DIARIO DI BORDO NORDKAPP 2013 Km alla partenza 81.620 Km ... · riesce di pensare a come dormire....

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DIARIO DI BORDO NORDKAPP 2013 Km alla partenza 81.620 Km al ritorno 93.970 15 GIUGNO 2013 Finalmente si parte! Sono mesi che ci studiamo questo viaggio, già programmato e già iniziato nel 2009 e allora terminato dopo 30 km, a causa della rottura del coperchio del turbo!!!! Una cosa che non capita mai….o quasi!!!! Insomma oggi si parte! Sono giorni che si prepara il nostro camper Rimor Sailer 697 del 2003. Prima leva tutto ciò che pesa e non serve, poi infila i vestiti. A proposito non ci crederete ma questa volta che pensiamo di stare fuori per oltre 2 mesi, abbiamo meno roba del solito. La filosofia è stata: poiché non possiamo portare una quantità di cose che ci copra tutto il periodo, pensiamo a ciò che ci serve per almeno 10 gg., intervallo utile a programmare una sosta opportuna in un camping con lavanderia e asciugatrice. Poi un poco di provviste, ma solo l’indispensabile, anche qui vale la filosofia di cui sopra. Sebbene tutti i manuali e i diari letti ci indicano che i costi per molte cose, acqua compresa, siano altissimi, abbiamo pensato che anche trasportare pesi elevati di provviste in giro per l’Europa ha un costo in carburante…… Insomma alle ore 12,30, terminato di sistemare le ultime cose, finalmente partiamo. Destinazione Vipiteno autocamp. Il viaggio è tranquillo, una sosta per “ il classico panino di inizio viaggio” , alcune soste caffè e alle ore 18,30 siamo già sistemati all’autocamp. Novità, il restorant è chiuso e non si sa se e quando riapre. Non c’è neppure il bar! Insomma €. 13 per la sola sosta con luce e scarico. Fa caldissimo!! Fatichiamo a prendere sonno, mentre Rossella inizia ad avere mal di gola. Misuriamo la temperatura e Rossella ha 38°!! Urge immediato rimedio!! Mano alle borse di medicinali che i medici ci hanno propinato, tachipirina per adesso poi vediamo. Tentiamo di dormire. 16 giugno Dormito malissimo per il caldo.

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DIARIO DI BORDO NORDKAPP 2013 Km alla partenza 81.620 Km al ritorno 93.970 15 GIUGNO 2013 Finalmente si parte! Sono mesi che ci studiamo questo viaggio, già programmato e già iniziato nel 2009 e allora terminato dopo 30 km, a causa della rottura del coperchio del turbo!!!! Una cosa che non capita mai….o quasi!!!! Insomma oggi si parte! Sono giorni che si prepara il nostro camper Rimor Sailer 697 del 2003. Prima leva tutto ciò che pesa e non serve, poi infila i vestiti. A proposito non ci crederete ma questa volta che pensiamo di stare fuori per oltre 2 mesi, abbiamo meno roba del solito. La filosofia è stata: poiché non possiamo portare una quantità di cose che ci copra tutto il periodo, pensiamo a ciò che ci serve per almeno 10 gg., intervallo utile a programmare una sosta opportuna in un camping con lavanderia e asciugatrice. Poi un poco di provviste, ma solo l’indispensabile, anche qui vale la filosofia di cui sopra. Sebbene tutti i manuali e i diari letti ci indicano che i costi per molte cose, acqua compresa, siano altissimi, abbiamo pensato che anche trasportare pesi elevati di provviste in giro per l’Europa ha un costo in carburante…… Insomma alle ore 12,30, terminato di sistemare le ultime cose, finalmente partiamo.

Destinazione Vipiteno autocamp. Il viaggio è tranquillo, una sosta per “ il classico panino di inizio viaggio” , alcune soste caffè e alle ore 18,30 siamo già sistemati all’autocamp. Novità, il restorant è chiuso e non si sa se e quando riapre. Non c’è neppure il bar! Insomma €. 13 per la sola sosta con luce e scarico. Fa caldissimo!! Fatichiamo a prendere sonno, mentre Rossella inizia ad avere mal di gola. Misuriamo la temperatura e Rossella ha 38°!! Urge immediato rimedio!! Mano alle borse di medicinali che i medici ci hanno propinato, tachipirina per adesso poi vediamo. Tentiamo di dormire. 16 giugno Dormito malissimo per il caldo.

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Rossella ha ancora febbre e dolori sia alla gola che alle giunture. Oltre a dolori da sinusite. Soluzione drastica. Tachidol e ampicillina! Cosa fare? Ideona di Rossella. Via da questo posto assurdo, buono solo per una sosta di emergenza. Cerchiamo su internet se c’è vicino un camping e scopriamo che a 2 KM da Vipiteno c’è una buona struttura. Decidiamo di fermarci li e aspettare l’evolversi della situazione. Il camping GILFENKLAMM è discreto, pulitissimo e con annesso bar pizzeria. Ci sistemiamo con tanto di tendalino e tavolino sedie e sdraio. Arrivano una famiglia di inglesi 4 figli, il più grande 7 anni! La piccola 10 mesi! In Roulotte. Non si sentono nemmeno…ci viengono alla mente certe nostre famigliole con un bimbo…..!!! Dopo poco una famiglia di tedeschi, con camper datato. Non funziona nulla soprattutto la luce! Cerchiamo di aiutarli, ma sembra impossibile. La giornata passa uggiosa ma ne approfittiamo per dormire al fresco sulle sdraio. Sia il giorno che la sera approfittiamo della vicina pizzeria. La sera una tipa gira tra i tavoli, senza mutande e con il culo di fuori, mentre il suo accompagnatore saluta sereno. Torniamo al campeggio e speriamo di dormire. 17 giugno Dormito benissimo! Rossella sta bene, il Tachidol e la amoxicellina hanno fatto ciò che dovevano!! Partiamo dopo aver scaricato e pagato (18,50 €.). Direzione Rotenburg in Germania. Passiamo da Garmisch-Panterchinker e mangiamo lungo strada da una megera che ci da due polpette a testa e controlla ogni due minuti se mangiamo tutto!! Boh, avevamo fame, ma a me viene in mente un lontanisimo viaggio fatto in Bulgaria 44 anni fa……stesse polpette!!! Fa molto caldo, anzi troppo! Arriviamo alla area di sosta P2 di Rotenburg e ci sistemiamo benino, ma fa molto caldo. Facciamo anche carico di acqua. €. 2 per 160 litri. Appena fa meno caldo andiamo in paese. Lo conosciamo, ma è sempre molto piacevole visitarlo. Una guida vestita in costume medioevale con tanto di mazza e lampione fa da cicerone e come il famoso pifferaio, uno stuolo di turisti lo segue…

Noi invece cerchiamo da mangiare e dopo alcuni tentativi infruttuosi ci fermiamo in un localetto che ci sistema all’aperto. Ottima soluzione sia per la temperatura, che per il cibo. €. 20,10 per due piatti buoni e 2 birre e “tasse cafe”. Ottimo! Le cose che ci hanno colpito sono state due. La prima un raduno di brutte, ma brutte da sempre, che bevevano due tavoli più in la. Poi scopriamo che due di loro si allontanano manina nella manina…… L’altra è il menu’. Tutto abbastanza normale, tranne che la lista delle bevute. Sotto la voce “spiritosi” notiamo i prezzi. Cognac francese €. 1,30, grappa di pere williams €. 1,80, grappa €. 1,90……Campari soda €. 4,50 e Campari orange €. 4,90!!!!!!!

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Ci viene in mente che nel nostro frigo abbiamo ancora 2 camparini….che facciamo ci mettiamo a fare la borsa nera?? Facciamo ancora un giretto in paese.La temparatura è sempre altina, ma il venticello ci rinfresca un po’. Arriviamo al camper e fa caldo, a mezzanotte siamo ancora sulle sdraio fuori e non ci riesce di pensare a come dormire. Facciamo il programma per domani, e decidiamo tappina corta. Km 190 fino a Fulda. Speriamo sia fresco. 18 giugno Un patire; addormentati alle 2 e svegliati alle 7. Decidiamo di mettere tutto a posto e di partire, ma prima ci vogliamo fermare alla vicina Lidel per un po’ di spesa. Non abbiamo niente da mangiare e non possiamo continuare con l’andare sempre fuori, Pena la fine dl viaggio entro 2 settimane per fine bugget!! Arriviamo a Fulda dopo circa 2 ore di autostrada, molto trafficata da camions e rallentata da numerosi lavori. A Fulda ci sistemiamo sotto l’ombra di un alberetto che si dimostrerà essenziale. L’area è ottima con corrente e acqua e piazzole per camper ben messe. Peccato che faccia molto caldo. Trascorriamo il pomeriggio al camper nella speranza che si possa raffrescare prima di sera. Verso le 18 andiamo in Città a piedi. Ma il caldo non ci spinge a fare grandi cose. Mentre siamo fermi arriva un camper svedese, chi sa se riusciremo a fare un po’ di amicizia…anche solo per qualche info!! Ceniamo in centro, alla Romantica. Filetto con verdure tra cui spinaci saltati all’aglio. Ottimo con vino di abruzzo. €. 50

Torniamo dopo cena al camper sono le 10,30 fa caldo e ancora il cielo non è scuro. Piano piano raffresca fino a 24° alle 24,30. Andiamo a dormire, almeno speriamo. Domani tappone! Stiamo spendendo troppo per via del caldo e cercheremo di andare più possibile verso nord nella speranza raffreschi e si possa anche cucinare qualcosa in camper. 19 giugno Oggi siamo svegli prestissimo sempre per il gran caldo. Per varie circostanze di viaggi diversi, questa è la 4° volta che ci fermiamo a Fulda. Sempre abbiamo patito un gran caldo. Quindi possiamo dire con certezza che Fulda è una città calda! Oggi tappone fino a Puttgarden. Km 558 Alla partenza da Firenze abbiamo sognato di non fare mai più di 400 km al giorno perché non siamo rincorsi da nessuno! Ma il caldo che stiamo soffrendo ci fa cambiare idea. Sognamo un NORD un poco più fresco. Partiamo presto, per noi. Alle 9 già in marcia!

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Tutta autostrada, molto interrotta per frequentissimi lavori, peggio della Salerno – Reggio Calabria!!! E anche molto traffico pesante, tipo Bologna Firenze per capirci. Attraversiamo una gran parte della Germania che si conferma una nazione molto grande e molto verde. Oceani di verde, campi e foreste. Ma anche paesini e grandi città, che noi scansiamo volutamente. Alla partenza pensavamo di fare una sosta a Lubecca, ma il caldo ci impone di lasciar perdere, c’è sempre il ritorno semmai… Così con piccole soste ogni tanto, arriviamo dritti dritti all’imbarco per la Danimarca seguendo TOM TOM, grande invenzione!! Sono le 17 e pensiamo che sia il caso di rinviare la traversata a domani. Così ci fermamo al molo, un grandissimo parcheggio di proprietà della compagnia che gestisce un mega store che è in realtà una vera nave, trasformata in un negozio a 3 piani dove vendono tutto il possibile bevibile di alcoolico esistente al mondo!!! Incredibile! Non pensavamo fosse possibile una cosa del genere! Ci sono spazi dedicati a BUS che qui portano i turisti beoni. I carrelli sono il doppio di quelli della coop e sono tutti pienissimi di ogni bottiglia di alcool. La gente viene qui per questo!!! Svedesi e Danesi in particolare. Boh, comunque non ci fanno stare al parcheggio per la notte, così andiamo verso il paese di Putgarden. Carinissimo, da vedere. Mentre stavamo andando al paese notiamo una farm che fa agricampeggio e ci sono diversi camper. Così dopo essere stati al villaggio, decidiamo di ritornare indietro e di passare la notte lì. Tutto senza personale. Luce a moneta, acqua a moneta e il burò è aperto solo dalle 8 alle 9,30 del mattino!! La temperatura cala enormente e si sentono in lontananza tuoni. Ceniamo per la prima volta in camper (abbiamo fatto spesa il secondo giorno) e comincia a piovigginare. Dalla TV sentiamo che in italia fa caldo torido, ma non dicono che qui è peggio!!. Poi il temporale ci prende in pieno e finalmente raffresca molto. Stanotte dormiremo finalmente!!! 20 Giugno Infatti abbiamo dormito benissimo anche sotto i tuoni e la pioggia battente. Alle 8 ci alziamo, cerchiamo di pagare ma non c’è nessuno. Un tipo mi dice in inglese che è tutto selfservice anche per il pagamento. Si riempie un foglio e si pagano 15 € per giorno. Così faccio e poi usciamo dalla fattoria. Dopo pochi minuti siamo al vicino luogo di imbarco. Come al casello autostradale, si paga e si entra. Proseguiamo fino al semaforo e attendiamo che ci diano il via per l’imbarco. 15 minuti e entriamo nella pancia del traghetto, insieme al treno ad alta velocità che va da Amburgo a Stoccolma!

La nave è molto grande, studiata per un passaggio di circa 40 minuti, tanto ci vuole per arrivare in Danimarca. Ormai abbiamo lasciato la Germania e nemmeno ci siamo accorti che il traghetto è partito.

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Dopo poco siamo in vista della costa Danese. Poi in una manciata di minuti siamo già sbarcati, sempre insieme al treno che era accanto a noi!!. Decidiamo di non cambiare moneta danese perché vogliamo solo percorrere il tratto che conduce a Kopenaghen e poi attraversare con il ponte fino alla Svezia. Ci fermiamo lungo strada per il pranzo che facciamo con ciò che abbiamo in camper, mangiando in un’ottima area attrezzata sul mare lungo la autostrada per la capitale danese. L’area è molto pulita e bella, con tutto ciò che serve ad una sosta camper. Insieme a noi ci sono diversi altri equipaggi. Il sole ci riscalda, mentre mangiamo le nostre paste allo sgombro cucinate al momento . Finalmente non è più quel caldo che ci ha assillato fino a Fulda. Proseguiamo il viaggio e in poco siamo sul lungo ponte che da Kopenaghen ci porterà in Svezia. Il ponte è stato progettato e costruito da imprese italiane. Il pedaggio non scherza, 690 dkk (circa 89 €.) ma ne vale la pena per quanto accorcia il percorso. I paragoni che vengono fatti con la progettazione del ponte dello stretto di Messina non reggono e sono frutto di menti distorte e in malafede. Infatti non è nemmeno paragonabile le condizione del fondo marino tra i due luoghi. Questo ponte infatti poggia su una lunga fila di piloni che mai sarebbe possibile costruire tra Reggio e Messina. Insomma le due cose sono completamente diverse e paragonarle è frutto di malafede evidente, o di assoluta ignoranza. Una volta entrati in Svezia siamo alle porte di Malmoo (si pronuncia Malmoe) e decidiamo di trascorrere qui almeno 2 giorni in un campeggio. L’ufficio turistico ci indica il First Camp in Malmoo e li ci dirigiamo. Entriamo e ci sistemiamo dove ci danno indicazione. Il camping è veramente bello, tranquillo e con servizi che mai abbiamo trovato in nessun’altra parte del mondo. Per farci comprendere: i bagni sono grandi come un piccolo nostro monolocale. Un lavello per bimbi piccolini, uno per il fratellino più grande e l’ultimo per i genitori. Nello stesso spazio vaso wc per bimbi e per genitori e la doccia per tutti, con phon e specchi. Insomma meglio che in hotel 4 stelle!! Anche il resto è all’altezza, cucina, lavelli e lavastoviglie. Giochi per bambini e una pulizia assurda! Tira vento. 21 giugno Oggi è festa grande!! Festa nazionale. E’ la festa di mezzaestate e molti altri campeggiatori si aggiungono a quanti già sono qui. Il camping è molto grande e anche se ci sono molte persone sembra mezzo vuoto. Tutti si danno da fare per la festa. Corone di fiori in testa, tavoloni lunghi e pieni di cibo e bevande. Poi nel parco vicino al campeggio viene allestita una sorta di festa del grillo, con stands e giochi con lunapark. Ci facciamo contagiare e anche noi andiamo alla vicina sede della festa e dopo essere stati alla ricerca di una “automatik bank” per prendere moneta locale, infatti qui non c’è €uro, andiamo alla festa e ci pappiamo due hot dog e ciurros.

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La cosa che ci colpisce subito, che si sente e si vede in questo paese anche se è presto per avere un’idea completa, è come lo Stato sia presente e quanto faccia per il benessere della popolazione, che ricambia con un grande amore per la propria nazione. Il tempo è buono, variabile ma senza pioggia. La temperatura è gradevole anche se il sole si fa sentire. A proposito una delle due sdraio comprate al Galluzzo mi si è rotta mentre ci stavo per sedermi!!! Così ora non ho più la mia …… Passiamo la giornata in relax, e ci godiamo la giornata festaiola. Domani inizierà il nostro percorso verso nord. KM attuali 83.705 percorsi 2.115 22 giugno Lasciamo il campeggio di Malmoo alle 12,00. Un gran bel campeggio con servizi eccezionali! Appena usciti facciamo poche centinaia di metri per fermarci alla Coop e fare alcune spese. Iniziamo il trasferimento verso Kalmar affidandoci al TOM TOM. La strada è semideserta e lo stress non è nel giudare, ma nel rispettare i limiti di velocità, visto il numero incredibile di autovelox……. La velocità ammessa cambia ogni pochi Kilometri, prima 70 poi 90, poi ancora 70, ora 80, a volte 100 e alla fine perfino 110! La domanda è: ma se non c’è nessuno che va in giro perché limiti così bassi per strade anche belle larghe? Boh! Cominciamo a vedere il paesaggio che piano piano si trasforma da quello praticamente simile se non uguale alla Danimarca, fino alle foreste sempre più fitte. A circa 70 km da Kalmar TOM TOM ci fa uscire dalla superstrada e ci spinge per una stradetta secondaria. Il dubbio che sia impazzito ci assale, quindi ci fermiamo e reimpostiamo di nuovo la nostra meta. Ma niente lui insiste e così decidiamo di dargli fiducia. La strada è bellissima, laghetti all’improvviso con casette del classico color rosso nascoste tra gli alberi. Chiamarle casette è offensivo, si tratta infatti di bellissime dimore spesso villette che spuntano ad un tratto nascoste tra gli alberi lungo la strada.

Insomma un percorso decisamente più affascinante della superstrada, ma la scelta di tom tom non è ovviamente di carattere estetico ma più precisamente di natura tecnica, cioè così risparmiamo una trentina di km e anche un po’ di tempo, tanto le volocità sono sempre le stesse! Così arriviamo a Kalmar verso le 18 e subito una lepre in pieno centro ci taglia la strada!! Arriviamo al camping che subito ci sembra bellino. Alla reception una svedese finalmente carina, bionda fatta bene e con gli occhi azzurri. Perfino simpatica. Ci da le istruzioni e ci sistemiamo. A proposito, siamo nella perfetta Svezia, ma se non stiamo attenti anche qui trovano il verso di approfittarsi del turista straniero! Mai ad esempio ci dicono le tariffe e

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nemmeno sono esposte, se chiediamo quanto costa, rispondono vagamente e mai la cifra pronunciata corrisponde in realtà con ciò che paghiamo. Dopo due volte, da ora in poi non ci capiterà più!!! Saremo buoni, ma non scemi! Decidiamo di trascorrere il resto del weekend della festa di mezzaestate qui a Kalmar anche per approfittare dei servizi di lavaggio e asciugatura del camping. La giornata si conclude con il proseguo dei festeggiamenti e con i vicini di piazzola che bevono di tutto e cantano e alla fine cercano perfino di scambiare due parole con noi, che stiamo al gioco molto volentieri, ma quello di loro che da ubriaco si rivolge a noi conosce solo due parole di italiano e quattro di spagnolo, confondendo come spesso accade le due lingue. E’ quasi mezzanotte e ancora il cielo è abbastanza luminoso. Domani visiteremo la città. 23 giugno Ci svegliamo alle 8,30 dopo aver dormito come sassi. Facciamo colazione sotto il tendalino del camper

e notiamo i resti della festa della sera prima….sacchi stracolmi di bottiglie di liquori ma soprattutto di soft drink. Sebbene sia domenica, anche oggi è festa di mezzaestate e le mamme vicine hanno vestito le bimbe con vestitini graziosi ed eleganti, come anche quelli delle stesse mamme. Però il contrasto si evidenzia con il fatto che sotto portano i pantaloni perché la temperatura nonostante il sole non è tale da potersi dire afosa! Insomma questa festa di mezzaestate è simile al nostro Ferragosto, ma appare più sentita ancora, una cosa più collettiva e certamente molto legata alla loro cultura che ruota molto intorno alle fasi del sole. Fabrizio ci informa durante la telefonata mattutina che oggi sarà la giornata in cui la luna è più vicina alla terra e che stasera sarà un altro spettacolo. Andiamo in città a piedi, anche perché non c’è altra soluzione….

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Arriviamo al castello e decidiamo di entrarci sebbene ci sia un tiket di 100Kr per i pensionati. Altrimenti sarebbero 120kr. Niente di eccezionale, ma la cosa che colpisce è scoprire che è stata fino al 1637 (?) la sede della corte di Svezia. Usciti decidiamo di pranzare e lo facciamo in un vicino locale che ci permette di mangiare al sole. E’ strano. Il sole picchia ma non lo sentiamo data la temperatura non elevata. Praticamente stiamo quasi 2 ore al sole ma non ci scottiamo. Mangiamo due piatti a caso.che poi scopriamo essere un trancio di salmone e due pezzi di rosticciana. Entrambi discreti con contorni identici a base di fagioli, avogado, barbe rosse, ravanelli e radicchi.

Dopo il pranzo entriamo in centro. Carino, ma niente di grande. Troviamo aperta la coop ma non compriamo nulla, perché non troviamo ciò che cerchiamo, cioè una sdraio che non si rompa!. Sempre a piedi torniamo al camping e finiamo la giornata in lavanderia. La sera è stupenda non c’è vento e la temperatura è ottima. Molti vicini se ne stanno andando, la festa di mezzaestate è finita! Vediamo la luna, è enorme. Sono quasi mezzanotte e il cielo non è ancora scuro. In camper facciamo il programma per domani, scegliamo la meta di Stoccolma navigando anche in internet e alla fine optiamo anche stavolta per il campeggio scoprendo che siccome siamo pensionati abbiam odiritto ad uno sconto. Per noi la sosta sarà di 270 Kr a notte, mentre se andavamo all’area di sosta consigliata da tutti o quasi i diari scaricati ne spendevamo l’equivalente di 28 euro, cioè la stessa cifra!! Buona notte. 24 giugno Alle 10,30 lasciamo il campeggio di Kalmar e ci dirigiamo verso il campeggio di Stoccolma affidandoci a TOM TOM. Mentre percorriamo la strada, sempre più bella come panorama, non si capisce più cosa vediamo, terra, mare fiumi, laghi? A volte le cose si confondono e l’una sembra l’altra. Molto bello!

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A Rossella, in vena di filosofia, viene di pensare che se Gesù dicevano fosse socialista, Giuseppe era sicuramente socialdemocratico e il vero fondatore dell’IKEA! A proposito, da ciò che appena abbiamo potuto vedere si comprende bene lo spirito dell’IKEA, razionale, minimale , funzionale al massimo. La Svezia ci sta apparendo così per adesso. Ci fermiamo a pranzo in uno dei pochi spazi di sosta con locale abbinato. Si tratta di un modestissimo negozietto gestito da una famiglia di persone di tutte le età. I più giovani assistono i clienti. La figlia alla cassa e il fratello serve i tavoli. Scegliamo due piatti con uova fritte e patatine a quadrettini cotte con cipolla e pezzetti di pancetta. La scelta deriva dalla foto!! Proseguiamo il viaggio senza problemi se non per lo stress da rispetto dei limiti. Alle ore 17,30 TOM TOM ci porta al camping di Stoccolma. Ci viene in mente che abbiamo diritto alla sconto pensionati e lo facciamo presente alla reception, la ragazza rimane colpita dalla nostra richiesta e ci conferma che in effetti abbiamo diritto allo sconto. Pagheremo quindi 270 Kr a giorno, ma fino a quando non sarà il momento di pagare, non lo sapremo con certezza!! Ci sistemiamo nella piazzola assegnata che ha una bella buca che ci costringe a fare alcune manovre. Il campeggio è abbastanza pieno. Notiamo un camper di italiani. Dopo cenato in piazzola, scendiamo al mare? Lago? Fiume? Domani scopriremo, ma per adesso il tramonto è uno spettacolo.

Al ritorno seguiamo un tedesco e sbagliamo strada facendola molto più lunga dell’andata. Sentiamo parlare italiano, sono due ragazzini che fermiamo e che molto volentieri anche loro parlano con noi. Ci dicono che sono stati in Norvegia e che stanno tornando a casa. Molto simpatici. Domani inizieremo la scoperta di Stoccolma. Dobbiamo dire che ci riesce di prendere il satellite anche da qui, sebbene sia già molto basso all’orizzonte. Dal tg veniamo a sapere che Berlusconi è stato condannato a 7 anni di galera per il caso Ruby. Non comprendiamo perché i suoi dicono che la sentenza è un delitto. Chiunque altro sarebbe già stato messo in galera per le stesse cose. 25 giugno Alle 3 c’era già il sole!!

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Ci alziamo verso le 8 e dopo le solite cose mattutine ci avviamo verso le 11 alla metro che ci dice la ragazza del camping essere “todo recto 700 metri”. Infatti in poco arriviamo alla metro e cominciamo a cercare di capire come funzionano le cose. Perchè è vero che qui tutti o quasi parlano inglese meglio di noi, ma è anche vero che leggere lo svedese e cercare di capirlo è assolutamente impossibile. Anche la pronuncia è terribile e leggere le stesse vocali nostre con la nostra fonetica è cosa veramente inutile….nessuno ci comprende. Ma nemmeno noi comprendiamo loro, in particolare gli altoparlanti, che indicano le fermate. La pronuncia non corrisponde nemmeno un poco allo scritto!! Quindi ci rivolgiamo ad un impiegato della metro che in inglese ci spiega come stanno le cose. Possiamo fare il biglietto per quanti giorni vogliamo se però prima acquistiamo il supporto magnetico (cioè la tesserina). Inoltre poiché siamo pensionati…lo dice lui di suo…, abbiamo lo sconto. Morale due giorni costerebbero 90 kr ma siamo pensionati e quindi costano 70 ma dobbiamo aggiungere la tessera ricaricabile. La ricarica sarà gratuita. In sostanza paghiamo gli stessi 90 Kr e ci viene regalata la tessera. Ok . Entriamo e come tutte le metro del mondo si deve solo stare attenti a 3 cose, il nome della stazione da cui montiamo, la direzione e la fermata dove vogliamo scendere. Tutto semplice, ma data la difficoltà della lingua, che ci rende impossibile memorizzare la pronuncia delle fermate e di tutto il resto, possiamo solo fidarci degli occhi e quindi dobbiamo leggere a modo nostro la direzione che prende il treno, sullo stesso binario transitano più treni per più direzioni, e stare attenti al display che indica quale direzione transiterà a breve, poi leggere a modo nostro la fermata scelta e confrontarla non su cosa dirà l’altoparlante, ma su cosa apparirà nel display del vagone. Per il ritorno stessa cosa, non sappiamo assolutamente comprendere la fonia della nostra fermata e non ci è possibile memorizzarla, ma la sappiamo leggere…..a modo nostro. Che cavolo di lingua è questa…….. Arriviamo quindi in centro e scendiamo nel mezzo dell’isola Gamla Stan.

Usciamo dalla metro e cerchiamo di capire come siamo messi con una grande difficoltà, perché stupidamente stamani ho lasciato in camper la guida del Touring, e dobbiamo solo fare affidamento alla memoria di ciò che abbiamo letto. Ma siamo gente di mondo e quindi ce la caviamo alla grande. Il City Hall, il Palazzo reale, Stora Nygatan ecc. Verso le 13 ci viene fame e siccome siamo vicini al Palazzo Reale in quanto incuriositi da un certo movimento di guardie reali, ci intrufoliamo tra la folla e alla fine siamo dentro il cortile del Palazzo.

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Che fare se non pranzare lì? Ottima quishe di salmone e un piatto di gamberetti con altre mille cose.

Dopo pranzo scendiamo nella sottostante piazza e decidiamo di affidarci ad un Hop on Hop Off che con circa 40 Kr in due ci porta in ogni posto possibile della città e con le cuffiette possiamo anche avere la guida in italiano. Facciamo il giro completo della città fino a che non ritorniamo dove eravamo partiti. Scendiamo dal bus una fermata prima cioè vicino al City Hall ci entriamo così possiamo imparare che quella oltre che alla sede politica del comune di Stoccolma (ci lavorano oltre 200 politici!!!! Il doppio di quanti sono i consiglieri comunali di Roma per capirci!) è anche la sede della cena di gala della premiazione del premio Nobel, il 10 dicembre. Possiamo anche vedere che ci sono visite guidate anche in italiamo e quindi fissiamo per domani alle 12. Intanto si è fatto tardino, ma dato il percorso del sole non ce ne rendiamo conto. Sono le 19 ma pensavamo le 17. Così torniamo al camping dove ceniamo a base di spaghetti con tonno e sgombri. Poi approfittiamo del fatto che miracolosamente ancora riusciamo a prendere il satellite e possiamo vedere prima il nostro Posto al Sole e poi la puntata di Ballarò, esilarante con Crozza che commenta la condanna di Berlusconi a 7 anni per il caso Ruby. Poi a letto, ma non sarà facile addormentarsi, la luce innaturale per noi ci crea qualche scompenso. 26 giugno Come previsto qualche difficoltà per adormentarsi ieri sera. Poi è anche iniziato a piovigginare e la luce fuori, insomma forse anche l’ansia chi lo sa, ma poi tutto un sonno fino alle 8. E’ nuvolo e tira vento. Ritiriamo il tendalino e facciamo colazione in camper. Poi riprendiamo la strada per il centro di Stoccolma, via metro. Il nostro primo appuntamento odierno è la visita giudata in italiano al City Hall, prevista per le ore 12.

