Dialogo 3/12 - Come ricostruire comunità

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giugno 2012 numero 3 - anno XXII il dialogo bimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzere associazioni cristiane lavoratori internazionali Come ricostruire c o m u n i t à

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Bimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzere associazioni cristiane lavoratori internazionali.

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giugno 2012numero 3 - anno XXII

il dialogobimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzereassociazioni cristiane lavoratori internazionali

Come ricostruire

comunità

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La vignetta di Daria Lepori

Impressumil dialogoBimestrale delle ACLI SvizzeraDistribuito in abbonamentoStampa 5000 copie

Comitato di redazione:Luciano Alban, Ennio Carint,Antonio Cartolano, Moreno Macchi, Francesco Onorato,Franco Plutino, Giuseppe Rauseo, Paolo Vendola, Luigi Zanolli

Responsabili di zona:AG: Gaetano VecchioBS-BL-BE-SO: Anna GarziaGE-VD: Luciano GattoZH-LU-SG-SZ-TG: Salvatore DugoTI: Ivana Caldelari

Redazione e recapito:Redazione il dialogoVia Contrada Nuova 16982 Agnotelefono 091 921 47 [email protected]

Stampa:Tipografia Reggiani SpA Brezzo di Bedero (VA)

Progetto grafico:Daria LeporiCoordinamento e impaginazione:Ivana Caldelari

È possibile abbonarsi:sei numeri annuali a fr. 20.-CCP 65 - 272444 - 7

Il prossimo numero sarà recapitato afine agosto 2012. La chiusura di reda-zione per contributi scritti è fissataper il 30 luglio 2012.

Congresso nazionale ACLI Svizzera

sabato e domenica 20-21 ottobre 2012

Congressi cantonali e intercantonaliACLI intercantonali Romandiasabato 9 giugnoACLI intercantonali Zurigo e SCOdomenica 10 giugnoACLI intercantonali BaBeSosabato 16 giugnoACLI cantonali Argoviadomenica 23 settembreACLI cantonali Ticinosabato 6 ottobre

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EDITORIALE

Necess i tà d i r innovars i

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Sommarionumero 3 - anno XXII

Il correre del tempo ci ha portato allaconclusione del nostro mandato di diri-genti delle ACLI Nazionali dellaSvizzera. I Congressi Cantonali eIntercantonali sono in parte già avvenu-ti. Il 9 giugno a Losanna, quello delleACLI Romande; il 10 giugno aWeinfelden, quello delle ACLI dellaSvizzera Centro Orientale ed il 16 giu-gno a Muttenz quello delle ACLI dellaSvizzera Nord Occidentale. Il 23 set-tembre a Lenzburg si terrà poi quellodelle ACLI dell’Argovia ed il 6 ottobrea Lugano quello delle ACLI delTicino. Nel rispetto quindi del dettatostatutario, il 20 ed il 21 ottobre poi, adistanza di quattro anni dall'ultimoCongresso Nazionale di Winterthur,ad Emmenbrücke, nel bellissimo nuovocentro “Papa Giovanni” si terrà l’11°Congresso Nazionale delle nostreACLI della Svizzera.

Congresso che sulla traccia del 24°Congresso delle ACLI Centrali tenuto-si a Roma dal 3 al 6 maggio scorsi,avrà per tema: “Rigenerare comunitàper costruire il futuro”.

Questo ci impone fin da subito la neces-sità di avere sempre presente un conti-nuo sforzo a rigenerarsi per restare alpasso con il correre del tempo e dellerealtà contingenti riportando però sem-pre, al centro del nostro impegno, ilrichiamo alla “comunità”. Noi siamoACLI se sappiamo partire dai piccolidai semplici e dai bisognosi, ma losiamo soprattutto se sappiamo costruiree rinnovare il senso di comunità.Nessuno di noi è fine a se stesso e ciò chefacciamo ha senso e valore solamente selo facciamo con, assieme e per gli altri.

Il presidente Andrea Olivero, riconfer-mato a grande maggioranza dal con-gresso di Roma, nella sua lunga, valo-rosa, appassionata e nel contempo preci-sa relazione d’apertura (che invito cal-damente a leggere) ricordava, tra letante puntualizzazioni, che: “è la fra-ternità la grande assente tra le realiz-zazioni dell’utopia moderna”.Abbiamo ottenuto e otteniamo tanteconquiste tecnologiche ma queste hannoprodotto e producono grandi fratture nel

tessuto sociale, solitudine e perdita dilegami e relazioni interpersonali chesono la linfa di ogni sana comunità.Continuava poi Andrea “L’unico futu-ro realisticamente possibile per il nostrotempo della tarda modernità è la risco-perta della Fraternità”. Fraternità chedeve tradursi quindi in progetto politicoper il XXI secolo. In questo tempo didiffusa insicurezza solo un ritorno avalori concreti riporta e da senso alnostro impegno nel territorio.

Io sono convinto che oggi più che mai c’èimpellente il bisogno di ridare senso nel-l’esperienza dei nostri Circoli ACLIalla ricerca di una nuova visione delfuturo con un allargamento all’impegnosapendo passare ad altri valori e respon-sabilità mantenendo una disinteressataprossimità al servizio. Oggi, bombarda-ti come siamo, di dati sulla crisi, e sullecrisi, causate dalla macro economia e suipoteri forti del controllo dei mercatiabbiamo perso il senso della vicinanza,del sentirsi cittadini del paese dove vivia-mo, abbiamo perso il senso dell’amiciziae dell’onestà condivisa. Abbiamo pur-troppo soprattutto perso la forza di cre-dere nella solidarietà che ci fa prossimogli uni per gli altri. Solidarietà che sap-piamo e dobbiamo coltivare nelle nostrerealtà, nei nostri Circoli e nelle nostreACLI aperti e disposti a rinnovarsi asperanze nuove ricordando che nullamai otterremo se non sappiamo, conserietà e una buona dose di umiltà, pen-sare in grande.

Ennio CarintPresidente ACLI della Svizzera

Il cuore e la manoRitrovare il senso di appartenenza pag. 4

AcliFaiEmigrati, italiani nel mondo pag. 5

Svizzera-ItaliaRapporti fiscali pag. 6

Filo diretto con SynaSyna favorevole all’iniziativa RBI pag. 7

Dall’Europa Una patto per la crescita pag. 8

Ricostruire comunità Saluto di Andrea Olivero pag. 9

ACLI una forma democratica pag. 10

Una forza è fondata sull’identità pag. 11

Rigenerarsi per progredire pag. 12

Fare cerchio per ripartire pag. 13

Riflettere anche sul territorio pag. 13

Realtà e speranze pag. 14

Azione sociale pag. 15

PatronatoIMU imposta su case e terreni pag. 16

ENAIPApprendistato, percorsi alternativi pag. 18

EditoriaPresto ti sveglierai pag. 19

Vita delle ACLIACLI Wohlen, 25 anni della sede pag. 20

Giovani e social networks pag. 21

Lugano, conferenza biblica pag. 22

ACLI Locarno, assemblea pag. 22

Gite sociali pag. 23

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IL CUORE E LA MANO

R i t ro v a re i l s e n s o d i a p p a r t e n e n z a

È avvenuto un autentico stravolgimento di pro-spettive, assimilabile ad una sorta di violento scon-volgimento ideologico, sovente dagli esiti cruenti.A titolo indicativo, penso alla Rivoluzione france-se, spinta da forti ideali libertari, di giustizia socia-le, ma trasformatasi ben presto in un’orrenda car-neficina. Si potrebbe dire lo stesso delleRivoluzioni del XX secolo (nazista, sovietica, cine-se o cubana), segnate da distruzioni immani. Arigor del vero, tali trasformazioni culturali e politi-che sono state promosse nel nome della democra-zia e della libertà, di fatto sono state delle imposi-zioni con la forza di forme di governo falsamentepopolari, per il bene comune. Non di rado, le società attraversate e sconvolte daimoti rivoluzionari, hanno subito autentiche “stragid’innocenti”, con illusorie promesse di progressocollettivo e di maggiore età dei cittadini. Al frontedi simili mutamenti, spesso i cristiani si sono limi-

di fra Martino Dotta, assistente spirituale ACLI Svizzera

Tra le più significative caratteristiche dei cambiamenti di menta-lità e costumi, avvenuti nei paesi occidentali negli ultimi secoli, siconta la presa di coscienza dell’inviolabilità della coscienza del-l’individuo umano.

tati ad assumere un atteggiamento remissivo o vit-timistico, senza dimostrare il coraggio profetico dichi denuncia ingiustizie e menzogne.

Per quanto riguarda più direttamente l’Occidente,si è passati da un sistema di pensiero collettivista(la priorità attribuita alla comunità, a partire dagliinteressi familiari) ad un ordinamento individuali-stico (la singola persona, soggetto ed oggetto didiritto, è posta quasi esclusivamente al centro del-l’attenzione). La dignità personale ed i diritti priva-ti sono giustamente riconosciuti dalla società edallo Stato. Tuttavia, tra le conseguenze più pro-blematiche di tale fenomeno – anche sul piano spi-rituale – figurano il graduale isolamento dell’esse-re umano dal gruppo (e quindi dal corpo ecclesia-le) e il progressivo sgretolarsi del senso di apparte-nenza ad un tutto interconnesso. È una realtà chesi riscontra, ad esempio, nella fragilità dei rapportiinterpersonali e sociali (vedi l’elevato numero diseparazioni, rotture o divorzi, un problema chetocca sia le Chiese, sia la collettività nel suo insie-me), nella facilità con cui si spezzano e ricompon-gono i rapporti parentali o pubblici, nella perditadel valore della memoria personale e comunitaria.

Se per contro leggiamo con attenzione la Bibbia,siamo confrontati ad una situazione assai diversanei contenuti e nelle forme. In ogni sua pagina, ilTesto Sacro mette radicalmente in discussione imutamenti in questione, rinviando di continuo allegame esclusivista di Dio con i suoi fedeli e per-tanto tra di loro. Libri come l’Esodo o quelli pro-fetici di Ezechiele, Gioele o Naum, per esprimereil vincolo profondo ed irrinunciabile tra Dio e l’u-manità usano il concetto di gelosia. Per quantosconcertanti, espressioni quali «il Signore si chiamaGeloso: Egli è un Dio geloso» (Esodo 34,14) ricor-dano come il Dio ebraico, cristiano ed islamiconon tolleri rivali, né facili scappatoie devozionali.Egli esige invece fedeltà assoluta, poiché ha sceltoun popolo insignificante dal lato sociologico estrategico, per affidargli un compito universale: lafelicità individuale e collettiva. Nessuno può esse-re felice da solo. In chiave cristiana, la comunità èanzitutto dono divino ed esigenza condivisa, chestimola la coscienza personale di appartenere gliuni agli altri a causa dell’unico Dio. Perciò l’assem-blea ha inizio da un atto di conversione, radice diqualsiasi vera trasformazione sociale e democrati-ca!3

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Cari Amici,la FAI (Federazione delle ACLI internazionali),nata dal Congresso delle ACLI di Napoli nel 1966,fin dalle sue origini intendeva realizzare la volontàdelle ACLI di evidenziare la sua vocazione all’in-ternazionalità contenuta nel Patto Associativoapprovato in quell’occasione e ribadita in tutta unaserie di documenti successivi.Ricordo a questo proposito un passaggio contenu-to nel documento congressuale della IIIAssemblea della FAI a Parigi nel 2010:

“Ogni realtà territoriale, ogni Circolo consideril’allargamento dei confini nel suo programmaassociativo”.

Nello stesso documento si diceva:

“Vogliamo assumere la sfida del futuro delle ACLInel mondo con la volontà di rielaborare la nuovamissione possibile dopo la grande stagione di pre-senza legata all’emigrazione, per fare delle nostreACLI, in ognuno dei Paesi nei quali siamo presen-ti, una casa adatta ai tempi e ai territori dove noisiamo arrivati come emigranti e viviamo oggicome cittadini e italiani nel mondo”.

