che qualcosa cambiato. E cambiato il modo con cui vivo lacqua, il fiume e la pesca a mosca. Gi da molto tempo la cattura di un pesce non pi un fine, ma un pretesto e la pesca solo un modo per disciogliere il mio spirito nei colori, profumi e sensazioni che il torrente immancabilmente mi trasmette, in una ricerca di evasione che riconduca alle cose semplici, essenziali, che sanno ancora di buono. Oserei dire che alla fine nulla cambiato, n lentusiasmo, n la gioia solo che sempre pi spesso evito di uccidere i miei pesci. Inoltre ho qualche anno in pi e la barba ora davvero bianca. Questo avrebbe poco significato se non che sul torrente mi stanco un po prima, lo pesco pi lentamente e per vedere bene la mia mosca ho dovuto cedere agli occhiali perlontano. Anche gli Amici miei sono un po cambiati. Se da una parte il cemento della nostra amicizia si ulteriormente consolidato, a volte viene messo alla prova dalle nostre abitudini, manie e intransigenze di vecchi borbottini o per le differenti concezioni di vivere il quotidiano. E meno male, il fatto che non si parli pi esclusivamente di pesca, ma anche di salute, di nipoti, di politica, e perch no, pure della Fiorentina, o altro, mi fa sperare che ci sia stata una qualche maturazione Quello che non si modificato lo spirito, laffiatamento, la voglia e il bisogno di stare insieme, di condividere gioie, allegrie, difficolt, successi, gratificazioni, scoperte che quotidianamente la pesca a mosca e il fiume, con lo scorrere della vita, ci riservano ora dopo ora, rendendocele vive, vere, degne di essere vissute, godute a pieno e onestamente partecipate. Se fossimo da soli il piacere della pesca e delle nostre zingarate non sarebbe lo stesso E tutti oramai lo sappiamo. Ecco il motivo per il quale anche le esperienze che seguono, come le altre, vengono rese fruibili, a disposizione di chiunque lo desideri: condivisione con tanti altri nuovi amici. Pace e bene! R.D.

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Riflessioni e tempo avverso - 1 Aprile 2003In un posto qualsiasi, mentre nellintervallo del pranzo sto aspettando davanti ad un negozio dalla saracinesca abbassata che il cliente riapra per riprendere il mio lavoro, mi telefona Piero e mi informa che gioved sera ci ritroveremo tutti da CarloPi per organizzare luscita sullIdrica per l11-14 aprile. Dopo lesperienza del Canada sar la nostra prima pescata! E questa telefonata non un pesce daprile. Lidea mi alletta, mi stuzzica e attrae: dopo tutto lIdrica il mio torrente preferito! Tuttavia qualcosa non va e avverto una sorta di disagio, credo dovuto alla guerra (o missione di pace come qualche coscienza preferisce ancora chiamarla) che si protrae in Iraq gi da un paio di settimane. Alla riunione del gioved ne parler con gli amici. La mia generazione cresciuta sulle rovine di una guerra mondiale e nei principi fondamentali di una Costituzione che la rifiutaa prescindere! Ho preso parte a cortei e manifestazioni per il non uso delle armi, conscio che con ci non avrei modificato il mondo, se non forse, con il mio esempio, qualche coscienza, ma se non altro per partecipare la mia convinzione. E per questo che ho issato davanti a casa, sul ramo pi alto del susino, lasta con la bandiera che con i suoi allegri colori dellarcobaleno, garrisce a tutti i venti che soffiano ora da nord, ora dal mare e che permettono quasi sempre di poter leggere la parola in essa contenuta: pace. Come quelle che sventolano sulle montagne himalayane anche questa bandierina non vuole essere n una provocazione, n una protesta, ma una preghiera affidata ai capricci del vento che la porti lontano.a chi di dovere.Pace e bene! Il fatto che in unennesima parte del mondo ancora si muore, si soffrono fame e sete, le madri perdono i figli, le mogli i mariti, i figli i padri, quelli i figli, in una assurda pazziae tutti sono uguali a me, a prescindere dalla bandiera alla quale apparteniamo. Ma noi dobbiamo programmare la nostra gita di pesca.Si, mi sento a disagio.

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Mi si dice che la vita continua, vero, ma per chi? E a quale prezzo? Che differenza c fra noi e un pastore irakeno che deve badare al proprio sostentamento, se non quella di essere nati in un posto anzich in un altro?Dov il nostro merito o la sua colpa? Colui che ci assegna le anime, non potrebbe essere stato ingiusto o essersi sbagliato? Penso allIdrica che scorre nella sua verde valle, allacqua fresca che nasconde trote e temoli dove andr a ridere e scherzare con gli amici e a quanta sete potrebbe lenire. Mi si dice ancora che quello un dittatore! E vero. Ma altri ce ne sono stati, e ce ne sono, in America Latina o in Africa come in Asia. Ma la colpa dellIrak si chiama petrolio, loro nero che manda avanti le nostre macchine, le industrie, il nostro benessere e il business di governi e multinazionalie che comincia a scarseggiare, e allora a chi vuoi che importi di quel pastore o dei militari che inviamo per tirare il buon per la pace! Quello che pi indigna lipocrisia che camuffa interessi ed egoismi in una buona azione. Mando un pensiero al dio Dio, al dio Allah, al dio Manit o Geova, o come diavolo si chiami quellentit che dicono ci sovrasti e ci governi e un po incazzato gli chiedo di svegliarsi, darsi una mossa e mostrarci la sua giustizia. Non possiamo fare tutto da soli! A tutti questi miei dubbi qualcuno, sentenzier, tagliando corto sono problemi esistenziali... Meglio parlare di pesca.

12 Aprile 2003 Idrica E ci siamo venuti! Finalmente verso lora di cena imbocchiamo la strada che fra i prati porta diretta al parcheggio della pensione Zelinc: con me i due Piero, i due Carlo, Alessandro, Ezio ed Angelo. Piove abbondantemente. E stamani piove ancora mentre il termometro esterno segna 2,5. E che cavolo di schiuse vuoi che ci siano! A Idria, dove andiamo per ingannare il tempo, addirittura nevica. 6

Con lacqua che viene gi nessuno ha voglia di scendere sul fiume, tuttavia, poich il bisogno di pescare tanto e quello a due passi, dopo pranzo con Carlo Pi e Menicarlo, ci prepariamo e partiamo speranzosi, ma appena in riva allIdrica scopriamo che lacqua si sta intorbidando. In auto risaliamo di nuovo la valle fino a Idria, forse pi chiara, ma i livelli si sono alzati e il fiume impescabile. Per tutto il pomeriggio ci siamo spallati nellattesa del domani.

13 Aprile 2003 Idrica Stamani, incredibilmente, c il sole e lacqua si va schiarendo nonostante il livello si mantenga alto. Troppo alto. Con Menicarlo, alla buca del cane incazzato peschiamo sommerso, non ci sono alternative, ma il fiume una valanga dacqua che corre a valle portandosi via, poco a poco, anche la voglia di insistere. Ci spostiamo a monte e troviamo un raschio con lacqua pi bassa e dopo un po, sempre con la ninfa, prendo una fario sui 30 cm. mentre Carlo ha perso un bellesemplare che gli ha strattonato la canna. A valle del fienile insisto nel pescare sotto con la ninfa, lo streamer ed un dog nobbler per andare pi sul fondo dove penso che le trote si siano rintanate per sfuggire alla violenza della corrente.

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di qui non si passa!

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Ci ritroviamo per il pranzo e ci relazioniamo: Carlo Pi e Piero hanno preso qualcosa con la mosca secca. Mentre ci diamo da fare con baccelli, affettati e formaggio pecorino arriva Piero Puccetti che con la ninfa ha preso due belle trote. Appena rifocillati si riparte e ancora sono in compagnia di Menicarlo, ma il pomeriggio scorre praticamente a vuoto. Rientrando vediamo lauto di Angelo parcheggiata su una strada fra i prati dellaltra sponda e pensiamo di raggiungerlo. Attraversiamo il ponte a valle e imbocchiamo la sterrata che passa davanti alla casa di un contadino. Una carriola posta di traverso ci fa rallentare: dalla casa esce il proprietario con moglie e numerosa prole e sbracciandosi e urlando ci fa capire che non possiamo passare. Di tutto lo sproloquio ho capito solo Santa Maria (in Slovenia le bestemmie vengono sparate in italiano: non ho ancora capito se perch cos suonano pi efficaci o per nasconderle ai loro Santi sloveni!)

Un luttoAlberto, un altro caro amico e compagno di pesca ci ha lasciato. Se ne andato dopo molti mesi di malattia e a Piero, lunico tra noi che abbia avuto il coraggio di andarlo a trovare qualche settimana fa, parlava di pesca, di grossi pesci e programmi futuri. Da qualche anno Alberto si era allontanato: altri interessi prima e la malattia poi, per cui lavevamo un po perso di vista tanto che gli amici pi recenti del gruppo non lo conoscevano neppure. Ciao Alberto, salutami Vittorio e con lui ispezionate bene quelle zone elasciatemene qualcuna! Mi viene da pensare che per dovrei avere lattrezzatura sempre pronta e a portata di mano! E le mosche, saranno le solite?

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Croazia e Slovenia - maggio 2003Siamo in piena gita grande con Angelo, Alessandro, Menicarlo, Ezio, Gianni, Piero e Robertino su due camper, diretti sul Kupa, un fiume che andiamo a riscoprire dopo tanti anni. Al casello di Mestre ci ritroviamo incastrati in una coda assurda di tre ore. Tutti fermi sotto il soleintorno a noi chi imprecava, chi tormentava il cellulare, chi giocava a palloneuna signora venuta a chiederci acqua per il figlioletto Sono quelle situazioni dove si perde il senso della realt. Scegli lautostrada perch dovresti arrivare prima, paghi un pedaggio per un servizio: strada veloce e tempi contenutiIl pedaggio comunque dovutoe tutti zitti! Mai nessuno si reso conto dellassurdit? Come diceva Tot e io pago! Pare che (a parte dentisti, avvocati e notai) non ci si renda conto del valore del nostro tempopersonale: a ciascuno di noi ne concesso da vivere un tot, e solo quello, tuttavia distrattamente, si arriva in ritardo agli appuntamenti, negli uffici dobbiamo fare lunghe code, dal medico, in banca, al supermercato, dal benzinaio dobbiamo aspettare, sciupare quel nostro tempo che invece prezioso perch abbiamo solo quello e sperperarlo cos!... Non ce ne rendiamo conto, ma ne siamo continuamente defraudati e non solo pare non avere valore, ma nessuno ce lo pu rimborsare. Dato il notevole ritardo, (appunto) poco prima di Trieste ci fermiamo in unarea di servizio per la notte. Dormiremo poco e male. Sabato 31 Maggio 2003- Kupa A Brod na Kupi lacqua chiara del Kupa scorre su un largo alveo e dallalto di un ponte si vede pinneggiare qualche trota. Il permesso di pesca costa circa 13 . Risalendo il fiume troviamo una piazzola e parcheggiamo i due camper. Finalmente si pesca! Il livello visibilmente basso e lalveo particolare: spesso la roccia, nel tempo, stata corrosa dalle correnti che vi hanno scavato una sorta di canali, ma ora grossi massi ricoperti di muschio emergono dal fondo che a tratti sassoso, mentre in altre lame piatte lacqua ristagna fra fili di borraccina. A pi riprese il passaggio di numerose canoe e gommoni con a bordo giovani urlanti rompono il silenzio del fiume e direi, qualcosaltro di pi intimo disturbando una pesca gi di per s poco redditizia. 10

schiusa di gommoni

Domenica 1 giugno 2003 - Kupa Alessandro ha scovato una bella zona e spostiamo il campo su un prato in prossimit del fiume: davanti lunghe piane di correntine pescabili. Quando inizio a pescare subito prendo alcune, discrete trote, ma quasi tutte senza le pinne pettorali! Sono palesemente pesci di vasca e la cosa abbastanza deprimente! Ci dovremo spostare. Luned 2 giugno 2003 Sava Dirigiamo sulla Sava arrivando a Bled verso mezzogiorno, in tempo per acquistare i permessi nel negozio di pesca presso lHotel Toplice, poi, dopo aver sbagliato strada, eccoci alla nostra solita piazzola sopra la cascata: finalmente potremo pescare per tutto il pomeriggio! A differenza del Kupa qui lacqua abbondante, perfetta e invitante per la mia mosca secca. In quattro e quattrotto prendo tre trote grazie ad altrettante franche bollate, poi scendo il fiume pescando lungo un promettente sottoriva lanciando dal centro dellalveo verso le frasche, ma i risultati sono modesti ed anche a buio non ne viene fuori gran che. A monte, nascosti da unansa della Sava gli altri hanno avuto dicono- un coup de soir eccezionale grazie a una schiusa massiccia di ecdyonuri e si sono divertiti. (Beati loro).