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Per tempo siamo sul posto acquistiamo i biglietti di ingresso con il solito sconto pensionati e attendiamo il nostro turno. Ci sono un bel numero di inglesi, di tedeschi, spagnoli, ma non notiamo nessun italiano. Per questo quando la quida invita i presenti italiani ad avvicinarsi siamo i primi e siamo anche convinti di essere gli unici….invece come dal nulla un bel gruppo di connazionali si va formando dal nulla. Ma dove si erano nascosti? Insomma anche noi eravamo un gruppetto che non aveva niente da invidiare alle altre nazionalità. La visita dura una oretta. Interessante, ma diciamolo chiaramente…..hanno proprio pochino da dare ai turisti. Tutto si impernia sul fatto che la struttura è stata concepita come un simbolo della nazionalità svedese e va detto che nell’insieme non è niente male, poi si sa in quei locali si tiene la cena di gala ai vincitori dei premi Nobel e su questa storia ci marciano abbastanza. Nell’insieme una esperienza piacevole anche se una parte del merito va sicuramente attribuita alla simpatia della guida.

Ma anche una delusione, perché non sapevamo che la cerimonia si sviluppa in due tempi. Il primo è la consegna vera e propria dei premi, che però non si tiene qui, ma presso l’auditorium della musica in un’altra parte della città, La seconda consiste invece in questa cena che diventa un evento epocale. Circa 1300 persone vengono servite a tavola alla presenza dei vincitori e della famiglia reale. Pensate che il menu della cena viene replicato per un intero anno, fino a quello nuovo, a chi vuole provare il fascino dell’evento. Ovviamente solo la cena, niente invitati e casa reale !! A fine guida, ci intratteniamo qualche minuto con due simpatiche ragazze (30 –35 anni) di Foligno e immancabilmente il discorso cade su Berlusconi. Ma ancora una volta ci chiediamo, chi lo ha votato??? Possibile che tutte le volte che siamo all’estero non troviamo mai uno che sostenga di averrcelo in simpatia?? Usciti dal palazzo è ora di pranzare e torniamo verso la città vecchia, diciamo il luogo più turistico. Giriamo un poco e poi entriamo in un locale che dal menu’ proposto ci da maggiori garanzie. Va detto che la cucina svedese non è tra le più rinomate come in tutti i paesi nordici, la semplicità e la monotonia dei piatti sono all’ordine del giorno. Invece qui siamo in un locale argentino. Musica argentina di sottofondo e immagini in tema. Ordiniamo due bistecche alla griglia. Buone, anzi ottime, ma la dimenzione è da svedesi, cioè mini. Ci accontentiamo anche perché il prezzo è ragionevole, 175 kr a piatto. La birra 55 kr a testa!!!! La simpatica cameriera parla spagnolo e così ci incuriosiamo e scambiamo qualche parola. Incredibile… è greca! Parla spagnolo per amore con l’argentino titolare, lo svedese per ovvi motivi, l’inglese perché altrimenti non potrebbe comunicare con nessuno e il greco per nascita. Parakalò, Kalimera…. e si commuove per averle ricordato la sua lingua! A dire il vero io ho ancora un po’ di fame e così gira gira ci fermiamo in una Konditoroie e prendiamo due dolci. Io un pezzo di quelle torte…sai quelle nordiche con tanto burro e sofficiose, Rossella invece si ferma ad una tortina di mandorlato poco entusiasmante a vederla. Il caffè come sempre è a scialo ma ci limitiamo…stasera volgiamo dormire!!

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Proseguiamo lasciandoci andare in queste straduzze dove è vero che tutto è frutto del turismo, tipo Borgo de’ Greci per capirci, ma è anche vero che il calore delle cose ti prende. Cammina cammina ci troviamo alla stazione centrale da dove decidiamo di riprendere la metro per il camper. Fa caldo e il sole si fa sentire. Arriviamo al campeggio e il tempo cambia ancora, vento, nuvole e minaccia pioggia. Ma vuoi vedere che ricambia entro 10 minuti? Rimettiamo in pari i conti del viaggio che dobbiamo monitorare con attenzione. Aggiorniamo anche questo diario. Poi ceniamo a base di uova al pomodoro, abbiamo trovato la cosa più preziosa di Stoccolma…il pane!! Facciamo l’itinerario per domani. Cominciamo a fare sul serio. Da ora in poi saremo sempre meno camperisti in giro e dobbiamo valutare bene il percorso e le tappe. Non vogliamo fare troppi Km al giorno, come già detto, e quindi anche i diari e le esperienze di altri equipaggi non si attagliano alle nostre esigenze. Cerchiamo di fare una mescola tra le varie proposte. L’idea è quella di arrivare a Harnosand, ma chi sa?? 27 giugno Partiamo da Stoccolma verso le 11. Il campeggio non è male. Pagato come promesso kr 370 al giorno perché pensionati, Regalano la corrente che sono kr 45 al giorno. Oggi molta strada con tempo non bello, anzi ad un certo punto inizia anche a piovigginare. Sarà nuvolo tutto il giorno fino a sera inoltrata, e se non cambia anche domani sarà così pare. Arriviamo al campeggio di Harnosand verso le 18, dopo 425 km di strada tranquilla attraverso boschi laghi fiordi e paesini.

Oltre al paesaggio che comincia ad essere quello del GRANDE NORD, ci colpiscono i numerosissimi lavori che sono in corso. Certo che qui tutto deve essere fatto entro agosto perché poi inizia il buio e il freddo, ma sembra proprio che tutto debba essere rifatto da nuovo. Anche le case private, non c’è un tetto che non abbia la sua brava scala appoggiata, e dato che è luce sempre, ne approfittano. Il campeggio, dignitoso e in stupenda posizione sul fiordo di Angermanalvens, ha solo un difetto….le mosche!!!! Purtroppo il cielo è coperto e sebbene sia ancora giorno e forse mai sarà scuro pieno, il sole non lo abbiamo potuto vedere. Inizia il percorso verso il vero NORD e ormai l’aria della Finlandia la si comincia ad annusare, anche perché il mare che ci separa non è poi molto a questa latitudine. Domani non sappiamo ancora dove sosteremo, dobbiamo verificare i km e le possibilità di sosta. 28 giugno Dormito bene anche se una leggera pioggerellina si è fatta sentire. Alle 8,30 ci alziamo e come sempre ci prepariamo per partire.

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Paghiamo il camping 230 kr sosta ed elettricità che sono € 27,60. Ci facciamo indicare dalla signora dove sia possibile trovare un supermercato. Molto gentilemente ci indica un LiDL e li ci fermiamo per fare urgenti acquisti. A proposito, sarà che noi siamo disattenti, ma per il momento il costo della vita è del tutto paragonabile nella media a quello italiano. Nella media, cioè camping meno cari di molto, pasticcerie un po’ più care. Gasolio più conveniente. Cibo al super meno caro o quasi, ristoranti paragonabili. Autostrade gratis, ma sono superstrade. Verso le 12 siamo pronti a partire verso il Grande Nord. Prima alcune foto alla graziosa cittadina di Harnosand. Impostiamo Tom Tom per Pitea. L’arnese infernale dice che per alcuni lavori in corso c’è un ritardo di 140 minuti sul percorso e ci propone un secondo itinerario che accettiamo perché riduce il ritardo della metà. Il tempo non è stupendo il cielo è nuvoloso e ciò ci fa tristezza. Ma dopo pochi km viene fuori il sole e così tutto lo splendore del territorio si fa vedere. Continua questo nostro viaggiare in mezzo a fiordi, laghi e tante foreste. Attraversiamo un ponte che taglia un fiordo e li ci fermiamo per alcune foto insieme a molti altri camper. Riprendiamo il cammino e siamo veramente presi dal panorama. Ecco un alro fiordo e una possibilità di sosta con tanto di tavolini e panchine. Ci fermiamo e decidiamo di pranzare. Tiriamo fuori il fornellino e la griglia e arrostiamo 4 wiuster che velocemente facciamo furoi con una strana salsa che Rossella ha comprato convinta fosse senape, invece si tratta di un miscuglio dolciastro con molti pezzi di aringa. Alla fine non male, ma la sorpresa non è stata da poco!!

Riprendiamo la strada e ci accorgiamo che ancora i nostri Km sono molti da fare per raggiungere la metà odierna. Dopo molti Km di E4, TOM TOM ci dice di lascarla e di dirigerci sulla 324 che non si riconosce sulla nostra cartina. Forse sarà la variante per il ritardo. Dopo poco la sorpresa….la strada diventa sterrata e così per 12 km non ci resta che proseguire. Se non fosse per il fondo che ci impone una velocità da ciclisti, non sarebbe nemmeno male, siamo infatti nel mezzo di una foresta di conifere e di tanto in tanto incontriamo piccoli borghi con le loro immancabili casette rosse. Non possiamo fare a meno di immaginarci cosa deve essere qui durante l’inverno ……. Finalmente torniamo sulla nostra E4 e così possiamo rivedere il mare. Ancora panorami bellissimi. Siamo già nelle vicinanze di Pitea, quando mancano circa 18 km e vediamo a destra alcuni camper fermi sul mare e delle barche vicine. Decidiamo di andare a vedere e facciamo bene! Un posto stupendo dove si può sostare tranquilli con acqua e scarico a pochissimi metri dal mare, sotto un vecchio faro.

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Il posto è già affollato e i posti più confacenti sono ormai presi e così dobbiaimo accontentarci di una posto in piano ma da dove purtroppo non prendiamo il satellite a causa di alcuni alberi bassi . I posti più ambiti sono infatti quelli in riva al mare dove il segnale arriva senza essere coperto. Il posto sosta è a Jafrebin coordinate N 65° 08.610’ E 21°30.461’ e lo raccomandiamo a tutti quelli che vorranno venire quassù. Non abbiamo ancora incontrato nessun equipaggio italiano e non crediamo sarà facile per il momento, infatti è presto per le ferie degli italiani e anche la crisi si fa sentire. In compenso ci sono molti tedeschi anche se ovviamente la maggioranza sono gli svedesi. Un tipo svedese ci chiede se siamo tedeschi ma gli rispondiamo che siamo italiani di Firenze, ma non conosce Firenze e non sa di Dante e Michelangelo……meno che mai della Divina Commedia. Non è un tipo che fa media, perché gli altri svedesi sappiamo che al contrario sono molto curiosi di sentire leggere da un fiorentino la poesia di Dante. Sono le 23,00 e ancora il sole non è tramontato, anche se noi non lo vediamo a causa dei soliti alberi bassi. Telefonando a casa ci dicono che in questo stesso momento a Firenze nel cielo ci sono le stelle. Tutti ci chiedono di fare foto per far loro vedere cosa sia questo posto, ma sappiamo che le foto non renderanno nemmeno lontanissimamente possibile il confronto con la realtà e con la pace che stiamo vivendo. Ovvio che per noi è tutto bello, ma ricordiamoci cosa sarà fra sei mesi, quando al contrario tuto sarà avvolto dalla penombra e dalla neve!!! Il cielo adesso è come da noi al tramonto e non siamo nemmeno arrivati al circolo polare artico!!!!! Cosa che se tutto va bene dovremmo fare domani. Buona notte. Notte per modo di dire!! 29 giugno Dormito bene anche se verso le 5 ci ha fatto un po’ caldo. Anche se fuori sono 14° il sole batte sul camper e l’effetto serra si fa sentire!! Alle 8 ci alziamo e dopo le solite cose mattutine, ci mettiamo in marcia alle 10 circa. Direzione Latitudine N 66°32’ 35’’. Cioè CIRCOLO POLARE ARTICO. I km da fare non saranno molti, circa 337, ma le cose da vedere a da fare ci prenderanno abbastanza tempo. Per prima cosa vogliamo fare il pieno di gasolio, a volte passano diversi km prima di poterlo fare. Alla prima occasione lasciamo la E4 e ci dirigiamo verso l’indicata stazione di servizio. E’ bene sapere che molto spesso qui non esiste la cassa e per fare rifornimento occorre la carta di credito, ma niente contanti, tutto tramite l’apposita cassa automatica, tipo da noi. Però a volte, e questo è il caso, non accetta una cifra oltre le 499 Kr. Per cui non faccio un vero pieno. Pazienza troveremo una nuova stazione, dato che qui non è che posso ripresentarmi, la cassa automatica mi riconosce e mi vieterebbe il nuovo rifornimento. Nel riprendere la E4 sbaglio ingresso e dovrò ripercorrere all’indietro la strada già fatta, almeno in parte. Pazienza. Però perdiamo ancora del tempo.

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Seconda missione, trovare un supermercato per le spese che ancora ci mancano e che ieri non abbiamo potuto fare. A Limeà, gaziosa cittadina sull’acqua, viene indicato un centro commerciale e così li ci dirigiamo. Sorpresa…c’è la COOP. Si la COOP proprio lei!! Stesso identico marchio. Un mega stra ultra magazino dove vendono di tutto, perfino le sdraio da campeggio, visto che la mia si è stroncata alla seconda volta che l’ho usata! Quando torneremo a Firenze andrò dal “Cechino” non tanto per farmi rendere i soldi, ma per dirgli di non mettere in vendita roba che non è sicura!!! Fatti gli acquisti mancanti, riprendiamo il percorso, ma è già tardino, sono infatti le 12,30 e dobbiamo ancora pranzare. Lo faremo in una discreta area di sosta, segnalata dal libro che ci fa da guida in questo viaggio. Siamo a circa 10 Km da Huppala, cioè dal confine con la Finlandia. L’area non è poi quella meraviglia segnalata, ma ci permette di pranzare comodamente sfruttando un comodo tavolo e le sue panchine al sole che, anche se molto basso all’orizzonte, si fa sentire.

Tutto il percorso fino a qui è stato meraviglioso, i fiordi e l’acqua (come dice Rossella “pesante”) con le foreste che si sono alternati ci hanno fatto vedere una natura che non immaginavamo. Abbiamo perfino visto impianti di sci sul mare!! Ci chiediamo quando sciano se d’inverno le ore di luce sono veramente pochissime!! Cominciamo a fare un po’ di sunto della Svezia. Ci viene da dire che se non fosse così distante sarebbe certamente un posto dove passare le ferie bene e in tranquillità. Forse non si potrebbe fare il bagno nel Baltico, ma non se ne sente certo il bisogno, mentre il sole fa piacere prenderlo, non scotta non ci fa sudare ma scalda il giusto e il suo contatto rende felici. E poi..se c’è, dura tutto il giorno!! Oggi c’è! Dopo pranzato riprendiamo il cammino verso Rovaniemi. Fatti circa 10 Km siamo a Huppala e passato un ponticello in città su un fiumiciattolo…..sorpresa!!! Siamo in Soumi, FINLANDIA. All’inizio percorriamo un discreto tratto di autostrada, iluminata tutta! Cioè ci sono gli impianti per l’illuminazione che ovviamente adesso non servono. Dopo questo primo tratto, imbocchiamo la strada che ci porterà fino in alto, la E75, che fino a Rovaniemi è in pratica una superstrada. Il nostro primo incontro con le renne! E’ vero che ci sono cartelli ogni 2 km, anche dipinti per terra, ma di vederle così presto non ce lo aspettavamo. Per la verità le vedo solo io, perché Rossella essendo sul lato opposto della strada non ha fatto in tempo. Devo dire che mi hanno messo un po’ di ansia, perché se fossero state sulla carreggiata non so come le avrei potute scansare. Alle 16,55 siamo a Rovaniemi e decidiamo di fermarci per visitare la città. L’impressione è che sia tutto modernissimo. I palazzi e tutto sembrano appena costruiti. Ad un tratto ci troviamo in una strada che è stata chiusa per un evento. Riusciamo senza problemi a

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percheggiare, ma vediamo il parchimetro e quindi prima di allontanarci dal camper inseriamo il nostro €uro nella macchinetta e….ci viene rilasciato lo scontrino valido fino alle ore 8,45 di lunedì 1 luglio!! Già siamo degli sciocchi. Non solo oggi è sabato, ma non sono le 17, bensì le 18 essendo che qui siamo un’ora avanti. Quindi come spiegato sul tassametro, dalle 18 alle 8 dei giorni feriali non si paga e nei festivi nulla dalle 0 alle 24. Però cazzoni, potevano non prendere la monetina invece di stamparmi il biglietto per due giorni dopo. Pazienza. A piedi ci incamminiamo verso la strada che è stata chiusa e da cui viene della musica. Siamo nel centro di Romaniemi e la strada ospita una serie di gazebo per i vari bar e in quello di un pub c’è un complesso rock che suona a tutto volume. Carino. Fatte foto.

Torniamo al camper e ci dirigiamo verso la metà prefissata per la notte, cioè Napapiri, il Circolo Polare Artico. Una linea immaginaria posta appunto a latitune N 66°32’35’’.

Fantastici questi finnici, dal nulla hanno creato un luogo dove spillano soldi a tutti, la casa di Babbo Natale, con contorno di Hotel ristoranti suovenirs e tutto ciò che fa la gioia di tutti turisti, grandi e piccini.

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Non diciamo niente, perché se a Natale diventiamo tutti scemi a cercare regalini per le persone che conosciamo, va anche bene che qui abbiano messo su questo carnevale. In fin dei conti Santa Claus l’anno inventato loro, compreso l’albero di Natale!! La cosa che stupisce è che qui siamo sempre in un unico periodo, Quello natalizio, appunto. C’è di tutto inerente l’argomento, ovvio che ci sia anche Babbo Natale, visto che abita qui e che qui arrivano da tutto il mondo le letterine dei bimbi che chiedono regali. E anche se siamo a fine giugno, una colonna sonora continua senza tregua ripete all’infinito le canzoncine natalizie……una vera gioia per le nostre orecchie!!! Detto ciò ci fermiamo anche noi insieme a diversi altri camper, tra cui anche altri 4 italiani, cosa che ci succede per la prima volta dall’inizio del viaggio. Anche loro vanno a CapoNord e sicuramente ci ritroveremo nei prossimi giorni. Facciamo in tempo ad entrare in uno dei tanti mega negozi per acquistare cartoline e francobolli. Un tipo strano ci viene incontro e ci saluta in italiano. E’ un uomo di 53 anni che da solo in moto ha fatto al contrario il giro che stiamo facendo noi, anzi lui non entrerà in Svezia, proseguirà per le 3 repubbliche Baltiche, Lestoia Lettonia e Lituania, per poi proseguire verso la Polonia e quindi verso l’Italia. Era chiaro che aveva bisogno di parlare con qualcuno e infatti ci ha tenuto per diverso tempo a raccontarci del viaggio, durante il quale ha anche preso tanta acqua che si è bagnato tutto, ma anche della sua vita da separato da anni (?) con una polacca (guarda caso!!) che… se ci fosse…. chi sa…. potrebbe anche incontrare…… Gentilissimo, ma ci ha messo tristezza, saperlo solo in giro con una moto per l’Europa alla ricerca, senza ammetterlo nemmeno a se stesso, del suo passato amore per la polacca. Torniamo al camper e ci facciamo due birre, poi ceniamo a base di salmone affumicato e ancora birra. Poi giratina nel villaggetto e di nuovo al camper sotto il sole, sono le 23 di qui e ormai il sole resterà sopra l’orizzonte. Per la verità andrà sotto per qualche istante, il 21 giugno è passato (siamo il 29) e l’inverno si avvicina presto quassù! Peccato che una nuvoletta dispettosa ci impedisca di vederlo, ma c’è e ogni tanto fa capolino. Rossella scrive le cartoline acquistate, io metto in ordine le spese odierne nel pc, perché dobbiamo tenere ben sotto controllo la situazione delle carte di credito, il viaggio è ancora molto lungo e le dotazioni non sono infinite, prima o poi dovremo provvedere a fare via internet un accredito tramite home banking. I primi del mese ci penseremo, anche perché fino al 1 non posso più utilizzare la pennetta internazionale avendo terminato la dotazione mensile, che alla vodafone di Firenze mi hanno fissato, senza dirmelo, troppo bassa. Siamo a 15 gg di viaggio, non abbiamo problemi di energia elettrica, dato il pannello solare, ma abbiamo invece timori per la scorta di gas. Siamo partiti con 2 bombole piene da 11 Kg. Ne abbiamo consumata già ½ della prima. Quasi tutto dovuto al frigo, che anche nei campeggi, data la tensione minore di quella nominale, molto spesso si settava sul gas automaticamente. Sarà difficile, viste anche le temperature stranamente alte, che potremo farcela con la scorta rimasta. Vedremo cosa inventarci, abbiamo i raccordi per tutte le bombole d’europa e lo speciale per il campingaz. Una soluzione la troveremo. Ecco la nuvoletta si è spostata e alcuni raggi di sole ancora fanno capolino all’orizzonte. Chiudiamo le finestre. Non ci sembra, ma sarebbe l’ora di pensare a dormire. 30 giugno

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Dormito non benissimo. Prima dei ragazzi che approfittando del sole, alle 0,30 si sono messi a correre con le moto tra i camper, poi la luce, infine gli uccelli che non si sono mai chetati, infatti un camperista ha tentato di allontanarli suonando il clacson!!!! Per finire la musichetta natalizia! Alle 8 siamo in piedi. Mentre stiamo facendo colazione, arrivano dei bus di turisti lestoni e russi. I primi sono uno spettacolo, vestiti con i loro costumi, una loro bandiera e un enorme lettore digitale. Senza parole, si mettono d’avanti alla casa di Babbo Natale e cominciano a fare un balletto dei loro, nessuno li caca nemmeno di striscio, ma loro imperterriti vanno avanti….. Noi per prima cosa dobbiamo andare all’ufficio postale di Santa Claus per le cartoline di rito, e io mi innervosisco un po’ con Rossella che per le cartoline è l’asso della lentezza. Prima sceglierle, poi scriverle, infine controllarle….totale 45 minuti!!!! Al termine dell’operazione cartoline usciamo del post office e sorpresa sta piovendo, risultato dei ballerini estoni!!! Entriamo di corsa nel camper e mettiamo in moto, facciamo gasolio nell’annesso distributure e finalmente alle 12 e qualche minuto partiamo verso Inari, meta odierna. Il viaggio è stato caratterizzato da bellissimi laghi, ma lo sappiamo la Finlandia è la terra dei mille laghi, ma soprattutto dalle renne!!! Quasi appena partiti ne vediamo alcune pascolare in un campo sotto la strada, poco dopo invece un bel simpatico gruppetto se la prendeva comoda nel bel mezzo della strada nel nostro senso di marcia. Noi proseguiamo lentamente alla loro andatura, ma una resta indietro e poi si mette a correre per raggiungere le altre e cosi ci taglia ad un tratto la strada passando a pochi centimetri dal muso del camper. Simpatiche bestiole, ma anche pericolosette! Poco dopo in lontananza vediamo proprio al centro della carreggiata una sagoma che corre verso di noi, a distanza sembra un ciclista pazzo, ma in un attimo ci accorgiamo che non è il manubrio della bici, ma le corna della renna che corre in discesa verso di noi, rallentamento veloce e quando siamo ormai a una decina di metri la pazza svolta di colpo e infila una stradina laterale, come dire “ io vado di qua arrivederci!”. Il colmo dopo aver pranzato, quando finalmente smette di piovere. In un paese proprio al centro (non fatevi illusioni qui i paesi sono 4 case 4) una mandria di renne che gironzolavano serene e tranquille senza un verso preciso. Ci siamo dovuti fermare come anche gli altri pochi automobilisti che ci seguivano. Anche qui foto a gogo, ma cosa non vedremo mai nelle foto sarà sicuramente la nuvola di tafani e vespe che seguiva il branco. Proseguiamo con stress da renna!

Arriviamo finalmente alla meta, dopo aver attraversato una miriadi di laghetti e lagoni, splendidi al punto che viene voglia di fermarsi ad ogni metro, ma non è il caso se continuiamo così arriverà prima l’inverno di noi a Capo Nord.

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Anche il paesaggio a questa latitudine sta cambiando velocemente e gli alberi si fanno sempre più bassi e sempre più radi. Altre renne, stavolta isolate, e siamo a Inari la nostra meta di oggi. Abbiamo fatto circa 330 Km. Delusione. Un supermercato un museo Lappone, e un grazioso porticciolo. Questa è la città che ci dovrebbe ospitare per la notte. Non ci sono spazi che ci soddisfano e i campeggi li abbiamo già passati e di fare strada indietro non ne abbiamo voglia. Tentiamo la sorte e decidiamo di andare avanti anche se qui sono già le 18 passate. Fatti 10 km troviamo un … come definirlo? Negozio? Bazar? Boh insomma un coso, definito da loro stessi VILLAGGIO SAMI, di una famiglia lappone, ops Sami, che lo gestiscono e che ha un bel posteggio con WC. Purtroppo invaso da mosche e zanzare! Decidiamo di provare e notiamo che già altri due camper hanno fatto come noi. Scendiamo e entriamo nel…coso per verificare la situazione. Si tratta di una “costruzione” in legno e altri materiali leggeri, dove sono stati ricavati vari ambienti e nei quali si vende ogni tipo si souvenir. Nell’insieme carino, c’è perfino un punto ristoro con 3 …panini rinvoltati nel domopack. Uno al salmone e gli altri non identificabili. Chiediamo se si potrebbe mangiare e ci dicono che hanno solo quei 3 sandwisches. Allora optiamo per due tazze di caffè, che ci vengono offerte a €.1,40 l’una, direttamente da una brocca di quelle da picnic che si pigia e viene su la bibita. Le tazze di carta. Ma tutto apparentemente pulito. Chiedo se preparano anche altri cibi perché vediamo una cucina e delle padelle, si mettono a ridere e non capiamo cosa ci rispondono. Ok buono così. Chiediamo se possiamo fermarci per dormire e ci rispondono che ne sarebbero felici. Anzi ci invitano molto calorosamente a restare nel loro “Villaggio”. Nell’uscire noto che non esiste pavimento e che tutta la struttura è appoggiata sulla nuda terra. Fuori c’è anche la classica tenda Sami, Non finta ma utilizzata sul serio con tanto di pelli di renna e focolare al centro. Inoltre ci sono sculture in legno tra le quali ci colpisce un enorme orso.

Le due roulotte posteggiate vicino al nostro camper sono le loro e li poco dopo si ritirano per passare la “notte”, mentre il sole non tramonterà mai. Ci prepariamo degli spaghetti buonissimi, mentre arrivano altri 3 camper tra cui uno italiano. Si fermano, ma nessuno scende. Crediamo sia per colpa delle malefiche zanzare con la pelliccetta che in effetti disturbano un poco. Insomma siamo in un accampamento Sami, che è fisso e che ormai non sono più nomadi da circa 50 anni, ma hanno mantenuto salde le loro tradizioni e questo è il massimo della loro integrazione, per adesso! Questi che abbiamo conosciuto mantengono aperto il “Locale” sempre, perfino in inverno e vivono qui. Insomma una bella esperienza. Ma soprattutto un luogo stupendo. Domani ripartiremo e la nostra meta sarà Nordkapp, in Norvegia che dista da qui km 340, circa. Buon sonno (buona notte suona strano!) 1 Luglio

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Alle 3 mi sono svegliato perché sentivo un sibilo, non capivo cosa potesse essere ma dava ansia. Pensavo fosse qualcosa del frigo. Accendo le luci interne del camper e…..un miliardo di zanzare erano tra l’oblò della camera e la retina antinsetti!!! Idem in bagno!!!! Pazzesco…..bomboletta spray e in un attimo fulminate tutte! Ma a guardare meglio le infami sono riuscite in qualche modo a infilarsi nell’interno e stavano cercando il nostro sangue! Mano alla tecnologia e in una mezz’ora la racchetta le ha seccate tutte. Alle 4 circa, mentre fuori la luce era forte, ci siamo riaddormentati. Alle 8 svegia, i lapponi ci aspettano a colazione e così ci vestiamo e velocemente andiamo a prendere le due tazze di caffè e un dolcino che la più anziana dice essere “old”. Speriamo volesse dire tradizionale, perché “vecchio” un tantino in verità ci sembra. Salutiamo le due donne che insieme sanno 3 parole di inglese iniziamo la nostra ultima tappa che ci porterà alla mitica Nordkapp. Sono circa 350 Km che iniziamo a percorrere lentamente sia perché la strada è stretta sia perchè vediamo troppe renne a zonzo!! Il paesaggio è molto bello mentre costeggiamo laghi e laghetti di ogni dimensione. Arriviamo al bivio per la E 95 che girando a sinistra imbochiamo dopo aver fatto il pieno di gasolio. Saranno circa 100 km di paesaggi stupendi, ma senza nessun paese, ne grande ne piccolo. Un camper finlandese ci supera, mentre noi stiamo andando un po’ più lentamente a causa dei continui avvistamenti di renne. Lo seguiamo un po’ distanti. La strada sale e scende che sembra un otto volante, molto bella ma stretta. Si cominciano a diradare sempre più gli alberi e spesso la tundra prende il loro posto. In un punto che invece ci sono più alberelli ecco ad un tratto spuntare una grossa renna che con un balzo dal nulla si butta sulla strada tagliando la via al camper che ci precede. Non sappiamo come sia stato possibile che non si siano presi, ma da quel momento il finnico ha ridotto la sua velocità a meno di 50 KM/h … e un sito specifico e conosciutissimo giunge fino a noi!!! La strada sembra non terminare mai, ma renne a parte è molto divertente e la natura offre sprazzi veramente unici. Rossella si spreca in foto , ma nulla sarà come vederle con i nostri occhi.

Il tempo peggiora e comincia a piovigginare. Arriviamo ad un primo tunnel di 4 Km completamente al buio!!! Non solo, c’è anche un cartello che avvisa della possibilità di nebbia al suo interno e di fare attenzione alle renne!!!!! Usciti ci sembra un sogno!! Ancora la strada lungo il mare che lo costeggia a destra e a sinistra ci sono montagne e cascatelle. Arriviamo così al tunnel di 7 km che eviterà il vecchio traghetto e ci porterà sotto il mare fino a 200m. Prima in discesa e poi si risale con una discreta pendenza. Siamo sull’isola di Magheroia dove tra curve, renne, nebbia, renne e nebbia insieme, finalmente arriviamo a Nordkapp, paghiamo Kr 490 e possiamo entrare in ogni struttura del centro e fermarci per 2 giorni, ma se poi decidiamo di starci di più chi glielo dice?