Dunque la FAI deve rappresentare e interpretare,come dicevo, l’internazionalità delle ACLI, nelrispetto di un trinomio coinvolgente e che imponeresponsabilità: autonomia, federalità, sussidiarietà.

In questa direzione sia il Presidente AndreaOlivero, sia la dirigenza delle ACLI italiane hannomanifestato una grande sensibilità con l’istituzionedel Dipartimento “Rete mondiale aclista” comeimportante supporto per la FAI, che incarna lapresenza degli iscritti delle ACLI sia italiane chedell’estero.

A questo Congresso la FAI ha voluto portare uncontributo con un documento che ne propone laconoscenza, l’utilità, la sua ricchezza per alcuniversi ancora potenziale nelle nostre mani.

Vorremmo che tutte le ACLI si ritrovassero unitenel riconoscimento, non solo formale, dell’impor-tanza della presenza dei cittadini italiani all’estero,da considerare “punta di diamante” per la costru-zione dell’ “uomo europeo” e dell’ “uomo globa-le”.

L’esperienza del vissuto associativo aclista neiPaesi dove siamo presenti si è sintetizzata nel con-tributo al dibattito di questa assise congressuale,contributo che ha lo scopo particolare di rivolger-si a tutti i dirigenti aclisti, molti dei quali purtrop-po forse non conoscono l’esperienza e il lavorosvolto dalla FAI con il supporto prezioso dellaRete mondiale aclista, in forma diversa e tra rischied opportunità con le varie realtà acliste in Europae nel mondo, anche attraverso la presenza dei ser-vizi, in particolare del Patronato, operando per una“rigenerazione associativa integrale”.

E voglio insistere nell’auspicare una forte integra-

zione associativa tra le esperienze all’estero e l’e-sperienza in Italia.Sappiamo che in tutti i Paesi fuori dell’Italia leACLI godono di una sincera considerazione. Citol’ultimo esempio, quello della richiesta dellaTelevisione olandese al presidente delle ACLIdell’Olanda di un’intervista con una domanda suche cosa intendano fare le ACLI per i giovani chegiungono in quella nazione.Permettetemi di concludere con una nota di vivoapprezzamento per l’intervento di Mons. Toso, di“Giustizia e Pace”: in essa la FAI si riconoscetotalmente, soprattutto nella parte iniziale riferitaalla globalizzazione della solidarietà e degli ideali dicui tutte le ACLI devono farsi portatrici per la lororigenerazione.La nostra presenza nel mondo può svilupparedelle forze e degli strumenti capaci di difenderevalori e diritti che garantiscano la solidarietà a cuiappunto si riferiva Mons. Toso.3

di Luigi Zanolli, vice presidente FAI-ACLI

Dal 3 al 6 maggio si è tenuto a Roma il 24°Congresso nazionale delle delle Associazioni cri-stiane dei lavoratori italiani, evento centrale nellavita associativa delle Acli. Titolo: “Rigenerarecomunità per ricostruire il Paese, artefici didemocrazia partecipativa e buona economia”.In quell’occasione Luigi Zanolli è intervenutocon un discorso che pubblichiamo integralmen-te in questa pagina.

ACLIFAI

Emigrat i , c i t tad in i e i ta l ian i ne l mondo

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SVIZZERA-ITALIA

Rapporti fiscali: decolla il negoziato italo-svizzero

di Franco Narducci, deputato al Parlamento italiano

Il sorprendente annuncio del 9 maggio scorso con cui, congiun-tamente, il Dipartimento federale delle finanze svizzero e ilMinistero dell’Economia e delle Finanze italiano manifestavano lavolontà di riprendere il dialogo sulle questioni finanziarie e fisca-li, ha avuto immediatamente un seguito formale, in coerenza conla tabella di marcia annunciata.

Il 24 maggio, infatti, si è svolta a Roma la primariunione del gruppo pilota sul negoziato italo-sviz-zero e il 12 giugno prossimo s’incontreranno, sem-pre a Roma, il Presidente del Consiglio dei Ministriitaliano, Professor Mario Monti, e la Presidentedella Confederazione elvetica Eveline Widmer-Schlumpf. Presumibilmente l’incontro, oltre a diri-mere alcune questioni tecniche, darà al negoziatola caratterizzazione politica per individuare le solu-zioni occorrenti sulle numerose questioni aperte.La Svizzera ha scelto di negoziare bilateralmentecon i Paesi dell’UE accordi di natura finanziariarelativamente alla tassazione dei capitali depositatida cittadini di Paesi comunitari nellaConfederazione, nonché alla tassazione degli inve-stimenti fatti dai predetti cittadini. Un aspetto spi-noso, alla luce di alcuni casi di fuga di dati verifi-catisi in questi ultimi anni e, soprattutto, del con-tenzioso che vede la Confederazione contrappostaagli Stati Uniti d’America, con relative pressioniper l’abolizione del segreto bancario.

Ultimamente, nel Consiglio Ecofin svoltosi loscorso 15 maggio, la Commissione UE ha chiestoil mandato per rinegoziare gli accordi stipulati nel2004 con Svizzera, Liechtenstein, Monaco,Andorra e San Marino concernenti la tassazionedei redditi da risparmio. Nel frattempo, tuttavia, ilcommissario europeo alla fiscalità, Algirdas Šeme-ta, aveva ritenuto, con una dichiarazione ufficiale,le convenzioni già stipulate dalla Svizzera conGermania e Gran Bretagna conformi al dirittocomunitario; indubbiamente un passo avanti per laratifica delle succitate convenzioni nei rispettiviParlamenti, comunque non priva di difficoltàsoprattutto a causa di un quadro politico che stamutando.L’Italia in questo contesto e sulla scia dell’espe-rienza tedesca, inglese e austriaca (aggiuntasi nelfrattempo) ha intrapreso la strada dell’accordo conla Svizzera sulla tassazione delle attività detenutenel territorio della Confederazione. Un accordoche, in una situazione di crisi, porterebbe al nostro

Paese entrate consistenti e soprattutto tasserebbeadeguatamente i capitali italiani “emigrati” inSvizzera per sfuggire al fisco, facendo dimenticarecosì le briciole degli scudi messi in campo dall’exMinistro Tremonti.

Circa un anno fa, la mozione Narducci ed altri,votata in maniera bipartisan il 7 giugno 2011,aveva creato le condizioni per la ripresa del nego-ziato, ma le vicissitudini politiche e il cambio diGoverno avevano tracciato altre priorità. La mozione chiedeva al Governo di riavviare ildialogo per normalizzare i rapporti tra i due Paesie di adottare le soluzioni ai contenziosi aperti.Obiettivi che si rinvengono nelle mozioni ora indiscussione alla Camera e che sono contemplatianche nella dichiarazione rilasciata dal gruppopilota al termine della riunione del 24 maggio scor-so: «il modello di convenzione sulla regolarizza-zione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzerada contribuenti non residenti e sull’introduzione diun’imposta alla fonte sui futuri redditi da capitale,l’accesso ai mercati finanziari, le black list esisten-ti, la revisione della Convenzione bilaterale per evi-tare le doppie imposizioni (anche con riferimentoallo scambio di informazioni) e l’accordo relativoall’imposizione dei lavoratori frontalieri».

L’accordo tra Svizzera da una parte e Germania,Gran Bretagna e Austria dall’altra, conferisce allaSvizzera, secondo il cosiddetto modello Rubik, ilruolo di esattore, quale sostituto d'imposta perconto del Paese contraente l’accordo. Sempre sullabase di tali accordi, la Svizzera otterrebbe il man-tenimento del segreto bancario e una serie di faci-litazioni per l’accesso delle proprie banche su ter-ritorio della controparte stipulante. Sarà sufficiente? Credo che una simile convenzio-ne, applicata correttamente e senza trucchi, rap-presenti una buona base di cooperazione per iprossimi anni.3

Franco Narducci

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“Syna non teme di formulare o discutere utopiesociali, né di sollecitare i propri aderenti a pensa-re ed agire contro lo spirito del tempo”, si pote-va leggere nel documento congressuale del 2006.Fedeli a questa massima, al Congresso 2010abbiamo esplicitamente tematizzato il reddito dibase incondizionato, che garantirebbe a tutte lecittadine e a tutti i cittadini un’entrata minima eoffrirebbe l’opportunità di accettare un impiegosensato senza dover cedere a pressioni contin-genti.

Con un reddito di base incondizionato cambie-rebbe anche la posizione delle persone attive, poi-ché i lavori umili o sottopagati dovrebbero perforza essere meglio rimunerati. Si creerebbe unasicurezza reddituale vera che rafforzerebbe ladignità del singolo e combatterebbe efficacemen-te la povertà. Il reddito di base incondizionatorappresenta anche uno strumento di promozionedella creatività e stimola l’innovazione economi-ca.

FILO DIRETTO CON SYNA

S y n a è f avo re vo l e a l l ’ i n i z i a t i v a s u l l ’ R B INessuna sostituzione alle attuali assicurazionisocialiL’11 aprile è stata lanciata l’iniziativa popolare perun reddito di base incondizionato. Il Comitato Syna sostiene questo progetto, poi-ché contribuisce a concretizzare su ampia scala ildibattito su un’idea che oggi viene ancora consi-derata un’utopia. Il breve testo dell’iniziativa chiede allaConfederazione l’istituzione di un reddito di baseincondizionato che consenta a tutta la popolazio-ne di condurre un’esistenza dignitosa e di parte-cipare alla vita pubblica. La legge disciplinerebbein particolare il finanziamento e l’importo delreddito di base, partendo da una somma di 2500franchi per persona – ridotta per i bambini e igiovani.

L’RBI sarebbe un’integrazione necessaria, manon potrebbe mai sostituirsi alle attuali assicura-zioni sociali. Non si tratta di una misura di rispar-mio dello Stato sociale. Sebbene un reddito dibase di 2500 franchi riassorbirebbe integralmentela rendita AVS, nello Stato sociale rimangonomolti diritti legittimi che vanno oltre l’importodell’RBI – e che occorre assolutamente tutelare.

Un’economia basata sull’esclusione e la costrizio-ne ha bisogno di nuovi approcci. Syna è favore-vole all’idea dell’RBI, desidera essere parte attivaal dibattito e contribuire a trasformare in realtà lavisione di un avvenire più equo. 3

Lo scorso aprile è stata lanciata l’iniziativapopolare per un reddito di base incondizionato(RBI). In occasione dell’ultimo Congresso nazio-nale (ottobre 2010) i delegati del sindacatoSyna avevano deciso di sostenere l’idea di fondodi un RBI. Se in passato l’attività sindacale eraorientata in primo luogo alle lavoratrici e ailavoratori, in considerazione della destabilizza-zione mondiale dei rapporti d’impiego vannoora adottate nuove strategie.

di Sandra Leis

Un reddito mensile minimo per tutti - lavoratorie no - per attenuare l'angoscia esistenziale dellapopolazione residente legalmente in Svizzera difronte alla necessità di procurarsi un minimovitale. Questo l'obiettivo che si prefigge l'iniziati-va popolare «Per un reddito di base incondizio-nato», presentata il 12 aprile scorso a Bernadavanti ai media.I promotori del testo, tra cui figura l'ex vice can-celliere della Confederazione, Oswald Sigg,hanno fino all'11 ottobre 2013 per raccogliere le100 mila firme necessarie.

Il testo chiede che la Confederazione provveda«all'istituzione di un reddito di base incondizio-nato», per «consentire a tutta la popolazione dicondurre un'esistenza dignitosa e di parteciparealla vita pubblica». Secondo l'ex vice cancelliere della Confederazio-ne, il reddito incondizionato potrebbe essere fis-sato a 2500 franchi e andrebbe a vantaggio ditutti, lavoratori e non lavoratori, poveri o ricchi,malati o sani. Le modalità di finanziamento el'importo del reddito di base verrebbero comun-que fissati dal parlamento con un'apposita legge.

