di Franco Cesarini Le bande musicali - SSM-SI - Home della Rivoluzione francese i modelli di musica...

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Prima della Rivoluzione francese i modelli di musica militare più diffusi in Europa era- no due: il primo era rappresentato dalla “ban- da di oboi”. La struttura della banda di oboi era stata concepita da Jean-Baptiste Lully, compositore di corte di Luigi XIV, il Re So- le. L’organico di base comprendeva 2 oboi, 2 fagotti e 2 corni. Numerose le possibili varianti a questo modello: oltre alla possi- bile riduzione a soli quattro esecutori (2 oboi e 2 fagotti), a partire dal 1700 agli oboi si sostituiscono molte volte i clarinetti, oppu- re li si aggiungono all’organico di base. Fre- quente è pure l’inserimento di 2 trombe e/o di 2 flauti. L’organico raramente eccedeva le dodici unità. Il modello francese fu espor- tato in tutti i principali paesi europei, così le bande di oboi si trovavano nei reggimen- ti inglesi, prussiani, bavaresi, austriaci ed ita- liani. Il secondo modello era quello della “Ban- da turca”. Gli eserciti europei, impegnati nel- le guerre turche (dal 1526 al 1699), hanno adottato gli strumenti a percussione tipici delle bande delle truppe scelte turche: i Gian- nizzeri. Gli strumenti erano: la grancassa, i piatti, il tamburo, il triangolo e la mezzalu- na. La mezzaluna era uno strumento a scuo- timento, composto da un lungo bastone de- corato con vari pendenti metallici, tra cui campanelli, sonagli e una mezzaluna. Que- st’ultima richiamava le sue origini turche. La differenza tra i due organici è princi- palmente rappresentata dalla presenza de- gli strumenti a percussione. Anche la banda turca, infatti, mantiene un organico essen- zialmente solistico. Con la Rivoluzione francese, a partire dal 1789, i destini delle musiche militari cam- biano radicalmente. A Parigi il nuovo gover- no organizza sontuose celebrazioni all’a- perto. La musica esce dai salotti degli aristo- cratici e si riversa nelle strade e sulle piazze. C’è bisogno di sonorità imponenti, di un col- po d’occhio solenne, così l’organico della musica della neo-costituita Guardia Nazio- nale “esplode“. Non più una decina di mu- sicisti, ma decine di musicisti! L’organico del- la “Garde Nationale” comprendeva alme- no 45 musicisti, ma in occasioni importanti poteva anche raddoppiare il numero. Il ful- cro dell’organico era costituito dalla sezio- ne dei clarinetti: se ne contavano almeno 12, meglio 16. Gli altri strumenti erano: flauti, oboi, fagotti, corni, trombe, tromboni, ser- pentone (un antenato del basso tuba), con- trabbassi, timpani, percussioni. In altre pa- role un organico molto simile a quello delle orchestre di fiati attuali, con l’eccezione del sassofono, che fu inventato soltanto più tar- di da Adolphe Sax (1841). Uno dei compiti più importanti della banda della Guardia Na- zionale era quello di partecipare alle cerimo- nie ufficiali, come ad esempio la celebrazio- ne del primo anniversario della Rivoluzione il 14 luglio 1790. Numerosi i compositori vi- 42 di Franco Cesarini * * Compositore e direttore della Civica Filarmonica di Lugano Le bande musicali Lo sviluppo delle società di musica in Svizzera e in Ticino nel XIX e XX secolo

Transcript of di Franco Cesarini Le bande musicali - SSM-SI - Home della Rivoluzione francese i modelli di musica...

