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DIARIO DI BORDO III GEMELLAGGIO ROMA TARVISIVM 2 ginnasio ” Convitto Nazionale ȃVittorio Emanuele IIȄ di Roma In visita V ginnasio D Liceo ȃ“ntonio CanovaȄ di Treviso 3-8 aprile 2017

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DIARIO DI BORDO

III GEMELLAGGIO

ROMA TARVISIVM

2 ginnasio ” Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma

In visita

V ginnasio D Liceo “ntonio Canova di Treviso

3-8 aprile 2017

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“llora….. siamo alla seconda fase del gemellaggio e del nostro progetto. Una settimana di pausa rispetto alla settimana romana che si è

svolta dal al marzo ed ora….già siamo, dopo una settimana di scuola e

verifiche in classe, in partenza per la nostra avventura. Ora niente più

emozioni ed imbarazzi come all’arrivo in stazione Termini a Roma dove tutti siamo rimasti per pochi secondi quasi timidi ed intimoriti nel riconoscere i

nostri gemelli con cui eravamo in contatto già da gennaio via wa ed fb, ma…. il vedersi e conoscersi nella realtà come è diverso dal conoscersi via web !!!

Partiamo alle , del aprile col Frecciarossa per Mestre…. Lì ci

accoglie il nostro Rettore e con lui raggiungiamo Treviso con il Regionale.

Che piacere ritrovare i nostri amici !!! Da domani con loro affronteremo nuovi

percorsi e nuove scoperte intorno al titolo del progetto di quest’anno IM“GO, la rappresentazione delle realizzazioni della natura e dell’uomo attraverso il mito, la storia ed il paesaggio.

Siamo più rilassati in confronto alla settimana romana in quanto ora

saremo i fruitori del paesaggio, dell’arte e della storia di questa porzione di Veneto e non più i mediatori del nostro territorio e delle nostre manifestazioni artistiche e della nostra storia. A Roma il nostro essere

ciceroni della nostra città ci ha permesso di conoscere meglio Roma, e nel percorrerla in lungo ed in largo pedibus di assaporare le atmosfere dei luoghi, delle ville rinascimentali e delle testimonianze dell’antica Roma. E’ stato un lavoro interessante e motivante ma che ci ha impegnato fin

dall’inizio di dicembre con ricerca di materiale, selezione e preparazione dei percorsi di visita.

Ora ci aspetta una settimana in cui saremo condotti dai nostri compagni

alla scoperta della loro splendida regione. E quindi stiamo per indossare le

vesti del viaggiatore consapevole dei propri passi……. “ presto allora con il nostro resoconto per chi avrà la voglia di leggerlo !!!

Eleonora Belli, Francesco Maria Desideri, Valentina Macioce,

Camilla Pepe, Carlotta Scandone

ed il….. 2 ” !

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4 Aprile… l’inizio di una nuova avventura!!

La mattina del “prile non vedevamo l’ora di ascoltare i nostri amici Ciceroni, che avevano lavorato a lungo per illustrarci il centro

storico di Treviso, ma prima ci siamo riuniti al liceo classico

Canova, dove la professoressa di matematica Cirino ci ha illustrato

il progetto L’isola che non c’è e insieme ai nostri compagni abbiamo dimostrato le principali leggi della fisica con l’aiuto di un macchinario… questo lavoro ha affascinato molto noi studenti

Romani!!! A metà mattinata i nostri Ciceroni ci hanno illustrato la

loro città dalle principali piazze, come piazza dei Signori ai lunghi

canali che sono una delle principali caratteristiche di Treviso, come

il canale Cagnan. Durante la pausa pranzo il professor Pavan aveva

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deciso di rimanere nei dintorni di Porta San Tomaso, con il leone di

San Marco che spiccava al centro del fronte esterno…bellissima!!!

Da li abbiamo proseguito nella conoscenza di Treviso sempre

guidati dai nostri gemelli trevigiani, che ci hanno guidato alla

scoperta delle mura dove si ritrovano spesso dopo scuola.

Terminata la pausa pranzo, siamo sfrecciati a prendere il pullman

che ci avrebbe condotto in una nuova avventura a Vicenza!!