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Cerchiamo un posto adatto alla sosta, non è facile perché i camper sono tanti e i migliori posti sono stati già occupati. Troviamo un posto un po’ defilato rispetto alla massa degli altri, ma con l’ausilio dei cunei troviamo un livellamento perfetto. Il terreno è in grande pendenza ed è irregolare. Ceniamo e subito dopo andiamo verso la struttura che segna di fatto un punto di grande accoglienza.

Speriamo di vedere il sole a mezzanotte, ma il cielo è pieno di nubi e anche se non compatte, potrebbero nasconderlo al momento cruciale. Entriamo nella grande struttura. Chi ci è stato già oltre 20 anni fa sente la nostalgia del nulla che all’epoca c’era, ma sinceramente non ci sembra che sia di impatto molto negativo, anzi. Rappresenta un luogo dove trascorrere anche l’attesa del sole di mezzanotte, infatti il centro comprende un grande bar con self service, un altro bar solo per drink con finestra panoramica, un grande shop di souvenirs e scendendo sotto, scavato nella roccia troviamo altre cose ancora più interessanti. La storia di Capo Nord con illustrazioni e spiegazioni di ciò che è avvenuto dal 1553, anno in cui fu segnato per la prima volta sulle mappe nautiche dall’esploratore inglese Richard Chancellor alla ricerca di un passaggio nautico verso la Cina. Da allora in poi altre vicende, compresa quella del primo vero turista, il prete italiano Francesco Negri che arrivò quassù nel 1664 a piedi. Proseguendo incontriamo una grotta completamente sistemata che doveva essere un bar con vista sul Mar Glaciale Artico, ma che adesso ha l’enorme finestra chiusa e serve solo da schermo per una rappresentazione di suoni e luci. Da dietro allo schermo si può accedere alla terrazza che da sul mar Glaciale Artico e che ha ancora mucchi di neve non sciolta. Risalendo lungo il corridoio che abbiamo percorso fino a qui, troviamo un assurdo Thai museum, forse voluto dal relativo regnante che sembra essere il più longevo del mondo, ma non abbiamo capito bene. Più oltre incontriamo una cappella di discreto gusto, dove chi desidera può raccogliersi in preghiera e una sala cinematografica con schermo a 180° e dove viene proiettato un breve documentario su Capo Nord. Usciamo dal centro e sono ormai quasi le 23 (anche se c’è l’ora legale e la mezzanotte solare sarà tra due ore) ma sebbene si possa notare molta luce e anche chiazze di sole sul mare verso l’orizzonte, il sole è nascosto da banchi di nubi. La cosa stupenda è che siamo spesso avvolti in banchi di nebbia e dato che siamo a 300 m sul mare, da qui sembra che il mare sia bianco e il sole da sopra fa molta luce ma non si vede, una nuvola dispettosa ce lo nasconde, ma l’effetto è suggestivo. Inizia però a piovere e quindi decidiamo di tornare al camper e provare a dormire. La luce è come dopo mezzora dal tramonto in estate a Viareggio. Chiudiamo tutto e ci promettiamo di dormire e recuperare il sonno perso per le zanzare del giorno prima. 2 luglio C’è il sole alto quando ci svegliamo, sono le 11!!!!!

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Bella giornata di sole e speriamo che questa volta sia possibile vedere il sole a mezzanotte. La giornata è bella, frequentiamo il centro e vediamo il documentario. Facciamo acquisi e aspettiamo la mezzanotte. Verso le 20 alcune nubi nere si avvicinano. Alle 23 però nonostante le nubi maledette, riusciamo a vedere il sole che si ferma e ricomincia a salire. Come altre centinaia di persone sprechiamo foto e video e ci godiamo lo spettacolo che veramente è molto emozionante e anche molto bello. Il sole, alto come alle 17 a Viareggio di questo periodo, sull’orizzonte del Mar Glaciale Artico!! Dove c’è adesso il sole proprio lì è il POLO NORD. A mezzogiorno segna il sud e a mezzanotte il nord ovvio, si ma se non vieni qui non lo vedrai mai il sole che sta sul polo nord!!!

Il sole sta ricominciando il suo ciclo, non è sceso sotto l’orizzonte e ha ripreso a salire. Sono ormai quasi mezzanotte e mezza e ci sentiamo paghi di ciò che abbiamo visto, non siamo in grado ne’ con le parole ne temiamo con le foto, di descrivere i colori e la sensazione di stranezza che proviamo, il sole a Nord e il buio a Sud. Andiamo a dormire. Alle 4 ci svegliamo perché il vento ci fa dondolare come in barca!!! Domani lasciamo questa meta e cominciamo il nostro luuuuungo viaggio, questa volta verso sud.

3 luglio

Il vento ci ha fatto ballare come in barca per tutta la notte e tutto il tempo che ancora siamo rimasti a Capo Nord! Piove e con il vento forte è anche molto difficile sistemare le cose da fare prima di partire. Sotto di noi ci sono dei ragazzi tedeschi, arrivati ieri sera con degli istruttori, sembra come un soggiorno estivo, Insomma una colonia. Da bravi tedeschi hanno montato il campo (loro se ne intendono di campi!) formato da 6 grandi tende in poco meno di un quarto d’ora, ma adesso sono in grave difficoltà perché le tende, sebbene molto belle, non reggono il vento e si stanno per abbattere. Sembra che i tentativi non siano tali da risolvere il problema. Probabilmente non hanno sistemato i picchetti in modo adeguato e ora con il vento forte non è possibile rimediare. Boh…sono loro i bravi! Così partiamo verso sud, coscienti che questo sarà un posto che mai più rivisiteremo, ma che senza dubbio affascina chiunque arrivi fin qui. La strada che facciamo è per forza la stessa dell’andata, ma questa volta non c’è nebbia. Per fortuna anche il vento sta calando, ma quando passano i bus di questi pazzi….qualche brivido lo sentiamo, anche perché la strada è strettina. Comincia ad uscire il sole e il panorama che possiamo vedere è molto bello. Siamo su un’isola e ad ogni curva l’orizzonte cambia e il mare che entra nella terra con le sue lunghe insenature è veramente bellissimo. Data la latitudine e la natura del posto, la vegetazione è solo formata da licheni e cespugli bassi. Sarà così fino a Russenes, che raggiungiamo dopo aver ripercorso il tunnel sotto il mare e il fiordo Porsarger. A questo punto lasciamo la E69 e prendiamo a destra verso Skaidi, in direzione Alta. Arrivati a

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Skaidi dopo essere saliti fino al passo che divide la parte orientale da quella occidentale di questa parte della Norvegia ( che è l’unica che ha due parti di mare perché da qui in poi il solo mare sarà ad occidente), arriviamo a Skaidi, 6 case e un benzinaio, e decidiamo di seguire la nostra guida che consiglia di arrivare fino a Forso, poco dopo Hammerfest che è la città più settentrionale al mondo! Così prendiamo la 94 e dopo 60 km siamo ad attraversare il ponte che unisce l’isola di Kvaloya dove appunto sorge la città di Hammerfest. Sempre lungo il mare arriviamo alla città, che è comunque piccola anche se modernissima. Finalmente vediamo persone in giro anche se sono ormai oltre le 18. Insomma siamo in una città vera anche se piccola. La città in se sa di poco o nulla e siamo un po’ delusi, ma proseguiamo verso la meta indicata dalla guida che è Forso. In pochi km ci siamo e davanti a noi si apre una insenatura, piccolo fiordo, Il paesino è minuscolo e si capisce da molte cose che sono solo pescatori. Dove sostiamo siamo fuori dal paese in uno spiazzo antistate una zona archeologica risalente al 3.000 ac. Nell’area ci sono già alcuni camper di tedeschi e noi ci uniamo a loro.

Fermati scendiamo e ci avviamo a piedi verso l’area archeologica. Non si vede nulla a prima vista e non ci va di avventurarci a vedere scavi ricoperti di licheni, ma il posto è stupendo. Dietro la nostra insenatura ne scopriamo una seconda ancora più bella, ma dove si arriva solo a piedi, e una famiglia con due piccoli si avventura sulla micro spiaggetta. La piccolina si avventura troppo e le onde sebbene il mare sia calmissimo arrivano a coprirle le scarpe. Non si aspettava la cosa e corre verso i genitori urlando!! C’è la bassa marea e il cielo è ancora in parte nuvoloso. Ma speriamo di vedere il sole a mezzanotte.

Ceniamo in camper dopo aver scambiato alcune parole con una turista tedesca che ci chiede come mai gli italiani continuano a votare Berlusconi. Così cerchiamo di spiegare la cosa e di trovare una giustificazione per dimostrare che non è che tutto il popolo sia con lui. La tipa non sapeva però che è stato condannato a 7 anni di galera e appena le lo diciamo (in un inglese imperfetto, ma efficacie) si mette ad urlare dalla gioia. Dopo cena, sono ormai le 23, andiamo a piedi in paese, ma non c’è in giro anima viva, così torniamo al camper e speriamo che il cielo si apra. Infatti così è e quasi vediamo il sole. Ora andiamo a dormire. Buona notte.

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4 luglio

La notte è trascorsa benissimo e ci svegliamo verso le 9. Il sole è già alto e il cielo sembra sereno, ma fino a quando? Fatta colazione ci mettiamo in marcia dopo aver salutato la tedesca di ieri sera che ci presenta suo marito e ci spiega che lei è una cantante che ha perfino cantato al Buscioj di Mosca e che suo marito era un pediatra che ha lavorato molto anche in Bangladesch. Rossella le regala un borotalco e lei ci fa vedere le foto sui gliornali di lei e suo marito. Partiamo alla volta di Alta. Rifacciamo la stessa strada fino a Skaidi. Il percorso è bello e non ci fa fatica rifarlo. Solite renne sulle strade, nelle curve e sui dossi!. Facciamo gasolio a Skaidi e ci avviamo verso Alta. A metà strada ci fermiamo per il pranzo che prepariamo da noi in un’area di sosta. Un tizio ci viene incontro e ci chiede se eravamo da vero di Firenze, in italiano! E’ un inglese che da solo fa un giro per mezza Europa, compreso Nordkapp dove già è stato ieri. Ci dice molto della sua vita e anche perché conosce bene l’italiano. Ha vissuto per 2 anni a Bucine dove vive sua sorella e spesso viene a trovarla. Fa questo giro in memoria di sua moglie che ha perso a gennaio. Ha anche allestito un sito web sul viaggio e ci lascia un biglietto per poterlo visitare.

Salutato Steve, così si chiama l’inglese, un ragazzo in bici si avvicina e ci saluta. Anche lui chiedendo se siamo sul serio di Firenze. E’ di Bologna e con altri 2 amici in bici sta andando a Capo Nord!! Scambiamo volentieri con loro alcune parole e ci fa piacere vedere che anche i ragazzi italiani sanno fare del turismo diversamente dal solito Rimini. Loro sono venuti in volo con bici al segito fino ad una città poco prima di Alta, ma dati i nomi incomprensibili non sappiamo dove. Lunedì riprenderanno il volo per l’Italia. Ma anche solo questo tragitto ci sembra di un valore enorme, anche perché abbiamo già visto la strada che dovranno fare…… Piano piano, dati i limiti, arriviamo ad Alta, ma non ci convincono le soluzioni proposte dalla nostra guida e decidiamo per un campeggio, anche perché sono molti giorni ormai che non utilizziamo questo tipo di struttura. Ne troviamo uno, andando un po’ a caso per la verità, che ci convince. E’ sul fiume Halta che è famosissimo perché si dice il più pescoso di tutti i fiumi del mondo relativamente al salmone. Contiguo c’è un discreto villaggio Sami che più tardi visiteremo. Il tempo si fa nuvoloso, ma come sempre accade a queste latitudini, non c’è da stupirsi e forse potrebbe anche uscire il sole dopo un po’. Il campeggio è molto ben tenuto, e pulitissimo. Si nota che è strutturato anche per l’inverno o comunque per il freddo. Dobbiamo fare anche il bucato e mentre attendiamo il turno faremo anche la doccia sfruttando la struttura del campeggio. Abbiamo il solito problema con il frigo, che sebbene allacciato alla corrente va a gas. Il fatto in se non sarebbe nulla, ma di gas ne cominciamo ad avere davvero poco e non sappiamo se sarà possibile utilizzare le bombole indigene, Decido di verificare lo stato del frigo per capire meglio il fatto. Smonto diverse cosette e mi accorgo che una vite è caduta sul fondo del retro frigo. A ciò si accompagna il fatto che tutto il retro dondola paurosamente e con le strade che ci ritroviamo….

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Inizia la ricerca della sede della vite, e dopo un attenta perlustrazione e molte bestemmie trovo il punto da cui è uscita. E’ la staffa che regge in alto il radiatore di raffreddamento del liquido, che è solidale a tutto il resto e ciò è la causa del dondolio di tutto. Purtroppo non è possibile arrivarci agevolmente con le mani, soprattutto perché non abbiamo uno sgabello o una scala adatta. Mi arrangio come posso con del fil di ferro, ma la cosa non mi convince. Dopo cena comincia a schiarirsi di nuovo e così decidiamo di andare un po’ in giro mentre aspettiamo che la lavatrice e l’asciugatrice terminino i loro compiti.

La zona è molto tranquilla e bella. Non lontano, anzi molto vicino a noi, ci sono ancora chiazze ampie di neve sulle colline. Siamo al livello del mare non dimentichiamocelo! Il sole esce sempre più, ma ancora delle nuvolette lo rendono poco visibile. Torniamo al camper con la biancheria lavata e asciugata. Andiamo a dormire sono ormai mezzanotte, anche se il campeggio è vivace come se fosse mezzogiorno e non mancano ragazzi che giocano vicino alle loro roulottes. Rossella va per chiudere la finestra del letto e si accorge che il sole è ben visibile e sta entrando di forza nel camper. Così non lo avevamo visto nemmeno a Capo Nord!! La cosa ci entusiasma molto. Sono ormai quasi le 1 e cerchiamo di dormire.

5 Luglio La notte, per dire, è trascorsa facendoci dormire abbasta bene, l’unico problema è stato il caldo che ci ha sorpreso verso le 5. Il sole picchiava forte sulle pareti del nostro camper e noi eravamo invece preparati al freddo, così ci siamo svegliati ma una volta allegeritici abbiamo ripreso a dormire di brutto, sole o non sole! Alle 9 ci alziamo e decidiamo che vista la bella giornata e il posto tranquillo e rilassante, oggi lo passeremo qui. Così facciamo e cogliamo l’occasione per rimettere in pari alcune nostre cose. Facciamo una breve giratina verso il fiume dove molti pescatori si stanno cimentando nella pesca con la mosca. Anche dopo mezzanotte abbiamo notato che sul fiume, che scorre proprio dietro il nostro camper, c’erano diversi pescatori in azione.

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La questione della vite del frigo non mi convince e decido di andare alla ricerca di uno scaleo, che molto gentilmente i gestori mi mettono a disposizione. Dopo molte peripezie, considerando anche che lo spazio per rimettere in sede la vite è mini, riesco comunque a rimettere nel suo alloggio la vite e a bloccare il dondolio di tutto il retrofrigo! La cosa mi riempie di orgoglio e mi da tranquillità, che anche Rossella condivide. Ad un tratto il cielo si fa scuro e sembra voglia venire un temporale, ma sarà un falso allarme che però ci ha fatto ritirare le sedie le sdraio e il tavolino e chiudere tutto il camper. Ci apprestiamo alla cena e domani lasceremo questo campeggio molto carino e questo luogo incantevole. La prima meta sarà il museo all’aperto di Alta, con le sue rinomatissime pitture rupestri risalenti anche a 6.000 anni ac. Poi forse prenderemo la strada per Thorso, ma non è detto che domani ci ariveremo, ricordiamoci che il limite molto spesso è di 60 KM/H. Che tutti rispettano, tranne i camions e i bus, che non tengono minimamente conto della poca larghezza della carreggiata.

6 luglio

Prestino, secondo i nostri canoni, lasciamo il camping di Alta e decidiamo di dare una visita alla città. Non è che ci voglia molto!! Anche questa è una cittadina piccola, formata da 3 nuclei che sono stati uniti amministrativamente in un solo comune. Tutto modernissimo. Scopriamo però che la vita della città non è solo all’aperto, ma che anzi i negozi e tutto il resto è organizato in centri chiusi dove si cerca di riproporre le vie e le piazze tradizionali. Ovvio che tale scelta è determinata dal clima che per 8 mesi non permette certo una grande attività all’aperto. Oggi è sabato e notiamo nella piazza principale della cittadina, un mercatino, sami unica attività commerciale all’aperto se si escludono due bar che fanno piangere dato che il freddo costringe i clienti a accalcarsi al sole riparati da maglioni e giacche a vento.

Mentre siamo in uno di questi luoghi interni al chiuso, notiamo i manichini femminili che sono in vetrina. Le taglie e le forme delle bambole sono molto simili alle donne che abbiamo visto dal vivo, cioè giunoniche, grassocce e con la pancetta!!!! Riprendiamo il cammino verso il museo di Alta dove potremo vedere i famosi graffiti rupestri risalenti ad un periodo che inizia circa 6.000 anni ac e va fino a circa i 3.000 anni ac. Molto interessante e anche bella la scenografia in cui si trovano le incisioni, tutte a pochi metri dal mare, essendoci stata qui un città preistorica di cui si notano alcuni resti di abitazioni

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Lasciato il museo, ci dirigiamo verso sud con l’intento di avvicinarci il più possibile a Tromso, che però ci rendiamo conto non sarà possibile raggiungere oggi, data l’ora. Ci diamo una metà più vicina, Nordkjosborn, ma la strada mal messa, la velocità obbligata molto basa in alcuni tratti, ma soprattutto i panorami che si aprono davanti a noi e che ci obbligano a fermate molto ravvicinate, insomma tutto ciò ci fa fermare in un punto della costa in un pezzo di mare molto stretto tra un’isola e il fiordo Lyngen, dopo 4,8 km da Storslett (Nordreisa). Abbiamo fermato il camper insieme ad altri e ci stupisce vedere la neve che ancora resiste e che è alla nostra altitudine dalla parte opposta del canale marino. Cooirdinate N 69°47.484’ E 20°42.256’. Fatti oggi circa Km 210.

Durante il viaggio di oggi abbiamo anche dovuto assistere alla fine di una renna che è stata colpita da un’auto ed è morta sotto il guardrail. La cosa ci ha colpito abbastanza. Passeremo la mezzanotte in questo posto meraviglioso, Domani speriamo di raggiungere Tromso, accorciando di circa 200 km scegliendo il percosro che prevede due passaggi in traghetto.

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Ora andiamo a dormire. 7 luglio Ci siamo svegliati in un ambiente stupendo, con il cielo molto variabile. Siamo gli ultimi a lasciare l’area che non è una vera area di sosta, ma che è anche meglio!! Sul mare all’inizio di un ramo che ci divide da una isola, dove la neve che ancora resiste arriva fino all’acqua. Decidiamo di fare la strada più ovvia per Tromso, cioè tagliare il Katfjorden da Olderdalen fino a Lyngseidet poi arrivare a Svensby e da li in pochi km a Tromso. L’attraversata, specie la prima, ci emoziona un po’. Rossella non si vuole arrendere all’idea che questa acqua è ancora quella del Mar Glaciale Artico, almeno per un po’ ancora, poi sarà Mar di Norvegia. Siamo sempre molto a nord e da adesso comincia il viaggio tra i fiordi. Ci accorgiamo che nel traghetto il riscaldamento è acceso e i termosifoni vanno a palla!! Allora non era una nostra idea da mediterranei…qui fa proprio freddo!!! Noi ci siamo messi le giacche a vento che abbiamo usato a Parigi a dicembre sotto la neve, anche se adesso con un pile in meno. Ma presto ci accorgiamo che gli indigeni non sono da meno, anzi portano anche pantaloni invernali, cosa che noi non abbiamo pensato di portarci dietro. Lo spettacolo di attraversare il fiordo di Katjorden è bellissima, sembra di essere sul lago di Misurina con le cime delle montagne innevate intorno e con i ghiacciai che fanno da corona. Insomma se uno arriva qui, deve prendere questi traghetti, non solo risparmia tantissimi km e fa pari con il costo dei biglietti e il risparmio di carburante (419 + 216 KR), ma si gode anche uno spettacolo della natura difficilmente dimenticabile.

Fatte le traversate riprendiamo la marcia su strada con un sole che fa capolino tra le nuvole. Arriviamo presto a Tromso e decidiamo di fermarci al Camping omonimo, anche se le indicazioni si perdono a cica 2 km e non è quindi facilmente raggiungibile dalle indicazioni. Il Camping non è eccezionale, i servizi sono buoni e anche l’accoglienza e la sala comune con il riscaldamento acceso sono carine, ma le piazzole sono … come dire…approssimative? Si capisce che sta puntando tutto sui bungalow, che infatti sono ben messi e curati. Il prato invece è inesistente e con la pioggia si trasforma in un vero pantano con pozze che rendono impossibile l’uso delle stesse piazzole. Lo scarico è come una promessa di buone intenzioni, mal fatto e incastrato, si incastrato, tra due blocchi di servizi che lo rendono anche difficile da raggiungere.

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Oltre a ciò si riscontarno problemi anche per l’accettazione. Alla reception ci dicono che tutte le piazzole sono occupate o prenotate e che resta una sola possibilità non proprio eccezionale. Decidiamo di accettare e ci ritroviamo su uno slargo della strada del campeggio proprio accanto alle cucine. Il posto decisamente non è il massimo, ma è in pari, cioè senza pendenze. Tuttavia ci rendiamo conto che ci sono moltissime piazzole libere e essendo ormai quasi le 14 di domenica, ci chiediamo chi altro potrà ancora arrivare e chi le avrebbe prenotate?? Così torno alla reception per verificare la cosa, ma mi rispondono che è periodo di vacanze e che oggi arriveranno tutti quelli che hanno prenotato. Boh sarà ma non resto convinto! Chiedo allora se domani potrò avere una vera piazzola e mi dicono che sarà certamente possibile! Resto ancora più perplesso. Insomma alla fine ci sistemiamo e usciamo per andare in città prendendo il bus 20 o 24 la cui fermata è sulla strada principale a circa 500 metri . Piccola corsetta per prendere il bus che arriva alla fermata prima di noi e paghiamo 80 Kr in due, cioè 40 kr a biglietto. Chi dice che a Firenze l’ATAF è cara si merita due ceffoni!!! Arriviamo in centro e cominciamo a soffrire il vento feddo. Anche perché temendo il contrario ci siamo alleggeriti abbastanza, tentati dal solicello che in realtà si farebbe sentire. E’ ora anche di mangiare secondo i nostri stomaci e cominciamo a cercare qualcosa, ma siamo messi malino, perché sono ormai quasi le 15 e oggi è domenica! Entriamo in un locale e chiediamo due panini che vediamo pronti, sembrano di salmone. Appunto sembrano, sono alti 5 cm e non è facile addentarli, ma soprattutto il rosa che vedevamo non è salmone, ma una salsa strana che accompagna verdurine e uova sode. Alla cassiera tuttofare,carina e giovanissima, chiediamo cosa possiamo bere e lei ci risponde con un sorriso che possiamo bere qualsiasi cosa. La provochiamo con due birre…ma no!! Qui solo soft drink o thè e caffè. Lo sapevamo……qualsiasi cosa che voi avete, bisognava dirle…. I due panini non ci danno sazietà e usciti dal locale, sul lato opposto della piazza, tra l’altro carina e che ha una splendida vista sul porto e sulla parte opposta della città, notiamo una PIZZERIA. Saremo anche miserabili italiani, ma la cosa ci attira e ci infiliamo senza remore.

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Il locale è molto carino, il cameriere ci accoglie gentilissimo e con fare molto effemminato ci consiglia cosa chiedere e ci fidiamo. Lui dice che la scelta della pizza al salmone è ottima, ma ne basterà una sola! Aveva ragione, è enorme e simpatiche le forbici per tagliare i pezzi che vogliamo. Qui servono finalmente anche due birre!!! Tomso ha la fabbrica della birra Pilsen!! Ci mangiamo la pizza che non sarebbe nemmeno male, anzi. Ma alla fine tutto quel salmone affumicato un po’ viene a noia. Lasciamo la pizzeria, che all’interno è molto carina,

con molti libri negli scaffali e molte cose vintage, dischi in vinile, e altri oggetti anni ’60 –’70 e ci dirigiamo verso il porto. In pratica una idea della città ce la siamo già fatta a dire il vero perché anche qui non è che ci siamo poi tante cose da vedere e come tutte le città incontarte fin’ora ha una dimensione molto piccola. Interessante il Museo Polare, la casa di Admunsen, e molte abitazioni che sono lungo la via principale. Case dell’ottocento molte delle quali ormai disabitate, ma caratteristiche. Decidiamo di non riprendere il bus per tornare al camping, così attraversiamo il lungo ponte che unisce le due parti della città e che scavalca il porto. Tira vento forte e fa freddo,ma noi non cilasciamo intimidire!

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Così arriviamo dalla parte opposta, dove c’è la bella chiesa moderna che si ispira ad un ghiacciaio.

Da lì cerchiamo la strada per il camping, ma non sarà semplice in quanto all’andata eravamo in bus e non ci ritroviamo. Inoltre Rossella si trova in un complicato frangente…….molto difficile da risolvere al momento se non …..tragicamente! Così in qualche modo arriviamo al camping senza nemmeno passare dal camper, ma fermandoci subito ai bagni. La sera non ceniamo, il salmone ci ha sfamato per tutto il giorno. Domani vogliamo finire la visita della città di Tromso. 8 luglio Ci svegliamo abbasta presto per i nostri standard, sono appena le otto. Piove e fa freddo! Piove e pioverà per tutto il giorno. Decidiamo di non lasciare il camping, ma di spostarci in una vera piazzola. Così facciamo. La giornata passa in completo riposo forzato, piove costantemente e fa freddo. Siamo costretti ad accendere la stufa, mettendo così in serio pericolo le nostre scorte di gas. Le previsioni meteo non sono positive, noi vogliamo spostarci verso le Isole Lofoten, ma non ci vogliamo essere con la pioggia. Domani decideremo cosa fare. Bisogna avere molta pazienza, rischiamo di sciupare il viaggio se ci lasciamo prendere dalla furia, di cui non abbiamo nessun motivo. Una cosa ci sentiamo di dire dopo ormai 23 giorni di viaggio. Ed è questa. Questo è un viaggio molto impegnativo e chi pensa di farlo in un mese secondo noi non ha idea di ciò che significhi. Arrivare fino a queste latitudini e fare 900 KM al giorno non ha senso e non serve perché non si avrebbe la possibilità di cogliere ciò che la scandinavia offre. Inoltre bisogna anche mettere nel conto che il meteo non è certo quello mediterraneo e capitare in un periodo, come quello che sta cogliendo noi, di pioggie anche per più giorni continui è un’altra delle cose da mettere in conto. In tal caso non solo la guida su queste strade può essere anche pericolosa, ma non si riesce a vedere i colori e le sfumature che questa natura offre. Conviene fermarsi o rallentare nella speranza che passi il maltempo.

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Insomma questo viaggio si può fare in due modi: uno è quello di chi vive alla giapponese, due foto qui e due la e nemmeno sa cosa ha visto. L’altro modo è quello di cogliere l’occasione per entrare in contatto con la natura e con i luoghi che attraversi. Va messo anche in conto che la Norvegia è molto cara e quindi esserci è una cosa, passarci è un’altra, nel senso che dato che spendi molto comunque, non ha senso farlo solo per macinare Km e Km. Abbiamo letto molti diari di bordo di equipaggi che hanno fatto questo nostro itinerario, non riusciamo a comprendere come lo si possa gustare in 25 – 30 giorni. Insomma è un viaggio molto complesso anche per via del tempo necessario a farlo. O si è liberi da altri impegni o meglio pensare a mete diverse. Noi siamo in marcia dal 15 di giugno e molti nello stesso nostro tempo sono arrivati a Capo Nord e tornati a casa. Bravi. Ma a noi non ci serve il certificato di essere stati fin lassù. 9 Luglio Appena svegli smette di piovere, l’ha fatto per tutta la notte. Meno male che ieri sera abbiamo messo un plaid sopra al piumotto del letto pronto. Senza la stufa accesa, ancora non sappiamo se e come possiamo comprare una bombola di gas e quindi ci andiamo piano, senza stufa appunto sarebbe stata dura, ma con il plaid in più abbiamo dormito di sasso. Non piove quindi andiamo in centro a piedi. Rifacciamo il pontone che unisce le due parti di città e subito abbiamo una piacevole sorpresa….la stessa città vista domenica oggi era completamente diversa. Un casino di gente in strada e tutti i negozi aperti e perfino un mercatino nella piazza principale. Molto vivace e carina Tromso.

Visitiamo il duomo cattolico e quello protestante. Piccolini entrambi e di legno naturalmente. Il primo ci colpisce per la sua semplicità e i colori inconsueti così chiari per le chiese cattoliche, l’altro per la sua gioiosità interna. Ci sono tavoli per pranzare e anche spazio per i piccoli che vogliono giocare!! Poi una capatina al mercatino dove acquistiamo un berretto per Rossella,

a proposito il freddo lo sentono anche i locali che sono vestiti più pesanti di noi, tipo noi in montagna a dicembre per capirci. Ci viene da pensare come si vestono loro a dicembre!!! Alla fine della mattinata ci viene naturalmente fame e decidiamo di cercarci un locale che ci piaccia, così alla fine vediamo l’insegna di Emma’s ed entriamo.