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I fiori di Menicarlo

3-7 Giugno 2003 Sava In questi giorni non c stata loccasione, n la voglia di aggiornare queste pagine. Lo faccio dunque a distanza di qualche giorno sullonda delle immagini pi salienti dei miei ricordi . Per la prima volta lintera gita stata supportata da un sole costante e la pioggia non si vista. Se da una parte ci stato piacevole, dallaltra ha fatto s che giorno per giorno abbiamo visto calare il livello del fiume e con esso anche lattivit di trote e temoli sempre pi apatici tanto che alla fine qualche bollata si verificava solo nellultima mezzora di luce. Pertanto diversi di noi hanno dovuto

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adattarsi a pescare a ninfa per andare a cercare quelle trote svogliate. Carlo, Robertino ed io i pi assidui e siamo stati ricompensati da belle iridee sopra i 40 cm. Piero, Robertino, Ezio ed io, lasciamo gli altri per trasferirci molto a monte: vogliamo testare un affluente che la Sava riceve da sinistra subito dopo essere uscita dal lago di Bohini. E un piccolo torrente, lacqua chiara e il livello, palesemente in magra, lo rendono difficile. Pur lanciando da lontano, la coda che si posa nelle acque pi lisce fa scappare i pesci che, spaventati, mi passano accanto veloci scendendo la magra corrente. Sono buone trote e bei temoli. Pare che questo torrente sia stato interdetto alla pesca per diversi anni e che sia stato riaperto da poco. Non so perch, ma mentre gli altri comunque catturavano io non riuscivo a prendere un pesce. Sai quando intoppi in quelle giornate no dove il finale si annoda, o fai una serie di parrucche, le mosche si attaccano ai rami, il nodo quasi fatto si scioglie, il nylon non entra nellocchiello delle mosche o queste non galleggiano o una volta in acqua non le vedi, oppure su una trota in caccia ci sbatacchi il finale per un lancio sbagliatoPian piano lansia e il nervosoSono andato in crisi. Gli amici se ne sono accorti e davanti a un bellissimo e invitante sottoriva si sono seduti, mi hanno aspettato e me lo hanno concesso tutto! Cosa si pu desiderare di pi? Ci bastato a rimettermi in palla.

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A quel punto la pesca diventata un gioco, un sodalizio e abbiamo iniziato a pescare a turno. Su una spianata lancia Piero: un paio di passaggi e ferra una trotella. Cede il posto a Ezio. Quando anche lui lha presa, tocca a me e poi a Robertino mentre gli altri guardano. Poi il turno ricomincia. Chi perde la mosca, ha un rifiuto o sbaglia la ferrata lascia il posto al concorrente successivo e comunque ciascuno ha a disposizione solo 3-4 minuti. Le trote erano piccole, ma ci siamo divertiti come ragazzi spensierati! E pescare? E gioco? Goliardia? Bischeraggine? Qualunque cosa sia, un frammento sereno del nostro tempo, che vale la pena vivere e che penso sia bene impiegato. Gianluca, Robertino, Piero ed io, in macchina scendiamo a valle dei ponti di Selo e Ribno. I bassi livelli hanno appiattito le correnti, il fiume uno specchio e scendiamo ancora fino ad una cascata. Mentre Piero e Gianluca pescano a galla, Robertino ed io, pi a valle, con la ninfa sondiamo una bella corrente, fonda ed impetuosa allamando diverse belle trote: un colpo sulla canna ed combattimento Poco a valle la Sava (Bohinka) da sinistra riceve lapporto della Sava Dolinca: altro posto bellissimo. Mi piacerebbe tornarci per il coup de soir. ***

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Siamo ancora a pescare in prossimit del camper, l dove il corso della Sava curva a sinistra. Con una brillante corrente lacqua entra in una buca che si allarga ed affonda, scivola invitante e ruffiana vicino agli ombrelli di enormi farfari, accarezza ruvidi massi affioranti verdi di muschi e riprende a vestirsi con le trine candide delle schiume di una nuova rapida. E un posto che mi sempre piaciuto, ma adesso di bollate non se ne vedono. Scovo nella scatola una formica in foam, piuttosto voluminosa e per questo mi va di provarla anche perch galleggia ottimamente e infatti prendo subito quattro trote appostate vicino a riva. Poi, manovrandola da monte, la lascio scendere in piena corrente, dove i cavalloni della rapida pi si impennano (ho un certo ricordo sul Bela) Sii!! La formica sparisce nel grosso e improvviso vortice di un qualcosa che ora sfrutta la corrente e fa fischiare la frizione, la canna reagisce imbizzarritascendo verso acque pi tranquille e dopo un po riesco a guadinare un temolo di 47 cm.

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E stupendo, forte, le squame regolari con sfumature di azzurro e arancio, la larga pinna dorsale color vinaccia e la caudale biforcuta color del sole. Mi guarda con quel suo occhio giallo che pare interrogarmi sulla sua sorteAlla prossima! *** E quasi buio. Gianluca insiste da tempo alla solita curva lanciando nelle correntine fra i sassi affioranti dellaltra sponda: deve aver visto del buono. Poco a monte sto tentando di convincere un paio di trote diffidenti a salire alla mia mosca perfetta. Per una esplosione di acque mi volto e vedo lo sciabordare di unenorme bollata: Gianluca ha ferrato una grossa iridea! La vedo saltare e lui, teso come la coda, cerca di tenere e controllare la sua preda. La canna una C, ma la bestia, conscia della sua mole, sa il fatto suo. Veloce schizza a valle e sciaguattando sullacqua, con la pinna caudale solleva spagli di schizzi bianchi che stravolgono quel tratto di Sava. Salvo la possente coda completamente fuori dallacqua e pare un fuoribordo tanto veloce e potente. Gianluca la controlla come pu, ma ora la canna si tesa e il finale del 14 non regge La canna, come una sciabola, prima fende laria violentemente, poi vola sulla riva mentre sul fiume riecheggiano e rimbalzano gli infiniti moccoli e improperi di Gianluca. Peccato, era una bestia sui 60 cm.!

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Stamattina vado verso monte e lanciando la EV1 catturo parecchie trotelle. Quando arrivo in prossimit del ponte delle Caserme tolgo la mosca per sostituirla con una grossa ninfa piombata, la bipalla una imitazione di tricottero che lancer Bipalla nelle correnti e buche pi profonde. Davanti a me una bella corrente, dopo essere uscita da una rapida, sfiora veloce la riva a picco. Un grosso masso restringe lalveo e da l inizia una buca pi fonda, dallacqua blu dove la corrente fila. Alle mie spalle cavalli al pascolo sul prato, una casa e un signore che allaperto sta accendendo il fuoco per il barbecue. E quasi mezzogiorno e come mi vede, gesticolando mi indica la riva opposta, proprio quella corrente spumeggiante e, sempre con la mimica delle mani, mi fa capire che l c un grosso pesce. Questo conferma la mia analisi anche perch avevo appena individuato una rientranza, una sorta di grotta scavata nella roccia dalla corrente che l vi entra, gira su se stessa e riparte: classica postazione da trota! Ringrazio con un cenno e inizio a lanciare la ninfa. Tuttavia non sono soddisfatto: il gioco delle acque non la fa lavorare come desidero. Devo spostarmi sul lato opposto, ma la corrente troppo forte per cui torno a riva, risalgo un po e guado dove lacqua meno violenta. Ora sono nel posto giusto: a valle ho la corrente che fila lungo la roccia, fino al masso ed entra nellanfratto. Lancio la ninfa nella rapida e nel blu dellacqua pi profonda. La coda si ferma: ho attaccato sul fondo? Do un colpetto e quello sembra muoversi! E grossa! La coda parte in piena corrente e ho un bel daffare per tenere la trota che scorrazza qua e l nel bel mezzo della rapida! Lentamente esco dai vortici, un occhio ai sassi dove metto i piedi e uno alla coda e guadagno un occhiello di acque pi tranquille per prepararmi al tutto per tutto. Ora che sono in posizione favorevole posso dedicarmi completamente a giostrare la trota che corre, sciaguatta, salta, si rituffa cercando la fuga. La canna si flette e sbanda, la coda vibra, io prego

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Il guadino pronto in acqua, recupero coda, alzo la canna, sento il finale che passa lanello apicalela mia trota sfinita si lascia trascinare nella rete che la avviluppa. Presa! Esausto e felice sollevo il guadino che la trota sconvolge con movimenti convulsi. E una grossa iridea.

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Dallaltra sponda lamico di prima che ha assistito a tutta la scena (non me ne ero accorto) ridendo applaude e grida Dobro! Brav. Gli mostro il guadino pulsante di vita e come rialzo lo sguardo il mio spettatore, in pantaloni corti e scarpe da ginnastica, non ha fatto discorsi, sta guadando il fiume in piena corrente, verso di me, sorridente, ostentando due lattine di birra! E venuto a offrirmi il suo brindisi. Ne sono sorpreso e imbarazzato. Guadagno la riva alle mie spalle, uccido la trota e la misuro: 47 cm. Uniridea perfetta dai colori stupendi. La birra fresca di fiume: salute! Ricambio con una sigaretta e insieme beviamo e fumiamo. Parla un italiano stentato e si complimenta per la cattura. Conosce il fiume a menadito e mi dice che suo nonno Dobro pescatore! Non ricordo pi cosa ci siamo detti, ero troppo frastornato per la mia bella cattura e per il suo gesto di spontanea generosit. Come facevo da ragazzo ho tagliato un rametto di salice, lho infilato nella branchia della trota facendolo uscire dalla bocca e al mio nuovo amico ho fatto dono, ricambiando, di una parte del mio piacere.

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Idrica e Unec: ma quanto saremo malati!- 3 Ottobre 2003Siamo arrivati a Cerkno, alla solita pensione, ieri sera verso le 21, in tempo per la cena e ancora una volta ci assoggettiamo a una cucina di brodetti e intingoli strani dai gusti pi disparati che mi fanno rimpiangere un semplice pane e pecorino o pane, olio e pomodoro. Gli amici dicono che sono un po calia ma so che sotto, sotto mi danno ragione, solo che io sono forse pi sfacciato e non ho timore di dire pane al pane e vino al vino(a proposito,anche questi .) Per il posto bello, ci veniamo da anni, e ormai siamo quasi di casa tanto che una volta mi azzardai a chiedere se ci cucinavano i famosi e gustosissimi rastnici o cevapchici (a buon intenditor, poche parole). Mi sentii rispondere che no, quelli erano piatti croati! Come dire che in Toscana o altrove non si dovrebbe mangiare il formaggio da grattare perch Parmigiano! A parte questa dissertazione, Piero si accorto di aver lasciato nel negozio di Udine la sua borsa - che contiene tutto, come quella di Eta Beta- e poich non mi andava di mandarlo via solo come un cane, sveglia alle 6 e alle 7,30 abbiamo gi recuperato la borsa. Quindi dietro front ripercorrendo quella strada bellissima che porta a Kobarid, scende verso Tolmino affiancando lIsonzo, per poi risalire la valle dellIdrica. Gli amici erano gi sciamati sul fiume ed io e Piero siamo entrati in pesca che erano le 10 passate.