La prima tappa è stata il Teatro Olimpico costruito da Andrea

Palladio alla fine del 1500 all’inizio abbiamo dovuto percorrere un

lungo corridoio proprio sotto al teatro e rimanere in silenzio… ciò ha suscitato tanta curiosità tra di noi! Il teatro era realizzato in

pietra e stucco, caratterizzato da un frons scenae di ordine corinzio,

(scatto rubato ai nostri gemelli!!)

impressionante, decorato dallo stemma di Vicenza retto da due

giovinetti.

Nella seconda tappa abbiamo visitato la maestosa Villa Valmarana

ai Nani. Abbiamo apprezzato molto la guida, che con le sue

conoscenze ha ricreato le storie che si celavano dietro ai quadri

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della villa, tanto da sentirci parte del mito stesso. Siamo rimasti

molto ammirati dalle tonalità di colori delle opere, che sfumavano

verso l’azzurro e il rosa.

Arrivati alla fine della giornata, entusiasti di aver visitato questa

bellissima città, ci aspettava una lunga dormita, visto che il giorno

dopo avremmo dovuto utilizzare la bici o l’autobus per recarci a scuola, esperienza per molti di noi nuova ma al tempo stesso molto

intrigante!!

Eleonora Belli

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Cronaca di un meraviglioso 5 aprile: escursione

naturalistica sul Montello

Come d’abitudine sveglia alle sei del mattino, ma questa volta la meta è un modesto rilievo montuoso (meno di 400 m.) della

provincia di Treviso. E’ in programma un lungo percorso a piedi e proprio oggi piove. Ma non ci abbattiamo d’altro canto farci scoraggiare da qualche goccia proprio in un teatro che ha visto le

pagine più eroiche della nostra storia sarebbe un vero paradosso!

Appena arrivati ci rendiamo subito conto della straordinaria

bellezza del paesaggio e percepiamo subito la solennità dei luoghi.

Arrivate le nostre guide, ci incamminiamo attraverso il sentiero che

ci porterà in vetta, ma si fa per dire, perché come appena osservato,

l’altezza del Montello è molto modesta. Si tratta peraltro di un

rilievo assai interessante da un punto di vista geologico.

Infatti sembra che questo monte si sia formato a causa dello scontro

fra il continente europeo e quello asiatico e che la sua crescita sia

stata ostacolata dal corso del Piave, che scorre alle pendici del

rilievo.

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Quello che un tempo era un bosco di roveri che la Serenissima

sfruttava per l’“rsenale, è oggi in gran parte coperto da selve. Nel tempo sono state introdotte nuove specie di alberi (betulle, conifere)

una faggeta e qualche castagno.

Non abbiamo avuto la fortuna di incontrare l’interessante fauna della zona che ospita una ricca biodiversità. Infatti se fossimo stati

fortunati avremmo potuto avvistare aquile reali e gufi reali; la

fortuna invece ci ha assistito risparmiandoci di incontrare i

numerosi pipistrelli che popolano le grotte formatesi in seguito ai

fenomeni di erosione carsica.

Le nostre guide ci hanno anche offerto un quadro storico del luogo,

importante teatro della prima guerra mondiale, in particolare dopo

la sconfitta di Caporetto inferta dalle forse austro-ungariche e

tedesche al regio esercito italiano. Il Montello, che si trova al centro

di quello che fu il fronte del Piave, fu colpito da duri combattimenti

nel corso della guerra.

Tour molto interessante sia dal punto di vista storico che geografico

ma la fame comincia a farsi sentire! Il Piave in fondo può attendere,

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giusto il tempo di recuperare energie con un buon picnic.

Ritemprati e ricaricati, accompagnati dalle nostre guide del

Montello, ripartiamo alla volta del Piave, assistiti in questa seconda

parte della nostra escursione da un sole splendente.

Il Piave è un fiume che scorre interamente in Veneto, il suo letto

non è molto grande, ma attraversa una natura incontaminata,

dotata di ricca vegetazione e popolata da una fauna di rara bellezza.

La celebrità del Piave non è però legata soltanto agli aspetti

naturalistici, ma anche – e forse soprattutto - alla memoria dei

combattimenti di cui fu teatro durante la Prima Guerra Mondiale.