Prima della Rivoluzione francese i modellidi musica militare più diffusi in Europa era-no due: il primo era rappresentato dalla “ban-da di oboi”. La struttura della banda di oboiera stata concepita da Jean-Baptiste Lully,compositore di corte di Luigi XIV, il Re So-le. L’organico di base comprendeva 2 oboi,2 fagotti e 2 corni. Numerose le possibilivarianti a questo modello: oltre alla possi-bile riduzione a soli quattro esecutori (2 oboie 2 fagotti), a partire dal 1700 agli oboi sisostituiscono molte volte i clarinetti, oppu-re li si aggiungono all’organico di base. Fre-quente è pure l’inserimento di 2 trombe e/odi 2 flauti. L’organico raramente eccedevale dodici unità. Il modello francese fu espor-tato in tutti i principali paesi europei, cosìle bande di oboi si trovavano nei reggimen-ti inglesi, prussiani, bavaresi, austriaci ed ita-liani.

Il secondo modello era quello della “Ban-da turca”. Gli eserciti europei, impegnati nel-le guerre turche (dal 1526 al 1699), hannoadottato gli strumenti a percussione tipicidelle bande delle truppe scelte turche: i Gian-nizzeri. Gli strumenti erano: la grancassa, ipiatti, il tamburo, il triangolo e la mezzalu-na. La mezzaluna era uno strumento a scuo-timento, composto da un lungo bastone de-corato con vari pendenti metallici, tra cuicampanelli, sonagli e una mezzaluna. Que-st’ultima richiamava le sue origini turche.

La differenza tra i due organici è princi-

palmente rappresentata dalla presenza de-gli strumenti a percussione. Anche la bandaturca, infatti, mantiene un organico essen-zialmente solistico.

Con la Rivoluzione francese, a partire dal1789, i destini delle musiche militari cam-biano radicalmente. A Parigi il nuovo gover-no organizza sontuose celebrazioni all’a-perto. La musica esce dai salotti degli aristo-cratici e si riversa nelle strade e sulle piazze.C’è bisogno di sonorità imponenti, di un col-po d’occhio solenne, così l’organico dellamusica della neo-costituita Guardia Nazio-nale “esplode“. Non più una decina di mu-sicisti, ma decine di musicisti! L’organico del-la “Garde Nationale” comprendeva alme-no 45 musicisti, ma in occasioni importantipoteva anche raddoppiare il numero. Il ful-cro dell’organico era costituito dalla sezio-ne dei clarinetti: se ne contavano almeno 12,meglio 16. Gli altri strumenti erano: flauti,oboi, fagotti, corni, trombe, tromboni, ser-pentone (un antenato del basso tuba), con-trabbassi, timpani, percussioni. In altre pa-role un organico molto simile a quello delleorchestre di fiati attuali, con l’eccezione delsassofono, che fu inventato soltanto più tar-di da Adolphe Sax (1841). Uno dei compitipiù importanti della banda della Guardia Na-zionale era quello di partecipare alle cerimo-nie ufficiali, come ad esempio la celebrazio-ne del primo anniversario della Rivoluzioneil 14 luglio 1790. Numerosi i compositori vi-

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di Franco Cesarini*

*Compositore e direttore della Civica Filarmonica di Lugano

Le bande musicaliLo sviluppo delle società di musicain Svizzera e in Ticino nel XIX e XX secolo

cini alla Rivoluzione, quali Devienne, Ja-din, Gossec, Méhul, Catel, Gebauer e Che-rubini, che con la loro produzione hanno no-tevolmente contribuito alla formazione di un

primo importante nucleo di musiche origi-nali per orchestra di fiati. Nel 1792 nell’am-bito della Guardia Nazionale fu fondata la“Libera scuola musicale di Parigi” che, a par-tire dal 1795, assunse il nome di “Conser-vatorio”. È la prima grande scuola finan-ziata dallo Stato, che forma musicisti profes-sionisti. In altre parole il Conservatorio Na-zionale Superiore di Parigi è figlio della ban-

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Rocco Torricelli, I volontari luganesi schie-rati in piazza, 1697, particolare. Sulla sini-stra, in alto, si vede la banda.

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da e molti musicisti farebbero bene a ricor-darselo!

