Diario Benedini per Mantova

237
Storia della lista civica attraverso le pagine della Gazzetta di Mantova https://www.facebook.com/benedinipermantova/

description

 

Transcript of Diario Benedini per Mantova

Storia della lista civica attraverso le pagine della

Gazzetta di Mantova

https://www.facebook.com/benedinipermantova/

Storia della lista civicaattraverso le pagine della

Gazzetta di Mantovaa cura di

Giampaolo BenediniAprile 2010 - Agosto 2012: Assessore ai Lavori Pubblici

con

Gianni BombonatiMarzo 2010 - Giugno 2015: Consigliere Comunale, Presidente della Commissione ambiente

e Salute Pubblica, delegato alla “Grande Mantova”

Alessandro GattiSettembre 2010 - Agosto 2013: Collaboratore tecnico con funzioni di staff all’assessore ai lavori pubblici;

Agosto 2013 - Giugno 2015: Collaboratore tecnico con funzioni di staff all’assessore alle politiche ambientali

Marco TonelliFebbraio 2013 - Agosto 2014: Assessore alla Cultura

Nel 2010 è nato il “Movimento Civico Benedini per Mantova” finalizzato a partecipare alle imminenti elezioni per il governo della città. Fu un successo inatteso. Il nostro apporto di voti, unito a quelli della Lega, furono determinanti per l’insediamento di Nicola Sodano a sindaco della città. È parso doveroso, attraverso questo scritto, documentare gli avvenimenti dei cinque anni successivi, per rispetto di coloro che hanno votato la nostra lista civica. Un’esperienza sofferta, realizzata con volontà e passione mia e di tanti altri, in particolare di Daria Tosi e di quattro consiglieri: Gianni Bombonati, Davide Bergamaschi, Pietro Ferrazzi e il compianto Mauro Pasolini. La meditata decisione di non prendere posizione e di non partecipare alle elezioni del 2015 è motivata dalla convinzione che una lista civica debba avere una durata limitata. L’impegno costante richiesto dalla partecipazione alla politica non può essere sostenuto a lungo da chi non ha scelto la politica come professione. I movimenti civici possono contare solo su limitate e proprie risorse individuali. Crescere e trasformarsi in partito significherebbe perdere l’indipendenza. Le aspettative dei cittadini difficilmente possono essere soddisfatte quando si entra in una coalizione di governo, che comporta la condivisione di un percorso con soggetti che spesso disattendono gli accordi. Queste sono state principalmente le ragioni della nostra scelta; cinque anni di grande impegno, di battaglie per ciò che ritenevamo giusto sostenere, nel rispetto del nostro manifesto. Ci siamo battuti per l’ambiente andando anche contro i poteri forti, ci siamo battuti per la trasparenza, per il rinnovamento e per questo ci hanno attaccati. Ci siamo battuti per risolvere i tanti problemi delle scuole, delle strade, delle infrastrutture e del patrimonio edilizio comunale, ma ci hanno impedito di portare avanti i progetti, spesso con accuse infamanti e infondate. Cinque anni che non dimenticheremo facilmente.

Giampaolo Benedini

6

7

IndiceLe vicende della politica mantovana dal 2010 al 2015

Capitolo 1

Antefatto

Capitolo 2

Il risultato, gli accordi per l’apparentamento, la vittoria

Capitolo 3

Anno 2010

Anno 2011

Anno 2012

Anno 2013

Anno 2014/2015

Capitolo 4

Il nostro impegno nelle opere pubblichela testimonianza di Alessandro Gatti

Il nostro impegno nell’ambientela testimonianza di Gianni Bombonati

Il nostro impegno per la Grande Mantovala testimonianza di Gianni Bombonati

Il nostro impegno nella culturala testimonianza di Marco Tonelli

Allegati

Allegato 1Il programma elettorale del 2010 della lista Benedini per Mantova

Allegato 2Il piano parcheggi predisposto per Santa Lucia 2010

Allegato 3Progetti per parcheggi Piazza Virgiliana e Lungolago Gonzaga suggeriti da Apcoa

Allegato 4Nuovo sistema ferroviario

Allegato 5La “Cittadella dei Servizi” dello studio 5+1AA

Allegato 6

Riqualificazione dell’area Porta Cerese/ Palazzo Te dello studio Wip-Architetti

Allegato 7Comitato Mantova 2015 - Verso Expo 2015

Allegato 8Sistema Mantova - Verso Expo 2015

9

11

15

17

41

83

133

185

209

223

232

236

242

262

270

276

334

468

488

512

8Capitolo 1 - 2010

9Capitolo 1 - 2010

Le vicende della politica mantovana dal 2010 al 2015

Passo dopo passoil percorso del Movimento commentato attraverso gli articoli della Gazzetta di Mantova

10Capitolo 1 - 2010

11Capitolo 1 - 2010

Capitolo 1

Antefatto

Tutto nasce da una lettera inviata alla Gazzetta di Mantova nel mese di dicembre del 2009. Decisi di affrontare la partecipazione attiva in politica per un moto di ribellione nel vedere il declino della nostra città. Mi era parso doveroso provare a dare un contributo personale dopo un invito della Gazzetta di Mantova a esprimere la mia opinione sul futuro della città.

Esce prematuramente la notizia dell’invito di Maccari e Beduschi a candidarmi quale sindaco con il sostegno del PDL. Dopo un periodo di riflessione accetto portando avanti la mia candidatura da civico. Non ero mai stato iscritto a un partito, sarebbe stata ipocrisia. Non mi pento, ancor oggi, di aver scelto l’autonomia.

Nel gennaio del 2010 comincio a formare la squadra da candidare, con persone della società civile senza precedenti esperienze amministrative pubbliche. Una vera lista civica. Il proliferare nel 2015 delle civiche, nate quasi tutte da fuoriusciti della politica, fa un po’ sorridere.

Come candidati del PDL si fanno molti nomi oltre al mio: Paola Bulbarelli, Stefano Lorelli, Graziano Mangoni.

Vado a Milano e incontro Serafini, uomo vicino a Berlusconi, e Podestà, presidente della provincia di Milano, interessati a conoscermi. Poco prima della scadenza per la candidatura incontro quelli che si dichiarano referenti locali del partito: Sodano e Arioli. Contro la mia candidatura si esprime Fava.

Febbraio 2010: il candidato PDL è Sodano che il 20 dello stesso mese viene nel mio studio (non io nel suo, diversamente da quanto dichiara alla stampa, ma è il suo stile…una delle tante ragioni per le quali ho dichiarato da tempo di non stimare Sodano) chiedendomi di unirmi a lui. Non accetto e il 21 Sodano esce sulla Gazzetta con una dichiarazione lapidaria: ora o mai più.

Il 24 e il 27 febbraio la mia risposta a Sodano e ai partiti sulla Gazzetta. Ringraziando dico di ritenere che la società civile dia più garanzie di etica, qualità e innovazione. In altro articolo, sempre sulla Gazzetta, indico alcuni punti prioritari: l’ambiente, i parcheggi, i collegamenti ferroviari, l’università collegata al mondo del lavoro ed Expo 2015.

E io per Mantovavi chiedo sei cose, per ora...

Cari Santa Lucia, Babbo Natale e Befana, vi ho messi tutti insieme perché devo chiedervi regali molto grossi che in verità da tempo speravo potessero arrivare senza il vostro intervento:per primo eliminare l’inquinamento ambientale e visivo derivante dal petrolchimico perché è importante la salute come pure l’immagine tutt’altro che Unesco agli ingressi della città. Per secondo soluzioni per evitare che i giovani siano costretti ad andarsene da Mantova. Per terzo la realizzazione delle infrastrutture ben note a tutti i cittadini di cui non si conoscono nemmeno i progetti. Per quarto che lo sviluppo urbanistico e infrastrutturale sia di qualità compatibile con il valore della nostra città. Per quinto che si evitino interventi, manifestazioni, eventi che non siano a reale beneficio di tutta la cittadinanza. Per sesto che illuminiate tutta la comunità politica affinché si possa percepire che nell’insieme maggioranza e opposizione facciano il lavoro, per il quale si sono proposti, in modo produttivo. La lista in verità sarebbe più lunga ma non vorrei chiedere troppo e portare via i regali che certamente l’avvocato Nicolini anche quest’anno avrà chiesto (se saranno gli stessi non ci sono difficoltà a condividerli). Nel salutarvi cari S. Lucia, Babbo Natale e Befana vi informo che ben presto scriverò altre lettere, che spero possano arrivarvi, per spiegare in modo più approfondito il contenuto dei regali richiesti.

Arch. Giampaolo Benedini

12Capitolo 1 - 2010

Benedini congeda i partiti «La società civile è con noi» «La nostra lista è la vera espressione della società civile. Il nostro obiettivo? Dare qualità a una città che deve sfruttare enormi potenzialità». Il candidato sindaco Giampaolo Benedini riassume cosi il programma e dà il via alla campagna elettorale. Professionalità al servizio della cittadinanza. Da dove si deve partire per migliorare? «Milano - spiega Benedini - sta diventando una grande metropoli europea e la nostra città non deve lasciarsi sfuggire l’opportunità di crescere con lei. Per farlo servono i collegamenti». Ecco che Benedini rivela di essere in contatto con un’azienda svizzera, incaricata di studiare la situazione mantovana. Treni più veloci e metropolitana leggera. «La nostra città deve guardare al futuro - continua il candidato sindaco di Benedini per Mantova - secondo questa visione bisogna mettersi nell’ottica che l’Expo 2015 non è lontano e dobbiamo farci trovare pronti». Nel programma elettorale trovano spazio anche riflessioni sul petrolchimico e i parcheggi («Si possono studiare soluzioni temporanee in attesa che le opere definitive per aumentare il numero di posti auto siano concluse»). Per Benedini università e mondo del lavoro hanno bisogno di un vero legame che garantisca un futuro ai giovani. Una battuta, infine, anche sui contatti col Pdl e sulla scelta di correre da solo: «Per me i partiti a Mantova potrebbero anche non esistere: ci si dovrebbe concentrare tutti insieme su come fare del bene alla società. Non nego i miei contatti con il Pdl, ma non ho mai avuto la tessera di un partito». (vin.cor)24 febbraio 2010

Benedini chiude la porta a Sodano Apparentarsi con Sodano già al primo turno? Grazie, ma preferisco di no. Cosi l’architetto Giampaolo Benedini, candidato con una propria lista per la corsa a via Roma, replica a Nicola Sodano, candidato sindaco per il Pdl, che ancora ieri dalle pagine della Gazzetta di Mantova ha rinnovato il suo invito ad apparentarsi, sostenendo la sua candidatura già dal primo turno. Sodano, scrive Benedini riassumendo in breve la vicenda, ha mostrato «interessamento nei confronti del progetto mio e delle persone che mi sostengono, e dell’offerta di un apparentamento già al primo turno appoggiando la sua candidatura con la mia lista». Ma subito dopo la replica che chiude il campo a ogni possibile alleanza almeno nella prima tornata elettorale: «Lo ringrazio - scrive infatti il designer - ma sono costretto ancora una volta a declinare, poichè tale apparentamento significherebbe rinunciare a priori alla nostra idea di città, al programma al quale lavoro da mesi con impegno e passione insieme alla mia squadra». Poche righe più giù, Benedini spiega che l’apparentamento «significherebbe cioè mettere da parte le stesse motivazioni fondanti che stanno alla base della mia candidatura e della mia discesa in campo: l’amore per la città, ma soprattutto la consapevolezza della necessità di etica, qualità e innovazione nella sua amministrazione, che l’impegno della cosiddetta società civile garantisce fortemente». Dunque il designer e candidato sindaco rinvia ancora una volta al mittente le richieste, rimanendo neutrale e senza scegliere un colore politico. Temendo soprattutto i «compromessi che inevitabilmente un apparentamento comporterebbe».27 febbraio 2010

13Capitolo 1 - 2010

8 marzo 2010Al Mamu presentazione del programma elettorale

(Il programma elettorale del 2010 della lista Benedini per Mantova - allegato n° 1)

Darò battaglia all’inquinamento Giampaolo Benedini: «Ai mantovani chiedo di valutare il programma, la professionalità con cui è stato pensato a partire dagli interventi urgenti su sostegno sociale, infrastrutture, lavoro, inquinamento e visione futura. Chiedo di valutare le persone. Non ho mai fatto politica ma ho fatto cose concrete: case, fabbriche, oggetti. Tutto con un denominatore comune: la qualità, che è condizione imprescindibile per non disperdere il lavoro. Uno dei miei più importanti impegni sarà difendere, da subito, la vita dei cittadini dall’inquinamento che colpisce la nostra città. Non è mai stata difesa ma lasciata al destino che altri ci hanno assegnato»».27 marzo 2010

La nostra sede provvisoria è davanti all’ingresso del Comune in via Roma in un negozio sfitto. Procediamo con la campagna elettorale senza apparentamenti, che ci vengono sollecitati sia da destra che da sinistra.

14Capitolo 2 - 2010

15Capitolo 2 - 2010

Capitolo 2

Il risultato, gli accordi per l’apparentamento, la vittoria

31 marzoCi davano al 2% ma al primo turno arriva un risultato inaspettato: 8,27%.

La rivincita di Benedini: «Mi davano al 2% » Alla faccia di chi gli diceva che non sarebbe andato oltre il 2%. Che barrare il suo nome voleva dire buttare un voto. Alla faccia di Enzo Lucchini, che ha ostacolato la sua candidatura sotto la bandiera del Pdl perché non era uomo di partito. Adesso Giampaolo Benedini può prendersi la rivincita, ma con misura. Con il garbo dell’architetto bene, che arriva in redazione guidando un Maggiolino d’epoca, quando «le macchine avevano un’anima». Adesso la domanda sulla bocca di tutti è: cosa farà del suo 8%? Come amministrerà questo ‘tesoretto” che può fare la differenza? La risposta è nella telefonata che l’architetto ha già ricevuto dal collega Nicola Sodano. S’incontreranno nei prossimi giorni. «Con la Brioni? Mai, la città deve avere un’altra occasione». Il sorriso è appena accennato. Benedini non tradisce emozioni né si abbandona a trionfalismi. Sarà la stanchezza o forse è proprio la cifra dell’uomo. Dell’outsider che assicura: «Non mi ero posto degli obiettivi numerici, volevo soltanto fare una campagna pulita, parlando di idee senza lasciarmi trascinare nelle polemiche. È stata un’esperienza positiva». Solo? Possibile che l’8% dei voti non significhi altro? «Si, mi fa piacere, ma il risultato sarebbe stato ancora più interessante se avessimo avuto più tempo a nostra disposizione. La geografia del voto è discontinua, siamo stati premiati dove ci eravamo fatti conoscere meglio». Incontentabile Benedini. Col senno di poi, Pdl e Lega hanno perso un’occasione non candidandolo? «È inutile, non ha senso recriminare». È andata com’è andata, ma adesso i suoi voti sono preziosi. Di più, decisivi. Quindi? «Più che ai partiti credo alle persone. È però una realtà che il Pdl abbia in mano sia la Regione sia il governo centrale, e per una città che ha e deve chiedere molto come Mantova credo sia opportuno aprirsi a questa parte politica». Insomma, Sodano si: «Se ci fossero le condizioni per esprimere le nostre idee, sarebbe la posizione naturale. In ogni caso, la mia squadra è talmente entusiasta che ha deciso di proseguire l’esperienza diventando un movimento». E se la Brioni dovesse bussare alla sua porta? «No, di opportunità ne ha già avute tante e per troppo tempo. Adesso tocca agli altri». A proposito della vittoria piena di Maccari (che aveva caldeggiato la sua candidatura), Benedini non si sbilancia troppo. Si dice invece sorpreso dalla sconfitta di Lucchini, che aveva visto molto attivo sul territorio. Nessun rancore verso di lui, anche se aveva opposto «motivazioni irrazionali» alla sua corsa con il Pdl: problemi di forma, ma non di sostanza. E Zaniboni? Come andrà a finire con Antonino, che dicono già pronto ad abbracciare Sodano? Benedini è cauto, ribatte che il Patto Nuovo raccoglie «anime poco vicine alla destra». Ma circa il fattore B (Brioni), torna a ripetere: «Si deve cominciare a pensare più alle persone che ai partiti». Zaniboni, dal canto suo, se ne sta sprofondato come un patriarca nella poltrona di pelle nera del comitato. Sul tavolo una bottiglia di Lambrusco (vuota), una lattina di birra (aperta) e acqua gassata. Nel fermento dello spoglio telematico capita d’inciampare in un ex Pd che ragiona ad alta voce sul ballottaggio: «Se avessi voluto la Brioni, non avrei dato il mio voto a Tonino. E se anche dovesse vincere Sodano, cosa potrebbe accadere? Di certo non porterebbe i cosacchi a San Pietro». Il rovesciamento è totale.Igor Cipollina, 31 marzo 2010.

Al secondo turno apparentamento con Sodano, con accordo siglato da Beduschi, condiviso con Maccari e approvato da Sodano. In sintesi: i temi portati avanti in campagna elettorale devono essere rispettati, posizioni importanti in giunta e condivisione del percorso amministrativo. L’accordo si rivelerà carta straccia.

16Capitolo 3 - 2010

17Capitolo 3 - 2010

Capitolo 3

Anno 2010

Inizia il percorso amministrativo dall’aprile 2011 all’agosto 2014.Fin da subito i primi disaccordi, ma anche i progetti. Con l’estate 2012 arriva la vera crisi, dopo la quale inizia un nuovo corso. Due anni di progetti e di contrasti su accordi disattesi: parcheggi, piano asfalti, piazza Martiri, scuole, scalo ferroviario a Valdaro, ambiente, Expo 2015 e altro ancora.

13 aprileNonostante il nostro contributo sia stato determinante per la vittoria Sodano inizia subito a dimenticare la condivisione per le nomine.

«Nomi e poltrone da decidere assieme » Non fatica ad ammetterlo: è deluso da questi primi giorni di centrodestra. «Finita l’euforia del post-elezioni - dice Giampaolo Benedini - ho assistito a uno scenario preoccupante. Facce che non mi piacciono. Dichiarazioni in cui ogni giorno si parla di assessorati, poltrone. E mi chiedo: che cosa vuole fare Sodano? Quando ho accettato di appoggiare il centrodestra, uno delle condizioni era quella di scegliere assieme le persone che avrebbero governato. Non ho certo scherzato».17 aprile 2010

28 aprileMantenere, come nella precedente amministrazione Brioni, l’Assessorato all’urbanistica unito ai lavori pubblici sembrava una soluzione logica. Sodano dice: non si può (vedremo che nell’autunno 2012 i due assessorati vengono accorpati e affidati a Cavarocchi, quindi evidentemente non è impossibile). Viene varata la giunta:- Anna Maria De Togni all’urbanistica con la riqualificazione ambientale (in sostanza un pasticcio perché la Cappellari, vicesindaco in quota alla lega, ha l’altra metà dell’assessorato all’ambiente).- Benedini assessore alle opere pubbliche. - A Italo Scaietta un affiancamento al Sindaco sulla cultura. Affiancamento mai reso operativo. Da subito quindi Sodano, che in fase elettorale era stato disponibile a ogni nostra condizione per apparentarci, comincia a disconoscere gli impegni assunti.

4 maggioLa prima giunta.

14 maggioSi comincia a lavorare sui parcheggi provvisori, sia a raso (progetto condiviso con Rose: uno dei soliti pasticci di Sodano) che in struttura.

A caccia di parcheggi Alla nuova viabilità cittadina sta lavorando, con l’assessore Rose, il collega alle opere pubbliche e alla viabilità Giampaolo Benedini. Sulla sua agenda, soprattutto, c’è la questione parcheggi. «Stiamo valutando le aree, pubbliche e private, che potrebbero ospitare dei parcheggi provvisori - dice Benedini -. Ci siamo anche già incontrati con delle aziende specializzate in costruzione di parcheggi per valutare le soluzioni che stanno venendo avanti». Altro l’assessore non dice: «I cittadini devono pazientare, stiamo lavorando a varie possibilità e quando saremo pronti daremo tutte le informazioni del caso. Con Rose, per esempio, proprio adesso stiamo andando da Apam per parlare di trasporto pubblico dato che la questione traffico è molto complessa. Per limitare la circolazione delle auto e l’inquinamento in città servono interventi strutturali, ma non abbiamo la bacchetta magica. E allora, occorrono misure temporanee che

18Capitolo 3 - 2010

tengano conto delle esigenze di tutti. Quanto alle richiesta dei cittadini, io sono sempre disponibile ad incontrare tutti perchè ritengo che la partecipazione dei cittadini sia fondamentale nell’amministrazione della cosa pubblica». Sul fronte dei parcheggi, da segnalare che il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna, vincitore dell’appalto da 14 milioni di euro assieme alla Banca infrastrutture innovazione e sviluppo di Roma che finanzierà i lavori in leasing, ha già presentato in Comune il progetto definitivo per il parcheggio multipiano dell’Anconetta: «Lo sta valutando la sovrintendenza - dice Benedini - dopodichè toccherà a noi della giunta esaminarlo perchè si tratta di un’opera molto onerosa e, quindi, dobbiamo stabilirne la convenienza per la nostra comunità».14 maggio 2010

17 maggioLa Gazzetta mi pungola e sollecita e io rispondo che sono passati 13 giorni dalla prima giunta e non ho ancora un dirigente definitivo!

26 maggioSono passati 22 giorni dalla prima giunta, esce il piano asfalti da 500 mila euro dopo che era stato rimandato nella precedente.

Asfalti, ok al piano da 500mila euro Via libera dalla giunta comunale al piano asfalti 2010. Ieri l’esecutivo cittadino ha approvato le asfaltature straordinarie che la scorsa settimana erano state rinviate per mancanza di fondi. I soldi, 500mila euro, sono stati trovati e cosi il piano, presentato dall’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, può partire. Interessate, tra le altre, strada Cipata, via Verona, viale Montello, ponte dei Mulini, piazzale di Porta Cerese e viale Learco Guerra. La giunta ha dato anche l’ok alla carta dei servizi per la gestione dei rifiuti da parte di Mantova ambiente. La pratica è stata portata dal vice sindaco Alessandra Cappellari. L’esecutivo ha iniziato la riflessione sulla pianta organica per ottimizzare il funzionamento della macchina comunale.26 maggio 2010

17 giugnoInizia il cantiere progettato dalla precedente amministrazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche sul ‘percorso del principe’ e la riqualificazione di viale Gioppi. Nel frattempo gli uffici, su mia indicazione, progettano una nuova soluzione per piazza Martiri per farla diventare veramente un punto di riferimento della Città.

Apre il cantiere del Principe Entrano nel vivo i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche lungo il percorso del Principe, vale a dire l’asse stradale che collega la zona di Palazzo Te con il centro storico e Palazzo Ducale. Da viale Gioppi, dove sono in fase avanzata gli interventi di riqualificazione, il cantiere si è ampliato a largo XXIV Maggio, sotto la mole dell’ex presidio militare. L’operazione, che prevede l’abbattimento degli ostacoli lungo i marciapiedi, durerà per buona parte dell’estate e si spingerà fino alle porte di piazza Martiri di Belfiore. L’intero piano, il cui progetto esecutivo era stato varato dalla precedente amministrazione, costa quasi mezzo milione di euro. «Per la piazza delle Poste - spiega l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini - abbiamo introdotto una modifica, collegata alla realizzazione della rotatoria tra via Chiassi, corso Libertà e via Principe Amedeo. Vogliamo farle cambiare aspetto». E’ l’aggiunta posta da Benedini al progetto ereditato dal suo predecessore Luciano Battù. Insomma, dopo che la Gazzetta aveva rimarcato una certa immobilità in questi primi mesi della nuova amministrazione, arrivano segnali da via Roma. «Per piazza Martiri siamo nella fase dell’ideazione - argomenta Benedini - vogliamo eliminare le due strade laterali e crearne una sola centrale, in linea con via Principe Amedeo. Pensiamo anche di inserire degli alberi per mitigare l’impatto visivo del palazzo dell’Inps». Nel frattempo l’area tra la piazza e via Principe Amedeo diventerà una rotatoria per consentire la riapertura di corso Libertà. «Nel giro di un mese arriveranno i materiali per un intervento temporaneo - dice Benedini - che permetterà la riapertura al traffico del corso». In agosto, insomma, dovrebbero esserci le condizioni per riaprire corso della Libertà. Di concreto, oggi, c’è il cantiere in largo XXIV Maggio. Il compito dell’impresa è di eliminare dislivelli e altri ostacoli lungo i marciapiedi. Un’esigenza che era stata denunciata alcuni anni fa dall’associazione degli invalidi, l’Anmic. «Abbiamo atteso la fine dell’anno scolastico - spiega Benedini - ci rendiamo conto che ci saranno disagi per la viabilità (nelle ore di punta si sono formate code nel largo, ndr) e vogliamo procedere alla svelta». Il cantiere di Largo XXIV Maggio dovrebbe chiudere attorno al 15 luglio. A metà della prossima settimana inizieranno i lavori all’incrocio tra via Principe Amedeo e via Giulio Romano. Dopo il 15 luglio verranno eliminate le barriere negli attraversamenti pedonali di corso Libertà, dove gli scalini dei marciapiedi sono d’altezza improponibile.Nicola Corradini, 17 giugno 2010

19Capitolo 3 - 2010

17 giugnoIncontro con il Sindaco, il Presidente del tribunale Filippo Nora, il Procuratore della Repubblica Antonino Condorelli, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Trombini sul tema del Palazzo di Giustizia per rispondere alla lamentata insufficienza di spazi.

Caso Tribunale Tecnici in cerca di una soluzione Via al tavolo operativo per risolvere il problema dell’insufficienza di spazi del Tribunale di via Poma. E’ l’esito dell’incontro tra il sindaco Nicola Sodano e l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini col procuratore della Repubblica Antonino Condorelli, il presidente del Tribunale Filippo Nora e il presidente dell’Ordine degli avvocati Paolo Trombini. «Stiamo studiando le ipotesi per trovare una soluzione adeguata alle necessità di ampliamento - ha detto Benedini - valuteremo il recupero dei locali e degli spazi esistenti, la delocalizzazione del Tribunale o uno spostamento parziale di uffici». Sodano ha annunciato che in settembre ci sarà un nuovo incontro per illustrare le soluzioni. Il sindaco si è incontrato anche con il comandante della Guardia di Finanza colonnello Dario Guarino nella sede di corso Garibaldi. Guarino ha dichiarato che il rapporti con la polizia locale sono ottimi ed ha annunciato che le Fiamme Gialle per la prima volta organizzeranno la festa annuale (25 giugno) a Palazzo Te. Nel corso della cerimonia si esibirà anche la banda Città di Mantova. Presenti all’incontro anche l’assessore allo sport e agli eventi Enzo Tonghini e, per la Guardia di Finanza, i capitani Marco Molla e Alessandro Lusardi.17 giugno 2010

18 giugnoSi riparla di parcheggi e anche di metropolitana leggera e di tangenziale ovest. Sono semplici riflessioni che comunque fanno capire che i problemi sono sul tavolo e si stanno affrontando.

Benedini rilancia il parcheggio sotto Pradella Tornano in auge i parcheggi sotterranei nella zona di piazza Cavallotti. Non più al di sotto del palazzone del Gs e con propaggini in piazza Ottantesimo Fanteria, come prevedeva il progetto sostenuto durante la seconda giunta Burchiellaro dall’allora assessore Stefano Montanari, ma soltanto lungo l’asse di corso Vittorio Emanuele. A rilanciare l’idea, pur con le varianti dettate dalle esigenze della Sovrintendenza è Giampaolo Benedini, assessore ai lavori pubblici della giunta di Nicola Sodano. E’ uno dei tasselli del mosaico che l’architetto ha in mente per la città. Le sue linee programmatiche per i prossimi mesi, ma soprattutto, per i prossimi anni. Un quadro che vede come prioritarie le infrastrutture legate alla viabilità, come appunto i parcheggi e la tangenziale ovest, tunnel stradale a cui potrebbe essere aggiunto quello ferroviario. E poi l’eliminazione della cintura di rotaie che strozza la città. «L’idea è quella di spostare le partenze e gli arrivi dei treni nelle stazioni dei comuni dell’hinterland che sarebbero raggiugibili dalla città con una metropolitana leggera realizzata sul sedime dei binari - spiega l’assessore - sarebbe una sorta di filobus, che non richiederebbe passaggi a livello e nemmeno la stazione centrale. Ne ho già parlato con un funzionario delle Fs». Ma da dove si vuole cominciare? Perchè sulla carta si può anche disegnare una città ideale, ma poi ci si deve misurare con i limiti del reale. «E’ ovvio che dobbiamo distinguere tra progetti a lungo corso e interventi prioritari - dice Benedini - uno dei nodi a cui dobbiamo far fronte sono effettivamente quelli economici. Ma faremo passi molto concreti, collaborando anche con il privato». Pochi giorni fa Benedini ha avuto un incontro - il secondo nel giro di un paio di settimane - con la sovrintendenza. Si è visto anche con il responsabile della società ferroviaria per Verona e Mantova e, come riferisce lui stesso, con «l’impresa che aveva progettato il parcheggio sotterraneo di corso Libertà e piazza Cavallotti». Benedini spiega di voler rivalutare quel progetto. O quantomeno l’idea di fondo. «Sarebbe utile avere un parcheggio in centro pur tenendo le auto fuori da cuore della città, l’attuale Ztl - spiega Benedini - perchè dobbiamo favorire l’arrivo in città, pur tenendo le auto lontane dal cuore storico. E per farlo occorrono i parcheggi e la chiusura dell’anello tangenziale. L’idea è di costruire un parcheggio sotto corso Vittorio Emanuele con gli ingressi ad altezza di via Bonomi. Per gli altri parcheggi in struttura, tutti sotterranei, abbiamo già individuato le posizioni ideali. In piazza Nodari Pesenti, ma pensiamo anche all’area Tea in vicolo Stretto, anche se il terreno andrà bonificato. E ancora in viale Risorgimento, dove pensiamo di realizzare dei parcheggi interrati per i residenti. E’ interessante per una struttura sotterranea anche l’area del vasto cortile delle scuole Ardigò e Sacchi in via Frattini. Intanto ci stiamo relazionando con la Sovrintendenza per concordare con loro le soluzioni. I lavori per i primi parcheggi in struttura potranno iniziare tra 4 o 5 anni». Come noto, l’intenzione è di potenziare alcuni parcheggi attuali, quelli in piazza Nodari Pesenti (111 posti in più) e del Lungolago Gonzaga (150 in più) con un piano realizzato in struttura prefabbricata. «Su quello di Nodari Pesenti non ci sono problemi, ma su quello del Lungolago la sovrintendenza è perplessa - riferisce - si tratta però di strutture temporanee. Troveremo una soluzione. In ogni caso, questi parcheggi potrebbero essere pronti entro la fine del 2011». Benedini è sempre più perplesso dall’idea di costruire il parcheggio dell’Anconetta. «Manca l’autorizzazione Aipo e il definitivo via libera della Sovrintendenza - dice - e non sono convinto della sua utilità in quella posizione. Ne discuteremo, in ogni caso, in giunta e decideremo entro la fine luglio».Nicola Corradini, 18 giugno 2010

20Capitolo 3 - 2010

28 giugnoUna lettera di Marco Carra del PD innesca una possibile crisi. Il tema è la questione ambientale e in primo piano la questione della Ies. I toni del sindaco sull’argomento sono morbidi, i nostri sono ben chiari e non lasciano spazio a interpretazioni.

Aut aut di Benedini al sindaco O il sindaco Sodano rispetta gli accordi elettorali sul petrolchimico oppure la giunta rischia di perdere la Lista civica Benedini. L’«aut aut» arriva dal leader dei civici, l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. Per imporlo sceglie di replicare per primo all’onorevole Marco Carra del Pd, che in una lettera alla Gazzetta aveva chiesto lumi sulla posizione del primo cittadino. «Spieghi - aveva scritto in sostanza il deputato - la sua linea sulla bonifica del petrolchimico: salvaguardia dell’occupazione e dell’ambiente insieme, come vuole il Pd, oppure spostamento della raffineria, come ha sostenuto Benedini in campagna elettorale?». L’assessore risponde chiaro, sempre tramite lettera, e il suo affondo, alla vigilia della riunione di giunta che dovrà varare le linee programmatiche dell’Amministrazione Sodano, rischia di alzare pericolosamente la tensione nel centrodestra: «In tutto il mondo si allontanano le attività inquinanti dalle aree urbanizzate, e qui a Mantova non è più possibile procrastinare. Non credo che la posizione del sindaco possa essere diversa dalla nostra; ma se lo fosse, dato che su questo argomento abbiamo fatto patti ben precisi, dico pubblicamente che non ci sarebbe più spazio di collaborazione».Assessore, qual è la situazione del petrolchimico, tra inquinamento e bonifiche che ritardano?«Bisogna distinguere tra i vari casi. La chimica ha la possibilità di attivare una crescita virtuosa attraverso la ricerca e lo sviluppo tecnologico degli impianti; la produzione di energia che utilizza fonti di origine fossile non deve essere incrementata ma al contrario è necessario attivare impianti alimentati da fonti rinnovabili; il petrolifero se non vuole o non è in grado di evitare l’inquinamento, va fermato per due motivi: la salute dei cittadini e l’economia della nostra comunità. Le aziende che inquinano devono essere poste di fronte ad un aut aut: o si mettono a posto o per loro non c’è più spazio».Quali sono queste aziende?«Una di queste è la Ies. Continua a ricevere prescrizioni e le disattende. Prima di bonificare bisogna fermare l’inquinamento».Esistono divergenze con il sindaco Sodano sul petrolchimico?«Non credo. Abbiamo un impegno verso gli elettori di affrontare seriamente il problema inquinamento. Lo stiamo facendo; il nostro assessore De Togni, il referente sull’argomento in giunta avendo ricevuto dal sindaco la delega alla riqualificazione ambientale, si sta impegnando molto».Si dice vi siano precisi accordi elettorali sul petrolchimico...«Certo. E’ evidente che in questi anni il problema inquinamento non è stato affrontato in maniera decisa. Abbiamo aria, acque e terreni molto compromessi».Lei in campagna elettorale ha sostenuto la necessità di spostare la Ies...«Dipende dall’azienda; se non è in grado di produrre senza inquinare...».Il sindaco viene accusato di flirtare troppo con le aziende del petrolchimico. Cosa ne pensa?«Dal punto di vista dell’immagine, i ripetuti contatti con la Ies non credo lascino alla cittadinanza l’impressione di chi voglia affrontare queste problematiche in modo rigido. Il taglio del nastro di un impianto io l’avrei fatto solo se tutte le misure imposte nel tempo fossero state rispettate».Al sindaco cosa dice?«Abbiamo l’obiettivo di risanare e non possiamo disattenderlo, anche perchè per salvare l’occupazione di qualche azienda si rischia di perdere posti di lavoro in altre in tutto il nostro territorio. Ci sono aziende che si trovano a dover bonificare un loro terreno, con spese enormi, che non hanno inquinato, e questo è ingiusto. E il danno sarebbe anche per tutti i settori produttivi del territorio anche per l’immagine negativa che darebbe una zona considerata inquinata. E finora non abbiamo parlato della salute dei cittadini».Lo faccia...«I rilievi dicono che quella zona è molto inquinata e che la salute della gente è a rischio. Mantova non è l’unica ad aver pensato di spostare la raffineria, Cremona lo sta già facendo».Sandro Mortari, 28 giugno 2010

21Capitolo 3 - 2010

29 giugnoAl sindaco non piace la nostra posizione, nonostante il nostro appoggio al governo della città fosse legato in modo prioritario al tema. È il metodo Sodano già lamentato: promette per ottenere e poi si defila e disattende gli accordi. Ecco in poco più di due mesi il secondo motivo di contrasto. La cosa straordinaria è che mai affronta il problema apertamente. Mai ha messo sul tavolo, dopo un confronto di idee, una soluzione alternativa.

Ora il sindaco chiede la verifica L’aut aut imposto al sindaco Nicola Sodano dall’assessore Giampaolo Benedini sulla Ies non è piaciuto ai piani alti di via Roma. E nemmeno agli alleati della lista civica, Pdl e Lega nord. Ieri non è arrivata alcuna reazione ufficiale né dall’Amministrazione comunale né dai partiti della coalizione, segnale inequivocabile dell’irritazione che ha provocato l’intervista di Benedini, ritenuta un’uscita improvvida che potrebbe avere serie ripercussioni politiche sulla giunta. Ufficiosamente, però, si è saputo che il sindaco ha chiesto una verifica di maggioranza. In mattinata, era stata preannunciata la replica ufficiale affidata ad Alessandra Cappellari, vice sindaco leghista e assessore all’ambiente ma senza l’importante delega alla riqualificazione ambientale del petrolchimico affidata dal sindaco ad Anna Maria De Togni della Lista Benedini. Segnale chiaro che il Carroccio sta con Sodano. La Cappellari, però, tra un impegno pubblico a Verona, dove ha partecipato all’assemblea dell’Aeroporto Catullo, e uno privato in tribunale a Brescia per la sua professione di avvocato, è stata impossibilitata ad intervenire. La replica, dunque, dell’amministrazione è rinviata ad oggi: e a scendere in campo potrebbe essere direttamente Sodano. Il silenzio del centrodestra e del sindaco sono comunque segnali importanti contro Benedini. Ieri mattina l’assessore ha avuto un breve colloquio con Sodano nel suo ufficio; i due, poi, si sono rivisti a cena ai Garibaldini per tentare una ricomposizione che sembra, però, ancora lontana da raggiungere. Il clima è incandescente tant’è che il sindaco ieri, dopo essersi consultato sia con Maccari del Pdl che con Bottari della Lega nord, ha deciso di convocare per metà luglio un summit del centrodestra con il compito di valutare l’affidabilità dell’alleato Benedini. Una vera e propria «verifica» di antica memoria che dovrà far chiarezza all’interno della compagine di governo. O si rema tutti nella stessa direzione oppure è meglio separarsi: è l’aut aut di Pdl e Lega in risposta a quello di Benedini al sindaco sulla Ies. La notizia è di quelle da far tremare le vene ai polsi di una giunta che proprio oggi vara le linee programmatiche, soprattutto perchè nessuno ha fatto niente per tenerla nascosta. Insomma, Benedini, secondo gli alleati, l’ha fatta grossa e oggi in giunta glielo diranno in faccia, chiedendo un’immediata marcia indietro che ricomponga la frattura apertasi con la raffineria, l’associazione industriali e i lavoratori. Un «pentimento» che ribadisca la posizione del Comune sulla vicenda petrolchimico: risanamento ambientale e salvaguardia dei posti di lavoro, senza pensare allo spostamento della raffineria.Sandro Mortari, 29 giugno 2010

29, 30 giugno e 1 luglioLa nostra posizione sulla Ies e gli accordi con Sodano prima del ballottaggio:

Benedini torna all’attacco «Sui posti di lavoro alla Ies il sindaco non dica bugie» «Non vogliamo spostare a tutti i costi la Ies, ma se la raffineria continua ad inquinare deve chiudere. E non è il sindaco che deve andare nell’impianto, è la Ies che deve venire in Comune in ginocchio con un piano preciso per risolvere il problema». Sono due frasi estratte dalla conferenza stampa che l’assessore Giampaolo Benedini ha organizzato in fretta e furia per tornare a parlare del complicato nodo del polo chimico. Ma anche per spiegare le evidenti diversità d’opinioni in materia con il sindaco Nicola Sodano. Quando si è saputo della conferenza organizzata improvvisamente da Benedini nel suo studio di fianco al Famedio, qualche politico ha pensato che l’assessore fosse in procinto di aprire la crisi. La contrapposizione con Nicola Sodano sulla questione Petrolchimico, emersa nell’intervista alla Gazzetta di due giorni fa, ha spinto il sindaco a proporre la verifica. Benedini, circondato da alcuni esponenti della lista civica che lo aveva candidato sindaco, entra nello studio con la Gazzetta aperta sulla pagina con l’intervista al sindaco. Legge l’articolo e commenta: «Il processo in giunta l’ho fatto io». No, l’architetto non parla di crisi o di verifica. Più che da assessore è il Benedini leader di una lista civica, il Benedini ‘politico”, a prendere posizione. Fin dalle prime battute ricorda che «abbiamo fatto l’alleanza con Sodano sulla base di due priorità: inquinamento e collegamento con Expo 2015». E’ il prologo di quanto dirà succesivamente. «Sono qui per fare chiareza - dice - non vogliamo delocalizzare la Ies, non compete a noi. La nostra lista dice però che un’azienda non può continuare ad inquinare. L’azienda deve avviare in tempi precisi il processo che la porterà a produrre senza inquinare. Questa è la priorità numero uno per il petrolchimico, prima ancora della bonifica». E’ una presa di distanza dalle dichiarazioni di Sodano che nell’intervista alla Gazzetta pone come primo punto «la sicurezza dei lavoratori nel loro posto di lavoro». Benedini cita esplicitamente il sindaco per contraddirlo in modo pesante sull’aspetto occupazionale. «Il sindaco dice che i lavoratori di Ies e indotto sono cinquemila? Questa è una bugia - sostiene - alla Ies lavorano circa trecento persone e l’indotto sarà del 10%. Dicendo una bugia come quella dei 5mila occupati, si svilisce ciò che vogliamo fare per l’inquinamento. Non vogliamo far chiudere la Ies ma a noi interessa il benessere dell’intera comunità. Che è formata dai lavoratori, ma anche dagli anziani e dai bambini. La raffineria, il petrolio, non sono il futuro. Abbiamo una realtà produttiva molto variegata,

22Capitolo 3 - 2010

di cui l’agricoltura costituisce il motore principale. E non c’è dubbio che un’attività industriale inquinante danneggi il settore agroalimentare con tutti i suoi occupati e il suo indotto». Benedini si destreggia su due fronti: quello economico ambientale, che ha come bersaglio la Ies e quello più prettamente politico. E in quest’ultimo campo, non manca di criticare apertamente l’amministrazione e il sindaco. Anche su questioni apparentemente slegate dal tema generale.«Questa mattina sono andato per interesse personale ad un convegno sul settore agroalimentare e l’occasione data da Expo 2015 - dice - non c’era nessuno a rappresentare il Comune. Eppure presentarci all’appuntamento e alla vetrina internazionale di Expo 2015 è strategico». Poi aggiunge ironico: «Forse il delegato ero io e nessuno me lo ha detto». E anche sulla riunione di giunta del giorno precedente, l’architetto spiega di aver sollevato il problema delle deleghe apparentemente sovrapposte tra vari assessori. Non entra nei dettagli, ma i suoi collaboratori, a conferenza chiusa, spiegano che la lista è irritata per la delega monca sull’ambiente data all’assessore della civica, Anna Maria De Togni. Delega simile a quella data alla vice sindaco leghista Alessandra Cappellari. Da parte sua, il leader spiega che non tutte le industrie del polo sono inquinanti. «Anzi ce ne sono alcune che pur non avendo inquinato adesso rischiano di doversi sobbarcare le spese per le bonifiche. E non è giusto». Tornando alla Ies...? «La Ies deve applicare tutte le prescrizioni, come il doppio fondo ai serbatoi - dice - deve smettere di inquinare. Dove e come non ci interessa, ma se non lo farà dovrà chiudere». E i 300 dipendenti? «Se la Ies chiudesse quello dei posti di lavoro sarebbe l’ultimo dei problemi, perchè si creerebbero per loro nuove opportunità a partire dai lavori di bonifica - dice - è già accaduto da altre parti». Ma se la Ies chiude, chi bonificherà? «Lo Stato, la Regione...il problema è che se l’industria continua ad inquinare non può rimanere. In ogni caso faremo un convegno con l’assessore De Togni e tutti gli interessati sullo stato delle cose relativamente all’inquinamento - dice - aveva chiesto a Confindustria di riunire tutte le imprese della zona per sentire i vari punti di vista. Ma non lo ha fatto.»01 luglio 2010 I poteri forti non vogliono essere disturbati. Industriali e sindacati attaccano l’assessore Parole «offensive» e «irresponsabili». Cosi gli industriali e i sindacati stroncano la presa di posizione dell’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini contro la Ies che «se continua ad inquinare, va spostata». Il presidente dell’associazione industriali, Alberto Truzzi, va giù duro contro l’amministratore comunale. «Non capiamo su che basi Benedini accusi la Ies di continuare ad inquinare. E’ offensivo sia nei confronti dell’azienda che dei suoi lavoratori. L’azienda ci ha, invece, rassicurato sul rispetto delle normative. Tra l’altro, è stata incaricata di ospitare, in novembre, la conferenza per il centro nord Italia dei responsabili del servizio prevenzione e protezione e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e l’ambiente delle aziende petrolifere e del gas». I vertici di via Portazzolo si propongono per tenere aperto ildialogo tra Comune e Ies: «Siamo disponibili - preannuncia Truzzi - ad un confronto con l’Amministrazione comunale quali intermediari con l’azienda, per la verifica puntuale della correttezza della gestione in ambito delle emissioni nell’aria». Il presidente conclude con una frase da cui ancor di più traspare l’irritazione verso le parole di Benedini: «Non troviamo consono fare dichiarazioni frutto solo di pregiudizi: andrebbero commentati solo i fatti oggettivi e riscontrati». Contro l’assessore scende in campo anche il sindacato dei chimici Uil. «Le dichiarazioni di Benedini sono irresponsabili - afferma Giovanni Pelizzoni, segretario provinciale della Uilcem - perché non è il Comune che può decidere determinate dinamiche; ci sono, infatti, delle autorizzazioni ministeriali da rispettare. E se le bonifiche nel polo chimico non sono ancora partite non è certo per colpa dei lavoratori, delle aziende o degli enti locali, ma di norme assurde». Il responsabile viene individuato nel ministero dell’Ambiente: «Sono state le sue scelte - dice Pelizzoni - a portare a questa situazione di stallo. Noi con Comune, Provincia ed enti preposti al controllo abbiamo iniziato un lavoro importante, in particolare sulla Ies, per monitorare il rispetto delle prescrizioni ministeriali. Dire che l’azienda non vuol fare niente può solo creare un clima ostile: il risultato potrebbe essere che l’azienda se ne va, con l’inquinamento pregresso che resta a carico della collettività». E se se ne va la raffineria, «la bonifica del sito di chi non ha inquinato resta a suo carico». Pelizzoni chiude con un appello al sindaco Sodano: «Confidiamo negli impegni assunti da lui nell’ultimo incontro avuto: risanamento e mantenimento dell’azienda sul territorio».29 giugno 2010

Quel patto raggiunto poco prima del voto «I punti chiave dell’accordo di programma riguardano l’inquinamento e le iniziative per agganciarci a Expo 2015». E’ venerdi 2 aprile, una settimana prima del ballottaggio, e l’architetto Giampaolo Benedini, già candidato sindaco di una civica, spiega con queste parole la sostanza dell’accordo preso con Nicola Sodano. L’occasione è importante, l’ultima conferenza del candidato pidiellino prima del voto per annunciare l’alleanza con i civici. E’ l’intesa di cui si parla in questi giorni. In quel patto si parlava di delocalizzazione del Petrolchimico? Secondo Benedini, si. La posizione espressa da Sodano durante la campagna elettorale era meno radicale. Agli inizi di marzo l’attuale sindaco parla di «un nuovo patto tra lavoratori, imprenditori e Comune per la messa in sicurezza del petrolchimico e un’eventuale ricoversione produttiva che salvaguardi i posti di lavoro». Di spostamenti non si è mai parlato. Una decina di giorni dopo l’elezione Sodano va in visita ufficiale (una delle prime) alla Ies per incontrare l’ambasciatore ungherese e l’ad della società. Ci ritornerà il 13 per l’inaugurazione di nuovi impianti auspicando la collaborazione Comune-impresa per la questione bonifiche. Il 27 sarà la volta della vice sindaco leghista Alessandra Cappellari a far visita alla Ies. La Cappellari è una delle due’facce’ della giunta in tema di ambiente. La leghista ha la delega all’ambiente mentre l’assessore della lista Benedini, Anna Maria De Togni, ha quella sulla riqualificazione ambientale.

23Capitolo 3 - 2010

Da qui l’anomalia di un Comune che si presenta al tavolo del ministero sulle bonifiche con entrambi gli assessori.30 giugno 2010

14 luglioSi parla di parcheggi in varie posizioni della città, ancora solo idee da verificare.

Torna il garage sotto Pradella Un’idea sulle linee generali che l’amministrazione Sodano intende perseguire in tema di parcheggi l’aveva data nelle scorse settimane l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, illustrando le proprie idee in proposito. Benedini aveva ufficializzato il progetto di realizzare strutture sopraelevata ‘leggera’ e removibili che raddoppino i posti auto sul lungolago Gonzaga e in piazza Nodari Pesenti. L’architetto ne ha già parlato con la sovrintendenza che, come lui stesso aveva riferito, ha mostrato più di una perplessità sul progetto per il lungolago. Ma Benedini ha già accennato anche ai progetti di medio e lungo termine relativi a garage in struttura, a partire dal vecchio piano di creare un’autorimessa sotto corso Vittorio Emanuele. E ancora: area Tea di vicolo Stretto, piazza in Nodari Pesenti, viale Risorgimento e via Frattini, sotto il cortile delle scuole Ardigò e Sacchi.14 luglio 2010

21 luglioConfronto con Maccari perché non c’è una gestione condivisa, che è necessaria anche sulle nomine. Comincio a capire come funzionano i partiti.

Ma l’alleato Benedini non ci sta «Dobbiamo iniziare a condividere i nostri progetti nel dettaglio, cosa che ancora non è stata fatta». L’assessore comunale Giampaolo Benedini commenta cosi il faccia a faccia avuto ieri con Pdl e Lega sia sulle nomine negli enti che sull’attività amministrativa. «A Benedini - ricordava ieri l’assessore regionale del Pdl, Carlo Maccari - abbiamo chiesto di accelerare sui parcheggi e sulla riapertura di corso della Libertà e di via Trieste per dare un segnale tangibile della nostra attività amministrativa». Benedini si dice d’accordo in linea di massima ma chiede di «cominciare, finalmente, a condividere i nostri progetti nel dettaglio perchè, finora, questa condivisione non c’è stata. E questi incontri tra di noi devono essere più frequenti per evitare scollamenti». Il punto più delicato, però, sono le nomine negli enti: «Per me - dice l’assessore di via Roma - siamo in alto mare su tutto. Noi non vogliamo sedie ma persone di indiscussa professionalità nei vari posti per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Non vogliamo trovarci di fronte a soluzioni preconfenzionate ma vogliamo discutere di competenza delle persone. E’ doveroso che i nostri alleati tengano in considerazione le nostre opinioni». E conclude: «Sia chiara una cosa: noi finora non abbiamo condiviso alcun nome. Se qualcuno vuole fare un’azione di forza se ne assumerà tutta la responsabilità».21 luglio 2010

22 luglioSi parla di scuole. Cadono a pezzi. Sono rimasto senza parole di fronte al degrado delle nostre scuole!

«Scuole in degrado, servono soldi». Allarme dell’assessore ai lavori pubblici: occorrono milioni per sistemarle Da rifare I lavori alla Pacchioni di pochi anni fa e Benedini «Edilizia scolastica in degrado: è una prioritá». Ha appena concluso un tour ispettivo tra le aule e i corridoi delle scuole dell’obbligo, l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. Con i suoi tecnici ha incontrato presidi, responsabili per la sicurezza e insegnanti. E il bilancio che ne trae non è incoraggiante. «Serviranno parecchi milioni per sistemarle» dice. Analogo allarme lo aveva lanciato un mese fa l’assessore alla scuola, Marco Cavarocchi. Uno dei guai ricorrenti è la scarsa tenuta delle coperture. Tetti colabrodo, insomma. I casi più recenti riguardano due materne, la Pacchioni di Cittadella e la Berni di Lunetta. E pensare che il tetto della Pacchioni era stato sistemato pochi anni fa per problemi analoghi. Non si parla di semplici macchie di umiditá sui muri. In entrambi i casi l’acqua scendeva in quantitá tale da rendere necessario il ricorso a dei secchi per evitare la formazione di pozzanghere sui pavimenti. Anche all’elementare Nievo (frequentata da circa 500 bambini), il tetto è da sistemare. Le infiltrazioni d’acqua e una profonda crepa su una parete, un anno e mezzo fa, avevano reso inagibile un salone al secondo piano dell’edificio. Il danno è stato riparato lo scorso settembre, ma si è trattato di un intervento temporaneo in attesa di un’azione più incisiva (e costosa, sui 300mila euro) prevista per quest’estate. In nessuno dei tre casi, invece, il Comune ha programmatolavori di sistemazione. Almeno per ora. L’assessore ripete alla Gazzetta ció che ha detto ai presidi. «Allo stato attuale non ci sono le risorse - dice - ma è evidente che questi lavori devono essere fatti». Per ora l’assessorato ha predisposto lavori di manutenzione ordinaria alla Martiri di Belfiore, all’Alberti e alla Mazzolari. Verranno anche eliminate delle barriere architettoniche alla Bertazzolo. «Sono rimasto senza parole di fronte alle condizioni di degrado in cui versano le nostre scuole - dice Benedini - I tecnici stanno facendo il punto per valutare i fondi necessari per dare agli alunni delle scuole moderne. Ad occhio direi

24Capitolo 3 - 2010

che stiamo parlando di diversi milioni di euro, forse una decina». Durante gli incontri Benedini avrebbe accennato all’ipotesi di attingere qualcosa ai fondi destinati per Palazzo del Podestá. E’ cosi? «Non esattamente, erano pensieri in libertá - dice - certo se riuscissimo a contenere i costi per il Podestá, il rimanente vorrei impegnarlo sulle scuole».

24 luglioIl clima politico si riscalda. L’ultima ragione è rappresentata da Luciano Borra alla presidenza di Valdaro. A mio parere un conflitto di interessi per il contenzioso che il Comune ha con Olmo Lungo, di cui l’ingegnere era stato progettista. Si apre a questo punto una situazione difficile che si trascinerà giustificatamente per tutti gli anni in cui siamo stati nella maggioranza. Ma sia ben chiaro che la colpa non è nostra, ma di chi ha deciso di fare i suoi comodi senza consultarci e mettendoci nelle condizioni di manifestare il nostro disappunto in modo forte, non avendo altri sistemi.

Tre mesi di strappiLa Ies che inquina e il parcheggio inutile al Dlf Il tormentato rapporto dei civici con Pdl e Lega. Non è la prima volta che l’assessore Giampaolo Benedini e la sua Lista civica entrano in rotta di collisione con il sindaco Nicola Sodano. Lo strappo più clamoroso si è verificato sulla raffineria Ies. Benedini aveva chiesto al sindaco il rispetto degli accordi sottoscritti in vista dell’alleanza per le elezioni comunali: o la raffineria smette di inquinare oppure va trasferita altrove. Il dibattito a distanza tra l’assessore e il sindaco era stato condito da parole forti da parte di Benedini, che aveva accusato Sodano di dire «bugie». Un altro strappo, questa volta con Mantova parking e con il collega di giunta Espedito Rose, era stato sui parcheggi. Rose e Bonaffini, presidente di Mantova parking, avevano proposto di ricavare posti auto all’interno dell’area del Dopolavoro ferroviario, in viale Fiume, e nell’area della Provincia in via Fancelli: «Il parcheggio di Dlf - ha detto Benedini - è inutile, mentre l’area di via Fancelli è giá occupata dalla stessa Provincia e dal conservatorio». Anche su alcune nomine effettuate dal sindaco, la Lista civica è stata molto critica. In particolare, non era stata condivisa la scelta di Alain Elkann alla testa del comitato scientifico del Centro internazionale d’arte e cultura di palazzo Te. A manifestare il disaccordo dei civici era stato il consigliere comunale Italo Scaietta, presidente degli Amici di palazzo Te e presidente dellla delegazione Fai di Mantova: «Non sono stato coinvolto né informato» aveva fatto presente a chi gli chiedeva un commento su Elkann. Anche in giunta l’assessore Benedini ha trovato alcune difficoltá a far passare i suoi progetti; per esempio, il piano asfalti, prima di essere approvato, ha dovuto subire un rinvio in modo che si trovassero i fondi necessari. Motivo di attrito con il sindaco e con l’assessore allo sport Tonghini, è stato anche il futuro del Mantova. E’ stato il capogruppo Sebastiano Riva Berni, in consiglio comunale, a criticare l’amministrazione sul modo di condurre l’operazione di salvataggio del calcio in cittá. Benedini: no alle nomine di Sodano

L’assessore attacca: «Sulla Valdaro spa ha scelto senza consultarci» «Adesso basta». L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini picchia, metaforicamente, i pugni sul tavolo. Non ha digerito l’ultima nomina di Luciano Borra, per anni alla guida dell’ordine degli ingegneri, alla presidenza della Valdaro spa e punta il dito accusatore contro il sindaco Nicola Sodano. «Finora - attacca - sono state fatte scelte non condivise sulle nomine. Si vede che il sindaco vuole affrontare un percorso ad ostacoli. Eppure, glielo avevamo detto che volevamo essere coinvolti nelle scelte. Non l’ha fatto? bene, noi oggi ci riteniamo con le mani libere». I motivi che lo hanno spinto a tanta durezza verso il primo cittadino sono «sia di principio che di sostanza, visto che Borra potrebbe trovarsi in una situazione di conflitto di interessi». Dichiarazioni forti quelle di Benedini, che lascerebbero presagire gesti clamorosi; niente di tutto questo, assicura l’interessato. Almeno per il momento. «Non possiamo fare nulla di concreto - dice, infatti, l’assessore - se non manifestare la nostra assoluta indipendenza. Noi della lista civica, adesso, siamo liberi di fare tutti i ragionamenti del caso, ognuno va avanti in libertá». Dopo appena tre mesi la giunta di centrodestra si trova giá ad affrontare una mini crisi. Benedini spiega, nel dettaglio, che cosa non gli è piaciuto delle mosse di Sodano: «Partiamo dall’ultima nomina di Borra - afferma -. Ripeto, questa non è una scelta condivisa. Innanzittutto per motivi di principio. Se la gestione dell’amministrazione comunale è data da una condivisione di un percorso iniziato con le elezioni, deve essere condiviso anche il percorso successivo. Invece, finora le scelte non lo sono state. Giá nella riunione di qualche giorno fa proprio sulle nomine avevo posto la condizione per avere un percorso facile, cioè la condivisione delle scelte; in quella sede avevo manifestato le mie perplessitá anche sulle altre nomine fatte in precedenza; se questa è la risposta, significa che noi non interessiamo e che il sindaco vuole affrontare un percorso ad ostacoli. A questo punto - aggiunge - ognuno si prenderá le proprie responsabilitá. Io non ne ho: alla base di una corretta gestione amministrativa ci sta la condivisione, chi fa azioni di forza se ne assume la responsabilitá». Su Borra Benedini è severo: «Nell’ambito territoriale di Valdaro vi sono interventi che portano la sua firma e che suscitano perplessitá. Si puó configurare un conflitto di interessi per i contenziosi che il Comune ha aperti proprio su progetti firmati da Borra». A questo punto, urge un chiarimento diretto con il sindaco: «Io non chiedo più incontri - taglia corto l’assessore - perchè quelli che ho avuto non sono stati produttivi. Dico solo che gli accordi vanno rispettati». E, amaro, conclude: «Visto che nessuno ha interesse a condividere con noi un percorso che era stato concordato all’inizio, ci riteniamo con le mani libere». Sandro Mortari

25Capitolo 3 - 2010

27 luglioAppoggio inaspettato della Lega a Benedini: anche loro lamentano che non c’è una gestione condivisa.

Protagonisti. Da sinistra il sindaco Nicola Sodano, l’assessore Giampaolo Benedini, il deputato della Lega Gianni Fava e il presidente della Valdaro Luciano Borra «Mi fa piacere che non siamo solo noi a dire che occorre fare qualche esame di coscienza». L’assessore Giampaolo Benedini incassa con favore il sostegno della Lega Nord nella sua battaglia contro il sindaco Sodano e le nomine da lui fatte «senza coinvolgerci», e ribadisce la sua posizione sul neo presidente della Valdaro spa: «Borra è in conflitto di interesse e se ne deve andare». «Quantomeno - specifica l’assessore - per una questione di opportunità, visti i suoi rapporti precedenti con la società, non dovrebbe rimanere lì. E se si dimette, tutto si aggiusta». Dice di non aver avuto, ancora, alcun contatto con Sodano e di lavorare alacremente nonostante la bufera scatenatasi su di lui: «Oggi (ieri, ndr.) ho risolto il problema con la Provincia per il passaggio al Comune di Mantova di un tratto della Spolverina dopo che è diventata strada comunale. Certo - conclude - un chiarimento con Sodano è ormai necessario. Io aspetto». Dal litorale marchigiano, Sodano si è chiuso in quello che i suoi collaboratori definiscono «silenzio riflessivo». E’ continuamente aggiornato su quello che sta succedendo a quasi 400 chilometri di distanza e, quindi, in grado di far sentire il suo peso politico anche da lontano. Un punto fermo l’ha, infatti, messo: Borra non si tocca. Il braccio di ferro, dunque, con Benedini continua. E a gettare benzina sul fuoco ci si mettono anche altre fonti di via Roma che si dicono stupite per l’appoggio che Benedini ha ricevuto da Fava: «E’ stato lui ad affondare la sua candidatura a sindaco del centrodestra» sibilano. Chi tenta di riportare nel centrodestra la serenità perduta è il capo di gabinetto del sindaco, Danilo Soragna: «Innanzittutto - dice - Benedini è stato informato della nomina di Borra durante una riunione di maggioranza a lui allargata. E’ vero che prima si sono visti sindaco, Pdl e Lega, ma questo è normale tra alleati fin dal primo turno. Sodano, inoltre, non ha mai lanciato ultimatum a Benedini ma ha sempre espresso la volontà di insistere nel ricercare un’intesa, anche se faticosa, con lui. Oggi (ieri, ndr.) io mi sono mosso in questa direzione convocando per il 5 agosto una riunione con tutti i consiglieri di maggioranza per parlare delle linee programmatiche. E quella sarà la sede per cominiciare il chiarimento». Un invito ad abbassare i toni arriva ancora da Carlo Maccari, assessore regionale e vice coordinatore regionale del Pdl, impegnato in una delicata opera di mediazione. Ieri si era diffusa la voce, poi smentita, di un suo incontro a Milano col vice coordinatore provinciale vicario nonchè vice coordinatore regionale Serafini sulla vicenda Benedini. Sogliani del Pdl rivolge «un forte richiamo all’unità del partito per governare la città. I nostri elettori - ammonisce - non accetterebbero maggioranze alternative. E bisogna essere uniti intorno a Sodano». E il vice sindaco Alessandra Cappellari della Lega: «Fava ha ripetuto quello che aveva già detto, e cioè che si va avanti con la maggioranza che c’è, e che ci si deve chiarire». E’ certo che oggi la scontro Sodano-Benedini terrà banco in giunta, nella sua consueta riunione settimanale.

29 luglioQuattro mesi di tensioni:

Fuori Benedini? Maggioranza sul filoL’ipotesi rottura: a Pdl e Lega resterebbero 21 voti per governare E se l’assessore Giampaolo Benedini se ne andasse dalla giunta Sodano, o peggio, se venisse cacciato, che cosa succederebbe in Comune? E’ questa la domanda che da giorni tiene banco, quasi fosse diventata il nuovo tormentone estivo, nella Mantova politica ormai con la testa alle vacanze. La risposta, alla luce dei numeri in consiglio comunale, è scontata. Nulla cambierebbe. Senza Benedini e i suoi consiglieri comunali, numericamente la maggioranza di centrodestra reggerebbe comunque. Politicamente parlando sarebbe, peró, il fallimento dell’alleanza che ha scalzato dopo 65 anni l’amministrazione di centrosinistra da via Roma, consegnando il Comune a Pdl, Lega Nord e Lista civica di Benedini. Numeri. L’attuale maggioranza di centrodestra puó contare sui voti di 24 consiglieri comunali più quello del sindaco. L’opposizione (Pd, Patto Nuovo, Forum, Idv, Lista Brioni e Sinistra unita) ha i restanti 16 consiglieri. Ergo, se i quattro consiglieri comunali di Benedini uscissero dalla coalizione di governo, Lega e Pdl conserverebbero sempre la maggioranza, anche se risicata, di 21 consiglieri (sei leghisti, 14 pidiellini e sindaco) su quaranta. Come si dice, l’amministrazione sarebbe a «rischio raffreddore», dovrebbe cioè far attenzione al minimo metaforico spiffero per non perdere per strada qualche voto decisivo. Un voto in più, peró, è sempre meglio di uno in meno, per cui il centrodestra potrebbe governare ancora. Intenzioni. Va detto che anche in caso di uscita di Benedini dalla giunta, gli arancioni non andrebbero automaticamente all’opposizione di Sodano: «Ci riterremmo con le mani libere - aveva detto il capogruppo Sebastiano Riva Berni - e voteremmo soltanto quei provvedimenti che considereremmo importanti per la cittá». L’atteggiamento del gruppo civico potrebbe essere commisurato a quello che Pdl e Lega terranno verso il suo leader: nel caso la separazione fosse traumatica, come lo diverrebbe se si andasse avanti ancora sulla strada dei dossier pieni di veleni su presunti conflitti di interesse che coinvolgono Benedini, il gruppo arancione avrebbe poca voglia di condividere le scelte di Lega e Pdl. Alleati. Chi potrebbe, eventualmente, prendere il posto dei benediniani per consolidare una maggioranza che, senza di loro, sarebbe esposta ai capricci di singoli consiglieri o di gruppi interni più o meno organizzati? Non è un mistero che qualcuno nel Pdl abbia pensato ai due consiglieri del Patto nuovo; gli zaniboniani, peró, hanno giá respinto al mittente l’invito. Sulla piazza resterebbe solo Ciliegi di Forum, visto che il

26Capitolo 3 - 2010

grosso dell’opposizione è formato da liste di centrosinistra certamente indisponibili a dare una mano al centrodestra. Dal canto suo Ciliegi potrebbe diventare uno dei consiglieri delegati: Sodano, nell’avanzare la proposta, aveva specificato che non si trattava di un invito ad entrare in maggioranza. Lega. Nell’ipotesi che Benedini se ne andasse dalla maggioranza crescerebbe, al suo interno, il potere della Lega nord. I sei lumbard in aula sarebbero determinanti e, quindi, la giunta dovrebbe marciare nella direzione da loro indicata. Giá adesso hanno fatto pressioni su Sodano sino ad ottenere l’ordinanza antiaccattoni (contenuta nel famoso decalogo leghista) e spingono perchè si arrivi alla firma del «patto per Mantova sicura» tra sindaco, prefetto e ministro dell’interno Maroni. Da qui si capisce anche perchè la Lega abbia imposto a Sodano di non approfittare dello scontro con Benedini per cambiare la maggioranza di via Roma. E da qui si capisce anche perchè il Pdl, alla fine, non ha alcun interesse a tirare la corda con Benedini.Sandro Mortari

Tonghini: valutiamo insieme caso per caso«L’obiettivo condiviso dalla giunta è valirizzare la cittá, dal centro fino ai laghi. E per valorizzare uno spazio la prima cosa da fare è rispettarlo». Enzo Tonghini, assessore allo sport e alla promozione della cittá, si schiera con il collega Freddi. «Il tendone bello non è - sottolinea Tonghini - io credo che per il centro storico ci sia bisogno di cose di qualitá, ma non invasive. Il Festival è un patrimonio importante della cittá e, come tutte le manifestazioni, deve trovare gli spazi più adatti. Credo che lo Sportello Unico sia giá dotato di una sorta di ‘decalogo’ su cosa si puó e cosa non si puó fare in certi spazi. Spostare salumi e formaggi in piazza Virgiliana? Vediamo, ogni manifestazione va valutata singolarmente, guardando ai benefici che porta alla cittá ma anche ai problemi logistici e non che comporta». Giampaolo Benedini, assessore ai lavori pubblici, non si sottrae ad un commento. «Quel tendone non si puó dire che sia una bellezza. Esiste un’esigenza dei librai ma ci sono anche quelle dei ristoratori che non possono vedersi ridotto lo spazio in cui operano. Bisogna, dunque, trovare soluzioni che accontentino entrambi. Senza dimenticare che molta gente si lamenta per la scarsa disponibilitá di tavoli. E mi chiedo: perchè tutto in piazza Erbe quando ci sono altre piazze da sfruttare?». 01 agosto 2010

21 agostoQuindici milioni stimati per sistemare le scuole. Accordati solo pochi spiccioli.

Sos per gli edifici scolastici, servono quindici milioniServono circa quindici milioni di euro per far raggiungere agli edifici scolastici comunali un livello di qualità accettabile. E’ la stima fatta dall’assessorato ai lavori pubblici al termine di un tour ispettivo compiuto assieme ai tecnici della pubblica istruzione nelle scuole materne, elementari e medie della città. Il piano di interventi verrà redatto la prossima settimana. Naturalmente i due assessori coinvolti, Giampaolo Benedini e Marco Cavarocchi, non pensano di poter ottenere già con il prossimo bilancio preventivo, il primo della giunta Sodano, tutte le risorse necessarie. Ma entrambi vorrebbero, quantomeno nell’arco del mandato, non limitarsi a mettere delle pezze alle situazioni d’emergenza. Resta da vedere quanto l’amministrazione nel suo complesso intenda investire (economicamente e politicamente) sulla realizzazione di un’edilizia scolastica di qualità. «Con i tecnici dell’assessorato stabiliremo le priorità, vale a dire quegli interventi sull’edilizia scolastica che non possono essere rinviati ulteriormente», dice il responsabile dei lavori pubblici. Anche se Benedini, per ora, non si sbilancia, è ovvio che i tetti colabrodo di molte scuole sono una delle emergenze. «Ad esempio quello della materna Pacchioni è molto ammalorato», dice l’assessore. L’anno scorso nella materna di Cittadella, le aule si sono trovate più volte allagate a causa di pesanti infiltrazioni dal tetto. Cavarocchi, che aveva posto il problema del cattivo stato in cui versa l’edilizia scolastica poche settimane dopo essere diventato assessore all’istruzione, cita gli edifici che risultano avere problemi simili ai tetti, anche se non compromessi come quello della Pacchioni. «Naturalmente saranno i tecnici dei lavori pubblici a stabilire le priorità - premette Cavarocchi - le scuole che hanno problemi con i tetti, in ogni caso, sono diverse. Mi limito a citare la Sacchi e l’Ardigò, che fanno parte dello stesso complesso edile. E poi come noto c’è l’elementare Nievo dove due anni fa si era formata una crepa da cui scendeva l’acqua piovana che aveva portato alla proclamazione di inagibilità di un mezzo salone. Il problema è stato risolto con un intervento tampone, ma è chiaro che occorre approntare il rifacimento delle coperture». I tecnici dei due assessorati, per il momento, sono piuttosto restii a dare indicazioni precise sulle situazioni riscontrate. Complessivamente non ci sono grossi problemi sotto il profilo della sicurezza, ma il patrimonio di edilizia scolastica cittadino mostra pesantemente l’età media elevata dei suoi palazzi. Aule che non vengono pitturate da vent’anni (ad esempio la Bertazzolo) e palestre che non ricevono interventi manutentivi da tempo immemore. Eppure in queste strutture i bambini vanno a fare ginnastica un paio d’ore la settimana. Uno dei primi impianti che verrà sistemato è la palestra Boni di via Luzio. 21 agosto 2010

27Capitolo 3 - 2010

8 e 9 settembreApprovato in giunta il progetto per lo scalo intermodale di Valdaro. Due anni dopo si perderanno i finanziamenti regionali.

Nuovo impianto da sei milioni per il portoUna piattaforma attrezzata per caricare i camion sui treni. E’ il progetto da sei milioni, finanziato dalla Regione e dalla Valdaro Spa (tre milioni a testa) approvato dalla giunta. La delibera, illustrata dall’assessore Giampaolo Benedini, recepisce un accordo per l’ampliamento delle strutture di intermodalitá del porto di Valdaro. «In particolare - spiega Benedini - questo nodo scambiatore consentirá di diminuire il ricorso al trasporto su gomma a vantaggio di quello su ferro». L’esecutivo ha anche varato delibere riguaradanti il settore turistico, a partire da un progetto formativo per il personale (ad esempio gli steward urbani) che si occupa di accoglienza dei visitatori della cittá. Il corso verrá finanziato con fondi regionali. A portare la pratica in giunta è stato l’assessore Vincenzo Chizzini che ha pure illustrato un’iniziativa che potrebbe avere interessanti sviluppi. E’ la carta che consente di avere un biglietto unico per la visita di monumenti a Mantova, La Spezia, Cremona e altre cittá. 08 settembre 2010

9 settembrePresentate le linee di mandato, volume di 72 pagine che l’amministrazione Sodano ha disatteso nonostante l’avvio dei progetti.

Ecco l’agenda della giunta SodanoGli impegni per l’autunno: dai parcheggi alla gestione di traffico e Ztl 09 settembre 2010 Priorità. Via Principe Amedeo vista dal rondò di piazza Martiri Il traffico è uno dei punti chiave del programma della maggioranza. Dopo un’estate caratterizzata dal pressing leghista su moschee e accattonaggio molesto e dalle frizioni a distanza sulla questione del polo chimico con l’assessore Giampaolo Benedini, il sindaco Nicola Sodano si appresta a portare in aula, il 20, le linee di programma. Per la nuova giunta di centrodestra è arrivato il momento di caratterizzare la propria azione amministrativa. Le linee di programma elaborate alla fine di giugno dalla maggioranza, un volume di 72 pagine di progetti e intenti a breve e lungo periodo, sono la guida per capire quali saranno i terreni su cui l’amministrazione si muoverá giá dall’ormai imminente autunno, per dare un senso concreto alla ‘svolta’. Ma soprattutto per dare un’impronta specifica nella gestione e negli interventi sulla cittá. Insomma, si tratta di fare subito delle azioni di governo per dare il segno di come il centrodestra interpreti lo sviluppo di Mantova. TRAFFICO. La viabilitá è una delle colonne su cui si è basato il programma elettorale che ha portato il centrodestra alla guida del Comune. Dopo la riapertura parziale di corso Libertá e via Trieste, una delle prime decisioni prese dalla nuova amministrazione, ci si attende che la giunta metta in atto nuovi provvedimenti in materia di Ztl e viabilitá. Una delle prioritá contenute nelle linee programmatiche è l’elasticitá dell’accesso alle Ztl. Ci si attendono novitá per la zona Rossa (l’asse Accademia- Cavour- Arrivabene), ma si tratta di capire se si ritoccheranno anche ingressi come quello di via Tassoni-via Verdi. Il vero strumento per rivedere gli assetti della viabilitá generale, peró, sará il Piano del traffico. PARCHEGGI. Il programma prevede che nell’attesa dei parcheggi in struttura, si creino delle aree di sosta vicino al centro (i lungolaghi?). Questo è uno di temi su cui è lecito attendersi azioni concrete in tempi rapidi. INFRASTRUTTURE. Il tema del traffico è legato a filo doppio con quello delle strade. Il programma di Sodano presenta la tangenziale ovest come prioritá. Si tratta, naturalmente, di un obiettivo dell’intero mandato. Nei prossimi mesi dovrebbe essere chiarito come si intende procedere per raggiungere lo scopo. Stesso discorso per il ponte di Catena che l’amministrazione ha dichiarato di voler realizzare. URBANISTICA. Se l’amministrazione e la maggioranza vogliono dare la propria impronta alla cittá, il Piano del governo del territorio è lo strumento principe. La sua stesura è tra le prioritá del mandato. I prossimi mesi dovrebbero far capire in che direzione ci s’intende muovere. AMBIENTE. Tra le prioritá c’è anche la bonifica del Polo chimico. Il compito dell’amministrazione sará di far valere la sintonia col governo per ottenere fondi consistenti. SCUOLA. C’è da decidere quanti fondi dedicare nel piano opere pubbliche al recupero dell’«indecente» (come l’ha definita lo stesso assessore Benedini) situazione dell’edilizia scolastica. Col piano per il diritto allo studio (ottobre) si potrá capire anche quanto e come il Comune ritiene di investire sui progetti formativi degli istituti dell’obbligo. Nicola Corradini, 9 settembre 2010

28Capitolo 3 - 2010

15 ottobreIl problema De Togni nei rapporti con la Cappellari.

Quella delega contesa tra le donne di Sodano che imbarazza gli altri entiAlessandra Cappellari e Annamaria De Togni Sono le uniche due donne della giunta Sodano. Un avvocato di 33 anni, leghista e animatrice della protesta anti-traffico dei residenti di via Porto e una biologa e consulente del lavoro di 61 anni indicata dalla lista di Giampaolo Benedini. Entrambe al debutto nell’amministrazione pubblica, dal primo giorno Alessandra Cappellari e Annamaria De Togni si pestano i piedi. Senza litigare, ma confliggono. Questione di deleghe: la Cappellari, oltre che vicesindaco e assessore alle pari opportunitá, è la titolare dell’ambiente mentre la De Togni, oltre che di urbanistica, si occupa di riqualificazione ambientale. Le sovrapposizioni sono frequenti e inevitabili. E furono immediate, tant’è che Sodano a pochi giorni dal suo insediamento dovette chiarire: «La De Togni si occupa delle bonifiche del petrolchimico. La Cappellari di tutti gli altri problemi ambientali. Resta il fatto che la linea politica la danno il sindaco e la giunta nel suo insieme». Tutto a posto? Macché. Il confine tra le due deleghe resta labile: ad esempio in un incontro sull’Autorizzazione integrata ambientale alla Ies chi rappresenta il Comune? La Cappellari perché si tratta di polo chimico ma non di bonifiche? Sì, ma fino a un certo punto, perché le questioni si intrecciano: al tavolo si parla anche di prescrizioni per ripulire il sottosuolo. Dunque di un tema che spetta alla De Togni. L’imbarazzo c’è sia nei due assessori che tra le controparti. I rappresentanti di Provincia, sindacati ed enti di controllo, a microfoni spenti, dicono di non aver capito chi rappresenti via Roma e di non sapere chi si presenterá a questo o quel tavolo istituzionale. Oggi arriva la De Togni, domani la Cappellari, dopodomani chissá. Intercambiabili? No, perché le differenze ci sono. L’assessore alla riqualificazione ambientale è del movimento di Benedini, fautore della linea dura. La vicesindaco è più conciliante. Lo dimostra anche il vertice di mercoledì in Provincia: la Cappellari è tra i moderatamente soddisfatti, la De Togni ha espresso forti perplessitá. (ga.des) 15 ottobre 2010

15 ottobreDelibera di giunta n.154 programma triennale delle opere pubbliche:parcheggi, nuovo sistema ferroviario, tangenziale ovest, ponte a Porto Catena, cittadella dei Servizi, Valdaro.

17 ottobreNapoli, assessore al bilancio, frena sul programma di investimento per i lavori pubblici. A dimostrazione che non c’è una chiara visione di come reperire risorse per le opere improcrastinabili e nemmeno una precisa volontà di farlo.

L’assessore al bilancio frena sul piano opere: non so se faremo tutto «Il piano opere pubbliche rispecchia le esigenze che abbiamo riscontrato. Ma non so se riusciremo a far tutto, 32 milioni di euro sono una bella cifra». Il realista. All’assessore al bilancio Marcello Napoli il piano predisposto dal collega Giampaolo Benedini piace, ma lui è l’uomo dei conti. E i conti potrebbero non tornare. Il piano, approvato in giunta l’altro ieri, prevede una spesa triennale di 286 milioni di euro, con il grosso degli interventi programmati per il 2012 (121 milioni) e per il 2013 (132 milioni). Ma per il 2011 le spese previste sono più ‘contenute”, 32 milioni di euro che serviranno ad opere come i ‘parchegi di assestamento’, ostello della gioventù, piano di riqualificazione di Borgochiesanuova, scalo di Valdaro (6 milioni) e molti interventi di ristrutturazione delle scuole. E i finanziamenti? Il piano prevede un ricorso quasi sistematico al mutuo e in misura minore anche al project financing. «Qella del project sarebbe la formula più opportuna - dice Napoli - ma abbiamo una buona capacità di indebitamento, perciò possiamo ricorrere ai mutui». Che però hanno controindicazioni di cui tener conto. «La quota d’ammortamento dei mutui contratti fanno aumentare la spesa corrente - ricorda Napoli - cosa che gli enti locali non devono fare e che rischia di portare alla violazione del patto di stabilità con conseguenti penalizzazioni da parte dello Stato». Napoli vede il problema del reperimento con occhi meno ‘ottimistici’ di quelli del suo collega alle opere pubbliche. «Il grosso handicap per il bilancio 2011 è che partiamo con una minore entrata di 5 milioni sulle spese correnti rispetto alla manovra dell’anno scorso - dice l’assessore, ribadendo una questione già sollevata in consiglio comunale e negli incontri con i singoli assessori - Avessimo beni da alienare lo faremmo, ma ormai non c’è più nulla, quindi dovremo ricorrere soprattutto ai mutui e cercheremo di ottenere tutti i contributi possibili, da quelli regionali e statali a quelli europei». Ma ce la farete a fare tutto, nel 2011? «Il piano opere pubbliche è lo specchio di quanto serve a questa città - dice Napoli - a partire dalla ristrutturazione e manutenzione del patrimonio edile, come le scuole. Questo è un proposito che condivido in pieno. Non so se riusciremo a trovare tutti i finanziamenti necessari. Affronteremo le situazioni a mano a mano che si presenteranno e stabiliremo delle priorità». Intanto il capogruppo del Pd, Giovanni Buvoli, critica il piano: «Noto che gli interventi incisivi non sono porgammati nel 2011 ma rinviati ad anni successivi e quindi incerti. Per l’anno prossimo sono programmate solo manutenzioni ed esecuzioni di opere progettate e avviate dalle amministrazoni precedenti di centrosinistra». Replica Benedini: «Ma il Pd sa leggere un piano opere pubbliche.

29Capitolo 3 - 2010

Ci sono cinque milioni per i parcheggi e prevediamo la ristrutturazione delle scuole lasciate andare in modo indecoroso negli ultimi anni».17 ottobre 2010

9 novembreContrasti con la Lega per il documento di Gianni Bombonati sull’ambiente alla sua decima revisione.

Petrolchimico, Benedini attacca la Lega nord: posizione pretestuosa. L’assessore comunale leader dell’omonimo movimento contesta la richiesta di ridiscutere le deleghe di giunta Perchè tutti dicono di voler fermare l’inquinamento che viene dal petrolchimico e poi non si riesce a varare un documento che potrebbe imporre un’azione rapida ed efficace in quella direzione? A chiederselo è l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini dopo il nulla di fatto, giovedì scorso, in Commissione. Lì, al documento «predisposto da Bombonati, revisionato dieci volte con gli emendamenti dei vari partiti» si è risposto con un altro testo presentato da Pd, Sinistra unita, Insieme per Brioni e gruppo misto. Risultato, i gruppi consiliari sono ancora alla ricerca di una posizione unitaria sul petrolchimico, mentre «va avanti il disastro ambientale». Il leader dell’omonima lista civica che amministra il Comune con Lega e Pdl, ne ha anche per il Carroccio. Definisce, infatti, «pretestuosa» la posizione del suo capogruppo De Marchi che, prima di firmare qualsiasi documento, pretende che il sindaco chiarisca le competenze ambientali tra i due assessori Alessandra Cappellari (Lega) e Anna maria De Togni (Benedini). Nonostante tutto, tenta un’ultima carta, una sorta di appello rivolto a tutti i partiti: «Vogliamo mettere finalmente fine a questo disastro ambientale che in un bilancio serio di costi e benefici è totalmente in perdita?». L’assessore Benedini definisce la battaglia sul petrolchimico del suo movimento «non ideologica» ma una delle tante che «vogliamo mettere in campo per vincere la guerra di una cittá e di una provincia che si spegne, di un territorio senza giovani, che non ha saputo far convivere correttamente passato e presente, incapace di confrontarsi con l’eccellenza del suo passato mettendolo spesso a repentaglio». La sua analisi è lucida: per Benedini «nell’area del petrolchimico vi sono terreni e falde inquinati e situazioni di alta pericolositá implicite nel tipo di attivitá specifiche, accentuate dalla vetustá di molti impianti». Le colpe sono sia degli imprenditori, «interessati esclusivamente al guadagno anche a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini, e che hanno tacitato la coscienza con contributi alle manifestazioni cittadine culturali e di vario genere», sia delle istituzioni «distratte» che non hanno potuto o voluto controllare. Adesso tutti dicono che bisogna bonificare quelle aree. «Purtroppo, peró - osserva Benedini - in alcune attivitá le risorse economiche necessarie per interrompere l’inquinamento e mettere gli stabilimenti in sicurezza, sono talmente ingenti da porre in discussione la convenienza dell’operativitá produttiva». E allora, visto che «è più onerosa una ristrutturazione totale di una nuova costruzione», le aziende «cercano con tutti i mezzi di allungare i tempi» e le istituzioni, sotto il ricatto occupazionale, «danno un colpo al cerchio e uno alla botte». Poi c’è la questione delle bonifiche, dove si mescolano questioni di soldi e di «ambiguitá di applicazione delle regole». Il problema è che non si riesce a certificare chi inquina: in questa situazione, non riuscendo ad identificare il responsabile, la bonifica tocca al proprietario delle aree contaminate, anche se non ne ha colpa. Tutto questo per Benedini è assurdo: «Possibile che con i mezzi tecnico-scientifici esistenti non si riesca a stabilire con certezza chi inquina?» si chiede l’assessore. Che si pone anche un’altra domanda, ovvia e che è «il nocciolo del problema»: «Perchè non far pagare al responsabile, e non al contribuente, i costi della bonifica o della messa in sicurezza? Perchè continuare a privilegiare i poteri forti e non proteggere adeguatamente i cittadini?». Sandro Mortari, 09 novembre 2010

14 e 15 novembreBombonati, presidente della commissione ambiente, continua a lavorare per ottenere che l’amministrazione si impegni nei confronti delle imprese che inquinano.

INQUINAMENTOPartecipiamo al consiglio a difesa del documentoSeguo da tempo, e con estremo interesse, il problema dell’inquinamento a Mantova, su cui purtroppo le passate Amministrazioni non sono mai intervenute in maniera decisa, aumentandone anzi la portata consentendo la costruzione e l’avvio di una centrale a turbogas sovradimensionata e ingiustificata. Per questo sono stato favorevolmente colpito dall’impostazione data dal consigliere Bombonati al suo documento, che si prefigge di affrontare davvero e con prescrizioni stringenti il problema dell’individuazione di chi ha inquinato e inquina perché la bonifica sia finalmente realizzata e l’inquinamento venga arginato, pena la chiusura delle aziende responsabili. Particolarmente apprezzabile la disponibilità dimostrata nel rivedere e adattare questo documento, per arrivare a un voto unanime. Mi ha sorpreso e amareggiato la posizione assunta in questi ultimi giorni sia dal Pd, che ha annunciato, dopo mille emendamenti e modifiche, la presentazione di un suo documento, sia, in misura anche maggiore, dalla Lega, che per ragioni di ripicca (divisione di poteri tra i due assessori De Togni e Cappellari) presenterà un documento alternativo. Dov’è il bene dei cittadini, tante volte richiamato da chi sostiene che la Lega è l’unico partito radicato sul territorio e che difende gli interessi dei cittadini? Possibile che chi ci rappresenta in consiglio non capisca che è in gioco il futuro nostro e dei nostri

30Capitolo 3 - 2010

figli? Invito tutti coloro che hanno a cuore la salute dei cittadini e l’integrità e l’onestà della politica ad assistere al consiglio comunale del 22/11 per manifestare dissenso verso chi potrebbe affossare un’azione che forse potrebbe portare, dopo decenni di inerzia, a una svolta nella politica ambientale della nostra città.Luciano Gandolfi

16 novembreAll’hotel Cristallo summit di maggioranza sui vari temi da affrontare nel prossimo futuro: ambiente, tangenziale ovest, ponte a Porto Catena e - udite udite - il sindaco dichiara “entro aprile 2011 contiamo di appaltare i lavori per il recupero funzionale del palazzo del Podestà”. I lavori saranno appaltati a metà del 2014!

Tunnel e parcheggi, presto i progettiIl sindaco promette 1.200 nuovi posti auto e il ponte a Fiera Catena La pausa. Da sinistra Cavarocchi, la Cappellari, Benedini e Tonghini Un «pacchetto» con una decina di cose da fare da qui ad aprile 2011, quando la nuova amministrazione di centrodestra festeggerá il primo anno di attivitá. Ecco la decisione presa dalla giunta Sodano al termine del summit di ieri al Cristallo e poi sottoposta al vaglio degli Stati generali della maggioranza (consiglieri comunali di Pdl, Lega e Benedini, presidenti e vice delle societá controllate o partecipate dall’ente di via Roma e una delegazione dei Repubblicani che alle elezioni sostennero Sodano). Un confronto a tutto campo nel centrodestra, in cui si è affrontato anche il delicato tema del polo chimico, su cui stanno litigando Lega e Benediniani a suon di documenti che provocano tensioni nell’intera maggioranza. E sui quali, per ora, non si è riusciti ad avvicinare le rispettive posizioni. «Da parte mia non vi è alcuna preoccupazione - osserva il sindaco Sodano subito dopo aver concluso il vertice con gli assessori; c’è una grande diversitá tra la conflittualitá che appare sui giornali e la serenitá con cui si lavora in giunta». Il primo cittadino passa a parlare del programma che la giunta si è data da qui al prossimo aprile, «dieci-dodici cose da fare, a cui lavoreremo con grande impegno» promette. Tangenziale ovest. Al primo posto sta la tangenziale ovest: «Entro aprile - assicura Sodano - presenteremo lo studio di fattibilitá e il progetto preliminare, con la quantificazione dei costi, coinvolgendo oltre ai Comuni della Grande Mantova, la Provincia e il Parco del Mincio». L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini ha, poi, precisato: «Il progetto riguarderá due soluzioni con il tunnel sotto il lago Superiore e una con il ponte. Secondo noi, quella del tunnel è la soluzione migliore dal punto di vista economico e dell’impatto ambientale ed è anche la meno pericolosa visto che gli automobilisti non potranno essere distratti dal panorama che godrebbero dal ponte». Fiera Catena. La giunta punta a realizzare il ponte stradale a Fiera Catena: «Entro aprile - dice il sindaco - faremo il progetto preliminare. Il problema sará convincere la Sovrintendenza che si è sempre opposta a tutto quanto non fosse un ponte ciclopedonale». Palazzo Podestá. Ormai è deciso: «Entro aprile - annuncia Sodano - contiamo di appaltare i lavori per il recupeo funzionale del monumento: i 14 milioni per il primo lotto sono stati accantonati e, quindi, si puó procedere». Il 30 novembre si riunirá la commissione dei docenti universitari che dovrá riprendere l’esame delle quattro offerte pervenute per individuare la migliore sia dal punto di vista economico che della qualitá progettuale. Parcheggi. Prioritá anche alla sosta. «Entro aprile - dice il sindaco - sará ultimato il piano per i parcheggi provvisori da realizzare in 3-4 aree. Questi parcheggi saranno collegati al centro con dei mezzi messi a disposizione da Apam o da Aster». Uno dei parcheggi provvisori sará nell’area ex Comated all’Anconetta. «Entro aprile avremo anche il progetto per i parcheggi sotterranei da realizzare, a cura dei privati, in tre anni: circa 1.200 posti auto in piazzale Mondadori, piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga, Corso Vittorio Emanuele. Inoltre, andremo avanti col nuovo parcheggio all’Anconetta». «In attesa dei parcheggi definitivi - fa eco Benedini - vogliamo rendere fruibili quelli scambiatori collegandoli al centro con due navette da 8-9 posti, sempre disponibili: mentre una arriva al parcheggio, l’altra va versio il centro». Area Unesco. Sono allo studio varie soluzioni per eliminare i cassonetti dei rifiuti in centro (creando nuove zone per la raccolta), per recuperare le pavimentazioni storiche e per un nuovo arredo urbano. Sandro Mortari, 16 novembre 2010

Alle nostre critiche puntuali sulle scelte non condivise di vario genere (dalla morbidità verso l’inquinamento della Ies da parte del sindaco, ai parcheggi improbabili di Rose e Bonaffini, alla scelta di Borra per la presidenza di Valdaro) i soci di maggioranza rispondono lesinando le risorse e insinuando conflitti di interesse inesistenti. È il comportamento più volgare e deprecabile di Sodano e di Longfils.

Dal mio ufficio inizia, pur in assenza di un dirigente definitivo, una importante campagna di monitoraggio delle strade, dei marciapiedi, dei giardini e degli uffici pubblici, a partire dalle scuole. Ne esce un panorama disastroso.

Riporto all’interno della struttura dei lavori pubblici quei progetti che in passato venivano esternalizzati come quello della piattaforma su Valdaro, importante opera infrastrutturale. Il progetto è stato concluso durante il mio assessorato, ma non cantierizzato per il mancato cofinanziamento di tre milioni di euro provenienti dalla Regione Lombardia, non avendo Valdaro provveduto a finanziare il restante. I problemi, non sono solo con me e con la Lega, ma anche con Anna de Togni. Il sindaco ha provveduto a creare uno dei suoi soliti pasticci dividendo la delega

31Capitolo 3 - 2010

dell’ambiente con il vicesindaco Cappellari. Viene il dubbio che la confusione non sia casuale ma strumentale, per mettere i bastoni tra le ruote al nostro movimento civico.

Il nostro impegno per l’ambiente va contro tutti. Quelli di sinistra per il passato e quelli di destra per il presente.

1 dicembreContinua l’impegno per l’ambiente, anche attraverso il lavoro di Bombonati, con un risultato importante per fermare l’inquinamento.

I benediniani contro l’intervento di Sodano: «Prioritá alla salute»Dopo l’allarme chimico. Folla ieri sera in consiglio comunale Il consiglio comunale trova la quadra su un documento per fermare l’inquinamento del polo chimico, votato quasi all’unanimitá dopo quattro ore di estenuante confronto. Sul finire della seduta, peró, la maggioranza rischia grosso. E’ successo quando il sindaco Sodano ha preso la parola per dettare le linee che avrebbe seguito nel caso il ministero dell’ambiente accettasse di affidargli l’incarico di commissario per gestire la partita del disinquinamento del polo chimico, richiesto espressamente dal documento, poi votato con il solo no di Bondioli (Insieme per Brioni) e Banzi (Sinistra unita) perchè «privo di un piano industriale d’area». «Se diventeró commissario considerando che sono il sindaco della cittá, ecco le cose che mi interessa portare avanti, non necessariamente nell’ordine». Ha citato «l’occupazione della zona industriale, che va salvaguardata» e poi «la messa in sicurezza di lavoratori e abitanti». Inoltre, le aziende «non devono inquinare più e dobbiamo bonificare. Per farlo, peró, occorre il consenso di tutti gli attori, visto che i ricorsi sono sempre dietro l’angolo. Va, quindi, ricostruito un rapporto virtuoso tra la cittá d’arte e quella industriale. Inoltre, dovremo rasserenare quei lavoratori». Un discorso apparso troppo filoaziendale all’assessore Giampaolo Benedini che è uscito dall’aula furente, chiedendo al suo gruppo di prendere le distanze dal sindaco. Il capogruppo Riva Berni è stato perentorio: «Voteremo a favore della mozione - ha detto - ma sappia, sindaco, che non condividiamo le prioritá da lei espresse. Per noi la prioritá è la salute dei cittadini». E Benedini, tra il pubblico a fine seduta, ha manifestato la sua insoddisfazione: «Con il documento votato e le parole del sindaco abbiamo dato un segnale di debolezza; tra il pubblico c’erano i rappresentanti della Ies che sicuramente se ne saranno andati rincuorati». Insomma, se da una parte, la maggioranza, faticosamente, era riuscita a recuperare i voti di buona parte dell’opposizione, dall’altra ha rischiato di perdere uno dei suoi pezzi. La svolta c’era stata quando Buvoli, capogruppo del Pd, aveva annunciato la disponibilitá a trasformare la sua mozione in raccomandazione; idem aveva fatto il Patto con Zaniboni, anche se aveva chiesto «un impegno pregnante da parte dell’ente a tenerne conto»: i punti principali del suo documento erano la richiesta di una conferenza di servizio tra enti e parti sociali, un comitato paritetico enti e imprese, e un comitato di responsabilitá istituzionale. Il no di Banzi e Bondioli, anche loro firmatari della mozione, ha impedito questo passaggio. E così, si è votato su quel documento, bocciato dal centrodestra (astenuti Forum e Patto). A quel punto Buvoli ha annunciato il sì alla mozione di maggioranza, pur demolendola nei contenuti: «Non ci si pone il problema dei finanziamenti che servirano per bonificare il sito, né si pensa a quel piano d’area come strumento per la riqualificazione industriale». A Buvoli ha replicato il presidente della commissione ambiente, il benediniano Bombonati: «Il nostro documento presenta una novitá: per la prima volta chiediamo al sindaco una pronuncia, attraverso gli organi competenti, sull’origine e la natura degli inquinanti e la definizione di responsabilitá precise. Mettiamo fine ad una azione prescrittiva e sanzionatoria che non ha mai avuto efficaia per sostituirla con un’altra che ponga limiti temporali alle aziende: se entro dieci anni da oggi non riusciranno a diminuire la quantitá di inquinanti fino al raggiungimento della bonifica completa, il Comune esprimerá parere contrario al rinnovo delle autorizzazioni ambientali integrate. E dovranno chiudere». Sandro Mortari, 01 dicembre 2010

Il documento passa, ma è già polemica Il consiglio comunale trova la quadra su un documento per fermare l’inquinamento del polo chimico, votato quasi all’unanimità dopo quattro ore di estenuante confronto. Sul finire della seduta, però, la maggioranza rischia grosso. E’ successo quando il sindaco Sodano ha preso la parola per dettare le linee che avrebbe seguito nel caso il ministero dell’ambiente accettasse di affidargli l’incarico di commissario per gestire la partita del disinquinamento del polo chimico, richiesto espressamente dal documento, poi votato con il solo no di Bondioli (Insieme per Brioni) e Banzi (Sinistra unita) perchè «privo di un piano industriale d’area». «Se diventerò commissario considerando che sono il sindaco della città, ecco le cose che mi interessa portare avanti, non necessariamente nell’ordine». Ha citato «l’occupazione della zona industriale, che va salvaguardata» e poi «la messa in sicurezza di lavoratori e abitanti». Inoltre, le aziende «non devono inquinare più e dobbiamo bonificare. Per farlo, però, occorre il consenso di tutti gli attori, visto che i ricorsi sono sempre dietro l’angolo. Va, quindi, ricostruito un rapporto virtuoso tra la città d’arte e quella industriale. Inoltre, dovremo rasserenare quei lavoratori». Un discorso apparso troppo filoaziendale all’assessore Giampaolo Benedini che è uscito dall’aula furente, chiedendo al suo gruppo di prendere le distanze dal sindaco. Il capogruppo Riva Berni è stato perentorio: «Voteremo a favore della mozione - ha detto - ma sappia, sindaco, che non condividiamo le priorità da lei espresse. Per noi la priorità è la salute dei cittadini». E Benedini, tra il pubblico

32Capitolo 3 - 2010

a fine seduta, ha manifestato la sua insoddisfazione: «Con il documento votato e le parole del sindaco abbiamo dato un segnale di debolezza; tra il pubblico c’erano i rappresentanti della Ies che sicuramente se ne saranno andati rincuorati». Insomma, se da una parte, la maggioranza, faticosamente, era riuscita a recuperare i voti di buona parte dell’opposizione, dall’altra ha rischiato di perdere uno dei suoi pezzi. La svolta c’era stata quando Buvoli, capogruppo del Pd, aveva annunciato la disponibilità a trasformare la sua mozione in raccomandazione; idem aveva fatto il Patto con Zaniboni, anche se aveva chiesto «un impegno pregnante da parte dell’ente a tenerne conto»: i punti principali del suo documento erano la richiesta di una conferenza di servizio tra enti e parti sociali, un comitato paritetico enti e imprese, e un comitato di responsabilità istituzionale. Il no di Banzi e Bondioli, anche loro firmatari della mozione, ha impedito questo passaggio. E cosi, si è votato su quel documento, bocciato dal centrodestra (astenuti Forum e Patto). A quel punto Buvoli ha annunciato il si alla mozione di maggioranza, pur demolendola nei contenuti: «Non ci si pone il problema dei finanziamenti che servirano per bonificare il sito, né si pensa a quel piano d’area come strumento per la riqualificazione industriale». A Buvoli ha replicato il presidente della commissione ambiente, il benediniano Bombonati: «Il nostro documento presenta una novità: per la prima volta chiediamo al sindaco una pronuncia, attraverso gli organi competenti, sull’origine e la natura degli inquinanti e la definizione di responsabilità precise. Mettiamo fine ad una azione prescrittiva e sanzionatoria che non ha mai avuto efficaia per sostituirla con un’altra che ponga limiti temporali alle aziende: se entro dieci anni da oggi non riusciranno a diminuire la quantità di inquinanti fino al raggiungimento della bonifica completa, il Comune esprimerà parere contrario al rinnovo delle autorizzazioni ambientali integrate. E dovranno chiudere».Sandro Mortari, 01 dicembre 2010

8 dicembreViene definita la convenzione per il parcheggio Mondadori.

Maxi parcheggio, sbloccati i lavoriBenedini: entro gennaio riaprirá il cantiere di piazzale Mondadori Degrado Lo stato attuale di piazzale Mondadori Potrebbe finalmente sbloccarsi la vicenda del cantiere di piazzale Mondadori che, aperto quattro anni fa, è stato più volte congelato per diverse vicissitudini. Ieri la giunta ha approvato la bozza di convenzione con la proprietá, la Forum Mondadori, che dovrebbe permettere la ripresa dei lavori del parcheggio sotterraneo da 363 posti entro la fine di gennaio. Sui tempi di realizzazione della struttura è lo stesso assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini a non sbilanciarsi. «Prevediamo tra i 12 e i 18 mesi - afferma l’architetto - perché possono sempre esserci degli imprevisti. Ma l’importante è che si parta presto con la realizzazione dei 363 posti auto, trecento dei quali saranno pubblici». Trecento e più box sotteranei - il parcheggio sará su due piani - che verranno integrati con dei posti in superficie disposti a schiera tra viale Piave e via Conciliazione, daranno una risposta al fabbisogno di ricoveri in zona Pradella. Ma cosa dice la convenzione? Il documento, allo studio da mesi, doveva mettere nero su bianco la modalitá di gestione dei trecento posti auto comunali (gli altri sono per il futuro albergo e per i negozi e gli uffici che verranno costruiti) a partire dalla questione tariffe. Che la giunta voleva tenere più basse rispetto a quelle del parcheggio Mazzini, prese come pietra di paragone essendo l’unico parking in struttura. «L’impresa ha concordato su questo punto - riferisce Benedini - ma non abbiamo ancora stabilito una tabella tariffaria precisa. Il contratto, in ogni caso, prevede una concessione ventennale con possibilitá di rinnovo. Ora l’impresa dovrá individuare il soggetto che materialmente gestirá il parcheggio pubblico. Allo stato attuale non ci ha fatto nessuna comunicazione in merito». Il prossimo passo sará la firma del contratto da parte di Formu Mondadori. «Non dovrebbero esserci problemi - dice l’assessore - hanno giá visto e approvato la bozza approvata in giunta questa mattina». Il Comune ha anche chiesto delle modifiche sui punti d’accesso (Camerlenghi) e uscita (via Rea e viale Piave) per favorire l’accesso ai giardini Nuvolari e per non interferire con la fermata bus dell’Apam. La giunta ha anche dato il via libera ai lavori di riqualificazione del tratto di viale Gorizia compreso tra viale Fiume e vialeOslavia in Valletta Paiolo. Nicola Corradini, 08 dicembre 2010

13 dicembreViene presentato il piano parcheggi per Santa Lucia.

(Il piano parcheggi predisposto per Santa Lucia 2010 - allegato n°2)

Parcheggi a Mantova la giunta cambia tuttoStop a Mulina e Anconetta. Ok a piazza Virgiliana, Lungolago e Pradella Il parcheggio dell’Anconetta MANTOVA. Una rivoluzione. Il sindaco Nicola Sodano e l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini disvelano il piano parcheggi del Comune e subito arrivano le sorprese. Le indiscrezioni della vigilia quasi ribaltate. Dall’elenco spariscono i parcheggi interrati dell’Anconetta e di piazzale Nodari Pesenti a Mulina su cui puntava il centrosinistra, mentre restano quelli di piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga e corso Vittorio

33Capitolo 3 - 2010

Emanuele, vecchi progetti già affossati da sovrintendenza e altro (anche Pradella era un obiettivo del centrosinistra). Nell’elenco del Comune viene inserito piazzale Mondadori che sarà il primo parcheggio di quelli in struttura a vedere la luce, e compare quello a raso nell’area ex Comated all’Anconetta. Il tutto per un totale di 1.398 nuovi posti auto (che porteranno il totale a 1.657 nei cinque nuovi parking). E’ il regalo di Santa Lucia dell’amministrazione ai mantovani. «Non saranno pronti prima del 2013» avverte Sodano durante la conferenza stampa in sala consiliare. La giunta, però, non se ne starà con le mani in mano: «Stiamo elaborando - dice il sindaco - un piano per parcheggi a raso provvisori», il primo dei quali sarà nell’ex Comated, «pronto l’autunno prossimo, forse anche prima» annuncia l’assessore al traffico Rose. Il piano è stato predisposto dall’assessore Benedini ed è frutto del recupero del passato, «dei contenziosi che erano aperti da anni tra Comune e ditte. Ora - spiega Benedini - li vogliamo chiudere facendo andare avanti i vecchi progetti». Piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga e corso Vittorio Emanuele: il primo già bocciato alla fine degli anni 90 dalla sovrintendenza, il terzo affossato da una decisione dell’Authority di vigilianza sui lavori pubblici che imponeva al Comune di effettuare una gara d’appalto per la concessione del sottosuolo e per la realizzazione dell’infrastruttura sotterranea: «Abbiamo iniziato un nuovo percorso - dice Benedini -. Giovedì ci vedremo con la Sovrintendenza, poi ci confronteremo con gli altri enti. Siamo ottimisti. Costruiremo quei parcheggi che nulla costeranno alla comunità: saranno i privati a farli e a gestirli; noi daremo in concessione il sottosuolo e fisseremo le tariffe; dopo 20-30 anni i parcheggi diverranno di nostra proprietà».Piazza Virgiliana. Benedini ha presentato uno studio di fattibilità per il parcheggio sul Lungolago e in piazza Virgiliana. In piazza Virgiliana l’ubicazione è rimasta quella inizialmente bocciata dalla Sovrintendenza e prevista dalla convenzione Ilce. Il parcheggio interesserà, infatti, l’area di fronte alla riseria. Si prevede, però, di non toccare le mure: le rampe d’accesso passeranno sotto. I posti auto nuovi interrati saranno 201 mentre quelli a raso soprastanti 176. Quello sul Lungolago prevede 169 nuovi posti sotto terra che si aggiungeranno agli 83 a raso ricavati sopra. A realizzarli sarà Impregilo, l’impresa a cui, qualche anno fa, il Comune sbarrò la strada annullando l’appalto già assegnato per gli stessi (più quello di piazza Nodari Pesenti): «Il Comune - dice Benedini - ricorse al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che gli dava torto; la nuova sentenza è prevista per i primi mesi del 2011. Invece di andare avanti con la contrapposizione abbiamo deciso di ricontattare Impregilo per chiedere di riprendere il discorso anche se con modalità diverse; l’impresa ha manifestato il suo interesse».Anconetta. Impregilo sarà coinvolta anche per evitare le carte bollate sul parcheggio dell’Anconetta. L’appalto-leasing è già stato aggiudicato al Consorzio cooperative costruttori di Bologna, «ma noi - annuncia Benedini - non vogliamo più costruirlo perchè troppo oneroso per le nostre casse. Siccome Impregilo ha già rapporti con i bolognesi cercheremo di far concorrere questi ultimi alla costruzione e alla gestione degli altri due parcheggi».Pradella. In corso Vittorio Emanuele si farà un parcheggio sotterraneo, come voleva la giunta Burchiellaro (l’impresa Imi ha già la concessione). Il Comune, però, non ha ancora presentato uno studio di fattibilità. Si stanno, infatti, valutando due ipotesi: una struttura sotterranea da via Bonomi alla fine del corso, oppure dalla fine del corso e sotto piazza Cavallotti. Più probabile la prima ipotesi. Dice Benedini: «La metà dei 335 posti sarà riservata ai residenti e l’altra metà sarà a rotazione». Imi, secondo il Comune, dovrà trasformarsi in stazione appaltante e indire la gara per la costruzione e la gestione del parcheggio. In questo modo aggirerebbe lo stop imposto dall’Authority sui lavori pubblici. 15 dicembre 2010

14 dicembreNube tossica alla Ies. Cinque indagati.

Nube tossica dalla Ies: cinque indagatiMANTOVA. Ci sono cinque indagati per la nube tossica sprigionatasi il 29 novembre scorso a Mantova, da un serbatoio della raffineria’Ies’ e che ha intossicato due operai del vicino stabilimento della Belleli Energy. Il procuratore capo Antonino Condorelli non ha reso noto i nomi ma si tratterebbe dei vertici della raffineria mantovana di proprietà del gruppo ungherese Mol. I cinque sono indagati per odori molesti e per violazione del testo unico sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. La nube provocata dall’acqua piovana a contatto con bitume a 170 gradi era, come ha accertato l’Asl di Mantova, di 25 mila metri cubici e conteneva tracce di idrogeno solforato, la sostanza tossica che ha causato i malori.

34Capitolo 3 - 2010

20 dicembreVerifica sulla situazione disastrosa della Ies.

ESCLUSIVO Il dossier Asl-Arpa sulla IesBenedini: ora la raffineria deve pagareViaggio nella raffineria Ies alla scoperta dei punti critici indiziati di essere la fonte del surnatante, la sostanza inquinante che c’è nel sottosuolo e nella falda. La Gazzetta ha letto il rapporto Asl-Arpa. La raffineria: entro il 2017 gli impianti saranno in regola. Intanto, l’assessore Benedini parte all’attacco: la raffineria deve pagare. Tace la Cappellari, vicesindaco

MANTOVA. La relazione di Asl e Arpa su serbatoi e fognature della raffineria accende il dibattito politico. Il vicesindaco, la leghista Alessandra Cappellari, tace in attesa di approfondire il dossier con i tecnici mentre Giampaolo Benedini, alla guida della lista che ha l’ambiente tra le priorità, torna alla carica. «Avevo ragione io, i problemi ci sono e vanno risolti con notevoli investimenti da parte della Ies». Anche il comitato Ambiente e sviluppo chiede soluzioni in tempi rapidi.

IL DOSSIER ASL-ARPAMesi di verifiche, ispezioni, controlli e scavi. Per capire quale sia il livello di efficienza della raffineria. Serbatoi e fognature in particolare. I punti critici, sospettati di essere la fonte che ha alimentato e forse alimenta ancora il surnatante, l’inquinante che è presente in grandi quantità nella falda sotto al polo chimico. Il rapporto finale, condiviso da Asl e Arpa, ed indirizzato al Comune, è pronto. La Gazzetta lo ha letto. È un lavoro meticoloso e puntuale, quello avviato due anni fa dal personale del Dipartimento di prevenzione dell’Asl. Uno studio che parte da una prima verifica, datata settembre 2008. La puzza. Per la raffineria sono giorni bollenti. La Ies, da un anno passata dai Vannucci agli ungheresi di Mol, è nel mirino per la puzza insopportabile che ammorba la città. Durante una verifica i tecnici dell’Asl scoprono che dalle vasche di trattamento sono tracimate acque di fognature oleose. Dall’indagine, non ancora conclusa e sviluppata con la Procura, scaturiscono un verbale e prescrizioni. L’azienda ha sei mesi per risolvere le situazioni più critiche ed eliminare le perdite. E, in tempo utile, dimostra di aver rispettato i vincoli. Il rapporto Ies. Un anno dopo, a dicembre 2009, la società presenta un rapporto completo sulle indagini fatte. L’Asl decide di «vincolare l’azienda al proseguimento delle attività di indagine e delle eventuali bonifiche». Scatta una seconda prescrizione (tempo limite sei mesi, con una possibile proroga di altri sei) che riguarda fognature e serbatoi. Alla scadenza dei termini la Ies chiede tempo. L’Asl «prende atto delle determinazione aziendale nel portare a termine le attività di indagine e le bonifiche richieste» e concede altri 180 giorni. La nuova scadenza? Febbraio 2011. Le condizioni. La proroga è legata però ad altri vincoli. Per le fognature l’Asl non vuole soluzioni tampone ma interventi «orientati al definitivo ripristino della funzionalità del sistema fognario e delle condutture». Alla voce ‘serbatoi’ (ci sono impianti che risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta) l’Asl fa dei distinguo, in base alla classificazione che segue le indagini acustiche avviate da società incaricate dalla Ies. Il quarto grado è il livello più grave. «Per quanto riguarda la manutenzione dei serbatoi non indagati - scrivono i tecnici - e-o sospettati di importanti corrosioni in atto, l’obiettivo da conseguire è la dotazione del doppio fondo, a prescindere dal prodotto in stoccaggio». La Ies ha il suo cronoprogramma, che indica nel 2017 la conclusione di tutti gli interventi di manutenzione e di realizzazione del doppio fondo. E l’Asl «prende atto». Le fogne. Dall’estate in avanti, una o due volte la settimana, Asl e Arpa tornano in raffineria per seguire i lavori, perché la Ies (che ancora oggi è dotata di un solo sistema fognario che raccoglie acque oleose di impianto, acque di prima pioggia, e acque di servizi) ha programmato l’esecuzione di 34 scavi. Il 31 agosto - si legge nel verbale - nel tratto 12 di fognatura, «tra alcuni tubi sono rilevate parti di congiunzioni annerite, in cui si sono riscontrate perdite di prodotto». Nel verbale del 28 settembre i tecnici segnalano, tra gli altri, «un pozzetto nel tratto 32 con acque e alcuni centrimetri di morchia mentre il terreno è puzzolente di idrocarburi». Si decide di allargare lo scavo. Anche il tratto 29 evidenzia una perdita, in una congiunzione, mentre nel 28 «la tubazione metallica è corrosa». In ottobre viene visionato il serbatoio 109 (capienza 40mila metri cubi di greggio). Il serbatoio presenta ruggine e sconnesione nella zona in cui il fondo si salda con la parete cilindrica. Perdita rilevata all’interno dello scavo vicino al tratto di fognatura numero 26. Problemi anche nel tratto 11, che durante la video-ispezione presenta una crepa. Su 34 scavi ne sono stati controllati 12, con 8 conferme di perdita e 4 verdetti negativi. I serbatoi. In raffineria ci sono 100 serbatoi (di cui 26 a doppio fondo), 33 quelli già indagati. 2 sono di quarto grado, 7 di terzo, 16 di secondo e 2 di primo. Gli impianti di quarto e terzo grado, sospettati di avere perdite o corrosioni, sono fuori servizio. «Gli enti - si legge nella relazione - hanno accertato la corrosione delle lamiere di fondo di alcuni serbatoi, sia sulle lamiere nude che su quelle rivestite in resina. Due serbatoi di quarto e terzo grado saranno dedicati (dopo le prove di tenuta) ad accogliere le acque del sistema fognario in affiancamento ad altri quattro già declassati». La manutenzione del 109 è iniziata in settembre. «Ampi tratti del collegamento tra la lamiera di fondo e la lamiera della parete presentano fori passanti. Tale situazione - sentenziano Asl e Arpa - lascia presagire una o più perdite di greggio difficilmente quantificabili nel tempo, certamente non di piccola entità». Corrado Binacchi, 20 dicembre 2010

35Capitolo 3 - 2010

Riflessioni finali sul 2010

Volendo fare una sintesi-dopo l’entusiasmo per la campagna elettorale, il risultato ottenuto grazie ai contenuti del programma, la fiducia e la credibilità di facce nuove alla politica-affrontiamo la realtà. Cominciano subito le delusioni e la necessità di contrastare chi vuole impedirci di realizzare il nostro programma sul tema ambientale. Avevamo dichiarato di voler perseguire competenza e professionalità, invece le scelte imposte da Sodano avvengono con il solito criterio dei partiti, in base ai voti e al potere di ogni personaggio coinvolto. Per quanto riguarda il mio assessorato, essere rimasto per alcuni mesi con dirigenti ad interim, non mi ha impedito di capire la situazione di abbandono degli uffici. Nessun lavoro, salvo quelli relativi alle strade e marciapiedi, viene progettato direttamente dai tecnici che sostanzialmente hanno solo un ruolo di controllo amministrativo. Anche la manutenzione, ordinaria e straordinaria, è affidata a un global service esterno. Decido che occorre cambiare tale situazione per ottenere risultati qualitativi migliori e far crescere l’orgoglio di saper progettare all’interno degli uffici, considerando che alcune persone sono desiderose e interessate a ottenere tale risultato. Emergono fra tutti il geometra Bernini e l’ingegner Celona. I primi mesi sono dedicati a capire e fotografare tutte le lacune del territorio e del patrimonio comunale. Impressionante il degrado delle scuole. L’elenco è lunghissimo e diversificato. Ma questo non mi spaventa e da subito comincio a metabolizzare alcune soluzioni, forte di precedenti studi fatti sulla città. Trovo molta collaborazione in altri tecnici esterni (che gratuitamente mettono a disposizione le loro conoscenze in un confronto disinteressato) e nell’ingegner Alessandro Gatti che viene dagli uffici dei lavori pubblici di Bologna. Per come la vedo io, quella che alcuni definiscono ‘litigiosità’ (strumentalizzata da Sodano, molto bravo in tale tecnica) è semplice difesa di quei cittadini che hanno creduto nei temi della nostra campagna elettorale. Sodano stava andando in altra direzione con incarichi a persone incompetenti e appoggi delle aziende del petrolchimico; stava disattendendo precisi accordi. Nonostante questo l’entusiasmo per cercare di risollevare le sorti della città è rimasto alto non solo in me ma in tutta la lista. Eccezioni sono state, purtroppo, l’abbandono di Italo Scaietta, sfinito dalle continue false promesse del sindaco nei confronti delle sue mansioni culturali. E anche l’insoddisfazione da parte di Annamaria De Togni per la sovrapposizione con la vicesindaco Cappellari sul tema ambientale.

36Capitolo 3 - 2010

UNA PROIEzIONE DELL’ING. MAGISTRELLI SU QUANTO POTREBBE VERIFICARSI

37Capitolo 3 - 2010

38Capitolo 3 - 2010

UNA PROIEzIONE DELL’ING. MAGISTRELLI SU QUANTO POTREBBE VERIFICARSI

39Capitolo 3 - 2010

40Capitolo 3 - 2011

41Capitolo 3 - 2011

Anno 2011

Molti progetti in corso

6 gennaioDifesa delle deleghe e soprattutto della De Togni, alla quale vorrebbero togliere la questione legata al petrolchimico (chissà mai perché…). Un’ipotesi di rimpasto.

«Le nostre deleghe? Intoccabili». Benedini difende De Togni: la verifica non serve Giampaolo Benedini «Giù le mani dalle nostre deleghe». Non lo dice così brutalmente Giampaolo Benedini, leader dell’omonimo movimento e assessore alle opere pubbliche, ma è questo il senso della sua reazione alla richiesta di verifica, in vista del rimpasto in giunta, avanzata dagli alleati Pdl e Lega. «Non vedo chi, tra di noi, stia lavorando male - dice -. Il rimpasto e la verifica, dunque, non sono un’emergenza: magari c’è solo necessitá di parlare di più tra di noi e di condividere di più quello che si sta facendo». Difende il suo assessore Anna Maria De Togni, a cui qualcuno vorrebbe togliere la delega sul petrolchimico (e quindi le bonifiche), per affidarla al sindaco Sodano nella sua qualitá di commissario. E difende anche il collega Freddi, nel mirino dopo le sue esternazioni sugli ambulanti del centro. Quanto ai parcheggi temporanei, altro argomento della verifica chiesta da Pdl e Lega, «se si riferivano a me - afferma Benedini - hanno sbagliato obiettivo. Mi occupo di parcheggi in struttura, è il piano c’è giá; la competenza su quelli temporanei se la sono presa l’assessore Rose e Aster». Il punto cruciale, peró, è la difesa a spada tratta della De Togni e delle sue attuali deleghe. «Se la verifica è legata a valutare il lavoro per la riqualificazione ambientale, credo che migliore di quello svolto dalla De Togni non vi sia. Lei si è mossa con grande competenza e conoscenza della materia. Come tutto il nostro gruppo: basta vedere il lavoro di Bombonati per arrivare al documento condiviso dal consiglio. E non vedo contrapposizioni tra la De Togni e l’assessore all’ambiente Cappellari. Anzi, la collaborazione tra di loro è positiva. Quanto a me, ho fatto un lavoro coerente con gli obiettivi amministrativi». Si dice che il sindaco vorrebbe la delega sul petrolchimico: «Nessuno gli puó impedire di seguire questa strada. A mio avviso, Sodano farebbe bene a non toccare la delega della De Togni; anzi, penso che nel suo ruolo di commissario, quando sará nominato dal ministero, avrá bisogno di collaborazione per affrontare un tema così delicato che necessita impegno e competenze». Benedini ricorda la linea politica del suo movimento: «A noi interessa che la questione inquinamento e sicurezza del polo chimico sia risolta». Poi, la discussa presenza di Freddi in giunta: «Non vedo la necessitá di sostituirlo o di togliergli delle deleghe, a meno che non vi siano cose che io non conosca. Se è per la vicenda degli ambulanti, Freddi ha espresso un’opinione: che la loro presenza in centro non sia qualificante per la cittá è sotto gli occhi di tutti, e una presa di coscienza della situazione va fatta».Sandro Mortari, 06 gennaio 2011

7 gennaioDifesa della leggittimità dalle critiche del Patto Nuovo sulle procedure dei parcheggi ex Ilce, ora Impregilo.

Benedini: sui parcheggi scelta di trasparenza«I cittadini vogliono avere parcheggi realizzati in tempi rapidi e in maniera legale». Così l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini replica alle critiche del Patto nuovo sul piano parcheggi. I pattisti avevano invitato l’assessore a desistere dal riprendere in mano i vecchi progetti bocciati dalla sovrintendenza e a bandire nuovi appalti, secondo loro più trasparenti. «La localizzazione dei nuovi parcheggi - dice Benedini - non è messa in discussione da nessuno. Inoltre, ricominciare l’iter è impossibile perchè andremmo contro un giudizio pendente al Consiglio di Stato. Il Tar nel 2002 aveva condannato il Comune a rinegoziare la convenzione con i privati, annullando la delibera del 2000 che revocava la convenzione conl’Ilce. Noi, dunque, stiamo rinegoziando come ci ha imposto il Tar, e prima che arrivi la sentenza del Consiglio di Stato. Mi chiedo che cosa stiamo facendo di illegale, più trasparenza di così...». Benedini si dice «tranquillo» per la procedura utilizzata: «Mi sono confrontato con l’avvocatura del Comune che mi ha detto di andare avanti. Anche Impregilo, subentrata nel frattempo ad Ilce dopo vari passaggi, è d’accordo. Stiamo, quindi, andando avanti come ci hanno detto i nostri legali e nell’interesse dei cittadini. Se dovessimo ricominciare l’iter non ne verremmo più a capo e non costruiremmo mai i parcheggi». Benedini risponde anche al Patto sul perchè la giunta abbia scelto alcuni parcheggi e scartati altri: «Porta Mulina - dice - non l’abbiamo mai presa in considerazione perchè l’area non è di proprietá comunale. Quella, invece, di Piazza Virgiliana, dove vogliamo costruire il parcheggio, è nostra». Quanto al fatto che la sovrintendenza abbia giá bocciato un vecchio progetto per posti auto sotto piazza Virgiliana, l’assessore risponde: «La sovrintendenza si era espressa su una modalitá di parcheggio; la nostra è diversa,

42Capitolo 3 - 2011

non tradisce il mantenimento della qualitá architettonica e ambientale della cittá e ha giá avuto l’ok del Parco del Mincio».07 gennaio 2011

Parcheggi? C’è da rinegoziareIntervengo sull’eterna querelle dei parcheggi con conoscenza dei fatti, degli atti, avendo assistito, assistendo il Comune di Mantova in questa annosa contesa. Il Comune di Mantova con convenzione che risale al 15 febbraio 1996, ha affidato in concessione alla societá Ilce - attuale Impregilo -, la concessione per la progettazione, realizzazione, gestione dei parcheggi in piazza Pesenti, in piazza Virgiliana, sul lungolago Gonzaga, per 1400 posti auto. La convenzione è stata oggetto di più decisioni del Tar e del Consiglio di Stato sino alla sentenza del Tar Brescia n. 1182 del 2002 che ha fatto obbligo al Comune di Mantova di rinegoziare la convenzione con Impregilo mantenendo l’equilibrio economico. Questa sentenza è stata oggetto di impugnativa avanti il Consiglio di Stato che non ha ancora deciso. La sentenza del TAR-Brescia n. 1182 del 2002, tuttora valida ed efficace, impone al Comune di Mantova di rinegoziare l’originaria convenzione. E’ pertanto esatto quanto ha dichiarato l’assessore Giampaolo Benedini intervistato dalla Gazzetta il 7 gennaio 2001. La strada dettata dal Tar è quella della rinegoziazione con Impregilo, mantenendo equilibrio economico, la realizzazione e gestione di posti auto in Piazza Virgiliana, sul lungolago Gonzaga, in piazza Nodari Pesenti.Avv. Cesare Nicolini, 09 gennaio 2011

12 gennaioLe nomine vanno fatte in base a competenze specifiche e condivise. Sbagliato?

Civici ignorati, Benedini si infuria. L’assessore sugli incarichi nelle controllate: così non va Benedini (a destra) con Riva Berni «Troppe volte veniamo a sapere le cose a decisioni giá prese. Questa storia deve finire. E poi che criteri vengono usati per tutte queste nomine? L’unico criterio valido deve essere la competenza». E’ un Giampaolo Benedini irritato quello che risponde al telefono. I civici della lista che aveva sostenuto la candidatura a sindaco di Benedini al primo turno delle comunali, sono stati del tutto ignorati nella prima raffica di nomine nell’arcipelago del gruppo Tea lo scorso ottobre. Cosa che si è ripetuta ieri. Giá nella tarda mattinata si diffondono negli ambienti del centrodestra l’indiscrezione di un Benedini infuriato. In effetti, l’architetto, come molti altri esponenti della coalizione, ha saputo soltanto ieri dell’anticipazione delle nomine a Tea Energia rispetto ai tempi prospettati. I boatos di palazzo parlano addirittura di minacce di dimissioni da parte dell’assessore ai lavori pubblici. E’ vero? «Ma no, questa è un’esagerazione - dice alla Gazzetta Benedini - ma mi sono lamentato con il sindaco Nicola Sodano, Gianni Fava della Lega e Alessandro Beduschi del Pdl, per quanto accaduto. Ho detto chiaramente che non si puó continuare così». Cioè? «E’ una questione di metodo - sbotta Benedini - le nomine vanno fatte in base a competenze specifiche. Io non me la prendo certo con Gilberto Sogliani, che conosco. Ma non è possibile che noi civici veniamo a sapere le cose quando ormai sono giá accadute. Abbiamo contribuito alla vittoria della coalizione e vogliamo essere coinvolti nelle decisioni».12 gennaio 2011

17 gennaioAria di rimpasto. Lamentele anche dai leghisti. Chi crea problemi? Benedini o Sodano?

Agenda di Sodano: rimpasto e nomine nei consigli. Quattro i nodi da sciogliere da parte del sindaco di Mantova alla ripresa dell’attività dopo le vacanze natalizie Da lunedì mattina il sindaco Nicola Sodano ha ripreso il lavoro in via Roma. La lunga pausa di inizio anno (un misto di ferie e di riposo forzato per risolvere alcuni problemi familiari) è ormai alle spalle. L’attenzione è già rivolta ai problemi politico-amministrativi. E sono molti quelli che il primo cittadino si ritroverà, metaforicamente, impilati sulla scrivania. Problemi politici soprattutto, da chiarire con gli alleati Lega e Benediniani (oltre che col Pdl, partito di appartenenza).Rimpasto. Durante la sua assenza, si è scatenata la polemica contro l’assessore alle attività produttive Fulvio Freddi che, a fine anno, aveva detto di voler spostare le bancarelle fisse del centro. La Lega e parte del Pdl erano insorti, mentre a difesa di Freddi si era schierato solo il collega Benedini. La temperatura nella coalizione si era alzata rapidamente tanto che in molti davano ormai per imminente una decisione forte del sindaco. Dal suo buen ritiro, infatti, si parlava di un Sodano impegnato a valutare tre ipotesi: la sostituzione di Freddi (peraltro recidivo dopo aver lanciato l’idea di spostare il tendone-libreria del Festivaletteratura da piazza Erbe e aver affossato il mercatino di santa Lucia), l’attribuzione delle sue deleghe al leghista Chizzini e l’ingresso di un nuovo assessore; una redistribuzione complessiva di deleghe lasciando in giunta Freddi; il siluramento di quest’ultimo per ridurre il numero di assessori da 11 a 10. Lega e Pdl, però, prima di procedere a dei cambi, chiedevano, anche se ufficiosamente, una verifica. Fino a quando il deputato del Carroccio Fava ha detto che «non ce n’è bisogno». Parole chiare ma non risolutive se in tanti attendono dal sindaco una parola definitiva sul rimpasto.Centro Te. Da Sodano si attende anche una decisione sul

43Capitolo 3 - 2011

nuovo presidente del Centro internazionale d’arte e cultura di Palazzo Te. Una figura fondamentale perchè dovrà trovare le risorse necessarie per la grande mostra su Giulio Romano (2013) e per le altre iniziative. L’uscente Voceri, con il cda, scade a fine gennaio. Chi sceglierà il sindaco al suo posto? Nei giorni scorsi era emerso il nome di Toto Bergamo Rossi, sponsorizzato da Sgarbi, dal ministro Bondi e dal leghista Fava. Sodano, però, ha smentito.Tea Acque. Le recenti nomine nella controllata di Tea che si occupa di servizi idrici ha indispettito Giampaolo Benedini. Il leader della civica nonchè assessore alle opere pubbliche si era lamentato per essere stato tenuto all’oscuro della decisione di nominare Sogliani (Pdl) presidente della società e Montesanti (segretario cittadino della Lega) nel cda. Siccome era già successo nell’ottobre scorso quando si trattò di assegnare le altre poltrone in Tea, Sodano avrà il suo daffare per tener buono Benedini.Mantova Expo. Altra patata bollente. La Lega chiede che quel «carrozzone», fonte di debiti, venga chiuso. La Camera di commercio, la Provincia e il Comune di Mantova, soci fondatori, si sono rifiutati di aumentare lo stanziamento previsto. L’ente camerale, addirittura, sembra abbracciare la tesi leghista. Il presidente Gorni ha chiesto un faccia a faccia con tutti gli enti, finora slittato per l’assenza del sindaco.Sandro Mortari, 17 gennaio 2011

19 gennaioMentre Sodano pensa ai rimpasti, noi presentiamo il progetto preliminare per la tangenziale ovest e la rivoluzione del sistema ferroviario. In giunta i primi risultati del lavoro con l’ingegner Alessandro Gatti all’interno degli uffici pubblici.

La scelta del Comune: la tangenziale avrà il tunnel sotto il lago. Ok allo studio di fattibilità presentato in giunta: ora si passerà al progetto. L’opera sarà eseguita dai privati: si pagherà il pedaggio. Tre le ipotesi esaminate: il tunnel, il ponte tradizionale e il ponte sospeso. La scelta è caduta sulla primaPARTECIPA AL SONDAGGIO L’ipotesi La tangenziale ovest dal rondò del Gigante fino al tunnel MANTOVA. Via libera al tunnel della tangenziale ovest sotto il lago Superiore e allo spostamento della linea ferroviaria. La giunta comunale ha esaminato gli studi di fattibilità per le due maxi opere che dovrebbero caratterizzare, almeno per quanto riguarda l’avvio delle procedure, il primo mandato da sindaco di Sodano. L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini ha illustrato lo studio preparato insieme al suo consulente Alessandro Gatti sulla tangenziale ovest, l’atto preliminare al progetto vero e proprio. «Abbiamo valutato tre ipotesi - afferma Benedini - e cioè il tunnel sotto il lago, un ponte normale con le pile e un ponte sospeso. Alla fine, abbiamo deciso che quella del tunnel è la soluzione meno impattante dal punto di vista ambientale». La tangenziale ovest partirebbe dal rondò prima del Gigante, sulla ex statale Cremonese e raggiungerebbe la rotatoria sulla Goitese, all’incrocio con la tangenziale nord. Si tratterebbe di 5 chilometri di asfalto a due corsie per ogni senso di marcia, più quella di emergenza. «Il tunnel vero e proprio - spiega l’assessore - sarebbe di 470 metri, mentre con le rampe si arriverebbe a 1.500». I costi non sono ancora stati stimati: «Come indicazione - dice Benedini - abbiamo i 60 milioni di euro messi nel piano opere pubbliche per il 2012». La realizzazione avverrà in project financing. E visto che i privati dovranno ammortizzare l’investimento, e anche guadagnare, la tangenziale ovest sarà a pedaggio: «Non abbiamo alternative» commenta l’assessore. Legato alla ovest vi è il discorso relativo alla cintura ferroviaria che cinge la città. «Il nostro studio prevede due fasi: la prima, le merci partirebbero da Frassino e dal porto di Valdaro e raggiungerebbero la linea per Verona passando ad est della città, dopo Porto mantovano. La seconda si articola in due ipotesi. La prima, quella che presenta più problemi ambientali, prevede uno spostamento della stazione passeggeri a sud, verso l’Itis. L’altra la prevede verso la tangenziale ovest, con i binari, in direzione nord-sud, che seguono il suo tracciato e quello dell’asse interurbano. Il vecchio sedime potrebbe essere utilizzato per le linee dei filobus oppure della metropolitana leggera». L’obiettivo finale è togliere i treni che attraversano la città e porre Mantova al centro del collegamento tra il mar Tirreno e il valico del Brennero. «Abbiamo già chiesto un incontro con le Ferrovie - annuncia Benedini - e aspettiamo una risposta. Una decisione sui tracciati dovrà essere presa con loro, coinvolgendo anche Regione e Provincia: solo così potremo trovare i soldi necessari». Per il nuovo sistema ferroviario, inserito nel piano 2013, il Comune stima un costo di 100 milioni.Sandro Mortari, 19 gennaio 2011

20 gennaioIl giorno 29 si preannuncia la ripresa dei lavori della commissione per individuare il vincitore dell’appalto del Palazzo del Podestà. Bisognerà attendere fino all’autunno per la conclusione e la dichiarazione del vincitore.

Podestà, appalto infinito ma torna la commissione. Lavori ancora da assegnare a tre mesi dal crollo. Per il palazzo sul tavolo un progetto da 14 milioni di euro A destra una veduta di piazza Erbe che abbraccia Palazzo del Podestà, Palazzo della Ragione e Torre dell’Orologio. A fianco una delle 227 stanze del palazzo. Sotto l’assessore Giampaolo Benedini Cento anni fa lo pagò trentamila lire. Adesso per rimetterlo in sesto il Comune dovrà sborsare quattordici milioni di euro. Il primo lotto, mica tutto. Restaurare l’intero palazzo, un labirinto immenso e abbandonato, costerebbe quasi il doppio. La buona notizia è

44Capitolo 3 - 2011

che dopo la pioggia di calcinacci su piazza Erbe, e il vento delle polemiche successive su via Roma, la macchina per recuperare il Palazzo del Podestà si rimette in moto. Avanti piano, ma avanti. Il 29 gennaio torna finalmente a riunirsi la commissione dei quattro saggi, tutti docenti universitari, che dovrà individuare il vincitore dell’appalto milionario tra gli offerenti (quattro pure loro). Che attendono da più di un anno. Ottobre 2009. Prima, nel frattempo e dopo è successo di tutto. Rovesciamenti di giunte, entusiasmi, strategie, vuoti burocratici e ripensamenti politici. A rallentare la marcia affannosa verso il recupero, anche le dimissioni di Gabriele Morolli, commissario esperto in storia dell’arte, il 15 novembre dell’anno scorso. “Gravi problemi personali”. La determina che lo sostituisce è del 22 dicembre: prende il suo posto Carlo Tosco, docente alla Prima facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Bisogna fare in fretta, a pretenderlo è lo stesso Palazzo del Podestà: la sua pazienza sta sbriciolandosi. Fortuna che la minaccia della neve si è risolta in fiocchi innocui, altrimenti chissà.IL PALAZZO. Restaurare il Palazzo del Podestà si annuncia un’impresa titanica. Per i volumi, la storia, la personalità e la cifra simbolica dell’edificio. Sopravvissuto a due incendi, largo quasi settemila metri quadrati, compresso in 227 stanze e moltiplicato nella vertigine di otto piani sfalsati, corridoi, affreschi, scale. Il cuore è duecentesco, la facciata di piazza Broletto rinascimentale. Dentro è un alveare che lascia storditi, come sanno gli oltre duemila visitatori che nella primavera di quattro anni fa si “persero” con le guide del Fai.PROJECT FINANCING. In principio fu il project financing, chiodo fisso dell’allora sindaco Gianfranco Burchiellaro. Per il Palazzo del Podestà, candidato a diventare la sede istituzionale del Comune, si fecero avanti Coghi con Scattolini e Foroncelli, stretti in un’alleanza. La proposta è dell’estate del 2003, il via libera della giunta arriva due anni dopo. Costo dell’operazione, 12 milioni e settecentomila euro: il Comune s’impegna a uscire di cassa 12 milioni, i privati settecentomila. Al bando di gara rispondono altre due imprese.LA RICETTA BRIONI. E poi venne Fiorenza Brioni che rivoluzionò i piani del suo predecessore. Contrordine: «Burchiellaro ha ipotecato la città, stop ai project financing». Palazzo del Podestà viene scannerizzato e gli viene misurata pure la temperatura. Ma passano altri quattro anni prima che la giunta dica sì al progetto preliminare da 13 milioni e 925mila euro per il primo lotto di lavori “fai da te”, senza il concorso di privati. Autunno 2009: in quattro si candidano alla gara d’appalto. La scelta è affidata a una commissione di esperti (da costituire). I professori universitari faranno in tempo a riunirsi un paio di volte, senza decidere nulla, prima delle elezioni.IL CROLLO. Il resto è storia recente. Smaltita l’euforia elettorale, la commissione resta bloccata perché manca il dirigente titolare del settore lavori pubblici (fino alla nomina di Carmine Mastromarino). E il neoassessore ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini, dà un altro colpo di freno: «Il recupero è importante, ma non rappresenta un’urgenza per la città». Fuoco alle polemiche. Il tempo vola e si è ormai al 25 ottobre quando in piazza Erbe piove la cornice di una delle finestre del palazzo. Benedini si mobilita e promette di convocare la commissione tempestivamente. Ora finalmente ci siamo. Dopo altri tre mesi. Igor Cipollina, 20 gennaio 2011

21 gennaioCi riprendiamo le manutenzioni delle proprietà immobiliari del Comune. Erano affidate alla Cpl di Concordia. Facciamo lavorare i nostri uffici. Abbiamo 25 tecnici che possono sostituire il lavoro del Global Service, elimandone i relativi costi.