R B I : u n r e d d i t o m e n s i l e m i n i m o p e r t u t t i

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DALL’EUROPA

U n p a t t o p e r l a c r e s c i t a e u ro p e a

di Luca Jahier, presidente III Gruppo del CESE *

Secondo gli esperti più accreditati (da buon ultimo uno studiomolto serio degli economisti della Morgan Stanley) l’Europa hadavanti a sé quattro scenari: il rinascimento europeo (definito comepoco probabile…); il divorzio europeo, cioè l’aumento della fram-mentazione con l’esito di una rottura dell’Euro (con un discretogrado di probabilità); i due scenari intermedi, definiti il “matrimo-nio all’italiana” (tenere insieme da 150 anni due aree del paese conprospettive strutturalmente diverse) o di “equilibrio instabile”, lega-ta ad un mix di interventi della BCE, vertici di emergenza dei gover-ni (ne abbiamo già fatti 24 con 14 crisi e cambi di governo), qual-che riforma strutturale e un po’ di austerità, accompagnata forse daqualche nuovo investimento comune (i project bonds).Quest’ultimo è ritenuto il più probabile ed è difficile dare torto agliesperti, se si guarda quanto fatto dalla manifestazione della crisi nel-l’estate del 2008 ad oggi (cioè in 4 anni!).A questo si aggiunge una sempre più pervasiva crisi della stessatenuta democratica: decisioni draconiane prese nel corso di verticinotturni, parlamenti nazionali costretti a ratificare in sedute neiweek-end, sfiducia crescente dei cittadini nella capacità delle istitu-zioni di pilotare una seria uscita dalla crisi, di rimettere ordine nelcampo di chi è stato all’origine della crisi e di garantire una seriaprospettiva di lavoro, benessere e protezione sociale per le genera-zioni che verranno.Bisogna cambiare registro, cominciando proprio dal punto dell’ori-gine della crisi, che si basa su una logica folle che ha alimentato larincorsa di tutti, governi ed economia negli ultimi 20 anni: è cioèche si potesse vivere creando debiti sempre più giganteschi e cheper renderli sostenibili bastasse abolire ogni regolamentazione nel

settore finanziario (come ha fattoClinton negli USA negli anni ’90),lasciandolo libero di inventarsiogni sorta di diavoleria. Il risultatoè stato l’esplosione della finanziaanglosassone (punto di rottura nel2007 negli USA), la devastazionedel sistema bancario di tutto ilmondo occidentale e l’esplosioneinsostenibile dei deficit pubblici,oggi sotto ricatto speculativo dellagrande finanza internazionale.Mettere regole e ordine nellafinanza, sottoporla ad una vera tas-sazione, soprattutto delle trans-

L’Europa attraversa una delle crisi più devastanti e profonde dellasua storia recente. Dopo oltre 65 anni di pace, ricostruzioneprima e progresso poi che hanno portato il nostro continentead essere un faro nel mondo intero per le condizioni di vita, soli-dità economica, protezione sociale e qualità della democrazia,oggi come non mai tutto questo è a rischio.

azioni di breve termine (utili a far profitto perpochi ma assai dannose per le imprese e per illavoro), sottrarre il debito pubblico alla gestionespeculativa dei mercati, risanare i bilanci pubblici,abbattendo progressivamente gli spaventosi stockdi debito pubblico con inevitabili misure di restri-zione e di austerità. Questa è una base, dura manecessaria, per liberare risorse e futuro.Il secondo passaggio riguarda la riconversioneradicale della nostra mentalità economica preva-lente: la ricchezza non si crea per l’abilità dei gio-chi finanziari e per le troppe rendite, ma sempre ecomunque con la vecchia regola del sudore dellafronte e del rischio di impresa. Per questo bisognaradicalmente risanare i meccanismi dell’accesso alcredito, a tassi ragionevoli, per le piccole e medieimprese, artigiani e cooperative e abolire l’abomi-nio dei tempi biblici per essere pagati dalle pubbli-che amministrazioni per lavori e servizi eseguiti. Questi due passaggi fondamentali sono i veri pila-stri di quello che impropriamente si chiama “PianoMarshall”. Non saranno certo i cinesi a portarci inuovi capitali, siamo noi a dover liberare le ric-chezze che ci sono e riprendere il controllo di ciòche da strumento (la finanza) si è trasformato inprincipio e fine, sovraordinato a qualunque legisla-tore e governo.L’Europa è infine chiamata ad affiancare al merca-to unico e alla moneta unica una vera politica fisca-le comune, con sistemi sempre più convergenti ditassazione delle imprese e di protezione sociale, edi una nuova e decisiva politica economica e indu-striale comune. Come fu ai tempi della Ceca con ilcarbone e l’acciaio, oggi vi sono le imprese di rete,i servizi, l’approvvigionamento energetico e leenergie rinnovabili, per citarne solo alcuni, i verimotori della crescita.Così facendo, noi europei non ci arrenderemo altriste fato di consegnare l’avvenire della nostra sto-ria comune, con i suoi fasti e le sue immense tra-gedie, al declino definitivo della nostra civiltà,magari accompagnata da qualche iniezione eutana-sica di ripiegamenti nazionalisti e localisti che ci porterebbero solo e più velocemente verso trage-die che abbiamo già conosciuto. E così facendol’Europa riconquisterà seriamente il suo posto nelmondo e la vera considerazione per il contributoche può dare al progresso di tutti.3

* Comitato economico e sociale europeo (CESE)http://www.eesc.europa.eu/

Luca Jahier

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Molte parole sono state spese, spesso infruttuo-samente, sulla crisi economica, politica e socialeche ha intrappolato le speranze di giovani, lavo-ratori, pensionati e lo sviluppo economico delnostro come degli altri paesi europei. Ciò che avolte si ignora, nell’affrontare l’argomento, è lapossibilità di rigenerazione che una crisi dramma-tica come quella che stiamo vivendo può offrire.È ormai evidente a tutti il fallimento di un model-lo organizzativo dell’economia e della società cheaveva posto al centro l’individuo sacrificando lacomunità, che aveva consegnato alla finanza ilcontrollo delle ricchezze togliendolo all’econo-mia reale, e che aveva infine soffocato la parteci-pazione delle persone alla gestione del benecomune con meccanismi di delega. È ora ilmomento opportuno per proporre un modellodiverso. Dobbiamo avere il coraggio, oggi, dicostruire, anzi, ricostruire i beni relazionali asciu-gati da troppi anni di egemonia individualista, nelprogetto di una polis ispirata dalla fraternità.Sull’architrave di questa bellissima parola devepoggiare la rigenerazione delle nostre comunità,locali, nazionali e internazionali.Un progetto di rinnovamento culturale che sifondi sulla fraternità, è evidente, deve porre alsuo centro l’uomo. Non è un caso, allora, chequest’anno le Acli abbiano deciso di aprire il lorotesseramento affermando che “Il vero capitale èl’uomo”. La nostra associazione lo ha dimostratonel tempo, con la sua azione sul territorio: non sicrea una comunità se non si è disposti ad ascolta-re il prossimo, così come non si esce dalle diffi-coltà facendo affidamento soltanto sulle proprieforze. E con la stessa forza con la quale poniamol’uomo al centro delle nostre attenzioni, dobbia-mo affermare che la fraternità non può subirelimiti. Non esistono confini che possano esclude-re qualcuno dai suoi inalienabili diritti di personaumana, e non possiamo pretendere di difendereuna cultura chiudendola alle altre. Al contrario,proprio nel momento difficile che stiamo viven-do, l’Italia deve finalmente comprendere la ric-

Il 2012 è stato per le ACLI un anno carico di cambiamenti e rigenerazioni. Una lunga stagione di assemblee dicircolo e di congressi ha portato al rinnovamento di 92 presidenze provinciali e 21 regionali; in mezzo a questaflorida palestra di democrazia si è svolto a Roma il 24° Congresso nazionale dell’associazione, sotto il titolo“Rigenerare comunità per ricostruire il paese”. Sulla scia di questa dimostrazione di partecipazione e coinvolgi-mento, le ACLI svizzere si apprestano a inaugurare il loro Congresso nazionale a Lucerna, il 20 e 21 ottobre,avendo scelto lo stesso titolo, che è poi una linea guida, un orizzonte di impegno, del congresso romano.

di Andrea Olivero, presidente ACLI e FAI

chezza costituita dai suoi immigrati e al contem-po dai suoi cittadini nel mondo, vero ponte dicollegamento con gli altri popoli e culture. È daqueste convinzioni che le Acli traggono ispirazio-ne nella più recente campagna di civiltà per ilriconoscimento della cittadinanza ai bambini natiin Italia da genitori stranieri (“L’Italia sonoanch’io”, che ha raccolto più di 200mila firme diadesione). Dallo stesso spirito di fraternità e soli-darietà si è sviluppata inoltre, nel corso degli anni,la vocazione internazionale che caratterizza lanostra associazione: con la presenza di circoli eservizi nei paesi di più diffusa emigrazione, maanche con le numerose e consolidate esperienzedi volontariato e cooperazione.Se sapremo rafforzare questo cammino che nonconosce frontiere, difficile ma intenso, fatto difraternità, rispetto e dignità, saremo capaci dirisolvere i problemi e ricostruire il nostro futuro.E nessuna crisi, affrontata insieme, ci farà piùpaura.3

9il dialogo 3/12

Rigenerare comunità per ricostruire il paese

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

Andrea Olivero

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10il dialogo 3/12

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

A c l i , u n a f o r m a d e m o c r a t i c aLa struttura delle ACLI e il sistema di elezione dei propriorganismi è molto rappresentativa e consente una largapartecipazione della base. In vista del Congresso nazionaledel 20-21 ottobre prossimi a Emmenbrücke proponiamouna descrizione del sistema ACLI svizzero e degli organismiche a vari livelli lo rappresentano. Ma prima di tutto ricordiamo l’articolo 1 dello statutonazionale: “Le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani edInternazionali (ACLI) fondano sul Messaggio Evangelico esull’insegnamento della Chiesa la loro azione per la promo-zione dei lavoratori e operano per una società in cui siaassicurato, secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo inte-grale di ogni persona”.

Vita associativaLe ACLI, costituite secondo gli articoli 60 e seguenti del codi-ce civile Svizzero (CCS), sviluppano la vita associativa attra-verso strutture:a) di base: sul territorio i Circoli ed i Gruppi organizzati.

Queste sono riconosciute dal Consiglio Cantonale odIntercantonale quali luoghi di incontro, formazione edesperienze di auto organizzazione e volontariato;

b) Cantonali (o Intercantonali), con compiti di rappresen-tanza territoriale, promozione e programmazione delleattività delle ACLI, delle Associazioni specifiche e deiServizi sociali. Sono istituite dal Consiglio NazionaleACLI Svizzera, in coincidenza con uno o più Cantoni eSemicantoni della Confederazione Svizzera o delPrincipato del Liechtenstein.

c) Nazionale, con compiti di rappresentanza istituzionale esociale, di indirizzo politico progettuale e governo delMovimento a livello di territorio della ConfederazioneSvizzera e del Principato del Liechtenstein, di indirizzoprogrammatico e coordinamento delle attività delle strut-ture cantonali (o intercantonali) delle ACLI, delleAssociazioni specifiche e dei Servizi sociali tenendo contodelle realtà linguistiche nazionali nel rapporto con le isti-tuzioni locali.

La base: il CircoloGli organismi del Circolo sono l’Assemblea e laPresidenza.a) L’assemblea è composta dalle socie e dai soci, eleg-

ge il Consiglio di Presidenza ogni 4 anni e indirizzal’azione del Consiglio di Presidenza. Annualmenteapprova i bilanci.

b) La Presidenza è composta con diritto di voto dalPresidente, dagli altri componenti elettidall’Assemblea; dirige le attività della struttura dibase in attuazione degli obiettivi stabilitidall’Assemblea e dagli organi Cantonali odIntercantonali.