Dopo la casa del contadino risalendo la statale, sulla destra si trova uno spiazzo con un tavolino e un bidone per la spazzatura: da l un sentiero scende a una bella spianata con correnti invitanti e

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promettenti. Purtroppo cerano gi dei pescatori, ma abbiamo potuto constatare che lIdrica quasi in secca. Gli mancano circa 30 cm. dacqua e vederlo ridotto cos uno strazio. Le fonde buche sono pozze, le lame dei liscioni di acqua bassissima disseminata di sassi affioranti e le rapide spumeggianti si sono ridotte a striminzite correntine. Per effetto di tutto questo i pesci sembrano spariti. Come se non bastasse la pioggia ci disturba a intermittenza e praticamente non si preso niente. Solo Piero, con un bel temolo e Robertino con un gemello e una iridea di 45 cm. onorano la fama dellIdrica. 4/5 Ottobre 2003 Unec In cerca di acque migliori ci spostiamo in Unec, ma anche questo fiume praticamente non esiste. Quattro mesi di siccit lo hanno ridotto a una specie di palude. Il livello talmente basso che guadabile ovunque senza difficolt. Le brillanti correnti sono sparite e lacqua pare ristagnare tant che quando lancio la mosca questa percorre un metro cos lentamente che lattesa di una eventuale bollata diventa snervante. Ciuffi di borraccina affiorano in superficie e questo insolito ostacolo ferma tappeti di foglie gialle cadute dagli alberi. Lacqua piatta, praticamente uno specchio immobile e solo a tratti increspata da folate di vento o spruzzate di pioggia. Poco a valle dellultimo ponte Piero ci segnala un raschio dove alcuni temoli pare siano stati in attivit. Un singulto di speranza mi ci spinge, ma la realt un rivolo di venti centimetri, largo un paio di metri, tappezzato di alghe affioranti e borraccina che spesso avviluppa la mosca. I grossi alberi della riva tendono le ramaglie fin quasi a sfiorare lacqua e l, ogni tanto, sbocciano e si allargano piccolissimi cerchi. Pi che il pi bel fiume dEuropa sembra il girone dei dannati della pesca! Dove sono i larghi spazi per il lancio, le correnti tese e veloci, il frusciare delle acque fresche e limpide? Lascio la postazione a Ezio che cattura un temoletto e mi dirigo a monte in cerca del mio Unec che non c pi. Pescare in queste condizioni impossibile, non solo non mi piace, ma anacronistico e anzich un paradiso che mi rilassi e dia gioia un inferno che procura solo ansia e stress. Per di pi con un certo prezzo Ma quanto saremo malati!?

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Idrica: alla buca del cane incazzato- Venerd 23 Aprile 2004Alzarmi alle 4 del mattino dura, anche perch, durante la notte, per lansia, mi sono svegliato a pi riprese. Comunque alle 5 sono puntuale allappuntamento a Firenze Nord dove trovo Carlo, Piero, Ezio e Gianni freschi e pimpanti. La levataccia mi rende ancora taciturno e ingrugnito, ma durante il viaggiorecupero. Verso le 11,30, dopo la sosta nel negozio di Udine dove aggiorno il parco mosche, siamo a Idria a casa di Emil. E uno dei guardapesca anziani, ormai una specie di istituzione, con il quale, negli anni si rinsaldata, se non una vera amicizia, una sincera simpatia e gli faccio 22

dono del mio librino Diario di un pescatore a mosca pubblicato di recente dove si racconta anche del suo fiume. Contraccambia con una bottiglia della sua ottima grappa alla pera. Poi via sul fiume LIdrica, sempre bello, chiaro, ma i livelli sono un po alti per cui decido di iniziare pescando sotto. Il tempo discreto e tutto dintorno, gli alberi della valle si sono vestiti di foglie nuove. Qua e l, nel verde, occhieggiano le macchie bianche dei ciliegi selvatici in fiore. Il mio sguardo vi indugia e mentre quella immagine trasmette sensazioni di leggerezza, libert e gioiail canto dellacqua, il volo del merlo acquaiolo, i riflessi del sole, la frescura frizzante delle ombre e i cento colori della scatola delle mosche che sto aprendo mi regalano schegge di felicit. Gli amici si sparpagliano nel fiume e io scendo nella spianata sotto al ponte certo delle emozioni forti che mi aspettano e che mi accingo a vivere. La corrente veloce e lanciando discendo nellacqua a pochi passi dalla riva. Un colpo fa vibrare la canna la prima abboccata Recupero una trota di 43 cm. ma una iridea di immissione, brutta e mal ridotta. Ha la bocca sciupata, le manca una pinna pettorale e quella caudale praticamente inesistente. E una cattura che non mi gratifica, anzi mi disturba e, poveretta, la rilascio al pi presto possibile quasi fosse appestata. Se anche qui iniziano a seminare questa roba, buonanotte al secchio! A valle il torrente, dopo una grossa buca, si restringe, compresso fra due rocce e da l inizia una rapida. Buon posto, e sul finire di una passata avverto una tirata energica, ma la ferrata va a vuoto. Riprovo e al secondo tentativo aggancio una buona iridea 44 cm. bellissima e perfetta. Come la appoggio in acqua sparisce con una scodata che mi annaffia. E lora di pranzo e devo avviarmi al fienile dove ho appuntamento con gli altri. E il momento per togliersi -con sollievo- scarponi e waders che appendiamo sui rami pi prossimi a prendere aria e sfilarsi il peso gilet che tortura le spalle e la cervicale. Lappetito scalpita e seguo con ansia i preparativichi affetta il pane, chi il salame o il formaggio, chi stappa il vino e fa girare i bicchieri. Abbiamo quasi finito di mangiare, sul fornellino a gas la moka borbotta preannunciando il caff, e le fa eco il tuono: da valle risalgono dense nubi minacciose che poco dopo scaricano pioggia.

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Ci spostiamo in cerca di miglior fortuna a valle di Sp Idria, ma per quanto mi riguarda senza risultati eclatanti. Verso lora di cena di nuovo inizia una pioggia battente. Sabato 24 Aprile 2004 Idrica E piovuto per tutta la notte tanto che il fiume si un po velato. Piero mi ha prestato la sua coda sinking tip perch penso che sia pi opportuno pescare con una ninfa sul fondo. Per questo risalgo la riva a lungo per lasciare spazio agli amici che la risaliranno pescando a mosca secca e per crearmi a mia volta un tratto pescabile discendendo. Cercando le iridee, lancio nei turbinii di una impetuosa corrente quando Piero mi raggiunge. E a una ventina di metri a valle e anche lui sta pescando con la ninfa. Sotto la riva opposta, seminascosta dai cespugli, vediamo una discreta bollata. E la prima che vedo in questi giorni. Piero, pi prossimo, sostituisce il finale e la mosca e con lunghi lanci ci prova. I lanci sono perfetti, le pose precise, la mosca passa pi volte nel punto giusto, maniente. Piero cambia posto in cerca di altre opportunit e rimango solo continuando la mia azione di ricerca sistematica in ogni corrente, rigiro, anfratto. Quando arrivo in zona (nel frattempo si decantata) mi dedico a quella trota. Faccio navigare la ninfa pi volte, sempre a profondit diverse -spero- e quando sto per desistere, la trota si decide a mordere. Risulter una 24

fario di 31 cm., niente di eccezionale, ma ha una livrea bellissima, un tripudio di colori e sfumature che vanno dallarancio, al giallo, al verde o al blu con grossi punti neri e macchie vermiglie sui fianchi, che mi gratifica per essersi concessa alla mia ninfa. Mentre la rimetto in acqua il mio animo pi leggero. Nel pomeriggio raggiungo gli amici alla buca del contadino. Gianni, nel suo posto preferito, immerso in acqua fino al limite del gilet. Piero, per arrivare a tiro di una sporadica bollata, sta facendo pericolosi equilibrismi su una roccia a strapiombo sul fiume, mentre Carlo Pi pesca con una coda affondante nella mia buca mettendo sotto sforzo la canna in bamb che con scelta nostalgica e romantica si portato per loccasione. Ezio sparito a valle, come al suo solito. Per il clima, le condizioni, i livelli, la mancanza di insettifaccio qualche lancio con scarsa convinzione: non proprio serata! Domenica 25 Aprile 2004 Idrica Per le piogge il fiume cresciuto di 30 cm. A Sp Idria siamo incerti se pescare o no, ma dato che siamo in ballo andiamo a dare unocchiata alla buca del cane incazzato. Come passiamo davanti alla sua gabbia sempre incazzato e abbaiando rabbioso si scaglia con grandi balzi verso di noi: meno male che c una robusta rete. Se fossi rinchiuso a vita in una gabbia di 2 mq. sarei incazzato pure io! Ieri, sulla spianata a monte, al primo lancio presi uniridea di 42, ma oggi con questa valanga dacqua il fiume quasi impescabile. Anche se con rammarico, decidiamo di porre fine alle ostilit e anticipare il rientro di un giorno. A Slap of Idrja ci consoliamo dalla Moraccia ( il soprannome che demmo, molti anni fa, alla proprietaria della Gostlina, allora giovane, dai capelli corvini e con evidenti peli neri sulle caviglie come sembrava essere di moda a quei tempi da queste parti) Bench gli anni siano passati anche per lei, oltre ad avere oggi un aspetto pi occidentale propone una cucina ben diversa da quella della nostra pensione di Cerkno. ****

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Limestre: complimenti, Daveri!- Sabato 15 maggio 2004Di fronte allinsegna dellOspedale di San Marcello Pistoiese, una strada scende la collina fino al torrente Limestre. E un posto dove non ho mai pescato e i miei primi sguardi lo scandagliano e interrogano per valutarne la pescosit e pescabilit. Dopo giorni di pioggia le acque sono leggermente velate, ma sembrano in calo: la portata discreta. E il nostro caratteristico torrente appenninico con grossi massi, pozze, liscioni, cascatelle e speriamo anche qualche trota! Il cielo velato a intermittenza da nuvole che veloci lo attraversano. Con me c Gabriele, il mio primogenero ed la conseguenza logica di un mio subdolo lavoro psicologico tessuto con pazienza. Anche Gabriele appassionato di pesca e fino ad oggi ha pescato con il galleggiante, con il lombrico o il cucchiaio. Poi si ritrovato me per suocero. Vado a pescare qua, domai l trota di 45 temoli che bollano, bella lAlaska, i salmoni del British Columbia guarda che belle moscheeccoti il mio Diario il tutto con apparente indifferenza, senza forzare o imporre. Circa un anno fa, su sua richiesta, sul prato dallerba tagliata di fresco dal sottoscritto, prima volle vedere come si lanciava una coda di topopoi ha chiesto che gli insegnassi.Lezioni brevissime che facevo terminare appena infilava un paio di lanci passabili in modo che non fosse soddisfatto e appagato, ma che gli rimanesse la voglia. Con grande sforzo ho cercato di mantenere un atteggiamento distaccato, come se la cosa non mi coinvolgesse, ma gli stessi facendo un favore, accrescendo cos il suo interesse e la sua curiosit. Nel frattempo gli procurai canna, coda, mulinello e qualche mosca. Pi tardi un paio di waders e un gilet Poi seppi che due o tre volte era andato da solo a provare sul fiume, con le solite difficolt della stesa, del recupero della coda, del dragaggio ecc. ecc. Rompendo gli indugi lho sollecitato a questa uscita insieme e dunque eccoci qui sul Limestre a montare le canne, annodare il finale e ascoltare il richiamo dellacqua, la Circe dei pescatori. Una lama, un paio di vaironi che bollano e la coda di Gabriele inizia a volteggiareio osservo e commento

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Gabriele: non sgridatemi, sto imparando

Sono ancora lanci incerti, forse in soggezione, spesso la coda nel lancio indietro non veloce o in acqua si posa di pancia. Poi c da richiamare la coda che la corrente porta a valle e nel frattempo la mosca dragaPoi la coda in acqua si blocca su un arbusto affiorante, oppure la mosca si aggancia su un ramo So che oggi pescher poco, anzi per niente, ma vedo che Gabriele ce la mette tutta e segue i suggerimenti che gli do via via.