Manutenzione scuole, si cambia La gestione torna al ComuneDue case comunali in Valletta Valsecchi Fine del contratto di global service con la Cpl di Concordia: il Comune torna a seguire direttamente la manutenzione ordinaria dei propri immobili. Gli abitanti delle case comunali o i presidi delle scuole dell’obbligo non dovranno più rivolgersi alla ditta emiliana per gli interventi di piccola manutenzione, come problemi al sistema elettrico, piccole crepe o scrostamenti delle pareti. Anche la manutenzione ordinaria del gioiello architettonico del demanio municipale, Palazzo Te, torna in mano a via Roma. Lo ha annunciato l’assessore Giampaolo Benedini spiegando che l’amministrazione «ha giudicato deludenti i risultati del servizio». Non è una sorpresa in assoluto. Giá le linee programmatiche della nuova amministrazione prevedevano il mancato rinnovo della convenzione. Il contratto con la cooperativa modenese è scaduto il 31 dicembre ma le intenzioni dell’amministrazione sembravano orientate a prorogare l’incarico per predisporre il ritorno delle competenze operative all’assessorato ai lavori pubblici. Il servizio di global service, che comprendeva anche la cura delle sedi municipali, era competente anche sulla riscossione degli affitti negli appartamenti comunali. «No, non abbiamo prorogato nulla - dice l’assessore Benedini - per un certo periodo risolveremo i problemi di manutenzione ordinaria con incarichi diretti. I risultati del global service erano deludenti e riteniamo più economico tornare a gestire direttamente la manutenzione. Il problema è che molti edifici di proprietá comunale, basta pensare alle scuole dell’obbligo che sono il caso più grave, non ricevono da anni un’adeguata manutenzione ordinaria. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: se una casa o un edificio scolastico non vengono seguiti per anni, la manutenzione ordinaria è destinata a diventare straordinaria. Di fronte alle condizioni in cui si trova l’edilizia scolastica occorre prevedere un’ampia azione di recupero». Ma l’assessorato sará in grado, dopo anni d’affidamento ad altri di questo servizio, di seguire la manutenzione ordinaria? Avrá bisogno di altri uomini? «Questo dará più responsabilitá ai nostri uffici e un maggior coinvolgimento del nostro personale - dice l’assessore - è sperabile questo che si traduca in prodotti migliori a costi inferiori».

45Capitolo 3 - 2011

24 gennaioCome al solito Sodano è Pinocchio: commissioni fantasma sull’inquinamento. Studio del traffico, serietà imposta da noi civici per non fare cose inutili. Dobbiamo capire come si muove il traffico in città. Il risultato affosserà la tangenziale ovest.

Le commissioni del polo chimico fanno litigare il centrodestraLe due commissioni per il polo chimico, una politico-amministrativa e l’altra tecnica, annunciate dal sindaco Nicola Sodano, fanno storcere la bocca all’assessore Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica. «Io, di quelle commissioni - dice -, non so niente. Per cui, mi risulta strano che Sodano affermi che per la nostra lista ne fará parte Bombonati. E sia chiaro che noi non abbiamo indicato nessuno per quel posto». Insomma, appena qualche giorno dopo le dichiarazioni del sindaco sul chiarimento avvenuto con tutti gli assessori e con tutti gli alleati che ha portato ad accantonare l’ipotesi del rimpasto in giunta, ecco ripresentarsi un altro problema. «Siamo alle solite - dice Benedini - su argomenti importanti e complicati come puó essere la tutela dell’ambiente occorre più condivisione e, quindi, una visione unitaria. Il sindaco, quindi, su certi fatti dovrebbe condividere di più le decisioni con gli alleati. Io con lui non ho mai discusso di quelle due commissioni e, quindi, non gli ho indicato nessuno». E conclude: «E’ sempre la stessa questione di un metodo che non va». Il sindaco aveva detto che dalla sua maggioranza aveva già ricevuto le indicazioni dei quattro consiglieri da nominare nella commissione politico-amministrativa (Dall’Oglio della Lega Nord, Bettoni e Mazzoni del Pdl, Bombonati della lista Benedini) e che era ancora in attesa dei nominativi da parte della minoranza. E ora lo studio sul traffico. «La tangenziale ovest con il tunnel non potrà prescindere da uno studio sui flussi di traffico». Ad affermarlo è l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. E’ dal suo settore che è uscita la prima ipotesi di fattibilità sull’infrastruttura valutata sessanta milioni di euro. «Solo sapendo quanti utenti potenziali avrebbe la nuova strada potremmo renderci conto se, dal punto di vista finanziario, quel tipo di tangenziale è sostenibile o meno». Dunque, dopo che la giunta ha dato l’ok all’idea di collegare l’asse sud e la tangenziale nord con una strada ad ovest che passi sotto al lago Superiore, occorre capire come pagarla. «E visto - spiega Benedini - che l’opera sarà fatta in project financing coi privati, bisognerà renderla appetibile». In parole povere, la ovest sarà a pedaggio proprio per consentire a chi si accollerà l’appalto di ammortizzare l’investimento, e anche di guadagnarci. In questo senso è fondamentale conoscere, anche se approssimativamente, quanti automobilisti sarebbero disposti ad utilizzare quel tratto di strada per spostarsi da nord a sud (e viceversa) senza attraversare la città e infilarsi nell’imbuto di viale Pitentino. «Lo studio sull’origine e la destinazione del traffico - insiste l’assessore - è fondamentale anche per coinvolgere gli altri enti, come Provincia e Regione, e avere altre risorse. Per ora, abbiamo la promessa di alcuni milioni di euro da parte dell’A22 nell’ambito della costruzione della terza corsia». Per Benedini «lo studio potrebbe essere pronto in tre mesi dall’affidamento dell’incarico. C’è un’ipotesi di contributo da parte di Assindustria e Camera di Commercio, per cui dovremo decidere chi tra loro e il Comune si assumerà l’onere di farlo. Io penso che in un mese e mezzo potremmo trovare un’intesa. Dopo, dovremo anche avviare dei sondaggi geologici per capire la natura specifica del terreno su cui opereremo. Ma prima serve lo studio sul traffico». Solo dopo aver avuto un’idea sull’utilizzo della tangenziale si potrà emettere il bando di gara per la sua costruzione «e, in contemporanea, acquisire i pareri degli enti interessati. Spero - dice l’assessore - che il bando si possa fare entro quest’anno». Con una precisazione: «La giunta ha detto che la soluzione meno impattante dal punto di vista ambientale è quella con il tunnel che insiste sui territori di Mantova e di Curtatone. Ciò non toglie che se il tunnel, dal punto di vista economico, non è compatibile con i flussi di traffico, si valuterà un’alternativa con il ponte, meno costosa». E proprio perché sarà un’opera di interesse sovraccomunale, dovrà essere coinvolta, nella pianificazione, la Provincia. «Noi siamo pronti - dice il vice presidente Claudio Camocardi -. Visto, però, che la tangenziale ovest non è prevista in alcun strumento di pianificazione urbanistica come il piano territoriale di coordinamento, il Comune di Mantova dovrà attivare un tavolo con noi e con gli altri Comuni interessati per affrontare il problema».24 gennaio 2011

26, 30, 31 gennaioChiarimenti tra Sodano, PDL e Benedini. Riconferma della necessità di un processo serio di verifiche per la tangenziale. Condivisione con il Parco del Mincio.

Intesa Comune-Parco su quattro progettiComune e Parco del Mincio lavoreranno insieme per una serie di interventi che interessano le sponde dei laghi. L’intesa nasce da un accordo tra l’assessore ai lavori pubblici di via Roma Giampaolo Benedini e il presidente dell’ente di porta Giulia Alessandro Benatti. Tra i due c’è condivisione su quattro grandi obiettivi, oltre a una serie di interventi più piccoli: nuovo sistema ferroviario per la cittá, parecheggio sotterraneo di piazza Virgiliana e riqualificazione di quello di Lungolago Gonzaga, ipotesi per il ponte di Fiera Catena. In agenda anche il polo chimico, il depuratore della Vallazza e lavori sulla sponda.31 gennaio 2011

46Capitolo 3 - 2011

«Niente tangenziale senza privati»Benedini a Sodano: i fondi pubblici non bastano per coprire i costiDivergenze. Il sindaco Sodano e l’assessore Benedini continuano a pensarla diversamente sulla tangenziale ovest «Se il sindaco sa dove recuperare finanziamenti pubblici per la tangenziale ovest saró lieto di utilizzarli. Per quanto mi riguarda, ritengo che sia necessario ricorrere ai privati. Come sta scritto sul piano opere pubbliche». Perplesso. L’architetto Giampaolo Benedini, assessore ai lavori pubblici, ha giá mostrato di avere parecchie diversitá di vedute con il sindaco Nicola Sodano. Perplesso è l’aggettivo che meglio descrive il tono di voce dell’assessore civico quando gli chiediamo che ne pensa delle dichiarazioni del sindaco nell’intervista uscita sulla Gazzetta di ieri. Usa toni diplomatici, Benedini, ma quando afferma che gli «sembra di ricordare che quando abbiamo discusso di queste cose abbiamo sempre previsto il ricorso ai project financing» pare voler smentire quanto affermato dal sindaco. Nell’intervista Sodano dice che la tangenziale - con tunnel subacqueo - costerá 40 e non 60 milioni. E che sarebbe meglio evitare il project financing e, quindi, il coinvolgimento dei privati con relativo pagamento di un ticket ai futuri fruitori dell’infrastruttura. Dice anche che si puó fare tutto con soldi pubblici, con i contributi di Stato e Regione. E Benedini? «Naturalmente prima di progettare un tunnel occorre fare approfondite indagini idrogeologiche che condizioneranno parecchio progetto e costi» parte l’assessore. Costi da coprire con quali fondi? E di che cifra stiamo parlando? Quaranta, sessanta...? «Sul piano triennale abbiamo stimato 60 milioni - dice Benedini - non so se con i finanziamenti pubblici riusciremo a coprire questa spesa. Che io sappia il sindaco ha sempre parlato di 10 milioni come compensazione per la terza corsia di Autobrennero. Se ce ne sono altri non lo so. Penso che se riuscissimo a finanziare tutte le opere con il contributo dei privati sarebbe meglio. Io la tangenziale ovest voglio farla». E poi sbotta: «Pensavo fossimo tutti d’accordo sui project financing, tanto che sta scritto pure sul piano opere pubbliche approvato in giunta e votato in aula. Se il sindaco ha trovato altre risorse benissimo, quando arriveranno saró lieto di utilizzarle per fare l’opera». La tensione tra i due resta. Un problema di cui si è occupato anche il Pdl. Un comunicato del responsabile enti locali provinciale, Marco Ghirardini, dice che l’esecutivo «ha preso atto con soddisfazione del lavoro fin qui svolto dall’amministrazione guidata dal sindaco Sodano» e che ha «espresso pieno appoggio all’operato del sindaco per la realizzazione concreta del programma di cui egli è naturalmente il più autentico garante». Nessun riferimento al dibattito a tratti acceso all’interno dell’esecutivo pidiellini sul rapporto Benedini-Sodano. Sulla vicenda tangenziale prende posizione anche il capogruppo Pd, Giovanni Buvoli. «Il sindaco pensa davvero di poter fare un’opera da 60 o 40 milioni (si decidano) senza privati? Mi compiaccio per il suo ottimismo - dice - ma temo sia poco realistico. Nel momento in cui il governo ha intenzione di introdurre la tassa di scopo con il decreto su federalismo, tassa con cui i Comuni devono recuperare fondi per le opere, mi pare poco probabile che Roma e Milano daranno a via Roma una cifra del genere». Nicola Corradini, 31 gennaio 2011

Il Pdl impone la tregua in Comune«Stop ai conflitti con Benedini». Sogliani e Arioli. A destra Maccari, Benedini e Sodano Il sindaco Nicola Sodano incassa l’appoggio formale del suo partito, il Pdl, per le frizioni con l’assessore ai lavori pubblici, il civico Giampaolo Benedini. Ma anche un sottile avvertimento: niente più scontri con l’alleato e stop ad eventuali manovre in giunta. Una crisi in Comune prima delle provinciali avrebbe effetti devastanti è stato detto a Nicola Sodano nel corso della riunione dell’esecutivo del partito svoltosi ieri mattina a Castiglione. L’incontro è servito per fare il punto sui casi di Mantova e di Castiglione delle Stiviere, due situazioni problematiche che rischiano di complicare i rapporti con gli alleati - Lega e lista Benedini- in vista del voto per Palazzo di Bagno. Per quanto riguarda via Roma, il Pdl ha imposto la tregua con l’assessore civico. I continui scontri tra Sodano e Benedini non sono piaciuti al coordinamento pidiellino. Il sindaco ha chiesto l’appoggio del partito, ma ha ottenuto una risposta più articolata. Basta pensare che esponenti come Gilberto Sogliani e Romano Arioli gli avrebbero fatto notare che lo scontro in giunta non fa bene a nessuno. Il primo avrebbe anche osservato che ragioni e torti stanno da entrambe le parti, che serve sintesi per dare quella svolta all’amministrazione che, a suo parere, ancora non si è vista. Il sindaco, che pure ha incassato l’appoggio pieno di Enzo Lucchini, ha ricevuto una solidarietá condizionata: basta conflitti con Benedini. Il partito ha anche posto un veto preventivo a ipotesi di cambiamento di deleghe che potrebbero originare crisi. La maggioranza non si cambia. Hanno la memoria lunga nel Pdl e ricordano che in piena estate (2 luglio) il solo accenno ad un eventuale tentativo di coinvolgimento di Antonino Zaniboni in giunta (l’aveva fatto Beduschi, altri tempi) aveva ottenuto un rifiuto netto del leghista Fava sulla Gazzetta: «La maggioranza resta quella votata dagli elettori». La linea pidiellina è di sgombrare ogni ostacolo per la campagna elettorale. Non fosse altro che a fronte della quasi certa candidatura alla presidenza di Fava, il Pdl rivendica il diritto di avere cinque degli otto posti nell’eventuale giunta. Richiesta che pare non trovi particolari resistenze in casa leghista. E visto che cresce l’ipotesi di una lista di Benedini in appoggio al candidato del centrodestra, l’ordine di scuderia è di evitare mosse avventate con l’architetto. Altra operazione potrebbe essere messa a segno a Castiglione: far mancare l’appoggio al sindaco civico Fabrizio Paganella. Il Pdl ha convocato una riunione con dirigenti castiglionesi e gruppo consiliare per convincerli a far cadere la giunta. 30 gennaio 2011

47Capitolo 3 - 2011

Pace armata tra Sodano e BenediniFaccia a faccia tra sindaco e assessore: lavoriamo per il bene della città I contendenti Il sindaco Sodano con l’assessore Benedini Tanto tuonò che... non piovve. In meno di 24 ore, con un’opera di alta sartoria, il sindaco Nicola Sodano e l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini hanno ricucito l’ultimo strappo avvenuto lunedì sera sul tunnel della tangenziale ovest e sulle commissioni per il polo chimico. «L’ho visto nel mio ufficio - dice il primo cittadino - e ho preso atto delle sue precisazioni». E cioè, che «su tunnel e pedaggio Benedini ha espresso un pensiero personale che non è quello della giunta» e che «sulle commissioni per il polo chimico vi è stata una mancanza di comunicazione all’interno del suo gruppo». Anche questa volta la piena Benedini è rientrata, per il sindaco, nell’alveo della dialettica politica senza provocare danni alla maggioranza e alla giunta. Che, però, Sodano sia rimasto ancora una volta indispettito dall’atteggiamento del suo assessore, peraltro non nuovo a prese di posizione difformi da quelle del suo “capo”, lo testimoniano le parole con cui chiude il caso: «Ho fatto tre giorni di riunioni appena una settimana fa e l’impegno di tutti era di non dare un’immagine diversa di quella che offriamo lavorando da mattina a sera per la città. Non capisco, dunque, questa gara che si è innescata per finire sui giornali».Insomma Benedini stia attento alle esternazioni. L’assessore, dal canto suo, parla del suo incontro col sindaco al termine della seduta di giunta, «nella quale - precisa - l’argomento nemmeno è stato sfiorato». E aggiunge: «Io e Sodano abbiamo chiarito tutto. Abbiamo condiviso che ognuno di noi deve evitare di esprimere opinioni attraverso la stampa. Da parte di entrambi c’è la volontà di arrivare ad un risultato positivo per la città». Il fatto che un assessore dica, a differenza del sindaco, che la tangenziale ovest dovrà essere a pagamento per invogliare i privati a partecipare al project financing per la sua costruzione e che il tunnel, nel caso costasse troppo, potrebbe essere sostituito da un ponte, mette in evidenza due modi di pensare difficilmente conciliabili: «Opinioni diverse - dice Benedini - non vuol dire che non sia giusto avere una discussione per avvicinarsi ad una sintesi che tenga conto del pensiero di tutti».Quanto alle commissioni, delle quali l’assessore diceva di non essere stato informato dal sindaco, «si è trattato solo di un malinteso. Il sindaco pensava che Bombonati mi avesse avvertito e Bombonati pensava che l’avesse fatto Sodano». Tutto finito? Saranno i prossimi mesi a dirlo. Fatto è che il rapporto tra il sindaco e Benedini sta procedendo sul filo del rasoio, tra scontri feroci e riappacificazioni che non appaiono risolutive. Con Sodano si schiera l’assessore nonchè coordinatore cittadino del Pdl, Rose: «La sua posizione è quella del partito e della giunta: tunnel e non a pagamento. Piuttosto, impegnamoci tutti a costruirlo». E la Lega? «Il dibattito è tra Benedini e Sodano - prende le distanze il capogruppo De Marchi -. Noi lavoriamo per attuare le linee di mandato, il nostro “vangelo”». Sandro Mortari, 26 gennaio 2011

4 febbraioGli industriali sembrano apprezzare le nostre idee, anche se dimostrano di essere poco realisti, dichiarando agli inizi del 2011 “stiamo uscendo dalla crisi”.

«Basta cemento, valorizziamo la città» Gli anni del boom, poi lo scoppio della bolla speculativa e la frenata. Ora, in una città dove l’offerta di case ha conosciuto un’espansione rapidissima nell’ultimo decennio, ci sono un mercato da far ripartire e un piano di governo del territorio da studiare, a sei anni dall’ultimo documento approvato dal Comune. Giuseppe Pattarini, presidente dell’Associazione dei costruttori edili, spiega in che direzione devono muoversi imprese e Comune. Non senza sorprese, perché Pattarini sfugge dallo stereotipo del costruttore che chiede cemento. Il presidente degli edili di Assindustria invoca idee, non mattoni. Come sta il mercato immobiliare mantovano? «Per sapere com’è andato il 2010 dobbiamo aspettare qualche mese. Di certo in questa città non ci possiamo lamentare, soprattutto se ci confrontiamo con realtà estere. La ripresa è lenta ma sta partendo. Possiamo dire che il peggio è alle spalle». L’impressione è un’altra: in ogni angolo della città ci sono appartamenti e negozi vuoti, con casi di nuovi quartieri rimasti deserti come a Borgochiesanuova. Quante sono le case invendute? «È difficile dirlo con certezza e anche fare una stima attendibile. Però bisogna stare attenti: non tutto quel che è vuoto per noi è un problema. Ad esempio Borgonuovo, benché in gran parte sfitto, non può essere considerato invenduto: i costruttori hanno incassato, perché le palazzine sono state acquistate da fondi immobiliari».Resta il fatto che interi quartieri disabitati fanno pensare che non ci sia spazio per allargarsi ancora. È d’accordo? «Non si può escludere a priori l’espansione edilizia, sarebbe un errore. Certo la nostra filosofia deve cambiare. Per anni abbiamo considerato il metro quadrato e il metro cubo come delle divinità, come degli obiettivi sacri da perseguire a ogni costo. Ora serve una prospettiva diversa. Soprattutto in città dobbiamo guardare al recupero e alla valorizzazione del costruito con uno sforzo di creatività e innovazione, anche perché veniamo da troppi anni nei quali Mantova è rimasta ferma, senza nemmeno un piano di governo del territorio».Imprese e Comune escono da anni di rapporti difficili. A chi tocca indicare la rotta? «Noi siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione. Ma il compito più oneroso è del Comune. Tocca all’amministrazione pensare il rinnovamento degli spazi della città e dare un’identità nuova a Mantova. Noi entriamo in gioco un attimo dopo, con i nostri suggerimenti e le nostre capacità imprenditoriali».Ma quale sarebbe la direzione ideale per la città? Una Mantova verde che punta su cultura e turismo? Una Mantova che attira studenti o che si rinnova attorno a realtà consolidate come il polo chimico?

48Capitolo 3 - 2011

«Pensare a una sola Mantova è un errore perché non c’è una vocazione unica della città. Ci sono anime diverse che devono convivere. Non si può pensare che bastino turismo e cultura né che ci si possa appoggiare interamente all’eventuale sviluppo industriale».Quali sono i rappporti con il Comune? State già parlando in vista del Pgt? «Aspettiamo un incontro, per ora siamo fermi a qualche scambio di idee. Con l’assessore Giampaolo Benedini c’è sintonia, l’architetto ha idee per dare una veste nuova alla città. Ce n’è bisogno, perché abbiamo perso troppi anni. Oggi Mantova è una città piena di contenitori vuoti. Per riempirli serve una spinta creativa».Pensa a qualche zona in particolare? «Il discorso vale per tutta la città, è un approccio diverso che dobbiamo mettere in campo sia noi imprenditori che il Comune. Di certo comunque dobbiamo concentrare i nostri sforzi sul centro storico e su realtà come Fiera Catena che hanno un grande potenziale ma sono lasciate a se stesse».Quale ruolo immagina per l’hinterland? Nei mesi scorsi diversi sindaci avevano chiarito che nei loro Comuni non c’è spazio per case popolari: può reggere il modello dei quartieri-giardino? «Sono posizioni comprensibili. Ma Mantova ha uno dei tassi di immigrazione più alti della Lombardia e, secondo le nostre stime, destinato a crescere ancora. Anche per questo l’housing sociale ha ampie prospettive. In città di spazio ne è rimasto poco: che piaccia o no sarà il mercato a spingere in direzione dei Comuni periferici».

12 febbraioSi presenta l’idea della cittadella dei servizi e si inizia a pensare alla cittadella dello sport. Un modo per modernizzare, migliorare la funzionalità, risolvere il degrado e creare un volano economico.

Lo stadio torna in agendaUn polo dello sport con VirgilioAssessore Giampaolo Benedini: Non solo gli uffici pubblici: anche gli atleti potrebbero avere una casa unica. L’idea di una cittadella dello sport, giá contenuta nel piano triennale delle opere pubbliche e caldeggiata dall’assessore Enzo Tonghini per far fronte all’emergenza-palestre in cittá, torna d’attualitá: il Comune sta valutando l’ipotesi di collocarla alla periferia sud della cittá, anche se nella zona non è facile individuare un terreno adatto, visti i vincoli all’edificabilitá. Via Roma, con l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, cerca la collaborazione delle amministrazioni dell’hinterland. In particolare il dialogo è avviato con Virgilio. Il progetto prevede l’accorpamento nella stessa area di campi sportivi, piscina coperta e stadio: sarebbe una cittadella capace di servire, oltre alla cittá, almeno i Comuni a sud del capoluogo. Si torna così a parlare di un trasloco del Martelli: «È un impianto inadeguato e si trova in una posizione infelice - spiega Benedini - va spostato perché oscura Palazzo Te: la cittá merita un secondo ingresso di valore artistico oltre al ponte di San Giorgio». Anche qui servirebbe un project financing. Ma molto meno impegnativo di quello lanciato da Burchiellaro e bloccato dalla Brioni: «Le esigenze della squadra sono cambiate. Ora basta un impianto più piccolo, anche se modulare in modo da poter essere ampliato. Per noi puó essere un vantaggio: chiedere un impegno minore al costruttore significa potergli concedere meno margini di manovra nell’area del Martelli». 12 febbraio 2011

La cittadella degli uffici comunaliBenedini: vendiamo le sedi e uniamo i servizi. I soldi? Un projectGioielli comunali sul mercato? Via Roma, via Visi e via Gandolfo e il tribunale: secondo Benedini possono diventare appartamenti «Sono vecchi e tenerli è costoso Per valorizzarli meglio venderli» Il centro spento, i quartieri deserti e le palazzine invendute sono «il frutto di decenni di enormi errori di programmazione». Ora c’è da reinventare l’intero disegno della cittá. Per Giampaolo Benedini il Pgt che verrá è lo spunto per immaginare la Mantova del futuro. L’assessore ai lavori pubblici è vicino al presidente degli industriali edili Giuseppe Pattarini: «Si sono inseguiti troppo a lungo i grandi numeri a scapito della qualitá, che ha premiato l’hinterland, e negli ultimi anni non si è considerata la crisi alle porte. Hanno sbagliato sia gli amministratori che le imprese». Come se ne esce? Per l’architetto bisogna puntare sulla qualitá, sulle relazioni con i Comuni dell’hinterland e soprattutto avere coraggio: «Dobbiamo pensare progetti a lungo termine come lo spostamento della cintura ferroviaria o la tangenziale - spiega - non farlo significa precludere ogni chance di sviluppo futuro e rimanere bloccati in questo isolamento». Fin qui la filosofia. Come concretizzarla? Il Pgt, mai approvato con la Brioni, è il punto di partenza. Benedini dice che nel piano di governo del territorio bisognerá per prima cosa rendere appetibili le lottizzazioni incomplete (Dosso, Virgiliana, Cittadella) anche con nuove destinazioni d’uso. Ma il progetto più ambizioso è sugli uffici pubblici. L’idea, abbozzata nel piano triennale delle opere, è impegnativa: accorparli in una cittadella dei servizi e vendere le sedi attuali per farne degli appartamenti. «Stiamo ragionando su un bando con il quale chiedere alle imprese di proporre un terreno adeguato - conferma l’assessore - serve una zona accessibile alle auto, non lontana dal centro e sufficientemente ampia per un’ampia aggregazione di uffici comunali, della Regione, con cui stiamo dialogando, e di qualche ministero, come la Giustizia per il tribunale». Benedini non si sbilancia sulla collocazione della cittadella. I requisiti che finiranno nel bando fanno pensare a Fiera Catena, Dosso del Corso, Borgochiesanuova, Cittadella e Trincerone. Zone dove c’è spazio

49Capitolo 3 - 2011

per costruire o dove ci sono lottizzazioni incomplete, anche se ad oggi si tratta solo di ipotesi. E i soldi? Inevitabile il project financing: «I privati vanno coinvolti, l’idea di fare da soli è irrealizzabile e spesso ideologica. Cosa c’è di male nell’aprirsi alle imprese?». Nella Mantova di domani il Comune avrebbe la sede istituzionale nel palazzo del Podestá, mentre gli uffici andrebbero insieme nella nuova cittadella. Via Roma e le ramificazioni di via Conciliazione, via Gandolfo, viale Fiume e via Visi - oltre al tribunale - finirebbero sul mercato: «Sono distanti tra loro e obsolete - dice Benedini, che sospende il parere solo su via Roma - costano tantissimo a livello energetico e per le manutenzioni. Oggi sono una spesa e non abbiamo i soldi per valorizzarle. Ma sono anche la vera ricchezza su cui il Comune puó far leva per tornare ad essere il perno della provincia. Dunque la soluzione è venderle e ricavarne appartamenti di lusso: la strada per l’edilizia in cittá è questa. Si vende solo la qualitá». Gabriele De Stefani, 12 febbraio 2011

13 e 14 febbraioLa Ies continua a essere al centro del contrasto tra me e Sodano. Una difesa d’ufficio di Baschieri al Sindaco, ma senza concrete argomentazioni di supporto.

Benedini: capisco l’imbarazzo di SodanoL’assessore: si rivolga ai giudici per capire come stanno le cose «Mi sembra esagerato che la Ies sostenga di non inquinare». L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica, da sempre sostenitore della pericolositá della raffineria per la salute dei mantovani, non ha cambiato opinione. Di fronte, peró, a tutto quello che sta succedendo chiede «un intervento forte da parte delle istituzioni e degli organi preposti al controllo per verificare chi inquina». E precisa: «La Ies non ha fatto quell’intervento di mitigazione dell’impatto visivo dei suoi impianti prima che entrassero in funzione quelli nuovi. Inoltre, il surnatante cresce e si sposta: ció significa che gli interventi fatti per il recupero non sono efficaci. E allora, gli organi preposti controllino, ma anche la magistratura faccia luce». E il commissario-sindaco, che cosa dovrebbe fare? «Non è ancora commissario - precisa - e non credo che in questi mesi si sia fatto una grande esperienza al riguardo. Se fossi in lui, sarei molto imbarazzato di fronte a questa situazione. A questo punto, dovrebbe cercare di dialogare con chi finora ha affrontato il problema, magistratura compresa, per capire se vi è un’emergenza per la salute dei cittadini. Nel polo chimico vi è anche una questione di sicurezza degli impianti. La raffineria non ha ancora quella sorta di certificato di prevenzione incendi necessario per un’azienda che rientra nella direttiva Seveso. Ció significa che non è in condizioni ottimali di sicurezza. Ripeto, il sindaco cerchi un confronto col magistrato, col prefetto, con gli enti che hanno la responsabilitá di far rispettare le leggi e di salvaguardare la salute della gente; serve un dialogo diretto per concordare un’azione condivisa». 13 febbraio 2011

Il Pdl difende Sodano «Relazioni Arpa e Asl giá girate in procura»«Il sindaco ha giá consegnato alla procura tutta la documentazione di Asl e Arpa sulla Ies». A dare la notiza è il consigliere comunale del Pdl, Pierluigi Baschieri, presidente della commissione attivitá produttive, rispondendo così alla sollecitazione arrivata dall’assessore civico Giampaolo Benedini che lo invitava ieri a rivolgersi ai giudici. L’esponente pidiellino spiega di aver parlato con Sodano. «Abbiamo letto le dichiarazioni di Lega e civici - dice - e va chiarito che anche al Pdl sta a cuore la salute dei cittadini. Il sindaco ha giá fatto avere tutta la documentazione alla magistratura. Circa le differenza riscontrate tra le relazioni di Arpa e Asl, la commissione tecnica ha anche il compito di affidare ad un ente terzo l’ analisi dei dati. Occorrono dati oggettivi per stabilire se Ies inquina o no (sulla falda giá conosciamo la situazione). In caso di inquinamento la legge prevede la chiusura».14 febbraio 2011

17 e 23 febbraioLa gara per individuare l’area per la cittadella dei servizi, che risponde a esigenze concrete di razionalizzazione degli uffici comunali, del Tribunale, della Procura e della Regione; anch’essa è dislocata in diverse sedi esuberanti dimensionalmente, obsolete e dispersive. Ma arriva un segnale che le mie critiche, principalmente sulle questioni ambientali, creano contraccolpi da parte del Sindaco e dei suoi uomini.

Uffici comunali, caccia all’area A Benedini servono 22mila metriIpotesi Un cantiere a Catena Qui potrebbe nascere la cittadella degli uffici pubblici Dopo lo stop imposto dalla giunta, torna a camminare il progetto di una cittadella degli uffici pubblici proposto dall’assessore Giampaolo Benedini. È da ieri sul sito del Comune l’avviso per la ricerca del terreno nel quale accorpare gli sportelli dell’amministrazione e di tutti gli enti pubblici interessati. L’idea dell’assessore è un project financing con il quale via Roma rilevi il terreno in cambio di alcune delle sue sedi (il municipio, via Gandolfo, viale Fiume, via Conciliazione), che potrebbero trasformarsi in edilizia residenziale di lusso. Resta invece tutto da definire l’iter per la costruzione della cittadella, che potrebbe toccare a chi offre l’area ma anche a un’impresa terza. L’avviso firmato lunedì dal dirigente dei lavori

50Capitolo 3 - 2011

pubblici Carmine Mastromarino intanto delinea le caratteristiche del terreno ideale per il Comune e indica come primi servizi accessori un bar, una mensa, uno sportello bancario, un ambulatorio e una nursery. La superficie utile non deve essere inferiore ai 22mila metri quadrati. Di questi, almeno seimila devono essere spendibili per parcheggi coperti riservati ai dipendenti e almeno tremila per parcheggi esterni, a raso, riservati agli utenti della cittadella. Per gli spazi verdi e l’arredo invece l’assessorato ai lavori pubblici chiede invece la disponibilitá di una superficie minima di cinquemila metri quadrati. L’avviso fissa anche dei paletti riguardo alla collocazione dell’area. Come anticipato da Benedini, serve un terreno fuori dal centro ma non troppo periferico: deve essere facilmente raggiungibile, risolvendo così un problema di molte delle attuali sede comunali. Per questo il testo fissa in 1.100 metri in linea d’aria la distanza massima dal municipio di via Roma e chiede che l’area sia collegata al centro con i mezzi pubblici. Discorso parzialmente valido anche per i quartieri periferici: il terreno, se non giá raggiunto dagli autobus, deve poterlo diventare senza opere pubbliche infrastrutturali. Per i proprietari dei terreni che rispondono ai requisiti fissati ci sono due settimane di tempo: la scadenza entro la quale far pervenire le candidature è mercoledì 9 marzo. Per ora senza impegni: questo, da parte del Comune, è un primo sondaggio delle opportunitá offerte dal mercato. Benedini, dovendo indicare un’area con le caratteristiche giuste per il suo progetto, aveva fatto il nome di Fiera Catena. Ora parte la caccia al terreno. 23 febbraio 2011

Stop in giunta al piano di Benedini La giunta frena sulla cittadella dei servizi, uno dei piani a metà via tra i lavori pubblici e l’urbanistica ideati dall’assessore Giampaolo Benedini. La delibera che doveva dare il via libera alla ricerca del terreno più adatto per costruire la palazzina degli uffici comunali e di altri enti è stata presentata martedi scorso all’esecutivo e ritirata dopo una discussione con sindaco e assessori. Negli ambienti di centrodestra, ieri, si parlava di uno stop dato all’operazione da sindaco e giunta. L’assessore sdrammatizza. «Sono stati richiesti degli approfondimenti - riferisce - riporterò la delibera all’esecutivo forse già la prossima settimana. Non c’è motivo per fermare l’iter di un progetto contenuto nel piano opere pubbliche».

La delibera riguarda un bando di gara esplorativo per individuare l’area dove realizzare l’intervento. La cittadella degli uffici si inserisce nella filosofia di sviluppo della città che Benedini aveva illustrato sulla Gazzetta pochi giorni fa. Accorpare i servizi in un’unica area mettendo sul mercato le sedi attuali, è il piano che l’assessore vorrebbe far partire al più presto. «Serve una zona accessibile alle auto, non lontana dal centro e sufficientemente ampia per un’ aggregazione di uffici comunali, della Regione e di qualche ministero, come la Giustizia per il tribunale» aveva dichiarato alla Gazzetta. La mancata approvazione in giunta lascia intendere che non tutti gli assessori, e forse nemmeno lo stesso sindaco, sono convinti del percorso individuato. Lo chiediamo a Benedini, che ribadisce: «Sono solo stati richiesti approfondimenti, d’altronde di questo progetto ne abbiamo parlato assieme più volte». Ma Benedini deve scontrarsi anche con una velata contrarietà tra esponenti di maggioranza e di giunta all’investimento milionario per ristrutturare Palazzo del Podestà. L’alternativa suggerita sarebbe quella di limitarsi a mettere in sicurezza il monumento e destinare i fondi ad altre priorità (la scuola, ad esempio). «Si, qualcuno me l’ha detto - ammette Benedini - ma non credo proprio si possa interrompere una gara di appalto in corso. Il progetto va avanti, anche perché si tratta di un intervento di alto livello. Il restauro del Podestà attirerà un interesse a livello internazionale e, se sapremo promuoverlo bene, potremo ricavarne vantaggi in termini di turismo. Faremo un infopoint con tutta la documentazione sui restauri».Nicola Corradini, 17 febbraio 2011

27 e 28 febbraioNonostante gli accordi presi con Lega e Movimento Benedini per Mantova fossero diversi, Sodano si attribuisce la presidenza del Centro Te. È il modo di operare del Sindaco, mettendo sempre i suoi alleati di fronte al fatto compiuto. È una carica inopportuna che Sodano vuole per poter avere ancora più libertà d’azione e visibilità. Un potenziale conflitto di interessi, in quanto il CentroTe è principalmente finanziato dal Comune.

Sodano presidente dimezzatoIntesa Lega, Pdl e Benedini: non avrá poteri. Lui resiste, poi cedeIl sindaco puó fare il presidente del Centro internazionale di Palazzo Te ma tutte le deleghe operative saranno di un altro. O del vice presidente o di un amministratore delegato. Dunque, un presidente onorario, dimezzato: non certo quello che avrebbe voluto lui. Non solo. Sodano dovrá pensare di più a guidare la cittá, a far compiere alla sua amministrazione uno scatto in avanti. Questo per realizzare il programma votato dai cittadini. Sono le conclusioni di quello che è stato definito il «vertice del cappuccino» e che si è trasformato in una verifica improvvisata sull’operato della giunta. Tutto risolto, dunque, nel centrodestra? Forse. Alle 18, quando viene reso noto il comunicato congiunto (la cui redazione era stata affidata al capo di gabinetto del sindaco), preannunciato sin dalla mattinata, la situazione

51Capitolo 3 - 2011

nella coalizione precipita e quell’intesa faticosamente raggiunta poche ore prima sembra sbriciolarsi. A far andare su tutte le furie Lega e benediniani è il passaggio in cui viene detto che Sodano sará presidente del Te e che poi assegnerá «specifiche deleghe operative» all’interno del cda. «Non erano questi gli accordi - sbotta il deputato della Lega Nord Gianni Fava -. Era stato detto chiaramente che il sindaco non dovrá avere deleghe; quindi, non avendole non potrá distribuirle. Sará il suo vice o un amministratore delegato ad avere la piena operativitá. Siccome il sindaco continua a fare il furbo, ci vedremo domani in consiglio quando arriverá la nostra mozione contro la sua elezione». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giampaolo Benedini: «Per noi Sodano dovrá essere al massimo un presidente onorario, tant’è che nella riunione abbiamo ribadito la nostra contrarietá alla sua nomina, inserendo nel comunicato le nostre perplessitá. Avevamo detto chiaro che accettavamo la presidenza di Sodano solo perché facciamo parte di una maggioranza». Benedini, peró, contesta anche il metodo: «Era un comunicato molto delicato che andava condiviso parola per parola, e invece, lo hanno diffuso senza farcelo vedere prima. Se l’avessimo letto, avremmo detto che è troppo trionfalistico e non rispetta ció che era stato concordato». Carlo Maccari, coordinatore provinciale del Pdl nonchè assessore regionale, afferma: «Dalla riunione è emersa l’inopportunitá che il sindaco vada a firmare dei contratti con gli sponsor e che quindi a farlo dovrá essere il suo vice o un consigliere delegato. Poi, Sodano non si è chiuso la strada ad avere più figure che collaborino con lui, ma è certo che non potrá essere lui l’amministratore delegato di Palazzo Te». La levata di scudi degli alleati costringe il sindaco a desistere, dopo che per tutta la mattinata aveva insistito sulla «compatibilitá» delle sue cariche, forte di un parere dell’ufficio legale del Comune. Alle 19.40 arriva la seconda e definitiva versione, in cui è scritto che verranno assegnate «tutte le deleghe operative all’interno del cda». Come era stato concordato nel vertice. Caso rientrato? Vedremo. Il confronto della mattinata, durato più di due ore, era stato serrato, tanto che qualcuno dei presenti lo aveva definito «drammatico» dopo che Lega e Benedini si erano scagliati contro il sindaco accusandolo di fare troppo di testa sua senza ascoltare gli alleati. Nonostante le tensioni, era stata raggiunta l’intesa sulla presidenza del Te che avrebbe dovuto portare se non la pace almeno una tregua nella coalizione. Poi il pasticcio del comunicato. Sandro Mortari, 27 febbraio 2011

Benedini: del Centro possiamo fare a menoGiampaolo Benedini. Una provocazione. Un parlare in astratto per esprimere concetti “pesanti”. L’assessore Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica che amministra la cittá, sceglie questa strada per manifestare la sua contrarietá alla nomina del sindaco Nicola Sodano a presidente del Centro di Palazzo Te: «In teoria - dice - si potrebbe anche fare a meno di quell’istituzione culturale». Una provocazione bella e buona che l’assessore tiene a precisare: «Mi sembra - afferma - che il sindaco abbia tutti i poteri per gestire le varie manifestazioni culturali. E, come assessore alla cultura, puó dare l’indirizzo a tutte le attivitá che il Comune svolge in questo campo. Quindi, è inutile essere anche presidente del Centro Te. E aggiungo che, in teoria, non ci sarebbe nemmeno bisogno di avere un Centro Te». Un’affermazione forte che necessita di una spiegazione; l’assessore è pronto a fornirla: «Non ve ne sarebbe bisogno perchè sembra che di mostre non ne faccia» dice. E aggiunge: «Finora il Centro di Palazzo Te ha organizzato e gestito mostre, cercando di coinvolgere i privati per trovare le risorse necessarie; ebbene, le mostre potrebbero essere organizzate e gestite anche dall’assessorato alla cultura». Ergo, inutile incaponirsi su una poltrona che non porterebbe nulla di più di quanto giá si ha. «E’ per questo - dice Benedini - che non capisco l’insistenza del sindaco a voler diventare presidente del Centro Te. Se il suo scopo è quello di organizzare e gestire mostre, lo puó fare benissimo da sindaco e da assessore alla cultura; se, invece, vuole svolgere un lavoro di coordinamento per trovare i fondi necessari, credo che ci voglia del tempo a disposizione e lui, come primo cittadino, penso che non ne l’abbia». Alla fine, peró, anche i benediniani hanno accettato di dare il via libera alla presidenza Sodano: «E’ vero - precisa l’assessore - ma abbiamo detto chiaro e tondo agli alleati che non la condividiamo. Diciamo che è accettabile la proposta di un presidente onorario. Adesso non ci rimane che aspettare che Sodano, in aula, riferisca dell’accordo che abbiamo trovato sabato».28 febbraio 2011

10 e 18 marzoNon è un caso che, dopo la nostra avversità alla presidenza di Sodano al Centro Te, arrivino da Gorgati e Spallanzani - due fedeli del Sindaco - critiche ingiustificate alla cittadella dei servizi. Mentre l’allora Presidente del tribunale Filippo Nora manifesta interesse. Arrivano anche proposte alternative in località Trincerone su progetto dell’architetto Nicolini.

18 e 23 marzoSollecitato dal Sindaco e dai cittadini del quartiere, incontro il Sovrintendente Alberti sul tema del ponte carrabile a Porto Catena. Di fronte alla totale chiusura per tale soluzione, pensando al principio della reversibilità degli interventi sul patrimonio storico, propongo una soluzione che potrebbe sembrare provocatoria ma che riceve la disponibilità ad approfondire dal sovrintende Alberti: un ponte galleggiante. Su quell’idea coinvolgo lo strutturista ingegner Antonio Sproccati.

52Capitolo 3 - 2011

Il Comune vuole il ponte stradale a CatenaL’assessore Benedini: lunedì presenteremo il progetto al sovrintendente Alberti Bocciato Il progetto di ponte stradale a Fiera Catena già cassato MANTOVA. Torna alla ribalta il ponte di Fiera Catena, questa volta stradale. L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini lunedì incontrerà a Mantova il sovrintendente ai beni architettonici e paesaggistici, Andrea Alberti, e gli presenterà quella che definisce «un’idea di massima» per il ponte nel quartiere a ridosso del lago Inferiore. «La Sovrintendenza - spiega l’assessore - ha sempre detto di volere solo un ponte ciclopedonale nella zona di Fiera Catena. Noi, invece, insistiamo su quello stradale, per far transitare anche le auto e decongestionare dal traffico corso Garibaldi e il quartiere di Valletta Valsecchi». Per Benedini sarà anche un modo per non illudere i cittadini della zona: «E’ sempre stato detto che su quell’opera vi era il no della Sovrintendenza; ebbene, vediamo che cosa dice adesso di fronte alla nostra proposta di un ponte anche stradale, ma a senso unico per non trasformare il lungolago in una tangenziale interna alla città. Mi sembra sia un modo di procedere più corretto, questo». L’idea non è nuova: anche una parte del centrosinistra, nella scorsa legislatura, aveva proposto un ponte aperto prima alle auto (solo a quelle dei residenti) e poi, dopo le proteste di qualche alleato, solo ai mezzi di soccorso. La proposta era, però, stata definitivamente bocciata dopo che la Sovrintendenza aveva imposto il vincolo diretto e indiretto sui laghi e sulle sponde di sinistra di quelli di Mezzo e Inferiore, vietando qualsiasi edificazione (compresa la lottizzazione Lagocastello in fregio a strada Cipata). «Se però adesso dovessero dirci di sì - afferma Benedini - potremmo prendere in considerazione anche l’ipotesi di rivedere tutta la viabilità da Diga Masetti a Valletta Valsecchi e a Fiera Catena per scaricare corso Garibaldi e via Trieste dal traffico attuale. E si potrebbe, dunque, pensare alla riqualificazione di via Argine Maestro per costruire un percorso parallelo a corso Garibaldi». Il ponte a Catena dovrebbe sbucare su via Fondamenta, sfruttando la parte più stretta del porto, così come è previsto nel caso fosse solo ciclopedonale. La sezione, nel primo caso, si allargherebbe da cinque a sei metri. Resta, però, il problema di quale senso di marcia si sceglierà per le auto: «A questo proposito - annuncia l’assessore - la nostra agenzia Aster sta per conferire un incarico per studiare i flussi di traffico in tutta la città. In base ai risultati decideremo il senso di marcia del ponte. Anche Confindustria e Camera di Commercio hanno affidato uno studio sui flussi di traffico ma solo per capire origine e destinazione del traffico in vista della realizzazione della Tangenziale ovest. Quando avremo i dati di quest’unico studio diviso in due parti, potremo orientarci meglio nelle scelte sulla mobilità». Le speranze, però, sono poche. Già nel 2008 la Sovrintendenza, su sollecitazione del Comune che ne aveva richiesto un parere, aveva confermato ciò che sostenne già nel 2003, e cioè che un ponte stradale a Catena «comporterebbe un’alterazione inaccettabile dei caratteri ambientali e paesaggistici dell’area». Lo stesso studio di fattibilità che ne conseguì, voluto dall’Amministrazione Brioni, recepì il suggerimento e scelse il ponte ciclopedonale. 18 marzo 2011

Un ponte di barche a CatenaSpunta un ponte di barche per Fiera Catena. La notizia arriva nel corso degli stati generali della maggioranza riuniti al Rigoletto. Prima il sindaco Sodano: «Il sovrintendente ha dato un assenso di massima al nostro progetto di ponte stradale». «Approfondiremo lo studio presentato dal nostro assessore ai lavori pubblici - aggiunge - contiamo di illustrare il progetto, per primo, al comitato di Fiera Catena che da tempo si batte per questa soluzione». Poco dopo l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini conferma la notizia, usando, peró, parole più prudenti: «Il sovrintendente Alberti ha preso in considerazione la nostra proposta e non ha escluso, come era sempre successo con le altre giunte, l’ipotesi di un ponte stradale nella tipologia proposta, e cioè che poggi su barche. Un progetto, peró, ha tenuto a precisare il sovrintendente, che dovrá essere giustificato da un progetto complessivo che riqualifichi l’intero quartiere di Fiera Catena». Il posizionamento del ponte non è ancora chiaro, anche se dovrebbe attraversare il Rio collegando via Fondamenta a via Argine Maestro, all’imbocco di porto Catena: «Riqualificheremo quella strada - dice Benedini - per trasformarla in una arteria alternativa a corso Garibaldi decongestionandolo, così, dall’attuale traffico. Quel ponte - conferma - sará, per le auto, a senso unico». Quanto al completamento di Fiera Catena, una parte importante potrebbe rivestirla la futura cittadella degli uffici comunali: «Tra le sei offerte pervenuteci per le aree - dice Benedini - le uniche a rispondere ai requisiti che chiedevamo sono due a Catena, nella zona dell’ex ceramica». Nel 2003 la sovrintendenza aveva detto no alla giunta Burchiellaro, ritenendo possibile soltanto un ponte ciclopedonale; nel 2008 anche il sindaco Brioni si imbattè nel no della sovrintendenza perché il ponte avrebbe comportato «un’alterazione inaccettabile dei caratteri ambientali e paesaggistici dell’area». Con Alberti si è anche parlato della lottizzazione monsignor Martini a Belfiore e dei famosi pioppi a ridosso delle case: «Ha detto che così non va - ha riferito Benedini - e che dovremo ragionare su quella che ha definito una criticitá». 23 marzo 2011

53Capitolo 3 - 2011

25 marzoDa tempo si lavorava per risolvere il problema della cintura ferroviaria a sud della città, che assume forma con un percorso condiviso con RFI e A22, che abbiamo chiamato ‘gronda merci’: un grande progetto per eliminare il passaggio a livello di Porta Cerese e dell’Ospedale e la pericolosità vicino a Palazzo Te e vicino alle abitazioni a causa del passaggio anche di merci pericolose.

Una nuova ferrovia per liberare Porta CereseLa proposta dell’assessore Benedini: nove chilometri di binari da Roverbella a San Giorgio e addio al tratto Mantova-Frassino A fianco dell’autostrada Nella linea tratteggiata i 9 chilometri di nuovi binari MANTOVA. Nove chilometri e mezzo di binari, quasi interamente paralleli all’Autobrennero, dall’incrocio tra i comuni di Roverbella e Porto Mantovano fino all’altezza del casello di Mantova Nord. Per far morire quei quattro chilometri che dalla stazione centrale vanno verso Frassino, liberando finalmente la città e Porta Cerese dai treni. Prende forma il progetto dell’assessorato ai lavori pubblici per ridisegnare la rete ferroviaria. Ma ci vorranno anni e tanti soldi. Il disegno. L’idea dell’assessore Giampaolo Benedini è nota: via i treni dalla città e inserire Mantova lungo le principali direttrici, Tirreno-Brennero in testa. Ragionamenti di ampio respiro, sviluppi a lungo termine. Il tracciato. Il primo passo è eliminare il tratto Mantova-Frassino. Benefici per chi abita in Te Brunetti, per la tenuta di Palazzo Te e l’area di Porta Cerese, dismissione dei passaggi a livello di viale Oslavia e Porta Cerese. L’idea dell’assessorato è deviare il traffico ferroviario portandolo a toccare l’asse con il Brennero fuori città. La Verona-Mantova, arrivata al confine tra Roverbella e Porto Mantovano, avrebbe una ramificazione verso sud-est. Settecento metri a Roverbella, tre chilometri a Porto Mantovano e 5,7 a San Giorgio per scendere fino all’altezza del casello di Mantova Nord. Da qui l’aggancio con la Mantova-Padova che porta verso l’Adriatico. Gran parte del percorso correrebbe a ridosso dell’A22: una sorta di quarta corsia (la terza è in arrivo) su rotaie, senza scavalcarla per evitare ulteriori sovrappassi. Oltre il nuovo snodo all’altezza di Mantova Nord, ancora qualche chilometro per raggiungere Valdaro e il porto. Qualche rallentamento lo subirebbe la Mantova-Padova, che però conta solo pochi convogli e qualche decina di viaggiatori al giorno. I treni per Monselice, partiti da piazza don Leoni, dovrebbero salire verso Roverbella per poi scendere ancora a sud e riallacciarsi alla vecchia linea. Il territorio aiuta. Il tracciato immaginato dall’assessorato - al progetto insieme a Benedini lavora il tecnico Alessandro Gatti - è aiutato dalle caratteristiche dell’area a nord della città. Innanzi tutto perché c’è solo campagna e non ci si avvicina alle abitazioni. E poi perché i terreni a ridosso dell’autostrada sono già vincolati e non sono edificabili. Tempi, soldi e contatti. Il progetto di massima è stato illustrato ai vertici di Rfi e, giovedì, all’ad di A22 Paolo Duiella. È piaciuto. I prossimi passi con il ministero delle infrastrutture, i Comuni coinvolti e le Fs. Giovedì è stata scartata la variante che prevedeva di scavalcare l’A22. Costi e tempi non sono ancora stati calcolati, siamo solo al tempo in cui si immagina in che direzione muoversi. Di certo serviranno decine di milioni di euro per un’opera che, evidentemente, va oltre le possibilità del Comune, chiamato a fare la parte del promotore. Benedini e il suo staff ipotizzano fonti di finanziamento: l’A22 dovrà garantire opere di compensazione alla terza corsia (cantiere dall’anno prossimo); si risparmierà quanto destinato al sottopasso di Porta Cerese; si potranno vendere 27mila metri quadrati di deposito merci alla stazione e recuperare le aree dei binari che saranno dismessi; Rfi, Valdaro spa e imprese avrebbero interesse a contribuire. E una mano è attesa anche dal ministero.Gabriele De Stefani, 25 marzo 2011

3 aprileSi parla di Valdaro e anche della cittadella dei servizi. Borra dichiara che la gara d’appalto per la piastra intermodale (il cui progetto è in preparazione negli uffici dei lavori pubblici) si farà entro l’estate. In realtà l’appalto non è mai avvenuto e sono stati persi 3 milioni di euro della Regione Lombardia. Maccari (che successivamente si defila, viste le liti interne all’amministrazione) conferma la necessità di una sede per la Regione; quindi non ero il solo a pensare che la cittadella fosse utile.

La Provincia agli industriali: investite nel porto di ValdaroInaugurazione Sopra il presidente di Valdaro Spa Luciano Borra illustra il progetto; a sinistra l’apertura del primo lotto di lavori (foto vin.brun) MANTOVA. «La nuova piastra intermodale per Valdaro? Entro il 2013, aprendo le gare d’appalto prima dell’estate. Ma le aziende si devono decidere ad investire in quest’area». E’arrivato ieri il taglio del nastro per il primo lotto di lavori sull’area dell’Ostigliese, cofinanziato da Unione Europea, Provincia e Valdaro Spa: da subito sarà attivo lo scambio ferro-gomma su rotaia, che eviterà il transito attraverso Mantova, mentre per il pieno funzionamento della piastra bisognerà attendere un paio d’anni. L’inaugurazione non basta tuttavia a rilassare i nervi tesi, dopo che la Procura è tornata a concentrarsi sull’area scarico-merci, stavolta in merito all’utilizzo dei materiali inerti come sottofondo stradale. Una vicenda toccata solo di sfuggita nel corso delle presentazioni ufficiali, ma che resta sullo sfondo di una polemica con i mezzi di informazione, la politica e persino gli industriali, rei, nelle parole del vicepresidente dell’amministrazione provinciale Claudio Camocardi «di avere titubanze a sfruttare questo luogo, creato appositamente per la logistica». E sul fatto che le ultime traversie giudiziarie (l’incidente al

54Capitolo 3 - 2011

porto di alcune settimane fa con lo sversamento di Olone) potrebbero essere d’ostacolo agli investimenti, da subito si getta acqua sul fuoco: «Non abbiamo trascurato alcun aspetto - riprende l’esponente di Palazzo di Bagno - l’operato della magistratura chiarirà che è tutto in regola: quindi non c’è alcun motivo per non sfruttare questo insediamento produttivo». Anche il presidente uscente della Provincia, Maurizio Fontanili, non perde occasione per respingere al mittente le accuse di aver perso tempo e di aver messo in piedi un sito inefficiente: «Stiamo entrando in un momento nuovo e l’entusiasmo non ci manca - afferma, lanciando anche una sfida per il futuro: decuplicare la quantità di merci in transito - perché l’obiettivo sono tre milioni di tonnellate, contro le meno di 400mila attuali». Un ottimismo condiviso dal presidente della società Valdaro, Luciano Borra che, con le gru ancora al lavoro sui primi lotti, sottolinea come «l’idea per il futuro sia ramificare altri raccordi per servire gli insediamenti che speriamo sorgeranno in questa zona». Un obiettivo ambizioso, ma la cui importanza viene riaffermata in modo bipartisan. «Mantova non ha sviluppo demografico - constata l’assessore comunale ai lavori pubblici Giampaolo Benedini - quindi non ci resta che puntare su quello economico, e Valdaro può segnare la svolta. Certo è che forze politiche e industriali devono concorrere ad invertire la rotta e a trovare soluzioni per emergere, sfruttando appieno la sinergia con le istituzioni regionali». Una questione che l’assessore regionale alla semplificazione Carlo Maccari sigilla con una battuta: «Se il Comune non ci trova una sede in città, potremmo essere noi i primi ad insediare i nostri uffici a Valdaro». Margherita Grazioli, 03 aprile 2011

26 aprileUna lettera al direttore della Gazzetta in merito allo studentato e all’ostello per la gioventù, successivamente dato in comodato alla Fum perché pareva fossero in arrivo le risorse per realizzarlo. Invece ad oggi il cantiere non è partito.

Ostello più studentato, un incoraggiamento a Benedini Sulla Gazzetta di venerdi è apparsa la notizia che l’assessore ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini, ha rispolverato il progetto dell’ostello, non realizzato dalla giunta Brioni, rilanciando con alcuni aggiustamenti in modo che la struttura per il turismo sociale e giovanile sia destinata a studentato e ad ostello. Questa duplice destinazione, da decenni in atto in diversi Paesi Europei, è una decisione saggia. Nel servizio giornalistico si evidenzia anche l’inaugurazione dell’area camper nell’area cosiddetta Rocchetta di Sparafucile. Anche questo intervento è cosa buona e in merito mi permetterò di suggerire ciò che fu ideato e progettato allorché il Complesso Sparafucile funzionava sia come ostello che come campeggio. Risaliamo quindi agli anni antecedenti il 1994, in merito ai quali alcune istituzioni mantovane, sia pubbliche che private, ebbero, dopo questa data a titolo di memoria storica, ragguagliate notizie, che sono facilmente reperibili nella copiosa raccolta dei ritagli stampa e dei servizi giornalistici predisposti per la pagina turistica dell’Ept prima e dell’Apt poi a cura di Alcide Azzoni e del giornalista Renzo Partesotti, nonché di altri illustri ed indimenticabili mantovani. Tutto questo materiale è oggi custodito presso la biblioteca comunale, per cui un ricercatore, uno studioso e, perché no, anche un assessore alla partita potrebbe consultarlo per avere un’idea di come operavano gratuitamente certi personaggi di allora, i quali, oltre ad essere persone colte, erano animati da una grande passione per la terra. Il 2015, anno dell’Expo, non è lontano, per cui realizzare in tempi razionalmente fattibili una struttura per il turismo sociale e giovanile (studentato ed ostello) nell’ex casa della Gioventù Italiana potrebbe essere per Mantova una meta tale da costruire un luogo di aggregazione sociale di notevole rilievo, perché destinato a studenti universitari, a famiglie ed a giovani italiani, europei e del mondo, cosi come succede da oltre cinquant’anni in molti Stati della nostra vecchia Europa. Quando Mantova non era sede universitaria, era presente l’UGM. Da qualche tempo l’Unione Goliardica Mantovana ha trovato una sistemazione discutibile. Mantova ha un patrimonio storico, artistico, culturale di prim’ordine, tanto che è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Tralasciando altri valori ed altri problemi (i collegamenti ferroviari), è opportuno sottolineare che il capoluogo ed il suo territorio sono uno scrigno di ricchezza. Ed è in questa visuale che le argomentazioni dell’assessore Benedini sono, più che opportune, intelligenti in relazione alla duplice finalità ostello/studentato, con la cui realizzazione potrebbero essere raggiunti questi obiettivi: 1) la città ed il suo territorio potrebbero essere reinseriti nella rete nazionale ed internazionale dell’AIG (associazione Italiana Alberghi per la Gioventù) previa eventuale sottoscrizione di una convenzione; 2) verrebbe recuperato un edificio storico in una posizione centralissima; 3) si aprirebbe la prospettiva di investire sul turismo sociale (giovani, famiglie, studenti); 4) si potrebbe valorizzare questo potenziale patrimonio di energie con iniziative culturali a livello europeo e di altre di alto profilo culturale ed innovativo per Mantova.5) si renderà necessaria la costituzione di un pool (Comune, Provincia, Camera di Commercio) con soggetti privati (Fondazioni); 6) la struttura dovrà essere condotta da un custode, persona fisica, essendo la gestione un’attività di dondamentale importanza, più impegnativa e diversa da quella che normalmente si esercita in un normale esercizio alberghiero. Per quanto riguarda Sparafucile, quando la Rocchetta era un Ostello e l’area adiacente un campeggio, una proposta allora ideata consisteva nell’attrezzare l’area (una porzione) a teatro estivo. Fu fatto il progetto, ma non ebbe seguito e questo fu un vero peccato. Un’anno fa circa, i mezzi d’informazione richiamarono l’attenzione sulla realizzazione di un teatro in riva al lago di Massaciuccoli, a pochi chilometri da Torre del Lago Puccini, per concerti ed opere, cioè un regno della Musica. La spesa sarebbe contenuta e non esorbitante. Altre riviste con tiratura internazionale hanno messo in luce alcune strutture per il turismo sociale e giovanile definendole esercizi a quattro stelle. Auguro a Benedini che possa realizzare il progetto al più presto, tenendo conto che queste strutture hanno bisogno anche di locali per la vita comunitaria cosi come si può

55Capitolo 3 - 2011

constatare in paesi europei.Dr. Franco Bellelli, Presidente Comitato AIG di Mantova26 aprile 2011

27 aprilePronto il progetto di Piazza Martiri. Lo presentiamo, come promesso. Resterà uno dei pochi segni evidenti dell’amministrazione Sodano.

Piazza Martiri cambierá lookPronto il progetto: ampio rondó, via auto e bici, più spazio al mercato In giunta Sodano, Rose e Benedini A destra l’attuale rondò Un rondó più ampio dell’attuale posticcio, una ciclabile sul lato Poste (da via Chiassi a via Roma in tutta sicurezza), un’ampia area per il mercato contadino e altre manifestazioni dove adesso c’è il parcheggio per auto, moto e bici, tra i palazzi dell’Inps e delle Poste. Ecco il nuovo look di piazza Martiri disvelato ieri dal Comune in una conferenza stampa. «Ricostruiremo l’idea del passato» afferma l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. «Ricreeremo - spiega - una grande piazza che dia continuitá al percorso da via Roma a via Principe Amedeo». Il progetto, realizzato in toto dall’ufficio tecnico comunale in sinergia con l’assessorato alla mobilitá, prevede uno stanziamento di 580mila euro, di cui 490mila per lavori a base d’asta. «Il bando per l’appalto verrá emesso entro la settimana - assicura Benedini -. Chi lo vincerá avrá a disposizione 120 giorni consecutivi per terminare l’opera. Contiamo di concludere il cantiere in settembre». Soddisfatto il sindaco Nicola Sodano: «Questo è l’ingresso alla cittá storica e commerciale - dice - e dovrá diventare un bel biglietto da visita. Stiamo anche valutando, con la sovrintendenza, il posizionamento di un monumento ai Martiri di Belfiore che ci offrono i Lions mantovani». Rotatoria. Il rondó avrá un diametro interno di 9 metri e mezzo (quello esterno sará di 29) contro i 7 e mezzo dell’attuale ricavato con blocchi bianchi e neri di plastica. Raccoglierá il traffico proveniente da cinque direttrici: via Matteotti, corso della Libertá, via Chiassi, via Roma e via Principe Amedeo. La viabilitá resterá invariata. Pavimentazione. Tutta la piazza sará pavimentata in porfido. Nell’area carrabile i cubetti saranno posizionati ad archi concentrici, sui marciapiedi a file parallele. La ciclabile di via Chiassi verrá «allungata» fino a via Roma, passando davanti alle Poste: sará messa in sicurezza con un cordolo che conterrá anche i led a pavimento per l’illuminazione (prevista anche quella a parete). Dall’altra parte, di fronte al palazzo dell’Inps, verranno sistemate cinque piante ad alto fusto che avranno il compito di mitigare l’impatto visivo dell’edificio stile ventennio. Parcheggio. La vecchia area di sosta ricavata tra l’Inps e le Poste verrá eliminata. La postazione di bike sharing e gli stalli per le bici e i ciclomotori verranno spostati all’inizio di corso Libertá, lato Poste. «Tra il Lungorio e piazza Martiri - dice

56Capitolo 3 - 2011

l’assessore alle attivitá produttive Fulvio Freddi - verrá ricavata un’ampia area mercatale, destinata non solo al mercato contadino ma anche ad altre attivitá». L’edicola si sposterá vicino ai portici di corso Libertá. «Potenzieremo la videosorveglianza nella zona» annuncia l’assessore al traffico, Espedito Rose. Previsti attraversamenti per i non vedenti, con relativi percorsi in pietra basaltica. 27 aprile 2011

28 aprileSi continua a lavorare ed è pronta la proposta Impregilo-Apcoa per i parcheggi e le relative modalità di realizzazione. Un progetto perso, vitale per la città. Perso per la manifesta avversità politica nei miei confronti, per il troppo tempo nel dare riscontro alla Società proponente, perso per non indisporre i piccoli centri di potere. Un’occasione che difficilmente si ripresenterà a breve.

Trattativa per i due mega-garageComune e Impregilo studiano l’accordo per piazza Virgiliana e lungolago di Nicola Corradini In dicembre il sindaco Nicola Sodano e l’assessore Giampaolo Benedini, presentando il piano parcheggi, avevano annunciato una sorta di rivoluzione in arrivo. A distanza di quasi cinque mesi il responsabile civico delle opere pubbliche della giunta mette sul piatto i passi avanti fatti da allora sulla progettazione dei parcheggi in struttura. E, in effetti, qualcosa si è mosso anche se l’apertura dei cantieri non sembra essere dietro l’angolo. Le novitá riguardano piazza Virgiliana e Lungolago Gonzaga, dove sono in previsione complessivamente 629 posti auto di cui 370 interrati. «La societá Imprepar, una partecipata della Impregilo, ha presentato assieme all’Apcoa parking (impresa che gestisce parcheggi in tutta Italia compreso quello di via Mazzini, ndr) il piano finanziario e quello operativo per realizzare i parcheggi del Lungolago Gonzaga e di Piazza Virgiliana - dice Benedini - i nostri uffici li stanno valutando e, una volta approvati sotto il profilo tecnico, faremo tutti i passaggi necessari per arrivare ai progetti esecutivi e quindi ai cantieri». Nel dettaglio, il parcheggio di piazza Virgiliana prevede 377 posti (di cui 201 interrati) e quello del lungolago 252 (169 interrati). La fase delle trattative con la partecipata di Impregilo potrebbe peró non essere breve. L’amministrazione Sodano ha riaperto la strada a due progetti risalenti al 1995 quando la giunta guidata da Claudia Corradini lanció una gara (dopo aver annullato quella precedente) per la costruzione di parcheggi sotterranei a piazza Virgiliana e lungolago, oltre che in piazzale Nodari Pesenti, vinta dalla Ilce. L’operazione venne fermata nel 2000 dalla giunta Burchiellaro (che puntó su altre infrastrutture), ma si aprì un contenzioso con l’impresa subentrata alla Ilce (e alla Giudici e Casali): l’Impregilo. «Riprendendo in mano la convenzione di allora non ci sará la necessitá di un nuovo bando e se il tutto andrá a buon fine verranno meno le ragioni del contenzioso - spiega Benedini - naturalmente la convenzione dovrá essere migliorativa rispetto a quell’originale». L’assessore, tuttavia, non entra nei dettagli. Piano finanziario e piano operativo sono due strumenti che, detta a grandi linee, andranno a definire i termini della convenzione tra impresa costruttrice, societá che gestirá i parcheggi e Comune. Si tratta in sostanza di stabilire in che modo garantire all’impresa un rientro economico nei tempi di costruzione delle infrastrutture e la modalitá di gestione di queste centinaia di posti auto che verranno costruiti. E non solo di quelli. L’oggetto più complicato della trattativa riguarda quei punti della convenzione che dovrebbero garantire all’impresa la gestione di una quota rilevante dei posti auto a raso esistenti in cittá e oggi affidati ad Aster, l’azienda nata dalle ceneri di Mantova Parking. Se ne era giá parlato anni fa, quando si ipotizzó di affidare per un certo numero di anni all’impresa costruttrice (o a quella che gestirá i parcheggi) oltre un migliaio di posti per auto in vari punti della cittá. Oggi si ripercorre la stessa strada: all’Apcoa andrebbe affittata, per così dire, una quota significativa degli stalli per auto a pagamento distribuiti tra strade e piazze di centro e periferia. Non si esclude, vista la consistenza delle infrastrutture che verranno realizzate, che l’intero patrimonio di stalli di sosta sulle pubbliche vie venga dato in gestione alla societá privata di parking. Il giro di affari garantito dalle zone blu è di circa un milione e 400mila euro all’anno. Somma che oggi finisce nelle casse di Aster (e prima in quelle di Mantova Parking), che peró trasferisce circa 800mila euro al proprietario dei posti auto, vale a dire il Comune. I posti auto in superficie disponibili oggi sono approssimativamente 2.900. La trattativa in corso sembra prevedere il passaggio di gestione di questo patrimonio ad Apcoa per 15 o vent’anni. Non è ancora chiaro chi controllerá l’erogazione e gli introiti relativi dei pass per le Ztl o quelle per il parcheggio nelle zone blu, che fruttano circa 600mila euro all’anno. Resterá ad Aster o passerá all’impresa privata? E il costo della sosta in superficie rimarrá invariato o, come accaduto in altre cittá, aumenterá per incentivare l’uso delle nuove strutture interrate? Anche di questo si sta discutendo. 28 aprile 2011

57Capitolo 3 - 2011

10 maggioTea, società partecipata dal Comune, ha una sede in Vicolo Stretto su terreni inquinati.Anche in funzione di un eventuale riqualificazione dell’area si chiede la caratterizzazione dei terreni.

Vicolo Stretto, test sul sottosuolo Comune e Tea iniziano le analisi Accordo tra Comune e Tea per indagare sulla provenienza delle sostanze inquinanti che si trovano nel sottosuolo della sede di vicolo Stretto della multiutility. Nelle prossime settimane saranno installati nove pozzetti per i prelievi delle acque da analizzare: i piezometri verranno piazzati ai confini dell’area Tea per capire da dove arrivino i clorurati. L’operazione è preliminare alla bonifica e al progetto per il recupero di vicolo Stretto e piazza Gasometro, per le quali nei mesi scorsi si era parlato dell’ipotesi-parcheggio e per le quali Tea pensa alla vendita. Intanto l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini e la presidente di Tea Acque Raffaella Roncaia - entrambi in lizza per il consiglio provinciale con il centrodestra - ieri hanno fatto il punto sugli interventi di manutenzione di marciapiedi e aree verdi in città: «Vogliamo che ci sia la giusta percezione del nostro impegno e dei nostri progetti». Uno dei quali riguarda la casetta dell’acqua acquistata dalla precedente amministrazione e mai messa in funzione: anziché in piazza Virgiliana, dove il pericolo vandalismo è ritenuto troppo alto, il distributore di acqua minerale andrà nell’area di sosta per i camper di Sparafucile. In via di definizione anche il piano di manutenzione delle strade private di Belfiore, che sarà cofinanziato da Comune e consorzio dei residenti. Nello stesso quartiere sta per essere ultimato il progetto per la pista ciclabile, cosi come a Cittadella. Il 2 giugno in via Mazzini arriva il monumento al patriota.10 maggio 2011

12 maggioVengono presentati i progetti del sistema ferroviario: una rivoluzione che guarda avanti, in prospettiva del Tibre ferroviario che, forse fra cento anni, potrà diventare concreto. Troppo avanti? Non credo. Proviamo solo a pensare come il disegno dell’attuale sistema ferroviario mantovano ha condizionato la città. La ferrovia Mantova-Monselice nasce nel 1885. Se i progettisti di allora avessero previsto lo sviluppo veicolare e urbanistico l’avrebbero realizzata diversamente.

Ecco il piano per spostare i binari L’assessorato vuole spostare i binari da sud a ovest MANTOVA. «Con la crescita di Valdaro eliminare la tratta a sud della ferrovia sarà indispensabile». Giampaolo Benedini parla mostrando gli schemi con le fasi, per ora teoriche, dello smantellamento dei binari che collegano la stazione di piazza don Leoni a quella di Frassine. Nelle piantine realizzate dall’assessorato ai lavori pubblici si vede una linea nera partire dalla zona del porto intermodale di Valdaro e risalire a fianco del tracciato dell’autostrada del Brennero verso nord per poi deviare, poco sopra San Giorgio, verso Roverbella. E’ il percorso che, sulla carta, dovranno seguire secondo i piani dell’assessore i convogli in movimento sulla direttrice Verona - Valdaro. Lontano dai centri abitati e lontano dalla periferia sud e dalle relative strade d’ingresso e di uscita dalla città (passaggi a livello di porta Cerese e viale Oslavia). Argomenta Benedini: «Ci sono già due imprese a Valdaro che utilizzano la ferrovia e ora stiamo progettando lo scalo per il trasbordo della merce dai tir ai treni. Quando sarà realizzato, il traffico su binari aumenterà. Se non interveniamo lo sviluppo del trasporto su binario porterà paradossalmente dei problemi. Già oggi le vibrazioni creano disagi agli abitanti dei quartieri attraversati e danni agli affreschi di Palazzo Te». Ma che tempi si prevedono? Quanto costerà? E chi pagherà? «Lo sapremo col progetto esecutivo - dice Benedini - decine di milioni, sicuramente, e occorreranno tra i sei e i sette anni. Ma le fonti delle risorse sono numerose. Dobbiamo utilizzare in questa operazione i milioni per il sottopasso e i dieci per la compensanzione per la terza corsia dell’A22. (a proposito dove sono finiti?) Poi ci sono le risorse delle ferrovie, del ministero delle infrastrutture, della Regione. Abbiamo già avuto i primi contatti». Benedini non nasconde di avere in mente un passo successivo. Lo spostamento della stazione centrale vicino all’asse sud (verso Curtatone o Cerese). «Potremmo a quel punto fare il doppio binario per Verona e divenire punto di collegamento tra Brennero e Tirreno» dice. Un piano molto lontano nel tempo. «Bisogna guardare in prospettiva» risponde Benedini.Nicola Corradini, 12 maggio 2011

(Nuovo sistema ferroviario - allegato n° 4)

58Capitolo 3 - 2011

12 maggioViene presentato il progetto della ciclabile sul cavalcavia.

Ciclabile di Belfiore Il Comune la vuole entro un anno «Chiederemo ai privati di avviare i lavori per la ciclopedonale del cavalcavia entro la prossima primavera. Per farla serviranno 3 mesi». Lo ha detto l’assessore Giampaolo Benedini presentando il progetto definitivo della pista che partirà da Belfiore e, risalendo via Cremona (lato lago), affiancherà il ponte del cavalcavia fino ad arrivare a ridosso del rondò di Pradella. «Li ci sarà un attraversamento con semaforo a chiamata che porterà i ciclisti e i pedoni nei giardini ad altezza del monumento a Tazio Nuvolari» spiega l’assessore. Il costo dell’opera è di circa un milione di euro ed è a carico (in cambio degli oneri urbani) dell’impresa che sta realizzando le nuove case di via monsignor Martini.12 maggio 2011

59Capitolo 3 - 2011

3 giugnoSi parla di rimpasto e non siamo noi a volerlo! Il Sindaco pare abbia sbagliato i suoi uomini - può capitare! Freddi e Napoli vengono allontanati.

ALLEATINuovi assessori, redistribuzione di deleghe o, addiritura, riduzione del numero di assessori? Il centrodestra ha davanti questo ventaglio di soluzioni per ridare slancio alla giunta. Non è un mistero che nel mirino vi siano gli assessori al bilancio, Marcello Napoli (il suo sostituto potrebbe essere l’indipendente del Pdl Maurizio Pelizzer) e alle attivitá produttive, Fulvio Freddi (i due a suo tempo indicati dal sindaco). Peró, anche le deleghe in campo ambientale suddivise tra la vice sindaco Cappellari e la De Togni, da sempre sono oggetto di discussione da parte di chi vorrebbe riunificarle. «Bisognerá ragionare a 360 gradi - avverte il capo delegazione della Lega nell’esecutivo, l’assessore al turismo Vincenzo Chizzini -. In questo momento serve una riflessione seria. I migliori giudici sono gli elettori che si sono espressi in modo chiaro. Il messaggio che ci hanno inviato è che così non possiamo andare avanti, per cui i cambiamenti in giunta sono un dato di fatto». Su come saranno questi cambiamenti Chizzini non si sbilancia: «Gli assessori li ha nominati il sindaco ed è giusto che rifletta lui per primo; poi la decisione sará politica e verrá presa da Pdl, Lega e Benedini. Quanto a noi, domenica 12 riuniremo i 500 militanti a congresso; lì analizzeremo il voto e la situazione politica e puó darsi che daremo le nostre indicazioni per il Comune». Il capo delegazione degli assessori Pdl, Espedito Rose, si limita a dire che «serve una verifica per far cambiare passo all’amministrazione della cittá». Per Giampaolo Benedini, leader dell’omonimo movimento civico e assessore alle opere pubbliche, «c’è bisogno di chiarire il programma, di dire che cosa si vuole fare considerando che ci sono pochi soldi a disposizione e che bisognerá trovare finanziamenti alternativi per le opere pubbliche, ricorrendo anche ai privati. E’ innegabile che, parlando con la gente, in cittá non c’è soddisfazione per il nostro operato». Quanto al rimpasto, il civico si dice convinto che «i cambiamenti sono da fare, anche in funzione del fatto che è diminiuto il numero di dirigenti. Meno dirigenti, meno assessori». Un fatto, peró, è certo: «Noi non rinunciamo ai nostri due assessorati: la De Togni sta lavorando bene al Pgt, mentre io sto portando avanti molti progetti; lasciare tutto vorrebbe dire ricominciare da capo. E poi, per cambiare ci dovrebbero dire dove avremmo sbagliato». 03 giugno 2011

23, 24, 25, 28 giugnoI nostri amici in giunta cercano di far passare una piccola (non tanto piccola) porcheria a cui ci opponiamo: il parcheggio ex Comated.Il sindaco dichiara: vado avanti.

Parcheggio ex Comated Per Benedini va ridiscusso Il parcheggio a raso da 310 posti auto che il Comune, attraverso Aster, intende ricavare nell’area ex Comated, rischia di aprire un caso in giunta. Ad opporsi alla decisione assunta l’altro giorno dall’esecutivo è l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. «Pur riconoscendo l’indiscussa validità funzionale di quel parcheggio grazie all’impegno del collega Rose - scrive in una nota - occorre approfondirne i contorni anche alla luce del parcheggio in struttura previsto all’Anconetta, formalmente attivo». Al telefono l’assessore spiega, nei dettagli, il suo pensiero: «Quel parcheggio nell’ex Comated costerà all’Aster 350mila euro di affitto all’anno per 12 anni; al termine del contratto l’area tornerà ai proprietari. Allora è meglio realizzare quello in struttura all’Anconetta che, invece, abbiamo deciso di abbandonare perché ritenuto troppo costoso: per quest’opera il Comune pagherebbe un canone di 780mila euro all’anno per 20 anni, ma poi l’infrastruttura da 450 posti auto diverrebbe di sua proprietà, assieme ai previsti ristorante, uffici ed edificio per il rimessaggio delle barche». Per Benedini, dunque, bisogna «valutare meglio quel progetto nella ex Comated, soprattutto alla luce degli altri parcheggi in struttura che abbiamo previsto in piazza Virgiliana, in corso Vittorio Emanuele e sul Lungolago Gonzaga, e anche perché il parcheggio in struttura dell’Anconetta è già stato assegnato e con i vincitori dell’appalto stiamo ancora trattando una risoluzione del contratto». L’assessore aggiunge: «Sulla ex Comated ho sempre manifestato le mie perplessità e non mi risulta che martedì scorso la giunta, a cui ero assente perché impegnato negli uffici regionali di Mantova, abbia dato il via libera al progetto; si è, invece, limitata a votare un atto di indirizzo che ora ritengo dovrà essere ridiscusso». Non la pensa così l’assessore alla mobilità Espedito Rose: «La giunta ha dato l’ok al progetto che ci ha presentato Aster, a cui tocca assicurare la copertura finanziaria. Come farà? Aumentando i posti auto a pagamento per esempio in viale Mincio e a Fiera Catena, ma solo quando avrà a disposizione i posti auto all’ex Comated. E non è detto che per coprire i costi si mettano a pagamento tutti i posti auto oggi previsti. Comunque, quel parcheggio destinati ai pendolari, a chi fa soste lunghe, ci consentirà di liberare altri stalli in città e garantire quella rotazione che oggi manca». Quanto a Benedini, «lui sapeva tutto fin dagli stati generali di marzo; in giunta la settimana scorsa se n’era discusso e poi era stato lasciato il tempo a tutti di riflettere per poi votare la settimana successiva. Le valutazioni di Benedini sono legittime ma non considerano che con l’ex Comated avremmo 310 nuovi posti auto in più mentre col parcheggio sotto all’Anconetta perderemmo i 250 che già ci sono. Inoltre, il parcheggio ex Comated sarebbe pronto entro l’anno, quello dell’Anconetta molto dopo. Infine, il

60Capitolo 3 - 2011

contratto d’affitto garantisce il Comune visto che si potrebbe sempre rinegoziarlo». In serata, il gruppo consiliare e gli assessori Pdl hanno espresso unanime e pieno sostegno all’operato della giunta in generale e di Rose in particolare: oggi il documento.Sandro Mortari, 24 giugno 2011

Il sindaco: sul parcheggio vado avanti Martedì scorso l’assessore alla mobilità Rose ha annunciato l’accordo di massima tra Aster e L’immobiliare della famiglia Zacchè per la realizzazione del parcheggio a raso nell’area ex Comated , di cui è proprietaria. Per trovare i 350mila euro del canone d’affitto (all’anno per 12 anni) Aster punta ad aumentare il numero di posti auto a pagamento (viale Mincio, Fiera Catena e piazza Virgiliana) . La prima proposta prevedeva di trattenere i proventi dai pass Pi, ma era stata bocciata dal dirigente contabile perché avrebbe influito sul patto di stabilità del Comune. di Sandro Mortari Sul parcheggio nell’ex Comated la maggioranza di centrodestra scricchiola, ma il sindaco annuncia: «Io vado avanti». Una sfida. E’ la risposta alle perplessità dell’assessore civico Giampaolo Benedini, che l’altro giorno aveva chiesto di ridiscutere quei 310 posti auto ritenuti troppo cari, e al no secco pronunciato ieri dal suo capogruppo. «Chiederò alla Corte dei conti un giudizio di congruità su quel contratto di locazione previsto tra Aster e i privati per avere l’area a disposizione - minaccia Sebastiano Riva Berni -. E se i nostri alleati ritengono che quel contratto sia congruo, ce lo dimostrino. Bisogna che la pratica transiti in consiglio comunale, in modo che tutta la documentazione sia pubblica. Per noi è inaccettabile la modalità con cui la pratica è già arrivata in giunta». Lavori. Il sindaco Sodano, che ieri ha incontrato il cda di Aster, è fermo sulle sue posizioni ma cerca di rassicurare gli alleati: «L’operazione - dice - per il Comune sarà a costo zero ma nulla è ancora deciso definitivamente. Aster porterà avanti la trattativa coi privati e l’ho invitata a spendere meno dei 350mila euro pattuiti. Ricordo, però, che i privati si sono impegnati a darci il parcheggio già pronto, compresa la palazzina ristrutturata che sarà la nuova sede di Aster, con lavori a loro carico per 1 milione 200mila euro. Quando ci sarà la proposta definitiva arriverà in giunta, visto che quello di martedì è stato solo un atto di indirizzo. Benedini? Mi spiace che si opponga perché quel parcheggio faceva parte del programma elettorale, era stato oggetto degli stati generali a marzo, era già transitato in giunta una prima volta per la compatibilità economica e martedì abbiamo approvato solo quella». Sodano fa anche i conti per dimostrare che quel parcheggio «si potrebbe autofinanziare , senza bisogno di ricorrere all’aumento, in città, dei posti auto a pagamento». Spiega: «Dai 350mila euro del canone, che potrebbero, alla fine, essere anche di meno, vanno tolti i 60mila euro che oggi Aster paga per i suoi uffici a Borgochiesanuova ; poi va tolto 1,2 milioni di euro di lavori a carico dei privati che, spalmati su 12 anni, sono 100mila euro all’anno; il canone, così, diventerebbe 190mila euro all’anno. Se andassimo in banca a prendere in prestito quei soldi che anticipano i privati, ci costerebbero di interessi 20mila euro all’anno; così, siamo a 170mila euro all’anno di canone, che significa, per 310 posti auto, meno di 6mila euro all’anno, 450 euro al mese per stallo. Inoltre, avremmo la siocuerzza che quei posti auto saranno disponibili entro l’anno» E aggiunge: «Quello studiato per l’ex Comated è un sistema che potremmo adottare anche con i posti auto, 450, di piazzale Mondadori». Vedete come fa i conti Sodano arrampicandosi sugli specchi!!!! Anche un bambino capirebbe sostanzialmente che i privati investendo 1200000 euro dopo tre anni e tre mesi vedrebbero ripagato il loro investimento e nei restanti nove incasserebbero piu di 3milioni di euro. Speriamo che Sodano non faccia l’architetto come fa il ragioniere! A proposito ma Pelè non vigilava ? Indirizzo. «La nostra - sottolinea l’assessore alla mobilità Espedito Rose che si occupa in prima persona del parcheggio - è una delibera di indirizzo, votata martedì all’unanimità dai dieci assessori presenti, unico assente Benedini. Il contratto non è ancora firmato. Abbiamo semplicemente dato mandato ad Aster di realizzare quel parcheggio, che riteniamo strategico, seguendo la proposta presentataci». Quanto ai benediniani, «pensino ai parcheggi in struttura di competenza del loro assessore, che hanno un piano finanziario ben più impegnativo di quello del parcheggio ex Comated». Aula. Il gruppo consiliare del Pdl si schiera con Rose: «Per noi - dice il capogruppo Marco Ghirardini - il costo del parcheggio è congruo. Non dimentichiamo che l’opera ci verrebbe data chiavi in mano e che da un contratto d’affitto si può sempre recedere. Per noi quel parcheggio va incontro alle esigenze della città e rivendichiamo l’assoluta trasparenza dell’operato nostro e della giunta». Quanto all’assessore Benedini, credo che non sia informato di come stanno le cose». In soccorso di Rose arriva anche la Lega. «Io e il responsabile enti locali Bottari - dice il capogruppo Luca de Marchi- stiamo valutando attentamente la situazione ma ritengo che sia ora di finirla con le parole e di passare ai fatti. In città c’è bisogno di parcheggi e vanno fatti, abbiamo aspettato anche troppo. Benedini? Non vorrei che il suo scontro con il Pdl sia una specie di ricatto da far pesare sul tavolo dell’eventuale rimpasto di giunta per alzare il prezzo». Contratto. Nella maggioranza però, c’è chi teme che sarà difficile avere il parcheggio entro l’anno. Soprattutto per il contratto di servizio che lega Aster al Comune. Il piano finanziario dell’Agenzia si basa sulla riduzione del canone che annualmente versa nelle casse di via Roma per ogni posto auto a pagamento. Cosa possibile, per qualcuno, solo se si modifica il contratto di servizio passando per il consiglio comunale. I tempi di realizzazione del parcheggio, però, si allungherebbero.25 giugno 2011

61Capitolo 3 - 2011

Riva Berni, duro attacco a Sodano «Sui parcheggi si dimostra ondivago e spendaccione, non ci stiamo» Un duro attacco al sindaco che insiste sul parcheggio nell’ex Comated. E’ questo il senso del comunicato letto in aula dal capogruppo Sebastiano Riva Berni che ha sancito la rottura dei Benediniani con il resto della maggioranza . «La nostra posizione politica è sempre stata caratterizzata dal più chiaro e limpido spirito civico improntato alla necessità che ogni cosa venisse fatta solo nell’interesse reale di Mantova - ha detto Riva Berni - Se, però oggi, l’ondivago operato del sindaco ci vuole portare sulla strada di una nebulosa contrattazione privatistica senza la preventiva verifica della sua reale opportunità, noi non ci stiamo. Il gruppo ha definito «inaccettabile» l’impegno economico richiesto dall’amministrazione comunale sul parcheggio nell’ex Comated, «frutto solo di valutazioni soggettive. Riteniamo assurdo passare alla realizzazione di un parcheggio a raso in quell’area senza una necessaria ed attenta valutazione della congruità dell’intera operazione sia in termini economici, sia in termini di complessiva opportunità. per questo abbandoniamo l’aula». Furioso l’assessore Giampaolo Benedini, il leader dei civici, che si è sfogato contro alcuni consiglieri di Lega e Pdl: «Ho fatto delle considerazioni, se si può discutere in maniera civile facciamo ancora parte della maggioranza, altrimenti se si vogliono fare azioni di forza, siamo fuori». E ha insistito: «Quel parcheggio a raso manda all’aria tutto il piano dei parcheggi in struttura. Perché si vole arrivare a questo punto?». Inutili gli inviti del vice capogruppo del Pdl Acerbi a moderare i toni: «Siamo seri - ha ribattutto l’assessore - . Dove troviamo i soldi per quel parcheggio quando non ne abbiamo per mettere a posto le scuole e le strade. Venite a fare un giro con me per le scuole e vedrete in che stato sono». E sulla riunione di maggioranza: «Non sono stato invitato, una cosa grave». 28 giugno 2011

28 giugnoIl sindaco, incavolato per le nostre critiche sacrosante, ritira le deleghe a me e alla De Togni!Subito dopo il consigliere Carlo Romano passa nella nostra lista. Interessante la lettura dell’articolo:

Sodano senza maggioranza Colpo di scena ieri mattina, in Comune durante la seduta di giunta. Il sindaco Sodano, dopo aver annunciato la sera prima in consiglio comunale l’azzeramento di tutte le deleghe in vista della verifica, ha forzato la mano. E ha ritirato la delega solo al vicesindaco e assessore all’ambiente, la leghista Alessandra Cappellari (vittima delle lotte intestine nel suo partito), e ai due esponenti civici, Giampaolo Benedini e Anna Maria De Togni, di fatto cacciando i benediniani dalla maggioranza. Subito ha nominato i sostituiti: il nuovo vicesindaco con delega all’ambiente è il leghista Vincenzo Chizzini, titolare anche della delega al turismo, nonchè segretario di circoscrizione medio mantovano del Carroccio; le opere pubbliche sono passate all’assessore al welfare Arnaldo De Pietri, mentre quelle all’urbanistica e alla riqualificazione ambientale se le è tenute il sindaco. Una decisione tutta di Sodano che, sembra, abbia preso alla sprovvista anche i vertici provinciali di Pdl e Lega e che pare sia maturata nella notte, durante la cena del post-consiglio in un locale di piazza Erbe con alcuni fedelissimi. «Abbiamo preso atto nostro malgrado - ha spiegato Sodano, in tarda mattinata, in una conferenza stampa nel suo ufficio, lui seduto alla scrivania e a fianco, in piedi come pretoriani, il neo vice Chizzini e il capodelegazione in giunta del Pdl, Rose, - di una serie di atteggiamenti che hanno posto volutamente in conflitto una lista della maggioranza con il resto degli alleati. Come sindaco e amministrazione, non abbiamo più ritenuto quei comportamenti compatibili con il rapporto di fiducia che deve esserci». Sodano si riferiva soprattutto all’ultima presa di posizione dei benediniani contro il parcheggio nell’area ex Comated e al duro comunicato letto in aula dal capogruppo Riva Berni. Non solo. «Più volte Benedini ha contrastato l’operato dell’amministrazione, previsto nelle linee di mandato, creandoci difficoltà e provocando danni di immagine e politici alla giunta». Quanto all’avvicendamento in casa Lega, Sodano ha smentito di aver subìto un’imposizione da parte del Carroccio: «Se la Lega - ha detto - ritiene di affidarmi un suo quadro dirigente importante come Chizzini significa che ha voluto rafforzare il suo rapporto con la giunta». E ha annunciato anche l’intenzione di proseguire con l’azzeramento delle deleghe: «Le toglierò anche ad assessori del Pdl». I colpi di scena, però, non sono finiti qui: in tarda mattinata il consigliere del Pdl Carlo Romano ha ufficializzato il suo passaggio al gruppo di Benedini, in aperto contrasto con il sindaco sul parcheggio ex Comated. Questo mette in grave imbarazzo il centrodestra che, a questo punto, non riesce più a garantire la maggioranza al sindaco: le opposizioni, infatti, possono, teoricamente, contare su 21 voti contro i 20 di Pdl e Lega (sindaco compreso). «Ma noi non cercheremo altre maggioranze - ha assicurato Sodano - e non faremo ribaltoni . Sono sicuro che i partiti sapranno ricondurre l’alleanza ad un quadro unitario. Per Benedini le porte sono aperte e sarebbe da irresponsabili non rientrare». I fari sono puntati sulla riunione di maggioranza in programma lunedì, «alla quale auspichiamo - dice Sodano - partecipi anche Benedini». «Serve un progetto unico e condiviso magari su pochi punti - rilancia il capogruppo del Pdl Ghirardini - e Benedini non può chiamarsi fuori dalla maggioranza». «Noi non andremo al vertice - replicano sia l’ex assessore Benedini che il capogruppo Riva Berni - ci hanno cacciato e noi abbiamo una faccia sola». Le grandi manovre per recuperare i benediniani, senza dei quali la giunta rischia di cadere, sono già iniziate. «Oggi, (ieri per chi legge, ndr.) ho parlato con Maccari e con Fava - rivela Benedini - e mi hanno detto che non cambieranno la maggioranza. Rientrare? Piano. L’unica cosa che vorrei è finire i miei progetti». Chizzini gli tende la mano: «Nessuno lo ha cacciato e auspico che rientri con deleghe ancora più forti».Sandro Mortari

62Capitolo 3 - 2011

3 e 8 luglioLa prima vera crisi. Chi ne è responsabile? Avremmo dovuto tacere? Sono io il litigioso o sono altri?Pongo le mie condizioni:

Le condizioni di Benedini: due o tre assessori a testa «Io non vado all’incontro di domani con il sindaco se prima non ho un faccia faccia con Maccari e Fava». Giampaolo Benedini, leader dei civici, detta le condizioni e gela le...

«Io non vado all’incontro di domani con il sindaco se prima non ho un faccia faccia con Maccari e Fava». Giampaolo Benedini, leader dei civici, detta le condizioni e gela le aspettative di Sodano. Per domani sul tardi, (forse alle 19 per impegni vari di alcuni partecipanti) è in calendario il vertice tra le delegazioni dei tre partiti e il sindaco per chiudere la verifica e formare la nuova giunta. Benedini, però, cacciato dall’esecutivo insieme all’altro assessore civico De Togni, tiene in ansia tutti. «Io - dice - voglio parlare con i responsabili dei due partiti alleati. Domani mattina torno a Mantova e se Maccari e Fava avranno tempo e voglia di incontrarmi, io sono pronto. Il problema, infatti, non è tra me e il sindaco ma tra i tre partiti della coalizione». E aggiunge una cosa che potrebbe avere un peso decisivo sulla sopravvivenza dell’amministrazione Sodano: «Io intendo rimettere in discussione tutta l’organizzazione e le deleghe di giunta non da una posizione di vantaggio ma paritaria. Pdl, Lega e civici: siamo tutti sullo stesso piano e ognuno di noi è fondamentale per far star in piedi la giunta Ecco perché la rappresentanza in giunta deve essere equamente divisa. Il sindaco vuole diminuire il numero degli assessori? Ok. Faccio degli esempi; parliamo di sei assessori in totale? Bene, allora, due, due e due. Ne vogliamo nove? Tre a noi, tre alla Lega e tre al Pdl. Il Pdl ha il sindaco, la Lega il vice: due posizioni che premiano quei partiti. Però, se partiamo dal fatto che tutti siamo funzionali alla giunta, noi dobbiamo avere pari dignità. Inoltre, voglio sapere chi saranno i miei compagni di viaggio. Accetteranno? Non so, ma non sono io che ho messo in discussione tutto, altri hanno voluto azzerare tutto. Non siamo ai tempi di Stalin o del Fascio che si tolgono le deleghe così, senza motivo». Intanto, Carlo Romano, passato ai benediniani, si è dimesso dal Pdl. Sandro Mortari, 03 luglio 2011

Ultimatum di Benedini al Pdl «Inutile andare avanti con questa agonia, vogliamo una risposta alle nostre richieste entro oggi»«Le nostre proposte? Nulla di più di quanto avevamo concordato al momento dell’apparentamento». Sorprende il candore con cui Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica, risponde a chi gli fa notare che le condizioni poste agli alleati avanzate per ritornare in maggioranza e, quindi, in giunta vengono viste dal Pdl come fumo negli occhi. E’ calmo, l’architetto, quando fa sapere che al Pdl, consegnando martedì scorso il suo documento, ha anche dato un ultimatum: «Al massimo entro domani (oggi per chi legge, ndr.) ci faccia sapere la sua risposta. E’ inutile andare avanti oltre con questa estenuante agonia...». Peccato che il Popolo della Libertà, che ieri sera ha riunito il suo gruppo consiliare, affermi di non conoscere termini perentori entro cui decidere. Anche il sindaco Nicola Sodano, che ieri era a Milano per incontrare i vertici regionali del partito sulla crisi che si è aperta in giunta a Mantova, cade dalle nuvole: «Non sono a conoscenza di ultimatum» fa sapere tramite il suo capo di gabinetto Alessandro Colombo. Quanto ad una giudizio sulle dieci richieste avanzate da Benedini, il primo cittadino, sempre tramite Colombo, esprime il suo «no comment», risposta da cui è facile arguire che non sia rimasto molto soddisfatto dalle condizioni poste dall’ex assessore per rientrare in maggioranza dopo il «licenziamento» suo e della De Togni. Benedini tiene a ribadire un concetto: «Ho soltanto chiesto il rispetto degli accordi sottoscritti quando ci siamo apparentati, dopo il primo turno dell’aprile 2010. Abbiamo semplicemente chiesto di condividere tutto: ognuno esprime il proprio parere e poi si discute sulle persone e sulle cose da fare». Pesa, però, quel diritto di veto che sembra aver posto sui nomi dei futuri assessori: «Io - risponde alla constatazione - mi devo scegliere i miei compagni di viaggio, non le pare?». La domanda resta lì, sospesa. L’ex assessore, però, insiste: «Sono soltanto gli accordi presi con Sodano e con Beduschi al momento dell’apparentamento». Un’altra domanda sorge spontanea: la Lega condivide le sue richieste? Pronta la risposta: «Ho fatto avere il documento sia alla Lega che al Pdl - dice Benedini -; mentre la prima non ha fatto alcuna obiezione, il Pdl ha espresso delle perplessità. Decida lui, dunque, il da farsi». L’impressione è che la crisi, oltre che allungarsi, si stia ingarbugliando. La conferma arriva sempre da Benedini quando dice di non aver ancora parlato con Fava e Maccari insieme. E la Lega, cosa pensa di questa situazione di tensione venutasi a creare? E soprattutto sono accettabili le richieste dei civici? «Ogni richiesta è lecita e tutto è perfettibile» si limita a dire Vincenzo Chizzini, vicesindaco nonchè segretario della circoscrizione medio mantovano del Carroccio. Frase di circostanza che tiene aperta la strada ad un accordo per continuare a governare la città, ma che sembra lanciare la palla al Pdl: «Fra persone ragionevoli la quadra si trova - aggiunge -. Serve però la volontà politica di raggiungerla; se non c’è - ammonisce - si va a casa». E invita a trovare «un gentlemen’s agreement perché - conclude - tra sei mesi non possiamo trovarci ancora nella situazione di oggi».Sandro Mortari, 08 luglio 2011

63Capitolo 3 - 2011

13 e 16 luglioSi forma la nuova giunta. Rimane la De Togni, ma con la sola delega all’ambiente, e io mantengo i lavori pubblici ed Expo 2015.

Via libera al rientro della De Togni Crisi in giunta, il Pdl dà l’ok all’assessore all’ambiente e lancia la Bonaglia. Benedini frena: accordo non ancora chiusoLa De Togni può rientrare in giunta. Il Pdl, pur tra i maldipancia, ieri avrebbe dato il definitivo ok al rientro dell’assessore civico licenziato appena due settimane fa. Il via libera sarebbe avvenuto dopo l’ennesimo incontro con i benediniani, mantenuto rigorosamente riservato. Sarebbe, dunque, stato superato quello che veniva considerato l’ultimo scoglio, o almeno quello più infido, per consentire alla navicella civica di avvicinarsi al porto della giunta. «Io, però, un accordo ancora definitivo non ce l’ho in mano» frena Giampaolo Benedini; «I punti sono quasi tutti chiusi ma fino a che non ho il documento finale può succedere di tutto». Prima di varare la nuova giunta, che a questo punto sarà di dieci assessori (uno in meno della vecchia) manca l’incontro plenario con la Lega. Tra mille rumors, non è azzardato ipotizzare il seguente esecutivo. Pdl, da sei a cinque assessori: Cavarocchi avrebbe la delega all’urbanistica (manterrebbe la casa) e cederebbe le politiche educative alla new entry pidiellina: Cristina Bonaglia, preside dell’istituto Fermi; Irpo manterrebbe il bilancio assieme al demanio e ai tributi (tramontata l’ipotesi Pellizzer al bilancio); Rose manterrebbe la mobilità e la Polizia locale, così come De Pietri il welfare. Lega, tre assessori come prima: Chizzini resta vicesindaco con delega al turismo; Tonghini mantiene sport e grandi eventi e rinuncia a Expo 2015; entra Germano Tommasini, a cui andranno le attività produttive. Benediniani, gli stessi due di prima: Giampaolo Benedini rientrerà dopo il licenziamento ancora con la delega alle opere pubbliche e in più avrà quella ad Expo 2015; Anna Maria De Togni avrà l’ambiente al posto dell’urbanistica. Tutto fatto? Non ancora. Restano ancora alcuni punti di discussione col Pdl. Quali? «La condivisione, il modo di fare squadra» risponde Benedini. E i parcheggi, su cui lei ha chiesto mano libera: «I parcheggi in struttura e a raso vanno visti nel loro insieme - risponde - perché se non lavorano sono soldi buttati». Resta sempre aperto il discorso sulla condivisione degli assessori: «Cavarocchi all’urbanistica? Forse». Così come resta aperta la sostituzione di Luciano Borra alla presidenza della Valdaro spa che i benediniani vorrebbero avvenisse subito e che, invece, il Pdl intende procrastinare. Sul fronte del Pdl tutto tace. L’unico a parlare è il sindaco Sodano: «Il sindaco c’è - dice - così come la giunta e l’amministrazione va avanti». Si dimostra ottimista quando afferma che «entro poco tempo la verifica si chiuderà, sicuramente in tempo per andare in consiglio comunale lunedì 25 luglio». Avverte, però, l’alleato civico: «La realizzazione dei parcheggi è per natura affidata al settore lavori pubblici. Non esistono, però, proprietà private negli assessorati perché tutto deve essere frutto della collegialità». E il taglio degli assessori? Allarga le braccia: «Stiamo discutendo, ma c’è la presa di posizione di Lega e Benedini, indisponibili a ridurre il loro contingente».Sandro Mortari, 13 luglio 2011

Il sindaco chiederà la fiducia in consiglio Sodano alla Gazzetta: il 25 porteremo in aula il testo dell’accordo Pdl-Civici Il numero uno di via Roma: la verifica? L’ho voluta io e ora si è conclusa «La verifica l’avevo aperta io: non ero disposto a fare il sindaco se il metodo usato da altri era quello di andare sulla stampa per condizionare l’azione di governo. Adesso abbiamo chiarito le cose e siamo pronti per la ripartenza». La mattina dopo l’estenuante confronto concluso con l’accordo tra Pdl e civici, tra il sindaco e l’assessore Giampaolo Benedini di cui lui stesso aveva firmato la revoca delle deleghe alla fine di giugno, Nicola Sodano entra nella redazione della Gazzetta con il sorriso stampato sul volto. Parla dell’accordo raggiunto, ma nel contempo dice che sul documento firmato da Pdl e Civici (la Lega si è tenuta fuori dallo scontro tra i due alleati) chiederà la fiducia in aula il 25 luglio. Il grande litigio che sembrava condurre alla rottura definitiva si è trasformato in un rassicurante Happy end?«Lei parla di rottura, ma non sono d’accordo. C’è una sproporzione tra le incomprensioni reali che indubbiamente ci sono state tra me e Benedini e l’immagine che ne esce sulla stampa. Non voglio minimizzare quanto accaduto, ma ricordo che la verifica l’avevo aperta io dopo il voto delle provinciali. Anzi, l’intenzione era di farla prima, ma ho ritenuto poco opportuno avviare questo confronto a ridosso dell’appuntamento alle urne. Volevo chiudere tutto per il 4 luglio ma abbiamo tirato avanti fino il 14. In ogni caso non c’era fretta e abbiamo chiarito le cose. Ora siamo pronti per la ripartenza». Un chiarimento che ha portato a un rimpasto. Due assessori nuovi e altri tre usciti di scena... «La verifica non era solo sui nomi e sulle deleghe. A monte c’era la necessità di verificare dopo un anno di governo le cose fatte e quelle non fatte. Il problema principale era l’aspetto delle polemiche, le uscite sulla stampa per cercare di condizionare la politica di governo».Non può negare che tra lei e Benedini e tra il Pdl e la civica ci siano diversi modi di vedere le priorità e gli approcci all’amministrazione. Altrimenti non sareste arrivati alla crisi delle scorse settimane, no?«Certo, sono emerse delle differenze dovute al fatto che io ero il candidato sindaco di Pdl e Lega, Benedini era il candidato della lista civica che si è aggregato alla coalizione che mi sosteneva al ballottaggio. Non nego che nel corso dei mesi sono emerse delle differenziazioni, ma ieri sera (giovedì, ndr) abbiamo stilato un patto di governo. Sotto il profilo dei contenuti non abbiamo fatto altro che confermare le linee di mandato che, d’altronde, tutta la maggioranza aveva

64Capitolo 3 - 2011

votato compatta in aula nella seduta successiva a quello dell’insediamento. La novità è sotto il profilo politico. Pdl e civici hanno individuato un metodo di confronto per evitare che su argomenti rilevanti vi siano divergenze in giunta. E’ un documento che presenteremo alla prima seduta utile del consiglio comunale, che ritengo sarà lunedì 25 luglio. E su questo documento chiederò la fiducia, perché è evidente che è la città a chiedere di cambiare atteggiamento». Sindaco, ha accolto le richieste di Benedini. Aveva tolto le deleghe a lui e alla De Togni e ora li ha ripresi in squadra. Chi ha vinto?«Guardi che non era una partita tra me e Benedini, tra noi i rapporti personali non sono mai venuti meno. In ogni caso a me il cosiddetto decalogo di Benedini non è mai arrivato e, se devo essere sincero, direi che sono le posizioni del sindaco ad essere state accolte nel documento finale. Qui nessuno ha vinto o perso»Benedini tornerà ad occuparsi dei parcheggi a raso come ad inizio mandato? «Per le verità questo rientra nelle competenze della mobilità. L’assessore Benedini si occuperà dei parcheggi in struttura. Se il riferimento è alla vicenda Comated, va tenuto presente che la proprietà sta ancora trattando con Aster. Nulla è stato deciso. In ogni caso è il sindaco che ha in mano tutte le deleghe che poi affida agli assessori. Come dire, nella squadra tutti hanno la casacca di Sodano».Nicola Corradini, 16 luglio 2011

18 luglioMuore Mauro Pasolini.

In mille abbracciano PasoliniFamiliari, politici, amici, clienti, colleghi. Oltre mille persone ieri mattina hanno abbracciato per l’ultima volta Mauro Pasolini, il consigliere comunale e ristoratore morto sabato nell’appartamento di via Solferino a quarantanove anni. «Vi ringrazio tutti, vi assicuro che il vostro affetto per la nostra famiglia è di grande conforto. Più di quanto potessi pensare» ha risposto il fratello Gerry. In Sant’Andrea un dolore improvviso e condiviso, un saluto composto ma caldo, con l’infinita serie di pacche sulle spalle a Gerry, alla mamma Assunta e al papà Livio. Stanno seduti davanti alla bara di Mauro prima nella sala consiliare di via Roma, dov’era stata allestita la camera ardente, e poi nella basilica di Sant’Andrea, piena fino alle ultime file. Ascoltano don Renato Pavesi leggere il Vangelo di Matteo, dove Cristo dice: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro». Il silenzio della folla non si spezza mai. Solo, di tanto in tanto, rimbombano i singhiozzi laceranti di papà Livio. Un applauso si libera quando Gerry, salito sull’altare al termine della messa, legge il suo ultimo messaggio per il fratello: «Mauro era e sarà per sempre il mio orgoglio, nonostante le nostre liti epiche che conoscete. Ne ricordo una per un ombrello da un dollaro, davanti a due cinesi quando Mauro si era trasferito a Hong Kong. Lui lo voleva nero, io azzurro. Eravamo come due bambini che si azzuffano». Al bar Canossa come dall’altra parte del mondo. Gli aneddoti sarebbero infiniti e sciolgono sorrisi rigati dalle lacrime: «Ne avrei un milione da raccontare – continua Gerry Pasolini – spero solo che tutti voi possiate ricordare mio fratello come merita. Era un uomo felice, orgoglioso di essere diventato consigliere comunale e di poter lavorare al servizio della sua città. Era mio fratello e mio figlio. Spero di essere degno di portare il suo nome e che lui da lassù mi aiuti a essere un padre, un fratello, una persona sempre migliore». Pasolini ha letto d’un fiato la sua lettera. Appena si ferma scatta l’applauso di una basilica fin lì immobile. Gerry scende dall’altare e si china a baciare la bara del fratello. Sopra ci sono una maglietta del Milan con la scritta Maurone e il numero 14 (la data di nascita) e una t-shirt del Time Out, il locale gestito da anni in piazza San Francesco. Poi per la famiglia Pasolini sono ancora abbracci: con il sindaco Nicola Sodano, con il presidente del consiglio comunale Giuliano Longifls, con l’assessore Francesca Zaltieri che rappresenta la Provincia, con i compagni di avventura politica Giampaolo Benedini e Sebastiano Riva Berni, con lo staff del Time Out in divisa. La folla si riversa fuori dalla basilica e riempie piazza Mantegna. Cala un silenzio irreale, mentre la bara viene caricata sul carro funebre e Gerry risistema le magliette regalate al fratello. Quando l’auto si mette in moto verso il cimitero degli Angeli, parte un altro applauso. L’ultimo, per l’ultimo viaggio di Mauro Pasolini.Gabriele De Stefani

24 agostoLa gestione del parcheggio Mondadori. Aleggiava nell’aria un’altra proposta indecente. L’abbiamo fermata. Abbiamo sbagliato?

E adesso l’Aster punta gestire il parcheggio Mondadori. La proposta depositata in via Roma attende una risposta dalla giunta. Ma il direttore Volpi è pessimista: non credo che avremo il via libera Dopo aver rinunciato alla gestione dei 310 posti auto a raso nell’area Ex Comated, Aster ci riprova con il parcheggio sotterraneo di piazzale Mondadori da 350 stalli. In questi giorni in via Roma, in attesa del ritorno dalle ferie del sindaco Sodano - e della prima riunione di giunta in programma per martedì 30 -, sta circolando la proposta scritta con cui l’Agenzia servizi al territorio del Comune si candida per gestire il parcheggio privato nel cuore della città

65Capitolo 3 - 2011

che sarà pronto tra un anno, un anno e mezzo. Difficilmente, però, Aster riuscirà a centrare il suo obiettivo. Anzi, il direttore Ildebrando Volpi è ormai convinto che l’ipotesi di gestire piazzale Mondadori tramonterà come è stato per quella della ex Comated. «E i motivi - dice - sono sempre gli stessi», cioè l’elevato costo che Aster avrebbe dovuto sostenere per l’affitto che si sarebbe riverberato su un aumento della tariffa della sosta in città.La proposta di Aster risale alle scorsa primavera e prevede il pagamento di una canone d’affitto annuale di quasi 429mila euro (1.225 euro per ogni stallo) per dodici anni da versare al costruttore del parcheggio. L’Agenzia ha presentato alla giunta il piano finanziario che prevede un aumento del costo della sosta nelle strisce blu per controbilanciare l’esborso del canone. «Dobbiamo ancora ricevere una risposta dall’esecutivo - afferma Volpi -, ma visto come è andata a finire con la ex Comated penso che sarà negativa. Infatti, in un momento di crisi come l’attuale è sconsigliabile aumentare il costo della sosta a parcometro. E poi nei primi sette mesi di quest’anno abbiamo visto che gli introiti dalla sosta, rispetto ad un anno fa, sono calati di 40mila euro» Ergo, Aster rinuncerà a gestire anche il parcheggio di piazzale Mondadori dopo averlo fatto per quello dell’ex Comated all’Anconetta. «Sottolineo - aggiunge Volpi - che noi avevamo avanzato le nostre proposte nell’ambito dei compiti che la stessa giunta ci aveva affidato, e cioè di portare proposte per la sosta in città. Avevamo individuato ex Comated e piazzale Mondadori come le due opportunità per dare alla città in un anno e mezzo 670 posti auto vicini al centro. Cadendo un’ipotesi, logicamente viene meno anche l’altra». E adesso, cosa succederà. L’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini, a cui è stata affidata l’intera delega sui parcheggi, non è per nulla preoccupato: «Il parcheggio di piazzale Mondadori verrà realizzato lo stesso dai privati i quali, in base alla convenzione stipulata col Comune, hanno anche l’obbligo di gestirlo. Se poi vorranno farlo in proprio oppure affidarsi ad una società terza, fatti loro. Da quello che mi pare di capire, non c’è spazio per Aster. Del resto, sarebbe un controsenso, se non qualcosa di più grave, se il Comune desse dei soldi ai privati per assolvere ad un obbligo che hanno già assunto dopo aver avuto la possibilità di realizzare la struttura nel nostro sottosuolo. E poi non è corretto assimilare i due parcheggi: Mondadori si farà perché c’è un preciso obbligo da parte dei privati, mentre quello della ex Comated è ancora tutto da definire visto che non si è riusciti a trovare l’accordo coi proprietari dell’area». A questo punto, la situazione parcheggi in struttura è la seguente: a piazzale Mondadori si aggiungono quelli di piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga che dovranno essere costruiti e gestiti da Imprepar, e quello sotto corso Vittorio Emanuele da Imi. E Apcoa? «E’ la società che si è proposta per gestire quei parcheggi - afferma Benedini -. Decideranno gli attuatori se affidarsi o meno ad essa».Sandro Mortari, 24 agosto 2011

29 settembreIntervista a 360 gradi sulla Gazzetta. Lucida e attuale. Ma foriera di invidia da parte dei miei alleati. Me lo dovevo aspettare. Infatti i contraccolpi non tardano.

«Un patto con le imprese per rianimare la città» L’assessore civico: bisogna investire su turismo, logistica e ambiente La politica deve accendere il motore dello sviluppo, ma servono idee chiare I concetti, chiari e ordinati, nascosti dentro l’inseparabile taccuino Moleskine. Sganciare l’elastico significa aprire una riflessione ampia, complessa, anche rischiosa, perché ogni volta che l’assessore parla a ruota libera, la maggioranza di centrodestra di cui fa parte si agita. Ma Giampaolo Benedini, l’architetto da un anno e mezzo prestato alla politica, vuol provocare. Per provare a svegliare una città «che è come un albergo senza clienti, destinato a chiudere, a morire». Dismessa per un paio d’ore la divisa da assessore, Benedini torna a parlare da capo di quel movimento civico che alle elezioni del maggio 2010 l’ha portato in via Roma. Alla vigilia di un autunno che per l’amministrazione comunale, alle prese con un bilancio da lacrime e sangue e con mille obiettivi da inseguire, si preannuncia caldissimo.«Sì - esordisce Benedini - sono seriamente preoccupato. La popolazione è in calo, mancano le risorse, il territorio è cresciuto e i problemi da risolvere sono tantissimi. Se non cambieranno le condizioni, sarà dura. Ecco perché è assolutamente necessario, ed urgente, creare le condizioni per riprendere lo sviluppo».I problemi sono noti a tutti, mancano le soluzioni. La prima idea che le viene in mente?«Rovesciamo la situazione, e approfittiamo di questo momento di crisi. Chiamando a raccolta il mondo delle imprese. Il pubblico crea le condizioni affinché le imprese partecipino allo sviluppo, ma gli imprenditori, i privati, devono fare la loro parte».Detto così sembra tutto molto facile. Ma come si traduce una proposta del genere, in termini operativi?«Le faccio un esempio banale. Ieri, guardando la tv, ho scoperto che diverse star del cinema stanno comprando immobili di pregio a Verona. Il nostro centro storico non ha nulla da invidiare a quello di Verona. Ma va recuperato per essere attrattivo. Perché, allora, non immaginare, insieme ai privati, un grande piano di recupero degli edifici storici? Questo potrebbe essere un primo volano anche per il turismo, culturale, ambientale, enogastronomico, religioso, per il teatro e per la musica di tradizione. Ma bisogna fare sinergia, guardando a Verona. Noi, da soli, siamo troppo piccoli per essere attrattivi, mentre loro, con il Garda, vantano 14 milioni di presenze turistiche».Un anno fa il sindaco Sodano, seduto a fianco al collega di Verona Tosi, all’assemblea di Confindustria, diceva le stesse cose. Risultati concreti?«A quanto mi risulta poco o nulla, ma non importa. Bisogna crederci, e insistere. Penso, ad esempio, a come intercettare

66Capitolo 3 - 2011

i flussi turistici che un vettore low cost come Ryanair porta a Verona».Scusi, ma si è messo a fare anche l’assessore al turismo?«No, la delega è di Chizzini, ma io ho quella all’Expo 2015. E ho già incontrato l’assessore al turismo di Verona, Erminia Perbellini, perché sono convinto che a volte le relazioni personali valgano più della politica. Voglio andare alla fonte, intercettare quei turisti e portarli a Mantova. Me lo ha insegnato mio padre, che aveva un albergo a Riccione. Mica aspettava gli stranieri d’estate, d’inverno andava in treno in Francia, in Svizzera e in Germania a portare i cataloghi».Torniamo al recupero della città e allo sviluppo. Come si fa con l’edilizia in crisi nera?«Il momento, in realtà, può anche essere positivo, perché chi ha fatto edilizia residenziale, oggi ferma, può fare quella pubblica».In città dove si potrebbe intervenire? Pensa, ad esempio, alla cittadella dei servizi a Fiera Catena?«Stiamo elaborando uno studio di fattibilità sui costi di manutenzione di tutti gli immobili comunali, che presenteremo ai prossimi stati generali. L’ipotesi di lavoro è quella di un leasing in costruendo, che permetterebbe di dismettere una parte degli edifici del Comune».Municipio compreso?«Ci sono degli elementi affettivi all’interno della maggioranza, ma non bisogna scordare che la sede di via Roma ha bisogno di costosi interventi di ristrutturazione e di manutenzione. Si potrebbe pensare, ad esempio, ad alcuni uffici istituzionali al Podestà e agli altri nella cittadella dei servizi».A proposito di Podestà, qualche consigliere suggerisce di rinviare l’apertura delle buste con le offerte economiche al 2012...«Vede, uno dei difetti di questa giunta è che non decide, o meglio, che rimanda troppo spesso decisioni importanti. Le faccio un esempio. Ci siamo messi a discutere se andare o meno avanti dopo che la commissione tecnica, il cui lavoro è costato decine di migliaia di euro, aveva visto i progetti. Era un’analisi da fare prima, e lo stesso discorso vale per il parcheggio dell’Anconetta, ancora in stand-by. Io dico che se andiamo avanti spediti con la cittadella dei servizi possiamo riqualificare un’area importante, dando anche un senso al progetto del ponte a Catena, che si può fare».Torniamo al tema dello sviluppo. D’accordo i privati e il turismo, ma quali sono le altre leve da muovere?«L’altra parola chiave è logistica. C’è un polo, quello di Valdaro, dove c’è la trimodalità ma con una situazione imperfetta. Siamo al centro di otto province, a cui distribuire e da cui ricevere merci. Eppure continuamo a ragionare su un ambito territoriale non adeguato per il futuro della città, e senza una visione strategica. Ci sono operatori privati importanti, come Artoni, Paganella e Tcf, che vanno coinvolti. Solo chi fa logistica di mestiere può dare una svolta a quell’area utile e sviluppare tutto il territorio».Quindi è d’accordo per liquidare la Valdaro spa e per non assegnare alla società la gestione del porto, ora alla Provincia?«Valdaro ha 800mila metri quadrati di terreno. A 70 euro al metro fanno circa 60 milioni di patrimonio, a fronte di debiti per 20. Così, però, è un patrimonio che non serve a nulla, e che non fa crescere la città. Ecco perché bisognerebbe tagliare i prezzi e offrire i terreni alle aziende con delle proposte veramente competivive, come si fa all’estero, dalla Svizzera alla Germania, e con sgravi fiscali. Solo così, in una fase di crisi, si incentivano le aziende ad investire. Ma per farlo serve un consorzio che veda in prima fila gli operatori privati, capaci di fare logistica, con il pubblico relegato ad un ruolo di controllore. E a quel punto il consorzio potrebbe anche gestire il porto. Poi c’è un altro tema fondamentale».Il petrolchimico?«Sì, fare le bonifiche vuol dire portare qui del lavoro. Bisogna allora trasformare l’inquinamento, che un limite pesante per il nostro territorio, in un’opportunità. Perché, ad esempio, non cercare in Tea un partner che potrebbe specializzarsi anche nelle bonifiche, visto che i problemi del sito di Mantova sono gli stessi di numerosi altri siti in Italia? C’è, poi, un altro problema. Ci sono aziende che sono solo penalizzate dall’essere nel Sin. Itas, 35 milioni di fatturato, 80 dipendenti, spende tra i 200 e i 300mila euro all’anno per la messa in sicurezza. Belleli Energy, 200 milioni di dollari di fatturato con una redditività prima delle imposte del 28%, ha portato fuori da Mantova 190mila ore lavoro. E non può crescere».Analisi lucida, e condivisibile. Ma come si risolve il problema?«In due modi. Ad Eni, una grande azienda che dice di voler investire nello sviluppo sostenibile e che tanto ha avuto dal nostro territorio, bisogna dire che è ora di restituire qualcosa al territorio».Parla lei con Eni?«Anche, ma su questo fronte bisogna che ci dia una mano la politica. L’altra strada è mettere nelle condizioni la Ies di rispettare tutti i vincoli, gli impegni e le prescrizioni. Farlo vorrebbe dire oggi aprire una discussione più ampia, anche sul fatto di quanto possa essere anti-economico, per la raffineria, i cui conti non sono certo positivi, restare a Mantova».Fa appello ai privati ma spera che Mol lasci la raffineria di Mantova?«Se nel cestino di sono due mele, e una è marcia, non c’è altra via che buttare quella marcia. Altrimenti si rischia di danneggiare anche quella buona».Quando parla di imprenditori a chi si riferisce in particolare?«Penso a tutti, grandi e piccoli. Famiglie come Marcegaglia e Colaninno hanno avuto moltissimo da questi territori. Io credo che dovrebbero avere un occhio di riguardo per questa città splendida ma ridotta ormai ai minimi termini. Bisogna dare un’opportunità soprattutto ai più giovani, altrimenti la città morirà ».

67Capitolo 3 - 2011

Le imprese che investono, però, vogliono certezze dalla politica...«Questo è il nostro grande problema. Dobbiamo avere le idee chiare, e una visione d’insieme».Corrado Binacchi, 29 settembre 2011

Confindustria gelida «Benedini ci critica? Tiri fuori i progetti» «L’intervista di Benedini? Non l’ho letta». Sono quasi le 19 e il il sindaco Nicola Sodano liquida così il cronista che gli chiede un parere sulle dure dichiarazioni del suo assessore. L’assessore leghista al turismo Chizzini, si dice d’accordo con il collega, «però - gli ricorda - già da tempo sono in contatto con il sindaco di Verona e con la realtà gardesana per promuovere la nostra città». Anche il capogruppo del Pdl, Ghirardini, così come il suo vice Acerbi, dice di non aver letto l’intervista; entrambi, però, rimandano agli stati generali della maggioranza la necessità di scegliere delle priorità su cui trovare la convergenza di tutti. Zaniboni del Patto , invece, l’ha letta, e afferma: «Benedini ha risposto alla nostra richiesta di collaborare, in questo difficile momento di c risi, per il bene della città, mentre il resto della maggioranza tace». Per la Graziano (gruppo misto) «peccato che Benedini sia politicamente inaffidabile» mentre per Bondioli (Insieme per Brioni) «ciò che dice è solo aria fritta». E Buvoli (Pd): «Ha rilevato ciò che noi diciamo da un anno e mezzo, e cioè che la giunta non decide». Sempre pronti a collaborare, ma su proposte concrete. Che finora non sono arrivate dall’Amministrazione comunale. Così Confindustria Mantova risponde all’appello che l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini ha lanciato attraverso l’intervista di ieri alla Gazzetta. «Serve un patto con le imprese per rianimare la città» aveva detto l’amministratore locale, prendendo spunto dalla crisi che sta attraversando il paese e che impedisce anche all’ente di via Roma di avere risorse da investire per lo sviluppo. Gli industriali, però, non condividono la visione che l’assessore ha di una Mantova ridotta ai minimi termini, destinata, come dice lui stesso nell’intervista, «a chiudere come un albergo senza clienti» e popolata da aziende del polo chimico che assomigliano a «mele marce». Ricordano, inoltre, anche le responsabilità del Comune per la crisi economica che sta investendo la città: «Non sta pagando le imprese mantovane che hanno lavorato per lui». Insomma, da parte degli industriali sembra che l’appello di Benedini, per essere accolto, debba essere accompagnato da gesti conseguenti da parte dell’amministrazione. Sceglie la forma del comunicato stampa Confindustria Mantova per rispondere all’assessore. Poche madecise parole per esprimere concetti chiari che, difficilmente, possono essere fraintesi. «Confindustria ribadisce la propria disponibilità al confronto ed alla collaborazione nelle ricerca delle soluzioni più utili e più opportune per rilanciare il capoluogo, sostenere lo sviluppo del territorio e della sua economia». Impostazione, del resto, già manifestata nel corso di «innumerevoli incontri» tra i suoi vertici e lo stesso Benedini, «spesso affiancato da autorevoli e rappresentativi colleghi di giunta - precisano gli industriali quasi a non voler distinguere le responsabilità -, ma che fino ad oggi non hanno portato ad alcuna concreta proposta da parte del suo assessorato». L’affondo continua. Confindustria conferma la sua disponibilità a «proseguire nel percorso avviato» ma «alla luce di proposte operative», e si impegna «a fornire un’altrettanto concreta risposta, come i plurimi rapporti con il sindaco stesso, con il quale è in corso una fattiva collaborazione, dimostrano». Gli industriali ricordano che mai si sono sottratti al confronto con le parti sociali per discutere del futuro della città e che sono stati «consistenti i contributi, in termini di idee e di risorse, già messi in campo a favore della comunità mantovana». Tuttavia, non possono non richiamare il Comune alle sue responsabilità: «Attualmente le imprese sono nella condizione di non poter incassare crediti cospicui dal Comune per opere da lui appaltate che, va da sè, sarebbe estremamente positivo venissero saldati. Per non parlare - aggiungono - dei tanti progetti anche in project financing annullati nel recente passato». Infine, «pur in un momento globalmente impegnativo, non consideriamo la città ai minimi termini, e mele marce non ne vediamo; anzi, identifichiamo nelle aziende del polo chimico delle grandi opportunità da tenere ben strette e da utilizzare come driver di sviluppo». Sandro Mortari

Il direttore dello stabilimento «Noi non siamo mele marce» «L’assessore Benedini dice che siamo mele marce? Non voglio fare polemiche, mi dispiace solo per quei giovani puliti che lavorano qui e che abbiamo assunto in questi ultimi due anni. Non si meritano definizioni come queste». Antonio Gullotta è direttore dello stabilimento Ies. Ha letto le dichiarazioni del leader della lista civica, Giampaolo Benedini e replica con una sola battuta. L’architetto non ha partecipato all’iniziativa. Peccato. Un confronto diretto, magari con il manager Zsolt Szalay, sarebbe stato interessante.

OttobreProgetto spartitraffico di corso Garibaldi. Le risorse verranno trovate solo nel 2014; purtroppo eliminando gli alberi che avrebbero creato un impatto completamente diverso.

Il progetto: un’aiuola verde Ma i soldi non ci sono Il progetto di massima c’è già, mancano i soldi per realizzarlo. E così, il Comune ha deciso di rinviare la sistemazione del tratto di corso Garibaldi da via Frattini a via Giulio Romano all’anno prossimo, nella speranza che, nel frattempo, si trovino le risorse necessarie. Che non sono nemmeno molte: 60mila euro. Il progetto messo a punto dall’ufficio tecnico del Comune e da Tea prevede la rimozione delle antiestetiche e pericolose barriere in cemento che delimitano

68Capitolo 3 - 2011

un tratto di corsia preferenziale e la loro sostituzione con una aiuola spartitraffico. Spiega il dirigente del settore opere pubbliche Carmine Mastromarino: «Abbiamo due-tre alternative che stiamo studiando perché la sovrintendenza, per dare l’autorizzazione paesaggistica, vuole un progetto completo con tanto di disegni e di fotografie». L’idea di massima è quella di realizzare una aiuola di 90 metri (ma sulla lunghezza si stanno ancora facendo le verifiche necessarie) in grado di ospitare arbusti o alberi (anche su questo punto la scelta non è ancora stata compiuta). «Alla fine - dice il capo dell’ufficio tecnico - il nuovo spartitraffico dovrebbe delimitare una corsia, come l’attuale, in direzione via Trieste-Porta Cerese, mentre dalla parte opposta dovrebbero rimanere le due corsie». Il costo dell’opera è di 60mila euro ma, «date le ristrettezze economiche in cui ci troviamo - afferma Mastromarino - il progetto è stato rimandato all’anno prossimo». Recentemente, il gruppo consiliare del Pdl ha presentato un’interrogazione (primo firmatario Spallanzani) per chiedere all’amministrazione che cosa intenda fare dei new jersey di corso Garibaldi: «Se i consiglieri fossero venuti nel mio ufficio - replica l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini - avrei spiegato che cosa stiamo preparando e avrei risparmiato loro la fatica di scrivere l’interrogazione».

5 ottobreIl via libera dalla giunta a mandare avanti l’idea della cittadella dei servizi.

Sì alla Cittadella degli uffici Benedini può progettare. L’assessore: ho avuto il via libera della giunta per uno studio di fattibilità Voglio presentarlo il 24 ottobre agli stati generali della maggioranza Cittadella degli uffici comunali, atto secondo. Dopo aver individuato l’area che dovrebbe ospitarla, l’assessore Giampaolo Benedini può ora procedere con lo studio di fattibilità. Può, cioè, entrare nel dettaglio e mostrare ai suoi colleghi di giunta un’ipotesi di costi, dimensioni e caratteristiche di uno dei progetti a lui più caro. Quello sempre difeso a spada tratta dagli attacchi degli alleati più scettici. L’esecutivo di via Roma, ieri, gli ha dato il via libera per dare una veste più concreta all’enunciazione contenuta nelle linee programmatiche dell’amministrazione Sodano. E lui ha colto la palla al balzo: «Sarò pronto per il 24 ottobre, quando si riuniranno gli stati generali della maggioranza» annuncia con entusiasmo. Sarà in quella sede che presenterà la sua idea di cittadella in cui riunire tutti gli uffici comunali operativi in un unico edificio, lasciando (in via Roma o a Palazzo del Podestà) tutti quelli di rappresentanza e istituzionali. A redigere l’elaborato sarà l’ufficio tecnico del Comune. «Lo studio di fattibilità - dice l’assessore - sarà accompagnato anche da una valutazione sullo strumento finanziario più idoneo per realizzare l’opera. Viste le nostre difficoltà finanziarie occorre puntare o sul project financing oppure sul leasing in costruendo». Due strumenti che comportano il coinvolgimento dei privati. Come egli ha sempre ritenuto sia indispensabile se si vuole dare prospettive di sviluppo alla città in un momento di crisi come l’attuale. L’«operazione cittadella» era partita un anno fa quando Benedini, attraverso un avviso pubblico, riuscì ad individuare l’area che avrebbe potuto ospitare gli uffici comunali riuniti: la zona di Fiera Catena, accanto alla ex ceramica, in una porzione di area su cui avrebbe dovuto sorgere il nuovo palazzo di giustizia. «Tra tutte le offerte che erano pervenute - ricorda - questa era la più vicina alle nostre esigenze. Però - tiene a precisare - non c’è ancora nulla che vincoli l’amministrazione a realizzare la cittadella in quel luogo». Quando parla del suo progetto, nel tono della voce si scorge tutta la soddisfazione per essere riuscito a sbloccare una situazione che rischiava di incancrenirsi tra veti incrociati e polemiche. A far passare, nella maggioranza, se non ancora l’idea di puntare su un’unica sede per i settori lavori pubblici, servizi sociali, la polizia comunale, l’anagrafe, lo sportello unico e tutti gli uffici operativi attualmente disseminati per la città, almeno ad approfondire la questione: «Miglioreremmo l’efficienza dell’ente - dice, lui, profondamente convinto - e risparmieremmo risorse. Sarebbe anche l’occasione per recuperare una parte importante della città vicino all’ex ceramica, compresa quella vecchia struttura industriale».05 ottobre 2011, Sandro Mortari

Benedini agli industriali «Volete investire? Si fa così»Nel pomeriggio di oggi Confindustria svelerà i suoi piani per il rilancio economico della città. In via Portazzolo ci sarà anche l’assessore Giampaolo Benedini, che la settimana scorsa era stato protagonista di una polemica con gli industriali: secondo l’architetto le imprese sono troppo timide e non svolgono il loro ruolo propositivo, secondo Confinfustria il Comune è latitante e non presenta progetti concreti su cui misurarsi. Oggi alle 16 per la prima volta le due parti si troveranno in pubblico nella stessa sala. E proprio per parlare dello sviluppo della città. Ci saranno anche il presidente della Camera di Commercio Carlo Zanetti, il presidente della Provincia Alessandro Pastacci e il sindaco Nicola Sodano. Intanto Benedini torna sulla polemica. La loro reazione alla sua chiamata a un maggiore impegno («non sappiamo su cosa misurarci se dal Comune non arrivano proposte concrete» era il senso della replica) lo ha deluso: «Mentre la presa di posizione dei sindacati era scontata, anche se poi mi hanno criticato solo sul fronte ambientale, sono rimasto molto perplesso dalla reazione di Confindustria. Quali progetti ulteriori vorrebbero da noi oltre ai molti già indicati nel piano delle opere pubbliche? Lì sono contenuti numerosi interventi importanti che non possono essere affrontati direttamente dalla pubblica amministrazione per vari motivi, compreso quello non secondario della mancanza di risorse». E allora Benedini fa un passo in più: spiega agli industriali come si affianca il Comune e come si possano fare proposte. «Forse Confindustria non sa quello che prevede il terzo correttivo al Codice degli appalti – prosegue – la nuova norma prevede, oltre alla classica iniziativa pubblica con studio di fattibilità e

69Capitolo 3 - 2011

gara, l’iniziativa privata. Si possono presentare autonomamente proposte, costituite da uno studio di fattibilità e da un progetto preliminare. A quel punto l’amministrazione pubblica un avviso per sollecitarne altre e poi valuta a chi affidare l’incarico e se scegliere un project financing o un leasing in costruendo». Il messaggio è diretto: leggere il piano delle opere pubbliche, capire se c’è qualcosa che possa interessare, telefonare in Comune. Fare sistema.Gabriele De Stefani, 07 ottobre 2011

16 ottobreViene presentato un piano delle opere pubbliche da 276 milioni. Gli industriali potrebbero trarre spunto per fare proposte, invece nessun interessamento. Fossimo in altra terra si sarebbero subito messi a disposizione.

18 ottobreConvegno con il sottosegretario Giachino. La gronda merci si può fare!

Il ministero apre a Benedini per la ferrovia Il sottosegretario Giachino: «Via i binari nel tratto da Frassine alla città? Si può fare» Lo spostamento del traffico merci che oggi corre sui binari tra Frassine e la stazione centrale si può fare. A dirlo è il sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino, che ha affrontato il problema delle infrastrutture nel Mantovano nel corso del convegno organizzato ieri in Confindustria dall’associazione Robert Schuman, guidata dal pidiellino Gilberto Sogliani. Sul tavolo c’è la proposta uscita dagli uffici comunali dei lavori pubblici: stop al traffico merci tra Frassine e piazza don Leoni e realizzazione di un anello ferroviario che consenta l’ingresso dei treni in città da Roverbella e Porto Mantovano. Un’idea, quella lanciata dall’assessore Giampaolo Benedini, che servirebbe a risolvere problemi di sicurezza (merci pericolose passano quotidianamente per la città), di traffico (passaggi a livello di porta Cerese e viale Gorizia) e di salute del patrimonio artistico (le vibrazioni minacciano Palazzo Te). Giachino ha spiegato che la soluzione proposta dal Comune insieme a Rfi si può fare, nonostante una prima stima dele spese parli di circa 180 milioni di euro. «Ma si può abbassare – commenta Benedini – anzi lo abbiamo già fatto con una prima revisione del progetto. Per ora incassiamo questa notizia molto positiva: l’apertura del governo è un segnale molto importante di attenzione verso il nostro lavoro». Le parole del sottosegretario hanno trovato l’apprezzamento anche di Centro Padane, la società costruttrice dell’autostrada Cremona-Mantova e delle relative opere di compensazione, restyling del passaggio a livello di Porta Cerese compreso. Nel corso del convegno spazio anche all’assessore provinciale alle infrastrutture Giulio Freddi: «In provincia abbiamo troppe opere incompiute – ha detto – il nostro non è più solo un territorio agricolo, abbiamo un’impresa ogni otto abitanti. Tutte sono penalizzate dalla carenza di strade, ferrovie e vie d’acqua». Da Giachino un invito: «Non fate la lista della spesa, perché negli ultimi 12 anni, a causa della bassa crescita, abbiamo perso 500 miliardi di euro e occorre utilizzare al meglio le poche risorse che abbiamo». Il presidente dell’associazione Schuman, Gilberto Sogliani, ha esortato anche ad intervenire per la terza corsia di Autobrennero e a «far funzionare» il porto di Valdaro.g.s., 18 ottobre 2011

24 ottobreInizia una mappatura sugli interventi delle opere pubbliche, disponibile online a tutti i cittadini sul sito del Comune. Attraverso questo strumento si può conoscere che cosa sta avvenendo sul territorio della Città.