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Subito appare ben sistemato, tutti i tavoli meno uno sono occupati, ma dopo poco si alza una coppia e noi chiediamo di essere sistemati in quel tavolo perché è sulla vetrina e vediamo bene il passeggio esterno. Ci accontentano subito e mentre ci mettiamo a sedere notiamo che il calorifero sotto la finestra è in funzione e il suo tepore ci da molta sodddisfazione. Ordiniamo due piatti di gamberetti freschi con salsine e due bicchieri di vino bianco di cui conosciamo bene il vitigno,…………….aromatico. Poco dopo però il gentilissimo cameriere ci viene a dire che i gamberetti sono disponibili solo per una porzione. Ordiniamo allora un piatto di salmone cucinato con salsa. Mentre attendiamo notiamo che un furgone si ferma davati al negozo e un inserviente porta una scatola con del pesce. Abbiamo il sospetto che siano arrivati anche i gamberetti per la seconda porzione. Infatti dopo poco il cameriere ci viene a dire che, se vogliamo, adesso anche per il secondo piatto ci sarebbero i gamberetti, ma preferiamo confermare l’ordine ormai modificato. La cosa che ci riempie di orgoglio è che tutte queste conversazioni avvengono in inglese e ci capiamo perfettamente. Al momento di esssere serviti, subito siamo contenti di come presentano i piatti e di come sono ben serviti. Ottima scelta e ottima cucina. Alla fine ci facciamo servire anche due torte e due caffè. Al momento di uscire notiamo nell’ingresso del locale una foto con la ragazza che ci ha servito e Hillary Clinton,, mentre era ministro degli esteri USA, ed accanto una lettera da lei sottoscritta ed inviata da Whaschinton con elogi alla cucina del ristorante. Caspita, senza saperlo dove siamo capitati!! Fa sempre freddo e ormai non abbiamo molto altro da vedere e così decidiamo di riattraversare il ponte alla fine del quale entriamo nella famosa cattedrale del Nord, una chiesa degli anni ’80 in stile moderno. Viene molto decantata da tutte le guide e notiamo che sono molti i bus di turisti che qui vengono accompagnati. Entriamo, ma dobbiamo pagare 40 Kr a testa. Poco dopo di noi altri 3 italiani ci seguono e sentiamo che fanno notare alla cassiera che non sono pochi 40 Kr per entrare. Ci avviciniamo ed esprimiamo anche noi il disappunto non tanto per il prezzo del biglietto, quanto magari per il fatto che non ci sia proprio nulla da vedere di così prezioso, se non una vetrata famosissima ma che in realtà non ha proprio nulla di così bello e prezioso.

Da li andiamo poi al campeggio e concludiamo così la nostra sosta a Tromso, forzata dal maltempo di ieri. In effetti Torso, la così decantata Parigi del Nord, pur essendo interessante per mille aspetti storici e geografici, non contiene grandissime cose da vedere e se si riesce ad arrivare al mattino, alla fine del pomeriggio la si è già tutta visitata. Purchè non sia un giorno festivo!! Ovvio che con ciò si esclude la visita al museo del Polo, che immaginiamo interessante ma di cui ci siamo privati senza particolari pensieri. Domani cercheremo di avvicinarci più possibile alle Isole Lofoten. Domani sarà anche il compleanno di Rossella.

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10 luglio Lasciamo il campeggio senza troppi rimpianti, il perdurare della pioggia lo hanno reso simile ad una palude. Fa molto freddo e abbiamo terminato una delle due bombole di gas. Poiché la situazione meteo ci fa temere ancora giorni di freddo, decidiamo di apprifittare di essere in una città importante e ci diamo da fare per rifornirci del combustibile. La questione gas ci prenderà per tutta la mattina e anche un po’ oltre. Ci rimbalzano da un luogo ad un altro, perché come immaginavamo fin dalla partenza, non è semplice adattare il sistema italiano a quello nervegese avendo le rispettive bombole attacchi completamente diversi. Noi ci eravamo premuniti acquistando a Firenze tutta la serie degli adattatori che avrebbero dovuto garantirci per ogni paese di Europa, ma la cosa si è rivelata un puro sogno. Infatti nessuno degli adattatori che ci hanno fornito e che viene commercializzato dalla Fiamma, serve allo scopo. Un benzinaio dopo averci aiutato molto carinamente nel capire cosa avremmo dovuto cercare, ci indica un grossista specializzato in attacchi del gas. Ma pure li non hanno ciò che cerchiamo. Alla fine ci dicono di andare in un luogo dove ricaricano le bombole e dovrebbero avere anche l’adattatore per ricaricare la nostra bombola italiana. La cosa ci convince molto, anche perché renderebbe l’operazione molto conveniente. Ma dopo aver con qualche difficoltà rintracciato il posto dove fanno queste operazioni, sebbene il tipo incaricato ci abbia assicurato che non ci sono problemi e che sa lui come fare, la cosa non si presenta così semplice. Il tipo con grande buona volontà si da un grand’affare e arriva anche a modificare con una mola il suo adattatore, ma alla fine deve rinunciare perché l’impanatuta è di poco diversa. Rinunciamo anche noi e ci dirigiamo verso la meta di oggi, che è pure il compleanno di Rossella. La meta sarebbe di raggiungre almeno il fiordo di Ofotfjorden e così ci proviamo anche se i limiti di velocità e i continui lavori non ci aiutano molto. Durante il percorso notiamo un grande rivenditore di camper, con annesso market per ricambi vari. Ne approfittiamo anche perché proprio li accanto c’è anche un distributore shell che vende bombole di gas. Entriamo nel market e illustriamo il nostro problema e chiediamo al commesso se hanno questo maledetto adattatore per le bombole italiane o in alternativa qualcosa che ci permetta di collegare le bombole norvegesi con il nostro impianto, ma dopo aver girato per il magazzino non ci sa dare nessuna risposta positiva. A quel punto mi viene però in mente una cosa. Cioè se la Truma vende in tutta europa il secur movie e il relativo meccanismo scambiatore di bombole tra vuota e piena, venderà anche il relativo tubo che collega la bombola con il meccanismo. E se qui hanno bombole diverse sarà diverso anche l’attacco della Truma. Così chiedo al tizio se hanno l’allaccio bombola norvegese con il secur movie della Truma e lui mi dice di si. RISOLTO. Compriamo il tubo con il relativo attacco norvegese e poi compreremo la bombola norvegese. Era l’uovo di Colombo, ma nessun gasista ci ha pensato. Un problema resta, costo del tubo 275 KR, costo della bombola piena di propano puro, 1119 KR !!!! Forse mi renderanno il costo del vuoto, ma non è certo. Inoltre la mia bombola italiana vuota non la ritira nessuno così dovrò (per il momento) sistemarla nel cavone tra le seggioline e altri maledetti aggeggi. In ogni modo ora siamo tranquilli e potremo scialare con il gas, male che vada potremo sempre ricomprare la bombola piena, questa volta senza il costo del vuoto!!! Dopo aver fatto tutti i collegamenti nuovi e sistemata la nuova bombola, riprendiamo la strada e arriviamo verso le 19 in un posto da sogno. Siamo vicinissimo a Evenes (Evenesveien) coordinate N° 68° 27.501’ E 16° 42.174’ in un campeggino mini, sul mare del fiordo. Siamo solo noi e due roulotte senza equipaggio, evidentemente di domenicali. Non c’è nemmeno nessuno che fa da reception, tutto self service o quasi. Ci sono delle istruzioni sulla parete della casa che assicurano che prima o poi passerà l’addetto per risquotere le 150 KR a notte, luce acqua e WC inclusi.

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Appena sistemati, ci diamo da fare per preparare un piatto di spaghetti al tonno che mangeremo accompagnati da uno spumante di valdobbiadine, Carpenet Malvolti, che ho portato da casa per l’evento, cioè il compleanno di Rossella. Immaginavo che non sarebbe stato facile far combaciare il compleanno con un posto dove trovare anche un locale adatto al pranzo o alla cena. Appena impiattati ci bussano alla porta del camper … è l’addetto per la riscosione, cioè un ragazzino che ci da il benvenuto e ci chiede lobolo: Tempismo perfetto!!!!!

In ogni caso siamo molto contenti, abbiamo visto durante il tragitto una così tale abbondanza di paesaggi diversi che solo a ricordarli ci vuole un giorno. Montagne e ghiacciai, foreste immense, laghi e fiordi, fiumi e cascate, paesini di ogni dimensione e cieli di ogni colore possibile, dato anche la variabilità che il meteo ci sta assicurando. La temperatura è scesa in alcuni momenti a 7°!! Il vento al momento è ancora forte e sebbene sia moloto luminoso, il cielo è pumbleo e le nubi coprono anche oggi il sole di mezzanotte. Andiamo a dormire sereni perché non avremo il timore del freddo, risolto il problema gas. Lo spettacolo che vediamo dalla finestra è bellissimo, il fiordo è increspato dal vento e la marea sta montando.Domani mattina visiteremo il paesino, 4 case e una chiesetta. Speriamo che il vento cacci via le nubi e che il sole torni a dare colore a questo posto così incantevole anche in bianco e nero. 11 luglio (inizio LOFOTEN) Prima di lasciare il Camping Evernet, ci vogliamo render conto meglio di dove siamo e così decidiamo di andare verso le case che vediamo e da cui eravamo arrivati ieri. 3 edifici!! Due sono sicuramente inutilizzati come abitazione e il terzo, quello che meglio vediamo dal camper non capiamo se sia una scuola o cos’altro. Poi ci sono alcune case sparse e una grossa fattoria, mentre verso il mare sulla sinistra vediamo un molo che sembra fatto solo per permettere al piccolo traghetto per sole persone di attraccare. Molto vicino c’è l’aeroporto. Il mare è stupendo. Mentre torniamo al camper un gregge di pecore ci viene incontro di corsa al suono delle loro campane al collo. La cosa stupenda è il cane bianco e nero a pelo lungo, che corre come un matto per dare la giusta direzione al gregge. Partiamo verso Svolvaer che dista circa 170 km. La strada diventa sempre più spettacolare. Attraversiamo un ponte sospeso che unisce le Lofoten alla terraferma. Molto ardito e dal ponte si vede un panorama mozza fiato con isole e isolette che arrivano fino verso l’orizzonte in mare aperto. La strada prosegue verso la meta tra fiordi, montagne innevate, paesini minuscoli, laghi, fiumi e cascate. Ci sarebbe da fermarsi ogni 5 minuti!! Ad un tratto non sappiamo più distinguere se siamo in montagna tra laghi o sul mare. Sinceramente diventa molto difficile orientarsi. Attraversiamo un tunnel e vediamo che mentre noi entriamo una nave sta entrando nello stesso spazio…. Il tunnel è sottomarino!

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Attraversiamo paesi di pescatori di pochissime case in un traffico molto scarso che se non fosse per il grandisssimo numero percentuale di camper sarebbe praticamente nullo. Arriviamo a Svolvaer. Cerchiamo un punto per la sosta e alla fine lo troviamo in riva al mare, o meglio un’insenatura che ha il compito di porto secondario, molto carino. Siamo dietro al centro insieme ad altri camper di cui uno italiano con cui scambiamo alcune parole. Andiamo in Sentrum, come scrivono qui, che è praticamente al porto. Facciamo un giro e possiamo conoscere le principali cose della cittadina che è la più grande di tutto l’arcipelago. Il paese era fino a pochi anni fa un luogo di pescatori e la commercializzazione del merluzzo era l’unica fonte di ricchezza. Negli ultimi decenni lo sviluppo turistico ne ha radicalmente modificato lo schema economico, ma a nostro parere anche completamente trasformato l’aspetto urbanistico, infatti esiste una concentrazione di centri commerciali esagerata e concentrata in pochi metri, e le vecchie abitazioni sono state sostituite da costruzioni modernissime che ospitano hotel e ristoranti. Di cui 3 italiani, Fellini, Milano e Bella Italia. Ci sarà un motivo? A dire il vero tutto questo splendore tanto decantato in ogni pubblicazione non lo si nota, anzi ci sembra di stare in una delle zone maggiormente degradate della nostra cara Italia. Ovvio che non si parla delle bellezze naturali che sono e restano intatte e bellissime, ma della cittadina in se che non da, almeno a noi, particolari emozioni. Fa freddo e il tempo si mantiene incerto. Poi scopriamo che qui sempre la temperatura estiva sta intorno ai 12 ° anche se ci sono 24 ore di sole. Ecco perché nel bar dove consumiamo due birre ci sono le stufette accese e ogni sedia ha una coperta di lana!! Torniamo al camper dove ceniamo e dove facciamo il programma per domani. 12 luglio Porca vacca!! Piove anche oggi. Non solo, le nuvole sono così basse che non vediamo nulla oltre i tetti delle case. Cominciamo ad imprecare decisamente…..siamo ormai oltre il circolo polare da almeno 15 gg e una bella giornata serena intera non l’abbiamo ancora avuta. E’ vero che qui si sa che il tempo è “nordico”, ma viene da chiedersi come hanno fatto a fare tutte quelle belle foto con tanto sole che mette allegria solo a vederle? Insomma un viene quassù, in uno dei posti più belli della terra, almeno così dicono le guide e i diari di bordo letti da internet, e vorrebbe poter verificare se le cose sono proprio come descritte. Si perché con la giornata di oggi non potremo certo andare dove pensavamo, dove ci viene decantato uno dei posti più belli del viaggio, rischiamo di non vedere nulla. Con una certa dose di nervosismo, decidiamo di provare a restare dove siamo e passare la giornata nella cittadina. Il vantaggio è che non spendiamo nulla per la sosta, ma sinceramente preferiremmo pagare qualcosa per avere un poco di sole!!!!!! A propsito la Norvegia è carissima. Tutto costa molto più che nel resto d’europa, perfino più cara della Germania. 13 luglio E’ piovuto tutta la notte e stamani le nuvole sono così basse che le antenne della tv sui tetti si fa fatica a vederle. Poi un o’ si apre e decidiamo di cogliere l’occasione per cercare acqua, che staiamo finendo, e di tentare di scaricare il wc se vediamo attrezzature specifiche. Così mettiamo in moto e lasciamo il nostro posto sosta e andiamo verso Storvagan che dista pochi km da Svolvaer. Nonostante la caccia, non troviamo ne acqua ne wc per Camper. Ci fermiamo a Storvagan e, dopo aver pagato il biglietto con 40 kr a testa, entriamo in un posto molto ben messo, sia dal punto di vista geografico che architettonico. Purtroppo piove, una pioggerellina fittissima e insistente che non te ne accorgi, ma ti bagna tutto. Entriamo dopo aver visto alcune foche nell’acquario che si divertono come pazze a inseguire le mani dei bambini che le agitano davanti agli oblò della vasca. All’interno il luogo è veramente molto ben messo. Si nota subito che è molto didattico e che tutto è

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studiato verso i bambini e i ragazzi, ma nonostante ciò è veramente molto interessante. Si pussono vedere un’infinità di pesci e di esseri viventi del mare in ambienti che seppur artificiali riproducono in maniera olto realistica l’hambient delle forme di vita che qui sono presentate. Colpisce subito la temperatura dell’acqua, che sebbene le finestre siano composte da spessi vetri, questi si appannano moltissimo, segno evidente del fatto che la temperatura del mare deve essere molto bassa, come del resto è quella di questi mari, sebbene bagnati dalla corrente del Golfo, che come si vede bene in una riproduzione animata, si spinge fino a Nordkapp e li perde la sua potenza e finisce. Insomma, molto ben fatti anche i video, molto interessanti quelli fatti sulla pesca e quindi vale sicuramente la pena farci una visita, anche per comprendere meglio la storia di queste isole e ciò che sta accadendo da alcuni anni. Non solo per via del turismo, ma anche, come viene ben descritto in un settore dedicato, in conseguenza degli enormi giacimenti petroliferi e di gas naturale. Non si è ben capito, ma ci è parso di intendere che di fatto la shell abbia l’esclusiva sui giacimenti e se così fosse sono anche comprensibili alcune vicende politiche che hanno visto modificare gli equilibri interni della Norvegia. Lasciato l’acquario, ritorniamo verso Svolvaer, sempre cercando una fonte di acqua e un luogo dove poter scaricare il nostro wc. Alla fine ritorniamo nel solito preciso posto che avevamo lasciato ore prima, senza aver risolto nessuno dei nostri problemini. La giornata passa tra una pioggia e una schiarita e noi facciamo la nostra ormai consueta visita al Bacalao dove, in attesa dell’arrivo del postale, ci beviamo le nostre due birrette. A sera il cielo si apre un po’ e forse c’è la speranza di poter avere un mutamento del tempo. Vedremo 14 luglio Ci svegliamo presto stamani, sono le 7,30 e c’è il sole. Così in fretta decidiamo di lasciare Svolvaer e di approfittarne per visitare le altre isole verso sud e i loro splendidi paesaggi e paesini. Ci dirigiamo verso Kabelvag, paesino medioevale, con una pregievole piazza lastricata dove termina la lingua del mare che tra una curva e l’altra arriva fino a qui. Il paesotto è vuoto, ma ormai lo sappiamo che la domenica non c’è nessuno in giro e che i negozzi sono tutti chiusi, o quasi. Prima del paese ci fermiamo per ammirare la più grande chiesa in legno delle lofoten e forse della Norvegia. Purtroppo è chiusa, perché oggi apre solo alle 12,00 essendo domenica!!!! Da qui alla stagione della pesca al merluzzo, partono in processsione i pescatori prima di affrontare la lunga e fredda stagione dei merluzzi. A proposito, scopriamo che l’Italia in assoluto è il primo importatore dalla Norvegia di stoccafisso e baccalà. Proseguiamo sempre con il sole verso Henningsvaer, paese di pescatori dove dobbiamo sostare prima del paese in un parcheggio già abbastanza pieno di camper. Il parcheggio è gratuito. Subito il pase appare molto strano. Si potrebbe dire che le case si affacciano allineate da entrambi i lati del corso principale, ma va specificato che il corsoprincipale è il porto che anche qui segue l’insenatura profonda che il mare fa e che diventa qui il porto del paese. Le case, che si chiamano rorbu, sono costriute su palafitte e appoggiano solo da un lato sulla terraferma. Chi vi abita di solito usa ilsuo affaccio sull’acqua come punto di ormeggio per la barca, che sia da pesca o da diporto. Ci piace molto, anche per i colori che il sole esalta, ma che sono studiati per stagioni buie e gelide, in cui colori così sgargianti contrastano che il grigiore diffuso del cielo e del mare. Si fa così ora di pranzo e dopo aver visionato ciò che più ci gradiva, ci fermiamo in un locale molto carino e ben messo sull’aqua, cioè sul porto. Il locale è il Fiskekrogen. Ordiniamo due piatti di bacalao, ci sembra impossibile non averlo ancora assaggiato qui. Una birra per Rossella e una birra analcolica per me, che devo guidare.

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Il posto è veramente molto carino e soprattutto ci fa piacere poter godere del calore che troviamo al suo interno, non solo calore umano , ma anche calore fisico, dato il freddo che al contrario fa fuori. Finiamo di pranzare con una fetta di torta di mele e una tazza di caffè. Il bacalao molto buono, cucinato in modo strano per noi, ma buono. Una specie di minestra, infatti ci consegnano anche due cucchiai. Finito paghiamo e usciamo con 811 kr in meno. Buono si ma decisamente troppo caro per ciò che abbiamo mangiato. Ma si sa qui i prezzi sono questi e si riconferma che la Norvegia è molto cara. Purtroppo il sole non c’è più. Decidiamo comunque di andare ancora verso sud, cioè indirezione di A. Passiamo da Stamsund, seguendo i consigli di guide e racconti. Purtroppo le nuvole si fanno sempre più fitte e non ci possiamo godere come meriterebbe il tragitto di strada che facciamo lungo il mare. Veramente bellissimo, e sempre più si conferma che qui si possono ammirare scorci e panorami che mai ci si possono immaginare. Ma senza sole ci sembra di perdere qualcosa, invece no. Le Lofoten sono così, aspre e dure e la luce del sole è un’eccezione. Come sempre dopo un poco si perde la percezione della realtà e non sappiamo stabilire se siamo su laghi o mare, ma ci aiuta il segno della marea, che ovviamente sui laghi manca. Il paese di Stamsund non merita nemmeno due parole, rispetto a ciò che già abbiamo visto, così proseguiamo e ritorniamo dall’altra parte dell’isola fino a ritrovare la E10, mitica strada che fa da riferimento a chi si avventura in questi luoghi. Ora il tempo peggiora decisamente, il vento si fa forte e la strada sempre più stretta. Inizia a piovere anche fitto. Così arriviamo a Flakstad sotto una bufera di vento e pioggia. Poco dopo la vista di un campeggio sul mare, a Ramberg, ci procura la stessa senzazione che provano i marinai quando in un fortunale riescono a trovare un approdo. Ci fermiamo e ci sistemiamo sotto la bufera. Insieme a noi altri due camper di Bologna si fermano nella tempesta. Il campeggio è piccolo ma carinissimo si affaccia su una spiaggia di rena bianchissima in una baia molto larga. Passata la bufera, a mezzanotte solare (le 1,00) possiamo ammirare il sole dalla spiaggia e ciò ci ripaga del maltempo subito prima. Domani le previsioni meteo non sono buone, ma a giudicare da ciò che vediamo adesso sembrano sbagliate. Se fosse bello termineremo il nostro percorso interrotto oggi, verso A. Dopo vedremo, forse ci imbarcheremo qui verso Bodo, altrrimenti ripercoreremo a ritroso il percorso già fatto, ma se il mare ce lo consente, sarebbe molto meglio poter attraversare anche se occorrono 5 ore di traversata. Se invece le previsioni sono esatte, aspetteremo qui il bel tempo atteso per martedì o mercoledì. Buona notte 15 luglio Le previsioni sono invece esatte e cade una pioggerellina fitta fitta. Non volendo fare la stessa espereinza di ieri, decidiamo di passare la giornata qui, così fanno anche i due equipaggi di Bologna. Come sempre a mezzanotte il sole fa capolino tra le nuvole ed ormai è molto basso all’orizzonte. Domani vedremo. 16 luglio Ci svegliamo presto perché c’è un sole mai visto qui alle Lofoten! In un tempo per noi da record mondiale, cioè in circa 2 ore, siamo già in strada verso A.

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Non sappiamo dire se è per il sole o per il fatto che questi panorami sono veramente eccezionali, ma ciò che vediamo qui non ha confronti con ciò che abbiamo visto sino ad oggi. Non sono i paesini, che sarebbe più giusto definire semplicissimi villaggetti di 4 – 5 case, piuttosto la natura che li circonda e la costa che stiamo percorrendo. Le alte montagne che strapiombano sul mare e i fiordi stretti con le insenature che arrivano fino a moltissimi metri nell’entroterra con larghezze molti piccole in fondo alle quali sempre c’è un villaggetto di case su palafitte che funge da approdo alle barche dei pescatori. Vediamo anche un magazzino di stoccafisso, del quale percepiamo il puzzo a centinaia di metri. Dopo aver percorso altri km molto lentamente a causa della strada strettissima e dei lavori in corso, arrriviamo ad A. Il tratto di strada percorso ancora una volta stupisce per il suo fascino. Gli isolotti che altro non sono che le cime di montagne subacque più basse di altre, si inseguono fino all’orizzonte e a volte segnano l’inizio di fiordi. A è un piccolo villaggio di pescatori, ma adesso siamo nella stagione turistica e si vede! Arrivano qui anche bus di crociere che scaricano decine di turisti. Anche di italiani e così scambiamo due parole con dei ragazzi che dicono di essere disperati perché nessuna foto o video riuscirà a riproporre le senzazioni e le immagini che stanno vedendo. La stessa nostra senzazione. Pranziamo ad A approfittando di un baracchino improvvisato messo su da un ragazzo. Non sappiamo esattamente cosa abbiamo mangiato, la parola chiave era halm, ma di vitello c’era ben poco….un pezzo di carne rosso come il fegato. Boh! Il villaggio è molto piccolo ma molto carino e ripropone il classico villaggio di pescatori delle Lofoten. Visitata A, riprendiamo la strada verso nord ma abbiamo deciso di non affrontare le 5 ore di traversata verso Bodo perché il mare balla molto. Così ripercorriamo la strada verso Slovaer. Approfittiamo con il sole di visitare anche la chiesa di Kabelvang, in legno. E’ la più grande dell’isola e una delle più grandi di tutta la Norvegia. L’interno non è preziosissimo, ma molto curioso. Su una parete ci sono 3 foto, una del 1905, una del 1998 e l’ultima del 2010. E’ curioso vedere le differenze. La prima si vedono in primo piano e fino a più di metà chiesa solo uomini e un paio di vecchie signore, probabilmente vedove illustri. Tutti sono vestiti a festa e si capisce bene che si tratta di una solennità importante, le donne sono confinate nelle ultime file e la chiesa è stracolma. Nella seconda i sessi sono mescolati e si riconoscono le coppie di marito e moglie e le famiglie con i figli, tutti vestiti senza troppi sfarzi. I posti sono più radi. Nella terza i posti sono molto radi e le persone presenti vestono normalmente e non sembra ci sia una aria di festa o di cerimonia importante. Si deve sapere che in questa chiesa si celebra una cerimonia bene augurante il giorno che viene dato il via alla stagione di pesca al merluzzo, quando tradizionalmente i pescatori sfilano in processione partendo proprio da questa chiesa. E’ evidente il passare dei tempi e le foto dimostrano come questa attività, sebbene ancora molto importante per l’economia delle isole e della Norvegia, abbia perso con il passare degli anni molta della manodopera di una volta, che si è riversata verso altre forme di lavoro. Dal settore turistico, qui si ha stagione anche in inverno e si pratica lo sci di ogni tipo di disciplina sia discesa che di fondo, ma anche verso le vicine risorse petrolifere del Mare del Nord. Arriviamo all’imbarco di Slovaer e notiamo un camper in coda, il giorno prima abbiamo visto una coda lungissima. Ci rivolgiamo al tizio del camper che è olandese. Non ci sono segni di servizio ne’ informazioni chiare e persone a cui chiedere. Ci convinciamo, da un foglio scritto solo in norvegese, che alle 18,30 partirà il traghetto per Stutvik e così, dato che l’attesa è di meno di un’ora, ci fermiamo. Nel frattempo arriva una roulotte e un camper di norvegesi. Alle 18,30 nessun traghetto appare all’orizzonte. Così con l’olandese

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ci riproviamo ad interpretare il foglio (unico) e decidiamo che 18,30 era la partenza da Stutvik, ma che alle 20,30 arriva e parte il traghetto. Ok ormai che vuoi fare aspettiamo. Alle 20,30 arriva un traghetto, un po’ scalcinato per la verità, ma che vuol dire….però i norvegesi dietro a noi lasciano velocemente la coda e se ne vanno via dal porto. Iniziano a salire alcune auto che erano in coda su un’altra corsia e appena finite di salire, chiusura della sbarra e partenza immediata del traghetto….l’olandese dinanzi a noi viene con gi occhi sbarrati verso il nostro camper e sbigottito ci chiede che stia succedendo. Non esiste nessuna risposta se non che quel traghetto non andava dove noi pensavamo e che non resta che attendere le 6,30 di domani mattina. Salutiamo l’olandese e decidiamo di seguire i norvegesi, che evidentemente stanno andando verso un porto più a nord, Lodingen, per prendere l’ultima possibilità di traghettare ed evitare così il lungo giro via Narvik. In circa un’ora e mezza arriviamo, sotto un cielo che cambia mille colori e mille situazioni, compreso uno splendido arcobaleno visto alle ore 22,00 e con panorami ancora una volta stupendi, arriviamo si diceva a Lodingen, dove al porto ritroviamo appena giunti i due norvegesi, ormai compagni di sventura. Ci accodiamo. Poco dopo un giovane inserviente si avvicina a tutti coloro che sono in coda e dopo aver parlottato con ciascuno alla fine giunge anche da noi. Non era, come facilmente avevamo intuito, il bigliettaio, ma semplicemente stava tentando di non fare incavolare nessuno, ma doveva spiegare con il sorriso stampato sulle labbra, che il traghetto avrebbe saltato una corsa a causa di un problema di gas a Bognes, porto di arrivo, e che quindi avremmo potuto lasciare il porto solo alle ore 00,05! Dato che la tratta prevede un’ora di navigazione, saremmo arivati a Bognes, sulla terraferma cioè, non prima delle una. E’ vero che qui non fa mai buio e che il sole ancora un po’ c’è, ma pensare di arrivare a quell’ora e dover poi trovare una sistemazione per dormire ci fa desistere e decidiamo di trovare in paese un posto per la notte. Seguiamo i norvegesi che anche loro evidentemente hanno fatto lo stesso ragionamento. Scelta giusta, l’unica da almeno 5 ore! Infatti dietro il porto esiste una area sosta camper ben attrezzata con luce scarico carico docce e quant’altro, che alla modica cifra, per qui ovvio, di 20 € cioè 150 Kr, ci permette un sonno veramente tranquillo. Il pagamento viene effettuato self service. La posizione dell’area è carinissima, sul retro del porto per i diportisti da un lato e sul mare aperto dall’altro. Mentre sistemiamo il camper, un tipo di una roulotte mi fa gesti di amicizia e quindi anche io rispondo, facendo capire che una serie di contrattempi così con i traghetti non era pensabile in un posto come la Norvegia, ma mentre parlo mi rendo conto che il tipo, che continuava a sorridere e ad ammiccare alla targa del camper, a Firenze e all’Italia, non era chi io pensavo, cioè il norvegese con la roulotte, ma un semplice camperista che conosceva la nostra città e voleva solo dirci che era felice di vedere li dei fiorentini. Realizzata la cosa non sapevo più come uscirne, tra l’inglese approssimativo e l’imbarazzo della situazione di incomprensione, tra lui che sorrideva ma non capiva e io che parlavo senza sapere cosa stessi dicendo, non mi è rimasto altro da fare che chiudere con un sorriso da ebete e salutare. Ciò fatto si conclude la giornata che per colpa di un attimo di indecisione, se a Svolvaer non avessi creduto all’olandese e avessi, come fin dall’inizio pensato, di proseguire subito per Lodingen, avremmo risparmiato un giorno intero di viaggio. Ma tanto noi abbiamo tempo!!!!! 17 luglio (Fine LOFOTEN) Svegli alle 8,30. Sul traghetto (finalmente) alle 10,30 che non ci accorgiamo nemmeno che già è partito. Costo traversata KR 527 = € 68,51.