Infatti nel corso del primo conflitto mondiale il tratto meridionale

del Piave divenne un’importante linea strategica a partire dal novembre 1917 in corrispondenza della ritirata avvenuta in seguito

alla disfatta di Caporetto, che abbiamo prima ricordato. Il fiume

divenne la prima difesa contro le truppe austro-ungariche e

tedesche, le quali non riuscirono mai ad insediarsi stabilmente al di

là di esso. La linea italiana resistette fino al 1918 quando, in seguito

alla battaglia di Vittorio Veneto, gli avversari furono sconfitti e si

giunse all’armistizio.

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In tutta la Penisola questo fiume è noto come Il fiume sacro d’Italia . Non nascondo di aver provato una forte emozione e un sentimento

di profondo rispetto per i tanti italiani caduti nel difendere la Patria,

la nostra Patria, così come ce l’hanno consegnata e come oggi la conosciamo, e mi sono sorpresa a immaginare il frastuono

dell’artiglieria e lo scoppio dei fucili. “ riportarmi alla realtà ci ha pensato qualcuno (preferisco non fare il nome) che con una voce,

diciamo non propriamente intonata, ha preso a cantare la celebre

strofa della canzone Il Piave mormorò…non passa lo straniero .

La giornata è stata stancante e non vedevamo l’ora di sederci, ma le cose che avevamo visto erano molte e belle; e ancora di più le cose

che avevamo appreso di questo bellissimo pezzo d’Italia .

Valentina Macioce

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Giovedì 6 Aprile: da Villa Emo a… casa del Canova

La mattina del 6 aprile, noi studenti romani accompagnati dai nostri

rispettivi gemelli trevigiani ci siamo ritrovati davanti all’istituto “ntonio Canova dove a coppie ci siamo cimentati in una prova di

comprensione di un testo in greco. La prova da svolgere riguardava

Enea e i suoi viaggi verso il Lazio, meta decisiva del suo lungo

peregrinare e faceva riferimento anche alle precedenti visite fatte al

Museo di Pratica di Mare e a Villa Valmarana ai Nani durante

questa terza edizione del gemellaggio. Finita la prova, abbiamo

iniziato le nostre escursioni!!

Come prima tappa della giornata ci siamo

diretti a Fanzolo di Vedelago per visitare la

splendida villa Emo-Capodilista, realizzata

a partire dal 1558 da Andrea Palladio. La

villa, una delle più belle e suggestive opere

dell’architetto, ci

è stata presentata

dagli studenti

trevigiani, che ci

hanno

sicuramente

permesso di

capire a fondo la

bellezza e la

magnificenza di

tutte le parti che

la compongono.

Stemma di villa Emo

Ercole e Lica – Canova

Tempio Canoviano - altare

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Tra le tante cose che più ci hanno affascinato dell’opera palladiana

ci sono sicuramente gli sfarzosi pavimenti e gli innumerevoli

affreschi che ricoprono tutte le sale, oltre alle bellissime vetrate e ai

pregiatissimi mobili. Verso la pausa pranzo, terminata la visita, ci

siamo fermati un po’ presso i vasti e fioriti giardini che circondano

la villa, prima di ripartire alla volta della tappa successiva:

Possagno. Dopo una mezzoretta passata in pullman, accompagnata

come sempre da musica e schiamazzi, siamo arrivati alla nostra

meta. Lì in primis accompagnati da una interessantissima guida

abbiamo visitato la Gipsoteca e la casa di Antonio Canova,

grandissimo scultore e pittore italiano del XVII secolo nato proprio

a Possagno. Nella Gipsoteca abbiamo potuto osservare moltissimi

gessi di varie forme e dimensioni, di alcune delle più famose opere

dell’artista veneziano, come le Tre Grazie , Paolina ”orghese e il Monumento funebre a Maria Cristina d’“ustria e tutte ci hanno

lasciato completamente a bocca aperta per la magnificenza e la cura

dei dettagli. Successivamente sempre insieme alla guida abbiamo

visitato la casa del Canova, in cui egli dimorò fino al 1768, dove

sono tenute alcune delle sue opere e dove abbiamo potuto osservare

anche il suo studio e molti dei suo strumenti di lavoro, mentre la

nostra guida ci ha spiegato le tecniche di lavorazione dei gessi.