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Lancia lattento al dragaggiopi accelerazioneasciuga la mosca Mi torna in mente lanziano Mazzarrini, il maestro della mia prima uscita a trote, quando ancora avevo i calzoni corti, e mi coglie una struggente nostalgia insieme a una grande gioia. Il ciclo si ripete, si rinnovasolo che adesso quello con i capelli bianchi sono io! Mentre Gabriele sta cambiando mosca, approfitto per un lancio e ferro una trotella. Lui, che comunque ha seguito la scena, incredulo segue le evoluzioni di questa barretta dargento. Ammutolito dallo stupore, non crede ai propri occhi. Quasi subito ne allamo una seconda e si lascia andare ad esclamazioni di entusiasmoMa allora si prendono anche con la mosca!...(E sempre stato convinto della maggiore efficacia di uno scodinzolante lombrico!) Ho capito che il Limestre stato seminato di trotelle e mi rendo conto che giunto il momento per sferrare il mio colpo di grazia. Nel turbinio del torrente gli indico una bucherella insignificante sotto riva e rischiando il tutto per tutto e la reputazione di una vitaL deve esserci per forzastai a vedere! Lancio la mosca che si posa leggera e puntualmente viene fuori una terza trotina. Gabriele non sta pi nella pelle, ora si davvero reso conto che la mosca funziona e per di pi i pesci possono essere rimessi in acqua vivi e vispi. E il momento di farsi da parte e lasciargli tutto il torrente, seguendolo nelle innumerevoli piccole, grandi difficolt del noviziato. Una trotina sale alla sua mosca, lui ferra, la tiene per un attimo ma si slama. Finimondo di gioia, salti sui sassi, e lo sgranarsi di un rosario di meraviglioso, eccezionale, magnifico, stupendo Prender altre trotelle, come del resto io quando la tensione calava. La mattinata sta lavorando per me Noto che ad ogni sua cattura, anche se sono trotine sotto misura, la sua sicurezza nellapprocciarsi al torrente cresce fino a che la stanchezza, per queste manovre insolite, non lo scompongono. E lora di smettere, ma il ragazzo si far! Ho raggiunto il mio scopo: oggi nato un altro pescatore a mosca: mi ci giocherei gli attributi! Complimenti, Daveri!

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Gita grande: un sacco di chilometri - 11 Giugno 2004Dopo quasi trentanni a Piero tornata la nostalgia e la voglia della Cecoslovacchia e per i nuovi amici questo itinerario particolarmente allettante per via dei racconti e dei ricordi di noi vecchi. Per quanto mi riguarda temo che tornare a cercare quei momenti magici possa tradursi in una delusione. Sono passati molti anni, noi siamo invecchiati e certamente le realt in loco si saranno modificate, in peggio, temo. Comunque, vada per la Cecoslovacchia! Come al solito Piero si documentato: cartina nuova di zecca, e-mail con corrispondente in loco al fine di ottimizzare i nostri pochi giorni di pesca. Gianni, Piero, Ezio, Menicarlo ed io avremo lonore e lonere, con Robertino, di rinnovare il suo camper nuovo di zecca. Alessandro deve rinunciare, Carlo Pi ha altri impegni, mentre Gianluca glissa e non si ben capito se a causa delle partite della Fiorentina, dei suoi programmi in montagna o proprio non ne ha voglia. Partenza dal Poggetto alle 9,15 e tanta autostrada: Bologna, Mestre, Tarvisio, Vienna, Bratislava. Siamo in Cecoslovacchia e poco dopo il confine ci fermiamo in unarea di sosta per la notte. Fa abbastanza caldo. Domani avremo limpatto con i nostri fiumi!

..ma nd vai, se la banana non ce lhai.

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12 Giugno 2004 Cecoslovacchia Nonostante si sia in sei, il camper molto confortevole, con i suoi tre letti matrimoniali che ci hanno indotto a fare coppia fissa. Gianni con Ezio, Robertino con Menicarlo ed io con Piero. Lodore di nuovo ci incute un certo rispetto e mi pare che tutti si sia un po pi ordinati anche per riguardo alle amorevoli cure che Robertino non lesina al suo nuovo giocattolo. Il che certo non guasta! Si riparte per Zilina dove dovremmo ricevere maggiori indicazioni in merito al nostro itinerario alieutico, ma quando ci arriviamo non troviamo il nostro referente. Tuttavia, viaggiando, abbiamo costeggiato il Vah, un fiume dalla conformazione invitante, ma desolatamente torbo e in piena. Una insolita zattera di tronchi scendeva impennandosi nella corrente, accompagnata dallentusiasmo vociante del suo giovane equipaggio. Noi purtroppo non siamo dello stesso umore! A Martin incrociamo il Turiec, anchesso torbo! Imbocchiamo la strada per D. Kubin costeggiando lOrava, ma anche questo fiume ha il colore della cacca di bambino! Ma quanto piovuto? Siamo in ballo e bisogna ballare. Direzione Propand e passando da Ruzumberok e costeggiando il Vah, sempre torbo, arriviamo a Lipt Hradok verso lora di pranzo. Anche lultima speranza, il famoso Bela, un torrente che abbiamo nei ricordi e nel cuore, non gran che. Ma lora giusta, e ci consoliamo con spaghetti conditi con quel meraviglioso sugo di coniglio fatto da Rosy, la moglie di Menicarlo. Poi la decisione quasi scontata: Austria! Abbiamo lintero pomeriggio per ripassare da Bratislava, Vienna e poi puntare su Graz. Superiamo il passo Semmering in un incantevole paesaggio alpino e allimbrunire siamo a Neuberg ander Murz. Abbastanza frastornati spengiamo il motore su una piazzola erbosa lungo la strada. Il Murz scorre sotto di noi a pochi metri. E esattamente lo stesso posto di 15 anni fa! 13 Giugno 2004 Murz Sono trascorsi due interi giorni di astinenza inseguendo aspettative che ci sono sfumate sotto al naso, abbiamo fatto un sacco di chilometri e ora la voglia di pescare ci esce dagli orecchi! Con impazienza aspettiamo le 9 esatte (siamo in Austria!) allorch aprir lUfficio Turistico per prendere i permessi di pesca. 30

Lambiente intorno a noi incantevole: prati verdi, abeti e case curatissime con finestre e balconi inghirlandati da gerani rosso fuoco. Tutto lindo, pulito e curatissimo: un album di cartoline!

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Gianni, con il suo inglese, fa da interprete e ci ragguaglia sulla regolamentazione vigente: 1 - Il permesso di pesca valido per i successivi quattro giorni, ma possibile pescare solo per due di essi e costa in totale 102,00; 2 - Non si possono tenere temoli e la misura consentita per le fario 30 cm.; 3 - E vietato luso di stivali ascellari! E il solito problema della volta scorsa! Tutti noi abbiamo solo quelli! Decido per una soluzione logica facendo affidamento nel buon senso e nella eventuale comprensione del guardapesca, anche se la famosa rigidit mentale di queste genti nei confronti di leggi e regolamenti lascia in fondo al sacco della mia coscienza un pizzico di timore. Sugli waders, allaltezza delle cosce appiccico due pezzi di nastro adesivo ad indicare il limite invalicabile. Poich il tessuto esterno dei miei traspiranti poroso e lacqua lascia il segno, eventualmente lo sfrutter come prova a dimostrazione che non ho trasgredito la regola. Con questa speranza e un po girato vado a pescare risalendo il fiume. Il Murz un piccolo fiume a carattere torrentizio e lanciando da riva inizio a pescarlo con la mosca secca. Salgono diverse trotelle, ma non potendo entrare in acqua se non fino alle caviglie pesco male e sono a disagio. Salvo noi, a pescare non c nessuno. Quando ci ritroviamo per il pranzo apprendo che Robertino ha incontrato il guardia che lo ha autorizzato ad usare gli waders arrotolati fino alla cintura. Se Dio vuole il problema risolto! Stiamo cincischiando al camper in attesa di riprendere la pesca pomeridiana ed arriva un pescatore con il giovane figlio. I sei gilet da pesca appesi ai rami, gli stivali sparpagliati al sole, le canne in evidenza non passano inosservate e il pescatore si avvicina a curiosare garbatamente le nostre attrezzature, poi ci chiede da dove veniamo: Firenze! Con meraviglia ed enfasi esclama: Ah, ya, Firenze: Piero Lumini! Piero sgrana gli occhi e noi restiamo a bocca aperta prima di scioglierci in una risata generale. Sono pere di gratificazione! Per spiegargli e fargli capire che Piero Lumini era proprio quello l c voluto un po e abbiamo capito che aveva capito solo quando si sciolto in ya, ya , inchini, sorrisi e scappellamenti. Finalmente libero di potermi muovere a mio piacimento, sia pure con gli waders alla cintura, scendo verso valle pescando con una ninfa. Le trote rispondono con franchezza e le catture si susseguono. 32

Sono per lo pi fario e anche se non grosse, sono bellissime. Penso che il Padreterno quando cre i pesci, nel progettare temoli e trote doveva essere proprio ispirato! Si sono divertiti anche gli amici. 14 Giugno 2004 Murz Con Menicarlo, pescando a mosca secca, risaliamo il fiume per un lungo tratto. Lambiente bellissimo e ad ogni ansa il torrente pare invitarci a scoprire nuove correnti, buche, sottoriva, ghiareti, zone di verde, di ombre e di luci. Catture di trote si alternano a quelle di temoli ed divertente individuarli e riconoscerli per le loro bollate. Verso mezzogiorno la mia solita spalla comincia a farsi sentire e lanciare diventa un supplizio. Torno dunque a valle pescando nuovamente a ninfa: se non altro cos eviter decine e decine di falsi lanci. Le trote rispondono ancora e in pi allamo un temolo di 44 cm. Pranzo, riposino e di nuovo via verso valle scandagliando le correnti e i sottoriva con la ninfa. Questa volta ho messo una sinking tip. Menicarlo, nella buca in prossimit del camper, con la ninfa salpa una trota dietro laltra. Per un lungo tratto di fiume anchio prendo molte fario, poi, stranamente le abboccate diventano sporadiche. Arrivo ad una grande buca sovrastata da una roccia a picco lungo la quale scivola una corrente sostenuta. Pi a valle, nellacqua limpida, quasi sul fondo, vedo pinneggiare belle sagome scure. Il fondale che aumenta mi impedisce di avanzare e avvicinarmi, ma decido di provarci comunque. Per un po rimango ad osservare e scelgo la trota pi bella che mi pare anche la pi attiva. Lungo lancio a valle e subito sfilo coda per assecondare il libero affondamento della ninfa.