L’influenza della Rivoluzione francese fa-vorì anche in Svizzera la costituzione di mu-siche militari con l’organico corrispondente.Nel 1794 fu studiato un progetto che pre-

vedeva la creazione di musiche militari can-tonali. Nacquero così le “Musiche da cam-po” (Feldmusiken). L’organico delle musicheda campo svizzere, all’inizio dell’Ottocen-to, non può essere definito con precisione as-soluta, in quanto esistevano realtà differen-

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ti di cantone in cantone, matutte si basavano sul model-lo francese della Guardia Na-zionale di Parigi, diffusosi intutta Europa con le campa-gne militari napoleoniche.

L’Atto di Mediazione di Na-poleone Bonaparte restituì,nel 1803, la sovranità ai can-toni svizzeri. Con ciò l’ap-parato difensivo veniva a tro-varsi sotto l’amministrazionedei singoli Stati: soltanto incasi d’emergenza era previstala costituzione di un’armatafederale.

L’introduzione della bandamilitare è da mettere in rela-zione con le disposizioni con-template nel “Regolamentomilitare generale” della Con-federazione del 1817, secon-do cui nei battaglioni era pos-sibile inserire un corpo musi-cale.

All’inizio nel XIX secolo,esistevano in Svizzera circacinquanta bande militari. I loro membri era-no volontari e pertanto non appartenevanoagli effettivi della truppa, anzi, dovevanoprocurarsi personalmente gli strumenti mu-sicali e persino le uniformi. Inoltre, già pri-ma dell’entrata nel corpo musicale, doveva-no saper suonare bene il loro strumento,cosicché non pochi candidati venivano sco-raggiati. Non c’è quindi da meravigliarsi se,all’epoca della Mediazione, i musicisti deicorpi di musica da campo cantonali, eranoreclutati quasi esclusivamente in ambiti fi-nanziariamente benestanti e culturalmenteelevati: medici, notai, commercianti e mae-stri di scuola, formavano il grosso di questicorpi musicali militari, ai quali partecipa-vano anche i musicisti cittadini ufficiali non-ché altri musicisti che risiedevano in città,che per lo più erano stranieri. Il livello tec-nico ed artistico di queste musiche militariera di conseguenza eccellente.

In Ticino, la banda militare era mantenu-ta dal corpo degli ufficiali, così come si rile-va dall’articolo 133 della “Legge sull’orga-nizzazione militare della Repubblica e Can-tone del Ticino” del 1823: “È facoltativo quanto al Contingente attivo,quanto al Contingente di riserva, di avere

Sopra, la Fanteria zurighese, 1820 circa. Si vedono due membri della banda militarecon serpentone e mezzaluna, il tamburomaggiore e il tamburino (da Johann JakobSperli, 1770-1841, Catalogo della Esposizio-ne nazionale delle musiche militari, Lucer-na 1960).Nella pagina precedente, la Banda di oboicomposta da due oboi, due corni e due fa-gotti. Si tratta della Fanteria zurighese informazione di parata (da un disegno di Rud.Holzhalb, 1759).

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una banda militare. (…) Il supplemento disoldo, i distintivi pel vestiario, gli istrumen-ti musicali e la loro manutenzione, sono acarico del corpo degli ufficiali. (…)”.

La forte diminuzione dei corpi musicali dacampo delle milizie cantonali, avvenuta ver-so la metà del XIX secolo, è stata causatada diversi motivi, in primo luogo di naturafinanziaria.

A partire dal 1830, con l’adozione dellecostituzioni democratiche in tutti i cantoni,l’esercizio della musica per strumenti a fia-to fu reso accessibile a larghi strati della po-polazione, il che determinò un mutamentodella struttura sociale delle musiche da cam-

po e, fatalmente, uno scadimento del livellotecnico e artistico, in quanto succedeva spes-so che elementi poco dotati venissero a rinfol-tire le schiere degli esecutori. Il fatto che mol-ti cantoni abbiano congedato i loro corpi mu-sicali militari, non contribuì certo a risolve-re i problemi del loro scadimento artistico:vari fra questi tentarono di continuare l’at-tività autonomamente, in veste civile. La mag-gior parte delle grandi musiche cittadine sviz-zere sono quindi state fondate nei primi de-cenni del XIX secolo. Ancora oggi si posso-no riconoscere le loro origini: Stadtmusik,il termine tedesco per Musica Cittadina, sve-la l’origine civile mentre “Corps de musi-que de Landwehr” oppure “Feldmusik” so-no termini di sicura origine militare, deriva-ti dai corpi musicali da campo presenti sulterritorio nella prima metà dell’Ottocento,poi in gran parte sciolti dai Cantoni e rifon-dati come musiche civili.