Usciti dalla casa dell’artista abbiamo raggiunto il Tempio di Possagno realizzato sempre da Antonio Canova, percorrendo una

strada molto ripida con grande sforzo e fatica…“rrivati finalmente in cima, estenuati, dopo aver ripreso fiato abbiamo iniziato la nostra

visita. La maestosa opera architettonica progettata nel XIX secolo e

realizzata nel 1832, richiama molto il Pantheon di Roma con il

pronao colonnato e la gigantesca cupola che lo sormonta.

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All’interno del Tempio canoviano sono presenti molti dipinti di carattere religioso e anche i resti dell’artista, tra cui una sua mano che è possibile osservare completamente!! Verso il tardo

pomeriggio siamo ritornati a Treviso e nonostante la stanchezza per

la lunga giornata trascorsa eravamo tutti estremamente contenti per

aver visto tutte quelle meraviglie artistiche!!!

Francesco Maria Desideri

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7 aprile: sul fiume Lemene da Portogruaro a Caorle

Il 7 aprile del 2017, durante l'esperienza del "Gemellaggio Tarvisio-

Romam", abbiamo lasciato Treviso per visitare Portogruaro e, da lì,

anche Caorle.

Raggiunta Portogruaro in treno e fatto un piccolo "tour" del posto,

abbiamo raggiunto la nostra meta, il "Museo Nazionale

Concordiense", che prende il suo nome dalla colonia romana,

Concordia Sagittaria, dalla quale provengono la maggior parte dei

reperti esposti.

Il museo si articola su due piani in una basilica paleocristiana. Il

piano terra è occupato da una grande sala a tre navate, in cui sono

presenti elementi architettonici, steli funerarie, ritratti, materiale

epigrafico ed elementi decorativi pertinenti alla vita privata di

Concordia. Inoltre, fanno bella mostra di sé tre pavimenti musivi in,

due di motivo geometrico, ed uno che invece raffigura le Tre

Grazie. Al piano superiore sono esposti materiali in vetro, gemme,

ornamenti in ambra, raffigurazioni di antichi vestiti dell'epoca,

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lucerne ed altri materiali ed oggetti di uso quotidiano. Sempre

all'interno del museo è presente una collezione di monete antiche,

tra le quali una molto rara, raffigurante la regina d'Egitto Cleopatra

VII.

Dopo la visita al museo ed una

passeggiata per il centro storico, ci

siamo avvicinati al fiume Lemene

dove abbiamo preso il battello per

Caorle. Il viaggio in barca è durato

circa quattro ore, ma è stata

un'esperienza coinvolgente, a mio

parere una delle più belle

dell'intero gemellaggio.

Durante la traversata in battello, prima di arrivare a Caorle, ci

siamo fermati presso un complesso di abitazioni, i Casoni. Sparsi

per tutta la Laguna di Caorle e tutt’ora conservati gelosamente, i Casoni sono la caratteristica abitazione che, nei secoli scorsi, veniva

utilizzata dai pescatori e dai cacciatori come base per le loro attività.

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Sono immersi nella natura rigogliosa e sono anche l'unico simbolo

della presenza umana nella laguna; simili a delle capanne in canna

e composti da materiali di facile reperimento nel territorio

circostante, queste costruzioni presentano un’architettura semplice

ma estremamente funzionale e così come si presentano all’esterno, l’interno dei Casoni è molto rustico e pittoresco. Questa esperienza ci ha fatto capire che esistono realtà molto differenti e lontane dalla

nostra, ma ci ha inoltre aperto gli occhi su come dovesse essere la

vita nelle generazioni passate. Dopo questa breve visita, abbiamo

nuovamente ripreso il nostro viaggio in battello nella laguna

veneta.

Quest'idea innovativa, di spostarci nel Veneto anche con mezzi

diversi, mi ha colpito più di quanto credessi: è stata una full

immersion nella natura e, vivendo nel pieno centro di Roma,

abituata quindi a una dimensione squisitamente metropolitana, non

posso non far tesoro di tutto ciò.

Giunti a Caorle, una località

allegra e piena di colori, abbiamo

scoperto una realtà molto

piacevole.

Qui, i ragazzi non hanno prestato

molta attenzione a ciò che li

circondava, poiché era stato

concesso loro il permesso di

giocare a calcio, e si sa, sono

maschi, se gli dai un pallone non

ritornano più indietro.

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Nel frattempo, altre ragazze ed io ci siamo per lo più dedicate alla

visita di questa cittadina e devo dire che è stata un'esperienza assai

gradevole, per quanto breve, dato che dopo più di un'ora abbiamo

dovuto salire sull'autobus che ci ha riportato a Portogruaro.