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La nave viaggia velocissima e sente pochissimo il mare che per il vento ha una bella onda lunga, ciò non ci procura nessun effetto negativo. Dal ponte, imbacuccati come sul Monte Bianco in inverno, vediamo che le Lofoten si allontanano sempre più e che alla punta sud verso A appaiono baciate dal sole, mentre qui il cielo è coperto. Sbarchiamo e prendiamo verso sud la E6. L’idea è di avvicinarci più possibile a Trondheim che da qui dista oltre 850 km. Mentre percorriamo la E6 il cielo si fa sempre più sereno, fino ad essere completamente limpido con un sole stupendo. Pensiamo che la maledizione della perturbazione atlantica con minimo barico posizionato a pochi km a ovest delle Lofoten sia terminata. Il sole contribuisce a rendere bellissimo il percorso, con anche qui visioni incantevoli. La strada sale e scende, ora siamo sul mare, su un fiordo, poi siamo lungo un lago in montagna con neve e ghiacciai, poi ancora lago, ora …ora non si sa più cosa sia. Purtroppo il limite di velocità imposto (quasi sempre 70) e il limite ragionato, la strada a volte stretta e tortuosa, con buche anche sensibili, non permette di percorrere molti km. Così arriviamo al Circolo polare, che riattraversiamo dopo 19 giorni. Durante la strada di oggi il tempo ripeggiora, e al Circolo piove e fa di nuovo freddo, anche se va detto che siamo in montagna. Qui non è come in Finlandia, a Rovaniemi, e non hanno creato nulla di simile, anche se va detto che pochissimi km prima c’è un centro abbastanza ben strutturato per il turista che è la sede del parco nazionale polare norvegese. Noi tiriamo di lungo e non abbiamo idea di ciò che realmente li si possa vedere. Riattraversare il circolo polare artico in qualche misura ci crea una specie di malinconia. L’idea di non poter più rivedere il sole a mezzanotte, e piano piano ritornare nelle notti scure ci fa pensare che in quanche modo il viaggio sta cambiando fisionomia, Insomma stiamo andando verso casa, anche se ancora lontana sia nel tempo che nello spazio. Sotto una pioggia quasi incessante arriviamo a Mo I Rana, dove decidiamo di fermarci per la…. notte che sarà un poco più scura di quella di ieri. Il campeggio non sarebbe male, come al solito pulitissimo, con servizi di ogni tipo. L’unicoproblema è che l’acqua che è venuta giù ha reso il prato simile ad una risaia in qualche punto e anche noi facciamo una po’ di fatica a non infangarci con il camper. Ma le nostre ruote gemelle del transit Ford ci sanno liberare senza troppa fatica. In ogni modo ci sistemiamo bene e dormiremo meglio. 18 luglio Lasciamo Mo I Rana verso le 10 e riprendiamo la E 6 verso sud. Il tempo è sempre brutto e piove molto spesso lungo i circa 500 km che faremo per raggiungere il Campeggio di Trondheim. Il Flakk Camping. Il percorso di oggi non segna particolari interessi. Una tappa di puro trasferimento, lunga e con i soliti limiti di velocità imposti dalla strada stessa. Mangiamo in uno snack, dove una famiglia di turchi ci serve un chebab addomesticato ai gusti indigeni, che di chebab non ha nulla, ma che data la fame comunque svolge la sua funzione. Il tipo che sembra il capo ci regala le patate fritte. Arriviamo al campeggio verso le 19. Carino anche questo, come lo standard ormai ci ha abituati. Completamente erboso, senza un albero per eventuali ombre (non servono), servizi ottimi, sul mare. Come tutti offre collegamento WiFi. Ci fermiamo a 3 metri dal mare (fiordo Trondheimsfjorden), proprio accanto all’imbarco del traghetto che taglia il fiordo. Ci fermeremo qui almeno 3 giorni. Abbiamo bisogno di fare bucato e di approfittare dei vari servizi.

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Domani forse non pioverà, ma non ci sarà il sole. Ma prevediamo una giornata di sosta in campeggio per rimettere in ordine diverse cosette. Notiamo che la sera è più buia ma non sappiamo se dipende dalle nuvole o dal fatto che siamo già più in basso. Inoltre abbiamo la senzazione che rispetto a 3 settimane fa circa, le giornate siano visibilmente più accorciate, anche se la notte non è buia. 19 luglio Giornata come previsto. Usiamo per la doccia lo spazio familler, cioè una stanza grande come la nostra cucina di casa, con doccia, wc, lavandino, spazio per neonati. Insomma un bagno da famiglia. Utile alle signore che vogliono approfittare per risistemare le loro acconciatura e ripristinare l’originale colorazione della propria chioma. Approfittiamo anche della lavanderia e dell’essiccatoio. Sistemiamo in ordine il camper e conosciamo una famiglia di Ferrara che ieri sera avevamo notato in difficoltà con il cavo della elettricità. Simpatici. Ci dicono cha hanno solo 15 gg di ferie e che avrebbero voluto andare alle Lofoten. Gli sconsigliamo anche perché dei 15gg ormai ne sono rimasti 10 e non ci pare che siano sufficienti. Ma non scommettiamo che lei, la più convinta di proseguire, non sappia convincere lui a provarci…. Tra una cosa e l’altra pranziamo che sono le 15, in camper a base di ….suppen, a base di pesce, e di wuster. Meno male che ancora abbiamo da bere del Santa Cristina!!!! Più tardi usciamo dal campeggio e andiamo verso l’imbarco a piedi. Ci colpisce uno snack e dove ci prendiamo 2 fisch n’ceaps e due sbroscioni di caffè che servono in bicchieri di carta con tappo ermetico e relativo foro per berlo. Fa freddo mangiamo su un tavolo all’aperto sul molo e incredibilmente il caffè (da noi ormai soprannominato “sbroscione”) non si fredda mai!!! Così ceniamo. Poi proseguiamo verso la fermata del bus che domani intendiamo prendere per visitare la città. Ultima corsa utile ore 11, 28. Cadenza oraria dalle 8,28. In 10 minuti a piedi la si raggiunge facilmente, ma menomale che abbiamo deciso di vedere com’è messa, perché c’è un tranello. Circa 200 m prima c’è un’altra fermata che però è di un’altra linea (66) che poi proprio dove invece è quella buona (65) fa capolinea e domani e domenica non passa mai. Telefonate a casa. Poi puntata di un posto al sole che ormai seguiamo via internet e dopo a nanna. 20 luglio Non piove e si vede anche il sole. Alle 10 siamo in marcia verso la fermata del bus. Passando davanti alla reception del camping la signora ci chiama e ci chiede se stiamo andando alla fermata. Certo che si !! Lei allora ci avvisa che oggi è sabato e alle 10,28 non c’è la corsa. Invece ci sarà quella delle 11,28!!! Cioè, una volta che eravamo pronti in orario perfetto non c’è il bus perchè è sabato???? E meno male che ieri sera siamo andati a vedere la fermata dov’è e l’orario dei bus…..avevamo visto che la domenica c’è solo la corsa delle 11,28, ma non abbiamo fatto caso che anche al sabato ci sono corse ridotte. Rincretiniti che non siamo altro!! Va beh, andiamo ugualmente alla fermata e aspettiamo nella cabina fino all’orario giusto. In pochi minuti il bus ci porta comodamente in centro di Trondheim. Finalmente una città vera!! Viva e carina! Percoriamo il centro fino alla cattedrale. Non male, anzi sia il centro che la cattedrale la quale è in stile gotico. Purtroppo ha subito vari incidenti nei secoli e di fatto è stata recuperata con importanti restauri nel secolo 19°. Colpisce sia la facciata nord che quella est, piena di statue. Mentre la visitiamo, ingresso a pagamento 70 Kr a testa, possiamo assistere ad una esibizione dell’organo principale. Ci viene da ridere per via di una candela che l’addetta

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non riesce ad accendere, poi alla fine dopo aver molto lavorato e essendosi più volte scottata le dita con i fiammiferi, la candela sembra accendersi e lei per spengere il fiammifero spenge anche la candela!!!!! Ci riprova e di nuovo deve fare una fatica infame, poi alla fine di nuovo la candela si accende ma essendo alta rispetto a lei non vede la fiammella e quindi per accertarsi che sia sempre accesa ci mette la mano sopra e si scotta definitivamente. Però è contenta di essere arrivata a concludere il suo compito. Arriva il pastore che deve presenziare la funzione e si accorge, come del resto tutti noi, che la candela non è accesa, si rivolge alla tipa e lei lo riassicura perché si è perfino scottata per accertarsi che fosse accesa!!!! Inizia la musica dell’organo. Sicuramente molto bella la sonorità della chiesa e dell’organo, ma infinitamente noiosi i brani suonati. Alla fine del primo altri astanti si alzano e se ne vanno, noi li seguiamo quatti quatti. Abbiamo anche fame e il senso di colpa viene molto attutito da questa necessità impellente!! Come ormai abbiamo imparato non è ne semplice ne conveniente mettersi a cercare ristoranti da queste parti, quindi decidiamo di approfittare dell’annesso locale dove un discreto buffet si presta a soddisfare le nostre esigenze. Mentre stiamo mangiando un signore anziano si avvicina al tavolo accanto e, lasciato il deambulatore, si siede. Si leva la giacca a vento ordina da mangiare alla cameriera e SI TOGLIE LE SCARPE !!!! Rimaniamo allibiti, come del resto un’altra coppia che decide di spostarsi ad un altro tavolo….Ci colpiscono i calzettoni di lana grezza leggermente incartapecoriti….. Riprendiamo a girare per la città, che è molto carina, specie la parte più vecchia, con le case su palafitte lungo il fiume, ancora abitate e molto colorate. Ci colpisce anche un’altra cosa di qui, ma che riguarda tutta la Norvegia. Il fatto che chiunque lavori, dai cameriere alle commesse agli addetti ai servizi e alla produzione, compreso coloro che si impegnano nelle costruzioni, siano tutti molto giovani. Anche la popolazione che vediamo in giro per strada è molto giovane e gli anziani si notano pochissimo, quasi come se non ci fossero. Insomma appare una popolazione molto giovane e dove i giovani sono impegnati in ogni lavoro. Ma sono molto giovani e non rinunciano a nessuna occasione di lavoro che venga loro offerta. In città percorriamo tutto il centro e decidiamo di aspettare il bus delle 19,09 per il ritorno al camping. Nel frattempo entriamo in un locale nella piazza Torghet, che è il centro della città. Sono le 16, ma decidiamo di seguire i loro orari e ceniamo!!! Trota affumicata in insalata. Due birre lager due cup caffè e 550 kr in meno. Ma tutto buono e servito dalla giovane sorridente cameriera che simpaticamente ci viene a riempire nuovamente la tazza del caffè come segno di amicizia. Per le vie notiamo una grande animazione e finalmente vediamo persone che vivono la loro città in un modo molto simile, diremo uguale, alle nostre abitudini. La differenza evidente sta ancora nell’età. Difficile incontrare persone oltre i 50 anni. Sono ormai quasi le 18 e tutto sta chiudendo, grandi magazzini compresi. Facciamo in tempo ad entrare in una grande struttura moderna di 3 piani con bella soluzione architettonica, che ospita una infinità di negozi. Anche qui, come nelle altre occasioni analoghe visitate, si ripete l’uso di concentrare negozi in luoghi chiusi tali da garantire fruibilità anche nella stagione fredda. Importante!!! Non cercate in Norvegia negozi di alimentari. Non esistono. Non è possibile acquistare carne o pesce al dettaglio ad esempio, ne’ frutta ne’ altro se non nei super market o nei market di quartiere, ma sempre in confezioni già sigillate. Incredibile, non si compra pesce fresco se non sotto vuoto! Comunque solo nei supermercati. Oggi ne abbiamo vista una nuova. In un market rionale della BUNNPRISS, una sorta di coppina per capirci, non riuscivamo a trovare latte e non vedevamo neppure burro e alimenti crudi. Fin tanto che non scopriamo una porta a vetri chiusa che si apre solo a mano, che introduce in una sala refrigerata, tanto che ci vuole sul serio la giacca a vento e il cappello, dove tutto stava negli scaffali. Insomma non esistevano banchi frigorifero, ma il frigo era la stanza stessa. Fantastico, sicuramente evita dispersioni energetiche, ma se lo possono permettere solo perchè qui normalmente si vive con la pelliccia!!!! Sorpresi paghiamo e ci dirigiamo alla fermata del bus.

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Saliamo e sul mezzo ci sono già numerose persone che riconosciamo come ospiti del nostro campeggio. La giornata si conclude in camper, dove faremo il programma per domani. 21 luglio Il tempo è incerto anche stamani ma non piove mentre siamo ancora al Campeggio di Trongheim. Mentre stiamo per rimettere le cose a posto e uscire, conosciamo una famiglia di Milano. Stanno andando verso nord con un furgone con tetto apribile ma non attrezzato, cioè senza cucina. Sono 4 adulti, i genitori e le due figlie, ormai grandi. Simpatici, hanno ancora 15 gg e vorrebbero arrivare alle Lofoten e dopo Nordkapp. Ritorno di corsa via Finlandia e Svezia. Sono iscritti al PD, iscritti non simpatizzanti, e sono ovviamente contro Berlusconi ma non sanno dei 7 anni della Ruby. Salutiamo e lasciamo il campeggio Flakk, carino e pulito. Ma sono già le 12,00!! Impostiamo Tom Tom verso Kristiansund da dove intendiamo raggiungere Alesund via Strada Atlantica e Molde. Dopo poco la partenza il tempo peggiora e comincia a piovigginare. La strada va nell’entroterra e sale fino a quota di collina, ma qui è già montagna. Ci fermiamo per il pranzo in una specie di rifugio che fa anche campeggio, vicino ad un lago che resta più in basso. Ovviamente non comprendiamo nulla di ciò che offre il menù, quindi chiediamo lumi in inglese a Camilla, la commessa, grassoccia ma simpatica, che si sforza di farci comprendere cosa contengono i ivari piatti. Optiamo per il piatto del giorno che dovrebbe contenere carne e verdura lessa. Infatti così è, carne lessa fredda tagliata fine a macchina (!) verdura lessa e patate lesse. Il tutto con salze dolci ai mirtilli artici e con un formaggio liquido, tipo Jokka. Non contenti ci prendiamo anche il dessert, sempre con le stesse salse. Sbroscione per drink. La strada è come tutte molto bella, ma la velocità è da sonno!! Ad un tratto una volpe si ferma sulla carreggiata e anche noi ci fermiamo per non disturbarla. Siamo a pochi centimetri da lei. Ci guarda e si mette in posa per farsi fotografare, Rossella agguanta la macchina fotografica, ma per l’emozione non riesce ad aprila. La volpe un po’ aspetta guardandoci, ma poi sopraggiungono altre auto e si butta nella foresta! Il tempo migliora e viene fuori il sole quando siamo nelle vicinanze della strada atlantica, non semplicissimo da individuare. Anche Tom Tom fa i capricci e dobbiamo forzare le sue indicazioni che chi sa dove ci avrebbero portato. Finalmente arriviamo e ciò che appare è solo fantastico. Non si può descrivere, o almeno a noi non riesce. Miriadi di isolotti uniti da un percorso da fantascienza. Capiamo perché alcune pubblicità per auto hanno scelto questi luoghi. Il percorso non è lunghissimo, circa 20 km, ma basta per ripagarci della strada fatta per ragiungerlo. Intanto si sta facendo tardi e arrivare ad Alesund è impossibile se non a costo di essere li dopo le 24. Siamo a Bud e la cosa più sensata ci sembra quella di fermarci a Molde, dove arriviamo con il sole ancora alto. Vediamo l’insegna di un campeggio all’ingresso della città e decidiamo di entrare. Kviltorp Camping di Molde. Come ci sembra di intuire, da queste parti i campeggi sono una scusa per offrire vere e proprie casette. Infatti ci sono pochissimi spazi per i camper le tende e le roulottes, così tutto è molto affollato rispetto allo standard a cui ci hanno abituato fino ad adesso. In compenso vengono affittati boungalow a 5 stelle. Ci fermiamo vicino ad una famiglia con camper tedesca, ma con bandiera svizzera, che molto gentilmente ci dice che possiamo sistemarci vicino a loro. Siamo proprio sul fiordo a pochisimi metri dall’acqua. Il fiordo si chiama Moldefjorden ed è molto largo in questo

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punto. Quasi tutti i campeggiatori vanno a pescare anche se ormai si sono fatte quasi le 21,00. Il posto che ci è capitato nel piccolo campeggio ci piace molto. I servizi sono pulitissimi e modernissimi. Lo consigliamo. Il cielo si sta pulendo dalle nubi. 22 luglio Ci svegliamo prestino, forse per via del sole che riscalda, finalmente, il camper. Oggi vogliamo arrivare per forza ad Alisund, cosa che facciamo dopo aver preso un traghetto tra Salsnes e Afarnes. Ormai siamo pratici ma non sempre capiamo perché alcune delle nostre carte non vengono accettate per i pagamento. Così dobbiamo sempre provarle tutte prima di riuscirci. Forse il fatto è che alcuni non accettano le carte di nuova generazione. Le elettroniche per intenderci. Non abbiamo idea di come si presenta Alesund dal punto di vista ricettivo e quindi dato che alla prima periferia notiamo il cartello di un camping decidiamo di provare. Il tipo ci descrive il campeggio da una foto e ci dice di andare a cercarci il posto e poi passare da lui. Entriamo e subito vediamo che non è assolutamente un campeggio ma assomiglia molto ad uno spiazzo sterrato e polveroso pieno fino all’inverosimile di stanziali. Giriamo … le gomme e così come entrati ce ne usciamo, senza nemmeno salutare il tipo. Riprendiamo la strada per la città e Tom Tom sembra raccomandarsi di dargli retta almeno una volta!! Così ad un tratto mentre siamo sul lungo..fiordo, notiamo un cartello con l’indicazione posteggio camper. Lo seguiamo e sebbene con un po’ di difficoltà perché dopo la prima indicazione trovare la seconda e la terza sono un’impresa, arriviamo al parcheggio camper. Una pacchia! Direttamente sul mare, in piano, con acqua, scarico e corrente elettrica. Anche volendo non si può pagare neppure le 150 Kr. Perché dalle 16 alle 8 è gratuito e accetta solo monete. Insomma non si paga nulla! Un fiorentino ci ferma mentre stavamo mettendoci a posto e comincia a dirci una valanga di cose con informazioni su cosa vale la pena o no vedere in Norvegia, perché lui sa tutto essendo questa la 9 volta che ci viene con sua moglie. L’unica cosa positiva e che ci interessa è che accanto a lui si è liberato un posto e così possiamo stare in primissima fila, con il mare letteralmente sotto la finestra della nostra camera. Una pacchia. Anche qui sentiamo e riconosciamo la sirena del postale che sta entrando in porto. Usciamo visitiamo la graziosa cittadina, in stile rococò molto pulita e ben tenuta. Percorriamo uno dei rami del porto turistico dove la vita è molto vivace e così arriviamo in una piazzetta, attirati dal sole che ancora la riempie e dai numerosi giovani che stann seduti ai tavoli di un locale. Il Bocca sul porto. Dal momento che abbiamo fame e che è l’ora giusta, entriamo tra i tavoli e capiamo che dobbiamo prima fare la coda all’interno per l’ordinazione. Così ci accodiamo a due tizie tedesche e ne approfittiamo per leggere dai loro menù cosa poter ordinare. Scartati tutti i tipi di panini o simili, hamburgher e altre diavolerie, optiamo per due bacalao con pomodoro cipolle e patate, per bere due birre grandi. Tocca finalmente a noi e data la preparazione di cui sopra, facciamo la nostra bella figura da esperti e in un attimo risolviamo la cosa, paghiamo con la carta senza problemi e ci danno un segnaposto con un numero, l’8. Con il numerone in mano ci mettiamo a cercare un tavolo, e subito la cameriera ci individua e ci porta le birre. Poi arrivano i due bacalao, che scopriamo essere la versione più concreta di ciò che abbiamo mangiato alle Lofoten, ma questa volta non serve il cucciaio. Ottimo tutto. Il sole cala e l’ombra di un tetto ci prende in pieno, così comincia a fare freddo e finiamo le birre girando di tavolo in tavolo via via colpiti dal sole.

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Torniamo al camper, dove invece il sole non ha ostacoli e sarà così che ci prenderà in pieno fino al tramonto, alle 22,45. Lo seguiamo fino all’ultimo raggio dalla finestra della camera, mentre il fiorentino pesca in mare da dietro il suo mezzo. Il buio non verrà mai e presto i l sole sorgerà di nuovo, ma notiamo anche qui che ormai l’estate va verso la fine, per queste latitudini. 23 Luglio Sono le otto e lo sciabordio dell’alta marea sotto la nostra finestra ci sveglia. Notiamo che il fiorentino se n’è andato, pensiamo perché non voleva correre il rischio di pagare essendo da adesso teoricamente in vigore il tassametro. Appena pronti anche noi ce ne andiamo, ma sono già le 10,00. Vorremmo arrivare a Bergen, ma temiamo che i teorici 378 km che ci separano, siano troppi per essere percorsi oggi, sempre a causa della tipologia delle strade e dei limiti imposti, che se va bene ogni tanto ci consentono gli 80 km/h. Siamo tentati da due strade e siamo molto combattuti su quale seguire. Una passa vicino ad Ornes, dove è la chiesa di legno più famosa perché meglio conservata, mentre l’altra accorcia mirando più ad ovest. Poiché la prima parte del percorso è lo stesso, decidiamo di aspettare di essere a Skei e li decidere in base all’ora. Così ci incamminiamo e poco dopo la strada si interrompe per un traghetto. Da Solevaghen a Festoia. Tragitto cortissimo. Anche qui stessa sceneggiata con le carte. Accettano solo il Visa perché ha la strip, ma anche le altre hanno la strip, boh. Costeggiando sempre un fiordo, Vartdalfjorden fino a Volda, dove un altro traghetto ci attende. Ancora non accettano la carta, adesso neppure la Visa, perché la strip non viene acettata dalla macchinetta del personale sul molo. Ci fanno salire dicendoci che faremo il biglietto all’office di bordo. Noi onestisimi, cerchiamo l’office di bordo che è il solito ragazzo di terra che nemmeno si ricorda del nostro caso, ma poi un lampo lo illumina e ci fa condurre dalla sua collega in uno stanzino dove hanno il terminale per le chip. Così paghiamo. Ma se stavamo bonini bonini, riparmiavamo 45 Euri. Ci colpisce scoprire che abbiamo percorso solo 65 km!!! Sono già oltre le 13. Proseguiamo la strada, sempre bellissima dove montagne si buttano nel mare e le loro cime sono ancora coperte da neve, in alto vediamo anche ghiacciai di montagne più lontane. Ci sembra di essere Sulle Alpi, ma a livello del mare! Anche il paesaggio è alpino, diremo quasi svizzero. Un pezzo di entroterra, e poi ad un tratto ancora un traghetto, siamo a Lote dove attraversiamo per Anda. Stavolta nessun problema perché il terminale della ragazzina che fa il biglietto è d quelli che accettano le chip. Proseguiamo nell’entroterra e così arriviamo a Skei. Data l’ora, sono già le 16,30, decidiamo di accorciare e prendere per Forde, ma se incontriamo un campeggio che ci intrighi o altra situazione analoga, ci fermeremo anche per goderci finalmente un po’ di sole. Così dopo pochi km, alla fine del lago prima di arrivare a Forde, vediamo sulla riva del lago, dalla parte opposta alla strada, due campeggini, Scegliamo il secondo, dove ci sono altri camper , alcuni buncalow e diverse canoe. Ma non c’è la recepition. Dopo un bel po’ che ci siamo sistemati arriva un omino, al quale diciamo che ci fermeremo per 2 giorni e che ci fa pagare 200 kr. Luce compresa! Meno di quanto avremmo dovuto per il posteggio della sera prima e siamo in un posto stupendo. Scommettiamo sul sole e per questo abiamo pagato per due giorni. Abbiamo fatto 177 km!! La velocità imposta è veramente bassa, ma sarebbe comunque difficile andare più veloci. 24 luglio Abbiamo vinto la scommessa, c’è il sole! Ma c’è anche tanto silenzio che alle 9,30 stavamo ancora dormendo…… Oggi giornata di relax totale. Sistemiamo un po’ il camper, piccola manutenzione e pulizia interna.

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Giratina sul lago fino al centro del villaggio che si chiama Moskog alla fine del lago sul quale stiamo campeggiando, cioè il lago Jolstravatnet. Che posto stupendo! Nel campeggio siamo noi, una famiglia con la tenda, anzi le tende, di genitori e due figliolette, una coppia poco meno che nostra coetanea anche loro olandesi e con la tenda come i precedenti, un omaccione indigeno solo che sta nella ruolotte vicino a noi e due camper di tedeschi che però se ne vanno in mattinata. Alcune roulottes sono ferme da chi sa quanto, mentre una struttura molto ben attrezzata è vicino a noi, una roulotte trasformata in villetta. La giornata passa sotto il sole che ce lo prendiamo tutto, ne sentiamo il bisogno fisico. Io mi scontro tutto il giorno con una gabbianella che sta appollaiata fissa sul pennone del campeggino, ma appena mi avvicino all’acqua mi urla e fischia e poi mi viene in picchiata come per aggredirmi, tipo il film “Uccelli” di Hichikoch. Alla fine riesco a vedere dove ha i pulcini, sono abbastanza vicini a noi, sull’acqua nascosti nell’arba alta. Ma sono già grandi seppur ancora abbiano le piume grigie scure. Ecco la giustificazione di tanto casino, veramente stupefacente! Rossella decide di disfarsi di un sacchettino con alcuni cioccolatini comprati alla coop di qui. In effetti sono abbastanza cattivi. Li offre all’omone vicino che così da scontroso nei nostri confronti si trasforma in chiaccherone un po’ esagerato. Il suo atteggiamento scontroso era dovuto al fatto che ci siamo fermati molto vicino alla sua roulotte,che noi però all’arrivo credevamo fosse disabitata, trasandata e senza nessuno sembrava li solo per la domenica. Invece serva da base per la pesca, che l’omone pratica, come del resto quasi tutti qui, dalle 21 in poi!! Più tardi gli offriamo un sorso di vino, che lui accetta ma più per cortesia che per convinzione dicendoci che deve guidare per andare a pescare nel ruscello e che lui non beve vino se non a Natale o altre occasioni simili. Beve più spesso whisky. Ce ne siamo accorti!!!!! Quando inizia a parlare non molla più, ma è interessante perché così comprendiamo alcuni aspetti dei norvegesi che altrimenti non riusciremmo mai a scoprire. Attiguo al campeggio c’è un centro rafting e attività on the limit. La struttura che è formata da uno scialet sul lagoe una tenda sami, ha anche due botti di quelle per starci dentro in gruppo seduti conl’acqua fino al collo, mentre un congegno a legna scalda l’acqua. Quando alle 20 il bussino del centro riporta un gruppo di sportivi, ragazzi e ragazze, dopo una giornata di rafting, possiamo vedere che i tipi prima si gettano nel lago, alimentato dalle acque dei ghiacciai vicini e poi di corsa entrano nella pentola! Va detto che l’acqua è sempre la stessa, ma viene ripulita con un retino dalle mosche e bestie morte. La giornata si conclude con il programma per domani, che se tutto procederà secondo i piani, sarà l’arrrivo a Bergen. Ultima cosa, vediamo la puntata del Posto al Sole, ma non in tv perché ancora non è semplice prendere il satellite, ci siamo riusciti solo domenica e subito abbiamo spento…………le notizie ci hanno fatto subito venire la malinconia, ma riusciamo a vedere le puntate del Posto al sole via streaming con il computer. Non ne abbiamo persa mai nemmeno una, anche perché così non abbiamo vincoli di orario e la vediamo quando vogliamo. 25 luglio Come programmato partiamo verso Bergen, con un po’ di malincuore per lasciare un posto così tanto tranquillo …. E anche lasciare la gabbianella! La strada come sempre è bella e oggi il sole ci regala immagini stupende. Prendiamo due traghetti dei quali ormai siamo espertissimi. Rimane il giallo delle carte e noi ci divertiamo a dare sempre per prima quella che sappiamo non vogliono…… Dopo fiordi bellissimi, ponti arditi e strade a volte strette tanto da obbligarci a fermarci se ci scambiamo con un tir, alla fine arriviamo a Bergen e troviamo il primo auto pass da quando ci siamo registrati. Se tutto funziona regolarmente, dovrebbe automaticamente scalare dalle 300 kr addebitate sulla mia carta credito. Vedremo tra sei mesi!!