Organi cantonali e intercantonaliGli organismi delle realtà cantonali e intercantonalisono l’Assemblea dei Presidenti, il Consiglio e ilCongresso.a) L’assemblea dei Presidenti delle strutture di

base garantisce il coordinamento delle attività dellestrutture stesse nella realizzazione degli indirizzipolitico-programmatici del Consiglio Cantonale odIntercantonale.

b) Il Consiglio cantonale o intercantonale è com-posto dai consiglieri eletti dal Congresso edall’Assemblea dei Presidenti delle strutture di base;definisce gli obiettivi, il programma cantonale odintercantonale di attività, le strategie di realizzazio-ne e ne verifica l’attuazione.

c) Il Congresso è costituito dai delegati eletti dalleAssemblee delle strutture di base; determina ilnumero dei Consiglieri Cantonali od Intercantonali(almeno 15 componenti); elegge il PresidenteCantonale o Intercantonale e i 2/3 dei ConsiglieriCantonali od Intercantonali e i delegati al congres-so nazionale; verifica l’attività svolta e stabilisce gliindirizzi programmatici.

Organi nazionaliGli organismi nazionali sono la Presidenza, il Consiglioe il Congresso.a) La presidenza è ratificata dal Consiglio Nazionale

ed è composta da: Presidente, due Vicepresidenti,Segretario Organizzativo, SegretarioAmministrativo. Fanno parte della Presidenza atitolo consultivo i Presidenti Cantonali eIntercantonali, il Coordinatore Nazionale deiGiovani delle ACLI e la Responsabile del coordina-mento donne. Dirige le ACLI sul territorio dellaSvizzera e del Liechtenstein e convoca il ConsiglioNazionale.

b) Il Consiglio nazionale è composto dal Presidente,dai Consiglieri eletti dal Congresso, dai PresidentiCantonali od Intercantonali, dal CoordinatoreGiovani delle ACLI e dalla Responsabile del coor-dinamento donne. Definisce il programma di attivi-tà, le strategie di realizzazione e ne verifica l’attua-zione. Approva annualmente i bilanci. Convoca ilCongresso Nazionale e la ConferenzaOrganizzativa e Programmatica di metà mandato.

c) Il Congresso è composto dai delegati eletti daiCongressi Cantonali o Intercantonali. Elegge ilPresidente Nazionale e i Consiglieri Nazionali disua competenza, verifica l’attività svolta e stabiliscegli indirizzi programmatici.

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11il dialogo 3/12

A quattro anni di distanza dall’ultimo congressonazionale, il numero totale degli iscritti cresce del4% (+34.387) e sfiora quota un milione (997.804).Le ACLI Cantonali d’Argovia con 1020 iscritti esette circoli, terranno il proprio congressoCantonale domenica 23 settembre a Lenzburg. Il tema scelto è: “Rigenerare comunità per rico-struire la società. Artefici di democrazia partecipa-tiva e buona economia”. Tenendo conto dellasituazione attuale, delle difficoltà, della drammati-cità che la nostra società postmoderna sta attraver-sando, siamo chiamati ad un impegno ancor piùresponsabile, accettando le sfide che richiedonouna visione nuova, per creare nuovi ambiti di con-vivenza. Rigenerare comunità vuol dire non rimanere anco-rati all’immobilismo, alla rassegnazione, che uma-namente potrebbe condizionare la nostra azioneindividuale di fronte a problemi così complessi. Èun tema molto ambizioso; rigenerare significagenerare nuovamente qualcosa che si è perso nellerelazioni umane. Su questo aspetto siamo stati sem-pre attenti, cercando di comunicare dei valori cheoggi appaiono sempre più essenziali per ridare unsenso al sociale.

Da dove ricavare nuove energie per essere prota-gonisti nella storia sociale e di solidarietà? Credoche bisogna guardare alla nostra storia, sentendociperò coinvolti nella costruzione di una nuova casa.Non è più sufficiente coprire le crepe superficiali,ma entrare nel profondo dei problemi con il patri-monio di esperienza che costituisce oggi il nostroessere. Non vogliamo essere facili profeti per quan-to indicato, non vogliamo scadere nella teoria piùsterile, ma recuperare l’esperienza sul campo. Eallora emerge il nostro vissuto sociale, la nostralunga presenza nelle difficoltà del quotidiano, conl’impegno di essere “Sentinelle del territorio,costruttori di solidarietà”. Ricostruire comunità mettendo in campo nuoveidee significa che “ciascuno di noi, nella realtà doveopera, è chiamato a rigenerare comunità partendodalle famiglie, dai giovani, mettendo al centro l’uo-mo, la solidarietà che ci ha sempre contraddistinti.

Il modello di società e il sistemafinanziario costruiti e praticati fino-ra si sono rivelati fallimentari; lamancanza di etica sociale, di solida-rietà, del bene comune ci hannocondotto alla situazione drammati-ca che stiamo attraversando.

La crisi finanziaria ed economicache stiamo vivendo tende a esserepagata dai soggetti più deboli: dallafamiglia, dai lavoratori. Un sistemache tollera le speculazioni dei furbie, con lentezza, si pone il problema di chi la crisi lasta solo subendo, dimostra che non ha ancora rece-pito quei principi che per noi sono alla base dellagiustizia sociale. Il nostro obiettivo per il futurodovrà vederci impegnati a mettere in atto la nostraesperienza associativa, valorizzare i nostri circolicreando le condizioni affinché essi continuino adessere punto di riferimento per la collettività, coin-volgimento e sostegno alle persone anziane, nondimenticando i nostri giovani, forte collaborazionecon le Missini Cattoliche, con le Parrocchie con leIstituzioni e le associazioni locali. Obiettivi che conil nostro spirito Aclista possiamo e dobbiamo rea-lizzare”.

La nostra visione di società ha una peculiarità: lavalorizzazione dell’uomo. È solo grazie a questatensione ideale che possiamo agire per superare ildisorientamento e le paure che fanno comodo aquel potere che tende a livellare le coscienze. Lagrande sfida della nostra associazione è dare voce erappresentanza a uomini e donne che, partendodalla realtà quotidiana, spesso faticosa e incerta,riescano a trasformare il pessimismo in speranza.Per avere sempre chiaro questo orizzonte, però,dobbiamo guardare avanti con fiducia, senza per-dere di vista le nostre radici, l’insegnamento delladottrina sociale della Chiesa, che ha dato un note-vole contributo per una definizione della solidarie-tà.3

Il 2012 è un anno congressuale per le ACLI Nazionali ed Internazionali. Sono 981’655 iscritti in Italia, più 16’149 all’e-stero, 7’486 strutture territoriali, tra cui circa 3’100 circoli. Con questi numeri le Associazioni cristiane dei lavoratoriinternazionali si apprestano ad affrontare l’anno congressuale nazionale ed internazionale, con il titolo: RigenerareComunità per Ricostruire il Paese .

Argovia, la nostra forza è fondata sull’identità

di Giuseppe Rondinelli, presidente ACLI cantonali Argovia

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

Giuseppe Rondinelli

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12il dialogo 3/12

di Luciano Alban, vice presidente ACLI Svizzera

Winterthur e Dietikon, da queste località, oltre cinquant’anni fa,è iniziata la vita dell’ENAIP, del Patronato e delle ACLI inSvizzera. Alcune realtà hanno già festeggiato il giubileo del 50° e,quando si leggerà questo articolo due realtà intercantonali, leACLI della Svizzera Romanda e della Svizzera Centro Orientaleavranno già celebrato il loro Congresso. In questi cinquant’anniè cambiato il mondo e sono fortemente cambiate le condizionidella presenza italiana in questo Paese.

In questo contesto, rigenerarsi non è più una scel-ta ma una necessità. In ogni congresso, oltre all’e-lezione degli organi previsti dallo statuto, si fa ilpunto sulla situazione e si determinano gli obietti-vi programmatici del nuovo mandato. Nel Congresso nazionale, del 21 e 22 ottobre pros-simo, dovrà essere definito anche un nuovo obiet-tivo: gestire il cambio generazionale; questo nonsignifica la rottamazione del presente, ma un deci-so inserimento di persone nuove, senza forzaturema con convinzione. Le ACLI sono un grande movimento transnazio-nale, esserne dirigenti è un grande onore, ma com-

porta anche senso di respon-sabilità. Anche nel volonta-riato, chi accetta una caricanelle ACLI, a qualsiasi livello,assume un dovere moraleverso se stesso e verso ilMovimento che rappresenta.Operare fuori dell’Italia com-porta un impegno ancoramaggiore perché si deve agiresu due fronti: Italia eSvizzera, con problematichee mentalità diverse. È neces-

sario trovare il giusto equilibrio sui due aspetti.Basti pensare a due dati: il 60% della presenza ita-liana in questo Paese è nata qui e, nel totale, ben il50% ha la doppia cittadinanza. Il futuro dellenuove generazioni si gioca qui, nella scuola, nellavoro e nella società in cui si vive, che è anche lanostra. È nelle comunità in cui si è presenti che leACLI devono promuovere cittadinanza attiva.Il nostro Movimento è strutturato su quattro livel-li: il circolo, il cantonale o l’intercantonale, il nazio-nale e la FAI – la Federazione delle ACLIInternazionali – per far sì che le ACLI abbianosuccesso, bisogna far bene ad ogni livello. Nonbisogna però dimenticare che le fondamenta del

Movimento sono i circoli, è nei circoli che si creacomunità. Se si vuole rilanciare le ACLI bisognaripartire dai circoli.

Le ACLI della S.C.O.Si tratta di una realtà indubbiamente molto estesa,da Ibach fino a Diessenhofen, è presente in moltiCantoni della Svizzera tedesca. Negli ultimi anni sisono sentite non poche osservazioni e critiche sulfatto che bisognerebbe dividere questoIntercantonale. Pochi sanno, o si ricordano, checirca 10 anni fa è stato organizzato un incontrocon i quattro circoli della Svizzera interna:Lucerna, Ibach, Sarnen e Sursee, per chiedere lorodi creare una propria realtà intercantonale, la lorodecisione è stata unanime e contraria a questa pro-posta. Le osservazioni poste hanno certamente un fon-damento, se ne può discutere, ma non si puòimporre. Io credo sia utile riattivare le zone, chedovrebbero essere almeno tre: Svizzera interna,centrale e orientale, e dare più responsabilità a tremembri della Presidenza con il compito di coordi-namento e di una forte presenza sul territorio. Inogni caso è da promuovere una maggiore rete tra icircoli, con più presenza non solo nei momenti difesta o assembleari, ma anche nei direttivi, per dis-cutere assieme delle problematiche d’interessecomune. Un obiettivo della nuova PresidenzaIntercantonale dovrebbe essere anche quello diricostruire il circolo di Zurigo, la città più impor-tante della Svizzera. Dal punto di vista generale, sono tre le linee d’a-zione che vanno rafforzate: l’informazione, la for-mazione e la comunicazione. In una società sem-pre più complessa è fondamentale far passare ilproprio messaggio: far sapere chi siamo e cosa fac-ciamo. L’intuizione più valida della Presidenza uscentesono stati i due convegni sui giovani, è una stradache va perseguita e rafforzata nei tempi di pro-grammazione e, appunto, nella comunicazione. Icontenuti dei due incontri sono stati di notevoleinteresse e la presentazione di ottima qualità.Un’informazione più estesa e appropriata neitempi avrebbe dato ulteriore visibilità alle ACLI eavrebbe raggiunto una maggiore platea.Comunque, un grande grazie ai giovani diWinterthur. Ricordiamoci: per rigenerare comunità bisognainiziare da noi stessi.3

S C O, r i g e n e r a r s i p e r p ro g re d i r e

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

Luciano Alban

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13il dialogo 3/12

Il Congresso delle ACLI della Romandia (9 giugno a Losanna) è stato l’occasione per trar-re un bilancio del nostro operato, cosa resta dopo tanti anni e cosa lasceremo ai nostrisuccessori.