Non è mancato un momento di suspence, lo smarrimento del

cellulare di un compagno di classe. Dopo mille peripezie abbiamo

preso il treno e ognuno ha fatto ritorno presso le famiglie dove era

ospitato. Carlotta Scandone

La navigazione sul fiume Lemene appena fuori Portogruaro

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8 aprile... ultimi saluti e ritorno a Roma

Trascorsa quasi una settimana in compagnia dei nostri gemelli

trevigiani, siamo giunti alla fine del nostro piccolo viaggio in

Treviso. La mattina dell'8 abbiamo dovuto, seppur controvoglia,

ricomporre le nostre valigie per recarci al più presto verso la nostra

ultima meta.

Uscendo, per l'ultima volta, dalle nostre case ha cominciato a farsi

sentire la prima nostalgia ma ha preso subito il posto di questa la

curiosità e la voglia di trascorrere ancora un'altra giornata insieme.

Era in programma la visita di Villa Panigai-Ovio.

Il sontuoso palazzo sorse nel XVIII secolo prendendo il posto del

vecchio castello che si ergeva in quel luogo dal 1300;

successivamente, durante la Grande Guerra, venne occupato dalle

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truppe Austriache che esercitavano il loro dominio nelle zone

Friulane e Venete.

La ragione per cui ci siamo dedicati alla sua visita è stata, infatti,

quella di ricordare la fine dell'occupazione straniera, che proprio

quest'anno ha visto ricorrere il proprio centenario non trascurando

la suggestiva atmosfera ricca d'arte e di testimonianze d'epoca della

villa ospitante.

Giunti tutti sul posto ci siamo incamminati verso l'entrata della villa

e nell'atrio ci siamo fermati per assistere alla rappresentazione

organizzata dai nostri gemelli .

Questi hanno iniziato illustrando innanzitutto il periodo storico e le

principali battaglie della guerra in campo Italiano, dalla sfortunata

sorte di Caporetto alla gloriosa vittoria italiana della battaglia

presso il Piave; successivamente abbiamo intrapreso la lettura di

alcuni passi del libro Non tutti i bastardi sono di Vienna, di A.

Molesini, che tutti ci eravamo già impegnati a leggere. Così

abbiamo potuto immedesimarci in alcuni personaggi del libro e

riflettere sulla loro posizione, sul loro sentirsi sottomessi ed

umiliati, ma anche sulla loro tenacia, sul loro sperare e credere

fermamente nella futura vittoria italiana, sulla loro fiducia nella

propria Nazione da proteggere dai nemici Austriaci.

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Dopo ciò, tutti insieme abbiamo intonato la canzone del Piave,

eterno canto del sacrificio dei caduti Italiani e del loro coraggio, che

con le sue parole esprime il senso d'appartenenza alla Patria alla

quale si risponde con onore quando essa chiama per difendere il

proprio confine.

È stato emozionante trovarsi tutti a cantare una canzone che ci

rendeva orgogliosi di essere Italiani, tutti parte dello stesso Popolo

e della stessa terra, e ci ricordava degli eroi nostri connazionali che

difesero l’Italia contro l’aggressione straniera.

Così abbiamo completato un "viaggio nel tempo" che in pochi

giorni di visite ci ha portato dall'Antica Roma e dalla cultura

mitologica greca all'epoca delle ville nobiliari rinascimentali,

rappresentanti quest’ultima, fino ad arrivare al ricordo della

Grande Guerra; ma, nello stesso momento, anche il nostro viaggio

insieme giungeva al suo termine.

Dopo esserci

immortalati per

ricordare la nostra

visita alla villa, ci

siamo diretti verso

Treviso pronti per

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l'arrivo in stazione.

Tra saluti, abbracci e lacrime (qualcuno di noi non ha resistito al

commiato) le porte del treno si chiudevano sui nostri nuovi amici

ed in men che non si dica eravamo già sulla strada del ritorno a

Roma, felici di riabbracciare le nostre famiglie ma anche tristi per

essere arrivati al termine di una bella esperienza che ci ha permesso

di conoscere del nuovo e fare simpatiche amicizie.

Camilla Pepe

Che il nostro ciao sia un “RRIVEDERCI …..

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