Cantieri lumaca. Scattano i controlli in tutta la periferia. L’assessore Benedini: in passato c’è stato troppo lassismo. E sul sito del Comune apparirà la mappa delle “cose fatte” L’assessore Giampaolo Benedini li aveva annunciati nei primi giorni di settembre in un’intervista alla Gazzetta. Ora i controlli del Comune sui grossi cantieri che stanno realizzando (o dovrebbero farlo) nuovi insediamenti nella periferia della città passano dalle intenzioni ai fatti. Da questa settimana una squadra formata da tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici e uomini della polizia locale inizierà un giro di ispezioni nelle fette di città dove da anni gru, ruspe e operai lavorano (spesso in fasi alterne, con lunghe fermate) su condomini, villette, strade, piste ciclabili e altri edifici. Lottizzazioni non ancora concluse e che spesso sono al centro di lamentele degli abitanti delle zone limitrofe, stanchi di dover convivere con cantieri che, talvolta, provocano disagi. Basta pensare ai lavori infiniti tra via Cremona e la Sabbionetana, con la riqualificazione del parcheggio di fianco al cimitero congelata poco dopo lo smantellamento dell’asfalto e la bretellina con sovrappasso ferroviario ancora da completare. «In quel caso abbiamo già avuto un primo confronto con le imprese – spiega l’assessore ai lavori pubblici Benedini – nei prossimi giorni andremo in altri cantieri per verificare se stanno facendo ciò che effettivamente era stato progettato. Ci sono molti cantieri e devo dire che in passato c’è stato troppo lassismo in questo tipo di controlli». Le prossime tappe del tour tra i cantieri aperti in città dovrebbero essere quelle della lottizzazione di via Monsignor Martini a Belfiore (balzata agli onori della cronaca per la protesta del comitato Paiolo contro il previsto abbattimento di decine di pioppi sull’argine del parco) e nella zona dell’ex Ceramica, dove si stanno costruendo delle palazzine per uffici e negozi a ridosso di piazza Polveriera e

70Capitolo 3 - 2011

via Salnitro. Intanto i lavori pubblici stanno predisponendo una mappa degli interventi dell’assessorato in tema di manutenzione, sistemazione o riqualificazione di strade, parchi ed edifici pubblici (a partire dalle scuole). La piantina sarà aggiornata in tempo reale e pubblicata sul sito del Comune. «Ci stiamo lavorando da tempo – spiega l’assessore – e tra pochi giorni la presenteremo ufficialmente. I cittadini potranno vedere su una mappa della città tutti i lavori fatti, quelli in corso e anche quelli in programmazione. Credo sarà utile per i cittadini ma anche per noi. Avendo sotto gli occhi una rappresentazione geografica dei nostri interventi sarà più facile programmare le manutenzioni in modo equilibrato sul territorio. In questo anno abbiamo raccolto segnalazioni dai vari quartieri e i problemi ci sono. Non possiamo affrontarli tutti in un colpo, ma è importante rafforzare i canali di comunicazione diretta tra amministrazione e cittadini. A questo fine abbiamo anche dedicato una figura specifica alla raccolta di segnalazioni negli uffici dello Sportello unico. Lì i cittadini, le associazioni, i comitati possono trovare un punto d’ascolto. Forse questa iniziativa non è ancora molto conosciuta, ma ora la pubblicizzeremo».Nicola Corradini, 24 ottobre 2011

71Capitolo 3 - 2011

72Capitolo 3 - 2011

73Capitolo 3 - 2011

74Capitolo 3 - 2011

17 novembreAbbiamo atteso invano, per quasi un anno, che gli uffici finanziari del Comune valutassero l’offerta Apcoa per i parcheggi. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta prima dall’assessore Napoli e poi dal suo successore Roberto Irpo. Decido quindi di far analizzare la proposta ad un advisor esterno.

Caccia all’advisor esterno per valutare il piano ApcoaI funzionari del settore opere pubbliche del Comune ieri hanno incontrato una delle tre società di consulenza che si sono proposte come advisor per valutare la proposta economica relativa alla...

17 novembre Arriva una dichiarazione di interesse per la cittadella dei servizi dall’impresa Italiana Costruzioni.

La cittadella dei servizi al posto degli uffici giudiziari Il nuovo Tribunale di Mantova, su cui le forze politiche si sono accapigliate per anni salvo poi abbandonare il progetto, avrebbe dovuto sorgere a Fiera Catena, nell’area dell’ex ceramica. Quel terreno è di proprietà della società Vecer che per anni se l’è visto congelare da un vincolo di destinazione pubblica e da mille polemiche. Adesso potrebbe esserci uno spiraglio. Su quell’area, infatti, potrebbe sorgere la cittadella degli uffici comunali che la giunta Sodano ha inserito tra i suoi obiettivi primari. Nei giorni scorsi una società milanese, la Italiana costruzioni, ha inviato una lettera in Comune manifestando il suo interesse per l’operazione. «Non vi è ancora nulla di definitivo - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini che da tempo si sta battendo per accorpare gli uffici comunali attualmente dispersi in varie sedi - quella società ha saputo del nostro progetto e ci ha scritto per dare la sua disponibilità a costruire la cittadella. Credo - aggiunge - che tra non molto il sindaco Sodano fisserà un incontro con la Italia costruzioni per approfondire i loro intendimenti». A quanto sembra di capire, a tutt’oggi siamo alla semplice manifestazione di interesse: Non esisterebbe, infatti, in Comune alcuna proposta concreta su che cosa la società milanese vorrebbe realizzare a Fiera Catena. Si parla che oltre agli uffici del Comune potrebbero essere trasferiti lì quelli della Regione (che attualmente si trovano in un palazzo in corso Vittorio Emanuele); addirittura, si dice che nella futura cittadella potrebbero trovare posto anche uffici del Tribunale, in modo da risolvere una volta per tutte l’atavico problema dell’inadeguatezza delle attuali strutture che in città ospitano le funzioni giudiziarie. Tornerebbe, dunque, in auge la destinazione a Palagiustizia dell’area attorno alla ex ceramica anche se, ovviamente, per un progetto di uffici giudiziari di molto ridotto rispetto all’originario. In questo caso, poi, tutto il complesso immobiliare, dagli uffici comunali a quelli giudiziari passando per quelli regionali, verrebbe realizzato con capitali privati. Con che strumento, se con il project financing, con il leasing immobiliare o con altro, sarà più chiaro quando Comune e società si incontreranno faccia a faccia. 17 novembre 2011

19 novembreEnipower presenta tre soluzioni per mettere a norma la caldaia B6 con una proposta indecente di un nuovo Turbogas. La questione avrà un epilogo che susciterà molte perplessità sia sull’operato della De Togni che su quello di Sodano, comunque decisore di tutta la vicenda.

Enipower pensa a un altro turbogas. Proposta a Comune e Provincia: una centrale a tempo pieno al posto della caldaia di riserva. Pronti 100 milioni di euro I soldi per gli investimenti ci sono, ma non sono quelli invocati proprio venerdì dall’assessore comunale Giampaolo Benedini. Nessuna nuova proposta sul fronte del risanamento del petrolchimico ma un’accelerata sullo sviluppo: Enipower ha pronto un piano da cento milioni di euro per una seconda centrale turbogas. Del progetto sono stati informati venerdì l’assessore provinciale all’ambiente Alberto Grandi e il sindaco Nicola Sodano, che hanno ricevuto uno dopo l’altro i vertici della società e del suo stabilimento mantovano. Di ufficiale non c’è ancora nulla, ma Enipower ha già le idee chiare. Tant’è che nelle valigette dei dirigenti ci sono tre piani, di impatto e portata economica diversi. Tre soluzioni pronte, da scegliere in base alla disponibilità degli enti pubblici, locali e non, che saranno coinvolti. Ma perché torna d’attualità il tema di una seconda centrale turbogas, a pochi mesi dal definitivo tramonto del progetto Ecogen? Enipower parte dalle prescrizioni imposte dal ministero dell’Ambiente prima dell’estate, quando è stata rinnovata per otto anni l’autorizzazione per l’impianto già in funzione. Roma ha ordinato una robusta riduzione dell’uso della caldaia B6, che ad oggi è la riserva della centrale ed entra in azione per non oltre 3mila ore all’anno. Entro cinque anni l’attività dovrà essere dimezzata. Come? Ecco le tre ipotesi studiate da Enipower. Due, più leggere, prevedono l’adeguamento tecnico della caldaia o la sua sostituzione con un impianto meno dispendioso dal punto di vista energetico: in entrambi i casi investimento di poche decine di milioni di euro. Ma è alla terza ipotesi che la società guarda con più attenzione: una caldaia a cogenerazione per la produzione di energia elettrica e vapore per il teleriscaldamento. Da tenere costantemente in funzione. Cioè un secondo turbogas che, secondo quanto spiegato ieri

75Capitolo 3 - 2011

dai dirigenti, sarebbe in grado di ridurre la quantità di emissioni inquinanti rispetto alla vecchia caldaia B6, datata 1971. Enipower ha già fatto i conti: per il lancio del progetto servono cento milioni di euro e per la sua realizzazione sarebbero necessari due anni di lavori dal giorno del rilascio dell’autorizzazione, per la quale servirebbero altro 24 mesi. A spanne, dunque, la centrale potrebbe essere operativa tra quattro anni. Venerdì i vertici dell’azienda hanno solo informato Comune e Provincia dell’ipotesi, senza chiedere pareri: chiaro che, dopo il naufragio del piano Ecogen, ci si muova con i piedi di piombo e si cerchi di tastare il terreno dal punto di vista politico. Provincia e Comune ora dovranno dare una risposta di questo tipo, prima ancora di avviare l’iter tecnico. Ieri non s’è parlato di questioni ambientali né, evidentemente, c’è stato modo di verificare l’effettiva possibilità di ridurre le emissioni con un nuovo impianto. Ma è chiaro che un’eventuale trattativa potrebbe essere usata dagli enti locali come una leva per convincere il gruppo Eni (che ha già pronti 90 milioni per l’area Syndial) a stanziare risorse per le bonifiche del petrolchimico.Gabriele De Stefani, 19 novembre 2011

20 novembre e successiviLa nostra presa di posizione sulla questione della B6 e l’imbarazzante atteggiamento del Sindaco. Le dichiarazioni di Sodano vengono sbugiardate da un documento interno dell’Eni che arriva alla Gazzetta.

Benedini si iscrive al partito del no «Abbiamo già dato, investano sulla ricerca» L’importante è che l’impianto che si vuole introdurre entri in funzione solamente nel momento in cui gli altri turbogas sono fermi. E che, quindi, non vi sia un incremento di produzione di energia elettrica, visto che già da noi se ne produce ben oltre il nostro fabbisogno». Ad affermarlo è l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini (nella foto). Che aggiunge: «Bisogna che Eni si decida ad investire anche qui a Mantova nella ricerca e nelle bonifiche. Da noi, infatti, si potrebbe aprire un mondo tutto nuovo nel campo delle fonti alternative e rinnovabili. Il nostro territorio, inoltre, ha dato molto e non ha bisogno di altro inquinamento». L’assessore parla in termini generali in quanto «all’incontro di venerdì scorso con i vertici della società del cane a sei zampe, io non c’ero, anche perché - ricorda con una punta polemica - non sono stato invitato». Comunque, «ci sarà presto un’altra occasione di confronto, quando il sindaco riconvocherà Eni. E’ lì che dovremo approfondire quanto ci propongono - precisa Benedini, senza mai nominare il secondo turbogas che Eni vorrebbe realizzare al posto della caldaia B6 -. A Scaroni chiederemo di investire nel nostro territorio visto che non mi stancherò mai di ripetere che da noi la sua società ha avuto molto». Benedini, recentemente, ha scritto una lettera aperta all’amministratore delegato di Eni, Scaroni, proprio per sollecitarlo a non dimenticare Mantova e a mettere a disposizione le risorse necessarie per disinquinare il polo chimico. Ha avuto riscontri al suo appello? «No», risponde l’assessore. 20 novembre 2011

Alleati già schierati, il Pdl prende tempo Ghirardini: «Dobbiamo ancora parlarne» Gli alleati hanno già detto no. Ieri Giampaolo Benedini, alla guida dei civici che hanno cinque seggi in consiglio comunale, ha chiesto a Eni di investire in ricerca anziché spingere per un secondo turbogas. Oggi la bocciatura della Lega. E il Pdl? A quarantotto ore dal faccia a faccia tra Sodano e i dirigenti di Enipower non si registra ancora la posizione del primo partito della maggioranza. «È presto per esprimersi – dice il capogruppo Marco Ghirardini (nella foto) – perché dobbiamo ancora confrontarci tra noi e con il sindaco». Nel doppio incontro con l’assessore provinciale Alberto Grandi e con Sodano, i dirigenti di Enipower avevano lanciato l’idea di un turbogas da 100 milioni di euro per sostituire la vecchia caldaia B6, le cui emissioni vanno dimezzate entro il 2015. Funzionerebbe 24 ore su 24, mentre la B6 è attiva 3mila ore all’anno. 21 novembre 2011

«Subito no al turbogas» Lega pronta al referendum Non si fidano del sindaco, che nonostante il colloquio con i vertici di Enipower dice di aver saputo dalla Gazzetta del progetto per un secondo turbogas. Per questo i leghisti incalzano Nicola Sodano: per loro la risposta da dare al gruppo del cane a sei zampe è già un no e il sindaco deve esprimersi subito. E se davvero non sapeva nulla fino a venerdì è anche peggio. Dopo il no immediato di Giampaolo Benedini, siamo a due forze su tre della maggioranza ad essersi già espresse contro l’idea di Enipower. «Conosciamo il sindaco, sappiamo che tende a tergiversare - affonda il capogruppo Luca De Marchi - non vogliamo un “nì”: Sodano ha tempo una settimana, cioè fino al prossimo consiglio comunale, per dirci qual è la sua linea politica. Per esprimerla non c’è bisogno di conoscere nel dettaglio il progetto. Per quanto ci riguarda Mantova sul fronte della chimica ha già dato, dunque diciamo no a un secondo turbogas. Siamo pronti a indire un referendum e vediamo se la sinistra farà come nel 2004, quando affossò la consultazione popolare». E se Enipower dimostrasse che la nuova centrale inquina meno dell’attuale caldaia B6? «A questo penseranno i tecnici. A Sodano chiediamo risposte politiche, mentre il presidente della Provincia come al solito dorme» chiude De Marchi. Meno secco nel dire no è il parlamentare e responsabile enti locali Gianni Fava, che però è ancor più duro con Sodano e Pastacci: «Un gruppo come Eni non si muove a caso - analizza - dunque è difficile credere che Comune e Provincia non sapessero nulla prima di venerdì. E se non fosse così sarebbe ancora peggio: come gestiscono i rapporti con Eni? Non hanno contatti frequenti per capire cosa accade agli stabilimenti mantovani? Roba da dilettanti, dovrebbero essere loro

76Capitolo 3 - 2011

a condividere con la città le prospettive di sviluppo. Cercherò io informazioni nei prossimi giorni». E nel merito? «Eni non può dirci che per ridurre le emissioni serve un altro impianto: rispetti le leggi e basta. Però dubito che Enipower andrà avanti con un progetto di questo tipo, che forse nasce dall’eccesso di zelo di qualche funzionario».Gabriele De Stefani, 21 novembre 2011

Così via Roma voleva spegnere l’incontro «C’è il vertice. Non sappiamo se sia importante. Chissà di cosa si parlerà. Ora lo sappiamo, non è granché. La Gazzetta non scrive niente vero?». Le telefonate da via Roma verso la nostra redazione si sono rincorse per tutto il pomeriggio di venerdì. Con il senno di poi - oltre che nelle sensazioni immediate a mano a mano che le voci iniziavano a filtrare - era il segno della tensione che attraversava l’entourage del sindaco, che ha provato a tenere per sé l’ipotesi del turbogas-bis. La voce dell’arrivo dei vertici di Enipower negli uffici della Provincia e del Comune s’era sparsa negli ambienti politici già giovedì. Non a caso l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini aveva preso la parola per chiedere a Eni di investire sulle bonifiche. Alle quattro del pomeriggio la prima telefonata alla Gazzetta. È l’ufficio stampa del sindaco: «In via Roma è arrivata una delegazione di Enipower. Non sappiamo di cosa parleranno. Se volete possiamo inviarvi una foto della stretta di mano». La redazione si attiva e prova a capire l’oggetto dell’incontro. Passa mezz’ora e il telefono torna a squillare. Di nuovo l’addetto stampa: «Scusate, niente foto perché Enipower non vuole». Ma di cosa si sta parlando? «Non arriverà alcun comunicato, è solo una visita istituzionale». Routine, scambio di saluti. Ma, mentre si chiude il faccia a faccia, le voci iniziano a trapelare. E parlano di caldaia B6, turbogas, piani di investimento. Accennati, non approfonditi. Ma messi sul tavolo. Arrivano le otto di sera. Le pagine che l’indomani ne daranno notizia alla città si stanno componendo quando il telefono torna a squillare. Questa volta si sale di grado: non più l’ufficio stampa ma Alessandro Colombo, capo di gabinetto del sindaco dal giorno del suo insediamento. Prima una domanda inusuale: «Che cosa c’è domani sul giornale che ci riguarda?». Deontologia professionale impone di non rispondere. Secondo interrogativo: «Beh, dell’incontro con Enipower non scrivete vero? Del resto non c’è niente da dire. C’è stato solo un saluto e poi il sindaco ha chiesto se c’è la possibilità di avere qualche sponsorizzazione per università e Centro Te» riferisce Colombo, che mette insieme una verità (Sodano legittimamente va a caccia di risorse per affrontare le difficoltà di tutti gli enti locali in tempi di crisi) e pesanti omissioni. Si chiude così una giornata fatta di parole dette sottovoce, di foto che non si possono scattare e progetti che si vorrebbero tenere segreti. L’indomani, nonostante il lavoro della Gazzetta abbia già reso pubblico l’accaduto, il sindaco prosegue sulla stessa linea: «Appena i dirigenti di Enipower hanno nominato il turbogas li ho fermati. Il progetto l’ho conosciuto leggendo il giornale». Gli assessori comunale e provinciale Benedini e Grandi, consiglieri e deputati leghisti, associazioni, cittadini: tutti si schierano. Sodano continua a dire di non sapere nulla. A Eni risulta diversamente.(ga.des)22 novembre 2011 sez.

20 novembrePiazza 80° Fanteria si è rifatta il trucco. Il Sindaco vuole prendersi il merito di quanto fatto da me. Andate a vedere ora come è ridotta la piazza!

Piazza Ottantesimo si è rifatta il trucco Lina Martinelli, residente in piazza 80° Fanteria, è stata la prima a complimentarsi con il sindaco Sodano per l’intervento di riqualificazione e per l’arredo verde allestito al centro della piazza. Il sindaco, affiancato dagli assessori ai lavori pubblici Giampaolo Benedini e all’urbanistica Marco Cavarocchi, con il vice presidente Tea Sergio Benatti, hanno presentato la nuova asfaltatura. «L’evento – ha spiegato Sodano – fa parte della giornata nazionale dell’Albero promossa dal ministero per l’Ambiente e da Green City Italia per rendere le città più vivibili».20 novembre 2011

27 novembreLa nostra posizione su Eni. argomenti di odierna attualità.

Benedini: continuerò a fare pressioni su EniPolemica a distanza tra l’ex assessore provinciale all’ambiente, Giorgio Rebuschi, e l’assessore comunale ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini. Rebuschi aveva accusato Benedini di essersi speso, in campagna elettorale, l’impegno del gruppo Eni a risanare il polo chimico. «Non capisco che cosa faccia sorridere Rebuschi - replica ora Benedini - e quali contraddizioni possa attribuirmi. In primavera sono andato a Milano in Eni sollecitando la società a investire in ricerca, bonifiche e sicurezza. Argomenti discussi in termini generali e anche più specifici come ad esempio risolvere la pericolosità dell’uscita dei mezzi pesanti sull’Ostigliese, ancor più evidente con la nebbia. Ho infine sollecitato ad una maggior attenzione nel mitigare l’impatto visivo e ambientale dello stabilimento con barriere di piante e arbusti. Continuo a sollecitare gli stessi argomenti e continuerò sempre più, mettendo in evidenza le contraddizioni di questa grande società per come si comporta nella realtà e come vorrebbe apparire in tutte le sue manifestazioni di facciata:

77Capitolo 3 - 2011

tutta orientata al rispetto ambientale. Quindi ripeto, non capisco che cosa faccia sorridere Rebuschi, anche perché nei molti anni di sua responsabilità del settore ambiente non ha ottenuto nemmeno l’individuazione formale delle aziende che inquinano. Come dire: da che pulpito viene la predica». L’assessore comunale ai lavori pubblici, e promotore della lista civica che lo scorso anno, alle comunali, aveva puntato molto sui temi dell’ambiente e dell’inquinamento, replica anche a Luciano Benfatto, coordinatore provinciale di Sel. «Al signor Benfatto, che non conosco, non so cosa altro rispondere se non che mi pare proprio di vivere su questo pianeta, in questo Paese, in questa Mantova dove per troppo tempo i ‘profumi’ del petrolchimico hanno assopito le volontà di ribellarsi a una situazione indecente».27 novembre 2011

3 dicembreNasce l’idea della illuminazione pubblica gestita da Tea. Grande soluzione per essere al centro di Expo 2015 e idea che poteva essere sfruttata per la candidatura di Mantova a Capitale Europea della Cultura 2019. Il cacio sui maccheroni per Mantova human smart city. Paolo Glisenti, manager incaricato del progetto, non era stato messo al corrente di nulla da Sodano.

Tea vuole accendere i Comuni Il progetto: una nuova società per gestire l’illuminazione pubblica di tutta la provincia Illuminare la provincia tutta girando un solo interruttore. Ottantacinquemila punti luce, lampade, lampioni, faretti con un click. Il progetto (ambizioso) porta la firma di Tea, che il 7 dicembre presenterà la sua proposta ai sindaci durante l’ultimo incontro del ciclo “Un servizio in Comune”. Il piano prevede la costituzione di una nuova società dedicata all’illuminazione pubblica che, incassato l’affidamento diretto, dovrebbe bandire una gara per trovarsi il socio privato (al 40%), un compagno d’affari con spalle robuste e moneta sonante. Ad anticipare i dettagli è il presidente di Tea, Luigi Gualerzi. Ragionamento lineare, con tanto di cappello: la mission di Tea è tradurre l’interesse pubblico in modelli economici capaci di reggersi sulle proprie gambe, creando pure valore. La gestione unitaria dell’illuminazione pubblica, ad esempio. «Le reti vanno ammodernate - scandisce Gualerzi - ma occorrono investimenti che i Comuni non sono in grado di affrontare, sia per difficoltà economiche sia per competenze tecniche». Il tempo stringe, tra quattro mesi scadranno gli affidamenti in essere. I Comuni di Moglia, Ostiglia e Sermide sono già andati a gara, altri stanno per farlo (ma potrebbero interrompere tutto, accettando la proposta di Tea). In ogni caso, dandoli pure per persi, resterebbero ancora 72mila punti luce da gestire: Tea calcola un investimento complessivo di 72 milioni di euro. Mille euro a punto luce. Investimento titanico che verrebbe pagato attraverso il risparmio sui consumi. Il socio privato dovrebbe avere spalle abbastanza larghe da finanziare subito un intervento a tappeto, capace in tre, quattro anni di mettere tutte le reti a norma, sostituire i corpi illuminanti più vecchi con le migliori tecnologie disponibili (led ma non solo) e tagliare gli sprechi. Per ammortizzare la spesa e mantenere il modello in equilibrio Tea chiede che l’affidamento sia ventennale (la proprietà delle reti resterebbe comunque pubblica). Il risparmio è stimabile anche in anidride carbonica (-37% di gas serra all’anno) ed efficienza energetica (- 51mila barili di petrolio). Se il progetto andasse in porto, Mantova si candiderebbe a provincia pilota, tanto che l’assessore Giampaolo Benedini pensa già alla vetrina di Expo 2015. Tutto chiaro e luminoso? Nì, le intenzioni sono buone ma perché il modello funzioni davvero deve essere il più largo possibile, settanta Comuni su settanta (anche quelli già andati a gara, recuperabili più avanti). Peccato che tra i suoi soci Tea ne conti 41. «Anche per questo la fusione con Siem sarebbe strategica», abbozza Gualerzi. Così si arriverebbe ad abbracciare la provincia tutta. Ma questa è un’altra storia. Igor Cipollina, 03 dicembre 2011

5 e 6 dicembreLa visita di Napolitano è un altro motivo di contrasto con Sodano, per non aver coinvolto tutte le forze politiche della città, ma solo il PDL, nel preparare la lettera di benvenuto al Presidente.Scrivo una lettera - un appello a Napolitano - perché ci aiuti a risolvere il problema ambientale.

Benvenuto a metà per Napolitano Il Pdl fa da sé, esclusi gli alleati Da via Roma lettera di saluto firmata solo dagli azzurri. Benedini amareggiato: «Avrei aderito» Il leghista Chizzini: «Meglio così, il nostro Risorgimento è il Parlamento della Padania di Vicenza» Una lettera di benvenuto per Giorgio Napolitano inviata dal gabinetto del sindaco. È la giunta che accoglie il presidente? No. Il testo è firmato da «Cristina Bonaglia, Marco Cavarocchi, Arnaldo De Pietri, Roberto Irpo ed Espedito Rose, assessori Pdl della giunta comunale di Mantova». Il senso del testo lo spiega Rose. Ultimo dei firmatari in ordine alfabetico, ma primo per gerarchia interna al partito: «È un’iniziativa nostra, non ne abbiamo parlato con gli alleati» spiega il capo della pattuglia pidiellina in giunta. Gli azzurri vogliono farsi sentire, dopo il gelo leghista per Napolitano. Stupisce che un documento partitico arrivi da una fonte istituzionale qual è il gabinetto di via Roma. Da lì non dovrebbe uscire la linea dell’amministrazione, anziché quella di una fetta della maggioranza? Cosa ne dicono gli alleati? In disaccordo o lasciati fuori? Buona la seconda, anche se ai leghisti va bene così. Una telefonata a Giampaolo Benedini, leader della civica, toglie il dubbio: «Sinceramente nessuno mi ha detto nulla - esordisce

78Capitolo 3 - 2011

spiazzato - beh, diciamo che ognuno fa quel che crede. A questo punto scriveremo anche noi il nostro benvenuto a Napolitano. Ma mi faccia capire, chi l’ha mandato questo documento?». L’ufficio di gabinetto del sindaco. Attimo di silenzio: «Ah. Strano, dovrebbe avere una funzione istituzionale e non partitica. Per carità, non voglio fare polemiche con il presidente della Repubblica in arrivo, però non capisco. Provo a informarmi». Benedini s’informa e poi conferma che gli sarebbe piaciuto firmare quella lettera. Rose alza di nuovo il telefono e dice che «anche i benediniani sono d’accordo». Il benvenuto era firmato Pdl, è uscito da via Roma e ora si apre in qualche modo al sì dei civici. E la Lega? Di certo non è delusa dall’esclusione. Vincenzo Chizzini ieri era al Parlamento della Padania vicentino: «Non ne sapevo nulla, ma non c’è problema: non avrei firmato - dice il capo della delegazione leghista in giunta - il Pdl ha fatto bene. Io rispetto il ruolo istituzionale di Napolitano ma non ne condivido le idee politiche né le manovre per il governo Monti. E soprattutto sono contro l’Unità d’Italia. Diciamo – sorride – che sono rimasto del Lombardo-Veneto. Oggi (ieri, ndr) a Vicenza Bossi ci ha parlato dell’indipendenza della Padania, tornando alle macro-regioni proposte da Miglio. Il nostro Risorgimento è questo: la Lega delle origini». Irritato con gli alleati, Benedini non ci sarà Una lettera aperta di benvenuto al presidente ma anche di protesta nei confronti degli alleati del Pdl che non lo hanno coinvolto in questa visita. E’ quella che l’assessore Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica di maggioranza, rivolge a Napolitano per informarlo della sua assenza alla cerimonia al Bibiena. Un’assenza, dunque, polemica che non farà certo piacere al sindaco Sodano che giusto ieri ha invitato tutti i cittadini a venire in piazza per incontrare e salutare Napolitano. La lettera, per l’assessore civico, diventa anche l’occasione per allargare l’orizzonte e invitare il presidente a soffermarsi non solo sulle tante bellezze di Mantova ma anche sulle sue criticità, come il petrolchimico. «Illustre Presidente, oggi non sarò nel nostro teatro Bibiena insieme alle autorità, ai sindaci e tutti coloro che sono lì per un caloroso saluto. Se non Le facessi pervenire la mia voce attraverso questa lettera aperta sicuramente non potrebbe percepire la mia assenza. Non è di protesta verso Lei ma per sensibilizzarLa più fortemente contro una situazione che non condivido, che non ammette ulteriori ritardi per essere risolta. Per come è stato organizzato il cerimoniale della Sua visita non mi è dato di incontrarLa e quindi non mi rimane che utilizzare questo mezzo fuori dai protocolli per portare le istanze di quei cittadini che hanno votato la nostra lista civica contribuendo in modo concreto al successo del centrodestra nelle elezioni di un anno fa. «So che altri assessori, quelli del Pdl, Le hanno inviato una lettera di benvenuto ma non hanno ritenuto utile coinvolgere anche gli assessori del nostro movimento direttamente coinvolti nell’ambiente con Annamaria De Togni e nelle opere pubbliche con il sottoscritto. I due settori che oggi rappresentano per la nostra Città le più forti criticità. Ci associamo anche noi al loro benvenuto. «Per come normalmente succede, Le avranno organizzato un percorso per vedere le tante cose belle della nostra Città. Io Le chiedo di farsi accompagnare a vedere anche le tante cose inquietanti del nostro territorio: scuole e asili, strutture sportive, ingressi, e l’area petrolchimica. I progetti non mancano, abbiamo bisogno d’aiuto per concretizzarli. I cittadini lo vogliono»Gabriele De Stefani, 05 dicembre 2011

16 e 18 dicembreCon Cristina Bonaglia - l’allora assessore all’istruzione - si pensa di creare un polo scolastico nuovo per le scuole superiori in considerazione del fatto che molti studenti, oltre 5600 su 7500 circa, vengono da fuori città. Ci sarebbe un risparmio funzionale, una riduzione del traffico e un netto miglioramento della qualità delle aule. Francesca zaltieri non è d’accordo: preferisce le aule dai muri vecchi che trasudano cultura…a suo avviso!

Scuole fuori dal centro? È l’ipotesi del Comune. Benedini e la Bonaglia propongono di creare un polo superiore a Borgonuovo Ma l’assessore provinciale è contraria: gli studenti sono una risorsa per la città «La nostra idea? Creare a Borgonuovo un polo scolastico per le superiori nuovo di zecca. Daremmo una struttura moderna agli studenti e alleggeriremmo il traffico in centro». Spostare una o più scuole superiori in periferia. E’ la proposta che l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, di concerto con la collega all’istruzione Cristina Bonaglia, mette sul tavolo. Non un tavolo qualsiasi, ma quello di chi è competente sulle superiori, l’assessore provinciale Francesca Zaltieri. Che non è d’accordo. Non è una questione di colori politici. Certo, Benedini e la Bonaglia fanno parte di un’amministrazione di centrodestra, mentre la Zaltieri è la responsabile dell’istruzione della giunta di centrosinistra di Palazzo di Bagno. Ma entrambi giurano che non è questo il punto. «Semplicemente credo che gli studenti debbano rimanere in città – dice la Zaltieri – perché sono una risorsa, danno vivacità e ringiovaniscono la comunità del capoluogo. E poi è giusto che i ragazzi studino in palazzi con una grande storia alle spalle. Se vengono svuotati cosa diventeranno? Appartamenti? Uffici?». Ma di che scuole stiamo parlando? Benedini dice che ancora non è stato definito, ma dopo un po’ d’insistenza spiega che si sta pensando a quegli istituti che hanno più sedi sparse in città. Non solo. Si parla anche di scuole ospitate in edifici in tutto o in parte del Comune. Ad esempio? L’Itas Mantegna (768 studenti), come conferma Benedini. Ma anche il liceo classico (800) è in uno stabile comunale. «Ma il Virgilio ha una tradizione secolare, non si può spostare» dice l’assessore. E il liceo D’Este (551)? Ma Benedini si ferma: «Non abbiamo deciso nulla». L’ultima parola spetta a Palazzo di Bagno. «La penso in modo diverso – dice la Zaltieri – ma sarei felice di aprire un confronto con via Roma e altri comuni». In città gli studenti delle superiori sono 7.509. Di questi, oltre 5.600 provengono da fuori città Ma dove lo vorrebbe fare, il Comune, il nuovo polo? «Il Pru di Borgochiesanuova ha lasciato molte aree vuote – spiega Benedini – gli attuatori non hanno trovato convenienza nel costruire case. Sono però disposti a costruire scuole. L’assessore Bonaglia ed io ci stiamo pensando». Via Roma sta già

79Capitolo 3 - 2011

pensando ad un alto polo: quello delle materne ed elementari della zona sud. L’ipotesi è di costruirlo sempre da quelle parti, anche se, spiega l’assessore, c’è un’alternativa: la zona di Te Brunetti.Nicola Corradini, 16 dicembre 2011

18 dicembreLo strappo di Sodano con la Lega iniziato con la visita del Presidente Napolitano, continua e cerco di spegnere il fuoco.

Il sindaco rimane solo. Oggi le scuse alla Lega? Sodano vacilla dopo la visita di Benedini alla kermesse di Villa Riva Berni Longfils lo difende: non voleva insultare il Carroccio, crede nell’alleanza Il giorno dopo la kermesse a Villa Riva Berni durante la quale la Lega ha riformulato al sindaco Sodano la richiesta di scuse per tornare in consiglio comunale e chiudere, così, la crisi apertasi con la visita di Napolitano, il primo cittadino preferisce stare in silenzio. E aspettare il pranzo di oggi alla Casa di Beniamino di don Mazzi a Cavriana con i vertici del Pdl. Da qui, come ha lasciato trapelare lo stesso sindaco, dovrebbe uscire la posizione ufficiale sua e del partito sulla querelle in corso con il Carroccio. Una posizione che dovrebbe essere quella della ricucitura dello strappo con gli alleati, come si augurano sia i pidiellini che i benediniani. Ciò significa che Sodano è pronto a chiedere scusa pubblicamente ai leghisti per aver dichiarato alla Gazzetta che la città non si è accorta della loro assenza durante la visita del capo dello Stato? Chi se ne intende, fa presente che in politica esistono mille maniere per farlo, senza bisogno di far perdere la faccia a nessuno. Tutti, però, dal Pdl ai benediani, sperano che il sindaco faccia presto a riappacificarsi con la Lega per evitare che continui il suo aventino in vista del consiglio comunale di domani. Non sarà semplice, ma tutti ci credono. Il silenzio in pubblico di Sodano, però, dopo che anche Benedini l’altra sera era andato alla riunione del parlamento della Padania, oggi come oggi lascia pensare ad un primo cittadino lasciato solo, vacillante nei suoi dubbi se andare a Canossa dall’alleato o se tenere duro facendo valere il suo ruolo di capo dell’amministrazione («o così, o tutti a casa»). Le diplomazie sono al lavoro per scongiurare il peggio e tutti sono ottimisti. Addirittura, l’assessore Giampaolo Benedini rivela che «Sodano ha telefonato a Fava per un incontro, me lo hanno confermato entrambi, e questo è un fatto importante». Del resto, aggiunge il leader della lista civica, «noi abbiamo cercato di essere la componente che mette d’accordo sindaco e Lega, e questo è il motivo per cui l’altra sera siamo andati a Villa Riva Berni. Io ritengo che sia solo questione di ore e che tutto si risolverà per il meglio». Il sindaco è pronto, dunque, a cedere e a chiedere scusa al Carroccio almeno in privato? Pare di sì. Bisogna vedere, però, se la Lega si accontenterà... E’ ottimista anche il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, il più alto in grado del Pdl che ieri ha accettato di parlare della vicenda Sodano-Lega. «Innanzittutto - afferma - le sedute consiliari di domani e martedì sono confermate. Non esiste, poi, alcun asse Lega–Benedini come farebbe pensare la presenza dei civici a Villa Riva Berni. Inoltre, io sia come presidente del consiglio che come esponente del Pdl, ero stato invitato al convegno della Lega dal capogruppo de Marchi». «Confermo - dirà di lì a poco quest’ultimo - ma solo per il suo ruolo di presidente, mi sono ben guardato dall’invitare il sindaco e i vertici del Pdl». «Non sono andato - riprende poi Longfils - solo perché ero impegnato con la premiazione del professor Rodolfo Signorini per la sua prolusione al Bibiena davanti al capo dello Stato. E se non avessi avuto questo impegno sarei andato volentieri perché con la Lega siamo amici e alleati». E prende le parti di Sodano: «Ci sono molti margini per ricucire e si può trovare la quadra venendoci incontro e usando il buon senso che è in tutte le parti politiche. Il sindaco non ha inteso offendere la Lega e bisogna riconoscere che lui non ha mai messo in dubbio l’alleanza uscita dall urne». Lega e Pdl, nessuna schiarita. E Benedini s’inventa mediatore. Dopo il consiglio comunale i tre assessori del Carroccio disertano anche la giunta. Clima di tensione. Il leader del movimento civico prende l’iniziativa per un incontro chiarificatore.Sandro Mortari, 18 dicembre 2011

La rottura tra la Lega e il sindaco Sodano rischia di mandare a casa l’amministrazione di centrodestra che dopo 65 anni ha sostituito il centrosinistra al governo della città. Per scongiurare questa tafazziana eventualità scende in campo l’altro alleato, il civico Giampaolo Benedini. E’ sua, infatti, la proposta di mediazione tra Carroccio e Pdl che arriva nel bel mezzo della contesa tra i due maggiori partiti della coalizione che martedì ha provocato, per la seconda volta consecutiva, l’assenza dei tre assessori leghisti dalla seduta di giunta. In questo clima di crisi Benedini prende l’iniziativa: «Vediamo se su qualche argomento ben preciso, fondamentale per la città, si riesce ad avere senso di responsabilità. Sediamoci, dunque, attorno ad un tavolo e riconfermiamo gli impegni che ci eravamo presi in campagna elettorale e con le linee di mandato e diamoci tre mesi di tempo per concretizzarli. Solo così ci si può ricompattare». Lui, gli argomenti da mettere sul tavolo ce li ha già, e sono quelli che stanno a cuore alla Lega: «Penso al futuro della Valdaro spa per trasformarla in una società pubblico-privata che coinvolga gli imprenditori e lanci il polo intermodale e logistico; penso ai parcheggi, che in tre mesi possono essere sbloccati, al modo per dare più efficienza alla Tea, alle bonifiche e ai rapporti con Eni, alla possibilità di trovare soluzione per poter sbloccare i pagamenti alle imprese creditrici. Ho già chiesto a Sodano e a Fava se questa idea di mediazione è accettabile e la risposta è stata positiva: vediamo ora cosa diranno Lega e Pdl». E’ evidente ormai che per il Carroccio non si tratta più solo di ricevere le scuse da Sodano per la vicenda della visita di Napolitano; ne è convinto anche Benedini, che invita comunque a «rispettare il punto di vista della Lega». E aggiunge: «Il problema vero è la collegialità nelle

80Capitolo 3 - 2011

decisioni. Anche la Lega come noi ne vuole di più nella gestione della città e credo che se si assicurerà questo la Lega sia disponibile a rivedere la sua drastica posizione che sembra di rottura». La risposta della Lega alla mediazione lanciata da Benedini potrebbe arrivare dal direttivo provinciale convocato per domani sera; sarà quella l’occasione per capire che cosa vuole veramente il Carroccio dai suoi alleati: «Oltre alla mancanza di rispetto che il sindaco ha avuto nei nostri confronti nel commentare la visita di Napolitano - dice il segretario provinciale Prandini -, sono mesi che gli chiediamo di portare avanti quanto previsto dalle linee programmatiche; ma lui non ci sente e continua a manifestare scarsa considerazione verso di noi». Anche martedì il capogruppo dei lumbard de Marchi non ha perso occasione per sferrare l’ennesimo attacco al sindaco: «Noi ci mettiamo al servizio dei cittadini con quello spirito che da sempre ci contraddistingue ma che non vedo nella figura del sindaco. Che anche l’altra sera in consiglio non si è accorto della nostra assenza dettata da una causa nobile: rispettare il mandato degli elettori che vogliono il cambiamento dopo 60 anni di sinistra». E proprio per ribadire la linea guerrigliera che la Lega ha intrapreso per tenere sempre sulle corde l’alleato, de Marchi annuncia che mercoledì ha presieduto regolarmente la commissione decentramento: «C’è l’audizione dell’assessore all’ambiente De Togni che parlerà dell’inquinamento in città, sono stati invitati i cittadini e i comitati e per questo sarò al mio posto». Si definisce, invece, «frastornato e perplesso» per il comportamento della Lega il coordinatore provinciale del Pdl, Carlo Maccari: «A questo punto, dica veramente che cosa vuole. Sostenere che il problema sono le scuse di Sodano è un’offesa all’intelligenza. Evidentemente c’è sotto dell’altro». E torna sull’accordo sfumato in dirittura d’arrivo per l’intervento di Fava: «La lettera che avevamo concordato con la Lega e che il sindaco avrebbe letto in aula era molto più edulcorata rispetto al comunicato di domenica e riconosceva appieno il suo ruolo di alleato importante». Sul fronte dell’opposizione il Pd spara a zero: «Mi chiedo - dice il capogruppo Buvoli - come farà questa giunta, ingessata da tempo e ora anche zoppa, col bilancio 2012. Per il bene della città chiediamo che vada a casa perché i giochini di qualche risicato numero in consiglio non cambiano nulla». E assicura: «Non daremo alcun aiuto, per noi non esiste una maggioranza variabile. Sandro Mortari, 21 dicembre 2011

Il tavolo della pacificazione anticipa Potrebbe essere anticipato ad oggi il tavolo della pace tra Pdl, Lega e Benedini, inizialmente previsto per domani. La notizia arriva dal mediatore Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica, e trova conferma dal capo delegazione in giunta nonchè coordinatore cittadino del Pdl, Espedito Rose. Resta, però, ancora un punto di domanda se il coordinatore provinciale del Carroccio, Marco Prandini, ieri sera diceva di non saperne ancora nulla: Nessuno ancora mi ha comunicato il cambio di data. Comunque, oggi o domani, l’importante è che il chiarimento sia definitivo. E per ottenerlo, non basterà una seduta del tavolo. Ci siamo. Ancora poche ore e comincerà il faccia a faccia tra gli alleati del centrodestra in Comune. Un appuntamento decisivo per le sorti della coalizione dopo la crisi provocata dalla presa di posizione della Lega contro il sindaco Sodano accusato di averle mancato di rispetto in occasione della visita di Napolitano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di un’insofferenza leghista di lunga data verso Sodano, accusato di scarsa collegialità nell’amministrazione della città. Ora si tenta di ricucire lo strappo. La pausa natalizia è servita a far decantare la situazione tanto che al tavolo ci si arriva con meno tensione rispetto a prima di Natale. Vorremmo anticipare ad oggi il chiarimento - afferma Benedini - e per questo entro stamattina ci sentiremo con Pdl e Lega per fissare l’appuntamento. Non so se riusciremo a fare tutto in un giorno - mette le mani avanti -; sarà, infatti, opportuno utilizzare tutto il tempo che serve per chiarirci in modo definitivo. Io credo che ce la faremo visto che sulle cose da fare siamo tutti d’accordo; il vero problema è la condivisione delle scelte visto che ad amministrare la città è una coalizione. Anticipare il vertice? Prima si fa e meglio è - replica Rose del Pdl -. Noi siamo pronti e ben disposti a sederci attorno ad un tavolo e a fare un ragionamento complessivo per trovare una soluzione che sia la più definitiva possibile. Tanti, e complicati, i temi da affrontare che il numero uno del Carroccio provinciale, Prandini, auspica una serie di appuntamenti in modo da sviscerare tutti i problemi che abbiamo. Vogliamo avere le idee chiare sui prossimi tre anni e mezzo di governo per evitare che si navighi a vista; vogliamo sapere che cosa si vuole fare e i tempi in cui agire. Prandini ricapitola che cosa chiede la Lega agli alleati: Innanzittutto, il rispetto del programma elettorale, che contiene tematiche a noi care come la sicurezza e altre che stanno a cuore alla città come i parcheggi, e una Valdaro spa che non può essere una società immobiliare. Vogliamo anche avere certezze sulle cittadelle dei servizi e dello sport, sulla tangenziale ovest e sul ponte di Fiera Catena. Vogliamo essere informati su ogni cosa perché il sindaco non può decidere da solo.Sandro Mortari, 02 gennaio 2012

81Capitolo 3 - 2011

Riflessioni finali sul 2011

Un anno dedicato a tutti i temi sensibili aperti del nostro territorio: parcheggi, viabilità, ferrovia, scuole, uffici comunali e degrado della città. Tutte le proposte vengono contrastate in modo evidente o subdolo, per interposta persona, da Sodano. Contemporaneamente il nostro impegno anche sul tema ambientale attraverso il lavoro della De Togni (che comincia a isolarsi e a creare insoddisfazione nel gruppo) e di Gianni Bombonati. Impegno vanificato dall’operato sotterraneo del Sindaco. Il Caso B6 ne è l’esempio più eclatante: Annamaria verrà convinta dal Sindaco (che ne ha capito il lato debole) ad accettare la proposta meno conveniente per la comunità e più economica per Eni. Il Sindaco comincia a parlare di rimpasto dopo appena un anno dall’insediamento. Insoddisfatto di Freddi e di Napoli, con un atto improvviso toglie le deleghe anche alla De Togni e a me. La ragione è la mia aperta opposizione al parcheggio ex Comated perché, conti alla mano, è smaccatamente a vantaggio dei privati. Ancora una volta ritengo di non essere io il litigioso ma di aver difeso gli interessi della città. La crisi si risolve ma ormai ci siamo attirati l’odio e il rancore di Sodano e dei suoi sostenitori.

82Capitolo 3 - 2012

83Capitolo 3 - 2012

Anno 2012

Un anno tribolato

4 gennaioIncontro importante tra PDL, Lega e lista civica Benedini per Mantova per i temi trattati:

Accordo sui parcheggi, ci si rivede lunedì Il primo accordo tra Lega, Pdl e Benedini è stato trovato sui parcheggi di piazza Virgiliana e lungolago Gonzaga. Ma la verifica è tutt’altro che conclusa ammonisce il segretario provinciale del Carroccio, Marco Prandini. E così, passa in archivio anche il secondo faccia a faccia tra le tre delegazioni, avvenuto ancora nella sede dei lavori pubblici. Ci rivedremo lunedì alla presenza del sindaco - annuncia il mediatore Giampaolo Benedini - per affrontare altri temi. Abbiamo bisogno di altri tre-quattro incontri ma la settimana prossima dovremmo chiudere la verifica. E allora, ok ai parcheggi nel sottosuolo: C’è l’accordo completo su tutta la partita - dice l’assessore -. Non abbiamo parlato del rapporto dell’advisor sulla proposta di Apcoa perché non è ancora definitiva. Abbiamo, invece, parlato del futuro di Aster: una parte dei suoi dipendenti potrebbero passare ad Apcoa. Abbiamo deciso - fa eco Carlo Acerbi, vice capogruppo del Pdl - di ridefinire entro tre mesi la convenzione parcheggi. Abbiamo, poi, parlato del patto sicurezza, il cui protocollo è all’attenzione del ministero dell’interno, mentre abbiamo iniziato ad affrontare il tema della nuova mission da affidare alla Valdaro spa. Lunedì concluderemo le valutazioni e parleremo di bilancio e della ripartizione dei fondi tra i vari assessorati. Soddisfatta anche la Lega per come sta procedendo il chiarimento: Abbiamo trovato convergenze su parcheggi e collegialità nelle decisioni - dice Prandini -ma la verifica è ancora lontana dall’essere conclusa, le cose da discutere sono ancora parecchie. Per ora continueremo a non partecipare a giunte e consigli. Intanto, il capogruppo di Insieme Per Brioni, Bondioli Bettinelli, giudica scandalosa la scelta di riunirsi in uffici pubblici destinati ai soli usi amministrativi e definisce una farsa che paralizza la città il chiarimento in corso nel centrodestra. Sandro Mortari, 04 gennaio 2012

6 gennaioViene segnalata una crepa a Palazzo Te. Può essere attribuibile al passaggio dei treni?

Il Te in consiglio comunale Il Pd vuole sapere la verità Palazzo Te , orgoglio della città, torna a far discutere e il Pd vuole che il sindaco Sodano nel primo consiglio comunale spieghi cosa sta succedendo. Lo ha chiesto ieri il capogruppo Giovanni Buvoli, che auspica anche un’audizione del direttore del museo Stefano Benetti in commissione cultura. “Vogliamo sapere la verità - spiega Buvoli - vogliamo chiarezza, non è possibile che una crepa proprio nell’affresco di Giulio Romano, simbolo del Palazzo, si allarghi tanto nel silenzio. L’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo Benedini non si capisce a che titolo parla, con quale tipo di competenza, a proposito del treno e dei rischi per la stabilità del monumento”. Che la ferrovia corra proprio a lato di Palazzo Te ovviamente è un problema. Lo sa bene Sergio Cordibella, presidente di Italia Nostra, e protagonista - quale assessore alla Cultura dal 1980 e poi vicepresidente del Te - del restauro completo del palazzo, avviato da Cavicchioli nel 1979, quando la reggia dei piaceri gonzagheschi era in uno stato di gravissimo degrado. Grazie al Comune, ma soprattutto a Regione, banche (Cariplo, Bam e Cassa di risparmio di Verona) e privati furono recuperato le sale affrescate, ma anche il primo piano dove regnavano i piccioni, le pescherie - dove fu riportata l’acqua tolta fin dal Settecento quando gli austriaci prosciugarono il lago Paiolo e il Te smise di essere un’isola -, la Sala Polivalente le Fruttiere trasformate in spazio espositivo. “Proprio alle Fruttiere si dovettero mettere dei tiranti in acciaio perché il muro verso la ferrovia era pericolante”. Il treno andrebbe tolto? “Certo è un argomento da affrontare seriamente. Da tempo non se ne parla più, invece quel tratto di binario come passeggeri riguarda solo la Padova-Monselice che potrebbe riunirsi alla Mantova-Verona nell’ultimo tratto, mentre lo scalo merci potrebbe essre spostato a Valdaro. E’ un tema da riprendere” spiega Cordibella che però pone l’attenzione soprattutto sulla manutenzione. “Per l’emergenza mi sembra che si stia lavorando bene, avendo affidato il monitoraggio ad enti competenti. Per fortuna ho letto che non è stata intaccata la pellicola dell’affresco. Ma il problema è quello della manutenzione che deve essere continua, avvalendosi di una ditta specializzata sotto la sovraintendenza del direttore del museo”. Cordibella non si nasconde che la fuga o il ridimensionamento dei principali sponsor privati una decina di anni fa ha fatto ricadere costi enorrmi sul Comune, “che però ad un certo punto ha scelto di caricarsi delle maggiori responsabilità, e la modifica allo Statuto del Centro internazionale voluta da Sodano, che pure dice di voler cercare nuovi sponsor, in realtà privilegia all’interno del Centro il ruolo ed i poteri del Comune rispetto agli altri soci”. Insomma, diamo pure fiducia ai nuovi

84Capitolo 3 - 2012

amministratori, “ma teniamo i piedi per terra”. Cordibella non nasconde poi che un assessore alla Cultura a Mantova servirebbe, perché il sindaco con tutti i suoi impegni “fatica a svolgere un ruolo tanto complsso”. Critico anche Italo Scaietta, presidente dell’associazione Amici di Palazzo Te e dei musei mantovani. “Ho letto con preoccupazione della crepa, mi auguro che la verifica della condizione statica della sala sia veloce. Finchè Ugo Bazzotti era il cutratore del palazzo sono sicuro che c’era la massima attenzione, spero sia stato così anche nell’ultimo anno. Di certo l’edificio è delicato, e nel 2002 dopo la Celeste Galeria con i suoi 500mila visitatori appariva stressato e di nuovo nel 2006 dopo la mostra sul Mantegna”. Le grandi mostre, continua Scaietta, non possono essere l’unica preoccupazione. “E’ importante che il museo sia conosciuto nel mondo, anche per ricevere aiuti e sponsorizzazioni, ma ci deve essere cura nel mantenerlo sano. Non si possono fare restauri importanti e poi pensare che sia finita lì, un monumento del genere ha bisogno di una manutenzione continua. Serve un punto di vista equilibrato e sereno che coniughi valorizzazione e tutela, conservazione. Mi chiedo se la crepa, peraltro in una delle sale più belle, sia l’unica. E poi anche il problema del treno affrontiamolo seriamente e non in modo estermporaneo”.M. Antonietta Filippini, 06 gennaio 2012

22 gennaioLa crisi di Sodano con la Lega continua a essere sul tavolo.

Pdl-Lega, accordo lontano dopo 42 giorni di paralisi Quarantadue. Tanti sono i giorni dell’aventino dei leghisti. Era il 12 dicembre scorso, quando in consiglio comunale pretesero dal sindaco le scuse per aver detto che la città non si era accorta della loro assenza alle cerimonie per la visita del capo dello Stato. Da allora, i consiglieri leghisti non hanno più messo piede in aula mentre i loro colleghi assessori hanno disertato le sedute di giunta. Da qual momento l’amministrazione è pressochè bloccata. L’aventino continuerà anche nel consiglio comunale di domani, nonostante le diplomazie di Pdl, Carroccio e benediniani siano al lavoro per ricomporre la frattura e chiudere positivamente la verifica. Fino a che non avremo l’accordo - dice il segretario provinciale dei Lumbard Marco Prandini - continueremo nel nostro sciopero. Le trattative continuano ma i problemi tra noi e il Pdl restano. L’incontro quasi segreto dell’altra sera nell’ufficio del sindaco alla presenza di una sola parte della delegazione trattante del Pdl non ha portato sostanziali novità. Anzi, ha confermato che la distanza tra i due maggiori alleati è ancora tanta. Il punto dirimente è il quarto assessorato leghista, quello alla sicurezza, da affidare a de Marchi. E poi c’è da risolvere il problema dello sforamento del patto di stabilità e della presidenza del Parco del Mincio. Le nostre richieste le abbiamo fatte, tocca al Pdl rispondere. L’assessorato alla sicurezza rientra nel programma di mandato, mentre per il Parco noi abbiamo rinunciato al membro designato dalla Regione, per cui ci aspetta la presidenza. Quanto al patto, dobbiamo pagare le imprese che hanno lavorato per il Comune. L’unica cosa che hanno ottenuto i leghisti è la disponibilità del Pdl a nominare Alessandra Cappellari tra i cinque del consiglio di gestione per il Comune: La presidenza - dice il capogruppo del Pdl Marco Ghirardini - non possiamo assicurarla visto che serve il 66% dei voti in assemblea e noi da soli non ci arriviamo. Il punto più spinoso è il quarto assessorato alla Lega e de Marchi in giunta. Si erano sparse voci di un assenso del sindaco, prontamente smentite dal Pdl. Dice il presidente del consiglio Longfils: Il mandato che il nostro gruppo consiliare ha dato alla delegazione è di dire no al quarto assessore e di non sostituire gli attuali tre assessori della Lega. Il sindaco è vincolato a quanto stabilito. Pena, la rivolta del gruppo. Ghirardini: La giunta è quella uscita dal rimpasto di luglio e non vi è alcuna necessità di cambiare. Il patto di stabilità? E’ un falso problema perché in base alle disponibilità di bilancio si pagano i fornitori, e il bilancio ancora non c’è. Detto questo, le trattative con la Lega proseguono e ritengo che se c’è buon senso presto si chiude. Fatto sta che, dopo quello saltato giovedì scorso, alle viste non c’è alcun altro vertice di maggioranza. Non siamo in alto mare - fa eco Giampaolo Benedini dei civici ; certo - aggiunge - non è semplice trovare la quadra, ma io sono ottimista. De Marchi in giunta? E’ l’aspetto più difficile. Sul fronte leghista, Bottari afferma: La situazione è ancora in alto mare e restiamo fuori da consiglio e giunta. Personalmente, faremmo meglio ad uscire dalla giunta e appoggiare Sodano dall’esterno. Un aiuto al sindaco arriva dalla commissione bilancio della Camera: un emendamento approvato nell’ambito del decreto Milleproroghe, sposta il termine per l’approvazione dei bilanci comunali dal 31 marzo al 30 giugno. L’ultima parola spetta ora all’aula.Sandro Mortari, 22 gennaio 2012

24 gennaioImportante convegno, aperto a tutti i cittadini, del nostro movimento sulla situazione ambientale.

I benediniani tracciano il bilancio in assemblea Risultati e prospettive attese, ma anche difficoltà e inciampi incontrati nell’azione amministrativa. Il movimento civico “Benedini per Mantova” propone un bilancio pubblico, nel corso di un’assemblea cittadina: l’appuntamento è il 30 gennaio alle 20.45 nell’aula magna Isabella d’Este, in via Giulio Romano 13. Tema: “Mantova, tra micropolveri e surnatante”. Ovvero, riflessioni sulla situazione ambientale della nostra città. L’introduzione è affidata allo stesso Giampaolo Benedini, assessore ai lavori pubblici, che inquadrerà la questione del polo industriale nella cornice di

85Capitolo 3 - 2012

una riqualificazione complessiva, cedendo quindi la parola ad Anna Maria De Togni. L’assessore all’ambiente parlerà della qualità dell’aria e dell’acqua, declinando gli obiettivi raggiunti e gli ostacoli operativi. Toccherà poi a Franco Ferrarini, gastroenterologo, tessere l’analisi comparata dei rischi specifici nel quadro del contesto padano e nazionale alla luce degli ultimi report di Arpa e Asl. Matteo Masiello punterà il dito sui limiti operativi delle competenze locali, concentrandosi sul Sito d’interesse nazionale e i rispettivi ruoli di Regione, Provincia, Comuni. Infine, Gianni Bombonati riferirà sull’attività della commissione ambiente e salute pubblica. La formula dell’assemblea pubblica è stata scelta al fine di consentire a tutti, dalle associazione portatrici d’interesse al singolo cittadino, la possibilità di iscriversi per formulare quesiti in ordine alle tematiche indicate annotano i benediniani. Che rilanciano: Sarà un momento di informazione, dunque, ma anche di confronto, condivisione e raccolta di proposte operative. L’invito è largo.24 gennaio 2012

27 gennaioViene presentato il risultato dell’advisor sui parcheggi Apcoa: la proposta è conveniente.

Ecco il piano per i parcheggi a costo zero Il nuovo piano parcheggi del Comune è più conveniente di quello originario, in quanto gli consente di ricavare maggiori entrate. E’ questa la conclusione dell’advisor bolognese, la Valore impresa srl che, su incarico della giunta Sodano, ha comparato la vecchia convenzione Ilce (risalente al 1996) per i parcheggi in struttura di piazza Virgiliana, piazza Nodari Pesenti e Lungolago Gonzaga, stoppata dal Tar, con la nuova proposta avanzata da Apcoa per la costruzione e la gestione di due parcheggi sotterranei di piazza Virgiliana e di Lungolago Gonzaga, e la gestione dei 3mila posti auto a raso sparsi per la città. L’esecutivo, ieri, ha preso atto delle conclusioni e ha dato l’incarico all’ufficio tecnico di approfondire tutti gli aspetti operativi con l’impresa per portare in giunta, quando sarà al completo con il ritorno dei leghisti - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini - una proposta complessiva che ci consenta di costruire i due parcheggi senza rifare la gara d’appalto. Se ci riuscissimo Imprepar del gruppo Impregilo, in due anni, ci darebbe i due parcheggi a costo zero . L’advisor ha effettuato un’analisi comparata dei due piani basata sulla valutazione economico-finanziaria e la sostenibilità economico-finanziaria. I due progetti sono diversi come numero di posti auto. Mentre quello originario prevedeva tre parcheggi in struttura per 1.400 posti, il nuovo ne prevede due per 550 posti oltre a 55 box da vendere ai privati. Nella prima versione al gestore venivano dati in concessione 1.500 posti auto a raso, mentre in quella nuova 3mila. I parcheggi in struttura sarebbero rimasti in concessione per 60 anni dopo di che ritornerebbero di proprietà comunale: adesso gli anni sono 42. Sale, invece, dai 15 della prima versione ai 20 dell’attuale il numero di anni di concessione per i parcheggi a raso. Il canone a favore del Comune con Ilce per la sosta in strada era fisso, con Apcoa diventa variabile: il 40% dei ricavi. Più basse sarebbero le tariffe nella nuova proposta rispetto alla vecchia: Apcoa propone 1,50 euro all’ora nel parcheggio di Lungolago Gonzaga e un euro in quello di piazza Virgiliana; nella proposta originaria era 1,55 all’ora in entrambe le strutture. Per quanto riguarda la sosta a raso, la zona A, nella prima versione, costava 1,35 euro all’ora (1,50 nella seconda versione), 1,22 la zona B (un euro), 1,01 quella C (50 centesimi). Secondo la Valore impresa il totale dei ricavi dei due progetti, dal 2012 al 2016, è superiore in quello nuovo di 500mila euro nei primi due anni, che diventano 700mila euro a partire dal 2015, quando la gestione entra a regime e sono terminate le vendite dei box ai privati. I costi di investimento si equivalgono: 14.293.235 euro nella prima ipotesi, 14.045.672 nella seconda, nonostante non sia più presente il parcheggio Nodari Pesenti. Questo, secondo l’advisor, si spiega con il fatto che il nuovo progetto prevede investimenti anche nell’impiantistica della sosta su strada, in particolare per i sistemi gestionali dei parcheggi di piazza d’Arco e dell’Anconetta e per la sostituzione dei parcometri. Sono stati anche confrontati i costi di gestione. Ebbene, quelli del nuovo progetto risultano essere superiori (più di 2 milioni all’anno contro poco più di un milione). Colpa del costo del personale. Ma non solo. Apcoa si accollerà i 12 dipendenti di Aster che ora seguono i parcheggi. Inoltre, essendo variabile il canone che Apcoa pagherà al Comune sulla sosta a raso, per il gestore vi sarà un onere maggiore e per l’amministrazione un maggiore introito. Inoltre, oggi si forniscono molti più servizi rispetto al passato sulla sosta. E la convenienza economica del Comune? Col vecchio progetto avrebbe incassato in 60 anni un canone di 24.850.692 euro, per un canone medio di 414.178 euro all’anno; con il nuovo piano, in 42 anni, via Roma introiterebbe meno in totale (19.461.554 euro), ma di più in media ogni anno (463.370 euro): il 12% in più, calcolano i bolognesi. La nuova proposta evita al Comune un lungo contenzioso giudiziario con il rischio di pagare danni ingenti e di dover sostenere altre spese tecniche per rifare i progetti, mentre dà a costruttore e gestore la possibilità di mantenere i conti in equilibrio.Sandro Mortari, 25 gennaio 2012

86Capitolo 3 - 2012

31 gennaioIgor Cipollina, nel suo resoconto del convegno, riferisce il mio discorso sulla raffinazione: il modello è superato, occorre riconvertire, la Ies è avviata a un declino certo sulla sua attività principale perché non più conveniente economicamente. Se allora - invece di criticarmi - politici, sindacati e azienda avessero cominciato a ragionare e prevedere soluzioni alternative, quello che due anni dopo è successo si sarebbe potuto gestire meglio!

Benedini insiste: «La raffineria Ies segua la Tamoil» Doveva essere un bilancio critico, con punte polemiche (risultati, prospettive e impedimenti nell’azione amministrativa), è deragliato in analisi di gruppo. Gruppo largo, analisi autoreferenziale. La città ha risposto un sì deciso all’invito dei benediniani per parlare della Mantova aggredita da micropolveri e surnatante, schierando nell’aula magna dell’Isabella d’Este le tante anime dell’ambientalismo (e non solo). Le salottiere accanto alle radicali. Tutti o quasi con una domanda pronta in tasca, buona per il “question time”. Peccato che la scansione dei tempi sia saltata, a scapito del dibattito. Sommando il minutaggio dei relatori, da scaletta i benediniani avrebbero dovuto parlare un’ora. Hanno tenuto il microfono per centoventi minuti. Nulla di irreparabile, solo l’occasione persa di un confronto più diluito nei tempi e serrato nella dialettica. A fare gli onori di casa è l’architetto Giampaolo Benedini, serenamente turbato dal vuoto della sala quando manca soltanto un quarto d’ora all’inizio. Trenta minuti dopo si sta quasi stretti e il turbamento si rovescia in sorpresa. L’assessore ai lavori pubblici, alleato severo del sindaco Sodano, parte deciso ingranando la marcia dell’ambiente, l’argomento che più ci stava a cuore quando ci siamo messi in gioco per la conduzione della città. Una Mantova ricca di pregi con un unico, macroscopico difetto: il suo doppio industriale, alle porte del centro storico. Tirato su senza troppi scrupoli - nell’altrove di cinquant’anni fa la sensibilità era più elastica - il petrolchimico ha creato sì occupazione, avvelenando però l’ambiente (e non solo). Mezzo secolo dopo è tramontato anche il modello produttivo. Il problema occupazionale è falso, un boomerang - tuona Benedini - dobbiamo guardare avanti, puntando a uno sviluppo sostenibile. L’imperativo è riconvertire. L’assessore si accanisce contro la Ies, avviata a declino certo, sgranando un elenco puntuale: esubero della raffinazione in Italia, concorrenza arrembante dei paesi emergenti, costi salati per gli adeguamenti normativi, impiantistica obsoleta, non autosufficienza energetica. L’ex direttore di stabilimento ascolta tra il pubblico. Se dismettere del tutto suona una scelta impopolare, difficile, l’assessore caldeggia la soluzione adottata dalla Tamoil a Cremona: dove fino a qualche mese fa c’era la raffineria, oggi c’è solo un deposito di carburanti. Gli effetti sull’occupazione non sarebbero poi così drastici. Discorso analogo per la chimica, col vantaggio che l’interlocutore batte bandiera italiana e l’azionista di peso è il ministero del Tesoro (l’Eni siamo noi). Il futuro? Fa rima con trasporti e intermodalità. Valdaro, porto e Olmo Lungo. Ne avrebbe ancora da dire ma, richiamato da Gianni Bombonati (presidente della commissione consiliare e salute pubblica), Benedini cede il microfono all’assessore all’ambiente Anna Maria De Togni, che parte dalla conferenza di Ottawa (1986) per approdare ai giorni nostri dopo una lezione puntigliosa. Il punto di vista medico è affidato a Franco Ferrarini, il più spigliato tra i relatori nonostante gli spigoli della materia, quello legale a Matteo Masiello. Tanti gli appigli per il question time, pochissimo il tempo per scalare le questioni irrisolte. Urge un supplemento di confronto. (ig.cip)

Ies, sindacati uniti contro Benedini Per commentare la penultima, colorita bordata dell’assessore Giampaolo Benedini sul «cestino» del polo industriale e la «mela marcia» della raffineria (da buttare in fretta prima del contagio), il direttore di stabilimento Antonino Gullotta aveva indossato un piglio indignato («mi spiace solo per i ragazzi puliti che lavorano qui») e si era messo in posa con una mela verde smagliante in palmo di mano. Cheese. Questa volta, invece, l’azienda sposa la linea del silenzio. No comment al nuovo affondo di Benedini, che invita la Ies a seguire l’esempio della Tamoil a Cremona: smantellare gli impianti e lasciare un deposito. Parlano, invece, i sindacati. E alzano pure la voce. Si appassiona Giusy Amadasi della Femca Cisl, che rimbalza l’invito all’assessore: «Vada vedere cos’è rimasto a Cremona come negli altri siti dismessi, un mostro cementificato, una cattedrale persa nelle pieghe della città dove nessuno interverrà più a bonificare. È falso che i depositi non inquinino, al contrario richiedono misure di sicurezza ancora più severe». D’accordo, ma il boomerang del ricatto occupazionale? «I lavoratori sono i primi ad essere attenti a dove mettono i piedi, la sicurezza massima è una cifra dei nostri contratti. Dobbiamo creare le condizioni per una convivenza equilibrata e sostenibile tra la città e l’industria. La Ies? Finora ha applicato le normative vigenti, cambiando tutto ciò che era sostituibile. Comunque noi non abbassiamo la guardia». «La chiusura degli impianti di produzioni non sposterebbe di una virgola la questione delle bonifiche – insiste Giovanni Pelizzoni della Uilcem – Al contrario, a occuparsene rimarrebbe esclusivamente il pubblico, che altrove non ha combinato nulla. Nel tempo l’impatto ambientale della raffineria è migliorato, ci sta che i risultati non siano ancora sufficienti ma il processo è in evoluzione continua. Esistono della prescrizioni che la Ies è obbligata a osservare e che sta rispettando. Quanto al sindacato, non smetteremo mai di pungolare l’azienda». E poi sì, c’è anche l’aspetto occupazionale: «Rischiamo di produrre l’ennesimo tracollo finanziario in un quadro complessivo drammatico. Lo ripeto, in primis vengono la salute e l’ambiente, ma oggi la dismissione degli impianti non porterebbe alcun beneficio. Un amministratore accorto dovrebbe saperlo, dovrebbe coltivare una visione d’insieme». A proposito, Pelizzoni ne approfitta per sollecitare l’assessore provinciale Alberto Grandi a riconvocare il tavolo tra parti sociali, Arpa, Asl, enti locali e azienda. Sulla stessa linea di pensiero anche Marco Sambenedetto della Filctem Cgil: «Mandare via il lavoro è un modo sbagliato di affrontare i problemi del petrolchimico, che sconta gli sbagli e le disattenzioni del

87Capitolo 3 - 2012

passato, anche da parte delle istituzioni. Gli errori devono e possono essere risolti soltanto alla presenza delle aziende, altrimenti la messa in sicurezza e le bonifiche sono condannate a rimanere sulla carta. L’obiettivo resta quello di coniugare lavoro e patrimonio ambientale». Stando attenti a dove si mettono i piedi.Igor Cipollina

10 e 14 febbraioSi parla di Expo 2015. Pastacci vuole fare la parte del leone ed escludere il Comune, cioè il sottoscritto, dalla gestione dei progetti.

Verso Expo 2015 Il tour della Regione parte da Mantova «Proprio in questi giorni il presidente della Regione Formigoni e il sindaco di Milano Pisapia hanno certificato che Expo 2015 si farà. Il tour promozionale della Regione nelle varie realtà locali per illustrare le opportunità partirà proprio da Mantova». Lo ha detto ieri a Palazzo di Bagno l’assessore regionale Carlo Maccari, nel corso di un incontro promosso dal presidente della Provincia Alessandro Pastacci con Fabrizio Grillo, responsabile relazioni territoriali di Expo 2015. All’appuntamento erano presenti il presidente della Camera di Commercio Carlo Zanetti con il segretario generale dell’ente di via Calvi Marco Zanini e l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Mantova Giampaolo Benedini. Tutti a confronto sulle possibili opportunità per Mantova. Venti milioni di visitatori attesi, 130 paesi partecipanti e oltre 200 eventi: sono i numeri di Expo 2015, l’esposizione internazionale che dal primo maggio al 31 ottobre 2015 sarà allestita negli spazi della nuova fiera di Milano. Un allestimento che si dispiegherà su più di un milione di metri quadrati di superficie, a nord-ovest della città e che vedrà coinvolto non solo il capoluogo ma tutta la Lombardia. «Quello di oggi (ieri, ndr) è il primo importante incontro di coordinamento con la società Expo 2015 – ha esordito il numero uno di Palazzo di Bagno Pastacci – Tutto il territorio mantovano dovrà essere coinvolto: i temi cardine della manifestazione saranno alimentazione, nutrizione e una provincia come la nostra che vanta una delle migliori agricolture d’Italia non può non essere attore di questo storico appuntamento». Agroalimentare e agricoltura di qualità saranno il cuore dell’Expo che avrà come filo conduttore lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. «Ci saranno 180 giorni di eventi e di dibattiti, in cui dialogheranno tra loro 140 paesi – ha ricordato Fabrizio Grillo responsabile relazioni territoriali di Expo 2015 – sarà un’esposizione leggera, molto attenta all’utilizzo di materiali ecosostenibili e all’impiego di soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Sarà un’Expo digitale, con un forte ricorso alle energie rinnovabili. Ai visitatori, che potranno acquistare biglietti già dal 2014, saranno proposti percorsi tematici interni che dovranno poi svilupparsi in itinerari esterni sul territorio». «La Regione – ha aggiunto Maccari – sarà al fianco dei territori per supportarli a cogliere i benefici e le occasioni che deriveranno da questo straordinario evento. A differenza di altre grandi manifestazioni di richiamo come ad esempio furono i mondiali di calcio del Novanta, non arriveranno finanziamenti, ma ci saranno indirettamente opportunità promozionali delle nostre bellezze artistiche, paesaggistiche e del nostro patrimonio agricolo e agroalimentare». «Il nostro intento – ha aggiunto Zanetti – è di elaborare una proposta comune in vista di questo importante traguardo. Come Camera abbiamo già pensato a un portale per promuovere l’Expo, ma soprattutto per dare risalto alle opportunità che potranno derivare da Expo 2015 per il nostro territorio e per le sue imprese».10 febbraio 2012

Expo, Pastacci e Benedini Una delega è di troppo Chi se lo prende il pezzetto mantovano di Expo 2015? Giovedì scorso ne hanno discusso in Provincia il presidente Alessandro Pastacci, l’assessore comunale Giampaolo Benedini, l’assessore regionale Carlo Maccari, il presidente della Camera di Commercio Carlo Zanetti e il delegato ai rapporti territoriali di Expo Fabrizio Grillo. La prima decisione da prendere è a chi affidare il ruolo di ente capofila. Sul punto le strategie già divergono. Regione, Camera di Commercio e Comune puntano su via Calvi: la grande esposizione, se intesa soprattutto come traino economico, deve andare a chi rappresenta le imprese, sostengono i fautori di questa soluzione. Ma la Provincia la pensa diversamente. Pastacci ci tiene eccome, tant’è che nove mesi fa distribuendo le deleghe nella sua giunta si tenne quella a Expo. Una delega che in via Roma invece spetta a Giampaolo Benedini, l’architetto che voleva fare il sindaco e che potrebbe sfruttare l’esposizione per ritagliarsi un ruolo di più ampio respiro. A partire dal sogno di un parco tecnologico capace di sostituire il petrolchimico, che potrebbe essere veicolato via Expo e al quale lavorano i cugini di Ambiente e Sviluppo. Benedini ha provato a coordinare le istituzioni mantovane, prima con due viaggi milanesi e poi con una lettera nella quale ha indicato agli altri enti mantovani tre date buone per invitare i rappresentanti di Expo: «Quale preferite?». Mentre l’architetto aspetta le risposte, Pastacci parte rapido e fissa l’incontro in una quarta data, quella di giovedì scorso appunto. In anticipo rispetto alle ipotesi benediniane. Fuga in avanti per arrivare per primo al timone. Architetto non felicissimo, ma presente. In ritardo di un’ora, però. Perché un’altra incomprensione è sull’orario della convocazione: Benedini giura che gli hanno detto di presentarsi alle 15.30, ma l’appuntamento è per le 14.30. Benedini arriva tardi, il disguido lo rende ancora meno felice e non dice una parola. Poi una coda della riunione nell’ufficio di Pastacci. Chi farà l’ente capofila? Il presidente ci tiene: «Tocca a me, la Provincia insiste su tutto il territorio». Cita dunque gli amatissimi territori e butta lì qualche idea su un possibile coinvolgimento dei distretti agricoli e dei Gal, a partire da quello dell’Oltrepò della sua Quistello. Benedini storce il naso: massima dignità

88Capitolo 3 - 2012

per tutte le realtà del Mantovano, ma per lui le priorità sono altre. Se il tema di Expo è l’agroalimentare, allora la leadership tocca alla Camera di Commercio. Parallelamente bisogna lavorare ai territori, certo. Ma a partire da quello, ammalatissimo, del petrolchimico: Expo può essere una grande occasione, a patto di volare alto. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema dell’esposizione e a Mantova la terra, nel Benedini pensiero, si nutre innanzi tutto liberandola dai veleni. Al tavolo siedono anche Maccari e Zanetti. A loro non dispiacerebbe se fosse via Calvi il primo interlocutore di Expo 2015. Pastacci media: «Non serve per forza un capofila unico: penso alla Camera di Commercio per coordinare le imprese e alla Provincia per la sinergia tra enti locali. Noi e via Calvi siamo accomunati dalla visuale d’insieme su tutto il Mantovano».Gabriele De Stefani, 14 febbraio 2012

23 febbraioIntervengono i sindacati sulla questione parcheggi Apcoa a difesa di Aster. L’intervento appare strumentale e non veritiero.

I sindacati avvertono la giunta «Giù le mani da Aster, è sana» Giù le mani da Aster. L’avvertimento è dei sindacati, in allarme per la brutta aria che soffia sulla partecipata del Comune che gestisce la sosta in città (già Mantova Parking). Aria di burrasca, visto che il ripensamento di Aster figura tra le clausole della pax tra le forze dell’attuale maggioranza. Marzio Uberti (Filt Cgil), Emmanuele Monti (Fit Cisl) ed Emanuele Franchetto (Uil Trasporti) ne hanno discusso sia con i vertici della società sia con l’assessore Giampaolo Benedini, che avrebbe confermato l’interesse per i privati di Apcoa. «Aster è una realtà sana e robusta – scandiscono i sindacati – un polmone che trasferisce al Comune 1 milione e mezzo di fatturato(?). Altro che carrozzone pubblico». A preoccupare Cgil, Cisl e Uil è anche l’eventualità di una politica aggressiva da parte di Apcoa. Che nel parcheggio di via Scarsellini fanno già pagare la sosta 1,50 euro all’ora (50 centesimi in più rispetto alla tariffa di Aster) (si però le situazioni sono diverse perche via scarsellini è recintato) «Chi ci dice che Apcoa non aumenterà il prezzo dei pass, oppure inasprirà le multe o farà pagare il parcheggio anche la domenica?». Insomma, disorientati da slogan e battaglie partitiche, i sindacati esigono chiarezza e rilanciano un altro interrogativo: «Siamo sicuri che la gestione della sosta possa essere affidata direttamente, evitando la gara?».23 febbraio 2012

3 marzoSi profila il problema della caldaia B6 Enipower.

Benedini bacchetta Enipower «Sul turbogas due versioni» Ambiguo, un po’ furbetto: all’assessore Giampaolo Benedini non è piaciuto l’atteggiamento di Giovanni Milani, amministratore delegato e presidente di Enipower. Che in municipio ha detto una cosa, e alla Gazzetta ne ha raccontata un’altra. Cosa? La premessa dell’assessore è che «Mantova ha già dato abbastanza, adesso il territorio ha diritto a non essere più inquinato. La direzione è quella dell’economia verde, della ricerca, delle energie pulite». Seconda premessa: «Oggi nessuno si sognerebbe più di costruire il petrolchimico né i due turbogas dove si trovano. All’epoca Enipower ottenne l’autorizzazione a produrre energia elettrica grazie all’”escamotage” del teleriscaldamento». Riservandosi la B6 come caldaia di soccorso (a cogenerazione), a cui adesso è però costretta a rimettere mano per abbattere le emissioni. Tre mesi fa Enipower bussò in Comune prospettando tre soluzioni: aggiornamento della B6 attraverso dei nuovi bruciatori, due nuove caldaie a bassa pressione per il calore, un altro turbogas. L’altro ieri ha ridotto l’alternativa a una: l’adeguamento della B6. «Milani ci ha detto che l’ipotesi turbogas era ormai archiviata, ma alla Gazzetta ha dichiarato una cosa diversa». Il sospetto dell’assessore è che l’azienda abbia bisogno del turbogas per motivi di flessibilità, per ragioni economiche legate alla produzione e alla vendita dell’elettricità. Dal tavolo è invece sparita l’opzione più convincete per Benedini, quella delle caldaie per il calore. Il prossimo passo? «Un confronto tra Enipower e Tea». Intanto nel dibattito s’inserisce anche il presidente della commissione ambiente di Palazzo Di Bagno, Franco Tiana (Sel): «Di richieste ufficiali qui in Provincia non ne sono mai arrivate, se qualcuno ha cominciato a discutere di un nuovo turbogas lo sta facendo a titolo personale. Ho chiesto un incontro della maggioranza per valutare la situazione».03 marzo 2012

89Capitolo 3 - 2012

14 marzoI primi passi verso Teareteluce. Pochi hanno capito quale rivoluzione potrebbe derivare da questa iniziativa, di cui siamo stati promotori. Il primo passo verso un territorio smart, un’occasione persa per dare una straordinaria visibilità a Mantova.

Debuttano i pali della luce intelligenti Sperimentazione congiunta dell’assessorato ai lavori pubblici e di Tea: alcuni pali della luce della città diventano una piccola piattaforma intelligente antismog, di controllo del traffico, di ricarica dei veicoli elettrici e di accesso alla connessione a internet senza fili. E l’accensione diventa più flessibile, adattandosi all’effettiva necessità. Due i punti in cui si concretizza l’esperimento: piazza Arche e lungolago Mincio. Nel primo caso un palo della luce funge anche da colonnina per ricaricare veicoli elettrici. Nel secondo invece oltre all’illuminazione si diffonde la connettività wi-fi e una telecamera consente il controllo del territorio per ragioni di sicurezza e di regolazione del traffico. La trasmissione dei dati alla centrale di gestione avviene mediante onde convogliate ad alta velocità. «Il Comune – spiega l’assessore Giampaolo Benedini – è stato promotore dell’iniziativa, che proietta la città verso il futuro. È un’applicazione progettata e realizzata interamente da una società italiana che consente soprattutto di gestire in maniera flessibile l’accensione e lo spegnimento dei punti luce in base all’effettiva necessità. Si tratta quindi di una smart grid, ovvero di una rete intelligente». Le applicazioni già realizzate indicano risparmi del 30-40% sui costi energetici e di manutenzione. L’iniziativa rientra nel progetto di gestione associata della rete di illuminazione pubblica che Tea sta promuovendo.

15 e 17 marzoItalo Scaietta si dimette da consigliere a causa del mancato rispetto degli accordi e delle promesse da parte del Sindaco.

Sodano tradisce le promesse Scaietta verso le dimissioni Movimenti nel gruppo consiliare della lista Benedini. Uno è ufficiale, l’altro potrebbe diventarlo nelle prossime ore. Di certo c’è che Sebastiano Riva Berni lascia per ragioni personali il ruolo di capogruppo. Al suo posto tocca a Davide Bergamaschi, che era entrato nell’aula di via Roma la scorsa estate.Negli ambienti dell’amministrazione comunale si parla anche del consigliere Italo Scaietta vicino alle dimissioni, anche se il diretto interessato si trincera dietro a un severo no comment. Presidente degli Amici di Palazzo Te e della Società della musica, si era avvicinato alla politica per la prima volta nel 2010 aderendo al movimento civico di Giampaolo Benedini. Dopo essere stato in odore di assessorato, era rimasto fuori dalla giunta ma con l’impegno, da parte del sindaco, di coinvolgerlo nelle politiche culturali per la città. Secondo quanto filtra da via Roma, Scaietta lamenta che, a due anni di distanza, nessuno gli avrebbe mai teso la mano per sfruttare il suo contributo nel settore di competenza. Da qui - e da una certa delusione per l’amministrazione nonostante i rapporti ancora ottimi con i benediniani - la decisione di fare un passo indietro. Al suo posto toccherebbe all’ex preside Luigia Bettoni.15 marzo 2012

19 e 20 marzoSodano prova a far fuori la Lega.

Il sindaco prova a far fuori la Lega Il progetto è nella testa del sindaco da settimane, per non dire da qualche mese. Come minimo da quando, con la rottura dell’alleanza Pdl-Lega a livello nazionale, anche a Mantova i rapporti sono diventati tesi fino a sfociare nei più di 50 giorni di aventino padano. Ora il passaggio del capogruppo del Carroccio Viviano Benedini all’Udc ringalluzzisce le speranze di Sodano: salutare la Lega e imbarcare nella maggioranza almeno parte dei consiglieri comunali moderati e liberi da appartenenze politiche troppo ingombranti. Il sindaco ci sta lavorando in prima persona e ne parla apertamente a tutto il suo entourage, sbandierando accordi ormai alle porte. Sono sue - o dei suoi più stretti collaboratori - le telefonate che tra sabato e ieri hanno raggiunto Antonino Zaniboni, Sergio Ciliegi e il tabacciano Francesco Zanazzi. Contatti avviati anche con il neo-Udc Benedini e nella lista dei consiglieri che piacciono al sindaco va inserito pure Paolo Gianolio (matrimonio difficile). Sodano, che continua a non rispondere al telefono dei cronisti ufficialmente «per non alimentare polemiche», ha chiesto l’avallo politico anche a Mario Mantovani, segretario regionale del Pdl a lui molto vicino, incassando un via libera di massima piuttosto sorprendente, a meno di due mesi dalle amministrative e con l’alleanza con la Lega in bilico in molti Comuni. I numeri. Il pallottoliere della politica dice che Sodano può avere i margini per liberarsi del maldigerito alleato leghista. La cacciata del Carroccio significherebbe perdere cinque consiglieri, mentre nei desiderata del sindaco se ne potrebbero guadagnare almeno quattro (Benedini, Zanazzi, Ciliegi e Zaniboni), cinque se anche Gianolio accettasse. Più che sufficienti per governare. Nei corridoi di via Roma si dà già per acquistato Ciliegi, che in aula votò le linee programmatiche del sindaco. Zanazzi («il paragone con Monti è fuori luogo, qui da salvare non c’è l’Italia ma solo la poltrona del sindaco») e Zaniboni («apprezzo il tentativo di cambiare

90Capitolo 3 - 2012

rotta ma finché il riferimento è il Pdl di Berlusconi e Alfano non ci sono margini») dichiarano di non essere disponibili ma hanno ricevuto inviti espliciti e qualche incontro è già in calendario. Quanto all’Udc, il partito è ancora in piena euforia dopo lo scippo di Benedini alla Lega. Ma il nome del segretario cittadino Rino Rosano come possibile assessore in caso di ingresso in maggioranza già circola. Ciliegi invece sarebbe escluso da un eventuale rimpasto perché non ci si potrebbe permettere di perdere il suo voto in consiglio. Primo ostacolo: i tempi. L’operazione sognata dal sindaco prima di tutto deve fare i conti con i tempi della politica, che impongono prudenza: entro due settimane bisogna chiudere gli accordi per le amministrative e, con Comuni come Moglia e Goito ancora in ballo, è difficile che si possa rompere con la Lega proprio ora. D’altro canto, se in provincia ognuno andasse per la sua strada Sodano potrebbe avere un vincolo in meno. Secondo ostacolo: i malpancisti. L’ulteriore difficoltà che potrebbe frenare il sindaco è il ridotto seguito che l’operazione anti-Lega riscuote dentro l’attuale maggioranza. I più fedeli sodaniani sono con lui, ma nel Pdl non mancano gli esponenti piuttosto freddi, tra i quali Andrea Gorgati. Due le ragioni del dissenso: il timore che i nuovi alleati possano staccare la spina alla prima occasione utile e il no alla rottura di un’alleanza che, benché lacerata da mille problemi, è stata scelta dagli elettori. Molto scettici anche i civici di Giampaolo Benedini, che già sabato era stato prudente e aveva dichiarato solo di voler capire che cosa sta succedendo nella Lega. L’architetto se la cava con una battuta: «Non so nulla di quel che accade e non lo voglio sapere».Gabriele De Stefani

Sodano provoca la Lega: ora dica da che parte sta Settimana ricca di sedute per alcune commissioni consiliari. Si è cominciato ieri con la Capigruppo che ha ufficializzato la convocazione del consiglio comunale per lunedì con all’ordine del giorno le linee guida per la stesura del bilancio di previsione e il voto su de Marchi, accusato di assenteismo. E proprio le linee di bilancio sono l’unico argomento all’ordine del giorno della commissione Bilancio che si riunirà oggi alle 17.30. Un’ora dopo è convocata la commissione congiunta Bilancio-Territorio per esaminare la convenzione tra i Comuni di Mantova e di San Giorgio e la Valdaro spa per la realizzazione del terminale intermodale a Valdaro. Delibera su cui in giunta avevano votato contro gli assessori leghisti. Domani alle 18.30 in commissione Cultura è in programma l’audizione del presidente del Centro Te Crespi, mentre giovedì si riuniranno in seduta congiunta Statuto e Bilancio per esaminare il regolamento per il commercio sulle aree pubbliche. di Sandro Mortari Sodano, dal suo ufficio tenta di smentire tutto ciò che, invece, alla Gazzetta risulta eccome: telefonate, sue o dei suoi collaboratori più stretti, a Zaniboni, Ciliegi e Zanazzi e contatti con l’ex leghista Benedini. Riceve il cronista dopo aver parlato a lungo di problemi amministrativi con l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini e prima di un appuntamento con il presidente dell’Apam Daniele Trevenzoli. L’umore è buono nonostante i rumors provocati dall’abbandono del gruppo leghista di Viviano Benedini che, indebolendo il Carroccio in via Roma, rimette in tensione il centrodestra. I lumbard restano gli alleati da cui non si può prescindere ma a loro, che ritiene divisi su tre posizioni, il primo cittadino chiede chiarezza. Sindaco, sta lavorando ad una maggioranza alternativa che escluda la Lega dal governo del Comune? «No. Non cerco una nuova maggioranza e nemmeno sono impegnato a far fuori la Lega, così come non ho mai contattato alcun consigliere cosiddetto moderato per fare qualcosa di alternativo. E, per completare il quadro, il coordinatore regionale del Pdl non ha mai dato l’ok, perché io non gliel’ho mai chiesto, ad alcuna manovra che punti a cambiare la maggioranza attuale Pdl-Lega-benediniani». Come giudica l’addio di Benedini alla Lega? «Rispetto la sua scelta, come rispetto quelle degli altri consiglieri che hanno cambiato gruppo finora. E’ il quinto che lo fa, segnale di tempi politici molto incerti. Mi piacerebbe ricordarli tutti». Lo faccia... «Il primo è stato Carlo Romano, transitato dal gruppo del Pdl a quello di Benedini, poi Benedetta Graziano che ha lasciato l’Idv per andare nel gruppo misto e poi dimettersi da consigliere; quindi, Paolo Gianolio, uscito dal gruppo Pd per entrare in quello misto e poi Murari che dal Patto nuovo è passato al Pd, diventandone anche segretario cittadino; proprio lui che proviene dalla lista che, nell’aprile 2010, ha determinato la sconfitta del Pd e la perdita del governo cittadino». Mai pensato di cambiare la maggioranza escludendo una Lega ingombrante e mai allineata? «Rimane fermo quello che ho sempre detto: questa è la maggioranza uscita dalle urne, riconfermata dalla verifica di poco tempo fa e che deve andare avanti. La Lega, però, deve riflettere: da lei vogliamo sapere se vuole far parte di questa maggioranza e appoggiarla in maniera costruttiva in questo momento di difficoltà. Non siamo noi che facciamo fuori la Lega, né io ho in atto una strategia per emarginarla: ma, ripeto, dobbiamo sapere se la Lega vuol far parte di questa maggioranza con chiarezza e lealtà». Dopo che Benedini ha abbandonato, il Carroccio non ha più i numeri per essere determinante, per garantire, ad esempio, il numero legale alla maggioranza in aula. Cosa ne pensa? «Non è questione di chi è determinante o no. Chiedo solo alla Lega di far sapere quale linea interna prevale: se è quella di Gianni Fava che ritiene ormai finita la nostra esperienza in Comune e che vorrebbe mandarci tutti a casa; o se è quella di Claudio Bottari, pronto ad uscire dalla giunta ma pronto anche a garantire l’appoggio esterno; oppure se è quella dei tre assessori e della maggior parte dei consiglieri che vogliono rimanere al governo della città. Certo, non si può stare al governo facendo un’opposizione costante come quella del l’ex capogruppo de Marchi. Io auspico che si riesca a stare insieme e ad andare avanti come è stato stabilito dalla recente verifica». E se qualche consigliere di opposizione fosse disposto a garantirgli il suo appoggio, lei come reagirebbe? «Il consenso di chi si pone in maniera costruttiva verso di noi è sempre bene accetto. Senza forzature, però. E noto che quei consiglieri potrebbero essere di un’area fuori dal Pd che pregiudizialmente è contro di noi. E infatti, ho apprezzato le dichiarazioni di Viviano Benedini che ha detto di guardare verso di noi senza pregiudizi». Lei alla Lega chiede chiarezza. È una sorta di ultimatum? «Nessun ultimatum. Quello che chiedo è semplice ed elementare. Prendo atto del suo travaglio interno

91Capitolo 3 - 2012

e lo rispetto, ma non si può andare avanti con la mano destra che governa e quella sinistra che fa opposizione. Alla Lega chiedo solo chiarezza».20 marzo 2012

23 marzoIncontro promosso da ‘Ambiente e Sviluppo’ con la partecipazione dei fratelli Borghini, Carlo zanetti e il sottoscritto. Niente di nuovo sul parco tecnologico.

Vertice volante sul parco tecnologico Incontro mordi e fuggi ieri pomeriggio nella sede della Camera di commercio tra l’associazione Ambiente e sviluppo e i vertici di via Calvi sul tema del parco tecnologico per l’area del petrolchimico. Il presidente degli ambientalisti, Gaspare Gasparini, aveva portato in città i fratelli Gianfranco e Gianpietro Borghini, economisti vicini a Expo 2015, possibile partner del piano. C’era anche l’assessore comunale ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, mentre non ha partecipato la Provincia. Annunciato da Ambiente e sviluppo come un incontro aperto alla stampa, l’appuntamento si è svolto a porte chiuse e non è durato più di un quarto d’ora. «Gasparini ci ha comunicato che a breve ci verrà presentato il piano per il parco tecnologico. Lo ascolteremo e valuteremo» si limita a dire Zanetti, affiancato nel corso dell’incontro, considerato informale da via Calvi, dal segretario generale dell’ente, Marco Zanini. Deluso per l’assenza del presidente della Provincia Alessandro Pastacci e per la rapidità del confronto, Gasparini commenta così in serata: «Mi spiace che non si siano tenute le porte aperte come era accaduto in altre occasioni analoghe. Com’è andata? La Camera di commercio mi ha chiesto di non dire nulla, per cui rispetto l’impegno preso e ne parleremo in un’altra occasione».23 marzo 2012

28 marzoQualche tempo fa ho dichiarato che da parte di Tommasini non sono mai stato coinvolto su Valdaro, nonostante fossi stato incaricato di occuparmene. Il documento allegato ne è la dimostrazione.

Valdaro ora guarda a Venezia Via libera della giunta al protocollo con l’Autorità portuale di Venezia, la Provincia di Mantova e la Valdaro spa per una sinergia che punti a sviluppare sia il porto fluviale di Valdaro che la piattaforma d’altura prevista a Venezia, al largo della bocca di Malamocco. I tre assessori della Lega, come sempre succede quando sentono parlare della Valdaro spa, hanno alzato le antenne e si sono astenuti. «Il testo non era sufficientemente chiaro - spiega il vice sindaco dei lumbard, Germano Tommasini - e per questo ci siamo astenuti. Non abbiamo capito, infatti, quale sia l’impegno economico per la nostra società. Si parla, inoltre, di Valdaro spa come soggetto che deve progettare non si sa che cosa e con quali soldi». Il punto incriminato è l’articolo 2 del protocollo dove si legge che la Valdaro spa si impegna «ad individuare banchine ed aree idonee da destinare alla realizzazione di un terminal per il traffico fluviale proveniente dalla piattaforma d’altura» veneziana, e «a definire il layout e lo schema operativo di massima del terminal, nonchè ad effettuare tutte le necessarie valutazioni relativamente alla capacità e alla disponibilità di reti stradali e ferroviarie da rivolgere ai traffici provenienti dalla piattaforma d’altura». In cambio, l’Autorità portuale di Venezia si impegna, nell’ambito dello studio della piattaforma portuale d’altura, a tener conto delle strutture e infrastrutture mantovane per garantire la miglior integrazione operativa e, quindi, il massimo incremento del sistema idroviario padano, in particolare della rete di navigazione fluviale lungo il Po e i suoi canali». «La Lega ha frainteso tutto - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini -. Questo protocollo è una semplice dichiarazione di interesse per l’attività portuale di Venezia che non prevede alcun impegno economico per la Valdaro spa. E’ come dire ai veneziani: andate avanti con il terminal perché siamo interessati. Noi abbiamo banchine, scalo ferroviario e autostrada per ricevere le merci provenienti dall’Adriatico e per spedirle là». Sandro Mortari, 28 marzo 2012

92Capitolo 3 - 2012

1 aprileNon è uno scherzo. Pastacci vuole escludere il Comune e me da Expo 2015. Quella della gestione dei progetti per la manifestazione mondiale è la dimostrazione di come questo territorio sappia perdere le occasioni per fare sinergie. In questo tutti campioni. Gente senza idee subito pronta ad appropriarsi di quelle altrui e a escludere subito dopo proprio coloro da cui le hanno attinte.

Expo, Benedini accusa: dimenticati da Pastacci «Provincia e Camera di commercio hanno dimenticato di coinvolgere il Comune nel protocollo per Expo 2015. È imperdonabile per un presidente che ogni giorno parla di territori e di necessità di fare sistema». Dice di essere deluso l’assessore con delega ad Expo 2015 Giampaolo Benedini. Il termine più corretto sarebbe irritato. L’altro ieri il presidente della Provincia Alessandro Pastacci e il direttore della Camera di commercio, Marco Zanini hanno illustrato alla Gazzetta il protocollo d’intesa per il coordinamento per la promozione delle eccellenze agroalimentari, enogastronomiche e turistiche del Mantovano cercando di sfruttare al massimo l’Esposizione mondiale. Camera di commercio e Provincia si pongono come cabina di regia della promozione del made in Mantua. E il Comune, chiediamo a Benedini, che fa? «Provincia e Camera di commercio non hanno pensato nemmeno di informarci di questo protocollo – dice Benedini – leggo che Pastacci vuole fare sistema ma non so se escludere il capoluogo e centro della provincia, sito Unesco, dal protocollo d’intesa sia la scelta migliore per dar corpo a quelle che lui stesso definisce strategia integrata. Tra l’altro Pastacci e Camera di commercio hanno mostrato una disattenzione imperdonabile, visto che il Comune ha firmato nel 2008 un protocollo d’intesa direttamente con la società Expo 2015 in cui si evidenzia in modo preciso il ruolo di coordinamento del Comune capoluogo. Curioso che l’interlocutore scelto da Expo 2015 sia stato messo da parte nell’accordo tra Provincia e Camera di commercio». L’accordo fu firmato dagli allora sindaci Fiorenza Brioni e Letizia Moratti. Per la verità Pastacci e Zanini hanno spiegato che il protocollo è arrivato al termine di molti incontri con tutte le istituzioni interessate. Non sosterrà, Benedini, che il Comune di Mantova non è stato sentito? «Abbiamo avuto due incontri, anche se al secondo, quello sulla possibilità di presentare il progetto del parco tecnologico ad Expo, il presidente non ha ritenuto utile presenziare – dice Benedini – in ogni caso ho saputo del loro protocollo d’intesa dalla Gazzetta. Se vogliono andare per conto loro, facciano. Sarebbe però l’ennesima strategia sbagliata. Tra l’altro non si capisce chi abbia investito Provincia e Camera di commercio della prerogativa di coordinare e decidere per tutti. Ma stiamo scherzando? Per quanto ci riguarda noi stiamo facendo sistema con Verona e l’aeroporto Catullo in vista dell’evento. Forse è bene che si faccia mente locale: nell’ambito di un evento come Expo 2015 noi siamo un piccolo punto in una mappa mondiale. Punto di eccellenza, ma piccolo. Meglio quindi lavorare assieme ad altre realtà»Nicola Corradini, 01 aprile 2012

7 e 10 aprilePresentata in Comune al Sindaco la proposta per la cittadella dei servizi di Italiana Costruzioni, progetto dello Studio 5+1. Un progetto di valenza internazionale con architettura innovativa e restauro della parte di edificio industriale storico. Una risposta anche alle imprese locali che, diversamente da Italiana Costruzioni, non sanno cogliere le opportunità che l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione dichiarando le proprie necessità. Ma ecco subito la protesta del sedicente comitato Fiera Catena, autonominatosi e partecipato da tre personaggi che portano avanti argomentazioni inconsistenti, oltretutto senza nemmeno aver visto il progetto. Prende avvio una campagna distruttiva supportata dall’inerzia del Sindaco.

Tutti gli uffici a Catena tra parco, piazze e Gradaro Oltre 40mila metri quadrati tra uffici, parcheggi, giardini e piazze, quattro piani più i sotterranei, un accesso pedonale dal lungolago e una piazza che leghi l’area alla chiesa del Gradaro. È il piano per trasformare l’ex Ceramica in una cittadella dei servizi che la romana Italiana Costruzioni, insieme allo studio genovese 5+1, ha presentato nei giorni scorsi al sindaco Nicola Sodano e all’assessore Giampaolo Benedini. Tra l’Anconetta e il Gradaro si trasferirebbero tutti gli uffici del Comune ad eccezione di quelli di rappresentanza, la sede territoriale della Regione e l’intero palazzo di giustizia. Siamo ovviamente ancora lontani dal cantiere, ma la bozza che ora finirà all’esame della maggioranza rivela un’azione decisa da parte di realtà di primo piano del settore dell’edilizia (vedi pagina a fianco) e dà all’amministrazione la possibilità di iniziare a ragionare su qualcosa di concreto, a 15 mesi dal lancio dell’idea da parte di Benedini e a sei mesi dall’approvazione del piano delle opere pubbliche da parte della giunta. Anche perché c’è già una proposta sulla gestione economica della partita: leasing in costruendo dopo gara d’appalto. Cioè gli enti pubblici si trasferirebbero in affitto nella nuova sede e la acquisterebbero a rate pagando il canone. Nel frattempo potrebbero cedere i vecchi uffici (viale Fiume, via Visi, via Conciliazione, via Gandolfo e via Roma se andrà in porto il progetto del Podestà): «Avremmo una sede più funzionale, risparmi energetici e sui costi di manutenzione e consentiremmo la valorizzazione degli attuali uffici comunali» spiega Benedini. Costruire e riqualificare. Nel progetto consegnato a sindaco e assessore convivono idee di restauro e di nuova edificazione. La riqualificazione interessa la struttura che ospitava la Ceramica: lì gli architetti dello studio 5+1 immaginano di trasferire l’intero palazzo di

93Capitolo 3 - 2012

giustizia, risolvendo l’annoso problema dell’insufficienza e dell’obsolescenza di via Poma. Dodicimila metri quadrati su quattro piani per procura, tribunale e archivio. I nuovi palazzi invece sono due e, disposti in modo da formare una L con l’ex Ceramica, sono stati pensati per ospitare gli uffici del Comune e della sede mantovana della Regione. I settemila metri quadrati destinati all’amministrazione sono lo spazio riservato a tutti gli uffici operativi del Comune: fanno eccezione quelli di rappresentanza e istituzionali (sindaco, sala giunta e del consiglio) per i quali è tracciata la strada del Podestà o, in alternativa, si può rimanere in via Roma. Rete di piazze e giardini. Non solo cemento e uffici.Il progetto disegna un angolo di Fiera Catena tra mattone, verde e piazze che dà il senso della definizione di cittadella

94Capitolo 3 - 2012

dei servizi: gli architetti hanno pensato a uno spazio dove sbrigare pratiche in ufficio, fare due chiacchiere in piazza e sedersi su una panchina tra le piante. Una piccola città di periferia. Una prima piazza è prevista alle spalle del palazzo di giustizia, tra l’ex Ceramica e strada Argine Maestro. Altre, più piccole, sono sparse per tutta la cittadella, formate dalle piante e dall’incontro tra le aree verdi e gli edifici (vicina ai 4.600 metri quella tra Comune e Regione). Poi la piazza più grande: 4.900 metri quadrati alberati che si aprono di fronte al palazzo di giustizia e vanno ad abbracciare il Gradaro. Gli architetti sognano di creare uno spazio di ampio respiro che consenta di valorizzare la chiesa duecentesca di Valletta Valsecchi, parando il colpo di possibili querelle come quella che portò alla revisione del progetto di piazzale Mondadori che avrebbe oscurato il campanile di Ognissanti. Qui l’impatto, almeno nella prima bozza, è ben diverso: nulla sale oltre il terzo piano e un’ampia piazza nasce dove oggi regna il degrado andando a disegnare quello che viene definito un «percorso storico-urbano». Da una parte degli uffici comunali e dalle aule di tribunale, la visuale si apre sul complesso che la tradizione vuole sia sorto laddove San Longino subì il martirio. Accesso in auto e a piedi. Il quartiere è periferico, dunque i posti auto sono una necessità. I progettisti rispondono con 10.200 metri quadrati dedicati. La gran parte è sotterranea (8.800 metri), ma una discreta quota (1.400 metri) è all’esterno, dove si potrà parcheggiare tra le piante. La bozza presentata al Comune prevede anche un accesso pedonale definito «percorso paesaggistico»: è, in sostanza, un passaggio verso il lago che si può imboccare sul lato destro (guardando l’ex Ceramica). Difficile che chi va a sbrigare pratiche abbia il tempo per una passeggiata da casa agli uffici, ma la possibilità c’è. Freni politici e amministrativi. Il progetto promette di restituire alla città una vasta area che da decenni vive abbandonata al degrado e, come dice Benedini, di razionalizzare la macchina della pubblica amministrazione e risolvere le difficoltà logistiche del mondo della giustizia. Ma la complessità dell’operazione è notevole sia politicamente che dal punto di vista più strettamente economico e amministrativo. Sindaco e assessore si preparano a condividere con giunta e consiglieri la proposta ricevuta. La maggioranza dovrà trovare un’intesa politica che nessuno dà per scontata, soprattutto ricordando la sollevazione di parte del gruppo consiliare del Pdl, oltre che dei commercianti del centro storico, quando Benedini lanciò per la prima volta l’idea della cittadella (ma all’epoca i rapporti tra assessore e sindaco erano molto più burrascosi). Dal punto di vista finanziario e amministrativo, la formula del leasing in costruendo dà indubbi vantaggi. Primo fra tutti il disimpegno pressoché totale degli uffici comunali fino al momento in cui il vincitore della gara d’appalto consegnerà le chiavi della cittadella. Altro punto a favore è che si potrà aspettare il giorno del trasloco anche per iniziare a provvedere a un pagamento, tra l’altro, molto dilazionato nel tempo. Resta però il fatto che i soldi - al momento non quantificati - vanno trovati e non è certo scontato che il mercato dia soddisfazione a un’amministrazione comunale pronta a cedere le sedi che verrebbero lasciate vuote (vedi articolo a lato). Una soluzione, peraltro ancora tutta da verificare, potrebbe essere una permuta con la Italiana costruzioni, che si occupa anche di recupero e gestione di edifici storici. I tecnici della società torinese nei giorni scorsi hanno visitato il tribunale di via Poma. Valutato 8,5 milioni, oggi è ceduto in affitto al ministero della giustizia che paga il canone al Comune.Corrado Binacchi e Gabriele De Stefani, 07 aprile 2012

«Siamo solo alle battute iniziali del progetto ma l’interessamento di imprese così importanti non può che farci piacere. Però mi lasci dire a Confindustria che è anche il segno che gli spazi per le aziende ci sono, basta essere propositivi». L’assessore Giampaolo Benedini (foto) si toglie un sassolino che s’era infilato nella scarpa quando, dopo aver chiesto aiuto alle imprese locali, si era sentito rispondere che non c’erano progetti e che il Comune prima doveva pagare i fornitori. «Le idee ci sono – prosegue – in questo caso un’azienda ha letto la nostra delibera con il piano delle opere pubbliche, ci ha cercati e ha fatto una proposta. Dovremo valutarla con tutte le componenti della maggioranza, ma intanto registriamo questa iniziativa. Spero che anche le imprese locali possano avere questo spirito: le casse pubbliche non consentono più di muoversi da soli, abbiamo bisogno dell’intraprendenza dei privati che hanno a cuore lo sviluppo della città».

(La “Cittadella dei servizi” - allegato n° 5)

No dei comitati al progetto Catena Quella cittadella dei servizi non s’ha da fare. Potrebbero fare il verso al Manzoni i cittadini del Comitato di Fiera Catena che si oppongono alla mega opera prevista dalla giunta Sodano nel loro quartiere. Quella colata di cemento che potrebbe abbattersi su una zona della città già alle prese con gravi problemi di traffico proprio non va giù ai residenti. «Abbiamo bisogno di respirare - dice il presidente del Comitato, Giorgio Dusi - per farlo occorre che il Comune realizzi il ponte nel nostro quartiere». Ma non quello ipotizzato dall’assessore Giampaolo Benedini, il papà della “cittadella”, che punta su un manufatto galleggiante tra via Fondamenta e la curva secca del lungolago Gonzaga, nel bel mezzo del porto di Catena. Un ponte stradale ma a senso unico. Il Comitato nemmeno ne vuol sentir parlare. «Il ponte - spiega Dusi - deve essere a doppio senso di marcia e sorgere sopra i bastioni. Solo così potrebbe diventare la vera circonvallazione di Mantova, altrimenti sarebbe inutile. E servirebbe solo a portare traffico nel quartiere e a soffocarci ancora di più con lo smog». Il timore dei residenti è, infatti, quello di un ponte al servizio della “cittadella”, degli uffici di Comune, Regione e giudiziari, un’infrastruttura capace di attirare traffico nel quartiere. A spiegarlo bene è Arnaldo Caleffi, figura e memoria storica del Comitato: «Con il ponte a senso unico pensato da Benedini, si chiuderebbe solo l’anello con corso Garibaldi e il traffico rimarrebbe sempre lì, nella zona. Quello che ci vuole, invece, è un ponte a doppio senso di marcia, che attraversi i bastioni e sfrutti l’argine Maestro». Ieri, giornata di Pasquetta

95Capitolo 3 - 2012

dedicata alle gite fuori porta, i membri del comitato hanno deciso di fare un sopralluogo a Fiera Catena per rendersi conto di persona dove sorgerebbero i palazzi di tre-quattro piani che dovrebbero ospitare vari uffici pubblici. «La cittadella verrebbe qui - indica con stupore Giampaolo Zapparoli -, tra la scuola elementare, l’ex ceramica e via Mazzolari. In mezzo al quartiere una costruzione così imponente porterebbe solo auto e basta. In più, un ponte a senso unico dirotterebbe tutto il traffico nella vicina Valletta Valsecchi. Sarebbe la rovina». Caleffi, da parte sua, insiste su un punto: «Oltre a portare più traffico nel nostro quartiere, la cittadella svuoterebbe il centro e non rispetterebbe il territorio. Benedini, inoltre, vorrebbe costruire a Mantova altre cittadelle, quella dello sport e quella della scuola, interventi che non farebbero altro che cementificare la periferia. Se proprio vuole riqualificare Fiera Catena - è il consiglio del Comitato - faccia un parco pubblico». A questo punto, la parola passa alla Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, che si è detta disponibile ad approvare un ponte stradale a senso unico, ma inserito in un progetto di riqualificazione dell’intero quartiere di Fiera Catena. «Tra due mesi - dice l’assessore Benedini - avremo il progetto definitivo della cittadella dei servizi che porteremo alla Sovrintendenza. Sarà quella l’occasione per discutere anche del ponte». E chiarisce: «Il ponte va visto nell’ambito di una rivisitazione di tutta la viabilità della zona. La nuova strada, infatti, dovrà servire a ridurre il traffico e non potrà diventare una tangenziale». Il Comitato spera di avere notizie dal sovrintendente Alberti molto prima della scadenza dei due mesi ipotizzata da Benedini: «Il sindaco - riferisce Dusi - con cui abbiamo avuto di recente un colloquio, ci ha promesso un’assemblea pubblica tra una ventina di giorni a cui sarebbe intervenuto anche il sovrintendente. In quella sede vogliamo dire la nostra sul ponte e sulla riqualificazione del quartiere. Perché - afferma il presidente - una cosa deve essere chiara: il ponte è la nostra necessità, la cittadella viene dopo». E Caleffi conclude: «Vogliamo incontrare Alberti perché, se parla di ponte nell’ambito di un progetto complessivo di riqualificazione del quartiere, ci sembra male informato sulla situazione di Mantova».Sandro Mortari, 10 aprile 2012

8 aprileImpegno e serietà per cercare di porre rimedio al degrado delle lottizzazioni bloccate. Costante e variegata la mia attenzione ai problemi della città, non solo alle grandi opere.

E il Comune prepara una black list per i notaiLa rotatoria c’è, ma della bretella stradale da tendere sopra la ferrovia resta soltanto una rampa annegata nell’erba, la ciclabile s’interrompe all’improvviso e il parcheggio scambiatore accanto al cimitero è rimasto un progetto sulla carta. «Continuiamo a sollecitare una nuova fideiussione, che però non arriva» conferma l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. Vero, la Mantegna srl di Formigine (provincia di Modena) ha tempo fino al 2015 per completare i lavori. Ma opere di urbanizzazione e cantiere dell’ex macello avrebbero dovuto procedere di pari passo, invece il Nuvolari Shopping Center è pronto e il resto è ancora fermo. Quindi? «Niente agibilità finché la situazione non verrà sanata» risponde l’assessore Benedini. Il caso non è isolato, al contrario. Tanto che il Comune sta compilando una sorta di black list da girare ai notai, in modo che al momento del rogito gli acquirenti siano avvertiti di ciò che stanno comprando. La richiesta di agibilità si ritiene accolta dopo 60 giorni di silenzio, «ma capita che qualche costruttore dimentichi di segnalare le eccezioni sollevate dal Comune». Nato dalle macerie dell’ex macello di Belfiore, il Nuvolari Shopping Center è praticamente finito, mancano soltanto i negozi (ma c’è già l’ufficio prevendite della palestra low cost Motus). Curiosando in Rete s’inciampa pure nel rendering, la resa grafica del progetto a cura del professionista Gianluca Galli in partnership con la società Mantegna (il sito è www.gianlucagalli.com/nuvolari.htlm). Tra le altre cose, si legge che il centro commerciale «è provvisto di un parcheggio interno coperto e scoperto e di un parcheggio scambiatore a neanche cento metri che è stato appositamente realizzato dalla proprietà per il Comune, per poter rendere più agibile e snello il traffico di auto che verrà a crearsi dagli utenti del centro». Quasi una beffa.08 aprile 2012

96Capitolo 3 - 2012

12 aprilePurtroppo cominciano ad arrivare i risultati della politica di Sodano: il rimandare le decisioni. L’economia precipita di giorno in giorno e le risposte tardive si inseriscono in contesti mutati. Da Aprile 2011 a gennaio 2012: il tempo impiegato per rispondere ad Apcoa che la proposta è accettabile. Un tempo troppo lungo e ora la proposta non è più valida. Ma, nonostante l’evidenza dei fatti, le critiche che arrivano dagli “amici” del PDL continuano.

Parcheggi sotterranei rallentati da due crisi di giunta I parcheggi, un tasto dolente per l’amministrazione comunale così come un pò tutte le opere pubbliche. A favore della giunta va detto che tra patto di stabilità e crisi economica sono finiti i tempi in cui c’erano valanghe di soldi da spendere. E allora, oggi gli amministratori di Mantova fanno quello che possono. Sul fronte dei posti auto, su cui insistono i commercianti per un rilancio del centro storico e della città, si è litigato molto (vedi la querelle sui posti a raso nell’ex Comated) e concluso ben poco. Va detto, però, che la partita è molto difficile da giocare. La giunta si è impegnata a realizzare i parcheggi sotterranei in piazza Virgiliana e sul lungolago Gonzaga superando il vecchio contenzioso con i privati che avrebbe potuto costare caro alle casse comunali. È l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini a seguire tutta la partita. Qualche mese fa ha commissionato ad un advisor uno studio per comparare la vecchia convenzione Ilce con la proposta di Apcoa per costruire e gestire i due parking multipiani in piazza Virgiliana e lungolago Gonzaga. In gennaio c’è stato il verdetto a favore di Apcoa. A questo, però, a quanto è dato sapere, nulla è seguito. Intanto, il sindaco punta molto sul parcheggio di piazzale Mondadori e sugli altri a raso su aree private. Sul fronte delle altre opere pubbliche Benedini ha sempre manifestato una certa difficoltà a procedere per mancanza di risorse, ma ha anche pagato le due lunghe crisi di giunta, l’ultima appena due mesi fa.12 aprile 2012

(Progetti parcheggi per Piazza Virgiliana e Lungolago Gonzaga suggeriti da Apcoa - allegato n° 3)

97Capitolo 3 - 2012

21 aprileElenco dei lavori attivabili nel 2012 e quelli da spostare al 2013 per mancanza di risorse spendibili. L’Amministrazione distribuisce le risorse disponibili. Scelta da me male accettata. Vedasi elenco:

Slittano di un anno i lavori alle scuole Il Comune punta a risparmiare ovunque. In quest’ottica, la presidenza del consiglio comunale ha deciso di rinunciare allo stanziamento annuale di 10mila euro per i gruppi consiliari. «A disposizione dei consiglieri - dice il presidente Longfils - mettiamo tutta la strumentazione necessaria per svolgere al meglio la loro funzione. Proprio oggi (ieri, ndr.) abbiamo sostituito i vecchi computer con altri, anche se non nuovissimi». Intanto, sono state fissate le indennità di sindaco, vice, assessori e presidente del consiglio. Gli «stipendi» restano invariati rispetto al 2011: 4.734,10 euro lordi al mese per il sindaco, 3.373,05 per il vice, 2.698,44 per i sei assessori a tempo pieno, 1.3449,46 per i tre a tempo parziale e 2.840,46 per il presidente. Complessivamente, la giunta costerà 411.176,10 euro: ai 374.230,66 euro di indennità, vanno aggiunti 4.734,10 euro di liquidazione di fine mandato per il sindaco e 32.212 euro di Irap. Sono stati anche liquidati i gettoni di presenza ai consiglieri per la partecipazione ai consigli comunali e alle commissioni nel primo trimestre del 2012: 33.867 euro (di cui 2.878,70 di Irap). di Sandro Mortari La penuria di risorse colpisce anche il settore opere pubbliche che, nel prossimo bilancio, si vedrà ridotta di mezzo milione di euro la cifra a disposizione per lavori su edifici comunali, strade e quartieri. La giunta, infatti, ha ascoltato il grido di dolore proveniente da altri assessorati e ha deciso di ridurre da 4 a 3 milioni e mezzo lo stanziamento per gli investimenti previsto dalle linee di indirizzo per il bilancio di prevsione approvate dal consiglio comunale. «I soldi sono quelli che sono - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini - e, in più, c’è il patto di stabilità da rispettare. Quindi, abbiamo dovute ridurre tutto all’osso e fare anche delle scelte che non avremmo voluto fare. Così, abbiamo indicato delle priorità su cui investire le poche risorse che ci hanno messo a disposizione». L’elenco con le opere da realizzare quest’anno o, quantomeno, da cantierare, è già pronto; manca solo l’approvazione definitiva che avverrà martedì prossimo in giunta. A soffrire di più del taglio saranno le scuole. I lavori pubblici saranno costretti a far slittare al 2013 l’apertura dei cantieri alla Pacchioni, alla Chaplin, alla Frank e alla Pomponazzo. Entro quest’anno, però, assicurano gli uffici, i progetti definitivi per la riqualificazione e messa in sicurezza di quegli edifici verranno tutti approvati, in modo da procedere alle gare d’appalto con l’inizio dell’anno nuovo. Entro quest’anno, tuttavia, tra gli interventi di manutenzione a cui saranno destinati un milione e mezzo di euro, figurano anche quelli sulle scuole. Per esempio, alla Vittorino da Feltre verrà rifatto il giardino; alla Bertazzolo saranno realizzati i nuovi bagni per disabili mentre è già stata sostituita la pavimentazione della palestra; alla Sacchi altri lavori. Inoltre, tutti gli edifici scolastici verranno sottoposti ad un’indagine sul rischio sismico. Nell’elenco delle priorità figurano la riqualificazione di via Bentivoglio a Colle Aperto (più volte rimandata in passato e molto attesa dai residenti), la ristrutturazione e messa a norma della palestra Boni, il recupero della piazzetta del lavatoio a Castelletto Borgo, il completamento della biblioteca Teresiana (200mila euro), interventi sulla facciata delle pescherie di Palazzo Te nell’ambito del progetto delle Regge dei Gonzaga cofinanziato dalla Fondazione Cariplo. E ancora, la partenza del progetto Arcobaleno nell’ambito del contratto di quartiere di Borgochiesanuova, il recupero della fontana di piazza Broletto, i lavori di piccola manutenzione al vecchio palasport di Lunetta, il ripristino, già fatto, della ciclabile dei Mulini, la nuova piazza a Lunetta al posto dei palazzi demoliti (350mila euro, altrettanti li metterà la Regione), la fermata ferroviaria di Borgochiesanuova e il completamento della riqualificazione di via Miglioretti. Tra le priorità figurano anche i bagni pubblici di via Goito: con 25 mila euro il Comune li rimetterà in funzione (il progetto è già all’Asl per l’ok), con l’obiettivo di riaprirli prima della fine dell’estate. Il settore lavori pubblici aveva chiesto 8 milioni per soddisfare tutte le urgenze; la proposta della giunta è stata di 4, poi ridotti a 3 e mezzo. Gli ultini 500mila euro sono andati ai Servizi sociali (350mila euro), per il portierato sociale a Lunetta e alle Politiche educative (100mila euro) per l’acquisto di arredi scolastici. In bilico resta il recupero di Palazzo del Podestà: «Abbiamo chiesto al ministro dell’Interno - dice Benedini - di scorporarlo dal patto di stabilità e attendiamo un risposta. Però, serve un mezzo miracolo per inserirlo nel bilancio 2012». E chiude: «Se vogliamo fare delle opere non c’è che ricorrere all’aiuto dei privati con il leasing in costruendo o con altre forme».21 aprile 2012

28 aprileAncora sulla ciclabile del cavalcavia. L’Amministrazione inserisce successivamente una soluzione diversa da quella proposta che fa risparmiare chi avrebbe dovuto sostenerla.

Dalle piste mai realizzate all’imbuto dei sottopassi Saranno pure indisciplinati, ma hanno ragioni da vendere. Si parla tanto dell’emergenza smog, della città che boccheggia sotto la cappa delle micropolveri, e poi si fa poco per semplificare la vita a chi sceglie di muoversi in bicicletta. Ci sono tratti in cui la lotta con gli automobilisti è impari. Così sul cavalcavia di Belfiore: l’ultimo incidente risale al 3 marzo. Il giorno dopo, l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini ribadì l’ultimatum all’impresa edile che ha costruito le case vista lago in via monsignor Martini (giù i pioppi): patti chiari, costruire la ciclabile

98Capitolo 3 - 2012

è compito suo. Oneri di urbanizzazione. I lavori devono cominciare subito, prima che la primavera diventi estate. Quindi? «L’impresa ha risposto con una proposta diversa rispetto a quella ipotizzata da noi» rivela Benedini (che la grana l’ha ereditata insieme a tutte le altre lotizzazioni zoppe). Sì, perché pur di accelerare la realizzazione dell’opera, l’assessorato ai lavori pubblici aveva girato ai costruttori il suo progetto: pista lungo il lato destro (in direzione Belfiore) e sottopasso per chi arriva da Valletta Paiolo. «Meglio fare la pista direttamente sul lato sinistro» obietta adesso l’impresa. Il controprogetto sarà discusso il 2 maggio dallo stesso Benedini con Sergio Ciliegi, consigliere delegato alla mobilità ciclopedonale, e gli Amici della Bicicletta. Per una pista ancora in bilico, un’altra è stata finalmente decisa dopo otto anni di discussioni sul tracciato. Alto o basso? Il sindaco di Curtatone, Antonio Badolato, e il (neo)presidente della Provincia, Alessandro Pastacci, hanno trovato l’accordo su quello alto (che costeggerà la strada provinciale). Scatenando il malumore della precedente giunta Fontanili, a favore del tracciato basso. Ma senza spingersi troppo in là, basta poco a rendersi conto di come le trappole siano quotidiane, nascoste nelle pieghe di una città stretta tra curve e strozzature. Qualche esempio? L’imbuto di viale Montello, con il suo sottopasso da brividi. Via Giulio Romano, con gli automobilisti che, impazienti, sfrecciano accanto ai ciclisti senza curarsi troppo delle leggi dello spazio. La corsia che da viale Trieste punta verso piazzale di porta Cerese, aperta anche agli automobilisti: qui il limite sarebbe di 30 chilometri orari. Sarebbe.28 aprile 2012

Una ciclabile a doppio senso sul Cavalcavia L’ultima parola l’ha detta il popolo della bici, che ha scelto il tracciato per Belfiore: la pista correrà sul lato della ferrovia. Oggi l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini incontrerà l’impresa che deve realizzarla.03 maggio 2012

3 maggioIl tema ambientale ed Eni. Il nostro movimento non perde occasione per stimolare una presa di posizione. Ma siamo soli.

Benedini all’attacco dell’Eni «Risolvete i danni procurati» Se Mantova si spegne e continua a perdere abitanti, in controtendenza rispetto ad altre realtà di dimensioni simili, il responsabile è uno solo: l’inquinamento. E a porvi rimedio deve essere chi ne è stato responsabile, Eni compresa. Così secondo Giampaolo Benedini, assessore ai lavori pubblici il cui movimento civico aveva fatto dell’attenzione per l’ambiente il cavallo di battaglia in campagna elettorale. «Negli ultimi anni – dice l’assessore – le piccole e medie città sono cresciute e sono state preferite alle grandi che di sviluppo non ne hanno avuto. Gli italiani insomma mostrano di amare uno stile di vita tranquillo proprio come potrebbe offrire la nostra città. Poiché ogni cosa non avviene per caso viene da chiedersi perché. Perché nonostante i mantovani siano gente operosa e capace che si pone spesso ai vertici imprenditoriali, perché nonostante una città Unesco, perché nonostante una terra fertile intorno a noi, perché nonostante una natura invidiabile, perché nonostante migliaia di appartamenti liberi in vendita, perché non abbiamo avuto la crescita che tutte le altre piccole e medie città italiane hanno avuto? Non credo sia per mancanza di parcheggi o per i suoi marciapiedi e acciottolati malandati e nemmeno per le altre carenze che molti cittadini, giustamente, lamentano. Io penso che Mantova non sia attrattiva per una ragione molto semplice: l’ambiente, denso di criticità per aria, acqua e terra». Benedini torna a guardare in direzione delle industrie responsabili dell’inquinamento: «Questa emergenza va risolta con l’impegno di tutte le istituzioni e di tutti i cittadini ma soprattutto di tutte quelle imprese che hanno contribuito e continuano a creare inquinamento. Eni per prima, insieme alle altre. A che servono i miliardi, dico miliardi di euro, in utili sulle attività mondiali se non si risolvono i danni che ha procurato alla nostra città?». Benedini riprende poi l’intervista alla Gazzetta di Alberto Chiarini, amministratore delegato di Sindyal: «Lui dice che noi mantovani siamo fortunati ad avere Eni. Mi permetta: è il contrario, Eni è fortunata ad avere i mantovani, pazienti all’inverosimile, che lasciano inquinare il loro territorio per gli utili della società senza avere in cambio niente. Fino a quando sopporteremo? Non bastano esigui contributi per qualche evento culturale o per modesti interventi compensativi con un po’ di verde. Ci vogliono rapide bonifiche, lavoro pulito, riduzione delle fonti inquinanti (anche se percentualmente nei limiti di legge), centri di ricerca a carattere internazionale. Per far tornare Mantova città pulita e quindi attrattiva».03 maggio 2012

5 maggioLettera alla Gazzetta.I lavori fatti sono visibili sul portale dei lavori pubblici.

Badiamo anche a ciò che stato fatto, ogni tanto fuorisacco Egregio geometra Anghi, penso che Lei abbia male interpretato la mia risposta alla Sua lettera del giorno 26 aprile. Nessuna stizza e nemmeno fraintendimenti. Ho riletto nuovamente il Suo testo e non ho trovato quella che Lei definisce “critica politica per il bene della città”, ma solo critica fine a se stessa. Nella mia posizione di amministratore

99Capitolo 3 - 2012

pubblico accetto i confronti franchi e senza pregiudizi. Se Lei si firma geometra mi aspetto che non disgiunga la Sua competenza professionale da quella di cittadino e quindi non può fare affermazioni gratuite e fuorvianti. Come ho già avuto modo di dire in un recente Consiglio Comunale sono conscio delle numerose criticità esistenti sul nostro territorio, criticità diffuse e crescenti, che vengono da lontano. Nei limiti di quanto concesso dalla disponibilità finanziaria distribuiamo le risorse sugli interventi più urgenti un po’ in tutta la città, progettando internamente tutto ciò che i tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici sono in grado di affrontare. Contemporaneamente controlliamo e stimoliamo la Tea che, ripeto, ha l’appalto delle manutenzioni su strade, marciapiedi e verde affinché svolga il suo compito al meglio nella costante ricerca di un miglioramento. Nel 2011 sono stati duemila gli interventi. A me non sembrano così pochi, se li mettiamo insieme a tutto il resto che abbiamo concluso e che può vedere sul nostro portale. Sarebbe utile e più proficuo muoversi nella città con l’intento, non solo di cercare quello che manca, ma anche di vedere ciò che è stato fatto. Se Lei trovasse qualche situazione significativa La segnali ai nostri uffici, come fanno molti cittadini. Tutte le segnalazioni vengono protocollate e - quando compatibili con la spendibilità e le risorse - risolte. Infine provi a controllare quanto abbiamo speso per quelli che Lei definisce “progetti faraonici”, cerchi bene e scriva quel che trova. Grazie per l’attenzione e, mi creda, nessuna stizza ma una sana difesa di quel che faccio, amareggiato da una situazione generale politica ed economica frustrante. Giampaolo Benedini assessore comunale ai lavori pubblici05 maggio 2012

Vedi Capitolo 3 – anno 2011 – 24 ottobre

10 maggioIl parco tecnologico di ‘Ambiente e sviluppo’ viene promosso in un incontro pubblico dai fratelli Borghini. Commento la proposta dicendo che l’idea è molto bella, ma sul nostro territorio mancano gli imprenditori interessati. Vuole essere una provocazione, ma è anche la realtà dei fatti…

Borghini: la città punti sulla chimica fine L’economista promuove il progetto di Parco tecnologico. Il fratello: portatelo ad Expo 2015 «I soldi per le bonifiche sono finiti. Smantellare il polo chimico non porterebbe a nulla, piuttosto si deve puntare sul salto di qualità verso la chimica fine coinvolgendo Eni». Così Gianfranco Borghini, economista ed esperto di politiche industriali ha dato il suo contributo, assieme al fratello Gianpietro, già sindaco di Milano e collaboratore di Expo 2015, nel corso del convegno organizzato da Ambiente e sviluppo sul progetto di Parco scientifico e tecnologico per il futuro di Mantova. Assente per forza maggiore il fondatore dell’istituto di ricerca sociale Aaster, Aldo Bonomi (che ha però inviato il suo intervento letto in sala dal coordinatore dell’associazione, Gaspare Gasparini) il seminario è stato aperto dallo storico Marzio Romani. Il Parco costituisce un percorso di sviluppo verso modelli tecnologicamente più avanzati e meno inquinanti di produzione che, nella realtà mantovana, si tradurrebbe nella riconversione delle industrie più inquinanti. «Il parco rappresenta un progetto che potrebbe portare Mantova all’Expo – ha spiegato Gianpiero Borghini – certo è un’idea che deve avvalersi di una nuova alleanza pubblico e privato, con il primo che deve dare l’occasione al secondo di mettere in campo proposte e risorse». In sala anche l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini: «L’idea del Parco è bellissima ma qui mancano gli interlocutori reali: gli industriali. Eni ha preso molto da Mantova e in cambio ha dato poco. Ma siamo troppo piccoli: quando ho scritto a Scaroni lui non ha nemmeno risposto. Si devono muovere i grossi partiti nazionali». L’assessore provinciale all’ambiente, Alberto Grandi, si è detto d’accordo sul progetto del parco: «D’altronde, assieme a Comune, Camera di commercio e Confindustria, abbiamo appena candidato il distretto tecnologico alla Regione».10 maggio 2012

13 maggioLettera aperta a Roberto Colaninno perché si interessi della sua città.

«Penso che imprenditori come Roberto Colaninno, volendo, debbano e possano superare la diffidenza del passato e mettere a disposizione la propria esperienza, le proprie conoscenze e capacità per portare lavoro qualificato che ci conduca a quello sviluppo sostenibile che oggi tutti vogliono. Tanto più che ha mostrato di avere un legame forte con la sua città». Commenta così, l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini, le dichiarazioni rilasciate dall’imprenditore nell’intervista sulla Gazzetta di ieri. «Colaninno è partito dalla nostra città ed è andato alla conquista di traguardi importanti da un punto di vista imprenditoriale – continua Benedini – gli va riconosciuta una grande capacitò e un altrettanto grande attaccamento a Mantova considerando che continua, con tutta la sua famiglia, ad abitarci». Sì, ma nel merito della dichiarazioni che Colaninno ha fatto circa la mancanza di progetti per la città? «Condivido il fatto che la politica in città è debole – risponde Benedini – ma questo non significa che le idee non ci siano. Purtroppo non siamo stati fortunati come Parma con Barilla, Ivrea con Olivetti, Mandello con Moto Guzzi. Certo, erano tempi diversi in cui gli imprenditori credevano e investivano principalmente nel proprio territorio. Intendo in fabbriche ma anche ricerca e cultura. Forse anche Mantova poteva iniziare quel percorso, ma la politica all’epoca fece scelte diverse. Da noi si puntò sul petrolchimico. Un’altra occasione perduta è più recente e riguarda le scelte sul centro di

100Capitolo 3 - 2012

Palazzo Te». Colaninno, per la verità, ha argomentato in modo più specifico: che in città mancano da tempo «progetti concreti e sostenibili sul piano economico e dei tempi di realizzazione». Che ne dice Benedini? «I nostri progetti sono influenzati da esigenze che la comunità manifesta, ma anche da alcune potenzialità che la città può esprimere legate alla logistica, ai trasporti e all’acqua – dice l’assessore – quante aziende di Colaninno si occupano di scambio di merci? Naturalmente non voglio insegnargli nulla, ma spero che voglia, dopo essersi dedicato a tante aziende, dedicarsi anche a Mantova: sarebbe un grande regalo e sono certo che la politica e la città lo apprezzerebbe. Tanto più che l’interessamento di imprenditore come lui, potrebbe convincere altri a seguire il suo esempio».

15 maggioLa situazione su piazzale Mondadori e sul suo parcheggio. Situazione poi precipitata.

Piazzale Mondadori a Muto e La Leale Quando partì l’operazione piazzale Mondadori in Comune c’era ancora Gianfranco Burchiellaro e in Provincia Maurizio Fontanili era al primo mandato. Era il 2004 e i due enti diedero l’ok a trasformare il piazzale dell’autostazione in un polo congressuale, turistico e residenziale. Nel settembre 2005 la Compagnia investimenti e sviluppo di Villafranca si aggiudicò la gara offrendo 5,7 milioni più un 1,5 milioni per gli oneri di urbanizzazione e l’impegno a costruire le stazioni passanti dei bus. Da lì in poi una serie di rallentamenti. Il più importante fu imposto dal nuovo sindaco Fiorenza Brioni con l’avallo della Soprintendenza: il progetto di Cis venne bocciato perché l’hotel troppo alto oscurava il campanile di Ognissanti e non venivano valorizzate le antiche mura ritrovate all’inizio degli scavi, nell’aprile 2007. Nel settembre 2009 l’ok alla nuova versione del progetto, che divenne così definitiva. Nel settembre 2010 l’ingresso di Muto, La Leale e Scattolini. Ora è tutto dei primi due salvo l’hotel, rimasto a Cis. di Gabriele De Stefani Nuovo cambio nell’assetto di Forum Mondadori, la società proprietaria del piazzale dell’ex autostazione dove sono in fase di costruzione parcheggio, abitazioni, uffici e hotel: i veronesi di Cis cedono l’ultimo 30% al costruttore Antonio Muto e alla cooperativa La Leale, che completano l’operazione avviata nel settembre 2010, quando acquistarono il primo 70%. Un anno e mezzo fa Forum Mondadori venne valutata poco più di sette milioni di euro e la coppia La Leale-Le costruzioni (il nome della società di Muto) sborsò i primi cinque milioni: «Ora ne abbiamo aggiunto un paio per chiudere» dice Emanuele Zacchi, presidente della cooperativa Roncoferraro. Un parcheggio sotterraneo da 360 posti di cui 300 a pagamento e ad uso pubblico a disposizione dopo l’estate; 76 alloggi per 250 residenti potenziali, un albergo di otto piani, una serie di negozi e uffici e un parco archeologico per le antiche mura pronti tra un anno. Questa è la piazzale Mondadori che verrà entro la prossima estate, come prevede il progetto definitivo approvato nel 2009. Un’operazione che inizialmente prometteva di valere 60 milioni di euro ma che nel corso del tempo, complici la crisi e la frenata del mattone, è diventata meno ricca. Ora nelle mani di Cis resta solo l’albergo. Tutto il resto è di proprietà della Iniziativa piazzale Mondadori (la società di Muto e La Leale della quale per un breve periodo aveva fatto parte anche l’impresa Scattolini), che controlla interamente Forum e si occupa di tutti i lavori. La prima parte sarà pronta a breve: «Il parcheggio sotterraneo è sostanzialmente finito e a settembre potrà essere inaugurato» riferisce Zacchi confermando la tempistica indicata nei mesi scorsi. Tra un anno invece sarà essere chiuso il cantiere per albergo, case, negozi e uffici, tutti destinati a incrementare l’offerta sul mercato immobiliare. Se i costruttori contano di piazzare senza troppe difficoltà i 60 posti in vendita o affitto per privati, ora si apre la partita per la gestione del parcheggio ad uso pubblico. Nei mesi scorsi era arrivata la proposta di Aster, poi frenata dall’assessore Giampaolo Benedini. La società del Comune aveva offerto 430mila euro all’anno: Forum ne chiede 1.225 per ogni posto auto da mettere a disposizione dei clienti che, secondo quanto previsto dalla convenzione con via Roma, pagherebbero un massimo di 1,80 euro all’ora. Il Comune, candidatura di Aster a parte, non è parte in causa: l’accordo prevede che siano i costruttori a dover trovare il partner cui affidare il parcheggio e, se non arrivassero offerte adeguate, toccherebbe direttamente a Forum. Altrimenti scatterebbe una penale compresa fra i 150 e i 300 euro al giorno da versare al Comune, che resta proprietario del sottosuolo.15 maggio 2012

16 maggioIl pasticcio del cubo, cavallo di battaglia di Sodano che lancia un concorso a premi per il progetto. Poi, non si sa perché, il vincitore non c’è (a proposito: i premi dove sono finiti?) e si affida al Politecnico il progetto per 5 mila euro. Il progetto presentato è scandalosamente simile a quello di uno stagista che ha lavorato negli uffici dei lavori pubblici. Si fa un bando per portare via il cubo invece di pensare a un suo riutilizzo. Recentemente suggerisco come destinazione il parcheggio dei camper di Sparafucile, quale punto di accoglienza. Ma insorge il grande Pelé, il quale dice che non si può perché c’è il container della protezione civile. Che ciazzecca?... per dirla alla Di Pietro… lo sa solo lui.