La Banda (Harmoniemusikkorps) nel 1826nella formazione sia civile sia militare (par-ticolare da una illustrazione di un corteo del-la Fête des Vignerons di Vevey).

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Nella seconda metà dell’Ottocento l’atti-vità delle bande civili ha preso il sopravven-to. Nel 1862 fu fondata la Società Svizzeradi Musica. Gli obiettivi della Società eranorivolti principalmente alla formazione mu-sicale degli affiliati e alla promozione ed or-ganizzazione di feste musicali (dei veri e pro-pri concorsi), quali stimolo al progresso ar-tistico ed al confronto. Si trattava anche dipromuovere lo spirito di coesione naziona-le, in linea con le società federali di tiro (fon-data nel 1824), ginnastica (1832) e di canto(1842).

Con la Costituzione federale del 1874, le21 musiche da campo cantonali superstiti fu-rono soppresse perché non erano più rico-nosciute come tali dalla Confederazione. Co-sì le musiche da campo cantonali, si trasfor-marono in società civili, com’è successo aBerna, Friborgo, Ginevra e Zurigo.

In Ticino la Federazione Cantonale dellemusiche fu fondata nel 1910, su iniziativadella Civica Filarmonica di Lugano soste-nuta dalla Civica Filarmonica di Bellinzo-na, la Musica Cittadina di Chiasso e la Ci-vica Filarmonica di Mendrisio.

Nel 1910 le bande in Ticino esistevanogià da lungo tempo. Quali le più antiche? Uf-ficialmente, la società di più antica fonda-zione, nel 1785, è la Civica Filarmonica diBellinzona. Personalmente ho letto e rilettolo statuto di fondazione della Congregazio-ne “Illustre Accademia” del 27 febbraio 1785,e non mi pare di poter rilevare alcun legametra questa “Congregazione” e l’attuale Ci-vica Filarmonica, se non la passione comu-ne per la musica. Insomma i “Signori dilet-tanti di musica” che si riunivano desiderosi“di sempre più abilitarsi nel virtuoso suoesercizio per dare onore a Dio, splendorealla Patria e lustro a se stessi” non mi sem-brano francamente i fondatori di una societàbandistica, come l’intendiamo oggi. La Ci-vica Filarmonica di Bellinzona fu fondata uf-

A fianco e sotto, il figurino del 1830 e il fi-gurino del 1865 (Banda di Lugano).

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ficialmente, questa volta come società, nel1839. Interessante a questo proposito è la ri-chiesta del 21 agosto 1839 di ricevere in pre-stito alcune “messe e sinfonie” dell’anticaAccademia, custodite nell’archivio della stes-sa, presso i Benedittini. Dell’attività dell’“Il-lustre Accademia” non si hanno più notiziefin dal 1818. Nel verbale della riunione del1839, si legge che il signor Benedetto Tattifa notare che non si può sperare niente dibuono da quell’archivio, in quanto “nonv’è che musica vecchia” e non adatta per l’or-ganico.