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Abbiamo letto su un diario di bordo prima di partire, che la area di sosta di Bergen non è più in funzione, ma dato che la guida vivicamper di cui ci stiamo abbondantemente servendo, dice che è comoda perché in centro, decidiamo di tentare. Primo: trovarla non è semplice perché l’unico riferimento che possiamo dare a Tom Tom sono le coordinate e così ci troviamo sempre sopra, cioè in una strada più elevata, ma praticamente sulle stesse coordinate, non riusciamo a vederla. Passiamo più volte avanti ed indietro e altrettante volte passiamo sotto due autopass che ci scaleranno il passaggio. Alla fine riusciamo a individuarla e in effetti è non solo in disuso, ma ci sono chiarissimi cartelli con esplicito divieto di sosta per camper. Ma ci diamo ugualmente due bei respiri di sollievo!!! Sarà stata anche in centro, ma faceva decisamente schifo, zona degradata, sporco di ogni tipo e sotto un cavalcavia (ecco perché non la vedevamo). Diamo a tom tom le coordinate del campeggio consigliato dalla guida e seguiamo le indicazioni del navigatore, finchè non siamo su una strada abbastanza fuori città che mentre percorriamo ci permette di incontrare altri due camping e l’insegna di un primo, il più vicino alla città, che però non seguiamo perché vogliamo dare fiducia a la guida che decanta molto il Camping Loge. Così scartato il primo senza nemmeno vederlo, scartato il secondo sul lago ma piccolissimo e in evidente discesa, scartato il secondo perché senza nessuna struttura vicina, tipo negozi bar e così similli, arriviamo al Loge. Sul lago……si ma solo per chi arriva la mattina presto…..tutti gli altri sul ghiaino e senza vista lago!. Così sconsolati, decidiamo di ripercorrere la strada verso la città e rivedere meglio gli altri camping, fino a decidere di verificare anche il primo. I due sulla strada che costeggia il lago confermano la prima impressione, puntiamo tutto sul primo. Arrivati dire delusione è un eufemismo!!! Il piazzale di una officina, questa la prima impressione, poi una più attenta analisi ci conferma che non è possibile definirlo camping. Sull’asfalto, tra abitazioni e capannoni industriali, frequetanzioni poco raccomandabili, con lavatrici piazzate accanto alle roulottes e scarichi a perdere sull’asfalto!! Ritorniamo sulla strada già percorsa due volte, con la speranza che i giudizi già dati sugli altri siano stati troppo frettolosi. Il primo in discesa, si conferma il giudizio, il secondo idem e così ritorniamo a Loge, dove almeno ci sono due centri commerciali con bar e negozi e dove alla fine almeno i servizi sono ottimi. Come previsto ci tocca uno spiazzo sulla ghiaia. In compenso insieme a noi entrano altri 2 camper italiani e un terzo lo troviamo vicino a noi. Ciò ci permette di fare conoscenza con altri equipaggi e scambiarci impressioni e consigli. Quello che già c’era è di Livorno e mentre stavamo parlando con una coppia di Como e una di Verona (Ettore e Margherita), ci chiede della Fiorentina essendo anche lui come noi grandissimo tifoso e come noi cosciente di essere completamente fuori di testa essendo tifoso di una squadra che non vince mai nulla. Lui peggio di noi, essendo una decina di anni più giovane non ricorda nemmeno la gioia del secondo scudetto, quello del 1969. Insomma la giornata si conclude con molte chiacchere sulla situazione politica italiana e con la speranza di avere domani una bella giornata di sole, essendo Bergen un posto dove piove di media 280 giorni l’anno!!!! Infatti in serata uno scroscio ce lo regala anche oggi. A proposito, ma nessuno che confessi di aver mai votato per Berllusconi, anzi i veronesi avanzano la loro tesi che di certo ci siano stati dei brogli elettorali, perché non è possibile che almeno uno non voglia sostenere la convinzione della giustezza della politica berlusconiana!! Anche per orgoglio, dicono loro, ci dovrebbe essere uno che ci contraddica nelle nostre idee!!! 26 luglio Ci svegliamo con il sole e presto ci organizziamo per andare in città. Al vicino market Rini compriamo i biglietti per l’andata e per il ritorno. Ogni mezzora passa il 90 proprio davanti al camping.

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Montiamo insieme ai veronesi e scopriamo che il biglietto acquistato va passato su una macchinetta che gestisce il conducente, il quale ci da un biglietto che vale 90 minuti. Ovvio senza pagare niente. A Nestum scendiamo e aspettiamo i l tram che ci porterà proprio in centro, al capolinea. Durante il viaggio in tram, scopriamo che nei pressi dello stadio, più o meno, due fermate prima per noi che andiamo in centro, è stata allestita una nuova area camper. Non sembra male, ma diciamo che non rimpiangiamo il campeggio, anche i veronesi sono della stessa idea. Scesi dal tram, ci separiamo dandoci appuntamento al campeggio. Noi prendiamo per la zona del mercato del pesce, cioè il Fiske Torget, vicinissimo a Briggen, cioè la zona del vecchio e attuale porto di Bergen. Nel tragitto ci gustiamo la vivacità della città, turistica certo, ma forse anche per questo, animata e gioiosa. Arrivati al mercato del pesce, vediamo diversi banchi, meno di ciò che pensavamo, del tipo di quelli che ad una cert’ora spariscono e di cui non vediamo più niente fino al giorno dopo. I banchi sono organizzati sotto enormi ombrelloni, che non hanno il compito di parare dal sole, ma ovviamente dalla pioggia. Scopriamo che non solo si può acquistare pesce freschissimo e di qualità elevata, ma che si può anche mangiare, crudo o cucinato. E’ presto ma l’aquolina in bocca già si fa sentire. Un tipo ci chiama in italiano e così siamo presi dalla curiosità. Il banco è di un italiano, un sicilaino, e ci rendiamo conto che sono tutti o italiani o spagnoli con alcune tracce di giapponesi. Il siciliano ci spiega le caratteristiche del pesce in mostra e ci consiglia, essendo quasi mezzogiorno di non perdere altro tempo li, ma di andare a prendere la vicina funicolare che ci conduce ad un belvedere a circa 330 m dal quale si gode una vista su tutta la città, sul fiord che l’abbraccia e sulle isolette che la separano dal mar di Norvegia, proteggiendola dai venti freddi in inverno. Ci consiglia di fare solo il biglietto di andata, e di scendere a piedi per gustare così le costruzioni tipiche della città. Segiuamo il suo consiglio e ammettiamo che è stato un buon consiglio, anche perché, come lui aveva previsto, si stava levando una leggera foschia che più tardi avrebbe chiuso la vista all’orizzonte. Scendiamo a piedi fino a tornare al porto, con un sentiero facile anche se non cortissimo, che attraversa un bel bosco e che sfocia proprio dove iniziano le “abitazioni bianche”, caratteristiche per il loro aspetto e per le piante da fiori che vengono tenute nei loro giardini. La giornata è bella e la temperatura durante la discesa non ci accalda per niente. Sono ormia quasi le 14, quando torniamo dal nostro amico siciliano il quale ci riconosce e subito ci chiama “fiorentini”. Ci affidiamo a lui per poter mangiare il suo pescato, essendo il banco attrezzato con tavoli tipo festa dell’Unità. Il tipo ci porta un vassoio bellissimo, con gamberetti crudi di una misura mai vista e di una freschezza assoluta e con ciò che si può mangiare del granchio reale, cioè le chele e le zampe, che sono enormi. Il tutto ovviamente crudo. Poi non contento ci offre del salmone selvatico affumicato, cioè non allevato come in genere lo si mangia in Italia, ma anche in Norvegia. Il tutto ci da una gioia enorme, sia per la qualità e il sapore di ciò che gustiamo, ma anche per la naturalezza con cui il tipo si rivolge a noi. Scambiamo qualche frase e così ci dice che lui è li da nove anni. Che ha imparato solo alcune parole essenziali del Norvegese, lingua assurda, ma che non è un problema perché non serve sapere il norvegese, in quanto non c’è niente da dire. I norvegesi non parlano, dice lui, ma agiscono e basta. Insomma non sono molto socievoli, nemmeno tra di loro. Contrariamente a ciò che a volte ci viene detto. Gli chiedo come sono le donne norvegesi, e lui mi risponde con una sola parola, che però chiarisce molte cose, INUTILI ! Mentre mangiamo si avvicina a noi un altro italiano dalla faccia simpatica che anche lui lavora in quel banco, vestito con una salopette gialla di gomma, quella che usano i

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pescatori in mare. Ci mette sul tavolo, con molta gentilezza, un libretto chiedendoci di dargli un’occhiata e se poi vogliamo ce lo può vendere. Il libro si intitola, Un pescivendolo in Norvegia. Così scopriamo che lui si chiama Massimo Tossetto, che è interprete di russo e norvegese, che insegna all’università di Bergen letteratura russa. Poi parlando con lui, veniamo a sapere che vive per circa metà anno a Bergen e il resto in Italia, nella sua città che è Treviso. E’ sposato con una trevigiana e ha un bimbo, che hanno fatto nascere in Norvegia perché i diritti dei bimbi nati li sono moltopiù alti di quelli nati in Italia, circa l’assistenza e che anche le neo-madri in Norvegia hanno assistenze che per noi sono sogni. Ci dice che vivere li a Bergen non è semplice per via del clima, infatti quest’anno l’inverno è terminato 10 giorni fa e fra domani e dopodomani, secondo le previsioni, dovrebbe ritornare. La temperatura, causa la corrente del golfo, non scende mai sotto lo zero, ma si ferma a 1-2 gradi. Facendo così sorgere molta umidità dal contarsto con l’aria provenente dal polo nord. La vita è cara, anche perché i salari sono molto alti, i servizi sono eccezionali, tutti pagano le tasse, gli affitti alti, ma in ogni caso si riesce a mettere da parte molti soldi, soprattutto non esiste lo stress. Alle 15 cessa la giornata lavorativa per lui, ma anche gli altri lavori non vanno mai oltre le 18. Purtroppo anche lui, come altri italiani che abbiamo potuto incontrare e che vivono in Norvegia, ci dice che per l’italia non c’è più nulla da fare e che le cose viste da qui sono tali da far prevedere il peggio. Non ci sono occasioni di lavoro per i nostri giovani, ma è anche vero che non si adattano a fare i lavori che invece qui tutti fanno. Lui è qui per il sitema norvegese, per il suo welfare, e per il fatto che la media del reddito dei cittadini èè la più alta del mondo. Alla fine compriamo, anche per ricordo e curiosità, il suo libro sul quale appone la sua dedica. Dopo di ciò continuiamo la visita della città, al Bryggen, patrimonio dell’umanità, e dopo poco decidiamo di bere uno “sbroscione” in uno dei tanti bar sul Briggen, al sole che assolutamente non disturba affatto! Vititiamo la parte più vecchia della città, che ci conferma questo aspetto di gioiosità e che ci entusiasma non poco, forse anche perché dopo un mese di paesaggi stupendi e di natura selvaggia, sentiamo il bisogno di contatto con altre persone. Torniamo al campeggio soddisfatti della giornata. Ritroviamo i nostri “amici” di Verona e la famiglia di Como con le bimbe. Tutti molto felici e gioiosi di aver visitato Bergen, che sicuramente non sarà mai dimenticata. Su una cosa tutti concordiamo. Troviamo questa zona della Norvegia abbastanza diversa dallo standard a cui eravamo abituati al nord, soprattutto rispetto alla puulizia e all’ordine. Qui in certe situazioni sembra di stare nelle nostre periferie più degradate, dove si notano scarichi di materiali da costruzione, e dove anche le erbacce non mancano. Niente di che, ma insomma perfettissimi non lo sono neppure loro. Dopo poco, arrivano dietro a noi 3 camper di francesi. Lo si nota perché l’arrivo del primo è stato., come definire…da fine corsa? Mentre stiamo cenando fuori dal nostro mezzo, vediamo che il primo arrivato comincia a svuotare come se fosse matto il suo camper. Getta tutto a terra dal portellone posteriore, mentre i suoi amici e la moglie scrutano ogni centimetro del terreno adiacente. Ci sembra evidente che stiano cercando qualcosa di molto importante. Chiediamo e ci viene risposto che il primo ha perso le chiavi del camper che non si trovano in nessun luogo. Così ha inizio la più grande forma di solidarietà Italo – Francese che la storia abbia mai potuto registrare. Tutti noi italiani ci facciamo in quattro per aiutare gli sventurati cugini d’oltralpe, ma dopo ore di inutili ricerche dentro e fuori dal camper, l’oscrurità ci costringe a sospendere la collaborazione internazionale. Inutile descrivere i ringarziamenti dei francesi, che seppur colpiti dal grave danno, non avendo il loro amico neppure la copia della chiave di riserva, si danno un grand d’affare nel ringraziarci, evidentemente sorpresi

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da tanta spontanea solidarietà. Va detto che i vicini tedeschi e olandesi, seppur attenti spettatori di tutte le operazioni di ricerca, non hanno mosso un solo dito. Noi italiani abbandoniamo il campo con grande partecipata sofferenza, ma con grande soddisfazione avendo avuto l’occasione di dimostrare che senza nessuna richiesta spontaneamente ci siamo prestati a tentare di risolvere un problema di non facile soluzione. Andiamo nei nostri rispetivi camper, ma prima scambiamo alcune valutazioni sulla strada da fare per Oslo. Coscienti che qui non sono le distanze il problema, ma le strade. Chi decide di provare per il sud, chi per il centro e noi scegliamo il nord. Cioè ci affidiamo a Tom tom che ci consiglia di fare la strada che utilizza due gallerie, una di 12 e l’altra di 25 km. Domani scelta definitiva. 27 luglio Ci alziamo alle 8 esatte e piove. Come previsto dai pescivendoli italiani! Con tristezza vediamo i francesi che ancora tentano di ritrovare la chiave persa. Salutiamo gli altri italiani con la speranza di poterci ritrovare ad Oslo, nostra comune meta di domani o massimo domanilaltro. Rossella, mentre io svuoto il serbatoio, torna indietro verso la nostra piazzola e saluta di nuovo il francese il quale si commuove! Partiamo verso Oslo, sapendo che se va bene ci fermeremo per la notte in un luogo intorno a Borgund, dove intendiamo visitare una delle chiese medioevali in legno meglio conservate di tutta la Norvegia. Piove a tratti anche forte, mentre la strada costeggia un fiordo dove molte cascatelle si gettano direttamente in mare. Poi il tempo migliora ed esce il sole, arriviamo a Voss, cittadina turistica tipo Canazei. Pranziamo in un locale carino all’aperto sotto il sole. Ripartiamo e dopo una serie di gallerie, la più lunga di 12 km. Arriviamo a Flamm. Ma dato che le indicazioni stradali sono in una lingua indecente, mal messe e quasi sempre invisibili, buchiamo l’uscita e siamo costretti a percorrere l’ennesima galleria, di 2 km alla fine della quale imprecando contro tutti riesco a fare dietro front, ripercorrerre la galleria e uscire, stavolta senza errori e arrivare a Flamm, che altro non è che la parte terminale di un lunghissimo fiordo il Sognefjord, che poi si dirama in altri più stretti fiordi, formando così un’insieme che si addentra per oltre 200 km nella terraferma. Noi abbiamo già passato, molto più a ovest questo fiordo, a Lavik, adesso lo ritroviamo qui dove nel piccolissimo porto è attraccata una grossa nave crociera e una seconda è all’ancora duecento metri dalla banchina. Il luogo è molto spettacolare, ma non esiste un vero paese, o villaggio. C’è un albergotto carinissimo, una stazione ferroviaria stile anni ’30, un bel campeggio e poco altro. Illuogo è punto di partenza per escursioni di traking o un battello lungo uno dei fiordi più spettacolari della Norvegia. Viste le operazioni di manovra per la partenza della nave attraccata, non semplici data la ristrettezza del fiordo, riprendiamo il percorso e ripercorriamo per l aterza volta la galleria. Ormai ci salutano anche i sassi, siamo diventati intimi!!! Ancora qualche km e imbocchiamo la galleria più lunga del mondo, 25 km. Ora un attimo di nazionalismo. Se qualcuno critica il traforo del Monte Bianco o del Frejus, per favore venga obbligato a percorrere a piedi questa galleria!!! Niente, non c’è paragone per ciò che ha a che vedere con le dotazioni di sicurezza. I TIR possono entrare senza nessun controllo, vie di fuga inesistenti, illuminazione ridicola, come sono ridicole quelle piazzole illuminate con luci psichedeliche che si incontrano ogni 5 km. Non esiste nessuna illuminazione del bordo galleria, come non esistono catarifrangenti sui bordi. Insomma una roulette russa, o la va o la spacca. Nell’eventualità di un incidente la strage è assicurata!! Torniamo a noi. Finito l’incubo, dopo alcuni km arriviamo a Borgund, dove ci fermiamo un poco prima per visitare la famosa chiesa medioevale in legno. Non potevamo perderla, perché

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semplicemente è una cosa che per noi non è immaginabile. Le descrizioni le affidiamo alle giude, ma passare da qui e non visitarla sarebbe un delitto. Ovvio c’è il ticket da pagare! Sono ormai le 17,30 e decidiamo che per oggi basta così. Al camping di Borgunt ci fermiamo. Piccolo, ma dignitoso. Il villaggio non esite! Domani proseguiamo per Oslo, dove pur risultando dalle guide esserci una area di sosta, abbiamo deciso di affidarci ad un camping. 28 luglio Partiamo con tempo incerto, ma non piove e a tratti c’è anche il sole. Entriamo nel centro della Norvegia e la disputa se fare la E16 o la 52 la risolve Tom Tom che senza indugi indica la 52 e segna la E16 come alternativa, ma dato che subito all’inizio sembra stretta e in forte salita, non abbiamo dubbi e vince la tecnologia!! Infatti è stata una scelta buona. La strada non presenta problemi particolari e arriviamo a circa 1330 mt senza affanni con una dolce salita con alcuni tornanti, ma tranquilli e meno affannosi di quelli per arrivare a La Thuile. Il passo è uno spettacolo, un lago artificiale rende il panorama come sempre stupendo. Peccato che sia nuvolo e faccia un bel freddo. La vegetazione è da altissima montagna, solo licheni e nessun alberello o cespuglio. Colpisce un cartello lungo la strada “Attenzione al ghiaccio, potrebbe cedere!!” Si riferisce al lago naturalmente. Pensare che le case sparse che vediamo qui sono abitate anche in inverno ci fa chiedere che cosa ci sia da fare in un posto come questo per tutto l’anno. Dopo poco la curiosità si dissipa. In estate pascoli di pecore e bovini, in inverno viene praticato sci di fondo e traino di cani. Il posto è bellissimo. Iniziamo a scendere sempre molto lentamente e arriviamo ad un paese (Plà??) dove ci sono impanti da sci in ogni dove e i campeggi sono attrezzati più per l ‘inverno che per l’estate. Sembra di stare in uno di quei paesotti di fondo valle delle dolomiti (senza le dolomiti però) . La strada sempre scorre lenta più per i divieti che per altro, essendo il traffico abbastanza scarso seppur domenica. Così fino a circa 60 km da Oslo, quando cominciamo a vedere un po’ di animazione in più. I limiti sono un’ossessione e forse buchiamo anche un autovelox, non segnalato, che vediamo all’ultimo momento e seppur rallentando notevolmente abbiamo passato a più dei 60 KM/h che vediamo su un cartello subito dopo! Ma prima non ci sembrava di aver visto altri limiti. Lo passiamo a 70 e qui non scherzano! Staremo a vedere! Così ci affidiamo a TOM TOM a cui abbiamo dato le coordinate del Camping Ekeberg, il più vicino alla città. Più ci avviciniamo più animazione vediamo, fino a quando notiamo un luna Park con tanto di ruota panoramica. Secondo Tom Tom siamo arrivati!!!! Un casino indescrivibile!!!! Migliaia di persone che si accalcavano verso il luogo che dovrebbe segnare l’ingresso al camping. Ad un certo punto notiamo una specie di baracchino improvvisato sotto un ombrellone con un tavolino da pic-nick. C’è un omone che con un sorriso di questi qui, ci fa segno che tutto è chiuso e che il camping è pieno. Chiediamo cosa c’è e ci dice che c’è il torneo di calcio per la coppa di Norvegia e che durerà tutta la settimana. Fortunati come sempre, noi!!! Notiamo che c’è una partita in corso ma si svolge in un campo di calcio senza tribune e la gente sta ai bordi! Ci viene il dubbio che si tratti di un torneo di ragazzi. L’omone, su nostra richiesta, qui mai ti dicono una cosa se non la chiedi, ci da l’indirizzo di un altro camping, che poi scopriamo essere l’altra nostra alternativa, quella da noi scartata all’inizio, cioè il Bogstad Camping. Tom Tom ci conduce a destinazione facendoci ripercorrere la strada interna alla città, all’andata abbiamo invece percorso una strada sotterranea che elude l’attraversamento di Oslo, bellissima ma un po’ caotica pe rla segnalazione, tenendo conto che sotto terra il navigatore non riceve i segnali dai satelliti. In ogni caso abbiamo sempre azzeccato la via

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giusta. Questo sistema di vie sotterranee sono uno spettacolo che rende Oslo una città praticamente senza traffico. Ma questo lo scopriremo in seguito. Arriviamo finalmente al camping, dove altre centinaia di persone sono già entrate, tutte più o meno con la nostra identica esperienza, quella del torneo di calcio. Il campeggio è enorme, in collina, molto vicino al trampolino per il salto con gli sci, che da qui si vede in parte. E’ molto affollato e alla reception ci dicono subito che non c’è posto se vogliamo la corrente. Una famiglia di Trento ci viene incontro e ci da delle dritte. Padre, madre e figlia grandicella. Si vede subito che hanno una gran voglia di parlare e ci dicono una valanga di cose, ma noi dobbiamo prendere posto e ci dobbiamo scusare e chiudiamo la chiaccherata. Peccato perchè di italiani non ne vediamo altri, anche loro hanno avuto la stessa senzazione, ma dato il gran numero di equipaggi che stanno entrando, non possiamo proprio fermarci con loro. Troviamo posto. Abbastanza in piano in un prato completamente in forte pendenza. Ma noi ci siamo sistemati bene. La cosa della corrente non ci preoccupa, il pannello solare fa più del suo dovere, come la batteria al gel. Semmai qualche timore ce lo da il frigo che andando a gas assorbe abbastanza. Tuttavia sono sciocchezze. Insomma il campeggio non è male tenuto conto che è stracolmo, ma tengono molto al rispetto delle distanze e non si possono mettere tende, roulottes o camper vicini meno di 3 metri da altri. Lo fanno per una forma di prevenzione incendi!!! Il controllo è molto fiscale e spesso vediamo gli adetti che controllano. I servizi sono decenti, ma nemmeno paragonabili agli standard a cui ci siamo abituati. Naturalmente la vastità del camping e il gran numero di persone gioca il suo ruolo, ma la struttura non è recentissima. Il rapporto qualità prezzo è buono e il bus ferma proprio davanti all’ingresso con frequenza alta. Insomma alla fine dobbiamo prendere atto che questo camping è forse una scelta migliore di altre. Poiché abbiamo idea di trascorrere più giorni a Oslo, abbiamo fin da subito escluso l’ipotesi dell’area di sosta,, che peraltro non abbiamo vista segnalata. Domani inizieremo la visita. 29 – 1 luglio Visita di Oslo. Il tempo è discreto e varia da momenti di gran sole a improvvisi temporali. La città si presenta subito molto vivace e piacevole. Come sempre salta agli occhi il gran numero di giovani, sia tra coloro che lavorano, sia che popolano le strade e i locali pubblici. La città ci piace molto, notevoli sono i cantieri aperti e ci sembra evidente che stiano investando molto nella volontà di dare un volto nuovo ad una città che tutti immaginano grigia e triste. Al contrario, traspare molta gioia e serenità, organizzazione e benessere. A piedi ci portiamo dal Teatro Nazionale alla Stazione centrale, percorrendo la bella Karl Johans Gate lungo la quale ci sono le più importanti sedi politiche, iniziando da Palazzo Reale (non visitabile causa lavori) e proseguendo con l’Università, il Teatro Nazionale, il Parlamento, i migliori alberghi, tra i quali il Grand Hotel, ecc. La strada sembra il vero centro della vita cittadina e i suoi giardini e piazze confermano l’ipotesi, rafforzata dai numerosi locali pubblici. Dopo andiamo verso il porto,o meglio il mare. Una costruzione bellissima, dove ancora lavori sono in corso, completamente rivestita di marmo di Carrara ci si presenta agli occhi. Le quide in nostro possesso, seppur attuali, ne riportano solo cenni, non essendo al momento della stampa l’edificio completato. Risale infatti al 2009. Si tratta del palazzo

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dell’Opera. Una costruzione bellissima di un impatto molto equilibrato e ben inserita in uno spazio prima occupato da strutture portuali obsolete. A colpo d’occhio sembra di vedere un ghiacciaio che scivoli lentamente in mare. Immaginiamo cosa dovrà essere in inverno se il mare gelasse. Lo si può percorrere tutto fino alla copertura che rappresenta una vera terrazza sul mare, sul fiordo e la città. Una di quelle cose che da sole danno senso al viaggio. Qui incontriamo 3 ragazze italiane in viaggio di maturità!! Le giornate ci permettono di visitare a fondo la città e non è nostra intenzione fare di questo diario un guida turistica, di cui ne possiamo trovare a decine. La città ci piace molto. Non si tratta di una capitale enorme, circa 500 mila abitanti, più o meno la dimensione di Firenze, ma è sicuramente una vera città, diversamente da tutte quelle che abbiamo visto fin qui. Si trattava di fatto di grossi o piccoli paesotti. Oslo è una vera città, bella, solare, allegra, in via di trasformazione. Il traffico è invisibile, i servizi pubblici sono efficienti e grazie anche alla Oslo Card, che per noi pensionati ha un costo molto appetibile, dando anche libero accesso a tutti i musei. A proposito, in un cartello abbiamo letto “Sul bus i cani e le bici pagano quanto i pensionati e i ragazzi” Abbiamo visitato la National Gallery che ospita al momento la mostra dedicata ai 150 anni dalla nascita di Munch. Un protagonista della pittura del 900, influenzato e poi maestro dell’impressionismo. Vediamo una copia in bianco e nero del famoso “Scream”, l’Urlo. Ma non troviamo l’originale, pensiamo che sia nel museo Munch. Ma restiamo poco convinti, ,così il giorno dopo, anche grazie al fatto che l’Oslo Card ci da l’ingresso gratis, torniamo e alla fine riusciamo a vedere il famoso quadro. Non è ben messo e per questo non lo avevamo notato tra gli altri. Ma scopriamo una cosa che le guide non riportano. Un altro quadro dedicato sempre all’angoscia, è l’istante prima dell’urlo! Un quadro che coglie un personaggio con lo sguardo perso nel vuoto. L’urlo è il momento dopo, stessa immagine di sfondo ma il personaggio si volta verso di noi e urla. Non comprendiamo perché non abbiano messo i due quadri accanto l’uno all’altro. Insomma alla fine usciamo soddistatti della nostra capiarbità e di aver scoperto una cosa che nessuno ci ha segnalato. Compriamo catalogo e foto della mostra. Il parco Vigiland, dove mentre pranziamo scoppia un temporale e mentre noi da dentro il locale mangiamo , vediamo un numero impressionante di turisti bagnarsi come pulcini. Insomma la città ha un numero di sorprese incredibili. La ristrutturazione dei vecchi docks del porto rappresenta un esempio di architettura moderna di altissimo livello. La parte di Enzo Piano è straordinaria e racchiude un museo. Tutto sul mare, che è la fine dell’Oslofjorden, un luogo dove tra l’altro sono allestiti alcuni dei migliori ristoranti di Oslo. A proposito, in Norvegia non ci si viene certo per il cibo. Non sanno nemmeno cosa sia mangiare bene e bisogna accontentarsi. Le meraviglie proseguono con la visita del Bygdoy, una penisoletta dove ci sono le case più prestigiose della città e dove si concentrano alcuni altri musei. Sempre sfruttando l’Oslo Card, visitiamo il museo Kon-Tiky e quello dedicato alla famosa nave artica Fram. Le due strutture sono molto ben messe e molto interessanti. Il Kon-Tiky è di fatto un vero e proprio museo scientifico dedicato a ………….dove possiamo vedere gli originali del celebre Kon-Tiky e del Ra II celeberrime costruzioni navali di cui ricordo bene le eccezionali vicende. O meglio del Kon-Tiky ricordo,ciò che si disse all’epoca del Ra II (1970) e da allora ha per me rappresentato un vero mito scientifico. Della Framm sapevo in verità poco o nulla, ma scoprire come all’inizio del 900 sia stato possibile grazie a questa nave realizzare la scoperta dei poli, è stata una vera emozione. La nave è interamente visitabile e fa impressione vederla in secca con una costruzione intorno. Vederne gli alloggiamenti e le altre attrezzature, ci impressiona non poco, anche pensando al clima in cui si svolgeva la navigazione. La nave rimase per un’intero inverno prigioniera dei ghiacci, ma fu così ben costruita e ben equipaggiata che a bordo potettero ben sopportare i disagi. Il tutto va inquadrato nel periodo in cui si svolgevano i fatti, erano gli anni immediatamente successivi alla indipendenza della Norvegia dalla Svezia e tutto

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doveva servire per riaffermare lo spirito nazionalista della popolazione. A proposito, tutti hanno la loro bandiera da esporre fuori di casa. Vediamo una porticina strana che si apre pigiando un pulzante. Lofacciamo e ci troviamo in una ricostruzione del bordo della nave ad una temperatura polare!!!! Il piano si muove come sull’acqua e fa veramente freddo. Rossella corre verso l’uscita e ioi la seguo. Sulla porta esterna leggiamo “Temperatura sotto zero!!” Usciti dal museo, il sole ci lascia godere di uno spazio bellissimo dove veniamo presi da decine di imbarcazioni grandi e piccole che in continuazione solcano il fiordo. La visita di Oslo si concluderà domani 2 agosto, data per me e Rossella importantissima, perché è il nostro anniversario. Era il 2 agosto 1988 e andavamo in Scozia. 2 Agosto Stamani ci dirigiamo subito verso Aker brygge, cioè la parte recuperata dopo lo smantellamento dei vecchi dooks. Intendiamo visitare con calma tutto il luogo con le sue costruzioni modernissime che ospitano un’infinità di locali, bar ristoranti pub, ma anche abitazioni di livello superiore. Il luogo è molto curato e tutto si integra alla perfezione con la parte del fiordo che la circonda. I materiali usati sono scelti senza porre limiti di costo e trionfano l’acciaio e il vetro. Anche i particolari sono scelti con molta attenzione e in questo insieme il museo di arte contemporanea che chiude tutto il quartiere nella parte che si protrae verso il mare, ha un effetto speciale. Non è difficile riconoscere lo stile di Renzo Piano, che non solo ha progettato la struttura museale, ma anche il parco e la zona che definiamo “spiaggia” dove possiamo vedere ragazzi e ragazze che fanno anche il bagno. Sembra che l’acqua non sia particolarmente fredda!! Grazie alla Oslo Card, entriamo senza dover pagare il biglietto all’interno del museo, non tanto per vedere la mostra che in questo periodo viene ospitata, si tratta di un artista norvegese che espone sue interpretazioni fotografiche, ma soprattutto entriamo per poter ammirare dall’interno la struttura e le scelte architettoniche, che da sole sono una forma d’arte. Colpiscono anche alcune soluzioni tecniche relative ai servizi. Leggiamo che la struttura, inaugurata a settembre del 2012, sarà sottoposta al pagamento del biglietto d’ingresso a partire dal 2013 e fino al recupero delle spese sostenute…..previsto per la fine del 2017!!!! Peccato che non possiamo prendere l’ascensore che porta in cima ad una torre esilissima in vetro e acciaio, dalla quale la vista sul fiordo e sulla città è data per straordinaria. Non possiamo perché l’ascensore è in funzione solo al sabato a alle domenica, a condizione che il vento non sia eccessivo e che la temperatura esterna non sia troppo fredda (!). Mentre visitiamo il quartiere, Tjuvholmen è il suo nome, notiamo che già alle 12,30 i ristoranti sono in piena attività. Tuttavia l’unico veramente pieno e anzi con clienti in attesa, è quello italiano. Ci sarà un motivo? Noi siamo certi di conoscere la risposta! Usciti dal museo, ci fa piacere sederci per il pranzo nel locale inserito nella stessa struttura e che si affaccia sul parco di sculture e dal quale la vista su Oslo con il suo fiordo è molto bella. Il locale, manco a dirlo, si chiama appunto RENZO!! Come sempre i piatti offerti non sono certo entusiasmanti, ma il piatto di gamberetti e calamari che scegliamo non è malissimo, anche perché ci facciamo servire due calici di vino Musella Bianco che però è rosè. (?) Proseguiamo il giro di oggi lungo la banchina e così arriviamo al Comune e da li di nuovo, sempre a piedi, alla Karl Joans Gate. Cerchiamo un locale dove poter scegliere, vedendole, due fette di torta. Nonostante i nomi di prestigio, alla fine siamo costretti a ritornare al Glas Magasinet, di fronte alla Cattedrale di Oslo, dove già abbiamo sperimentato esserci un bar buffet con in mostra dolci di diverse tipologie. Così ci serviamo, con tè e sbroscione.