Il cubo se ne andrà: ma dove? E per il mosaico serve un’idea Chissa se il sindaco Nicola Sodano si è mai pentito di aver lanciato strali in campagna elettorale contro il cubo, il cioccolatone che in piazza Sordello protegge e consente di ammirare - le poche volte che sta aperto - il mosaico romano

101Capitolo 3 - 2012

di Venere e Marte. «Mi hanno accusato di perdere tempo e non togliere il cubo - ha detto ieri davanti al cubo, tra una piacevole selva di microfoni e telecamere -. Ma già nel luglio 2010 ho radunato in municipio tutte le sovrintendenze coinvolte. La nostra prima ipotesi non fu accolta, ci siamo confrontati e ora lanciamo un concorso di idee, che tiene conto delle linee guide delle autorità archeologiche, architettoniche e dei beni ambientali». Ma i dubbi restano. In palio 3mila euro per il vincitore, 2mila per il 2° classificato e 1.500 per il 3°. Nei gruppi di lavoro dovrà esserci un architetto e un architetto junior. Il bando sarà pubblicato fra breve, il Comune si attende un’idea su come sostituire il cubo con una struttura che non sporga dal piano stradale più di 50 cm, che protegga il mosaico dalle intemperie e dall’umidità, consenta alla sovrintendenza archeologica di restaurarlo e studiarlo ai fini della conservazione, e renda fruibile il bene, cioè che lo si possa vedere. Secondo Sodano il mosaico si ammirerà meglio osservandolo da raso terra, scendendo cioè all’altezza sua, del tempo dei romani e non dall’alto, come oggi. Il bando sarà pubblicato sulla Gazzetta europea, oltre che sulle testate nazionali, e così il Comune spera che partecipi - con gli apprezzatissimi architetti mantovani - anche qualche archistar europea. Termine che alle archistar non piace, ma fa effetto. I tempi sono previsti in 90 giorni per preparare gli elaborati, un mese per la valutazione e la proclamzione del vincitore. Quindi l’assegnazione dell’incarico per il progetto esecutivo e nel 2013 il via al cantiere, da concludersi entro l’anno. L’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini ha proposto una mostra delle idee all’interno dello stesso cubo che, grazie a un accordo con il Centro Te (proprietario del cubo, costato 450mila euro) e degli Amici di Palazzo Te - come ha riferito Irma Pagliari – sarà finalmente aperto al pubblico d’estate, per le feste natalizie e in altre occasioni importanti. Benedini ha anche aggiunto che non è ancora deciso dove trasmigrerà il cubo. Inzialmente si era pensato al parcheggio davanti a Palazzo Te, per il museo Tazio Nuvolari, che però ha trovato la sua sede al Carmelino di via Giulio Romano. Potrebbe servire per la biglietteria del Te in occasione delle grandi mostre. Intanto il sindaco annuncia che per la sistemazione del lato corto di piazza Sordello con quello che ci sarà al posto del cubo ha messo in bilancio 650mila euro.M. Antonietta Filippini, 16 maggio 2012

Lettera al Direttore 22/02/2015Il CuboDunque, dopo cinque anni il Sindaco e architetto Nicola Sodano sembra riuscire nell’impresa di eliminare il Cubo, ovvero quella struttura voluta dalla Brioni a fine mandato, costata allora alcune centinaia di migliaia di euro, poco visitata anche perché non più presidiata e che costerà ancora altre centinaia di migliaia di euro per fare probabilmente la stessa fine. Spero di sbagliarmi ma non mancano di certo esempi di coperture di reperti archeologici in sottosuolo tristemente impolverate, quando non coperte da guano di piccioni e altro. Spontaneo chiedersi: ma se l’Amministrazione non ha sentito il bisogno di far vedere in questi cinque anni i mosaici e se ben pochi hanno reclamato per non poterli vedere perché investire ora per farlo? Non sarebbe più conveniente documentare e ricoprire?Vero è che a fine mandato occorre certamente farsi ricordare ed è ottimale farsi ricordare per cose promesse. Sodano aveva cavalcato la questione del Cubo sin dalla campagna elettorale e ci sono voluti tutti questi anni per avere l’autorizzazione da parte delle Sovrintendenze, che hanno responsabilità autonome e diverse. Chi tutela il sottosuolo, insomma l’archeologia, e chi tutela il soprasuolo, cioè gli edifici e l’aspetto ambientale complessivo, non ha sempre uguali priorità. Potrei sbagliarmi, ma il Sovrintendente Alberti sarebbe stato molto più contento che piazza Sordello ritornasse ante Cubo come noi mantovani l’abbiamo vista per tanto tempo. Ci sono voluti molti anni e battaglie per togliere il distributore di carburante e la pedana del ristorante dell’albergo “Due guerrieri”; ora ci rimettiamo altro attraverso un progetto tribolato tra concorsi e Politecnico, che - fra l’altro - vorrà anche soldi invece di fare un regalo alla città... dimostrando forse un po’ di irriconoscenza, considerati i molti contributi che riceve dal Comune.Mi chiedo poi perché il progetto non sia stato concepito all’interno degli uffici dell’Amministrazione comunale considerando che il personale è costituito anche da architetti che certamente con questa crisi non hanno molto da fare. Sarebbe stato un modo per gratificarli. E forse loro si sarebbero ricordati nell’occasione della necessità di creare un certo numero di servizi igienici per rispondere a una reale esigenza turistica nella piazza.C’è però un altro aspetto che non riesco a capire, anche se il professor Giuliano Longfils ha cercato di spiegarmelo: perché invece di spendere soldi per smantellare questo benedetto Cubo non si investe per utilizzarlo quale info point e punto di ricevimento presso il parcheggio camper di Sparfucile? Per tale scopo sarebbe a mio avviso facilmente ridimensionabile e potrebbe comprendere la postazione della Protezione Civile. L’edificio è modulare e quindi può essere abbassato, accorciato e sarebbe certamente meglio dei due container ora utilizzati, inadeguati al bel parcheggio. Per finire, considerando che il Cubo ha impropriamente occupato per cinque anni il suolo pubblico senza autorizzazione da parte di alcun ente, come mai il Comune non si è automultato per l’infrazione commessa? Cosa dice il Presidente Longfils in merito? Lui, così ligio alla legalità e che ha multato la piccola associazione Mantova Creativa per aver lasciato sul suolo pubblico qualche mese, in attesa di autorizzazione da parte della Sovrintendenza, due opere degli studenti dell’Accademia di Brera. Dicono che il tempo è galantuomo e quindi a tutti coloro che interverranno per criticare le mie affermazioni suggerisco un incontro fra qualche anno per fare un bilancio. Come si potrà fare su altre questioni.Giampaolo Benedini

102Capitolo 3 - 2012

16 maggio e 3 giugno Il Palazzo del Podestà manifesta la propria fragilità durante il terremoto. Si va al Ministero senza risultato. Il Sindaco sembra decisionista poi torna sui propri passi e si affida al Consiglio comunale. Allegati: tutti da leggere. Oggi siamo ancora in alto mare.

Il Podestà è in pericolo Sodano va dal ministro MANTOVA Il viaggio della speranza. E’ quello che oggi farà il sindaco Nicola Sodano a Roma per incontrare il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri e sbloccare l’appalto per il recupero del Palazzo del Podestà, fermo al palo a causa del patto di stabilità. Le speranze sono buone perché, a questo punto, non è solo una questione finanziaria ma, dopo il terremoto di domenica e le scosse che continuano a susseguirsi, di sicurezza pubblica. Il primo cittadino virgiliano un paio di mesi fa aveva posto al Governo il problema di allentare il patto di stabilità e consentire al Comune di procedere con i lavori di recupero dell’edificio duecentesco. Il ministro, allora, aveva dato la sua disponibilità ma poi era calato il silenzio. La vicenda ha avuto un’accelerazione con il sisma. Spiega Sodano, che sarà a Roma con l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini e i dirigenti dei settori contabile, Marzia Malacarne e lavori pubblici, Carmine Mastromarino. «Subito dopo le prime scosse ho inviato al ministro una relazione in cui lo informavo della situazione di pericolo che si era creata con il distacco di calcinacci dal palazzo, situato in una zona del centro città molto frequentata. La Cancellieri mi ha subito risposto invitandomi per domani (oggi, ndr.) ad un incontro a Roma con lei e il prefetto Pansa. Ripeteremo che i soldi, circa 14 milioni li abbiamo e che l’impresa che ha vinto la gara sta attendendo. In più le ripeteremo che adesso c’è una situazione di pericolo, visto che non possiamo nemmeno intervenire con un ponteggio, visti gli altissimi costi, per mettere in sicurezza l’edificio storico». Intanto, ieri con l’ausilio di una gru i tecnici del Comune hanno tolto dal tetto tegole e comignoli pericolanti e pezzi di cornicione in procinto di staccarsi. Intanto l’assessore alle opere pubbliche replica all’attacco arrivato sulla Gazzetta di ieri dal capogruppo Pd, Giovanni Buvoli, circa i ritardi con cui l’amministrazione Sodano si è occupata del progetto. «Forse Buvoli intendeva dire l’amministrazione Brioni, visto che i forti ritardi li hanno fatti a quei tempi – dice l’esponente civico – e se la giunta Brioni fosse stata tempestiva nel procedere con l’operazione oggi Palazzo del Podestà sarebbe già sistemato. Noi abbiamo proceduto con l’iter e ci siamo trovati nella necessità di sostituire un membro della commissione istituita ai tempi della Brioni. È vero che c’è stata discussione nella maggioranza, ma questa non ha mai creato ritardi nell’operazione Palazzo Podestà».23 maggio 2012

Podestà, nessuna deroga Il restauro è più lontano MANTOVA Il viaggio della speranza si è trasformato in un viaggio a vuoto. Il sindaco Nicola Sodano e l’assessore Giampaolo Benedini hanno fallito la loro missione romana al ministero dell’Interno. Dal Governo non è arrivato l’atteso via libera per il restauro del Podestà al di fuori dei vincoli del patto di stabilità, per cui la delegazione è ritornata delusa. E con un bel grattacapo da risolvere: cosa fare dell’edificio duecentesco, tra l’altro a rischio crollo dopo le recenti scosse di terremoto? «Sabato in giunta decideremo» afferma un deluso Benedini mentre rientra in treno da Roma. Il rammarico è grande perché si sperava nel semaforo verde: i soldi per il recupero sono in cassa e avviare i lavori significava togliere un elemento di rischio per i mantovani (per questo con sindaco e assessore c’erano i dirigenti dei settori contabilità, Marzia Malacarne, e opere pubbliche, Carmine Mastromarino, in grado di illustrare nei dettagli, ai funzionari ministeriali la situazione). Il problema è grosso dopo che il sisma di domenica ha provocato la caduta di calcinacci dalle pareti e di un comignolo dal tetto. Nonostante i mantovani abbiano prospettato al prefetto Pansa, capo di gabinetto del ministro Anna Maria Cancellieri (ieri assente), la situazione di pericolo per l’incolumità pubblica costituita dal monumento che si trova in centro, in una zona di grande passaggio, la risposta è stata negativa. «O meglio - osserva Benedini - ci hanno ascoltato con grande attenzione, ma ci hanno detto che non sono grado di darci risposte precise perché non hanno ancora preso una decisione sugli edifici storici da recuperare fuori patto. Considerando la cifre in ballo, circa 14 milioni per l’appalto del primo lotto, e anche la delicatezza della questione sul versante della sicurezza, il ministero dovrà fare altre valutazioni. Soprattutto perché, ci hanno riferito, tanti altri Comuni sono nella nostra stessa situazione. Noi, però, dobbiamo muoverci immediatamente per cui sabato, in giunta, prenderemo una decisione sul da farsi». Su quali siano le opzioni in campo l’assessore tace, «vedremo cosa fare subito e che cosa in futuro» si limita a dire. La scelta sembra essere tra l’assegnare definitivamente l’appalto all’impresa che ha vinto (Il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna) e sforare, così, il patto di stabilità, oppure tenere ancora tutto fermo e continuare con interventi tampone esponendosi, però, al rischio non solo di dover risarcire i privati ma anche a quello di pregiudicare la sicurezza in città. Strade alternative a queste sembrano non esserci. Sandro Mortari, 24 maggio 2012

Rebus Podestà per la giunta Sodano MANTOVA Il progetto di restauro di Palazzo del Podestà rimane un nodo da sbrogliare senza possibilità di scappatoie per la giunta. Ieri l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini ha riassunto a freddo il deludente esito della missione al ministero del giorno prima. E ha escluso che si possa cercare di ottenere l’ok ministeriale per aggirare i vincoli del Patto di stabilità inserendo i lavori sul monumento nell’elenco di interventi per i danni provocati dal

103Capitolo 3 - 2012

terremoto. È evidente che questa possibilità non è stata nemmeno discussa al vertice con il capo di gabinetto del ministro Anna Maria Cancellieri. «Abbiamo solo parlato del fatto che diversi edifici storici devono essere controllati e messi in sicurezza – spiega l’assessore – ma occorrerà del tempo». La questione vera è che dal ministero non sono arrivate assicurazioni sulla possibilità di aggirare il Patto di stabilità per quei lavori, già coperti sotto il profilo finanziario, che non solo metterebbero in sicurezza il Podestà (che con sempre maggior frequenza, anche senza i potenti tremori della terra, lascia cadere al suolo dei pezzi) ma permetterebbero il suo restauro e recupero funzionale. «Abbiamo parlato col prefetto spiegandogli che i soldi per il Podestà, ci sono e che siamo una città Unesco ricca di edifici storici – ricorda Benedini – ma come già sapete, il capo di gabinetto ministeriale non ci ha dato alcuna assicurazione che queste condizioni siano sufficienti per svincolare il progetto sul Podestà dal tetto imposto dal Patto. Anzi, non è sembrato ottimista». Quindi? Quindi la riunione di giunta convocata per domani mattina sarà quella delle grandi decisioni. L’assessore non si sbilancia: «Il sindaco ed io relazioneremo sugli esiti della missione al ministero». L’ipotesi di sforare il Patto di stabilità – più volte ventilata da diversi assessori (su questioni diverse) nelle scorse settimane ma sempre respinte dall’assessore al bilancio Irpo e dallo stesso sindaco – verrà quantomeno rimessa sul tavolo. Più probabile che si cerchi una strada alternativa per far almeno iniziare i lavori.25 maggio 2012

Il Podestà rischia il crollo «Via libera al cantiere» MANTOVA Ansia da terremoto e mal di burocrazia. Il sindaco Nicola Sodano rompe gli indugi, indossa un piglio d’acciaio e annuncia: «Basta lacci e lacciuoli, indipendentemente dal patto di stabilità daremo il via libera al cantiere per la messa in sicurezza e il recupero di Palazzo del Podestà. Abbiamo il dovere d’intervenire, ne va dell’incolumità pubblica. Finora ci ha protetto Sant’Anselmo». Alla prossima scossa, chissà (facendo gli scongiuri). Si è appellato ai ministri Ornaghi e Cancellieri, ha cercato conforto nel governatorissimo Formigoni in visita a Moglia, adesso Sodano si mostra pronto allo strappo. «Palazzo del Podestà è l’elemento più fragile del centro storico. Partiamo subito con il cantiere, poi ci metteremo a posto con le carte». La dichiarazione di guerra (alla burocrazia) piove durante la conferenza stampa di mezzogiorno. Proprio mentre il consiglio dei ministri sta approvando il decreto che mette tra parentesi il patto di stabilità, concedendo una deroga ai Comuni terremotati (da ieri nella lista figura anche Mantova). Spese di ricostruzione. Il sindaco mostra i muscoli e l’assessore ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini, annuisce. Fosse stato per lui, il patto sarebbe già sforato e gli operai all’opera attorno e dentro al Palazzo («Una priorità per la salute e l’economia di Mantova»). L’assessore si sfoga contro «i regolamenti dall’occhio bovino», richiamando i politici alle proprie responsabilità. Al coraggio di ribellarsi alle leggi ingiuste. Tutti d’accordo? Nì. Alla conferenza di mezzogiorno segue la giunta straordinaria che dovrebbe deliberare lo sforamento duro e puro ma, alla fine, si assesta su una linea più arretrata. Dall’ufficio del sindaco filtrano voci di un confronto acceso. «Normale dialettica» spegne le chiacchiere un altro assessore (tutti presenti, tranne i leghisti Chizzini e Tonghini). Insomma, la delibera c’è o no? «Su suggerimento dei dirigenti e della segreteria generale abbiamo adottato un provvedimento intermedio - spiega il sindaco - La sostanza, però, non cambia, la notizia è che si mette finalmente mano al Podestà. Abbiamo autorizzato la partenza dei lavori». Sodano riferisce di un escamotage per sfilarsi dai «lacciuoli» del patto di stabilità, una sorta «di appalto provvisionale». Un assaggio rispetto all’intervento complessivo da 14 milioni di euro (affidato al Consorzio cooperative costruzioni di Bologna). Una mossa tattica in attesa di decifrare il decreto del consiglio dei ministri. «Non chiediamo soldi allo Stato» torna a scaldarsi il sindaco, tuonando contro «la frattura tra realtà e buon senso». Il paradosso degli euro congelati in cassa, che si possono contare ma non spendere. Niente richiesta di soldi a Roma, quindi, almeno non per il Podestà, magari per raddrizzare Palazzo Te, parecchio acciaccato dal terremoto. Tutto risolto, quindi? Pare di sì, anche se gli assessori esprimono sensibilità e temperamenti diversi. Non è tempo di accapigliarsi, tocca puntellare il Podestà.Igor Cipollina, 31 maggio 2012

31 maggio 2012Su mio impulso parte dagli uffici il progetto per un controllo strumentale di tutto il patrimonio comunale per verificare i danni del terremoto.

Ecco la task force volante MANTOVA L’istinto è guardare in alto, spiare le crepe, indovinare le tegole pericolanti. Così per la gente impaurita dal terremoto, così per gli esperti che devono diagnosticare i malanni. «Il controllo visivo dei monumenti storici è già stato effettuato, con il supporto di tecnici esterni» risponde l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini a chi gli chiede della ferita profonda che taglia in due la Torre del Salaro (saldata alla Casa del Mercante). Crepa antica, forse allargata dal terremoto. Forse. «Valutare a sentimento, però, non è corretto» aggiunge Benedini. L’assessore-architetto ha già in animo una determina urgente perché all’ispezione visiva faccia seguito un’indagine strumentale. Approfondita, rigorosa, senza margine d’incertezza. A partire dalle torri della città, che disegnano un atlante verticale e fragilissimo. Quante sono già state messe sotto controllo dalla sovrintendenza e quante no? Le prime si riconoscono dai vetrini, “cerotti” stesi tra i lembi delle pietre ferite. Se il taglio s’aggrava, il cerotto si scheggia. Altrimento tocca uno sforzo supplementare per la diagnosi e la successiva cura. Quando entrerà in funzione il pool di esperti, la task

104Capitolo 3 - 2012

force di tecnici volanti, sospesi su cestelli e piattaforme? L’assessore Benedini anticipa che presenterà la determina alla prossima riunione di giunta. E comunque, avendo carattere d’urgenza, la pratica può camminare sulle proprie gambe. Il tempo si assottiglia.31 maggio 2012

Il sindaco: sarà il consiglio a decidere i lavori di recupero del Podestà A decidere cosa fare di Palazzo del Podestà sarà il consiglio comunale. Ad affermarlo ieri è stato il sindaco Nicola Sodano che martedì si appresta a compiere in giunta un ulteriore passo verso la messa in sicurezza e il recupero dell’edificio duecentesco messo a dura prove dalle continue frustate del terremoto. «Martedì - spiega il primo cittadino - delibereremo formalmente l’assegnazione dell’appalto da 14 milioni di euro al Consorzio cooperative costruzioni di Bologna. La nostra delibera, però, dovrà passare al vaglio del consiglio comunale. Siccome abbiamo un programma molto rigido da qui alla fine di giugno per l’approvazione del bilancio, dovremo convocare un consiglio straordinario solo su questo punto. Dopo la giunta ci accorderemo sulla data con il presidente Longfils». Questa del passaggio in aula è un’assoluta novità che serve ad avere le spalle coperte sullo sforamento del patto di stabilità: «Nella delibera di giunta di martedì - dice il primo cittadino - segnaleremo che siamo in attesa dei provvedimenti governativi ampiamente annunciati, ma noi andiamo avanti». Sodano, però, avverte: «I tempi non saranno brevi per avviare i lavori di recupero. Tra approvazione in giunta e in consiglio e firma del contratto da parte dell’impresa ci vorrà un mese solo per l’assegnazione dell’appalto. Poi, la Ccc dovrà redigere il progetto esecutivo da sottoporre all’esame della Sovrintendenza. Nel frattempo, però, possono partire i lavori per la messa in sicurezza»; un concetto, quest’ultimo, che il sindaco sintetizza così: «Prima si parte e poi si fanno le carte». Sodano svela anche il mistero della delibera di giunta sul Podestà approvata martedì scorso e non ancora pubblicata: «Con quella delibera si è ordinato al dirigente dei lavori pubblici di avviare subito le operazioni di messa in sicurezza del palazzo con l’allestimento del ponteggio a protezione dell’accesso ai negozi sottostanti». Ormai anche le forze di maggioranza sembrano orientate a sforare il patto. Dice, infatti, lapidario il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi: «Prima di tutto la sicurezza, e sono convinto che la giunta agirà in questo senso». Anche l’assessore della Lega Vincenzo Chizzini è sulla stessa lunghezza d’onda: «Sforare il patto di stabilità - afferma - è una necessità: non possiamo più essere strangolati dallo Stato centrale ma dobbiamo applicare il federalismo. E allora, che si cominci a lavorare: una volta rotto il ghiaccio saremo anche in grado di pagare i fornitori e far rivivere la città». L’assessore Giampaolo Benedini, leader della civica omonima: «Dobbiamo a tutti i costi mettere in sicurezza il nostro patrimonio architettonico e storico, perché solo così potremo renderlo anche fruibile. E dobbiamo cominciare da quegli edifici, come il Podestà, che hanno già progetti e finanziamenti. Uscire dal patto per queste finalità è moralmente ineccepibile».Sandro Mortari, 03 giugno 2012

20 giugnoLa grana Aspireco. Sodano, irritato dal passaggio del consigliere Pietro Ferrazzi nel Movimento BxM, boccia platealmente il progetto Aspireco senza conoscerne i contorni. L’ipotesi, tutta da verificare, prevedeva la vendita di circa 40 mila mq a Valdaro, l’assunzione di 100 dipendenti per un impianto di inertizzazione del fibrocemento senza emissioni del processo in atmosfera. Vantaggi anche locali per il servizio gratuito su quanto presente nel territorio comunale. Quello delle lastre di fibrocemento è un problema ancora oggi aperto. Si è fatta facile leva sull’emotività dell’opinione pubblica. È più semplice dire no a tutto che dedicare tempo per capire. Dopo anni in cui si è detto sì a tutto, oggi si è passati all’opposto nel dire no a qualsiasi cosa, senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando. Interessante:http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-014ff019-0ff1-4cae-8284-03bf9ebc3fd7.html#p=

Benedini all’attacco «Sodano chiarisca» Anche nel Mantovano i valori di ozono stanno per avvicinarsi alla soglia d’allarme. Per questo oggi l’assessore comunale all’ambiente, Annamaria De Togni (foto), ha convocato un tavolo urgente a cui parteciperanno i colleghi dei Comuni della Grande Mantova. Nell’occasione si valuteranno le azioni più opportune da attivare in modo unitario, per informare correttamente i cittadini a salvaguardia della salute pubblica. Permane, infatti, oltre la soglia prevista dai limiti di legge (180microgrammi/metro cubo) il livello di ozono atmosferico, con valori prossimi alla soglia di allarme (240). Sole e assenza di vento sono gli elementi che, combinandosi con i gas di scarico degli autoveicoli provocano situazioni di criticità. di Gabriele De Stefani Un anno fa litigarono per il parcheggio alla ex Comated, ora tocca all’impianto di smaltimento dell’amianto bloccato dal sindaco. L’estate porta con sé un altro scontro tra Giampaolo Benedini e Nicola Sodano. E stavolta con l’assessore ai lavori pubblici si schiera anche un dirigente di primo piano del Pdl, cioè il sindaco di Virgilio Alessandro Beduschi. L’architetto chiede apertamente «un chiarimento politico» mentre Beduschi definisce «qualunquista e ipocrita» l’atteggiamento di Sodano e lo invita a ripensarci anche nell’ottica della riconversione del petrolchimico. Il no della Valdaro spa all’arrivo dei bresciani di Aspireco insomma non chiude la partita. Almeno non dal punto di vista politico, quando il bilancio di previsione sta per andare in consiglio comunale. Nello scontro si infila anche la Lega, che con Luca De Marchi torna a chiedere di liquidare la Valdaro. Benedini ne fa prima di tutto una questione di metodo: «Sodano non ha analizzato la proposta dell’azienda: la gente alla parola

105Capitolo 3 - 2012

amianto si spaventa e lui ha seguito l’allarme generale. Ma così non si governa e non si risolvono problemi veri come lo smaltimento dell’amianto». Da qui la richiesta di un chiarimento politico, motivata anche con un retroscena: «Dovremo parlarne perché la partita è stata gestita male. Un mese fa avevo informato Sodano della proposta e mi aveva detto che l’avremmo analizzata meglio. Ora, il progetto non c’è ma il sindaco ha già stroncato tutto. Su quali basi? Avremmo dovuto chiedere relazioni tecniche, coinvolgere i cittadini e poi decidere. Così si è seguita solo l’onda emotiva». A Benedini non va giù che il sindaco abbia agito da solo e scelto la paura dei cittadini come criterio. Forse non l’unico criterio, perché - è la voce che circola tra via Roma e Valdaro - Sodano potrebbe anche aver voluto ostacolare il lavoro di Benedini, alleato poco amato cui è stato affidato l’incarico di rilanciare la spa. Da Virgilio si alza anche la voce di Beduschi. Bastone e carota per Sodano: «Il sindaco dice che non prenderà mai “decisioni che preoccupano i cittadini”. È un criterio, peraltro non solo di Sodano, che contesto perché qualunquista e ipocrita, legato solo al tornaconto elettorale e alle paure della gente. Allora perché non chiudere tutte le aziende che inquinano? Preferiamo continuare a trovare decine di discariche abusive di amianto nelle aree verdi dove giocano i bambini? Non valutiamo nemmeno le proposte dalle imprese? La politica deve analizzare, dialogare con la gente sul merito dei progetti e poi decidere». Per la verità Beduschi ha respinto la stessa azienda che puntava a Virgilio: «Non è proprio così. Avevo parlato con Aspireco e con altre imprese con progetti tecnologicamente più avanzati ma a Virgilio manca un’area industriale: non abbiamo ferrovia e infrastrutture adatte». Da qui il ponte verso via Roma: «Questa vicenda dimostra che l’area di Valdaro sa attrarre investimenti diversi dalla chimica. Chiedo a Sodano e a tutta la politica mantovana di fare lo sforzo di capire realtà industriali diverse da quelle del petrolchimico e uscire dal ricatto occupazionale. Progetti così iniziano ad aprire alla riconversione».20 giugno 2012

3 luglioProposte di riqualificazione di corso della Libertà e di piazza Cavallotti.

Rondò e parcheggio in piazza Cavallotti. Il Comune rilancia l’idea dei posti auto sotterranei davanti all’ex Upim. In corso Libertà le bancarelle del mercatoDopo piazza Martiri, anche piazza Cavallotti si prepara a cambiare look. E con essa anche il vicino corso della Libertà. Al progetto sta lavorando l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini. Al momento non esistono elaborati o disegni di sorta ma soltanto delle idee per rimettere ordine in una zona del centro, piazza Cavallotti, molto problematica per la viabilità visto che funge da capolinea per gli autobus e da snodo nevralgico per il traffico in entrata e in uscita dalla città, e sotto il profilo della sicurezza urbana (molte le risse denunciate dai residenti). E poi c’è quel corso della Libertà croce e delizia di residenti e non, con i primi che vorrebbero tornare alla chiusura rigida pre Sodano in modo da preservare orecchie e polmoni da ogni forma di inquinamento, e gli altri che ambirebbero ad averla aperta in ogni senso di marcia per tutta la giornata e non solo in alcune fasce orarie come adesso. Riqualificazione. C’è, però, un altro motivo che sottende al restyling di piazza Cavallotti e corso della Libertà ed è legato al recente terremoto che ha costretto il mercato del giovedì a lasciare il centro storico per ripiegare in piazzale Montelungo davanti a Palazzo Te. Dice l’assessore Benedini: «Vogliamo riconsiderare la situazione attuale del traffico nella zona per far sì che una parte di corso della Libertà diventi area pedonale e crei un collegamento tra piazza Martiri e corso Umberto. In questo modo, vi si potrebbe collocare parte del mercato settimanale, connettendolo con galleria Ferri e con l’area pedonale della città». Un progetto ambizioso che si collega anche all’altro altrettanto pretenzioso che prevede, da parte di una società privata, di concretizzare un vecchio sogno nato con la giunta Burchiellaro e abortito con quella Brioni, di realizzare un parcheggio sotterraneo tra piazza Cavallotti e corso Vittorio Emanuele.Frattura. Benedini illustra, a grandi linee, ciò che bolle in pentola. «L’intenzione è quella di riqualificare corso della Libertà che appare fuori scala rispetto alle dimensioni della città. Cercheremo, dunque, di ricomporre questa frattura. Per questo dovremo portare la strada a livello dei marciapiedi e spostare l’attuale aiuola spartitraffico. Con la trasformazione in area pedonale di parte dell’attuale corsia su cui affaccia galleria Ferri - spiega - si pone il problema di come garantire il doppio senso di marcia nel resto del corso. Ebbene, l’idea sarebbe quella di allargare la corsia che fiancheggia il bar Borsa in modo da consentire il doppio senso di marcia di auto e bus. Non so dire adesso - mette le mani avanti l’assessore - se il doppio senso sarà come oggi solo in determinate fasce orarie della giornata oppure se corso della Libertà verrà riaperto in toto al traffico; di certo c’è che nell’ambito di questo disegno bisognerà riconsiderare tutta la viabilità della zona». Rotatoria. E così, appare all’orizzonte un rondò in piazza Cavallotti, al posto dell’attuale aiuola con magnolia e scultura di Giuseppe Gorni. Una rotatoria che servirà anche a delimitare meglio lo spazio riservato alla sosta degli autobus tra piazza Cavallotti, corso Umberto e corso della Libertà. Parcheggio. E qui il progetto del Comune si interseca con quello dei privati della società Imi per un parcheggio sotterraneo: «I privati - dice Benedini - hanno deciso di andare avanti con quell’infrastruttura pensata anni fa e poi messa nel cassetto per vari problemi. Ebbene, potrebbe esserci l’opportunità di preparare un progetto unitario che contempli il parcheggio sotterraneo con la nostra idea di riorganizzare corso della Libertà e piazza Cavallotti. Con l’Imi c’è un confronto in atto e aspettiamo che ci presentino qualcosa di concreto». Difficile, al momento, stabilire una tempistica per i lavori: «Tutti dipende dalle risorse a disposizione, che sono sempre poche» chiosa l’assessore.Sandro Mortari

106Capitolo 3 - 2012

RIQUALIFICAZIONE CORSO LIBERTA’ - SCHEMA PROGETTUALE

107Capitolo 3 - 2012

108Capitolo 3 - 2012

19 luglioLa cittadella dei servizi dovrebbe entrare in una fase di controllo tecnico-economico-amministrativo per verificarne l’interesse ed eventualmente essere adattata alle esigenze del Comune e degli altri Enti. Tre mesi di tempo per dare la risposta, che arriva solo nel 2013 e in modo ambiguo. Intanto l’impresa Italiana Costruzioni, stanca delle polemiche e dei ritardi, si è dedicata ad altro, per esempio al recupero funzionale e al restauro della Villa Reale di Monza. Possiamo certamente ringraziare Longfils per aver affossato insieme a Sodano, attraverso informazioni sommarie e inesatte, questa opportunità. Risultato? I problemi dell’area ex ceramica sono ancora irrisolti.

Cittadella dei servizi Tre mesi per decidereTre mesi di tempo per decidere se è possibile andare avanti con l’idea della cittadella dei servizi a Fiera Catena oppure se conviene abbandonarla. Ecco il bivio a cui è giunto il Comune dopo che ieri mattina, in municipio, i tecnici di Italiana costruzioni di Roma e dello studio genovese 5+1AA, hanno illustrato al sindaco e a metà giunta il progetto che prevede la realizzazione, nella zona dell’ex ceramica, dei nuovi uffici del Comune, della Regione e giudiziari. Quel progetto che già nell’aprile scorso la Gazzetta aveva anticipato e che dovrebbe svilupparsi su un’area di 40mila metri quadrati (di cui 25mila costruiti . Il Comune, l’anno scorso, aveva chiesto una manifestazione di interesse per realizzare l’opera che avrebbe riqualificato l’intero quartiere a due passi dal centro; all’appello aveva risposto la Italiana costruzioni con quella che la legge definisce «proposta spontanea», «un progetto - specifica il capogruppo della Lega Celestino Dall’Oglio, che ha sostituito il posto del vice sindaco Tommasini, - che, qualora fosse abbandonato dal Comune, non costringerebbe l’ente locale ad alcun esborso per le spese tecniche». Quello di ieri è stato un incontro in cui il Comune si è limitato ad ascoltare la proposta dei big della Italiana costruzioni (in testa Walter Navarra, titolare dell’omonimo gruppo di cui la società fa parte, con il suo esperto finanziario) e dello studio 5+1 (il capo progettista Alfonso Femia). Dice, infatti, il sindaco Nicola Sodano: «Adesso la società illustrerà il progetto alla Regione e ai responsabili del Tribunale per raccogliere la loro adesione. Oggi (ieri, ndr.) sono state date solo cifre indicative perché dipendono da troppe variabili, prima di tutto dai soggetti che accetteranno di partecipare all’operazione e dalle necessità dei singoli». La cittadella dei servizi verrebbe costruita in leasing in costruendo: l’impresa anticiperebbe tutte le spese e consegnerebbe a Comune, Regione e ministero di giustizia gli uffici chiavi in mano; a quel punto, per 20 anni i tre soggetti pagherebbero un affitto e al termine ne diverrebbero i proprietari. Di cifre, ufficialmente, non si è parlato, ma una base di partenza esiste. L’impresa acquisirebbe l’area a Fiera Catena dalla società Vecchia ceramica per 20 milioni 800mila euro (stima Ufficio tecnico erariale); per realizzare le opere (12mila metri riservati al Palagiustizia, 8mila (in realta 6500) al Comune e 5mila alla Regione) servirebbero sui 50 milioni di euro; vanno poi considerati i costi di gestione per 20 anni degli immobili, calcolati in 36 milioni di euro (il gruppo Navarra ha anche la società in grado di occuparsene). La rata di leasing che i tre soggetti dovrebbero sborsare ogni anno (sui 5 milioni, ma il progetto si può ridimensionare) potrebbe essere così ripartita: 45% a carico del ministero, 35% del Comune e 20% della Regione. «Entro 90 giorni - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini, padre della cittadella - dovremo dichiarare l’interesse pubblico o meno dell’opera, vedere, conti alla mano, se conviene raggruppare i nostri uffici e quelli giudiziari sparsi oggi su più sedi, e quelli del Pirellone. Per questo dovremo confrontarci con Regione e ministero di giustizia. Certo, la cittadella dei servizi non sta in piedi senza il Tribunale». «In acconto, da scontare poi sulle rate di leasing - fa eco Dall’Oglio -, il Comune potrebbe dare dei propri immobili, il primo dei quali potrebbe essere palazzo Colloredo, sede del Tribunale».Sandro Mortari

24 luglioIn Regione Lombardia si parla del problema amianto.

In Regione approda la legge sulla bonifica dell’amianto La nuova legge per il risanamento dell’ambiente e per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto e il nuovo piano energetico ambientale regionale saranno alcuni degli argomenti principali della seduta del consiglio regionale convocata dal presidente Fabrizio Cecchetti per questa mattina alle ore 10. L’argomento è di stretta attualità anche per la provincia di Mantova. E’ infatti ancora viva la polemica scoppiata all’inizio dell’estate in seno alla giunta comunale dopo la richiesta dell’azienda bresciana Aspireco di realizzare nell’area di Valdaro un impianto di intertizzazione dell’amianto. In Comune erano volate scintille tra il sindaco Nicola Sodano e l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini. I primo cittadino di Mantova, socio di maggioranza di Valdaro spa, aveva infatti opposto il suo no «senza se e senza ma». «Troppo facile amministrare con i no – aveva recplicato Benedini – così non si fa niente». Secondo un recente studio nel Mantovano erano stati censiti undicimila edifici (bonificati per un quarto). Il telerilevamento ARPA 2007 (effettuato sull’ areale dell’Olona, Valcamonica, Valtrompia e corridoio Mi-Bs) forniva un dato stimato estrapolato su tutto il territorio lombardo di coperture di cemento amianto pari a circa 2.8 milioni di metri cubi: al 2011, risulta saltito circa l’11,6%, le coperture di cemento amianto ancora da rimuovere in Lombardia sono stimate in 2.5 milioni di metri cubi. Il punto all’ordine del giorno della seduta di domani era stato chiesto anche dal consigliere regionale della Lega Nord, Claudio Bottari, con il quale invitava la giunta a definire uno specifico piano finanziario

109Capitolo 3 - 2012

al fine di garantire ulteriori risorse per favorire ola rimozione dell’amianto; ola sostituzione delle coperture in eternit con pannelli fotovoltaici; oil sostegno delle politiche di assistenza dei soggetti colpiti da malattie asbesto correlate.

25 luglio Si parla ancora del Podestà. Dopo che il consiglio dichiara indifferibile e urgente l’appalto dei lavori del palazzo del Podesta si verifica l’ostacolo della Malacarne, che il sindaco dichiara di volere superare.

Il cantiere del Podestà si allontana MANTOVA Nonostante il chiaro indirizzo dato dal consiglio comunale, i lavori di messa in sicurezza di palazzo del Podestà non decollano. L’ufficio tecnico del Comune sta predisponendo gli atti, ma l’aggiudicazione in via definitiva dell’appalto al Consorzio cooperative costruzioni di Bologna ancora non c’è. E questo due settimane dopo l’ok dell’aula. Diventa, dunque, problematico rispettare l’indicazione data dall’assessore Giampaolo Benedini all’indomani del voto consiliare, e cioè di aprire il cantiere entro agosto. Il fatto è che in via Roma si rischia il conflitto interno tra il dirigente dei lavori pubblici e quello finanze. Il perché è presto detto. Il capo dell’ufficio tecnico, Carmine Mastromarino, ha ricevuto dal consiglio comunale il mandato di procedere con la messa in sicurezza del monumento di piazza Erbe; Marzia Malacarne, capo della contabilità, non vuole dare l’ok alla spesa per timore di sforare il patto di stabilità. Due posizioni al momento inconciliabili. Infatti, se da una parte esiste la necessità di garantire l’incolumità pubblica, dall’altra c’è la sentenza della Cassazione che impedisce di deliberare una violazione d i legge, cioè lo sforamento del patto di stabilità. La speranza degli amministratori è che a dirimere la questione sia la politica: il parlamento, in sede di conversione del decreto 74, escludendo tutti gli investimenti dal patto, oppure la Regione, con l’assegnazione al Comune di 5 milioni di euro per mettere in sicurezza gli edifici pubblici. Il sindaco Nicola Sodano, pur essendo fiducioso, per ora va con i piedi di piombo: «Il cantiere del Podestà è possibile aprirlo in agosto e i conflitti nascono per essere risolti, e io li risolverò» afferma di ritorno dalla manifestazione Anci di Roma. E aggiunge: «Siccome dal 1° gennaio 2013 probabilmente tutte le spese di investimento dovrebbero essere escluse dal patto di stabilità, ho in programma per fine mese un incontro tra l’ufficio legale del Comune e l’impresa bolognese per procedere nella direzione indicata dal consiglio. Dovremo individuare una modalità per caricare nella contabilità 2012 solo una piccola parte dei 14 milioni stanziati per il palazzo, magari per pagare le spese progettuali».Sandro Mortari, 25 luglio 2012

29 luglioCi dobbiamo concentrare sull’emergenza terremoto.

Comune senza soldi, salta il piano asfaltiI danni causati dal terremoto in città fanno saltare il piano asfalti. Le risorse a disposizione di via Roma sono quelle che sono e, per medicare le ferite aperte dal sisma nei palazzi di proprietà (monumenti e scuole soprattutto), si dovranno fare dei sacrifici. Ergo, i primi ad «adattarsi» dovranno essere gli automobilisti, i ciclisti e i motociclisti: i manti stradali, che ogni estate vengono rifatti in vista della stagione invernale, questa volta dovranno attendere. Come dire: se vi sono delle buche o degli avvallamenti in vie e piazze, non si dovrà reclamare con il Comune ma fare di necessità virtù. Ci si dovrà accontentare degli interventi già effettuati sulle crepe riempite di bitume (sono quei ghirighori che si vedono soprattutto sull’asfalto di Porta Cerese). La conferma arriva dall’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini: «Per far fronte all’imprevisto esborso di denaro per il terremoto, dovremo rinunciare a molte cose. Quali, in questo momento, non sono in grado di dirlo, ma penso che il piano asfalti sarà il primo ad essere tagliato. La Tea è già intervenuta in vista dell’inverno: ha messo il bitume nelle crepe per evitare che l’acqua si infiltri e, formando il ghiaccio, spacchi l’asfalto. Non sarà bello da vedere con tutte quelle serpentine nere sulla strada, ma è l’unico modo per evitare guai maggiori ai manti stradali». Finora il Comune ha dovuto attingere ai propri capitoli di spesa per far fronte alle opere provvisionali di messa in sicurezza degli edifici di proprietà; dalla protezione civile, infatti, non è arrivato ancora un euro dato che, nella prima versione del decreto governativo, Mantova non era inserita tra i Comuni terremotati. Adesso che vi figura le condizioni per ottenere i rimborsi esistono, ma la procedura sarà lunga. «E noi invece - dice Benedini - abbiamo bisogno di risorse subito. Basti pensare che dobbiamo intervenire su Villa Galvagnina, il palazzo storico di nostra proprietà a Moglia che ha subìto gravi danni, e siamo alle prese con Palazzo della Ragione, su cui dobbiamo ancora decidere cosa fare per riparare definitivamente le lesioni». E poi c’è tutta la partita della messa in sicurezza delle scuole: «Stiamo cominciando a raccogliere i risultati delle indagini condotte sui vari plessi; ora siamo a metà e presto avremo il quadro definitivo dei danni e dell’entità dei lavori da sostenere in modo che da settembre tutte le scuole siano nelle condizioni di sicurezza pre-sisma e con dei miglioramenti. Per esempio, adesso abbiamo il quadro degli interventi necessari alla Nievo, 125mila euro: il 1° agosto incontrerò il dirigente e il consiglio d’istituto per illustrare la situazione». Tra tanta sfortuna, una nota di speranza: «I nostri edifici sono assicurati contro il terremoto. Abbiamo già preso contatto con le compagnie di assicurazione e presto saranno fatte le perizie. Palazzo della Ragione, per esempio, è risultato assicurato e i danni riportati sono quelli più costosi. Certo - mette le mani avanti Benedini - questo non vuol dire che le assicurazioni pagheranno tutti i danni;

110Capitolo 3 - 2012

ci sono infatti le franchigie e bisognerà valutare se si riuscirà a coprire con il premio tutti gli interventi di messa in sicurezza. Comunque, questi dei palazzi assicurati contro il sisma è una delle poche eredità positive che ci ha lasciato la precedente giunta».Sandro Mortari

La crisi dell’estate 2012 produce molti cambiamenti sino alla successiva del 2014.

31 luglioIl Sindaco mi invita a convocare l’impresa vincitrice dell’appalto per il Palazzo del Podestà, per affidare i lavori. Durante l’incontro rimanda a una data successiva, pur sapendo che sarà in ferie. A quel punto, vista la situazione e l’assoluta mancanza di rispetto per i programmi e per le persone, mi dimetto. Sarà l’inizio di una lunga crisi che coinvolgerà anche i rapporti con la De Togni.

La crisi va in stand-by. Dimissioni congelate Benedini e Sodano tornano a parlarsi e il 20 diventa la data decisivaIpotesi di rimpasto: Bonaglia, Tonghini e Chizzini sotto osservazioneTelefonate in serie, incontri a due, discussioni a tre, escamotage per convincere la dirigente del settore finanziario del Comune, ipotesi di rimpasto. Nel terzo giorno della nuova crisi che attraversa la maggioranza scende in campo la diplomazia, mentre il sindaco parte per il mare. Il dialogo tra Giampaolo Benedini e Sodano si riavvia fino al congelamento delle dimissioni da parte dell’assessore, che arriva in serata. È uno stallo sul fronte politico che fa da contraltare a quello amministrativo sul palazzo del Podestà: siamo nella stessa situazione del 23 novembre scorso, giorno dell’apertura delle buste. Cioè il vincitore della gara c’è (i bolognesi di Ccc) ma non può mettersi al lavoro perché l’appalto non è stato assegnato e il voto unanime con cui il consiglio comunale definì il cantiere «indifferibile e urgente» resta lettera morta. La burocrazia di via Roma frena, la giunta non accelera e va in cerca una mediazione. Benedini sbuffa, resta tutta la giornata sul personalissimo aventino collocato nello studio di via santi Martiri e in serata fa una parziale retromarcia. Podestà ultima goccia. «È inaccettabile che la politica sia bloccata dal veto di un tecnico, è una questione di principio» scandisce Benedini in ognuna delle cento telefonate della giornata con i suoi e con gli alleati. I capigruppo di Pdl e Lega, Carlo Acerbi e Celestino Dall’Oglio, condividono. Peraltro la considerazione dell’architetto va al di là della specifica vicenda: Benedini imputa al sindaco scarso decisionismo lungo tutto l’arco dell’azione di governo. Podestà emblema di lentezza, se non di immobilismo. «I progetti ci sono e li conoscete, dalla cittadella dei servizi allo stesso Podestà. Ma se non si procede, a che scopo rimanere in giunta?» è la domanda che Benedini ripeteva ieri mattina ai suoi, che lo invitavano a ripensarci. Tra loro non c’era l’assessore Anna Maria De Togni, guardata di traverso per aver accettato di fare le veci del sindaco vacanziero: «È una persona straordinaria ma azioni come questa sono il segno della sua ingenuità politica. Pure sull’ambiente serve più polso». Doppio vertice. Con il sindaco verso il mare e Benedini in esilio volontario, la politica trasloca da via Roma allo studio dell’architetto. Qui lo ha raggiunto nel primo pomeriggio di ieri il deputato Gianni Fava che, a differenza dei consiglieri leghisti, affonda contro Sodano: «Benedini ha ragione, il sindaco non sa decidere. Se vuole fare il bene della città, resti al mare per tre anni, fino al termine del mandato». Il parlamentare all’uscita incrocia Acerbi, con il quale i rapporti sono poco felici. Poco più tardi si apre un tavolo a tre fra Benedini, il capogruppo del Pdl e Dall’Oglio. Si parla anche di Pgt, ma è chiaro che l’attenzione si focalizza sul Podestà. L’idea che non convince. Acerbi, braccio diplomatico del sindaco, rilancia la soluzione proposta mercoledì: aggiudicazione dell’appalto, subito i lavori di messa in sicurezza sfruttando l’emergenza terremoto che svincola dal patto di stabilità e poi, nel 2013, tutto il resto. «Lo faremo e vedrete che Benedini rientrerà» assicura Acerbi. L’impressione però è che la soluzione individuata non faccia altro che spostare più avanti il problema: se la messa in sicurezza può finire nel calderone dell’emergenza terremoto, la parte successiva dei lavori presenterebbe gli stessi motivi di incompatibilità con il patto di stabilità. E di certo non si potrebbe bloccare a metà l’azienda. Dunque? «Vedrete che l’anno prossimo il governo rivedrà il patto per tutti, perché decine di Comuni lo violeranno» prevede Acerbi. Senza convincere Benedini: «Siamo al punto di partenza: il cantiere o parte o non parte, la politica ha deciso e così deve essere altrimenti dovete spiegarmi a cosa serva rimanere qua». Ipotesi di rimpasto. Intanto spuntano voci di un nuovo riassetto della giunta. Gli assessori sono troppi e sul punto i due architetti - Sodano e Benedini - concordano. Così nei giorni scorsi, prima della rottura, il sindaco aveva proposto un rimpasto. Tre i nomi sotto osservazione: Cristina Bonaglia (Pdl, istruzione) e i leghisti Enzo Tonghini e Vincenzo Chizzini (quest’ultimo potrebbe solo cambiare deleghe). Lo stallo di Ferragosto. In serata, a 48 ore dalle dimissioni, sindaco e assessore si parlano per la prima volta. In che modo non è chiaro, perché secondo Sodano il colloquio è di persona mentre Benedini riferisce di una telefonata «perché il sindaco è al mare», come del resto sostenevano anche gli uomini del suo staff in mattinata. «Ho respinto le dimissioni e Benedini ha apprezzato» esulta Sodano. «Diciamo che sono congelate perché serve continuità amministrativa - frena l’assessore – facciano partire i lavori al Podestà e rientrerò. Ora vado in ferie anch’io, poi il 20 vedremo cosa succederà». La crisi sfocia nello stallo di Ferragosto.Gabriele De Stefani, 03 agosto 2012

111Capitolo 3 - 2012

De Togni sindaco d’agosto «Lo faccio per la città» Rifiuta di seguire il suo leader dimissionario e accetta l’incarico di vice «Non ho capito la sua scelta di andarsene e mi sono messa contro il mio gruppo»«Non ho capito la sua scelta e non l’ho condivisa». L’assessore civico Anna Maria De Togni non ha seguito il leader del suo movimento, Giampaolo Benedini, sulla strada delle dimissioni. E restando al suo posto, viste le ferie dei colleghi è diventata da ieri sino a domenica, e poi dal 20 al 26 agosto, il nuovo vice sindaco della città. «Benedini mi aveva chiesto di dimettermi per coesione politica - rivela - ma io gli ho detto chiaro che non l’avrei fatto». Ore 12 di ieri nel suo ufficio di assessore all’ambiente, al secondo piano di via Roma. La De Togni parla delle ultime convulse ore culminate nel pranzo di mercoledì allo Stomp con Benedini e tutto il gruppo consiliare della civica, durante il quale il collega alle opere pubbliche ha annunciato ai suoi la decisione di abbandonare, in polemica, la giunta Sodano. I suoi le hanno chiesto di dimettersi? «Me lo ha chiesto Benedini, ma non ho ritenuto opportuno aggravare una situazione già critica. Il mio gruppo, prima, mi aveva criticato per aver accettato l’incarico di vice sindaco con Benedini dimissionario. Ho spiegato loro che ho accettato perché non c’era una crisi di maggioranza e nessuno mi aveva detto nulla delle intenzioni di Benedini. Ho accettato perché lo ritenevo utile per la città. Non voglio creare problemi alla maggioranza». Lei non sapeva nulla della decisione di Benedini di dimettersi? «No. Ho sentito dopo che l’ha fatto perché riteneva che non si volesse andare avanti con i lavori del palazzo del Podestà. Non so perché Benedini non abbia tenuto conto del fatto che si stava facendo un’analisi più approfondita per uscire da quella situazione d’impasse creata dai dirigenti. C’erano le delibere della giunta e del consiglio che dicevano che si doveva andare avanti con i lavori e, inoltre, si era in attesa della lettera della Regione, che poi è arrivata mercoledì, in cui si diceva che le opere indifferibili e urgenti sarebbero state coperte. Non ho capito perché presentare le dimissioni senza prima esaminare la situazione che si sarebbe creata».Come sono andate le cose circa la sua investitura a vice sindaco? «Si è creata questa situazione: Benedini doveva essere il vice sindaco come assessore anziano. Il sindaco, mercoledì, mi ha chiesto che cosa intendessi fare dopo le sue dimissioni. Io gli ho risposto che intendevo mantenere la mia posizione e allora lui mi ha affidato l’incarico di vice sindaco. Questo non è stato approvato dal mio gruppo: i consiglieri mi hanno detto che non dovevo accettare. Però, non c’era ritiro del nostro gruppo dalla maggioranza e inoltre quello di Benedini è stato un atto personale visto che non sono stata coinvolta nella sua decisione. Così, mi sono resa disponibile con la maggioranza per una mediazione».Si sente in rotta di collisione con il suo gruppo? «No. Cerco di non agire di impulso. Io sono una che ragiona con la sua testa. Ho sempre appoggiato i progetti di Benedini, però se non sono d’accordo su certe cose lo dico. E sulle dimissioni di Benedini non c’è stata chiarezza. Comunque, spero che ci ripensi. Ripeto, tutto ciò che succede deve essere concertato, non si può subìre così. L’anno scorso non ho avuto problemi a dire che non era d’accordo sul parcheggio ex Comated».E adesso? «Io vado avanti con le mie cose da assessore all’ambiente. La città è stanca di queste crisi che ogni tanto ci sono e che rimettono in discussione tutto quanto fatto in precedenza. Aspetto che si dica chiaramente che cosa si vuol fare».Sandro Mortari, 03 agosto 2012

La De Togni sfiduciata «Non ci rappresenta» Sfiduciata dal suo gruppo. Anna Maria De Togni, assessore benediniana, è la prima “vittima” della crisi innescata dalle dimissioni, poi congelate, del leder dei civici, Giampaolo Benedini. Le dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta, in cui rivelava di essersi rifiutata di seguire Benedini sulla strada delle dimissioni come gli aveva chiesto lui stesso, accettando invece - contrariamente al parere del gruppo consiliare - la proposta del sindaco Sodano di sostituirlo come vice mentre è in vacanza, le sono costate il posto in giunta. Il comunicato, infatti, a firma dal capogruppo Davide Bergamaschi, votato all’unanimità e diffuso al termine della riunione del gruppo allargato ad alcuni membri del direttivo del movimento, non lascia spazio ad equivoci: la De Togni viene considerata fuori dalla Lista civica. «Preso atto della posizione assunta dall’assessore De Togni - si legge - con l’intervista rilasciata alla Gazzetta, il gruppo dichiara di non condividerla ed esprime piena fiducia nella posizione e nelle scelte dell’assessore Giampaolo Benedini». Poi la parte più dura che tronca due anni alla guida dell’assessorato all’ambiente: «In merito all’operato dell’assessore De Togni, il gruppo coglie l’occasione per rilevare che gli obiettivi in campo ambientale sollecitati dal consiglio comunale sono ancora lontani dall’essere raggiunti e che molte delle decisioni prese non sono in linea con quanto auspicato dal movimento». La parola adesso passa al direttivo del movimento, a cui il gruppo chiede di decidere sulla sorte dell’assessore. Ma il suo pronunciamento rischia di essere una mera presa d’atto di una sfiducia già espressa. Tradito. «È la De Togni che è uscita dal movimento, non sono io che la voglio cacciare» è il primo commento di un Benedini sinceramente rammaricato per la frattura che si è determinata tra lui e una delle più strette collaboratrici con cui aveva condiviso, sin dall’inizio, l’avventura politica che avrebbe poi portato gli arancioni nella stanza dei bottoni di via Roma. «È la De Togni - prosegue - che non si sente più parte del nostro gruppo. Quindi, lei non ci rappresenta più in giunta». Come dire: adesso il sindaco agisca di conseguenza ritirandole la delega e nominando un altro assessore civico. Benedini si sente tradito: «La De Togni è una persona straordinaria che ho sostenuto l’anno scorso durante l’altra crisi e il cui rientro in giunta, dopo il suo allontanamento, avevo messo come condizione per

112Capitolo 3 - 2012

ritornare in maggioranza. Non mi aspettavo, però, un atteggiamento simile da parte sua. Le mie dimissioni erano state comunicare al direttivo e al gruppo consiliare. Mi ha sorpreso che lei non mi abbia chiamato per sentire che cosa pensavo della sua scelta di assumere la carica di vice sindaco invece di dimettersi». Assente. Alla riunione di ieri erano presenti alcuni membri del direttivo e quattro consiglieri su sei, mentre Riva Berni e la Bettoni sono stati consultati per telefono. Che tirasse una brutta aria per l’assessore lo si era capito già in mattinata quando, dopo la lettura dei giornali, sono cominciati i contatti per riunire gruppo e direttivo. La De Togni era stata invitata ma non si è presentata, ma ha avuto un lungo colloquio telefonico col capogruppo: «Avevo da fare in Comune» si è poi giustificata col cronista, senza altro aggiungere. Totoassessore. Tra i civici è già iniziato il totoassessore. Subito è spuntato il nome di Ferrazzi, il consigliere eletto nella lista del Pdl e transitato nel gruppo benediniano ma, altrettanto rapidamente, è stato accantonato. Dovrebbe, infatti, dimettersi da consigliere e al suo posto entrerebbe uno del Pdl (Marchetti) e i benediniani non vogliono assolutamente perdere un consigliere. Il nuovo assessore, dunque, sarà certamente un esterno. Circola il nome di Franco Ferrarini, primario di medicina a Castiglione. Rimpasto. La sostituzione della De Togni si interseca con la volontà del sindaco di ridurre da dieci a otto il numero degli assessori, col taglio di un leghista e di un pidiellino, per rispettare la linea del risparmio tracciata da Monti. In bilico ci sarebbero i due lumbard Tonghini (Grandi eventi e sport) e Chizzini (turismo), le cui deleghe verrebbero accorpate così come quelle dei due Pdl in odore di sostituzione De Pietri (servizi sociali) e Bonaglia (Politiche educative). Quest’ultima, essendo preside, rischia di più: potrebbe, infatti, diventare incompatibile con il ruolo di assessore nel caso le competenze sull’edilizia scolastica passassero dalla Provincia al Comune. La Lega cittadina, però, stoppa ogni manovra: «Il sindaco non ci ha ancora contatti - dice la segretaria Elisa Grazioli - ed attendiamo quanto prima di avere lumi circa le sue intenzioni, a fronte delle quali faremo le nostre valutazioni». E ammonisce: «L’unico organo decisionale è il direttivo di sezione».Sandro Mortari, 04 agosto 2012

Benedini mette in guardia il sindaco La crisi d’agosto in Comune rischia di trascinarsi fin dopo le ferie. Il sindaco Sodano è in vacanza e, a parte una puntatina in ufficio da venerdì a domenica prossima, tornerà in città solo il 27 agosto. Stessa data in cui è previsto il rientro dalle ferie dell’assessore ‘congelato’ Giampaolo Benedini, che continua a contestare la strada scelta per avviare il cantiere di palazzo del Podestà: «Aver affidato solo i lavori di somma urgenza - insiste - è un ripiego con cui la politica si piega ai capricci del dirigente finanziario che mette tutti in difficoltà. Il sindaco? Con lui ci vedremo dopo il 27» taglia corto. Sul fronte politico, il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi, invita i suoi consiglieri e assessori a stare calmi e a non partecipare al totoassessori. E li rassicura circa la volontà di decidere insieme sull’eventuale taglio di due assessori che, da semplice misura - con altre - per contenere le spese, come aveva inteso il sindaco lanciando la proposta di spending review, si è improvvisamente trasformato in un elemento della crisi aperta dalle dimissioni di Benedini. Gli assessori a rischio (Bonaglia e De Pietri nel Pdl, Tonghini e Chizzini nella Lega) non verranno certo abbandonati: per loro, infatti, potrebbero aprirsi, in autunno le porte per le presidenze di Fondazione università (Pacchioni ormai è a tempo) e di Aspef (Soragna in ottobre sarà processato per le due firme presunte false sotto la lista del Pri: nel caso fosse condannato potrebbe lasciare la guida dell’azienda speciale). «Il rimpasto? Non è all’ordine del giorno e non è una nostra priorità, se non in un disegno complessivo di risparmi che non ha niente a che fare con le schermaglie politiche» afferma Acerbi, che aggiunge: «Lo spettacolo non è dei più edificanti, ai nostri assessori non abbiamo nulla da rimproverare, ai nostri partner forse non è così». Un chiaro segnale interno e agli alleati a stare tranquilli. Ad appesantire il clima nella maggioranza c’è lo scontro tutto interno ai benediniani tra il gruppo e la De Togni. Dopo la sfiducia ricevuta da sei consiglieri su sei, l’assessore all’ambiente ieri mattina non si è presentata in Comune, dove, in assenza del sindaco, ricopre la carica di vice; confidandosi con qualche amico ha confermato che non ha alcuna intenzione di dimettersi. Dal leader del movimento civico, Benedini, le arriva però l’ennesima richiesta a farsi da parte: troppo grave, infatti, è apparso lo strappo provocato dal rifiuto di seguirlo sulla strada delle dimissioni come lui le aveva chiesto accettando, invece, il ruolo di vice sindaco nonostante il gruppo l’avesse invitata a non farlo: «Lei si è messa fuori dal movimento e, quindi, in giunta non ci rappresenta più. Ciò significa che l’assessorato all’ambiente spetta a qualcun altro di noi. Se, poi, il sindaco vuole tenerla in giunta sarà in quota a qualcun altro». L’ultima parola sulla sorte della De Togni spetta al direttivo del movimento che si riunirà a metà della prossima settimana, ma anche ieri dai consiglieri arancioni sono arrivati segnali di condanna. «Quello della De Togni - dice Sebastiano Riva Berni - è stato un atteggiamento irresponsabile e, quindi, dovrà dimettersi per forza». «A parte che a decidere sarà il direttivo - fa eco Gianni Bombonati - non mi è piaciuto per niente quello che lei ha detto». E Luigia Bettoni: «Su certe decisioni importanti non si può agire in totale autonomia. Allo Stomp non si era deciso nulla, ma la sua intervista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Carlo Romano conferma che la decisione presa dal gruppo di sfiduciarla «è stata unanime», mentre Pietro Ferrazzi sintetizza: «Ormai la De Togni è su una posizione divergente da quella del gruppo».Sandro Mortari, 05 agosto 2012

113Capitolo 3 - 2012

18 agostoFine dei parcheggi sotterranei.

I parcheggi sotterranei a rischio stop Il piano parcheggi del Comune, che prevede posti auto sotto piazza Virgiliana e sotto il lungolago Gonzaga (550 in totale, più 55 box da vendere ai privati), è fortemente a rischio. «In quest’ultimo anno - dice l’assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini, a cui la giunta ha affidato la delega per i parcheggi - l’economia è andata a rotoli, la gente ha sofferto come non mai la crisi tanto da diminuire anche l’utilizzo delle strisce blu in città, e le banche hanno ridotto i finanziamenti alle imprese. Per questo l’Apcoa ha manifestato qualche perplessità a portare avanti il suo progetto di costruzione e di gestione delle due strutture legato anche alla gestione dei 3mila posti auto a raso in città». Eppure, solo a gennaio la proposta stava in piedi perfettamente ed era stata giudicata dall’advisor a cui si era rivolto il Comune «più conveniente», per l’ente locale, di «quella originaria» che derivava dalla vecchia convenzione con Ilce. «Il problema - dice Benedini - è che è stato perso troppo tempo». Ricostruisce le tappe: «La proposta economica di Apcoa ci è stata presentata nell’aprile del 2011. Noi l’abbiamo passata al nostro settore finanziario per un esame, dove è rimasta fino in autunno, quando il dirigente ha detto che non era di sua competenza. Nel frattempo, erano anche cambiati gli assessori al bilancio e Irpo, subentrato a Napoli, aveva detto che voleva controllare la proposta». In più su Impregilo, il colosso delle costruzioni partner di Apcoa, si è scatenata la guerra tra i gruppi Gavio e Salini per il suo controllo che rischia di provocarne il disimpegno nella partita mantovana, «ma questo è un fatto secondario» commenta Benedini. Morale, «siamo stati costretti ad affidarci ad un valutatore esterno e, come giunta, abbiamo preso atto della congruità del progetto solo a gennaio di quest’anno, proprio quando la situazione economica e finanziaria del paese è precipitata». La sensazione di Benedini è quella di «aver perso un treno importante»; tuttavia, l’assessore, ancora «congelato» dopo la crisi apertasi col sindaco sulla vicenda dei lavori a palazzo del Podestà, non dispera in un recupero in extremis: «Ci siamo incontrati sia con Impregilo che con Apcoa e siamo rimasti d’accordo che ci rivediamo ai primi di settembre per avere da loro una risposta sull’opportunità di realizzare o meno i due parcheggi». Benedini è ottimista: «Finora - dice - non hanno dichiarato che non vi sono più le condizioni per procedere, ma hanno lasciato aperto uno spiraglio. Speriamo». E se dovesse andar male? «Sta venendo avanti a grandi passi il parcheggio di piazzale Mondadori - è la risposta dell’assessore -. A fine anno verrà inaugurato e così, con quell’opera finita, una parte della città riprenderà a funzionare».Sandro Mortari, 18 agosto 2012

5 settembre e 14 novembreLe mie dimissioni sono definitive. Spudorata intervista del Sindaco, dove afferma che siamo diversi. Certo che lo siamo, per fortuna. Lui non è mai stato in grado di esprimere un’idea - dico una idea - decente sulla città. Io probabilmente ne ho espresse troppe. La crisi si protrae e alla fine si ricompone con una presenza in giunta di due nostri nuovi assessori che vengono da altre città. La De Togni è ormai fuori, con lei il Sindaco ha per lungo tempo esercitato un’azione di suggestione per screditarci. Anna ha commesso, probabilmente in buona fede, troppi errori come per esempio la questione della B6.

Benedini lascia, è crisi vera Niente delibera sul Podestà: il movimento arancione si sfila dalla maggioranza «Io mi fermo qui, è diventata una questione di dignità». Alla fine Giampaolo Benedini si scongela da solo, rinuncia ai panni di assessore e torna a indossare l’abito di architetto. Se ne va, esce dalla giunta e pure dalla maggioranza, portandosi appresso i suoi sei consiglieri arancioni. Tutti fuori. È crisi vera, quanto larga e definitiva lo si scoprirà nei prossimi giorni. Intanto sulla carta il sindaco Nicola Sodano non ha i più i numeri per governare. Sventolate da settimane sotto il naso degli (ex) alleati, le dimissioni di Benedini piovono in coda a una giornata convulsa e al termine di una catena di ultimatum sempre più corta. La mattina comincia male, sotto un cielo basso e un’acqua battente. In via Roma c’è la riunione di giunta ma la sedia dell’architetto arancione resta vuota, nessuna sorpresa, l’assenza era già stata annunciata, così come la condizione per ricomporre lo strappo: il sì alla delibera sul maxiappalto del Podestà. Benedini diserta la giunta, però resta nei paraggi del municipio. Siede al bar Venezia e attende. Sempre più architetto e sempre meno assessore. Per avvertire gli (ex) alleati che non scherza, che questa volta fa sul serio, ha ribadito il concetto, nero su bianco. Via posta, con una lettera affidata nelle mani del messo e recapitata al sindaco, al presidente del consiglio comunale Longfils, agli assessori Rose e Chizzini, ai capigruppo Acerbi e Dall’Oglio. Che c’è scritto? Benedini ripercorre le tappe della crisi, dalle dimissioni del 31 luglio fino alla risposta del Pdl, a suo giudizio talmente vaga da richiedere «una verifica di concretezza». L’approvazione della delibera sul Podestà, appunto. «Tale delibera, il cui testo già dalla scorsa settimana era disponibile, andrebbe a eliminare le motivazioni sospensive dei procedimenti da parte del settore finanziario - recita la lettera - Tutto ciò premesso, confermo le mie dimissioni senza ulteriore avviso qualora la giunta odierna non approvasse la citata delibera». Le ultime righe sono in neretto. «Sono stanco di fare la figura da cioccolataio» si sfoga Benedini davanti al bar, mentre asciuga il sellino della bicicletta, approfittando di una tregua dal diluvio. Lamenta che non gli hanno lasciato fare nulla di ciò che aveva pianificato e ora basta, la gente è

114Capitolo 3 - 2012

disorientata. La gente non capisce più le ragioni di questo tira e molla infinito. Intanto in via Roma gli assessori hanno già rotto le righe. Arnaldo De Pietri fuma pensieroso in cima allo scalone. «Abbiamo approvato un nuovo metodo di sepoltura, loculi areati» risponde alla curiosità del cronista. Suona quasi come una battuta, un requiem per la giunta Sodano, ma l’assessore al welfare non scherza. È tutto vero, approvazione lampo con annessi scongiuri. Sì, ma il Podestà? «Non era all’ordine del giorno» informa asciutto Alessandro Colombo, capo di gabinetto del sindaco. La delibera non è stato discussa. Allora è proprio finita? Senza fretta, l’agonia è lenta. I benediniani si ritrovano insieme a pranzo, sono compatti e determinati ad andare sino in fondo. Alle sedici e trenta l’agenzia Ansa batte la notizia delle dimissioni definitive di Benedini e dà la giunta ormai per spacciata («ad altissimo rischio di cadere»). Ma da via Roma rimbalza un’altra notizia. Il tentativo estremo, affannoso di un compromesso per disinnescare la crisi. Un supplemento di giunta, una riunione bis per approvare la delibera del Podestà, azzarda qualcuno. In realtà gli alleati avrebbero chiesto altro tempo per rivedere la delibera alla luce degli sviluppi ultimi , della decisione della Regione di aumentare il plafond finanziario per scongiurare lo sforamento del patto di stabilità. Troppo tardi. «È tutto finito» informa Benedini alle diciotto, dopo una telefonata con il capogruppo del Pdl Acerbi. L’architetto invia al giornale una nota di scuse agli elettori, quindi si affaccia a palazzo Massarani, in via XX settembre, dove Mantova Creativa ha allestito l’iniziativa benefica “Arte per Arte”. Il sindaco, invece, è in piazza Sordello per inaugurare dell’installazione “Lei che non dormiva mai”, una copia in ceramica degli Amanti di Valdaro sdraiata sui mosaici della Domus, dentro al cubo tanto detestato da Sodano. Tira un’aria tesa e la pioggia torna a farsi cattiva. «Ci si è incagliati su una cosa su cui siamo tutti d’accordo - sbotta Rose, al riparo sotto un tendone del Festival - Benedini avrebbe fatto cosa gradita se stmattina fosse venuto in giunta a illustrare la delibera sul Podestà, di cui non conosciamo i dettagli». Insomma, tutti a casa? «Io sono sereno, ho la coscienza a posto - ripete Sodano - La volontà è quella di rispettare il mandato degli elettori, occorre avere un grande senso di responsabilità. La cosa che più mi dispiace è che tutta questa polemica ha messo in ombra le cose piccole e grandi che abbiamo fatto. Sul Podestà, poi, eravamo tutti d’accordo». Quindi? La porta è ancora aperta, tocca a Benedini ripensarci. «Spontaneamente» sussurra il sindaco.Igor Cipollina, 05 settembre 2012

«Il Podestà? È solo un pretesto» Nicola alla carica di Giampaolo: non ha mai digerito il fatto che il sindaco fossi io Sereno. L’unico indizio di nervosismo è nella dita che giocano con la confezione di caramelle per la gola. Apri e chiudi. Il sindaco siede indaffarato alla sua scrivania, come fosse una mattina di ordinaria amministrazione. «Noi siamo impegnati a lavorare come sempre – scandisce Nicola Sodano – È evidente che ci manca un piccolo tassello. La maggioranza». Quanto piccolo lo diranno i numeri in consiglio comunale. Intanto il sindaco mette le mani avanti, assicura che tra Lega e Pdl è coesione vera, robusta e a nome di entrambi i partiti lancia un appello «al senso di responsabilità dei singoli consiglieri». Perché sia rispettato l’esito elettorale. Il mandato. Già, ma è impossibile negare che il rapporto con Giampaolo Benedini sia sempre stato travagliato. «È vero, ma io non lo conoscevo, lui così mondano, io così nazionalpopolare - ammette il sindaco – Mi avevano messo in guardia, mi avevano detto è impossibile che tu ci vada d’accordo. Alla fine me ne sono accorto, per Benedini condivisione vuol dire essere d’accordo con lui». C’è dell’altro? «Sì, Benedini non ha mai metabolizzato il fatto che lui fosse assessore e io sindaco. Proprio io, che quando ho vinto mi sono quasi scusato con Fiorenza Brioni». Vabbé, capita anche nelle migliori famiglie, però Benedini si dice amareggiato per la lentezza, gli errori di valutazione, le occasioni perse dalla giunta Sodano. «Imputare i suoi ritardi all’amministrazione è fuori luogo, abbiamo sempre deciso in modo collegiale – replica il primo cittadino – E poi lui ha preteso responsabilità esclusiva su Valdaro, i parcheggi, il ponte di Fiera Catena, Expo 2015. È anche vero che abbiamo imbroccato una serie di scalogne, da ultimo il terremoto, ma non siamo i soli». Via il dente, palazzo del Podestà. «C’è stata una delibera di giunta, c’è stata una delibera del consiglio, i lavori per la messa in sicurezza sono già stati appaltati e siamo pronti ad appaltare anche gli altri lavori da finanziare con il plafond della Regione – insiste Sodano - Ma c’è dell’altro, a luglio il consiglio ha bocciato un emendamento del leghista de Marchi che chiedeva alla giunta di sforare il patto di stabilità. Non possiamo andare contro il consiglio». Morale? «È chiaro che il problema non è tecnico, ma politico». Apri e chiudi. Igor Cipollina, 06 settembre 2012

Un pretesto? No, il palazzo è un pericolo» L’ex assessore Benedini alla carica di Sodano: è un mediocre, io preferisco l’eccellenza«Sì, pronto? Buongiorno, assess... architetto, mi scusi». L’abitudine è dura da scalfire, più dura della maggioranza friabile. Giampaolo Benedini ha appena letto del sindaco che prende le distanze in maniera drastica, colorando la crisi di una tinta caratteriale. «Lui così mondano, io così nazionalpopolare». Architetti diversi, agli antipodi. Per replicare Benedini tuffa l’indice nel dizionario. Mondano: frivolo e gaudente, dedito ai piaceri del mondo. Ci si rispecchia? «Io sono un tipo che non accetta la mediocrità e ritiene che l’eccellenza sia da preferire». Traduzione: io, a differenza del sindaco, non sono mediocre. E uno.«Io sostengo le mie idee e mantengo gli accordi, non mi pare si possa dire lo stesso del sindaco che ogni giorno dice una cosa diversa. Anche nei miei confronti. Per inciso, le crisi precedenti sono scoppiare per la scarsa collegialità delle sue decisioni». E due. A bruciapelo: Benedini, dica la verità, non è che in fondo in fondo Sodano ha ragione quando dice che non le è mai

115Capitolo 3 - 2012

andata giù la circostanza che lui fosse sindaco e lei assessore? «Macché, la cosa l’ho metabolizzata subito, quando ho deciso di appoggiarlo al secondo turno. Altrimenti avrei scelto diversamente». Il Podestà è solo un pretesto per spaccare tutto? «Come no, e la relazione tecnica che il Pd ha portato in Procura? È scritto nero su bianco, se non s’interviene ci si espone a responsabilità anche di tipo penale». E il patto di stabilità? «Premesso che a suo tempo erano state assunte decisioni collegiali, che condividevamo idee e impegni, ricordo che il recupero del Podestà era stato ipotizzato come progetto al di fuori del patto di stabilità, secondo una logica sostenuta dall’avvocato Paolo Gianolio e approvata dal consiglio comunale». Che poi, in ogni caso, lo sforamento sarebbe stato soltanto virtuale: «Nessuno dei lavori appaltati avrebbe avuto effetto sulla situazione finanziaria attuale, quest’anno non ci sarebbero state fatture né pagamenti». Anzi, secondo Benedini sarebbe stato una garanzia: «Appaltare i lavori entro il 31 dicembre 2012 ci avrebbe tutelato per l’anno prossimo, perché se si sfora il patto, come è inevitabile a prescindere dal Podestà, si blocca ogni cosa». Tranne i lavori già approvati. È così che il pretesto si rovescia: «La verità è che non si vuole dare ragione a un gruppo piccolo ma decisivo nei rapporti di potere». Davide contro Golia. Igor Cipollina, 07 settembre 2012

Le tappe: tutto è cominciato con la lettera di dimissioni La crisi che ha portato alla rottura della maggioranza in via Roma inizia il 31 luglio con la lettera di dimissioni dell’assessore Giampaolo Benedini al sindaco per la rinuncia ad appaltare i lavori di restauro di Palazzo del Podestà. Sodano le respinge, ma sarà costretto ad assumere successivamente la delega ai lavori pubblici. Il 2 agosto l’assessore civico Anna Maria De Togni prende le distanze da Benedini e accetta l’incarico di vice sindaco per il periodo d’assenza di Sodano e Tommasini. I benediniani la sfiduciano. Alla metà d’agosto i vertici Pdl richiamano Sodano e gli chiedono di ricomporre la frattura. Iil 29 agosto la civica presenta a Pdl e Lega dieci punti irrinunciabili per rimanere in maggioranza dando tempo fino al 3 settembre per rispondere. Poi l’ultima scadenza: approvare la delibera per il Podestà. La giunta non lo fa e Benedini si dimette.07 settembre 2012

Il Pdl: «Col commissario sarebbe la fine» Appello del segretario Ghirardini alle minoranze: uniti per difendere lo status di capoluogo «Noi andiamo avanti ugualmente, per una questione di responsabilità nei confronti della città. Se arrivasse il commissario uno dei primi atti sarebbe presumibilmente l’aumento delle imposte comunali e sicuramente non darebbe garanzie sulla battaglia per mantenere lo status di capoluogo». Il coordinatore provinciale e consigliere comunale del Pdl, Marco Ghirardini, sintetizza così la posizione del suo partito di fronte alla perdita da parte della giunta della maggioranza in aula con le dimissioni dell’assessore civico Giampaolo Benedini . Gli chiediamo a che punto sono i tentativi diplomatici di ricucire lo strappo con gli arancioni o se sono in corso trattative con altre forze per cercare di creare una nuova maggioranza o quantomeno rafforzare il sostegno in aula della giunta Sodano. «Semplicemente ci assumiamo la responsabilità di non portare l’amministrazione e la città al disastro – spiega – perché se si sforasse il patto di stabilità le conseguenze sarebbero gravissime per Mantova. E faccio appello alla responsabilità di tutti i consiglieri per evitare in questo momento l’arrivo di un commissario. Ci sono questioni su cui sono certo ci troviamo d’accordo tutti, vale a dire la difesa dello status di capoluogo». Lunedì sera, alle 21.30 (e non alle 18.30 come previsto inizialmente, si riunirà il coordinamento provinciale del partito con il coordinatore regionale Mario Mantovani (che nel pomeriggio visiterà le zone colpite dal terremoto) e Giancarlo Serafini. Un vertice convocato prima della crisi (l’ordine del giorno è genericamente dedicato alle iniziative e a questioni interne al partito), ma che ovviamente dovrà fare il punto sulla situazione di via Roma. Alle 20.45 si riuniranno anche i Cattolici Moderati di Gilberto Sogliani nella sede del Parco del Mincio. L’esponente non parteciperà quindi alla riunione di segreteria.08 settembre 2012

Benedini rincara la dose sul Podestà Lo sfogo. Il J’accuse. O, più semplicemente, un’articolata replica ai suoi ex alleati. Giampaolo Benedini, architetto e non più assessore, invia una nota per argomentare la sua posizione di sempre: avviare i cantieri del Podestà non comporterebbe uno sforamento del patto di stabilità Scrive Benedini: « Uno degli argomenti ricorrenti per contestare la ragionevolezza delle mie dimissioni è la questione del patto di stabilità, cioè quel criterio in qualche caso perverso che impone ai Comuni di non spendere e anche di non pagare ciò che già si era speso, per mantenere in equilibrio i conti di tutta Italia. Certamente un metodo tranciante che non guarda in faccia nessuno e per dirla con espressione sodanesca ‘’senza se e senza ma’. Anzi, per usare un’altra famosa frase questa volta dell’evergreen Tonino ‘’contraddico me stesso’’, si paga solo quando costretti dai decreti ingiuntivi andando a gravare le casse comunali con spese che sarebbe possibile evitare. Almeno tentare. Certo serve un minimo di capacità di immaginare gli eventi del giorno successivo». Ed ecco l’attacco: «Gli amici del Pdl continuano a far credere ai cittadini che essendo io, a loro dire, ‘’mondano’’, con le opere alle quali avevo chiesto di dar corso, avrei determinato lo sforamento del patto di stabilità del 2012. Questa affermazione è falsa e mette in evidenza la mancanza di una visione prospettica delle situazioni. E, comunque, la mancanza di un progetto politico. Perché fare politica significa risolvere quei problemi che i mezzi a disposizione in quel momento consentono di affrontare, ma mettere in campo strategie che creino i mezzi per risolverli successivamente in modo più ampio. Significa anche valutare le azioni attraverso un bilancio fra aspetti positivi e negativi». «Per

116Capitolo 3 - 2012

ammissione dell’assessore Irpo – continua – oggi il Comune ha sforato il patto di stabilità. Soltanto un miracolo o il sostegno della Regione potrebbe evitare lo sforamento. I conti comunque si fanno al 31 dicembre. Conclusione. Gli scenari del 2013 potrebbero essere due: a) Sforamento, con la riduzione delle risorse e altri risvolti negativi derivanti (ma in parte evitabili se si fossero intraprese per tempo azioni per soluzioni alternative, come la gestione esternalizzata degli asili ). b)Sforamento evitato. In questa situazione si configurano due ipotesi: c) mantenimento del patto di stabilità da parte del Governo (soluzione più credibile), oppure, d) l’allentamento o eliminazione del patto di stabilità (soluzione poco credibile)». Secondo Benedini «da queste prospettive, non dare corso ai lavori quali scuole e palazzo del Podestà come da me e dal mio gruppo richiesto, pare la decisione peggiore per un motivo: lo sforamento virtuale nel momento dell’affidamento, sarebbe al 31 dicembre nullo e senza effetto sul patto del 2012. Le scuole, infatti, appaltate entro quest’anno sarebbero realizzate nell’estate del 2013, e probabilmente pagate nel 2014. Palazzo del Podestà iniziando effettivamente nel settembre 2012 provocherebbe un debito entro quest’anno da pagarsi tuttavia nel 2013. Da adesso alla fine del prossimo anno si potrebbe più agevolmente concretizzare la vendita programmata di beni per compensare le uscite degli anni 2013 e anni successivi». «Detto questo – conclude – se si verificasse il caso a, le opere sarebbero già appaltate, mentre se non fossero già appaltate non potrebbero più essere realizzate per il blocco e la riduzione delle risorse disponibili. Se si verificasse il caso bc le problematiche di affidamento dell’anno prossimo rimarrebbero identiche a quelle di quest’anno, mentre nel caso bd se già affidate si verificherebbe una minore difficoltà a mantenere l’equilibrio sul patto con il vantaggio di aver anticipato gli interventi. Concludendo la soluzione di appaltare i lavori come da nostro calendario è l’unica sola soluzione a vantaggio certo per la città. Senza considerare in oltre che per quanto riguarda il palazzo del Podestà e di altre opere a salvaguardia dell’incolumità pubblica il consiglio comunale aveva deliberato di ritenerle indifferibili e urgenti e considerare il loro impegno economico al di fuori del patto di stabilità».09 settembre 2012

Il Pdl apre alla Lega: rivediamo la giunta «Ecco qua un assessore azzerato». Espedito Rose risponde con uno sguardo nero. Basta buttare lì una battuta all’assessore alla mobilità urbana per capire che non c’è nessuna voglia di ridere, perché anche l’ennesimo tentativo di mediazione è andato a vuoto. Succede dopo il faccia a faccia tra Giampaolo Benedini e il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani allargato ai fedelissimi dell’architetto e ai vertici del Pdl cittadino e provinciale. Il senatore ascolta il cahier de doléances benediniano, si informa e lo richiama al senso di responsabilità. Altri argomenti il partito del sindaco ancora non ne offre, a oltre un mese dall’inizio della crisi: «Non dobbiamo interrompere un percorso di governo virtuoso e non possiamo tradire il mandato degli elettori che nel 2010 hanno sancito un cambiamento storico affidandosi al centrodestra – scandisce Mantovani alla stampa ribadendo l’inevitabile sostegno del partito a Sodano – soprattutto perché non vedo ragioni di grande politica ma solo questioni locali». Un argomento che non scalda il cuore dei benediniani, che sono civici e fuori dalla grande politica citata da Mantovani. Così l’architetto e i suoi escono dall’hotel che ospita l’incontro scuotendo la testa: «Nella vita non c’è nulla di impossibile ma non vedo margini per ricucire perché si è rotto il rapporto di fiducia tra il nostro movimento e il sindaco. Se Sodano – è l’ironia amara di Benedini – si occupasse solo dei tagli del nastro lasciando governare altri ci si potrebbe pensare». È il punto su cui insistono il coordinatore del Pdl Marco Ghirardini e l’assessore regionale Carlo Maccari (il Pirellone spiana la strada a cantieri per 3,4 milioni cedendo quote di Patto di stabilità): «Non si può andare a casa per uno scontro tra personalità», che invece i benediniani definiscono un problema di credibilità che il sindaco ha perso ai loro occhi. Lingue diverse. Eppure Benedini ancora ieri non ha respinto l’invito a cercare una mediazione, segno che la porta non è chiusa in perpetuo: posizione di attesa attiva. Mantovani vede solo «normali controversie» e, passando ai rapporti con l’altro alleato, dice che «il segretario lombardo della Lega non mi ha mai segnalato problemi». Sul tavolo del sindaco però è appena arrivata una richiesta di azzeramento della giunta che, benché lastricata di bucce di banana, offre a Sodano una via d’uscita. «Vedremo se il sindaco vorrà evitare il commissariamento dimostrando di avere a cuore Mantova nonostante sia calabrese» punge il padano De Marchi. I pidiellini Ghirardini e Rose trasformano l’aut aut lumbàrd in un punto di convergenza: «Sodano aveva già detto di voler ridurre il numero degli assessori dunque la risposta che diamo alla Lega è che sì, si può assecondare la richiesta di ridiscutere la giunta» dicono all’unisono. ll Carroccio in realtà si aspetta una mossa più decisa, cioè il ritiro di tutte le deleghe e poi la loro rinegoziazione. Come se le elezioni fossero state ieri. Su questo il Pdl non si esprime ma deve prepararsi a fare i conti con un paletto già piantato in mezzo al tavolo della trattativa: la Lega non accetterà che il sindaco tenga nelle proprie mani la delega alla cultura che gli è cara. Mantovani dice che il Pdl sostiene il sindaco «in qualunque azione sia necessaria per proseguire il mandato». Non è chiaro se si arrivi anche al cambio di maggioranza. Quel che è certo è che Sodano ha provato a lanciare un nuovo ponte verso l’Udc, contattando il segretario provinciale Carlo Bottani nonostante l’inequivocabile «no grazie» incassato meno di una settimana fa.Gabriele De Stefani, 11 settembre 2012

La Lega boicotta la giunta La giunta Sodano ieri ha perso un altro pezzo, anche se solo parzialmente e senza che sul tavolo del sindaco siano arrivate nuove dimissioni dopo quelle di Giampaolo Benedini. È successo quando l’esecutivo è stato chiamato ad approvare la delibera che sblocca la versione soft dei lavori al palazzo del Podestà: i tre leghisti Germano Tommasini,

117Capitolo 3 - 2012

Vincenzo Chizzini ed Enzo Tonghini si sono alzati e sono usciti senza partecipare alla votazione. Con Sodano sono rimasti solo i pidiellini e l’ex benediniana De Togni. «Era un provvedimento troppo importante dal punto di vista politico per dare il via libera con una crisi in atto – spiega il vicesindaco Tommasini – prima bisogna tornare ad avere una maggioranza ricucendo con Benedini, che tra l’altro ha rotto con Sodano proprio sul Podestà. E per riuscirci è necessario che il sindaco proceda con quello che ha chiesto la Lega: ritiri le deleghe a tutti gli assessori e ridiscuta l’assetto della giunta». Prima i leghisti avevano votato piano asfalti e rimodulazione degli oneri edilizi: la linea del partito dunque è che fino a quando Sodano non scioglierà l’esecutivo per poi provare a ricomporlo il Carroccio appoggerà solo azioni di ordinaria amministrazione. Più o meno come se ci fosse già il commissario che sbarcherebbe in via Roma nel caso in cui la maggioranza non tornasse ad essere tale. La nota diffusa al termine del coordinamento del Pdl, riunito lunedì sera, sancisce che l’azzeramento «sarà effettuato il più presto possibile» e che l’aggiudicazione dell’intero appalto del Podestà (14 milioni di euro) arriverà entro sabato. Così ha ribadito anche il sindaco ieri mattina, assicurando che «la richiesta della Lega riprende una mia proposta del luglio scorso per ridurre il numero degli assessori» e che «i motivi del mancato voto sul Podestà mi pare siano legati solo a un problema di comunicazione interna al Carroccio, anche se la spiegazione dovete chiederla a loro». Il dialogo nella Lega in realtà corre. L’unanimità recuperata nel direttivo cittadino di domenica - quello che si era ricompattato sulla richiesta di azzeramento delle deleghe - è almeno per un momento evaporata a ridosso della riunione di giunta quando il capogruppo Celestino Dall’Oglio è tornato a indossare i panni della colomba e ha chiesto via email che la delegazione assessorile del Carroccio dicesse sì ai lavori al Podestà. È successo poco prima della mezzanotte di lunedì ma l’appello di Dall’Oglio ha retto solo fino alle prime ore di ieri mattina, quando Gianni Fava ha suggerito l’ammutinamento. Nel ragionamento che il deputato ha condiviso con i suoi, andare in giunta sarebbe stato uno strappo verso i civici di Benedini e la Lega deve evitare di essere indicata come la causa della crisi. Un minimo di malizia impone di rilevare che Fava, nemico politico giurato del sindaco, con questa mossa ha però inflitto un altro smacco a Sodano, costretto a procedere solo con i pidiellini e la De Togni. La Lega intanto si prepara anche ad alzare il prezzo non appena le deleghe saranno state ritirate. Due le richieste già pronte qualora si ricucisse con Benedini e si arrivasse a discutere il ridisegno della giunta: Sodano non dovrà più essere assessore alla cultura e il bilancio dovrà passare dalle mani di Irpo a quelle di un leghista. Chiaro allora che il Carroccio punta a un pesante depotenziamento del sindaco. Presentarsi al tavolo della verifica con il duplice obiettivo di sfilare al Pdl la cassa dell’ente e far cedere a Sodano la delega che più gli è cara assomiglia molto a una dichiarazione di guerra. E infatti a trattare non sarà la colomba Dall’Oglio, che lascerà spazio ai segretari cittadino (Elisa Grazioli) e provinciale (Marco Prandini). Tutti e due molto vicini a Fava. Senza dubbio un falco.Gabriele De Stefani, 12 settembre 2012

Lega e Benedini dettano le regole al Pdl Benedini rientra in gioco e detta condizioni rigidissime per valutare l’eventuale rientro in maggioranza. Il vertice tra i partiti dell’ex alleanza di governo in via Roma, svoltosi in una saletta riservata dell’Hotel La Favorita, per discutere la richiesta leghista al sindaco di azzerare la giunta, ha dato una sola soddisfazione al Pdl: rivedere ad un tavolo di trattative per la ricostruzione dell’alleanza una delegazione degli arancioni capeggiata dall’ex assessore ai lavori pubblici. Giampaolo Benedini, insomma, avrà anche cancellato come ripete spesso il numero di telefono di Nicola Sodano dall’agenda, ma è ancora disponibile, quantomeno, a considerare l’ipotesi di una ricostituzione della maggioranza con Lega e Pdl. Ma ora, assieme alla Lega, Benedini si trova con un potere contrattuale molto più forte di quando si dimise dalla giunta, soprattutto nei confronti di un Pdl rimasto spiazzato dalla lettera con cui il sindaco ha annunciato di volersi rivolgere direttamente al consiglio comunale. Quali sono le condizioni? Tanto la delegazione arancione, con Benedini e il capogruppo Bergamaschi, quanto quella leghista formata dal segretario provinciale Marco Prandini, quello comunale Elisa Grazioli e la responsabile enti locali Ilaria Berra, sono stati chiarissimi con i pidiellini Espedito Rose , assessore e segretario cittadino, e il capogruppo Carlo Acerbi. L’architetto civico ha cominciato col dire che era d’accordo con il sindaco: «Come dice lui bisogna ridurne il numero. E allora facciamo le cose sul serio: la prima condizione è che si passi ad una giunta a sei dove ogni componente dell’alleanza esprima due assessori». La Lega non ne sapeva nulla e si riserva di discuterne. Ma i lumbard non possono che gradire l’idea di togliere al Pdl, il partito del sindaco, la maggioranza all’interno dell’esecutivo . È evidente che in questo modo il sindaco si troverebbe in una posizione di debolezza rispetto all’asse civico-leghista. La Lega vuole per sè l’assessorato al bilancio e soprattutto non vuole che Sodano mantenga la delega alla cultura. E qui torna a inserirsi Benedini che non si accontenta di numeri. «Se dobbiamo lavorare fianco a fianco in giunta – ha detto in sostanza l’architetto – non vogliamo persone con cui non ci troviamo in sintonia». Il Pdl chiede di fare i nomi e Benedini non si tira indietro, indicando negli assessori Roberto Irpo, Cristina Bonaglia e Marco Cavarocchi gli amministratori pidiellini che non gradirebbe in un eventuale Sodano bis. Non solo. Anche i civici, come la Lega, chiedono che il sindaco non si occupi più di cultura. Il Pdl protesta. Rose dice che «la composizione della giunta non è all’ordine del giorno e se si toccano gli equilibri – aggiunge guardando Prandini – allora bisogna rivedere anche gli incarichi negli enti». «Facciamolo, ma solo alla loro scadenza naturale» replica il lumbard. Rose e Acerbi ne prendono atto. «Ne parleremo al partito, abbiamo bisogno di qualche giorno» dicono.Nicola Corradini, 16 settembre 2012

118Capitolo 3 - 2012

Benedini non arretra. La rottura è ad un passo I benediniani tengono duro nella loro richiesta di una giunta a sei con superesperti e così, anche il vertice politico di ieri tra Pdl, Lega e civici si è concluso con un nulla di fatto. Che assomiglia, però, ad una rottura e che rimanda tutto al consiglio comunale di martedì quando Sodano, a questo punto senza maggioranza, in un appello alla città, inviterà gli uomini di buona volontà, anche dell’opposizione, a sottoscrivere un accordo ponte: approvazione del Pgt e salvataggio dello status di Comune capoluogo, più eventualmente qualche altra opera che i consiglieri ritengono importante dare a Mantova, e poi dimissioni e voto in primavera, in concomitanza con le politiche. Dopo il summit di ieri che avrebbe dovuto essere decisivo ma che, come accade in politica, lascia ancora qualche margine per invertire il corso delle cose, sembra essere questa la soluzione più probabile. A nulla è valsa la disponibilità del Pdl di accogliere in toto le richieste della Lega: assessorato al bilancio e che la delega alla cultura non sia più nelle mani del sindaco. Il rafforzamento dell’alleanza coi Lumbard si è scontrato con l’intransigenza di Benedini che non ha rinunciato alla sua proposta: «Ci hanno detto di no - spiega al termine l’ex assessore civico - quindi restiamo fuori dalla giunta e non diamo alcun appoggio esterno». Parole pronunciate già durante la riunione tenutasi in una saletta dell’hotel La Favorita - e durata circa due ore, segnale di una trattativa serrata - che, si dice, abbiano amareggiato molto il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi. «Non posso certo essere uscito contento» fa eco il segretario cittadino Espedito Rose, l’altro membro della delegazione pidiellina che si è incontrata con quella leghista formata dal numero uno provinciale Marco Prandini e dalla responsabile enti locali Ilaria Berra e con quella della lista civica costituita dal suo leader Giampaolo Benedini e dal capogruppo Davide Bergamaschi. Siamo, insomma, alla rottura, anche se Rose lascia aperto uno spiraglio: «La politica è l’arte della mediazione; certo, però, che bisogna essere in due a volere l’accordo. Noi ci abbiamo messo tutta la nostra più buona volontà. Addirittura, per l’irrigidimento di Benedini non siamo nemmeno riusciti a individuare alcuni punti programmatici da affrontare prioritariamente nei prossimi mesi. Non ci resta che andare in aula». Se con i benediniani non c’è stato nulla da fare, il legame con la Lega è stato rinsaldato: «Con gran senso di responsabilità - dice Rose - abbiamo messo a sua disposizione la delega al bilancio, la disponibilità del sindaco a rinunciare alla cultura e l’azzeramento della giunta». «Tutte le nostre richieste sono state accolte - afferma soddisfatto Prandini - Siamo anche pronti a dire sì alla proposta di Benedini di una giunta a sei, con assessori con più deleghe e, quindi, con più responsabilità ma anche con una maggiore velocità nelle decisioni da prendere. Ma non diciamo no nemmeno agli otto assessori del Pdl. Certo, non possiamo far cadere l’amministrazione sulla volontà del Pdl di mantenere i suoi cinque assessori». Benedini è tranquillo; al telefono spiega che «nel vertice abbiamo mantenuto le nostre posizioni, e cioè i sei assessorati dati a persone competenti. Inaccettabile, ci hanno risposto. Così, noi siamo fuori. Ci riflettano, però, visto che c’è ancora tempo e che martedì in consiglio non si voterà». I benediniani propongono di accorpare gli assessorati così: bilancio, sportello unico, attività produttive e urbanistica; cultura, sport e turismo; ambiente; lavori pubblici; welfare e pubblica istruzione; polizia locale, personale, traffico. «Solo così - spiega il leader dei civici - si garantirebbe efficienza alla macchina amministrativa». Per Rose, invece, la funzionalità del Comune verrebbe garantita solo dagli otto assessori, «che corrispondono ai futuri otto settori. Non capisco le ragioni dell’ostinazione di Benedini sui sei, mi pare una proposta fatta apposta per non voler un accordo che garantisca la governabilità della città, che ne ha grande bisogno a causa delle emergenze terremoto e capoluogo di Provincia. Il commissario la ingesserebbe per un anno e mezzo, attenzione».Sandro Mortari, 21 settembre 2012

Longfils nel mirino ma è intoccabile Tra Giuliano Longfils e Giampaolo Benedini i rapporti sono ai minimi termini, tra divergenze di opinioni politiche e battibecchi che arrivano a lambire la sfera personale. Nell’infinita trattativa per ricomporre la maggioranza, Longfils è tra i falchi del Pdl, convinto che non si debba cedere troppo perché alla fine Benedini rientrerà e che, se anche così non fosse, sia meglio andare a casa piuttosto che rimanere ostaggi delle bizze dell’ex assessore. Nei confronti di Longfils ora si registra pure il fastidio delle opposizioni che, al pari di Benedini, accusano il presidente di avere da tempo abbandonato il ruolo di garanzia che gli compete e di badare troppo alla difesa di Sodano. «È incredibile che non si discuta la sfiducia e l’uscita dall’aula di Dall’Oglio e Acerbi sabato è stata un atto politicamente arrogante» attacca Gianni Lui di Patto Nuovo. Ecco allora che dal fronte benediniano spunta l’ipotesi di sfiduciarlo. Operazione per la verità molto complicata: per sostituire il presidente dell’aula serve il sì dei due terzi dei consiglieri.24 settembre 2012

26 settembreNonostante quello che l’amministrazione lascia intendere il contratto viene stipulato piu di un anno dopo ed è ancora femo. Se fosse stato firmato il 26 settembre 2012 oggi sarebbe terminato!

Via libera all’appalto del Podestà Ma Benedini per ora non rientra La svolta nella crisi apertasi in giunta il 31 luglio scorso pareva essere arrivata nel pomeriggio di ieri. Quando la dirigente del servizio finanziario Marzia Malacarne ha posto sulla determina del collega dei lavori pubblici, Carmine Mastromarino, la firma che aggiudica definitivamente l’appalto per il recupero e la valorizzazione di Palazzo del Podestà, nel Pdl hanno stappato metaforiche bottiglie di champagne. Subito dopo, però, è arrivata la doccia fredda.

119Capitolo 3 - 2012

La determina madre di tutta la crisi è sì cosa fatta, ma al leader dei civici Giampaolo Benedini ciò non basta per dichiarare che il suo movimento rientrerà in giunta garantendo al sindaco Sodano la maggioranza. «Abbiamo chiesto altre cose» ricorda. L’aggiudicazione. L’appalto è stato aggiudicato definitivamente all’associazione temporanea di imprese formata dal Consorzio cooperative di Bologna e dalla Piacenti spa di Prato, per un totale di 13 milioni 925mila euro, di cui 12 milioni 347.274 euro già impegnati. Si tratta della cosiddetta prima fase, a cui ne seguirà una seconda da 7 milioni 109mila euro (più Iva), la cui realizzazione sarà affidata alle stesse imprese solo quando il Comune troverà le risorse necessarie. I lavori, si legge nella determina di Mastromarino, «sono indifferibili e urgenti in quanto pregiudizievoli per l’incolumità pubblica». Dalla Regione, però, manca ancora l’ok definitivo alla deroga di 3,4 milioni di euro sul patto di stabilità; tuttavia, la responsabile del settore finanziario Malacarne ha ugualmente dato l’ok contabile: «La Regione - spiega la dirigente - ci ha comunicato che la circolare è in arrivo». In via Roma la si attende per la fine del mese. I commenti. «Sono molto contento che un’opera come il recupero del Podestà sia stata sbloccata - dice il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils - un’opera del genere merita la stima di tutti i cittadini e, quindi, dei loro rappresentanti in consiglio comunale». Soddisfatto anche il coordinatore provinciale del Pdl, Marco Ghirardini: «L’aggiudicazione definitiva dell’appalto era uno degli impegni che ci eravamo presi. E lo abbiamo fatto appena è stato possibile. Questo è un segnale che siamo gente seria e affidabile. La bacchetta magica, del resto non ce l’ha nemmeno Benedini come ha dimostrato nei suoi due anni da assessore ai lavori pubblici». Resta ora da convincere il leader dei civici a rientrare in giunta: «I margini per una ricomposizione esistono - afferma Ghirardini -ma quello che conta è la volontà di Benedini. È lui che deve chiamarsi fuori o dentro». E avverte: «Se non chiudiamo una crisi che non ha motivazioni di fondo rischiamo di trovarci spiazzati su problemi urgenti della città come la perdita del ruolo di capoluogo di Provincia». Per questo il Pdl, nonostante la Lega abbia detto chiaro l’altra sera, durante la sua assemblea, di non volere una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni del 2010, continua a coltivare l’idea di trovare nuovi voti in consiglio comunale. E non rinuncia agli 8 assessori. Ancora poco. Benedini non molla. «La determina - spiega - deve ancora essere valutata dalle imprese interessate. Io spero che vada tutto bene, ma da qui a dire che i lavori partiranno presto ce ne corre. Comunque - aggiunge - l’aggiudicazione non basta per farci rientrare. È solo un passettino in avanti». Come non basta neppure l’approvazione, entro i tempi fissati dai civici, dei progetti per la ristrutturazione delle scuole e del canile-gattile e di altre opere messe nella lista: «È una dimostrazione di buona volontà. Adesso bisogna passare all’aggiudicazione delle opere. E poi abbiamo chiesto anche una giunta snella e indicazioni programmatiche precise sulle cose da fare». Quanto all’idea del Pdl di cercare sostegno in aula, Benedini è categorico: «Che lo cerchino pure. Noi con la Lega siamo sempre andati d’accordo mentre il Pdl ha disatteso gli accordi stretti». Lascia, però, aperto uno spiraglio: «Spero che la situazione si risolva, non sono ostile in maniera preconcetta; però - conclude - non ho ancora capito se il sindaco lascerà o meno la delega alla cultura e mi sembra che dopo le dimissioni di Toto Bergamo Rossi dal Centro Te vi siano altri problemi da risolvere».Sandro Mortari, 26 settembre 2012

L’ultima spiaggia di Rose: ricucire con i benedinianiIl segretario cittadino del Pdl, nonchè assessore, Espedito Rose, è pragmatico: «Dopo il consiglio comunale dell’altra sera, la proposta del sindaco di cercare i voti anche dell’opposizione su un programma preciso per una giunta a termine, non esiste più». Ergo, per andare avanti bisogna trovare un’altra soluzione. «La quale - aggiunge - non può essere che quella di tenere aperto il tavolo con Benedini per provare a ricucire lo strappo». «Perché - fa eco il capogruppo Carlo Acerbi - o si recupera la maggioranza a tre Pdl, Lega e benediniani uscita dalle urne nel 2010 oppure dovremo prendere atto che abbiamo finito l’acqua per attraversare il deserto». E bisognerà andare tutti a casa. Un ’impresa titanica recuperare i benediniani, che ieri ha avuto una complicazione imprevista: la Lega che vuol votare la mozione di sfiducia a Sodano presentata dal centrosinistra, in aula lunedì 8 ottobre (il termine ultimo è il 12). Senza dimenticare che anche ieri Giampaolo Benedini ha sentenziato: «Siamo ormai ad un punto di non ritorno». Trattare, dunque, con l’ex assessore, leader dei civici, si prospetta arduo. Se non altro perché le sue richieste avanzate finora sono state dichiarate irricevibili dal Pdl. Il cui coordinatore provinciale Ghirardini, l’altra sera in aula, è stato chiaro nell’appoggiare la linea del sindaco che non vuole più essere ostaggio dei benediniani. «Le diplomazie sono al lavoro» fa sapere un ermetico Rose, che non rivela su che basi si pensi di trattare, in attesa di conoscere il parere del gruppo che tornerà a riunirsi domani.Le richieste. Benedini ha proposto una giunta a sei, due assessori a testa per Pdl, Lega e civici (tutti tecnici), rifiutata dal sindaco; il Pdl non si muove dal 4-2-2. Benedini potrebbe accettare ma senza i pidiellini Cavarocchi e Irpo che, invece, il partito difende. La situazione, insomma, è parecchio complicata. Ci sarebbe il programma su cui lavorare: «Le nostre richieste - fa presente Benedini - sono note e si trovano nel famoso elenco». La cittadella. Nella trattativa potrebbe entrare la cittadella dei servizi, ma Benedini smentisce: «Quell’opera non è il motivo della crisi, tant’è che nel nostro elenco non figura: a nessuno dovrebbe far piacere perderla, ma strumentalizzarla per colpire noi è molto grave». La mozione di sfiducia, però, se la Lega resta con Sodano, potrebbe non avere i 21 voti necessari proprio a causa dei benediniani: Luigia Bettoni è in Nepal e non tornerà prima del 15 ottobre, fuori tempo massimo per votare. I numeri. «Prima di partire - rivela il capogruppo Davide Bergamaschi - la Bettoni ha approvato la nostra strategia. Per cui a noi non interessa se la mozione di sfiducia passerà o meno. Noi, di certo, siamo fuori dalla maggioranza. Deve essere Sodano a capire che così non val la pena di andare avanti. Se poi riuscirà ad andare avanti, bene; se farà cose intelligenti per la città siamo pronti a sostenerlo. La nostra lista delle priorità la conosce». Il risentimento per le parole di Sodano usate in aula nei confronti dei civici è rimasto. «Ci hanno imputato tutti gli errori compiuti

120Capitolo 3 - 2012

dall’amministrazione. Incredibile». Quanto alla cittadella dei servizi, «la trasparenza qui è massima. Le cifre citate non sono definitive e, comunque, riguardano la manutenzione ordinaria e straordinaria, e la gestione per 25 anni di 29mila metri quadrati». Il sassolino. Sulla cittadella si toglie un sassolino dalla scarpa anche Benedini: «Mi sembra che Carlo Romano - non abbia ben presente la prassi: se uno vuole aver informazioni non deve andare dall’assessore e chiedergli di passare le carte sottobanco. Deve fare una richiesta di accesso atti che Romano, come Zaniboni, non ha mai fatto. E’ inquietante che abbiano avuto tutta la documentazione in maniera non chiara». Il bilancio. Un’altra grana per la giunta Sodano. Gli equilibri di bilancio, da approvare in consiglio entro il 30 settembre, sono slittati. «Domani - annuncia il presidente Longfils - lo comunicheremo al prefetto». Se non arriva la proroga del Governo sino a fine novembre, il prefetto concederà venti giorni di tempo per approvarli ed evitare lo scioglimento. In aula servirà la maggioranza dei presenti, ma con l’aria che tira in via Roma, per il centrodestra non sarà facile averla. Sandro Mortari, 30 settembre 2012

Cresce il malumore anche nel Pdl Ora Sodano rischia di restare solo Oltre a rischiare di non avere pezzi dell’ex maggioranza a fianco quando il consiglio comunale metterà ai voti la mozione di sfiducia, Nicola Sodano potrebbe ritrovarsi in una posizione isolata all’interno del suo partito, il Pdl. Non che via siano pericoli di fuoco amico nel momento del voto, naturalmente. Le difficoltà di rapporto con interi settori del suo partito, di cui si avvertono già i sintomi, sono di natura prettamente politica. Che potrebbero avere risvolti pesanti qualora Nicola Sodano, in caso di caduta dell’amministrazione, volesse intraprendere nuove iniziative elettorali (le politiche) o semplicemente nell’ambito della gerarchia di partito. Non è piaciuto ai rappresentanti del Pdl in via Roma l’aver scoperto soltanto durante la seduta di venerdì scorso (tranne, a quanto riferiscono fonti pidielline, il coordinatore provinciale Marco Ghirardini e il presidente del consiglio Giuliano Longfils) che l’intervento del sindaco era tutt’altro che di apertura nei confronti dei civici e dei vertici della Lega Nord. Oltre all’irritazione dei componenti della delegazione che aveva faticato settimane per ricucire lo strappo, vale a dire il capogruppo Carlo Acerbi e l’assessore e segretario cittadino, Espedito Rose, anche altri esponenti pidiellini sono stati spiazzati da quella presa di posizione. Si scopre che nel primo pomeriggio di quel venerdì, al cellulare di Giampaolo Benedini è arrivata la chiamata di Alessandro Beduschi, sindaco pidiellino di Virgilio e nipote dell’architetto. Gli dice che il sindaco aveva assicurato che il suo intervento in aula sarebbe stato di riconciliazione, che lo aveva sentito lui stesso pochi minuti prima. Dicono che Beduschi, una volta appreso che il discorso aveva un taglio ben diverso, si sia molto arrabbiato e abbia richiamato imbarazzato l’architetto per scusarsi. Anche i silenzi ostentati in questi giorni critici da due big del partito, Carlo Maccari ed Enzo Lucchini, testimoniano una certa indifferenza per quanto sta accadendo in via Roma. Il che è singolare, se si considera che in ballo c’è il destino della primo sindaco di centrodestra in città del dopoguerra. Se a questo si aggiunge la risaputa ostilità per Sodano di Gilberto Sogliani, l’impressione di una solitudine politica del sindaco si rafforza.Nicola Corradini, 04 ottobre 2012

4 ottobreArriva il risultato dell’advisor sulla cittadella dei servizi, ma mancano le riflessioni degli uffici comunali.Arriveranno soltanto mesi dopo ma sarà troppo tardi.

Ecco i conti degli advisor «Meno spese e più qualita» Il maggiore sponsor della cittadella dei servizi è l’ex assessore civico Giampaolo Benedini. È stato lui ad avere l’idea di raggruppare in un’unica sede a Fiera Catena uffici giudiziari, comunali e regionali. Si è scontrato, però, con lo scetticismo delle opposizioni di centosinistra e, soprattutto, con quello di una larga fetta dei partiti di maggioranza. Chi non vuole la cittadella, giudicandola un’opera faraonica e inutile (197 milioni il costo, con una rata che per il Comune ammonterebbe a 1 milione 13mila euro all’anno per 20 anni oltre a 23 milioni sottoforma di immobili da cedere ai privati) punta il dito contro il costo dell’area dell’ex ceramica dove dovrebbe sorgere il nuovo palagiustizia. L’area è stata stimata 20 milioni 800mila euro (più Iva) secondo il valore di trasformazione, mentre il Comune nel 2003 la valutò a prezzo d’esproprio 5 milioni 729mila euro. di Sandro Mortari La cittadella consentirà «un risparmio economicamente significativo» e fornirà «un livello qualitativo notevolmente superiore» di servizi amministrativi e giudiziari rispetto alla situazione attuale. È la conclusione della relazione con cui la Chartered Accountant’s audit srl di Milano ha asseverato il piano economico e finanziario che l’Italiana costruzioni ha presentato per i nuovi uffici del Comune e della Regione e per il nuovo tribunale che dovrebbero sorgere a Fiera Catena. Analisi. L’advisor ha analizzato i costi dell’intero progetto che prevede 42.639 metri quadrati di area da gestire, da suddividere tra Comune (coperti 6.500), Regione (5.030) e palagiustizia (12.290) e ha messo a confronto i costi di gestione attuali con quelli del futuro complesso edilizio. Va osservato che i tecnici hanno esaminato dei dati non omogenei (servizi differenti per edifici differenti) e hanno premesso che la loro valutazione non si sostituisce a quella che dovrà fare il Comune per decretare l’interesse pubblico dell’opera. E infatti, l’assessorato lavori pubblici è impegnato da tempo nella raccolta dei dati relativi agli attuali costi delle sette sedi che ospitano gli uffici comunali. Costi. La società di revisione mette in evidenza che per la nuova cittadella i tre soggetti all’anno pagheranno 1.847.670,50 euro per i seguenti cinque servizi: gestione e manutenzione degli impianti e dei componenti edili, coordinamento di tutta questa attività con gestione

121Capitolo 3 - 2012

e fornitura del sistema informativo, igiene ambientale e gestione del verde, vigilanza e altri optional di supporto all’attività. Quella cifra dovrà essere divisa secondo la percentuale di partecipazione dei partner all’operazione: 35% il Comune, 20% la Regione, 45% il ministero di Giustizia. I costi sono stati raffrontati con quelli sostenuti dal Comune nel 2009 e 2010, rapportati al valore per metro quadrato. Manutenzioni. Il primo servizio preso in considerazione è quello della gestione e manutenzione di impianti e componenti edili delle sette sedi comunali, per un totale di 8.220 metri quadrati. Nel biennio 2009-2010, il Comune ha speso mediamente 253.826,50 euro all’anno, a cui vanno aggiunti 26.423,90 per la conduzione e la manutenzione degli impianti termici in base al contratto con la Siram, più una rivalutazione del 5%. Risparmio. Pertanto, oggi l’amministrazione di via Roma paga 35,78 euro al metro quadro che, moltiplicati per gli 8.220 metri, fanno 294.111,60 euro. Con la cittadella da 42.639 metri quadrati il costo al metro scenderebbe a 17,69 euro, con un risparmio, quindi, di 148.699 euro all’anno se il Comune occupasse la stessa superficie di oggi (in realtà, il nuovo progetto prevede uffici per 6.500 metri). Per quanto riguarda i servizi di coordinamento di tutta l’attività di facility manager (manutenzione e gestione edifici e impianti), il costo è a carico dell’impresa che costruirà la cittadella in «leasing in costruendo», a parte gli eventuali aggiornamenti che si rendessero necessari nel tempo. Non esiste, invece, un dato riferito al Comune per parametrare il costo del servizio di igiene ambientale e di gestione del verde sostenuto negli ultimi due anni, con quello previsto con il nuovo complesso edilizio. Pulizie. L’advisor si limita a riportare il costo del servizio previsto da Italiana costruzioni che sarà di 964.246,50 euro all’anno, corrispondente a 22,61 euro al metro quadro. L’unico termine di paragone riguarda il costo per il servizio di pulizia degli edifici che attualmente ospitano alcuni uffici giudiziari (procura e Tribunale di via Poma, sede di via Chiassi, per un totale di 9.174 metri quadrati). Costo che oggi ammonta a 266.656,98 euro all’anno (29,06 euro al metro). A parità di metri occupati, con la cittadella, solo di pulizia, si risparmierebbero 59.232 euro all’anno. Infine, c’è il servizio di vigilanza. Vigilanza. Italiana costruzioni ha proposto di mantenere inalterato sia il livello del servizio che il suo costo, con un risparmio di un 5-6%. Non vengono forniti, però, i dati numerici. Che si possono ricavare da un’altra tabella. Il servizio di viglianza, ogni anno, per la cittadella viene calcolato in 129mila euro, dal che si deduce che è inferiore a quello attuale. «E qui si potrebbe risparmiare ancora di più - osservano i sostenitori dell’operazione - perché la vigilanza e guardianìa potrebbe essere affidata al personale che già è in servizio in Comune».04 ottobre 2012

5 ottobreAncora sulla crisi.

Segnale da Benedini «Credo nei miracoli» «Mi sembra che la situazione sia persino peggiorata rispetto ai giorni passati. Ma ai miracoli ci credo». L’ex assessore civico Giampaolo Benedini è in una strana posizione. Da un lato non ha digerito i contrasti con il sindaco e altri esponenti pidiellini. Dall’altro, nonostante l’attacco a sorpresa sferrato dal sindaco all’ultimo consiglio comunale, continua a lasciare una porta socchiusa all’eventuale accordo. «Tra i mali questo sarebbe il meno dannoso – dice – ma le nostre condizioni non cambiano». Il civico spiega di non aver ricevuto inviti a vertici di (ex) alleanza con il sindaco. Eppure il segretario leghista, Marco Prandini, aveva invitato Sodano a organizzare un ultimo incontro collettivo per giocarsi tutto. O la va o la spacca. «Boh, io di inviti non ne ho ricevuti» ribadisce Benedini . E mentre la segretaria comunale della Lega, Elisa Grazioli, torna a ripetere (lo ha fatto in altre sedi) che «alla Lega l’assessorato ai lavori pubblici non interessa», il sindaco si fa sentire con una nota affidata al suo ufficio di gabinetto. «Il sindaco auspica che la conferenza dei capigruppo determini al più presto la data dello svolgimento del consiglio per discutere la mozione di sfiducia – si legge – nel frattempo prosegue nel suo impegno per ricomporre l’alleanza fra le liste Pdl, Lega e movimento Benedini, espressione della maggioranza uscita dalle urne, confidando in una soluzione positiva nel più breve tempo possibile, indipendentemente dalla data di convocazione del consiglio». Parla anche il capogruppo del Pd, Giovanni Buvoli, che critica il cambio di campo di Ciliegi. «Un’astensione su una mozione di sfiducia non ha significato politico – dice – significa solo non avere un’idea di città. Noi, invece, questa idea l’abbiamo e intendiamo proporci come forza di governo. Le minoranze voteranno la sfiducia contando sul buon senso di pezzi dell’ex maggioranza che certo si sono resi conto che questa è la scelta migliore per il bene della città».05 ottobre 2012

Vincitori e vinti 74 giorni dopo Lega ancora divisa, resa del Pdl Come escono dalla terza crisi di maggioranza le forze che sostengono Nicola Sodano? Chi ha vinto il braccio di ferro durato 74 giorni? Al di là delle considerazioni di merito sulle cause del dissenso - materia opinabile - un dato concreto sancisce che il movimento di Giampaolo Benedini ha centrato gli obiettivi: con il dimagrimento da dieci a sette assessori e con il passaggio del Pdl da cinque a tre poltrone, l’assetto e gli equilibri di giunta sono rivoluzionati nella direzione desiderata dagli arancioni. Anche l’ormai scontata defenestrazione di Anna Maria De Togni era una richiesta, mentre l’uscita di Benedini era un desiderio - politico e personale - dello stesso architetto. Gli arancioni hanno pure potuto scegliere le deleghe preferite, portando a casa la cultura e rifiutando i lavori pubblici. In sostanza, tra strappi e ricuciture, Benedini ha portato a casa tutto quello che voleva tranne il taglio del terzo assessore pidiellino. Ma il 2-2-2 forse sarebbe stato troppo. Naturalmente progetti e programmi sono un’altra cosa: Benedini va ko sulla cittadella

122Capitolo 3 - 2012

dei servizi, destinata a uscire dall’agenda, e i piani per i prossimi due anni su cui si sarebbe trovata l’intesa restano un’entità nebulosa, un tema secondario. Più complesso il quadro nella Lega. Il Carroccio era arrivato all’apertura della crisi spaccato in due: i vertici provinciali, gli assessori e la metà dei consiglieri per la rottura, l’altro mezzo gruppo di via Roma lealista. Fava e i suoi non sono riusciti ad affossare Sodano: su questo sono sconfitti. Ma la linea che il deputato aveva dettato dopo aver preso atto di non controllare tutto il gruppo ha funzionato: Sodano deve rinunciare alla gestione della cassa (il bilancio andrà al padano Tommasini) e all’amata cultura e la giunta è stata azzerata. Sul fronte-poltrone, la Lega perde un pezzo (Chizzini) ma ha la promessa di recuperarlo in altra sede (presidenza Aspef ). E il Carroccio di governo capitanato da Celestino Dall’Oglio? Il capogruppo ha lavorato per settimane al salvataggio di Sodano, dunque oggi festeggia. Anche se, in fin dei conti, a decidere le sorti dell’amministrazione è stato il rientro di Benedini. Eppure nemmeno Dall’Oglio, come l’altra fetta della Lega, può dire di aver concretizzato il suo disegno: un posto da assessore per lui non ci sarà perché sono di diverso avviso sia il partito che gli alleati (ieri il Pdl ha chiesto ai vertici leghisti di far entrare in giunta il segretario cittadino o quello provinciale per vincolare il Carroccio). Il Pdl esce a pezzi dalla verifica: da cinque a tre assessori, obbligo di farsi carico delle deleghe sgradite agli alleati senza scegliere nulla, rinuncia forzata a cultura e bilancio. Il partito e lo stesso Sodano hanno ceduto a tutti gli ultimatum degli alleati. Eppure il sindaco giovedì sera dopo il consiglio comunale gongolava: non si va a casa e tanto basta.Gabriele De Stefani, 13 ottobre 2012

13 ottobreLa coalizione sembra ricominciare il cammino verso un cambiamento. Da parte nostra c’è il mantenimento dell’assessorato all’ambiente e quello della cultura. Cerchiamo assessori esterni alla città, suscitando molte critiche.

Delega alla cultura In arrivo l’esperta di marketing sociale Ecco l’assessore che viene da lontano. E non perché risieda a Reggio Emilia, ma per le sue tante esperienze lavorative che l’hanno portata prima negli Stati Uniti e poi in Svizzera. Daniela Bondavalli, 43 anni, laureata in giurisprudenza - e con master alla Bocconi -, titolare di uno studio di marketing territoriale e culturale, è l’ultima «scoperta» di Giampaolo Benedini, il leader del movimento civico che l’ha individuata come nuovo assessore alla cultura in quello spicchio di società civile pronta a mettersi al servizio delle istituzioni e della gente. A tutt’oggi manca ancora l’ufficialità e, soprattutto, l’ok dell’interessata, ma un incontro a breve tra lei e Benedini dovrebbe servire a sciogliere le ultime riserve. Intanto, la disponibilità della Bondavalli (sposata, due ragazzini) per questo incarico per lei inusuale c’è e, per adesso, tanto basta. È lei il nuovo assessore alla cultura di Mantova? «È un’ipotesi che mi è stata prospettata e che sto valutando concretamente. A brevissimo avrò un incontro con l’architetto Benedini. La passione per Mantova risale ai tempi dell’infanzia; lì ho tanti carissimi amici e anche per loro ci terrei molto a fare l’assessore alla cultura in una città che ha un grande patrimonio storico-artistico da valorizzare». Di che cosa si occupa? «Mi occupo di marketing culturale, etico e sociale - racconta al telefono - sia per multinazionali che per enti pubblici e privati. Ho lavorato in diverse parti del mondo come Portland, nell’Oregon, dove ho collaborato con varie entità locali, tra cui l’associazione italo-americana per il progetto di gemellaggio con Bologna e con il museo locale per una serie di eventi; a Losanna ho lavorato con il consolato d’Italia per la diffusione e lo sviluppo della cultura italiana in Svizzera e ricordo con piacere la cena-concerto di beneficenza che ho organizzato per raccogliere fondi a favore di un bimbo italiano operato in un ospedale di Losanna. È stato un successo. Ho collaborato anche con artisti del territorio di Mantova e di Reggio Emilia. Per esempio, ho curato marchio e galleria di Riccardo Varini che di recente ha esposto a Mantova e altre mostre a Palazzo Principi di Correggio. Io tengo molto al territorio e dove mi trovo lo valorizzo, non sono un tornado». Da uno a dieci, quante possibilità ha di essere assessore? «La volontà di affrontare questa esperienza c’è». Da dove nasce la proposta di Benedini? «Ci siamo incontrati in diverse occasioni, come mostre e altre iniziative culturali a cui ho partecipato a Mantova come spettatrice ma anche come collaboratrice di altre figure professionali. Abbiamo approfondito alcuni temi e parlato dei risultati ottenuti nel mio lavoro. Nell’ultimo periodo, poi, mi è stata chiesta la disponibilità all’incarico. Che esiste, così come volontà e condivisione: le basi per portare avanti qualsiasi progetto». Questa a Mantova sarebbe la sua prima esperienza politica? «Sì, non ho mai avuto incarichi politici, finora mi sono occupata solo di fare accadere le cose». Ha già un’idea forte su cui lavorare? «È un pò troppo presto per parlarne. Prima vorrei ascoltare. Il mio metodo di lavoro, infatti, è ascoltare, elaborare, confrontare e poi condividere. Ricordo, però, che nei miei progetti c’è una grande attenzione ai bambini e ai ragazzi: non è vero che si annoiano a scoprire le belle cose, dipende da come si fa a fargliele scoprire». Farebbe la pendolare? «Sì, la distanza tra Mantova e Reggio è poca. E poi, il concetto di territorio va considerato, dal punto di vista turistico, in maniera integrata. Bisogna rompere le barriere di tante piccole città vicine».Sandro Mortari, 13 ottobre 2012

L’esperta del ministero per la grana-ambiente Un’altra donna, un’altra emiliana. Dopo la reggiana Daniela Bondavalli, arriva da Parma il secondo assessore indicato al sindaco dalla civica di Giampaolo Benedini: per la delicata delega all’ambiente gli arancioni propongono al resto della maggioranza Mariella Maffini, 56 anni, quindici dei quali spesi nel settore fino a lavorare ai massimi livelli su scala nazionale. Il curriculum dell’assessore in pectore è lungo sedici pagine, tra consulenze al ministero

123Capitolo 3 - 2012

dell’Ambiente, alla presidenza del consiglio e a numerosi enti locali, collaborazione quadriennale con l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale e pubblicazioni di saggi e volumi. Ne emerge il profilo di una professionista che forse non conosce da vicino la realtà della chimica - quella che più interessa - ma che di certo sa muoversi nella macchina amministrativa avendo operato a tutti i livelli, da quello comunale fino al ministero e alla presidenza del consiglio: è quello che Benedini cercava, dopo aver rimproverato ad Anna Maria De Togni la scarsa incisività con gli altri enti e con le aziende del petrolchimico. Entusiasta. «Non so ancora se questa opportunità si concretizzerà – commenta al telefono – l’architetto Benedini mi conosce attraverso amici comuni e solo pochi giorni fa mi ha proposto di venire a Mantova per fare l’assessore all’ambiente. Conosco la città, è bellissima e sarei onorata di poterci lavorare. Il petrolchimico? Avendo collaborato con il ministero e con l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale la situazione mi è nota. Certo è che se la dichiarazione del sito di interesse nazionale risale al 2003 e siamo ancora fermi bisogna aggredire il problema. Vedremo al più presto come farlo, ora aspetto di capire se l’incarico mi sarà affidato». L’esperienza al ministero. L’ultima collaborazione con l’Ambiente risale agli ultimi due anni per il progetto Sistri per la tracciabilità dei rifiuti. In precedenza la Maffini aveva scritto i rapporti nazionali per i rifiuti del 2000 e del 2005, lavorato allo stesso Osservatorio nel 2003 e contribuito a redigere la relazione sullo stato dell’ambiente in Italia nel 2001. L’emergenza campana. «Se sarà un problema fare la pendolare da Mantova? Per anni ho fatto la spola tra Parma e Napoli...». La Maffini sorride sui sessanta chilometri che dovrà coprire perché alle spalle ha l’impegnativa esperienza nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania con i commissari Bertolaso, De Gennaro e Pansa, nel corso della quale ha avuto incarichi di vario genere: responsabile del coordinamento della raccolta differenziata, organizzatrice della formazione degli amministratori di 551 Comuni campani, stesura della relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del piano per la Campania, lancio della differenziata a Marano e Mugnano, progetti “Fondali e litorali puliti” e “Parchi puliti”. In questo periodo - più precisamente nel settembre 2007 - ha curato anche la redazione del piano rifiuti della Regione, poi adottato dal commissario Alessandro Pansa. «Sono rimasta lontana da Parma per sei anni – ricorda – e per questo negli ultimi mesi mi ero presa un po’ di vacanza e mi ero dedicata al mio nipotino in arrivo. Stavo iniziando a valutare qualche proposta finché è spuntato Benedini con la sua civica: li ringrazio e sono a disposizione della città se ci sarà bisogno di me». Il sisma abruzzese. La lunga operazione campana aveva avuto una significativa parentesi in Abruzzo, subito dopo il terremoto che il 6 aprile di tre anni fa devastò la regione. Su richiesta del sottosegretario, la Maffini venne mandata sul posto per tutelare la salvaguardia ambientale, organizzare la differenziata e lo smaltimento dei reflui nelle 192 tendopoli e lavorare alla gestione degli inerti, cioè dei materiali derivanti dal crollo degli edifici. Consulenze per l’Italia. L’elenco degli altri incarichi ricevuti da enti e amministrazioni in giro per l’Italia è lunghissimo: a Parma dirigente comunale, curatrice di progetti per la sicurezza alimentare e per il porta a porta, responsabile del progetto di gestione integrata dei rifiuti, collaborazione all’individuazione del sito per il polo ambientale integrato che ospita anche il termovalorizzatore, ideatrice dell’agenzia per l’energia; in Umbria per la gestione dei rifiuti e la relazione sullo stato dell’ambiente; in Veneto con l’Arpa, ancora per i rifiuti; in Parlamento per una consulenza alle commissioni ambiente di Camera e Senato. Il passaggio a Mantova. Se la Maffini dovesse diventare assessore, non sarà alla prima esperienza di lavoro a Mantova: nel 2003 aveva collaborato con la prima giunta Fontanili per la stesura del piano rifiuti come consulente esternaGabriele De Stefani, 14 ottobre 2012

18 novembre 2012Da tempo avevo contatti con i referenti di Caprotti per individuare una soluzione della viabilità di Porta Cerese, che sarebbe stata realizzata come opera compensativa dell’inserimento del supermercato Esselunga al posto del Palazzetto dello sport. Personalmente non mi sono mai interessato dell’aspetto urbanistico legato a tale realizzazione, perché di competenza dell’assessore Marco Cavarocchi. Comunque l’Amministrazione tutta era favorevole. Tuttavia - forse per competenze lacunose sulla materia da parte dell’assessore - viene presentato nel PGT (che era in fase conclusiva di definizione) un indice edificatorio (sull’area dove dovrebbe nascere Esselunga) riduttivo rispetto al precedente piano regolatore. Indice che non ne consentirebbe la realizzazione. Questo fatto costringe la maggioranza stessa, nella persona del consigliere Carlo Acerbi, a sottoporre alla valutazione consigliare un emendamento per porre rimedio all’errore. Nell’articolo, a firma di Sandro Mortari, viene descritta la viabilità, a mio parere molto interessante, non solo perché risolve il problema funzionale del traffico (distribuendolo su più direttrici) ma, al contrario di quanto sosterranno i detrattori dell’intervento, perché migliora l’aspetto visivo e riqualifica l’intorno di Palazzo Te. L’emendamento apre una discussione dai toni molto accesi che divide la maggioranza e, grazie all’intervento del mitico Longfils, insinua miei interessi personali nel progetto Esselunga. Interessi mai dimostrati. Risulta ormai evidente che lo sport preferito di Sodano e Longfils è quello di screditare sul piano morale quelli che vengono considerati avversari, non avendo la capacità di screditarli sul piano delle competenze e della qualità dell’operato. Sulla questione Esselunga posso dire che, pur non sapendo cosa potrà accadere in futuro, si è persa l’occasione per avviare un importante processo di riqualificazione dell’ingresso sud della città. Un’occasione per risolvere in modo razionale un problema complesso e costoso. Aver trovato la possibilità di farlo attraverso il sostegno di privati, e non cogliere tale opportunità, è contro l’interesse della comunità mantovana, ma anche di coloro che tutti i giorni perdono tempo per entrare in Mantova. È triste da ammettere ma questo è uno dei risultati dell’incompetenza di questa Amministrazione.

124Capitolo 3 - 2012

ESSELUNGACon il supermercato pronti due sottopassi Caprotti, nemico giurato della Coop, è pronto a sbarcare a Mantova con un supermercato Esselunga nell’ex palasport di Porta Cerese. E per ingraziarsi i mantovani ha accettato di costruire, a proprie spese, non uno ma due sottopassi ferroviari: quelli che dovrebbero risolvere l’atavico problema dell’accesso alla città da sud, ora ostacolato dai binari della Mantova-Monselice. La chiave di volta, però, è l’approvazione del Pgt (mercoledì in consiglio comunale) dove è contenuto l’emendamento, già passato, che consentirà l’intervento edilizio. Senza Pgt mdificato, cade tutto. A sostenerlo è il leader della lista civica, Giampaolo Benedini. Che contesta dati e interpretazioni forniti dal capogruppo della Lega Dall’Oglio circa l’operazione Esselunga: «Innanzittutto - dice l’ex assessore - i due sottopassi non saranno a scomputo oneri ma opere compensative. Basta stringere un accordo chiaro con l’impresa e vigilare sul rispetto dei tempi». I sottopassi saranno in via Brennero, a metà tra Porta Cerese e via Diga Masetti, e in via Visi, all’altezza del magazzino Tea. Sottopassi. Le due nuove direttrici di ingresso e uscita dalla città di via Brennero e di via Parma si allontaneranno a bilancere da quella storica di Porta Cerese. Il nuovo assetto viario permetterà opere di mitigazione ambientale sui quartieri prospicienti via Brennero e porta Cerese e di riqualificare viale Te. La chiusura dell’attuale tratto terminale di via Brennero avverrà con la realizzazione di un sottopasso alla ferrovia e di una rotatoria di 36 metri di diametro tra via Parma e via Visi. La deviazione dell’asse della carreggiata permetterà di allontanare il traffico dalle abitazioni che affacciano su via Brennero e di eliminare i semafori tra via Brennero e Porta Cerese. Questo sottopasso sarà lungo 54 metri, le rampe di discesa e risalita avranno uno sviluppo di 120 metri con una pendenza media del 5%. L’accesso a est verso viale Isonzo avverrà con la modifica del primo tratto di via Visi (carreggiata a doppio senso di 8 metri e percorsi ciclo-pedonali separati) e un secondo sottopasso ferroviario. Viabilità. Quello di via Visi sarà lungo 17 metri; le rampe d’accesso avranno una pendenza del 6% e uno sviluppo di 60 metri. In Te Brunetti, attorno a via Visi, verrà creata una zona a traffico limitato per impedire l’utilizzo della strada come by pass tra via Trincerone e viaaParma. Il collegamento del sottopasso con viale Isonzo e il centro della città sarà assicurato da un nuovo tratto di strada. L’intersezione tra il nuovo tratto con la direttrice di viale Isonzo e il centro avverrà con due rotatorie all’altezza di via Adige e di via Allende, e da un tratto a doppio senso di circolazione su viale Isonzo, tra via Adige e piazzale di Porta Cerese. Verrà eliminato il passaggio a livello di Porta Cerese che consentirà di riqualificare viale Te con un rondò e una piazza pedonale che partirà dall’intersezione con piazzale di Porta Cerese, davanti al futuro supermercato. Tutt’intorno ci saranno filari di alberi e verde. Viale Te diventerà l’asse di accesso all’Esedra. Con un’ampia zona a verde dove oggi ci sono i campi di calcio. Il traffico in entrata e in uscita girerà attorno allo stadio e al supermercato e «avrà sempre la visuale libera su Palazzo Te» dice Benedini. Via Visi catalizzerà però tutto il traffico. Ex palasport. Benedini fa chiarezza sull’intervento edilizio previsto nell’ex palasport: «Le affermazioni di Dall’Oglio sono totalmente errate, come errato è il disegno che ha fornito». E spiega: «Tutti i parametri del progetto sono inferiori a quelli ammissibili col precedente piano regolatore; il progetto prevede una volumetria di 34mila metri cubi e non di 50mila come dice Dall’Oglio; il parcheggio interrato su due piani con 500 posti auto è pertinenziale e non andrà conteggiato per lo scomputo oneri». Piano di governo. Benedini lancia un importante messaggio politico. «Questo Pgt - afferma - così come è stato redatto dai tecnici, non incentiva il recupero del centro storico, anzi, penalizza gli interventi aumentando i costi rispetto al precedente Prg». Quindi, «se non passeranno gli emendamenti in discussione nel prossimo consiglio comunale non verrà raggiunto l’obiettivo politico del Pgt di ridare vita alla città attraverso il recupero di edifici ancora da ristrutturare o restaurare, la riqualificazione di aree o edifici degradati, la riduzione del consumo di territorio agricolo». Un chiaro invito alla maggioranza a dare l’ok agli emendamenti che prevedono la costruzione di palazzi a 4 piani anzichè a 3 a Catena, nell’area destinata alla cittadella dei servizi, e il supermercato alla Lubiam, pena l’affossamento del Pgt. «Solo così, coinvolgendo i privati, si avranno le risorse, che il Comune non avrà per anni, per non fa morire la città». E chiude: «Non dimentichiamo che tutti gli interventi saranno soggetti al parere della Sovrintendenza, per cui la tutela dei monumenti è massima».Sandro Mortari, 18 novembre 2012

RINASCITA MA COL PIEDE SBAGLIATO Toni duri fra alleati, giudizi pesanti al limite delle carte bollate. Di certo sbaglia il sindaco Nicola Sodano quando, per gettare acqua sul fuoco, sottolinea che gli emendamenti contestati non provengono dalla maggioranza ma da singoli consiglieri. Sbaglia perché così facendo avalla le teorie di chi vede dietro certe posizioni interessi privati, e sbaglia una seconda volta perché conferma che a quasi tre anni dall’inizio della legislatura non esiste una linea di governo condivisa su quello che deve essere il futuro sviluppo della città. Su un tema fondamentale come il nuovo Piano di governo del territorio si è andati avanti invece nel caos più totale, tra blitz furbetti e minacce di far saltare il banco. Al punto, paradossale, che metà maggioranza si dice convinta che questo piano salverà la città dal degrado e dall’immobilismo, mentre l’altra metà lo dipinge come un nuovo sacco di Mantova, svenduta e piegata agli interessi degli speculatori edilizi e dei loro emissari in consiglio. Secondo il sindaco si tratta di una normale discussione all’interno di un gruppo vivace e multiforme. Secondo noi, invece, è un problema politico destinato a riproporsi ogni volta che via Roma si troverà ad affrontare temi chiave per la città. La stagnazione di Mantova è un male che non si può negare, e l’ex assessore Giampaolo Benedini ha gioco facile nel ricordarlo. Resta da capire se la medicina giusta è l’approvazione in extremis di un Pgt poco discusso e ancora meno condiviso, osteggiato in aggiunta dagli abitanti di Valletta Valsecchi e Fiera Catena. Oggi la Gazzetta pubblica il piano della nuova viabilità a Porta Cerese secondo il

125Capitolo 3 - 2012

progetto Esselunga, con quattro nuovi rondò, due sottopassi e lo stadio Martelli che funge da circonvallazione. Balza all’occhio il profondo impatto che l’opera avrebbe sulla vita del quartiere e sul traffico in uno snodo importantissimo per chi entra o esce dalla città, per non parlare di Palazzo Te e del complesso rapporto di vicinanza che si instaurerebbe con il nuovo centro commerciale. Nessun giudizio, lasciamo il lettore libero di farsi la propria opinione in proposito. Ma un paio di domande ce le poniamo. È giusto che la politica dia il disco verde a questo piano, come pure a quello per Fiera Catena, senza un vero coinvolgimento dei residenti? È corretto che a farsi promotori di tali progetti in consiglio comunale siano persone che, a detta di compagni di partito, sono in possibile conflitto di interessi? È opportuna la decisione di abbreviare al massimo i tempi della discussione in aula in sfregio ai più elementari principi di democrazia e trasparenza? Noi pensiamo di no, ed è per questo che temiamo che la tanto sbandierata rinascita della città stia partendo col piede sbagliato.Andrea Filippi

Altolà del sovrintendente «Devo difendere il Te» Le perplessità di Alberti in attesa di decidere sul progetto per Porta Cerese «Immaginare market e auto non mi fa star bene. Il dialogo sarà molto difficile» Oscilla tra la prudenza imposta dal ruolo di dirigente del ministero dei Beni culturali e stoccate assestate senza troppi giri di parole. Andrea Alberti, sovrintendente ai beni architettonici e del paesaggio, non ha ancora tra le mani il progetto con il quale il gruppo Esselunga punta a portare supermercato, parcheggio sotterraneo e rondò in serie a porta Cerese, con vista su Palazzo Te. Non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il piano di governo del territorio, primo via libera amministrativo all’operazione, attende che trascorrano i tempi di legge per potersi fregiare dei crismi dell’ufficialità. Solo a quel punto l’azienda porterà le carte a Brescia, sede della sovrintendenza. Alberti racconta di averne parlato mesi fa con l’ex assessore ai lavori pubblici, quel Giampaolo Benedini apertamente schierato a favore del piano, e di aver espresso le sue perplessità. Dubbi che ora sintetizza con un «vedo un dialogo molto difficile» che assomiglia parecchio a una dichiarazione di intenti.I costruttori devono passare dai vostri uffici per il via libera definitivo. È già successo?«Per ora so che ci sono stati solo alcuni incontri con la sede mantovana della sovrintendenza, ma siamo solo ai primi contatti. Nulla di definito insomma».Dunque un vostro giudizio ancora non c’è?«No, anche perché personalmente devo ancora vedere il progetto e non c’è fretta, perché per noi oggi la priorità è gestire l’emergenza che si è creata con il terremoto. Di certo avremo modo di discuterne perché questo è il nostro compito e non ci tireremo indietro. Anzi, intendo allargare il confronto alla direzione regionale dei beni culturali perché la decisione non può essere soltanto dei nostri uffici. Devo però dire che vedo davanti a noi un dialogo molto difficile».Il progetto non le piace?«Beh, sicuramente quel luogo è già molto ingombrato dallo stadio e dal palazzetto dello sport, dunque preferirei si discutesse di riduzioni dei volumi e non di un supermercato, un parcheggio e altre strade. Immaginandoli non posso sentirmi bene, avrei preferito un progetto che mettesse al centro dell’attenzione Palazzo Te e puntasse a valorizzarlo. In questo modo mi pare che si finisca per sovraccaricare l’area di traffico e persone. Ho avuto occasione di esprimere questi concetti in un incontro di qualche mese fa con l’ex assessore Benedini, nel corso del quale gli ho spiegato che sulla carta un progetto può anche funzionare, ma poi bisogna immaginare il momento in cui si concretizza e inizia a vivere».Se è per questo a ridosso di Palazzo Te già ci sono lo stadio e il palazzetto dello sport, che fino a qualche anno fa era in funzione. Due strutture che attirano o attiravano migliaia di persone.«Palazzetto e stadio sono di per sé incongrui, rappresentano ingombri che non dovrebbero esserci. Purtroppo sono il frutto di errori antichi».Chi la pensa diversamente da lei potrebbe obiettare che siamo alle solite: le sovrintenze sono forze conservatrici, non lasciano spostare una pietra e frenano lo sviluppo.«Premesso che una decisione non l’abbiamo ancora presa semplicemente perché manca ancora la richiesta formale, le domando: ma secondo lei non abbiamo altro da fare? Se un sovrintendente si concentra su un progetto è perché glielo impone la legge. L’area di Palazzo Te è sottoposta a un vincolo di tutela, cito la norma, “della luce, della prospettiva e del decoro”. Noi dobbiamo semplicemente applicare quanto prevede il codice dei beni culturali. Se nel nostro Paese, e non mi riferisco nello specifico a Mantova, ci fosse una vera politica di pianificazione territoriale e culturale noi potremmo occuparci di altro».Lei dice che la decisione non è presa ma le sue parole dipingono un orientamento molto preciso.«Il mio non è un orientamento né un parere personale. Sto semplicemente dicendo che esiste un vincolo di legge che non si può ignorare. Valuteremo a tempo debito se il progetto per porta Cerese lo rispetta e se garantisce il valore di pubblica utilità di un’area di grande pregio. Lo faremo quando avremo una richiesta formale e, ripeto, coinvolgendo anche la direzione regionale dei beni culturali».Il palazzetto è vuoto da anni. Come si può valorizzare l’area del Te rispettandone “il valore di pubblica utilità” e tutelando il patrimonio artistico?«Potrei risponderle dicendo che purtroppo oggi sembra che siano di pubblica utilità e promotori di socialità e aggregazione solo i supermercati, ma il discorso ci porterebbe lontano. Non spetta a me suggerire progetti urbanistici,

126Capitolo 3 - 2012

127Capitolo 3 - 2012

128Capitolo 3 - 2012

posso solo ribadire che i principi che li ispirano devono essere rispettosi delle norme che tutelano il patrimonio. Ciò non significa ostacolare tutto e tutti. Lei mi dice che qualcuno ha proposto la sede del museo di arte contemporanea? Ecco, in un caso simile il quadro cambierebbe. Sarebbe un progetto culturale con presupposti di contiguità e continuità rispetto a Palazzo Te».Gabriele De Stefani, 19 dicembre 2012

(Riqualificazione dell’area Porta Cerese/ Palazzo Te - allegato n° 6)

21 dicembreL’argomento riguarda lo staff del Sindaco Sodano.