Anche a Lugano vi era sicuramente atti-vità musicale (sulla falsa riga delle bande tur-che) prima della fondazione ufficiale dellaCivica Filarmonica (1830). In un quadro del1797 di Rocco Torricelli, intitolato I volon-tari luganesi schierati in piazza, conservatoal museo storico di Lugano, si vede benissi-mo la presenza di un corpo musicale in di-visa sulla sinistra del dipinto. Dunque, unabanda militare esisteva già in quegli anni econcorse a festeggiare la vittoria contro i Ci-salpini accompagnando i Volontari Luga-nesi, quando si recarono a portare la lorobandiera, dono del Canton Zurigo, alla Ma-donna delle Grazie, protettrice di Lugano.Le notizie sulla presenza di una banda a Lu-

gano sono numerose ma frammentarie. Nel1809 la “Società Filarmonica” (si trova pro-prio questa denominazione nei documenti),era chiamata ad esibirsi per la festa naziona-le-religiosa ordinata dall’Alta Dieta nel me-se di settembre. Nel 1827, quando il gover-no itinerante venne a Lugano, fu salutatodalle note di due bande (quella di Lugano equella di Massagno). La “Gazzetta Ticine-se” riporta in un articolo del 6 marzo, noti-zie degli “squisiti concerti della banda civi-le” di Lugano. Il 23 giugno 1830 il Gran Con-siglio votava a Lugano la Riforma della Co-stituzione, in sostituzione dello statuto im-posto nel 1814 dalle potenze estere. Le ban-de di Lugano e Chiasso accompagnavano iconsiglieri sulla Piazza Grande, che venivaribattezzata “Piazza della Riforma”. Il Mu-nicipio ordinava una festa civico-religiosaper i giorni 18-19-20 luglio, con grandissi-ma affluenza di cittadini provenienti da tut-to il Cantone e anche dall’estero. Il program-ma prevedeva fuochi d’artificio, illuminazio-ne della città, illuminazione fluttuante sul la-go, cuccagna e… concerto della banda. Gaz-zetta Ticinese di quei giorni scriveva: “(…)La mattina del terzo giorno l’arrivo delle ban-de musicali di Bellinzona, di Chiasso, di Giu-biasco e di Massagno (…) fecero preconiz-

A fianco, la Società Filar-monica di Chiasso, del1867 (foto tratta dal librodi G. Milani, Le bandemusicali della Svizzera ita-liana, Agno 1981).Nella pagina seguente, inalto, la Società Musica Cit-tadina di Bellinzona(1890) e, sotto, la CivicaFilarmonica di Lugano nel1880, durante i festeggia-menti dei cinquant’annidi fondazione.

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zare che quel giorno si sarebbero sorpassatitutti gli altri in lieta espansione dei più profon-di affetti”. Questo articolo e molti altri cirendono testimonianza del fatto che nume-rose bande civili erano attive sul territoriogià prima della Riforma del 1830, o comun-que, da quanto risulti dagli atti ufficiali difondazione delle società stesse. Delle bandecitate in questo articolo è interessante nota-re la presenza della banda di Giubiasco, lacui fondazione ufficiale risale a molti annidopo: il 1903.

L’attività musicale delle bande nell’Otto-

cento in Ticino è costellata di numerose dif-ficoltà. A scioglimenti seguivano ricostitu-zioni, a separazioni unioni. I litigi eranofrequenti, dettati dalle più curiose contro-versie, politiche e religiose prima di tutto.Ma non solo: spesso erano i mezzi finanzia-ri a venir meno, oppure la difficoltà di repe-rire i suonatori, oppure ancora la possibi-lità di ingaggiare maestri dotati delle nozio-ni musicali indispensabili per quel compito.Si è così iniziato ad attingere alle risorse uma-ne offerte dalla vicina Italia. In Ticino, infat-ti, non c’era una scuola di musica adeguata