Nate negli anni 60-70 in collaborazione con leMissioni Cattoliche Italiane, le ACLI si sono subitoaffermate sul territorio perché c’era un bisognocrescendo di associazionismo. I fondatori di allora,insieme al Patronato, avevano visto bene, i circoliprosperavano, le attività erano seguite con interes-se e la società di allora ci apriva un futuro moltoroseo. Ci sono stati circoli che hanno festeggiatoanniversari importanti sia come anni di fondazioneche come numero di tesserati, erano altri tempi, sirespirava un’aria d’intesa, di cordialità.Con l’avvento della globalizzazione le cose inco-minciano a cambiare, spuntano le prime querelleall’interno dei circoli, i problemi del lavoro sonocostanti e il nucleo familiare da sempre solidomostra le prime crepe. In queste condizioni i gio-vani hanno preso le distanze dall’associazionismo edalla chiesa. Noi come aclisti e responsabili abbia-mo cercato con le nostre attività di coinvolgerli,

non sono mancate le serate culturali-ricreative, teatrali, informative ed altro. Itentativi ci sono stati ma senza successo.Un esame di coscienza c’è stato e ci sarà,si cerca di individuare dove abbiamo sba-gliato per poter ripartire con obiettivi più mirati verso le nuove gene-razioni. Per poter andare avanti bisogna che tutte le persone con cariche siimpegnino ad uno sforzo maggiore, che i comitati delle nostre strut-ture di base diano un segnale d’unione. Nella realtà queste indica-zioni vanno nel senso opposto: é quello che osserviamo nelle nostrerealtà locali, circoli senza presidente e altrove senza vice-presidente. Cosa si può fare? La bacchetta magica non esiste, ma se ci fossedovrebbe mettere in riga tutte quelle persone egoiste che hannoperso lo spirito cristiano che tanto regnava nelle ACLI.Vedo un futuro molto incerto per le ACLI della nostra bellaRomandia. Spero che con l’aiuto del Signore si possa trovare sulnostro cammino ancora qualcuno che crede nelle ACLI e nel pros-simo.3

Romandia , fare cerchio per r ipar t ire

di Costanzo Veltro, presidente Acli Romandia

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

In quanto aclisti attivi è necessaria una riflessione continua su se stessi e sul territorio sucui si opera, una riflessione che ha un fine preciso: trovare, perfezionare e proporre sem-pre idee e spunti nuovi, progetti che possano far diffondere o rinnovare gli ideali aclisti nellerealtà in cui si vive.

I circoli, svolgono ancora una volta un ruolo fon-damentale in questo senso: sono la microstrutturache coglie ed elabora i cambiamenti della comunitàed all’interno della quale, grazie ai momenti diincontro e confronto, dovrebbero nascere anche inuovi progetti di rilancio degli ideali aclisti. Sonoassolutamente importanti i momenti di aggregazio-ne, dalle riunioni dei direttivi agli eventi su piùampia scala, sono un piccolo esercizio di democra-zia e di convivenza, di scambio e di ascolto delleopinioni altrui.Non bisogna chiudersi, però, entro i confini del cir-colo. Quello è un punto di partenza, non di arrivo;da qui si deve iniziare a prendere consapevolezza disé, della propria comunità di origine e, cosa da nondimenticare, della comunità in cui si è scelto divivere ed operare.

Conoscere la storia dell’emigrazione, peresempio, delle condizioni di vita deiprimi migranti, del modo in cui sonostati accolti e delle leggi emanate a favo-re o contro l’emigrazione nel corso degli anni è un obiettivo chedovremmo stabilire. Una ricchissima cinematografia offre testimo-nianze reali, ricche di spunti per dibattiti costruttivi. Credo che lavisione collettiva di alcune di queste pellicole sia un momento chepuò sicuramente arricchire la comunità del circolo.Conoscere la realtà sociale in cui si vive e si lavora è un’altra tappadeterminante per la crescita delle ACLI. Non bisogna essere a cono-scenza solo dell’aspetto legislativo, ma anche culturale e sociale.Ritengo che sapere quali sono le associazioni locali, come operanosul territorio, con quali modalità e con quali fini, sia fondamentaleper istituire collaborazioni, promuovere eventi, creare momenti discambio e di confronto. E tutto ciò altro non significa che crescita ediffusione capillare nelle diverse realtà.3

di Giuseppe Bertolino, ACLI BaBeSo

Costanzo Veltro

Basilea, riflettere su se stessi e sul territorio

Giuseppe Bertolino

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14il dialogo 3/12

RICOSTRUIRE COMUNITÀ

Il futuro è nelle nostre mani. Possiamo applicare questo dettoanche al destino della nostra Associazione. Il futuro delle ACLIè nelle mani degli aclisti e si va tracciando attraverso la pro-gettualità e l’operatività delle singole realtà acliste diffuse sulterritorio.

È questo che spinge i dirigenti delle ACLI delTicino ad agire su più fronti, guidati dalla convin-zione che il criterio di base è quello di una testi-monianza credibile, che è un prodotto della fra-ternità. “La fraternità fa dei differenti degli egua-li in dignità. La fraternità fa dello straniero incon-trato sulla strada una persona a cui ‘farsi prossi-mo’ ” (Andrea Olivero).Alla luce di una fraternità che invoca il benecomune, non solo ideale, ma anche istituzionale,le ACLI del Ticino hanno posto alla base del lorooperare lo spirito di servizio, con il quale hannopotuto presentarsi prima di tutto alla comunità epoi alle istituzioni per attivare o rigenerare queibeni relazionali che costituiscono la struttura delbene comune.

L’idea-guida che anima le ACLI del Ticino è lasperanza, che ha la forza di generare, insieme allacomunità, una visione di futuro.Ne scaturisce l’idea di una autoriforma che haanzitutto come obiettivo quello di dare una sem-pre rinnovata centralità al territorio, alle strutturedi base, a quanti nei Circoli portano avanti ideali,progetti e concrete azioni.

Per questo si ritiene che si debbano dedicaretante energie ad una formazione continua deidirigenti, che sono il cuore dell’associazionismo.Essa rende capaci di intercettare i processi di tra-sformazione sociale e di governarli.Le attività, svolte soprattutto attraverso le realiz-zazioni intraprese da ACLI Servizi non sono altroche la concretizzazione del principio di fraternitàche si manifesta anche nel riaffermare la necessi-tà di offrire alle persone gli strumenti per unacrescita relazionale, di cultura, di formazione spi-rituale.

Le ACLI sono motivate a lavorare in rete con leassociazioni presenti e le organizzazioni diffusesul territorio per avere un luogo privilegiato nelquale far crescere comuni progettualità ed eserci-tare un ruolo di sintesi e di equilibrio che sia ele-

mento di responsabilizzazione e di continua rige-nerazione.Lo sviluppo associativo, che richiede di esserepotenziato per “rigenerare comunità”, pone lanecessità di rimettere in gioco i nostri Circoli,chiamati a fare aggregazione sul territorio, di atti-vare ogni singolo associato per dare un futuro alnostro Movimento, di ricreare un gruppo diri-gente eticamente corretto, politicamente abile,professionalmente capace, secondo una defini-zione data dall’allora presidente Giovanni Bianchie ancora altamente condivisibile.Non è tempo di riposo. Nelle ACLI non lo è maistato ed è per questo che, dopo i brevi momentidi pausa per recuperare ossigeno (nelle ACLI perrigenerarsi), la speranza di generare futuro deveaccompagnare il nostro cammino verso ilCongresso e poi nel prossimo mandato.3

T i c i n o : r e a l t à e s p e r a n z e

Presidenza ACLI Ticino

Centro Labor, sede del Circolo ACLI di Lugano e delleACLI Ticino

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RICOSTRUIRE COMUNITÀ

Azione socia le , nuc leo del l ’ ident i tà ACLI

Guardando all’esperienza delle ACLI in vari postid’Italia e del mondo a me pare che le ACLI sianoa volte affaticate e stanche ma che siano ancora unsoggetto credibile. E, a volte, in certi luoghi e concerte proposte, riescano ancora ad aggregare manon più come una volta (per identità, appartenen-za, tradizione). Non credo ci sia una differenzaabissale tra ciò che avviene in Italia e ciò che avvie-ne all’estero. Ma all’estero il fenomeno è molto piùevidente e stridente e accelerato. A me pare che le ACLI siano in grado di aggre-gare giovani (e altri nuovi adulti) quando trovanoal loro interno adulti che credono nelle ACLI , chegià vivono un’esperienza di mutualità e cambia-mento della società che abitano e riescono a met-tere in campo proposte (su qualsiasi tema) ma chehanno alcune caratteristiche: Proposte che offrano in qualche modo una comu-nità. Il giovane che si avvicina alle ACLI (attraver-so il servizio civile, il volontariato internazionale,le proposte di aggregazione, la ricerca di un lavoroo la risposta ad un bisogno) arriva portando unasua individualità, che va accettata e riconosciuta.Ma si ferma o comunque vive l’esperienza comesignificativa se incontra un gruppo. Proposte chesiano prendibili. Con dei confini, dei limiti chiari.Proposte che non chiedano adesione totale eincondizionata, su tutto e/o per sempre. Non funziona “vieni a fare volontariato alle ACLI” o “vieni per essere delle ACLI ”. Funziona il“Vieni, con me, a fare questa specifica cosa”, conchiarezza di cosa questo richiede in termine ditempo, di impegno, di competenze. Con la dispo-nibilità a non considerare come tradimento o

Per ragionare del rapporto tra ACLI e Giovaniserve ragionare sull’identità delle ACLI e sulla suamissione. Il nucleo centrale dell’identità delleACLI è l’azione sociale, per il cambiamento inmeglio della società e del mondo. Partendo dalconcetto di associarsi (mettersi assieme) e dallamutualità (dal risolvere insieme i problemi comu-ni). Come ACLI ci proponiamo come soggettointeressante per sperimentare partecipazione eazione comune per il cambiamento. Quindi ladomanda di fondo non è: perché i giovani vengo-no (o non vengono) alle ACLI? Ma è: le ACLI sonocredibili (agli occhi dei giovani e di tutti gli altri cit-tadini) come soggetto di partecipazione, azionesociale e cambiamento?

abbandono l’uscita dopo l’esperienza. Con la liber-tà di lasciar andare. Proposte che contengano unfattore di eccezionalità, di avventura, di rischio.L’esperienza con le ACLI per essere interessantedevono darmi la possibilità di fare qualcosa che dasolo non riesco a fare. Volontariato in carcere,viaggio in luoghi post conflitto, organizzazione diun evento (sportivo o culturale) importante…Qualsiasi cosa che sia anche un po’ una sfida, checontenga anche il rischio del fallimento. Proposte che tengano assieme pragmatismo eideale. Questa dimensione è cambiata molto neltempo. 20 anni fa il primo passaggio con i giovaniche arrivavano per fare volontariato era ridimen-sionare la spinta ideale. Oggi il percorso è inversoe ai giovani che arrivano con una grandissima di-sillusione va offerta la possibilità di ricostruire unaparte di orizzonte ideale. Quando come ACLI riusciamo a mettere incampo esperienze che abbiano a che fare con que-ste caratteristiche riusciamo anche ad aggregare ecoinvolgere i giovani. Quando chiediamo ai giova-ni semplicemente di “venire alle ACLI ” e quindidi essere come siamo stati noi o i nostri padri nonriusciamo a trovare nuovi compagni di strada.Esperienze interessanti di giovani e per i giovani cisono anche oggi nelle Acli e non serve inventaregrandi cose. Potrebbe bastare iniziare a prenderemaggiore consapevolezza di quello che già abbia-mo e permettere a queste iniziative di mettersi inrete, anche oltre i confini, e di contaminare noi etutto il movimento.3

di Paola Villa, presidente Ipsia-ACLI

Paola Villa

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16il dialogo 3/12

IMU, nuova imposta sugli immobili e terreniCon la Circolare n. 3/DF del 18 maggio scorso, il Dipartimento delMinistero dell’economia e delle finanze chiarisce tutti gli aspetti relativiall’applicazione dell’Imposta Municipale Unica (IMU). In particolare, la cir-colare precisa quali sono le modalità di calcolo, comprese le detrazioni;individua le categorie di soggetti ai quali si applica l’imposta e chiarisce lemodalità di applicazione delle agevolazioni per categorie particolari di fab-bricato (es. fabbricati rurali) o terreno (es. terreni agricoli). La circolareinforma che i fabbricati abitativi (articolo 9, comma 3 del Dl 557/1993)sono soggetti all'imposta municipale secondo le regole ordinarie. Quindi sel'abitazione rurale è utilizzata quale residenza principale del proprietario,sconterà l'imposta con l'aliquota ridotta del 4 per mille; invece le altre abi-tazioni rurali utilizzate dai familiari dell'imprenditore agricolo scontanol'imposta con l'aliquota del 7,6 per mille.