Troppe spese per lo staff del sindaco Sodano La Corte dei Conti solleva dubbi sui costi dei cinque collaboratori esterni: 190mila euro lordi per gli stipendi sono un eccessoMANTOVA. Una relazione di 150 pagine, frutto dell’analisi svolta dalla Corte dei conti della gestione della macchina contabile e amministrativa del Comune. È arrivata in questi giorni in municipio mandando in fibrillazione via Roma. Perché l’equipe di tecnici della sezione lombarda della Corte, che aveva accompagnato un magistrato lo scorso febbraio in Comune per effettuare il controllo, un’anomalia l’ha trovata. Nella relazione arrivata in via Roma, infatti, viene chiesto di chiarire la voce di spesa sullo staff di collaboratori assunti dal sindaco a tempo determinato, come consente la normativa sugli enti locali e come avevano fatto anche i suoi predecessori. Con una differenza rilevata dalla Corte: le retribuzioni lorde dei cinque collaboratori ammontano complessivamente a 190mila euro all’anno, contro i circa 70mila del 2009, vale a dire l’ultimo anno della amministrazione Brioni. Il confronto non è strumentale e arbitrario, ma fatto a rigore di legge. Già, perché uno dei tanti provvedimenti contenuti nelle norme varate dal governo in materia di riduzione dei costi della politica prevede che la spesa per queste figure (permesse dall’articolo 90 del testo unico sugli enti locali del 2000) non superi il 50% di quella dell’amministrazione precedente. In altre parole lo staff di articoli 90 dell’amministrazione Sodano dovrebbe costare al bilancio comunale il 50% di quello dell’ultimo anno dell’amministrazione Brioni, quindi all’incirca 35mila euro. Cosa che non è avvenuta e proprio questo è l’appunto mosso dalla Corte dei Conti regionale (che ha inviato una copia anche alla propria procura)all’amministrazione che ora ha tempo fino al 9 gennaio per inviare le proprie controdeduzioni. Va detto che questo è, a quanto pare, l’unico rilievo mosso dai magistrati contabili al Comune. Gli uffici del Comune sono già al lavoro per studiare la reazione e predisporre la risposta da inviare alla Corte dei conti. Intanto, però, nell’amministrazione si sta valutando il da farsi. Con un certo imbarazzo, perché qualcuno comincia a chiedersi come sia potuto accadere che si firmassero questi contratti a tempo determinato (gli assunti in base all’articolo 90 decadono con la fine del mandato del sindaco) senza tener conto della modifica della normativa intervenuta nel frattempo. Naturalmente saranno i tecnici contabili a rispondere al rilevo della Corte, ma già nell’amministrazione ci si sta chiedendo cosa fare. L’unico modo per ridurre il costo da 190mila a 35-40mila euro è di ridurre lo staff, arrivando a mantenere un solo rapporto in essere. Una parte dei cinque collaboratori è dipendente di altri enti e l’eventuale interruzione del rapporto con via Roma non provocherebbe grossi guai. Per gli altri non ci sono garanzie. Chi sono i collaboratori? Tre appartengono allo staff del sindaco: il capo di gabinetto Alessandro Colombo (43.586,19 euro lordi all’anno), Manuela Medeghini (rapporti con Regione, Ue e fondazioni bancarie, 49.753,76 euro) e Susanna D’Avanzo (portavoce del sindaco, 23.415,34 euro). Un quarto collaboratore è Alessandro Gatti, esperto di viabilità inserito nello staff dell’allora assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini (44.440,41 euro). Il quinto è Ester Marano, inserita nello staff dei servizi sociali guidato all’epoca dall’assessore Arnaldo De Pietri (23.415,34 euro) ma già collaboratrice durante l’amministrazione Brioni.Nicola Corradini, 21 dicembre 2012

24 dicembreLa questione dell’assessore Daniela Bondavalli - cittadina di Reggio Emilia - aveva già dal suo insediamento aperto polemiche e critiche. Ora le critiche aumentano perché a pochi mesi ne chiediamo la destituzione. I motivi sono legati ai difficili rapporti tra il nostro movimento e l’assessore. La ragione principale sta nell’impossibilità di definire un progetto forte sulla cultura e sul turismo. Il nostro movimento è capace di riconoscere i propri errori, diversamente da quanto fanno d’abitudine molti altri.

Benedini: chi non è competente vada a casa, anche in ComuneGentile Direttore,leggo solo ora nel tardo pomeriggio il suo fondo domenicale. Sono un eterno ottimista e conto sempre sull’onestà del mio prossimo, anche se mi rendo conto che con la stampa l’ultima parola non è e non sarà la mia. Pazienza. Mi permetta una banale e sincera riflessione che mi auguro vorrà pubblicare, visto che mi ha tirato in ballo con adeguata evidenza. La Sua ironia sul mio fiuto, se posso dire, è facile e scontata. Ho affrontato la nomina dell’assessore Bondavalli basandomi

129Capitolo 3 - 2012

sul suo curriculum e sui colloqui avvenuti. Non su raccomandazioni e protezioni come avviene normalmente con i partiti politici e credo sia la strada giusta, altrimenti continueremo a trovarci nella condizione in cui oggi ci troviamo in Italia e nella nostra città. A mio parere è il metodo corretto per evitare che persone incompetenti siano a capo dei settori della pubblica amministrazione. Proprio per il rispetto del ruolo e della sua importanza credo giusto che ci sia una verifica della capacità di chi nel settore dovrebbe rappresentare il nostro movimento (come conferma la sua attribuzione a mia responsabilità) e considero un doloroso ma doveroso atto dovuto sfiduciare chi non ha ottemperato a un contratto ovvio e moralmente corretto, vale a dire condividere un percorso sul tema da portare avanti. Avviene nei rapporti tra privati che qualsiasi dirigente o amministratore delegato debba sostenere nei confronti dei soci un periodo di prova durante il quale si possa verificare reciprocamente l’effettiva possibilità di una soddisfacente collaborazione. Nessuno nel privato ha da recriminare se il periodo di prova non prosegue. Lei ritiene che il pubblico debba seguire un’altra logica? In questi due anni e mezzo di presenza politica mi sono fatto un quadro della situazione molto preciso e negativo. Il Suo giornale si accontenta di vivere sul pettegolezzo e sulle beghe quotidiane dei partiti, senza affrontare i veri problemi di questa città che continuano a segnare il suo destino. Come continuano a segnare il destino del Suo giornale e dell’altro quotidiano mantovano che certamente non sopravviverebbe senza il sostegno statale. La chiusura di Mantova tv è la conferma che la situazione sta peggiorando.Movimento Benedini per MantovaGiampaolo Benedini, 24 dicembre 2012

L’architetto Benedini sarà forse un tantino permaloso ma di certo non difetta in inventiva: gli assessori in prova ancora non si erano visti. Ovviamente è giusto non decidere sulla base di raccomandazioni e protezioni, ma tra questo e scegliere a casaccio forse esiste una terza via. Possibile che a Mantova, città di cultura per eccellenza, non esista nessuno con i curriculum dell’assessore Bondavalli? Serviva proprio pescare a Reggio Emilia una persona di cui lei ha, evidentemente, una conoscenza assolutamente approssimativa, dato che dopo due mesi ha dovuto sottoporla a una verifica per concludere che non è adatta? Sbagliare un’assunzione nel pubblico non è lo stesso che nel privato. Se lei non sa scegliere un collaboratore per la sua azienda sono solo problemi suoi, se sbaglia a indicare un assessore sono problemi di tutta la collettività. Le politiche culturali sono, o dovrebbero essere, il motore di questa città. Questi mesi gettati via a chi dovremmo metterli in conto, se non a lei e al suo movimento? E i mesi persi ad assistere alle liti tra lei, architetto Benedini, e il suo assessore sfiduciato all’ambiente De Togni? Lei tutto ciò lo chiama pettegolezzo, io lo chiamo insipienza politica. E, purtroppo, il giornale se ne deve occupare. Come ultima cosa la vorrei rassicurare su una questione che evidentemente le sta a cuore: lo stato di salute dell’informazione a Mantova. Che per quanto riguarda la Gazzetta è decisamente buono (per verificare basta controllare i nostri bilanci e le rilevazioni Ads - Accertamento diffusione stampa - mensilmente online sul sito di Prima Comunicazione). Stia sereno architetto: ci siamo dal 1664, ne vedremo passare ancora di assessori... Andrea Filippi

31 dicembreCommento della Gazzetta sulla situazione politica nel 2012.

Due crisi in un anno fino al via libera al Pgt Nella notte tra il 21 e il 22 novembre scorsi l’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Sodano ha raggiunto quello che finora è stato il suo massimo successo: l’approvazione del piano di governo del territorio, lo strumento urbanistico che guiderà lo sviluppo di Mantova per i prossimi cinque anni. Là dove aveva fallito il centrosinistra c’è riuscito il centrodestra non senza, però, polemiche e scontri interni. Alla fine Lega, Pdl e benediniani hanno votato compatti (al di là delle assenze) il piano, raggiungendo i 21 voti necessari (tra cui quello di Romano del misto). Le divisioni nella maggioranza hanno fatto sì, però, che venisse bocciata nel Pgt la cittadella dei servizi a Fiera Catena, tanto cara alla lista civica, mentre sono stati accolti gli emendamenti con cui si dà la possibilità all’Esselunga di insediare un supermercato nell’ex palasport di porta Cerese, a due passi da Palazzo Te, e alla Lubiam di realizzare, nell’area della fabbrica in viale Fiume, una specie di Città della moda. L’approvazione del Pgt, che limita il consumo di suolo, è arrivato sul finire di un anno travagliato per la giunta Sodano, iniziato con la Lega sull’Aventino per due mesi e passato attraverso la crisi di agosto, scatenata dai benediniani, che ha portato ad un sostanzioso rimpasto di giunta e alla riduzione del numero di assessori da dieci a sette. Il tutto mentre l’amministrazione dava l’ok alla raccolta porta a porta dei rifiuti in centro storico e al restauro di palazzo del Podestà. Il 2012 è stato un anno di rapporti tesi nella maggioranza. L’anno si apre, infatti, con la Lega che per due mesi si rifiuta di partecipare alle sedute di giunta e di consiglio comunale per protestare contro il sindaco che, nel commentare l’assenza dei leghisti alle cerimonie per la visita a Mantova del capo dello Stato Napolitano, aveva sentenziato: «La città non se n’è accorta». «Sodano ci chieda scusa» avevano replicato, furenti, i Lumbard. In realtà, l’Aventino nascondeva l’insofferenza della Lega verso il sindaco accusato di decidere tutto senza coinvolgere gli alleati, oltre ad una guerra tutta interna al Carroccio culminata col siluramento del capogruppo de Marchi. Qualche mese di pace e poi il conflitto tra alleati riesplode. E’ il 31 luglio quando Giampaolo Benedini, assessore e leader dei civici, rassegna le dimissioni accusando il sindaco di non voler far partire i lavori di recupero del Podestà appaltati da tempo. Sodano respinge le dimissioni e Benedini si autocongela.

130Capitolo 3 - 2012

La querelle va avanti fino al 16 ottobre, quando il sindaco (evitata in extremis la sfiducia in aula) nomina la nuova giunta a sette. Tra gli assessori, con la delega alla cultura e al turismo, c’è Daniela Bondavalli, reggiana, voluta da Benedini. Che dopo due mesi la sfiducia: «Non si rapporta con noi, il sindaco le ritiri le deleghe». Sodano fa orecchie da mercante e rimanda al 2013 l’ennesimo chiarimento con l’architetto.31 dicembre 2012

131Capitolo 3 - 2012

Riflessioni finali sul 2012

La politica di Sodano – dividere tutto e tutti per avere più potere personale - porta a relazioni sempre meno produttive delle forze politiche che governano la Città. Un clima di insoddisfazione emerge nella Lega e nel nostro movimento. Qualsiasi accordo stabilito, sia scritto che verbale, viene disatteso dal Sindaco. Le sue scelte si dimostrano sempre disastrose e contemporaneamente affossa tutte le proposte di altri, che potrebbero condurre al rinnovamento di Mantova. La sua tecnica è sempre la stessa, semplice e prevedibile: non dare riscontro tempestivo, aspettare che l’interesse dei proponenti decada o attendere che il tempo risolva eventuali problemi. Così sui parcheggi, così sulla cittadella dei servizi, così sulle scuole… e via dicendo. Per tale ragione quando il 31 luglio, dopo aver concordato di chiamare l’impresa per stipulare il contratto dei lavori di Palazzo del Podestà, Sodano rimanda la stipula a giorni successivi (pur sapendo che in quei giorni sarà in ferie) ho conferma della sua assoluta inaffidabilità e mi dimetto. Si apre una crisi che dura mesi. Ho perso la fiducia che con questa Amministrazione si riesca a mantenere l’impegno assunto con i cittadini alle elezioni. Personalmente ritengo che a questo punto debba concludersi l’Amministrazione Sodano, ma all’interno del movimento non tutti la pensano allo stesso modo. La De Togni, che Sodano aveva saputo circuire in modo magistrale, nel mese di agosto sostituisce il Sindaco e si mette in contrasto con il nostro movimento, che non la riconosce più come sua diretta espressione. Anche perché nella delicata gestione delle questioni ambientali procede in modo autonomo, senza tener conto del pensiero del movimento che le ha dato la posizione di poter decidere. Il più importante elemento di discordia è la già citata questione della B6. Tuttavia, nonostante la piena insoddisfazione del rapporto con Sodano, decidiamo di dettare le condizioni per poter rimanere in giunta nella maggioranza. Chiediamo ancora una volta condivisione sulle scelte, una riduzione degli assessorati, un cambiamento per alcuni assessorati, e l’impegno a realizzare subito i progetti delle scuole e procedere con Palazzo del Podestà. Confermate le mie dimissioni manteniamo l’assessorato all’ambiente e quello della cultura e turismo. Negli accordi rimane il mantenimento della mia delega come consulente esterno per Expo 2015, considerando tutti i contatti avviati durante il mio assessorato. Naturalmente, una volta chiusa la crisi e riformata la giunta, nessuno degli accordi sulle operatività viene mantenuto. Passano mesi prima che mi venga formalmente riconosciuto il ruolo su Expo. Ma questo, secondo lo stile comportamentale di Sodano, è normale amministrazione.

132Capitolo 3 - 2013

133Capitolo 3 - 2013

Anno 2013

4 gennaioNaturalmente arrivano le critiche sulla questione Bondavalli da parte dei molti scontenti per aver scelto un assessore esterno e non mantovano. Quando tutti gli italiani chiedono che anche in politica si occupino posizioni secondo il merito e il curriculum, qui in Città l’applicazione di tale principio non funziona. Sarà una coincidenza, ma molti di quelli che ci attaccano sono poco dopo nominati dal Sindaco in posizioni di rilievo. Mangoni ad esempio diventa presidente del Centro Internazionale di Palazzo Te.

Il mondo della cultura attacca Benedini In 12 firmano un documento sul caso dell’assessore sfiduciato. L’accusa ai civici: poco rispetto verso l’istituzione Comune La questione dell’assessore civica alla cultura Daniela Bondavali, sfiduciata dallo stesso gruppo di appartenenza e dal leader Giampaolo Benedini, non verrà affrontata dal sindaco prima dell’Epifania. Ambienti vicini al numero uno dell’amministrazione di via Roma, riferiscono che il sindaco non ha alcuna intenzione di dare ossigeno alla polemica nata nel movimento arancione sull’esperta di marketing sociale individuata a Reggio Emilia dai civici al termine dell’ultima crisi. Pare di capire che Sodano voglia interpretare il ruolo di mediatore in tutta la vicenda. L’amministrazione non ha di certo bisogno di una nuova accesa querelle a pochi mesi di distanza da quella che ha messo in bilico la posizione dello stesso sindaco e fu avviata proprio dagli arancioni. Intanto esponenti di associazioni ed enti culturali hanno firmato un documento sulla vicenda assai critico nei confronti dell’ex assessore Giampaolo Benedini e della lista civica che lo aveva candidato sindaco. «È davvero sconcertante – si legge – che una formazione civica che proclama la propria “diversità” dai partiti tradizionali, abbia nei fatti comportamenti che in nulla si differenziano dalle pratiche più discutibili di questi ultimi. L’ultimo episodio, la sfiducia dopo poco tempo dalla nomina al neo assessore alla cultura Bondavalli, è forse il più grave». A firmare il documento – che pubblichiamo a fianco – sono il presidente di Mantova capitale europea dello spettacolo Gianni Rottichieri e altri membri del cda, come il vice presidente Graziano Mangoni e Maurizio Vasori, oltre al direttore artistico Riccardo Braglia. Alcuni di questi nomi sono vicini al sindaco Sodano, ma poi scorrendo lefirme si notano anche Sergio Cordibella presidente di Italia Nostra e del Conservatorio. E ancora l’accademico Rodolfo Signorini, la presidente della coop Atena, Francesca Andreatta, l’attore Nicola De Buono, Giordano Fermi (ex preside del Conservatorio), Giuseppe La Ferrara e Alberto Montanari. I firmatari sostengono che il comportamento dei civici, in questa occasione, «induce a credere che gli arancioni abbiano poco rispetto dell’istituzione Comune, che non è un’azienda privata».Nicola Corradini, 04 gennaio 2013

12 gennaioLa campagna denigratoria continua e mi vede costretto a querelare sia la Bondavalli che il quotidiano La voce per quanto riportato in un articolo privo di qualsiasi fondamento.

L’architetto si ribella: basta denigrarmi Il leader dei civici si sente nel mirino: è in corso una campagna diffamatoria contro di me «È in atto una campagna diffamataria nei miei confronti che deve finire». L’ex assessore Giampaolo Benedini, leader dell’omonimo movimento civico, si sente accerchiato. Prima la cittadella dei servizi, poi l’Esselunga e le accuse di sostenere quei progetti urbanistici, nell’ambito dell’approvazione del nuovo piano di governo del territorio, per favorire qualcuno; adesso le polemiche che si sono scatenate dopo la sfiducia del suo assessore alla cultura Daniela Bondavalli, con relativi colpi bassi. Gli ultimi dei quali sarebbero le pressioni che avrebbe subìto la stessa Bondavalli da Benedini affinchè trovasse 100mila euro per sostenere «Mantova creativa», l’associazione messa in piedi dall’architetto, e i presunti dissidi tra Benedini e l’altro assessore civico, Mariella Maffini. «Niente di più falso e assurdo. Con la Maffini c’è sintonia perfetta, mentre per quanto riguarda Mantova creativa la cifra è addirittura fuori logica» si difende il capo dei civici da quella che ritiene «una campagna diffamatoria contro di me». E aggiunge: «Campagna che deve finire subito; vedrò quali mezzi ho a disposizione per contrastarla. Non so chi siano i mandanti, ma qualche dubbio ce l’ho. Capisco che siamo in un clima politico pre elettorale in cui tutto viene amplificato, ma non si possono usare informazioni false per gettare discredito sulle persone». I veleni rischiano di ammorbare l’aria in Comune dove la maggioranza di centrodestra formata da Pdl, Lega e benediniani è uscita, nemmeno tre mesi fa, da una dura crisi politica che ha messo a rischio la soppravvivenza stessa dell’amministrazione. Considerando la denuncia che ieri il presidente del consiglio comunale Longfils (Pdl) ha presentato ai carabinieri per «tutelare consiglio comunale, sindaco e assessore Bondavalli», il clima in municipio si sta appesantendo sempre di più. «Noi - spiega ancora Benedini - siamo qui perché abbiamo ricevuto dei voti e rispondiamo agli elettori con i nostri consiglieri comunali e assessori. Quando

134Capitolo 3 - 2013

sento dire che noi non abbiamo rispetto delle istituzioni, rispondo che lo abbiamo e che ci sentiamo responsabili delle azioni degli assessori che abbiamo suggerito». Ecco perché «quando ci rendiamo conto che, per vari motivi, un nostro rappresentante non svolge bene il suo lavoro, anche non rapportandosi con il movimento, lo facciamo presente all’amministrazione nel suo interesse. È un atto di serietà assoluto, il nostro». E conclude: «Nei confronti della Bondavalli sono emerse le nostre perplessità e le abbiamo manifestate al sindaco. Noto che si è scatenata una campagna negativa nei nostri confronti. Ecco perché ritengo che il caso dell’assessore alla cultura vada risolto al più presto».12 gennaio 2013

Maffini: nessun contrasto con il capo degli arancioni Il caso Bondavalli agita le acque in casa dei benediniani tanto che, in questo periodo, è difficile seguire voci e sussurri che sia affastellano senza soluzione di continuità. Come l’ultima che vorrebbe in rotta di collisione con Giampaolo Benedini, leader del movimento, anche l’altro assessore civico Mariella Maffini. «Rumors destituiti di ogni fondamento» si affretta a dichiarare la responsabile all’ambiente, che ieri ha convocato giornali e tv per smentire qualsiasi screzio con l’architetto. «Quello che si sta leggendo in questi giorni su certa stampa - afferma - è destituito di ogni fondamento. Io sto lavorando in piena sintonia di progettualità e di obiettivi con sindaco, giunta, Benedini e con tutta la lista civica degli arancioni». Insomma, non si riproporrà un altro caso Bondavalli, assicura l’assessore. Che si dice «molto amareggiata» per i boatos scatenatisi attorno alla sua persona e anche «molto rammaricata per la situazione creatasi con la Bondavalli» in cui, però, non intende entrare. E allora, l’affermazione degli ottimi rapporti che intercorrono tra lei e Benedini (confermati anche dall’architetto) diventa l’occasione per fare il punto dei lavori in corso sul fronte ambientale. La priorità non può che essere la bonifica del polo chimico. «Su questo fronte - dice la Maffini - abbiamo fatto passi importanti, negli ultimi mesi, e nei prossimi giorni si vedranno i risultati». Il primo dei quali sarà la sottoscrizione del nuovo accordo di programma con il ministero dell’ambiente: «Entro breve saremo a Roma per la firma su quell’importante strumento che serve per mettere in sicurezza le falde sotto la Belleli e la Ies, per il quale sono stati stanziati 19 milioni di euro dopo anni di ritardi. Non solo. Su nostra sollecitazione il dicastero ha sbloccato anche i progetti di bonifica presentati dalle aziende del gruppo Eni». L’assessore sta anche lavorando all’istituzione di un ufficio per il benessere degli animali, alla revisione del piano di zonizzazione acustico, resasi necessaria dopo l’approvazione del Pgt, e al patto dei sindaci, voluto dall’Unione europea per migliorare la qualità dell’aria nelle città. E poi vi è tutta la partita della nuova tariffa rifiuti, la Tares, che sostituirà la vecchia e si legherà all’estensione della raccolta porta a porta a tutta la città in nome del «chi più produce spazzatura, più paga». «Stiamo lavorando su questa partita - conferma la Maffini - e stiamo aspettando le proposte di Mantova ambiente». Tanto lavoro in prospettiva che necessiterà di un adeguamento del personale in forza all’assessorato all’ambiente, ora insufficiente: «Ho chiesto un aumento ricorrendo alla mobilità interna oppure a quella esterna». Si parla anche di un nuovo consulente proveniente da Parma, città natale dell’assessore, che rimpiazzerebbe due collaboratori dello staff del sindaco: «Mai chiesto un consulente parmense, e me ne guarderei bene dal farlo» taglia corto l’assessore, ascrivendo anche questa indiscrezione ai riumors infondati che si stanno diffondendo in città attorno alla lista Benedini.Sandro Mortari, 12 gennaio 2013

19 gennaioIl Sindaco utilizza il solito schema: alla Bondavalli dice di resistere perché può contare sul suo sostegno. Alla fine però il paladino dovrà cedere e tradire la fiducia della sua protetta, come aveva già fatto con Anna De Togni.

Gli arancioni hanno vinto Bondavalli verso l’addio La vicenda dell’assessore civico Daniela Bondavalli ripudiata da chi l’aveva indicata in ottobre si avvia verso l’epilogo. All’incontro di ieri mattina tra il sindaco Nicola Sodano e il leader dei civici Giampaolo Benedini affiancato dal capogruppo, Davide Bergamaschi, è di fatto stata decisa l’estromissione dalla squadra di governo della responsabile di cultura e turismo. Non ha migliorato la situazione l’assenza della stessa Bondavalli, che già mercoledì aveva fatto rinviare il colloquio comunicando la sua impossibilità a partecipare perchè impegnata fuori città. Sodano e Benedini avevano deciso di aggiornare quello che doveva essere nelle intenzioni del sindaco «l’incontro chiarificatore», alle 12.30 di ieri. Ma in mattinata la Bondavalli ha telefonato alla segreteria del sindaco annunciando di non poter raggiungere Mantova da Reggio Emilia per le condizioni climatiche. E questa volta la giustificazione non è stata ritenuta valida. Benedini ha formalizzato la richiesta di togliere le deleghe e licenziare la Bondavalli perchè «la lista civica non si sente più rappresentata da lei». E, naturalmente, ha anche chiesto la successiva sostituzione dell’assessore con una figura indicata dagli arancioni. Sulla sua identità non vengono fatte dichiarazioni. Sembra che, ancora una volta, i civici stiano valutando alcuni papabili residenti in province limitrofe. Il sindaco ha preso atto della richiesta e, non senza disappunto, dell’assenza della Bondavalli. Sodano non ha rinunciato ad avere comunque un successivo confronto diretto con l’ assessore. Il suo intento è di trovare una modalità onorevole per interrompere il rapporto. Alla Bondavalli viene suggerito di presentare le dimissioni. Se questo non avverrà, Sodano le toglierà le deleghe e avvierà il confronto con gli arancioni per la sua sostituzione. Il sindaco non vuole correre il rischio di trovarsi in aula il gruppo dei civici ostile.Nicola Corradini

135Capitolo 3 - 2013

Sodano: voglio una rosa di nomi Il sindaco, che lunedì vedrà la Bondavalli, pretende di scegliere il successore «Prima di prendere in considerazione altre proposte voglio parlare con la Bondavalli; voglio conoscere il suo parere su quanto sta succedendo. Per questo la incontrerò lunedì». Il sindaco Nicola Sodano sa che ormai dovrà rassegnarsi a rinunciare all’assessore alla cultura che appena tre mesi fa ha nominato su proposta dei benediniani. Su questo il leader dei civici, Giampaolo Benedini, è stato chiaro nel faccia a faccia avuto giovedì con il primo cittadino: «La Bondavalli non ci rappresenta più in giunta». Un ripudio che non ammette discussioni. Sodano, però, vuole trovare con la Bondavalli una via d’uscita onorevole; le consiglierà di dimettersi e, solo di fronte ad un suo rifiuto, per non entrare in rotta di collisione con l’alleato, le ritirerà a malincuore la delega. Dopo, però, non accetterà più imposizioni da parte dei civici. «Per il nuovo assessore alla cultura - ha detto ieri - mi aspetto che Benedini mi presenti una rosa di nomi. Una terna? Mi aspetto anche una quaterna, una cinquina e anche una tombolo» ha risposto spiritosamente. Un fatto, però, è certo: «Non prenderò più nomi a scatola chiusa» promette il primo cittadino, che ricorda come l’altra volta Benedini gli sottopose una rosa di nomi per l’assessore all’ambiente e solo uno per quello alla cultura. Le cronache, invece, parlano di semplice comunicazione al sindaco, da parte dei civici, delle due prescelte, la Bondavalli e la Maffini appunto. Accetterebbe ancora un non mantovano? Al telefono la risposta è questa: «Sono sostenuto da questa lista...» e si immagina che, nel pronunciare quelle parole, abbia allargato le braccia come per dire, se non accetto quello che mi propongono i civici si spacca la giunta. Poi, però, più distensivo, puntualizza: «Sceglieremo insieme, io e Benedini, il nuovo assessore». Quanto ai nomi che stanno circolando in questi giorni, lui dice di non sapere nulla: «Nessuno mi ha ancora avanzato delle proposte - afferma -. Del resto, c’è ancora un assessore alla cultura in carica; fatemi prima parlare con lei...».Sandro Mortari ,19 gennaio 2013

Il rifiuto di Scaietta, da soldatino a deluso Ma come, con tutti i talenti che abbiamo in casa che bisogno c’è di andare a pescare l’assessore alla cultura a Reggio Emilia o, peggio, a Roma? Perché questo provincialismo di ritorno? L’interrogativo tormenta tanti mantovani. Tra gli altri anche il consigliere comunale Sergio Ciliegi di Forum, che nei giorni scorsi aveva (ri)candidato pubblicamente Italo Scaietta. «Glielo abbiamo chiesto, ma è indisponibile» rivela Giampaolo Benedini, raccontando delle perplessità e delle resistenze di altri papabili mantovani. Brutto pasticcio quello dell’assessore Daniela Bondavalli da Reggio Emilia, prima voluta e adesso disarcionata dagli arancioni. Possibile che l’architetto non abbia nulla da rimproverarsi? «Proprio niente - insiste Benedini – non sono un preveggente, il comportamento dell’assessore era imprevedibile. E pensare che eravamo così felici del suo incarico». «È vero, Benedini mi ha chiesto la disponibilità a diventare assessore» conferma Scaietta, presidente dell’associazione Amici di Palazzo Te ed ex consigliere comunale arancione, calcando l’accento su “ex” e parlando della sua esperienza politica al passato. «Il movimento a cui appartenevo». Il suo rifiuto è netto, irrevocabile. «Per ventiquattro mesi mi sono comportato come un bravo soldatino a disposizione della coalizione, poi ho detto basta. No, nessun ripensamento visto che non sono stati rispettati gli accordi politici sul mio ruolo». Il patto era che Scaietta fosse un assessore senza poltrona, un delegato con pieni poteri. Ma con il sindaco non si sono mai presi e alla prima crisi di giunta ha perso pure la delega. Il sospetto, quasi una certezza, è che se pure l’ex arancione avesse detto sì a Benedini, accettando di sostituire la Bondavalli, poi si sarebbe scontrato con il veto di Sodano. Benedini si è impegnato a presentare al sindaco una terna di nomi tra cui scegliere il nuovo assessore, ma dal muro di riserbo filtra solo quello del romano Marco Tonelli, critico d’arte. «Ci saranno anche dei mantovani» assicura Benedini, mentre si moltiplicano le voci di candidature sfumate. «No, grazie». Si rincorrono i nomi di Graziano Mangoni, direttore della Fondazione Bam, Giovanni Pasetti, ex presidente della Fondazione Mantova capitale europea dello spettacolo, Anna Maria Mortari, già direttrice dell’archivio storico comunale oggi in pensione. Possibile? Gli interessati smentiscono con un sorriso, ma il totocandidato non cessa di soffiare.Igor Cipollina, 19 gennaio 2013

Tre candidati alla poltrona della cultura Nato a Roma nel 1971, Marco Tonelli si racconta come critico d’arte e curatore di mostre, sia in spazi pubblici sia in luoghi privati. Vanta anche un’esperienza gestionale nella Quadriennale di Roma e una pubblicistica larga. Già caporedattore della rivista “Terzo Occhio”, Tonelli ha dedicato diversi saggi al rapporto tra arte e società contemporanea. Materia che insegna anche all’Accademia di Belle Arti di Perugia. La sua prima volta a Mantova è stata a 13 anni, in gita scolastica. Poi è tornato ancora, ma sempre da «turista culturale del passato» sulle orme di Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Giulio Romano. Ecco, se fosse lui il nuovo assessore alla cultura, s’impegnerebbe a contaminare la storia con la modernità, organizzando «piccoli eventi che risveglino la memoria del luogo». La prospettiva lo alletta e lusinga, se pure l’esperienza dovesse finire male, avrebbe sempre la sua arte a cui tornare. Ci spera, Tonelli. Benedini non nasconde la sintonia con il critico d’arte, ma frena: il sindaco gli ha chiesto una terna tra cui scegliere il sostituto di Daniela Bondavalli. Quando? «Si chiuderà tutto la prossima settimana». di Igor Cipollina Il sospetto è che la verità stia nel mezzo. Che il margine di manovra sia risicato e la scelta di un nuovo assessore alla cultura forestiero obbedisca a un desiderio che è anche necessità. Brutalmente, i mantovani non ne vogliono sapere di andarsi a infilare in una giunta litigiosa, senza denari da spendere, seduti su una poltrona scomodissima. Con il sindaco che ha sì rinunciato alla delega, tenendosi però le chiavi del Centro di Palazzo Te, del distretto Le Regge

136Capitolo 3 - 2013

dei Gonzaga (questo sì ricco di soldi), del comitato Mantova capitale europea della cultura 2019. Insomma, perché avvelenarsi la vita rischiando pure di rimetterci la faccia? La lusinga della carica è tutt’altro che irresistibile. Morale, l’architetto Giampaolo Benedini fatica a spremere la terna di candidati pretesa da Nicola Sodano per sostituire la “dimissionata” Daniela Bondavalli. Questa volta il sindaco non ne vuole sapere di un assessore a scatola chiusa. Intanto, mentre gli arancioni insistono nell’affannosa ricerca, ieri è stato convocato a Mantova il critico d’arte Marco Tonelli, romano e garbatamente arrembante. Al momento l’unico candidato ufficiale alla poltrona di assessore. Classe 1971, curriculum denso e idee chiare, Tonelli è già al secondo colloquio. Un passo oltre il «le faremo sapere» e uno prima del «complimenti, il posto è suo». Quasi come un recruitment aziendale. La sintonia era scoccata due settimane fa a Roma, dove l’arancione Pietro Ferrazzi era in missione di lavoro (da avvocato). Parla che ti riparla, il consigliere comunale è rimasto impressionato dal critico d’arte e ha girato l’informazione a Benedini. Magari è quello giusto. Questa volta, però, l’architetto ci è andato cauto, ha chiesto a Tonelli di immaginare un programma di rilancio per Mantova («altro che i nove mesi della Bondavalli»), quindi ha fissato un primo colloquio. Ieri la presentazione ufficiale al resto della truppa arancione. Benedini ripete che la partita è ancora aperta, che Tonelli è soltanto un petalo di una rosa di nomi. Desiderio o necessità, l’identikit tracciato dall’architetto, però, combacia con il profilo del romano. «L’assessore non deve essere per forza un cultore della materia, anche se la cosa non guasta – ragiona il civico – ma è necessario che abbia uno spessore manageriale, che sappia come funziona il mondo e come accendere l’interesse per Mantova. Questa città storica ha bisogno di un taglio moderno, che reinterpreti il vincolo del passato». Ecco che la condizione di forestiero si rovescia da (presunto) limite in qualità: «Lo sguardo da lontano è meno condizionato - sostiene Benedini - la nostra è una piccola comunità attraversata da simpatie e antipatie, viziata da contrasti che vengono da lontano. Gli uomini di cultura sono troppo inquadrati in un ambito preciso, ci sono tanti studiosi ma pochi manager. Siamo malati di gonzaghismo». Secondo l’architetto il mondo va nella direzione opposta, la gente ha la febbre del nuovo. Vero, Mantova rappresenta un’eccellenza, ma nel campo del passato ha troppi “competitor” e pure più forti. Quindi? «Partendo dalla base storica, facendo i conti con le risorse in cassa, dobbiamo contaminare la città con la modernità e la contemporaneità» suggerisce Tonelli. Se osano il Louvre e Versailles, che certo non hanno penuria di visitatori, perché non può farlo anche Mantova, che ha tutto da guadagnare e niente da perdere? «La verità è che nel calendario degli eventi e delle mostre Mantova compare meno di Matera». Economicità, contaminazione e sinergie. Venezia, Milano, Bologna, Brera, la Biennale. Qualche esempio? Un’installazione di Fabrizio Plessi per animare il Museo dei vigili del fuoco, oppure una scultura di Jannis Kounellis nel Museo Diocesano. «Piccoli eventi che risveglino la memoria del luogo e portino la contemporaneità nella storia». La curiosità è spontanea: Tonelli, ma chi glielo fa fare? «La fantasia di passare dall’altra parte, di ricoprire un ruolo istituzionale trattando della materia che ho studiato per tutta la vita. Sarebbe anche un bel segnale in questa Italia sporcata dagli scandali e dal nepotismo, io sono pulito». D’accordo, Roma-Mantova però non è una passeggiata. «La prima cosa che farei è trasferirmi qui». Risposta esatta.19 gennaio 2013

L’assessore sorride e resiste, il tormentone continua Si riunisce oggi alle 18 il consiglio comunale di Mantova. Si tratta della prima seduta del nuovo anno e arriva proprio nel bel mezzo della querelle tra il sindaco e il leader dei benediniani da una parte e l’assessore Bondavalli dall’altra. Un’occasione più unica che rara, addirittura in piena campagna elettorale, che l’opposizione potrebbe non lasciarsi sfuggire per attaccare la maggioranza di centrodestra. All’ordine del giorno, dopo una serie di interrogazioni a cui verrà dedicata la prima ora di lavori, alcuni punti argomenti importanti. Come il piano per il diritto allo studio e la modifica del regolamento per la pubblicizzazione della situazione patrimoniale e reddituale di sindaco, assessori, consiglieri e presidenti di società. Prevista l’introduzione di una sanzione da 2mila a 20mila euro per gli inadempienti da cui, però, sono esclusi gli amministratori non eletti. Verranno approvati anche il patto tra i sindaci, promosso dall’Ue, per migliorare la qualità dell’aria in città e il protocollo contro la violenza sulle donne. di Sandro Mortari Daniela Bondavalli non se ne va. Nonostante anche ieri il sindaco Nicola Sodano, davanti agli altri colleghi di giunta, l’abbia sollecitata a dimettersi per non mettere a rischio l’alleanza con i benediniani, lei si è presa altro tempo. «Oggi (ieri,ndr.) è il mio compleanno palindromo, 44 anni, la cui somma dà sempre un otto all’infinito, numero fortunato; per di più, è anche il giorno 22, che nel 44 sta due volte, una trasversalità incredibile» risponde al cronista che le chiede conto di quanto sta succedendo. È pomeriggio ed è ad una riunione operativa quando accetta di scambiare queste poche battute dopo il rifiuto della mattina al termine della seduta di giunta, da cui è uscita per prima: «Sto lavorando per Mantova - dice la Bondavalli - perché c’è tanto da fare per la città». E le dimissioni? «Vedremo domani (oggi, ndr.)» risponde, come se questo fosse l’ultimo dei suoi problemi. «A proposito - aggiunge -, questo è il mio giorno fortunato. Non ho mai giocato al Superenalotto, ma oggi (ieri, ndr) lo farò». La scomunica del movimento (i benediniani) che l’ha proposta al sindaco per la nomina appena tre mesi fa, non sembra preoccuparla più di tanto; anzi, le dà la carica per sfidare sia l’architetto che il sindaco su un immaginario palcoscenico in una tragica pièce che rischia, però, di scivolare in farsa. Sodano , anche ieri, ha parlato di «situazione imbarazzante» per definire l’impasse in cui è finita la vicenda dell’assessore alla cultura sfiduciato dai sui stessi mentori. «È una situazione che non ho certo voluto io» insiste il primo cittadino dopo aver informato la giunta sull’esito del colloquio avuto con la Bondavalli il giorno prima. «Io e la maggioranza vogliamo risolvere questo problema, ma senza ultimatum e rispettando le persone». Attende, quindi, ancora le dimissioni spontanee dell’assessore per evitarle l’onta del ritiro delle deleghe alla cultura e al turismo. Una cosa, però, tiene a precisare il primo cittadino: «Non è che questa vicenda

137Capitolo 3 - 2013

ci tenga bloccati; noi andiamo avanti con il nostro lavoro e, soprattutto, non stiamo perdendo tempo». E i colleghi assessori, cosa pensano di questo braccio di ferro triangolare Bondavalli-Benedini-Sodano? «Noi pensiamo alle cose concrete e a lavorare» dice il responsabile di urbanistica e lavori pubblici Marco Cavarocchi, interpretando l’umore molto diffuso il giunta. «La Bondavalli? Nemmeno abbiamo affrontato l’argomento» afferma l’assessore al welfare Roberto Irpo. E Giampaolo Benedini? «Non so che dire - risponde allargando le braccia - è imbarazzante anche per me questa situazione. È un fatto di stile cedere quando nessuno più ti appoggia».23 gennaio 2013

Tonelli pronto per Sodano, oggi l’incontro in Comune Sgomberato il tavolo dalla Bondavalli, si può apparecchiare per il suo sostituto. Tutto è ormai pronto in via Roma per accogliere il nuovo assessore alla cultura e al turismo. Che, a questo punto, dovrebbe essere il critico d’arte romano Marco Tonelli, 42 anni. Dopo un paio di colloqui avuti con lui a Mantova, Benedini è convinto di aver individuato la persona giusta per dimenticare la meteora Bondavalli (poco incline a rapportarsi con il movimento e per questo silurata) e avviare il programma culturale che sta a cuore ai civici: portare la Mantova storica nella contemporaneità. L’uomo su cui punta Giampaolo Benedini sarà in città già oggi per un colloquio con il sindaco Sodano. La fumata bianca dovrebbe arrivare a breve perché il sindaco difficilmente oserà opporsi al volere del leader dei civici. Formalmente, Benedini presenterà al primo cittadino una rosa di tre nomi tra cui il sindaco individuerà il futuro assessore. Solo che la scelta, visti i componenti della terna, sembra indirizzata. Come la Gazzetta aveva anticipato nei giorni scorsi, Sodano sarà chiamato a scegliere tra lo stesso Benedini, Giovanni Pasetti, ex presidente della fondazione Mantova capitale europea dello spettacolo e Tonelli. E’ facile arrivare, per esclusione, al nome del critico d’arte. Benedini è già stato assessore ai lavori pubblici nella precedente giunta Sodano e la sua esclusione è stata una delle condizioni per risolvere la crisi che stava pericolosamente incamminandosi verso le elezioni anticipate. Che Sodano voglia avere ancora in giunta un assessore come Benedini con cui si è scontrato in più occasioni e da escludere. Pasetti, dal canto suo, ha già rifiutato pubblicamente l’offerta dichiarando di non essere nemmeno in linea con il pensiero della giunta di centrodestra (del resto, a nominarlo presidente della Fondazione fu l’amministrazione Burchiellaro di centrosinistra e a rimuoverlo è stata quella di Sodano). A questo punto, l’unico nome sul tavolo resta quello di Tonelli. Il sindaco è ormai rassegnato ad accettare la proposta di Benedini; aveva detto che mai avrebbe accettato nomi a scatola chiusa, ma tant’è. La ragion di Stato prevale su tutto e il primo cittadino, pur di salvaguardare l’alleanza, accetta l’ennesima imposizione, così come era stato nell’ottobre dello scorso anno per gli assessori Bondavalli e Maffini. I maldipancia nel Pdl, e non solo, salgono d’intensità di fronte al diktat benediniano e non è escluso che possano tramutarsi in una vera e propria contestazione, almeno da parte di qualche consigliere comunale, verso il sindaco ritenuto troppo prono ai voleri dell’architetto. Addirittura, in consiglio comunale Benedini era stato attaccato dal capogruppo della Lega Nord, Celestino Dall’Oglio, che l’aveva accusato di fare casting come al cinema per la scelta del nuovo assessore. Insomma, il clima in cui Tonelli si appresta ad incontrare il sindaco per ricevere le deleghe assessorili non sembra dei più idilliaci. Ieri mattina Sodano sull’argomento glissava: «Io e Benedini eravamo d’accordo che una volta risolto il problema Bondavalli ci saremmo incontrati perché entrambi abbiamo la volontà di trovare in fretta il nuovo assessore. Domani (oggi, ndr.)? Non so. Dipende dagli impegni». Per ora le deleghe alla cultura e al turismo restano nella mani del sindaco, «ma - precisa - essendo io indaffarato dall’alba al tramonto, come da accordi originari presi con la maggioranza, quelle deleghe sono dei benediniani. Insieme individueremo a chi affidarle». Anche Sodano, però, pare rassegnato a prendere ciò che i civici gli proporranno: «Una terna di nomi? Magari aspetto anche una quaterna, una cinquina e una tombola - scherza - Con questo sistema elettorale le forze politiche suggeriscono, nel bene e nel male, anche le persone che le dovranno rappresentare in giunta. Comunque, ho superato anche questo scoglio e possiamo andare avanti nel nostro faticoso lavoro».Sandro Mortari, 30 gennaio 2013

Querela per l’assessore licenziatoBenedini: la Bondavalli ci ha diffamato. Dopo 105 giorni la miele finisce a carte bollate. Nel mirino del leader dei civici alcune dichiarazioni dalla stampa rese dall’ex responsabile della Cultura, sfiduciata dal movimento arancione. Lei tace, intanto si decide per il successore: Tonelli, Pasetti o lo stesso BenediniMANTOVA. E ora tra Benedini e la Bondavalli finisce a carte bollate. Giampaolo Benedini, leader del movimento civico che l’aveva scelta a metà ottobre per entrare in giunta con le deleghe alla cultura e al turismo, ha querelato Daniela Bondavalli (l’assessore licenziato martedì sera attraverso il messaggio portato da un vigile) inizia una battaglia legale.”LA QUERELO”. L’annuncio è stato dato dallo stesso Benedini con una lettera in cui spiegava i motivi del perché abbia voluto cambiare assessore dopo appena tre mesi. «Abbiamo avuto testimonianze - scrive - di dichiarazioni diffamatorie nei nostri confronti che ci hanno costretti a querelare la Bondavalli» afferma il capo dei civici senza entrare nel merito della vicenda. Nel mirino sono finite alcune dichiarazioni che l’assessore avrebbe rilasciato alla stampa qualche settimana fa. Finiscono così, nel peggiore dei modi, i 105 giorni della reggiana Daniela Bondavalli, arrivata come esperta di marketing territoriale, alla testa dell’assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Mantova. L’esperta scelta personalmente da Giampaolo Benedini per dimostrare che i civici, dopo due anni e mezzo di gestione poco convincente della cultura e del turismo da parte di Sodano e di Chizzini, erano in grado di dare la sterzata in quei settori. La Bondavalli fu nominata il 16 ottobre 2012, e i problemi con i benediniani si manifestano

138Capitolo 3 - 2013

dopo nemmeno un mese. «Non si rapporta con noi, fa tutto di testa sua e non presenta il suo programma» è l’accusa che le viene mossa all’interno del movimento. Benedini rende merito al sindaco di aver fatto di tutto per cercare «prima di ricomporre i rapporti, poi di far riflettere la Bondavalli sull’opportunità di un’uscita di scena senza creare difficoltà». Benedini difende inoltre il suo rapporto con Sodano in questa vicenda che in molti, «strumentalizzando» l’accaduto, hanno voluto leggere come «l’ennesima crisi politica» della maggioranza: «Posso dire che non c’è stato alcun momento di tensione tra noi e il sindaco, che ha perfettamente capito la situazione e, a malincuore, fatto i passi conseguenti». IL SINDACO. «Non ho mai mancato di rispetto alla Bondavalli e lunedì, appena arrivata in consiglio comunale, a lei, e solo a lei, avevo comunicato che avevo firmato il decreto per il ritiro delle sue deleghe». Il sindaco Sodano respinge le accuse di aver atteso che la Bondavalli uscisse dal Comune per notificarle sullo scalone, tramite un vigile urbano, il decreto. «E’ lei che ha fatto ostruzionismo non presentandosi a due colloqui con me e Benedini. In aula le ho detto tutto, ma ha preferito restare». Fatto sta che per tutta la serata, ai giornalisti che gli chiedevano notizie, Sodano ha sempre negato di aver firmato la revoca. TRE IN CORSA. Tutto è ormai pronto in via Roma per accogliere il nuovo assessore alla cultura e al turismo. Che, a questo punto, dovrebbe essere il critico d’arte romano Marco Tonelli, 42 anni. Dopo un paio di colloqui avuti con lui a Mantova, Benedini è convinto di aver individuato la persona giusta per dimenticare la meteora Bondavalli (poco incline a rapportarsi con il movimento e per questo silurata) e avviare il programma culturale che sta a cuore ai civici: portare la Mantova storica nella contemporaneità. L’uomo su cui punta Giampaolo Benedini sarà in città già oggi per un colloquio con il sindaco Sodano. Restano in lizza anche Giovanni Pasetti, presidente della Fondazione Mantova capitale europea dello spettacolo dal 2001 al 2011, e lo stesso Benedini.30 gennaio 2013

26 gennaioValdaro spa torna al centro dell’attenzione. Il contributo di 3 milioni di euro della Regione Lombardia verrà perso. Scontro con la Lega o meglio con Celestino Dall’Oglio che, dopo non molto, entra in giunta.

A rischio i fondi regionali per Valdaro «I soldi freschi sono necessari a Valdaro per tanti motivi. Mi riferisco ai tre milioni che Valdaro spa deve dare al Comune per cofinanziare assieme alla Regione lo scalo intermodale. Se non ci affrettiamo, rischiamo seriamente di perdere quei fondi». Il leader della lista civica, Giampaolo Benedini, interviene nel confronto aperto tra Comune e Provincia dopo l’offerta messa sul piatto dal consorzio Zai di Verona di entrare come socio nella Valdaro spa, chiedendo agli enti mantovani maggior cautela. Ma, soprattutto, di rivedere l’ordine delle priorità. «La priorità è presentare in Regione il progetto dello scalo intermodale con la quota di finanziamento che Valdaro spa dovrebbe dare al Comune – dice Benedini – il progetto esecutivo c’è, perché l’abbiamo fatto in assessorato prima delle mie dimissioni. Quelli che mancano sono i tre milioni della società, senza i quali perderemo anche il finanziamento regionale (altri tre milioni, ndr). Ecco perché dico che ha ragione il presidente Pastacci a dire che servono soldi freschi». Il via libera alla progettazione dell’infrastruttura che darebbe a Valdaro un collegamento con il sistema ferroviario era stato dato dal consiglio comunale nel giugno dello scorso anno (Benedini era ancora assessore), non senza difficoltà all’interno della maggioranza. La Lega aveva votato contro, con l’allora capogruppo Celestino Dall’Oglio che l’aveva definita un’opera «inutile e dispendiosa». E invece secondo Benedini quell’opera non solo è utile, ma renderebbe Valdaro una realtà importante e alternativa allo stesso Zai di Verona che oggi si propone come socio della spa. «Mi sembra che in tutta questa vicenda ci sia un punto da chiarire – osserva l’ex responsabile dei lavori pubblici della giunta Sodano – Si dice che Zai sia molto interessato al porto di Valdaro. Bè, innanzitutto il porto non è gestito dalla Valdaro ma dalla Provincia per conto della Regione e dubito che sia disponibile a cedere il controllo ad altri. Inoltre, se Zai è interessato al porto perché vuole convogliare lì il traffico fluvio-marittimo, per quale motivo vuole entrare nella Valdaro spa che non ha alcuna relazione col porto? Sarebbe sufficiente inserire a Valdaro delle imprese, magari con un accordo che soddisfi tutte le parti, senza troppe complicazioni». E allora cosa propone il leader degli arancioni (forza di governo in via Roma) rispetto all’offerta messa sul tavolo dal consorzio Zai durante l’incontro tra il sindaco di Verona Tosi e Nicola Sodano? «O Zai ci mette i soldi o compra terreni per metterci delle attività che possano far crescere lo sviluppo del comparto creando anche nuovi posti di lavoro» risponde. Benedini rilancia, infine, la proposta di favorire la formazione di un consorzio tra gli operatori del comparto di Valdaro per promuovere lo sviluppo dell’intera zona. Questa era peraltro la mission affidatagli dallo stesso sindaco Sodano al termine della verifica aperta agli inizi del 2012 proprio sul futuro di Valdaro Spa. La versione attuale, però, sembra riveduta e corretta. «Valdaro spa, che possiede i terreni, non ha nulla da temere – sostiene – al contrario deve vedere in un consorzio un buon interlocutore. Le imprese che operano a Valdaro hanno mostrato interesse per la formazione del consorzio. Conoscono meglio le necessità operative e i flussi di merci perché è il loro lavoro. C’è bisogno di reattività immediata, che Valdaro spa non può dare».Nicola Corradini, 26 gennaio 2013

139Capitolo 3 - 2013

4 febbraioLa Cittadella dei Servizi torna ad accendere gli animi. A mio parere è un’occasione per Mantova veramente importante: recuperare un quartiere in degrado, ottimizzare l’apparato gestionale delle Amministrazioni comunale, regionale e della giustizia con un interlocutore solido e credibile come Italiana Costruzioni, rimettere in circolo edifici obsoleti che possono essere recuperati in centro storico a fini abitativi. Il progetto sarebbe affidato a tecnici di livello internazionale; un volano di lavoro veramente importante che si perde proprio quando ce ne sarebbe più bisogno. Quali le critiche e da chi nascono? Il primo detrattore è il Presidente del Consiglio Longfils, detrattore per principio su qualsiasi intervento pubblico riguardante l’area dell’ex ceramica. Poi un architetto e due abitanti del quartiere, che vogliono a tutti i costi un ponte che la Sovrintendenza non vuole e per il quale comunque non ci sono risorse. E poi il PD che finalmente ha cominciato a fare opposizione. Infine Celestino Dall’Oglio, arma di Longfils, che parla di cifre prima ancora che siano state completate le relazioni degli uffici nel merito del progetto. Alla conclusione delle quali emergerà la fattibilità con opportune correzioni, che comunque non avrebbero snaturato il progetto. Ma ormai è troppo tardi. La società, visti i continui tentennamenti del Sindaco, si è dedicata ad altro.

Lega contro Benedini sui guai della Valdaro «È irresponsabile» «La piastra intermodale a Valdaro non serve, è uno spreco di risorse pubbliche». La Lega Nord, per bocca del suo capogruppo in Comune, Celestino Dall’Oglio, si mette di traverso alla strada tracciata dal leader dei civici, Giampaolo Benedini. «E’ un irresponsabile quando sostiene che la Valdaro spa deve dare al Comune i 3 milioni di euro per averne altrettanti dalla Regione in modo da costruire il centro intermodale e il raccordo ferroviario - afferma il lumbard -. Il porto di Valdaro è già attrezzato grazie ai privati. Il problema è mettere a frutto le infrastrutture già presenti, che sono sovrabbondanti rispetto al mercato della logistica. Non dimentichiamo che oggi l’infrastruttura è sottoutilizzata e che il futuro della logistica è tutt’altro che roseo». Cose già dette dalla Lega, ma che assumono un valore particolare soprattutto dopo che il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, appena cinque giorni fa, aveva manifestato l’intenzione degli enti pubbilci e degli imprenditori veronesi di partecipare alla gestione del porto di Valdaro. «I veronesi - ribatte Dall’Oglio - possono già utilizzarlo con le sue ingenti risorse pubbliche. L’importante è mettere d’accordo gli enti pubblici mantovani e veronesi e la Regione Lombardia che ha dato alla nostra Provincia la gestione del porto. E per farlo non servono leggi speciali ma intelligenza. Solo dopo, tutti insieme, si potrà aprire il discorso con i privati per la gestione dell’infrastruttura». In tutto questo, però, una cosa è basilare: «Non costruire la piastra. Non si può far indebitare ancora Valdaro spa, già esposta per 20 milioni di euro. Se sborsa i 3 milioni necessari, significa che il 62% di quella cifra è a carico del Comune che nella società detiene la stessa percentuale di capitale. Il progetto del raccordo ferroviario, nato nel 2005 con l’assessore del Pd Battù, è già obsoleto. Ripeto, i veronesi possono essere accolti al porto con le infrastrutture che già ci sono senza spendere 6 milioni di euro». Dall’Oglio va giù duro con l’ex assessore Benedini: «E’ irresponsabile perché vuole a tutti i costi cementificare 10 biolche di terra a Valdaro solo per avere 3 milioni di fondi pubblici dalla Regione. Vuole forse candidarsi al premio Attila come miglior distruttore del territorio?».Sandro Mortari, 27 gennaio 2013

Benedini replica alla Lega: dovete ripassare la materia «L’irresponsabile è il capogruppo della Lega Celestino Dall’Oglio che parla senza conoscere bene gli argomenti. Ripassi la materia». La querelle sullo scalo intermodale di Valdaro, che rischia di perdere i finanziamenti della Regione (3 milioni) perché congelato dal mancato versamento della quota spettante a Valdaro Spa e Comune, non si smorza. Il leader dei civici arancioni, Giampaolo Benedini, che aveva lanciato l’allarme, replica a Dall’Oglio. «Lo scalo di cui parliamo sarà pubblico e a servizio di tutti i trasportatori, quello esistente è privato ad uso delle sole imprese proprietarie – dice Benedini – Stiamo parlando di uno scalo che potrà essere regolarizzato per container e per il trasporto su treni dei camion. Dall’Oglio dice che è inutile? La Regione la pensa in altro modo, visto che è disposta a investire 3 milioni. Dall’Oglio confonde Valdaro Spa col porto». Intanto interviene il leghista Luca De Marchi: «Perché mai una giunta di centrodestra dovrebbe farsi paladina di un errore del centrosinistra locale? E proprio quelli (Benedini, ndr) che con noi hanno condiviso un percorso di dismissione della partecipata. E pensare che Benedini, da assessore, aveva assunto i panni del liquidatore della Valdaro Spa».28 gennaio 2013 L’idea della Cittadella dei servizi fa parte del programma del leader della lista civica Giampaolo Benedini. È lui stesso, infatti, a parlarne in forma organica per la prima volta nel febbraio di due anni fa sulla Gazzetta annunciando un bando per l’individuazione dell’area. L’idea, che entra subito nel piano opere pubbliche triennale, è di accorpare in un’unica sede gli uffici comunali. La proposta che verrà scelta, quella della Italiana Costruzioni Srl, prevede molto di più. Non solo uffici comunali, ma anche nuovo Palagiustizia e uffici della Regione. La zona prescelta è quella di Fiera Catena, circostanza che suscita subito le proteste del comitato civico del quartiere. L’area interessata è di 40mila metri quadrati. A suscitare grosse perplessità, anche nello stesso Pdl e nelle forze d’opposizione, è il piano economico: il costo complessivo dell’opera è di circa 200milioni.04 febbraio 2013

140Capitolo 3 - 2013

La Cittadella dei servizi? Per il Pd è già tramontata «La Cittadella dei servizi è una pratica da chiudere. Il consiglio comunale l’ha definita opera non strategica e ha negato l’interesse pubblico. L’amministrazione deve terminare la procedura in atto». Fiorenza Brioni, consigliere comunale del Pd, non ha dubbi. Dal suo punto di vista il voto del consiglio comunale su quell’emendamento (che lei stessa presentò in aula lo scorso novembre) al Piano di governo del territorio, che bocciava la proposta di concedere l’autorizzazione ad aumentare di un piano l’altezza degli edifici della Cittadella, equivaleva ad uno stop al progetto. Della Cittadella dei servizi, l’impegnativo piano lanciato dall’allora assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini (ne parlò in modo organico per la prima volta in un articolo sulla Gazzetta nel febbraio 2011), il mondo politico locale sembra nel frattempo essersi dimenticato. Strano, perché il problema dello stato di degrado della zona ex Ceramica e del futuro di questa fetta di città ai confini tra centro storico e lago Inferiore, non è ancora stato risolto. La querelle della Cittadella dei servizi a Fiera Catena, inoltre, è stato un tormento all’interno della stessa coalizione di maggioranza, visto che all’interno dello stesso Pdl non mancano le voci critiche (o apertamente e profondamente contrarie) alla realizzazione del centro servizi con tanto di uffici giudiziari. Il sindaco Nicola Sodano sa che l’argomento è una patata bollente per la solidità della coalizione che lo sostiene. Tanto che lui stesso, subito dopo l’epifania, si era mostrato molto prudente nell’inserire il progetto da 200 milioni (che coinvolgerebbe economicamente, oltre allo stesso Comune, anche il ministero di Grazia e giustizia e la Regione) nei programmi dell’amministrazione. «La Cittadella dei servizi? C’è stato lo stop dell’aula, prima di riparlarne in consiglio gli uffici dovranno terminare l’istruttoria in corso e poi sarà necessario un passaggio in giunta» spiegò il sindaco. Tutti (o quasi) parlano di stop del consiglio comunale, ma l’iter del progetto, seppur arenato, è aperto. Lo scorso luglio l’impresa che si propone per costruire il complesso (Italiana Costruzioni gruppo Navarra) ha inviato progetto e piano finanziario dell’opera. La forma di finanziamento è il leasing in costruendo, formula che prevede il rimborso con soldi pubblici delle spese sostenute dal costruttore per opere giudicate di utilità pubblica. Il Comune avrebbe dovuto rispondere entro tre mesi. Lo ha fatto oltre il termine previsto con richieste di integrazione al progetto da parte dell’assessorato ai lavori pubblici. L’impresa non ha ancora risposto. Nel frattempo, l’aula ha approvato due emendamenti alle osservazioni sull’area che sembrano segnare il destino della Cittadella nell’ex ceramica. Una, presentata da Giuliano Longfils (Pdl) all’osservazione 29, esclude che sia da considerarsi di pubblica utilità. (28 sì, 3 contrari e 2 astenuti). L’altra (la 32), quella della Brioni, che cancella la definizione di progetto strategico attribuita alla Cittadella (20 sì e 19 no, determinanti i voti di Longfils e Linardi). «Sono caduti i presupposti per il leasing in costruendo» dice la Brioni. Non tutti sono d’accordo. A partire dal capogruppo Pdl, Carlo Acerbi, come spiega nell’articolo a fianco. L’assessore all’urbanistica Marco Cavarocchi per ora non parla. I vari tentativi di contattarlo telefonicamente sono falliti.Nicola Corradini, 04 febbraio 2013

«Mi devono spiegare i consiglieri comunali e le segreterie di partito quali sono le ragioni per le quali vogliono dare un calcio ad un’opportunità di lavoro che ci viene offerta da lontano. Perché non capiscono che stiamo perdendo l’ennesima occasione di fare un intervento di qualità?». Giampaolo Benedini prende la parola sulla vicenda della Cittadella dei servizi, una delle colonne del programma di governo dei civici. Ha letto della posizione del Pd, secondo la quale il consiglio si è già espresso sulla non strategicità dell’opera. Interpretazione che respinge. «Secondo me il consiglio si è solo espresso sull’osservazione che chiedeva di portare da tre a quattro i piani degli edifici – dice l’ex assessore ai lavori pubblici – ma escludo che si possa trarre le conclusioni che ha tratto il Pd senza che vi sia la disamina delle caratteristiche e degli aspetti economici del progetto. Se così fosse, il consiglio si sarebbe espresso su qualcosa che non conosce». Ma Benedini sa bene che anche qualche consigliere di maggioranza nutre forti perplessità. E qui l’architetto è inflessibile. «Se la maggioranza non ci dovesse essere su un’opera come questa, allora tanto varrebbe andarcene tutti a casa – avverte – Io davvero non capisco. Da anni gli organismi giudiziari chiedono un palazzo di giustizia funzionale. E, ancora, buona parte degli edifici che ospitano gli uffici comunali non sono a norma per le barriere architettoniche e non sono antisismici e lo stesso vale per quelli regionali. Arriva da parte di una società seria, la Italiana Costruzioni, una proposta di leasing in costruendo e ancor prima di avere gli elementi conoscitivi già viene bocciata da qualcuno. Poi ci lamentiamo se succede quanto vediamo alla Burgo. Questa città butta via le occasioni di lavoro». Ma l’impresa, per la verità, non ha ancora risposto alle richieste di integrazione dell’assessorato ai lavori pubblici, facciamo notare. «I giornali li leggono anche loro – risponde secco – L’opposizione fa il proprio mestiere e ci può stare. Ma se non arrivano segnali chiari dalla maggioranza o dalla stessa amministrazione ...». C’è dell’altro. «Sono disgustato – dice – dalle esternazioni strumentali di miei colleghi strettamente legati a gruppi politici che hanno il coraggio di insultare e criticare dopo aver abbondantemente deturpato la nostra città e che continuano a farlo in zone delicate con edifici inutili e proposte invasive».

Affondo pesante, gli diciamo. A chi si riferisce? Ma Benedini non lo dice.La cittadella dei servizi surriscalda ancora il consiglio comunale e rischia di provocare gravi fratture nella maggioranza di centrodestra. Ad accendere le polveri, ieri sera in aula, è stato il capogruppo della Lega Nord, Celestino Dall’Oglio, intervenuto, in sede di comunicazioni, per attaccare duramente il leader dei civici Giampaolo Benedini. Nel mirino, le sue affermazioni alla Gazzetta circa la necessità di approvare il progetto della cittadella dei servizi a Fiera Catena, pena lo scioglimento dell’amministrazione comunale. «Benedini è un esterno che sta condizionando la giunta è questo è intollerabile» ha affermato Dall’Oglio, che ha contestato anche il paralello che il civico ha fatto tra la cittadella e la

141Capitolo 3 - 2013

Burgo come occasione di lavoro per la città: «Quel paragone è fuorviante - ha tuonato mentre i consiglieri del gruppo benediniano alle sue spalle cominciavano a rumoreggiare -. La cittadella, inesistente nel nostro programma elettorale, sarebbe un’opera improduttiva che con un debito di 200 milioni di euro porrebbe Mantova in bancarotta, come è avvenuto a Parma». Mentre proseguiva nel suo intervento, i benediniani aumentavano l’intensità del loro disappunto gridando «basta, basta», «vergogna». Dall’Oglio non li ha ascoltati e, mentre dall’opposizione si levavano applausi di approvazione, ha continuato: «La delibera del consiglio comunale, proposta dal Pd, che negava la strategicità di quell’opera, non può essere attenuata dal privato cittadino Benedini». Dal Pdl e dal sindaco non vi è stata alcuna reazione. Sodano, però, aveva già fatto conoscere il suo umore nero a Benedini in mattinata, chiedendo di precisare pubblicamente le sue dichiarazioni; quando, nel pomeriggio, Benedini ha smussato gli angoli («volevo dire che non affrontare seriamente il progetto sarebbe molto grave e deludente»), il primo cittadino lo ringraziava, via e-mail: «La precisazione mi mette in condizione di porre il freno davanti ai tentativi di risposta contro di te. Io sono per la cittadella ma ovviamente contrario ai ricatti». Nonostante questi screzi, quella di ieri è stata la giornata del voto all’unanimità: tre pratiche (protocollo contro la violenza sulle donne, ordine del giorno sulla Grande Mantova e regolamento per l’erogazione dei sussidi) sono stati approvati in maniera bipartisan. Nel finale, però, un altro scontro ha squassato la maggioranza. Il capogruppo del Pdl, Acerbi, si è visto trasformare in raccomandazione (fatta propria dal sindaco), «su pressione di Longfils», il suo ordine del giorno sulla rateizzazione delle rette degli asili nido per i figli di cassintegrati o licenziati: «Prendo atto della sua insipienza politica e amministrativa nel gestire i lavori». Longfils, allibito, ha replicato: «Sta scherzando?». Il sindaco ha annunciato di aver delegato de Marchi al progetto (senza portafoglio) relativo allo sportello per le vittime di reato, da aprire all’Aster.Sandro Mortari, 07 febbraio 2013

Cittadella dei servizi, la Lega rincara la dose «Il sindaco Sodano deve essere chiaro sulla cittadella dei servizi: la vuole o no?». A chiamare allo scoperto il primo cittadino sul palazzo che a Fiera Catena dovrebbe riunire tutti gli uffici del Comune, della Regione e financo il Tribunale, è il responsabile enti locali della Lega cittadina, nonchè ex assessore al turismo, Vincenzo Chizzini. A toccare un nervo scoperto dell’amministrazione Sodano era stato il capogruppo del Carroccio, Celestino Dall’Oglio. L’altra sera, in aula, si era scagliato contro il leader dei civici ed ex assessore, Giampaolo Benedini, strenuo sostenitore dell’opera che, invece, per il lumbard «rischierebbe di portare Mantova alla bancarotta». Il capogruppo aveva anche definito «inaccettabile che un esterno come Benedini stia condizionando la giunta». «Sono in piena sintonia con Dall’Oglio - dice Chizzini - perché quella cittadella potrebbe davvero portare il Comune ad indebitarsi. Inoltre, il trasferimento di uffici pubblici, potrebbe impoverire ancora di più il centro. Quello, però, che mi ha sconcertato è stata l’e-mail del sindaco a Benedini, nella quale c’è una frase sibillina che va chiarita al più presto». L’ex assessore si riferisce al passaggio in cui il primo cittadino si dichiara «per la cittadella ma ovviamente contrario ai ricatti». Parole pesanti per Chizzini: «Il sindaco sia chiaro - è il suo invito - dica se vuole o no la cittadella dei servizi e risponda a tono alle pressanti richieste di Benedini per mostrare chi, in Comune, ha in mano il mazzo. La gente è confusa. E così credo lo siano anche i funzionari del Comune che stanno esaminando il progetto presentato da Italiana costruzioni. Non si capisce ancora, infatti, se il Comune voglia impegnarsi o meno per quell’opera». Il terreno rischia di farsi molto scivoloso per l’Amministrazione comunale. Il consiglio comunale, in sede di Pgt, aveva votato contro quell’opera ritenendola non più strategica. Con il Pd si erano schierati anche esponenti del Pdl, come il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils e il presidente della commissione cultura Rocco Linardi. L’imbarazzo, insomma, nel partito di maggioranza relativa si taglia con il coltello. Sandro Mortari, 08 febbraio 2013

17 febbraioL’assessore Marco Tonelli comincia il suo lavoro.

Il contemporaneo per far crescere i visitatori in città Per dirla con un eufemismo, è arrivato in un periodo delicato. E si è seduto su una poltrona che è stata di Daniela Bondavalli per pochi mesi, tutti spesi fra polemiche incomprensibili rispetto alle esigenze della città. Esigenze che negli ultimi anni sembrano sospese fra l’oggettiva difficoltà finanziaria del Comune e la soggettiva difficoltà della giunta Sodano nell’imprimere un segno alle politiche culturali. La città della Celeste Galeria, delle mostre su Giulio Romano e Leon Battista Alberti sembra piegata su se stessa. Marco Tonelli, assessore alla cultura fresco di nomina, è arrivato da Roma forte della sua conoscenza di arte contemporanea. E alla Gazzetta spiega, in attesa di terminare il giro di incontri con gli uomini chiave della cultura cittadina, di voler imprimere una svolta. Lui proverà a creare a Mantova un polo di interesse legato all’arte contemporanea che dialoghi con la storia. Assessore, ci può raccontare quali circostanze l’hanno portata qui? «Arrivo a Mantova per una serie di circostanze fortuite. Pietro Ferrazzi mi ha contattato comunicandomi di essere in cerca di un nuovo assessore perché i rapporti con la Bondavalli rischiavano di essere ormai compromessi. E’ successo a metà novembre, fine novembre al massimo. Insomma, stavano valutando l’eventualità di una sostituzione. Da subito ho capito che il Comune cercava un assessore che venisse da fuori. Ho capito che, in qualche modo, il fatto di essere di Mantova era diventato un problema. Mi hanno detto che la situazione era delicata e che

142Capitolo 3 - 2013

l’idea era quella di cercare una persona che si occupasse per studio e per lavoro di un aspetto particolare della cultura: le mostre e la scrittura di storia dell’arte». E’ il suo profilo. «Ho una propensione per il contemporaneo, me ne occupo in modo prevalente. Conosco direttamente artisti anche importanti, e dopo il primo incontro per parlare di Mantova ho spiegato che avrei potuto indirizzare le scelte proprio verso la contemporaneità. Faccio a meno di aggiungere che lo farò tenendo in massima considerazione la storia della città, vero?». Può spiegare più nel dettaglio quali sono i suoi intenti? «Sia chiara una cosa importante: io non farò sbarcare i marziani in città. Tutto quello che farò succedere, insieme ai colleghi del Comune, sarà comunque rapportato al periodo gonzaghesco». Come intende procedere? «Voglio coinvolgere chi si occupa di cultura a Mantova. Ne sto parlando con chi mi sostiene in Comune (cioè i civici legati all’architetto Giampaolo Benedini, ndr). Incontrerò presto la sovrintendente Paolozzi Strozzi, Angelo Crespi per il Te e monsignor Brunelli per il Diocesano. Vorrei cercare di dialogare con le istituzioni». Cosa proporrà ? «Un programma di importanti artisti contemporanei. Non ci sono i capitali per grosse mostre, ma è possibile portare a Mantova opere di grandi personaggi che dialoghino con la storia e i monumenti della città». Poi c’è la musica... «Infatti. Lavorerò per occupare il vuoto che ho notato esserci in un ristretto campo della musica. Qui c’è la lirica, c’è la classica, c’è il jazz. Ma manca un programma di musica contemporanea. Ecco, vorrei portare produzioni importanti spalmando gli eventi durante tutto l’anno. Penso ad esempio a Philip Glass, a Fresu. Alle videoinstallazioni di Fabrizio Plessi. E mi chiedo perché mai non sia stata colta l’occasione di avere a Mantova la mostra di fotografie di Candida Hofer». Il Centro Te è uno snodo essenziale per le politiche culturali: ma oggi è in una posizione di stallo. Come intende lavorare? «In effetti la situazione è abbastanza delicata. Perché c’è il Centro Internazionale, ma nel palazzo c’è anche il Comune, che è il proprietario. E l’Amministrazione potrebbe utilizzare gli spazi - a parte le Fruttiere, dunque - che non sono di competenza del Centro. Io vorrei creare occasioni per avere al Te artisti che siano in grado di confrontarsi con la storia della città. Ma non entro al Te per rompere. Piuttosto per integrare». Ci sono anche le collezioni del Te. «Ne ho parlato con Benetti, Benedini e la Paolozzi Strozzi. Mi piacerebbe valorizzarle secondo una logica museale, risistemarle all’interno di palazzo Te. L’idea è quella di un museo della città che vada dagli egizi alle collezioni di inizio ‘900, fino ad artisti collezionati nel ‘900. Attualmente si tratta di collezioni difficilmente fruibili: sto mettendo insieme le forze per renderle più appetibili e fruibili». Si sarà già reso conto che gli spazi sono un problema. «Forse già nei prossimi giorni incontrerò Banali per parlare dei progetti del Mac. Ma guardi che il discorso sugli spazi è per forza di cose di lungo respiro: prima bisogna creare le condizioni giuste, specie per l’arte contemporanea». E cioè: prima si crea un pubblico e si rende Mantova polo d’attrazione. E’ così? «Sì. Mantova è straordinaria, ma quello che succede qui non esce, non buca. Conviene, a costo di fare anche cose per così dire enigmatiche, attrarre un pubblico esterno con eventi inediti per Mantova. Voglio portare una maggior consapevolezza della cultura legata alla contemporaneità. Creato un pubblico, l’ipotesi di un museo sarebbe concreta». Enrico Comaschi, 17 febbraio 2013

«Qui cerco l’integrazione fra il passato ed il futuro» Sopralluogo dell’artista Fabrizio Plessi a palazzo Te in vista di una sua installazione Reggiano, specializzato in video: «Lavorare qui? Una sfida e un grande onore» Nemmeno il tempo di annunciarlo, con l’articolo dei giorni scorsi sulla Gazzetta di Mantova, che Fabrizio Plessi, artista reggiano specializzato in video-installazioni e molto apprezzato sia in Italia che all’estero, si è presentato a palazzo Te per un primo sopralluogo in vista di un suo “intervento”. A volerlo a Mantova è stato il nuovo assessore alla cultura del Comune, Marco Tonelli, che proprio con i lavori di Plessi intende dare il via ad una serie di quattro “mostre-performance” di artisti contemporanei al Te. Dopo Plessi, nell’agenda di Tonelli ci sono le fotografie di Candida Hofer, oggi in esposizione a Londra; la video-art di Bill Viola; gli “alberi” di Giuseppe Penone che nei prossimi mesi saranno ospitati a Versailles. La visita di Plessi è servita per un primo contatto dell’artista con il palazzo, accompagnato da una guida d’eccezione: Stefano Benetti. Plessi, molto impressionato dalla sala dei Giganti, ha parlato sia con Tonelli che con Pietro Ferrazzi, consigliere comunale della lista di Giampaolo Benedini. «Devo dire - ha detto l’artista al termine del giro nelle sale di palazzo Te - che lavorare qui è una sfida straordinaria, stupenda. Ora, chiaramente, non posso dire dove lavorerò o cosa farò con esattezza, però mi metterò subito al lavoro». «E siccome prima di proporre una sua installazione Plessi disegna moltissimo - ha aggiunto Tonelli - è anche possibile proporre al pubblico questo materiale di studio». «Io penso - ha ripreso Plessi - che il compito più importante per un artista contemporaneo sia quello di non guardare soltanto al futuro, ma che sia ugualmente importante mantenere uno sguardo, una coscienza, rivolto al passato e alla storia. Infatti, secondo me, in un mondo in cui nulla è più sicuro, nemmeno il modo di guardare all’arte, è sempre bene volgere lo sguardo a quello che è stato. Per poi, s’intende, lasciare il proprio segno». Stando proprio al centro della sala dei Giganti, Plessi ha precisato che «sarebbe sciocco far finta che tutto questo splendore non sia mai esistito, o che sia semplicemente passato. Io sono alla ricerca di una linea di continuità, sono alla ricerca dell’integrazione perfetta. Ecco, per dirla ancora meglio, sono alla ricerca di una splendida convivenza impossibile». L’impressione che fa palazzo Te è notevole, grazie anche ai velocissimi lavori di ripristino dopo il terremoto, nonostante basti posare lo sguardo sui fogli di sala (fotocopie malridotte) o su alcune targhette scollate, come testimoniano le due fotografie che pubblichiamo in queste due pagine, per comprendere quanto sarebbe il lavoro ancora da fare per portarlo al livello che merita. Tornando alle mostre che Tonelli intende organizzare a palazzo Te, l’obiettivo dell’assessore è quello di portare a Mantova eventi e mostre in grado di dare un segno nuovo, quello della contemporaneità, e di portare pubblico nuovo in città. «Ma l’idea della contemporaneità - ha spiegato in proposito Tonelli - non può essere

143Capitolo 3 - 2013

valida se scollegata all’incredibile patrimonio storico e artistico di Mantova». Enrico Comaschi, 23 febbraio 2013

Taglio ai fondi del Centro Te Ora Crespi ha meno ossigeno Passeggiando lungo il marciapiede di palazzo Te sembra proprio di sentire un rumore. O meglio, un cigolio, una specie di lamento. E’ un filo teso, che si fa sempre più teso e ora rischia seriamente di spezzarsi: quello che lega il Comune, proprietario del palazzo, e il Centro internazionale, che dal 1990 si occupa di organizzare mostre, eventi e elaborare proposte culturali ed idee per la città. Non che la guerra sia stata dichiarata, ma quelli che fino a pochi mesi fa potevano essere catalogati come normali contrasti, oggi assumono la consistenza di un’onda in alto mare. Ancora poco visibile, ma che va crescendo. Quello che sta succedendo è che il nuovo assessore alla cultura, Marco Tonelli, non intende consegnare al Centro internazionale tutto il borsellino delle spese culturali. Giorni fa è arrivata la richiesta del presidente del Centro, Angelo Crespi, di avere 200mila euro da destinare all’attività del 2013. La risposta garbata ma ferma è stata in sostanza la seguente: il Comune non è una banca e non intende delegare al solo Centro Te le politiche culturali della città. Sì, perché è quella la somma di cui, euro più - euro meno, dispone l’assessorato per fare il suo lavoro. Proprio nei giorni scorsi, Tonelli aveva spiegato alla Gazzetta di avere un programma di mostre ed esposizioni da proporre autonomamente a palazzo Te. Per dirla meglio: negli spazi che non sono di competenza del Centro che, ad oggi, dispone delle Fruttiere e degli uffici. Concorrenza? Sfida a Crespi, che in passato non ha nascosto un certo disagio per la stretta finanziaria del Comune nei confronti del Centro? Ci sono tanti modi per interpretare la determinazione di Tonelli, ma non si può certo credere che l’assessore fresco di nomina abbia parlato a sproposito o a titolo personale. Che l’aria intorno a Crespi si sia fatta meno ossigenata, del resto, è cosa che si percepisce anche solo chiacchierando con l’interessato. E Tonelli è venuto a Mantova, ha detto alla Gazzetta, per fare l’assessore, cioè per governare le politiche culturali. Diversamente, lo dice lui stesso, sarebbe rimasto a Roma. Invece è “in cattedra” chiamato da Giampaolo Benedini a prendere il posto della sfortunata Daniela Bondavalli. Ad essere maliziosi si potrebbe pensare ad un atto di forza di Benedini (non sarebbe il primo), che vorrebbe scardinare l’asse fra via Roma, cioè fra il sindaco Nicola Sodano, e il Centro Te, cioè Crespi. Rimanendo terra-terra, si può anche pensare che il Comune - non tutta la maggioranza, ma una parte certamente sì - abbia ormai a fastidio la pratica di riversare risorse, anche se certo non consistenti come in passato, per alimentare il Centro. In proposito, una vocina ricorda che il Centro ha una struttura decisamente importante, con cinque dipendenti e molto spazio nel palazzo, e che, soprattutto, anche grazie alla sua struttura societaria, dovrebbe essere in grado di trovare da sè i fondi per le mostre. E questo non accade, o accade solo minima parte. Non dimentichiamo che Crespi, inaugurando una recente mostra alle Fruttiere, ebbe a precisare che concedere lo spazio gratis ad artisti o galleristi è un modo per rivitalizzarlo e riempirlo. Una considerazione che a quanto pare non piace a Benedini e ai suoi, che vorrebbero cambiare rotta. E, dunque, che il Centro Te impari a recuperare soldi, compito per cui fra l’altro c’è una delegata, Annalisa Baroni, e che impari a non dipendere completamente dal Comune. Anche perché non va dimenticato che il Comune non sostiene solo il Centro Te, ma anche la Fondazione Artioli e la Fondazione Alberti: la corrente di pensiero riconducibile ai benediniani è quella di concentrare le risorse e di fare scelte più mirate. Con la risistemazione di palazzo Te al primo posto. Non è strano, allora, rileggere la prontezza con cui Tonelli ha fissato i suoi obiettivi, incentrati sul contemporaneo. Le fotografia di Candida Hofer, le video installazioni di Fabrizio Plessi, i lavori di Bill Viola e gli alberi di Giuseppe Penone. Con l’obiettivo, ha precisato l’assessore alla Gazzetta, «di sprovincializzare, focalizzare e dare senso storico agli eventi e alle mostre che utilizzano il nobile spazio di palazzo Te». Questo mentre il comitato scientifico del Centro si appresta a varare una politica che, seguendo suggestioni sanremesi, potremmo ribattezzare “Monoquadro”: una singola opera ogni mese in esposizione, iniziando dalla Giuditta di Klimt. Va da sè che, a questo punto, si crei un dualismo.Dualismo sbilanciato dalla parte di chi può disporre delle risorse, nonostante, in realtà, il problema sia proprio quello delle scelte storico-artistiche. Per farle breve: i vestiti della Callas o un singolo quadro, sia pure prestigioso, non vanno bene ai benediniani, di cui Tonelli è espressione. Sembra proprio, insomma, che le bufere di neve, questa volta politiche, siano destinate a durare ancora, ben al di là del confine stagionale. Come reagirà Crespi al taglio dei finanziamenti? Di sicuro non farà i salti di gioia, anche perché da tempo manifesta un certo disagio per la scarsità dei fondi che arrivano dal Comune. E il sindaco cosa dirà? La sensazione è che Tonelli si appresti ad integrare (qualcuno potrebbe anche suggerire un più efficace “sostituire”) le scelte del Centro che giudica inadeguate. «Certo, il Centro Te ha smesso di funzionare da un po’, certo non trovano le risorse che dovrebbero trovare, certo le mostre finanziate con i soldi del Comune non sono state sempre all’altezza, ma come si fa a liquidare un ente che ha fatto la storia recente di Mantova?»: questo dice un’autorevole fonte del Comune, e lascia capire che il braccio di ferro potrebbe anche non rompere la famosa corda in nome degli equilibri politici e in nome dell’immagine del Te, anche per rispetto al comitato scientifico. L’equilibrio, però, appare più precario che mai.Enrico Comaschi, 23 febbraio 2013

144Capitolo 3 - 2013

21 e 22 febbraioSi parla della ciclabile sul cavalcavia. Il progetto elaborato durante il mio mandato, che andava imposto all’impresa lottizzante a Belfiore e che era stato approvato in giunta, viene sostituito dal mio successore. Mi chiedo: può essere una Amministrazione così ondivaga?

Vertice con l’impresa, ma si rischia di ripartire da capo «La ciclabile sul cavalcavia è rimasta sulla carta per troppo tempo. La prossima settimana chiameremo l’impresa che sta realizzando l’insediamento di via Monsignor Martini, la Montmartre, per chiudere la partita». Certo l’assessore Marco Cavarocchi sa che dichiarazioni d’intento come questa sono già uscite parecchie volte dall’assessorato alle opere pubbliche. E non solo con questa amministrazione. La giunta Sodano ha affrontato la questione, quando assessore era Giampaolo Benedini. Addirittura il 12 ottobre del 2011 la giunta approvò l’ipotesi progettuale che prevede una ciclabile che fiancheggia il cavalcavia sul lato destro (dando le spalle alla città). Seguirono incontri con le associazioni, Amici della bicicletta compresa, e nel maggio del 2012 l’assessorato annunciò che avrebbe incontrato l’impresa per l’ennesimo ultimatum. Di piste, però, non ne sono saltate fuori. Cavarocchi spiega che «con l’impresa discuteremo l’ipotesi migliore tra quelle che sono circolate in questi anni». Ripartirete da zero? «Ma no, discuteremo con loro sul come e dove farla – dice Cavarocchi – nessuna delle ipotesi progettuali era ufficiale». Rispondendo al Club Tre Età, Cavarocchi spiega che il contratto di quartiere di Borgochiesanuova, come quello di Lunetta, è stato rallentato dal patto di stabilità. «Abbiamo i soldi ma non possiamo spenderli – spiega – l’anno scorso abbiamo messo in sicurezza via Miglioretti, la strada delle scuole. Abbiamo dovuto fermarci per rispettare il patto. Ora stiamo decidendo quale opera del Contratto realizzare quest’anno. Sono naturalmente disponibile ad organizzare un incontro per spiegare la situazione, ma dovendo rivedere il cronoprogramma preferisco attendere di conoscere quello che effettivamente potremo fare prima di confrontarmi con i cittadini». Cavarocchi concorda sulla situazione pesante della lottizzazioni incompiute tra Dosso del Corso e Belfiore. «L’ abbiamo ereditata, come altre, dalle amministrazioni precedenti – spiega – abbiamo fatto richiami all’impresa, ma persino la fideiussione sembra essersi volatilizzata». Cavarocchi, però, annuncia che il Comune intende «escutere la fideiussione di circa un milione dall’impresa del Pru di Borgochiesanuova (2002), l’Unieco, per realizzare noi il sottopasso pedonale ad altezza dell’Istituto Fermi».21 febbraio 2013

La Uil pensionati va all’attacco «Ritardi assurdi per la pista»«È incomprensibile come non si riesca a risolvere il problema della sicurezza dei ciclisti del cavalcavia di Belfiore . Ci hanno provato gli assessori Battù prima e Benedini poi, ma il risultato è che ancora quell’opera non è stata fatta. Chiediamo un incontro urgente con l’assessore ai lavori pubblici Cavarocchi». Lo dichiara Enrico Grazioli, della segreteria provinciale di Uil pensionati, organizzazione che nel 2003 raccolse, con il comitato di Borgo Angeli, un fiume di firme per la costruzione della pista. «Sul cavalcavia la sicurezza è da sempre un optional per i ciclisti. In questi anni non si è fatto niente, nemmeno la ciclabile concordata con i lottizzanti di viale monsignor Martini. Ma la costruzione di una sola pista non basta. Occorre allargare la sede stradale e costruire un rondò sul cavalcavia con più ciclabili per Pompilio, Dosso del Corso e Angeli. Era stato redatto, dalla Giunta Brioni, un progetto idoneo cancellato dall’attuale amministrazione». Grazioli ricorda infine «che da un biennio giacciono, ignorati, in Comune due ordini del giorno sull’argomento firmati da trenta consiglieri di maggioranza e opposizione».Intanto Giampaolo Benedini si dice stupito per le dichiarazioni del suo successore Marco Cavarocchi. «Dice che incontrerà le imprese lottizzanti per discutere con loro su come e dove fare la ciclabile ? Ma la giunta ha già preso una decisione nel 2011 –dice Benedini – capisco che con il cambio di amministrazione, da Brioni a Sodano, si possano rivedere delle scelte, ma non all’interno dello stesso mandato. La soluzione prescelta era la ciclabile a lato del ponte. L’ipotesi progettuale, fatta proprio dall’assessorato, venne consegnata all’impresa che si oppose dicendo che era troppo costosa. Noi abbiamo più volte intimato di iniziare i lavori, visto che avrebbero dovuto farlo anni prima. Non capisco, Cavarocchi vuole ignorare una decisione di giunta?».La sede Aster in Mondadori Benedini frena Il leader dei civici Giampaolo Benedini è contrario alla sede Aster in una palazzina di piazzale Mondadori. La vuole nella progettata Cittadella dei Servizi. 22 febbraio 2013

145Capitolo 3 - 2013

24 febbraioSi riparla di Esselunga.Ecco come affossarla e, soprattutto, come trovare una soluzione peggiorativa per la viabilità.

Esselunga e Comune trattano Dal piano spariscono due rondò La rivoluzione viabilistica di Porta Cerese, legata alla costruzione del supermercato Esselunga di fianco allo stadio Martelli, si farà. O, quantomeno, l’amministrazione comunale va avanti spedita in questa direzione nonostante gli annunciati ricorsi al Tar da parte di Italia Nostra e del Pd. Proprio mentre il gruppo dei democratici, l’altro pomeriggio, annunciava ufficialmente di avere già incaricato un legale di studiare il ricorso da presentare nel giro di una settimana al Tribunale amministrativo regionale contro la realizzazione del market al posto del vecchio palasport, nella sede dell’assessorato alle opere pubbliche in via Visi si teneva un’altra riunione. Nell’ufficio dell’assessore Marco Cavarocchi sono arrivati il suo collega al traffico Espedito Rose e i tecnici dell’impresa Vittoria, che sta materialmente seguendo il progetto per conto del gruppo di Bernardo Caprotti. Incontro non proprio pubblicizzato, come non lo sono stati quelli avvenuti nelle scorse e settimane tra l’impresa e lo stesso sindaco Nicola Sodano. Il vertice in via Visi era operativo. L’impresa ha presentato agli assessori e ai tecnici del settore opere pubbliche alcune ipotesi relative alle infrastrutture viabilistiche che verranno realizzate all’ingresso sud della città. L’idea base era già circolata nei mesi scorsi. La piantina con i cinque rondò e i due sottopassi che facevano da cardini di un circuito stradale che coinvolgeva via Visi, viale Isonzo e viale Risorgimento, oltre che piazzale Porta Cerese era stata illustrata pubblicamente dall’ex assessore Giampaolo Benedini nel corso di un’assemblea serale organizzata dalla Gazzetta (che aveva peraltro già pubblicato la mappa tempo prima). Si trattava di un progetto realizzato dall’impresa, tanto che lo stesso Cavarocchi aveva osservato che in assessorato non c’erano progetti. Venerdì, però, sono emersi elementi di novità. Innanzitutto, sono circolate le prime stime dei costi presunti. A seconda dell’ipotesi progettuale prescelta, la spesa varia tra i 6 e i 10 milioni. Si tratta di lavori che compirebbe la stessa impresa al posto degli oneri di urbanizzazione. Ovviamente la ditta ha un interesse specifico: creare un sistema viario in grado di portare nel modo più semplice e diretto possibile i potenziali clienti nel supermercato. Il ragionamento dell’amministrazione è un altro: far costruire al privato le costose infrastrutture in grado di fluidificare il traffico di uno dei punti di maggior criticità del sistema viario cittadino. Le lunghe e fumose code che si formano negli orari di punta in via Parma e in piazzale Porta Cerese, in corrispondenza del passaggio a livello e dell’incrocio con via Brennero, sono un vecchio problema irrisolto. Va detto che non tutti, in città, concordano su questa linea. Non lo sono, ad esempio, i comitati di Valletta Valsecchi e Fiera Catena che prevedono un forte aumento di traffico nella zona. Tanto che già si erano espressi contro l’ipotesi di sottopasso elaborata dalle precedenti giunte di centrosinistra. Ma l’amministrazione Sodano non intende fermarsi. I due assessori, però, hanno voluto vedere tutte le ipotesi progettuali alternative a quella originaria. Alternative e meno impattanti. Uno dei disegni progettuali, ad esempio, esclude due dei cinque rondò previste. Verrebbero eliminati quelli sui viali a ridosso dello stadio. Verrebbe in altre parole eliminata quella grossa rotatoria attorno al Martelli che, effettivamente, non sembra avere una funzione utile alla fluidificazione del traffico d’ingresso in città. Non si parla nemmeno di ciclabili, che invece sono fondamentali in una città dove il traffico su due ruote è, fortunatamente, molto diffuso. Un’altra ipotesi sposterebbe il traffico su via Brennero, soluzione che però solleva parecchie perplessità. Il materiale è ora allo studio dei tecnici delle opere pubbliche. Un nuovo incontro, forse quello della scelta, è fissato tra una quindicina di giorni. Nicola Corradini, 24 febbraio 2013

27 febbraioUna mia lettera sulla cittadella dei servizi e successivo intervento del Patto Nuovo per Mantova, di cui è ora presidente l’architetto Dino Nicolini, il quale fa finta di non aver capito ciò che ho detto e cioè che le valutazioni economiche vanno fatte in un quadro complessivo. Quadro piuttosto complesso dal momento che sono coinvolti tre Enti (Comune, Regione e Ministrero di Grazia e Giustizia) e che la manutenzionie, le spese di gestione e gli oneri finanziari coinvolgono un arco temporale di vent’anni. Quanto scritto dal Patto Nuovo è assolutamente disgustoso, provocatorio e fuorviante:- quando dice “paga 1 e compra 2” non mette in conto che le proprietà immobiliari cedute dal Comune andrebbero a ridurre l’impegno economico, non solo della parte comunale ma anche per gli altri Enti; - poi dichiara che Regione e Ministero non hanno manifestato interesse (documentabile invece).Se non c’era interesse da parte del Ministero perché Nicolini ha fatto due progetti con il suo cliente Lafelli, prima per la sola Procura e poi per tutto il Palazzo di Giustizia? Vergogna…

L’alternativa suggerita dal Patto Nuovo di via Frattini è assolutamente impraticabile per più ragioni: - la posizione è troppo centrale e comporterebbe problemi di traffico;- sul piano funzionale servirebbero almeno 700 mq aggiuntivi rispetto a quelli di una nuova costruzione, non essendo possibile ottimizzare gli spazi trattandosi di un recupero di edificio esistente, oltretutto vincolato;- volendo comunque credere sufficienti gli spazi, il costo di restauro fattibile è almeno 2300 euro al mq Considerando

146Capitolo 3 - 2013

la complessità impiantistica, a questa cifra si deve aggiungere il costo di acquisto, almeno altri 1200 euro al mq. Vuol dire un costo stimato di 22.750.000 di euro. Quindi molto vicino a quanto indicato per la soluzione dell’impresa Italiana Costruzioni, che fra l’altro potrebbe essere oggetto di ribasso; - credo comunque che il Comune non avrebbe avuto le risorse per affrontare tale progetto ma, anche avendole, non avrebbe potuto spenderle per via del patto di stabilità. Invece le spese per il leasing in costruendo non sono soggette al patto di stabilità e soprattutto la soluzione di via Frattini non avrebbe potuto riunire Regione, Procura e Tribunale.

Nell’ex ceramica Cittadella dei Servizi Perché è importante Rispondo ad una lettera del 14 febbraio del candidato alle Regionali De Pietri e una più recente di Gianni Lui con riferimento alla “cittadella dei servizi” Non amo i dibattiti a distanza perché non consentono una disamina approfondita dei problemi e nemmeno conclusiva. L’argomento è importante e non può essere liquidato, come molti hanno fatto, senza che tutti gli aspetti funzionali, qualitativi ed economici siano chiariti. In primo luogo è bene dire che l’amministrazione comunale ha ricevuto una proposta di un “leasing in costruendo” che comprende progettazione, costruzione, gestione e manutenzione, assicurazioni e finanziamento per tutto il periodo (venti anni) dal momento della consegna dei fabbricati per il loro uso, fino al passaggio di proprietà. L’amministrazione - valutato l’interesse di massima per l’intervento - ha facoltà di chiedere cambiamenti di qualsiasi tipo su ogni aspetto, dopo aver analizzato la proposta. Considerando la complessità dell’operazione non vedo come si possa ritenerla negativa senza un lavoro di controllo professionalmente adeguato alla sua importanza. Valutati e indicati i cambiamenti, se si riterrà ragionevole proseguire, si potrà ottenere un’offerta finale. Tale offerta - andando a gara - potrebbe condurre a una proposta economica migliorativa. La società proponente, in questo caso Italiana Costruzioni, avrebbe un diritto di prelazione adeguandosi all’offerta ribassata oppure perderebbe il lavoro. Nessun impegno economico viene sostenuto dall’amministrazione fino alla consegna dei fabbricati. Qualsiasi incidente di percorso, qualsiasi difficoltà nell’esecuzione non ricadrebbe sull’amministrazione comunale. Non è un vantaggio da poco anche questo, viste le esperienze disastrose di cantieri in gestione diretta (via Volta docet). Il Comune di Mantova inizierebbe a pagare le rate del leasing dal momento in cui fosse consentito l’utilizzo gli spazi. Quanto ho scritto serve a inquadrare in linea di principio la proposta ricevuta che, come già detto, può essere modificata secondo le esigenze che si possono manifestare. Quali dovrebbe essere quindi il percorso per decidere se interessa o no l’offerta? 1)La valutazione dimensionale e qualitativa delle costruzioni e dei servizi proposti, con eventuali correzioni che possono comportare una variazione economica (credo che gli uffici stiano operando in questo senso). 2)La valutazione economica finanziaria considerando i costi proposti e le economie derivanti dalle ipotesi di manutenzioni e gestioni dei fabbricati che l’Amministrazione andrebbe a dismettere in quanto non più in uso. Ripartizione degli impegni economici per la Regione, qualora riconfermasse un interesse, e recupero per l’affitto del Palazzo di Giustizia. Utile dalla gestione dei parcheggi interrati e delle attività di servizio (per esempio affittando parti della costruzione per le società partecipate come Aster, Tea, Valdaro). Direi che questa è la parte più complessa e dubito che chi si è opposto a spada tratta all’intervento per presunti eccessi di costi abbia potuto valutarli in modo corretto. 3)Solo dopo aver fatto queste considerazioni e corrette eventuali disarmonie rispetto alle necessità si potrà valutare se l’offerta è o non è interessante. Sul quesito specifico “quante sedi da accorpare” le idee erano abbastanza chiare ricordando che si andrebbero a riunire gli uffici operativi di: servizi sociali, urbanistica, lavori pubblici, vigilanza e sportello unico, sport. Le superfici delle sedi dismesse sono superiori di circa il 30 % di quelle proposte. Per un’ovvia maggior possibilità di razionalizzare gli spazi in un ufficio moderno. L’amministrazione dovrà decidere se mantenere gli uffici istituzionali dove sono ora (con tutti problemi di sicurezza attuali, oppure spostarli nella sede del Palazzo del Podestà, se e quando sarà ultimata). Nel caso decidesse di spostarli evidente la possibilità di cedere via Roma 29, se invece mantenesse la sede attuale il Palazzo del Podestà, potrebbe essere interamente destinato a scopi culturali, non solo parzialmente come nel progetto appena avviato. Per quanto concerne il Palazzo di Giustizia l’interesse è stato manifestato attraverso incontri diretti e anche attraverso la stampa. Sull’interesse della Regione, diversi sono stati gli incontri con funzionari per valutare l’ipotesi di una soluzione condivisa. Comunque il progetto preliminare di Italiana Costruzioni prevede anche una soluzione senza uffici regionali. È evidente che a causa delle polemiche, apparse sulla stampa locale, la Regione potrebbe essersi orientata su altre ipotesi. Sulla questione economica: è fuorviante discutere di una cifra senza prima aver eseguito gli approfondimenti sopra indicati per stabilire quanto sarebbe a carico effettivo del Comune. Per quanto concerne le opportunità di lavoro: in primo luogo non è detto, per quanto prima indicato, sia la romano/milanese Italiana Costruzioni a costruire, poi chi opera nelle costruzioni sa che (ed è anche abbastanza intuitivo), chi è sul territorio è avvantaggiato nell’aggiudicarsi molte opere. E comunque escluderei che calcestruzzo, ferro, e molte altri materiali possano venire da Roma. Per l’impatto sul centro storico anche questa mi pare preoccupazione immotivata perché la maggior parte degli uffici da accorpare si avvicinerebbero - o in qualche caso- si sposterebbero al massimo di poche centinaia di metri. Mi pare poi di poter affermare che l’area dell’ex ceramica ne avrebbe un sicuro beneficio rispetto all’attuale degrado. Il progetto, che dovrebbe subire le approvazioni della sovrintendenza, può essere un’occasione per valorizzare la struttura industriale oggi abbandonata e dare maggior risalto e visibilità al Gradaro. Non buttiamola via, come questa città ha fatto frequentemente con altre opportunità. So bene che i momenti sono cupi, ma è proprio in questi momenti che occorre cercare soluzioni che contribuiscano a dare una speranza di risolverli. Una città non è molto diversa da un’azienda. Quando un’azienda non funziona deve

147Capitolo 3 - 2013

verificare se è efficiente, se è in grado di affrontare adeguatamente il mercato, quali prodotti possono produrre reddito perché consentono di sostenere i costi. Quali produzioni tagliare perché improduttive e quali nuovi inserire. Investire nel rinnovamento anche indebitandosi. Quello della cittadella dei servizi è un tassello dei molti cambiamenti che Mantova dovrebbe attivare per non morire. L’ambiente, le bonifiche, la logistica collegata ai trasporti intermodali (acqua, ferro, gomma), la ricerca partendo dal settore chimico e in tutti quelli che ne hanno bisogno compreso quello agroalimentare, la cultura, il turismo culturale/ enogastronomico/ religioso, il design legato alla moda maschile (considerando la presenza di due importanti aziende sul territorio) e più genericamente in maniera trasversale in tutti i settori dove anche la forma ha un ruolo importante. Insomma occorre che, come le imprese, anche la Città si rinnovi. Niente di tutto questo ho percepito nei candidati alle elezioni ma solo piccoli tasselli che da soli non risolveranno nulla. Giampaolo Benedini27 febbraio 2013

Sodano: «La Cittadella va avanti» Benedini vuole la testa di Longfils Dopo la bufera il sindaco frena: «Dal presidente parole fuori contesto». E l’architetto: «Cacciamolo» Arrivata l’integrazione del progetto chiesta ai privati: gli uffici chiuderanno l’istruttoria entro tre mesi «Qualcosa bisogna fare, non possiamo accettare il metodo del discredito». Già, ma cosa? Rovesciare Giuliano Longfils dalla poltrona di presidente del consiglio comunale. La conferma arriva dal leader dei civici Giampaolo Benedini, che ieri ha presentato al sindaco “il conto” della bufera sulla cittadella dei servizi. Il come è ancora da decidere (i numeri non sarebbero sufficienti alla mozione di sfiducia), ma la richiesta suona perentoria. Sodano, dal canto suo, prende le distanze da Longfils e annuncia che l’esame del progetto va avanti da parte degli uffici comunali. È toccato, dunque, al sindaco affannarsi a ricucire lo strappo con i civici e disinnescare così la bomba messa sotto la sua poltrona da Longfils con l’intervento in aula contro la mega opera da realizzare a Fiera Catena, che ha provocato l’uscita, per protesta, dell’intero gruppo benediniano. «È la Corte dei conti che ha detto no alla cittadella» aveva affermato Longfils. Nella tarda mattinata di ieri Sodano ha ricevuto nel suo ufficio Benedini con gli assessori Maffini e Tonelli. E sulla scrivania del sindaco è piovuta la richiesta di rimuovere Longfils. Era una riunione fissata da tempo per definire alcune linee operative dei due assessorati all’ambiente e alla cultura ma, inevitabilmente, si è parlato di quanto era successo in aula la sera prima. «È stato solo un breve cenno perché avevamo altri argomenti più importanti da affrontare» minimizza Benedini al termine del vertice. «Che cosa mi ha detto Sodano? Ha espresso il suo rammarico per quanto è successo, declinando ogni responsabilità». «Se lo scopo di Longfils - aggiunge l’architetto - è quello di chiudere l’esperienza politico-amministrativa del centrodestra in Comune, lo dica apertamente. Non credo, infatti, che la Corte dei conti, nella sua relazione che riguardava il 2011, si riferisse alla cittadella visto che la proposta dei privati è arrivata l’anno successivo». Nonostante i maldipancia del centrodestra la pratica cittadella è tutt’altro che archiviata e va avanti, anche se a rilento: «Mi risulta - annuncia Benedini - che nei giorni scorsi sia arrivata la documentazione integrativa su viabilità e costi che l’amministrazione aveva chiesto alla Italiana costruzioni; in questo modo si potrà approfondire l’opera e non liquidarla superficialmente». A questo punto, scattano i tre mesi di tempo a disposizione del Comune per manifestare il suo interesse o meno per l’opera. La conferma arriva dal sindaco Sodano. «I nostri uffici stanno ottemperando ad un obbligo di legge e stanno esaminando il progetto relativo alla cittadella dei servizi. Su di esso si devono esprimere i settori avvocatura per quanto riguarda la sostenibilità contrattuale e giuridica, demanio per la valutazione dell’area, lavori pubblici per quanto riguarda i costi di gestione e di costruzione, urbanistica e ambiente per la viabilità, il settore finanze per quanto riguarda il piano economico-finanziario. Qualora il responso degli uffici fosse negativo, non si porrebbe il problema di realizzare l’opera; se, invece, fosse positivo, il problema diventerebbe politico. E a quel punto, bisognerebbe considerare che l’unico passaggio fatto finora in consiglio è finito con bocciatura della cittadella». Poi, parlando della dura reazione dei benediniani, il primo cittadino ha preso le distanze dal presidente del consiglio: «Mi pare che la loro protesta fosse rivolta a Longfils e non a me o agli altri alleati. L’uscita del presidente era fuori contesto visto che si stava parlando della relazione della Corte dei Conti. Nella mia replica avevo richiamato tutti, presidente compreso, a non andare fuori tema».Intanto, il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi, in una nota giustifica con «precedenti impegni» la sua uscita dall’aula dopo l’intervento di Longfils.Sandro Mortari , 06 marzo 2013

9 marzoOrmai è guerra aperta con Longfils, ostile sia alla cittadella dei servizi che al supermercato Esselunga. Non potendo usare argomentazioni razionali, continua l’azione diffamatoria nei miei confronti. Stranamente arriva agli uffici del Comune una mail di uno dei tecnici coinvolti nel progetto Esselunga indirizzata alla stessa o al referente Sermesi (non so di preciso, perché questa mail io non l’ho mai vista) in cui viene ipotizzato di affidarmi l’incarico per realizzare alcune renderizzazioni del progetto. Ho detto ‘stranamente’ perché è abbastanza improbabile che possa verificarsi un invio erroneo a due indirizzi così diversi e mi viene da pensare che non sia stato casuale…Dopo alcuni mesi dalle mie dimissioni, l’assessorato ai lavori pubblici era passato nelle mani (si fa per dire) del farmacista Cavarocchi. Sì, proprio lui, che aveva dimostrato incapacità di raggiungere gli obiettivi che si era posta l’Amministrazione. Ma questa è la politica...Longfils continua a fare denunce in Procura, che fino ad ora non hanno dato alcun esito.

148Capitolo 3 - 2013

Un affare che divide la maggioranza di centrodestra La cittadella dei servizi a Fiera Catena è un nervo scoperto dell’Amministrazione Sodano. Non inserita nel programma di mandato del primo sindaco di centrodestra dopo 65 anni di governo del centrosinistra, la mega opera prevista nella zona dell’ex ceramica divide la maggioranza. Favorevoli a raggruppare gli uffici comunali e regionali, nonchè quelli giudiziari secondo la proposta avanzata dalla Italiana costruzioni spa sono i benediniani. Si deve, infatti, al loro leader, l’ex assessore alle opere pubbliche Giampaolo Benedini, il bando di gara che ha avviato la ricerca del partner con cui realizzare la cittadella dei servizi. Che subito, però, ha diviso il centrodestra. Contrario, infatti, all’opera sino è detto sin da subito un gruppo di consiglieri del Pdl: nove consiglieri che nel marzo 2011 disertarono gli stati generali dell’amministrazione per protestare contro la cittadella. Le perplessità aumentarono nel luglio 2012 quando la Italiana costruzioni presentò il progetto di massima. Anche il capogruppo della Lega, Dall’Oglio, manifestò la sua contrarietà. Le lacerazioni nella maggioranza esplosero a novembre del 2012 quando il consiglio comunale approvò il Pgt bocciando, però, la cittadella dei servizi come progetto strategico. Ciò avvenne in seguito ad un emendamento dell’ex sindaco Brioni che raccolse 20 sì (tra cui quelli dei pidiellini Longfils e Linardi, di Romano, Gianolio e Zanazzi del gruppo misto, che si assommarono ai voti favorevoli dell’opposizione di centrosinistra) contro i 19 no (5 benediniani, 5 leghisti, 8 Pdl e il sindaco). «Qual è la mia posizione sulla cittadella dei servizi? E’ quella del sindaco» dice il capogruppo del Pdl, Acerbi, ritenuto vicino alle posizioni di Benedini. «Quando avremo il parere degli uffici sul progetto - spiga - ci esprimeremo. Se la proposta tecnica reggerà, la valuteremo anche politicamente: così ci si comporta nelle amministrazioni pubbliche».09 marzo 2013

Longfils porta le carte del Pgt in Procura Le lotte intestine che da tempo dividono il centrodestra in Comune, e che ogni tanto riemergono per esplodere in crisi politiche, hanno preso la via della procura. Sul tavolo del procuratore capo Antonino Condorelli da almeno un paio di mesi c’è un esposto presentato dal presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, relativo al Piano di governo del territorio sul cui contenuto viene mantenuto il più stretto riserbo. «Le questioni sollevate attengono al Pgt e ai lavori più importanti previsti al suo interno» si è limitato a confermare Condorelli. Che ha tenuto ad aggiungere: «Ma al momento non c’è alcun reato riscontrato o elemento a carico di persone». Parlando di Piano del governo del territorio la mente corre subito ai due mega progetti che da tempo stanno facendo discutere la città e le forze politiche: il supermercato Esselunga previsto al posto dell’ex palasport, davanti a Palazzo Te (che dovrebbe essere realizzato dalla Victoria srl e su cui già esiste un ricorso al Tar di Brescia da parte di italia Nostra) e la cittadella dei servizi a Fiera Catena, proposta dalla Italiana costruzioni spa. Quest’ultimo progetto, come si ricorderà, era inserito tra quelli strategici previsti dal Pgt ma, grazie ad un voto bipartisan in consiglio comunale, è stato cancellato dalla lista. Giuliano Longfils, che in aula quel 21 novembre 2012 fu tra coloro che votarono a favore dell’emendamento del centrosinistra che cassava la cittadella dei servizi perché troppo costosa ed eccessivamente impattante dal punto di vista urbanistico, poco dopo si sarebbe recato dai carabinieri a presentare il suo esposto. Contro chi, per sostenere quale tesi e con il corredo di quali documenti non è dato sapere. Nella vicenda esistono rilievi di carattere penale, come sembrerebbe sostenere Longfils rivolgendosi alla procura di via Poma? Per ora si intuisce solo che nel mirino ci sarebbero il supermercato e la cittadella dei servizi, due progetti che, secondo coloro che sono contrari, stravolgerebbero l’assetto urbanistico della città in due zone di elevata valenza ambientale come Fiera Catena e i giardini del Te. Progetti, e questo non è un segreto, fortemete sostenuti dall’ex assessore e leader della lista civica in consiglio comunale, Giampaolo Benedini (e osteggiati pubblicamente anche in aula da Longfils) come due opportunità per la città, quantomeno da esaminare attentamente nei dettagli prima di abbandonarli definitivamente. Condorelli ha ricevuto l’esposto dai carabinieri, a cui si sarebbe rivolto il presidente del consiglio e lo ha esaminato. Il primo atto è stata l’apertura di un fascicolo di inchiesta, tecnicamente un ‘Modello 45’. Si tratta del registro in cui vengono inserite le notizie che, a una prima lettura, non conterrebbero ipotesi di reato. Una conferma del fatto che in questo momento, dalle carte fornite da Longfils, per la procura non sarebbero emersi reati né tantomeno persone da indagare. «Abbiamo delle verifiche preliminari in corso e alcuni accertamenti da fare - afferma il procuratore capo - di cui, ovviamente, per ora non posso rivelare i contenuti». Una volta terminata questa fase il quadro sarà più chiaro. A quel punto, in base alle risultanze di «verifiche e accertamenti» Condorelli potrebbe modificare il modello di iscrizione dell’esposto, oppure, di fronte alla mancanza di rilievi penali, archiviare il tutto. E anche se la denuncia finirà nel nulla, la vicenda per adesso è destinata a far rumore almeno dal punto di vista politico in una città che da tempo assiste ai malesseri che serpeggiano nella maggioranza di governo. A maggior ragione stasera quando, durante la seduta del consiglio in programma per le 18.30, l’intera vicenda potrebbe avere una vasta eco. Sul Pgt già si dovrà esprimere anche la giustizia amministrativa visto l’esposto presentato al Tar da Italia Nostra.11 marzo 2013

Choc di Longfils in aula «So di fatti inquietanti» «Ho presentato l’esposto denuncia in procura in novembre, ma ho intenzione di farne altri due perché sono venuto a conoscenza di fatti che sono molto inquietanti». Giuliano Longfils, presidente del consiglio comunale, non si nasconde. Ieri sera in aula ha confermato di aver messo nelle mani di Condorelli una cospicua documentazione e, indirettamente, che essa riguarda la cittadella dei servizi a Fiera Catena e il supermercato Esselunga davanti

149Capitolo 3 - 2013

a Palazzo Te. Con un’aggiunta che ha lasciato di stucco tutti i consiglieri: presto arriveranno altre due denunce, supportate, evidentemente, da carte scottanti. Una fulmine a ciel sereno che ha spiazzato un pò tutti in aula, ma davanti al quale la maggioranza di centrodestra ha fatto finta di nulla. Il sindaco, però, poco prima dell’inizio dei lavori, aveva ammesso: «L’esposto di Longfils crea tensioni nella maggioranza, ma io opererò per stemperarle e tenere uniti gli alleati affinchè prosegua la nostra azione di governo». Era stato il capogruppo del Pd, Buvoli, in apertura di seduta, a pretendere che Longfils spiegasse in aula, nella sua qualità di garante del consiglio, quanto stava succedendo: «Sono in corso accertamenti da parte della procura su alcuni punti importanti del Pgt e la questione, dunque, non è più politica». Il Pd si è schierato con Longfils: «Sappia la maggioranza che se vorrà dare una spallata al presidente, non avrà il nostro appoggio». Longfils, davanti ai consiglieri, ha spiegato il perché della sua iniziativa: «Quando ricevo documenti che possono provocare danni al Comune è mio dovere portarli a conoscenza dell’autorità giudiziaria». Ha precisato che «non si tratta di un esposto contro il sindaco, la maggioranza, la giunta ma è un aiuto all’amministrazione per difendere il denaro pubblico. E il sindaco è stato d’accordo con me». Sodano, subito dopo, ha affermato di non conoscere «l’oggetto dell’esposto», di aver appreso che non è rivolto contro «sindaco, giunta e Pgt, che anche Longfils ha approvato», ma che si riferisce «a terze persone». «Io so qualcosa di più di quello che è emerso» ha detto Zaniboni del Patto nuovo, ma si è guardato bene dall’andare oltre. Ha poi preannunciato una sua interrogazione con cui chiede al sindaco di dimettersi, ma non è stato in grado di illustrarla perché Ciliegi di Forum l’ha stoppato: «Stiamo parlando di argomenti sconosciuti, fermiamoci». A quel punto la discussione si è interrotta. In aula, però, si avvertiva la tensione per un argomento, la cittadella dei servizi, che rappresenta un nervo scoperto della maggioranza. Tant’è che, durante il dibattito su altri punti all’ordine del giorno, quella tematica è riemersa col capogruppo della Lega, Dall’Oglio, che ha preso di mira il civico Bombonati: «Non può non sapere i costi della cittadella così come ha dichiarato in una recente commissione ambiente». Zaniboni ha ricordato di essere stato il primo a svelare pubblicamente i costi della cittadella, «tenuti nascosti, invece, dall’allora assessore Benedini», definito, «il talent scout, il fattore esterno che fa gli assessori e poi li fa dimettere». Dura la reazione dei benediniani (in aula nonostante il preannuncio di bufera sin dalla mattinata) che se la sono presa con Longfils. «La sua gestione dell’aula è censurabile» ha detto Ferrazzi, richiamando il rispetto del regolamento che vieta di andare fuori tema. E Riva Berni, a microfoni spenti, ha sibilato: «Longfils ha fatto un attacco politico, ma deve sapere che noi non viviamo di poltrone». Tra il pubblico c’era anche Giampaolo Benedini, leader dei civici, arrivato dopo l’intervento iniziale di Longfils. «Andai anch’io - rivela - in procura, in dicembre, per denunciare l’uscita dal Comune di notizie che dovevano rimanere riservate. Erano quelle sui costi della Cittadella che Zaniboni aveva rivelato. Siccome accertai che non era mai stata fatta una richiesta di accesso agli atti, era chiaro che qualcuno li aveva fatti uscire sottobanco. Condorelli mi disse che facevo senza presentare una denuncia perché se ne sarebbe occupato nell’ambito delle indagini relative all’esposto sulla cittadella che aveva ricevuto». E mentre i lavori proseguivano, gli sguardi di Longfils e di Benedini ogni tanto si incrociavano in segno di sfida. La guerra nel centrodestra continua.Sandro Mortari,12 marzo 2013

L’ipermercato al Te e la cittadella a CatenaOrmai è guerra totale Quasi due ore. Tanto è durato, ieri mattina, il faccia a faccia tra il sindaco Nicola Sodano e il presidente del consiglio Giuliano Longfils, autore dell’esposto in procura sulla cittadella dei servizi a Fiera Catena e sul supermercato Esselunga davanti a palazzo Te. Era prevedibile che il primo cittadino, dopo aver letto la Gazzetta, convocasse il presidente per un chiarimento. «È stato un colloquio sereno e tranquillo - ha affermato Longfils all’uscita dall’ufficio del sindaco -. Sodano ha preso atto di certe situazioni, capendo che, come amministratore, non potevo fare a meno di segnalare possibili reati. Insieme abbiamo convenuto che, data la delicatezza della situazione, dobbiamo mantenere sulla vicenda il massimo riserbo». Inutile, quindi, chiedere al presidente di illustrare il contenuto del suo esposto in procura: «Non posso, per ora, entrare nel merito - risponde Longfils - perché ci sono molti aspetti delicati coperti dal segreto istruttorio. Ripeto, io ho segnalato presunti reati di cui sono venuto a conoscenza, senza indicare colpevoli». Dura, come era prevedibile, la reazione di Giampaolo Benedini, assertore dei due mega progetti finiti nel mirino di Longfils e da tempo in rotta di collisione con il presidente del consiglio comunale. Ieri mattina ha chiamato al telefono Sodano: «Non siamo entrati nel merito dell’esposto - riferisce - ma del metodo utilizzato. Il sindaco mi ha detto di essere rimasto sorpreso e di non sapere nulla di quella denuncia. Io, invece, non sono rimasto sorpreso perché è un’abitudine del mio amico Giuliano andare in procura e spesso di non trovare ragione. Si vede che lui non fa più parte della maggioranza». L’ex assessore e leader dei civici affonda i colpi nei confronti di Longfils: «Da tempo dico che il presidente non è più super partes. I consiglieri non hanno bisogno di un don Chisciotte che li difenda non si sa da cosa, quando l’amministrazione ha tutti gli strumenti per farlo». Benedini, dunque, ieri dovrebbe aver rinnovato al sindaco la sua richiesta di sfiduciare Longfils: «Io non ho mai chiesto la sua testa - dice l’ex assessore -. Mi chiedo solo se Longfils operi ancora nell’interesse dell’amministrazione. E’ doveroso da parte degli uffici, che in questo momento non mi pare siano distolti da altre problematiche, affrontare in maniera rapida l’esame della Cittadella. Il fatto, poi, che la prima reazione di Longfils alle mie critiche sia stata quella di sottolineare che nessuno può mandarlo via, la dice lunga sul suo atteggiamento mentale che non si preoccupa del fatto che una parte della maggioranza lo abbia sfiduciato. Poi, lui dimentica che se non ci fossimo stati noi della lista civica lui non sarebbe lì». Benedini si dice tranquillo: «Io continuo a sostenere le mie idee e più le contrastano e più mi convinco di andare avanti». «Longfils ha fatto bene ad

150Capitolo 3 - 2013

andare in procura, così può fugare tutti i suoi dubbi - fa eco Davide Bergamaschi, capogruppo dei benediniani -. Però, se ritiene che questo sia il modo di lavorare insieme...».Sandro Mortari, 12 marzo 2013

Il leader dei civici non si scompone: mai sentito parlare della lettera «Mai visto nè sentito parlare di questa email. Ma a chi sarebbe arrivata? Io non ne so nulla». Giampaolo Benedini giura di non aver mai ricevuto quella nota elettronica con cui un progettista suggeriva all’interlocutore di rivolgersi al suo studio per un lavoro relativo al piano Esselunga. In effetti il destinatario della email non era l’architetto – e all’epoca assessore ai lavori pubblici – Benedini. «Guardi – spiega quando gli chiediamo cosa sa di questa email di un anno fa che negli ultimi giorni circola tra i consiglieri – la mia corrispondenza elettronica in assessorato non la guardavo personalmente. Ci pensava la mia segretaria e il mio collaboratore in assessorato, Alessandro Gatti. Ma non hanno mai visto quell’email. E devo dire che manco ne ho sentito parlare in questi giorni. Lo vengo a sapere da voi ora».13 marzo 2013

E ora Longfils diventa il garante Subito al tavolo per il parcheggio «La vicenda dell’esposto sul Pgt non avrà alcun riflesso sui rapporti nella maggioranza. È un’iniziativa autonoma del presidente Longfils, poi alimentata in modo strumentale dalla minoranza. Avrà avuto le sue ragioni Longfils, ed eventualmente ne dovrà rispondere. Ma è una sua iniziativa, non della maggioranza». Il leade dei civici, Giampaolo Benedini butta acqua sul fuoco, quantomeno sulla portata politica dell’esposto presentato da Longfils e soprattutto sulle dichiarazioni forti che il presidente del consiglio ha fatto in aula. Ha parlato di altri «fatti molto inquietanti», precisando di aver intenzione di presentare altri due esposti. Ma sta di fatto che l’azione del presidente del consiglio non è stata sottovalutata dallo stesso sindaco Nicola Sodano. Che l’ha subito chiamato, ieri mattina, a partecipare all’incontro con il vice sindaco e assessore al bilancio, il leghista Germano Tommasini, per discutere dell’operazione Aster-parcheggio Mondadori. Il presidente del consiglio non aveva mai presenziato a incontri tecnici sull’argomento. Certo, ne aveva discusso assieme a tutti gli altri consiglieri pidiellini e lo stesso sindaco durante l’incontro del gruppo. Ma quella di ieri era una riunione operativa. Che ci faceva lì? Il suo era un ruolo di garante. Longfils ha partecipato all’incontro non per esprimere una valutazione tecnica sull’argomento, ma solo per dare una sorta di garanzia sulla trasparenza. In altri tempi, probabilmente, non ce ne sarebbe stato bisogno, ma ora le cose sono cambiate. Dopo aver avuto, nei giorni scorsi, un lungo colloquio con il sindaco sull’esposto presentato, Longfils sembra in realtà aver assunto un ruolo molto più pesante in via Roma. Di fatto l’incontro di ieri si è occupato solo di un aspetto dell’operazione Mondadori: l’affitto da 250mila euro che la proprietà si attende per concedere la gestione degli stalli all’azienda speciale . Sindaco e assessore al bilancio hanno concordato di andare a trattare con l’impresa per abbassare questa cifra. Ma sarà lo stesso Sodano a farlo. D’altronde questa era anche l’indicazione emersa dal vertice del gruppo Pdl. Non si è invece parlato dell’altro punto in discussione: l’eventuale acquisto da parte di Aster dell’ex biglietteria Apam. L’amministrazione sembra più orientata a proporre l’affitto (la stessa Aster sembra pensarla in questo modo) o comunque di abbassare i costi. Ma l’argomento non è stato affrontato nel colloquio tra Sodano e Tommasini.13 marzo 2013

Benedini lancia la sfida a Longfils «Tiri fuori le accuse in consiglio» «Chiedo un confronto diretto in consiglio comunale. Voglio mi sia data la possibilità di chiarire ed eventualmente difendermi da eventuali accuse». Giampaolo Benedini contrattacca e lancia la sfida a Giuliano Longfils. Il presidente del consiglio comunale ha presentato un esposto in procura sulle operazioni Esselunga e la Cittadella dei servizi? Dice di essere venuto a conoscenza di «fatti inquietanti» che lo porteranno a presentare altri due esposti? «Benissimo, è un suo diritto – dice Benedini – ma se ci sono questi documenti così rilevanti perché saltano fuori soltanto adesso? Chiarisca il presidente, una volta per tutte, di cosa si tratta. Io non ho alcun timore. Ho la sensazione che alla fine qualcuno dovrà chiedermi scusa». Benedini si sente preso di mira dai veleni che si aggirano in via Roma in questi giorni (ma si potrebbe dire da mesi). Anche quando il suo nome non viene esplicitamente citato, è fin troppo ovvio che le perplessità se non addirittura i sospetti, espressi il più delle volte tra le righe, che vengono evocati in documenti e in consiglio comunale sulle operazioni contenute nel Pgt relative a cittadella dei servizi e snodo di Porta Cerese fanno riferimento a lui, che da assessore ha sempre sostenuto l’utilità delle due opere. Non da ultimo è spuntata persino l’email di un anno fa del geometra incaricato dalla Victoria di svolgere una parte dei progetti del piano Esselunga che suggerisce di rivolgersi allo studio «dell’architetto assessore Benedini » per fare i rendering (le rappresentazioni grafiche tridimensionali che simulano l’impatto di un’opera in uno scenario reale) delle opere. Email recuperata dal gruppo consiliare del Pd e prontamente consegnata a Longfils. Benedini ha già dichiarato di non sapere nulla di quella email. «Comunque si tratta del pensiero di quel geometra, mi auguro che non si pensi che io sia responsabile di quello che scrive un altro – dice Benedini – Naturalmente quando ero assessore ho incontrato impresa e progettisti per discutere degli aspetti viabilistici. Comunque non ho mai visto rendering sul supermercato». Eppure delle rappresentazioni sono circolate. E facciamo notare al leader civico che lui stesso ne ha utilizzate diverse. «Io ne ho fatte pochi giorni fa per illustrare le ipotesi sulla viabilità – spiega – Non sono veri rendering, ma rappresentazioni che servono a far capire come potrebbe essere la rete stradale a Porta Cerese e zone limitrofe. Credo sia un mio diritto costituzionale esprim

151Capitolo 3 - 2013

ermi». Ma Benedini aveva mostrato disegni progettuali anche diversi mesi fa (ma non era più assessore), ad esempio alla serata pubblica organizzata dalla Gazzetta. «Quelli li aveva fatti l’impresa e non erano rendering» risponde. Ma è vero che il Benedini architetto ha lavorato in passato per imprese collegate a Esselunga? «Ah, si dice anche questo? No, non è vero» risponde. Poi parla da leader politico. «È chiaro che questa storia non finisce qui – spiega – Pdl e Lega devono prendere posizione di fronte a questi continui attacchi. Il nostro comportamento in aula sarà conseguente al loro. Qui non si sta parlando di prove di reato ma di supposizioni fantasiose. Se Longfils aveva dei sospetti avrebbe dovuto parlarne prima in maggioranza, ma forse più che cercare la verità sta cercando il male dove non c’è. Chiederò un incontro urgente con il sindaco Sodano per chiarire queste cose».Nicola Corradini, 14 marzo 2013

Longfils fredda Benedini «Non parlerà in consiglio» Il presidente del consiglio Giuliano Longfils, incassa la solidarietà del gruppo consiliare di minoranza Insieme per Brioni Sindaco, rappresentato in aula da Claudio Bondioli Bettinelli. «Senza badare agli equilibri politici della maggioranza di cui anch’egli fa parte, Longfils ha denunciato alla magistratura, con i legittimi mezzi consentiti, di quanto venuto a conoscenza come cittadino e pubblico ufficiale. Non si tratta di far politica con gli esposti ma di contrastare l’asse Sodano/Burchiellaro e, obbligatoriamente, esporre fatti che possono costituire reati penali. L’esposto in oggetto non è un atto amministrativo del Comune per cui siamo contrari sia alla convocazione del consiglio (peraltro richiesta in seduta segreta, alla faccia della trasparenza) sia della commissione Affari generali. Non si vede di cosa dovremmo discutere. Se i consiglieri vogliono esaminare esposti coperti dal segreto istruttorio, li chiedano al Procuratore della Repubblica che ne è destinatario. Valuterà lui se renderli pubblici o meno. La giustizia farà il suo corso ma non possiamo non denunciare il fatto che l’approvazione di questo PGT, nato illegittimo in quanto mancante del Piano di Zonizzazione Acustica (fattispecie su cui anche il sottoscritto ha inoltrato esposti sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei Conti) ha generato sospetti e pesanti illazioni». Secondo Bondioli Bettinelli, inoltre, «l’architetto Benedini non ha alcun titolo per chiedere la convocazione del Consiglio, in cui “gli sia data la possibilità di chiarire e difendersi da eventuali accuse”, visto che gli sono rimasti 4 consiglieri. Pretestuose appaiono le lamentazioni del Consigliere Ciliegi». di Nicola Corradini «Le forze e gli esponenti politici che mi chiedono di parlare in aula dell’esposto che ho presentato si adeguino al diritto. Come pubblico ufficiale ho l’obbligo di legge di segnalare atti e fatti che possono avere rilevanza penale. E comunque si tratta di un atto coperto da segreto istruttorio». Tutti lo chiamano in causa, lo cercano, gli chiedono di spiegare pubblicamente o in seduta secretata le ragioni che lo hanno spinto ad interessare i giudici su due operazioni contenute nel Pgt, la Cittadella dei servizi e la progettata costruzione di un supermercato in zona Te, con tanto di strade e rondò. Ma il presidente del consiglio, Giuliano Longfils, risponde a tutti nello stesso modo: c’è il segreto istruttorio. Le uniche dichiarazioni pubbliche che ha fatto sono quelle pronunciate all’ultimo consiglio comunale, quando ha fatto riferimento a «fatti inquietanti» che lo porteranno a produrre , già a partire dalla prossima settimana, probabilmente, nuovi esposti in procura. Ma per il resto, niente da fare: silenzio istituzionale. Anche il consigliere di Forum, Sergio Ciliegi, che ha presentato una richiesta di accesso agli atti per entrare in possesso di una copia dell’esposto si è dovuto arrendere. Ieri mattina una nota dell’ufficio legale del Comune lo ha informato che l’esposto «non è un documento depositato nell’amministrazione ma alla procura». Insomma, inutile chiederlo all’amministrazione. L’accesso agli atti , eventualmente, andrebbe richiesto alla procura. Ma l’ufficio legale di via Roma precisa anche che l’esposto, avendo implicazioni penali, è un documento che viene sottoposto a segreto istruttorio. Viene infine ricordato che il presidente del consiglio, in quanto pubblico ufficiale, ha l’obbligo di legge di denunciare fatti o atti che ritiene di dubbia legalità. Ciliegi è così passato al piano B: raccogliere le firme tra i consiglieri (ne bastano 8) per chiedere la convocazione di un consiglio comunale a seduta segreta per affrontare al questione. Il documento è già stato esposto in municipio. Il primo a firmarlo è stato il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi. Ma anche da altre forze politiche, come il segretario comunale del Pd e consigliere Andrea Murari e dal leghista Luca De Marchi, arrivano richieste a Longfils di essere più chiaro, di spiegare cosa intendeva dire con quell’aggettivo, «inquietanti», pronunciato in aula. Ma Longfils non si scompone, la regola del segreto istruttorio vale anche di fronte a questa richiesta. Si limita ad osservare: «Quando la richiesta arriverà all’ufficio, la girerò al prefetto per chiedere un suo parere. Che, naturalmente, trasemetterò ai consiglieri firmatari». Sulla Gazzetta di ieri, anche l’ex assessore ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini si è detto pronto a intervenire in una seduta consiliare chiedendo a Longf ils di parlare chiaro e documentato. Va detto che Longfils, in questi giorni, non ha mai fatto riferimento esplicito ( ne lo ha collegato all’azione intrapresa) all’architetto leader dei civici. Alle dichiarazioni di Benedini, Longfils replica con affermazioni tranchant: «Per me Giampaolo Benedini non esiste, non è un interlocutore visto che ha abbandonato la nave. Non si capisce per quale motivo dovrebbe essere invitato a parlare in consiglio comunale. A che titolo? Non ho alcun obbligo di rispondere a lui».15 marzo 2013

Veleni in Comune sul Pgt Spunta una registrazione Domani (oggi è Sant’Anselmo) il presidente Longfils farà avere al prefetto la lettera con cui chiederà se è possibile convocare il consiglio comunale con all’ordine del giorno il proprio esposto. Come richiesto da nove consiglieri. «Sempre domani - dice Longfils - chiederò un parere anche all’ufficio legale del Comune, che sarà negativo, e che manderò al prefetto». Ciliegi, promotore della richiesta di convocazione dell’aula, tuona: «Il consiglio viene convocato dal

152Capitolo 3 - 2013

presidente e non dal prefetto. Già una volta, sulla mozione della Grande Mantova, Longfils ha fatto saltare il consiglio. Chiederò alla Corte dei Conti di addebitargli il costo di quella seduta ». «Io mi attengo alla legge - risponde Longfils-. Piuttosto - aggiunge sornione -, non capisco il nesso tra il mio esposto e la mozione sulla Grande Mantova presentata dal benediniano Bombonati». di Sandro Mortari Il presidente del consiglio comunale, Giuliano Longfils, lunedì scorso in aula annunciò che presto avrebbe presentato in procura altri due esposti sul Pgt dopo essere venuto a conoscenza di «fatti inquietanti». Quali siano non è dato sapere visto che il presidente continua a mantenere, sulla vicenda, la linea della massima riservatezza: «C’è il segreto istruttorio - ripete - e, quindi, non posso rivelare nulla». Fatto è che nei corridoi del municipio, in quello che appare sempre di più il palazzo dei veleni, da giorni si parla anche dell’esistenza di una conversazione registrata tra due esponenti della maggioranza di centrodestra su Esselunga e cittadella dei servizi, le due mega opere finite nel mirino della procura dopo l’esposto presentato in novembre da Longfils. Su chi siano i due «registrati», e quali circostanze abbiano indotto il colloquio (pare riservato), circolano solamente versioni difficilmente controllabili e, quindi, nemmeno da citare; così come non si sa chi abbia in mano il file audio e neppure come sia riuscito ad averlo. Top secret, infine, anche il contenuto, pur se qualche spiffero parla di conversazioni compromettenti su quei due progetti osteggiati da Longfils. Potrebbe essere questo uno degli elementi che ha così «inquietato» il presidente del consiglio comunale da spingerlo ad annunciare il bis, e poi anche il tris, in procura? Difficile rispondere adesso a questa domanda perché Longfils si guarda bene dall’indicare gli elementi in più a sua disposizione da aggiungere a quelli già portati a conoscenza di Condorelli qualche mese fa. In questa fase, come detto, circolano solo indiscrezioni che vanno riportate per dovere di cronaca e per descrivere il clima che si sta respirando in via Roma dopo il caso dell’esposto portato alla luce dalla Gazzetta. Un clima che rende tutti sospettosi nei confronti di tutti e che l’amministrazione Sodano vive con imbarazzo visto che, seppur indirettamente, con il primo esposto vengono coinvolti i benediniani e, soprattutto, il loro leader, l’ex assessore Giampaolo Benedini, da sempre sostenitori della cittadella dei servizi a Fiera Catena e del supermercato Esselunga davanti a Palazzo Te. L’alleanza di centrodestra è scossa da questo caso e difatti il sindaco, appena venuto a conoscenza dell’iniziativa del suo presidente del consiglio, ha ammesso l’esistenza di tensioni nella maggioranza, ma che lui farà di tutto per stemperarle in modo da tenere fuori la sua giunta dall’eventuale bufera che si potrebbe scatenare. Sì, perché se quanto si vocifera nei corridoi del palazzo fosse vero, sarebbe molto imbarazzante per tutti. Che cosa, dunque, conterrebbe quella registrazione? Intanto, si dice che dei due interlocutori uno spingerebbe per far procedere Cittadella e Esselunga, mentre l’altro frenerebbe. Quel qualcuno cercherebbe, insomma, di spalleggiare i privati nell’operazione, ma non è dato di sapere a che titolo e con quali argomentazioni. Che potrebbero anche essere legittime visto che nulla vieta ad imprese e società di presentare all’ente locale propri progetti. C’è, però, chi sostiene che nella registrazione vi siano contenute anche delle pressioni per far trasferire da un settore all’altro del Comune funzionari poco propensi ad agevolare il percorso dei due progetti. Se davvero fosse così, sarebbe grave ma, ripetiamo, per ora sono solo indiscrezioni che circolano a palazzo e da prendere con le pinze.18 marzo 2013

Longfils non molla la presaAltri due esposti sul Pgt Longfils, dunque, con gli altri due esposti avrebbe aperto ufficialmente il fonte Esselunga. Tutto parte dall’osservazione al Pgt presentata dalla Victoria srl con cui si chiedeva il raddoppio dell’indice fondiario da 0,30 a 0,60, l’aumento dell’altezza dell’edificio da 8 a 12 metri e un parcheggio sotterraneo. Gli uffici diedero parere favorevole a solo all’ultima richiesta. In aula, però, il capogruppo del Pdl, Acerbi, ripropose tutte le richieste della Victoria con un suo emendamento. Il dirigente diede ancora parere favorevole, ma l’emendamento passò con i voti favorevoli della maggioranza, il no dell’opposizione più quelli di Longfils, Ciliegi e Romano e l’astensione di Linardi. Successivamente, l’osservazione fu posta ai voti e i contrari scesero da 14 a 13: Ciliegi, infatti, votò a favore. «Spieghi perché» afferma Banzi di Sinistra unita. di Sandro Mortari L’ennesima grana preannunciata in consiglio comunale è scoppiata. Il presidente Giuliano Longfils ha presentato, nei giorni scorsi, gli altri due esposti sul Piano di governo del territorio. Quei «fatti inquietanti» di cui era venuto a conoscenza e di cui aveva fatto cenno in aula, sono stati, dunque, riassunti in altre due segnalazioni scritte e consegnate ai carabinieri. Che poi li trasferiranno sul tavolo di Condorelli, come hanno fatto con il primo esposto, sul quale il procuratore capo ha già aperto un fascicolo. Longfils, protagonista di questo inizio di primavera molto caldo per la maggioranza di centrodestra, si limita a confermare il passo effettuato, «come avevo annunciato in aula». Sui contenuti, però, mantiene il più stretto riserbo, come, del resto, ha fatto finora con il primo esposto che tanto rumore sta suscitando in città. «Tutto si basa su atti e fatti» precisa, aumentando, in questo modo, la fibrillazione tra i partiti di maggioranza e di opposizione che vorrebbero conoscere nel dettaglio quanto ha in mano di compromettente il presidente su due opere, il supermercato Esselunga davanti a Palazzo Te, previsto dal Pgt, e la cittadella dei servizi, stralciata dal documento urbanistico dopo un voto del consiglio comunale ma il cui progetto, presentato da Italiana costruzioni spa, è tuttora all’esame degli uffici di via Roma. Nei corridoi del palazzo municipale si parla di un esposto bis nei confronti della cittadella, che sarebbe stato l’unico oggetto del primo, e dell’apertura del nuovo fronte Esselunga dopo che, contrariamente a quanto sembrava in un primo momento, non se ne faceva menzione nella prima denuncia alla procura presentata il 21 novembre, qualche ora prima che il Pgt venisse approvato dal consiglio comunale. Che cosa, dunque, ha trovato di nuovo Longfils sulla cittadella, che ha come sostenitori l’ex assessore Benedini e il suo gruppo consiliare? Difficile dirlo con assoluta certezza; il presidente,

153Capitolo 3 - 2013

questa volta, si sarebbe limitato a fare un collage di tutto quanto è avvenuto dalla notte tra i 21 e il 22 novembre 2012, quando venne approvato definitivamente in aula il Pgt (tra acuti maldipancia della maggioranza), fino a questi ultimi giorni. Ai carabinieri sarebbero stati recapitati delibere, progetti, atti interni degli uffici comunali, prese di posizioni, più o meno note, di personaggi politici e comunicazioni varie da cui potrebbero emergere irregolarità procedurali e pressioni per compierle. Per quanto riguarda l’Esselunga, ad aprire il fronte sarebbe la famosa e-mail che giusto un anno fa Remo Savioli, un geometra della Victoria srl, la società che per conto del gruppo della grande distribuzione dovrebbe realizzare il punto vendita al Te, avrebbe inviato per sbaglio agli uffici comunali. In quella posta elettronica Savioli, ex assessore Pd nella giunta Carra a Pegognaga, suggeriva di affidare i lavori di rendering e vari fotoinserimenti per il Comune e la sovrintendenza relativi al progetto Esselunga, allo studio dell’architetto Giampaolo Benedini, all’epoca assessore alle opere pubbliche in Comune a Mantova. Benedini ha già dichiarato pubblicamente di non sapere nulla di quella e-mail, mentre Savioli ha parlato di equivoco. Adesso toccherà alla procura, che ha in mano il testo di quella lettera e, probabilmente, anche altro, indagare. E far chiarezza.24 marzo 2013

Esselunga in città: «Siamo una chance» Pugno di ferro in guanto di velluto. Il velluto sta nella mano tesa alla città: «Giovedì prossimo saremo a Mantova per spiegare il nostro progetto per riqualificare Porta Cerese. Vogliamo dialogare per far capire che per la città è una grande occasione che sarebbe sbagliato lasciar tramontare». Ma sotto c’è un piano B che può far molto male: lasciar realizzare quello che a Mantova molti non gradiscono (un supermercato tra ferrovia, stadio Martelli e Palazzo Te) ma senza dare in cambio quello che serve da decenni (sistemazione di Porta Cerese e risoluzione dei guai viabilistici). Sergio Sernesi, amministratore delegato della Essepielle (società che fa capo al gruppo Esselunga di patron Caprotti), annuncia la discesa in città per la prossima settimana, affiancato da tecnici e architetti che stanno lavorando all’operazione sponsorizzata dall’ex assessore Giampaolo Benedini. Mossa coraggiosa, perché le voci contrarie sono note e molteplici, e già si alzarono decise in una precedente assemblea nello scorso autunno, organizzata dalla Gazzetta nell’auditorium della Banca popolare di Mantova in via Principe Amedeo. Ma Sernesi parla schietto come l’accento emiliano impone: «Vede, noi vogliamo spiegare bene che cosa intendiamo fare a Porta Cerese – scandisce – pensiamo che la città debba rendersi conto che la nostra proposta è una grande opportunità. Mantova può risolvere il problema della viabilità in quella zona, lasciandosi alle spalle il tema del passaggio a livello, e togliere quella bruttura che è diventato l’ex palazzetto dello sport». Attenzione però all’alternativa: «Non vogliamo procedere con alcun progetto che non sia condiviso dai mantovani e dall’amministrazione locale – avverte Sernesi, che invita anche sindaco e assessore ai lavori pubblici – una cosa però è chiara: noi siamo i proprietari di un’area che come destinazione d’uso prevede un supermercato. Quindi se non piacerà il nostro progetto vorrà dire che cederemo a qualcun altro, vedi qualche commerciante cinese, che poi sarà libero di realizzare la struttura che vorrà. E senza offrire i sette milioni di lavori che noi possiamo mettere sul tavolo». Le parole sono secche, anche se poi curvano in una nuova mano tesa in vista di giovedì sera: «Vorrei si capisse che il nostro supermercato non è un iper, perché sono solo 2.500 metri quadrati, né un ecomostro – prosegue Sernesi – e poi il progetto prevede anche cinquecento posti auto sotterranei. Mi pare che la vostra città ne abbia bisogno, non è vero?». Gabriele De Stefani, 11 aprile 2013

Benedini non molla la Cittadella «L’impresa ha pronto il piano B» «La cittadella dei servizi? Prendo atto della posizione contraria della Regione e confermo che rispetterò gli obblighi di legge». Il sindaco Nicola Sodano tiene anche a ribadire un concetto: «I privati che ci hanno proposto il progetto hanno detto che esso sta in piedi anche con due dei tre soggetti coinvolti, e cioè Regione, Comune e ministero della giustizia. Io dico che non può stare in piedi solo con il Comune. Per questo attendiamo la risposta del ministero, a cui abbiamo inviato tutta la documentazione in nostro possesso». Nel frattempo, proseguirà l’analisi tecnica degli elaborati presentati. «Martedì scorso - rivela Sodano - la giunta ha incontrato i dirigenti per fare il punto sulla situazione. E abbiamo constatato che l’esame, da parte dei nostri uffici, va avanti». Quanto alla diffida del Pd a continuare, «non ha senso - dice Sodano - è la legge che ci impone di andare avanti nell’analisi». di Nicola Corradini «Non mi sorprende affatto che la Regione si sia tirata indietro dalla Cittadella dei servizi. Troppe divisioni nell’amministrazione comunale: da un anno se ne parla senza prendere decisioni sull’offerta del privato». Più che un sassolino, quello che il leader della civica arancione Giampaolo Benedini si leva dalla scarpa è una pietra che lo infastidiva da tempo. E ora può puntare il dito dicendo «io l’avevo detto». Ma l’ex assessore ai lavori pubblici, da sempre sostenitore dell’operazione, aggiunge dell’altro. E nega che dopo il «No grazie» del Pirellone al cofinanziamento dell’eventuale costruzione del centro servizi e del Palagiustizia nell’ex ceramica l’operazione sia compromessa. «Da quel che mi risulta – spiega Benedini – l’impresa proponente ha previsto anche una versione alternativa del progetto proprio in caso di rinuncia della Regione. Certo, non posso evitare di far notare che l’interlocutore dei privati è il Comune e all’amministrazione spettava il compito di trovare i partner istituzionali per realizzare l’opera». Ma uno di questi partner, la Regione, si è defilata dall’operazione inviando al sindaco Nicola Sodano una comunicazione firmata dal dirigente dell’unità organizzativa patrimonio e acquisti, Massimo Stella, spiegando che la spending review costringe il Pirellone a riorganizzare le propri sedi e i propri uffici territoriali con sistemi improntati al risparmio e basandosi sull’esistente. Il progetto della Cittadella dei servizi prevedeva circa cinquemila metri quadrati del complesso dedicati

154Capitolo 3 - 2013

agli uffici della Regione (la sede attuale è in corso Vittorio Emanuele). «Bé, la decisione della Regione non mi stupisce affatto – aggiunge l’architetto – Che cosa ci si aspetta dopo che il consiglio comunale ha bocciato la variante del Pgt per il quarto piano degli edifici nella zona dell’ex Ceramica? Il quarto piano doveva essere proprio quello destinato alla Regione. Per forza il Pirellone si è tirato indietro. Comunque ci sono anche altre ragioni. Insomma, troppe divisioni e incertezze nell’amministrazione su questa operazione. Perché mai la Regione avrebbe dovuto investire in un’opera che, per quanto le risulta, non sembra nemmeno convincere Mantova? E questo è il bel risultato delle polemiche degli ultimi mesi... ». Per la verità, la breve comunicazione del dirigente regionale dice di «confermare» il non interesse verso l’operazione. Dunque il Pirellone aveva già detto no in passato. In quale occasione? «Nel corso di una riunione qualche mese fa – spiega Benedini – i funzionari regionali spiegarono che viste le diatribe in città sull’opera, la regione stava valutando altre soluzioni. In particolare pensavano alla riorganizzazione degli spazi che occupano attualmente. Lo posso dire perché a quella riunione c’ero anch’io in qualità di assessore ai lavori pubblici. Personalmente non mi sembra che sotto il profilo economico alla regione convenga ristrutturare e riorganizzare gli uffici esistenti anziché partecipare alla costruzione della Cittadella dei servizi». Chiosa il leader dei civici: «Detto questo comprendo i motivi che hanno indotto il Pirellone a defilarsi dall’operazione. Questo è il risultato ottenuto dalla maggioranza con la complicità dell’opposizione».13 aprile 2013

23 aprileViene da me presentata al Sindaco la squadra per Expo 2015. Un lungo percorso e un grande lavoro vanificato dall’invidia di Sodano nell’estate del 2014.