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a formare musicisti professionisti. I maestridelle principali musiche cittadine proveniva-no tutti dall’Italia e con loro si portavanodietro la cultura musicale italiana, fatta so-prattutto di opera, e frequentemente anchemusicisti che assumevano nelle società tici-nesi i ruoli di insegnante, vice-maestro, co-pista e non di rado anche di maestro di so-cietà di minor prestigio. L’organico delle ban-de ticinesi della prima metà dell’Ottocentoricalcava quello delle bande rivoluzionariefrancesi, esportato da Napoleone e dalle suetruppe. In seguito vi furono però numerosicambiamenti, dovuti soprattutto al perfezio-namento tecnico degli strumenti. Gli ottonifurono dotati dei cilindri (Blühmel e Stöl-zel, Berlino 1813) e dei pistoni (Périnet, Pa-rigi 1821). Con queste innovazioni anche gliottoni potevano esprimere l’intera gammadei suoni cromatici, concorrendo direttamen-te con i legni, in fatto di cantabilità e vir-tuosismo. Più tardi l’invenzione e l’introdu-zione del sassofono contribuirono a forma-re il nuovo organico della banda. Il sassofo-no nell’organico delle bande italiane fa la suaapparizione ufficiale con il “Primo congres-so musicale italiano“ dell’Italia post-unita-ria, svoltosi il 15 settembre 1864 a Napoli.Nel corso di questo congresso furono preseimportanti decisioni, tra le quali quella di

unificare il diapason degli strumenti. Colnuovo ordinamento deciso a Napoli, l’or-ganico strumentale della banda militare com-prendeva, accanto ad ottavino, flauti, oboi,clarinetti, cornette, biucoli (simili ai flicor-ni), trombe, clavicorni, corni, tromboni, bom-bardini, bombardoni, contrabbassi e percus-sione, un intero quintetto di sassofoni, dalsoprano al basso. L’organico italiano assu-merà la sua definitiva fisionomia con il Con-gresso di Roma del 1911. L’organico prescel-to fu quello proposto dal maestro Alessan-dro Vessella (direttore della banda comuna-le di Roma dal 1895 al 1921), suddiviso intre grandi categorie: “Piccola banda” (32 ese-cutori), “Media banda” (48 esecutori),“Grande banda” (80 esecutori). In seguito(1931) quest’ordinanza fu leggermente cor-retta, portando gli effettivi a 35, 54 e 80esecutori. Questa riforma non fu facilmen-te digerita e bisogna sottolineare le protestedi molti autorevoli esponenti del mondo ban-distico del tempo, tra i quali spiccano Lon-go, Pucci, Amendola. La realtà bandisticaitaliana avrebbe tratto notevole vantaggio sele linee guida di Vessella non fossero stateadottate ufficialmente, ma la storia non puòessere riscritta e le scelte fatte nel 1911 in-fluenzarono l’evoluzione storica delle bandeitaliane e, di riflesso, anche di quelle ticine-

A fianco, la Società Fi-larmonica Liberale diMendrisio nel 1896(dal libro di G. Mila-ni, Le bande musica-li della Svizzera italia-na, Agno 1981). Nel-la pagina seguente,la Filarmonica di Tre-mona nella nuovauniforme nel 1901.

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si. Le infinite diatribe a proposito dell’orga-nico unificato di tipo vesselliano si protras-sero per numerosi anni e furono messe a ta-cere soltanto con l’avvento del Fascismo(1922), che di discussioni e pareri diversi daquelli ufficiali non ne voleva proprio sape-re! Fu così che il regime “sdoganò” definiti-vamente il modello concepito da Vessella.Quest’ultimo non era certo uno sprovvedu-to: era perfettamente consapevole delle pe-culiarità della banda e le sue opinioni sonofondate ed autorevoli. Leggiamo in un suoscritto:“Oggi il carattere di popolarità della bandava inteso in quanto è il mezzo diretto e im-mediato per l’educazione musicale del popo-lo, col quale viene a trovarsi naturalmentein assoluto contatto nelle piazze; popolariz-za cioè la musica, la bella musica, quellache prima era privilegio esclusivo di pochi,ma come ente artistico la banda va conside-rata alla stessa stregua e capace di raggiun-gere le stesse vette dei complessi orchestra-li. Organismo ormai perfettamente equili-brato: pieghevole, docile, malleabile per leesigenze delle partiture più complesse; pla-smato per intraprendere gli autori più po-derosi e più sottili e delicati; massa elabora-ta e omogenea, dove ogni istrumento sem-

bra corrispondere ad una canna d’organomentre la bacchetta del direttore è la manosapiente che sfiora la tastiera”.