I fabbricati rurali strumentali chesono definiti nel comma 3 bis delcitato articolo 9, sono soggetti infat-ti all'imposta municipale con l'ali-quota del 2 per mille. La circolareministeriale fissa un principio secon-do il quale non è determinante laclassificazione catastale nella catego-ria D10 come avveniva per l'impostacomunale, Pertanto la natura di fab-bricato rurale deriva dalla funzioneproduttiva connessa all'attività agri-cola. Quindi queste costruzioni pos-sono essere inquadrate catastalmen-te anche in altre categorie come adesempio i locali di deposito classifi-cati nelle categorie C1, C2 e C6,oppure agli uffici che appartengonoalla categoria A10 o addirittura alle

di Carmine Frandina, Patronato ACLI Losanna

PATRONATO

abitazioni dei dipendenti che siinquadrano nella categoria A3 o 4 o5. In sostanza: indipendentementedalla classificazione catastale, questecostruzioni scontano l'impostamunicipale con l'aliquota del 2 permille. Le costruzioni rurali che risul-tano ancora in mappa nel catastoterreni devono essere iscritte nelcatasto fabbricati entro il 30 novem-bre. Infatti l'imposta municipale peril 2012 verrà versata in unica solu-zione entro il 17 dicembre. La circo-lare precisa che è priva di effetto ladisposizione contenuta nell'articolo13 del Dl 201, la quale prevede cheper le costruzioni rurali si assume larendita catastale di un fabbricatosimilare, in quanto alla scadenza di

dicembre sarà già nota la renditacatastale proposta. L'art. 13,comma 10 del D.L. n. 201 del2011, stabilisce, a seguito dellemodifiche intervenute ad opera del-l'art. 4 del D.L. n. 16 del 2012,che “i comuni possono consideraredirettamente adibita ad abitazioneprincipale l'unità immobiliare posse-duta dai cittadini italiani non resi-denti nel territorio dello Stato a tito-lo di proprietà o di usufrutto inItalia, a condizione che non risultilocata”. La norma prevede che icomuni, nell'ambito della propriapotestà regolamentare, possonoestendere alle unità immobiliari inquestione lo stesso trattamento pre-visto per l'abitazione principale,vale a dire aliquota ridotta.Il riconoscimento da parte del legis-latore della possibilità per i comuni“di considerare direttamente adibitaad abitazione principale l'unitàimmobiliare” posseduta dai cittadiniitaliani residenti all'estero, comportache, nel caso in cui venga esercitatatale facoltà, sull'imposta da versa-re non deve essere computata laquota riservata allo Stato.Di conseguenza è necessario verifi-care ciascun regolamento comuna-le per avvalersi di tale eventuale pos-sibilità.Per quanto riguarda i versamentidei cittadini italiani non residentinel territorio dello Stato, si fa pre-sente che non sono più applicabili ledisposizioni di cui all'articolo 1,comma 4-bis del D.L. 23.01.1993,n.16, convertito, con modificazioni,dalla L. 24.03.1993, n. 75, in base alquale era prevista per tali soggetti lapossibilità di versare l'ICI in un'uni-ca soluzione entro la scadenza delmese di dicembre, con applicazionedegli interessi nella misura del 3 percento.Detti soggetti dovranno, pertanto,versare l'IMU seguendo le disposi-zioni generali illustrate nella pre-

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17il dialogo 3/12

PATRONATO

sente circolare, ferme restando lemodalità di versamento già utilizza-te per l'ICI, vale a dire il vaglia posta-le internazionale ordinario, il vagliapostale internazionale di versamen-to in c/c e il bonifico bancario. Ilversamento dell'imposta deve essereeseguito cumulativamente per tuttigli immobili posseduti in Italia,anche se ubicati sul territorio dipiù comuni. La circolare precisa inoltre cheanche per i cittadini italiani non resi-denti nel territorio dello Stato, nelcaso in cui il comune dovesse delibe-rare l’equiparazione all’abitazione

principale, le detrazioni di 50 europreviste per i figli di età non supe-riore a 26 anni si applicano solo nelcaso in cui gli stessi dimorino e risie-dano anagraficamente nell’immobileoggetto della disposizione di favore.Va ricordato che scade il 18 giugno iltermine per il pagamento dellaprima rata IMU, nel caso in cui unsoggetto paghi la prima rata dell'im-posta secondo le aliquote indicatedalla manovra e il Comune deliberisuccessivamente un aggiustamentodelle aliquote anche a favore degliitaliani all’estero, la situazione saràprobabilmente compensata nel con-

È partita l’operazione periodica Inps di verifica delle situazioni reddituali dei pensionati inciden-ti sulle prestazioni pensionistiche. L’accertamento riguarda i redditi relativi all’anno 2011. Cosìcome per le precedenti verifiche anche per quest’anno il termine per la presentazione delledichiarazioni (si ricorda che dovrà avvenire per via telematica) è fissato entro il 30 giugno pros-simo mentre rimangono invariate le indicazioni sulle procedure per l’acquisizione e l’elabora-zione delle dichiarazioni reddituali. Poiché si tratta di una verifica importante, invitiamo tutti ipensionati a voler prendere contatto con la sede del Patronato ACLI più vicina per ricevere assi-stenza gratuita e competente.

Accertamento redditi 2011 dei pensionati residenti all’esteroIl Patronato ACLI pronto ad assistere i pensionati

guaglio-saldo successivo. Per chi sce-glie di pagare in una unica soluzione(acconto e saldo) al mese di dicem-bre questa sarà soggetta al ravvedi-mento operoso secondo quanto pre-visto dal Dl. N. 472/1997 con ulte-riore aggravio di sanzioni, interessi emulte.3

La nuova IMU e le tassazioni italiane

creano problemi? Il Centro di assistenza fiscale del Patronato ACLI presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale fornisce una competente assistenza.

Chiama i nostri uffici!Aarau: 062 822 68 37Basilea: 061 272 64 77Ginevra: 022 781 09 32

Lucerna: 041 410 26 46San Gallo: 071 244 81 01Lugano: 091 923 97 16

Losanna: 021 635 24 21Zurigo: 044 242 63 83

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18il dialogo 3/12

Percorsi alternativi all ’apprendistato

di Paolo Vendola, direttore ENAIP Svizzera

Questa riduzione dovrebbe rallentarenel 2020, dove seguirà una fase di sta-bilizzazione anche grazie al cambia-mento in atto del collocamento dellaforza lavoro che prevede una ripresaentro il 2019/20. Nel 2011 il numerodi allievi del 1° anno del livello secon-dario II dovrebbe essere vicino aglieffettivi registrati nel 2010 in tutti icampi di studio: formazione profes-sionale di base (dal -0.7% allo+0.1%), maturità professionale (-0.4% allo 0.3%), scuole medie (-0.6%al -0.9%) e le formazioni transitorie“passerella” (-0.5% al -0.6%). Tra il2010 e il 2020 ci si può aspettare uncalo degli effettivi iscritti del 6% nellaformazione professionale di base efino al 4% in quelli di transizioneanche dopo diversi anni di stabilità.

Il passaggio al livello secondario

II: una cerniera complessa. Il pas-saggio dalla scuola dell'obbligo allivello secondario superiore è unanello complesso. Seguendo la cate-na formativa, diversi fattori influen-zano in maniera pronunciata sulnumero degli studenti dopo il perio-do post-obbligo. Questa variazionedella demografia scolastica (dopoquindi il 9° anno del livello seconda-rio inferiore) ha un valore dominantenelle scelte future. Si è accertato alivello di studi economici che nelmedio/lungo termine chi influenzain maniera significativa nella sceltaformativa del futuro sono gli effetticiclici legati alla situazione economicagenerale e la modifica in atto nel mer-

Il nuovo scenario fornito dall’UFFT (Ufficio Federale dellaformazione professionale e della tecnologia), confermache solo circa il 5-6% del numero totale degli allievi delsecondario II è atteso nel decennio in corso nel sistemaformativo professionale, principalmente per questionidemografiche. Questa tendenza negativa sarà costante finverso il 2020, dove ci sarà una fase di stabilizzazione e,successivamente, una ripresa degli effettivi studenti che siinseriranno nel percorso formativo professionale di base.

cato del lavoro. In questo ci si aspet-ta una politica federale lungimiranteper poter “proiettare” nel futuro ilreale fabbisogno delle diverse figureprofessionali a tutti i livelli tenendoconto anche del mercato del lavoroframmentato e sempre più alla ricercadi professionisti flessibili e capaci ditransitare in più carriere professionaliattigue.

Due scenari per il futuro modello.

L'analisi delle serie temporali dallestatistiche della scuola rivela i mecca-nismi che hanno finora governato latransizione dalla scuola dell'obbligo allivello secondario e il modello delcomportamento passato del numerodegli iscritti in ciascun settore. Nelcorso degli ultimi trenta anni il tassodi passaggio alla formazione profes-sionale che è generalmente in autun-no, in mancanza di un collocamentonel tirocinio, è andato ad accrescere iltasso di disoccupazione giovanile. Daqui si è riscontrata la necessità di for-nire programmi di sostegno per i gio-vani, in attesa di un posto di tirocinio,fornendo percorsi “passarella” atti arafforzare competenze quali la linguae la matematica per meglio inserirsi,successivamente, in un apprendistato.Da qui le diverse offerte formativeanche in progettazione nel sistemaENAIP Svizzera per creare delle con-crete scelte ai giovani senza un collo-camento concreto. Per questo motivol’UFFT presenta diversi scenari per ilfuturo sviluppo/incremento nelnumero di allievi per un passaggio

ENAIP SVIZZERA

concreto nel livello secondario supe-riore. Se da una parte vi è un monito-raggio più puntuale (sempre più lega-to alle variazioni cicliche del mercatodel lavoro), dall’altro canto si sta pen-sando all’attuazione di un sistemaformativo ancora più flessibile.

