Di Il Bambino Adhd A Scuola

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GIOVANNI, la sua famiglia e…… ….la scuola!!!!! 7° raduno AIFA - maggio 2008

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slide sui rapporti scuola-famiglia qundo si ha una diagnosi di adhd

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GIOVANNI, la sua famiglia e……

….la scuola!!!!!

7° raduno AIFA -maggio 2008

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Come aiutare Giovanni e la sua famiglia a costruire un rapporto

efficace con gli insegnanti: iniziamo rispondendo ad alcune

domande.

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Nostro figlio ha una diagnosi di ADHD  con delle

indicazioni date da un centro pubblico come posso

fare se non vengono rispettate?

La diagnosi non basta. Spesso le indicazioni date dalla

neuropsichiatria sono ritenute stupide e irrealizzabili, per cui, se gli insegnanti le giudicano

tali, non possono essere obbligati a seguirle. Devono però

dimostrare come, si siano programmati interventi adeguati. Per ribaltare la situazione, prima di additare ai doveri del POF può

offrire "aiuto", lanciare ami, come offrire indirizzi, siti

diagnosi da leggere numeri telefono esperti... prima cioè di

mettersi sulla difensiva... In situazione di certificazione, le

cose cambiano

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. Quello che c'è da dire è che la scuola

( e non i singoli insegnanti) dovrebbe

prevedere dei percorsi e dei protocolli di accoglienza.

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i genitori della classe di mio figlio hanno sollecitato un

consiglio di classe straordinario per parlare di lui.. cosa posso

fare?

risponderei: partecipate anche voi e spiegate bene il problema agli

altri genitori. Non tutti sanno e, soprattutto,

non tutti sono intelligenti e colti.

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La comunicazione

diretta, semplice e sincera spesso

paga più di comportamenti sfuggenti che

lasciano spazio a mille

interpretazioni

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L’insegnante di nostro figlio si

rifiuta di riempire i questionari

mandati dalla Asl per completare l’anamnesi di nostro figlio dicendo che

l’ADHD non esiste: cosa possiamo

fare?il dibattito esiste, ma se vengono richieste delle

osservazioni sul ragazzo, si possano fare comunque. in

questo caso si può fare riferimento alla legge sul diritto allo studio quindi all’individuazione degli interventi specifici per

favorire lo sviluppo globale dell’alunno.Le diagnosi le faranno gli specialisti...

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È utile far riferimento alla centralità dello studente, ai doveri dei docenti di attivarsi per promuovere il suo ben-essere perchè: “La scuola dell’autonomia si pone precisi interventi educativi di formazione ed istruzione adeguati ai diversi contesti socio-culturali, partendo dalle esigenze delle famiglie e dei soggetti coinvolti all’interno del sistema formativo integrato. Il P.O.F. prevede una logica di responsabilità di flessibilità, di coerenza ed integrazione che unisce i vari progetti. Si denota flessibilità interna alla singola istituzione scolastica:…-Percorsi inter-pluridisciplinari-progetti speciali-progetti opzionali-tutoraggio   Interventi facilitatori per l’handicap (P.E.I. o P.E.P.)

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A nostro figlio sono state

assegnate 4 ore di sostegno ma

sono poche. cosa possiamo

fare?

Si va dal Dirigente Scolastico che sulla base anche della Diagnosi Funzionale e di

tutte le osservazioni raccolte (dagli insegnanti, dai

genitori ecc.) segnala la presenza di particolari forme

di handicap gravi o molto gravi, chiedendo la deroga dal suddetto rapporto ed indicando il monte orario necessario per un efficace

intervento.

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In ultima istanza si può ricorrere ad un giudice che riaffermi il diritto alle deroghe per il sostegno, vedi precedente: “….Il Tribunale di Roma, il 17.12.2002, ha emesso un’Ordinanza nel procedimento ex art. 700 C.P.C. N. 69789/2002 con la quale ha riconosciuto ad un alunno dichiarato con handicap in situazione di gravità, un numero di ore di sostegno superiore a quello assegnatogli dalla Direzione scolastica regionale e dalla scuola.Và dato atto ai genitori che con il loro ricorso per ottenere un provvedimento d’urgenza ai sensi dell’art. 700 del Codice di Procedura Civile, hanno contribuito a rafforzare il diritto allo studio, ed a migliorare le condizioni della qualità dell’integrazione scolastica.”

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L’insegnante di sostegno in accordo con

l’insegnante di ruolo  porta mio figlio fuori dalla

classe durante le ore di lezione

cosa posso fare?

Si possono chiedere le motivazioni al Dirigente Scolastico : non abbiate

timore di chiedere udienza: vi spetta di diritto! Richiedete

comunque che venga rispettato il segreto d’ufficio.

Comunque ogni situazione è a sé: dipende dal tipo di lavoro, dal

momento ecc... a volte capita che sia lo stesso bambino a chiedere di

andare "fuori" per concentrarsi meglio.. purché tutto sia governato

da una regia educativa professionale, con scelte motivate.

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Si può comunicare con i D.S. per ricevere chiarimenti sul percorso

scolastico dei vostri figli. Si chiede di di visionare il P.E.I,

quindi si cerca di verificare se le “uscite” siano state pianificate

in una progettazione per realizzare interventi

individualizzati in relazione alle esigenze del bambino o se, come

sembra succedere nei casi di “malascuola”, servono

unicamente a “proseguire nello svolgimento della lezione, in

santa pace!!!”

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Come si può ottenere il sostegno? Serve?

Il sostegno è sicuramente utile se l’insegnante è competente, qualificato;

si ottiene previa certificazione di handicap.