Il concetto vesselliano verte all’attuazionedi una proporzione fonica tra le svariate fa-miglie di strumenti. L’ossatura principale ècostituita dai clarinetti e dai sassofoni cheinsieme raggiungono la metà dell’organico.Poi le classi degli ottoni “chiari” (trombe etromboni) e degli ottoni “scuri” (flicorni),che corrispondono all’altra metà dell’orga-nico; quest’ultime famiglie devono essere di-sposte nelle proporzioni di due quinti gli ot-toni chiari e tre quinti quelli scuri. I cornihanno un ruolo indipendente mentre le per-cussioni sono relegate ad un compito, per co-sì dire, di comparse.

Queste precisazioni sono necessarie per ca-pire qual era il modello di riferimento per lebande ticinesi, fino alla metà degli anni ot-tanta del secolo passato. Nel resto della Sviz-zera i modelli di riferimento erano rappre-sentati dalle bande tedesche per la SvizzeraNord-orientale e da quelle francesi per quel-la Occidentale, con i rispettivi organici diriferimento. A partire dagli anni settanta hacominciato a farsi strada in terra elvetica l’or-ganico di stampo anglo-americano. Le ragio-ni per cui si assistette a questo cambiamen-

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to sono numerose, legate soprattutto alla cre-scente diffusione della musica stampata. Macom’è strutturato l’organico di tipo anglo-americano? Storicamente nasce all’inizio delNovecento (più o meno nello stesso perio-do della riforma di Vessella in Italia). Dap-prima è regolato dalle norme concernenti lemusiche militari britanniche: la “MilitaryBand” inglese d’inizio Novecento è in so-stanza identica all’orchestra di fiati con-temporanea. L’organico prevede una ripar-tizione equilibrata tra legni e ottoni (in pro-

porzione di 60% di legni e 40% d’ottoni).Le percussioni svolgono un ruolo fondamen-tale e comprendono all’incirca il 10% del nu-mero totale (somma dei legni più gli otto-ni). Accanto agli strumenti tradizionali (grancassa, piatti, tamburo e triangolo) e ai tim-pani, fanno il loro ingresso le tastiere (glocken-spiel, vibrafono, xilofono, marimba) ed unavariatissima quantità di strumenti d’origineetnica. Più tardi s’aggiungeranno occasional-mente arpa, pianoforte e celesta. Tra i legni,fondamentale è la presenza dei fagotti (noncompresi nell’organico di Vessella, una del-le critiche che gli venivano mosse dai de-trattori). Tra gli ottoni spicca la totale assen-za dei flicorni: soltanto trombe, cornette, cor-ni, tromboni, eufoni e bassi tuba. Una par-ticolarità, la presenza di uno strumento adarco: il contrabbasso. All’indomani del se-condo conflitto mondiale, questo tipo d’or-ganico si diffuse in tutto il mondo grazie alruolo svolto dalle bande militari americanedi stanza in Europa ed in Estremo Oriente,dove è nato un movimento bandistico di pri-maria importanza a livello internazionale.

In Svizzera un ruolo d’intermediario fusvolto dalle case editrici olandesi, che han-no invaso il mercato svizzero con i loro pro-dotti, estremamente apprezzati, verso la fi-ne degli anni Sessanta. Quest’ultime punta-rono dapprima a fornire un repertorio faci-le, d’effetto immediato, eseguibile con qual-siasi tipo d’organico. Questa caratteristicaha permesso alle loro pubblicazioni di diffon-dersi in tutta Europa, indipendentemente daltipo d’organico in uso. Ciò ha però note-volmente contribuito ad impoverire l’or-chestrazione: infatti, scrivere un pezzo in mo-do che abbia una buona resa con tutti i di-versi tipi d’organico è un po’ come confezio-nare un vestito che possa essere indossato dachiunque, indipendentemente dalla taglia!Con il trascorrere del tempo è evoluta an-che la proposta editoriale olandese, che si èadeguata alle più disparate esigenze del mer-cato internazionale, non più soltanto euro-peo, ma globalizzato. Le grandi musichecittadine della Svizzera centrale furono le pri-

Sopra, alcune locandine relative alla Festadella musica di Lugano dell’agosto 1903.