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Un riflesso, un colpo sul vettino e dopo un bel po guadino una fario di 43 cm. Poi scende la notte, fa piuttosto freddo e non ci sono schiuse.

Scorcio sul Murz

15 Giugno 2004 Abbiamo consumato i due giorni di pesca concessi dal permesso e il Murz stato percorso in lungo e in largo. Ci spostiamo alla volta del Salsa, del quale abbiamo sentito meraviglie e che ci incuriosisce. Il fiume stupendo, ma a mio modo di vedere uno di quei paradisi che 34

rasentano lassurdo. In 10 km. di correnti, rapide, spianate e buche stupende possono pescare solo tre pescatori al giorno, il permesso costa 190 e c una lista di attesa -dicono- di sei mesi! Proprio come per una visita specialistica presso la ASL! Il mio amor proprio e senso della misura si rifiutano di giocare a questo gioco e non ho nessuna intenzione -e con me gli Amici- di incentivare questa pesca di elite che solo pochi, ricchi o incoscienti, possono permettersi. Abbiamo speso anni a far s che la pesca a mosca diventasse popolare e accessibile a tutti e queste ostentazioni di esclusivismo mi disturbano, anzi mi fanno anche un po girare le scatole. Comunque, per la legge della domanda e dellofferta, visto che ci sono tutti questi disponibili ad abboccare dal punto di vista dei gestori una politica ottimale. Consentendo laccesso a tre soli pescatori percepiscono lo stesso introito di una dozzina di permessi normali, e nello stesso tempo risparmiano il fiume. Si potrebbe arrivare a dire che una gestione illuminata! Tuttavia le diverse, grosse trote che dal ponte si vedono pinneggiare esercitano il solito richiamo ammaliatore. Ma noi, come Ulisse ci siamo legati allalbero della moderazione(un po come la volpe e luva) Proseguiamo per Gostling dove Carlo si esibisce in una carbonara da favola: proprio come le trote che pinneggiano nel fiume Ybbs. Adesso la nostra meta il Mur e lungo il tragitto, cullato dagli ammortizzatori del camper (e meditando sulla carbonara), mi abbandono in una profonda pennichella. Quando mi sveglio il sole gi al tramonto e mi dicono che siamo diretti verso la Sava: il Mur era in piena. Gianluca ironizzer sul fatto che per andare in Slovenia facciamo sempre un sacco di chilometri con dei lunghi e larghi giri Ci fermiamo per la notte poco prima del confine.

16 Giugno 2004 Sava Il lago di Bled risplende di blu sotto un sole brillante, ma noi ci stipiamo subito nel bel negozietto di articoli da pesca per acquistare i permessi. Un nutrito assortimento di ninfe fa bella mostra di s e occhieggia da sotto una bacheca: sembrano dire prendimi, prendimi e io non resisto. 35

Ninfe della Sava

Poco dopo il lago scoviamo una stradina che scende verso la Sava e la percorriamo con circospezione: il grosso camper di Robertino non un fuoristrada e sulle buche ondeggia con rumor di pentole e stoviglie. Scopriamo con piacere che quella ci porta diretti al nostro posto preferito. Alle 10,30 sono tutti in pesca: la Sava chiara anche se un po alta, ma io rimango al camper per rimettere in sesto lattrezzatura, le mosche e per una bella lavata generale della quale sentivo il bisogno. La spalla mi fa ancora un p male per cui collaudo una delle ninfe che ho appena acquistato poco sopra la buca di Gianluca che, prima di partire, mi ha fatto pervenire una bottiglia augurale di limoncello. Prendo solo due piccole trote: strano! Scendo a valle e al termine della rapida, dove inizia la spianata, comincio a pescare con la secca a discendere frugando nel sottoriva di destra con la EV1, C1 e la solita 700 che mi regala una iridea di 43 cm. combattiva come non mai. Mentre sono impegnato nella lotta e nel suo recupero inizia a piovere (naturalmente non poteva aspettare qualche istante!) poi aumenta fino a diventare uno scroscio che dura diversi minuti. Decidere la precedenza fra indossare limpermeabile o guadinare la trota

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Guadagno la riva e insieme a Piero aspettiamo che il cielo si sfoghi protetti e infagottati negli impermeabili che qui non abbandoniamo mai. Poco a poco mentre la pioggia sfuma, sopra le nostre teste si accende uno stupendo arcobaleno a tutto tondo. Inizia una schiusa di ecdyonuri e allamo una iridea di 40. Pi tardi, con una sedge, poco a monte della cascata, durante il tira e molla del recupero perder un bel pesce che non sono riuscito a vedere. 17 Giugno 2004 Sava Sono nella buca di Gianluca. Lacqua ancora piuttosto alta, la corrente tesa e non bolla niente anche se svolazza qualche sedge e rarissime mosche di maggio che lasciano indifferenti sia trote che temoli. Bisogna inventarsi qualcosa e dunque decido di adottare una tattica provocatoria: la serpentina. Effettuato il lancio ruoto ripetutamente la canna che trasmette il movimento circolare alla coda di topo e al finale con il risultato che la mia sedge ha dei piccoli scarti, dei saltelli come se tentasse di spiccare il volo. Quattro trote salgono alla mosca e anche se riuscir a ferrarne solo una, sono molto soddisfatto.

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Risalgo verso monte e pescando in una corrente dove ho preso sempre poco, di nuovo pochissime trote e piccole. Piero che invece si piazzato a cento metri a monte, su unaltra correntina, ne sta prendendo diverse anche se non di taglia. Sedge nera! mi urlaMi adeguo, ma continuo a non vedere risultati. Sono quei momenti che ti verrebbe voglia di buttare tutto alle ortiche! Eppure se in un tratto di fiume ci sono pesci e in un altro no un motivo deve pur esserci. La prima causa che mi viene in mente pu essere qualche errore in pesca. La mosca che draga per aver scelto una postazione non ottimale o per lanci e pose in acqua troppo diritte, un finale troppo corto o di diametro eccessivo, lincidenza della luce o i suoi riflessi, langolo di posa rispetto al fluire della corrente Oppure dipende dal fondo forse qui sconvolto di recente dalle piene, oppure nellaltro tratto stata da poco effettuata una semina massicciaChiss! Comunque meglio cambiare posto. Dopo la siesta, quando il sole ha iniziato ad avvicinarsi alla cresta della montagna e la luce pi dorata, scendo a valle della spianata pescando e lanciando sempre sotto la riva destra. In un anfratto individuo una piccola bollata, a tiro. Lancio, posa, ferrata immediata, fuga, recupero e guadino una fario di 44 dalla livrea meravigliosa. Nel solito punto di ieri si ripete una vistosa bollata, ma questa volta, una bella trota si slama durante il recupero. Si rinnova la danza degli ecdyonuri, ma ho finito le mosche di questa giusta taglia per cui fino a buio mi devo accontentare solo di trotelle. Robertino, subito a monte della cascata, ha invece preso belle trote con la C1 e la EV1(appunto!) .

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18 Giugno 2004 Sava Con la solita finalit di risparmiarmi la spalla inizio a pescare con la ninfa, dalla rapida in prossimit del camper, in gi, ma anche dove la corrente pi impetuosa non sento neppure una toccata. Poi aggancio due trotelle. Qui limpeto della corrente si va smorzando nellalveo del fiume che si allarga anche se il fondo pare risalire un po. Ancora non ho visto n un insetto, n una bollata. Lancio la coda trasversalmente alla corrente, leggermente verso valle, e osservo, sempre attratto, la coda che nella fase dello shooting saetta attraverso lanello di partenza emettendo un leggerissimo sibilo. Alla bisogna, con qualche mending la riallineo con il finale. La coda in acqua si ferma, ferro prontamente e subito punta verso la riva opposta. Il mulinello gira, la frizione frigge, e la canna per la trazione improvvisa si pericolosamente abbassata quasi in orizzontale. Mi riprendo dalla sorpresa, alzo la canna, tirando a mia volta per cercare di frenare la fuga del pesce che sta puntando verso le frasche sommerse della riva. In parte ci riesco e il duro in fondo alla coda mi fa pensare a una bella e combattiva iridea. Ho guadagnato qualche metro di lenza, ma con una giravolta la trota la riconquista. Sembra quasi un balletto. La frizione del mulinello ben regolata sul finale del 14 e svolge egregiamente la sua funzione, ora slittando, ora consentendomi di imbobinare agendo sulla leva in modo che alla prossima fuga (sono certo che avverr) lelasticit della canna e laccondiscendenza della frizione siano pronte e rispondano a tanto impeto senza tanti metri di coda abbandonati in acqua o fra le gambe. E una manovra che si pu fare agevolmente solo con il mulinello Vivarelli senza distogliere mani e attenzione da questi istanti critici. Quando infine la guadino sono sfinito ma al settimo cielo: una fario di 54 cm!

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E una preda inconsueta, direi eccezionale per cui, oltre alla foto di rito, seduto a riva mi concedo una sigaretta per calmare l emozione e nel contempo assaporarla pienamente. La Sava mi pare complice e compiaciuta e io, senza rendermene conto, ancora sorpreso, intimamente la ringrazio. Rientro in acqua e poco a valle ne catturo una seconda di 45 cm. Ezio che sta pescando a secca risalendo il fiume verso di me, ha seguito entrambe le catture e quando ne perdo una terza, sempre di buona taglia, abbandona la secca per mettere a sua volta una ninfa. Nel pomeriggio torno a valle, sempre pescando a ninfa catturando solo piccole trote. Quando decido di cambiarla con la secca, una piccola B4 stana una iridea di 34: poi pi niente. Anche se non c la schiusa, mi affido alla fantasia e con una inverosimile mosca di maggio sorprendo ancora due piccole iridee. Cambio posto e torno alla buca sulla curva, a monte del camper, ma anche qui niente insetti. Dopo qualche lancio di prova decido di togliere quella mosca improbabile. Seduto a riva allombra di un ontano sto armeggiando con il finale e il tagliafilo quando il mio sguardo sorprende una bella iridea che, saltando sulla corrente, andata a prendersi una sedge in volo! Annoto subito mentalmente le coordinate della sua postazione e il

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chiarore di un masso sommerso ne agevola lidentificazione: adesso posso terminare di cambiare la mosca. Provo a lanciarci pi volte: niente. Sono solo le 17, vola qualche sedge, e la Sava solo acqua che scorre. Per lintero pomeriggio lancio un po a monte, provo un po a vallesospendo un po per far calmare le acquevoglio quella trota! Verso le 21, con le ombre della sera, cominciano a danzare gli ecdyonuri, quelle stupende effimere dal corpo vinaccia ed ali grigio ferro e sul finale monto la mia EV1. Con gli occhi puntati nei pressi del masso sommerso aspetto un po immobile in acqua, la mosca in mano, per dar modo alla trota di capire che c una schiusa in atto ed lora di andare a tavola. Al primo lancio la mosca, nuova e asciutta, si libra sullacqua, leggera come una ballerinacome resisterle! La trota saleed presa! Si rinnova il patos del recupero. E proprio la mia grossa iridea che nella corrente veloce sa il fatto suo, ma io non sono stato fermo quattro ore nello stesso posto per nulla! Il mulinello protesta, la coda vibra, la canna sussulta ed il mio cuore con lei. Poi la rete del guadino si gonfia nella corrente e. Posso tornare a riva, le gambe gelate dal freddo che intorpidisce i muscoli, con le dita e le mani bagnate e rattrappite, ma dentro sono un vulcano. Le ho dedicato un intero pomeriggiola misuro: 45 cm. Sono stanchissimo, indolenzito e felice. Ciao, bella.