Expo 2015, ecco il gruppo che rappresenterà Mantova La città di Mantova si prepara all’Expo 2015. Ieri il sindaco Nicola Sodano ha incontrato, nel suo ufficio di via Roma, un gruppo di professionisti che hanno unito le proprie competenze e forze in vista dell’ evento espositivo universale che si svolgerà a Milano tra due anni. A guidare il gruppo è l’architetto mantovano Giampaolo Benedini, che è stato delegato ufficialmente dal primo cittadino quale rappresentante dell’Ente. Gruppo formato da Stefano Patuzzi, Giorgio Casoni, Paolo Bertelli e Lorenzo Montagner (unico non presente nell’ufficio del sindaco per impegni lavorativi). «Un gruppo di professionisti, ognuno con vocazioni diverse - ha sottolineato Benedini - che spaziano dalla cultura all’economia, dalla musica allo sport fino al mondo ebraico. La nostra intenzione è quella di rappresentare Mantova al meglio e arrivarci pronti con una serie di iniziative che diano la dimensione e l’eccellenza del nostro territorio. Fondamentale è l’individuazione dei punti strategici sui quali concentrare energie e competenze». Il sindaco Sodano ha ringraziato l’equipe mantovana per l’importante e strategico lavoro che sta portando avanti per l’evento mondiale del 2015. «La città di Mantova ha tutte le carte in regola per essere tra le protagoniste - ha detto il primo cittadino -. La giunta comunale sta lavorando su questo importante tema e penso che questo gruppo dovrà fare da collante tra i vari enti locali e le associazioni che stanno lavorando per Expo 2015, in modo tale da arrivare con un pacchetto forte e concreto di progetti». Compito di questa equipe, che naturalmente può ancora ampliarsi di numero, sarà anche quello, dunque, di creare una rete tra tutti i soggetti coinvolti per l’Expo ed avere un collegamento diretto con l’Amministrazione comunale.23 aprile 2013

9 maggioHo sempre pensato che Valdaro fosse e sia la chance più importante per il rilancio di Mantova, ho sempre pensato inopportuna la figura di Luciano Borra alla presidenza, ho ripetutamente chiesto che al suo posto andasse una persona più adatta. Il Sindaco ha continuato a tergiversare mentre la situazione della Società diventava sempre più critica. Non era per me che avevo chiesto la presidenza ma per un manager di valore che sapesse anche muoversi in ambienti esterni alla Città. Anche in questo caso il fattore tempo ha giocato un ruolo negativo, ma sono convinto che la scelta di mettere in liquidazione la Società (decisione presa alla fine del 2014) sia una scelta sbagliata per molte ragioni e che dimostra l’incapacità di Sodano di gestire con successo le partite importanti.

Benedini rilancia su Valdaro Un’ora di colloquio per confrontarsi sui temi più caldi dell’amministrazione, dalla cittadella dei servizi al supermercato Esselunga, dal centro intermodale di Valdaro al bilancio di previsione. L’ex assessore nonchè leader dei benediniani, Giampaolo Benedini, e il vice sindaco leghista Germano Tommasini si sono visti ieri nell’ufficio di quest’ultimo in via Roma. «E’ stata una chiacchierata informale su diversi argomenti, compreso il bilancio 2013 - afferma Tommasini -. Per quanto riguarda Valdaro, Benedini mi ha illustrato quanto ha fatto da assessore. Abbiamo parlato del supermercato Esselunga e io gli ho fatto presente che al di là dell’impatto che avrebbe sulla viabilità cittadina, bisognerebbe considerare quello che avrebbe una struttura simile sul tessuto commerciale. Quanto alla cittadella dei servizi, mi ha ribadito la necessità di verificare il piano finanziario dell’opera e io gli ho risposto che lo stanno già facendo gli uffici». «Era da un pò che non ci incontravamo - fa eco Benedini - e ci siamo confrontati su vari argomenti

155Capitolo 3 - 2013

per fare il punto della situazione. Gli ho ricordato la piattaforma di Valdaro, un investimento su una delle poche risorse della città, un’opportunità che darebbe valore al comparto e che bisognerebbe evitare di perdere». Quanto all’Esselunga, «gli ho spiegato che con gli investitori mi sono occupato solo della viabilità, senza entrare nel merito del supermercato visto che lì si poteva costruire fin da prima. E gli ho detto che nell’amministrazione si lavora a compartimenti stagni e che non vi è una condivisione dei progetti importanti. Sono rimasto sorpreso che Tommasini non avesse alcuna conoscenza specifica dell’argomento cittadella».26 marzo 2013

Benedini rialza la voce E chiede due presidenze I benediniani rialzano la voce. Dopo la crisi di giunta provocata sui ritardi con cui procedeva l’appalto per palazzo del Podestà (e risoltasi nell’ottobre dello scorso anno), l’alleato civico è tornato all’attacco per rivendicare maggior potere nella coalizione. Questa volta l’obiettivo non sarebbe la giunta, ma le società partecipate dal Comune. L’altra sera ad assistere al consiglio comunale vi era il leader dei civici, Giampaolo Benedini che, ad un certo punto, avrebbe fatto pervenire al sindaco Sodano una richiesta ben precisa: la presidenza della Valdaro spa per sè (quella uscente scadrà a fine giugno), e quella di Mantova Ambiente (società di Tea che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti i cui vertici sono scaduti a fine aprile) per l’architetto Raffaele Grasso di Acquanegra, una volta di area lucchiniana all’interno del Pdl e ora, pare, molto vicino ai benediniani. Il presidente del consiglio Longfils, però, già contrattacca: «Benedini è incompatibile in base al decreto legislativo 39 dell’8 aprile entrato in vigore il 4 maggio. Chi ha fatto, come nel suo caso, l’assessore nei due anni precedenti, non può essere amministratore di una spa pubblica. Mi spiace per lui, ma doveva informarsi prima di fare certe richieste». Che il leader dei civici sia molto interessato a tutto ciò che succede attorno a Valdaro lo dimostra il fatto che ieri abbia assistito, tra il pubblico, alla presentazione della Door2green, la nuova società di logistica formata dalla bolzanina Thun e dalla triestina Samer &company shipping, che avrà la sede operativa a Valdaro. Ironia della sorte, a rappresentare il sindaco di Mantova c’era il capogruppo leghista Dall’Oglio, da tempo in rotta di collisione con i civici. Sodano, per il momento, registra. E non reagisce. Ieri, però, forse per dare un segnale di disponibilità al suo alleato, ha annunciato che la delega alle pari opportunità detenuta da Irpo del Pdl (che mantiene servizi sociali, demanio e informatizzazione), passerà alla benediniana Maffini, assessore all’ambiente. «Nessuna motivazione politica - precisa Sodano - solo la necessità di sgravare Irpo e di dare le pari opportunità all’unica donna in giunta. Del resto, stiamo studiando con il segretario generale Vareschi altri piccoli aggiustamenti con il passaggio di alcune deleghe assessorili minori, nell’ambito della rimodulazione dei settori per rendere più efficiente la macchina comunale». A fine mese, infatti, scadranno le due dirigenze ad interim: il personale passerà al neo segretario generale, mentre l’urbanistica non sarà più della Sposito. «Sposteremo qualche dirigente - annuncia il primo cittadino - e qualche competenza. I settori diventeranno otto, ma con sette dirigenti dovremo assegnare un altro interim in attesa di fare il concorso per assumere l’ottavo».08 maggio 2013

Benedini e Valdaro «La spa a un civico Ma non la voglio io» Non smentisce di aver chiesto le presidenze di Valdaro spa e Mantova Ambiente. Ma spiega che non gli interessa che quei posti siano per sé, quanto per il suo movimento civico. Giampaolo Benedini ne fa una questione di equilibri nella maggioranza e di competenze: «Chiediamo spazi perché in passato non ci è stato dato molto – spiega l’ex assessore – non conta se per me o qualcun altro, ma vogliamo poter incidere indicando persone competenti e capaci, secondo criteri che spesso la politica dimentica. Il ragionamento sulla Valdaro, una società per la quale mi sono molto speso fin da quando ero assessore, nasce da un’esigenza di competenza perché su quell’area bisogna puntare con decisione». Infine una battuta per Giuliano Longfils: «Stia tranquillo, la mia incompatibilità non è un problema perché non ci sono ambizioni personali. Vogliamo solo indicare un presidente competente per la Valdaro».09 maggio 2013

156Capitolo 3 - 2013

27 maggioItaliana Costruzioni abbandona Mantova. Le polemiche all’interno della maggioranza e i ritardi nel dare riscontro all’offerta hanno fatto prendere alla Società la decisione di defilarsi, nonostante abbiano investito ingenti risorse per la proposta progettuale e tecnico-economica. Il massone Longfils esulta e questo atteggiamento qualifica, senza ombra di dubbio alcuno, il personaggio. Il rancore e la ricerca patologica dell’interesse personale sono il metro di valutazione delle proposte messe in atto per ridare una speranza a questa Città. Invece di dispiacersi per aver perso un’opportunità (giudicata tale anche dagli uffici, salvo alcuni adeguamenti possibili) di riqualificare un’area fortemente degradata, di razionalizzare le attività amministrative, di renderle più efficienti, di renderle più facilmente accessibili ai cittadini, di portare lavoro al territorio… Invece di tutto questo… il nostro professore esulta. C’è da rabbrividire.

Trascurando:

- tutte le basse insinuazioni mai argomentate; - il fatto che non ha mai voluto sostenere un confronto pubblico sull’argomento (da me più volte sollecitato); - il fatto che insinua carenze tecniche mai espresse dagli uffici comunali che hanno analizzato il progetto.

…Dopo tutto questo - in malafede - conclude il suo attacco alla Cittadella dei Servizi e a me confrontando la valutazione economica sul costo della pura costruzione degli uffici comunali e della Procura (16 milioni per gli uni e 15 milioni per l’altra = 31 milioni di euro per una superficie complessiva di circa 10 mila mq) con il costo di costruzione di un intervento ben più ampio perché comprendente: gli uffici comunali, la Procura, il Tribunale civile, gli uffici regionali (per una superficie complessiva di circa 24 mila mq), una autorimessa interrata di 300 posti auto e la riqualificazione di area esterna complessiva di circa 40 mila mq. Non a caso ho parlato di pura costruzione e di malafede, poiché il confronto di cifre è fatto su dimensioni di intervento completamente diverse e, soprattutto, perché la proposta di Italiana Costruzioni comprende i costi di gestione (riscaldamento, luce, portineria, ecc…), i costi di manutenzione (tinteggiature, sostituzioni, ecc…) che in vent’anni tutti gli edifici richiedono, e gli oneri finanziari. Un conteggio ovviamente articolato e complesso anche perché occorre tenere in considerazione:

- i risparmi energetici;- il recupero di risorse dalla vendita dei numerosi fabbricati liberati dallo spostamento;- l’affitto del Palazzo di Giustizia;- la quota della Regione per il loro fabbricato;- l’attività dei parcheggi interrati.

Un’ultima considerazione, riguarda il fatto che l’intervento sarebbe stata soggetto a gara e quindi suscettibile di riduzione del suo costo, come suscettibile anche di riduzione dimensionale per le modifiche suggerite successivamente dagli uffici dei lavori pubblici. Vale la pena aggiungere che gli uffici dei lavori pubblici e i funzionari amministrativi non hanno escluso, alla fine della loro analisi, la fattibilità dell’intervento.

E Longfils esulta!

Benedini attacca la giunta «Persa l’ennesima chance» Deluso, più che arrabbiato. Quasi rassegnato all’idea che il quinquennio in via Roma si concluderà senza opere da ricordare, «perché l’avete visto, in questa città si fanno solo campagne contro qualunque progetto. E il risultato è che non cambia mai nulla». Il giorno dopo per Giampaolo Benedini, leader della gamba civica dell’alleanza che governa il Comune, è un misto tra amarezza e silenziosa accettazione. La Cittadella dei servizi - il polo di uffici comunali, della Regione e del tribunale a Fiera Catena - non si farà perché Italiana Costruzioni (gruppo Navarra) ha rinunciato. Troppi ritardi, troppe incertezze e l’azienda se n’è andata. E così l’ex Ceramica resterà un rudere abbandonato. Benedini, come Sodano, l’ha scoperto dalla Gazzetta tra un evento e l’altro di Mantova Creativa. «Ancora una volta Mantova perde una chance, perché con la Cittadella avremmo restituito alla città un’area degradata». E le responsabilità? «Beh, io mi ero molto speso fino a beccarmi ingiuste accuse di avere interessi oltre il lecito. Non posso dire altrettanto del resto della coalizione, avete visto quante polemiche si sono alzate dagli alleati. È evidente che a bloccare il progetto sono state l’inerzia e la scarsa determinazione della maggioranza. In un anno il tema non è mai stato affrontato politicamente ma solo con polemiche fini a se stesse». Il Benedini dei primi tre anni dell’esperienza in via Roma avrebbe scatenato un putiferio. Oggi non è così: «Conseguenze politiche? No, non no farò battaglie perché ormai ho perso le speranze che alzare la voce possa essere utile. Dico solo che era stato fatto un bando condiviso, poi sono partite gli attacchi interni alla maggioranza fino al punto che sono serviti due emendamenti perché il Pgt tenesse conto dei progetti Cittadella e porta Cerese. Un’assurdità. Il risultato è che la città perde l’ennesima occasione. Qui tutti lamentano la paralisi, le difficoltà, i problemi. Ma alla fine esistono solo le campagne contro i progetti, di qualunque operazione si tratti». Difficile però ignorare le difficoltà economiche degli enti pubblici e la Cittadella sarebbe costata

157Capitolo 3 - 2013

qualcosa come 200 milioni di euro. «L’analisi dei costi era stata affidata agli uffici – risponde Benedini – mentre la funzionalità era fuori discussione. Dell’aspetto finanziario si sarebbe potuto e dovuto discutere, ma il confronto politico è mancato del tutto. Abbiamo avuto solo polemiche, critiche ed esposti». È inevitabile scorgere nei rinvii una vendetta politica di alleati che avevano dovuto spesso soffrire Benedini, che per due volte era stato sul punto di staccare la spina. Ora l’arma, che sia o meno spuntata, resta nel cassetto. Nessuna polemica ma uno sguardo all’altra operazione sostenuta dal leader arancione: «Il piano per Porta Cerese? Spero che vada in porto ma temo che il copione sia lo stesso. Non si può toccare nulla perché c’è sempre chi si oppone. E poi il giorno dopo tutti si lamentano». Amen. Benedini torna alla sua Mantova Creativa. La Mantova ridisegnata dalle stanze di via Roma non c’è.Gabriele De Stefani, 26 maggio 2013

Cittadella affondata Longfils esulta: «Pratica irregolare» La cittadella dei servizi che affonda per decisione degli stessi proponenti, non può che provocare l’esultanza di Giuliano Longfils. Il presidente del consiglio comunale è stato uno dei maggiori oppositori del polo che a Fiera Catena, nell’area dell’ex ceramica, avrebbe dovuto raggruppare gli uffici del Comune, della Regione e giudiziari: il complesso edilizio fortemente voluto dal leader del movimento civico che sostiene la giunta Sodano, Giampaolo Benedini. Al quale lancia un avvertimento: «Adesso dovrà spiegare molte cose anche sull’Esselunga». Per ora c’è da recitare il de profundis per la cittadella. «Oltre a carenze tecniche - dice Longfils - quel progetto era anche impresentabile per il Comune dal punto di vista finanziario. Per cui, la notizia che il gruppo Navarra ha rinunciato alla cittadella dei servizi non mi sorprende. Anche se - tiene a precisare - il Comune ancora non ha ricevuto alcuna nota sulla decisione presa dai privati, come mi ha confermato anche il sindaco». Italiana costruzioni spa, la società del gruppo Navarra che ha proposto l’operazione di leasing in costruendo, ha comunicato la sua decisione al capo ufficio tecnico Mastromarino con una lettera datata 24 maggio. Che a Longfils quel progetto sia sempre stato indigesto per i rischi finanziari a cui il Comune si sarebbe esposto per i prossimi vent’anni, lo dimostrano i tre esposti che dal novembre 2012 a oggi ha presentato in procura (più altri due sul futuro supermercato Esselunga a Porta Cerese). «E ne ho pronto un altro per i carabinieri - rivela - perché sono tante e gravi le irregolarità di carattere sostanziale che hanno costellato l’intera pratica. Per questo la decisione della Navarra di annullare tutto e di ritirarsi in buon ordine non mi ha sorpreso». A questo punto, Longfils potrebbe rivelare che cosa contengono i suoi tre esposti sul polo previsto a Fiera Catena: «Nemmeno per sogno - risponde deciso -. Ho la certezza che vi sono indagini in atto, per cui voglio mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda». E, sibillino ma non tanto visto che ha annunciato il quarto esposto alla magistratura, aggiunge: «La vicenda, secondo me, è appena iniziata e se ne vedranno delle belle». Fine delle trasmissioni. Poi, però, qualcosa d’altro il presidente aggiunge: «Sia dal punto di vista urbanistico e demaniale, che ambientale, paesaggistico e finanziario tutto il progetto mostrava gravissime criticità e la spesa che il Comune si sarebbe dovuto accollare pro quota era astronomica rispetto alla valutazione degli uffici fatta nel 2012. Non dimentichiamo, infatti, che nel piano opere pubbliche 2012 erano stati inseriti i nuovi uffici comunali per 16 milioni di euro e l’anno dopo il tribunale per altri 15, a fronte di 197 milioni previsti dalla Navarra. Il tutto supportato, evidentemente, da studi di fattibilità». Poi l’affondo contro Benedini: «Non mi interessa il suo parere, perché queste cose gli erano notissime sia perché sino a sette mesi fa era assessore, sia perché nella giunta ha due suoi rappresentanti. Non so, dunque, perché insista sulla cittadella. E anche su Esselunga dovrà spiegare moltissime cose».Sandro Mortari, 27 maggio 2013

Mantova Creativa necessità di nuovi impulsi di maggiori risorse. Dopo tre anni di presidenza chiedo di essere sostituito. I soci mi chiederanno di attendere un ulteriore anno. È per me un sacrificio ma accetto. Dopo la conclusione dell’edizione del 2014 finalmente ci sarà un nuovo presidente Benedini si fa da parte «Serve una nuova struttura» «Cosa farò ora? Chiamerò tutti i soci fondatori e dirò loro che siamo arrivati ad un punto di svolta. O si cresce, o si scivola verso il basso. Io mi faccio da parte dopo tre anni, e ritengo che Mantova Creativa debba darsi, a questo punto, una struttura fissa. Il tempo del volontariato è finito, perché ci espone a contrattempi, e non consente un’adeguata ricerca delle risorse». Giampaolo Benedini, presidente di Mantova Creativa, commenta a bocce ferme l’edizione che si è conclusa domenica. Un’edizione fortemente penalizzata dalla pioggia e dal freddo - visto che pochi sono stati i visitatori da fuori Mantova - ma che ha lasciato segni importanti sulla città. Fra tutti: il Parco dell’Arte sul Lungolago, l’apertura del Forte di Pietole. «Mi preme ringraziare tutti i volontari - prosegue Benedini - le aziende che ci hanno aiutato, la Msl per la comunicazione, lo studio Badini per il progetto grafico del logo. Nonostante le difficoltà abbiamo proposto idee e offerto intelligenza». Mantova Creativa ha un budget di circa 30-40mila euro. Da dove arrivano i finanziamenti? Non certo dagli enti pubblici: la Camera di commercio darà circa 500 euro, nulla daranno Comune e Provincia (che, però, hanno messo a disposizione spazi preziosi), la Regione ha dato 1000 euro così come Confindustria. «La ricerca degli sponsor è un lavoro vero e proprio - spiega Benedini - e non può essere lasciato all’attività di volontariato. E’ per questo che dobbiamo darci una struttura diversa, con compiti chiari. Tra l’altro non è soltanto una questione di soldi. E’ stato difficile far fronte all’emergenza maltempo, c’è stato qualche disservizio di cui mi scuso, come quello in occasione dell’incontro con Edgarda Ferri». La convinzione è quella che Mantova Creativa abbia ancora una volta offerto un prezioso contributo alla comunità: «Ma ora - rileva Benedini - serve un salto di qualità, e io ho lavorato tanto, insieme agli altri, per l’organizzazione. Ma andare avanti così è impensabile.

158Capitolo 3 - 2013

Il mio desiderio è che Mantova Creativa abbia una struttura in grado di far crescere ancora di più la rassegna. Perché sono convinto che il futuro di Mantova debba essere quello di diventare un centro di produzione di idee, un centro di creatività. E dobbiamo puntare alla massima specializzazione: gli altri globalizzano, noi dobbiamo produrre originalità. In proposito mi piacerebbe, ad esempio, che la Camera di commercio sostenesse l’insediamento temporaneo di artigiani negli spazi lasciati vuoti dai negozi del centro che hanno chiuso». 29 maggio 2013

Ambiente e Sviluppo insiste sul Parco Tecnologico tutti d’accordo, bella idea ma non ci sono a mio parere le condizioni cioè le risorse. Ponte con Eni per il parco tecnologico Costituire una commissione che realizzi il Parco Scientifico Tecnologico, composta da rappresentanti di Comune, Provincia, università, esperti e referenti delle associazioni ambientaliste che hanno reso possibile il progetto, mirato a bonificare il polo chimico agevolando insediamenti ecocompatibili. L’appello è stato lanciato mercoledì sera all’Auditorium Monteverdi da Gaspare Gasparini presidente di Ambiente e sviluppo, affiancato da Sergio Cordibella di Italia Nostra, davanti a numerosi politici, in un confronto moderato dal direttore della Gazzetta, Paolo Boldrini. «Mantova ha subito insediamenti critici dal punto di vista ambientale e salutistico - osserva Gasparini - consegniamo a partiti e istituzioni le chiavi del progetto. È una serata storica». Un risanamento che potrebbe passare da un sistema di detassazione e defiscalizzazione per le imprese che intendono dare corso agli interventi, perché il Mantovano non può più permettersi di proseguire con un sistema di sviluppo superato, inquinando un territorio che produce eccellenze agroalimentari. Occorrerà sollecitare l’appoggio di grandi società, Regione e governo, ponendo il progetto mantovano come prototipo nazionale da utilizzare anche altrove, promuovendolo già con Expo 2015. Con Eni, Gasparini dichiara che sono in corso «colloqui avanzati» per passare da una chimica di sintesi a una metodologia già adottata in altre zone. Tutti favorevoli i commenti di Franco Tiana (Sel), Andrea Murari (Pd), Andrea Fiasconaro (M5S), Celestino Dall’Oglio (Lega), Carlo Acerbi (Pdl) e Cordibella di Italia Nostra. Unica voce fuori dal coro, quella dell’architetto Giampaolo Benedini, che pure ha riconosciuto che il tema è fondamentale per la città. «Pensare a riconversioni oggi non è così facile - osserva - la Ies anche quest’anno è stata inadempiente: non ha installato il secondo compressore. Dovrebbe investire 100 milioni per produrre senza inquinare, ma nel 2011 ne ha persi 60 a bilancio». Per Murari la città vive una fase di declino e chiede alla politica di avere idee chiare anche su Valdaro, coinvolgendo industriali e sindacati. Dall’Oglio osserva che «nel 2011 Fava non ha aderito al decalogo», rimanendo quindi indietro di un passaggio. Fiasconaro invita Ambiente e sviluppo a sottoporre il progetto alla Commissione ambiente regionale, mentre Acerbi rammenta che le aziende che hanno inquinato non devono andarsene «lasciandoci un deserto».Graziella Scavazza, 07 giugno 2013

29 maggioComincia la polemica per la raccolta porta a porta. Cambiare le abitudini è sempre difficile, ma una volta stabilita una modalità per effettuare la raccolta. Apportare continue modifiche alla stessa, fa aumentare il costo senza alcun vantaggio per il cittadino. Polemiche a parte, è ottimale il risultato ambientale. Il progetto è stato portato avanti da Anna De Togni, poi continuato da Mariella Maffini con interventi - a mio parere inopportuni - del Sindaco, distribuendo tra mattina a sera l’esposizione dei sacchetti. Quale sia il vantaggio dei cittadini è tutto da dimostrare, mentre invece l’aumento di costo è certo.

Raccolta rifiuti ad hoc per gli anziani Meno di tre settimane e migliaia di mantovani faranno compagnia ai concittadini del centro storico passando alla raccolta porta a porta dei rifiuti. Succederà il 15 giugno, quando in tutta l’area perimetrata dai viali scatterà la rivoluzione della domiciliare. In sostanza toccherà ai residenti entro corso Garibaldi, viale Risorgimento, viale Gorizia, via Bettinelli, viale Pitentino, lungolago e via Trieste. Modalità e tempi della raccolta domiciliare saranno gli stessi già previsti nella cosiddetta area Unesco: sacchetti sui marciapiedi in serata. Una serie di incontri per educare ad evitare gli sprechi di cibo e a riciclarlo quando possibile. Ma anche, e soprattutto, dipendenti di Mantova Ambiente pronti a recuperare la spazzatura casa per casa per disabili e anziani con difficoltà e sacchetti arancioni per i pannolini. Queste le iniziative che interessano la cosiddetta area Unesco di Mantova con il servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti, che dal prossimo 15 giugno si estenderà anche al resto del centro storico. Per promuovere l’espansione di questo servizio sono stati istituiti una serie di incontri pubblici dedicati alla raccolta domiciliare e alla riduzione degli sprechi. A presentarli ieri mattina nella sede del Comune l’assessore alle politiche ambientali Mariella Maffini e il direttore di Mantova Ambiente Anzio Negrini, Emanuele Nitri di Slow food e l’architetto Giampaolo Benedini. «La sensibilizzazione deve interessare le abitudini quotidiane della famiglia. Gli incontri verteranno su lezioni che spieghino ai cittadini come ridurre lo spreco degli imballaggi e degli avanzi di cucina» spiegano. Un’iniziativa che fa la differenza ma la cui tecnica deve essere ancora affinata. Tra i problemi principali per la raccolta porta a porta, iniziata lo scorso primo novembre nel centro storico, ci sono le difficoltà degli anziani, spesso soli e disagiati, di portare i rifiuti in strada negli orari previsti e l’eccessiva spesa delle famiglie con bambini nello smaltimento dei pannolini monouso. «Il primo problema è stato risolto organizzando un gruppo di persone di Mantova Ambiente che negli orari prestabiliti andranno a casa di queste famiglie ritirando per loro i rifiuti – spiegano Maffini e Negrini – Più delicato è invece il

159Capitolo 3 - 2013

problema delle famiglie che fanno un ampio consumo di pannolini monouso. Per loro verranno disposti contenitori speciali dotati di microchip che faranno risparmiare a famiglia il 60% su questo rifiuto». Iniziative importanti quelle presentate, che vanteranno la collaborazione con Slow food per ulteriori ed importanti progetti. «Una politica di riciclo nelle abitudini, soprattutto a tavola – aggiunge Nitri – Con questi appuntamenti verrà insegnato un consumo consapevole del cibo: come non sprecarlo ma riutilizzarlo e come valorizzare una cucina di prossimità acquistando prodotti autoctoni che incrementino l’economia del territorio», spiega Nitri. Di seguito i prossimi appuntamenti con Slow food e Mantova ambiente: domani alle 21 alla Loggia del Grano; giovedì 6 giugno alle 21, sempre alla Loggia del Grano; lunedì 19 agosto, nella sede del Parco del Mincio a porta Giulia; giovedì 22 agosto alle 21, nella sala parrocchiale del Frassino; domenica 25 agosto alle 21, nella sala parrocchiale di Borgo Angeli, lunedì 26 agosto alle 21, nel teatro parrocchiale di San Pio X; giovedì 29 agosto alle 21, nella sala dell’oratorio del Gradaro; venerdì 30 agosto alle 21, alla sede Slow food.Martina Adami, 29 maggio 2013

17 giugno 2013 La società Imi che voleva fare il parcheggio tra piazza Cavallotti e corso Vittorio Emanuele non avendo avuto risposta dagli uffici Comunali chiede i danni. Altra occasione persa per avere parcheggi interrati gratuitamente! Bravo Sodano e C.

Parcheggio ex UpimL’azienda chiede i danni Torna a riunirsi oggi alle 17.30 il consiglio comunale. All’ordine del giorno figura l’approvazione delle aliquote Imu (comprese le detrazioni), del bilancio dell’Aspef e delle modifiche del regolamento di polizia urbana (inasprimento della lotta alla prostituzione e ai bivacchi su suolo pubblico . La mozione bipartisan sul futuro dell’università slitta alla prima seduta di luglio, dopo la maratona sul bilancio preventivo 2013. di Sandro Mortari Una mina vagante che potrebbe procurare grossi danni alla nave dell’amministrazione Sodano. È la convenzione urbanistica che il Comune, al tramonto della giunta Burchiellaro, firmò il 15 aprile 2005 con la Imi per la realizzazione del parcheggio sotterraneo tra piazza Cavallotti e corso Vittorio Emanuele (338 posti auto), e rimasta poi lettera morta. Travagliata la sua esistenza. Fu stoppata subito dopo (sindaco la Brioni) dall’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici; venne ripresa in mano a fine 2011 (sindaco Sodano) dall’allora assessore Benedini per poi sparire, qualche mese fa, dai radar di via Roma. Adesso quel documento torna d’attualità grazie agli stessi sottoscrittori privati che hanno deciso di rivolgersi al Tar per chiederne il rispetto. «Vogliamo fare quel parcheggio perché ci spetta di diritto - afferma l’amministratore delegato di Imi, Giampaolo Cestari- inoltre vogliamo un risarcimento milionario perché ci siamo sentiti presi in giro». Quel parcheggio nel sottosuolo della città era stato bloccato dall’Authority dopo una serie di esposti da parte di Rifondazione comunista (Gaddi) e Forza Italia (Longfils). La motivazione fu che la concessione in uso del sottosuolo per 90 anni non può essere data direttamente ma va attraverso una gara pubblica. «Quel parere non è vincolante - dice Cestari annunciando la linea che i legali della società terranno davanti ai giudici amministrativi -. E nessuno, dal 2005 ad oggi, l’ha mai impugnato. Il Comune, che aveva firmato la convenzione, avrebbe dovuto ricorrere al Tar contro quell’atto dell’Autorità di vigilanza, e invece non l’ha fatto; nemmeno gli oppositori hanno chiesto che, in base a quel parere, si annullasse tutto. A questo punto, tutto è decaduto e resta valida solo quella convenzione, che noi vogliamo sia rispettata. Sarà il Tar a dire se abbiamo torto o ragione; noi riteniamo che sia un nostro diritto costruire quel parcheggio e che il Comune ci ha preso un giro per anni. Ora saranno i giudici a decidere». Cestari ricorda che per acquistare l’ex palazzo Upim e ristrutturarlo la società ha investito 18 milioni di euro; «poi abbiamo fatto il progetto del parcheggio bloccato per anni, faccia lei che danno economico abbiamo patito per colpa del Comune. Da mantovano mi vergogno per come hanno trattato un’impresa che voleva investire in una città che è rimasta arretrata». E rivela: «Nel contratto che Imi ha stipulato con il grande gruppo della distribuzione organizzata, c’è scritto che se non si costruisce quel parcheggio Carrefour ha diritto di chiudere; se gli attuali amministratori locali vogliono avere sulla coscienza la perdita di 70 posti di lavoro...». E se, invece, partisse il parking, «potremmo dare lavoro per due anni, tanto sarà la durata del cantiere, ad un centinaio di persone. I lavori creeranno disagi in città, ma non mi pare che Mantova abbia un situazione occupazionale tale per cui possa rinunciare a cuor leggero alla nostra proposta».17 giugno 2013

160Capitolo 3 - 2013

22 - 23 - 25 giugnoLa causa dei contrasti con Sodano è sempre la stessa: nessuna collegialità nelle decisioni e l’immobilismo più assoluto. La crisi dell’estate del 2012 si era conclusa con patti chiari: collegialità, scuole, Palazzo del Podestà ecc. Nessuna intesa mantenuta.Sodano vuole fare quello che gli pare e piace autonomamente. I temi sul tavolo sono il nuovo direttore generale della Tea, la risoluzione del Centro Internazionale di Palazzo Te e il Palazzo del Podestà.

Benedini-Sodano ancora ai ferri corti Ancora loro. I civici guidati dall’architetto ed ex assessore Giampaolo Benedini mettono scompiglio nella maggioranza sollevando la questione del direttore generale della Tea e aggiungendo altra carne al fuoco, come la trasformazione del Centro internazionale di Palazzo Te in fondazione e lamentando un’«assenza di confronto sul cosa si vuole fare per il futuro della città». E qui rispunta un vecchio tema caldo di questa coalizione che ha accumulato tre crisi in tre anni di vita: la Cittadella dei servizi. Insomma, l’assenza dell’intero gruppo arancione nel caotico consiglio dell’altra sera ha motivazioni più articolate di quanto sia apparso in un primo momento. Circostanza poco rassicurante per il Pdl e per il sindaco Sodano che dicono di non voler rivedere il replay della lunga crisi dell’estate scorsa (74 giorni) partita con le critiche di Benedini sul mancato avvio dei lavori di restauro sul Podestà e ingrassata con altri temi nel corso dei mesi. Ieri nell’ufficio del sindaco nessun commento sull’argomento. Nicola Sodano aveva già dichiarato alla Gazzetta, al termine della seduta consiliare di giovedì, di essere rimasto sorpreso dal comportamento dei civici: «Mi aspettavo che almeno tutta la maggioranza sarebbe stata in aula per sostenere il rinvio dell’approvazione del bilancio di previsione». Ma ora non torna sull’argomento. Teme che, come un anno fa, la querelle politica si trasformi in un interminabile duello personale tra lui e Benedini. Nel gruppo consiliare pidiellino, che ieri si è riunito d’urgenza per discutere la situazione, il malumore è alle stelle. Il tenore degli interventi è piuttosto omogeneo: «Non possiamo permettere che con la storia del civismo una piccola formazione ci condizioni e ci ricatti continuamente. E poi per una questione di nomine». Discorsi, per la verità già sentiti nella grande crisi del 2012, con il Pdl perennemente indignato per le crescenti richieste civiche ma che, alla fine, ha ceduto molto sul piano delle trattative pur di mantenere in piedi l’amministrazione (era successo così anche nella complicata vicenda dell’assessore alla cultura ripudiato dai civici, la Bondavalli). D’altronde lo stesso Sodano, in una della pause del consiglio dell’altra sera, ha chiamato Benedini per chiedergli cosa stava succedendo. E il civico a rispondergli che «noi siamo qui a parlare del direttore della Tea». Benedini conferma alla Gazzetta l’aneddoto. E spiega con maggiori dettagli cosa sta accadendo. «Mi scusi, ma se la Tea si rivolge ad un’agenzia specializzata di cacciatori di teste per individuare il miglior candidato alla direzione non vedo per quale motivo poi si debba scegliere qualcun’altro – dice – A noi risulta che la persona indicata come più idonea sia Beltrami. E allora si scelga lui. Invece vogliono seguire la logica dell’appartenenza. E guardi che Beltrami non è un mio parente e l’ho visto una volta sola. Ma è il solito discorso: si prendono decisioni senza discutere con gli alleati. Vogliono la Fondazione a Palazzo Te senza discuterne con noi. E poi non si capisce cosa si voglia fare per il futuro della città. Quali sono i progetti?». Pensa alla Cittadella? «Hanno deciso di non farla – risponde – D’accordo, ma al suo posto cosa si intende fare? C’è qualche idea?». Incontrerà gli alleati, Benedini? «Ci chiamino loro» si limita a rispondere.Nicola Corradini, 22 giugno 2013

Pdl e civici di Benedini alla resa dei conti «Il Pdl risponderà compatto all’inopinata polemica politica aperta da Benedini. Nessuna dichiarazione ufficiale per ora, lavoriamo sereni e determinati nelle sedi politiche preposte». Il Pdl si affida ad uno scarno comunicato firmato all’addetto stampa di fresca nomina, Stefano Gialdi per rispondere alle esternazioni con le quali il leader dei civici Giampaolo Benedini ha spiegato sulla Gazzetta di ieri le ragioni della diserzione del gruppo degli arancioni alla seduta consiliare di giovedì. Evita la parola che nessuno vuole pronunciare, crisi politica, per utilizzare un’apparentemente meno grave termine quale polemica. Ma la sostanza non cambia: come accadde un anno fa, tra civici e Pdl è calata una cortina di silenzio che non preannuncia nulla di buono per il governo della città. Non ci sono stati contatti tra le due forze e, salvo azioni diplomatiche, la prima occasione per un faccia a faccia sarà il vertice di maggioranza in via Roma del primo luglio dedicato all’introduzione della nuova imposta sui rifiuti, vale a dire il tema che ha spinto il centrodestra a rimandare l’approvazione del bilancio preventivo. Vista la situazione, l’incontro assumerà tutt’altra valenza: sarà l’occasione del chiarimento o, più verosimilmente, della resa dei conti. Al di là del comunicato, il fatto stesso che il Pdl abbia deciso di affidare all’esecutivo del partito (e non al gruppo consiliare) l’analisi della situazione è significativo. Rispetto alla crisi dello scorso anno il partito vuole ora gestire direttamente la vicenda. Il gruppo dirigente non vuole intavolare lunghe trattative con i civici su direttore Tea e sulla proposta di rivedere il programma di mandato (che i pidiellini ritengono un tema pretestuoso) . E la Lega che fa? In queste ore sono partite da esponenti di vertice del Pdl telefonate per l’assessore regionale Gianni Fava. Che conferma «Mi hanno chiesto di fare da mediatore, ma non me ne occuperò – dice – Il dibattito sul diretotre Tea non mi appassiona. È una querelle tutta interna al Pdl e a chi fu del Pdl (Fratelli d’Italia, visto che Beltrami è gradito ai maccariani). Se questa faccenda mette a rischio la maggioranza in via Roma sarebbe opportuno rinviare di poche settimane la nomina del direttore Tea. Il cda sta per essere rinnovato: se ne occupino i nuovi amministratori».23 giugno 2013

161Capitolo 3 - 2013

Il direttore della Tea bacchetta i partiti «Partiti e politica incompetenti sulla nomina del direttore Tea. È un compito che spetta solo al cda dell’azienda». Nel pieno dello scontro tra Pdl e civici di Giampaolo Benedini sull’individuazione del suo successore, il direttore generale uscente di Tea, Millo Dall’Aglio, bacchetta le forze politiche con una lettera spedita alla Gazzetta di Mantova.

Le condizioni per la nomina del direttore di Giampaolo BenediniIn relazione alle recenti notizie che ci vedono coinvolti in merito alla nomina del nuovo direttore generale della Tea precisiamo: 1) riteniamo che la nomina del sostituto dell’ingegner Dall’Aglio sia urgente e non vada procrastinata perché il nuovo direttore possa ricevere le consegne col tempo necessario agli approfondimenti di gestione. A noi pare utile che sia partecipe delle molte importanti scelte operative in via di definizione. Alcuni vorrebbero rimandare la nomina a una non ben identificata data. 2) Noi non abbiamo posto alcun veto a candidati mentre Pdl e Lega hanno dichiarato di non gradirne due. 3) Non siamo entrati nel merito dei nomi ma abbiamo chiesto fosse rispettata l’indicazione emergente dalla selezione della società incaricata e pagata con cifra sostanziosa, da Tea, pensando che l’importante ruolo della stessa per tutto il territorio meritasse non una scelta in base alla vicinanza politica ma di merito. 4) Dalle informazioni in nostro possesso il candidato ritenuto ideale (ma siamo certi che qualcuno dirà che è una valutazione opinabile) non è gradito e oggetto di veti incrociati ai quali noi ci opponiamo per principio non essendo sostenuti da argomentazioni razionali. 5)Per tale ragione abbiamo chiesto che il cda della Tea indicasse da subito il nuovo direttore al fine di evitare rallentamenti operativi e fosse in grado di partecipare a tutte quelle scelte importanti che la società deve affrontare a breve. 6) In relazione alle affermazioni dell’ingegner Dall’Aglio apparse sulla stampa locale oggi domenica, ci permettiamo di far osservare che il cda è espressione di nomina politica ma comunque da parte nostra c’è il solo incitamento a procedere esclusivamente secondo criteri di merito e di interesse della società, e quindi considerando il ruolo specifico, di interesse delle comunità coinvolte. 7) In virtù del mandato ricevuto e per senso di responsabilità ci opponiamo con azioni anche impopolari, a logiche che non condividiamo, con l’unico scopo del bene della città. Troppe occasioni sono state perse per contrapposizioni politiche senza disamine reali del merito delle questioni. A queste logiche ci siamo opposti ieri, ci opponiamo oggi e continueremo ad opporci domani incuranti di tutti i tentativi di screditare il nostro operato. Movimento Benedini per Mantova25 giugno 2013

28 giugno e 3 luglioLongfils, con i suoi sette esposti per la cittadella dei servizi e per Esselunga, riporta questi interventi alla ribalta della cronaca. Sino ad ora, lo ripeto ancora, non c’è stato alcun esito del polverone sollevato. Non è un caso che tutte le volte che richiamiamo Sodano e i suoi uomini alla trasparenza, alla collegialità e a un’attività rapida, siamo oggetto di attacchi sul piano personale.

Esselunga e Cittadella, altre carte in procura Continua il lavoro della procura per far luce sulle anomalie denunciate dal presidente del consiglio comunale, Giuliano Longfils, nei suoi sette esposti relativi alla cittadella dei servizi a Fiera Catena, nell’area ex ceramica, e al supermercato Esselunga a Porta Cerese, nell’ex palasport. Dell’indagine si sta occupando direttamente il procuratore capo Antonino Condorelli che ieri ha fatto il punto della situazione, annunciando «altre acquisizioni di carte in Comune» relative ai due progetti finiti nel mirino dopo le ripetute denunce del presidente del consiglio. Il procuratore non ha voluto aggiungere altro, se non che «al momento non esistono indagati». Il fatto, però, che in procura si attenda ulteriore documentazione per approfondire quella già copiosa inviata da Longfils, è sinonimo che la vicenda non viene per nulla minimizzata. Anzi. Sembra, infatti, che gli esposti (cinque sulla cittadella e due su Esselunga) siano stati unificati in un unico fascicolo: un modo per non perdere la visione d’insieme del problema dato che entrambi rientrano nell’ambito del Piano di governo del territorio, lo strumento urbanistico comunale che disegna lo sviluppo di Mantova per i prossimi cinque anni. Al momento, pare che i carabinieri non abbiano ancora varcato la soglia del palazzo municipale e nemmeno quella della sede dell’assessorato ai lavori pubblici in via Visi alla ricerca di nuovi incartamenti; probabile che ciò possa succedere all’inizio della prossima settimana. E che qualcosa si muova sugli esposti plurimi è dato dalle voci che cominciano a diffondersi dalle parti di via Roma circa alcuni che sarebbero già state sentiti in procura come persone informate dei fatti. «Io ho dato, mesi fa, per lettera la mia disponibilità ad essere sentito dal procuratore, ma ancora non sono stato convocato» afferma l’ex assessore ai lavori pubblici, nonché leader della lista civica, Giampaolo Benedini, a cui si deve l’avvio dell’istruttoria dei due progetti contestati quando era nella giunta Sodano. Il primo esposto di Longfils risale alla mattina del 21 novembre dell’anno scorso e riguardava la cittadella dei servizi: la sera stessa il consiglio comunale avrebbe approvato definitivamente il Pgt. Nel corso dei primi sei mesi di quest’anno il presidente è andato altre quattro volte dai carabinieri del comando provinciale di via Chiassi per presentare altri esposti: 16 marzo, 15 aprile, 27 maggio e 6 giugno. Il 16 marzo ha aperto il fronte Esselunga.Sandro Mortari, 28 giugno 2013

162Capitolo 3 - 2013

Anche i benediniani sfiduciano Longfils Non è più il solo consigliere di Forum, Sergio Ciliegi, a chiedere la sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils. La sua proposta (in realtà lo Statuto comunale non prevede l’istituto della mozione di sfiducia per il presidente del consiglio) ha ricevuto il plauso ufficiale del gruppo dei civici di Giampaolo Benedini che, con una lettera firmata dal capogruppo Davide Bergamaschi inviata al consigliere di Forum, annuncia la sottoscrizione del documento (servono almeno 8 firme). Non è la prima volta, per la verità, che tra i consiglieri comunali si forma una sorta di fronda, con l’obiettivo di far decadere il presidente dell’aula. Tra l’autunno e l’inverno dello scorso anno tanto i civici di Benedini quanto il leghista Luca De Marchi, con l’appoggio verbale (ufficioso peraltro) di alcuni pidiellini, cercarono di muovere le acque chiedendo la testa del presidente (eletto nel Pdl) per i suoi esposti alla Procura sul progetto della Cittadella dei servizi. Ci furono dichiarazioni pesantissime da parte dei civici e del falco leghista ma alla fine questa contestazione non si tradusse in un’azione concreta. Ora però c’è un documento vero e proprio, quella proposta di sfiducia depositata da Ciliegi (che fa parte delle minoranze) proprio alla segreteria di presidenza in attesa di essere sottoscritta da altri consiglieri. L’esponente di Forum cita a sostegno della sua richiesta il comportamento istituzionale di Longfils in occasione del voto sul rinvio della discussione sul bilancio preventivo (contestatissimo dalle opposizioni perché effettuato, asseriscono, in assenza del numero legale), il suo rifiuto di relazionare in aula sugli esposti sulla Cittadella e per le sue decisioni in occasione del voto in aula sulla Grande Mantova. Quello di Ciliegi è stato un assist a cui i civici di Benedini non hanno saputo resistere. «Abbiamo accolto senza stupore la sua richiesta di chiarimenti rivolta al segretario generale e la sua proposta di mozione di sfiducia nei confronti del presidente – si legge nella lettera spedita a Ciliegi – da tempo denunciamo una gestione non corretta e non consona dei lavori consiliari, disparità di trattamento verso alcuni consiglieri (tra cui quelli del nostro gruppo, sia in aula che in commissione affari generali), nonchè una serie di indebiti condizionamenti del presidente sui lavori e sulle scelte amministrative del Comune. Riteniamo di far nostre le considerazioni da lei illustrate». Aggiunge poi, il capogruppo arancione, «un altro episodio di irregolarità. Durante la seduta per l’approvazione del Pgt, la votazione sull’emendamento Brioni sulla Cittadella dei Servizi è stata ripetuta per ben tre volte per volontà del presidente, che ha concesso di votare in terza battuta anche a un consigliere non presente ai due precedenti turni». Infine, i civici sottoscrivono la richiesta di chiarimento scritto al segretario generale. L’appoggio degli arancioni, visti i conflitti con Longfils in questi anni, non stupiscono. Il Pd, invece, fa sapere che non firmerà la richiesta di Ciliegi. «Anche noi concordiamo sulla irregolarità del voto sul rinvio del bilancio – dice il capogruppo Giovanni Buvoli – ma nella mozione ci sono anche passaggi su cui non concordiamo (esposti sulla Cittadella, ndr)».Nicola Corradini, 28 giugno 2013

Civici contro Longfils, il Pd no Non è più il solo consigliere di Forum, Sergio Ciliegi, a chiedere la sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils. La sua proposta ha ricevuto il plauso del gruppo dei civici di Giampaolo Benedini che, con una lettera del capogruppo Davide Bergamaschi annuncia la sottoscrizione del documento.28 giugno 2013

Maggioranza nel caos: niente intesa Salta all’improvviso, e all’ultimo momento, la riunione dei gruppi consiliari di maggioranza che avrebbe dovuto affrontare il delicato tema della tariffa rifiuti e della Tares. Mancavano cinque nostri consiglieri in vacanza o al lavoro - si giustifica il capogruppo del Pdl, Carlo Acerbi - e, vista la delicatezza dell’argomento in discussione, abbiamo pensato che fosse meglio rinviare a quando ci saremmo stati tutti. Risulta difficile, però, credergli del tutto visto che la riunione di maggioranza era stata convocata 15 giorni fa e che è stata disdetta dal sindaco, con sms del suo capo di gabinetto ai consiglieri meno di un’ora prima della convocazione fissata per le 18. E allora, emerge il motivo ufficioso che ha indotto il sindaco a compiere questo passo: il malessere che si registra nella maggioranza di centrodestra. Che vi sia un problema politico lo sappiamo - confessa Acerbi -. I Benediniani l’hanno detto chiaramente e lo affronteremo. Il capogruppo si riferisce all’ultimo consiglio comunale sul bilancio saltato per l’assenza del gruppo dei civici e alle loro richieste di avere il nuovo direttore della Tea (l’ex dirigente del Comune Beltrami), la presidenza della Valdaro spa, la revisione del Centro di Palazzo Te e, soprattutto, un programma rimodulato per affrontare gli ultimi due anni di mandato con una chiara visione su quel che c’è da fare. Tutte cose che, in mattinata, Giampaolo Benedini, leader della lista civica, aveva ripetuto al sindaco Sodano in un incontro a quattr’occhi nel suo ufficio che ha sostituito quello con i vertici politici di Pdl, Lega e civici che Benedini stesso aveva preannunciato per il pomeriggio alle 17 e che, invece, il sindaco ha poi smentito che mai fosse stato convocato. E proprio l’esito di quel faccia a faccia avrebbe consigliato il sindaco alla prudenza e ad annullare la riunione dei gruppi. Forse Sodano non ha colto in Benedini la necessaria serenità per affrontare un argomento delicato come la bolletta rifiuti e ha ritenuto di non rischiare una discussione addirittura con cinque consiglieri del Pdl assenti, tra cui anche il coordinatore provinciale Marco Ghirardini, ieri ad Arcore alla manifestazione a sostegno di Berlusconi. L’ex assessore, infatti, gli avrebbe rivolto le solite richieste, cittadella dei servizi compresa. Sodano gli avrebbe risposto che se ne sarebbe parlato con gli alleati ma che la priorità, adesso, erano i rifiuti. Benedini avrebbe abbozzato e risposto che comunque i suoi consiglieri nel pomeriggio sarebbero andati. Un messaggino ci ha, poi, avvertito che tutto era annullato a causa delle troppe assenze conferma il capogruppo Bergamaschi. Non è successo nulla - dice Benedini in serata per spiegare quanto è avvenuto - io

163Capitolo 3 - 2013

non drammatizzerei. È estate e tanta gente è in vacanza. Capita che una riunione venga rinviata. Io l’ho saputo alle 17.15. Comunque, il vertice politico è stato rimandato perché mancava il leghista Fava. Malessere nella maggioranza? Io parlerei solo di opinioni diverse che vanno discusse. Alla fine, il sindaco ha visto nel suo ufficio i capigruppo di Lega e Pdl Dall’Oglio e Acerbi, i consiglieri Spallanzani e Baschieri (Pdl), il presidente Longfils e gli assessori Rose e Cavarocchi (Pdl), Tommasini e Tonghini (Lega): L’ho saputo nel pomeriggio - spiega Sodano - che a noi mancavano Gorgati e Germiniasi in ferie, Giatti al lavoro, Ghirardini, che non sapevamo fosse ad Arcore e Bettoni, che ha avuto un improvviso impegno di lavoro. E precisa: Per quanto riguarda il direttore di Tea io non faccio il tifo per nessuno, tantomeno per Falsina. Spetta al cda nominarlo in piena autonomia, seguendo le procedure istituzionali. E l’attuale cda in prorogatio punta proprio sull’ad di Mantova ambiente.Sandro Mortari, 02 luglio 2013

I carabinieri arrivano in municipio, prelevati i documenti sulla Cittadella Due uomini del comando di via Chiassi si sono presentati in Comune in mattinata e si sono fatti consegnare le carte della pratica. Il complesso di uffici pubblici e giudiziari che sarebbe dovuto sorgere nell’ex ceramica era stato al centro degli esposti di Longfils MANTOVA. I carabinieri hanno sequestrato in Comune tutto il materiale relativo al piano della Cittadella dei servizi. I militari si sono presentati in mattinata dal segretario comunale che li ha dirottati agli uffici dell’assessorato al demanio, da cui sono usciti poco dopo con una borsa piena di documenti. L’indagine sul progetto era stata avviata dal procuratore capo Antonino Condorelli in seguito agli esposti presentati pochi mesi fa dal presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils. Nei giorni scorsi lo stesso procuratore aveva annunciato «altre acquisizioni di carte in Comune». La visita dei carabinieri in via Roma era stata anticipata, nei giorni scorsi, dall’arrivo di altri uomini della caserma di via Chiassi all’assessorato ai lavori pubblici in via Visi. Il progetto della Cittadella dei servizi, che sarebbe dovuta sorgere nella zona dell’ex ceramica, prevedeva la costruzione delle sedi di palagiustizia, uffici comunali e uffici regionali. La formula era quella del leasing in costruendo e avrebbe avuto un costo complessivo per le casse pubbliche di 200 milioni nell’arco di diversi anni. Il più grosso sostenitore del progetto, ormai archiviato dall’amministrazione, era stato Giampaolo Benedini, leader dei civici ed ex assessore della giunta Sodano.02 luglio 2013

Carabinieri in Comune per la Cittadella I militari negli uffici dell’assessorato all’urbanistica: prelevate le carte sul progetto al centro degli esposti di LongfilsSono entrati in municipio martedì mattina con un ordine preciso. Raccogliere tutto il materiale relativo all’operazione Cittadella dei servizi. Nuovo passo nell’indagine aperta dalla procura della Repubblica avviata dopo la presentazione degli esposti del presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils sul progetto, ormai archiviato dall’amministrazione, che avrebbe dovuto trasformare la zona in degrado dell’ex ceramica in una complesso formato da Palagiustizia e uffici della Regione e del Comune. I carabineri si sono presentati all’ufficio del segretario comunale per ottenere tutta la documentazione relativa al piano. Pochi minuti dopo i militari in borghese erano già al piano superiore, dove si trovano gli uffici dell’assessorato all’urbanistica e al demanio. Attorno a mezzogiorno gli uomini di via Chiassi sono usciti dal portone del municipio con una borsa piena di incartamenti destinati alla procura. Non è una sorpresa. Era stato lo stesso procuratore capo Antonino Condorelli, titolare dell’indagine, ad annunciare giovedì scorso che «altre acquisizioni di carte in Comune» relative alla Cittadella e all’altro progetto entrato nel mirino degli esposti di Longfils, il piano di Porta Cerese, erano in arrivo. Aggiungendo, peraltro, che «al momento non esistono indagati». Il procuratore avrebbe inoltre unificato nello stesso fascicolo tutti gli esposti di Longfils, perché tanto la Cittadella quanto il nodo di Porta Cerese fanno parte del piano di governo del territorio (lo strumento di programmazione urbanistica del Comune) approvato l’inverno scorso in aula. I carabinieri, prima di bussare all’assessorato all’urbanistica, erano già stati nella sede dell’assessorato ai lavori pubblici per prelevare altro materiale. A confermarlo è lo stesso sindaco Nicola Sodano che martedì ha appreso della visita dei militari durante la riunione di giunta. «Si tratta di atti pubblici – dice il sindaco – di fatto hanno acquisito l’intera pratica della Cittadella». Preoccupato? «Al contrario – risponde Sodano – si tratta di un’inchiesta generata dagli esposti del presidente del consiglio che, come ha spiegato più volte, non sono contro l’amministrazione o il sindaco ma chiedono di accertare eventuali danni procurati da terzi nei confronti del Comune. Per quanto mi riguarda auspicavo che venissero a prelevare questo materiale perché mi auguro che i chiarimenti vengano fatti nel più breve tempo possibile. Sono il primo a voler conoscere gli esiti dell’indagini entro il mio mandato». L’idea della Cittadella dei servizi era stata sostenuta dall’ex assessore civico, Giampaolo Benedini. Il leader degli arancioni ha sempre sostenuto l’utilità di costruire gli uffici di Regione e Comune, oltre che al Palagiustizia, in un complesso unico. A proporre il progetto è un’impresa importante, l’Italiana costruzioni. L’area interessata è di 40mila metri quadrati. A suscitare perplessità, anche nella maggioranza, erano stati il costo complessivo (circa 200milioni) e le valutazioni delle aree interessate.Nicola Corradini, 03 luglio 2013

164Capitolo 3 - 2013

Il piano in archivioLa giunta dice addio L’operazione Cittadella dei servizi è ormai entrata nell’archivio dei progetti mai realizzati. Ieri mattina la giunta ha preso atto ufficialmente che l’impresa proponente, la Italiana costruzioni, ha... L’operazione Cittadella dei servizi è ormai entrata nell’archivio dei progetti mai realizzati. Ieri mattina la giunta ha preso atto ufficialmente che l’impresa proponente, la Italiana costruzioni, ha rinunciato al progetto e ha chiesto all’amministrazione di liberare gli 800mila euro di fideiussione. È tutto scritto nella delibera approvata ieri mattina dall’esecutivo che dà mandato ai dirigenti dei settori dell’amministrazione «incaricati della valutazione della proposta di Italiana Costruzioni spa di predisporre gli atti necessari per la conclusione dell’istruttoria per la conclusione dell’istruttoria e di risoluzione dei rapporti con il soggetto proponente». La giunta ha deliberato sull’argomento pochi minuti dopo che i carabinieri avevano lasciato il municipio con tutta la documentazione sulla Cittadella in due borse. In realtà la pratica era già stata predisposta e in pochi erano a conoscenza, nella stessa amministrazione, della visita dei militari. Già a mezzogiorno, il sindaco nel suo ufficio spiega che con questa delibera si chiude il capitolo della Cittadella dei servizi. E, certo non a caso, sottolinea una frase che è scritta in calce all’atto amministrativo. «Guardi che è stato approvato all’unanimità dalla giunta», le sue parole. In altre parole, anche i due assessori civici espressi dalla lista di Giampaolo Benedini hanno votato la sua approvazione. «Abbiamo semplicemente preso atto della rinuncia da parte dell’impresa» ribadisce Sodano. Nella delibera vengono riassunti i motivi che hanno portato l’amministrazione a non portare a termine «la verifica tecnico economica del progetto». Era impossibile prevedere con certezza la sostenibilità finanziaria dell’operazione nei prossimi anni, alla luce della indisponibilità della Regione a far parte della partita. Il ministero di grazia e giustizia non ha nemmeno risposto alle richieste del Comune sul suo interesse all’operazione. E ora? «L’ex ceramica ha una destinazione d’uso specifica, uffici e servizi per intenderci – dice Sodano – per il Palagiustizia, se è lo stesso ministero a non mostrare interesse a versare fondi non lo faremo noi». Già, e per gli uffici comunali? «Stiamo aspettando di vedere se il governo darà seguito alla programmata abolizione delle Province – spiega il sindaco – il patrimonio immobiliare verrà prevalentemente distribuito tra gli enti locali. Non credo che Palazzo di Bagno sarà dato a qualche Comune della provincia».03 luglio 2013

Venti di pace in via Roma Resta il nodo tassa rifiutiUn taglio ai fondi destinati dal prossimo bilancio ai “nomadi”. È quanto portato a casa dalla Lega Nord nel corso della riunione dei vertici della maggioranza ieri mattina. È una delle condizioni poste dai lumbard, in particolare da Luca De Marchi, che aveva minacciato di non votare il bilancio. Per la verità non sembra che il punto sia stato discusso nei dettagli. Quando chiediamo al sindaco maggiori particolari – perché non si capisce bene cosa significhi un taglio alle risorse per i “nomadi” – lui si limita a rispondere che sì c’è stata una richiesta in questo senso da parte della Lega. Probabilmente è uno dei punti che dovrà essere chiarito al vertice dei gruppi dedicato alla manovra, di giovedì prossimo. De Marchi, per la verità, nei giorni scorsi era molto irritato per la questione sicurezza. L’argomento non sembra fosse all’ordine del giorno ieri mattina. di Nicola Corradini Amici come prima. Più o meno. In via Roma il ritorno del sereno dopo le nubi della più breve delle crisi in cui è incappata l’amministrazione di centrodestra nei tre anni di governo arriva alle otto del mattino nell’ufficio di Nicola Sodano. Il sindaco è riuscito a convocare all’ora della colazione i vertici della coalizione che lo sostiene, dal civico Giampaolo Benedini all’assessore regionale leghista Gianni Fava al vice coordinatore del Pdl, Claudio Bavutti, per sbloccare l’impasse politica in cui si era incagliata l’amministrazione per le rivendicazioni dei civici arancioni. Abbiamo ribadito la volontà di portare a termine il mandato raggiungendo l’intesa su alcuni punti del programma – annuncia a metà mattinata Sodano – in particolare abbiamo chiarito tre priorità: il direttore generale di Tea, il destino di Valdaro Spa e il futuro del Centro internazionale del Te. Il primo effetto pratico è stato il via libera alla convocazione del consiglio comunale sul bilancio 2013 il 15 e il 16. E quanto sembrava un’impresa impossibile fino all’altro ieri è stata risolta in una quindicina di minuti nel pomeriggio, nel corso di una riunione tra capigruppo di maggioranza e lo stesso Nicola Sodano. Ecco che per magia, l’incontro dei gruppi del centrodestra per approfondire la questione della nuova tassa sui rifiuti – connessa al bilancio preventivo – saltato lo scorso lunedì per le numerose defezioni, viene fissato in un lampo a giovedì prossimo alle 18.30. Il nostro sforzo è di ridimensionare l’aumento della tariffa per i rifiuti – spiega Carlo Acerbi (Pdl) – dal previsto 6% al 3% Istat. Credo ce la faremo. Il vertice politico della mattinata, con un assessore Fava fresco di ferie e con una fretta indiavolata per partecipare ad una serie di incontri istituzionali nel pomeriggio, sembra abbia risolto i nodi messi sul tavolo, in modo un po’ brusco per la verità, dai benediniani. È lo stesso sindaco a riferire, ad esempio, che per quanto riguarda Tea abbiamo ribadito di arrivare all’ individuazione di direttore generale in tempi rapidi. Ho convocato per domani (oggi per chi legge, ndr) il presidente Luigi Gualerzi e il vice Sergio Benatti nel mio ufficio. In quanto sindaco darò loro il mandato a nome della maggioranza di convocare il cda al più presto per individuare il diretotre generale in perfetta autonomia. Il futuro cda? No – dice Sodano – quello attuale. Ovviamente andrà scelto tra i cinque nomi individuati dall’agenzia. Non c’è una graduatoria e nel corso del vertice non abbiamo fatto nomi. E tanto per chiarire non ho espresos preclusioni per nessuno nè ho sponsorizzato qualcuno dei candidati. Ho letto che mi si attribuiva la preferenza per Falsina. Bè, lo stimo ma stimo anche il lavoro dei selezionatori. Sulla vicenda di Valdaro Spa, i civici hanno ottenuto parecchio. A partire dalla decisione di ricorrere ad un manager esterno, esperto di ristrutturazioni aziendali, da affiancare al cda per risolvere i rapporti con le banche e creare le condizioni per

165Capitolo 3 - 2013

l’ingresso dei privati (Zai). Infine, per il Centro Te, Sodano riferisce che daremo un’accelerata verso la Fondazione. Formalizzeremo come sindaco, assessore alla cultura, segretario generale e fondazioni bancarie una bozza che poi discuteremo in maggioranza. Nel corso del vertice è stato anche chiesto un impegno a Fava relativo alle ricadute su Mantova di Expo 2015 e sulla candidatura di capitale europea della cultura (2019).05 luglio 2013

5 luglioLa società Imi presenta il conto all’Amministrazione.

Guerra di cifre sui danni «Due milioni? No, dodici» Il progetto che Imi vuole realizzare è quello riveduto e corretto che nel 2005 prevedeva 338 posti auto sotto piazza 80º Fanteria e piazza Cavallotti, nell’ambito del piano attuativo ex Upim. Quel parcheggio fu bloccato dall’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. A fine 2011 l’allora assessore ai lavori pubblici Benedini fu incaricato dalla giunta di riannodare i fili con i privati che avevano contenziosi legali aperti col Comune sul piano parcheggi. Tra questi figurava l’Imi che, nel febbraio 2012, presentò un nuovo progetto che mantenne inalterato il numero dei posti auto, escluse piazza 80º Fanteria, allargò il parcheggio sotterraneo lungo corso Vittorio Emanuele sino a via Bonomi (due piani sottoterra) e mantenne piazza Cavallotti (tre piani). La durata della convenzione era ancora di 90 anni rinnovabili; 208 posti auto venivano destinati al supermarket Carrefour e altri 130 erano da affittare ai residenti. Ma anche questo non decollò. di Sandro Mortari La guerra a distanza è già iniziata ancora prima di andare davanti ai giudici amministrativi. Imi, la società che doveva realizzare il parcheggio sotto piazza Cavallotti e corso Vittorio Emanuele nell’ambito del piano ex Upim, si è rivolta al Tar per chiedere un risarcimento milionario al Comune, accusato di non aver dato corso alla convenzione urbanistica che consentiva di realizzare l’opera. Non ha fatto cifre, ma ha dato alcuni parametri. Il Comune, che respinge ogni responsabilità, ha calcolato che la richiesta è di 2,7 milioni di euro. Cifra ridicola - ribatte infuriato l’amministratore delegato di Imi, Giampaolo Cestari - magari è più facile che il danno sia di 12 milioni. Schermaglie. In attesa della prima udienza, ognuno studia le proprie mosse, con un occhio a quelle dell’avversario. La vicenda è quella della convenzione urbanistica firmata il 15 aprile 2005 da Imi e Comune per la costruzione del parcheggio sotterraneo tra le piazze Cavallotti e 80° Fanteria e corso Vittorio Emanuele (338 posti auto), rimasta poi lettera morta. L’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici la stoppò con la motivazione che la concessione in uso del sottosuolo per 90 anni non poteva essere data direttamente ma solo attraverso una gara pubblica; nel 2011 l’allora assessore ai lavori pubblici Giampaolo Benedini riprese in mano la convenzione, con tanto di nuovo progetto da parte di Imi che allungava il parking sotto Pradella sino all’incrocio con via Bonomi. Anche in questo caso, però, tutti finì nel dimenticatoio. A quel punto, i privati hanno presentato ricorso al Tar: Vogliamo fare quel parcheggio perché ci spetta di diritto visto che quel parere dell’Authority non è vincolante - aveva affermato qualche tempo fa l’amministratore delegato Giampaolo Cestari -. Inoltre vogliamo un risarcimento milionario perché ci siamo sentiti presi in giro. In via Roma, dopo quelle parole, hanno ripreso in mano il ricorso per vedere a che cosa sarebbero andati incontro in caso di verdetto negativo da Brescia. Nell’atto di citazione viene specificato che il danno sarà quantificato nel corso del giudizio in base ad alcune indicazioni fornite da Imi. Il Comune ha calcolato che la richiesta di danni ammonterebbe a 2 milioni 700mila euro. È più probabile che siano 12 i milioni di euro che ci spettano - ribatte Cestari -, visto che ne abbiamo spesi tre solo per la progettazione del parcheggio. Senza dimenticare che il Comune ci ha bloccati per sette anni e che abbiamo una parte dell’ex Upim ancora sfitta dopo aver speso 18 milioni di euro per comprare l’immobile. Non è dello stesso parere il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils. Fu lui, dai banchi di Forza Italia con l’allora collega di Rifondazione, Matteo Gaddi, a presentare l’esposto contro l’Imi all’Autorità di vigilianza sui lavori pubblici: La decisione del consiglio dell’Autorità è chiara e, soprattutto, ancora valida afferma sventolando i due fogli che ricevette da Roma il 2 novembre 2005. Doveva essere la Imi la stazione appaltante per costruire un parcheggio privato su suolo pubblico. E se l’opera non è stata realizzata non è colpa nostra visto che non hanno mai impugnato la decisione dell’Authority. Imi, poi, dimentica che nel 2011 ha rifatto il progetto estendendo il parcheggio sotto Pradella. Quindi, già quei 2,7 milioni di euro che abbiamo calcolato è una cifra eccessiva per pagare un’opera mai decollata.15 luglio 2013

166Capitolo 3 - 2013

18 luglioLe proteste dal Comitato raccolta differenziata sono strumentali, perché non viene espressa alcuna alternativa percorribile.

«Differenziata sì, ma non così»Stasera la manifestazione. Alle 20.30 in piazza Mantegna il raduno per protestare contro le modalità adottate per il porta a porta dei rifiuti in città. Nelle stesse ore in via Roma si riunisce il consiglio comunale. E non si esclude un blitz in aula dei contestatori MANTOVA. La gente in piazza per manifestare la contrarietà alla raccolta differenziata basata su sacchi e bidoncini; la politica chiusa in consiglio comunale per approvare il bilancio di previsione dell’ente. Questa sera i due eventi si sovrapporranno in un mix di tensione e polemiche che rischia di esplodere. «Non è da escludere un blitz in aula» afferma Giuliana Guastalla, presidente del comitato civico che ha organizzato il sit-in di oggi (ore 20.30) in piazza Mantegna. Al grido di «differenziata sì, ma non così», il comitato si propone di radunare tutti coloro che avversano il porta a porta così come è stato congegnato. «Invito tutti alla calma - getta acqua sul fuoco la Guastalla in vista dell’adunata - ma la gente è esasperata». Il che fa crescere l’apprensione in via Roma dove potrebbe scaricarsi la rabbia dei manifestanti. «Siamo persone civili - assicura la Guastalla - chi viene in piazza dovrà avere con sè due sacchetti delle spazzature vuoti che poi riempiremo con i palloncini. Vogliamo far vedere che siamo usciti dalle case e dalle parole, e siamo in piazza: non ci prendano per una piccola minoranza di esaltati - ammonisce - siamo, invece, persone che vivono un disagio». Una volta in piazza i cittadini potranno rivolgersi alle postazioni allestite nei bar Italia, Venezia, Mirò, Caravatti e nei ristoranti Osteria delle Erbe e Cento Rampini, per firmare la petizione contro il porta a porta. «Illustreremo anche il ricorso che intendiamo presentare al garante per la privacy - dice la presidente - per l’utilizzo dei sacchi trasparenti che mostrano il contenuto, e poi daremo la parola a tutti coloro che vorranno». Niente politici, però: «Non vogliamo assessori - ribadisce la presidente del comitato - se il sindaco Sodano però volesse venire a dirci qualcosa di rassicurante, sarebbe bene accetto. Da quello che abbiamo letto sui giornali il consiglio comunale ha chiesto di apportare subito delle modifiche al sistema di raccolta e questo ci fa piacere». Mantova Ambiente le sta studiando: «Negli stalli lasciati liberi dai cassonetti - dice il direttore Anzio Negrini - potremmo creare dei punti di aggregazione per mettere lì i sacchetti e liberare, così, i marciapiedi più stretti. I cassonetti in strada, però, non torneranno mai più». Sodano, dal canto suo, ringrazia ma declina l’invito del comitato: «Domani (oggi, ndr.) sarò in consiglio per il bilancio, ma invierò al comitato una nota scritta con la richiesta di incontrarlo per capire le sue richieste. Quanto al blitz in aula, vengano pure dato che quello è un luogo pubblico». E dal leader dei civici, Giampaolo Benedini, arriva un attacco al comitato: «Da cultore dell’estetica i sacchetti non sono una bella cosa. Tuttavia, penso siano meglio dei vecchi cassonetti». Poi l’affondo: «Sono allibito per l’incoerenza di quel comitato che non vuole ascoltare i politici. Ho l’impressione che la loro protesta non sia solo una questione di sacchetti». Intanto, si sprecano gli aneddoti sul porta a porta. Ieri un abitante di via Leon d’oro ha segnalato un gruppo di turisti tedeschi che si è trovato, dopo le 11, davanti a un mucchio di sacchetti della spazzatura sul marciapiede. Subito sono scattati i flash, con corollario di «epiteti non molto gradevoli per una città Unesco» ha riferito chi era presente. 18 luglio 2013

In piazza contro i rifiuti Stasera il blitz in consiglio La gente in piazza per manifestare la contrarietà alla raccolta differenziata basata su sacchi e bidoncini; la politica chiusa in consiglio comunale per approvare il bilancio di previsione dell’ente. Questa sera i due eventi si sovrapporranno in un mix di tensione e polemiche che rischia di esplodere. Non è da escludere un blitz in aula afferma Giuliana Guastalla, presidente del comitato civico che ha organizzato il sit-in di oggi (ore 20.30) in piazza Mantegna. Al grido di differenziata sì, ma non così, il comitato si propone di radunare tutti coloro che avversano il porta a porta così come è stato congegnato. Invito tutti alla calma - getta acqua sul fuoco la Guastalla in vista dell’adunata - ma la gente è esasperata. Il che fa crescere l’apprensione in via Roma dove potrebbe scaricarsi la rabbia dei manifestanti. Siamo persone civili - assicura la Guastalla - chi viene in piazza dovrà avere con sè due sacchetti delle spazzature vuoti che poi riempiremo con i palloncini. Vogliamo far vedere che siamo usciti dalle case e dalle parole, e siamo in piazza: non ci prendano per una piccola minoranza di esaltati - ammonisce - siamo, invece, persone che vivono un disagio. Una volta in piazza i cittadini potranno rivolgersi alle postazioni allestite nei bar Italia, Venezia, Mirò, Caravatti e nei ristoranti Osteria delle Erbe e Cento Rampini, per firmare la petizione contro il porta a porta. Illustreremo anche il ricorso che intendiamo presentare al garante per la privacy - dice la presidente - per l’utilizzo dei sacchi trasparenti che mostrano il contenuto, e poi daremo la parola a tutti coloro che vorranno. Niente politici, però: Non vogliamo assessori - ribadisce la presidente del comitato - se il sindaco Sodano però volesse venire a dirci qualcosa di rassicurante, sarebbe bene accetto. Da quello che abbiamo letto sui giornali il consiglio comunale ha chiesto di apportare subito delle modifiche al sistema di raccolta e questo ci fa piacere. Mantova Ambiente le sta studiando: Negli stalli lasciati liberi dai cassonetti - dice il direttore Anzio Negrini - potremmo creare dei punti di aggregazione per mettere lì i sacchetti e liberare, così, i marciapiedi più stretti. I cassonetti in strada, però, non torneranno mai più. Sodano, dal canto suo, ringrazia ma declina l’invito del comitato: Domani (oggi, ndr.) sarò in consiglio per il bilancio, ma invierò al comitato una nota scritta con la richiesta di incontrarlo per capire le sue richieste. Quanto al blitz in aula, vengano

167Capitolo 3 - 2013

pure dato che quello è un luogo pubblico. E dal leader dei civici, Giampaolo Benedini, arriva un attacco al comitato: Da cultore dell’estetica i sacchetti non sono una bella cosa. Tuttavia, penso siano meglio dei vecchi cassonetti. Poi l’affondo: Sono allibito per l’incoerenza di quel comitato che non vuole ascoltare i politici. Ho l’impressione che la loro protesta non sia solo una questione di sacchetti. Intanto, si sprecano gli aneddoti sul porta a porta. Ieri un abitante di via Leon d’oro ha segnalato un gruppo di turisti tedeschi che si è trovato, dopo le 11, davanti a un mucchio di sacchetti della spazzatura sul marciapiede. Subito sono scattati i flash, con corollario di epiteti non molto gradevoli per una città Unesco ha riferito chi era presente.Sandro Mortari, 18 luglio 2013

Per Sodano è solo un esperimento. Ma la Maffini: «Non si cambia»19 luglio 2013 «È una sperimentazione, a fine settembre tireremo le somme». «Nessuna sperimentazione, si possono fare degli aggiustamenti ma il sistema di raccolta rifiuti è questo». Parole rispettivamente del...«È una sperimentazione, a fine settembre tireremo le somme». «Nessuna sperimentazione, si possono fare degli aggiustamenti ma il sistema di raccolta rifiuti è questo». Parole rispettivamente del sindaco e dell’assessore all’ambiente, pronunciate a poche ore di distanza. Sodano ha parlato in serata incontrando i rappresentanti del comitato contro i sacchi in strada (dopo che in consiglio comunale, martedì sera, aveva annunciato di voler affidare a un sondaggio tra i cittadini la decisione finale), mentre Mariella Maffini si era espressa nel pomeriggio alla conferenza stampa convocata dal leader dei civici Giampaolo Benedini per fare il punto sulla situazione nella maggioranza di centrodestra (vedi articolo a pagina 15). Maffini ha precisato che «questa non è una sperimentazione», sottolineando che «si è creato un clima isterico che si sta ripercuotendo sugli operatori che vengono aggrediti mentre fanno un lavoro strategico e importante per la città», invitando ad «abbassare i toni» e ricordando che il porta a porta di Mantova «è un modo di raccogliere rifiuti ritenuto eccellente a livello nazionale e internazionale». Insomma «la raccolta differenziata - ha proseguito l’assessore - non è solo un obbligo di legge ma anche un dovere civico, è una battaglia di civiltà e io mi auguro di poter dimostrare la bontà di questo sistema» e «essere contro questo sistema significa essere contro la raccolta differenziata».

25 e 26 luglioL’onorevole Marco Carra si interessa del problema legato alla ferrovia. Argomento che ho affrontato da assessore. Fino ad ora, nessun risultato.

TRENI MERCI Finalmente si muove il Pd nVenerdì 19 luglio l’onorevole Marco Carra sulla Gazzetta di Mantova ha accolto il mio appello per il problema del transito delle merci pericolose a fianco di Palazzo Te e quartieri densamente abitati. Trascurando aspetti polemici (quanti governi sono passati senza risolvere la questione da che si è insediato il Petrolchimico a Mantova ? ) sono parzialmente soddisfatto per il suo intervento. Parzialmente appunto, mi sarei aspettato interessamenti anche da altri esponenti di rilievo del mondo politico e anche imprenditoriale che nella nostra città non mancano. Dico anche imprenditoriale perché a me parrebbe logico che a sostenere economicamente una soluzione per eliminare il potenziale pericolo, non debba essere solo il settore pubblico ma ancor più quello privato, considerando che tutte le merci (che transitano via gomma e via ferro) provengono dalle industrie del polo chimico. Penso soprattutto al colosso Eni che ritengo abbia avuto dal nostro territorio tutto ciò che ha voluto. Concordo con l’onorevole Carra che la soluzione è complessa, tuttavia informo che quando ero assessore per quanto concerne la ferrovia, avevo proposto a Rfi un percorso alternativo frutto di un lavoro interno degli uffici del Comune di Mantova con la collaborazione (gratuita) di tecnici esterni. Proprio tale soluzione era stata condivisa dall’onorevole Giachino e indicata durante la sua visita a Mantova. Credo comunque che al di là di possibili nuove realizzazioni certamente non immediate, vi siano percorsi alternativi agli attuali, probabilmente più onerosi ma meno insidiosi. Non solo per le merci su ferrovia ma anche su strada. Sono felice che il Pd se ne voglia occupare e spero che anche gli altri partiti si uniscano tralasciando le divisioni politiche. Giampaolo Benedini L’APPELLO Lottiamo contro le barbarie nQualche tempo fa il ministro per l’integrazione è stato oggetto di un basso attacco personale, per rispondere al quale Kyenge ha affermato di non intavolare polemiche di così basso profilo intellettuale e morale. Ma in quanto ad integrazione in Italia ci sono problemi che vanno ben oltre la decenza e la tolleranza dialettica. Aldo Morrone, direttore dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto alla povertà (Inmp), lanciò due anni fa su Repubblica un allarme per la stima di 2.000-3.000 bambine che in Italia sono annualmente a rischio di mutilazione genitale. Fenomeno che interessa non meno di 35.000 donne nel nostro Paese. E’ troppo chiedere al ministro Kyenge, che è un medico e anche una donna, di mettere tra le priorità delle politiche di integrazione, anche la lotta a certe barbarie culturali che insieme alle grandi opportunità migratorie, entrano nel Paese di cui è ministro? Riccardo Pozzi, 26 luglio 2013

168Capitolo 3 - 2013

TrasportiL’opportunità di ValdaroVoglio associarmi all’apprezzamento rivolto dall’ex assessore Giampaolo Benedini all’onorevole Carra, stante il suo interessamento al non secondario problema del transito delle merci pericolose sul territorio del Comune di Mantova. In particolare l’argomentazione era incentrata sul trasporto ferroviario, ma giustamente l’ex assessore ha ricordato come la stessa cosa valga per il trasporto su gomma. Sul generale tema credo sia facile risultare quasi tutti d’accordo, ma perché allora non valorizzare una risorsa che poche città possiedono come la modalità di trasporto delle merci via acqua. Il porto di Valdaro è diventato una bella realtà in pochi anni semplicemente perché è il terminal di un’ idrovia (la Mantova-mare) che assicura il pescaggio di pieno carico per tutti i giorni dell’anno, offrendo certezze sui tempi di trasporto, diversamente dalle incertezze che poteva offrire l’altalenante Po, unica idrovia possibile fino al 2003, ma sono ancora enormi gli spazi di espansione del traffico fluviale sviluppabile su Mantova, a partire dai carichi eccezionali per dimensioni e pesi, alle rinfuse di ogni genere, fino ad arrivare alle consegne delle merci containeirizzate, modalità che va ormai per la maggiore per moltissime merci. Le granaglie, gli sfarinati, i container, i coils e i carichi eccezionali, sono ormai presenze consuete per il porto posto alle porte di Mantova in prossimità di Formigosa, ma molto altro potrebbe essere trasferito su acqua, giocando così una carta che poche città al pari di Mantova possono vantare. Perché quindi non utilizzare appieno una risorsa così singolare e preziosa? Dario Aggio River Service Sr

Sulla viabilità di porta Cerese e sui Scacchetti della differenziata «Io sono tecnicamente d’accordo con il parere della Provincia sul progetto viabilistico di Esselunga. Quando vidi da assessore quella soluzione per Porta Cerese la esclusi subito». L’assist ai tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici di Palazzo di Bagno arriva da chi, certo, non è sospettabile di voler mettere i bastoni tra le ruote al piano per il supermercato. A prendere la parola è il leader dei civici – ed ex assessore alle opere pubbliche della giunta Sodano, Giampaolo Benedini, uno dei maggiori sostenitori dell’operazione. Eppure anche lui dice che i disegni che i progettisti della Victoria srl, braccio immobiliare del gruppo di Caprotti, relativi al sottopasso di porta Cerese non vanno bene. Hanno dei difetti, delle «criticità». «Quando ero assessore – racconta l’architetto civico – mi erano state sottoposte più ipotesi di viabilità per il piano Esselunga. Quella di cui stiamo parlando l’avevo esclusa perché concentra in quel punto tutte le direttrici del traffico, mentre invece era favorevole ad un’altra soluzione che prevedeva una miglior distribuzione del traffico evitando la concentrazione dei flussi nel nodo di Porta Cerese. Perciò condivido quello che la Provincia ha detto sotto il profilo tecnico». Il parere negativo di Palazzo di Bagno è motivato da alcuni rilievi di natura prettamente tecnica. Quello principale riguarda la pendenza delle strade di collegamento con il rondò: la loro pendenza risulterebbe pericolosa soprattutto per le manovre di ripartenza dei mezzi pesanti. Secondo i tecnici, inoltre, favorirebbero incolonnamenti. Il rilievo aveva sollevato commenti polemici da parte del consigliere comunale pidiellino, Andrea Gorgati,, mentre l’assessore ai lavori pubblici Marco Cavarocchi (anche lui Pdl) si era limitato a dire che erano questioni tecniche di competenza della Provincia. A lui è indirizzata una frecciata del predecessore civico. «Per fare l’assessore ai lavori pubblici bisogna avere competenze specifiche, altrimenti si rischia di non poter mai entrare nel merito delle questioni – dice Benedini – I problemi bisogna saperli risolvere prima, non attendere che arrivino sui giornali».Nicola Corradini, 04 agosto 2013

Rifiuti e città d’arte, la via fiorentina Firenze non è certo una città d’arte meno importante di Mantova, eppure ha trovato modo di collocare in pieno centro dei cassonetti per i rifiuti interrati, e senza tessera magnetica, in modo che tutti - negozianti, turisti (moltissimi, molti più che a Mantova) possano liberarsi a qualunque ora lasciando la città pulita. Naturalmente non è l’unico sistema, ma è quello che garantisce che non sia abbandonato a terra materiale da chi proprio negli orari canonici non può occuparsi dei rifiuti. I cassonetti interrati, di cui si è vantato in televisione il sindaco Matteo Renzi, si trovano a due passi dal Battistero e dal Duomo, così come in via Proconsolo e in altri punti centralissimi. A vista si notano solo delle campane metalliche, alte poco più di mezzo metro, dalla linea sobria ed elegante, di un grigio scuro su cui spicca bello grande in rosso il giglio simbolo del Comune di Firenze. Schiacciando un pedale si apre uno sportello in cui infilare i rifiuti che cadono in un cassone più grande sotterraneo. Quando il camion passa a svuotarlo, la campana è come il pomello di un coperchio, ovvero della piattaforma. Le campane sono differenziate: umido, carta, plastica, non differenziato. Qui da noi. A Mantova, per ora, l’aspetto estetico è stato molto trascurato. I sacchi più brutti sono quelli giallini, di plastica trasparente, attraverso cui si vedono i residui casalinghi dei nostri vicini (un po’ imbarazzante). I sacchi sui marciapiedi stretti del centro appaiono illogici. Chi è al lavoro nell’orario di esposizione, quando telefona o si reca di persona alla Tea per chiedere come comportarsi si sente rispondere: esponga il sacco prima di uscire (ma se esco alle 15 e la raccolta avviene dopo le 21?) oppure, quando torna si guardi intorno, se ci sono ancora i sacchi aggiunge il suo, altrimenti aspetti due giorni. Le bucce di melone e il pesce non possono aspettare e così ognuno fa quello che può. I più rispettosi si allungano fino agli ultimi cassonetti superstiti, malvisti ovviamente dai residenti, mentre invece quei cittadini si stanno preoccupando del bene comune. Un altro aspetto che fa riflettere è il fatto che in realtà la maggior parte degli utenti non produce - complimenti! - troppi rifiuti, per cui è costretta a depositare davanti alla porta di casa un sacchetto marrone che peserà sì e no cento grammi, minuscolo. Quasi ci si vergogna a far fermare un

169Capitolo 3 - 2013

addetto e farlo chinare per raccogliere un sacchettino. Del resto, non si possono tenere in casa rifiuti organici per troppi giorni. Qualcuno si chiede perché mai il Comune (o la Tea) non si chiedano se sia sensato obbligare i residenti, e gli operai che li raccolgono, a depositare sacchettini mini. Se poi si pensa che il politico di riferimento dell’assessore ai Rifiuti è l’architetto Giampaolo Benedini, fondatore di Mantova creativa, ci si chiede come mai non abbia suggerito un po’ di fantasia per rendere almeno più belli i sacchi. Ha ventilato l’ipotesi di un concorso di idee, vedremo. Ateneo. Ci ha pensato invece, all’aspetto estetico, la facoltà di architettura. Nei corridoi e nel cortile del polo di Mantova del Politecnico di Milano, in piazza d’Arco, infatti, si notano contenitori di metallo in cui sono collocati i sacchetti differenziati a seconda del tipo di rifiuti, di spetto gradevole. «Li abbiamo fatti fare - spiega il prorettore Federico Bucci - su progetto di Davide Crippa che si sta curando la nuova veste grafica della sede». Il modello, realizzato dallo Studio Città - Sistemi di arredamento di Bergamo, si chiama Eco Bin ed è stato personalizzato su disegno di Crippa. Educazione. Ultima osservazione: quando i cittadini si lamentano che il sistema della differenziata a Mantova non è il massimo, visto che costa di più nonostante obblighi gli utenti a preoccuparsi degli orari etc., la risposta è sempre la stessa: «Dobbiamo fare la differenziata, i cittadini devono imparare». Un assunto un po’ arrogante, visto che la maggior parte dei cittadini la differenziata la faceva già, scegliendo il cassonetto giusto. Di chi è la colpa se a Mantova non c’erano i cassonetti dell’umido? A Milano c’erano da almeno dieci anni o più e anche in altre città. L’altra risposta che si è sentita è che ci sono sempre i maleducati che nei cassonetti buttavano di tutto. D’accordo, ma perché le persone educate devono pagare per chi non lo è. E probabilmente continuerà a mescolare malamente. Più delle multe funzionano la campagne di educazione. Ricordate quando finalmente si è deciso di far rispettare l’obbligo di indossare le cinture e fermare davanti alle strisce pedonali. Appena si è capito che le autorità ci tenevano davvero, tutti hanno cominciato a fare il loro dovere. M. Antonietta Filippini, 04 agosto 2013

19 e 21 agostoLa questione Eni e B6 torna alla ribalta. Anna De Togni si arrabbia e sputa veleno su di me e sul nostro movimento civico. Lo fa però senza rispondere nel merito: perché invece di chiedere a Eni di sostituire la vecchia B6 con due caldaie nuove (come indicato dal consulente del Comune) preferisce il rabberciamento della vecchia caldaia, meno funzionale per le attività di soccorso e certamente più economica? Quale opera compensativa è stata chiesta per accettare una soluzione a vantaggio di Eni per parecchi milioni di euro?

Benedini torna all’attacco «Comune timido con Eni» Enipower spende otto milioni di euro per dimezzare in due anni le emissioni di ossidi di azoto dalla caldaia di riserva del turbogas, assecondando così le prescrizioni imposte dal ministero dell’Ambiente nei tempi previsti. Tutto bene? Neanche un po’, secondo Giampaolo Benedini. Un parere politicamente pesante, perché a parlare è il leader della seconda forza della maggioranza in via Roma (che tra l’altro esprime l’assessore all’ambiente), e un’accusa che affonda nel ventre molle della politica locale: «Il Comune è stato troppo debole e ha accettato una soluzione che fa comodo ad Enipower» tuona l’architetto dalle vacanze. Nessuna conseguenza politica immediata per l’accaduto («per carità, non vogliamo l’ennesima crisi di maggioranza»), anche perché le ripercussioni ci furono un anno fa: «È anche per l’accordo con Enipower che il nostro movimento chiese l’allontanamento dell’assessore all’ambiente Anna Maria De Togni, che all’epoca fu troppo morbida. La partita venne gestita da lei e dal sindaco. Lo fecero male, perdendo l’ennesima occasione per la città». Benedini spiega in che cosa consista la chance bruciata dall’amministrazione e perché, ad un movimento sensibile alle tematiche ambientali come il suo, non basti che il Comune abbia detto no al secondo turbogas, l’ipotesi preferita da Enipower: «Vede, bocciato un nuovo impianto, rimaneva la possibilità di chiedere all’azienda di sostituire la B6 con due caldaie a bassa pressione. Era uno dei tre progetti abbozzati. Enipower avrebbe dovuto investire molto di più, ma ora avremmo un impianto senza le lunghe inerzie che si creano con i lenti avviamenti della B6: ogni volta sono sei-sette ore di buco durante le quali, per alimentare il teleriscaldamento, bisogna far lavorare i vecchi impianti della Tea, decisamente più inquinanti. Ecco, il consulente ambientale del Comune, Umberto Maffezzoli, e la stessa De Togni si erano espressi in favore di questa seconda soluzione, che faceva gli interessi della città. Poi però si è scelta la strada più agevole per Enipower». Perché il cambio di rotta? Benedini accusa Sodano e la De Togni di essere stati troppo morbidi: «Non voglio fare dietrologia, ma dico che c’è stata ingenuità nel dialogo con Eni da parte di chi ha gestito la vicenda – attacca l’ex assessore – continuo a sostenere che avere un simile colosso a Mantova sia una risorsa, ma bisogna farsi rispettare. Se è vero che la città ha ricevuto e può avere ancora molto, è altrettanto vero che Eni a Mantova deve dare di più. Leggo sulla Gazzetta che con il turbogas ha guadagnato 23 milioni di euro in un anno, senza contare gli enormi profitti che continua a realizzare il gruppo nel complesso. Davanti a tutto questo – prosegue Benedini – il Comune non può accontentarsi di un intervento che assicura il rispetto delle norme ambientali, perché questo è dovuto, ma deve avere la forza di chiedere di più. Anche perché i rappresentanti di Eni, a livello locale e nazionale, ripetono sempre di essere molto attenti ai rapporti con il territorio: in occasioni simili vanno messi alla prova. Ma, purtroppo, Mantova ha perso l’ennesima occasione per la sua incapacità di farsi valere». Gabriele De Stefani, 19 agosto 2013

170Capitolo 3 - 2013

Turbogas, Sodano in silenzio dopo le accuse Il leader dei civici, Giampaolo Benedini, attacca il sindaco sul turbogas («con Eni è stato troppo timido»), ma dal primo cittadino non arriva alcuna replica. «No comment» fa sapere il suo portavoce Alessandro Colombo; in mattinata ha telefonato a Sodano, in vacanza a Martisicuro, l’ha informato delle dichiarazioni rese da Benedini alla Gazzetta e poi ha riferito la sua risposta: «Il sindaco ha deciso di non commentare». Potrebbe parlare, in difesa di Sodano, il coordinatore provinciale del Pdl, Marco Ghirardini. Il quale, però, raggiunto telefonicamente, declina l’invito: «Benedini riferisce che le sue parole sono state fraintese. Aspetto, dunque, una rettifica da parte sua prima di intervenire». La vicenda si tinge di giallo. Interpellato, l’ex assessore conferma tutto quello che detto, senza bisogno di precisare alcunché. Restano, dunque, quelle parole pesanti nei confronti del sindaco e dell’ex assessore De Togni (ex benediniana) sulla gestione della vicenda Enipower: «Il Comune è stato troppo debole e ha accettato la soluzione che fa comodo all’azienda» e la colpa è del sindaco e dell’ex assessore che gestirono quella la partita, «perdendo l’ennesima occasione per la città» aveva detto Benedini. La vicenda è quella relativa alle prescrizioni ministeriale che costringono Enipower a ridurre le emissioni del turbogas. In campo c’erano tre soluzioni; alla fine è stata scelta quella che Benedini ritiene la più «comoda» per Enipower: adeguamento della caldaia B6 con lavori per 8 milioni di euro. «E invece - dice l’ex assessore - si doveva chiedere all’azienda di sostituire la B6 con due caldaie a bassa pressione. Enipower avrebbe dovuto investire molto di più, ma ora avremmo un impianto senza le lunghe inerzie che si creano con i lenti avviamenti della B6: ogni volta sono 6-7 ore di buco durante le quali, per alimentare il teleriscaldamento, bisogna far lavorare i vecchi impianti della Tea, decisamente più inquinanti».20 agosto 2013

«Turbogas? Benedini parla senza sapere» «Su Enipower io e il sindaco non siamo stati ingenui, ma realistici». L’ex assessore all’ambiente dei benediniani Anna Maria De Togni, defenestrata nel settembre 2012 da Giampaolo Benedini al termine di un lungo braccio di ferro, replica dura al leader dei civici sulla vicenda del turbogas. Quelle accuse di debolezza nei confronti di Enipower rivolte a lei e al primo cittadino l’hanno molto indispettita. «Io e Sodano - afferma in una lunga lettera - abbiamo detto no ad un nuovo turbogas, ma abbiamo preteso quanto dovuto». Dalla sua penna emerge il ricordo dell’inverno 2011-2012, «uno strano inverno, senza precipitazioni e con venti debolissimi», in cui la qualità dell’aria in città peggiorò drasticamente. «Era necessario intraprendere ogni azione per ridurre le emissioni dei gas serra e dei microinquinanti come gli ossidi di azoto». Così fece il Comune, concentrando i propri obiettivi sul teleriscaldamento «affinché questo sistema fosse realmente sostenibile». «Ecco perché, in accordo con il sindaco, abbiamo richiesto a Enipower e a Tea una serie di azioni da completare entro il mese di ottobre 2013. Enipower doveva assolutamente assolvere le prescrizioni del decreto Aia 2012 e Tea non poteva continuare ad alimentare il teleriscaldamento con centrali inefficienti e inquinanti. Enipower non poteva essere lasciata nelle condizioni di non assolvere le prescrizioni ministeriali e Tea doveva essere finalmente in grado di prelevare tutto il vapore di scarto disponibile. Il Comune aveva anche richiesto a Enipower interventi sull’impianto scambiatore per garantire, nei momenti di punta, una fornitura di calore anche di 140 megawatt termici». Sindaco ed ex assessore all’ambiente, dunque, furono realistici, non ingenui. E a Benedini, che la De Togni con una punta di veleno definisce «leader di un movimento di architetti, i cui adepti ormai si contano sulle dita di una mano», rimprovera atteggiamenti dittatoriali: «Non ha mai voluto ascoltare, ma avrebbe sempre e comunque voluto una sua gestione diretta delle varie problematiche. Come quando voleva l’insediamento dell’azienda per l’inertizzazione dell’amianto. Il sindaco mi aveva chiesto un parere ed io ho detto che non esistevano condizioni di sicurezza sufficienti». Da lì sono cominciati i suoi problemi con il movimento, sfociati nel licenziamento dopo solo un anno da assessore: «Quando la mia posizione divergeva dalla sua e da quella dei suoi consiglieri - prosegue la De Togni - sono stata rimossa», con l’accusa di «non avere polso e di seguire la volontà del sindaco. Belle baggianate. Io non mi pento di nulla». E a proposito di occasioni perdute, manda a dire a Benedini, «è lui ad averne perse tante in questi anni per star zitto o per parlare con competenza dei problemi della nostra città». (Sa.Mor.)21 agosto 2013

24 agostoLa squadra Expo 2015, presentata a Sodano in aprile, accenna sulla Gazzetta ad alcuni progetti.

Ecco la squadra di Benedini per Expo 2015 Nuvolari, mondo ebraico e Gonzaga: partono da qui, da queste tre icone i progetti a cavallo tra storia e innovazione che il Comune metterà in campo per Expo 2015. A studiarli: un team creato dall’architetto Giampaolo Benedini «dopo che il sindaco - spiega - mi ha incaricato di portare idee per il 2015 nello spirito della città». Cinque esperti in varie discipline che a titolo gratuito hanno deciso di scendere in campo per la promozione della loro città. Si tratta del giornalista e scrittore Lorenzo Montagner, del produttore televisivo e organizzatore del premio Tazio Nuvolari Claudio Rossi, dell’ebraista Stefano Patuzzi, dell’esperto di beni culturali Paolo Bertelli e dell’economista Giorgio Casoni. Si parte da temi - Nuvolari, ebraismo e Gonzaga - molto lontani da quelle che sta al centro dell’Expo (“Nutrire il pianeta”) dunque il percorso è tutto da immaginare. «La domanda - spiega Benedini - è “come portare all’attenzione del mondo la nostra città?” La riflessione da cui sono partito è che il limite è un isolamento sia fisico sia di relazioni. Il nostro errore è continuare a pensare che Mantova debba interessare per le sue qualità culturali, per i

171Capitolo 3 - 2013

monumenti senza renderci conto che siamo un’eccellenza in mezzo a tantissime altre eccellenze. Per questo dobbiamo proporre qualcosa di diverso, che coniughi il nostro ricco patrimonio con il futuro». Di qui la decisione di puntare su quelle che definisce «tre icone»: «I Gonzaga visti da una prospettiva diversa - aggiunge - quali i loro collegamenti con la modernità e il loro essere stati precursori di design e moda, il mondo ebraico partendo dal compositore di musica ebraica mantovano Salomone Rossi, dai libri della Caballah che si trovano a Mantova, dalla cucina ebraica. E infine Nuvolari nei suoi aspetti sociali. Nuvolari, Gonzaga e mondo ebraico hanno una internazionalità che ci può collegare al resto del mondo». Se per i Gonzaga c’è allo studio la possibilità di ricostruire alcune armature e per il mondo ebraico si sta elaborando la possibilità di una far rivivere virtualmente il ghetto, per quanto riguarda in particolare la figura di Tazio Nuvolari, Lorenzo Montagner e Claudio Rossi stanno lavorando a un soggetto destinato a diventare un film. Una pellicola che al di là dell’aspetto sportivo renda l’idea che «non è un caso se Nuvolari è nato proprio a Mantova». «Mantova tra fine 800 e inizi 900 - spiega Montagner - era la capitale assoluta della velocità». Le competenze ingegneristiche e meccaniche di cui la nostra provincia era ricca andarono infatti ad aggiungersi a quella che fu l’esplosione del fenomeno motore. «Basta pensare che nel 1905 qui ci fu uno dei primi Motor Show - aggiunge Montagner - e che nel 1912 era la quarta città in Italia per numero di vetture immatricolate». Insomma Nuvolari è diventato Nuvolari anche per l’aria che respirava. «Ed era un uomo di oggi - aggiunge Claudio Rossi - anche per la capacità che aveva di sfruttare la propria immagine, era un uomo di spessore oltre che di grandi capacità agonistiche». Nuvolari, in un circuito con l’Expo 2015, potrebbe significare poi anche collegamenti con la Ferrari. «Stiamo pensando - aggiunge Rossi -a una fiction televisiva o a un docufilm con una produzione internazionale». Nuvolari, mondo ebraico e Gonzaga: tre progetti presto in cerca di sponsor «che «però possano - conclude Benedinini - rientrare nell’ambito di un lavoro complessivo che veda il contributo di tutti gli enti interessati alla promozione del nostro territorio».Monica Viviani, 24 agosto 2013

9 settembreDi nuovo Valdaro. Le mie continue sollecitazioni perché si metta alla presidenza di Valdaro un manager sembrano trovare riscontro.

Benedini: «Subito un manager alla guida» «Non si può rischiare di perdere l’aiuto determinante della regione per salvare la Valdaro Spa solo per divisioni tra i soci. Mantova non può permettersi di perdere una delle poche speranze di sviluppo». Lo dice Giampaolo Benedini, leader dei civici ed x assessore ai lavori pubblici della giunta Sodano. «Leggo sconcertato ciò che sta succedendo per Valdaro spa – dice Benedini – Società appesa ad un filo e strategica per la città perché è una delle poche possibili speranze di sviluppo economico del territorio insieme al Porto di Valdaro e all’area privata Olmo Lungo del bresciano Peroni ,della quale non dobbiamo dimenticarci considerando che occupa un’area di circa un milione e mezzo di metri quadrati e anch’essa impegnata a realizzare infrastrutture per il comparto». Aggiunge l’architetto leader degli Arancioni: «Non entro nel merito sulla miglior soluzione per risolvere la situazione fallimentare di Valdaro spa, ma sicuramente la Regione che ha dimostrato interesse a essere garante sull’obiettivo da perseguire non può trovarsi a gestire una situazione in cui gli azionisti sono discordi sui modi, considerando anche le ingenti risorse messe a disposizione dalla stessa Regione nel corso degli anni. A mio parere quindi va discussa e approfondita la soluzione con gli azionisti, il nuovo Cda di Valdaro spa capitanato da un manager di indiscusse esperienze, direi anche Olmo Lungo, e la Regione che è inutile chiamare in aiuto senza prima concordare una soluzione. Credo che non ci sia un minuto da perdere considerando la gravità della situazione e la necessità di dare una speranza alla Città che ancora una volta non si perdano occasioni».09 settembre 2013

Parte il totonomine per la Valdaro spa. Spunta l’ex Belleli Energy Aldo Patrini La crisi della Valdaro spa potrebbe essere ad una svolta. Secondo alcune indiscrezioni, le forze politiche di maggioranza in Comune di Mantova avrebbero individuato la figura del nuovo presidente che dovrà traghettare la società fuori dalle secche dei debiti in cui è finita. Un accordo sottoscritto tra il sindaco Nicola Sodano, l’assessore regionale leghista Gianni Fava e Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica che in via Roma appoggia l’amministrazione Sodano, avrebbe individuato in Aldo Patrini, ex direttore generale della Belleli Energy in pensione dallo scorso 1° giugno, l’uomo giusto per sostituire l’attuale presidente Luciano Borra e salvare la Valdaro spa dalla liquidazione. «Sarebbe la persona giusta al posto, visto quello che ha fatto per la Belleli in questi anni» si dice negli ambienti di maggioranza del centrodestra. Patrini, che risiede a Mantova, secondo qualcuno, avrebbe già dato la propria disponibilità a ricoprire il delicato incarico. Lui, invece, dice di no: «Nessuno finora mi ha fatto alcun tipo di proposta su Valdaro- afferma il manager -. Forse i partiti ne hanno parlato tra di loro visto che amo Mantova e sono libero da impegni. Se me lo chiedessero? Non so, prima bisogna capire che cosa vogliono». L’ultima parola spetterà all’assemblea dei soci che dovrebbe essere convocata entro qualche settimana. Visto che il capoluogo detiene il 62% del capitale sarà difficile opporsi al suo volere. Ricordiamo, infatti, che la Valdaro spa è partecipata, oltre che da Mantova capoluogo, da Roncoferraro (7,12%), Bigarello (2,404%) e San Giorgio (1,923%), Camera di Commercio (1,923%) e Provincia

172Capitolo 3 - 2013

(24%). In assemblea dovrà essere trovata una soluzione che metta d’accordo tutti e Patrini potrebbe essere il nome giusto. Anche se bisognerà vedere come reagirà la Provincia a cui la Regione ha minacciato di togliere la gestione del porto.17 settembre 2013

26 settembreL’operato di Mariella Maffini, nostro assessore all’ambiente, porta a un risultato interessante: la costituzione della rete siti SIN. Sindaci da tutta Italia si ritrovano al Teatro Bibiena per fare squadra e creare sinergie sul tema delle bonifiche. Un’azione vanificata da Sodano con il licenziamento, nell’estate del 2014, dell’assessore Maffini. È questo l’interesse della città?

Sos per le bonifiche «Dieci anni di nulla» «Grazie per la speranza che oggi avete dato ai vostri cittadini. Abbiamo riunito un’Italia che ha un grande problema che però può diventare un’opportunità di sviluppo per i nostri territori». Con queste parole l’assessore all’Ambiente del Comune di Mantova Mariella Maffini ha chiuso la giornata di studio che al teatro Bibiena ha ieri visto quasi 200 amministratori unire le forze e fare squadra per spingere il governo a risolvere il disastro ambientale dei Siti di interesse nazionale, ovvero di quelle aree che sono talmente inquinate da costituire per legge un serio pericolo per la salute pubblica. Assente il ministro all’Ambiente Andrea Orlando per impegni all’estero, il primo passo della nuova Rete dei Comuni per la bonifica è stata la firma all’unanimità del documento che, come anticipato ieri dalla Gazzetta, chiede il riconoscimento di stato di crisi ambientale e sanitaria. Il primo passo di una sfida importante che vedrà ora l’assessore Maffini coordinare un comitato ristretto di amministratori nonché pronta a chiedere già da oggi un incontro urgente ai ministeri dell’Ambiente e Sviluppo economico, alle commissioni parlamentari, agli organi di governo «perché noi non possiamo più aspettare», perché «4 milioni e mezzo di cittadini non possono più aspettare». In Italia, come ricordato ieri da Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), i siti potenzialmente contaminati sono oltre 15 mila, dei quali 6 mila risultrano accertati, 5 mila contaminati e 3 mila bonificati. Oltre a questi la legislazione riconosce 39 siti di Interesse nazionale (erano 57 fino agli inizi 2013) per un totale di 187 comuni che coprono il 2% del territorio nazionale. Piemonte, Liguria, Lombardia, veneto, Friuli, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna: c’erano i rappresentanti di Comuni sparpagliati in ben 15 regioni riuniti ieri al Bibiena «per uscire dall’isolamento - ha sottolineato nel suo intervento introduttivo il sindaco Nicola Sodano - perché il governo sappia che ora c’è una rete che rappresenta 4,5 milioni di cittadini, l’8% della popolazione italiana, che chiede le bonifiche». Uno stuolo di amministratori che rispondendo alla chiamata mantovana hanno portato ciascuno testimonianza delle proprie esperienze con la volontà però di guardare avanti, di creare una nuova sinergia che li aiuti a uscire da un’impasse che dura da troppi anni. Esperienze come quella di Manfredonia dove «hanno distrutto scientificamente il territorio» ha raccontato il sindaco Angelo Riccardi che ha inviato i colleghi a «continuare su questa strada» perché «possiamo essere i protagonisti di un cambiamento vero». Esperienze come quella di Mantova da cui è partito tutto. «Quando nell’ottobre 2012 sono diventata assessore a Mantova - ha raccontato Maffini - i giornalisti mi chiesero subito che cosa avevo intenzione di fare per la bonifica del Sin. Ho cercato subito di capire quali progettualità ci fossero per questo sito e in breve mi sono resa conto che dal 2003, anno di dichiarazione del Sin di Mantova, ben poco era stato fatto. Quando poi ho iniziato a scrivere al ministero dell’Ambiente per chiedere di sbloccare progetti presentati in passato mi sono sentita con le armi spuntate. Così ho cominciato a guardare cosa succedeva in altri Sin italiani per scoprire purtroppo il sistema delle bonifiche oggi in Italia è fallimentare e che occorrono normative e strategie diverse». Strategie diverse che tengano anche conto del fatto che queste aree il cui degrado rappresenta un’emergenza ambientale e sanitaria per il territorio e per le popolazioni sono però al tempo stesso «una risorsa importante qualora si riuscisse a promuovere la loro bonifica garantendo nel contempo continuità, rilancio e riutilizzo delle attività industriali già esistenti per lo sviluppo di nuovi cicli produttivi nel senso della green economy». Bonfiche che precedano quindi una fase di riconversione e sviluppo e diventino anche un volano per l’economia. Non solo una spesa ma un investimento. Forse per questo qualcuno, a partire dal leader dei civici Giampaolo Benedini, si aspettava la presenza in sala di imprenditori che non si sono visti e per i quali «sarebbe stata un’occasione per parlare di economia sostenibile». Ma perché tanti ritardi nelle bonifiche? A rispondere per conto del ministero dell’Ambiente era ieri presente Giuliana Gasparrini, dirigente della divisione Bonifiche, che ha ammesso che a fronte di 1.507 conferenze di servizio (804 quelle istruttorie e 703 quelle decisorie) fatte negli ultimi 12 anni «non è corrisposto un risultato». E i motivi sono stati molteplici: dagli errori nelle perimetrazioni delle zone inquinate, progetti rispediti al mittente, contenziosi e ricorsi, commissariamenti, risorse pubbliche distribuire e a volte neppure spese. Per questo, ha annunciato, il ministero «ha chiesto di recuperare le risorse bloccate da anni». Vale a dire quei 500 milioni di transazioni dei privati per situazioni di danno ambientale che sono stati versati in un fondo cui però, a quanto pare, è difficile accedere.Monica Viviani, 26 settembre 2013

173Capitolo 3 - 2013

Ottobre 2013Le bonifiche ed ENI. Non perdo l’occasione per pungolare il colosso e lo stato. Sembra iniziare una campagna di condivisione e di comune percorso per fare pressione ed ottenere bonifiche e lavoro. Tutto cade nel nulla (169, 169/1,2,3).

Da Eni 8 miliardi per le energie rinnovabili. E a Mantova?» Giampaolo Benedini lancia un appello all’Eni che ha annunciato investimenti per 8 miliardi di euro nelle energie rinnovabili e nella chimica sostenibile. «Dopo i disastri commessi a Mantova - si chiede il leader della lista civica che esprime l’assessore comunale all’Ambiente - quanto sarà l’investimento nella nostra città?». Il Sole 24 ore, nell’edizione di sabato 28 settembre 2013, a pagina 30 scrive: l’Eni investirà otto miliardi in Italia. Nell’articolo, oltre a parlare delle strategie della Società si dice “siamo un’azienda che dà molta importanza alla sostenibilità”. Sorge spontanea la domanda: che cosa intende Eni per sostenibilità, considerando il disastro creato sul nostro territorio? Propongo, sulla scia dell’appello al ministro VIA I VELENI, un altro appello al presidente di Eni perché finalmente, oltre a bonificare, si prendano impegni per investire in ricerca nel nostro territorio mantovano sulla chimica sostenibile, sulle energie rinnovabili, insomma su tutto ciò che possa consentire di aumentare l’occupazione senza creare danni all’ambiente. Eni investe in Italia otto miliardi, e a Mantova? Benedini alla carica di Eni: investa nella riconversione. La zampata dei Comuni inquinati, quelli che ricadono sotto l’ombrello dei 39 siti d’interesse nazionale da ripulire, e l’appello della Gazzetta al ministro dell’Ambiente, perché venga a visitare il polo avvelenato di Mantova, hanno riacceso il dibattito sulle bonifiche e la riconversione industriale. A tornare alla carica, tra gli altri, è l’ex assessore Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica, che della riqualificazione del polo chimico aveva fatto una bandiera elettorale. Battendo più volte sul tasto dell’Eni, in debito con la comunità di Mantova. Benedini torna all’attacco appigliandosi a un articolo pubblicato sabato scorso dal Sole 24 Ore, titolo: “Eni investirà otto miliardi in Italia”. «Oltre a parlare delle strategie della società, nell’articolo si dice “siamo un’azienda che dà molta importanza alla sostenibilità” – annota l’ex assessore – Sorge spontanea la domanda: che cosa intende Eni per sostenibilità, considerando il disastro creato sul nostro territorio? Sulla scia dell’appello al ministro “Via i veleni”, ne propongo un altro al presidente di Eni perché finalmente, oltre a bonificare, si prendano impegni per investire in ricerca nel nostro territorio sulla chimica sostenibile, sulle energie rinnovabili e su tutto ciò che possa consentire di aumentare l’occupazione senza creare danni all’ambiente». Il titolo del Sole 24 Ore sollecita così una domanda: «Eni investe in Italia otto miliardi, e a Mantova?». L’ultima polemica interna alla maggioranza sul turbogas risale a un mese e mezzo fa, quando Benedini era tornato ad accusare il Comune di un atteggiamento troppo timido con l’azienda del cane a sei zampe. Secondo l’architetto si doveva pretendere da Eni la sostituzione della caldaia B6 con due caldaie a bassa pressione. «Avere un simile colosso a Mantova è una risorsa, ma bisogna farsi rispettare».Giampaolo Benedini, 01 ottobre 2013

La raccolta di firme non si ferma Continua a crescere la mobilitazione dei mantovani perché il governo si attivi per la bonifica del sito di interesse nazionale. Lanciato dal nostro giornale per chiamare a Mantova il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, invitandolo a visitare il petrolchimico e a parlare di bonifiche, oggi l’appello diventa ancora più urgente dopo che la raffineria ha ieri confermato l’intenzione di smobilitare. Anche per questo la raccolta firme, che ha ormai superato quota 1.000 sottoscrizioni, continua: si può ancora firmare sul nostro sito internet all’indirizzo www.gazzettadimantova.it. Tra i primi firmatari diversi esponenti politici, come l’assessore Mariella Maffini, Gianni Bombonati (civica Benedini), Giovanni Buvoli (Pd), Francesco Tiana (Sel), Luigia Bettoni (Sostenere Mantova), Laura Bonaffini (Pd), Giampaolo Benedini (civica Benedini) e l’ex parlamentare dell’Ulivo (oggi Pd) Ruggero Ruggeri, l’ex sindaco Fiorenza Brioni (Pd). Un appello lanciato all’indomani del battesimo della Rete di Comuni Sin al Bibiena, dove Giuliana Gasparrini, dirigente ministeriali della divisione bonifiche aveva ammesso: a fronte di 1.507 conferenze di servizio in 12 anni, «non è corrisposto alcun risultato». Una conferma a quanto già emerso dossier della Commissione bicamerale ecomafie: lo stato di avanzamento delle attività nel Sin di Mantova vede un misero 1% alla voce “percentuale di aree con progetto di bonifica approvato”. Nei giorni scorsi il ministro Orlando ha fatto sapere la sua disponibilità a un sopralluogo al polo chimico mantovano. La città lo aspetta prima che sia troppo tardi. Come aspetta che il presidente del Consiglio Enrico Letta dia seguito alla richiesta di incontro presentato dall’assessore alle politiche ambientali del Comune di Mantova Mariella Maffini in veste di coordinatore della Rete dei Comuni Sin. Perché a Mantova come negli altri 186 Comuni intossicati ci sono «criticità sanitarie, ambientali, socio-economiche che riguardano 4,5 milioni di abitanti». Perché la soluzione dei problemi non può più essere rinviata e deve diventare una priorità nell’agenda politica del governo.05 ottobre 2013

Ancora firme online per le bonifiche Continua la mobilitazione perché il governo si attivi per la bonifica del sito di interesse nazionale. Lanciato dalla Gazzetta per avere a Mantova il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, invitandolo a visitare il petrolchimico e a parlare di bonifiche, oggi l’appello diventa ancora più urgente dopo che la conferma della smobilitazione della

174Capitolo 3 - 2013

raffineria. Anche per questo la raccolta firme, che ha ormai superato le 1.100 sottoscrizioni, continua: si può ancora firmare sul nostro sito internet all’indirizzo www.gazzettadimantova.it. Tra i primi firmatari diversi esponenti politici, come l’assessore Mariella Maffini, Gianni Bombonati (civica Benedini), Giovanni Buvoli (Pd), Francesco Tiana (Sel), Luigia Bettoni (Sostenere Mantova), Laura Bonaffini (Pd), Giampaolo Benedini (civica Benedini) e l’ex parlamentare dell’Ulivo (oggi Pd) Ruggero Ruggeri, l’ex sindaco Fiorenza Brioni (Pd).07 ottobre 2013

Benedini: «Bonifiche e riconversione l’unica opportunità» La lista Benedini per Mantova non ha parlato durante il consiglio comunale aperto di sabato, ma Giampaolo Benedini ha inviato una nota per spiegare che in aula ha notato «partecipazione, sbigottimento, e qualche indignazione ipocrita. Nessun dubbio, nessun segno di autocritica, nessuna scusa; come non fossimo stati per trent’anni, senza nemmeno poter dire chi era responsabile dell’inquinamento». «Da tempo - continua l’architetto - reclamiamo le garanzie per liberare il sottosuolo dai veleni di anni di una politica industriale a briglia sciolta, cieca e schiava del profitto delle aziende. Le bonifiche e la riconversione, per noi sono un’opportunità, l’unica che ci rimane per dare una credibile prospettiva di crescita al nostro polo chimico e speranza di futura occupazione. Quella del mancato rispetto dell’ambiente nel nostro territorio è la leva da utilizzare per intervenire sui tavoli di Eni se, come pare, è coinvolta. E solo con un progetto preciso, economicamente sostenibile si possono affrontare le modalità per non disperdere le risorse umane, nel rispetto e recupero di un ambiente ferito. L’assessore Maffini, martedì sarà a Roma alla presidenza del consiglio. Saprà porre al governo le giuste domande dei nostri lavoratori e del nostro ambiente».13 ottobre 2013

31 ottobreAncora su Expo 2015.

Banzi e Stermieri vogliono vedere i progetti per Expo «Quali risorse il Comune intende mettere in campo per intercettare i milioni di turisti che arriveranno a Milano in occasione di Expo 2015? Quali iniziative di promozione sono previste? E qual è il coinvolgimento degli assessori al turismo, alla cultura e alle attività produttive?». Sono le domande che Fausto Banzi e Dino Stermieri, consiglieri comunali rispettivamente di Sel e Pd, pongono al sindaco in un’interrogazione già depositata in consiglio comunale. Il punto di partenza è la seduta della commissione cultura dei giorni scorsi, nel corso della quale è intervenuto Giampaolo Benedini, l’ex assessore ora delegato dal sindaco a seguire la partita di Expo 2015. Oltre a voler conoscere la programmazione delle attività da parte dell’amministrazione comunale, i consiglieri Banzi e Stermieri pongono dei dubbi sull’operazione che porterà alla realizzazione di un padiglione sul lago: «Corrisponde al vero che si spenderanno circa quattrocentomila euro per un padiglione ampio soltanto ottanta metri quadrati, nei quali non si sa ancora che cosa esporre? Chi lo paga – chiedono ancora – e quale sarà la quota a carico del Comune di Mantova?».31 ottobre 2013

Non si vive di sola rendita dei GonzagaCaro Cino, capisco che sei ansioso di vedere se questa città uscirà dalla secca - in cui è impantanata da tempo - grazie a Expo 2015 un appuntamento che tutti definiamo “una grande occasione”. Ma per centrare l’obiettivo occorre essere realisti e capire come ottenere benefici da questa iniziativa mondiale, benefici duraturi e non ad uso esclusivo dei mesi della manifestazione. Innanzi tutto i visitatori - ti do credito del beneficio di un refuso quando parli di 29 miliardi - sono stimati in 20 milioni di cui 13/14 italiani e 6 divisi tra Europa e resto del mondo. Come abbiano fatto poi a valutare questi numeri Dio solo lo sa. A parte questo, ti trasmetto il mio pensiero, che come spesso avviene, non è omologato e non si conforma a quello che viene detto da molti. Infatti io credo che sarebbe riduttivo pensare ad Expo 2015 esclusivamente come la nostra occasione per diventare città turistica. In realtà deve essere un appuntamento per tutto il territorio nella sua complessità culturale e imprenditoriale. Non dobbiamo dimenticare che nel tema di “Expo, nutrire il pianeta, energia per la vita”, la nostra economia ha una posizione centrale e rilevante. Se sapremo promuovere il nostro territorio come campo di sperimentazione e di innovazione per i prodotti tipici della nostra terra e non solo, si creerà un indotto turistico ancora più evidente e continuativo di quanto le grandi mostre, che tu Cino vorresti, costose e ormai fuori dalla nostra portata, potrebbero veicolare. E trovandomi sull’argomento, in termini di risultati fra costi e benefici, credo molto più produttive mostre recenti o in fase di inaugurazione come quella di Bill Viola. Se Mantova riuscisse a diventare centro internazionale del contemporaneo grazie a un costante susseguirsi di eventi anche concomitanti, si creerebbero le condizioni per fidelizzare il visitatore incrociando a quel punto gli interessi del commercio, della ristorazione e dell’ospitalità. Tornando in maniera più specifica a Expo credo quindi che al fine di promuovere tutto il territorio, la presenza più importante, dove investire maggiormente, debba essere a Milano. In tal modo si concretizzeranno più contatti di quanto non si possa fare da Mantova potendo avere ricadute nel periodo della manifestazione e in quelli successivi. Ma importanti saranno anche tutte le relazioni esterne che abbiamo iniziato a intrattenere, in sinergia con l’assessore Tonelli, su vari argomenti con alcuni dei paesi che saranno presenti all’Expo. Tra i contatti tematici certamente non poteva mancare Explora, incontrata il giorno 14. La società

175Capitolo 3 - 2013

ha ritenuto il percorso intrapreso dal Comitato Mantova 2015 corretto ed esemplare per gli scopi turistici perché suggerisce argomenti che possono sedurre turisti di nicchia. Certamente Mantova avrebbe potuto arrivare al 2015 con alcune importanti opere concluse che l’avrebbero migliorata, rinnovata e resa più efficiente. Ma da dieci anni a questa parte la nostra città rifiuta qualsiasi cambiamento. Speriamo si trovi finalmente il buon senso di condividere un percorso. Ti sei chiesto perché non siamo entrati nella rosa delle candidature del 2019? Occorre smetterla di credere che tutto avvenga grazie ai Gonzaga e alla bellezza indiscussa della città. Solamente se sapremo metterla in relazione alla modernità e all’economia potremo sperare di ottenere qualche risultato. E questo potrà avvenire se la città saprà discutere e fare le proprie scelte razionalmente. Ti tranquillizzo comunque, il comitato Mantova 2015 sta lavorando e a giorni potrai essere aggiornato sulle nostre attività sul sito in fase di ultimazione e su Facebook.Giampaolo Benedini, 19 novembre 2013

(Comitato Mantova 2015: verso Expo 2015 - allegato n° 7)(Sistema Mantova: Verso Expo 2015 - allegato n° 8)

20 e 28 novembreSulla Ies, su Valdaro, su Confindustria e altro ancora.