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me ad adattare l’organico alle nuove tenden-ze: già negli anni Settanta la Stadtmusik diLucerna e la Feldmusik di Sarnen hanno svol-to un importante ruolo di pionieri, seguitepoi da tutte le altre principali società. In Sviz-zera francese il processo è stato più lento, maha condotto ad un risultato paragonabile. InTicino le due società d’eccellenza (Lugano eMendrisio) hanno mantenuto l’organico ditipo vesselliano ancora a lungo, addiritturafin oltre la metà degli anni Novanta. Nel frat-tempo però era già iniziato un processo cheha portato ad un progressivo adeguamentoai nuovi orientamenti. Questo processo è av-venuto non senza difficoltà, vista la parzia-le o totale reticenza di molti anziani bandi-sti, di maestri cresciuti all’ombra della “vec-chia” scuola italiana e, non da ultimo, pale-semente osteggiato da parecchi comitati del-le società, in nome di una presunta inviola-bilità della tradizione. Inoltre si temeva chela rispondenza del pubblico potesse esserecattiva, di fronte alla difficoltà d’ascolto dipartiture considerate forse belle, ma ostiche.Scriveva Fernando de Carli agli inizi deglianni Ottanta: “L’estendersi della possibilitàd’informazione musicale ha fatto sì che, ad

Sopra, la cerimonia di chiusura alla stadio diCornaredo della Festa Federale di Musicadi Lugano nel 1991, con il maestro Pietro Da-miani, direttore della Civica.

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una strada più o meno unica sulla qualecorrevano le scelte del vecchio repertorio ban-distico (leggi: la musica operistica italianaN.d.R.), facesse seguito una serie d’ampie di-ramazioni, che ha portato all’introduzionedi musiche particolarmente diversificate. Nonsi può più quindi parlare di repertorio, maè necessario parlare di repertori”. Molto in-teressanti le considerazioni a proposito delrepertorio sinfonico trascritto per banda: “La

trascrizione bandistica di una ouverture daun’opera lirica può benissimo ancora essereun’esperienza stimolante, sempre che sia con-dotta con chiare intenzioni artistiche: nonsi tratta più infatti di riprodurre, di essere unsurrogato dell’orchestra sinfonica, ma di riu-scire a mettere in luce quei valori che il com-plesso di fiati, attraverso la particolarità delsuo suono, rende possibile”. Questa opi-nione, espressa quasi trent’anni fa, è oggi-giorno ancora perfettamente condivisibile eforse soltanto oggi pienamente comprensi-bile nelle sue sfumature più riposte. La tra-scrizione non è più necessaria come sempli-ce veicolo di diffusione di queste musiche,ma come rivisitazione di opere esistenti, pre-sentate in una nuova veste, un po’ come fe-ce Maurice Ravel orchestrando l’opera pia-nistica di Modest Moussorgsky Quadri diun’esposizione. Nessuno oserebbe conte-stare la legittimità di questa operazione riu-scitissima, dove la trascrizione ha ampiamen-te superato in notorietà (e a mio parere an-che in qualità) l’originale! Per la banda, do-po il processo di rinnovamento ed il ricon-quistarsi di un proprio spazio sociale, è oradi crescere ed entrare in una nuova epoca.La banda deve finalmente diventare adulta,smettere d’imitare l’orchestra sinfonica, discimmiottare le big-band, di trasformarsi inorchestrina da balera; deve saper valorizza-re le proprie peculiarità, perpetuare la suaspecifica identità, difendendo i valori dellatradizione ma aprendosi verso sempre nuo-vi orizzonti.

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• N. Balzano, Allegro con brio - 175° della Civica di Luga-no, ADV Publishing House, Lugano 2005.

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Il concerto di gala della Civica Filarmonicadi Lugano, diretta dal maestro Franco Ce-sarini, al Palazzo dei Congressi nel novem-bre di quest’anno.

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