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19 Giugno 2004 Sava Pescando ancora a ninfa ripercorro il fiume dalla buca di Gianluca verso valle: solo due trotelle. Stamani c unatmosfera strana: nuvole dense vagano in alto alla rinfusa, il vento cambia direzione pi volte facendo cantare le foglie degli alberi che accennano un inchino ora da un lato, ora da un altro. Sole a intermittenza. Robertino, sul finire della buca, lancia con successo sulle poche bollate e ha gi preso due fario di buona taglia. Poi le bollate spariscono e in superficie naviga solo qualche foglia strappata dal vento. Una mosca di maggio ritardataria scivola indenne sullacqua in prossimit delle frasche del sottoriva. Un piccolo germano la vede, pagaia goffamente nella corrente, la raggiunge e con una beccata la fa sparire. Inizia a piovere e vista la situazione di stasi torno verso il camper, ma con calma, non ho fretta e anche se piove, limpermeabile mi protegge da questi dardi umidi e freddi. Quando si al riparo possiamo apprezzare la pioggia e ora non la sfuggo, ma laccetto, sento il suo ticchettare su di me, lieve o insistente e ne respiro il profumo, impareggiabile, che odora di terra, di muffe, aromi del sottobosco che solo adesso si manifestano insieme ai vapori che salgono e si propagano esaltando le fragranze del fieno tagliato da poco. La mia pesca, le nostre gite sono anche questo. Nel pomeriggio torno alla buca di ieri, ma c gi un pescatore. E un giovane che lancia molto bene: io non ho la bramosia di pescare per cui mi siedo in disparte fumando e osservando quella coda che saetta veloce. Prima o poi cambier posto. Quando tornando a riva mi chiede se ho da offrirgli una sigaretta, scopro che un ragazzo di Terni. Quanti anni sono passati da quando con Giancarlo Ferroni, Bruno Ragionieri, Roberto Pragliola ed altri andammo a tenere un corso di pesca a mosca ai pescatori delle Acciaierie Terni? Senza rendercene bene conto, anche in quella zona mettemmo allora quei primi semi, i germi della pesca a mosca che poi ho avuto modo di verificare essere sbocciati, cresciuti e moltiplicati. Il mio giovane pescatore, al quale volentieri accendo la sigaretta e che per et potrebbe essermi nipote, non sa, non pu sapere, ma a me, in segreto, mi particolarmente simpatico. 43

Nella buca rimango solo con i miei ricordi e considerazioni. Non ci sono schiuse e anche se adesso quello specchio dacqua a mia disposizione azzardo solo qualche lancio con la 700 e la sedge che navigano indisturbate. Tra non molto il sole caler e verranno gli ecdyonuri per cui mi preparo e nellattesa monto una EV1. Il buio gi incalza, ma degli ecdyonuri nemmeno lombra! Chi ci capisce qualcosa bravo! Facendo ballonzolare la EV1 riesco a prendere una fario sui 35 cm, ma comunque, come dice il proverbio, un pane arrotato! 20 Giugno 2004 Sava Lo scrosciare della pioggia battente sul camper mi ha interrotto il sonno pi volte e verso le 5 sentivo la preoccupazione di Piero che, essendo troppo presto per svegliarci, resisteva in branda. Stamani dobbiamo tornare a casa, ma siamo in ansia per la stradina fangosa che dobbiamo percorrere e per la pioggia che pu creare seri problemi al pesante camper. Oltre tutto la sua insistenza ci disturba e siamo costretti a raccattare tutte le nostre cose e infilarle velocemente nel camper alla rinfusa. Riguadagneremo lasfalto senza difficolt. Dopo il confine o paese d sole e nellaria calda e appiccicosa della pianura veneta facciamo una lunga sosta presso un autogrill per ripulire il camper e riordinare le nostre carabattole. Meno male che la Fiorentina stata promossa in serie A, altrimenti Gianluca chi lo sentiva!

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Tevere: parla come mangi ! - 3 Settembre 2004Menicarlo non si fatto ripetere il mio invito e alle 8,30 ci troviamo allappuntamento: proseguiremo per il Tevere, nella recente riserva dove entrambi non siamo ancora stati. Ezio non pu venire, ma mi preannuncia un categorico Non prenderete niente! Staremo a vedere e la mano scaramantica scendea tre palmi dal mento! Tail water Tevere: che stranezza! Mi chiedo perch si continui ad avere questa mania dei termini inglesi, quasi una sudditanza: pur vero che loro di colonialismo se ne intendono, e c chi a parlare strano si sentepi ma chiamare una riserva sul nostro Tevere, quello che poi passa da Roma, tail water! Ma ci vogliamo ricordare o no che a pochi chilometri da l sono nate personcine quali Piero della Francesca, Michelangelo, Francesco dAssisi ecc. ecc. mica la Regina dInghilterra o John Wayne! Ringraziamo pure gli anglosassoni per averci aperto la via della pesca a mosca, ma santo cielo, basta, ora di prendere coscienza che esiste anche la pesca a mosca italiana della quale dobbiamo essere fieri e orgogliosi e che, porca miseria, non suddita di nessuno. Si cerca in tutti i modi di conservare e valorizzare le tradizioni della nostra terra, i cibi genuini delle nostre valli e i piatti che il mondo ci invidia insieme al nostro sapere, a opere darte, musei, storia e qualcuno si appiattisce ancora nellanonimato di una formula sia pure internazionale. Abbiamo il privilegio di una lingua antica, dotta, musicale E santiddio,parla come mangi! dice un proverbio. In prossimit di Sansepolcro, fatti i permessi ( 15) imbocchiamo la strada sterrata dietro al distributore Agip e costeggiamo il Tevere. Sul permesso, oltre al regolamento, una cartina dettagliata indica gli accessi al fiume, le correntine e le cascate e confrontandola con i vistosi cartelli disseminati lungo il percorso immediatamente sappiamo dove siamo. Un lavoro veramente ben fatto. Nonostante il giorno feriale ci sono diversi pescatori e fa caldo, ma lacqua che esce dallinvaso di Montedoglio poco a monte, chiara e fresca e scorre in mezzo a cespugli di vetrici, ottimi ripari per le trote che mi dicono essere qui esclusivamente fario. Pare inoltre che i temoletti che erano stati seminati siano cresciuti rapidamente e si siano gi riprodotti. Sembra incredibile che in questo fiume di valle, fino a qualche anno fa dallincerta acqua estiva, dominio di barbetti, cavedani e scazzoni, questo esperimento possa aver avuto un tale successo. Una volta tanto 45

una diga, garantendo un flusso pressoch costante di acqua fredda non ha creato solo danni I pesci tuttavia sembrano apatici e svogliati e sia Carlo che io collezioniamo diversi rifiuti compresi quelli di alcuni temoli. Carlo, con la EV1, prende un paio di modeste fario, io faccio girare diverse mosche sulla pelle di montone del gilet che comincia ad essere piuttosto piena. (Anche lei!) Con lo scivolare del tardo pomeriggio iniziano le bollate anche se non si capisce cosa mangino. In una piccola ansa fronzuta, colgo un movimento nellacqua, lancio e per la precipitazione spunto una bella trota che si rituffa. In poca acqua, quasi immobili sul fondo, si vedono pinneggiare diverse trote intorno ai 30 cmcome se noi non ci fossimo! Le catture sono rare e la media decorosa questa volta grazie a Carlo che pare avere pi successo. Su una lama liscia e piatta lancio lungo i cespugli che la sfiorano e mentre sto per richiamare la mosca, da sotto saetta una trota scura che ci si avventa. E una fario di 36 cm. che forse ha avuto paura che quel boccone gli sfuggisse. Anche se non volano, n vedo insetti, al tramonto, puntuale si palesa il coup de soir tanto atteso -chi ci capisce qualcosa bravo- e davanti a me sette trote bollano a lungo e regolarmente. Mi fosse riuscito fregarne una! Ezio, v a quel paese!!

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Gita di chiusura sulla Sava - Gioved 7 Ottobre 2004Ho il privilegio di avere degli amici puntualissimi -e non potrebbe essere diversamente- per cui ci ritroviamo alle 7,30 in punto e trasferiscono i loro armamentari nella mia macchina. Dopo un viaggio tranquillo, senza code autostradali, alle 11 siamo al negozio Errepi di Udine dove indugiamo nei soliti rifornimenti (mosche, finali, silicone ecc..) giusto per fare lora di pranzo nel ristorante cinese l vicino. Riprendiamo lautostrada alla volta della Sava, verso Tarvisio, ma parlando, manco luscita e finiamo in Austria. Dietro front. E cos, anche per oggi prendo la mia razione di bischero. Arriviamo a Bled a met pomeriggio: abbiamo ancora un paio di ore per lappuntamento con Robertino, Ezio e Mauro che partivano dopo di noi e ne approfittiamo per andare a ispezionare il fiume. La prima fermata a casa. La Sava bellissima e perfetta, lacqua chiara e il livello ottimale. Nel sottoriva di fronte, a monte della rapida, sboccia qualche provocante bollata. Il bosco dintorno si gi agghindato con i colori autunnali.Controluce sulla Sava

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Ci spostiamo a monte della diga di Soteska. Allaltezza della chiesa, in una grossa buca si possono vedere grosse trote che pinneggiano sul fondo. La voglia irrefrenabile di pescare entra in ebollizione. Passando sotto la ferrovia, attraversato un gruppetto di case, scopriamo un altro posto incantevole e un unico pensiero segreto ci attraversa la mentedomani pesco qui. Ma abbiamo ancora tempo e il sopralluogo continua accrescendo laspettativa del domani. Scoviamo un'altra stradina che passa sotto ai binari e parcheggiata lauto sul margine del prato puntiamo verso il fiume che in quel punto si avvicina alla scarpata della ferrovia. Sorprendiamo cos un capriolo che stava mangiando, credo, delle mele cadute: lanimale, spaventato, a grandi balzi, schizza via sfrascando nel sottobosco. Mi allontano alla scoperta di nuove correnti. Quando torno gli amici sono sulla strada dove hanno sentito un bran botto. Era il nostro capriolo che, attraversata la ferrovia e saltando nella statale finito preciso sul cofano di unauto che stava sopraggiungendo veloce. Il capriolo giace morto, la macchina un catorcio di lamiere accartocciate e in noi cresce un certo disagio, quasi un incolpevole senso di colpa per aver spaventato la povera bestia. Si fatta lora per tornare alla pensione dove alle 20 arrivano gli amici. Venerd 8 Ottobre 2004 Sava Mentre un drappello va a pescare risalendo la Sava, con Piero e Carlo Pi scendiamo nel tratto di fiume fra la diga di Soteska e il ponte che si trova a monte. Lacqua limpida, ma spesso non riesco a vedere la mosca, non so se per effetto del riflesso o perch mi ulteriormente calata la vista. Il risultato che pesco con una certa difficolt e nervosismo. Insetti in giro non se ne vedono e le poche, piccole bollate sono di farioline. Alle 13 non ho compicciato niente di significativo e pur gustando questo ambiente sempre affascinante, linterruzione per il panino mi giunge gradita se non altro per uscire dalla monotonia. In cerca di miglior fortuna, ci spostiamo sopra al ponte, nella zona trofeo ma questa definizione pare essere sproporzionata per via delle sole, solite trotelle che salgono alla mosca. Lunica eccezione una fario di 32 che puntualmente rilascio.(Chiamala trofeo!)