CONFINDUSTRIA Le strane affermazioni del presidente Truzzi. Il male forse maggiore della nostra città è costituito dalle posizioni aprioristiche assunte e dettate dall’appartenenza politica o di categoria, l’ultima delle quali proprio di domenica a pagina 17 della Gazzetta. Il presidente degli industriali accusa Comune e Provincia di essere corresponsabili per la chiusura della produzione alla Ies. Credo che i due enti finalmente abbiano fatto il loro dovere dopo tante incertezze. La crisi della raffinazione è stata annunciata da alcuni anni dalle stesse associazioni della categoria specifica. Quindi prevedibile anche quella della Ies. Compito di Confindustria dovrebbe essere principalmente di supporto e indirizzo degli associati avendo l’associazione tutti gli strumenti per analizzare gli scenari futuri dell’economia; mi pare che invece si prendano in considerazione solo quelli presenti che ognuno di noi è in grado di vedere. Guardando oltre il proprio naso si può anche intravedere quale danno non solo alla salute, ma anche all’economia può creare una criticità ambientale. Il futuro non è certo nel settore petrolifero derivante da idrocarburi ma dalle energie sostenibili. Prima ancora l’ingegner Alberto Truzzi sempre dalle pagine della Gazzetta di Mantova è entrato nella questione Valdaro, anche in tale occasione con affermazioni a dir poco singolari, affermando non utile la ricapitalizzazione della società. Condizione sine qua non per iniziare un cammino diverso sotto la guida del nuovo presidente Patrini. Personalmente, e molti altri come me, ritengo che Valdaro spa sia la vera grande risorsa di Mantova per trovare uno sbocco alla mano d’opera recentemente persa. Nuovi insediamenti di logistica, ricerca, innovazione ed energie rinnovabili potranno fornire una risposta concreta alla crisi attuale. Se Zai vorrà entrare nella compagine societaria occorre lo dimostri con fatti concreti.Giampaolo Benedini

CHIUSURA DELLA RAFFINERIA Confindustria non ha guardato avanti. Egregio ing. Truzzi pensavo che la difesa della Ies fosse posizione dovuta al suo ruolo istituzionale. Con la sua lettera del giorno 22 insiste nell’attribuire responsabilità a Comune e Provincia per la chiusura dell’attività di raffinazione essendo gli enti intervenuti a favore della salute dei cittadini, obbligando la Società a ottemperare alle prescrizioni ambientali di legge. A questo punto sono ancor più preoccupato per le sue affermazioni. Facile e comodo prendere in questo momento la difesa dell’occupazione facendo la parte dell’agnello e lasciando a me quella del lupo. Personalmente ritengo che una certa responsabilità, invece, sia proprio delle istituzioni come quella da Lei presieduta. Anni fa, all’inizio della crisi, Confindustria non ha guardato avanti cercando di dialogare con le aziende affiliate (e non affiliate ) incitandole a programmare la riconversione delle produzioni destinate a soccombere. Un destino ripetutamente annunciato e puntualmente avvenuto. La crisi delle piccole raffinerie è da tempo riportata dai giornali economici. Voler continuare a difendere errori (o sfortune) è solo un’ipocrita forma di pulirsi la coscienza. Non si tratta di comandare in casa d’altri, si tratta di segnalare in anticipo quello che la grande Associazione degli Industriali poteva conoscere e doveva evidenziare. Così come avrebbe dovuto segnalare al settore edile che continuare a costruire appartamenti (per residenti fantasma), senza un’adeguata politica di sviluppo economico, avrebbe prima o poi portato al collasso. Se la Ies è stata acquistata sette anni fa, proprio quando il vento dell’economia è cambiato, non è colpa della nuova proprietà, ma certamente è colpa di Mol ma anche Sua, per non aver capito che sull’ambiente era maturata una maggiore coscienza della città.

VALDARO bis Il consumo di territorio. Il lungo, vibrante e appassionato intervento moralistico del geometra Coghi - apparso sulla Gazzetta - che denuncia un’inopportuna ingerenza delle istituzioni pubbliche su Valdaro, merita alcuni commenti. Il primo deriva dalla lettura del quotidiano a pagina 21 “In aula Roverscalo area produttiva sognata con Vema”. In sostanza Coghi propone a Roverbella un’infrastruttura analoga a Valdaro. Certamente senza che questa abbia analoghe qualità complessive. L’intervento del geometra contro Valdaro ha una finalità precisa. Ma che senso ha consumare nuovo territorio a Roverbella quando a pochi chilometri c’è Valdaro con identiche finalità? Ritengo poi che, come i privati, anche le società partecipate possano e debbano adeguarsi al mercato. Dico ancora di più: condizionare

176Capitolo 3 - 2013

il mercato per calmierarlo e orientarlo secondo le condizioni generali dell’economia, ritengo sia un dovere. Ci sono Paesi dove i terreni industriali, a fronte di accordi occupazionali, vengono dati gratuitamente.Giampaolo Benedini, 28 novembre 2013

ATTIVITÀ PRODUTTIVE Ambiente e salute aspetti non secondari nLeggo con grande perplessità le affermazioni dell’ing. Truzzi a pag 23 della Gazzetta del 27. Sarò sintetico per non abusare della pazienza del Direttore e dei lettori. Non mi pare di aver mai detto ciò che il presidente di Confindustria mi attribuisce. Ho detto che la crisi della raffinazione era prevedibile e annunciata, bastava leggere i giornali economici per capirlo. Ho detto che continuare a costruire case senza prospettive di nuovi residenti non poteva che portare al collasso del settore. Che le banche non potessero continuare a finanziare un prodotto il cui solo scopo era di essere pegno per nuovi finanziamenti, era prevedibile. Su queste basi Confindustria avrebbe dovuto informare e consigliare i propri associati per affrontare le crisi specifiche riconvertendo e spostando il lavoro su obiettivi diversi. Come hanno fatto altri paesi. Germania in testa e non solo. Non possiamo dare la colpa solo ai governi. Per le restanti estese affermazioni relative al mio ruolo e peso politico, credo che l’ing. Truzzi farebbe bene a riflettere sui propri. Non mi pare corrispondente alla realtà quanto asserito nella sua lettera. Non mi pare abbia una visione oggettiva sul possibile sviluppo della ricerca, di Valdaro e dell’Università dove Confindustria è scandalosamente assente. Lo invito anche ad evitare di esprimere valutazioni sul mio pensiero stravolgendolo volutamente con l’intenzione di screditarmi. Infatti il mio obiettivo non è la chiusura delle attività produttive, ma la prosecuzione solo ed esclusivamente di quelle non pericolose per l’incolumità, la salute, con un impatto ambientale accettabile. Aspetti ritenuti apparentemente di secondaria importanza dall’ing. Truzzi. Comunque sia ben chiaro che se la Ies chiude, non è a causa delle restrizioni ambientali, ma per mancanza di convenienza economica. E di un piano di sviluppo coerente con il contesto.Giampaolo Benedini

2 e 10 dicembreAffrontiamo il problema del sostegno agli enti culturali di Mantova.

Cultura, proposto l’accorpamento degli enti Un unico ente culturale che raggruppi il Centro internazionale d’arte e cultura di Palazzo Te e le Fondazioni Leon Battista Alberti e Mantova capitale europea dello spettacolo. È l’indicazione uscita ieri dal vertice di maggioranza per cercare di ridurre vi costi di gestione delle singole istituzioni culturali oggi non più sostenibili da parte dell’Amministrazione comunale, sempre più alle prese con bilanci risicati. «A questa ipotesi - spiega il sindaco Nicola Sodano - sta lavorando il notaio Omero Araldi. Un nuovo ente che raggruppi tutti e tre, pur mantenendo la specificità di ognuno, ci farà risparmiare 250mila euro all’anno sui costi di gestione. La nuova veste che daremo alle tre istituzioni culturali sarà anche l’occasione per dare slancio alla loro azione culturale senza la zavorra di costi di gestione non più sostenibili». Ieri del progetto ha relazionato agli assessori e ai consiglieri di maggioranza il gruppo di lavoro costituito dallo steso Sodano, dall’assessore alla cultura Marco Tonelli, dal segretario generale del Comune Annibale Vareschi e, per le Fondazioni bancarie, dal notaio Araldi e dal direttore della Fondazione Bam Graziano Mangoni. «La base di discussione - afferma il primo cittadino - è l’unificazione in un unico ente delle attuali tre istituzioni culturali, che io definirei razionalizzazione, da portare a termine entro il 2014. I tecnici ci hanno fatto presente che con un solo ente che li raggruppi tutti avremmo un solo consiglio di amministrazioni, un solo revisore dei conti, un solo addetto stampa, personale che operi per tutti, con un risparmio notevole di risorse. Inoltre, le tre istituzioni verrebbero valorizzate visto che le specificità di ognuno verrebbero mantenute. Ovviamente, la discussione avverrà coinvolgendo chi attualmente è presente nelle due fondazioni e nel Centro di Palazzo Te». Il progetto piace anche ai benediniani per «ottimizzare i costi e anche gli obiettivi» sottolinea il leader dei civici, Giampaolo Benedini, «tenendo conto - aggiunge - che vi sono altre realtà culturali, come l’Accademia Virgiliana, che hanno bisogno di sostegno». Quanto al Centro Te, Benedini auspica che «i privati tornino ad essere i gestori delle fruttiere come è stato quando tutto funzionava». Via libera anche da Sostenere Mantova: «Però - avverte l’assessore Celestino Dall’Oglio, anima del movimento - bisogna che questa unificazione non deprima l’attività culturale in generale». Carlo Acerbi, capogruppo del Pdl, assicura che «l’unificazione non farà perdere l’identità alle tre istituzioni culturali e, soprattutto, sarà uno degli strumenti attraverso cui il Comune farà politica culturale».

Palazzo Te ha due teste E non dialogano fra loro Palazzo Te domenica offrirà ai visitatori due mostre, in forma di video, “L’ordine e la luce” e “The Raft”, la prima grazie alle tecnologie 3D fa entrare nel Partenone e nella Domus Aurea, la seconda di Bill Viola è una scena odierna che rappresenta lo stesso terrore della caduta dei giganti di Giulio Romano. Due mostre interessanti, che tengono insieme l’antico e il contemporaneo, l’archeologia e le nuove tecnologie, passando per l’Alberti e Giulio Romano. Ma è un caso. Un insperato regalo di Natale, felice congiunzione astrale più che la fine della stagione dei veleni che ha attraversato Palazzo Te. Le due teste del Te. Le due mostre infatti non escono da un’unica regia, ma dalle due teste del Te bicefalo: il Centro internazionale di arte e cultura di palazzo Te (riassumiano: Centro Te) guidato da Angelo Crespi e l’assessorato alla Cultura retto da Marco Tonelli. Un dualismo incomprensibile visto dall’esterno e che impedisce una

177Capitolo 3 - 2013

programmazione a largo respiro e quindi una comunicazione all’esterno che consenta l’arrivo di gruppi e grandi numeri di visitatori. Pochi soldi e tutto doppio. Crespi “scade” a marzo. Un cambiamento è in vista. Infatti a marzo scade il mandato di Angelo Crespi e di tutto il Cda. Il sindaco può decidere di confermarlo per un altro triennio, oppure cogliere l’occasione per cambiare. Da tempo va dicendo che è sua intenzione «riunire le forze e unificare in una sola fondazione il Centro Te, il Centro studi Leon Battista Alberti e la Fondazione teatrale Artioli». Ci sono state anche riunioni, tentativi di ottenere l’appoggio delle fondazioni bancarie. Ma nei giorni scorsi è arrivata la doccia gelata di Viola ad del Montepaschi («beneficienza obsoleta»). Quello che finora Sodano non ha mai chiarito è come farà a risparmiare. Licenziamenti in vista? In consiglio comunale l’opposizione, come già per Mantova 2019, attende di essere informata e coinvolta. E comunque per creare una nuova fondazione bisogna prima chiudere il Centro Te e le altre due passando dal consiglio comunale, con tempi lunghi. Tra gli addetti ai lavori si sente dire: l’importante è chiarirsi le idee, sapere che cosa si vuole fare, quale deve essere l’obiettivo e organizzarsi per raggiungerlo. L’assessore alla Cultura emarginato. Di certo è curioso che in una piccola capitale della cultura, l’assessore comunale alla Cultura sia escluso dal comitato scientifico del Centro Te, dove invece stanno la sovrintendente Paolozzi Strozzi e il prorettore del Politecnico di Milano-Mantova Bucci. La sua collega assessore della Provincia, Francesca Zaltieri, sta almeno nel cda con Crespi, anche se spesso lamenta un difficile dialogo. Il contributo dimezzato. Certo quando Tonelli è arrivato nel febbraio scorso ha chiesto di poter avere un budget e così i 250mila euro in un anno che il Comune (vista la spending review) può usare per le mostre è stato suddiviso tra assessorato e Centro Te, che riceve sì 200mila euro, ma compresa la quota annuale di 100mila euro dal Comune come socio che serve a pagare la struttura e gli stipendi. Quando l’ha saputo, la presidente del comitato scientifico Sylvia Ferino, ha commentato: «A saperlo non mi muovevo da Vienna!». Ferretti no, Plessi sì. Il dualismo porta anche a scelte incomprensibili. Dante Ferretti, il grande scenografo, poco prima di vincere il terzo Oscar, invitato nel comitato scientifico, offrì a Palazzo Te di firmare una sua installazione nella sala dei Giganti, ruderi archeologici a terra quasi che l’affresco di Giulio Romano uscisse dalla parete. «Non è filologico» disse qualcuno. Fatto sta che la sua proposta con tanto di schizzi (a proposito, che fine hanno fatto?) fu lasciata cadere. Oggi il Moma di New York (che è un museo di una certa fama...) gli dedica una mostra personale. Poi, però, è arrivato l’assessore Tonelli e ha deciso che invece si dovesse far dialogare Giulio Romano con i contemporanei. Ecco il progetto “La casa degli dei” e l’installazione di Fabrizio Plessi. Sodano come Amleto. Non è che il sindaco Sodano non si renda conto che il Te bicefalo è una stranezza. Ma scegliere non è facile. Angelo Crespi fa parte dell’ambiente di Forza Italia, che è il suo faro politico. Come Annalisa Baroni che infatti Sodano ha inserito nel cda del Centro Te. Tutti amici della Gelmini e dell’assessore regionale alla sanità Mario Mantovani, i “falchi” di berlusconi. Soprattutto se, come pare, vuole ricandidarsi a sindaco nel 2015, Sodano non può certo isolarsi. Del resto Tonelli, esperto di arte contemporanea, è stato scelto da Giampaolo Benedini, che ha il potere di tenerlo in piedi o farlo cadere. Così si prosegue con l’assessore alla cultura escluso dalla massima isitituzione che fa cultura nel palazzo dei Gonzaga di proprietà del Comune. Il Ducale è invece dello Stato. La fine dei soldi. Va comunque ricordato che la difficoltà di programmare dipende anche dalla mancanza di soldi. La famosa Celeste Galeria con i suoi 513mila visitatori nel 2002/3 costò molto e rese molto. I conti precisi - fa spesso notare Crespi - non si possono conoscere, perché il sindaco Burchiellaro creò all’epoca una struttura e una contabilità fuori da quella del Centro Te. Altre mostre, come la Forza del bello di Settis, hanno portato lustro e pubblico, ma anche debiti saldati dal Comune. Le mostre annunciate e sparite. E’ vero che la crisi cancella i progetti, ma le mostre annunciate e sparite sono ormai tante, da quella famosa di Giulio Romano affidata a Giovanni Agosti, a quella su Rubens illustrata da Toto Bergamo (si dimise dopo la riunione della Gelmini a palazzo Te). Sono svanite persino le monografiche che la presidente Sylvia Ferino aveva annunciato appena insediata nell’autunno 2012. La prima avrebbe dovuto portare a Mantova la Giuditta di Klimt da Cà Pesaro, con eventi collaterali del conservatorio e della scrittrice Edgarda Ferri. Non si disse niente, e a richiesta, la risposta fu: costano troppo l’assicurazione e il trasporto. E allora perché annullare anche la mostra sui capitelli di Sant’Andrea che stanno a palazzo San Sebastiano? E quella sulla poltrona di Proust del designer Alessandro Mendini, che si sarebbe ottenuta in prestito gratis? Da Settis a Elkann a Ferino. Un po’ di storia non guasta. La doppia amministrazione su Palazzo Te non è cosa nuova. Risale a quando nacque nel 1990 il Centro Te, allora con la presidenza prestigiosa di Renzo Zorzi, per fare ricerca e mostre di grande valenza culturale. Al Centro Te venne affidata la gestione delle Fruttiere, mentre il museo rimasto al Comune e quindi all’assessorato non organizzava mostre. Direttore del museo era Ugo Bazzotti, poi Stefano Benetti. Fiorenza Brioni quando era sindaco aveva chiamato Salvatore Settis a fare una proposta per la città, divenne presidente del comitato scientifico del Centro Te che da allora è un organo permanente. Nel 2010 il ribaltone politico: Nicola Sodano diventa il primo sindaco mantovano di centrodestra. Settis si dimette e il presidente del cda, Enrico Voceri offre a Sodano di fare lo stesso, ma viene invitato a restare fino alla scadenza di fine anno. Sodano presidente del Te. Il sindaco sostituisce Settis (accademico) con Alain Elkann, scrittore e giornalista. Si parlò di nomina politica perché allora Elkann era tra i consulenti del ministro Bondi. Il padre del presidente della Fiat è stato anche presidente del Museo Egizio di Torino. Sodano stesso poi decide di succedere a Voceri. Ma la Lega lo contesta, per «incompatibilità». Sodano lascia la mano, scartando l’ipotesi di Italo Scaietta, il presidente degli Amici di Palazzo Te eletto nella sua maggioranza, e chiama Angelo Crespi, giornalista (Il Giornale, poi direttore del settimanale di Dell’Utri) all’epoca presidente del Museo d’arte contemporanea) di Gallarate. Elkann e la “corte”. Il comitato scientifico di Elkann è grandioso, una ventina di celebrità da tutto il mondo insieme ai mantovani. Tanti progetti, nessuno realizzato compreso quello sulla sala dei cavalli, la velocità e la Ferrari (a Maranello Crespi vide Montezemolo e Marchionne). Elkann porta anche Ferretti, ma senza imporsi per sostenere la

178Capitolo 3 - 2013

sua proposta di fronte ai perplessi. A fine 2011 Elkann lascia dicendosi deluso da Crespi che pure aveva caldeggiato.M. Antonietta Filippini, 10 dicembre 2013

Benedini rimanda Sodano «Deve ottenere risultati» . Giudizio sospeso del civico sul sindaco: «Ricandidarlo? Dipende da quel che fa» L’ex assessore apre alla Lega e non ha deciso se la sua lista correrà nel 2015«Candidare Sodano nel 2015? Bè, la gente si giudica da quello che fa. Perciò si deciderà se riproporre Nicola Sodano per il ruolo di sindaco in base a quello che riusciremo a fare in questo ultimo anno e mezzo di mandato». Non sono sempre stati tranquilli i rapporti tra Giampaolo Benedini e Nicola Sodano in questi tre anni e mezzo di governo in via Roma. Anzi, l’architetto a capo della lista civica che nel ballottaggio del 2010 scelse di appoggiare il candidato sindaco del centrodestra, dando un apporto determinante per la vittoria storica sul Pd e il centrosinistra, non ha mai risparmiato critiche e frecciate al numero uno di via Roma, provocandogli anche un paio di crisi di maggioranza. Ma ora, di fronte all’attacco del segretario leghista Cedrik Pasetti, che si era sfogato su Facebook dicendo che il sindaco pidiellino, oggi Forza Italia, non sarà il loro candidato nel 2015, Benedini non ne approfitta per dare una stoccata. Entra però nel merito delle cose, dicendo che l’eventuale Sodano bis dipenderà da quello che si riesce a fare «in quel poco di tempo che ci resta, e a noi civici interessa solo questo». Diciamolo, Benedini non riserva a Sodano una paciosa pacca sulla spalla. Nel suo ragionamento è implicita la critica di sempre: questa amministrazione ha fatto poco, non ha dato quel guizzo che gli elettori si aspettavano dopo il cambio di guardia in via Roma. Ma non affonda, sospende il giudizio. Ovvio. In fondo al governo di via Roma ci sono anche loro, i civici. Ma quali sono i risultati attesi in «questi ultimi minuti di partita» come li definisce lui? «Dobbiamo ottenere dei risultati sulla questione bonifiche – dice l’ex assessore – ridare vita a Valdaro e condividere almeno uno dei grandi progetti per la città, come il nodo viabilistico di Porta Cerese legato alla costruzione del supermercato Esselunga. E poi occorre decidere la destinazione del Palazzo del Podestà, che non può essere una scelta affidata al progettista. Insomma, le decisioni della lista civica dipendono dai risultati». E, da politico, aggiunge Benedini: «Però non possiamo permetterci di inimicarci la Regione, perciò va recuperato il rapporto con la Lega e con l’assessore Gianni Fava». Ma ci sarà una lista civica arancione nel 2015? Benedini resta in politica? «Dobbiamo ancora discuterne – risponde l’ex assessore ai lavori pubblici della giunta Sodano – Noi abbiamo fatto di tutto per portare qualche cambiamento in città e nell’amministrazione. Se alla fine saremo riusciti a portare qualche risultato varrà la pena continuare. In caso contrario, vale anche per me lo stesso ragionamento che ho fatto per Sodano».Nicola Corradini, 02 dicembre 2013

Ricandidare Sodano? Benedini vuole più risultati «Candidare Sodano nel 2015? La gente si giudica da quello che fa. Perciò si deciderà se riproporlo per il ruolo di sindaco in base a quello che riusciremo a fare in questo ultimo anno e mezzo». Non sono sempre stati tranquilli i rapporti tra Giampaolo Benedini e Nicola Sodano in questi tre anni e mezzo di governo in via Roma ma, di fronte all’attacco del segretario leghista Pasetti, Benedini non ne approfitta per dare una stoccata. 02 dicembre 2013

15 dicembreSulla chiusura del traffico per l’emergenza smog.

Lo smog inquina la giunta L’assessore: «Mi dissocio» «La qualità dell’aria è oggi la principale emergenza ambientale e sanitaria in Italia, la criticità per cui meno si è fatto in questi anni». Così il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, nei giorni scorsi, alla conferenza su “La natura dell’Italia”. «Abbiamo 30 aree urbane tra le più inquinate e congestionate d’Europa, essenzialmente per il traffico veicolare privato. Se vogliamo voltare pagina, non abbiamo alternative». di Igor Cipollina Micropolveri, maxipolemica. Lo smog intossica la città e inquina gli equilibri di maggioranza, facendo ribollire la giunta. La retromarcia del Comune sul blocco dei diesel Euro 3, dopo dieci giorni consecutivi di Pm10 oltre i limiti, fa infuriare l’assessore all’ambiente Mariella Maffini, che aveva proposto tre misure istantanee e adesso contesta la timidezza del sindaco. E fa infuriare pure il leader del movimento arancione Giampaolo Benedini, eterno alleato-rivale, che sbotta: «La questione non è stata discussa con le forze di maggioranza. Se non ci si confronta su questi temi, di cosa dobbiamo parlare? Delle luminarie e della cena degli auguri di Natale?». Domani Nicola Sodano incontrerà i colleghi dell’hinterland per allargare il fronte e concordare una strategia comune (l’ultimo protocollo è scaduto due anni fa). Intanto, la striscia delle giornate di sforamento si è allungata a tredici e un’ordinanza ancora non c’è. «Per ora cominciamo ad abbassare di un grado la temperatura e a far osservare il divieto di circolazione ai veicoli più inquinanti (già in vigore fino al 15 aprile, ndr)» dichiarava l’altro ieri l’assessore alla mobilità Espedito Rose, assicurando un monitoraggio costante della situazione. E un intervento drastico in caso di necessità. «Mi dissocio dalla decisione del sindaco e dell’assessore Rose - tuona la Maffini, benediniana – quanto meno avrei previsto di fermare i diesel Euro 3 per questo weekend, come stanno facendo tutte le città del nord e non solo. E, sì, avrei anche messo a disposizione i mezzi pubblici, se non gratuitamente con un biglietto unico. Si sarebbe potuto anche discutere di quali vie chiudere e quali no, ma non c’è stata nemmeno la possibilità di un confronto. Mi dissocio, non sono d’accordo -

179Capitolo 3 - 2013

insiste – la qualità dell’aria incide sulla salute delle persone. E non mi si venga a dire che c’è il Natale, perché è festa dappertutto. La verità è che serve più coraggio». Riferisce l’assessore di messaggi indignati di cittadini che pretendono di sapere perché l’amministrazione non ha fatto nulla. Vero, osserva la Maffini, il piano regionale dell’aria non impone il blocco dei diesel Euro 3, non per quest’anno, ma i Comuni sono invitati a farlo in caso di necessità. «In ballo c’è la tutela della salute». «La situazione è imbarazzante - rincara la dose Benedini – Ci crediamo forse più furbi rispetto alle altre città che hanno bloccato il traffico? Questo è anche uno dei motivi per cui Mantova non riesce a crescere, la disattenzione ai temi ambientali. Il mancato confronto tra le forze di maggioranza sull’emergenza di questi giorni è molto grave. Il miglioramento ambientale è tra i primi obiettivi del nostro programma, ignorarlo e ignorarci è uno spregio». Nebbia fitta in maggioranza.

Contro lo smog passa la linea soft. Giù il termostato di un grado Niente blocco dei diesel Euro 3: stamattina l’ordinanza condivisa con i sindaci della Grande Mantova In casa e negli uffici non si potranno superare i 19º. Ma resta il punto debole dei controlli. Passa la linea morbida, giù la temperatura di un grado in casa e in ufficio, ma via libera ai diesel Euro 3. La battaglia alla smog si traduce in un’ordinanza tampone, che ripropone la misura adottata due anni fa e replica l’appello alla coscienza dei cittadini. La bozza era già pronta ieri sera, la firma del sindaco è annunciata per stamattina. Anzi, le firme visto che il testo è stato inviato ai quattro colleghi della Grande Mantova. Per allentare la morsa delle micropolveri, dopo due settimane consecutive di sforamenti, Nicola Sodano comanda di abbassare il termostato da 20 a 19 gradi fino al 6-7 gennaio. Tranne che a scuola, in ospedale e per le famiglie con neonati. La misura piove al termine di un confronto di maggioranza che si scioglie sulla linea del consiglio comunale. Non c’è il tempo di raccogliere i commenti a caldo. Ruvido nei confronti del sindaco, per l’assenza di collegialità su un tema che imporrebbe scelte energiche, il leader del movimento arancione, Giampaolo Benedini, era in Camera di commercio a ragionare di Expo 2015. E l’assessore all’ambiente Mariella Maffini, che aveva proposto di bloccare subito i diesel Euro 3 e si è dissociata pubblicamente dal sindaco, è impegnata in aula. In un momento di pausa Sodano anticipa che l’ordinanza ricalcherà quella del dicembre 2011, con l’aggiunta di qualche novità (che però non dice). In attesa del testo condiviso dai sindaci della Grande Mantova, tocca pescare dall’archivio. Il testo di due anni fa si riferiva al regolamento del 1993, addentrandosi in un labirinto di tecnicismi, rimandi, deroghe. Lo stesso limite massimo di 20 gradi è sfumato, ammettendo una tolleranza di altri due gradi. Le evidenze scientifiche, però, sono severe: gli studi epidemiologici dell’Organizzazione mondiale della Sanità «stimano che il persistere delle alte concentrazioni degli inquinanti Pm10, N02 e ozono si rivelano pregiudizievoli per la salute, comportando complicanze per l’apparato respiratorio e cardiovascolare». Il punto debole è sempre lo stesso: se i trasgressori dal termostato facile rischiano una multa fino a 500 euro, resta da sciogliere il nodo dei controlli. Passi per i palazzi condominiali con il riscaldamento centralizzato, dove è possibile coinvolgere l’amministratore, ma per le case private con termautonomo non c’è modo di verificare il rispetto dell’ordinanza. Il problema è culturale, di testa, come insiste il sindaco di Virgilio, Alessandro Beduschi che, in una scala d’interventi, colloca il divieto all’ultimo gradino. Prima viene l’informazione, poi l’organizzazione e, soltanto alla fine, il “bastone”. La lingua batte sul dente del car-sharing, per dirne una. Possibile che si vedano in giro ancora così tante automobili con un solo conducente, passeggero di se stesso? «Il guaio è che la gente nemmeno ci pensa». Bisogna dirglielo.Igor Cipollina, 17 dicembre 2013

17 dicembreUniversità ed Expo 2015 per Sodano.

Tagli in vista per il 2014 «Meno soldi all’ateneo» «Nel 2014 saremo costretti ad effettuare dei tagli di spesa perché ci verranno a mancare 2 milioni e mezzo di euro. I cittadini, però, sappiano che non aumenteremo la tassazione e che la qualità e la quantità dei servizi sarà la stessa di quest’anno». Il sindaco Nicola Sodano, che ha anche la delega al bilancio, ieri sera in consiglio comunale ha dato un’anticipazione di quello che sarà il prossimo bilancio di previsione. Argomento entrato, ma solo di riflesso, nel vertice di maggioranza che ieri si è occupato di Grande Mantova e di università. Rinviato, invece, l’esame di Expo 2015 «perché - aveva detto poco prima dell’inzio della seduta consiliare il primo cittadino - in contemporanea è in corso un summit in Camera di Commercio dove c’è Giampaolo Benedini da me delegato». E allora, dove cominceranno i tagli annunciati da Sodano? È lui stesso ad anticiparlo: «Dall’università. Visto che la Provincia già da quest’anno è passata da 800mila a 200mila euro, per la prima volta anche il Comune, nel 2014, potrebbe passare da 800mila a 600mila euro. Per questo bisognerà pensare a contenere le spese anche sul fronte del personale». E si fa strada anche una differenziazione delle tariffe per quei servizi, come asili, materne, trasporti, parcheggi, assistenza, Tribunale che gravano tutti sulle tasche dei residenti in città ma che vengono usufruiti anche da quelli che abitano nei Comuni dell’hinterland. Dal vertice tra Forza Italia, lista Benedini e Sostenere Mantova, sul futuro dell’ateneo è emerso che «Il Comune - parole del sindaco -dovrà far di tutto per ripristinare la facoltà di ingegneria accanto a quelle che già ci sono». Un argomento che dovrà essere affrontato nel cda di domani e nella successiva assemblea di venerdì. «Per sollecitare l’impegno di tutti verso l’obiettivo di riavere ingegneria informatica - fa eco Linardi, presidente della commissione cultura - ci siamo aggiornati per una prossima riunione che coinvolga, oltre ai consiglieri di maggioranza, anche i

180Capitolo 3 - 2013

rappresentanti del Comune nella Fum, e cioè lo stesso sindaco, la Bagnoli, Marinelli e Trombini». La maggioranza si è anche espressa a favore della Grande Mantova: «Preso atto dei dubbi degli altri Comuni - afferma Sodano - abbiamo deciso di mettere in atto iniziative politiche per convincere i cittadini che il Comune unico della Grande Mantova è una necessità per tutti». «Stiamo ragionando sullo studio della Fondazione Bam - fa eco il capogruppo di Forza Italia Acerbi - e potremmo coinvolgere la gente con iniziative per spiegarle i vantaggi, oppure organizzare un sondaggio o un referendum». Il tema su cui presto si aprirà la discussione è ormai chiaro: «Non possiamo più pensare - dice Sodano - che i servizi costino allo stesso modo per i nostri cittadini e per quelli dell’hinterland». «Dove possiamo taglieremo - aggiunge Acerbi -, altrimenti anche gli altri dovranno pagare». 17 dicembre 2013

18 e 19 dicembreSui problemi ambientali ci sono divergenze.

Nuova bufera in giunta. La Maffini si dimetteLa notizia filtra da una seduta di giunta elettrica. Mariella Maffini si è dimessa da assessore all’ambiente. Verità oppure esagerazione? «Le dimissioni sono già protocollate» informa lei. E il margine di ripensamento è risicato. Anche dopo il confronto a sei occhi con il sindaco e il leader del movimento arancione Giampaolo Benedini, in coda a una giornata dal battito accelerato. Nicola Sodano avrebbe invitato l’assessore a restare al suo posto, lei si è presa un altro po’ di tempo. Ma non nasconde lo sconforto, «il senso di inutilità in una giunta insensibile al tema ambientale». Dall’emergenza smog in su. O dal Sito d’interesse nazionale in giù. E Benedini? «Non ho alcuna intenzione di cercare un altro assessore» annuncia. Vuol forse dire che il vostro destino è legato a quello della Maffini. «Sì, nel caso lasceremmo anche noi. Ma spero che il problema si risolva perché la Maffini ha creato le condizioni per incidere sull’ambiente, mettendoci una forza straordinaria che deve ancora dare i suoi risultati. Credo che, in funzione dell’obiettivo, si debbano smussare anche gli spigoli caratteriali. Vorrei che la Maffini ci ripensasse – ripete Benedini – altrimenti sarebbe inutile cercare alternative. Non ci sarebbe nemmeno il tempo per impostare un nuovo percorso». Il primo a smussare è proprio il sindaco, che nega anche le dimissioni: «Non sono protocollate né le ho mai ricevute, la notizia non ha fondamento. Con Benedini non c’è alcun problema di rapporti. L’assessore avrebbe voluto il blocco del traffico, però non c’erano le condizioni. E, comunque, alla fine l’ordinanza antismog l’ho firmata (quella che impone l’abbassamento della temperatura in casa e in ufficio di un grado, ndr)». Tutto a posto, quindi? «Sì, tutto a posto». Sarà, ma l’umore della Maffini segna bufera. Donna tanto energica quanto schietta, cresciuta alla scuola verde di Walter Ganapini e addestrata nella trincea della monnezza napoletana. Fedele alla coerenza che il ruolo le impone: ogni mattina prende il treno da Parma (con cambio a Piadena) e poi accelera il passo nella città ancora assonnata per raggiungere il municipio. Niente auto. Tecnico alla prova al suo primo incarico politico, la Maffini ha agganci robusti al ministero dell’ambiente, del quale è stata consulente. La donna giusta al posto giusto? La poltrona d’assessore le è risultata scomoda sin dall’inizio. Non se n’è mai lagnata in pubblico, ma tra le pareti del municipio ne ha discusso aspramente. Poca gente a disposizione rispetto al lavoro da fare. Dal Sito d’interesse nazionale da bonificare alla raccolta porta a porta da avviare secondo un modello ereditato dal precedente assessore. La civica Anna Maria De Togni, dimissionata da Benedini perché troppo timida e allineata al sindaco, eterno alleato-rivale. E alla fine è arrivato anche il “balletto” dell’emergenza smog a sfilacciare definitivamente i rapporti in giunta. Vero, la Maffini avrebbe voluto che si seguisse l’esempio delle altre città, fermando anche i diesel Euro 3. La proposta di far parcheggiare gli automobilisti gratuitamente durante le feste deve esserle andata di traverso. Messi in fila e sequenza, tutti questi inciampi portano la Maffini a sfogarsi: dell’ambiente sembra non importare nulla a nessuno. Il ragionamento, inespresso, potrebbe suonare così: che senso ha affannarsi per annodare la Rete dei Comuni Sin, scrivere al premier Letta, incalzare il ministro Orlando se poi nel cortile di casa propria si pensa ad altro. «Se le cose stanno così, io sono inutile». Per bocca di Benedini la sostanza non cambia: «Serve una linea coraggiosa e comune sull’ambiente, altrimenti non si va da nessuna parte» Osservato da questa prospettiva, il “balbettio” sullo smog è davvero l’ultimo sintomo di un disagio più largo, il passo falso di una marcia in ordine sparso costellata da qualche incidente. Come l’uscita del consulente-pediatra del sindaco, che ha criticato i dati dello studio Sentieri sulla mortalità da 0 a 14 anni (Mantova è sopra la media nazionale di un robusto 25%). Raccontano che per ricucire lo strappo con l’Istituto superiore di Sanità ci sia voluta molta cenere sul capo. A dimissioni già protocollate la Maffini si presenta a palazzo Soardi per condividere con i cittadini il Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), previsto dal Patto dei sindaci. È tirata in volto, ma fa il suo dovere fino in fondo. E chissà che non ci ripensi.Igor Cipollina, 18 dicembre 2013

30 e 31 dicembreAncora il dibattito sulla cultura e sul Palazzo del Podestà.

Arriva l’ordinanza soft. In casa temperatura a 19° L’ordinanza piove in coda a una giornata dal fiato grosso e il battito accelerato (affanno politico). Dopo due settimane

181Capitolo 3 - 2013

consecutive di micropolveri oltre il limite di 50 microgrammi per metro cubo. Come annunciato, il sindaco Nicola Sodano ordina di abbassare di un grado la temperatura in casa e in ufficio (da 20 a 19), vietando ai commerciati di tenere aperte le porte dei loro negozi per “acciuffare” più clienti. L’imperativo è ridurre al minimo la dispersione termica. Così fino al 6 gennaio. Inviata per conoscenza ai colleghi della Grande Mantova, nella speranza che seguano il buon esempio, l’ordinanza ricalca quella del dicembre di due anni fa, ma è più compressa. La premessa non cambia: considerato che le misure di carattere strutturale già adottate non hanno impedito l’impennata dello smog (oltre il limite dal 3 dicembre), e considerato che «studi epidemiologici dell’Organizzazione mondiale della sanità e delle Arpa interessate stimano che il persistere delle alte concentrazioni degli inquinanti Pm10, N02 ed ozono si rivelano pregiudizievoli per la salute, comportando complicanze per l’apparato respiratorio e cardiovascolare», il sindaco ordina di smorzare il termostato. Nell’elenco dell’eccezioni figurano alberghi, ospedali, cliniche, case di cura, piscine, palestre, scuole. I benefici? Per trovarne traccia bisogna pescare dalla precedente ordinanza. Nel dicembre 2011 il Comune stimava che la riduzione di 1 grado della temperatura interna dei locali residenziali «consente di diminuire del 7% le emissioni in atmosfera sia dei Pm10 sia degli NoX (ossidi di azoto, ndr), e di ottenere un corrispondente risparmio pari al 7% del costo annuale del riscaldamento». La misura strutturale già in atto a cui si fa riferimento in premessa è il divieto di circolazione, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30 dei veicoli Euro 0 benzina ed Euro 0, 1, 2 diesel. L’assessore all’ambiente Mariella Maffini, che ieri ha presentato le sue dimissioni (negate però dal sindaco), avrebbe voluto inasprire il divieto estendendolo ai diesel Euro 3, almeno per lo scorso weekend. Sulla scia delle altre grandi città intossicate dallo smog. Alla fine è passata la linea più morbida e il dibattito politico è deragliato in polemica. Con la dissociazione pubblica della stessa Maffini e la stoccata del leader dei civici di governo Giampaolo Benedini. Peccato che nella successiva riunione di maggioranza il tema non sia stato nemmeno accennato. E quando in aula, durante il consiglio comunale, Andrea Gorgati del Pdl ha rilanciato la proposta dei parcheggi gratuiti per tutti sino al 31 dicembre, il malumore è tornato a ribollire. Sodano, però, respinge le accuse di eccessiva timidezza, e ripete che l’ordinanza del termostato è stata studiata con Annibale Vareschi, segretario generale del Comune e dirigente del settore ambiente. Adesso la speranza è che si abbassi anche la temperatura politica.Igor Cipollina, 18 dicembre 2013

Pace in via Roma. La Maffini rientra e detta l’agendaLa crisi di giunta è durata appena 24 ore. Ieri pomeriggio l’assessore all’ambiente Mariella Maffini della lista civica ha ritirato le sue dimissioni presentate (e protocollate) il giorno prima. Un incontro col sindaco ha sbloccato la situazione d’impasse verificatasi martedì quando l’assessore aveva deciso di dimettersi per protesta contro la mancata ordinanza anti-smog basata su una chiusura al traffico della città e il primo cittadino, negando pubblicamente le dimissioni, in privato l’aveva invitata a ripensarci. Il bilancio di questa guerra lampo Maffini-Sodano? Né vinti né vincitori. L’assessore è riuscita a dettare alla maggioranza l’agenda dei problemi ambientali da affrontare nei prossimi mesi, ma ha dovuto rinunciare all’ordinanza anti micropolveri; il sindaco ha tenuto insieme la maggioranza e ottenuto dai civici il riconoscimento che quegli eco-argomenti erano già nella sua di agenda. «Questa mattina - aveva annunciato Sodano alle 15.30 - ho ricevuto le dimissioni dell’assessore e le ho respinte. Sono in attesa di una risposta». Il sindaco ha poi rivelato di aver incontrato sia la Maffini che il leader del suo gruppo, Giampaolo Benedini, sia martedì sera che ieri all’ora di pranzo. All’assessore ha anche scritto una lettera in cui le riconfermava la fiducia «per la passione che ho riscontrato nel suo documento». Alle 15.40 la Maffini, al telefono, annunciava al cronista: «Abbiamo raggiunto l’accordo e, quindi, ho ritirato le dimissioni». I termini dell’intesa venivano affidati ad un comunicato, firmato dal capo di gabinetto del sindaco, Colombo, che arrivava in redazione alle 17.43. «Subito dopo il periodo natalizio - si legge - la maggioranza di governo individuerà una precisa road map all’interno della quale saranno condivisi provvedimenti atti ad affrontare efficacemente tematiche di grande interesse pubblico: il sito di interesse nazionale e la riqualificazione del territorio, il piano energetico e dei trasporti, i rifiuti, l’acqua, le bonifiche per l’amianto e la mobilità, coinvolgendo tutti gli assessorati di competenza». Il comunicato si chiudeva con una frase emblematica: «La giunta prosegue senza soluzione di continuità la propria azione di governo». Nessun’altra dichiarazione, nè da parte del sindaco nè da parte della Maffini. La quale aveva parlato in mattinata nel suo ufficio: «Sono piacevolmente commossa dagli attestati di stima e di solidarietà che mi sono arrivati per telefono e per e-mail. In tanti, cittadini ed enti, mi hanno chiesto di rimanere al mio posto». Confermava che le sue dimissioni sono frutto della «poca attenzione della giunta sui temi ambientali» e che per rientrare vorrebbe «come contropartita un impegno formale della maggioranza su di essi: rifiuti, amianto, energia, bonifica del sito di interesse nazionale». Guarda caso quelli che, poi, verranno ripresi nel documento di riappacificazione. «La mia presenza in giunta - aggiungeva - deve essere legittimata da un impegno collegiale, non posso fare il Don Chisciotte su tematiche così complesse. Nessuno ha la bacchetta magica, ma i problemi vanno affrontati insieme e con grande senso di responsabilità. A volte si devono prendere misure che possono non cogliere, nell’immediato, il favore dei cittadini ma che si rendono necessarie per tutelare sia l’ambiente che la salute». E aggiungeva: «Mi piacerebbe che uscisse un documento programmatico di impegni che l’amministrazione dovrà portare avanti: per esempio, deve finire la diatriba sui rifiuti perché non si può cambiare continuamente la differenziata; serve poi un piano per l’amianto di cui finora non ci siamo mai occupati, mentre c’è tanto da bonificare. E poi le misure sul traffico, senza dimenticare le bonifiche del Sin su cui si tentenna».Sandro Mortari, 19 dicembre 2013

182Capitolo 3 - 2013

Benedini non vuole il museo al Podestà «Chi l’ha deciso?» Il recupero di Palazzo del Podestà aveva dato origine alla crisi più ostica e lunga dell’amministrazione Sodano, con l’architetto Giampaolo Benedini quale indiscusso protagonista. Era il 30 luglio del 2012, quando l’allora assessore ai lavori pubblici Benedini presentò le dimissioni al sindaco Nicola Sodano. Dopo un iniziale tentativo di farlo desistere e l’invenzione della formula dell’assessore congelato – che di fatto non poteva negare il dato di fatto della rottura tra il sindaco e il leader del movimento arancione – la crisi andrà avanti per mesi fino al 16 ottobre, con l’ingresso in giunta di due volti nuovi dei civici. All’origine di tutto c’era il mancato appalto definitivo del recupero del Podestà il 31 luglio da parte della giunta, per non sforare il patto di stabilità (rischio non reale secondo Benedini). In realtà i civici aumenteranno la lista delle richieste (ad esempio la Cittadella dei servizi nell’ex ceramica) e nemmeno il via libera all’appalto alla fine del settembre 2012 placherà il malcontento. Tanto che Benedini non rientrerà in giunta. di Nicola Corradini Non è solo l’oggetto di una una garbata discussione sulle pagine delle lettere al direttore della Gazzetta di Mantova tra il docente di storia medievale all’università di Parma, Arturo Calzona e l’ex assessore ai lavori pubblici, Giampaolo Benedini. La destinazione del monumentale Palazzo del Podestà, splendida e trascurata testimonianza storica nel cuore della città, uscita dall’oblio nel 1996 (giunta Burchiellaro) e divenuta oggetto di progetti (e polemiche) negli ultimi anni, è una questione che farà discutere anche la maggioranza di via Roma subito dopo l’epifania. Già, perché l’ex assessore, leader del movimento civico al governo di via Roma con il Pdl (Forza Italia) e Sostenere Mantova , non è per nulla d’accordo sulla recente decisione presa all’unanimità dall’esecutivo, di rinunciare al trasferimento nel palazzo degli uffici istituzionali del Comune per trasformarlo in sede museale. Argomento affrontato nella lettera dell’architetto civico in risposta a Calzona (pubblicata sulla Gazzetta di ieri) ma destinato a diventare oggetto di un confronto decisamente più politico nelle prossime settimane. «Mi scusi, su Palazzo del Podestà abbiamo aperto una crisi e mi sono dimesso – commenta Benedini – è ovvio che vorremmo chiarire con la maggioranza e la giunta della destinazione del Podestà. Tenga presente che la decisione di cambiarne la destinazione l’ho appresa dalla Gazzetta. Invece ritengo che su una questione così importante sia necessario discutere nell’ambito della coalizione che amministra la città. E non solo di questo». Odore di verifica nell’aria? Benedini nega (nella giunta ci sono anche due assessori civici). «Sono certo che si tratti di una semplice espressione di indirizzo preso dalla giunta e che certamente ci sarà la massima disponibilità a discutere di questo e di un altro paio di punti da portare avanti in questo ultimo anno e mezzo di mandato – dice l’architetto – In ogni caso come civici riteniamo che questa decisione vada rivista. Il progetto originario prevedeva un primo lotto funzionale, nel senso che alla fine dei lavori ci saremmo trovati con la creazione di uffici e spazi fruibili dall’utenza, oltre che al recupero pieno di Palazzo della Ragione. Si tenga conto che c’è un secondo lotto di lavori da 9 milioni di euro. Riusciremo a trovare quei soldi, ammesso che negli anni non aumentino? O ci troveremo un’opera incompiuta e non funzionale? E chi ha discusso questa scelta? Insomma, dobbiamo chiarire». Nel pacchetto di chiarimenti entreranno anche la partita della Valdaro Spa e i fondi da destinare alla promozione di Mantova nell’ambito di Expo 2015. Benedini guida la commissione di studio composta da studiosi scelti da lui che aveva il compito di elaborare una strategia per approfittare della vetrina mondiale. «Per Mantova 2019 sono state destinate risorse importanti – dice Benedini – fino a ora, giustamente, la commissione non ha avuto risorse. Ora si tratta di capire come e quanto l’amministrazione intende investire per l’evento Expo».31 dicembre 2013

Da nuova sede del municipio a spazio per esposizioni Il cambio di rotta per il destino di Palazzo del Podestà arriva nella riunione di giunta pochi giorni prima di Santa Lucia. L’esecutivo vota all’unanimità un atto di indirizzo che cancella l’ipotesi di renderlo sede istituzionale del Comune come era previsto al momento dell’appalto. Niente ufficio del sindaco e della giunta, e nemmeno aula consiliare nelle stanze dell’edificio duecentesco. Il destino del Podestà è di diventare uno spazio museale e di incontro con i cittadini pronto a mostrare i suoi tesori fatti di affreschi e di altre testimonianze artistiche che si sono accumulate e sovrapposte nei secoli, nelle sue 227 stanze disposte su otto livelli. La giunta accoglie così il suggerimento del progettista, l’archistar Italo Rota, che, subito dopo la conclusione della seduta dell’esecutivo comunale a cui ha partecipato con i suoi collaboratori commenta: «È prevalso il buon senso». «I nostri uffici rimangono in via Roma, dove è custodita la storia della città, sede pure funzionale» sono invece le parole del sindaco Sodano al termine della riunione. Frase che non sembra presagire un’ulteriore discussione nell’ambito della maggioranza come richiesto invece da Giampaolo Benedini. «A Palazzo del Podestà - aggiunge Sodano - saranno ricavati spazi museali, ma le sue destinazioni potranno essere ulteriormente affinate mentre andranno avanti i lavori. Adesso si darà priorità ai locali del piano terra che saranno terminati il prima possibile e che saranno destinati ad un infopoint per i turisti e i cittadini. Verranno realizzati i collegamenti verticali, e cioè ascensori che serviranno anche per palazzo della Ragione che verrà restituito alla città entro l’estate prossima». L’idea è di utilizzare l’ultimo piano del palazzo, la Masseria, come luogo d’incontro tra la città e i suoi rappresentanti al di fuori di una sede istituzionale.31 dicembre 2013

183Capitolo 3 - 2013

Riflessioni finali sul 2013

Nell’estate del 2012 avremmo potuto far cadere l’Amministrazione Sodano, ma è prevalsa la speranza che il nostro rapporto potesse diventare più costruttivo, la speranza che il Sindaco avrebbe mantenuto gli impegni presi per chiudere la lunga crisi di quell’estate. Non abbiamo mai rinunciato a perseguire gli obiettivi che erano nella nostra campagna elettorale, primo tra tutti l’ambiente, ma senza dimenticare il lavoro e quindi lo stimolo per dare forza a Valdaro, e poi la cultura aprendo dibattiti sul suo futuro. La spinta che può venire dalla cultura per avere un turismo qualificato, la difesa di progetti che avrebbero portato innovazione, lavoro e attenzione sulla città. Infine Expo 2015: con il comitato costituito in settembre abbiamo cominciato a creare relazioni esterne per metterci in rete con altri territori. Progetti di vario genere che abbiamo condiviso successivamente con Camera di Commercio e Provincia. Sempre senza rinunciare a esprimere il nostro punto di vista su ogni questione che riguarda la Città, anche contro poteri forti che remano contro.

184Capitolo 3 - 2014/15

185Capitolo 3 - 2014/15

2014/ 2015

L’azzardoLe pagine più squallide e inquietanti dell’Amministrazione Sodano

Esplode l’insofferenza politica e personale di Sodano nei miei confronti, e di tutto il movimento, spinto certamente da Longfils e da Acerbi. Inizia un percorso spericolato sul piano formale, con volgari bugie (che mi porteranno a denunciare per diffamazione Sodano e Longfils), contraddizioni, dichiarazioni e controdichiarazioni partendo dal tema Expo 2015.

29 luglio Expo. Il consiglio comunale del 29 luglio è sostanzialmente, come poi sarà dimostrato dai fatti, l’ultimo per esercitare il peso dei nostri voti. Si discutono le variazioni di bilancio, che nel caso di non approvazione farebbero cadere la giunta. Se fossimo un partito politico, prima di dare il nostro voto, avremmo risolto i vari argomenti aperti. Così non è e ci limitiamo a richiamare il Sindaco a mantenere l’impegno che si è assunto per Expo 2015.Superato lo scoglio delle variazioni di bilancio, nelle quali non si faceva menzione alle risorse per Expo, il trio Sindaco-Longfils-Acerbi si è sentito libero di fare scelte anche spericolate che porteranno all’allontanamento degli assessori Maffini e Tonelli e alla revoca della mia delega per Expo.

Benediniani d’assalto «Soldi per Expo 2015 Non si può ritardare»A sorpresa il civico Ferrazzi sferza il sindaco in aula «Finanziamenti rinviati ancora: se falliremo sarà colpa tua»Benediniani d’assalto «Soldi per Expo 2015 Non si può ritardare» A sorpresa ¡I civico Ferrazzi sferza il sindaco in aula «Finanziamenti rinviati ancora: se falliremo sarà colpa tua» di Sandro Mortari Altre tensioni si profilano nella maggioranza di centrodestra dopo che ieri sera un po’ a sorpresa, in consiglio comunale, il gruppo Benedini ha battuto cassa dal sindaco su Expo 2015. A sollevare la questione Pietro Ferrazzi nel corso del dibattito sulle variazioni di bilancio. «Siamo molto contrariati - ha esordito perché già nel bilancio di previsione non veniva indicata una posta per Expo. Eppure, c’è un comitato (quello costituito dal leader dei civici Giampaolo Benedini, ndr.) che sta lavorando gratuitamente con Regione, Camera di Commercio e Provincia e ha elaborato una serie di progetti dedicati alla città. Che ritenevamo dovessero trovare delle cifre a supporto. E invece, niente. Si è persa anche l’occasione delle variazioni di bilancio per far si che il comitato potesse contare su risorse certe per prendere impegni concreti». Ferrazzi ha ricordato che la Regione ha emanato il bando per finanziare i vari progetti con scadenza 10 settembre, «a cui bisogna arrivare con idee cofinanziate dai proponenti, perché solo cosi si può ottenere il finanziamento regionale. Mi voglio fidare delle promesse, però - ha ammonito - se si arrivasse impreparati a Expo, la responsabilità non potrebbe che ricadere sul sindaco. Confido, dunque, che si passi dalle parole ai fatti». Il malumore dei benediniani si era manifestato concretamente poco prima, al momento dell’inversione dell’ordine del giorno per far discutere le mozioni sul riassetto della sanità prima del Biciplan come aveva chiesto il sindaco. L’astensione dei civici e del forzista Linardi (indispettito perché la maggioranza non voleva mettere in discussione la mozione sul parcheggio della scuola Sacchi-Ardigò) ha fatto si che l’inversione venisse bocciata. Il sindaco si è limitato a ricordare di aver già risposto ai benediniani per email ma si è guardato bene dal rivelarne il contenuto; ha poi spiegato che per Expo il Comune non ha un capitolo di spesa, «ma so Éï l’impegno a stanziare 150mila euro quest’anno e altri 200mila il prossimo»: «Colpa delle urgen ze: basti pensare ai lOOmila che abbiamo dovuto trovare oggi per bonificare à ex Zanellini o gli altri 185mila euro per il Martelli». Lo scontro frontale tra il sindaco e una parte della sua maggioranza (anche il presidente del consiglio Longfiis voleva saperne di più sul finanziamento chiesto dai civici) ha scatenato l’opposizione: «Stiamo garantendo noi il numero legale - hanno detto sia Murari che il capogruppo Buvoli riferendosi alle assenze nel centrodestra - ma questa maggioranza esiste ancora?». «La gestione di Expo da parte del sindaco è un fallimento» ha fatto eco il capogruppo della Lega De Marchi. E Aldini (Pd): «Questa maggioranza ha preso il raffreddore». «Anche polmoniti - ha replicato Sodano - ma l’importante è che nei mari burrascosi della politica sono riuscito a portare la barca fin qui».

186Capitolo 3 - 2014/15

30 luglioCultura. Uno degli altri punti di discussione viene gestito da Sodano con il suo solito metodo: avendo già in animo di riprendersi la delega alla cultura, vuole una grande mostra che lo celebri. Non disponendo di adeguate risorse per utilizzare la sede del Palazzo della Ragione, sposta la mostra alle Fruttiere di Palazzo Te. Aveva ripetutamente detto: “Lasciate fare a me che Mirò lo stoppo io!”

La mostra dedicata a Joan Miró si farà. Non, però, a Palazzo della Ragione, sede inizialmente individuata: le opere del maestro catalano si potranno ammirare nelle Fruitière di Palazzo Tè, dal 25 novembre al 6 aprile del 2015. Miró va a palazzo Tè Mostra di quattro mesi Via libera con trasloco: scelte le Fruitière, inaugurazione il 25 novembre I conti: per il Comune una spesa di 250mila euro e l’incasso della biglietteri diLucaChirardini La mostra dedicata a Joan Miró si farà. Non, però, a Palazzo della Ragione, sede inizialmente individuata per lanciare in modo adeguato il contenitore dopo i restauri successivi al terremoto del 2012: le opere del maestro catalano si potranno ammirare nelle Fruitière di Palazzo Tè, dal prossimo 25 novembre al 6 aprile del 2015, giorno di Pasquetta. L’annuncio è arrivato dal sindaco di Mantova, Nicola Sodano, ieri mattina, in una conferenza stampa convocata al termine della riunione di giunta che ha approvato la delibera. È il Comune, infatti, l’ente organizzatore, con la collaborazione della Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di Maiorca e del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Tè, il cui neo presidente, Graziano Mangoni, era seduto accanto al primo cittadino, amancato anche dal segretario generale Annibale Vareschi e dal presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, II passaggio dalla Ragione al Tè è legato essenzialmente a motivi pratici: la mostra è organizzata da “24 ore cultura”, società legata al gruppo del quoti diano economico milanese, che attendeva una risposta m tempi rapidi. Il palazzo di piazza Erbe, tuttavia, ha ancora necessità di alcuni interventi per perfezionarne la sistemazione. Da qui la scelta di una sede alternativa sperimentata e certamente idonea come quella delle Frottiere, che nei mesi di settembre e ottobre ospiteranno la mostra dedicata ai 350 anni della Gazzetta di Mantova. Per di più, come ha sottolineato Mangoni, «le Frottiere, delle quali abbiamo chiesto l’uso esclusivo come Centro Tè, avevano bisogno di una rassegna artisticamente e scientificamente valida per rilanciarsi dopo avere ospitato di tutto un po’. E questo ci da anche il tempo per preparare un programma adeguato in vista del 2015». Il sindaco non ha nascosto la propria soddisfazione: il suo auspicio è che Mirò possa diventare l’evento che più ha riscosso successo di pubblico nei 5 anni della sua gestione del Comune. Per il momento il massimo è stato toccato con SOmila presenze dalla rassegna dedicata alla Pixar della primavera 2012, interrotta bruscamente dal terremoto di fine maggio. Se la mostra avrà successo, sarà un bene anche per le casse di via Roma: il costo per avere Mirò a Mantova, come dichiarato da Vareschi, è di 250mila euro. La promozione a livello nazionale è affidata allo stesso Sole 24 Ore, mentre la biglietteria verrà gestita da Verona 83. Gli introiti dei biglietti andranno al Comune. Vareschi ritiene possibile che già nei primi due mesi la cifra possa essere ammortizzata. L’obbiettivo minimo, in ogni caso, sarebbe il pareggio di bilancio, che potrebbe essere ottenuto anche grazie ad eventuali sponsor. «Sarà comunque un investimento sulla città - ha ricordato Sodano - e lancio un appello agli operatori alberghieri e commerciali affinchè facciano squadra con noi per sfruttare fino in fondo questa occasione. Presto ci muoveremo per contattarli. E speriamo che la mostra faccia da traino anche agli altri musei mantovani. Avere una mostra di grande richiamo per un lungo periodo non potrà che aiutare». La biglietteria della mostra sarà separata da quella di Palazzo Tè, anche se ci saranno sconti in caso di acquisto di entrambi i tagliandi. Il biglietto della mostra comprenderà anche l’audioguida. La mostra non ha ancora un nome, ma potrebbe chiamarsi “I giganti di Mirò”, con riferimento alla presenza di alcune opere di considerevoli dimensioni. Fattore, quest’ultimo, che ha ulteriormente consigliato la scelta delle Fruttiere, attrezzate allo scopo, mentre a Palazzo della Ragione si rischiava di non riuscire a farle entrare. Saranno esposti 130 pezzi, tra i quali olii e arazzi ma anche terrecotte, bronzi e disegni: la datazione va dal 1966 al 1989, quasi trent’anni di produzione artistica di uno dei pittori che più ha influenzato le avanguardie europee.Lo spazio espositivo sarà suddiviso in quattro aree tematiche: il gesto e la grafica, la forza espressiva del nero, il trattamento del fondo come punto di partenza creativo, la sperimentazione materica. Il nome dell’artista è sicuramente di grande richiamo. Il numero di pezzi che arriverà a Mantova è molto superiore agli 80 pezzi arrivati due anni fa in occasione di una rassegna simile svoltasi a Roma, al Chiostro del Bramante, e sempre organizzata dalla Fundació Mirò e da 24 Ore Cultura. C’è un rischio doppione? Longfiis non è di questo parere: «Le opere d’arte vivono da sole, nel contesto nel quale vengono di volta in volta collocate - ha commentato -: non ha senso dire che si ri pete una mostra già fatta». In ogni caso, il Comune ha ottenuto che non venga aperta nello stesso periodo una seconda mostra dedicata all’artista catalano a Torino. -tit_org- Niente Ragione Mirò arriva ma andrà al Te - Miró va a palazzo Te Mostra di quattro mesi.

2 AgostoExpo. Ferrazzi risponde a Germiniasi che aveva chiesto notizie dei progetti.

Mai visti i progetti? Memoria corta. Ferrazzi (“Benedini”) replica a Germiniasi sul lavoro per l’ExpoMai visti i progetti? Memoria corta Ferrazzi replica a Germiniasi sul lavoro per Expo Non ci sta ai sospetti che lo staff benediniano incaricato di elaborare progetti in vista dell’Expo 2015 se ne sia rimasto con le mani in mano. Così Pietro Ferrazzi replica al collega di maggioranza Marco Germiniasi che dalle colonne della Voce aveva lamentato l’altro ieri

187Capitolo 3 - 2014/15

questa carenza progettuale: «Mi spiace dover intervenire per correggere Germiniasi. Non voglio far polemica, visto che Marco è prima di tutto un amico e poi un consigliere sveglio e capace. Però è anche un po’ distratto perché non ricorda che su quei progetti è stata convocata una commissione cultura ad hoc, cui penso abbia anche partecipato. In quella sede sono stati spiegati i progetti in cantiere per Expo, che, ribadisco, non sono dell’uno o dell’altro, ma sono della città e condivisi con l’amministrazione e altre istituzioni. Quei progetti sono stati poi illustrati durante gli stati generali dell’amministrazione e sono nelle mani del sindaco, del dirigente del settore cultura e del segretario generale e quindi a disposizione di chiunque voglia vederli. Quanto al mio intervento in consiglio - conclude Ferrazzi -, voglio precisare che prima che una questione di risorse, è una questione di serietà e di rispetto verso chi ha speso, peraltro gratuitamente, tempo, energice idee per preparare Mantova all’evento del 2015».

2 agostoExpo. Inizia il valzer delle cifre su Expo 2015. Come già avvenuto per la Cittadella dei servizi, esce un articolo fuorviante. Fuorviante perché si vuol far credere ai lettori che la richiesta economica del Comitato sia di 800 mila euro per i 25 progetti ideati. Invece quella cifra è solo il loro VALORE VIRTUALE, mantenendo l’importo indicato più volte da Sodano come sostegno reale alla loro realizzazione. Il valore virtuale comprende contributi di altri enti, contributi di privati e la valorizzazione virtuale (quindi NON RETRIBUITO) del contributo del lavoro di tutti i membri del Comitato. E tanto per essere pratici, è bene sapere che il contributo comunale sarebbe stato erogato solo a fronte di spese documentate da fatture per i progetti specifici e solo se ritenute pertinenti dall’Amministrazione.

Venticinque progetti per un costo di 798mila euro. È la proposta che il comitato presieduto da Giampaolo Benedini, incaricato dal sindaco, ha presentato al Comune come contributo di idee per Expo 2015. Il tutto è stato presentato invia Roma lo scorso 10 luglio: quattro fogli dattiloscritti accompagnati da una tabella che specifica, progetto per progetto, costì e contributi attesi dal Comune, dalla Camera di Commercio, dallo stesso comitato e dalla Regione. Con la richiesta finale di «un contributo da parte del Comune di 150mila euro nel 2014 e di 200mila euro nel 2014». Quattro giorni dopo la documentazione è stata completata da un foglio in cui vengono specificate le risorse che ciascun ente metterà, oltre alle spese. Dalla giunta non era arrivata alcuna risposta tant’è che martedì scorso, in consiglio comunale, il gruppo benediniano ha fatto sentire la sua voce chiedendo pubblicamente al sindaco di stanziare i soldi promessi per l’esposizione universale. 1 25 progetti preparati dal comitato presieduto da Benedini sono stati suddivisi in sette aree: Promozione Mantova (sei progetti, 99mila euro nel 2014, 141mila nel 2015), Culture e colture della tavola (quattro, 35mila e 92mila), Percorsi sul territorio (tré, 16mila e 27mila), Dame e artisti illuminati dalle piccole corti d’Europa (tré, 16mila e 106mila), Mantova e la velocità (tré, 28mila e 118mila), Tracce della cultura ebraica da Trieste a Sabbioneta e Mantova (quattro, 40mila e 45mila), Editoria varia sui temi dell’Expo (due, 24mila e 11 mila). Per ognuna delle grandi aree vengono indicati, oltre alle voci di spesa (798mila euro che pareggiano i contributi richiesti), i contributi che erogheranno Comune, Camera di Commercio, comitato e Regione (o sponsor privati) nel 2014 e nel 2015. Complessivamente, il Comune dovrebbe sborsare 350mila euro, la Camera di Commercio 79mila, il Comitato 94mila e altri enti e privati 279mila. La cifra prevista dal comitato ha fatto arricciare il naso a molti nella giunta Sodano e in Forza Italia, tanto che il presidente del consiglio Longfils solleva una sorta di conflitto di interessi visto che Benedini è un incaricato del Comune che userebbe soldi dell’ente. «Comune, Camera e Regione mettono soldi - spiega il leader dei civici - noi del Comitato 94mila euro in lavoro. E comunque ho seguito le indicazioni della funzionaria della cultura Onesino. Il Comune non può finanziare più dell’80% del costo dei progetti e noi con 350mila siamo a] di sotto; la garanzia per il Comune è che tutte le spese saranno rendicontate. Non ci metteremo niente in tasca. Però - chiarisce - i progetti li abbiamo fatti noi e li gestiamo noi». Una sorta di rimborso spese, dunque, quei 94mila euro, 49mila nel2014e45milanel2015?:«No, ma ci può essere anche quello visto che abbiamo avuto spese». Quei 94mila euro cosi vengono declinati dal comitato: 60mila per spese per consulenti, ricercatori e relatori (che si aggiungono ad altri ááò³³à euro rubricati come costi esterni al comitato), 15mila euro per organizzazione e segreteria (altri ²áò³³à di costi estemi), 14mila per stampa, cataloghi e ricerche (70 mila i costi esterni), 5mila per spese genera- li (44mila i costi esterni). Complessivamente dei 798mila euro di spese, 704mila vanno nei costi estemi (ci sono 262mila euro di allestimenti, 135mila di promozione e pubblicità, 107mila di ospitalità, 70mila di stampa e cataloghi) e 94mila in costi del comitato. Il pacchetto Promozione Mantova, dove spicca «a spasso con Daverio», secondo i conti di Benedini, sarà finanziato dal Comune con 58mila euro nel 2014 e 19mila nel 2015. Per «Culture e colture della tavola» via Roma dovrebbe sborsare 15mila euro e 28mila. «Percorsi sul territorio» dovrebbe costare al capoluogo 12mila e 18mila euro, mentre «Dame e artisti illuminati» 190mila e 50mila euro; Mantova e la velocità 15mila e 40mila euro, cultura ebraica 20mile e 40mila, Editoria 20mila nel 2014 e 5mila euro nel 2015.

188Capitolo 3 - 2014/15

2 agosto Expo. Lo stesso giorno esce un’intervista a Longfils che dimostra chiaramente che l’articolo precedente era da lui ispirato.

«Basta ricatti, non gli daremo un soldo»Longfils attacca. Difficile l’ok all’architetto. Il sindaco: «Martedì il sì ai fondi, vedremo a chi darli». «Basta ricatti, non gli daremo un soldo» Longfiis attacca. Diffìcile l’ok all’architetto. Il sindaco: «Martedì il sì ai fondi, vedremo a chi darli. Nella giunta di martedì verranno stanziati i soldi per Expo. Ad annunciarlo è il sindaco Nicola Sodano: «Noi manteniamo la parola data - afferma - e martedì delibereremo 300-350mila euro per quest’anno e l’anno prossimo. Mentre per il 2015 si tratta solo di un impegno, per quest’anno 50mila euro sono già a disposizione nel capitolo di bilancio riservato alla cultura». E sottolinea che «non siamo in ritardo, visto che la Camera di Commercio ha stanziato ÇÎÎò³la euro giovedì, mentre la Provincia non mi risulta che l’abbia ancora fatto». Martedì la giunta deciderà anche a chi affidare la somma da spendere per l’esposizione universale, se al comitato presieduto da Benedini oppure ad un altro soggetto: «Stanno valutando gli uffici - dice Sodano in base alle leggi vigenti. Se il dirigente dirà che non è possibile dare i soldi ad un privato, è inutile discutere e cercheremo un’altra soluzione. Comunque, apprezzo il lavoro fin qui svolto da Benedini per il Comune e in collaborazione con le strutture comunali». Si toglie anche un sassolino dalla scarpa: «Benedini vuole riutilizzare il cubo di piazza Sordello? Ma dov’erano i suoi assessori quando approvammo, al riguardo, due delibere? Gli ricordo che non lo si può mettere al posto del container che abbiamo nell’area camper: quella è la sala comando della Polizia locale, e della protezione civile, già allestita, in caso di calamità naturali». Fin qui l’ufficialità. I rumors provenienti da via Roma, però, escluderebbero la possibilità di affidare i soldi (che dai 350mila euro promessi in prima battuta potrebbero scendere a ÇÎÎò³²à) al comitato di Benedini. Si starebbe, invece, valutando la possibilità di costituire un soggetto pubblico tra Comune, Camera di Commercio e Provincia per gestire tutte le risorse pubbliche (magari costituendo quella società di scopo che all’inizio si ritenne di non prendere in considerazione. Che il comitato di Benedini rischi di essere tagliato fuori lo lascia ben intuire il presidente del consiglio comunale Longfiis: «Benedini - dice - non può pensare che il denaro pubblico venga erogato con una sorta di bancomat a sua disposizione. A Benedini ricordo che quando era assessore non riuscì a trovare i soldi per alcuni lavoretti come l’apertura dei gabinetti di via Goito. Lui vuole denaro pubblico solo per passeggiare con Daverio, un critico d’arte ormai consunto, e per fare una cena con cento persone. Si deve dimenticare di governare la città sul ricatto politico come ha fatto finora». Quanto ai 94mila euro, «Benedini li riceve da noi e poi li mette come contributo del comitato: ricordi, però, che lui dal sindaco ha ricevuto un incarico pubblico».

4 agosto Expo, Replica a Longfils e battuta sul Sindaco.

«Benedini ironico «Il sindaco? Se c’era, dormiva»Il leader dei civici, Giampaolo Benedini, replica al presidente del consiglio sull’Expo e apre il capitolo variazioni di bilancio. «Longfils non conosce il progetto che coinvolge Daverio e spara...Il leader dei civici, Giampaolo Benedini, replica al presidente del consiglio sull’Expo e apre il capitolo variazioni di bilancio. «Longfils non conosce il progetto che coinvolge Daverio e spara contro di lui. Mette in relazione i finanziamenti della mostra di Buren con quelli comunali dei progetti Expo che indica in 798mila euro mentre sarebbero di 350mila se Sodano mantenesse la parola. E chiarisco la situazione infamante montata ad arte dal club Sodano: non è stato il Comitato a volere gli affidamenti delle risorse comunali ma gli uffici a proporli. Tant’è che la pratica è stata aperta dopo alcuni incontri con la dirigente della Cultura Pagliari e la funzionaria Onesino. Se avessero ritenuta illegittima la pratica perché accettarla? Lo stesso dicasi per il segretario Vareschi, a cui i progetti sono stati consegnati come da indicazione di Sodano. Non ho mai sollecitato l’affidamento diretto, ma la formalizzazione della disponibilità delle risorse, sia per candidare i progetti ai bandi di cofinanziamento sia per affrontare il percorso progettuale senza incertezze. Invito Pelè a controllare come vanno le cose nell’Amministrazione Sodano. Perché “Il giallo delle delibere con il no dei revisori” sembrerebbe una cosa seria. Rassicurante, come sua abitudine, il sindaco: «Non ne sono al corrente». Come dire: se c’ero, dormivo. Spero che altri oltre a Longfils si interessino di tutta la questione anche perché mi pare che in giunta sia stata approvata la delibera in argomento con un testo diverso da quello poi pubblicato». 04 agosto 2014

COMITATO MANTOVA 2015 Idee e progetti fuori dalla politica Sfugge a tutti noi il senso della polemica che arriva a bloccare un percorso sino a ieri condiviso con tutte le istituzioni mantovane e con il sindaco in particolare, ed è per questo che vogliamo dire la nostra , come parte in causa. Tutti noi componenti del Comitato Mantova 2015 siamo stati invitati a dare la nostra libera collaborazione sulla base di competenze e non di appartenenza. In questi due anni di lavoro abbiamo sviluppato idee e progetti, presentati alla commissione cultura del Comune, ai dirigenti dell’assessorato cultura, al segretario generale ed al sindaco di Mantova. Abbiamo illustrato proposte complete, frutto delle nostre specifiche conoscenze, del coinvolgimento attraverso

189Capitolo 3 - 2014/15

la condivisione dei contatti personali, di molte realtà esterne: territori, personalità del mondo della cultura, dell’arte, dell’economia, dello sport. Siamo stati coordinati, sostenuti, spronati da un presidente che per primo si è gettato in questa avventura con l’entusiasmo di chi crede nella possibilità di dare un contributo alla propria città, e tutti noi con lui. Non abbiamo un’appartenenza politica , ed in questa esperienza mai ci siamo sentiti strumento di un partito o di un movimento. Siamo sempre stati consapevoli dei limiti economici che avremmo avuto, a partire dalla stessa autosufficienza del comitato che sino ad oggi si è mantenuto con i nostri contributi. Siamo orgogliosi del nostro lavoro, abbiamo dimostrato concretamente che esiste ancora la possibilità di un coinvolgimento della società civile nella vita della città, libera dai condizionamenti di una politica sempre più autoreferenziale, isolata, incomprensibile ai più. Il tutto nella massima trasparenza: un comitato aperto a tutti coloro che vogliono iscriversi, partecipare, contribuire con idee e progetti, come segnalato da sempre sul nostro sito e come dimostrano i progetti arrivati da fonti esterne. Critiche strumentali, obiezioni tardive, appetiti nascosti, ripicche politiche: le rigettiamo con fermezza, vogliamo essere valutati solo per il valore e l’interesse dei progetti. Riteniamo che il lavoro sin qui prodotto sia un patrimonio della città, attendiamo dall’amministrazione non battute ad effetto ma risposte precise e definitive. Il nostro impegno continuerà comunque. Claudio Rossi vicepresidente Comitato Mantova 2015, Corrado Ballerini, Giampaolo Benedini, Paolo Bertelli, Tina Cappellini, Giorgio Casoni, Laura Cortellazzi, Alessandra Demonte, Lorenzo Montagner, Stefano Patuzzi, Claudio Rossi Componenti Comitato Mantova 201504 agosto 2014

La gestione Sodano-Longfils.Arriva la grana dei revisori, che dichiarano temerarie le scelte della giunta sulle variazioni di bilancio.

5 agostoLa risposta di Sodano sulle variazioni di bilancio.

La sfida di Sodano ai revisori Pubblicato il documento dei revisori dei conti che il sindaco sabato aveva smentito Serviranno tagli per 1,2 milioni sulle spese ordinarie e vendite di beni per altri 3,5. Ieri è stata pubblicata la delibera di giunta relativa alle variazioni di bilancio con cui finanziare i lavori di fine mandato dell’amministrazione Sodano, corredata dal parere non favorevole dei revisori dei conti. Tutto come aveva anticipato la Gazzetta: il no dei revisori, l’organo di controllo e garanzia dei conti del Comune, alla delibera che rischiava di violare il patto di stabilità, esiste. Nonostante il sindaco Sodano avesse detto di no. Il giallo, dunque, si è risolto. La delibera, comunque, resta, anche se entro 60 giorni dowà passare al vaglio del consiglio comunale per la ratifica: l’amministrazione se n’è assunta la responsabilità politica (è nel suo diritto) dopo aver minimizzato il no dei controllori che, invece, leggendo le carte sembra pesare di più di quanto si ritenesse all’inizio. Se, infatti, in un primo momento sembrava che il pare re negativo fosse riferito solo al fatto che il piano per il pagamento dei lavori previsti nel 2015 era legato alla vendita di immobili difficile da realizzare in una situazione di stallo del mercato immobiliare, adesso si sa che le preoccupazioni dei revisori riguardano anche il 2014. Spieghiamo. Il collegio scrive che per il 2014 il patto di stabilità è rispettato «a condizione che si realizzi l’entrata derivante dagli indennizzi assicurativi previsti in bilancio, 3.300.000 euro», e si concretizzino quelle «derivanti dagli investimenti (811.474,13 euro) . Tale condizione - si osserva deve verificarsi prima della delibera degli equilibri di bilancio», cioè entro settembre. Questi soldi, al momento, non ci sono, anche se l’accordo con le compagnie assicurative per l’erogazione già esiste. Per quanto riguarda il 2015, i revisori scrivono che per rispettare il patto di stabilità si devono verificare quattro condizioni. Le elencano: che le somme riscosse delle fidejussioni nel 2014 non vengano spese neppure nel 2015; che in occasione della delibera con cui si farà, entro il 30 settembre, la ricognizione degli equilibri di bilancio si riduca la spesa corrente del 2015 per 1.200.000 euro; che si incassino dalle alienazioni di immobili 3.550.000 euro: qui i revisori ricordano che a causa della crisi del settore immobiliare il Comune nel 2012 e 2013 ha ricavato appena 2.107.138,66 euro, a fronte di una previsione di 11,5 milioni di euro. Come dire: difficilmente sarà centrata la previsione di incassare 5 milioni fatta dal dirigente di settore; infine, che gli spazi concessi nell’ambito del patto verticale di Regione Lombardia siano almeno di 600mila euro. I revisori concludono che il venir meno anche di una sola di quelle condizioni «comporterebbe il non rispetto del patto di stabilità per il 2014 e 2015». Con gravi ripercussioni, aggiungiamo, sul futuro del Comune. Una parentesi: dicendo che la situazione descritta è più complicata rispetto a quella che appariva inizialmente, ci si riferisce anche alle fidejussioni. Basti pensare che tra queste vi è quella di un milione e passa escussa per il sottopasso pedonale di Borgochiesanuova: il che significa che quei soldi non possono essere girati ad Aler per iniziare i lavori prima del 2016. E altre somme versate da imprese inadempienti sono bloccate per almeno due anni. Nella delibera, la giunta prende atto della situazione prospettata dai revisori, ma ricorda che le opere individuate sono «urgenti». Rileva che i risarcimenti dei danni provocati dal sisma «sono già stati concordati e saranno accreditati nel mese di settembre». La giunta demanda il taglio della spesa corrente 2015 per 1.200.000 euro «alla ve rifica degli equilibri di bilancio» da fare entro settembre. Infine, sottolinea che per la copertura finanziaria delle opere viene applicato l’avanzo 2013 per

190Capitolo 3 - 2014/15

1.785.000 euro e che, dello stesso avanzo, ne restano da applicare altri 13.770.644,20.Sandro Mortari

5 AgostoExpo Inizia il valzer delle cifre e delle modalità di erogare o meno i contributi per i progetti Expo 2015.

E ora Nicola cerca la crisi con BenediniOggi il no ai fondi per Expo: se il leader dei civici non ci sta, pronto il rimpasto. Ma senza maggioranzaOggi potrebbe essere il giorno decisivo per il prosieguo della giunta Sodano cosi com’è. In giunta arriva, infatti, la pratica relativa ai finanziamenti per Expo 2015. Soprattutto, si dovrà prendere la decisione se erogare o meno il contributo al comitato presieduto dal leader dei civici Giampaolo Benedini. Dopo gli stracci volati negli ultimi giorni tra il presidente del consiglio Longfils e lo stesso Benedini, con il primo nettamente contrario a che il secondo riceva i soldi promessi dal sindaco (150mi!a per il 2014 destinati a ridursi a lOOmila, e 200mila nel 2015), la situazione si è fatta incandescente. A quanto pare, la giunta non sarebbe intenzionata a concedere a Benedini i soldi, ma a valutare un’altra soluzione. L’ultima parola spetterà ai dirigenti che dovranno dire se la strada dell’erogazione ad un comitato privato costituitosi a fine 2013 sia legalmente perseguibile. L’orientamento, però, sembra essere quello di costituire con Camera di Commercio e Provincia quell’associazione temporanea di scopo che avrebbe dovuto nascere tempo fa e che invece gli stessi enti ritennero di sostituire con la cabina di regìa. Nel la nuova società entrerebbe Benedini con i progetti già elaborati per conto del Comune, di cui è rappresentante all’interno della cabina di regia. Se i benediniani in giunta si opponessero, il sindaco prenderebbe atto che sono fuori dalla maggioranza e farebbe scattare il piano B: dentro la De Togni all’ambiente a] posto della Maffini, Tonelli potrebbe rimanere alla cultura se rompesse definitivamente con i civici, mentre a Irpo andrebbe il bilancio. E i voti in consiglio? Verrebbero trovati in aula, per il bene della città, si dice. «Non noi facciamo alcuna società di scopo ad un mese dalla presentazione dei progetti in Regione - dice Righi dell’ente camerale -. Date a noi i soldi e poi insieme valutiamo i progetti. Ciò che sta avvenendo in Comune mi preoccupa». Sul fronte della Provincia, il presidente Pastacci si limita a dire che «esiste un accordo in base al quale si farà un protocollo d’intesa tra noi, Comune e Camera di Commercio per poi allargarlo agli altri Comuni, da me già incontrati nelle ultime settimane, che parteciperanno alla progettualità per Expo». Ad infiammare l’atmosfera c’è anche l’ultima ini ziativa del presidente Longfils che ieri ha scritto al segretario generale affinchè valuti una possibile azione legale nei confronti di Benedini per aver accusato «il clan Sodano di aver montato ad arte una polemica infamante» contro di lui e aver adombrato l’approvazione in giunta della delibera relativa ai lavori, bocciata dai revisori, con un testo diverso da quello poi pubblicato. «Siamo ormai arrivati ad un punto di non ritomo - dice Longfils - i ricatti politici perpetrati da Benedini anche nell’ultimo consiglio stanno a significare che tutta la vicenda è politica. L’aver fatto marcia indietro in aula dimostra che la loro azione politica si è sempre basata sull’estorsione politica». Parole durissime che potrebbero provocare la crisi. Succederà? Qualche ora e sapremo.Sandro Mortari

6 agostoExpo/crisi politica. Ormai ho capito che l’unico obiettivo di Sodano e del suo gruppo è farci fuori. Prevale l’indole vendicativa di chi non ne vuole più sapere di avere nella maggioranza chi giudica le scelte secondo il loro valore. A maggior ragione dico ciò che penso: NON STIMO SODANO, e continuerò a ripeterlo. La stessa cosa farà Tonelli, ha capito anche lui la doppiezza del Sindaco.

«Il sindaco? Non lo stimo»Ma per ora niente rottura L’architetto rincara la dose e rinvia una decisione sull’addio alla maggioranza «Adesso andiamo in vacanza. Si è fatto poco per anni, si può aspettare un mese» Se lo aspettava. Per questo al telefono appare tranquillo e, soprattutto, determinato a lasciare sulla corda ancora per un bei po’ di tempo il sindaco e i suoi alleati. Giampaolo Benedini è fuori dalla partita Expo dopo la delibera approvata ieri dalla giunta e, soprattutto, dopo aver lavorato dal settembre 2013 alla testa dei Comitato Mantova 2015 per preparare i progetti del Comune per Expo 2015. Sodano lo rassicura dicendo che «non butteremo via il suo lavoro, patrimonio del Comune»; queste parole, però, più che tranquillizzare Benedini lo incendiano. «Dovrà decidere il Comitato se i nostri 25 progetti sono patrimonio del Comune. Noi non siamo zimbelli del sindaco e non abbiamo lavorato perché ci piace» dice alludendo all’incarico ricevuto dal sindaco di collaborare con lui in vista dell’esposizione universale dell’anno prossimo. Le premesse preludono allo scontro, figurarsi il prosieguo. «Sono contento che il sindaco abbia preso una decisione che fa capire la sua natura. Ha esercitato il suo potere. Si è preso la responsabilità delle sue azioni e i cittadini faranno le loro va- lutazioni. Certamente, non è un uomo di parola, i cittadini devono saperlo». Il sindaco pretende le sue scuse dopo gli attacchi ricevuti negli ultimi giorni: «È praticamente impossibile che lo faccia - taglia Benedini - io ho solo risposto ad offese, l’errore è stato quello di mettermi sullo stesso livello». Dalle sue parole si evince che la rottura con Sodano e la sua giunta è ormai consumata; Benedini, però, ancora non lo ammette, prende tempo, lascia sulle spine alleati e città: «Non posso decidere per il mio gruppo; è una valutazione che faremo a fine agosto quando tornerò dalle vacanze. Non c’è fretta, il sindaco ha fatto solo le cose che gli interessavano e non quelle che interessavano alla comunità, per cui se anche perdiamo un mese...».

191Capitolo 3 - 2014/15

Poi si lascia scappare: «La frattura c’è, ma questo mi solleva perché mi mette in condizione di non aver un obbligo morale verso una persona che non stimo perché non mantiene quello che dice». Non è, però, ancora pronto a passare all’opposizione: «Non ho parlato con i consiglieri, valuteremo. C’è tempo, tanto, in questo periodo non credo che si facciano tante cose visto che se ne fanno poche tutto l’anno». Anche tra i consiglieri comunali civici, per ora, non vi è alcuna intenzione di accelerare i tempi della crisi, pur attaccando il sindaco: «Prendo atto che Sodano per l’ennesima volta ha due parole diverse» dice Pietro Ferrazzi che nell’ultimo consiglio comunale sollecitò la giunta a stanziare i soldi per Expo e affidarli al comitato Benedini. «Adesso andiamo in ferie - annuncia - poi decideremo che cosa fare». L’assessore Marco Tonelli, ieri in giunta, è stato l’unico baluardo benediniano che ha cercato di fermare inutilmente la marea forzista determinata a travolgerlo. «Mi sono astenuto sulla delibera dell’Expo spiega - mettendo a verbale la richiesta che a rappresentare il Comune nella cabina di regìa siano Benedini e il suo comitato, titolati a ricevere legittimamente il nostro contributo. Non va dimenticato che per Expo gli unici progetti del Comune sono quelli di Benedini, che ha operato per conto del sindaco. Lui rischia adesso di aver buttato lavoro e risorse». A questo punto, è evidente che tra i civici e gli alleati si è aper to un abisso: «C’è un sacco di punti da chiarire - riconosce l’assessore - e se c’è la volontà di farlo, si può. Però, bisogna dirsi le cose chiare. Bisogna fare meno politica e più azioni concrete, al di là delle convenienze di partito». Certo che in un clima teso come quello in cui era maturata la seduta di giunta di ieri, parteciparvi dopo aver detto di sentirsi un alieno tra gli altri assessori, non ha certo disteso gli animi; e infatti, l’esponente dei civici è stato accolto dai colleghi tra freddezza e battute ironiche: «Inutile - dice - fare dell’ironia. Io avevo detto certe cose su Dnart e sul Centro Tè, ma nessuno mi ha ascoltato. Certo, sono un alieno che sa le cose meglio dagli altri, che vede passare gli ordini del giorno quando l’assessore non c’è, salvo poi lamentarsi dell’assenza dell’assessore all’inaugurazione della Camera Pietà quando nessuno l’ha invitato. Diamo il senso giusto alle cose: se non alieno, alienato ma non per colpa mia». E allora, resta in giunta o se ne va? «Nessuno mi ha chiesto di dimettermi, ma la decisione spetta almovimento».Sandro Mortari

7 agostoCrisi politica. Si conclude definitivamente il rapporto tribolato con Sodano con una sua conferenza stampa veramente imbarazzante per le affermazioni contenute. Parla del bene della città, lui che non ha mai espresso un’idea sulla città che avrebbe voluto.

MANTOVA. Il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, ha firmato i decreti di revoca dei due assessori benediniani, Mariella Maffini (ambiente) e Marco Tonelli (cultura) dopo la querelle con il leader del movimento, Gianpaolo Benedini. Sodano si è preso le due deleghe e ha girato a Irpo di Forza Italia quella al bilancio. Con questo atto i benediniani non fanno più parte della maggioranza, e quindi la giunta Sodano perde un altro pezzo dopo la Lega Nord che era uscita nell’ottobre scorso. In via Roma si apre formalmente la crisi. La giunta di centrodestra non ha più la maggioranza in consiglio comunale. Restano, infatti, 16 consiglieri più il sindaco, mentre la maggioranza in via Roma si raggiunge con 21 voti. Nel corso della corso della conferenza stampa di annuncio della novità, il sindaco ha dato il suo “saluto” a Benedini. «Pensava di essere il sindaco senza il passaggio elettorale; non posso continuare a collaborare con chi dice che sono incapace e inaffidabile». In consiglio comunale non ha più la maggioranza (ridotta a 17 voti contro 24): «Non c’è mai stata, ma l’ho sempre avuta perché ho mediato. Non posso più permettermi il lusso di avere persone che mettono i bastoni tra le ruote: abbiamo davanti un sacco di appuntamenti e non ci dobbiamo fermare». Cita la mostra su Mirò, i lavori di fine mandato, il Festivaletteratura, la rimozione del cubo. Dove troverà i voti per andare avanti?: «Io non sono attaccato alla poltrona - premette - e la mia maggioranza va da zero a 40 consiglieri. Auspico che tutti siano in grado di mettere al centro il bene della città per scongiurare l’arrivo del commissario. La gente deve vedere in faccia chi vuol mandare a casa il sindaco e non fare le opere che servono alla città». Dà un consiglio a Forza Italia e al Pd: «Per le prossime elezioni servono persone di buon senso, non gente squilibrata, che vengano qui per puro spirito di servizio». Alla fine è sollevato; si vede che si è tolto un peso: «Ho fatto pulizia e, soprattutto, ho deciso in autonomia». Ora è necessario trovare almeno un sostituto. O meglio, una sostituta. Il tempo di scollinare il Ferragosto e, con esso, il periodo di ferie che tutto blocca per poi arrivare, come ha confermato il sindaco, alla nomina del sesto assessore. Chi sarà è difficile ipotizzarlo al momento, visto che Sodano, in conferenza stampa, non si è sbilanciato. «Sarà una donna» ha assicurato: una soluzione scontata visto che per legge bisogna rispettare le quote rosa e, dopo il siluramento delle Maffini, non esiste più nell’esecutivo una rappresentante dell’altra metà del cielo. Scontato, però, che il nuovo assessore non apparterrà a Sostenere Mantova, la formazione nata da una costola leghista. Sarà, dunque, di Forza Italia o di area, ma da tempo si parla di un ritorno di Anna Maria De Togni, entrata in giunta con i benediniani e poi sacrificata dopo la sua rottura con il movimento. Aveva avuto la delega all’ambiente e adesso è proprio quest’ultima ad essere rimasta vacante. Con la partita delle bonifiche aperta servirebbe un assessore esperto, capace di entrare subito nella parte e di riallacciare il dialogo con le industrie, interrottosi dopo i vari ricorso al Tar contro il protocollo d’intesa con il ministero; il rischio, infatti, è che arruolarne uno alle prime armi significherebbe perdere tempo per far sì che prenda visione di tutto quello che ha fatto il suo predecessore e poi si muova di conseguenza, ovviamente correggendo molte cose. In lizza ci sarebbe anche Silvia Bagnoli, indicata da Sodano nel cda dell’università e subito sostituita. Per lei, però, vale il discorso dell’esperienza zero in campo amministrativo:

192Capitolo 3 - 2014/15

Sodano, invece, vorrebbe un assessore già pronto con cui mettere a punto soprattutto una modifica della raccolta differenziata porta a porta in centro storico. Benedini accoglie la notizia del “siluramento” dei suoi assessori con una risata e commenta: «Il sindaco è incredibile - commenta -. Se c’è stata una persona che ha frenato tutto quello che volevamo fare, quella è lui. Ha fatto quello che riteneva giusto, può anche togliere le deleghe agli assessori dicendo che non hanno fatto niente, ma revocare gli unici che hanno fatto qualcosa mi sembra contro l’interesse della città».Gli riferiamo che Sodano ha parlato di «Maffini e Tonelli comandati da Benedini»: altra risata: «Si vede che non conosce la Maffini; lei ha sempre fatto quello che riteneva più giusto. Anche con Tonelli non sempre la pensavamo allo stesso modo e abbiamo accettato ciò che decideva. Il fatto è che in giunta ci sono dei bamboccioni che si adeguano al volere dei partiti».

Quattro anni di crisi continue. Le vittime salgono a dodici È il record per la città: cinque giunte in appena quattro anni e mezzo. Tra patto di stabilità e bizze degli alleati, il sindaco Sodano passerà alla storia politica di Mantova come colui che ha guidato la compagine di governo più turbolenta degli ultimi decenni. Con quella annunciata ieri dopo i licenziamenti in tronco dei due assessori benediniani, sono cinque le giunte targate centrodestra che si sono susseguite in via Roma dalla data storica del 12 aprile 2010, quando il colore dell’amministrazione cambiò dopo 65 anni inintterrotti di dominio del centrosinistra, ad oggi. La prima giunta Sodano vedeva al tavolo 11 assessori: 4 del Pdl (Rose, De Pietri, Irpo e Cavarocchi), 3 della Lega (Cappellari, Chizzini e Tonghini), 2 benediniani (lo stesso Giampaolo Benedini e la De Togni) e 2 tecnici (Napoli e Freddi). A metà luglio del 2011 la prima crisi porta ad un ridimensionamento della giunta: fuori in tre (Cappellari, Freddi e Napoli) e dentro in due (Tommasini della Lega e la Bonaglia del Pdl). Gli assessori, dunque, scendono a dieci. A ottobre del 2012 il secondo scossone dopo le dimissioni di Benedini: escono il leghista Chizzini, i piedllini De Pietri e la Bonaglia e l’ex benediniana De Togni. Per i civici entrano le nuove Mariella Maffini all’ambiente e Daniela Bondavalli alla cultura. Ora siamo a sette assessori. Dopo pochi mesi la Bondavalli cade in disgrazia e il sindaco, il 29 gennaio 2013, le revoca la delega tra mille polemiche e scontri interni alla maggioranza. Al suo posto viene nominato alla cultura Marco Tonelli. A settembre arriva l’ennesimo rimpasto a causa dell’abbandono della Lega che esce dalla maggioranza sbattendo la porta. Il Carroccio si spacca e il nuovo gruppo Sostenere Mantova, nato dalla costola leghista, entra in giunta con Celestino Dall’Oglio: è il diciassettesimo assessore della giunta Sodano (mantenuta a otto assessori, poi scesi a sette in ottobre con le dimissioni del leghista Tommasini). Adesso il sindaco ha defenestrato altri due assessori, i benediniani, e si appresta ad «assumere» il diciottesimo assessore, una donna per rispettare le quote rosa. La giunta, per ora, resta dunque a cinque, ma presto salirà a sei assessori.08 agosto 2014

8 agostoCrisi Politica. A questo punto inizia un percorso dell’amministrazione Sodano con contraddizioni quotidiane, e con due obiettivi: screditare me e il mio movimento politico (partendo dal tema di Expo) e cercare con tutti i mezzi di mantenere la seggiola di via Roma. Superando gli ostacoli con l’aiuto di Longfils (e di un suo occulto mentore molto preparato sulla gestione amministrativa), usando metodi al limite del lecito, certamente deprecabili. La lettura degli articoli successivi non ha bisogno di commenti ulteriori. Lo spessore, la qualità di Sodano & Soci può sinteticamente essere racchiusa nell’affermazione in dialetto di Longfils, a microfoni rimasti aperti, durante la seduta sulla sfiducia. Dopo il trionfalismo, il pianto per l’accusa di essere un mafioso e la certificazione di essere bugiardo.

Licenziato Benedini, sarà la quinta giunta. Sodano mette alla porta Maffini e Tonelli e per ora tiene le deleghe «Basta tensioni, non sto con chi mi definisce incapace e inaffidabile»MANTOVA. Licenziati su due piedi. Il sindaco Nicola Sodano ieri si è sbarazzato in un sol colpo dei due assessori benediniani Marco Tonelli e Mariella Maffini e, indirettamente, di un’alleanza che risultava ormai troppo ingombrante e paralizzante. Sono le 15.20 quando Sodano, nel suo ufficio, di fronte ai giornalisti, annuncia il provvedimento che era nell’aria ormai da martedì scorso, da quando cioè aveva estromesso Giampaolo Benedini dalla gestione dei fondi per l’Expo. La scena è tutta per lui; a differenza delle altre volte quando doveva annunciare l’apertura di una crisi (siamo alla quinta giunta dal 2010) alla scrivania non vuole nessuno: il vice Rose, l’assessore Dall’Oglio e il presidente del consiglio Longfils restano in disparte, ad ascoltare le parole del sindaco, pesanti come pietre. I due assessori «non hanno dimostrato alcuna autonomia nello svolgere il loro lavoro - è l’accusa che sta alla base della revoca delle deleghe - hanno lavorato a comando di Benedini»: la motivazione per entrambi è unica, come si legge nel decreto: è venuto meno il rapporto di fiducia tra loro e il sindaco. Sodano cita le vicende legate alla mostra di Mirò e all’Expo ma lascia intendere che ci sono anche la raccolta differenziata e le bonifiche dietro alla decisione di far fuori la Maffini e Tonelli, i cui comportamenti «non sono stati in sintonia con le linee di mandato» e hanno «provocato un clima di tensione in maggioranza». Sodano ha già pronto il riassetto: la delega all’ambiente resta, per ora a lui, assieme alla cultura; mentre quest’ultima se la terrà ben stretta sino a fine del mandato, quella all’ambiente presto, «dopo le ferie», verrà trasferita ad una donna. Il bilancio appannaggio del sindaco dal momento del siluramento del leghista Tommasini, torna a Irpo. Revoca anche la delega che Benedini aveva ricevuto per Expo: a rappresentare il Comune nella cabina

193Capitolo 3 - 2014/15

di regìa con Provincia e Camera di Commercio sarà lui stesso o il capo della sua segreteria, Emanuela Medeghini. Un saluto a Benedini: «Pensava di essere il sindaco senza il passaggio elettorale; non posso continuare a collaborare con chi dice che sono incapace e inaffidabile». In consiglio comunale non ha più la maggioranza (ridotta a 17 voti contro 24): «Non c’è mai stata, ma l’ho sempre avuta perché ho mediato. Non posso più permettermi il lusso di avere persone che mettono i bastoni tra le ruote: abbiamo davanti un sacco di appuntamenti e non ci dobbiamo fermare». Cita la mostra su Mirò, i lavori di fine mandato, il Festivaletteratura, la rimozione del cubo. Dove troverà i voti per andare avanti?: «Io non sono attaccato alla poltrona - premette - e la mia maggioranza va da zero a 40 consiglieri. Auspico che tutti siano in grado di mettere al centro il bene della città per scongiurare l’arrivo del commissario. La gente deve vedere in faccia chi vuol mandare a casa il sindaco e non fare le opere che servono alla città». Dà un consiglio a Forza Italia e al Pd: «Per le prossime elezioni servono persone di buon senso, non gente squilibrata, che vengano qui per puro spirito di servizio». Alla fine è sollevato; si vede che si è tolto un peso: «Ho fatto pulizia e, soprattutto, ho deciso in autonomia».Sandro Mortari, 08 agosto 2014

Ancora su Expo.

Expo, la Regione molla il Comune «Inaffidabile, resta solo Zanetti» Dopo la Provincia, la Regione scarica anche il Comune dalla lista degli interlocutori per Expo 2015. Lo fa Gianni Fava, assessore (Leghista e viadanese) alle politiche agricole che ha un ruolo centrale nei rapporti tra Pirellone e territori lombardi per l’organizzazione e il finanziamento di iniziative legate all’esposizione mondiale del prossimo anno. L’assessore leghista fa espliciti riferimenti alla crisi in via Roma e, in particolare, al ritiro delle deleghe su Expo 2015 al civico Giampaolo Benedini. «Dopo aver seguito gli ultimi eventi mantovani mi chiamo fuori, non parteciperò a nessuna riunione di questa impalpabile cabina di regia messa in piedi – dichiara l’assessore della giunta Maroni – Il Comune è riuscito a far peggio della Provincia, pensano di poter ripartire da zero quando ormai mancano meno di due mesi alla scadenza per la presentazione di progetti per il finanziamento. Riconosco che l’unico interlocutore credibile sia la Camera di Commercio e il presidente Carlo Zanetti. Ma se non vuole che Mantova rimanga tagliata fuori dall’evento per colpa di amministratori incapaci, Zanetti deve muoversi immediatamente». Difficile non pensare che, in questo momento, Fava, è l’unico leghista mantovano (che non ha mai nascostole critiche all’amministrazione Sodano) a poter parlare – seppur in un ruolo istituzionale e non politico – senza una preventiva autorizzazione del commissario Davide Boni. Ma il leghista non lascia mai il suo ruolo di assessore regionale delle giunta guidata da Roberto Bobo Maroni. «Qui è saltato tutto ormai – spiega – mi chiamo fuori e auguro al Comune e alla Provincia un in bocca al lupo. Mesi fa avevo chiesto la costituzione di un’associazione temporanea di scopo, come avvenuto a Cremona che ha i progetti pronti da mesi. A Mantova è accaduto il caos, è stata creata una struttura impalpabile, con il sindaco che inviava la sua segretaria alle riunioni. L’impegno siglato con la Regione prevedeva un impegno preciso per il Comune di Mantova che, attraverso Benedini, aveva garantito 150mila euro per il 2014 (ormai svaniti) e 200mila nel 2015, che non si capisce bene se ci saranno o meno». «Hanno eliminato Benedini che, sarà anche discutibile sotto il profilo politico ma era l’unico ad avere qualche idea – dice Fava – con Sodano si riuscirà al massimo a fare il mercatino delle pulci. Zanetti dovrebbe convocare subito i soggetti interessati a Expo 2015 e formare un’ associazione temporanea di scopo che consenta a Mantova di non rimanere esclusa dalla programmazione regionale».Nicola Corradini, 10 agosto 2014

La sfiducia a Sodano.

Benedini verso la sfiducia E il Pd prepara il piano B Oggi i civici decidono se firmare la mozione: a quel punto mancherebbe un solo sì I Democratici sperano negli arancioni. L’alternativa: far cadere Sodano sul bilancioIl destino dell’amministrazione Sodano si gioca in buona parte oggi pomeriggio dalle 16 a sera inoltrata. È a quell’ora che Giampaolo Benedini incontrerà i consiglieri e altri esponenti della sua civica per decidere se appoggiare l’eventuale mozione di sfiducia a cui puntano Pd e altre formazioni delle minoranza, o se inghiottire lo schiaffo ricevuto in luglio con l’allontanamento dei due assessori civici e la revoca della delega ad Expo allo stesso leader. Certo, se i civici decidessero di firmare la (futura) mozione di sfiducia non si raggiungerebbe automaticamente la quota dei 21 consiglieri richiesti per mettere fine a questo mandato legislativo. Ma spingerebbero la teorica asticella dei firmatari a 20. Troppi “se e ma”, per dare per spacciata la prima giunta di centrodestra in via Roma dal dopoguerra. Ma il sindaco e le formazioni che lo appoggiano, Fi e Sostenere Mantova, dovranno sperare che i civici decidano alla fine di non contribuire alla fine anticipata (seppur di pochi mesi) della giunta. Perché? Il Pd, subito dopo il siluramento degli assessori Maffini e Tonelli, ha valutato la possibilità di presentare la mozione. Basterebbero 17 firme, ma al momento del voto serviranno 21 sì. Il gruppo consiliare Pd ha così deciso, il 18 agosto, di presentare la mozione ad una condizione: devono esserci 21 firme. Il Pd ha 8 consiglieri. Sel (due) e Bondioli Bettinelli (Insieme per Brioni) hanno sposato la linea della sfiducia. Il Psi, che di consiglieri ne ha due, ha una linea simile al Pd: ci si muove solo se si trovano 21 firmatari. Patto Nuovo ha detto che non farà da stampella a Sodano (1 voto). Un sostegno arriva anche

194Capitolo 3 - 2014/15

dall’altro schieramento: il direttivo della Lega ha deciso di appoggiare l’eventuale mozione di sfiducia. Appoggi che, da un punto di vista numerico, si tradurrebbero in 16 voti. Per questo la decisione dei civici è fondamentale. Perché poi, al Pd, dal segretario Murari al capogruppo Buvoli, basterebbe trovare un solo appoggio tra gli indipendenti. Difficile ma non impossibile. Benedini non sembra disposto a perdonare Sodano e gli ex alleati. Ma vuole la certezza dei 21 voti. Nel suo gruppo, pur con un incerto, ci sarebbe la disponibilità a dare il colpo decisivo. «Se il sindaco non ha più una maggioranza, la naturale conseguenza è che vada a casa» dice Buvoli in una nota. Tra gli indipendenti, Ciliegi di Forum ha detto che è pronto a confrontarsi con le minoranze ma precisa che «la mozione non può essere un salto nel buio». Carlo Romano, oppositore duro di Sodano, non è detto che sia disposto a sostenere una mozione nata nel centrosinistra. Benedini (Udc) non ha mostratro grande interesse per la cosa. Resta la Ligabue (tabacciana) che non si è ancora espressa. Per le minoranze c’è una seconda strada, che non richiede 21 voti: bocciare gli equilibri di bilancio (in aula entro il 30 settembre) e soprattutto il bilancio del 30 novembre. Per entrambi i documenti non servono necessariamente 21 voti. Basta qualche assenza di troppo in quello che resta della maggioranza in aula. La mancata approvazione degli equilibri no n comporta la caduta della giunta, ma col bilancio consuntivo sarà tutta un’altra cosa.Nicola Corradini, 26 agosto 2014

Benedini anticipa il Pd: sfiducia a SodanoSindaco e giunta tornano a rischio. I civici annunciano la mozione per farli cadere: «Nessun motivo per proseguire». Ok da Lega, Psi e Romano: ad oggi i numeri per far andare tutti a casa ci sonoMANTOVA. I benediniani rompono con Sodano e il centrodestra e giocano d’anticipo sul Pd annunciando la presentazione di una loro mozione di sfiducia. È questo l’esito del vertice del gruppo civico durato tre ore a cui hanno partecipato il leader Giampaolo Benedini, i quattro consiglieri comunali Bombonati, Ferrazzi, Riva Berni (andatosene in anticipo per un impegno di lavoro) e Bergamaschi, i due assessori defenestrati Maffini e Tonelli. «Era il minimo che potessimo fare nei confronti dei nostri due assessori che hanno lavorato bene - afferma al termine della riunione Benedini – Non si possono trattare così le persone. Chi ci vorrà seguire, ci seguirà» chiude alludendo al fatto che per presentare una mozione di sfiducia occorrono le firme di 16 consiglieri e poi 21 voti in consiglio. I numeri. Ora Sodano rischia grosso. Benedini ha incontrato subito i socialisti: «Ci ha detto che anche la Lega è pronta a sottoscrivere la loro mozione - afferma Enrico Alberini -. A questo punto, se partisse una mozione di sfiducia da una parte dell’ex maggioranza verrebbe da chiedersi se anche la mozione della minoranza non debba confluire su questa: dal punto di vista politico diventerebbe più forte. La nostra posizione, comunque, non cambia: se si raggiungono le 21 firme noi ci siamo». Un altro pronto a sottoscrivere la mozione è Romano del misto: «Se sono venti firme, la mia sarà la ventunesima - annuncia spostando, di fatto, gli equilibri a sfavore del sindaco -. Sodano ha amministrato male e io me ne sono andato dopo tre mesi. Di questa amministrazione salverei solo Cavarocchi, il resto è stata una delusione». La palla ora passa al Pd e alle 12 firme teoriche che fin qui ha racimolato, a cui potrebbero aggiungersi le due del Psi, che sommate alle 7 del centrodestra farebbero raggiungere la fatidica soglia dei 21 senza Udc, Forum e Api. La mozione. La decisione dei benediniani, «che decide la fine del nostro percorso con questa maggioranza» ha tenuto a sottolineare Ferrazzi, è stata spiegata in un comunicato firmato dal capogruppo Bergamaschi. «Non accettiamo - si legge - che per l’ennesima volta al bene della città si antepongano logiche di partito vecchie e fallimentari». Aver, infatti, allontanato «senza valido e giustificato motivo» la Maffini e Tonelli, che «hanno lavorato con merito e dedizione per Mantova», è una «scelta sbagliata e amorale che non possiamo condividere, nel rispetto del valore delle persone». Poi l’affondo; prima viene rilevato che la «maggioranza uscita dalle urne il 12 aprile 2010 non esiste più», poi che la giunta sta portando avanti «un processo di restaurazione più che di rinnovamento, su cui nutrono forti dubbi gli stessi funzionari» alludendo al recente no dei revisori dei conti alla variazione di bilancio per le opere di fine mandato e al mancato parere contabile favorevole del dirigente su alcune delibere. La rottura. «È evidente che non sussiste più alcun motivo per continuare a sostenere Sodano. Per questo - è l’annuncio - nei prossimi giorni il gruppo Benedini depositerà una mozione di sfiducia» nei confronti del sindaco. «E chi la vorrà firmare - aggiunge Ferrazzi - sarà il benvenuto: non possiamo fare diversamente per rispetto dei nostri elettori, dei nostri due assessori e di noi stessi». E conclude: «Abbiamo portato in giunta due assessori che anche fuori Mantova vengono riconosciuti come persone di valore e di grande professionalità, a differenza di quelli che ha scelto il sindaco». Resta l’incognita Riva Berni: «Sono d’accordo che domani (oggi, ndr.) mi vedrò con Benedini e gli altri e poi deciderò che cosa fare». L’Expo. A spingere i benediniani sulla strada della completa rottura con Sodano sono state anche le notizie arrivate dalla giunta sul fronte dei progetti Expo. I 25 presentati dal comitato Benedini sono stati cassati con motivazioni pesanti: scarsa qualità e troppo costosi. Benedini reagisce sarcastico: «Il sindaco, appena una settimana fa, aveva detto in pubblico che avevamo lavorato bene. Quindi, adesso si contraddice. Comunque, mi fa piacere che non vogliano più utilizzarli, così potremo gestirceli noi. Presto li presenteremo alla Camera di Commercio per il cofinanziamento regionale. È per il bene della città che non vi rinunceremo». Chiude con una replica al presidente del consiglio Longfils: «Non ho mai chiesto denaro pubblico per il mio comitato: il suggerimento era venuto dagli uffici comunali. La realtà è che si è voluto strumentalizzare la situazione per altre ragioni, una delle quali probabilmente è che le risorse ad oggi disponibili non superano i 50mila euro e le ulteriori somme dovrebbero essere inserite in una variazione di bilancio oggi impresentabile viste le critiche ricevute dai revisori per quella precedente».Sandro Mortari, 27 agosto 2014

195Capitolo 3 - 2014/15

Benedini lancia la sfida a Sodano «Chiedo un confronto pubblico» Il leader civico replica duro all’attacco del sindaco :«Mi vergogno di averlo sostenuto. Usa la calunnia» E lo invita al faccia a faccia: «Se il nodo è Expo perché cacciare Maffini e Tonelli? Sì alla sfiducia col Pd» di Nicola Corradini Una sfida. O forse sarebbe meglio definirlo un duello. Non importa. Quello che conta è che Giampaolo Benedini, leader della lista civica messa fuori dalla giunta dopo quattro anni e mezzo vissuti pericolosamente con Fi e altri alleati, ora chiede un faccia a faccia pubblico con il sindaco Nicola Sodano. Argomento? Ovvio: Expo 2015 e i progetti che la commissione ad hoc guidata da Benedini ha prodotto e che il sindaco e altri esponenti di maggioranza hanno bocciato con parole piuttosto pesanti. È la punta dell’iceberg. La questione che ha portato alla crisi definitiva e alle decisione degli arancioni di presentare di concerto con le altre minoranze una mozione di sfiducia nei confronti di una giunta che, almeno sulla carta, non può più contare in aula su una maggioranza. «A questo punto gli chiedo un confronto pubblico – incalza Benedini – un confronto dove ogni cittadino e ogni consigliere comunale potrà farsi una’idea di cosa stiamo parlando veramente. Avremmo dovuto presentare i progetti la serata del 30 luglio ad un’iniziativa pubblica con vari relatori istituzionali, tra i quali lo stesso sindaco, ma naturalmente l’iniziativa è stata annullata». Ovviamente un eventuale confronto, se il sindaco dovesse accettare la sfida lanciata dal suo ex alleato (sembra infinitamente lontana la conferenza stampa del 2010 con cui Sodano annunciava l’alleanza con l’ex concorrente elettorale Benedini per il ballottaggio contro la Brioni), toccherebbe anche altri punti di questo dialettico rapporto politico durato 4 anni. Benedini replica subito alle numerose dichiarazioni fatte da Sodano sulla Gazzetta di ieri. Ed esordisce con una frase dura. «Mi vergogno di essere stato sostegno di Sodano che usa, in buona compagnia, solo la calunnia per difendere la propria inefficienza e il posto occupato – dichiara – leggo poi che , asserisce il sindaco, “Bocciando i progetti di Benedini per Expo 2015 ho difeso i soldi pubblici mettendo a rischio la mia poltrona. Ma è stato giusto farlo” e “Con i civici la questione è soltanto amministrativa. Vogliono buttarla in politica ma le proposte erano troppo costose e di scarsa qualità”» . Quindi? «Quindi mi chiedo perché se la questione è amministrativa ha tolto le deleghe agli assessori Maffini e Tonelli? E perché portare avanti progetti costosi sino alle soglie della presentazione se erano, come lui sostiene, di “scarsa qualità”?». Secondo l’ex assessore le ragioni del putiferio nato attorno a questa vicenda sono altre da quelle dichiarate dal sindaco. «La realtà è che i 350 mila euro per Expo promessi dal sindaco, non sono a bilancio e viene il dubbio che tutto questa strumentalizzazione sia scaturita per tale ragione» argomenta il civico. Che ripercorre la cronistoria degli ultimi due anni sulla vicenda Expo. «Sono stato incaricato dal sindaco di supportarlo per Expo nel dicembre 2012 – ricorda – Ho riunito un gruppo di professionisti con competenze diverse per completare l’elaborazione di proposte già da me ideate. Ho presentato al sindaco la squadra nell’aprile 2013 e già in agosto alcuni progetti furono pubblicati sulla Gazzetta. Il Comitato Mantova 2015 viene formalmente costituito nel settembre 2014. E guardi che nessuna risorsa economica è stata data dal Comune. I membri della comissione si sono autotassati di 300 euro».Fin qui le premesse. Poi attacca. «Quando Sodano, il 7 agosto, mi ha tolto le deleghe aggiunse che, parole sue, Benedini «aveva svolto molto bene il suo compito. Se è così, togliendomi la delega ha anteposto interessi personali a quelli della comunità. Anche il consigliere Linardi, in consiglio comunale, ha apprezzato il lavoro svolto. Addirittura in un documento interno, del 23 luglio sorso, nella pratica di ricevimento della richiesta di contributo da parte del Comitato, la Dirigente Irma Pagliari scrive che la proposta è “corposa e articolata”. Tali aggettivi non mi sembra siano sinomini di “inesistente” come dichiarato da Sodano. Si tenga conto che mi ero reso disponibile, come era doveroso, ad approfondire i progeti in giunta iI 25 progetti, a cui se ne aggiungono 9 proposti da altri soggetti (diocesi, assessorato alla cultura, associazione SapereSapori) consegnati il 7 luglio. Chiosa Benedini: «Mi permetto di ritenere giustificata la mia manifestazione di disistima verso chi ha potuto pensare di utilizzare un mezzo così meschino di comunicazione fuorviante sul mio comportamento. Queste persone non meritano di ricoprire un ruolo nell’attività pubblica perché dimostrano di essere la peggiore espressione della politica». 29 agosto 2014

Continua la querelle nel centrodestra dopo il licenziamento dei due assessori civici e l’affondamento dei progetti per Expo.«A Longfils - dice il leader dell’omonimo movimento Giampaolo Benedini - ricordo che mi dimisi da assessore quando il sindaco disattese l’indirizzo del consiglio comunale di dare il via ai lavori, indifferibili e urgenti, a palazzo del Podestà. Da questo episodio capii che difficilmente avrei potuto portare avanti i progetti che avevo proposto. Quanto alla data, le mie dimissioni risalgono al 31 luglio 2012, solo che per formalizzarle ho dovuto aspettare che il sindaco tornasse dalle ferie. E comunque non sono mai scappato». Quanto ai progetti Expo, «è ridicolo insistere, come fa Longfils, sul fatto che un comitato privato non può avere soldi pubblici. Il presidente, infatti, mi deve spiegare che differenza c’è tra finanziare le iniziative del comitato Mantova 2015 e finanziare quelle di qualsiasi altra associazione».31 agosto 2014

196Capitolo 3 - 2014/15

Il sindaco vuole far credere di essere in grado di portare avanti qualche progetto per Expo, fa un elenco che però non ha trovato riscontro concreto durante il periodo Expo 2015.

Non c’è più Benedini. Ecco i 300mila euro del Comune per Expo Trecentomila euro per i progetti in vista dell’Expo 2015: con questa cifra la giunta comunale ha deciso ieri mattina di sostenere il percorso di avvicinamento all’esposizione universale che aprirà a Milano il primo maggio prossimo. Sono gli stessi soldi promessi mesi fa a Giampaolo Benedini, i cui progetti sono stati cassati. Ora ne spuntano altri, anche se in buona parte si tratta di iniziative già esistenti. Unitamente allo stanziamento, sono stati definiti tre filoni operativi che verranno portati alla cabina di regia dove, assieme agli altri enti partecipanti, verranno scelte le proposte definitive. Al momento, quindi, non ci sono stanziamenti precisi per i singoli progetti, ad eccezione del padiglione galleggiante progettato dall’architetto Souto de Moura per il Politecnico di Milano: 20mila euro è la cifra che via Roma potrà mettere a disposizione, da sommare ai 50mila già stanziati dalla Camera di commercio e ad altri che proverrebbero da fondazioni bancarie. Il pacchetto di proposte del Comune coagula al proprio interno anche iniziative consolidate come il Festivaletteratura o le mostre del centro Te, che dovrebbero tutte essere declinate in chiave Expo. Nel complesso, si tratta di proposte culturale destinate a integrarsi con proposte commerciali e turistiche. Si cercherà soprattutto di valorizzare l’esistente, in particolare il patrimonio e le proposte culturali a tema gonzaghesco, con la civiltà del convivio. Partner su questo fronte saranno, tra gli altri, la Soprintendenza e la Diocesi, con le mostre a tema al Ducale e al Museo diocesano. E a Palazzo Te si attiveranno per il 2015 laboratori cosiddetti di eductainment, una crasi tra istruzione e divertimento, con il progetto “Banchetto degli dei” che valorizzerà la camera di Amore e Psiche dove insieme si terranno visite, laboratori, percorsi di degustazione. La figura di Bartolomeo Stefani, cuoco dei Gonzaga verrà ricordata con le risorse della biblioteca Teresiana e approfondimenti scientifici e convegnistici saranno curati dalla Fondazione Artioli e dal centro Alberti.”Acqua, energia per la vita” sarà un altro tema di lavoro. In quest’ambito rientrerebbe il padiglione galleggiante, assieme ad altre proposte di allestimenti sull’acqua con visite e percorsi. E il comparto “Cibo per la mente” porterà avanti studi culturali e riflessioni sulla nutrizione, con l’apporto dell’Accademia Virgiliana, della Teresiana e del centro Baratta. In quest’ambito, rientrerà anche Segni d’Infanzia (per l’occasione Segni d’Expo). “Mantova da gustare” proporrà invece itinerari tematici (ebraismo, Mantova del ‘700, Giulio Romano) alla scoperta della città. L’integrazione tra le proposte culturali e commerciali si concretizzerà essenzialmente nella “Mantova Card”, una tessera che consentirà l’accesso ai musei, l’utilizzo dei mezzi pubblici, le car sharing, del bike sharing, sconti in negozi e ristoranti. Uno strumento molto diffuso in tutte le città turistiche. Grande attenzione verrà posta sulla promozione, non solo di Mantova in sè, ma anche dei suoi prodotti di eccellenza, dall’arte all’enogastronomia, ma anche allo shopping. Nel mirino i turisti 2.0, molto legati al web, ma anche quelli dei nuovi mercati, a partire dai molti russi che transitano dal Catullo ma che a Mantova non si vedono. Per essere più amichevole verso i turisti, infine, Mantova - in collaborazione con Tea e Aster - si doterà di una rete wi-fi diffusa e gratuita, attivabile direttamente dallo smartphone, con la possibilità di scaricare le app sui percorsi tematici, le offerte della Card, i trasporti pubblici. La mobilità sostenibile sarà un altro cavallo di battaglia, mentre sul web verrà sviluppata una piattaforma dove si ritroveranno le offerte della Card, e, assieme alla Cameradi commercio, si svilupperà un settore di e-commerce per consentire ai turisti, anche una volta tornati a casa, di acquistare i prodotti mantovani.04 settembre 2014

La querela per diffamazione a Sodano e Longfils, ancora in attesa di giudizio.

Benedini querela Sodano e Longfils La crisi di via Roma rischia seriamente di finire davanti al giudice. Lo scontro politico tra i due ex alleati elettorali e di governo, il sindaco Nicola Sodano e il leader dei civici Giampaolo Benedini, finisce con una querela di quest’ultimo nei confronti del primo. Anzi, le querele sono due, perché l’architetto ex assessore ai lavori pubblici si è mosso anche contro il presidente del consiglio comunale, Giuliano Longfils, altro esponente dell’amministrazione comunale con cui in questi complicati anni di coabitazione le contrapposizioni non sono state poche. Ieri mattina, Benedini si è presentato in procura assieme all’avvocato Davide Pini e due querele per diffamazione e calunnia. Querelare sindaco e presidente del consiglio comunale non è cosa di tutti i giorni e non passa inosservato. Soprattutto in un periodo in cui la politica cittadina sta attraversando una fase caldissima, con una mozione di sfiducia firmata da 22 consiglieri che pende sulla testa di sindaco e assessori. Cosa viene contestato a Sodano e Longfils? Sostanzialmente delle dichiarazioni fatte alla stampa nel corso di questo tormentato fine mandato. Alcune frasi riportate in interviste ai singoli giornalisti, altre espresse durante delle conferenze stampa. Tutte riferite naturalmente alla vicenda di Expo 2015 e al ritiro della delega da parte del sindaco allo stesso Benedini, episodi che hanno portato alla rottura definitiva e pesante tra il sindaco (e quindi l’amministrazione sostenuta ormai da una minoranza in aula formata da Fi e gruppi e singoli esponenti civici) e gli arancioni benediniani. «Nella querela – spiega Benedini – riportiamo dichiarazioni riportate sui quotidiani che ritengo lesive della mia reputazione e che vanno molto oltre alla critica politica, che può essere aspra ma che non può diffamare l’interlocutore». Di che frasi si tratta? «Sono dichiarazioni riportate dai quotidiani –

197Capitolo 3 - 2014/15

spiegano Benedini e il suo avvocato – con cui, di fatto, sembra che la richiesta di fondi per il comitato di Expo 2015 equivalga alla richiesta di fondi per un conto privato. E Benedini viene accusato di aver voluto far cadere il sindaco per mero interesse privato. C’è da notare che questa raffica di attacchi diffamatori avviene dopo la presentazione in consiglio comunale dell’interpellanza con cui il civico Ferrazzi chiedeva al sindaco dove fossero, nel bilancio, i soldi per Expo 2015». Anche Longfils viene querelato. «In un’intervista – chiosa Benedini – arriva persino a dire che io vorrei “denaro pubblico solo per passeggiare con Daverio e per fare una cena con cento persone”».Nicola Corradini, 14 settembre 2014

Ancora su Expo.

Nuove scintille tra il sindaco Nicola Sodano e il leader dei civici Giampaolo Benedini dopo la mozione di sfiducia dell’opposizione, firmata anche dai suoi quattro consiglieri comunali, che mette a rischio la sopravvivenza dell’amministrazione sino alla primavera del 2015. A provocarle il primo cittadino con le sue dichiarazioni, l’altro giorno, davanti alle istituzioni culturali cittadine parlando dei progetti per Expo 2015. «È scandaloso - dice Benedini - l’intervento del sindaco che non perde occasioni per cercare di screditare il mio operato». Il casus belli è il mancato arrivo in Comune del progetto della sovrintendenza di palazzo Ducale su Vespasiano Gonzaga, che il sindaco ha imputato al vecchio coordinamento guidato da Benedini, a cui venivano dirottate tutte le proposte avanzate dalle varie istituzioni culturali cittadine. «Quel progetto - aveva aggiunto il primo cittadino - rientra tra quelli abbandonati e che noi faremo riemergere». Parole che hanno fatto arrabbiare Benedini. «Io - afferma invece il civico - non ho mai ricevuto quel progetto e non vi è uno straccio di documento che attesti che mi sia stato mandato». Altre parole del primo cittadino non sono state digerite: «Dire che il commissario metterebbe a rischio le varie iniziative per Expo è una bugia per gli allocchi. Certamente, le iniziative per Expo debbono avere una copertura finanziaria, mentre non ce l’hanno. Il sindaco ha fatto tutto questo polverone dai primi di agosto offendendo e gettando fango su di me e sui due assessori civici perché le risorse economiche per Expo non sa come metterle in campo avendo speso tutto quello che era disponibile per la mostra su Mirò e per altre iniziative ad essa legate. Sodano sta cercando di spostare risorse da un capitolo all’altro del bilancio quando ha detto che non poteva dare soldi ai privati, perché non ne ha. E se li trova dovrà fare i conti con i revisori e le valutazioni che le persone oneste potranno fare su questo argomento». 20 settembre 2014

Tredici. Tanti sono i progetti che parteciperanno alla prima fase di selezione in vista di Expo 2015. Un numero a sorpresa che si è concretizzato ieri alle 12, scadenza del termine per la presentazione della manifestazione di interesse in Camera di Commercio. Oltre alla proposta elaborata da Comune, Provincia ed ente camerale (Sistema Mantova per Expo), del valore di 330mila euro, che pareva l’unica in corsa, c’è «Save Mantova» presentato dal Comitato Mantova 2015, presieduto dal leader dei civici Giampaolo Benedini, quello su cui si è spaccata la maggioranza in Comune a Mantova. Ne seguono altri 11, tra cui quelli di due scuole cittadine, per un totale di 4,5 milioni di investimenti che il territorio propone alla Regione. Da oggi si apre la fase di negoziazione col Pirellone, che si chiuderà il 10 ottobre. Alla fine verrà stilata una graduatoria in base alla quale sarà elargito il cofinanziamento del 50%. Le risorse stanziate dalla Regione per tutta la Lombardia per questa prima fase ammontano a 3 milioni di euro, destinati alla promozione dei vari eventi fino a gennaio. «Il numero dei progetti comporterà una lunga e articolata fase di negoziazione» avverte il presidente dell’ente camerale Zanetti, che si dice «soddisfatto dell’interesse dimostrato nei confronti dell’esposizione». L’elenco. Questi i progetti in corsa. Sistema Mantova per Expo (Comune di Mantova, Provincia e Camera di Commercio); Save Mantova (Comitato Mantova 2015); struttura polivalente per l’accoglienza di gruppi giovanili (Gruppo Agesci scout Gonzaga 1); struttura polivalente per l’accoglienza di gruppi giovanili (associazione Un5xGonzaga); Verdi terre d’acqua. Un sano turismo rurale del cibo e del territorio (Consorzio agrituristico mantovano); A scuola... di gusto (Istituto comprensivo Mantova 1 Luisa Levi); Caravaggio e la sua bottega (Associazione Storia di arte); Donne: le eccellenze enogastronomiche in Lombardia (Ponchiroli editori di Bagnolo San Vito); Sotto la buccia (Istituto comprensivo Mantova 3); Cortometraggio (Michele Olivieri); Acque di Lombardia (Urbim Lombardia); Mantova viaggi e sapori (Distretto agroalimentare di qualità Po di Lombardia, capofila il Consorzio latterie mantovane Virgilio); Attrattività dei territori esprimenti qualificati ed eccellenti tradizioni enogastronomiche (Unione nazionale delle pro loco). Benedini. Uscito dalla porta dopo aver rotto l’alleanza col centrodestra, Giampaolo Benedini rientra dalla finestra col progetto presentato dal suo comitato. Massimo riserbo sui contenuti: «Dico solo che i progetti non sono più 25 e che il costo è inferiore ai 400mila euro. Siamo tutti privati, 16 associazioni, e abbiamo l’appoggio esterno di Parco del Mincio, Curia e altri soggetti pubblici». Il Parco confema: «Noi dialoghiamo con tutti - afferma il presidente Pellizzer - ma avendo sottoscritto il protocollo con Comune, Provincia e Camera di Commercio ci siano tolti dall’appoggio diretto». Una partnership pubblica avrebbe garantito un punteggio maggiore, ma Benedini non se ne preoccupa: «Noi puntiamo sulla qualità dei progetti e sono sicuro che la Regione deciderà in base a questa». Indiscrezioni parlano di 4 proposte relative a moda, Tazio Nuvolari, cultura ebraica ai percorsi enogastronomici con cuochi stellati. Agriturismo. Della partita sarà anche il Consorzio agrituristico mantovano con un pacchetto di iniziative da 138mila euro. «Gli aspetti qualificanti - spiega il presidente Marco Boschetti - saranno il potenziamento della nostra sede in strada Chiesanuova con un punto immagine in cui esporre tutti i prodotti di fattoria e un punto

198Capitolo 3 - 2014/15

ristoro dove farli assaggiare». L’evento «Per corti e cascine», del 17 maggio, resterà attivo per tutta la durata dell’Expo. Altro appuntamento da cerchiare in rosso sul calendario è quello del 21 giugno dedicato alla biodiversità. Altri. Gli scout dell’Agesci Gonzaga 1 puntano a costruire la loro nuova sede (la vecchia è stata distrutta dal terremoto) che potrebbe diventare ostello per accogliere i gruppi giovanili: «È un progetto da 200mila euro - spiega la coordinatrice Paola Scarduelli - che stiamo portando avanti con l’associazione Un5xGonzaga. Il Comune? Non è partner, ma siamo sicuri che ci appoggerà».26 settembre 2014

Verso la sfiducia.

Salta il consiglio, sfiducia a un passo La prima spallata dell’opposizione alla traballante giunta Sodano ha avuto effetto. Ieri il consiglio comunale non ha raggiunto il numero legale e il presidente Longfils, alle 18.12, al secondo appello, è stato costretto a sciogliere l’assemblea e a mandare a casa i consiglieri di centrodestra che si erano presentati puntuali all’appuntamento delle 17.30. Il confronto decisivo è ora rimandato a quando in aula arriverà la mozione di sfiducia al sindaco (probabilmente mercoledì 8 ottobre) sottoscritta da 22 consiglieri, gli stessi che ieri sono rimasti sull’Aventino. Il centrodestra ha risposto presentandosi compatto con 16 consiglieri (9 di Forza Italia, 3 di Sostenere Mantova, 2 del Pdl e Luigia Bettoni del misto), tutti gli assessori e il sindaco. Che poi hanno tenuto un’improvvisata conferenza stampa in cui Sodano ha spiegato le motivazioni della crisi («non ho dato i soldi Expo al comitato privato di Benedini») e rivolto un appello a tutto il consiglio: «Per il bene della città, non fate arrivare il commissario». Assenze. Nessuno dell’opposizione si è presentato in aula; nel corridoio dei passi perduti hanno stazionato solo tre del Pd, la Brioni, Allegretti e Piva come «osservatori - si sono definiti - per verificare che cosa succede». Quando Longfils ha dato il rompete le righe se ne sono andati soddisfatti. Poco dopo il capogruppo del Pd, Giovanni Buvoli, chiedeva le dimissioni del sindaco come «atto di dignità per evitare la sfiducia in aula, perché da oggi politicamente lui e la sua giunta non esistono più»; Giampaolo Benedini, leader dei civici pure loro assenti, rincarava la dose: «L’annullamento della seduta non è altro che la conferma che le 22 firme per la sfiducia mantengono la loro validità». Pomeriggio. Alle 17.30, orario di convocazione della seduta, in aula c’è solo il pubblico (due persone). Longfils arriva alle 17.35 ed è il primo a firmare il foglio delle presenze; poi raggiunge i colleghi di maggioranza e gli assessori riuniti nell’ufficio del sindaco. Alle 17.50 il presidente fa il primo appello, ma i larghi vuoti tra i banchi danno subito l’idea che sarà impresa ardua raggiungere il numero legale di 20 consiglieri. E infatti la prima conta si ferma a 16, con i leghisti, determinanti, che non arrivano. «Tutti gli assenti sono ingiustificati, tranne Benedini del misto e la Ligabue dell’Api» sottolinea al microfono Longfils. Epilogo. Alle 18.12, senza nemmeno far trascorrere l’ora canonica di attesa, il presidente fa il secondo e ultimo appello che certifica la mancanza del numero legale. Pochi 16 consiglieri per avviare i lavori di un consiglio che avrebbe dovuto affrontare il tema della riforma sanitaria regionale, costituire l’osservatorio sulla legalità e ascoltare dal sindaco le ragioni della crisi. E così, Longfils scioglie l’assemblea. Minoranze. «Sodano ha voluto forzare la mano - dice Buvoli - mettendo a tutti i costi all’ordine del giorno le sue comunicazioni sulla crisi senza contraddittorio, e questi sono i risultati. Noi non gli vogliamo tappare la bocca, ma abbiamo il diritto di avere l’agibilità politica che oggi non c’è, e di rispondere. Avrebbe dovuto mettere all’ordine del giorno le sue comunicazioni e poi la mozione di sfiducia». «Sodano non può attribuire a me la responsabilità della sfiducia - fa eco Benedini - E non può, Longfils, definire l’opposizione un’armata Brancaleone, che rispetto della democrazia è questo?». Quanto ai soldi per Expo «è un pretesto perché l’anno scorso il Comune ha dato ai privati contributi per più di 700mila euro. Il punto è che io non ho fatto nulla e non ho offeso nessuno; anzi, - conclude - sono stato offeso io tanto che ho denunciato sia Sodano che Longfils».Sandro Mortari, 30 settembre 2014

Revoca, nell’interesse della città?

Il sindaco revoca il patrocinio Il sindaco Nicola Sodano ha revocato il patrocinio del Comune di Mantova a tutte le iniziative legate al Comitato Mantova 2015 di Giampaolo Benedini e predisposte per Expo 2015. La comunicazione ufficiale è stata data con una lettera protocollata lo scorso 22 settembre e inviata, oltre che ai rappresentanti del Comitato, anche a Comuni ed enti che si erano rapportati con Benedini per costruire insieme un pacchetto di iniziative da spendere in occasione dell’esposizione universale di Milano. «Verificato che le attività del Comitato Mantova 2015 non si sviluppano più in sintonia con gli indirizzi dell’amministrazione comunale - scrive il primo cittadino virgiliano - e non si ravvisano ad oggi iniziative che siano coerenti con le finalità generali dell’ente, dispongo la revoca del patrocinio concesso. Richiedo pertanto e con effetto immediato la rimozione del logo-stemma istituzionale del Comune di Mantova e delle relative diciture in conformità dei regolamenti di riferimento, dal sito web del comitato e da qualunque comunicazione, pubblicazione e attività da esso condotta e la rimozione di qualunque riferimento al Comune di Mantova quale ente patrocinatore». Inutile sottolineare la sorpresa con cui questa comunicazione è stata accolta da Comuni come Trieste e Ferrara. I quali, da tempo, avevano intessuto rapporti con il Comitato di Benedini sino ad arrivare alla stesura di

199Capitolo 3 - 2014/15

un programma di iniziative che avevano la finalità di coinvolgere una fetta del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia in Expo 2015.

Da leggere, mette in luce la percezione di Tonelli della personalità di Sodano.

In edicola il libro di Tonelli «Sodano? Un don Abbondio» È in edicola «Alieni a Mantova, memorandum di un assessore in via Roma 39». Non è un libro di fantascienza, ma il dossier dell’ex assessore alla cultura Marco Tonelli, benediniano, sui suoi 18 mesi nella giunta Sodano. Novanta pagine, 14 capitoli, in cui Tonelli, romano, docente di Accademia delle belle arti e critico d’arte, rivisita la sua esperienza politico-amministrativa in via Roma, tra scontri con l’allora presidente del Centro di Palazzo Te, Crespi, e l’indifferenza del sindaco Sodano in determinati, importanti episodi che l’hanno riguardato in prima persona. Fino al 7 agosto scorso quando il sindaco ritirò le deleghe a lui e alla Maffini. E qui difende il leader del movimento civico, Giampaolo Benedini: «Al contrario di quanto asserito dal sindaco, mai ha imposto qualcosa a me e alla mia collega». Sferzante il giudizio finale su Sodano: «Non mi ha mai dato modo di capire quale fosse la sua strategia politica, la sua visione, sempre che ne avesse una. È un don Abbondio modernamente democristianizzato che vorrebbe accontentare tutti».11 ottobre 2014

Alcune mie lettere al Direttore.

