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“Le emozioni stabiliscono i nostri obiettivi (John Anderson) Le emozioni esercitano moltissimi effetti sul nostro apparato cognitivo, e uno dei loro ruoli è quello di stabilire gli obiettivi che vogliamo raggiungere.” “I traumi non si dimenticano (David Servan-Schreiber) Grazie alle ricerche effettuate sulla memoria emozionale noi sappiamo che molto probabilmente i ricordi di eventi traumatici o negativi sono conservati nel cervello emozionale per lunghissimo tempo, mentre possono estinguersi o scomparire dalle altre aree del cervello. Fatto più importante, la presenza della neocorteccia sembra essere indispensabile per consentire a un organismo di smettere di reagire con paura a qualcosa che in passato era stato associato a tale reazione. Mi viene in mente un esperimento che dimostra che, se un animale subisce uno shock mentre gli viene fatto sentire un certo suono, egli continuerà ad avere timore di quel suono e reagirà per sempre come se stesse per subire un nuovo shock se la sua neocorteccia frontale presenta una lesione. La neocorteccia frontale è, dunque, necessaria per inibire la tendenza dell'animale alla fuga quando sente il suono, anche quando esso non è più associato allo shock. Quindi è proprio come se i nostri ricordi emozionali fossero effettivamente indelebili, rimanessero per sempre al loro posto, e non potessero essere cancellati, ma solo tenuti sotto controllo.” "I segreti della mente", a cura di Bruno Levy ed Emile Servan-Schreiber, 2 CD-ROM Ed. It. Le Scienze, 1998 1

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“Le emozioni stabiliscono i nostri obiettivi(John Anderson)

Le emozioni esercitano moltissimi effetti sul nostro apparato cognitivo, e uno dei loro ruoli è quello di stabilire gli obiettivi che vogliamo raggiungere.”

“I traumi non si dimenticano(David Servan-Schreiber)

Grazie alle ricerche effettuate sulla memoria emozionale noi sappiamo che molto probabilmente i ricordi di eventi traumatici o negativi sono conservati nel cervello emozionale per lunghissimo tempo, mentre possono estinguersi o scomparire dalle altre aree del cervello. Fatto più importante, la presenza della neocorteccia sembra essere indispensabile per consentire a un organismo di smettere di reagire con paura a qualcosa che in passato era stato associato a tale reazione.

Mi viene in mente un esperimento che dimostra che, se un animale subisce uno shock mentre gli viene fatto sentire un certo suono, egli continuerà ad avere timore di quel suono e reagirà per sempre come se stesse per subire un nuovo shock se la sua neocorteccia frontale presenta una lesione. La neocorteccia frontale è, dunque, necessaria per inibire la tendenza dell'animale alla fuga quando sente il suono, anche quando esso non è più associato allo shock.

Quindi è proprio come se i nostri ricordi emozionali fossero effettivamente indelebili, rimanessero per sempre al loro posto, e non potessero essere cancellati, ma solo tenuti sotto controllo.”

"I segreti della mente", a cura di Bruno Levy ed Emile Servan-Schreiber, 2 CD-ROM Ed. It. Le Scienze, 1998

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Naturalmente, la cultura, l'ambiente sociale in cui si viene allevati, influenzano fortemente ciò che per un individuo sarà "bene" o "male". Noi apprendiamo costantemente dagli altri intorno a noi, dapprima dai nostri genitori quando siamo piccoli, poi dagli amici quando siamo adolescenti, e infine dalla società in senso lato quando siamo diventati adulti. Queste influenze sono fattori che determinano fortemente i nostri valori.

In sintesi sembrano esistere tre fonti da cui si sviluppa il nostro senso del bene e del male: una biologica, una personale e una culturale. Esse interagiscono continuamente l'una con l'altra, dando luogo a un complesso sistema di valori e preferenze che rende ciascuno di noi unico nel suo modo di associare un significato emotivo agli eventi.”

David Servan-Schreiber osserva “...come se i nostri ricordi emozionali fossero effettivamente indelebili, rimanessero per sempre al loro posto, e non potessero essere cancellati”. Il ricordo è incancellabile, ma - con gli strumenti giusti - il suo significato modificabile...

"I segreti della mente", a cura di Bruno Levy ed Emile Servan-Schreiber, 2 CD-ROM Ed. It. Le Scienze, 1998

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Primarie:

A base filogenetica

Apprendimento precoce, precedente l‟avvento ontogenetico di consapevolezza o coscienza

Da ripetizione: nell‟esecuzione di un compito semplice, non suscettibile di ridefinizioni e frammentazioni in compiti di maggiore semplicità, è stata calcolata la necessità di circa 100 ripetizioni per il raggiungimento del tempo-macchina.

Ricordo ad alto contenuto emotivo. 3

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Come ogni genitore sa, non “insegniamo” a camminare o a parlare ai bambini: raggiunte le fasi di sviluppo critico rispettive, i bambini semplicemente imparano da soli.

