DIANA · DIANA Riprende il nome della dea romana Diana. Il nome, più anticamente Diviana, può...

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DIANA Riprende il nome della dea romana Diana. Il nome, più anticamente Diviana, può essere ricondotto alla radice protoindoeuropea dyeu o dyeus, "splendere" oppure "cielo". I significati possibili sono dunque "divina", "celeste" o "splendente"; è quindi affine per semantica ai nomi Celeste e Urania nel secondo caso, e Argo nel terzo. Può inoltre rappresentare un ipocoristico di nomi quali Frediana, Verdiana e Secondiana. Il nome Deanna può in alcuni casi costituire una sua variante. Come nome proprio di persona, Diana è stato usato fin dal Rinascimento; nella cultura inglese divenne più comune dopo la pubblicazione nel 1817 del romanzo di Walter Scott Rob Roy, nel quale è presente un personaggio così chiamato. L'onomastico si festeggia in memoria della beata Diana degli Andalò, monaca domenicana e fondatrice, ricordata il 10 giugno. Si ricorda con questo nome anche la beata Diana Giuntini, patrona di Santa Maria a Monte, commemorata il primo lunedì dopo Pasqua. Diana degli Andalò (o d'Andalò) (Bologna, 1201 – Bologna, 9 gennaio 1236) è stata una religiosa italiana. È venerata come beata dalla Chiesa cattolica.Nacque nei pressi di Bologna in seno ad una famiglia nobile e politicamente attiva; suo fratello era Loderingo degli Andalò. Non vi sono informazioni sulla sua infanzia, se non che era bella, allegra e intelligente. Ammiratrice del beato Reginaldo d'Orléans, lo aiutò nel marzo 1219 nell'acquisto della località di Vigne (dove sorgeva il convento di San Nicolò, e dove sorge l'attuale Basilica di San Domenico). Nell'agosto dello stesso anno si unì ai domenicani, accolta da Domenico di Guzmán in persona, ma la famiglia era contraria e la costrinse a restare a casa. Il 22 luglio 1221 si unì allora alle monache agostiniane dell'Eremo di Ronzano: anche stavolta i familiari cercarono di impedirglielo, arrivando perfino a rapirla (evento durante il quale si ruppe una costola); Domenico le inviò delle lettere per consolarla, oggi perdute. La giovane, comunque, poi fuggì e fece ritorno a Ronzano, dove rimase fino al giugno 1223. Il beato Giordano di Sassonia incontrò dunque la famiglia di Diana, e li convinse che l'unico modo per averla vicino era quello di fondare un convento: nel 1222 così, Diana, aiutata dalla famiglia e da Giordano, fondò il monastero di sant'Agnese di Bologna, su un appezzamento di terra di proprietà del padre. Diana passò il resto della sua vita nel monastero, di cui divenne superiora, assieme ad altre monache oggi venerate come beate come Cecilia e Amata di Bologna. Diana mantenne per anni corrispondenza con Giordano di Sassonia, e molte delle loro lettere sono tuttora esistenti. Venne beatificata da papa Leone XIII, l'8 agosto 1888. Nelle icone è raffigurata come suora domenicana, che tiene in mano dei gigli, simbolo di purezza, e una rappresentazione del suo monastero. La ricorrenza è il 9 giugno (anche se vengono occasionalmente indicati anche l'8 e il 10 dello stesso mese). ~ Incontri pre-battesimali Parrocchia Maria Ss. di Caravaggio - Napoli 10 giugno 10 giugno

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Riprende il nome della dea romana Diana. Il nome, più anticamente Diviana, può essere ricondotto alla radice protoindoeuropea dyeu o dyeus, "splendere" oppure "cielo". I significati possibili sono dunque "divina", "celeste" o "splendente"; è quindi affine per semantica ai nomi Celeste e Urania nel secondo caso, e Argo nel terzo. Può inoltre rappresentare un ipocoristico di nomi quali Frediana, Verdiana e Secondiana. Il nome Deanna può in alcuni casi costituire una sua variante. Come nome proprio di persona, Diana è stato usato fin dal Rinascimento; nella cultura inglese divenne più comune dopo la pubblicazione nel 1817 del romanzo di Walter Scott Rob Roy, nel quale è presente un personaggio così chiamato. L'onomastico si festeggia in memoria della beata Diana degli Andalò, monaca domenicana e fondatrice, ricordata il 10 giugno. Si ricorda con questo nome anche la beata Diana Giuntini, patrona di Santa Maria a Monte, commemorata il primo lunedì dopo Pasqua. Diana degli Andalò (o d'Andalò) (Bologna, 1201 – Bologna, 9 gennaio 1236) è stata una religiosa italiana. È venerata come beata dalla Chiesa cattolica.Nacque nei pressi di Bologna in seno ad una famiglia nobile e politicamente attiva; suo fratello era Loderingo degli Andalò. Non vi sono informazioni sulla sua infanzia, se non che era bella, allegra e intelligente. Ammiratrice del beato Reginaldo d'Orléans, lo aiutò nel marzo 1219 nell'acquisto della località di Vigne (dove sorgeva il convento di San Nicolò, e dove sorge l'attuale Basilica di San Domenico). Nell'agosto dello stesso anno si unì ai domenicani, accolta da Domenico di Guzmán in persona, ma la famiglia era contraria e la costrinse a restare a casa. Il 22 luglio 1221 si unì allora alle monache agostiniane dell'Eremo di Ronzano: anche stavolta i familiari cercarono di impedirglielo,

arrivando perfino a rapirla (evento durante il quale si ruppe una costola); Domenico le inviò delle lettere per consolarla, oggi perdute. La giovane, comunque, poi fuggì e fece ritorno a Ronzano, dove rimase fino al giugno 1223. Il beato Giordano di Sassonia incontrò dunque la famiglia di Diana, e li convinse che l'unico modo per averla vicino era quello di fondare un convento: nel 1222 così, Diana, aiutata dalla famiglia e da Giordano, fondò il monastero di sant'Agnese di Bologna, su un appezzamento di terra di proprietà del padre. Diana passò il resto

della sua vita nel monastero, di cui divenne superiora, assieme ad altre monache oggi venerate come beate come Cecilia e Amata di Bologna. Diana mantenne per anni corrispondenza con Giordano di Sassonia, e molte delle loro lettere sono tuttora esistenti. Venne beatificata da papa Leone XIII, l'8 agosto 1888. Nelle icone è raffigurata come suora domenicana, che tiene in mano dei gigli, simbolo di purezza, e una rappresentazione del suo monastero. La ricorrenza è il 9 giugno (anche se vengono occasionalmente indicati anche l'8 e il 10 dello stesso mese).

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