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La nostra permanenza ad Oslo sta terminando e con essa anche quella in Norvegia. Prima di tornare al camping cerchiamo un quotidiano locale che riporti della condanna definitiva di Berlusconi, ma non riusciamo nell’impresa, anche a colpa dell’ora ormai avanzata. Così arriviamo alla fermata del 32, al teatro Nazionale, e lo attendiamo per il percorso che ci porterà a “casa” e da cui domani partiremo. E’ tempo di alcune riflessioni. Sono trascorsi 33 giorni da quando siamo entrati in Norvegia dalla Finlandia. Abbiamo visto cose che mai immaginavamo così coinvolgenti, conosciuto persone e incontrato personaggi di ogni tipo. Pochissimi italiani. Abbiamo potuto scambiare opinioni e impressioni sia con norvegesi che con altri turisti, di diverse nazionalità. Ci rimarranno sempre nella mente le notti piene di luce e sole di Capo Nord, di Forsol, Alta, la sosta sul mare vicino a Sorkjosen, il primo traghetto sul fiordo Kafjorden, Tromso, con la sua pioggia e con il suo ponte, la renna investita sulla strada, Bjerkvik, le stupende Lofoten, con i loro villaggi e con i loro monti e fiordi, ma anche con la loro pioggia, le disavventure del traghetto per lasciarle, ma anche il sole a mezzanotte dopo una bufera a Ramberg, A, il circolo polare artico attraversato prima di Mo I Rana, i laghi e le montagne con la neve prima e dopo Trondheim, dove trovare una persona anziana in strada è impossibile. Ci ricorderemo per sempre di Kristainsund, della Strada Atlantica, con i suoi ponti e i suo isolotti sull’Oceano, di Molde e dei fiordi, traghetti gallerie ponti per arrivare alla bella Alesund, con il Bocca, i fiordi, i laghi, le montagne, il campeggio sul lago Jolstravatnet, con la gabbianella cazzuta, i villaggi e le casette colorate incontarti e ammirati per raggiungere Bergen. Il mercato del pesce, con gli amici italiani che ci hanno accolto e servito con del pesce mai mangiato così fresco e buono. Delle gallerie per raggiungere Flam, la punta estrema del Sognfjorden, la tremenda galleria di 25 km, la volpe civettuola, la chiesa medioevale in legno di Borgund, con il piccolo campeggino, La salita verso i monti interni, verso Oslo. Oslo, la sorpresa del viaggio. Una città veramente bella per la gioiosità e il coraggio di voler cambiare volto. L’Operà di marmo di Carrara ne è un esempio stupendo. Non scorderemo mai questi 33 giorni di Norvegia, dove il Nord è proprio Nord, come mai noi mediterranei lo possiamo immaginare se non vedendolo. Inutile leggere guide, cercare notizie e impressioni. Solo vivendolo si può ammirare e rendersi conto di ciò che la natura è capace di produrre, ma anche di ciò che l’uomo è altrettanto capace di fare per dominarla. Non scorderemo mai nemmeno le giornate di pioggia, a volte veramente ossessionante, che abbiamo vissuto. Ma questa è la Norvegia, acqua ovunque. Mare, fiordi, fiumi, laghi, neve. Pioggia. Non scorderemo i più di 3.000 km fatti qui, che insieme a quanti già percorsi per arrivarci fanno più di 8.000. Domani lasceremo questa nazione, che fino a 30 anni fa era ancora molto povera, ma con la scoperta del petrolio e del gas nei propri mari ha avuto una crescita di reddito individuale tale da renderla la nazione con il valore più alto al mondo. Non scorderemo nemmeno il popolo norvegese, zittone, apparentemente musone, ma alla fine pronto sempre a dare una mano a chiunque gli chieda aiuto, si che gli chieda, perché altrimenti mai si offrirà per risolverrti il problema. Una nazione senza città, anzi con una sola città, Oslo appunto che di fatto è una nazione a parte. La Norvegia, dove tutti, proprio tutti parlano due lingue, la seconda, o forse la prima, è l’inglese. La Norvegia, dove bisognerebbe poterci tornare, ora che un po’ la conosciamo la sapremmo anche comprendere e assaporare con maggior gusto. Ciao Norge, chi sa se un giorno……. Domani usciremo dalla Norvegia, ma il nostro viaggio è ancora molto lungo. Molte sono ancora le cose e i luoghi che vedremo.

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Domani saremo in Svezia, nuovamente. Se ci riesce vorremmo arrivare al campeggio che già conosciamo a Malmoo. 3 agosto Lasciamo Oslo sotto una pioggia intensa a tratti, La cosa ci aiuta ad essere meno tristi. Sembrerà strano, ma ci sentiamo un po’ norvegesi d’adozione. Percorriamo finalmente una strada che sembra un’autostrada con limite di 100. Così arriviamo in poco tempo in Svezia. Poco dopo dobbiamo fare gasolio. Tragedia sfiorata per un pelo!! Come sempre tutto è self service, quindi da solo procedo al pieno, ma dalla pistola non esce una goccia. Hai voglia di premere pulzanti o di digitare sul display. Niente! Tolgo la pistola dalla bocca del serbatoio e la infilo al suo posto sul distributure…ad un tratto uno schizzo violento fa uscire il gasolio a getto che sbatte nel distributore e rimbalza su di me facendomi fare la doccia completamente. Nessuno dei presenti muove un dito e anzi non sembra nemmeno che la cosa li abbia turbati. Sono costretto a spogliarmi li fuori dal camper, ma nessuno fa un gesto. Potevo fare la fine di Giovanna D’Arco e nessuno se ne sarebbe accorto???? Mi sono molto impaurito! Passata la paura e cambiatomi i vestiti, riprendiamo il cammino proseguendo verso Malmo, sempre in autostrada, ma questa volta potendo andare a 120. Arriviamo a Malmo, Tom Tom ci porta al campeggio dopo che da soli eravamo entrati nel centro della città. Non male. Al campeggio vado immediatamente a fare la doccia, che sarà freddissima perché non arriva acqua calda. Decidiamo di provare la cena al locale del camping, grigliata mista non malissimo, ma attesa lunghina, mentre assistiamo alle esibizioni di un cantante che intrattiene noi e altri pochi. La vicina di tavolo fa di tutto per attaccare bottone e alla fine ci riesce. Notiamo che si è scolata da sola 3 birre. Problema, invasione di zanzare. Ci spargiamo di autan, ma Rossella viene colpita ad un braccio. Cominciamo a sentire il caldo, sono infatti 20 gradi e non ci siamo abituati. Notiamo anche che la notte è notte e non crepuscolo, come invece era allo stesso posto un mese fa circa. 4 agosto Lasciamo Malmo dopo aver tentato di spendere alche gli ultimi spiccili, ma 70 kr ci restano in tasca. Ci dirigiamo alla area sosta di Copenaghen tramite Tom Tom. Prendiamo il ponte che unisce le due nazioni, ma al momento di pagare il biglietto la carta di Rossella risulta inservibile, problema tecnico. Ne abbiamo altre 3 e non ci disperiamo. A Firenze vedremo. L’area sosta di Copenaghen è comoda perché vicina al centro, ma fa schifo! E’ un parcheggio di fatto dove la distanza tra un camper e l’altro è ridotta al minimo. Un equipaggio di svizzeri si ferma, mentre noi eravamo in città, a soli 50 cm e chiede se ci sono problemi!!!! Per andare in centro vogliamo prendere il bus che ferma a pochi metri dal parcheggio camper. Chiediamo alla tipa che lo gestisce istruzioni e ci dice che il biglietto si fa a bordo e ci indica la direzione da prendere. Per il biglietto non abbiamo corone danesi, così andiamo al vicinissimo ultra-centro commerciale. Una struttura incredibile, dove c’è di tutto su 3 piani, compreso un cinema ultra tecnologico. Usiamo il bankomat con la mia visa con la paura che anche questa sia inservibile, ci vengono dubbi per colpa della storia dei traghetti. Fortunatamente tutto va bene. Ma il taglio della moneta è troppo alto per pensare di pagare 2 biglietti, così ci prendiamo uno sbroscione e un cappuccino, con due pastine.

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Ma la cosa non servirà a molto. 500 corone date, 420 il resto, fatto da due carte da 200 e una moneta da 20. Andiamo alla fermata e mentre dall’altra parte passa il bus, scopriamo che la fermata indicata è sbagliata e quindi dobbiamo attraversare di nuovo e attendere un altro bus, che scopriamo sarà l’ultimo. Arriva e non ha il resto, come immaginavamo. Ci fa gesto di sederci ugualmente. Ringraziamo e ci sediamo. Scendiamo alla stazione davanti a Tivoli. Ma abbiamo notato che le fermate fatte sono molo poche e che quindi a piedi avremo fatto prima… Troviamo il centro di Copenaghen molto cambiato dalla volta precedente, circa 15 anni fa. Lavori in ogni dove, costruzioni modernissime accanto a monumenti e costruzioni d’epoche passate. Tuttavia ritroviamo la strada che ci porta al Comune e da li al Nyhavn, dove desideriamo mangiare. L’ora ormai è quella della cena o quasi.. C’è un bel sole e fa calduccio. Quindi scegliamo il locale, Cafè Nyhavn, e mangiamo due piatti discreti con 4 birre scure molto buone. Usciamo contenti dei piatti delle birre e del prezzo pagato, che pensavamo molto più alto, visto il luogo. Ci mettiamo in cammino per ritornare al parcheggio dei camper (non la vogliamo chiamare area di sosta), ma non abbiamo, molto tranne la memoria, per farlo. Sappiamo tornare alla fermata alla quale siamo scesi, ma non c’è più il bus data l’ora. Decidiamo di provare a piedi anche perchè siamo certi che non sia molto distante, tuttavia abbiamo già fatto molta strada sia all’andata che al ritorno per il centro della città. Con un po’ di naso e con l’aiuto di una cartina dei mezzi di trasporto, riusciamo ad individuare il percorso da seguire. Alla fine vediamo le ciminiere dell’inceneritore che sta a 50 metri dal parcheggio e così siamo tranquilli. In effetti la distanza è poca, circa 25 minuti dalla stazione al parcheggio. Al ritorno notiamo gli svizzeri di cui abbiamo già detto. Non ci resta che fare i superiori, facendo comunque notare che loro non potranno aprire la finestra se non vogliono che le la distruggiamo con la nostra porta! Siamo un po’ stanchi, ma felici della giornata e di come ci siamo saputi orientare in una città già visitata molti anni fa e di cui non era in programma una sosta. Mentre scriviamo queste righe sentiamo un continuo pasaggio di sirene, non sappiamo se di polizia o di cosa. E’ domenica sera, forse le birre fanno effetti strani da queste parti. 5 agosto Visitiamo ancora Copenaghen, ma stavolta prendiamo un nuovo mezzo, il busboat! Non ci eravamo accorti che il parcheggio è vicinissimo all’acqua. In pratica siamo nella zona del vecchio porto che è stata tutta ristrutturata con edifici nuovissimi e di grande impatto. Come già detto siamo stati qui a Copenaghen una quindicina di anni fa, nel 1998 ed eravamo in un’area di sosta tipo questa, cioè molto improvvisata, che stava giusto sul canale che fungeva all’epoca da porto. La zona è questa, ma adesso tutto è nuovo e diverso. Dal parcheggio andiamo a piedi dietro il centro commerciale enorme dove ieri siamo stati per prendere corone dal casch-despenser. Non sappiamo bene dove sia il punto in cui prendere il mezzo e nemmeno sappiamo l’orario del transito. In pratica sappiamo poco o nulla, ma l’idea ci incuriosisce e vogliamo vedere di cosa si tratta. Il nostro obiettivo odierno è di rivedere la Sirenetta, nella zona alta del porto e l’idea di prendere metro e bus non ci affascina, mentre l’ipotesi di poterci arrivare via acqua ci esalta. Però non abbiamo nessuna informazione, ci affidiamo al naso e un po’ anche cerchiamo informazioni chiedendo in giro. Così chiediamo ad una ragazza che con un’ape vende caffè, ma ci risponde che lei è il primo giorno che è qui e non ha idea di nulla, ci sembra di capire che non sia nemmeno di Copenaghen!! Il tipo del parcheggio ci ha detto di andare vicino ad un ponticello….così vedendo una passerella che va da una parte all’altra del canale che divide la città e che forma il porto, ci passiamo sopra. La prima cosa che ci colpisce è il gran numero di costruzioni modernissime che sono state fatte in così pochi anni. Hanno rivalutato una

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parte molto degradata della città e l’anno trasformata in zona residenziale di lusso e centro direzionale. Tutto il lungo canale è stato trasformato in zona di svago e relax tipo parco acquatico dove le persone prendono il sole e possono anche nuotare nella sottostante acqua. Innumerevoli le imbarcazioni di ogni tipo, da barche a vela a semplici canoe. A un certo punto notiamo un piccolo imbarco con la palina tipo bus con orari e numero di linea, 91/92. Non è semplice capire con certezza di cosa si tratti, ma alla fine ci convinciamo che sia la fermata del bus boat. Ma la mancanza di altre persone ci mette qualche sospetto. Infondato perché puntuale come scritto sull’orario ad un tratto scorgiamo un battello giallo, una imbarcazione non molto gande, anzi, con un ponte mobile sul davanti, tipo rampa dei traghetti ma molto più piccola. La strana imbarcazione viene verso di noi, approda senza ormeggi, abbassa la rampa e scendono persone e bici e salgono insieme a noi anche altri che come dal nulla al momento dell’arrivo della barca si sono materializzati, bici comprese! E’ molto bello, con il costo del biglietto del bus si fa tutto il vecchio porto e così possiamo vedere la città da una visuale che per noi era sconosciuta. Molto bello e io e Rossella rimaniamo molto presi da questa esperienza. Dopo aver percorso tutto il tragitto e visto cose bellissime come la nuova sede dell’opera’ e il …….sbarchiamo alla vecchia fortezza dove possiamo vedere la famosa sirenetta. Il giudizio dato 15 anni fa non cambia, non sa di nulla, ma è un simbolo e così va preso. È ora di pranzare, andiamo a piedi verso il Palazzo Reale, dove scopriamo che a pochi metri ha sede la nostra ambasciata. Il palazzo reale è un edificio di poco valore ma la piazza nell’insieme ha un certo fascino. Camminiamo ancora e ritorniamo al canale del Hyagan (?) dove in un locale che si affaccia sull’acqua pranziamo. Discreto. C’è un bel sole e la temperatura per noi che veniamo dal nord estremo sembra altina. Dopo ritorniamo sul canale per vedere da vicino ciò che abbiamo visto dal battello. Così ci fermiamo all’Operà dove un gentilissimo cameriere ci fa intendere che se vogliamo prendere il sole a sedere dobbiamo anche ordinare. Ubbidiamo felici di avere la scusa per bere ancora. La vista sul portocanale completamente modificato dalle nuove costruzioni è bellissima e ciò contribuisce a modificare il giudizio che demmo anni prima e che era impresso nella nostra mente, cioè di una città si gioiosa, ma poco attraente dal punto di vista architettonico, ingessata in un centro storico ormai decaduto. Invece adesso Copenaghen è una bella città dove storia e presente si sanno intrecciare benissimo. Probabilmente delle tre capitali scandinave che abbiamo visto in questo viaggio è la più bella, anche se Oslo ci resta impresso, ma Copenaghen essendo più grande ha una dimensione più completa. Senza dubbio la più anonima resta Stoccolma, che per fortuna è stata la prima e così ci ha saputo sorprendere con le sue straduzze e il suo mare. Riprendiamo il battello bus e così ritorniamo al parcheggio verso il tramonto. L’antipatico gestore ci viene incontro e ci chiede di pagare subito le due giornate di sosta, perché non vuole correre il rischio che si vada via senza aver provveduto!! Gli facciamo notare che è stata la sua collaboratrice a dirci di pagare alla partenza e che comunque noi non siamo di quella gente che fa certe cose. Paghiamo 500 corone, cioè 35 euro a giorno!! Il tipo incassa e non da ricevuta se non un cartoncino con la data della partenza!! Sconcertati del fatto che le stesse cose da noi giustamente vengono definite evasioni fiscali, incontriamo una coppia di bolzano che ci dice che anche a loro non ha lasciato ricevuta e che loro hanno fatto il conto…il tipo mette in tasca 2.500 € al giorno…esentasse!!!! Al camper facciamo il punto e decidiamo che domani lasceremo la Danimarca e che sbarcheremo a Puttergarden da dove siamo partiti all’inizio di questa avventura Scandinava. Da li proseguiremo verso Lubecca, che non conociamo. 6 agosto

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Abbiamo lasciato il parcheggio di Copenaghen e in poco tempo abbiamo raggiunto il porto per il traghetto, a Robydnghern (?) Mangiamo in un localino dove ci preparano un paio di panini con amburgher, discreti. Paghiamo il biglietto tipo autostrada, ci incolonniamo e in pochi minuti siamo a bordo e non ci accorgiamo che già la nave si sta muovendo. Ci avanzano delle corone danesi, approfittiamo del dutyfree e così spendiamo quasi tutto per un profumo di Rossella e per due dolcini e caffè. La traversata è veloce, in un’ora siamo già in Germania e dopo circa un’ora e mezza al campeggio di Lubecca. Fa caldo il sole picchia e noi non siamo abituati. Paghiamo per due notti oggi sistemiamo un po’ di cose e domani visitiamo la città, ma all’ora di cena non resistiamo e così saliamo sul bus e scendiamo in centro. Facciamo 200 metri e ci troviamo senza volere seduti in una pizzeria italiana dove mangiamo due napoletane. Riprendiamo il bus per il campeggio, ma la cosa non è semplicissima. Infatti scendiamo dopo la fermata giusta e così a piedi e nel semibuio dobbiamo ritornare indietro verso il campeggio. Domani visita di Lubecca. 7 agosto Verso le 11,30 usciamo dal campeggio e scopriamo che il bus è appena passato, così attendiamo 30 minuti per il seguente. Ormai siamo pratici e sappiamo tutto dei bus, scendiamo all’Ostentor e lo possaimo osservare bene da vicino. Un monumento interessante e che richiama la forza della città ai tempi della lega anseatica. Da li proseguiamo verso il centro e in poco attraversiamo vie piene di negozi e di gente, costruzioni anni 60, i tempi della ricostruzione postbellica. Lubecca subì, come tutte le altre città tedesche, meno una cioè Norimberga, fortisimi bombardamenti e quasi tutti i simboli della cultura tedesca furono abbattuti. La ricostruzione ha tentato di mantenere il vecchio volto della città, ma le nuove costruzioni non hanno niente di bello da mostrare, mentre la ricostruzione e il restauro dei monumenti ha tentato di ridare la stessa imprinta che avevano e dobbiamo ammettere che oggi si stenta a riconoscere gli interventi effettuati, tra l’altro molto numerosi. Dopo pochi metri a piede, arriviamo nella piazza, ricostruita, del Rathaus e da cui si accede alla cattedrale di S. Maria (Marienkirche). I due edifici sono effettivamente di livello apprezzabile e il gotico che esprimono è di qualità. Per noi è inusuale vedere tanto gotico costruito in laterizzi. La dimenzione della chiesa è sorprendente pensando appunto al materiale usato, cioè mattoni. L’effetto interno e molto piacevole e “grazie” ai bombardementi ed al successivo restauro, si è pututo recuperare ciò che il successivo periodo barocco aveva coperto. Lo si vede da vecchie foto che danno l’idea di come era stata appesantita la costruzione e l’arredo della chiesa. Usciti torniamo verso il Rathaus e scegliamo di fermarci per il pranzo nel ristorante che si trova proprio in quello spazio. Finalmente possiamo mangiare con qualcosa che sa di pranzo vero. Lo accompagnamo anche con del vino rosso, che doveva essere Bordeoux, ,ma che certamente non era neppure lontano parente. Tuttavia sempre meglio della ormai stancante birra!! Riprendiamo la visita della città, percorendo strade sempre piene di moderni negozi. Ci colpisce la parte posteriore del Rathaus che seppur di qualità, si trova stretta tra costruzioni del periodo post bellico che francamente stonano non poco. In poco ci rendiamo conto che la città storica è quasi tutta ricostruita e che gli edifici di pregio storico sono ben poco rispetto al resto. In ogni caso Lubecca non dispiace e pensiamo che una sosta qui sia obbligatoria per chi decide di visitare la Germania.

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Decidiamo di riposarci in una Conditorai, dove due fette di dolce, un the e uno sbroscione ci fanno ben terminare la visita della città. Inizia un vento fresco che a volte da fastidio. Stranamente non abbiamo visto indicazioni per aree di sosta camper e anche altri italiani che abbiamo conosciuto al campeggio hanno notato la stranezza del fatto, perché essendo in Germania le aree sosta per camper sono praticamente in ogni città o villaggio. In ogni caso il campeggio svolge benissimo la sua funzione, tranquillo, con servizi di livello buono, ad un prezzo di €.20 al giorno con elettricità compresa. Praticamente meno di quanto a volte occorre per le aree attrezzate, che non hanno gli stessi servizi. Tra l’altro è ben collegato con il centro via bus oppure con ciclabili effficienti. Il bus è invece caro, €. 2,40 a tratta perché fuori città. Tempo di percorrenza 10 minuti, con frequenza di 30 minuti. Domani lasciamo Lubecca. 8 agosto Lasciamo Lubecca e decidiamo di andare verso Berlino. Ci arriviamo con comoda autostrada in circa 3 ore. L’area di sosta che ci segnalano le guide e Internet risulta completa. Ripieghiamo su un’altra di cui recuperiamo da Internet l’indirizzo che coincide con quello di una guida. Impostiamo Tom Tom ma all’arrivo non risulta nulla. Non vediamo nesssuna area di sosta. Percorriamo ancora una strada che avevamo imboccato e alla quale non avevamo alternative, ad un tratto vediamo un cartello e riconosciamo, seppur arrivando da altra via, l’area di sosta nella quale sostammo nel 2008. Purtroppo l’area non è proprio il massimo, ma è l’unica che ha ancora posti liberi. Raisemobilhafen Berlin ASKANIERRING 70 coordinate gps N52°33’09’’ E13°12’01’’ a SPANDAU Non è altro che un parcheggio con qualche servizio, non esiste nemmeno lo spazio per lavare i piatti. Ha le docce dignitose a pagamento e il prezzo della sosta comprende la corrente. Camper + 2 persone €. 15,00 a notte. Prezzo giusto ma si trova esattamente sulla linea di percorrenza del vicino aeroporto di Tegel e quindi ogni minuto sulla testa passa un aereo e il frastuono è molto alto. Fortunatamente a mezzanotte e mezza cessano i voli che riprendono al mattino alle 6.!!! Insomma dalla vita ci si aspetterebbe di più!!! Meglio comunque di quello di Copenaghen, con il quale ha in comune l’assoluta mancanza di ricevuta di pagamento, che può essere effettuata solo in contanti!! E poi sono gli italiani gli evasori….. Collegamento con Berlino facile e comodo, bus 45 poi treno regionale da Spandau. Costo a persona € 6,70 se fai il biglietto in bus e con valenza giornaliera per tutti i servizi di trasporto della città. Gruppi di almeno 5 persone pagano in tutto € 15,00 sempre per tutto il giorno. Bus con cadenza di 5 minuti anche la notte, come il treno che però ha una cadenza di 15. Ciò detto per gli, amici camperisti. Visitiamo Berlino, che già conosciamo molto bene e questa è la 4 volta per Rossella e la 5° per me, approfittando di una splendida giornata di sole. La città è sempre molto piacevole da vivere e anche la sua organizzazione colpisce e affascina. Rispetto alle volte precedenti però ci fa l’impressione che non ci sia più la spinta culturale innovatrice, o meglio che tale spinta si stia esaurendo in novità e che stia rischiando di diventare un po’ prigioniera di se stessa. Forse proprio i troppi lavori e le innumerevoli costruzioni nuove e i tanti cantieri aperti la rendono un po’ meno affascinante delle volte precedenti, ma sicuramente per chi non l’avesse ancora vista l’impressione è diversa. Infatti, essendo l’area camper praticamente riempita per lo più da italiani, anche scambiando impressioni con altri equipaggi si ha la stessa valutazione. Chi non l’ha mai

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vista prima resta colpito moltissimo, gli altri confermano che è una città molto bella, ma non hanno lo stesso brivido vissuto in altre precedenti occasioni. Va detto che comunemente tutto ciò che sono costruzioni recenti e moderne, anche se di livello eccezionale come queste, hanno il difetto di invecchiare velocemente. Però c’è qualcosa in più qui adesso, perché nelle nostre visite precedenti avevamo sempre avuto l’impressione di stare in mezzo ad un mondo effervescente anche culturalmente e sebbene in periodi non lontanissmi tra loro, circa 5 anni, sempre ci colpiva la vivacità e il sapore del nuovo e delle proposte che qui si sentivano crescere. Oggi non è così, anzi alcune cose un po’ disturbano, tipo l’appesantimento di costruzioni in Alexander Plaz e anche nella zona dell zoo. Oltre alla forzata smania di cambiamanto di tutta l’area del Unter den Linten, che ha perso ormai del tutto il fascino romantico che aveva. Insomma si ha la senzazione che la voglia di apparire grande, forte, ricca, alla fine la porti ad essere, almeno all’aspetto, un po’ pacchiana. Lo sappiamo che la Germania è ricca, non c’è bisogno di esagerare nel farlo vedere. Inoltre appare anche più sporca di anni fa e la proverbiale tranquillità degli abitanti e la loro innata sensibilità verso il rispetto delle regole si stia affievolendo, diventando in questo …. più vicina al sud dell’Europa. Ciò detto è comunque sempre una città che ha poche altre concorrenti, non solo in Europa. La prima giornata di visita ci porta a percorrere da Alexanderplaz verso la zona di Gendarmen Markt, per poi ritornare sugli Unter den linden, Brandeburghen Tor e poi Posdamer Platz, con il sempre bel Sony Center e la sua copertura avveniristica. Notiamo in tutto il percorso, che più il tempo passa e più in ogni dove sorgono negozi che propongono immagini e testimonianze del periodo post bellico, con tutto ciò che ricorda e testimonia l’assurdità del famoso muro. Più gli anni passano e più tale periodo viene proposto come quasi un’attrazione per i turisti di tutto il mondo. Si nota anche che, al contrario, del periodo precedente, quello nazista, si tende invece a non mostrare nulla e di fatto solo il parco dedicato all’olocausto in qualche modo ne ricorda le follie prodotte. Ma anche qui se non ci si chiede cosa siano tutti quei parallelepipedi, si rischia, come spesso capita di vedere, di scambiarlo per un luogo dedicato alle acrobazie dei giovani che saltano con maestria da uno all’altro. Tanto che c’è una guardiana con il compito di far scendere dai parallelepipedi, ma di fatto è una battaglia persa, dato il numero esagerato di ragazzi che ci provano e l’altrettanto enorme estenzione dell’area. Torniamo al camper un po’ stanchi. 10 agosto Oggi il sole picchia duro, ma la temperatura resta gradevole. Sempre con il treno andiamo in centro. Decidiamo che oggi ci lasceremo corrompere dalla zona vicina allo zoo, Europa Center. Anche qui le costruzioni nuove e i cantieri aperti non si contano più. Arrivati alla Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche, insomma a Cipria e Rossetto,come più semplicemente sono state ribattezzate le rovine della chiesa evangelica semidistrutta dai bombardamenti del 1944 e che era stata semplicemente sottoposta ad un restauro conservativo, avendo il compito di lasciare visibile alle generazioni future l’orrore di ciò che il nazismo fu causa anche per gli stessi berlinesi, abbiamo un attimo di sussulto. Le due costruzioni non sono più visibili al momento perché completamente nascoste da enormi impalcature che le avvolgono completamente. Sicuramente si tratterà di manutenzione, ma non si può escludere, data l atotale assenza di informazioni, che non stiano anche sottoponendole a lavori di “ammodernamento” come tutta l’area è soggetta!!!. Proprio sotto ai due monumenti nascosti, c’è una fiera di cibo e altre produzioni di ogni paese europeo e delle varie regioni della Germania. Vorremmo quasi approfittarne, ma essendo ancora troppo presto, decidiamo di proseguire verso i magazzini KaDeWe. Entriamo e ci lasciamo coinvolgere. Il piano terra, oltre a tutte le maggiori firme della moda anche italiana, ospita nella hall una mostra dei prodotti della porcellana Berlinese. Ci viene il nodo alla gola a pensare che tali pur pregievoli oggetti, non sono neppure lontanamente paragonabili a ciò che veniva