I risultati segnati da differenze

cantonali. Qualunque sia la matricee lo scenario considerato, dobbiamoaspettarci cambiamenti cantonalicontrastanti, principalmente legatialle diverse dinamiche demografichepresso l'uscita del nono anno dellasecondaria inferiore. Così tra il 2010 eil 2020 il numero di 1 ° anno dellaformazione professionale potrebbeaumentare in quattro cantoni (VD,GE, TI e ZH), mentre si ridurrannoovunque e addirittura oltre il 15% innove cantoni della Svizzera orientalee centrale. Allo stesso modo, alcunicantoni potevano contare più iscrittinelle scuole, di maturità nel 2020rispetto al 2010, mentre altri vedreb-bero il loro declino di oltre il 15%. Sodenota, quindi, che a livello federalevi è un grande interesse (lo dimostra-no gli studi degli ultimi dieci anni) amigliorare le previsioni del colloca-mento scolastico passando da unamodellazione più precisa delle dina-miche in atto della forza lavoro con-siderando la frammentazione/specia-lizzazione di molte professioni. Nonda ultimo va ricordato che a livellofederale vi è un grande sforzo se pen-siamo alla futura attuazione dellanuova legge sulla formazione conti-nua (LFCo) in virtù della necessitàsempre più crescente di formazio-ne/aggiornamento lungo l’arco del-l’intera vita professionale. Questospazio formativo è uno dei settori cuiENAIP Svizzera può accedere pro-ponendo/promuovendo diversi per-corsi di accompagnamento e di con-sulenza durante le transizioni di car-riera richieste dall’attuale mercato dellavoro.3

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19il dialogo 3/12

EDITORIA

Una cosa è sicura e la affermiamosubito: Costa sa scrivere, sa imbasti-re dialoghi esilaranti, possiede unritmo cinematograficamente soste-nuto e sa inventare situazioni al limi-te.Anche se abbiamo qualche reticenzasulla trama globale del romanzo, ilpiacere di leggerlo, certo, c’è stato.Al centro della storia, Laura eStefano, una coppia felicemente (?)sposata da ventidue anni, la lorofiglia Gemma, gotico-punk di ven-t’anni, dai vari spilloni infilzati sualcune parti viso (sopracciglio, lab-bra, …) e forse altrove (un “altrove”non svelato per pura decenza dalnarratore ma comunque ignoratodalla madre) e dai capelli a cresta blu(ma non sempre).

Laura è professoressa di storia del-l’arte, Stefano di matematica.Nello stesso istituto.La famiglia vive in una proprietà nelquartiere della media borghesia (cheva ben differenziato da quello doveabitano certi colleghi, dalle case tal-mente blindate da sembrare casse-forti e dai molteplici allarmi rumo-rosissimi) nei dintorni di Napoli.È in quella zona che si svolge tutta lavicenda tra il cimitero (che esalapuzza di morti) e un campo di zin-gari (che esala altre puzze).La vicina di casa dei due insegnanti,

P re s t o t i s v e g l i e r a i …

di Moreno Macchi tale Regina Saporito, è stata piantatadal marito ed accudisce da sola ilfigliolo adolescente (Danilo) che hala perlomeno strana abitudine di tra-vestirsi da Gesù e anche di prender-si per lui. Quindi: toga rossa tipoEcce Homo, corona di spine, goccedi sangue su fronte, mani e piedi, poitentativo di ferita nel costato conlama Gillette, fortunatamente sven-tata dalla premurosa madre.. . La sua presenza carismatica (e folle)provoca reazioni contrastanti tra gliabitanti del quartiere.La collega-sventola-da-svenire, Claraè il centro dell’attenzione di tutti gliinsegnati del liceo e concentra sullesue procaci forme gli sguardi di tuttii maschi e le diffidenze delle lororispettive consorti.

Purtroppo non abbiamo il piacere diassistere ad una lezione di matemati-ca, ma abbiamo sì quello di parteci-pare ad un’epica lezione di storiadell’arte: “Chi ha dipinto la Veneredi Botticelli?” chiede prudenteLaura, per non rivolgere una doman-da troppo difficile a Tommaso(grande grosso e ciula, come diconoi milanesi), allievo che da otto o diecianni frequenta il liceo a causa dellemultiple bocciature.E Tommaso, che pensa che Botticellisia una località, trova il quesito irri-solvibile. La docente rende ancor piùsemplice la domanda in varie tappesempre più comiche.Interessante (e perspicacementeosservata!) la reazione dei colleghi(no, non è fantascienza, questo tipodi intervento l’abbiamo sentitoanche noi in certi consigli di classe!):“Non avevi un altro modo di sonda-re la sua preparazione?”“Non l’avrai fatto sentire una nulli-tà?”“Non hai minato la sua autostimaspingendolo alla disperazione?”“Potremmo chiamare i genitori emetterli al corrente della situazione...

Stai scherzando? Tommaso è mag-giorenne e ha diritto alla sua pri-vacy!”

No, non state sognando!Un giorno appare “l’uomo d’acqua”.O meglio, un uomo che suda inmodo improbabile e che comincia ainquietare la protagonista con la suapresenza ossessiva.E poi, un mattino, Stefano sparisce,Tommaso commette un dupliceomicidio, la protagonista viene invi-tata ad uno strano appuntamentocon tale Morris, avvocato americanoe Gemma cambia look.Ma cosa sta succedendo? Sarà, comecrede l’ineffabile Laura, un complot-to planetario che la coinvolge?Attenzione, abbiamo dimenticato dimettervi in guardia dallo slogandeclamato da giganteschi cartelloni escandito in televisione (in pienanotte) da un improbabile capolavoroal femminile della chirurgia estetica,la cui età si situa approssimativa-mente tra i venticinque e i novanta-due anni: Raccontalo a Miriam!Raccontalo a Miriam! Raccontalo aMiriam!Di più non diremo.Nemmeno sotto la tortura.

L’autore del romanzo, Francesco Costa

FRANCESCO COSTA

Presto ti svegliarai (romanzo) Salani Editore

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20il dialogo 3/12

VITA DELLE ACLI

Sono intervenuti: Giuseppe Rondinel-li, presidente Cantonale, Franco Nar-ducci, deputato al Parlamento della Re-pubblica Italiana, Luisa Gregis respon-sabile dell’Agenzia Consolare di Wet-tingen, Don Silvano Francola, Assi-stente spirituale delle ACLI Argovia,Ennio Carint, presidente ACLISvizzera, André Rotzetter, presidentedi Travail Suisse Argovia e Niki Rütti-mann, presidente del sindacato SynaArgovia.

Il Primo maggio con le ACLI ArgoviaLa manifestazione, organizzata dalle ACLI Argovia, si é svolta presso il CircoloACLI di Wohlen.

Wohlen, il Circolo festeggia il 25° della nuova sede

Il 25° della costruzione della sededel Circolo ACLI di Wohlen, da tutticonosciuta come BegegnugstätteRösslimatte, sarà ricordato condue giorni di festa, il 23 e 24 giugnoprossimi. Per gli aclisti del posto èuna parte del proprio essere, ma ciòvale anche per tutta la realtà diWohlen poiché nella sede si conta-no tante presenze, le più diverse esvariate pensabili, facendone unluogo privilegiato per moltepliciattività e incontri e di forti momen-ti comunitari che vanno dai gruppigiovanili fino agli anziani. I responsa-bili ed i collaboratori del CircoloACLI, con un’opera encomiabile divolontariato si adoperano costante-mente per mantenerla bella ed effi-ciente perché resti luogo di incon-tro e di servizio apprezzato da tutti.

di Giuseppe Però, presidente Circolo ACLI Wohlen

ProgrammaSabato 23 giugnoore 18.00 Interventi delle autoritàore 19.00 Aperitivo offerto a tutti i presentiore 20.00 Serata culinaria (Cucina del Circolo); musica e balloDomenica 24 giugnoore 11.00 Santa Messa. Coro della Missioneore 12.00 Pranzo allietato dal Coro Italia Nostra Mellingenore 14.30 Sorteggio Premi Tombolaore 15.00 Cerimonia di chiusura della festa del Giubileo

Liebe ACLI Freunde,

Die Begegnungsstätte Rösslimatte wird 25-

jährig. Es sind nun schon 25 Jahre ver-

gangen, seitdem die schöne, geliebte und

inzwischen auch bestens bekannte

Begegnungsstätte Rösslimatte. Mit einem

2-tägigenFest möchten wir deshalb wichti-

gen Moment gebührend in Erinnerung

rufen. Nicht nur für uns, sondern auch für

weite Kreise der Wohler Bevölkerung, ist

dieser Ort, seit seiner Eröffnung, zur

bevorzugten Stätte gemeinschaftlicher,

sozialer und Kultureller Anlässe, sowie

zum beliebten Treffpunkt für jung und alt

geworden. Die Verantwortlichen und alle

im Circolo ACLI aktiven Personen sind

in ihrem lobenswert, ehrenamtlichen

Einsatz stets bemüht, mit

Aufmerksamkeit, Sorge, Hingabe und

Sachverstand unseren Sitz in gutem und

funktionstüchtigem Zustand zu bewahren,

auf dass dieser noch lange die allseits

geschätzte Begegnungsstätte bleiben möge.

Es ist uns deshalb eine Freude und eine

Ehre, hiermit alle zu diesen zwei besonde-

ren Tagen des Festes einzuladen, um

gemeinsam das 25.igste Jubiläum des

Bestehens der Begegnungsstätte Rösslimatte

feiern zu können. Dieser Bau, dessen

Entstehung für die Institutionen und die

örtlichen Bevölkerung, einen ausserordent-

lichen historischen Moment bedeutete.

Der Präsident

Giuseppe Però

Faido: Grazie a Esterina eDanilo Grotto

Con un pensiero di riconoscenza rin-graziamo Esterina e Danilo Grottoper aver dedicato con passione il lorotempo e lavoro per oltre 20 anni alCircolo di Faido.“Un grande GRAZIE” con l’augurioche i nostri incontri continuinoanche se non fanno più parte delComitato.

Il comitato ACLI FAIDO

Giuseppe Rondinelli ha ricordatocome le ACLI sono sempre state alfianco del movimento operaio in que-sta festa ed ha ringraziato AndréRotzetter e a Marco Piovanelli, rispet-tivamente presidente e segretario diTravail Suisse Argovia per la loro pre-senza.La serata si è svolta in un clima gioiosocon cena e musica. Un grazie sentito atutti.

Giuseppe Rondinelli

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21il dialogo 3/12

VITA DELLE ACLI

Giovani aclisti a confronto sui social-networks

I partecipanti al convegno sono statisuddivisi in tre diversi gruppi tematicied è stato dato loro il compito di ana-lizzare un tema specifico. Ogni grup-po ha ricevuto del materiale informa-tivo cartaceo con lo scopo di analiz-zare un caso realmente accaduto. Ipartecipanti si sono confrontati suiseguenti argomenti: Facebook: rela-zioni pericolose, Cyberstalking eCyberbulling. Ogni gruppo dopo averletto ed essersi confrontato sul mate-riale ricevuto ha avuto il compito distendere una piccola relazione da pre-sentare agli altri partecipanti. Uno deicompiti dei gruppi era di soffermarsisu situazioni estreme e problematichederivate dall’utilizzo dei social-net-works per poi andare ad individuaredelle linee preventive per un utilizzoconsapevole, adeguato e senza rischidei mezzi di comunicazione presentiin “rete”. I gruppi hanno individuatomolti aspetti positivi e negativi. Gliaspetti su cui tutti i gruppi si sonosoffermati, sono i seguenti:l la legge dovrebbe tutelare molto dipiù gli utenti;

Il 21 aprile scorso si è tenuto a Baar, nel cantone Zugo, il 2°Convegno Giovani organizzato dalle ACLI Intercantonali dellaSvizzera Centro Orientale. Titolo dell’incontro “Social-networks,un nuovo modo di relazionarsi attraverso internet“. È un tema digrande attualità che interessa non solo chi fa uso di questi mezzidi comunicazione ma anche chi fino ad oggi è riuscito a farne ameno. Il Convegno voleva evidenziare i rischi e i benefici presentinell’utilizzo di tali mezzi. Chi utilizza un social-network ha sicura-mente il bisogno di interagire con persone già presenti nella pro-pria vita reale e/o allargare la propria rete sociale. Da questopunto di vista non si può non prendere atto degli aspetti positiviche questo nuovo modo di comunicare permette. L’utilizzo deisocial-networks nasconde anche delle insidie che possono anchedanneggiare la persona che ne fa uso nella sua intimità più pro-fonda, rischiando di sollevare un malessere psichico personaleinsopportabile. Proprio questo malessere è molte volte causa diazioni disperate di utenti che si sono sentiti toccati nella fragilitàdella propria intimità. Tentati suicidi e suicidi a causa di abusi eaggressioni in “rete”, sono oggi all’ordine del giorno. Il Convegnoha voluto sensibilizzare ad un utilizzo corretto e consapevole diquesti nuovi strumenti.