Il risultato non limpido del sindacoTrascuro ogni commento su quanto successo nella lunga notte del consiglio comunale. Le persone oneste a cui sia rimasta ancora la voglia di interessarsi della politica cittadina hanno certo capito che non si è trattato di un risultato limpido da un punto di vista umano e democratico. Scrivo invece per ritornare su un argomento caro a me e al nostro movimento: la cultura, quale motore turistico. Anche in precedenti dibattiti sul suo giornale - rimasti inascoltati da Nicola Sodano, che ha proseguito in un percorso culturale senza avvenire - ho dichiarato che la strada della ricerca storica è perdente nel rapporto costi/benefici. Quel Nicola Sodano che non ha capito che la causa dell’insuccesso alla candidatura di Mantova a capitale della cultura 2019 è proprio nel non aver indicato una strada di rinnovamento culturale. Questo non vuol dire disconoscere l’importanza della storia e di chi le si dedica, vuol dire che non è più motore di sviluppo essendo argomento troppo selettivo per una piccola comunità come la nostra. E anche la strada delle grandi mostre su artisti o argomenti del passato non ha più senso, ancor più in un periodo come questo di risorse assottigliate. Per questo quattro anni fa è nata Mantova Creativa, un laboratorio per portare un po’ di creatività contemporanea in città. E Marco Tonelli era stato voluto quale assessore alla cultura, proprio per iniziare un nuovo percorso culturale che avrebbe dato frutti certi. Un percorso dove il contemporaneo contamina il passato. Proprio quello che ha fatto Arezzo, che ha visto aumentare il turismo del 200% grazie a una nuova politica culturale come quella voluta da noi; e ha sfruttato in positivo la vicinanza con Firenze, diventando il polo turistico culturale contemporaneo in sinergia con quello storico del capoluogo regionale. Arezzo è stata nominata la città più turistica d’Italia. Ma la nostra città trova immediatamente i detrattori dell’innovazione per ignoranza e invidia personale. Nonostante questo continueremo nel nostro percorso, confortati nel vedere il successo delle città come Arezzo in linea con i migliori esempi di piccole e virtuose altre città europee. Una delle ragioni, insieme a tante altre, per cui ho dichiarato di non stimare Nicola Sodano è proprio per non aver affrontato un dibattito sulla cultura per la nostra città. Ha voluto e avuto per lungo tempo la posizione di assessore alla cultura, ma non ha fatto nulla di significativo per promuoverla. Solo disastri in tutto quello che ha toccato.Giampaolo Benedini, 14 ottobre 2014

Parking Mondadori Benedini boccia le frasi di Sodano «Ma che risposta è quella data da Nicola Sodano al gestore del parcheggio Mondadori? Insomma, per fare il sindaco, non basta indossare la fascia tricolore alle inaugurazioni». La frecciata a Sodano sulla questione del parcheggio Mondadori, che rischia di chiudere a fine anno per la scarsità di clienti, è del leader dei civici arancioni Giampaolo Benedini. «È difficile interpretare la risposta del sindaco alle accuse del gestore del parcheggio Mondadori – dice – Sodano, in sostanza, dice all’impresa: “Arrangiatevi perché siete privati”. Mi chiedo che razza di risposta sia questa. Certo, è un parcheggio privato, ma frutto di una convenzione pubblico-privata, di una struttura che fra vent’anni diventerà proprietà comunale. Mi sembra evidente che la realizzazione del parcheggio non ha solo lo scopo di aumentare i posti complessivi, ma anche di riqualificare i viali e i parcheggi selvaggi circostanti. Quindi indipendentemente dalla riqualificazione di tali aree con aiuole, già un bel risultato sarebbe togliere le auto da uno degli ingressi principali della città. O no ? Amministrare significa avere un obiettivo, non pensare solo ai voti ma al bene della città. Questo è un altro motivo per non stimare Sodano».20 ottobre 2014

200Capitolo 3 - 2014/15

Qualcuno ha notizie dell’eliporto?Benedini punge Irpo «L’eliporto? Giunta in ritardo» «Dalla tarda primavera Camera di Commercio e Provincia aspettano che anche il Comune dichiari il proprio interesse per realizzare al Migliaretto l’eliporto. Lo ha formalizzato solo ora trovando tutto pronto. Questi mesi di ritardo renderanno difficile che si possa realizzare entro le date utili, soprattutto quella per l’ospedale». Lo dice il leader dei civici Giampaolo Benedini replicando alle dichiarazioni dell’assesore Irpo. «Speriamo che Irpo – dice – non affossi tutto come nel 2010 quando perse anche un contributo Enac di 1 milione di euro e la disponibilità dell’imprenditore Freddi a dare un contributo». 23 ottobre 2014

Benedini acquista spazi pubblicitari contro SodanoContinua la guerra del leader del movimento civico Giampaolo Benedini al sindaco Sodano a suon di spazi pubblicitari acquistati sulla Gazzetta. Dopo gli avvisi comparsi in occasione del voto sulla... Continua la guerra del leader del movimento civico Giampaolo Benedini al sindaco Sodano a suon di spazi pubblicitari acquistati sulla Gazzetta. Dopo gli avvisi comparsi in occasione del voto sulla mozione di sfiducia, oggi a pagina 4 c’è la prima delle tre uscite (la seconda domani e la terza martedì) per spiegare all’opinione pubblica che l’arrivo del commissario in via Roma, nel caso di una bocciatura degli equilibri di bilancio, non «fermerebbe la città». Anzi. «Se c’è la copertura finanziaria, il commissario può fare tutto ciò che è già stato programmato, anche attivare ciò che Sodano, per varie ragioni, non potrebbe. Si fermerebbero certamente le forzature, le cose sbagliate». Intanto, l’assessore Irpo replica a Benedini sull’eliporto. «Rilevo ancora una volta le sue incapacità amministrativa e presunzione. Il protocollo che aveva fatto lui era sbagliato perché aveva tagliato fuori il Poma e l’Areu. Tanto che il direttore del Poma mi ha ringraziato di aver bloccato tutto e rifatto il protocollo». Quanto ai soldi, «Enac ha tolto quelli per l’eliporto messi a bilancio nel 2010. E Freddi aveva manifestato una disponibilità finanziaria alla vecchia giunta, mai rinnovata con noi». 25 ottobre 2014

L’altra sera il sindaco di Mantova, Nicola Sodano ha dichiarato in un’intervista: “Benedini non è capace di costruire”. Capisco che Sodano non sia di buon umore, ne ha tutte le ragioni considerando gli ultimi avvenimenti consiliari. Immagino volesse riferirsi alla mia passata presenza in giunta da assessore. Gli ricordo che durante la mia conduzione sono stati ideati e realizzati gli unici progetti decenti per la città e anche i successivi interventi, come le scuole che ora sta sbandierando per la sua campagna elettorale, li ha trovati pronti nei cassetti grazie al mio impulso. Piazza Martiri, il parcheggio del Frassine, il miglioramento estetico di via Mazzini e piazza Cavallotti (ora un po’ confusa visto che c’ha messo le mani ), realizzati con poche risorse e un po’ di mestiere, fanno ormai parte della città e mi paiono apprezzati da molti. Tranne dal mio collega Bondioli Bettinelli che avrebbe voluto per la rotonda di piazza Martiri gradini al posto di piani inclinati. Certo, Mantova avrebbe meritato molto di più. Ma progetti importanti, che meritavano di essere discussi e valutati in profondità, sono stati affossati per ripicca, per ritorsione, per invidia, utilizzando oltretutto mezzi immorali, falsità, basse insinuazioni. Idee che cercavano di guardare avanti. Occasioni che, purtroppo, sarà difficile si ripresentino presto. Basta accedere alla rassegna stampa, dal 2010 a oggi, per capire e farsi un’idea. E per comprendere che quella che alcuni definiscono litigiosità in realtà è stata una difesa civica nell’interesse della comunità. Ripeto: basta leggere in sequenza la rassegna stampa dagli inizi dell’amministrazione Sodano e si possono capire le reali ragioni delle varie crisi. Capire chi voleva costruire per la città e chi pensava a se stesso e ai propri amici. Se invece voleva riferirsi alla questione Expo legata al Comitato 2015, molti progetti da noi proposti già un anno fa (anche qui un’occhiata alla rassegna stampa può confermare) visto che Sodano ci ha impedito di concretizzarli, sono stati accolti da altri. Con nostro piacere considerando che lo spirito con cui abbiamo lavorato, gratuitamente, era ed è di fare qualcosa di positivo per la nostra città.Giampaolo Benedini, 24 novembre 2014

Longfils garante!

«Manipolata la legge» L’opposizione pensa al Tar «Vergogna, vergogna» gridano gli attivisti di Equal subito dopo la conclusione della seduta dichiarata dal presidente Giuliano Longfils. In aula e nell’attiguo corridoio la tensione è alta e i pochi consiglieri dell’opposizione presenti reagiscono con altre urla nei confronti di Longfils. «Bravo, ecco il garante del regolamento» grida Matteo Campisi del Pd mentre applaude in segno di scherno. L’interpretazione forzata del regolamento che ha consentito all’ex maggioranza di avere il numero legale con appena 18 consiglieri fa infuriare il capogruppo del Pd, Giovanni Buvoli: «Questo è un attacco alla democrazia - dice - una manipolazione della legge. Oggi pomeriggio avevamo segnalato al prefetto ciò che stava succedendo perché il loro intento era chiaro. Domani (oggi, ndr.) decideremo se ricorrere o meno al Tar». Le facce dell’opposizione sono scure e sottolineano la sconfitta che si assomma a quella subìta con la mozione di sfiducia. Il capogruppo di Sel, Fausto Banzi, parla di «pessimo esempio» dato alla città: «L’Italia non cambierà mai se la logica è quella di non rispettare nemmeno i regolamenti più semplici». «Abbiamo assistito ad una riunione di condominio»

201Capitolo 3 - 2014/15

sferza il socialista Enrico Grazioli, a cui si associa il segretario provinciale del Psi, Michele Chiodarelli: «Sono sconcertato - afferma - Capiamo tutto, ma non la violazione delle regole. Quella della maggioranza è stata un’inutile arroganza». Davanti al municipio, al termine della seduta-flash, ci sono anche i benediniani Ferrazzi, Bergamaschi e il leader del movimento Giampaolo Benedini; poca voglia di parlare e di commentare quanto successo poco prima in aula; «Siamo senza parole» si lascia scappare l’ex assessore. Tra la minoranza del Pd c’è anche chi, come Doriano Piva, critica senza mezzi termini i colleghi dell’opposizione: «Dov’erano i 20 consiglieri di opposizione che dovevano votare contro il bilancio? Eravamo solo in 14 e se ci fossimo stati tutti e avessimo votato contro, gli equilibri non sarebbero passati. Questa sera è stato dimostrato che avevamo ragione noi quando dicevamo che dovevamo prendere in mano le redini e dire al sindaco cosa doveva fare, senza mozioni di sfiducia e dimissioni di massa». E chiude: «O le battaglie si fanno in fondo, oppure non si cominciano nemmeno». Accanto a Piva c’è Fiorenza Brioni, un’altra che all’interno del gruppo non ha condiviso la strategia adottata contro il sindaco; è letteralmente senza parole, scuote il capo sconsolata, mentre il sindaco Sodano e alcuni consiglieri del centrodestra escono soddisfatti e trionfanti dal portone principale. «Pirati» li etichetta in un comunicato il capogruppo della Lega Nord, Luca de Marchi, assente giustificato alla seduta: «Questi sono i personaggi che si fanno e interpretano norme e regolamenti. E il prefetto, che fa?».Sandro Mortari, 11 novembre 2014

Valdaro argomento controverso e d’attualità.

«Soldi pubblici gettati» Sodano è nel mirino Mancanza di visione prospettica, inadeguatezza nella ricerca di investitori, miopia e assenza di un raccordo progettuale con il porto. La probabile messa in liquidazione della Valdaro Spa è giudicata, dall’opposizione in Comune (così come dagli ex alleati della Lega) come un fallimento dell’amministrazione di Nicola Sodano. Al sindaco vengono imputati un aumento di capitale da seicentomila euro che non è servito a nulla se non a gettare soldi pubblici, ed un’inattività politica negli scorsi anni, quando ancora Valdaro Spa non era agonizzante. C’è di più: il Partito democratico, tramite Andrea Murari e Giovanni Buvoli, fa sapere che un’azione di responsabilità potrebbe essere intrapresa alla Corte dei conti nei confronti di chi ha voluto e votato l’aumento di capitale: «Il danno erariale c’è - esordisce proprio Murari - Mi riferisco all’aumento di capitale e al fatto che in caso di liquidazione il patrimonio della Valdaro Spa subirà una tragica svalutazione. Sono stati buttati dalla finestra i soldi dei cittadini». Una posizione condivisa dal collega di partito Giovanni Buvoli: «Per l’aumento di capitale servivano un piano industriale, le manifestazioni di interesse di possibili acquirenti dei terreni e la disponibilità delle banche a congelare gli interessi. Non c’era alcuna di queste condizioni ma il Comune ha deciso di andare avanti. E ha procurato un danno erariale». Sulla paternità del crollo della Valdaro Spa non ha dubbi il leghista Gianni Fava: «Dopo cinque anni è diventato un problema di Sodano, non ci sono dubbi. E’ un disastro del centro sinistra aggravato dal centro destra: la Spa è stata tenuta in vita per piazzare qualcuno. Oggi non è credibile dire che il patrimonio è superiore al debito: se il patrimonio immobiliare è così prezioso, perché non l’hanno venduto prima?». Fava non risparmia nemmeno la Provincia: «Non si è schierata quando è stato il momento». Forte la delusione anche sul fronte Confindustriale: «Queste cose succedono - è il commento del presidente Alberto Marenghi - quando il pubblico vuole sostituirsi al privato. L’idea di Valdaro come sbocco economico della città andava perseguita in modo unitario ma così non è stato. E’ mancata una visione industriale: andavano eliminati gli oneri di urbanizzazione sui terreni per incentivare gli investitori. Invece sono stati abbassati i prezzi mettendo in difficoltà il settore edile. Servivano competenze e invece sono stati buttati i soldi dei cittadini». Secondo Giampaolo Benedini la crisi della Spa arriva da lontano: «Sono stati contratti debiti a tassi assurdi. In più, fu sbagliata la scelta di mettere alla guida Borra, che non era adatto. Sarebbe stato vitale avere un manager a tempo pieno in grado di sviluppare relazioni industriali anche internazionali. E’ mancata una visione strategica d’insieme: bisognava pensare al legame con il porto, bisognava scegliere investitori che puntassero sull’intermodalità. Perché non sono stati approfonditi i rapporti con il consorzio Zai? Non prendiamoci in giro, le strade per valorizzare le aree c’erano tutte ma non è stato fatto nulla. Devo dire che Patrini ha tentato in modo egregio ma a questo punto bisogna che le banche capiscano che se Valdaro va a gambe all’aria ci rimettono anche loro». Stoccate arrivano anche da Provincia, Bigarello e San Giorgio: «Posto che l’obbiettivo principale dichiarato dal consiglio, scelto dal Comune di Mantova, era quello di vendere i terreni prendiamo atto che, in questi 12 mesi, l’obiettivo non e’ stato raggiunto. Ma questo - commentano Massimo Dall’Aglio, Beniamino Morselli e Barbara Chilesi - non è il momento delle polemiche, si tratta di comprendere come meglio gestire questa situazione. Come enti locali il nostro principale obiettivo è quello di fare quanto possibile affinché i terreni della società restino in futuro destinati allo sviluppo industriale e quindi alla creazione di posti di lavoro. Per fare questo, se si arriverà alla decisione dello scioglimento, occorrerà agire in un contesto di massima tutela per tutti i soggetti coinvolti mediante una procedura omologata dal tribunale. Per quanto riguarda la nomina del liquidatore, si può pensare ad un profilo specifico, come ad esempio il presidente dell’ordine dei dottori commercialisti o degli avvocati o ad un collegio. Rimane il fatto che abbiamo preso atto della convocazione dell’assemblea straordinaria. La comunicazione ci ha sorpreso perché, al di là della percentuale posseduta, crediamo che un passaggio informale fra i soci per concordare il da farsi fosse auspicabile in un momento così difficile. Resta infine il dubbio, da approfondire, se chi parteciperà all’assemblea avrà i poteri necessari o dovrà passare nei rispetti consigli».06 dicembre 2014

202Capitolo 3 - 2014/15

Un brindisi che non ha portato bene a Sodano

Il cin cin di Sodano «Se c’è uno più forte mi faccio da parte». Centocinquanta alla consueta cena degli auguri del sindaco Parte l’attacco a Fava e Benedini. In sala il leghista Simeoni«Sono sindaco fino alla prossima primavera. Se allora salterà fuori un nostro candidato più forte di me non avrò problemi a tirarmi indietro». La frase viene attribuita al sindaco Nicola Sodano. L’avrebbe pronunciata di fronte ai 150 commensali che al ristorante dell’Hotel Cristallo si sono riuniti l’altra sera per lo scambio di auguri natalizi con il numero uno di via Roma. È una piccola tradizione che Sodano ha fatto nascere nel primo Natale passato da sindaco. «Ma allora e fino allo scorso anno abbiamo sempre organizzato feste aperte al pubblico – ricorda il sindaco al telefono a festa ormai finita – questa volta l’abbiamo fatta in forma, per così dire, un po’ più riservata anche se eravamo in 150. D’altronde nelle scorse settimane abbiamo avuto altre cose a cui pensare. In fondo sono stato sicuro di essere ancora sindaco della nostra città la mattina dell’ undici novembre, dopo il voto sugli equilibri di bilancio. Siamo riusciti a salvare l’amministrazione per il bene della città, ma non era un risultato scontato». Al Cristallo c’erano assessori, consiglieri comunali, presidenti e membri dei consigli d’amministrazione delle varie aziende di competenza comunale e rispettivi consorti e figli. C’era, ovviamente, il vice presidente della Regione, Mario Mantovani, da sempre punto di riferimento politico di Sodano . E c’era Paola Bulbarelli, assessore alla casa e portavoce cittadino di Forza Italia considerata ancora papabile alla candidatura per via Roma. Insomma, sindaco: è vera la frase che le viene attribuita? «Nel mio discorso ho fatto l’elenco delle opere che abbiamo fatto e non ho nascosto quanto siano stati difficili questi anni – spiega – Ho parlato anche delle opere che non abbiamo fatto a causa dei problemi all’interno dell’alleanza. È stato pazzesco avere a che fare con una parte della Lega che metteva i bastoni tra le ruote. Ma lo sa che Gianni Fava, l’assessore regionale, si vanta di essere stato contro Sodano fin dal primo giorno dopo la vittoria del 2010? E poi sapete bene anche voi delle malefatte politiche che ci ha fatto Giampaolo Benedini, il leader dei civici alleati». Apperò. In ogni caso, sindaco, e quella frase...? «Siamo un gruppo coeso, qui non c’è solo Sodano – risponde – Le persone presenti alla cena hanno detto che il candidato deve essere Nicola Sodano. Io non ho sciolto le riserve, ne parleremo dopo Natale». Chissà se anche il leghista Carlo Simeoni ha sostenuto Sodano per il bis? Già, c’era anche lui alla cena dei sostenitori dell’amministrazione. Ma la Lega non era all’opposizione? Il commissario Davide Boni questo aveva detto, proprio nella serata in cui l’accordo Salvini-Gelmini salvò Sodano dalla caduta. Nicola Corradini, 07 dicembre 2014

Una brutta storia.

I nemici non affondano su Sodano MANTOVA Nell’ora della tempesta che si è abbattuta su Sodano, l’assessore regionale, il leghista Gianni Fava e il leader dei civici, Giampaolo Benedini, i suoi più acerrimi nemici, non fanno sconti politici al sindaco. «Questa - esordisce Fava - è una vicenda giudiziaria e, in genere, non si commentano. In ogni caso, non sposto la mia opinione: Sodano non andava ricandidato perché è un pessimo sindaco. Avrei preferito che fossero i cittadini a mandarlo a casa, invece, è questa vicenda giudiziaria a metterlo fuori dai giochi». Un pensiero, poi, alla Lega: «Mi sarei aspettato che nessuno del mio partito lo sostenesse; e se questa vicenda imbarazza qualcuno nel mio partito, non è certo il sottoscritto». Al commissario provinciale Boni saranno fischiate le orecchie. Aggiunge Fava: «Qualcuno ha scelto di salvarlo contro il pensiero dei militanti mantovani e adesso sarei curioso di sapere come lo spiega». Resta, al di là di tutto, l’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e nell’economia mantovana certificata dai magistrati: «Questo preoccupa - osserva Fava - e impone una riflessione. Peraltro, se infiltrazioni ci sono, a Viadana e a Mantova sono trasversali ai partiti, ma si deve escludere la Lega e i Cinquestelle». Sull’altro fronte, Benedini è cauto: «Non conosco la vicenda e non so se Sodano abbia commesso qualche reato. Mi spiace, però, per la città che non ha bisogno di situazioni di questo genere che la danneggiano». Lui è stato in giunta, a fianco di Sodano, per alcuni anni: «Mi pare che Lagocastello sia passata in consiglio nell’ambito del Pgt e noi benediniani ci astenemmo». Benedini, che con Sodano si è lasciato male dopo la cacciata dei civici dalla giunta, assicura di non cercare vendetta: «Umanamente, non auguro a nessuno di trovarsi nella sua situazione. Io non lo stimo, ma farà i conti con la sua coscienza».Sandro Mortari, 30 gennaio 2015

La seduta dei veleni? I giudici approvano Seduta dei veleni regolare secondo i giudici amministrativi, ricorso respinto, polemiche lavate via. Punto e a capo. A sancirlo è il Tar di Brescia, che ha bocciato l’istanza promossa dal gruppo consiliare del Movimento Benedini per Mantova, che riteneva illegittimo il consiglio comunale del 10 novembre. Quando il duo Longfils-Vareschi aveva autorizzato una seduta con meno della metà degli eletti in aula, consentendo così l’approvazione degli equilibri di bilancio e, indirettamente, la sopravvivenza del mandato amministrativo della giunta Sodano. La manovra, che aveva avuto proprio nel professore presidente del consiglio il primo ideatore, era servita ad aggirare con la strategia i problemi dell’aritmetica, visto che la maggioranza non era (e non è) più numericamente tale. Dunque consiglieri chiamati in aula in seconda convocazione per approvare tutto con un numero legale in versione small. E con apposito

203Capitolo 3 - 2014/15

silenzio alla vigilia sulle reali intenzioni per evitare che le opposizioni si presentassero in via Roma a bocciare i conti (vedi intervista alla Gazzetta di Sodano pochi giorni prima, con il sindaco a chiamare tutti alla responsabilità). E ora, qual è il ragionamento dei giudici? Per capirlo bisogna fare un passo indietro e guardare al ricorso dei civici. I legali di Benedini - lo studio bresciano Bertuzzi, Venturi, Sina e associati - hanno scelto di non opporsi tout court alla validità di una seduta con meno della metà degli eletti, ma hanno stretto l’oggetto del contendere al carattere di urgenza e alla necessità di approvare il bilancio in quella notte del 10 novembre. Due fattispecie stroncate dal Tar: «La deliberazione impugnata non riguarda già - come pretenderebbero i ricorrenti - l’approvazione del bilancio, bensì una verifica degli equilibri (...). L’amministrazione comunale aveva notificato la diffida della prefettura a tutti i consiglieri, ivi compresi gli odierni ricorrenti (...). È poi evidente che si trattava di provvedimento urgente, dovendosi svolgere un adempimento imposto dalla legge e con ciò evitare lo scioglimento del consiglio (...) e i consiglieri ne erano ben a conoscenza. Pertanto il ricorso è infondato e va respinto». In sostanza: la convocazione del presidente Longfils era entro i termini di legge e si trattava di una seduta urgente, non equiparabile ad una dedicata ad approvare il bilancio. Non si entra dunque nel merito specifico del fatto che il regolamento comunale, rifiutando la possibilità lasciata dal Testo unico enti locali, non preveda consigli di minoranza: del resto i benediniani hanno fondato il ricorso su altro. Una scelta che lascia spazio al senno di poi, che va tristemente a nozze con il conto del ricorso: tremila euro di spese da restituire. Toccherà agli arancioni sborsarli. E per tutte le opposizioni la beffa politica è notevole: sconfitte benché maggioritarie. «Volevamo una verifica e l’abbiamo avuta - mastica amaro Giampaolo Benedini - in ogni caso, per come era stata condotta, con un gruppetto di consiglieri a votare di corsa per paura che entrassero gli altri, quella serata resta una comica che fa passare la voglia a chi vuole occuparsi di politica onestamente». Gongola invece Longfils: «Il Tar dimostra che era stato tutto perfettamente in regola. Il ricorso è infondato e i civici ora si preparano anche a pagare di tasca propria». (gds)10 febbraio 2015

Valdaro, niente consiglio «Benedini? Va dal giudice» Lo scontro sulla Valdaro spa rischia di farsi più aspro tra maggioranza e opposizione dopo che otto consiglieri della minoranza, in testa il gruppo benediniano, hanno chiesto di ridiscutere in aula entro 20 giorni la decisione di liquidare la società, presa dall’assemblea dei soci, per revocarla. «Non posso convocare il consiglio su una vicenda che non è di sua pertinenza. Impugnino la delibera dell’assemblea davanti al Tar o al giudice ordinario» afferma il presidente del consiglio Giuliano Longfils. E il sindaco Nicola Sodano rincara la dose ricordando le «responsabilità» di Giampaolo Benedini circa il mancato accordo con lo Zai di Verona, pronti ad entrare nel capitale della Valdaro spa: «Era già fatta - ricorda - tanto che il sindaco di Verona Tosi era venuto a Mantova a benedire l’accordo. Poi, si è messo di mezzo Benedini con la sua idea di allearsi col porto di Venezia e tutto è saltato». Quello stesso Benedini, ricorda il sindaco, che «voleva portare a Mantova l’Aspireco, un’industria che lavora amianto. Per me è sufficiente aver evitato questo insediamento, in sinergia con l’allora assessore all’ambiente De Togni. Lì le speculazioni sono state evitate sul nascere». E conclude: «A coloro che hanno sottoscritto la richiesta suggerirei di essere più presenti in consiglio vista la loro recente disaffezione». Spetta, però, a Longfils affondare il coltello nella piaga: «Meraviglia che la falange benediniana sia tra i sottoscrittori della richiesta di revocare la liquidazione quando, per sei mesi, il suo capo Giampaolo Benedini è stato il principale attore della Valdaro, con una delega specifica, e il risultato è stato nullo. E mi sa - aggiunge sornione - che anche Patrini, l’ultimo presidente della società, sia stato suggerito da Benedini. Patrini - tiene a sottolineare - che pure lui ha concluso poco o nulla. Comunque - annuncia ammorbidendo la posizione iniziale -, sottoporrò la richiesta di un consiglio sulla Valdaro al segretario generale». In difesa della scelta di liquidare la società si schiera anche il capogruppo di Forza Italia Carlo Acerbi: «Era un atto dovuto - dice - al quale gli amministratori non potevano sottrarsi viste la situazione patrimoniale e le osservazioni del collegio sindacale». Certo, si sarebbe potuto ricapitalizzarla o trasformarla, «ma tuttora non sono soluzioni legalmente praticabili. La ricapitalizzazione, per esempio, poteva avvenire solo in presenza di un piano industriale che il cda non poteva presentare diverso da quello del 2013, sulla base del quale ci fu la precedente ricapitalizzazione. E poi, nelle casse del Comune non ci sarebbero stati i soldi». E il timore di speculazioni sui terreni? Acerbi lo definisce «risibile»: «Stante l’intero comparto diviso tra Valdaro pubblico, Valdaro privato e porto non ci potrà essere alcun interesse concreto da parte di qualcuno per quelle aree». E conclude: «La liquidazione non è un evento drammatico né irreversibile perché il liquidatore dovrà fare ciò che hanno fatto i precedenti amministratori, e cioè vendere le aree per pagare i debiti. La liquidazione può chiudersi in bonis solo se saremo in grado di risolvere il rapporto col porto e se la società saprà rinegoziare con le banche l’insostenibile debito accumulatosi, non certo per colpa nostra, cosa per la quale il liquidatore ha avuto mandato dall’assemblea dei soci fino anche a spingersi ad un accordo di ristrutturazione del debito».Sandro Mortari, 15 febbraio 2015

Benedini punge il sindaco sulla Valdaro: senza porto la spa non interessava a Verona «Divertente quello che dice il sindaco, ma le sue idee sono confuse». È tranchant la replica del leader dei civici Giampaolo Benedini alle accuse di Sodano di non aver fatto nulla per salvare la Valdaro spa. «È vero - conferma - che per sei mesi mi interessai della società, ma è anche vero che mi fu tolto qualsiasi strumento per farlo». Quanto all’accusa di aver affossato l’ingresso dei veronesi nella società, «all’incontro, a cui non fui invitato, il sindaco Tosi se ne andò perplesso di fronte al fatto che il porto faceva capo alla Provincia, nemmeno lei invitata». Conferma anche che tentò di collegare il porto fluviale di Mantova a quello marittimo di Venezia: «Contrapponendo Verona a Venezia

204Capitolo 3 - 2014/15

Sodano conferma di non aver chiaro che senza Venezia il porto di Mantova è inesistente; e senza porto Verona non è interessata a Mantova. E non mi risulta che Verona abbia fatto offerte per entrare in Valdaro spa, a meno che non sia una delle tante cose che il sindaco, come nel suo stile, ha nascosto ai suoi compagni di viaggio. Sodano dimostri quello che dice o si correga, altrimenti mi diffama». Poi c’è l’Aspireco, «questione liquidata senza approfondirla. Sono certo che sarà facile anche adesso trovare qualche sostenitore, a partire dall’ex assessore all’ambiente De Togni, convertita dal sindaco ai suoi indirizzi come l’imbarazzante questione della B6 di Enipower». «Si è fatto credere che dovessimo autorizzare l’insediamento, mentre la Valdaro poteva solo creare le condizioni affinchè Aspireco verificasse le possibilità autorizzative da parte della Regione. La realtà è che il no nacque solo per un mal di pancia politico: Ferrazzi che abbandona il Pdl per passare nel nostro movimento». Ne ha anche per Forza Italia e il presidente del consiglio Longfils dopo il no ad un dibattito in consiglio comunale sulla Valdaro spa, «su una partita importante per il futuro della città»: «Il loro atteggiamento chiarisce bene quale idea di democrazia è radicata nella loro coscienza». E pensare che «solo pochi giorni prima Sodano aveva fatto appello alle minoranze affinchè approvassero il bilancio di previsione...». La conclusione di Benedini: «Mi chiedo chi farà le infrastrutture mancanti nell’area, del valore di qualche milione di euro, e chi risarcirà chi si è insediato con la promessa di quelle infrastrutture: Sodano, Longfils oppure Acerbi?».16 febbraio 2015

Patrini: non volevo liquidare la Valdaro «Io ero contrario alla liquidazIone della Valdaro spa e avrei utilizzato la procedura di concordato col 60% dei creditori, tutte banche, prevista dall’articolo 182 della legge fallimentare». A dirlo è l’ex presidente della società Aldo Patrini, secondo il quale «spettava al consiglio comunale dare mandato al sindaco di decidere per la liquidazione: quando in assemblea, l’11 dicembre, è venuto Acerbi con la delega di Sodano nessuno ha contestato. Però, lo statuto comunale dice che spetta all’aula dare indicazioni sulle partecipate, per cui il consiglio deve discutere di Valdaro spa e chiedere all’assemblea dei soci, ancora in carica, di revocare la delibera di liquidazione». Non è vero, aggiunge Patrini, che «non abbiamo fatto niente; abbiamo ridotto i costi, rinegoziato la convenzione per la bretella con la Provincia, che poi ha fatto scappare il compratore di 200mila metri di terreno». Difende Giampaolo Benedini, accusato di aver mandato a monte l’ingresso degli imprenditori veronesi dello Zai nella società: «Zai sarebbe entrata solo se il porto fosse stato gestito dalla Valdaro e solo se avesse avuto garanzie sulle capacità della società di pagare i debiti. Il porto, dal 1° gennaio, è tornato alla Regione che, però, non ha ancora dato l’ok a quella nuova società, con l’autorità portuale di Venezia, dove far confluire la concessione del porto. Questa era la mossa giusta per salvare tutto». E rivela: «Prima dell’assemblea, le banche, su loro richiesta, avevano incontrato il sindaco. Io non sapevo niente e nessuno mi ha mai riferito i contenuti di quel colloquio. Dopo un po’ mi è arrivato l’ordine di convocare l’assemblea per la liquidazione. E pensare che a luglio le banche mi avevano chiesto un piano industriale, da presentare entro il 30 settembre: lo abbiamo fatto, e la risposta?». Quanto al liquidatore Ronda, «è tra i revisori di Tea, con cui la Valdaro ha un contenzioso per la costruzione di uno scolmatore per l’acqua piovana, impostoci da Aipo. Ebbene, Tea non ha mai voluto realizzare i lavori perché diceva che eravamo già falliti».Sandro Mortari, 18 febbraio 2015

LE BUGIE DEL SINDACO. Chi ha voglia di documentarsi sull’argomento può consultare la rassegna stampa del febbraio-marzo della Gazzetta di Mantova.

In aula per la legalità. E Longfils attacca Quel «faccia di tolla» pronunciata da Giampaolo Benedini, leader dei civici, pronunciato all’indirizzo della giunta Sodano non è andata giù a sindaco e assessori. Che, per bocca del presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, anche lui nel mirino di Benedini, preannunciano querela. «È un’espressione ingiuriosa - dice Longfils - e domani (oggi, ndr.) la giunta adirà le vie legali. Per quanto riguarda il sottoscritto, definito grande origliatore, io non ho mai origliato ma mi sono permesso di affrontare Benedini faccia a faccia e gliele ho cantate tutte». E aggiunge: «Non mi sono mai stupito di chicchesia e le mie certezze o incertezze le ho espresse ai carabinieri di Mantova. A Benedini basti questo. Nei primi due anni - conclude - anche lui è stato nella giunta Sodano e, quindi, non si può tirar fuori da nulla». Intanto, giovedì alle 18 si terrà il consiglio provinciale aperto sulla legalità.03 marzo 2015

In risposta a Longfils.

Le bambole che ballano per Longfils“Faccia de tola” in milanese, ma anche in veneto, oppure “facia ad fil fer” in mantovano, faccia di bronzo, un po’ più volgare “paraculo”, “faccia tosta” più italiano. Quanti modi di dire e quante piccole sfumature per definire chi, in un certo senso, “la fa franca e lo sa”. Se poi il caro amico Longfils, dopo tutto quello che ha combinato in consiglio comunale da un po’ di tempo a questa parte, non ha il necessario senso autocritico per comprendere questa espressione allora siamo veramente messi male. Anche perché basta riascoltare quello che è uscito dalla sua bocca alla

205Capitolo 3 - 2014/15

fine del famoso consiglio comunale sulla sfiducia a Sodano, nel quale Simeoni è sparito prima del voto. Se uno, dopo aver sostanzialmente detto, in dialetto, “li abbiamo fregati” ha il coraggio di ripresentarsi senza nessuna vergogna davanti ai consiglieri, secondo me ha una “faccia di tolla”. Ovviamente è una mia opinione, di cui mi assumo la responsabilità, come ho sempre fatto prendendo le mie scelte e assumendo posizioni, anche impopolari. Non posso dire altrettanto del professor Giuliano Longfils, che dichiara sulla pagina della Gazzetta del 3 marzo, “mi sono permesso di affrontare Benedini faccia faccia e gliele ho cantate tutte”. Forse le ha cantate davanti allo specchio di casa sua nel farsi la barba, visto che, nonostante le mie richieste in tal senso, ha sempre evitato confronti pubblici. Com’è facile capire scorrendo alcuni articoli, più o meno recenti, del nostro quotidiano locale. Se è davvero interessato a un confronto, io sono ancora disponibile. Quando poi dice che sono stato per due anni nella giunta Sodano e che non mi posso tirar fuori da nulla, tace ciò che anche i sassi sanno: ovvero che me ne sono andato, rinunciando alla mia carica di assessore ai lavori pubblici, non sopportando più di lavorare in un clima di assoluta mancanza di collaborazione politica e di indifferenza alle idee e ai progetti, che pure numerosi ho portato al tavolo della giunta e che restano in eredità alla città, se mai qualcuno li vorrà utilizzare in futuro. Tutto questo mentre Longfils si preoccupava di leggere a suo modo ogni carta che gli passava a tiro, dimenandosi alla ricerca di quelle che lui chiama “bambole” e diffondendo, più o meno su tutto e tutti, dubbi comportamentali. Con il risultato che i progetti sono rimasti sulla carta e le “bambole” hanno ballato sotto i suoi occhi.Giampaolo Benedini

«Ecco i progetti rimasti solo nei cassetti» Alla cerimonia per fare il punto di quattro anni di giunta Sodano, Benedini ricorda al sindaco ciò che non è stato fattoSpiega l’architetto, giurando di non essere interessato ad entrare nuovamente in politica attiva e di non aver alcuna intenzione di esprimere un’indicazione di voto per uno o più aspiranti successori di Sodano: «Convinto che la politica debba essere atto di servizio e non mestiere, il nostro movimento pur non partecipando alle elezioni non rinuncia all’impegno, esprimendo le proprie valutazioni sulle vicende politiche che riguardano la nostra città. L’elenco completo delle domande verrà spedito ai candidati sindaco e copre argomenti molto cari a Benedini e i suoi. Lo stesso Benedini, d’altronde, aveva espresso i propri dubbi sulla capacità dell’amministrazione di affrontare tutti i nodi princiaplai della città in tempi non sospetti. Quando cioè era ancora membro della giunta Sodano e, nel corso di una riunione pubblica convocata dal sindaco a Palazzo Soardi per illustrare le opere fatte a metà mandato, l’architetto- assessore disse candidamente che «chissa quanti progetit nostri troverà nel casseto chi verrà dopo di noi». Era una critica che anticipava rotture future (e oggi ormai passate e ben conosciute), anche se all’epoca gli alleati azzurri lo negavano. Maggio 2014Sodano a palazzo Soardi per illustrare l’operato della giunta. Benedini lo osserva.

Per i candidati a sindaco, domande che non hanno ricevuto risposta.

Ecco le domande poste ai candidati sindaco dal movimento Benedini:1) ritiene utile la grande Mantova, come pensa di realizzarla e in che tempi? 2) come pensa di rimettere in moto l’economia sul nostro territorio? 3) come pensa di ridare vita e decoro al centro storico? 4) come intende utilizzare il Palazzo del Podesta? 5) intende appaltare il secondo stralcio dei lavori del Podestà? 6) come intende risolvere la questione Esselunga? 7) intende realizzare un nuovo stadio in località diversa da quella attuale? 8) intende incentivare il recupero del centro storico? Come? 9) come intende promuovere la riqualificazione delle aree degradate del centro storico e dei quartieri periferici, come porta Mulina, Fiera Catena, Ponte Rosso ecc? 10) come intende risolvere la crisi del Centro Te? 11) quali progetti ha riguardo il Teatro Sociale e le Fondazioni culturali della città? 12) come intende risolvere il problema ambientale? Intende onorare gli impegni previsti da d.c.c 64 del 2010, tra cui quello di esprimere parere contrario alla richiesta di autorizzazione di esercizio/prosecuzione delle attività industriali in caso di mancato rispetto delle prescrizioni già previste in altri atti formalizzati e senza una diminuzione significativa delle fonti attive di inquinamento.? 13) come pensa di risolvere il problema del l’isolamento della nostra città? Il palasport di zona Te. Al suo posto potrebbe sorgere il supermercato Esselunga 14) intende realizzare parcheggi in struttura al fine di togliere le auto dalle strade e creare piste ciclabili? Attraverso quali modalità? 15) come intende risolvere il problema del campo nomadi? 16) cosa intende fare per riqualificare le nostre scuole? Ristrutturare o realizzare nuovi plessi? 17) come intende risolvere la realizzazione delle opere infrastrutturali mancanti a Valdaro? 18) quali interventi infrastrutturali legati alla viabilità e alla mobilità vuole promuovere? 19 ) che futuro immagina per la F.U.M.? 20) quale futuro immagina per la città di Mantova? 21) come intende risolvere il problema della micro-criminalità e cosa intende fare per contrastare la crescente sensazione di insicurezza? 22) se Lei sarà sindaco quanti assessori vorrà al suo fianco e quali deleghe vorrà tenere per sé? 23) la volontà degli imprenditori di investire sul nostro territorio è stata spesso frenata da mutamenti d’opinione della classe politica o da lungaggini dell’apparato burocratico. Il project Porta Mulina, i parcheggi in struttura proposti da Impregilo e Apcoa, l’intervento nell’Area Ex Ceramica, la lottizzazione lago Castello, il project dello stadio e del Podestà, gli interventi su lago Paiolo, il progetto di Esselunga per l’ingresso Sud, la lottizzazione Valdaro 3 e la realizzazione delle infrastrutture portuali sono solo alcuni esempi di progetti nati e poi naufragati a causa di un difettoso rapporto tra pubblico e privato. Come pensa di ricostruire un sano rapporto di fiducia tra le parti?

206Capitolo 3 - 2014/15

Benedini: «Grande Mantova in due anni» La Grande Mantova in soli due anni. È la proposta che il Movimento Benedini lancia al futuro sindaco del capoluogo, con un progetto che metterà a disposizione della nuova amministrazione. «Dopo più di 30 anni di scuse e discussioni senza risultato, la fusione dei cinque comuni (Curtatone, Porto Mantovano, San Giorgio, Borgovirgilio, Mantova) si presenta come una necessità realizzabile in tempi relativamente brevi – dichiara Giampaolo Benedini – salvo che i sindaci non si ostinino a rimanere incollati nelle loro poltrone». Volontà politica e consapevolezza delle possibilità operative sono i due fattori determinanti per l’attivazione dell’articolo 56 del regolamento del consiglio comunale, che avrebbe come esito il referendum popolare e la possibilità che Mantova diventi, in fatto di popolazione, la quinta città lombardia. I vantaggi sarebbero significativi e immediati: l’esenzione per 5 anni dall’applicazione del patto di stabilità, la destinazione di una quota del fondo di solidarietà comunale non inferiore ai 30 milioni euro per il 2014, 2015 e 2016 e la distribuzione equilibrata del personale con un risparmio del 6-8%. «Per esperienza propria, consiglio il futuro sindaco di non dare priorità al proprio mandato e considerare questa proposta per il bene della popolazione», dichiara Giancarlo Froni, vicesindaco di Borgo Virgilio.

207Capitolo 3 - 2014/15

208Capitolo 4 - le testimonianze

209Capitolo 4 - le testimonianze

Capitolo 4

Le opere pubbliche, l’ambiente, la Grande Mantova e la culturaattraverso le testimonianze di Alessandro Gatti, Gianni Bombonatie Marco Tonelli

Il nostro impegno nelle opere pubblichela testimonianza di Alessandro Gatti

Durante la permanenza presso l’Assessorato ai Lavori Pubblici (da aprile 2010 a settembre 2012) sono state studiate ed analizzate azioni di lungo-medio periodo (infrastrutture, nuove polarità urbane e riqualificazioni), ma anche azioni più specifiche del breve periodo, senza trascurare la contingenza e gli interventi diretti delle manutenzioni e gestioni degli immobili e degli spazi pubblici comunali.

Lo scenario strategico infrastrutturale di medio-lungo periodo

Credendo che le prospettive di sviluppo della città capoluogo e del suo contesto provinciale, posto a confine di più regioni, sono fortemente intrecciate con le potenzialità offerte dalla presenza di una razionale infrastrutturazione si è elaborato un Masterplan Infrastrutturale Strategico dell’intera città, comprendente anche i comuni contermini.Le infrastrutture sono state considerate come le dotazioni che determinano le potenzialità di un territorio nel lungo periodo. Parallelamente alle analisi e progettazioni preliminari si è lavorato per una ricerca di investimenti (con strumenti di partnerariato pubblico-privato quali il project financing e il leasing in costruendo) che siano in grado di creare sviluppo e competitività senza nel contempo essere di ostacolo alle politiche di austerità dei bilanci amministrativi. Sono numerosi i temi, le strategie e i progetti infrastrutturali inseriti nel Masterplan (che solo in piccola parte sono stati inseriti nel Quadro Strategico e Programmatico del PGT approvato), tra i quali:

• il nuovo sistema ferroviario;• la revisione del sistema viario principale (tra cui la Tangenziale Ovest, il ponte a Porto Catena,

l’apertura dell’Argine Maestro e il sottopasso a Porta Cerese);• i nuovi parcheggi in struttura e la creazione di un loro sistema informativo di indirizzamento;• il potenziamento e rilancio del Quadrante di Valdaro;• le nuove centralità urbane (tra cui la Cittadella dei Servizi e la Cittadella dello Sport);• gli interventi di riqualificazione urbana ed ambientale.

Il nuovo sistema ferroviario

L’obiettivo progettuale è stato quello di riqualificare l’intero sistema ferroviario mantovano tramite la costituzione di:

• una Gronda Nord merci;• un’eventuale nuova Stazione Centrale;• l’integrazione ed ammodernamento della linea Mantova-Verona (raddoppio dei binari ed

eliminazione dei passaggi a livello); • un eventuale recupero della linea preesistente Mantova-Peschiera.

Il progetto intende migliorare le connessioni ferroviarie merci e passeggeri e liberalizzare intere tratte ferroviarie cittadine tra cui la più problematica a sud della città storica. Infatti l’attuale sistema ferroviario attuale rappresenta un grave pericolo per la città ed i suoi fabbricati; esso limita la fluidità del traffico e lo sviluppo del territorio. Inoltre lo scalo intermodale di Valdaro sta crescendo e necessita di un adeguato collegamento ferroviario, diverso da quello attuale; bisogna quindi far seguire alle merci percorsi diversi e alternativi dagli attuali. Tra le varie ipotesi studiate (tutte per fasi funzionali e temporalmente distinte) una potrebbe prevedere anche nuova Stazione Centrale nella zona di confine Mantova-Levata (vicino al complesso scolastico ITIS). I vantaggi che il nuovo sistema studiato porterebbe sarebbero molteplici:

210Capitolo 4 - le testimonianze

• abbattimento dell’inquinamento acustico, vibrazionale e visivo creato dalle linee ferroviarie passanti a ridosso delle urbanizzazioni e dei punti sensibili (Palazzo Te, Ospedale, residenze private e scuole);

• maggiore sicurezza circa il trasporto delle merci su ferro, riducendo drasticamente il rischio delle merci pericolose che oggi attraversano la città;

• maggiore accessibilità e possibilità di sosta all’eventuale nuova stazione per i fruitori dei servizi ferroviari;

• dismissione di alcune porzioni di linea ferroviaria con conseguente riqualificazione e utilizzo ad altri usi delle aree attualmente adibite a fascio binari con le rispettive fasce di rispetto ferroviario;

• eliminazione dei passaggi a livello (Porta Cerese, Ospedale, Cittadella, Porto Mantovano) con successivo miglioramento della fluidità del traffico veicolare e dell’accessibilità alla città e ai comuni limitrofi;

• potenziamento e miglioramento del collegamento merci e passeggeri con Verona;• potenziamento della capacità attrattiva del Polo Valdaro con conseguente espansione economica.

Si è avviata un’azione di coinvolgimento di RFI (Presidente Ing. Elia), dell’Associazione Industriali, dell’Autostrada del Brennero, della Regione e dei Comuni limitrofi interessati al tracciato di una prima fase progettuale (Roverbella, Porto Mantovano e San Giorgio). A concorrere al costo dell’operazione sono stati ipotizzati ed analizzati i seguenti fattori economici:

• recupero delle aree urbane ed extraurbane della linee ferroviarie dismesse;• recupero eventuale del sedime dell’ attuale Stazione Ferroviaria e dell’aree adiacenti oggi adibite a

scalo merci;• sviluppo economico e valorizzazione del “Sistema Valdaro”;• compensazioni di Autostrada del Brennero Spa per la creazione della terza corsia autostradale;• costi diretti ed indiretti di carattere ambientale;• minori manutenzioni e costi di gestione per le linee ferroviarie nuove.

Fase operativa in assessorato

E’ stato redatto un Piano Parcheggi di attestamento in struttura, dove ai parcheggi già esistenti si sono affiancati i nuovi di Piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga e Corso Vittorio Emanuele.

Iter svolto:Di questi tre nuovi parcheggi sono stati redatte delle analisi preliminari con planimetrie e rendering.

Passaggi istituzionali svolti:

Comune di Mantova• Progetto inserito nel Programma di mandato • Delibera di Giunta n. 154 del 15/10/2010

Adozione dello schema di “Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2011” ai sensi degli artt. 126 e 128 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i• Delibera di Consiglio Comunale n. 74 del 23/12/2010

“Approvazione del Programma Triennale Opere Pubbliche 2011-2013” (e successivi aggiornamenti)Inserimento nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici con la voce “33. Parcheggi di attestamento” con un importo per tutte e tre le annualità 2011, 2012 e 2013 di Euro 5.000.000,00• Conferenza stampa del 13/12/2010 in Sala Consigliare

Presentazione del Piano Parcheggi (presenti: Sindaco, Benedini, Rose, Longfils, Gatti)• Delibera di Giunta n.224 del 23/12/2010

“Approvazione ai fini dell’inserimento nel programma triennale 2011-2013 del Piano dei Parcheggi e relativo elenco dei lavori da realizzare nell’anno 2011 dello studio di fattibilità relativo alla realizzazione del parcheggio di attestamento di Piazza Virgiliana ”• Presentazione nell’Incontro con gli “Stati Generali” (Giunta e i Consiglieri di maggioranza) (Ristorante Rigoletto

22/03/2011, Sala Consigliare 17/06/2011)• Condivisione con il Tavolo Tecnico del PGT (Urbanistica e Dott.ssa Maria Cristina Treu) (vari incontri)

211Capitolo 4 - le testimonianze

• Incontri per l’inserimento nelle schede di AQST della Regione dei progetti dei parcheggi (Primo incontro con Dr.ssa Emanuela Medeghini del 10/09/2010 e successivi contatti in nel corso del’anno 2011)

• Esposizione nelle Riunioni d’Area intersettoriali (Settore Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente, Polizia Municipale, Edilizia, Patrimonio, Avvocatura) (incontri settimanali)

Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici• Vari incontri con il Soprintendente Arch.Andrea Alberti e il Direttore Arch. Anna Maria Basso Bert per illustrare

i progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (12/01/2011, 17/02/2011, 21/03/2011, 20/04/2011, 25/05/2011)

Parco del Mincio• Incontri con il Presidente Dr. Alessandro Benatti, il Direttore Dr.sa Cinzia De Simone e il Responsabile del

Servizio Gestione del Territorio Arch. Bruno Agosti per illustrare i progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (02/11/2010, 23/11/2011, 20/12/2010, 29/12/2010, 02/03/2011)

Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po• Incontro con il Direttore Ing. Luigi Mille e dirigenti per la condivisione e la discussione di aspetti tecnici circa gli

ingressi interrati dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (14/01/2011)

Regione Lombardia (STER-Sede Territoriale di Mantova)• Incontri con il Dirigente Dr. Pietro Lenna (prima la Dr.sa Enrica Gennari) e il funzionario Fabio Salardi (da

Ottobre 2010 a Giugno 2011)

Confindustria Mantova• Incontri con Presidenza e Direzione per illustrare il Piano dei Parcheggi in struttura (da Settembre 2010 a

Marzo 2011 )

Aster + Apcoa• Incontri per la gestione dei parcheggi con il Direttore di Aster Dr. Ildebrandio Volpi e l’Amministratore delegato

di Apcoa Dr. Arturo Benigna (ultimo incontro 22/04/2011)

Ditte specializzate e professionisti specializzati• Vari incontri con ditte, operatori e tecnici specializzati nella realizzazione e cantierizzazione di opere sotterranee

e scavi (da Settembre 2010 a Maggio 2011) Arch. Fernando De Simone (Norconsutl e Ekosystem), Doriano Pacchiosi (Pacchiosi Drill), Ing. Luigi Panicali (Impregilo), Ing. Marco Roli (Roli associati – Parking Design)

La revisione del sistema viario principale

E’ stata studiato un nuovo sistema viario che prevede tra i principali interventi la creazione di:

• una Tangenziale Ovest; • un ponte a Porto Catena;• l’apertura dell’Argine Maestro; • un sottopasso ferroviario a Porta Cerese.

E’ stato studiato uno schema generale della viabilità sovralocale comprensivo di un ampliamento delle aree di sosta (con parcheggi scambiatori e parcheggi di attestamento in struttura). Il progetto è volto alla razionalizzazione del sistema viabilistico locale attraverso la modifica delle modalità di attraversamento e accesso alla città storica. In particolare si prevede di veicolare il traffico di puro attraversamento (i cui dati e criticità sono emersi da un’indagine di traffico specifica nel 2011) lontano dal centro storico. Infatti ad oggi non esiste un sistema efficiente di circonvallazioni e non è stato chiuso il sistema tangenziale. Per questo il traffico interno e di attraversamento risulta problematico. Si è deciso di puntare quindi a definire una rete viaria che sia in grado di eliminare il traffico di attraversamento nord-sud. Ad est si potrà arrivare al risultato in abbinamento al percorso autostradale della Brennero (Mn Sud – Mn Nord). Ad ovest occorre chiudere l’anello tangenziale attraversando il Lago Superiore (tramite una soluzione con un tunnel o con un ponte). I risultati attesi sono molteplici:

• chiusura del sistema tangenziale di Mantova per una maggiore accessibilità ai vari punti di accesso della città e ai comuni limitrofi;

• riduzione radicale della congestione veicolare nell’intorno della Stazione Centrale FS, in viale Pitentino, su Ponte Mulina e a Cittadella;

212Capitolo 4 - le testimonianze

• riduzione dell’inquinamento atmosferico, acustico e visivo in zone fortemente urbanizzate della città

• miglioramento della sicurezza stradale e liberalizzazione di sedimi per la creazione di nuovi percorsi ciclopedonali;

• potenziamento generale della capacità attrattiva del territorio con conseguente espansione economica.

Oltre ai problemi delle tangenziali (chiusura del sistema ad Ovest e ad Est) e delle barriere ferroviarie, persiste anche il gravoso problema del traffico gravante sulla zona di via Garibaldi. Al riguardo è stata valutata la soluzione di un passaggio a Fiera Catena, come avvio di un percorso di smistamento del traffico lungo l’Argine Maestro. E’ stato redatto un progetto preliminare con la progettazione di uno specifico ponte di barche di “nuova generazione” (sull’esempio di quello sul Po di Lodi-Piacenza), che sfrutta il principio di Archimede e ha le peculiarità di leggerezza strutturale, totale reversibilità e velocità esecutiva (tutte caratteristiche richieste dalla Soprintendenza).Tale ponte sarebbe carrabile (a senso unico) e ciclopedonale. Nella definizione del progetto si è avviato un confronto con la Soprintendenza, Aipo, il Parco del Mincio e, per quanto riguarda gli aspetti ingegneristici, ci si è avvalsi di un’assistenza esterna nel campo strutturale. A concorrere al costo (comunque ridotto) dell’operazione si possono ipotizzare i seguenti fattori economici:

• il risparmio di alcuni soluzioni viarie nel quadrante di Via Garibaldi;• lo sviluppo economico e la valorizzazione turistica del porto di Fiera Catena;• i costi diretti ed indiretti di carattere ambientale;• la maggiore accessibilità al nuovo sistema dei parcheggi in struttura (in particolare quello del

Lungolago Gonzaga).

I progetti del nuovo ponte e dell’apertura dell’Argine Maestro sono connessi più in generale alla riqualificazione dell’intero ambito di Fiera Catena e di San Nicolò, quali nuove polarità di servizi per la città. Il progetto infrastrutturale non è volto alla sola razionalizzazione del sistema viabilistico locale ma si concentra anche sul tema dell’accessibilità. In particolare si è previsto di veicolare il traffico di attraversamento lontano dal centro abitato e di localizzare in prossimità della cinta della città alcuni parcheggi scambiatori e di attestamento.

Fase operativa in assessorato

TANGENZIALE OVESTAnalisi preliminari con risultati attesi, studio della mobilità, piani sovra-comunali, soluzioni alternative (ponte e tunnel), casi studio e prime ipotesi di tracciato.Iter svolto:

• Incontri preliminari con operatori nel settore delle gallerie e tunnel;• Fatta (primavera 2011) campagna di indagine sul traffico di attraversamento dell’area urbana di Mantova con

specifici approfondimenti su Viale Pitentino (risultato analisi, Giugno 2011);• Si sono raccolti preventivi per ulteriori approfondimenti reputati necessari sulla campagna di indagine sul traffico

(2 preventivi);• Si sono raccolte informazioni e preventivi per un’indagine geognostica puntuale, necessaria per il proseguo degli

studi di fattibilità (1 preventivo);• Vari incontri informali con la Regione (Ster – Lenna, Salardi), la Provincia di Mantova (Freddi, Leoni, Biroli),

il Comune di Porto Mantovano (Sindaco, Assessore e tecnico) e Confindustria di Mantova;• Incontro presso vigilanza (con Confindustria) per esposizione delle indagini di traffico da parte di TEMA (Società

che ha svolto le indagini).

Passaggi istituzionali svolti:

Comune di Mantova• Progetto inserito nel Programma di mandato • Delibera di Giunta n. 154 del 15/10/2010Adozione dello schema di “Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2011” ai sensi degli artt. 126 e 128 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i• Delibera di Consiglio Comunale n. 74 del 23/12/2010

“Approvazione del Programma Triennale Opere Pubbliche 2011-2013” (e successivi aggiornamenti)Inserimento nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici con la voce “49. Tangenziale Ovest” con un importo per l’

213Capitolo 4 - le testimonianze

annualità 2012 di Euro 60.000.000,00• Decisione interlocutoria di Giunta del 18/01/2011 (repertorio n.1047 del 2010)

“Tangenziale Ovest di Mantova. Studio di fattibilità”(Nel prendere atto delle ipotesi progettuali, si dispone affinché sia individuata la soluzione che consenta la realizzazione del tunnel già anticipata in campagna elettorale e nei documenti programmatici dell’Ente)• Delibera di Giunta n. 62 del 19/04/2011

“Comune di Porto Mantovano. Adozione del PGT: osservazioni relative ai temi infrastrutturali”, dove viene descritto il tracciato della Tangenziale Ovest • Presentazione nell’Incontro con gli “Stati Generali” (Giunta e i Consiglieri di maggioranza) (Ristorante Rigoletto

22/03/2011, Sala Consigliare 17/06/2011)• Incontri per l’inserimento nelle schede di AQST della Regione dei progetti dei parcheggi (Primo incontro con

Dr.ssa Emanuela Medeghini del 10/09/2010 e successivi contatti in Aprile 2011)• Raccolta dati circa i flussi di traffico di Viale Pitentino presso la Polizia Municipale del Comune di Mantova

(17/01/2011)• Esposizione nelle Riunioni d’Area intersettoriali (Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente, Polizia Municipale,

Edilizia, Patrimonio, Avvocatura) (incontri settimanali)• Intervento inserito nel Programma Triennale Opere Pubbliche 2011/2013 (annualità 2012) e nel Programma

Triennale Opere Pubbliche 2012/2014 (annualità 2012 con 200.000,00 euro e annualità 2013 con 60.000.000,00 euro)

• Condivisione con il Tavolo Tecnico del PGT (Urbanistica e Dott.ssa Maria Cristina Treu) e inserimento nel PGT in fase di adozione (Tavola “Strategie, trame, progetti e trasformazioni” e relazione “Scenario strategico e determinazione di piano”) (vari incontri)

Provincia di Mantova• Trasmissione delle Analisi preliminari della Tangenziale Ovest al Presidente Prof. Maurizio Fontanili (Prot.

0002637 del 25/01/2011)• Trasmissione via e-mail al Dirigente del Settore Progettazione della Viabilità e delle Infrastrutture Ing. Giulio

Biroli delle Analisi preliminari della Tangenziale Ovest e incontro con Ing. Giovanni Balzanelli

Comune di Porto Mantovano• Trasmissione delle osservazioni al PGT in adozione relative ai temi infrastrutturali, dove viene descritto il

tracciato della Tangenziale Ovest che insiste nel territorio di Porto Mantovano (20/04/2011)

Autostrada del Brennero• Incontri con L’Amministratore Delegato Dott. Paolo Duiella e il Direttore Tecnico Ing. Paolo Costa di Autostrada

del Brennero Spa presso la sede di Trento per la presentazione delle Analisi preliminari della Tangenziale Ovest (25/02/2011 e 24/03/2011)

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti• ContatticonilSottosegretarioalMinisterodelleInfrastruttureedeiTrasporti.On.BartolomeoGiachinoSoprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici• VariincontriconilSoprintendenteArch.AndreaAlbertieilDirettoreArch.AnnaMariaBassoBertperillustrarei progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga(12/01/2011, 17/02/2011, 21/03/2011, 20/04/2011, 25/05/2011)

Parco del Mincio• VariincontriconilPresidenteDr.AlessandroBenatti,ilDirettoreDr.saCinziaDeSimoneeilResponsabiledelServizio Gestione del Territorio Arch. Bruno Agosti per illustrare i progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga(02/11/2010, 23/11/2011, 20/12/2010, 29/12/2010, 02/03/2011)

Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po)• Incontro con il Direttore Ing. Luigi Mille e dirigenti per la condivisione e la discussione di aspetti tecnici circa la

Tangenziale Ovest (14/01/2011)

Regione Lombardia (STER - Sede Territoriale di Mantova)• Incontri con il Dirigente Dr. Pietro Lenna (prima la Dr.sa Enrica Gennari) e il funzionario Fabio Salardi (da

Ottobre 2010 a Giugno 2011)

214Capitolo 4 - le testimonianze

Confindustria Mantova• Incontri con Presidenza e Direzione per illustrare le analisi preliminari della TG Ovest (da Settembre2010 a

Marzo 2011 )Steer Davies Gleave• Incontro con il Project Manager della Steer Davies Gleave Ing. Marco Concari circa gli studi di traffico necessari

per una valutazione Origine/Destinazione della mobilità finalizzati ad un Progetto Preliminare (23/07/2010)

Proprietario• Incontro con il Geom. Alberto Azzi la cui proprietà presso la Frazione Angeli potrebbe essere interessata dal sedime

della Tangenziale Ovest (03/02/2011)

Ditte specializzate e professionisti specializzati• Vari incontri con ditte, operatori e tecnici specializzati nella realizzazione e cantierizzazione di opere sotterranee

e scavi (da Settembre 2010 a Maggio 2011), Arch. Fernando De Simone (Norconsutl e Eko System), Doriano Pacchiosi (Pacchiosi Drill), Ing. Luigi Panicali (Impregilo), Ing. Marco Roli (Roli associati – Parking Design)

Fase operativa in assessorato

PONTE A PORTO CATENA e APERTURA ARGINE MAESTRO Analisi preliminari di una soluzione con ponte carrabile + ciclopedonale galleggiante a Porto Catena e apertura dell’Argine Maestro

Iter svolto:

• Raccolta tesi e studi svolti sull’area in oggetto; • Fatta (primavera 2011) campagna di indagine sul traffico di attraversamento dell’area urbana di

Mantova con dati che interessano anche il quadrante Est della città (risultato analisi, Giugno 2011);

• Definizione di analisi preliminari su un ponte a Porto Catena (galleggiante);• Vari incontri informali con la Regione (Ster – Lenna, Salardi) e la Soprintendenza (Alberti e

Bassobert) per il ponte e la riqualificazione di Porto Catena;• Redazione di una tesi (Università di Parma) sull’area militare S.Nicolò e l’area della Vecchia

Ceramica e il suo intorno (Ponte a porto catena ).

Passaggi istituzionali svolti:

Comune di Mantova• Linee guida inserite nel Programma di mandato • Delibera di Giunta n. 154 del 15/10/2010

Adozione dello schema di “Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2011” ai sensi degli artt. 126 e 128 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i• Delibera di Consiglio Comunale n. 74 del 23/12/2010

“Approvazione del Programma Triennale Opere Pubbliche 2011-2013” (e successivi aggiornamenti). Inserimento nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici con la voce “69. Ponte Catena” con un importo per l’annualità 2013 di Euro 10.000.000,00• Presentazione nell’Incontro con gli “Stati Generali” (Giunta e i Consiglieri di maggioranza)

(Ristorante Rigoletto 22/03/2011, Sala Consigliare 17/06/2011)• Condivisione con il Tavolo Tecnico del PGT (Urbanistica e Dott.ssa Maria Cristina Treu) (vari

incontri)• Incontri per l’inserimento nelle schede di AQST della Regione dei progetti dei parcheggi (Primo

incontro con Dr.ssa Emanuela Medeghini del 10/09/2010 e successivi contatti in Aprile 2011)• Contatti con Ufficio Demanio• Rielaborazione di progetto preliminare grazie alla collaborazione di:

Ing. Sprocati – IPOTESI STRUTTURALEDott. Bonfietti, stagista presso Settore LL.PP., RENDERING E FOTOINSERIMENTO

Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici• Incontri con il Soprintendente Arch. Andrea Alberti e il Direttore Arch. Anna Maria Basso Bert per

illustrare l’ipotesi di una riqualificazione generale del Porto e la costruzione di un ponte galleggiante

215Capitolo 4 - le testimonianze

carrabile+ciclopedonale che sfrutta il principio di Archimede (21/03/2011, 20/04/2011)

Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po)• Incontro con il Direttore Ing. Luigi Mille e dirigenti per la condivisione e la discussione di aspetti

tecnici circa la creazione di un ponte a Porto Catena e l’apertura dell’Argine maestro (14/01/2011)

E’ stato redatto un Piano Parcheggi in struttura, dove ai parcheggi già esistenti si sono affiancati dei nuovi:

• “Virgilio” (Piazza Virgiliana) di 377 posti auto;• ”Gonzaga” (Lungolago Gonzaga) di 252 posti auto;• ”Vittorio Emanuele” (Corso V.Emanuele/Via Bonomi) di 335 posti auto.

Di questi tre nuovi parcheggi sono stati redatte delle analisi preliminari con planimetrie e rendering.

Inoltre è stato studiato un moderno sistema integrato di accessibilità ai parcheggi che potrà essere gestito da un’unica centrale. In particolare si prevede una rete di pannelli elettronici a led a messaggio variabile, posizionati in vari punti della città, al fine di orientare il traffico verso i parcheggi mediante la visualizzazione del nome e degli eventuali posti disponibili. Oltre ad una revisione del sistema viario e dei parcheggi, il progetto sulla mobilità studiato prevede interventi per la creazione di percorsi sicuri per un’utenza ampliata e di un sistema di mobilità lenta. E’ stata prestata molta attenzione alla mobilità ciclabile attraverso la pianificazione della rete e delle sue connessioni mancanti. A questo proposito si ricordano tra le principali progettazioni preliminari quelle del Cavalcavia; della Mantova-Porto Mantovano e della revisione del progetto di Tea di via Brennero (ciclabile legata alla nuova infrastrutturazione del teleriscaldamento cittadino). E’ stato nominato successivamente (gennaio 2014) un Mobility Manager che ha coordinato una serie di iniziative di mobilità sostenibile (sperimentazioni della mobilità elettrica; istituzione del car-sharing; riqualificazione del bike-sharing ed in generale azioni di sensibilizzazione e promozione di buone pratiche circa la mobilità sostenibile). E’ stato redatto un Piano Parcheggi di attestamento in struttura, dove ai parcheggi già esistenti si sono affiancati i nuovi di Piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga e Corso Vittorio Emanuele.

Fase operativa in assessorato

Di questi tre nuovi parcheggi sono stati redatte delle analisi preliminari con planimetrie e rendering.Passaggi istituzionali svolti:

Comune di Mantova• Progetto inserito nel Programma di mandato • Delibera di Giunta n. 154 del 15/10/2010

Adozione dello schema di “Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2011” ai sensi degli artt. 126 e 128 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i• Delibera di Consiglio Comunale n. 74 del 23/12/2010

“Approvazione del Programma Triennale Opere Pubbliche 2011-2013” (e successivi aggiornamenti)Inserimento nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici con la voce “33. Parcheggi di attestamento” con un importo per tutte e tre le annualità 2011, 2012 e 2013 di Euro 5.000.000,00• Conferenza stampa del 13/12/2010 in Sala Consigliare

Presentazione del Piano Parcheggi (presenti: Sindaco, Benedini, Rose, Longfils, Gatti)• Delibera di Giunta n.224 del 23/12/2010

“Approvazione ai fini dell’inserimento nel programma triennale 2011-2013 del Piano dei Parcheggi e relativo elenco dei lavori da realizzare nell’anno 2011 dello studio di fattibilità relativo alla realizzazione del parcheggio di attestamento di Piazza Virgiliana ”• Presentazione nell’Incontro con gli “Stati Generali” (Giunta e i Consiglieri di maggioranza) (Ristorante Rigoletto

22/03/2011, Sala Consigliare 17/06/2011)• Condivisione con il Tavolo Tecnico del PGT (Urbanistica e Dott.ssa Maria Cristina Treu) (vari incontri)• Incontri per l’inserimento nelle schede di AQST della Regione dei progetti dei parcheggi (Primo incontro con

Dr.ssa Emanuela Medeghini del 10/09/2010 e successivi contatti in nel corso del’anno 2011)• Esposizione nelle Riunioni d’Area intersettoriali (Settore Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente, Polizia

Municipale, Edilizia, Patrimonio, Avvocatura) (incontri settimanali)

216Capitolo 4 - le testimonianze

Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici• Vari incontri con il Soprintendente Arch.Andrea Alberti e il Direttore Arch. Anna Maria Basso Bert per illustrare

i progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (12/01/2011, 17/02/2011, 21/03/2011, 20/04/2011, 25/05/2011)

Parco del Mincio• Incontri con il Presidente Dr. Alessandro Benatti, il Direttore Dr.sa Cinzia De Simone e il Responsabile del

Servizio Gestione del Territorio Arch. Bruno Agosti per illustrare i progetti dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (02/11/2010, 23/11/2011, 20/12/2010, 29/12/2010, 02/03/2011)

Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po)• Incontro con il Direttore Ing. Luigi Mille e dirigenti per la condivisione e la discussione di aspetti tecnici circa gli

ingressi interrati dei parcheggi di Piazza Virgiliana e del Lungolago Gonzaga (14/01/2011)

Regione Lombardia (STER-Sede Territoriale di Mantova)• Incontri con il Dirigente Dr. Pietro Lenna (prima la Dr.sa Enrica Gennari) e il funzionario Fabio Salardi (da

Ottobre 2010 a Giugno 2011)

Confindustria Mantova• Incontri con Presidenza e Direzione per illustrare il Piano dei Parcheggi in struttura (da Settembre 2010 a

Marzo 2011 )

Aster + Apcoa• Incontri per la gestione dei parcheggi con il Direttore di Aster Dr. Ildebrandio Volpi e l’Amministratore delegato

di Apcoa Dr. Arturo Benigna (ultimo incontro 22/04/2011)

Ditte specializzate e professionisti specializzati• Vari incontri con ditte, operatori e tecnici specializzati nella realizzazione e cantierizzazione di opere sotterranee

e scavi (da Settembre 2010 a Maggio 2011), Arch. Fernando De Simone (Norconsutl e Ekosystem), Doriano Pacchiosi (Pacchiosi Drill), Ing. Luigi Panicali (Impregilo), Ing. Marco Roli (Roli associati – Parking Design)

Il potenziamento e il rilancio del Quadrante di Valdaro

Non per ultima è stato analizzata la piattaforma logistica del Quadrante di Valdaro che con la sua trimodalità deve essere considerata un “motore di sviluppo” del territorio sia a scala locale che sovralocale. Il progetto prevede il potenziamento del polo logistico e produttivo di Valdaro attraverso: l’adeguamento dello scalo intermodale; il completamento dei comparti già oggi destinati alla produzione; la valorizzazione del Porto e azioni di promozione e marketing territoriale. Vista la necessità di coordinare un piano unitario e una visione strategica ed operativa univoca (non solo in termini progettuali di tutte le aree - quasi 4,8 milioni di mq - ma anche di servizi) si è studiata la possibilità di creazione di un soggetto unico che possa promuovere, coordinare e gestire tutte le attività. Si è avviata quindi una preliminare azione di coinvolgimento di tutti gli stakeholders con il fine di poterli consorziare in una New.co (con partecipazione mista di enti pubblici e soggetti privati).

Fase operativa in assessorato

Quadro conoscitivo del quadrante (con Ster, Provincia di Mantova e Valdaro spa)

PORTO E SCALO FERROVIARIOPRINCIPALI PROGETTUALITÀ TRATTATEPiattaforma logistica - in ValdaroTerzo lotto del porto – ad iniziativa privataViabilità d’accesso all’area – rondò strada ostigliese , collegamento abitato di FormigosaCantiere navale (- privato) mq. 9.000 con officina e bacino di carenaggio2° lotto conca di Valdaro – fondi regionali Collettore di scarico area Olmolungo – ad iniziativa privata

QUADRO DELLE INFRASTRUTTURE TRATTATEPorto di Mantova Valdaro Lotto 1, 2 e 3Raccordo ferroviario tra il porto e la linea ferroviaria Mantova-Monselice. Utenti allacciato Paganella e TCf. Conca di Valdaro per collegare il fiume Mincio e il polo industriale mantovano (IES, Belleli) con il canale Fissero Tartaro.

217Capitolo 4 - le testimonianze

Infrastrutture di accessibilità al porto sulla rete idroviaria in gestione Aipo – conche di San Leone, Governolo e Trevenzuolo, Fornice di Formigosa, Sostegno di Governolo.Banchine Industriali private: POLIMERI, BELLELI e IESBanchine Commerciali pubbliche: Roncoferraro Governolo, Ostiglia, San BenedettoPo, Revere, ViadanaP.I.P. MantovaP.I.P. San GiorgioEdilPF aree private Bretella autostradale di collegamento tra il rondò in progetto sul lotto B della Tangenziale Nord (in Comune di Mantova) e il casello autostradale Mantova Nord (in Comune di San Giorgio). Valdaro Business Center – centro direzionale, commerciale, residenziale ed alberghiero.

SOGGETTI CONTATTATI ED INCONTRATIPorto di Venezia, visita al Presidente Paolo Costa (già sindaco di Venezia e ministro Lavori Pubblici)Regione Lombardia Provincia di Mantova Comuni di Mantova, San Giorgio e Roncoferraro – proprietari delle aree dei PIP, responsabili della pianificazioneConsorzio Quadrante Europa Interporto A.L.O.T. s.c.a r.l. Immobiliare GT Interporto di Mantova srl (società NON OPERATIVA domiciliata presso l’Associazione Industriali di Mantova. Maggiori azionisti: Giove srl, Leonardo srl, Consorzio ZAI, Consorzio Agrario Lombardo Veneto, …)Ship-Service srl trasporto granaglieFS Logistica organizza i traffici ferroviariLOGICA società incaricata per la movimentazione dei treni sul raccordo e nel porto Radici Group VENEZIA Logistics - Fluviomar San Marco Shipping

VALDARO SPATrattati temi sulla Valdaro spa – società pubblica (capitale sociale comune di Mantova socio di maggioranza oltre 62,5%, Provincia di Mantova oltre il 24 %, comune di Roncoferraro ca. 8%, altri comuni limitrofi e Camera di Commercio di Mantova quote dall’1 % al 2 % ciascuno) Attività: compravendita di beni immobili , gestione ed amministrazione di aree, beni immobili nonché realizzazione di opere pubbliche, infrastrutturali e di urbanizzazione.Proprietaria delle aree della piattaforma logistica ed una parte di binario.

OLMO LUNGOIncontri vari con ufficio urbanistica ed EdilPF (società proprietaria della lottizzazione Olmolungo) per revisione del Piano di Lottizzazione.

AZIONI DI PROMOZIONE• Ipotesi trasferimento Reggiani• Ipotesi insediamento impianto di inertizzazione Amianto• Contatti con Paganella, Thun Logistics, Artoni Logistica e TCF Rosignoli

Le nuove centralità urbane

Sono state pensate e progettate nuove centralità dotate di facile accessibilità, di parcheggi e di servizi di vicinato quali la Cittadella dei Servizi e la Cittadella dello Sport. Cittadella dei Servizi. Le numerose funzioni dell’Amministrazione comunale sono attualmente diffuse in una pluralità di localizzazioni. L’intenzione è di accentrare in un’unica sede gran parte degli uffici e del personale, lasciando in Via Roma (ed in futuro eventualmente in Palazzo del Podestà) l’attività politica dell’Amministrazione. L’iniziativa progettuale di una nuova sede unica trae origine da alcune problematiche contingenti:

• l’inadeguatezza strutturale e la vetustà degli immobili attualmente occupati, con elevati costi di manutenzione;

• le difficoltà organizzative e le diseconomie gestionali;• le difficoltà della mobilità urbana e dell’accessibilità; • la riqualificazione e valorizzazione di un’area urbana dismessa e in via di degrado.

218Capitolo 4 - le testimonianze

Infatti uno spazio fisico ben strutturato è sicuramente in grado di garantire una maggiore funzionalità operativa e di conseguenza una capacità di risposta ai cittadini/utenti più rapida e qualitativamente rispondente ai bisogni espressi nonché con un corretto rapporto costo/beneficio. E’ stato impostata un’operazione di leasing in costruendo che aveva come oggetto la progettazione (definitiva ed esecutiva), l’esecuzione dei lavori del complesso immobiliare e del parcheggio, compresi i lavori strutturalmente connessi, nonché la gestione funzionale ed economica delle opere realizzate. Nella sede unica, oltre agli uffici comunali, sono stati previsti anche gli uffici del Tribunale/Procura e quelli della Regione. Cittadella dello Sport. Posta a Sud del sistema urbano di Mantova, è stata concepita come una cittadella con attività sportive e ludico-ricreative polivalenti, oltre ad un’area da adibire ai grandi eventi ed eventualmente al nuovo stadio. Il progetto, caratterizzato da una forte flessibilità circa l’utilizzo degli spazi, è stato studiato con la possibilità di facili adeguamenti ed ampliamenti per eventuali esigenze future diverse. I risultati attesi sono: la creazione di luoghi idonei per la pratica di diverse attività sportive e ludico-ricreative; una buona accessibilità per i fruitori (sportivi e spettatori); l’eliminazione della congestione di traffico che, negli eventi di maggiore rilievo, insiste nella zona dell’attuale stadio ripercuotendosi sul resto della città. Si è avviata un’azione di coinvolgimento degli eventuali comuni interessati (Curtatone, Borgovirgilio e Bagnolo San Vito) con la finalità di poter siglare un Accordo o un Protocollo d’Intesa.

Fase operativa in assessorato

CITTADELLA DEI SERVIZIAnalisi delle varie sedi comunali esistenti, iter pubblico per la ricerca dell’area, definizione e descrizione dell’area, calcolo sommario dei costi, analisi del principio del project finance, bozza di un piano economico-finanziario

Iter svolto:

Attivazione di indagine di mercato (tramite bando esplorativo):• Delibera di Giunta comunale “Attivazione indagine di mercato finalizzata alla ricerca di un’area edificabile da

adibire a struttura unitaria per la razionalizzazione degli uffici comunali” (03 Febbraio 2011, PG 3391/2011)• ”Avviso pubblico per la ricerca di un’area edificabile da adibire a struttura unitaria per la razionalizzazione degli

uffici comunali” (21 Febbraio 2011, PG 3391/2011)• Realizzazione di sintesi grafica dei risultati dell’indagine del bando• Decisione interlocutoria di Giunta comunale dove si informa che l’ufficio tecnico dei Lavori Pubblici darà corso

ad ulteriori trattative per addivenire all’individuazione di un’area edificata o edificabile da adibire a struttura unitaria per la realizzazione degli uffici comunali (26 Aprile 2011, PG 3391/2011)

Raccolta dati finalizzati ad un’analisi costi/benefici dell’operazione:• Elenco uffici comunali con superfici e numero personale• Elenco uffici comunali interessati all’operazione sede unica• Elenco uffici comunali interessati all’operazione sede unica con l’ipotesi di mantenere il sindaco e gli uffici di

rappresentanza in via Roma• Elenco uffici comunali con specifica del personale diviso per settori• Tavola con dislocazione uffici comunali e distanze (tempi/costi di spostamento)• Tabella con costi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle diverse sedi comunali (anni 2009-2010)• Tabella consumi delle diverse sedi comunali (anno 2010)• Tabella costi gestionali (collegamenti quotidiani, hardware/stampanti/plotter/altro, manutenzioni Asi, portierato,

altro …)• Stime alienazioni delle diverse sedi comunali• Analisi sullo strumento finanziario (project financing/leasing in costruendo)• Formulazione di linee guida per la redazione di un progetto preliminare: relazione illustrativa e tecnica• Analisi dei vecchi progetti di Porta Mulina e Palazzo del Podestà• Vari incontri informali con la Regione• Redazione di una tesi (Università di Parma) sull’area della Vecchia Ceramica e il suo intorno

Passaggi istituzionali svolti:

Comune di Mantova• Progetto inserito nel Programma di mandato • Delibera di Giunta n. 154 del 15/10/2010

219Capitolo 4 - le testimonianze

Adozione dello schema di “Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2011” ai sensi degli artt. 126 e 128 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i• Delibera di Consiglio Comunale n. 74 del 23/12/2010

“Approvazione del Programma Triennale Opere Pubbliche 2011-2013” (e successivi aggiornamenti)Inserimento nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici con la voce “51. Polo dei Servizi” con un importo per l’ annualità 2012 di Euro 10.000.000,00• Delibera di Giunta del 03/02/2011

“Attivazione indagine di mercato finalizzata alla ricerca di un’area edificabile da adibire a struttura unitaria per la razionalizzazione degli uffici comunali” (03 Febbraio 2011, PG 3391/2011)• Avviso Pubblico del 21/02/2011

“Ricerca di un’area edificabile da adibire a struttura unitaria per la razionalizzazione degli uffici comunali” (PG 3391/2011)• Decisione interlocutoria di Giunta del 26/04/2011 Si informa che l’ufficio tecnico dei Lavori Pubblici darà corso

ad ulteriori trattative per addivenire all’individuazione di un’area edificata o edificabile da adibire a struttura unitaria per la realizzazione degli uffici comunali (PG 3391/2011)

• Presentazione nell’Incontro con gli “Stati Generali” (Giunta e i Consiglieri di maggioranza) (Ristorante Rigoletto 22/03/2011, Sala Consigliare 17/06/2011)

• Condivisione con il Tavolo Tecnico del PGT (Urbanistica e Dott.ssa Maria Cristina Treu) (vari incontri)• Incontri per l’inserimento nelle schede di AQST della Regione dei progetti dei parcheggi (Primo incontro con

Dr.ssa Emanuela Medeghini del 10/09/2010 e successivi contatti in Aprile 2011)• Raccolta dati sedi comunali presso il Geom. Ennio Turcil dell’Ufficio Demanio del Comune di Mantova• Intervento inserito nel Programma Triennale Opere Pubbliche 2011/2013 (annualità 2012) e nel Programma

Triennale Opere Pubbliche 2012/2014 (annualità 2012 con 16.000.000,00 euro)

Regione Lombardia• Incontro con il Direttore di Funzione Specialistica Patrimonio e Acquisti Dr.Massimo Stella, il legale Avv. Manuel

Rubino, l’Ing. Guido Bonomelli di Infrastrutture Lombarde e il Direttore dello Ster di Mantova Dr. Pietro Lenna (Ottobre 2010, 08/04/2011, 08/06/2011)

Tribunale di Mantova• Incontri vari con Benedini ----ultimi aggiornamenti---- (vari incontri nel 2011 e 2012)

Open Project• Incontri con lo studio Open Project di Bologna, Project Manager del progetto Sede Unica del Comune di Bologna

(Maggio e Giugno 2011)

Incontro con Proprietà e vicini• Incontri con alcuni dei partecipanti all’avviso pubblico del 21/02/2011 per la ricerca dell’area (Maggio 2011)

CITTADELLA DELLO SPORT

• planivolumetrico di massima • studi urbanistici/tabelle indici• bozza di Protocollo d’Intesa (Accordo di Programma)Iter svolto:

• Raccolta dati: necessità di servizi sportivi sul territorio; raccolta esigenze del CONI• Analisi sullo strumento finanziario (project financing/leasing in costruendo)• Analisi progetto Nuovo Stadio (Rogers)• Analisi casi studio di stadi modulari (incontri con il Geom. Andrea Ferrari)• Serie di incontri tra i Comuni interessati (Mantova, Virgilio, Curtatone e Bagnolo San Vito)

Passaggi istituzionali svolti:

• Obiettivi del progetto già inseriti nel Programma di mandato • Studio di fattibilità in via di definizione. Intervento inserito nel Programma Triennale Opere Pubbliche

2011/2013 (annualità 2012) e nel Programma Triennale Opere Pubbliche 2012/2014 (annualità 2012 con 15,000.000,00 euro).

220Capitolo 4 - le testimonianze

La riqualificazione urbana

Sono state formulate ipotesi di recupero di importanti immobili degradati o oggi non utilizzati, quali:

• Rocca di Sparafucile (info-point);• stabile in via Solferino (studentato/ostello);• comparto di Tea in vicolo Stretto (mix funzionale);• Porta Mulina (mix funzionale con ricettivo);• rimozione e nuova vita del “cubo” di Piazza Sordello (ipotesi di una nuova collocazione vicino a

Palazzo Te con una contestuale riqualificazione dell’ingresso su via Montegrappa);• caserma Largo XXIV Maggio (terziario).

Sono stati ipotizzati anche nuovi complessi immobiliari più funzionali ed accessibili, in sostituzione di altri più vetusti, come ad esempio un nuovo polo scolastico, vicino alla nuova fermata ferroviaria di Borgochiesanuova.

Le tematiche ambientali

Oltre ai temi infrastrutturali sono stati analizzate importanti tematiche ambientali (confrontandosi con il Parco del Mincio; Aipo e la Regione), legate alla valorizzazione dei laghi e contestualmente alle loro potenzialità di attrazione turistica, quali:

• la sperimentazione di progetti pilota per la balneazione dei laghi (fitodepurazione e barrieramenti), di concerto con il CNI di Bologna ed grazie ad alcune idee proposte da privati;

• la promozione della navigazione dei laghi e dei canali;• la riqualificazione di alcune rive dei laghi che oggi sono caratterizzate da una forte erosione spondale

e da una mancanza di manutenzione “programmata”;• la centrale idroelettrica della Vasarina;• lo studio preliminare di un complesso con funzioni ludico-ricreative, turistico-alberghiere e

servizi per il tempo libero e il sociale sulle sponde del lago inferiore, con piccole strutture in legno (galleggianti o su palafitte) con il contestuale recupero di alcuni immobili esistenti.

Quest’ultimo progetto prevede inoltre: la riqualificazione degli spazi aperti e di alcune aree oggi difficilmente accessibili a cittadini e turisti, raggiungibili mediante percorsi ciclopedonali anche con il potenziamento della rete ciclopedonale dalla città verso i laghi; la realizzazione di pontili e strutture galleggianti che permettano ai suoi fruitori un rapporto diretto con l’acqua; la realizzazione, sulle aree a minore sensibilità paesaggistica e prossime alla viabilità esistente, dei servizi necessari ed in particolare della la sosta. Nel campo ambientale sono state eseguite inoltre valutazioni preliminari circa opere ipogee e sistemi di stoccaggio interrati. E’ stato valutato un interramento dei serbatoi nel polo petrolchimico, con molteplici vantaggi tra cui: la diminuzione del rischio di incidente rilevante; il miglioramento degli impatti ambientali e paesaggistici; la riduzione delle manutenzioni e il raggiungimento di migliori coibentazioni. Circa questa tematica ci si è confrontati con esperti e studiosi del settore e sono stati analizzati vari casi studio. Sono state studiate anche varie opere di mitigazione ambientale del Polo chimico.

Contingenze nel breve periodo

La quotidianità del lavoro presso il Settore dei Lavori Pubblici è stata caratterizzata da numerosi temi legati alla manutenzioni ordinaria, straordinaria e “programmata” e spesso anche alla riqualificazione delle diverse proprietà comunali (edifici pubblici, strade, ciclabili, giardini, illuminazione pubblica, videosorveglianza). Si è lavorato sul progetto di riqualificazione di cinque complessi scolastici (Pomponazzo, Campogalliani, Frank, Pacchioni e Chaplin), oltre alle manutenzioni ordinarie e straordinarie di altre scuole. Sono stati effettuati o impostati vari recuperi di edifici del centro storico (tra i quali Palazzo del Podestà e la Biblioteca Teresiana), la riqualificazione di alcune vie e piazze cittadine (tra cui piazza Martiri di Belfiore e piazza 80° Fanteria), le riqualificazioni ed estensioni di alcuni sottoservizi (ad esempio il teleriscaldamento su via Brennero con annessa struttura ciclabile). Si è inoltre lavorato sulla programmazione di vari interventi post sisma (maggio 2012). Non ci si è concentrati solo sul centro storico ma anche sui quartieri periferici e sulle aree di bordo dove coesistono manufatti, dismissioni e spazi residuali di tipologie ed epoche diverse da dover riqualificare. Si è lavorato su processi di riqualificazione, tra cui:

• il Contratto di Quartiere di Lunetta (demolizione della Piastra, spostamento campo di calcio, creazione di uno sgambatoio per cani, ipotesi di riqualificazione del vecchio palazzetto, …);

221Capitolo 4 - le testimonianze

• il PRU di Borgochiesanuova e la prospiciente nuova fermata ferroviaria;• le opere di adeguamento degli alloggi comunali di Via Volta e il completamento degli alloggi

sociali di Colle Aperto;• la creazione di nuove aree verdi (Parcobaleno) e la riqualificazione a nuove funzione di quelle

esistenti (Parco dell’Arte);• la riqualificazione e l’ampliamento del canile e gattile comunale;• altre minori….

Molteplici sono state le analisi e le progettazioni preliminari circa la riqualificazione degli spazi urbani come quelle di piazzetta Lavatoio a Castelletto Borgo; piazza di Porta Giulia; Corso della Libertà; piazza Cavallotti; parcheggio limitrofo all’ex ingresso principale dell’ospedale; scalo merci di futura dismissione di Belfiore; aree Agip dismesse (rotonda Learco Guerra e Porta Mulina). Si menziona inoltre l’avviso di gara per la gestione e manutenzione a verde delle rotatorie. Ci si è concentrati anche su nuove strategie progettuali, revisioni e opere di compensazione di molti Piani Attuativi in essere o in scadenza, purtroppo ancora rimasti incompiuti. Solo a titolo di esempio:

• ponte ciclo-pedonale a Dosso del Corso, in sostituzione di quello carrabile previsto dalle lottizzazioni incompiute;

• ipotesi di spostamento delle carceri in una nuova struttura nel quartiere di Borgochiesanuova;• discussioni e revisioni varie circa i piani di lottizzazione esistenti (Tenca Sforni, Monsignor Martini,

Piazzale Mondadori, Butan Gas, Pentagono, Ponte Rosso, Ex Schirolli, Ex Macello, …) o proposti nel PGT (Caem, Maver, Ex Claipa, …).

Merita inoltre una menzione particolare il progetto “città + creativa: rigenerare la periferia urbana” condotto sulla periferia della città. Tale progetto ha avuto come obiettivi quello di avvicinarsi al territorio riconoscendo e valorizzando gli specifici valori e significati e quello di proporre spunti progettuali per rivitalizzare il tessuto urbano. Partendo dalle priorità segnalate dai cittadini attraverso le Circoscrizioni (destituite dal gennaio 2010), si è proceduto ad individuare gli elementi che generano criticità nelle diverse realtà dei quartieri periferici. Successivamente è stato distribuito un questionario ai cittadini a domande aperte con lo scopo di indagare le problematiche che le persone riscontrano quotidianamente nel contesto del “sotto casa”. Tale indagine ha portato a suddividere le diverse problematiche riscontrate in categorie di criticità:

• Sicurezza. Sono stati individuati gli interventi prioritari legati alla sicurezza pedonale e all’abbattimento delle barriere architettoniche;

• Riqualificazione. L’attenzione è stata rivolta a suggerire gli interventi minimi, ma diffusi su tutto il territorio, in grado di modificare e valorizzare le funzioni senza danneggiare l’identità dei luoghi;

• Decoro urbano. La qualità urbana viene determinata anche dall’eliminazione di elementi di degrado estetico, oltre che funzionale. Sono stati quindi individuati gli elementi di “degrado urbano” quali i raccoglitori per il conferimento dei rifiuti, la cartellonistica pubblicitaria, le fermate dell’autobus e i sottopassi stradali o ferroviari;

• Illuminazione pubblica. E’ stata svolta un’analisi del grado di luminosità percepita, nelle zone segnalate dai cittadini.

Queste analisi hanno portato alla formulazione di numerosi soluzioni, proposte in tavole meta-progettuali.

Impostazione metodologica

(Introduzione da adattare in base a come è strutturato il documento)Non si sono redatti solo numerosi progetti ma ci si è impegnati nel dare una nuova impostazione metodologica di analisi e di progetto al Settore Lavori Pubblici.

Si è posta particolare attenzione all’arredo e al decoro urbano con la creazione di un nuovo ufficio presso il Settore dei Lavori Pubblici con la funzione di:

• gestire ed istruire le Pratiche Paesaggistiche;• creare un abaco idoneo degli arredi urbani;• formulare ipotesi di revisione dei vari regolamenti (Piano Impianti pubblicitari, Regolamento

d’arredo e decoro urbano, Piano chioschi ed edicole, Nuovo Piano Colore del centro storico, …);• formulare analisi preliminari per nuovi banchi del sottoportico Broletto e ipotesi di revisione del

mercato settimanale del giovedì.

222Capitolo 4 - le testimonianze

Si è lavorato inoltre sul Piano di Gestione Unesco.

Circa la metodologia di lavoro adottata, si menzionano anche le riunioni settimanali d’Area Tecnica (incontri congiunti con i rappresentanti dei settori Lavori Pubblici, Urbanistica, Sportello Unico, Polizia Locale) dove si sono trattati varie tematiche tra cui:

• la revisione dei piani di lottizzazione esistenti;• la formulazione di una convenzione urbanistica “tipo”, da adottare per i prossimi Piani Attuativi;• la revisione degli oneri comunali (urbanizzazioni e costo di costruzione);• la valutazione di singoli progetti architettonici presentati da privati.

Si ricordano inoltre gli studi e le simulazioni fatte sul tema della perequazione urbanistica, che avrebbe dovuta essere inserita come strumento nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Governo del Territorio (PGT), quale mezzo per l’incentivazione e la promozione delle riqualificazioni e trasformazioni urbane.

Altri temi da me non trattati ma seguiti da Giampaolo:

• GESTIONE RAPPORTI CON NOSTRE PARTECIPATE (TEA , ASTER, …)• REGGE DEI GONzAGA• EXPO 2015• ARCHITETTURA SOSTENIBILE (CERTIFICAzIONE LEED)• FONDAzIONE UNIVERSITA’• GRANDE MANTOVA• …

Tutti i temi dei Lavori Pubblici a cavalli degli altri Assessorati:

• urbanistica e ambiente DE TOGNI;• ambiente MAFFINI;• turismo e cultura TONELLI.

223Capitolo 4 - le testimonianze

Il nostro impegno nell’ambientela testimonianza di Gianni Bombonati

2010 l’anno della D.C.C. 64.

12 Aprile 2010Sodano vince le elezioni e durante il primo consiglio sono eletto presidente della commissione Ambiente e salute pubblica del Comune di Mantova, L’assessore alla Partita è Alessandra Cappellari, ass. Ambiente e Anna De Togni, Assessore urbanistica, con delega alla riqualificazione ambientale. Situazione trovata. Dalla lettura dei verbali rilevo che l’ultima riunione della commissione ambiente ( Giunta Brioni) di cui si è parlato della Situazione del polo chimico porta la data del 15 settembre del 2009, e nelle successive convocazioni del 24-9, 23-11, 3-12, e 17-12 non si fa in alcun modo menzione della questione del polo chimico. ( si menzionano, solo nel primo verbale, denunce alla procura e si ricordano precedenti espressioni del consiglio che impegnano l’amministrazione ad un parere negativo al rinnovo dell’AIA, in caso di mancato rispetto di prescrizioni e tempi).

Aprile –maggio 2010L’assessore Cappellari insiste perché io mi occupi del problema della proliferazione dei piccioni in centro storico; oltre a ciò, lavoro in stretto contatto con l’assessore DeTogni alla quale chiedo di predisporre uno studio sulle tematiche ambientali propedeutico all’inizio delle attività della Commissione Ambiente. Durante il consiglio comunale del maggio 2010, comunico a tutti i gruppi consiliari che è a loro disposizione una esaustiva e dettagliata raccolta di dati, rilievi e relazioni relativi allo stato di salute del S.I.N. ( tra questi la nona campagna Arpa e l’Accordo di programma 2007). I dati sono molto preoccupanti ed evidenziano l’urgenza di azioni amministrative concrete in tutela della salute dei cittadini. L’unica possibilità che appare efficace, è quella, come peraltro già citato dal precedente consiglio, di agire nel momento dei rinnovi delle autorizzazioni ambientali, in occasioni dei quali il Sindaco ha a facoltà di esprimere un parere condizionato ai sensi del R.D.27 luglio 1934 n° 1265. Per questa ragione mi faccio promotore di un’ordine del giorno, da sottoporre al consiglio comunale, dal quale emerga, in tal senso, per il Sindaco e per la giunta, un mandato consigliare, chiaro, forte e impegnativo.

Giugno 2010Per quanto sopra, nel giugno 2010, pur senza i presupposti di regolamento, (le commissioni consiliari si possono riunire ai sensi dell’art. 19 del regolamento su richiesta di terzi , In sede consultiva o redigente , oppure, ai sensi dell’art. 24, in via straordinaria, quando ne facciano richiesta almeno un terzo dei componenti della commissione), ho ritenuto che potessero sussistere le condizioni per riunire la commissione, ed ho provveduto in tal senso all’invio della convocazione allegando la prima bozza della proposta di delibera che diventerà in seguito la D.C.C. 64/2010.

Settembre 2010In data 3 settembre 2010 ha luogo la prima commissione ambiente. Apro i lavori con una citazione che si rivelerà profetica. Ricordando a tutti la dimensione dell’impegno comune e gli assunti necessari per raggiungere un risultato efficiente; in particolare ricordo gli esiti della Oklahoma Brownfield Conference del 2008 che, nel merito della riuscita dei programmi di bonifica statunitensi, recita: Qual è la strada per avere successo in queste imprese? 1)Visione comune; 2)La cooperazione e l’impegno tra le parti; 3)Comunicazione sempre aperta e chiara con tutti; 4)Accordi scritti inequivocabili.

30 novembre 2010Dopo 12 Revisioni , effettuate allo scopo di addivenire ad un documento unitario, il Consiglio comunale approva, praticamente all’unanimità, la D.C.C. 64 /2010. “ fermiamo l’inquinamento nei terreni, nella falda sotterranea e nelle acque lacuali del sito inquinato di interesse nazionale – laghi di Mantova e polo chimico.” Il deliberato prevede espressamente precisi impegni da parte del Sindaco, in ordine ai prossimi rinnovi delle Autorizzazioni ambientali delle aziende insediate nel Sito di Interesse Nazionale.

224Capitolo 4 - le testimonianze

Primo rimpasto...

Giugno 2011Anna DeTogni, assume la delega all’Ambiente e lascia quella dell’Urbanistica. Durante la sua reggenza all’urbanistica, in stretto contatto con l’assessorato ai lavori pubblici retto dall’Ass. Giampaolo Benedini, si è portata a compimento tutta la fase preliminare e definitiva di progettazione del nuovo p.g.t., dall’approvazione del piano di zonizzazione acustica ( d.c.c.58 del 22-11-2010) alla definizione degli atti di indirizzo della politica urbanistica del nuovo strumento urbanistico del comune, alla progettazione preliminare di una cospicua serie di progetti volti a risolvere le maggiori criticità della città. Il nuovo PGT, atteso da anni , verrà definitivamente approvato in consiglio dopo circa un anno, con d.c.c. 60, del 21-11-2012.

Agosto- settembre 2011 Per cominciare male, sono state rinnovate:

AIA ENIPOWER – turbogas -rinnovata sino al 2017 in data 1/8/2011 – Ministro Prestigiacomo;AIA VERSALIS – chimica - rinnovata sino al 2017 in data 16/9/2011 – Ministro Prestigiacomo. Mai nessuna comunicazione/condivisione in merito è stata fatta ne al consiglio ne, tantomeno al sottoscritto, che confidava, come tutti immagino, nel rispetto del deliberato.

2011 L’anno della questione ENI - B6

Ottobre 2011Si apre con Enipower la questione B6, che, per precedenti prescrizioni deve adeguare le proprie emissioni entro limiti più restrittivi. Novembre 2011 Sodano incontra, come dicono i giornali, << di nascosto>>, i vertici ENI! La stampa riporterà in seguito che l’ argomento è relativo agli obblighi di riduzione emissioni caldaia B6- prospettive; l’assessore De Togni NON è stata invitata, all’incontro pare vengano chiesti finanziamenti per...eventi culturali…

22 novembreDai giornali: L’assessore alza la voce con Eni ma al tavolo Sodano la sconfessa - Il rapporto di Enipower sul vertice di venerdì pomeriggio smentisce il sindaco: conosceva il progetto; De Togni aveva ordinato: riducete i veleni. Ma Nicola all’azienda: non è la posizione del Comune…..

1 dicembreDALLA STAMPA LOCALE...Sodano: Eni, basta fughe di notizie.Lettera del sindaco irritato: «L’incontro doveva rimanere riservato»

2012

30 gennaioAssemblea civica isabella d’este- Mantova, tra micropolveri e surnatante. Riflessioni sulla situazione ambientale della nostra città.

14 giugnoLa questione B6, piuttosto dibattuta sui giornali, contrariamente a quanto prescritto dal consulente del comune ing. Maffezzoli, con nota in data 5-12-2011, si chiude con l’approvazione del progetto di adeguamento della vecchia caldaia. Delle trè soluzioni originariamente prospettate, il comune ha scelto quella dell’adeguamento della vecchia caldaia, (la meno onerosa per l’azienda), perdendo l’occasione di eliminare l’interferenza delle diverse centrali di emergenza, dislocate nel perimetro comunale , e che avrebbero potuto essere dismesse, dando il via a processi di riqualificazione di importanti brani del contesto urbano, in primis, la sede dell’ex gasometro di vicolo stretto.

225Capitolo 4 - le testimonianze

20-29/5-2012 TERREMOTO

Luglio- Agosto TARANTO, raggiunge piena evidenza la dimensione del disastro ambientale del S.I.N. di TARANTO. Anni di inerzia e ritardi hanno portato quella situazione a quello che viene definito come il peggior disastro ambientale del paese e forse d’Europa. Anche in relazione a ciò richiedo aggiornamento urgente, da parte degli uffici, in ordine al rispetto di quanto previsto dalla D.C.C. 64/2010. Cosa stanno facendo i nostri uffici? Alla riunione, convocata nei termini previsti dal regolamento, non si presentano l’ass. De Togni (assente per ferie), non il sindaco, nessuno della giunta (solo l’ass. Benedini in aula in veste di uditore) né tantomeno, seppure invitati dal sottoscritto, i responsabili dirigenti dell’ufficio ambiente. 31 luglio Dopo aver più volte richiesto a Sindaco ed assessore, una presa di posizione più decisa nei confronti dell’amministrazione del S.I.N., in ordine alle richieste di attivazione urgente delle procedura e di bonifica e riduzione delle emissioni, scrivo direttamente al Ministro CLINI invitandolo presso in nostro consiglio comunale per recepire le istanze già ribadite in modo unitario, nella d.c.c. 64/2010. Ottengo solo risposta da parte del Presidente del Consiglio Longfils che, sul giornale locale, disapprova apertamente la mia iniziativa in quanto il sottoscritto “non è titolare di alcuna facoltà di rappresentanza”. L’assessore Giampaolo Benedini provato dall’inerzia delle amministrazioni sulle tematiche a noi più care, in aperto e pubblico contrasto con le scelte in ordine a Lavori Pubblici ed Ambiente, si dimette aprendo di fatto la seconda crisi dell’amministrazione.

Agosto Il Movimento, se pur con dispiacere, sfiducia Anna De Togni dopo che la stessa ha preso distanza, pubblicamente dalle posizioni critiche del direttivo. La stessa dott.sa De Togni è destituita dall’incarico dal Sindaco Sodano. Durante la sua reggenza si è portata a compimento tutta la fase preliminare e definitiva di progettazione del nuovo sistema di raccolta differenziata “porta a porta” .

2012 L’anno della raccolta differenziata

16 ottobreMariella Maffini assume l’incarico di Assessore all’ambiente del Comune di Mantova. Poco dopo è la volta di Marco Tonelli che assume l’incarico di Assessore alla cultura del Comune di Mantova; il movimento, senza timore di riconoscere i propri errori di valutazione, sceglie per la città, la competenza e l’indipendenza. Si rimanda al sito http://www.benedinipermantova.it/gli-assessori/ per i curriculum degli assessori. A tutt’oggi considerati tra i migliori che la città abbia avuto nella sua storia recente.

26 novembreUn risultato che restituisce civiltà ai mantovani. Con la d.g.c. 91/2012 linee di indirizzo raccolta rifiuti, e la successiva , Delibera “Rifiuti 0” entro il 2020, 40740/2012 l’assessorato all’ambiente retto da Mariella Maffini, tra mille difficoltà principalmente dovute a resistenze interne alla stessa maggioranza, porta in attuazione uno storico risultato . finalmente la città è libera dai cassonetti delle immondizie, e dopo più di un anno dall’avvio della raccolta domiciliare e dopo solo pochi mesi dall’estensione a tutta la città, un ringraziamento particolare va ai cittadini che, con il loro impegno nel differenziare i rifiuti ci hanno permesso di registrare risultati davvero positivi. A fine dicembre 2013, infatti, la percentuale di materiali avviati al recupero ha quasi raggiunto il 75% (per la precisione abbiamo differenziato il 74,32%). ottimi risultati raggiunti nel semestre novembre 2013 – aprile 2014 in cui il servizio di raccolta domiciliare attivo su tutto il territorio comunale ha fatto registrare una raccolta differenziata pari al 76%,

2013 L’anno del rigore

Mariella Maffini si distingue da subito per la persona giusta al posto giusto. Dal 98 lavora in attiva collaborazione con vari ministeri in qualità di esperto e membro di diverse commissioni. Nel 2003 collabora con il Ministero degli esteri e con il Ministero delle attività produttive nell’ambito del Progetto di internazionalizzazione ambiente delle Regioni Obiettivo 1 “Sei Regioni per cinque continenti”. Dal mese di novembre 2006 al 31 dicembre 2010 collabora con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della protezione civile e con il Sottosegretario di Stato per l’emergenza rifiuti in Campania e il sisma Abruzzo, quale Responsabile Unità Operativa per la chiusura dell’emergenza rifiuti in Campania-Raccolta Differenziata. Conosce obbiettivi e sa riconoscere le forze in gioco. Questo Le consente di concepire la giusta strategia per portare la nostra città all’attenzione degli organi dirigenziali

226Capitolo 4 - le testimonianze

dello stato.

25 settembreLa Rete dei Comuni per la Bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) nasce a Mantova nel corso della prima Assemblea generale, alla presenza di circa 200 amministrazioni provenienti da tutta Italia, con sottoscrizione finale della Carta dei Comuni SIN. Promossa dall’Assessorato alle Politiche Ambientali del Comune di Mantova, la Rete ha l’obiettivo di unire le forze dei Comuni i cui territori fanno parte dei SIN e spingere il Governo a risolvere il disastro ambientale di quelle aree che da anni attendono di essere bonificate. L’obiettivo degli amministratori: fare pressione per contare di più a Roma. Mariella Maffini, il nostro assessore, ispiratrice del progetto ne diventa il presidente e comincia subito, in quel ruolo, a trattare con ministri e direttori generali.

La linea del rigore portata avanti nelle riunioni a livello locale e nazionale, conduce a risultati storici in ordine all’inizio delle attività di bonifica nel nostro Sin.

13 gennaioLa Maffini: «Sancire subito tutti gli obblighi». Grandi: «Meglio un piano condiviso per non rallentare»

31 gennaioLa Corte dei Conti approva il progetto per l’area Ies-Belleli Maffini: «Un passo avanti concreto, non più solo speranze»

12 febbraioLa Ies ha novanta giorni di tempo per avviare la bonifica dell’area. Se disattende l’ingiunzione del ministero partirà la denuncia per omessa bonifica. La lettera è stata spedita ai vertici della raffineria il 5 febbraio

18 febbraioDalla caldaia di riserva del turbogas rimessa a nuovo all’impianto di trattamento delle acque di falda, dalle demolizioni di caldaie da tempo dismesse a un impianto fotovoltaico da 200 kilowatt passando per la riqualificazione di Bosco Virgiliano. Totale: 21 milioni di euro. Sono 5 gli interventi completati o in corso di completamento realizzati da Enipower Mantova. In relazione a decreti emessi nel luglio 2013, oggi sono attivati numerosi interventi di bonifica Enipower e Syndial - 85 milioni di Euro , bonifica Syndial collina dei veleni Bonifica della falda. Da novembre 2013 nelle aree di pertinenza di Enipower Mantova è entrato in esercizio un impianto di trattamento delle acque di falda (Taf ) approvato dal ministero e costato un milione e 200 mila euro. Sono state smantellate le 5 caldaie, con relative turbine a vapore e camini in calcestruzzo e acciaio, dismesse con l’avvio dei cicli combinati. Ora si sta procedendo alla demolizione dell’edificio (che sarà completata a metà anno) oltre che alla bonifica di amianto e oli combustili. La spesa ammonta a 10 milioni di euro e renderà l’area disponibile per un eventuale recupero.

2014 L’anno della crisi

17 gennaioOsservazioni rinnovo AIA IES al Ministero come Movimento Benedini per Mantova (uniche registrate sul sito del ministero e provenienti dal territorio)

12 febbraioTrasmissione dal ministero dell’ambiente del decreto di esecuzione da parte di IES, del progetto SOGESID per la messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera del SIN...entro 90 giorni devono iniziare i lavori. Costo previsto 19 milioni di Euro

17 marzoVerbale della conferenza di servizi del S.I.N. al Ministero, nel quale si evidenzia l’inconsistenza e inefficacia delle azioni di bonifica, si ricorda alla Ies che non ha ancora dato attuazione al progetto di messa in sicurezza ordinato dal ministero, si evidenzia il rischio di contaminazione di falda e laghi e si ricorda alle aziende che << a prescindere da responsabilità, la contaminazione rilevata nelle acque di falda, può determinare rischi per la salute dei fruitori del sito…>>

16 aprileRichiesta documentazione stato di attuazione delle bonifiche e dei ricorsi, poi inviata a tutti i componenti della commissione Ambiente e Salute pubblica. (senza riscontri)

227Capitolo 4 - le testimonianze

5 maggioCommissione Ambiente sui ricorsi delle Aziende, raccolti importanti suggerimenti e indicazioni operative per il Sindaco, ivi compreso l’invito a rivolgersi alla procura della Repubblica.

8 maggioPubblicazione esiti terzo rapporto Sentieri Kids che evidenzia significativi aumenti di patologie nel mantovano.

9 maggioInviato al Sindaco verbale commissione ambiente con preghiera di incontro urgente per valutazione congiunta indicazioni operative e definizione conseguenti azioni amministrative (mai avuto risposta)

18 maggioRibadita richiesta al Sindaco per valutazione congiunta indicazioni operative e definizione conseguenti azioni amministrative (mai avuto risposta)

30 maggioAlla mia richiesta a Sindaco e presidente consiglio, della sala consiliare per convocazione serale commissione ambiente aperta sul terzo rapporto Sentieri Kids, sono evidenziati problemi di bilancio e suggerimenti di diversa logistica.

5 giugnoA spese del Movimento Benedini per Mantova, Assemblea civica/commissione ambiente (negata l’ufficialità richiesta in forma scritta al presidente del consiglio) presso sala civica dell’Isabella d’Este per discutere apertamente del terzo rapporto Sentieri Kids che evidenzia significativi aumenti di patologie nel mantovano e denuncia l’inerzia delle amministrazioni. (con Maffini e Ricci)

11 giugnoIn qualità di consigliere già presidente della commissione ambiente, richiedo incontro procuratore per valutare: 1) rilevanza penale ritardi effettuazione bonifiche, 2)sussistenza reato di inquinamento ambientale e 3)prospettive di azioni di tutela per la popolazione.

4 luglioRichiesta all’ufficio legale del comune l’elenco delle aziende inadempienti. Il funzionario, in data 22 luglio nel consegnare l’elenco dei ricorsi, (62, dal 2006 ad oggi), precisa ufficialmente che tale elenco và richiesto al Ministero che è il titolare dell’attività di controllo.

30 luglioInvio al ministero prima richiesta certificata di perfezionamento delle precisazioni avute dal comune e richieste dalla Procura. Comprende in sostanza, al fine del rilievo delle inadempienze, la richiesta di informativa nel merito dell’attività di controllo da loro svolta.

5 agostoArrivo in comune delle conclusioni Arpa sulla tredicesima campagna di rilevamento, si evidenzia, tra l’altro, la richiesta di effettuare “ quanto prima” le azioni di bonifica del Mercurio in area Versalis, e l’attività di confinamento delle falde in area Collina, oltre alla “ richiesta di attivazione dei poteri sostitutivi per la situazione “ INDUSTRIA COLORI FREDDI” di S.Giorgio, che a loro risulta ancora inadempiente.

7 agostoSodano ritira le Deleghe all’assessore all’ambiente Mariella Maffini ed al collega Tonelli della cultura, espressione del movimento Benedini per Mantova.

12 agostoInviata Pec a Sindaco, Presidente del consiglio e segretario comunale nel merito di: A) RINNOVO AUTORIzzAzIONE AMBIENTALE stabilimento I.E.S. di Mantova - B) AGGIORNAMENTO ULTIMI RILIEVI AMBIENTALI, come pervenuti da ARPA, ASL, od altro organismo di controllo - C) ORDINANzA RIFIUTI; richiamata l’urgenza di esprime per parere condizionato alle istanze di rinnovo delle autorizzazioni, ai sensi del R.D. 1265/34, come da impegni presi con d.c.c. 64 del 2010.

228Capitolo 4 - le testimonianze

14 agostoMia richiesta di acc. Atti del giorno 12-8. Ricevuta documentazione di cui al solo punto B ( relazione campagna Arpa) , e rinnovata richiesta certificata per i punti A e C.

19 agostoMia richiesta di acc. Atti del giorno 12-8. Ricevuta risposta in ordine al punto C. l’ordinanza rifiuti non è stata ancora firmata.

25 agostoRichiesta di convocazione urgente della commissione consiliare Ambiente per discutere le richieste di aggiornamento e per condividere con tutti i consiglieri le osservazioni AIA/AUA – IES, già chieste al Sindaco, Presidente e Segretario in data 12/8

28 agostoMia richiesta di acc. Atti del giorno 12-8. Ricevuta risposta parziale in ordine al punto A, con richiami del dott. Grandis allo scadenziario della procedura di A.U.A. Ies, già presentata in provincia

29 agostoRibadita richiesta (via pec) di convocazione della commissione ambiente per discutere i punti 1) Valutazione esiti campagna Arpa acque 2013.2) aggiornamento posizione amministrazione in ordine richiesta di autorizzazione AIA/AUA IES.3) aggiornamento posizione amministrazione nel merito della pendente ordinanza Rifiuti.

1 settembreCon nota prot. 601/2014 Presidente del consiglio e segretario comunale, negando la presenza dei funzionari del settore, impediscono la convocazione della commissione ambiente in quanto <<…sugli argomenti da Lei proposti ,non vi è alcuna competenza del consiglio comunale…..>>

2 settembreSollecito via pec presidenza del consiglio e tutti i Consiglieri a voler sostenere la mia richiesta di convocazione evidenziando

• l’urgenza di condizionare l’autorizzazione Ies alle garanzie richieste dal consiglio già espresse dalla d.c.c. 64 del 2010

• la possibilità del Sindaco di esprimere parere condizionato ai sensi del R.D. 1265/34• le preoccupanti evidenze della campagna Sentieri• le potenziali responsabilità di chi impedisce/ritarda il dibattito evidenziate dalla mia specifica

istanza fatta in procura ,(qui esplicitamente richiamata per la prima volta).

SOLO I CONSIGLIERI SCAGLIONI E CILIEGI HANNO RISPOSTO APPOGGIANDO LA MIA RICHIESTA. E’questa la mia ultima azione rivolta ai consiglieri componenti della commissione Ambiente, evidentemente troppo presi dai ragionamenti di Parte per pensare, in primo luogo, agli interessi della città.

1 settembreSeconda richiesta al ministero per una risposta in ordine alla mia richiesta del giorno 30/7

16 settembreGazzetta pubblica notizia presentazione da parte della Ies del progetto alternativo a quello decretato dal Ministero ( all.19) e registrato in comune in data 15/9/2014 ( in data 7-8-2014 era stata licenziata l’ass. Maffini, che viene sostituita in data 10 -9- dall’Ass. Segala)

18 settembreArriva in comune la proposta di progetto alternativo presentato dalla IES in contrasto con quello di cui il ministero ha ordinato l’esecuzione… Della cosa non è data alcuna evidenza al sottoscritto presidente della C.A. che è a conoscenza della cosa solo in forza dall’articolo di giornale pubblicato dalla gazzetta in data 16-9.

20 settmbreConvegno promosso dalla rete dei comuni S.I.N. al Seminario vescovile di Mantova-Comune e Provincia inviano “Saluti”.

229Capitolo 4 - le testimonianze

9 ottobreIn qualità di presidente della C.A. e cons. com., Richiamando il deliberato della d.c.c.64 del 2010 Invio osservazioni via PEC a Rosignoli, Segala e Grandi, ( pc. Maffezzoli) con la richiesta di condizionare eventuali autorizzazioni a IES, a: 1) garanzie fideiussorie per le bonifiche, 2) programma di sgombero impianti e serbatoi fatiscenti, 3) divieto di uso di impianti non revisionati e limitazioni al traffico su via Brennero.

17 ottobreRiunione del gruppo istruttore AIA- IPPC per la formulazione del parere intermedio relativo alla gestione della fase di dismissione dell’attività di raffinazione; in tale sede il comune non esprime riserve in ordine agli impegni di cui alla d.c.c.64/ 2010

22 ottobrePubblicata sulla GDM la notizia di possibili accordi Comune Provincia per approvare il rinvio del decreto di urgenza con il quale il ministero ha ordinato l’esecuzione del progetto di messa in sicurezza e bonifica della falda in Area Belleli

26 ottobreSenza nessun passaggio in commissione ambiente, Pubblicata sulla GDM la notizia di un “summit” in provincia presente il comune di Mantova, dove si è analizzato il progetto alternativo presentato dalla Ies in data 18-9 e che consentirebbe un risparmio di 13 milioni di EURO. ( a chi?)

27 ottobreRichiesta di accesso agli atti al Segretario Generale, nel merito di:

• Parere predisposto dagli uffici e inoltrato presso il Ministero dell’ambiente, quale anticipazione della posizione del nostro comune e relativo all’ultimo incontro nel quale si è discusso il rinnovo dell’A.I.A. chiesto dall’azienda Ies s.p.a..

• Verbale della stessa riunione svoltasi al ministero e concernente il rinnovo dell’A.I.A. chiesto dall’azienda Ies. s.p.a.

• verbali e valutazioni degli uffici relativi alla proposta predisposta dalla I.E.S. S.P.A., alternativa all’ordinanza di barrieramento fisico del surnatante in area Belleli, come recepita dal Comune e discussa nel Summit in provincia di cui si è avuta recente notizia sulla gazzetta di ieri domenica 26/10.”

27 ottobreRichiesta di accesso agli atti al Segretario Generale, nel merito di:…con preciso riferimento alla proposta predisposta dalla I.E.S. S.P.A., alternativa all’ordinanza di barrieramento fisico del surnatante in area Belleli, come recepita dal Comune e discussa nel Summit in provincia di cui si è avuta recente notizia sulla gazzetta di ieri domenica 26/10, CHIEDE , copia del quadro tecnico economico relativo : 1) al progetto di messa in sicurezza e bonifica del surnatante in area Belleli, come ordinato dal ministero, e 2) al progetto alternativo, di potenziamento delle barrieramento idraulico presentato dalla azienda I.E.S. S.P.A., presso gli uffici di questo comune.

28 ottobreTerza ed ultima richiesta al Ministero, con scadenza per il materiale riguardante le aziende inadempienti, dal 30 novembre.

28 ottobreMio ARTICOLO/INTERVISTA GdM dove esplicito il dubbio che la Maffini sia stata sacrificata alla IES.

29 ottobreIl Tar, rinvia il procedimento di discussione del ricorso della IES avverso il progetto Sogesid, ad aprile 2015.

31 ottobreMia richiesta di pubblicazione GdM di lettera di chiarimento della questione ricorso Tar Ies contro progetto Sogesid.

3 novembreeffettuato accesso agli atti di cui alle mie richieste in data 27/10richiesta 1) Dal parere e dal verbale di cui ai punti 1 e 2, si evince che dal comune è stata richiesta all’azienda la presentazione di un piano di dismissione decennale degli impianti e dei serbatoi inutilizzati. Nessun altra

230Capitolo 4 - le testimonianze

condizione ( l’aver ottemperato alle prescrizioni già previste in altri atti formalizzati e la diminuzione significativa delle fonti attive ( d.c.c. 64/2010) ne tantomeno garanzie fideiussorie e limitazioni al traffico su via Brennero,( come da noi BXM richiesto, vengono richiamate in atti). Oltre alle numerose inadempienze dell’azienda, il gruppo istruttore segnala che l’AUA NON può essere rilasciata ad attività ancora soggette ad AIA. ( all.12.1). Nel merito del punto 3 mi è stato detto a voce che ancora non sono ancora stati formalizzati pareri e/o valutazioni in merito alla proposta alternativa della IES al progetto SOGESID. Richiesta 2) Pur non avendo ancora avuto a disposizione un QTE dettagliato le cifre di cui hanno parlato i giornali sono quelle espresse in atti. 16 contro 3 milioni di euro.

3 novembreRichiesta di accesso Atti al Segretario Generale con la quale chiedo di essere messo a conoscenza di quali sono gli esiti delle verifiche effettuate dalle amministrazione in ordine:1) all’assolvimento da parte dell’azienda richiedente, di tutte le prescrizioni già previste in atti formalizzati ( ex punto G.1 , dcc. 64/2010 di questo comune-in allegato) 2) alla prescritta diminuzione annua delle quantità di fonti attive (ex punto G.2 , dcc. 64/2010 di questo comune - in allegato)

17 novembreRinnovo precedente richiesta di accesso agli atti, questa volta a Segretario, Presidente consiglio e Sindaco, e, oltre a quanto già chiesto con la precedente Pec, chiedo accesso atti Bonifica zanellini e stato attuazione richiesta di attivazione dei poteri sostitutivi di cui alla relazione ARPA prevenuta in data 5/8/14.

24 novembreAlla presenza di Gatti e Savazzi, Incontro UFFICIALE, con firma sulla richiesta di accesso solo per la pratica zanellini, e UFFICIOSO, per quanto attiene agli altri punti per i quali mi viene assicurata a breve, una risposta politica dalla giunta. Qui richiamo la mia del 12/8, nella quale si evidenzia la possibilità da parte del sindaco di esprimere parere condizionato al rilascio di Autorizzazioni ambientali, ai sensi del R.D. 1265/34

10-11-12 DicembreVerbali e relativi allegati della Conferenza dei servizi del giorno 9-12-2014 nella quale si concede ulteriore proproga di 60 gg, all’azienda per integrare gli atti; Si evidenzia il parere sostanzialmente favorevole dato dagli enti locali, al progetto alternativo di bonifica presentato dalla Ies.

11 dicembreRicevo risposta controfirmata dal solo assessore all’ambiente al mio sollecito del giorno 17. Il documento, rimandando alle generiche verifiche effettuate da Arpa ed Asl, nulla dice nel merito delle specifiche verifiche che l’amministrazione, dovrebbe produrre per onorare gli i richiamati impegni presi dal Sindaco (che ha controfirmato ed approvato la D.C.C. 64/2010); nello specifico l’impegno di : G) Esprimere il parere di competenza contrario al rinnovo delle Autorizzazioni Ambientali Integrate nell’occorrenza di ciascuna delle seguenti evenienze:1) Alla naturale data di scadenza dell’autorizzazione, in difetto dell’assolvimento di tutte le prescrizioni già previste in atti formalizzati.( carta degli impegni, accordo di programma, titolo convenzionati); 2) Alla naturale data di scadenza dell’autorizzazione, in assenza di una diminuzione annua delle quantità di fonti attive proporzionata al raggiungimento dell’integrale bonifica dei terreni entro il termine di dieci anni dalla data di approvazione della presente mozione. (unici rilievi ed analisi di riferimento quelli provenienti da Arpa e ISPRA).

2015

6 febbraioA tutt’oggi nessuna risposta è pervenuta, da Avv. Pernice del Ministero, in ordine alla mia richiesta di documentazioni di cui al giorno 1-7, e sollecitata in data 1-9 e 28-10.

4 magigoGli ultimi mesi dell’attività amministrativa sono caratterizzati dal silenzio della stampa in ordine alle autorizzazioni richieste dalla Ies e dalla comunicazione di un rinvio di ulteriori sei mesi in ordine alla discussione del ricorso della IES avverso il progetto Sogesid che slitta così ancora, nel silenzio generale, ad ottobre 2015...ricordo che nel febbraio 2014 erano stati dati 3 mesi all’azienda per l’attivazione delle bonifiche pena la denuncia per omessa bonifica da parte del Ministero...

Quanto sopra elencato, rappresenta la sintesi del lavoro che ho svolto, su incarico e indicazione del movimento civico Benedini Per Mantova, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini, nel corso di quattro anni di presidenza

231Capitolo 4 - le testimonianze

della Commissione consiliare ambiente e salute pubblica del comune di Mantova. La documentazione, gli allegati ed i verbali riferiti a quanto sopra sono stati accuratamente raccolti e catalogati e sarà mia cura trasmetterli al prossimo Sindaco ed al prossimo presidente di commissione unitamente alla relazione riservata ed al relativo carteggio concernente le istanze ed i contatti tutt’ora in corso con la Procura della repubblica nel merito delle tematiche ambientali che interessano la nostra comunità.

232Capitolo 4 - le testimonianze

Il nostro impegno per la Grande Mantovala testimonianza di Gianni Bombonati

Da quasi trent’anni il dibattito sulla grande Mantova entra nelle campagne elettorali dei vari candidati senza che in nessun modo la tematica sia stata approfondita e abbia portato alla realizzazione di un progetto concreto. Nel 2010, Ho accettato di far parte del movimento Benedini per Mantova alla sola condizione, in caso di elezione, di potermi direttamente impegnare per il raggiungimento dei un obbiettivo che in tanti anni di studi e ricerche ho individuato come il primo ostacolo alla crescita equilibrata del nostro organismo urbano.

2010 “subito la grande Mantova”

9 dicembreData di fondazione del gruppo “Subito la grande Mantova” al quale aderisco immediatamente partecipando a riunioni e condividendo materiale utile per diffusione di un consenso nei confronti del tema. Partecipo a diverse riunioni ed azioni pubbliche orientate a sensibilizzare i candidati alle provinciali al tema del capoluogo nel tentativo di richiamarli al loro impegno di governo delle relazioni sovra comunali. Si raccolgono le solite generiche promesse.

2011

16 maggioElezioni Provinciali Mantova, nulla di fatto sul tema, immediatamente passato in ultimo piano...

16 settembrePartecipo in qualità di certificatore alle operazioni di raccolta ed autentica delle firme per il referendum sulla grande Mantova. Sostenuta da un limitato gruppo bipartisan di certificatori comunali , parte la raccolta firme che, indetta d’intesa tra il comitato “subito la grande mantova” e un altro gruppo di esponenti istituzionali, politici e intellettuali. L’iniziativa verrà purtroppo snobbata dalla politica locale che nei fatti, ritira il proprio impegno logistico limitando il numero dei consensi a circa la metà di quelli necessari per l’approvazione della legge Regionale.

27 ottobreCon l’obbiettivo di <<consolidare la natura istituzionale della grande Mantova>>, viene firmato il protocollo di intesa tra i comuni di Mantova, Curtatone, Porto Mantovano, S.Giorgio di Mantova, e Virgilio.

13 novembreDelibera della Giunta Comunale di Mantova n. 200/ 2012 con atto di indirizzo che impegna <<ad intraprendere un percorso condiviso, in attuazione del protocollo, finalizzato alla realizzazione della Grande Mantova>>

2012 Tentativo di coinvolgimento del Consiglio Comunale

7 agostoDiventa Legge ( n.135 del 2012) il progetto di soppressione e razionalizzazione delle provincie. L’ipotesi per Mantova è quella di annessione a Cremona, realtà amministrativa più grande per n° di abitanti la cosa produce un’accelerazione delle iniziative in favore del processo di fusione.

1 novembreMia lettera alla Gazzetta in favore della Fusione.

16 novembreProponente primo firmatario in consiglio della proposta di deliberazione <<subito la grande Mantova>> per l’attivazione delle procedure di concertazione con le amministrazioni contermini della G.M.

30 novembreMia lettera alla Gazzetta in favore della Fusione.

11 divembreMi faccio promotore e sono primo firmatario di una richiesta ai sensi art. 37, per sollecitare il dibattito consiliare

233Capitolo 4 - le testimonianze

sulle mozioni già presentate in ordine alla necessaria presa di posizione consiliare sulla Grande Mantova.

27 novembreIn qualità di presidente della commissione ambiente invio a tutti i consiglieri, al Sindaco di Mantova ed ai Sindaci dei comuni di cintura, le slide predisposte dai comuni di Virgilio e Borgoforte impegnati nella campagna di sensibilizzazione delle cittadinanze al tema della fusione amministrativa.

2013 Il consiglio comunale di Mantova si esprime unanime in favore della fusione

9 gennaioMia lettera alla Gazzetta in favore della Fusione.

31 gennaioSono primo firmatario della proposta di O.D.G. sulla istituzione di un fondo di solidarietà per i lavoratori della Grande Mantova da realizzarsi mediante i proventi della fusione (ora in elenco argomenti o.d.g. n.68).

6 febbraioD.C.C. 5/2013 prot. 4786/2013 O.D.G. bypartisan, approvato all’unanimità del consiglio comunale. << Progetto di costituzione del comune unico della Grande Mantova>> in buona sostanza questa delibera legittima il Comune di Mantova ad attivare anche autonomamente, le procedure per la proposta di legge regionale istitutiva del comune unico.

7 aprileMio sollecito al Sindaco in ordine all’impegno previsto dalla d.c.c. 5/2013, di predisposizione degli studi di fattibilità del progetto di Fusione.

25 marzoInvito il sindaci con trasmissione atti e slide sui benefici del progetto di fusione che porterà a BorgoVirgilio.

20 aprileMia lettera alla Gazzetta in favore della Fusione.

7 giugnoPartecipazione ed intervento alla riunione dei consigli comunali della grande Mantova presso l’università di Mantova.

1 dicembreReferendum popolare per la fusione tra i comuni di Borgoforte e Virgilio; netta la vittoria dei Si.

7 dicembreConvegno al Bibiena sulla grande Mantova, organizzato dalla fondazione Bam, Corredato da strutturate analisi, viene presentato Dal Dott. Romano della LAN di Vicenza, il primo studio sociale ed economico, sulle possibilità di integrazione dei cinque comuni.

10 dicembreContatto il Dott. Romano chiedendo un preventivo per la strutturazione di un testo di sintesi riportante i potenziali benefici economici ed amministrativi connessi al progetto di fusione della Grande Mantova; Ricevo il preventivo in data 15/12, la somma si aggira tra i 5000 ed i 15000 Euro.

2014 Individuate le procedure e predisposte le analisi, a spese del Movimento, prende forma la prima Bozza concreta del progetto

10 gennaioIncontro con Giampaolo Benedini il dott. Romano per valutare una potenziale collaborazione in ordine alla predisposizione del testo di sintesi riportante i potenziali benefici dovuti al progetto di fusione della Grande Mantova. Appare chiaro che questo documento è il primo e più importante tra quelli che possono sensibilizzare gli amministratori dei comuni di cintura. Il dott. Romano chiede la mia collaborazione in comune per il reperimento del materiale necessario a strutturare le sue sintesi.

234Capitolo 4 - le testimonianze

27 gennaioInaspettatamente, Il Sindaco incarica il sottoscritto ed il consigliere Baschieri, dello svolgimento di attività di supporto in ordine all’individuazione delle procedure che consentono la costituzione del comune unico. Sino ad allora l’incarico con esiti a mè sconosciuti, era stato svolto dal Consigliere zaniboni affiancato dal cons. Baschieri.

29 gennaioIl primo atto è la richiesta fatta al Segretario, di inviare un quesito ufficiale alla regione Lombardia per verificare quanto pare essere possibile in ordine alla disamina effettuata della normativa regionale “la proposta di legge istitutiva del comune unico, può essere presentata anche da un solo Comune con popolazione di almeno 25.000 elettori”?

31 gennaioComincio a raccogliere materiale in comune richiedendo dati sul pendolarismo all’ufficio della Dirigente Sposito.

4 febbraioIstituzione del comune di BorgoVirgilio.

13 febbraioOrganizzo la conferenza dei Dirigenti e alla presenza del dott. Romano chiedo la collaborazione degli stessi per le risposte ai quesiti necessari alla LAN per la predisposizione del loro studio.

Maggio 2014Ulteriore azione di sensibilizzazione nei confronti dei candidati sindaci dei comuni di cintura in occasione delle elezioni comunali del 2014. Allego documentazione e materiale inerente i benefici della Fusione di BorgoVirgilio.

7 maggioPartecipazione convegno Fusione dei comuni e cittadini fra democrazia partecipativa, rappresentativa e diretta. Organizzazione a cura di Fondazione Banca Agricola e Comitato dei sindaci della G.M.

Luglio 2014Incontro i Sindaci di BorgoVirgilio, Curtatone e PortoMantovano per raccogliere pareri e suggerimenti in ordine ad una possibile strategia di sensibilizzazione nei confronti del Comune unico. Nessuno si dice contrario a priori, e tutti lamentano l’assenza di studi e ricerche formalizzate in una proposta concreta che dimostri i benefici ed i punti deboli della proposta .

9 luglioAlla presenza del Cons. Baroni e del Consigliere Baschieri, Incontro in Regione, l’Avv. Giammarrusti che mi consegna il parere sulla richiesta fatta in data quasi 6 mesi prima...la risposta è positiva, il comune di Mantova, in quanto rappresentante più di 25000 abitanti, può farsi promotore autonomamente della proposta istitutiva del comune unico ed attivare le relative procedure regionali.

10 luglioChiedo al Dott. Romano della società LAN Servizi, che ha già organizzato il convegno al Bibiena sulla grande Mantova a spese della Fondazione BAM, di predisporre uno studio sugli effetti economici della proposta fusione, da allegare alla proposta di progetto che sollecito il Sindaco di fare elaborare.

22 luglioSuggerisco al Sindaco di riunire immediatamente il consiglio dei sindaci per evidenziare l’evoluzione degli studi ed aggiornarli sulle possibilità di azione del comune di Mantova. Propongo al Sindaco di utilizzare i fondi a bilancio ( circa 10.000 euro) per incaricare la LAN della predisposizione dei prospetti economici della proposta di fusione. 3 agostoMetto sull’avviso il Sindaco dell’esigenza di una concertazione preliminare con i comuni di cintura prima dell’autonoma attivazione della proposta di legge regionale.

5 agostoIl sindaco mi comunica di avere autorizzato il segretario a formalizzare la consulenza con la Società Lan. Per lo svolgimento dell’incarico.

235Capitolo 4 - le testimonianze

5 agostoIl Sindaco, senza alcun preavviso, ritira le deleghe ai nostri Assessori Maffini e Tonelli.

Ottobre 2014Durante numerose conversazioni telefoniche il dott. Romano mi informa che non ha ricevuto più alcun incarico dal comune in ordine alla richiesta di consulenza.

19 novembreIl nostro movimento Benedini per Mantova mi autorizza ad affidare alla Lan di Vicenza, la sintesi più volte sollecitata al comune di Mantova. La relativa fattura è regolarmente liquidata dal ns. Tesoriere Daria Tosi.

18 dicembre Arriva materiale della Società Lan e prende corpo la fase di sintesi e progettazione della prima proposta strutturata di fusione amministrativa tra il capoluogo ed i cinque comuni di cintura. Il nostro movimento civico ha deciso di non ripresentarsi alle prossime elezioni, ma non ha rinunciato a farsi parte attiva del necessario processo di rinnovamento della Città. Per tale ragione abbiamo deciso di divulgare quanto da noi elaborato per la costruzione di un’ipotesi progettuale che mai sino ad ora era stata formulata in termini così concreti, con proposte operative e procedure definite come quelle che intendiamo ora consegnare alla città ed tutti coloro che vorranno farsene attuatori. Giovedì 21 maggio, alle ore 21.00, presso l’oratorio di S. Maria del Gradaro di Mantova offriremo il nostro contributo ai candidati sindaci per i comuni di Curtatone e Mantova. Si tratta di quel progetto la cui assenza è sempre stata lamentata dai vari attori del processo. Una proposta precisa, destinata a far discutere, ma potenzialmente in grado di dare un governo unitario alla nostra comunità nel breve corso dei due anni utili per attuare le procedure amministrative previste. Quello che serve ora, è una classe politica fortemente motivata a fare in primo luogo l’interesse dei cittadini e degli amministratori che abbiano la volontà e la forza di intraprendere i passi necessari.

236Capitolo 4 - le testimonianze

Il nostro impegno nella culturala testimonianza di Marco Tonelli

Pur nel poco tempo avuto a disposizione (febbraio 2013-agosto 2014), quasi un anno in meno di quello previsto (fino a maggio 2015), il mio mandato si è basato su un principio fondamentale, condiviso punto per punto con la lista Benedini per Mantova. Vale a dire esportare a livello nazionale e internazionale Mantova e i suoi valori più riconoscibili: storia, architettura e bellezza dei suoi siti. E tutto ciò con una strategia ben precisa: coinvolgere importanti artisti contemporanei a lavorare su Mantova (prendendo Palazzo Te come luogo di eccellenza) e coinvolgendo partner turistici molto importanti e organizzati e nostri vicini come il Consorzio del Lago di Garda (20 milioni di turisti l’anno) a cui poterci legare. In tal senso entrambi gli obiettivi sono andati a buon fine, seppur interrotti. La fine del 2014 vedrà gli ingressi di Palazzo Te aumentare del 30 per cento, e le presenze turistiche a Mantova sfiorare quota 150 mila, la più alta mai raggiunta. Al di là delle opportunità colte, altrettante sono quelle sfumate o interrotte per via del licenziamento da parte del Sindaco Sodano nell’agosto del 2014. Come ad esempio la realizzazione da parte di Daniel Buren di un’opera fatta apposta per la riapertura di Palazzo della Ragione in ottobre-novembre 2014, avendo l’artista iniziato già a lavorare ad un progetto, poi ovviamente lasciato cadere nel vuoto.

Arti Contemporanee

La prima operazione concreta è stata quella di mettere in campo un progetto dal titolo La casa degli Dei che avrebbe dovuto coprire tutto il mandato fino a maggio 2015. L’installazione di Plessi nella Sala dei Giganti, la prima di una serie, è proseguita con una video installazione di Bill Viola e una mostra di 8 grandi fotografie di Candida Höfer in Ala Napoleonica, con la mostra di Bertozzi&Casoni per tutto il percorso monumentale di Palazzo Te, la costruzione della grande scultura di Mimmo Paladino per la Sala dei Cavalli e la mostra di Ai Wei Wei che però per via del licenziamento da parte del Sindaco Sodano non è stato possibile seguire interamente nelle sue fasi progettuali e allestitive. Gran parte di questi progetti hanno visto realizzare appositamente le opere esposte ed ispirate a Mantova e ai cicli pittorici di Palazzo Te. A tali mostre di carattere internazionale si è affiancata una mostra antologica di Carlo Bonfà, forse il più rappresentativo artista mantovano. Da evidenziare l’inaugurazione il 12 luglio della mostra Amore e Psiche, che ha visto al suo interno, tra le sedi di Palazzo Te e il Museo della Città, opere di Canova, di Palma il Vecchio, di Tintoretto, di statue greco romane e di interventi di artisti contemporanei, come il pavimento a specchi di Alfredo Pirri nella sala di Amore e Psiche. Il 2 settembre 2013 si è invitato il pianista e compositore Michael Nyman a suonare al Teatro Sociale e nel febbraio 2014 il noto performer teatrale di avanguardia Antonio Rezza presso oil palco del Cinema Ariston.

Madrid

Nell’ottica di aprire relazioni internazionali con città di una certa levatura culturale e turistica, si sono presi contatti con l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, partendo dallo spunto che Madrid fino al Seicento si chiamava Mantua Carpetorum (Mantova dei Carpazi), prendendo appunto il nome da Mantova. Il 17 ottobre 2013 a Madrid presso l’Istituto Italiano di Cultura, insieme alla proiezione del Rigoletto di Bellocchio, si è presentata la città di Mantova nei suoi aspetti culturali, turistici ed enogastronomici, in una giornata in cui Stefano Scansani ha tenuto una conferenza per il pubblico madrileno su Mantova, unitamente ad una cena offerta con prodotti tipici e la possibilità di consultare pubblicazioni sulla storia e la cultura mantovana. I giorni seguenti si sono avuti poi incontri con l’Ambasciatore italiano Sebastiani, il direttore del Museo del Prado Gabriele Finaldi e tutto lo staff dell’assessorato alla cultura e al turismo di Madrid. Grazie a questi incontri si erano aperte strade di possibili collaborazioni con la capitale spagnola, prima tra tutte l’invito dell’Ambasciatore Sebastiani a rappresentare l’Italia per la grande festa del 2 giugno che si sarebbe tenuta a Madrid nel 2015.

237Capitolo 4 - le testimonianze

Garda e turismo

Dopo aver ripreso un accordo a cui non era mai stato dato avvio con il consorzio del Lago di Garda, abbiamo pianificato una sorta di tour mantovano per i principali centri del Garda e la possibilità di lasciare pressi hotel e punti di importanza strategica materiale informativo su Mantova (depliant, cataloghi, itinerari..). A questo proposito abbiamo fatto stampare un’agile guida su Mantova di 32 pagine. La collaborazione col consorzio del Garda ci ha permesso di essere presenti in vari importanti fiere internazionali del Turismo promossi proprio dal Consorzio gardesano all’interno dei loro stand, tra cui la più importante fiera turistica della Germania a Monaco di Baviera. Questa operazione, di grande efficacia, si è interrotta e non è mai stata ripresa dall’amministrazione in seguito al licenziamento. Abbiamo poi individualmente preso parte ad altre fiere mirate al turismo internazionale, come la City Fair di Londra e la grande fiera FITUR di Madrid con il supporto dell’ENIT.