Un ruolo essenziale viene svolto dagli apprendimenti del nostro “cervello mammifero primitivo”

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tutti ricordano quello che facevano quando sono stati raggiunti dalla notizia dell‟assassinio di Kennedy o dell‟attacco alle torri gemelle. Queste situazioni corrispondono alla definizione di stress con connotati negativi, in cui è abbondante la secrezione di cortisolo, sostanza della quale è stata documentata, oltre un certo dosaggio, la capacità di eliminare selettivamente alcune popolazioni neuronali della corteccia ippocampale. La funzione adattativa di questo è facilmente intuibile: mantenere un ricordo indelebile della risposta efficace a uno stress negativo (la risposta deve essere stata efficace se siamo sopravvissuti!) può salvarci la vita se la situazione si ripeterà.

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“L‟entità del controllo che un soggetto sente di avere sull‟ambiente non solo può essere utile per valutare il suo stato mentale, ma è anche indicativa del suo stato di salute della sua longevità. Il meccanismo cerebrale che consente la “sensazione del controllo” è dotato di una considerevole capacità di sopravvivenza ed è stato, pertanto, probabilmente selezionato durante l‟evoluzione.

[…]La psiconeuroimmunologia, che studiale interazioni fra mente, sistema nervoso e

sistema immunitario, ha dimostrato con certezza la presenza di correlazioni fisiologiche fra lo stato mentale e lo stato fisico di un soggetto. Il sistema neuroendocrino, che libera di ormoni in risposta all‟attività del sistema nervoso, viene influenzato direttamente dallo stato cognitivo di un soggetto;

[…]Attività stressogene aumentano il tasso di catecolamine (ovvero di noradrenalina e di

adrenalina), che è correlato con la presenza di ipertensione e di cardiopatie croniche. Ciò che pensiamo o il modo in cui percepiamo il mondo può, dunque, influenzare la capacità del sistema immunitario di difendere l‟organismo da agenti esterni mediante il contributo del sistema neuroendocrino. Tali dati forniscono, in sostanza, una spiegazione logica del modo in cui un determinato stato mentale può influenzare lo stato di salute dell‟organismo.

[…]Determinante è, inoltre, il fatto che, in base a quanto finora dimostrato, lo stress in sé

non pare avere effetti negativi;solo la percezione di una sensazione di stress incontrollabile è stata associata sintomi fisici e malattia.”

M. S. Gazzaniga, La mente della natura, Ed. It. Garzanti 1997, pag. 236-238 6

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“Alcuni degli studi più affascinanti sullo stress controllabile e incontrollabile si sono basati su modelli analoghi a quelli osservati studiando l‟apatia acquisita in animali depressi e indifferenti. In un esperimento classico un campione di ratti è stato esposto ad una serie di shock, da cui potevano fuggire premendo una bara con la zampa; un secondo campione è stato esposto agli stessi shock, senza tuttavia avere alcuna possibilità di fuga e un terzo campione non è stato esposto ad alcuna situazione scioccante. Tutti i ratti sono stati sottoposti all‟iniezione di mitogeni, sostanze che normalmente stimolano la risposta immunitaria; la loro proliferazione linfocitaria è stata quindi studiata in rapporto alla funzione immunitaria. I risultati hanno dimostrato che solo i ratti esposti a shock inevitabili presentavano soppressione della produzione linfocitaria; quelli in grado di controllare le situazioni scioccanti presentavano invece una risposta immunitaria equivalente a quella dei ratti di controllo.

[…]Se l‟ambiente e, quindi, lo stato cognitivo del soggetto, vengono modificati, è possibile

ripristinare una funzione immunitaria adeguata.[…]Indagini ancora più affascinanti, condotte al di fuori dell‟ambito laboratoristico, hanno

correlato la sensazione di controllo sugli aventi stressogeni della vita reale non solo con uno stato di felicità generale, ma anche con quello di salute fisica.”

M. S. Gazzaniga, La mente della natura, Ed. It. Garzanti 1997, pag. 236-241

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Ogni oggetto è percepito, distinto dal resto del reale, in forma immediata nella propria unitarietà, totalità, permanenza e significatività, in un sincretismo, una percezione globale di cui è parte essenziale la denominazione dell‟oggetto medesimo. La percezione degli elementi componenti è successiva, sia - in senso temporale -alla fase del riconoscimento in età adulta, che sul piano dello sviluppo: la parola sincretica nel bambino è componente intrinseca dell‟oggetto, tanto che desta stupore una vicinanza linguistica che non rifletta una „parentela oggettuale‟.

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Cortisolo fuori range = morte cellulare nelle strutture dell‟ippocampo.

Possibile funzione biologica adattativa di mantenimento a lungo termine di pattern di apprendimento acquisiti in condizioni fortemente stressanti o emotivamente molto significative

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“la distanza tra il livello effettivo di sviluppo così come è determinato da problem-solving autonomo e il livello di sviluppo potenziale così come è determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci”.

Tutto ciò che è intrapsichico e psicologico è stato in precedenza interpsichico e sociale:è la genesi sociale del pensiero.

La zona di sviluppo prossimale attraversa diversi periodi sensibili, fasi critiche dello sviluppo. In queste, durante tutta l‟infanzia, la comunicazione empatica ed etica svolge il ruolo chiave nella promozione o nel blocco della zona di sviluppo prossimale.

Si insegna più con l'esempio che con le parole: e vox populi…

Il processo cognitivo, ed. it. Bollati Boringhieri Torino 1987 pag. 127 10