l informare il cittadino contribuisce aprevenire problematiche che possonoscaturite dall’utilizzo di tali mezzi dicomunicazione.L’Europa si sta attivando dal punto divista legislativo a tutelare lo spaziomediatico in rete. Nonostante ciò èmolto difficile creare ed individuaredelle leggi che permettano di tutelare,la privacy e la persona poiché si ha ache fare con uno spazio virtuale. Imezzi virtuali di comunicazione esocializzazione si evolvono ad unavelocità tale che diventa difficileanche dal punto di vista legislativostargli dietro. Inoltre determinati reatidi violenza contro la persona attraver-so i social-networks sono difficili dastabilire. Consideriamo ad esempioun bambino che a scuola viene aggre-dito da un gruppo di bulli, malmena-to con evidenti segni di violenza sulcorpo. Questo tipo di violenza, poi-ché presenti evidenti segni di collutta-zione, può essere perseguito a livellolegale e quindi denunciato. Pensateperò, se un gruppo di cyber-bullimette in rete un video che riprende

di Simone Antonio Dimasi e Donato Di Muro

un bambino in una situazione per luisgradevole e che potrebbe danneggia-re la propria immagine, a cosapotrebbe andare incontro tale perso-na. Sicuramente la Polizia Postalepotrebbe oscurare il video o eliminar-lo dalla rete. Il video sarebbe però giàstato consultato da una marea diutenti e l’immagine del bambino dan-neggiata. Dal punto di vista psichico,senza un adeguato supporto, il bam-bino rischierebbe di isolarsi definiti-vamente dalla sua rete sociale e diconseguenza entrare in uno statodepressivo che lo isolerebbe ancor dipiù. Quello che abbiamo appenadescritto è una situazione reale possi-bile. Dato che le leggi non possonotutelarci al 100%, è di fondamentaleimportanza che tutti, utenti e non,siano continuamente informati deirischi e sull’utilizzo corretto di talimezzi di comunicazione. Solo attra-verso l’informazione possono essereprevenuti gli abusi, le violenze e irischi che sussistono attraverso l’usodi questi strumenti.3

Due momenti dell’interessante convegno organiz-zato dai Giovani dele Acli della Svizzera SCO

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22il dialogo 3/12

VITA DELLE ACLI

L u c e r n aGrigliatadomenica 1 luglioal centro Grosshof

C a d e n a z z oFesta del tesseramentodomenica 24 giugnonella sede del Circolo ACLI

All’incontro, moderato dal prof.Ernesto Borghi, sono intervenuti donBattista Borsato, teologo, direttoredell’ufficio di Pastorale per il matri-monio e la famiglia della Diocesi diVicenza e Monica Duca Widmer,vicepresidente della CommissioneFederale delle Comunicazioni, mem-bro della Commissione federale per laRicerca Energetica (CORE) e già pre-sidente del Gran Consiglio cantonaledel Ticino.Mentre le religioni e con esse la fami-glia sperimentano una crisi profonda,la persona di Gesù e il suo messaggiocontinuano ad alimentare la fede ditanti uomini e donne. Con la sua rela-zione don Borsato si è però posto iltema dei “lontani”. Di chi ha cono-sciuto la fede da bambino, ma daquella fede è stato allontanato dallavita, da esperienze negative o sempli-cemente dal tempo e dall’indifferenza.Secondo il relatore “si rende semprenecessario e urgente pulire il “volto”di Dio”, ossia purificare la nostra ideao immagine di Dio. Anche il camminocompiuto dal patriarca Abramo, invi-tato a “uscire” dalla sua terra, più cheindicare un percorso geografico, desi-gnava un movimento interiore e diret-to verso la ricerca del vero volto diDio. Egli aveva intuito che Dio èdiverso, è altro dai pensieri dell’uomo,trascendente da ogni umana colloca-zione e idea. Si dice che il filosofo illu-minista Voltaire abbia affermato:“Dio a creato l’uomo a sua immaginee l’uomo gli ha ben risposto”; anchel’uomo quindi è portato a creare Dioa propria immagine. Si comprendesubito che questa icona riduce Dioalla maggiorazione del nostro io edelle nostre idee. Se vogliamo vera-

Le relazioni sociali dalla Bibbia ai giorni nostriLe ACLI cantonali del Ticino in collaborazione con l’ABSI (AssociazioneBiblica della Svizzera Italiana) e il Coordinamento della Fondazione Biblicadella Diocesi di Lugano, in occasione del VII incontro mondiale delle famigliecon il Santo Padre, hanno organizzato lunedì 7 maggio un incontro-dibatti-to intitolato “Le relazioni familiari e sociali dalla Bibbia alla vita di oggi”.

mente incamminarci verso Dio everso il suo volto dobbiamo percorre-re due strade: la strada della sospen-sione delle nostre idee, se non addirit-tura della loro demolizione, e quelladel confronto con il Dio di Gesù.Gesù è l’unico che ha visto Dio, per-ché era nel senso del Padre (cf.Gv1,18).Da credenti e da praticanti, dovrem-mo avere idee più illuministe sul voltodi Dio. Invece, purtroppo non è così.Un pò la nostra pigrizia, un pò l’igno-ranza, un po’ la confusione fanno sìche quando si parla di Dio si diconotante cose che forse non corrispondo-no a quelle che troviamo nella Sacrascrittura. Se facciamo un raffronto trail Dio in cui credevano i nostri nonni,quello nel quale crediamo noi e quellonel quale credono i nostri figli vedia-mo già che c’è differenza. Il Dio cheveniva presentato a noi, un tempo, èabbastanza diverso dal Dio che è pre-sentato oggi. Allora c’è da chiedersi:

di Antonio Cartolano, membro della Presidenza nazionale ACLI

come mai, questo cambiamento? Dionon cambia. Però man mano che l’u-manità cresce e nella crescita ricono-sce il valore dell’uomo, scopre semprepiù il volto di Dio. E man mano che lachiesa affina la sua fedeltà al messag-gio evangelico, ecco che la verità disempre su Dio viene formulata inmaniera nuova. Non è Dio che cam-bia, è l’umanità che cresce, con l’uma-nità cresce la chiesa; quanto più essa siradica nella fedeltà al Vangelo, tantopiù scopre quei volti di Dio che nonsono una novità, c’erano sempre stati,ma erano come oscurati da vari veli.La scoperta del volto Dio è importan-te: molta gente ha abbandonato lafede e ha lasciato la chiesa a causa diun’interpretazione sbagliata del voltodi Dio. “Bisogna scoprire, quindi ilvolto di Dio e abbandonare l’immagi-ne che non corrisponde al messaggioevangelico. Per non sbagliare bisognaconcentrare tutta l’attenzione sullafigura di Gesù … Quindi la fede nonè oppio che addormenta o una narco-si che assopisce, è una proposta, unastrada per realizzarsi come persane. Inquesta ottica si deve recuperare ilvalore delle cose (l’uomo si fa con lecose), il valore del piacere (anche ilpiacere favorisce limpegno e l’amore),il valore della giustizia (senza giustizianon crescono le relazioni tra personee popoli).”Monica Duca Widmer partendo dallapropria esperienza di donna impegna-ta in politica, sposa e madre di duefigli, condividendo l’intervento di donBattista Borsato ha esortato i tantipresenti a testimoniare con la vita l’a-more per l’umanità a partire da chi ciè più prossimo: marito, figli, comuni-tà.3

Il tavolo dei relatori: da sin. MonicaDuca Widmer, il moderatore ErnestoBorghi e don Battista Borsato

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23il dialogo 3/12

VITA DELLE ACLI

Per la prima volta, per la gita del Circolo ACLI di Losannail viaggio è stato organizzato con l’aereo: il nutrito gruppodi partecipanti (49) è infatti partito da Ginevra e dopopoco tempo si è ritrovato a Napoli. Molti dei partecipantiha scoperto per la prima volta questi paesaggi incantevoli.Il programma ha lasciato poco tempo libero per le shop-ping: nei 5 giorni previsti si è visitato il sito archeologico diPompei con il vicino Santuario della Madonna del Rosario,la Reggia di Caserta con il Palazzo dei Borboni, la Reggiadi Capodimonte e la Napoli suggestiva con il Vomero,Posillipo e piazza Plebiscito, la Solfatara a Pozzuoli e laCostiera Amalfitana con vista di Positano e Amalfi dalmare. Per concludere questo bellissimo viaggio non pote-va mancare la gemma del Mediterraneo Capri e suoi fanta-stici faraglioni. Tutto è andato alla perfezione e di ciò sideve un ringraziamento anche ai partecipanti.3

In gita da Losanna a Napoli

di Costanzo Veltro

L’assemblea del Circolo di Locarno si è tenuta il 14 apri-le per l'elezione del nuovo Consiglio e la nomina deiDelegati al Congresso Cantonale. Una quarantina i pre-senti tra cui i dirigenti Cantonali e del Patronato ACLI.Alla fine dei lavori è stato reso omaggio a LuigiMalinverno, segretario uscente, che, nel 1985, insieme adAntonio Cartolano ha fondato il Circolo e per diversianni ha ricoperto la carica di Presidente. A Luigi è stataregalata una targa ricordo e la presidente Enza D'Amicoha donato una pergamena, ringraziandolo per quasi 30anni di fedeltà e impegno nel nostro movimento. Anche iDirigenti Cantonali hanno rivolto a Luigi parole di elogio,per quanto fatto in tanti anni.Nella foto: la consegna della targa da parte di MargheritaMussati, per molti anni attiva nel nostro Circolo propriodel ruolo di segretaria di Luigi Malinverno.3

Locarno, assemblea e gita

di Enza D’Amico, presidente Circolo Locarno

Sabato 5 maggio con un tempo proibitivo i 42 partecipantialla gita del Circolo ACLI di Locarno sono partiti come daprogramma. Un breve raggio di sole ci ha comunque con-sentito di ammirare la magnifica Piazza il Duomo e le altrebellezze del posto e di fare tappa, nel pomeriggio, a Pavia.3

La foto ritrae il numeroso gruppo di soci del CircoloACLI di Bellinzona che il 31 marzo si é recato in visita aDesenzano del Garda e al Santuario della Madonna delFrassino: molto apprezzata anche la pausa pranzo con lespecialità del posto. (Maddalena Segat Pepe)3

Da Bellinzona a Desenzano Gita sociale a Vigevano

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Siamo persone normali. Siamo persone normali. Insieme a voi facciamo cose specialiInsieme a voi facciamo cose speciali

Le idee sono Le idee sono importanti per fare importanti per fare di più e meglio: di più e meglio:

- per crescere - per crescere e formarci insieme e formarci insieme

- per coinvolgere - per coinvolgere e sensibilizzare e sensibilizzare alla democrazia alla democrazia partecipatapartecipata

- per impegnarci - per impegnarci a sostegno dei a sostegno dei bisogni della gente.bisogni della gente.

Ci impegniamo Ci impegniamo contro le nuovecontro le nuovepovertà, povertà, l'emarginazione l'emarginazione e la discriminazione.e la discriminazione.

Dai forza alle idee. Iscriviti anche tu alle ACLI.Dai forza alle idee. Iscriviti anche tu alle ACLI.

Presso il Circolo o il Patronato più vicino a te! Presso il Circolo o il Patronato più vicino a te!

Per informazioni chiama lo 091 921 47 94 Per informazioni chiama lo 091 921 47 94 o scrivi a: [email protected] scrivi a: [email protected]

www.acli.chwww.acli.ch