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Il sole brillante del primo pomeriggio scalda laria ed esalta quella tavolozza di colori autunnali che mi circondano. Dal sottobosco delle rive esalano i consueti profumi di funghi che inebriano. Mi concedo una pausa e sdraiato sui sassi bianchi del ghiareto, ad occhi chiusi mi faccio possedere da questa pace, assorbendo il calore del sole e le fragranze dellaria. La pesca pu aspettare. Limprovviso porca maiala di Robertino che pesca poco distante mi distoglie dalla mia quiete e nella sbirciata che gli mando da sotto il cappello lo vedo teso, con la canna piegata da un bel pesce. Nel lungo recupero si avvicina verso di me, nellacqua bassa: sta combattendo con un bellissimo salmerino. Ma questo tratto sar o non sar no kill?- mi chiede. Un bagliore lontano, fra i cespugli mi dice che la scena viene seguita anche dal binocolo del guardia ed in effetti eccoli che si avvicinano in due. Assistono agli ultimi sciaguatii del salmerino e la loro presenza e autorizzazione convincono Robertino a trattenere questo bel pesce. A cena socializziamo con un gruppo di pratesi e per lindomani ci scambiamo i permessi di pesca: cambiando zona potremo cos tornare a pescare a casa, nel nostro tratto preferito. Sabato 9 Ottobre 2004 Sava La mia buca talmente bella e invitante che non ho nessuna voglia di andare su e gi per il fiume. Il gobage di una trota in prossimit del biancheggiare di un grosso sasso sommerso (lo stesso posto di qualche tempo fa) mi fa stazionare in zona per tutta la mattina. Dopo innumerevoli tentativi finalmente catturo una iridea sui 35. Non essendoci insetti continuo a cambiare diverse mosche scendendo a taglie fino al 18. Oltre la corrente, a valle vedo salire assidue tre o quattro trote e la 700 me ne regala una sui 33 cm. Bollava in posizione difficile per via del dragaggio quasi immediato e il mio piacere deriva in parte anche dalla soluzione adottata per far stazionare la mosca in zona un po pi a lungo, di quel tanto da stimolare e beccare la trota. Robertino, in mattinata, a monte della cascata si divertito con i temoli che salivano solo su una piccola C1, mentre dopo pranzo, pescando a valle del ponte con la ninfa due palle ha collezionato trote di recente immissione. Anche Carlo Pi e Piero, nella correntina

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a monte della mia buca hanno catturato temoli con la formica che ha dato buoni risultati anche a me. Altra mosca funzionante la EV1 di Menicarlo, ma il minimo comune denominatore risultato essere per tutti un tassativo nylon del 10!

Domenica 10 Ottobre 2004 Sava Durante la notte piovuto a dirotto. Questo posto fra le montagne non scherza e quando dice di piovere, piove con il risultato che la Sava stamattina in piena. La pesca finita,andate in pace. Si rientra a Firenze controvoglia e in anticipo rispetto al programma.

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Maggio 2005 da archiviareQuesto dovrebbe essere uno dei mesi pi favorevoli per la pesca a mosca e invece per me si rivelato uno strazio che sar bene archiviare velocemente. Per ben tre uscite i risultati sono stati veramente disastrosi, infatti In Arno Con Gabriele e il suo amico Francesco siamo finiti in un tratto, sopra a Mulin di Burchio nellalto Casentino. In realt era una uscita didattica per sottoporre i due neofiti alla prima esperienza di pesca a mosca in torrente dopo quella sul Limestre. Lacqua era pi alta del normale e leggermente velata tanto da rendere problematica la pesca. Solo io ho avuto un rifiuto, ma i ragazzi si sono presto demoralizzati per le difficolt di gestire il lancio e la coda in queste acque troppo impetuose e in spazi ristretti.

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Ci siamo allora spostati a Bibbiena per vedere il tratto no kill sul Corsalone. Al di l della volenterosa iniziativa, la limitatezza di questo corso dacqua lo rende utopistico; al resto ci pensano certi casentinesi che in quanto a bracconaggio non sono inferiori a nessuno. Non abbiamo neppure montato le canne. Con scarse speranze, nel pomeriggio inoltrato eravamo nel Solano sopra a Strada in Casentino. Anche qui acqua alta e a parte un vairone Tevere - Tratto della riserva a Sansepolcro. A dispetto di un bel sole non volava un insetto. Lanci, passate, mending, roll, cambi di moscaHo visto bollare solo una trota, esattamente nello stesso punto dove ne avevo presa una lo scorso anno. Era una fario di 33. Punto e basta! Scoltenna - Sabato, giornata bellissima: ho voglia di pescare. Monto in macchina e senza una meta precisa mi ritrovo a Pievepelago, indeciso fra il Rio delle Tagliole e lo Scoltenna. Vado a salutare Graziano nella sua famosa, ghiotta pasticceria e mi consiglia il secondo, pi esattamente alla fine del tratto di riserva. Obbedisco. E quasi luna e dopo aver fatto fuori un paio di panini acquistati strada facendo, dal ponte scendo sul fiume. Il livello ancora alto, tuttavia lacqua limpidissima. Inizio a pescare risalendo il fiume, ma fatti cento metri si incassa in una specie di gola che mi rende impossibile proseguire. Faccio dietro front fino al ponte e imbocco il sentiero sulla riva sinistra. Il viottolo sale e pare aggirare la gola, ma poi pian piano si perde fra le stoppie e le erbe dei prati e devo improvvisare la discesa al fiume, spostando ramaglie e aggirando spinaie. Finalmente sono allacqua, affaticato e sudato, ma a monte c un pescatore che sta venendo in gi. Sono bloccato! Mi entra un certo giramento di scatole, ma mi sforzo di provare a pescare per un po a valle con la ninfa Poi, contrariato, smonto tutto per riaffrontare, dentro agli waders e sotto un sole cocente, il percorso di primaquesta volta in salita!

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Sava -1/5 Giugno 2005Carlo Pestello appena tornato dalla sua vacanza, Alessandro ha qualche problema agli occhi, Robertino e Gianluca sono alle prese con gli impegni di lavoro per cui alle sei del mattino Gianni, Piero, Menicarlo, Ezio ed io partiamo alla volta di Tarvisio e per lora di pranzo siamo a casa sulla Sava. Mi rendo conto che recentemente questo fiume diventato la nostra meta privilegiata, ma talmente bello che tornarci sempre un piacere. E al primo sguardo non mi delude: lacqua bellissima, come il tempo e lo sar anche per i prossimi giorni. Inizio a pescare alla buca di Gianluca(2) prendendo solo piccole trote. Mi sposto sul finire della piana, dove nel sottoriva lacqua si smorza e dove affiorano alcune bollate.(3) In piena corrente, quelle che occhieggiano sono di stronzissimi temoli, ma lungo la riva (4) riesco a raccapezzare qualche discreta fario. Sono trote intorno ai 3035 non eccessivamente grosse, ma hanno una livrea veramente bella..

La mappa del tesoro

Stimolato dai buoni risultati di Carlo, allindomani aspetto il coup de soir sulle correnti a monte del campo (5) ma allinfuori di qualche trotella non vedo niente di significativo e neanche una bollata degna. Piero invece in altra zona del fiume ha fatto strage! Merito di numerosissimi ecdyonuri che a sera si sono abbassati sullacqua. Sul fiume ci sono molti pescatori e trovare un tratto sufficientemente libero costituisce un problema.

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Questo mi crea una certa oppressione e pesco a disagio il che toglie fascino a questo posto bellissimo e piacere alla pesca. In prossimit della cascata (6) guardando a monte ne ho contati niente meno che 15! Probabilmente anche a causa del lungo ponte del 2 Giugno. Un pomeriggio, mentre Carlo insisteva sulla sua corrente(5), con gli altri siamo andati alla buca dove Piero asseriva che la sera prima bollavano da fare schifo e, come paventavo, ora invece tutto fermo. Adotto la ninfa bipalla e provo a pescare discendendo. Prendo un paio di trote e poco a valle dellimmissione di un torrentello ferro una bella iridea di 44 cm. che mi impegna a lungo prima di poterla guadinare. Le bollate tardano a venire e sia Gianni -in mezzo al fiume con lacqua alla vita- che Piero sul finire della buca, lanciano pressoch a vuoto.

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Sono circa le 20 e come dincanto gli ecdyonuri si abbassano verso lacqua. Si rinnova cos quel fenomeno affascinante e incredibile che solo chi pesca a mosca sa apprezzare mentre sul filo della corrente, davanti a me iniziano a bollare alcune trote. Con la EV1 le prendo quasi tutte e ora il mio lancio efficiente, la posa precisa, la pesca sicura, locchio attento al minimo guizzoSono iridee, tutte sui 30 cm. sicuramente di immissione, ma hanno una resistenza caparbia. Ezio, nel frattempo, ha percorso per tre volte su e gi i soliti cinquanta metri a valle del torrentello e lanciando il bipalla sotto la riva ha raccapezzato cinque trote e persa una.

Lultimo giorno ci spostiamo a monte, in un tratto dove non ho mai pescato. Qui la Sava ha un taglio pi torrentizio e quando arriviamo ci sono gi quattro pescatori. Sotto al ponte, dallalto, vediamo due trote intorno ai 40 cm. che pinneggiano nella forte corrente. Sembrano sapere che l non pu disturbarle nessuno. Ezio e Piero partono spediti verso monte. Mi guardo in giro, il posto bellissimo, ma a mio avviso per la conformazione che qui la Sava ha, siamo troppi. Seguendo un sentiero arrivo a una lama secondaria (A ) e ci pesco a lungo, minuziosamente anche perch, dato laffollamento, poi non saprei dove andare. A monte ci sono Ezio e Piero e nel frattempo sono sopraggiunti altri due pescatori. Uno mi alle spalle, laltro poco a monte nel braccio primario della Sava. Bollano e prendo tre o quattro trotelle, niente di eclatante, poi dallacqua, nel controluce, appare una testa che acciuffa la mia mosca. E una iridea sui 38 cm. ed stupenda, dai colori accesi e una fascia laterale rosso fuoco, tipica della livrea nunziale. Sono arrivato alla fine della mia buca per cui, imbobino la coda, supero il pescatore e risalgo fino a un tratto dove sul greto grossi 55

massi rompono il fiume, formano buche ed anse e offrono rifugi e postazioni di caccia ottimali (B) . Proprio in piena corrente affiorano alcune bollate e sulla mia classica red spinner salgono diverse iridee. Non sono grosse, sono trote sui 25 cm. ma piene di vitalit e tirano come forsennate. Risalgo ancora per circa 200 metri fino a una cascata ed un susseguirsi divertentissimo di bollate e catture. Pare proprio che questa sia la mosca del momento. Rientrando incontro Gianni che pescava nel tratto a monte. Anche lui si divertito e lui pure ha individuato la stessa mosca. Sono le 16,30 e torno sul fiume dopo la pausa pranzo. Si perch la pesca pu diventare una sorta di lavoroSono talmente poche le occasioni per potervisi dedicare e i posti cos belli ed esclusivi che non vuoi rinunciare a nulla o al meno possibile nonostante siano decenni che frequenti la stessa buca, la solita corrente.

con Ezio, cercando le bollate

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Adesso tutto fermo, non ci sono schiuse o bollate, c solo il ronzio di un aereo monoelica che in cielo si esibisce in pericolose acrobazie. Mi dirigo verso la fine della spianata, poco a monte della cascata (6) e resto in attesa delle bollate: laltro giorno egregie iridee salivano alla mia formica. Si sollevano invece violente raffiche di vento, ora da monte, a tratti da valle, che strapazzano la superficie della Sava che si riempie di foglioline, germogli avvizziti, fiori degli alberi. Poi laria si placa e il tempo passa lentamente, scandito da qualche cerchietto sullacqua: temoli che ninfeggiano, Dio solo sa su cosa. Con una piccola emergente ne ferro uno, sar sui 30-33 cm. ed un tripudio di salti, fughe e puntate verso il fondo. Su un secondo e un terzo la scena si ripete. Un quarto si slama con un salto fuori dallacqua. Alle 20, Carlo che mi ha raggiunto, ne ha abbastanza, getta la spugna e smette. Ed ecco gli ecdyonuri, qualche sedge e schiudono anche alcune piccole effimere chiare. I pesci iniziano la loro frenetica danza. Aggancio una iridea sui 35 che rilascio velocemente. Cambio mosca: una 837 su amo 18 e appena si posa in acqua sparisce in un vortice: una fario di 38 dai colori sgargianti. Trattenuta dal finale la ammiro a lungo pinneggiare esausta vicino ai miei waders. E un capolavoro armonioso di colori, linee, forme, eleganza, grazia, potenza. La slamo e sparisce sul fondo. C ancora luce, potrei continuare, ma la mia pesca finisce qui. ***