Purtroppo non è possibile valutare le competenze di tale insegnante (salvo a

seguito di un controllo fatta da un ispettore chiamato a valutare il caso) quindi, anche se risulta non essere

all’altezza del suo compito, nessuno può fare nulla,compresi i colleghi e il

D.S.La richiesta della certificazione

compete esclusivamente al genitore o a chi eserciti la patria potestà. E'

necessario che copia di tale documento, qualora non esista la diagnosi

funzionale, comunque sia inoltrata tramite la Scuola all'Ufficio Integrazione del Provveditorato agli Studi per poter

usufruire di quanto previsto dalla normativa vigente sempre in relazione

alla gravità dell’handicap

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Cosa prevede la normativa

Risorse umane dove chi le predispone: compresenze

(classe) (Scuola); insegnante sostegno

(classe) (Provv. Studi); psicopedagogista (scuola) (Provv. Studi); ripetitore o

lettore (domicilio) (Provincia); operatore

add.assist. (scuola) (ULSS); gruppo di lavoro

(scuola) (Sc., ASL, Famiglie). Risorse di

strutture e organizzazione: massimo n. 20 alunni

/classe; (Scuola); eliminazione delle barriere

arch.; sussidi didattici, trasporto…

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Come comunicare o far attuare all’insegnante di ruolo le strategie indicate per nostro figlio (spesso noi genitori siamo costretti a farlo

direttamente).Questo potrebbe rovinare il

rapporto?

Il rapporto scuola-famiglia è necessario:ascoltare, comunicare,

stabilire metodologie, apportare modifiche in itinere in

sinergia,sono buone prassi, sempre.

E’ bene dialogare periodicamente con gli insegnati

e non solo quando si è convocati….

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So che spesso sono le famiglie stessea dover proporre strategie didattiche,quando ci si trova a dover affrontare

persone impreparate e spesso demotivate.Il più delle volte i docenti non accettano

che si “insegni loro ad insegnare”specie se a farlo sono i genitori degli alunni.

Non sono in grado di dare la “ricetta” per impedireche ciò avvenga, ma penso che si possa agire

con intelligenza ed educazione per raggiungere questo obiettivo.

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C’è un modo per intervenire direttamente sui compagni

di nostro figlio per far comprendere il perché della

scelta di certe strategie che, ai loro occhi,

potrebbero apparire “ privilegi” ?

Proporsi come intermediari tra gli esperti e gli insegnati, diventare l’anello di congiunzione degli altri due microsistemi all’interno dei

quali si sviluppa il progetto di vita del bambino, può diventare uno strumento

efficace per superare tutte le difficoltà che si incontrano in itinere.

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Si può proporre l’intervento dello psicologo o dello

psicopedagogista che può “agire” direttamente in classe

per rispondere alle domande dei bambini ( in maniera accessibile

alla fascia d’età di appartenenza). Si può fare anche in presenza del bambino ADHD

preventivamente preparato all’evento. Nel caso in cui la

collaborazione scuola famiglia fosse molto positiva, si può addirittura consigliare agli insegnanti un progetto che

preveda la drammatizzazione di una storia che abbia come tema l’integrazione e l’accettazione

delle diversità. Per la realizzazione di tale prodotto, i bambini stessi possono essere

coinvolti nella stesura del copione e delle scenografie.

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Nel momento in cui dovessimo renderci conto che nostro figlio è emarginato dai compagni e

preso di mira in maniera eclatante da parte degli

insegnanti, come ci dobbiamo muovere?

Se la situazione risultasse molto compromessa, ritengo che, dopo aver

comunicato l’osservazione ai docenti, aver cercato di individuare almeno una persona

che dimostri sensibilità al problema alla quale riferirsi per chiedere di mediare, si

possa ancora una volta rivolgersi al Dirigente Scolastico.

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Esistono precedenti in cui le famiglie hanno fatto ricorso alle forze dell’ordine, agli ispettori scolastici, all’Ufficio Scolastico

provinciale, agli articoli sui giornali, ai tribunali. Sono tutti strumenti

che, se si decide di usare, si deve preventivare anche il ritiro dei figli dalla scuola. Quando si arriva a dei

punti di rottura, se si decide di “arrivare fino in fondo” dopo averle

provate tutte, si deve essere consapevoli che le nostre scelte

non devono mai prevaricare il ben-essere e la serenità dei nostri figli.

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Conclusioni:

• L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo della personalità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione nelle relazioni, nella socializzazione.

• Il diritto delle persone disabili in stato di handicap all'educazione, all'integrazione sociale e alla partecipazione alla vita della comunità, nonché il diritto dei bambini a crescere in un ambiente favorevole allo sviluppo della loro personalità e delle loro attitudini, sono riconosciuti anche dagli articoli 15 e 17 della Carta sociale Europea ( ratificata con legge 30/1/1999).

• Il pieno sviluppo della persona umana è un obiettivo al quale è strumentale il compito della repubblica di apprestare i mezzi per raggiungerlo e a esso fa riferimento l'art. 3, comma 2, della Costituzione, nonché l'art. 38 che tutela con pienezza il diritto dei disabili all'educazione, disponendo che ai compiti a ciò inerenti provvedano gli organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato). E' evidente che l'organizzazione dell'attività di sostegno da parte delle istituzioni scolastiche non può, in via di fatto (per inadeguata assegnazione), comprimere o vulnerare quel diritto riconosciuto alla persona da fonti soprannazionali, dalla Costituzione e dalla legislazione ordinaria. L'assegnazione del sostegno per gli alunni in situazione di handicap riconosciuto grave deve essere adeguata alla finalità di promuovere lo sviluppo del disabile, indipendentemente dai vincoli della dotazione organica degli insegnanti di sostegno. Il mancato o parziale soddisfacimento di tale diritto può esporre l'amministrazione al risarcimento del danno arrecato al soggetto handicappato.