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prodotto dalla Richard Ginori di Sesto Fiorentino, oggi alla ricerca di un imprenditore che la sappia rilanciare e che ne eviti la chiusura definitiva. Passiamo ai piani superiori e piano dopo piano arriviamo al 6° dove è concentrato il meglio dei sapori della cucina mondiale. I vari banchi non solo espongono e vendono la loro merce, ma anche la cucinano e così ne approfittiamo. Dopo il pranzo prosegiamo la visita del magazzino e facciamo in tempo a lasciare qualche euro, ma anche a conoscere alcune novità della tecnica, come stupendi televisori in 3D senza bisogno dei classici occhialini. Siamo certi che presto li vedremo anche da noi in Italia, ma non pensiamo che avranno un mercato facile, dati i prezzi per noi proibitivi. Usciamo e torniamo verso la festa dei prodotti etnici. Decidiamo di sederci per due birre, quando in due minuti il cielo si copre e un vento fortissimo si leva fino al punto di costringere gli espositori e chiudere gli ombrelloni con la chiave e così rimaniamo con le birre in mano sotto la pioggia che inizia a cadere. Ci avviamo verso la stazione dello zoo per tornare al camper rimasto con gli oblò aperti per il sole che stamani dava sicurezze. Sotto la pioggia arriviamo al treno e quindi al camper. Un po’ di acqua sul letto, ma nulla di grave. Domani lasceremo Berlino. Per dove? Ancora non sappiamo. Questo modo di viaggiare che stiamo sperimentando, un po’ da vagabondi che decidono all’istante quale direzione prendere, ci piace molto. Peccato che le direzioni da prendere stiano ormai puntando tutte verso sud!!! 11 agosto Partiamo da Berlino e impostiamo TomTom per Dresda. Circa 250 km che percorriamo tranquillamente sotto un bel sole in poco più di 3 ore, sosta pranzo compresa. L’autostrada ci conduce fino alla città e TomTom ci indica le strade cittadine da percorrere per un’area di sosta vicino al fiume che viene segnalata da quasi tutti i siti internet visitati. Purtroppo anche qui come già a Berlino i lavori incombono e prepotentemente sconvolgono non poco la vita cittadina. Sconvolgono anche noi perché il parcheggio per camper segnalato non esiste più e non si notano altre indicazioni. Dopo aver cercato inutilmente uno spiazzo per una rapida sosta ricognitiva, cosa nell’immediato impossibile sempre a causa dei lavori, ad un tratto ci appare il cartello indicante un camping. Seguiamo le indicazioni e arriviamo in poco tempo al Campingplatz – Betriebe Martin in Boderitzenstrasse 30. Sono le 15,30 e la reception è chiusa, ma un foglio dice che se uno arriva e il burò è chiuso si può entrare e vedere per scegliere il posto, e poi dopo passare dalla direzione per registrarsi. Così facciamo, ma i posti liberi sono pochissimi e ci viene il nervoso perchè una coppia di olandesi ci ha fregato l’ingresso in curva! Nonostante ciò troviamo una discreta sistemazione in un camping pulito, carino anche se completo. Ma siamo la domenica di Ferragosto e pretendere l’impossibile…… Tra una cosa e l’altra si fa pomeriggio inoltrato e ci fa fatica scendere in città e così decidiamo di cenare insieme ai tedeschi e quindi alle 18 siamo già alla taverna sotto il sole pronti a cenare, due braciole di maiale impanate e fritte, insomma 2 schnitzel con patate fritte e piselli lessi. Mentre ceniamo arrivano due coppie di romani con i quali scambiamo alcune impressioni generali, fino ad arrivare all’immancabile accenno all’Italia. Ma chi è che ha votato per il Berlu? Ma allora hanno ragione quei milanesi di trondeim che dicevano che secondo loro ci sono stati brogli, non è possibile che mai, ma proprio mai non si incontri almeno uno che ammetta di averlo votato………….. Dopo cenato provo a sistemare il frigo che ha ripeso ad andare solo a gas. Pare che il problema sia nella scheda principale che se tocca la cella del frigo fa capricci. Provo ad infilare sotto uno spessorino e il frigo funziona alla perfezione. Rossella si presta ad aiutarmi a reggere la seconda scheda quella che contiene i comandi e le lucine indicatrici. Un secondo, una fumatina e zot!!! Il frigo è spento del tutto. Bestemmie a kili!!! Una cortocircuito dovuto allo sfregamento della scheda dei comandi con la slitta dell’altra scheda. Inutili tentativi di rianimazione. Ma la caparbietà a volte aiuta…..scopro che è

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cieco e non si può vedere quale sia la temperatura impostata e se è acceso o no, ma sembra che funzioni e meglio di prima!!!! Rimonto il tutto e così posso confermare che il frigo va. Funziona regolamente ma non si può vedere se è acceso o no se non si apre lo sportello. Se la luce si accende funziona. Lo provo anche staccando il cavo della elettricità e scatta subito il gas, che si sente dal clasico colpo della valvola. Finito con il frigo iniziamo a pensare alla tappa successiva, che sarà dopo la visita di Desdra. Ci stuzzica Praga e così cominciamo a navigare in internet, a proposito meno male che previdentemente abbiamo la chiavetta passaport di vodafone, nemmeno qui funziona il wifi e la direzione si scusa per l’inconveniente!! Troviamo indirizzi di camping, ma non di aree di sosta e anche i romani vicini ci confermano che non hanno visto aree per camper a Praga (loro vengono da li). Mentre carico sul navigatore l’indirizzo di un camping mi accorgo che le mappe che sono caricate sul tomtom non contengono la Repubblica ceca. In effetti non avevo pensato ad una tale eventualità. Poco male, scarichiamo dal sito tomtom ciò che ci occorre….ma c’è un problema. Lo possiamo fare solo con la chiavetta, che in questo posto ha un segnale molto debole. Morale l’operazione si concluderà la mattina dopo alle 9!!! Ma poi abbiamo tutto. 12 agosto Sole e nubi. Variabile ma volto al sereno e la temperatura è ideale per visitare una città. Siamo stati qui a Desdra sempre nel viaggio del 1990. Ricordiamo una città con poche persone in strada, monumenti belli ma alcuni ancora da ricostruire da dopo la guerra. Traffico inesistente. Palazzi decadenti. Troviamo palazzi nuovisimi, Servizi pubblici efficientissimi e funzionalissimi, monumenti completamente ricostruiti. Troviamo però anche qui come a Berlino, troppe costruzioni moderne accanto ai monumenti, in luoghi dove prima non esisteva nulla ora sono stracolmi di negozi, parcheggi e centri commerciali. La cosa un po’ disturba. Ma comprendiamo che chi non ha avuto la posibilità di vedere la città in altri tempi non può nemmeno fare confronti e quindi può essere che non colga certi misfatti. Mentre pranziamo in pieno centro, in una piazza dove avevamo visto la montagna delle pietre dei monumenti ancora da risistemare, ora inesistente, abbiamo la possibilità di scambiare alcune parole con una coppia di olandesi. Anche loro concordano su questa ossessione che hanno i tedeschi di nascondere il loro passato, anzi i loro passati. Mettendo anche in evidenza che la stessa cosa accadde dopo la prima guerra mondiale e fu l’occasione per l’ascesa del nazismo. La città è sicuramente molto bella e colma di monumenti, tutti ricostruiti dopo il terribile bombardamento del febbraio 1945 che rase a zero la città. E’ una città che bisogna vedere, anche se certi contrasti troppo vistosi non le fanno certo bene. Al camping dopo cena ci intrufoliamo tra 2 coppie di toscani, pisani per la precisione, di Faulla, che simpaticamente scambiano volentieri alcuni commenti con noi, ci offrono dei biscotti fatti in casa e del vin santo. Molto carini e gentili. Anche qui vale lo stesso ragionamento…..ma chi l’ha votato? Domani lasciamo Desdra e ci incamminaimo per Praga, che dista 140 km. 13 Agosto Lasciamo il campeggio di Desdra verso le 11,30. Perso del tempo per finire di asciugare il bucato che ieri sera non eravamo riusciti per mancanza di moneta spicciola da inserire nel dryer. Va detto che le istruzioni sono solo in tedesco! Dopo pochi km ci fermiamo a Pirna, su consiglio di una famiglia di Napoli con figlia grande molto educata.

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La cittadina è piccolina e per sostare con il camper cercando un parcheggio in pratica la vediamo tutta. Trovato un posto adatto, scendiamo e ci incamminiamo verso quella che ci sembra la strada per il centro e subito ci imbattiamo in un baracchino, tipo il nostro mitico Mario di Porta Romana, ma che invece del lampredotto serve salcicciotti, polpette e braciole di maiale fritte. Optiamo per questa ultima soluzione. Finito il pranzo, su un tavolino in piedi insieme ad altri, come appunto dal nostro Mario, riprendiamo la via del centro. In due minuti arriviamo alla piazza centrale e da li alla chiesa. La chiesa è da visitare, merita. Torniamo al camper e riprendiamo l’autostrada per Praga. In un attimo siamo al confine con la Repubblica Ceka, ma prima ci siamo fermati per acquistare la vignetta per l’uso dell’autostrade. Paghiamo 18 €uro e l’attacchiamo sul parabrezza. Vale 10 giorni. L’autostrada prosegue verso Praga e non è nemmeno facile individuare la linea di confine tra i due Paesi. Ci rendiamo conto di essere nella rep Ceka dai cartelli stradali! I km sono ancora pochi da percorrere, ma l’autostrada si interrompe perché ancora non è completata. Così facciamo un bel pezzo di strada normale che passa attraverso paesini ancora molto poco sviluppati e che probabilmente con la fine dell’autostrada non avranno neppure grande speranza di migliorarsi. Alle 16,00 siamo a Praga e grazie a TomTom non abbiamo difficoltà a trovare la via impostata secondo le indicazioni della svizzera di Berlino. Appena imboccata la strada vediamo l’insegna di un camping e ci infiliamo. I posti liberi sono solo 3, ma i posti totali sono 15!! Poiché il posto che scegliamo ci piace non facciamo caso che quello dove siamo non è il campeggio che ci era stato indicato, ma è il giardino di casa di una famiglia che lo ha adattato benissimo a camping. Il posto si chiama Camping Dana Troja in via Trojskà 129, Praga 71 Troja. Il campeggio, seppur mini, ha tutto e i servizi sono molto puliti. In pratica ci siamo solo italiani con due o tre eccezioni di tedeschi e olandesi. Così veniamo a sapere che il campeggio che cercavamo è uno schifo e abbiamo avuto fortuna a sbagliare. Appena sistemati decidiamo di andare subito in città. Così prendiamo il vicinissimo tram e in pochi minuti siamo al Ponte Carlo. Data l’ora ci viene di cercare subito dove cenare. Lo facciamo in un locale caratteristico dove ci fanno losconto del 15%. Il locale si chiama………….. Mentre ceniamo ci viene in mente che anche la Laura dovrebbe essere qui a Praga. Così le mandiamo un sms criptico per vedere se possiamo incontrarci, non vogliamo disturbarla. Dopo poco Laura ci risponde e capisce che siamo anche noi a Praga. Così fissiamo di vederci subito sul ponte Carlo, dove lei è con la gita. La combinazione è veramente unica. Lei è qui per pochi minuti e domani partirà da Praga. Così ci incontriamo e tutti siamo molto felici di aver potuto cogliere questo momento in un’occasione così irripetibile. Laura ha pochi minuti liberi e così la possiamo solo riaccompagnare al gruppo con il quale sta viaggiando. Ma la gioia di esserci incontrati in un posto così bello e in un modo così imprevisto è veramente tanta. È Sera e la città ci appare molto bella con le sue luci che la fanno risplendere. Ci limitiamo a percorrere la zona del ponte carlo anche perché non vogliamo levarci la sensazione di vederla nei prossimi giorni, ma subito ci appare bellissima. Anche Praga fu vista nell’ormai mitico viaggio del 1990. Un film completamente diverso, figurarsi per me che già ero stato a Praga nel 1974. Roba da amarcord!!! L’allora regime comunista imperava e tutto aveva un altro sapore e la città un’immagine completamente diversa. Certo che i palazzi storici e i monumenti sono sempre quelli, ma ricordo sere tetre, scure, direi grigie. Ora vedo luci coloratissime e soprattutto tanta, ma tanta gente in strada. Riprendiamo il tram e torniamo al campeggio. La serata termina con uno scambio di impressioni con altri italiani, una coppia di Arezzo (Bucine) e una di Torino.

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14 agosto La giornata inizia con una lunga discussione con la coppia di Torino e con un tipo su un camper di Firenze, anzi del coordinamento camperisti, che però è milanese, anche se lui dice di no. Oggetto della discussione sempre le cose italiane. Ci troviamo molto in sintonia con i torinesi, Angela (o Gabriella?) e Dino. Riprendiamo il tram e in poco siamo in centro. Oggi battiamo la zona di P.za S. Vingeslao, dove ci sono dei baracchini con cose locali e dove pranziamo a base di spiedini misti e dolcetti strani fritti. Birra per bere. Insomma facciamo un miscuglio di cose, ma ci divertiamo. Mentre giriamo per la piazza chi appare?? Il barbiere di P.za della Calza con la moglie. Ci salutiamo e anche lui rimane stupito di incontrare li altre persone di Porta Romana. Anche loro non possono fare a meno di dire che Praga è proprio bella. Questa frase sarà un ritornello che sentiremo ogni volta che scambieremo qualche parola con altri italiani, cosa facile dato il grandissimo numero di connazionali presenti. Sembra che tutti quelli che per un mese e mezzo non abbiamo incontrato, si siano dati tutti appunatmento qui a Praga. Proseguiamo la camminata e andiamo verso la torre dell’Orologio, altro punto classico del turismo praghese. Insoddisfatti del pranzo consumato, ci sediamo in un bar proprio sotto la torre e così possiamo mangiare un pezzo di torta mentre scoccano le 5 e l’orologio fa il suo dovere con le figure che scorrono nelle finestrelle. In se la cosa è quasi ridicola e non ha un vero valore artistico, ma la curiosità è tale che già una ventina di minuti prima delle 5 si era formata una buona folla. Noi seduti al bar ci siamo invece goduti il piccolo spettacolo in santa pace. Facciamo un giro per la piazza e ammiriamo i vari palazzi che si affacciano su di essa. Poi stanchi e anche un po’ frastornati dalla folla di turisti, dobbiamo ricordarci che per oltre un mese siamo stati in zone dove incontrare altre persone era un evento, decidiamo di tornare al camper dove concluderemo la giornata. 15 agosto Ferragosto. Oggi passiamo l’intera giornata attraverso le vie di Praga. Prima il quartiere ebraico, dove per la seconda volta in 23 anni cerchiamo inutilmente di entrare nel famoso cimitero. Troppa coda e ci sembra anche caro il biglietto di ingresso, 300 kr a testa. Così, coinvolgendo anche 4 fiorentini di S. Frediano che come noi ammettono che Praga è troppo più bella di Firenze, decidiamo di soprassedere. Proseguiamo sempre a piedi per il quartiere e ci fermiamo a chiaccherare per un’oretta con una famiglia di Udine. Anche loro sorpresi dalla bellezza della città. Poi è già l’ora di pranzo, anzi anche un po’ di più. Così pensiamo di andare verso il Belvedere, dove l’altra volta avevamo mangiato. Non è che vogliamo ripercorrere gli stessi eventi, ma ci incuriosisce verificare quanto sarà cambiata la cosa. Infatti, mentre la volta precedente eravamo soli, con un cameriere che ci trattava da nababbi con un costo ridicolo, ci ricordiamo che potemmo lasciare più di mancia che di conto!!!! Stavolta siamo una coppia tra le tante persone e anche i prezzi, seppur inferiori e non di poco rispetto ai nostri, sono decisamente più alti di allora. Anche il panorama è diverso, sempre bello, ma con molte novità. Speriamo di poter confrontare le foto di oggi con quelle fatte anni fa. Dopo pranzo proseguiamo a piedi verso il castello e lo spettacolo che vediamo vale la fatica della camminata. Attraversiamo il giardino reale. Arriviamo al castello e al palazzo del presidente della repubblica. Poi scendiamo verso il ponte carlo con molta calma, ci fermiamo per ascoltare un trio che suona jazz in strada. Dopo proseguiamo e passiamo d’avanti alla nostra Ambasciata. La cosa un po’ mi emoziona sempre. Camminando ancora per i vicoli, arriviamo sotto il ponte. Ci colpisce una mostra fotografica dell’alluvione di giugno 2013. Si di quest’anno!!! Non c’è traccia visiva in città, ma 2 mesi fa il fiume è di

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nuovo andato fuori dagli argini, meno che nel 2002 ma anche stavolta Praga ha dovuto fare i conti con la Moldava. Però hanno saputo difendersi meglio e si vedono le paratie e i sistemi approntati per contenere la piena. La giornata si conclude ancora passeggiando per la città. 16 agosto Ancora per Praga in giro sempre a piedi. Oggi scendiamo vicino al centro di danza. Il palazzo è comunemente chiamato “Ginger e Frend” e in effetti sembra proprio ispirato alla celebre coppia. Fatte foto. Poi sempre a piedi prendiamo una strada in leggera salita, Jeena, e poi scendiamo verso il Museo posto alla sommità di Piazza S. Venceslao. Vicino la fontana alla base del Museo notiamo una croce a terra che segna il luogo dove si dette fuoco nel 1969 Jan Palach. E’ ora di pranzo e cerchiamo dove fermarci. Lo facciamo nel locale più in della piazza. Il COMO. Il locale è di discreto livello, e il tavolo a noi assegnato è sul terrazzo che da sulla piazza prima dell’ingresso. La giornata più calda del solito ci permette di poter tranquillamente pranzare all’aperto. Dopo pranzo cerchiamo il negozio dove già abbiamo acquistato un nuovo zainetto, Rossella vuole trovare una borsetta per Firenze. Fatta la spesa che rispetto a casa è ridicola, decidiamo di tornare al camper e riposare un po’. Dopo averlo fatto ritorniamo in centro, è già il tramonto e la città comincia ad assumere un aspetto più intimo. I colori sono stupendi e l’illuminazione dei monumenti la rende meravigliosa. Passeremo la serata in P.za dell’Orologio nello stesso bar di giorni prima il toro negro. Solita sceneggiata dell’orologio che suona elle ore. Il fenomeno che ci colpisce più di ogni altra cosa è la folla di persone che si aggirano per le vie del centro. Ci viene in mente Firenze, dove la sera i turisti non sanno dove andare se escono dalle due o tre piazzette. Riprendiamo il tram per il camper, che anche stavolta come la prima sera, ferma prima e così siamo di guida per altri italiani che non sapevano dove andare. Arriviamo insieme a loro al camping parlando del nostro viaggio che ascoltano con molto interesse. La cosa ci riempie di orgoglio. 17 agosto Lasciamo Praga. Abbiamo deciso all’improvviso. Non avevamo altre cose da vedere e abbiamo pensato che sia meglio riposarci in un campeggio più adatto. Prima di noi parte Bucine, ci salutiamo. Poi il bolognese vicino ci aiuta ad uscire, salutiamo anche lui e sua moglie. Così decidiamo di provare a Norimberga, che già conosciamo, oppure di puntare su Regensburg, dove i signori di ieri sera ci hanno descritto un campeggio adatto al relax e la città dicono essere città molto carina. La via per Norimberga è tutta autostrada, che si chiama via carolina, in onore di Carlo V poi I. Non individuiamo nessun segnale di Area camper e nemmeno di Camping. Fa molto caldo, o meglio noi non siamo più abituati a queste temperature, sono 31° ! Dopo aver girato un po’ per la periferia, decidiamo di abbandonare Norimberga e puntare sul secondo nostro obiettivo, Regensburg. Mentre facciamo gasolio ancora in città, un altro camper è fermo nella pompa accanto alla nostra ed è del posto dalla targa. Così chiedo se c’è un posto camper e lui mi dice che ce n’è uno vicinissimo ed è l’unico. In pochi attimi siamo sul posto. Area al sole cocente, sporca, senza possibilità di scarico delle acque e occupata anche da due roulottes stanziali, di famiglie senza dimora. Scambiamo due parole con una famiglia di Varese e poi partiamo per Regensburg. Nel girare per Norimberga abbiamo rivisto le mura della città, che ci pare anche questa molto cambiata in così poco tempo. Nuovissime costruzioni sono a ridosso del centro storico, ma forse ricordiamo male …..

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In un’ora siamo a Regensburg. Tom tom ci porta direttamente al camping, che sembra subito carino….tranne che per lo scarico delle acque. Incredibile…bisogna vederlo per capire. Si tratta di una rampa in salita che ospita una piccola piattaforma con al centro la griglia. Un camper di oltre 5 metri non può assolutamente scaricare a meno che non entri a marcia indietro, ma in quel caso è possibile fregare la coda alla rampa. Noi ce l’abbiamo fatta per 3 cm!!!! Fatte le oparazioni scarico e carico, andiamo alla piazzola assegnata. Buona ombrosa e spaziosa….ma non ci permette di prendere il satellite. Alberi alti che ci fanno ombra….in tutti i sensi. Ceniamo al bistrò del campeggio dove una coppia ci prende in simpatia. Credevamo fossero tedeschi, invece sono gallesi. Lei australiana. Più anziani di noi. Sono con una tenda, con la quale stanno girando tutta l’europa da un bel po’. Vorrebbero convincerci ad andare domani alla messa in duomo alle 10 per sentire un coro di ragazzi che sembra molto famoso. Parliamo mezzo inglese e mezzo italiano, ma alla fine siamo stanchi, ci siamo dovuti cimentare anche nello spiegare il palio di siena!!!!!! Quasi sempre in inglese, ma come si dice contrada? E canapo? E rincorsa, e cavallo scosso ecc? Forse hanno capito qualcosa, almeno dall’espressione sembra di si, ma non ci scommetterei. 18 agosto Nemmeno per sogno siamo pronti per la messa delle 10!!! A pelo prendiamo i l bus delle 12! Visitiamo la cattedrale, ma dobbiamo aspettare la fine della messa. Abbastanza interessante. Poi giriamo per la zona limitrofa e scopriamo i resti della città fortificata di Marco Aurelio. Quindi rientriamo nella cattedrale a messa terminata finiamo la visita e alla fine usciamo da una porticina della chiesa e ci troviamo in una specie di cortile chiuso da ogni lato, dove al centro ci sono i tavoli di un restourant. Ci sediamo ad un tavolo da 6, non ce ne sono altri. Mentre scorriamo il menu arrivano due donne e ci chiedono se possono accomodarsi, noi gentilmente diciamo di si e così scopriamo che sono 4 3 donne e un uomo, tedeschi. La più giovane, la figlia, è molto grossa, ma si offre gentilmente per aiutarci a sceglliere il menu. Poi iniziamo a parlare e così fino alla fine del pranzo. Dopo andiamo verso il danubio e ci fermiamo un po’ a vedere le barche che approdano. Qui il fiume è ancora abbastanza piccolo, ma già in parte navigabile. Dopo ci prende un po’ di stanchezza e decidiamo di ritornare al camper, ma non è semplice individuare la fermata del bus, ci sono lavori e deviazioni, nemmeno un coppia di giovani del posto, che si offrono volontari per aiutarci ci riescono!!!!!! Arriviamo al campeggio insieme ai gallesi di ieri sera. Prima di cena facciamo un giro per il camping e veniamo riconosciuti dalla familgia di Verona dell’ultima sera a Praga, quelli che si mostrarono molto interessati ai nostri racconti e così ci chiamano e ricominciamo a parlare con loro. Ci salutiamo scambiandoci gli indirizzi, come spesso facciamo tra camperisti, ma poi mai è successo che ci siamo risentiti!!!! Staremo a vedere. Dopo cena, questa volta saghetti in camper perchè siamo stufi di maiale, rifacciamo un giretto e ritroviamo il padre e il figlio che stanno seduti davanti ai servizi con il cellulare in mano! Ci rifermiamo e scopriamo che il padre è Juventino e sta ad aspettare il risultato della partita Lazio-Juve, di supercoppa, mentre i figlio è per il Verona, ma poi ci fa capire che è per la Fiorentina, ma non vuole dare la pena al padre!!! Verona e Fiorentina sono gemellate e lui ci tiene molto a dirlo e spesso dice forza Viola !! Li salutiamo e andiamo a dormire.l Domani ancora qui e forse anche dopodomani, vedremo. Il campeggio non è male solo che Rossella sente la mancanza della tv da quando ha terminato di leggere i due libri che si è portata in viaggio.

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19 agosto Siamo sempre a Regensberg. Oggi andiamo in città a piedi lungo il danubio. Il tempo non è stabile. Rossella vede un negozio di parrucchiere e decide di entrare dopo 2 mesi sente il bisogno!!!! Nel frattempo inizia a piovere e io giro, sotto una pioggia insistente, la città. In piazza della cattedrale c’è un comizio del partito della Merxel. Domani partiremo verso il sud. Ci piacerebbe fare qualche giorno su un lago. 20 21 22 agosto Abbiamo deciso di fermarci sul lago Chiemsee al campeggio Chiemgau Camping Lambach. Carino buoni servizi e con un ottimo panorama. Il viaggio ormai sta finendo. Siamo a circa 650 Km da casa. La cosa ci mette un po’ di tristezza, ormai siamo da 70 giorni in giro per tutta l’Europa. Ci siamo ormai molto affezionati a questa situazione e l’idea di finire il viaggio non ci mette di buon umore. Ma c’è poco da fare ormai, dobbiamo prendere atto che questo magnifico viaggio che ci ha fatto vedere tantissime cose incredibili, sta finendo e che sarà un piacere rimettere in ordine i nostri appunti e le foto e i video. Per avere per sempre un modo per rivivere questa fantastica esperienza. Ma al momento il viaggio va vanti ancora. 23 agosto Lasciamo il campeggio dopo esserci incazzati con la direzione. Al momento di pagare presentiamo la carta di credito, ma la padrona che non usa mai l’inglese, ci guarda stranita e “I’m sorry, we have’nt crediti card, only cash” stupiti le diciamo in inglese che questo è l’unico campeggio al mondo (bugia ci era già capitato in Germania giorni prima) che non accetta credit card. La tipa inizia a parlare in tedesco e noi in italiano. Lei indica un foglio stampato con il pc e attaccato sulla porta delle reception. Replichiamo che essendoscritto solo in tedesco noi non siamo ingrado di interpretarlo, questa volta lo diciamo in inglese. Alla fine dopo aver fatto intendere che quello è solo un modo elegante per evadere il fisco, dato che nemmeno il conto è su una ricevuta fiscale, tiriamo fuori i contanti e tagliamo corto. Però ci deprime scoprire che tutto il mondo è paese!!! Alla faccia della tanto declamata correttezza germanica!! Usciti nervosi dal campeggio, impostiamo tomtom per casa e inizia il viaggio di ritorno. In poco siamo in Austria, compriamo la vignetta anche s ela tentazione di fare …i tedeschi era forte. Senza problemi percorriamo l’autostrada fino al confine con l’Italia, dove ci scappa un grido di ingiustificata gioia! Siamo al Brennero. Non ci rimane che fare l’autostrada fino a casa, ma data la prevista ora di arrivo, che sarà ormai a sera, deciiamo di fermarci prima di Firenze. L’idea sarebbe quella di utilizzare l’autogrill Fini a Modena e poi li passare la notte. Ma dopo aver percorso tranquillamente l’autostrada che solo a tratti ha un traffico appena superiore al normale, scopriamo che a Modena non esiste più il famoso Fini! Delusione. Già assaporavamo tortellini e altri buoni nostri gustosi sapori. Ne abbiamo proprio bisogno. Niente da fare. Così proseguiamo verso Bologna e a Sasso Marconi usciamo con l’intenzione di trovare un luogo dove cenare. All’uscita seguiamo le indicazioni per un campeggio, la strada ci porta praticamente a Rioveggio, dove 3 km prima c’è un camping con annesso ristorante. Ciò che cercavamo. Appena sistemato il camper siamo a tavola e ordiniamo tagliatelle al ragù, tortellini al ragù filetto al pepe verde e filetto con porcini, vino lambrusco. Poi prendiamo anche la torta. Finalmente gusti veri, nostrani che danno gioia di mangiare!!! Sicuramente di tutto il nostro splendido viaggio quella del cibo è stata la pecca maggiore. Ma non era un viaggio eno-gastronomico e rinunciarci per questo sarebbe veramente da sciocchi provinciali.

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24 Agosto Abbiamo dormito benissimo, freschi e silenziosi. Questo piccolo campeggio è da tenere presente! Facciamo colazione al bar del campeggio, ottimo. Mettiamo in moto e ci fermiamo solo al rimessaggio dopo meno di un’ora. E’ presto e a Firenze fa un po’ caldo ma molto meno di come ce l’aspettavamo. Il motivo per cui non volevamo tornare di sera era nel pensiero che la batteria della auto si fosse scaricata. Infatti. Ma dopo due oer di maledizioni siamo riusciti a farla ripartire. Il viaggio si conclude qui. Tutto meraviglioso dopo 12.350 KM Considerazioni finali Questo percorso è sicuramente molto impegnativo, sia per la lunghezza, ma soprattutto per le particolarità delle strade della Norvegia, dove non esistono autostrade, ma nemmeno strade statali paragonabile alle nostre. Quasi sempre il limite di velocità è di 60 Km/H, a volte 70, raramente oltre. Fare percorsi di oltre 400 km al giorno diventa uno stres. Ciò ci porta a fare una considerazione: il viaggio è impegnativo anche per i costi. In Norvegia il gasolio a volte costa più che in Italia, tutto ilresto ha costi per noi esagerati. Nell’insieme quindi si tratta di un investimento non di poco conto e resta praticamente quello sia se il viaggio lo si fa in un mese o in due. Non credete a chi vi racconta che in un mese sono stati a Capo Nord, o meglio si credeteci, ma non pensate che hanno visto la scandinavia. Lo hanno fatto come certi giapponesi. 3 giorni tutto compreso Roma, Pisa Firenze, Venezia!!! Inoltre il tempo meteo non da sicurezze. Dover lasciare un posto sotto la pioggia e non aver visto nulla può accadere se una perdurbazione ti prende mentre sei li. Quindi avere più giorni a disposizione ti aiuta molto. I costi: La Svezia ha costi tutto sommato comparabili ai nostri, autostrade gratis, qualcosa in più su cibo, ma poco, servizi a prezzi particolari per ragazzi e pensionati. La Finlandia incide troppo poco sull’economia del nostro viaggio per darne un giudizio sui costi, che appaiono comunque in linea con i nostri.