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Alaska - Agosto 2005

Piero, Carlo Pi, Robertino, Gianni, Ezio, Gianluca, Marcellone, Paolo Acciughi ed io siamo partiti il 16 agosto alla volta dei fiumi dellAlaska per rientrare il 5 settembre Sono state tre settimane intense, in giro con due camper nei suggestivi territori della penisola del Kanay a pesca di salmoni. Abbiamo pescato in fiumi bellissimi quali il Russian River, Ninilkik, Deep Creek, Kenay prendendo pink, sokeye e coko. Per la cronaca, in nove abbiamo salpato 788 salmoni e alcuni filetti li abbiamo riportati a casa affumicati. La cronaca di questa bella e controversa esperienza riportata in un diario a parte: Alaska 2005

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Sar che si matura? - Gioved 13 Ottobre 2005Come convenuto alle 14 sono allAutogrill di Firenze Nord dove ho appuntamento con gli amici. Sto aspettando che arrivino Piero, Carlo Pi, Ezio e Paolo Acciughi. Mi viene in mente che questultimo un po lento e mi preoccupo, ma arrivano quasi subito. A Bologna raccogliamo Angelo e proseguiamo per Udine sotto un bel sole e senza intoppi di traffico. Ci riforniamo dei consueti beni di consumofinali, qualche mosca ecc. e verso le 20 siamo sullUnec, dalla Giuseppina. Come suo solito ottima cena. La conosciamo da quando era una bimbetta e sgambettava dietro al suo enorme babbo, Pozar. Leccellente rag che ora serve ai clienti lha imparato dalle signore di Piero e Ale. Venerd 14 Ottobre 2005 Sava Sfortunatamente il livello dellUnec troppo alto, tanto da sommergere in parte i vasti prati della piana dove scorre, per cui dobbiamo ripiegare sulla Sava da dove arrivano buone notizie. Pian piano la nebbia mattutina si alza e lasciamo questa valle di lacrime. Scendiamo sulla Sava allinizio della zona trofeo -a monte della diga di Soteska- in prossimit dei resti di un vecchio ponte di legno verde di muschi antichi.

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Stranamente e senza un perch non ho molta voglia di pescare, al contrario degli altri che fremono. Nonostante ci prendo quasi subito un bel temolo e diverse trotelle formato portachiavi. Dopo il panino cerco di riposarmi un po in macchina, ma per la posizione scomoda non ci riesco e dunque torno a pescare. Buoni temoli bollano abbastanza regolarmente e colleziono diverse belle catture cambiando spesso mosca. Prima la L1, poi una piccola stone fly, una formichina nera e infine la EV1. Specialmente su questultima si susseguono franche le bollate di trote e temoli fin verso le 16,30. Poi tutto si acquieta: pare che per stasera la Sava abbia chiuso bottega! Sabato 15 Ottobre 2005 Krka Meta di questa battuta sono le grosse trote della zona trofeo. Quando arriviamo, la valle, sotto un sole deciso suggestiva come sempre, ma purtroppo di pesci, nellacqua cristallina, non se ne vedono. Fra tutti, sui nostri provocanti streamer, non sentiamo una tirata e le uniche catture sono una trota sui 30 cm. di Ezio e una simile che Piero ha ferrato pescando a galla. Si vede che i trofei sono finiti! Non ci rimane che spostarci nel tratto a valle, alla segheria dove ci rifacciamo con le solite iridee di 20-25 cm. Lo so, sono poca cosa, ma questo quanto resta del mitico Krka che purtroppo abbiamo visto degradarsi poco a poco. Solo Carlo, sceso fino al ponte, ha preso un canapone.Zona trofeo sul Krka

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Domenica 16 Ottobre 2005 Unec Il livello del fiume ancora alto. Alla centrale elettrica una valanga dacqua, da sotto la montagna, si riversa nellalveo in un turbinio di vortici e schiume bianche. In aria ristagna una densa nebbia grigia che intristisce ed entra nelle ossa. Ci sono sei gradi. Tutti i colori sfumano nel grigio e il Piccolo Unec pare un nastro di acciaio, freddo, morto, se non fosse per il fluire della corrente che scorre cupa, gira, contorcendosi su se stessa a formare piccole onde e vortici. Sono le 9,30 e il sole ancora non ce la fa a uscire: lo intuisco in cielo solo in ragione di un chiarore pi evidente. Nessuno ha voglia di affrontare il fiume in queste condizioni sfavorevoli per cui torniamo a Firenze. A pensarci bene la cosa ha del paradossale: essere sullUnec, aver gi pagato il salato permesso e venirsene via! Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile Mi piace pensare che queste decisioni derivino dalla saggezza, dallesperienza che ci prospetta una giornata che sarebbe a vuotoe dal buon senso. Sar che si maturao si invecchia? Certo che nei fiumi della Slovenia non ci sono pi i pesci di un tempo. La stessa Giuseppina lamentava un sensibile calo dei pescatori. Saranno i temoli che sono diminuiti o il costo del permesso troppo aumentato? O forse entrambe le cose?

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Idrica: un bagno inopportuno - Gioved 11 Maggio 2006Alle 5 la suoneria della sveglia fuga il mio sonno. Fra unora ho appuntamento con Gianni, Ale, Piero, Carlo Pi, Marcellone, Ezio e lAcciughi; poi a Ferrara Nord si aggregheranno Angelo e suo figlio Giovanni. E la prima uscita dellanno, siamo diretti in Idrica e il gruppo dunque nutrito e speranzoso. Giusto il tempo per un caff e quando metto in moto la macchina per partire, questa fa un paio di starnuti, due o tre cigolii e tutto finisce l: batteria a zero! Sono le 5,30, gli amici saranno gi per stradache fare? Potrei rinunciare alla gita, ma ho con me tutta la spesa che ho fatto ieri per il gruppo Telefono a Ezio e lo informo del problema. Poco dopo richiama: verranno a prendermi: che si potrebbe desiderare di pi? (Ma verranno per me o per recuperare le provviste?) Il viaggio fila liscio (come i pneumatici della macchina dellAcciughi) e alle 13 siamo alla capanna sul fiume dove si pranza. Il cream caramel che ho preparato a sorpresa riscuote il sincero apprezzamento di tutti. C una certa eccitazione che trapela nei preparativi della pesca, specialmente il giovane Giovanni non sta nella pelle ed comprensibile. Per quanto mi riguarda avverto un insolita flemma ma lIdrica sempre un gran bel torrente, con la sua acqua chiara, i livelli ottimali e incastonato nel verde, sempre invitante. Andiamo alla pensione a lasciare i bagagli e dato che siamo in diversi decido di iniziare a pescare dal ponte vicino al bivio di Cerkno in su. Ezio e Gianni sicuramente saranno alla casa del contadino Alessandro, Paolo e Marcellone alla buca del cane incazzato e Piero, Angelo e gli altri credo nel tratto sotto alla capanna. Entro in acqua e la sua morsa fredda mi serra le gambe: la stagione in ritardo e il fiume pare privo di vita.

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Colgo sullacqua il cerchio di una circospetta bollata, forse una iridea che sta ninfeggiano e risponde subito al mio invito salendo alla mosca. Ferro, avverto un attimo di tensione, ma se ne v. Poi di nuovo tutto fermo, niente insetti, n pesci mentre in cielo scorre una

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scomposta processione di nuvole candide e grigie che cancellano squarci di azzurro e che poi a ovest, dietro ai monti minacciano pioggia. La mia volont non pu nulla di fronte a questa eventualit e limpotenza ricondiziona il mio ego riconducendolo dentro i confini del plausibile. Ci sono cose ed eventi pi grandi di noi che per fortuna non possiamo n comandare, n condizionare, ricordandoci cos che tutto sommato siamo e saremo piccole, insignificanti cose. O almeno dovrebbero. Mi piace pensare allora che le uniche peculiarit che ci distinguono gli uni dagli altri, sono le cose vere. Non leffimero successo personale, men che meno la ricchezza, o il comando e neppure il potere, anche se questi possono migliorare lesistenza o dare lillusione di grandezza. La vita, come avviene nella pesca, non consente n superficialit, n errori. Puoi prendere un pesce per una circostanza fortuita, ma alla fine se non sei preparato, attento a ogni tuo lancio, se non maturi quella sensibilit che ti suggerisce dove pescare o come muoverti, con onest, sincerit, disponibilit e modestia, sarai sempre un pescatore mediocre. Se ne avrai la fortuna, saranno la tua esperienza e maturazione a darti il responso e solo quello sar davvero importante. Le lusinghe, i complimenti, certi sorrisi avranno il valore effimero che meritano e comunque alla fine ti ritrovi solo, a fare i conti con lessenza del tuo percorso Proprio come avviene spesso davanti a una trota che bolla In corrente ecco unaltra timida bollata e al secondo lancio si ripete, pari, pari, la scena di prima: ancora un pesce che si slama. Poi il fiume nuovamente si acquieta. Evidentemente le trote hanno fame, ma la mancanza di insetti in superficie le rende passive e circospette. Su un lancio perdo di vista la mosca che forse andata sottoe la mia ferrata tardiva sul consueto cerchietto in superficie mi concede lemozione della trazione solo per una frazione di secondo. Persa anche questa! Devo dire comunque che, anche se le bollate sono sporadiche, quei pesci poi salgono anche alla mosca e questo aumenta il piacere della pesca. Mi sposto verso monte, dove la corrente pi vivace, lanciando su un fondale di circa un metro, frastagliato da grossi sassi sommersi che frangono il fluire dellacqua. Velocissima una trota di buona taglia sale alla mosca, ma la mia ferrata va a vuoto: forse sono stato troppo precipitoso oppure ha rifiutato. Quella tuttavia ha mangiato la foglia e non salir pi. O forse no. Lanciando un paio di metri a 64

valle, finalmente allamo una discreta iridea. Tergiverso nel recupero un po pi del dovuto -tutto sommato anche questi sono momenti di godimento- riassaporando lemozione della canna che vibra, della coda che si tende, dellansia che cresce e della curiosit di verificare lentit della cattura. Ogni pietra del fiume, corrente, riflesso, o frasca sembrano ora partecipare al mio gioco e io mi lascio rigenerare da energie che si rinnovano in questa emozione. E una robusta iridea sui 38, non eccezionale, ma probabilmente in questo frangente il mio animo pi predisposto e lho apprezzata con pi disponibilit e attenzione. Altre catture pi significative, a volte hanno riguadagnato il fiume in una immotivata e colpevole sufficienza. La slamo e rimetto in acqua compiacendomi del suo scatto verso la corrente. Esco a mia volta dal fiume e riguadagno la riva, appagato da pensieri e sensazioni, con la scusa di rimettere in sesto il finale, cambiare ancora la mosca, ma soprattutto per uscire un p dallacqua gelata. Nel riguadagnare il centro del fiume, con lacqua alla vita, un sasso instabile del fondo si muove, perdo lappoggio e lequilibrioil respiro