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A caccia con: Benelli Nova calibro 12 Super Magnum Nella passata stagione di caccia, l’autore ha testato per voi il celebre fucile a pompa della Benelli. Lo ha fatto in Toscana, impiegandolo nella caccia in battuta al cinghiale e in Sudafrica, nella caccia ad acquatici, lepri, otarde, faraone, francolini e colombacci Testo e foto di Alessandro Magno Giangio Di cappa I l Benelli Nova in mio possesso reca matricola numero Z151197. Primo calibro 12 della casa urbinate camerato Super Magnum 89 mm con meccanismo di funzionamento a pompa, o slide- action e parti strutturali in tecnopolimero. Il Nova è stato proget- tato e costruito per soddisfare le richieste di versatilità e robustez- za da parte di quei cacciatori abituati a cacciare in ambienti diffici- li, e che quindi cercano un’arma affidabile, sicura, polivalente e in- distruttibile. Creato sia per impieghi sportivi e difensivi che vena- tori, il Nova funziona perfettamente con tutto il range di cartucce calibro 12 comprese tra i 70 e gli 89 mm. Quest’arma trova infatti impiego presso alcuni organi di polizia, presso privati che ne fanno uso per difesa abitativa e presso molti cacciatori amanti della caccia agli acquatici, ambito entro il quale il Nova è capace di resistere al- le dure condizioni ambientali. Il limitato numero di parti che ne co- stituiscono l’assemblaggio, ne fanno un’arma semplice da smonta- re, quindi di facile e rapida manutenzione ordinaria e straordinaria. Tra l’altro, il cappellotto che si avvita sul serbatoio funge da uni- co attrezzo necessario per lo smontaggio dell’intera arma, mentre il pulsante Mag-Stop posto sotto l’astina, consente di estrarre la car- tuccia in camera lasciando al suo posto quelle contenute nel serba- toio. Possiede anche la levetta del cut-off per estrarre la cartuccia in camera ed inserirne una «volante». Grazie al suo design e alla sua compassata ergonomia, il Nova assicura al tiratore comfort e rapi- dità d’imbracciamento. Nella configurazione Varichoke interno, il Nova viene proposto in due versioni, nero integrale e camo. Queste due versioni pesano entrambe 3.450 grammi con canna standard da 65 cm con bindella ventilata e mirino fluorescente: vengono forni- te di serie con tre strozzatori: *, *** e ****. Sono disponibili anche due altre canne Varichoke con strozzatori interni, lunghe 61 cm e 70 cm: in opzione, strozzatori interni ** e CIL., strozzatori interni- esterni * e ** che allungano la canna di 5 cm, prolunga ser- batoio. Oltre a queste versioni, il Nova è disponibile in al- Di19_068.indd 68 05/08/2004, 18.31.03

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A caccia con: Benelli Nova calibro 12 Super MagnumNella passata stagione di caccia, l’autore ha testato per voi il celebre fucile a pompa

della Benelli. Lo ha fatto in Toscana, impiegandolo nella caccia in battuta al cinghiale e in Sudafrica, nella caccia ad acquatici, lepri, otarde, faraone, francolini e colombacci

Testo e foto di Alessandro Magno Giangio

Di cappa

I l Benelli Nova in mio possesso reca matricola numero Z151197. Primo calibro 12 della casa urbinate camerato Super Magnum 89 mm con meccanismo di funzionamento a pompa, o slide-

action e parti strutturali in tecnopolimero. Il Nova è stato proget-tato e costruito per soddisfare le richieste di versatilità e robustez-za da parte di quei cacciatori abituati a cacciare in ambienti diffici-li, e che quindi cercano un’arma affidabile, sicura, polivalente e in-distruttibile. Creato sia per impieghi sportivi e difensivi che vena-tori, il Nova funziona perfettamente con tutto il range di cartucce calibro 12 comprese tra i 70 e gli 89 mm. Quest’arma trova infatti impiego presso alcuni organi di polizia, presso privati che ne fanno uso per difesa abitativa e presso molti cacciatori amanti della caccia agli acquatici, ambito entro il quale il Nova è capace di resistere al-le dure condizioni ambientali. Il limitato numero di parti che ne co-stituiscono l’assemblaggio, ne fanno un’arma semplice da smonta-re, quindi di facile e rapida manutenzione ordinaria e straordinaria.

Tra l’altro, il cappellotto che si avvita sul serbatoio funge da uni-co attrezzo necessario per lo smontaggio dell’intera arma, mentre il pulsante Mag-Stop posto sotto l’astina, consente di estrarre la car-tuccia in camera lasciando al suo posto quelle contenute nel serba-toio. Possiede anche la levetta del cut-off per estrarre la cartuccia in camera ed inserirne una «volante». Grazie al suo design e alla sua compassata ergonomia, il Nova assicura al tiratore comfort e rapi-dità d’imbracciamento. Nella configurazione Varichoke interno, il Nova viene proposto in due versioni, nero integrale e camo. Queste due versioni pesano entrambe 3.450 grammi con canna standard da 65 cm con bindella ventilata e mirino fluorescente: vengono forni-te di serie con tre strozzatori: *, *** e ****. Sono disponibili anche due altre canne Varichoke con strozzatori interni, lunghe 61 cm e 70 cm: in opzione, strozzatori interni ** e CIL., strozzatori interni-esterni * e ** che allungano la canna di 5 cm, prolunga ser-batoio. Oltre a queste versioni, il Nova è disponibile in al-

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e di spada

tre due configurazioni, la Slug - che è quella impiegata da me per le prove pratiche di questo servizio - e il Tactical.Il Nova Slug può essere acquistato con canna cilindrica da 47/50/61 cm Slug oppure con canna Slug Rigata da 61 cm cilindrica con ca-mera da 76 mm Magnum: le tre canne slug cilindriche hanno miri-no metallico fisso con tacca di mira regolabile trasversalmente (de-riva), mentre la Slug Rigata ha una tacca di mira regolabile anche in alzo. Pesa 3.150 g escluso il riduttore di rinculo con canna da 50 cm. La versione Tactical invece, ha di serie la tacca di mira e il mi-rino Ghost Ring Sight con la slitta Rail, con funzioni di base per un

collimatore a punto rosso o can-nocchiale: pesa 3.200 g ed è di-

sponibile solo con canna slug da 47 cm. In ogni caso, pos-

sedendo una qualsiasi del-le versioni Nova, è pos-sibile poi configurare l’arma in tutte le altre versioni acquistan-do come optional le varie parti desi-derate, tranne il poter acquista-re la canna ri-

gata separatamente per un problema di diversa catalogazione. Io, come detto, possiedo la versione con canna slug da 50 cm cilindri-ca e tacca di mira regolabile, alla quale ho affiancato la canna con Varichoke interno con bindella ventilata da 65 cm cilindrica, dota-ta di cinque strozzatori interni più due strozzatori interni/esterni ca-paci di allungare di 5 cm la canna, per la caccia a pallini, in parti-colare agli acquatici.Alla mia arma ho ritenuto necessario montare il riduttore di rincu-

lo al mercurio, il quale, abbinato al generoso calcio-lo di serie, mi ha sempre assicurato un ottimo ri-

spetto della spalla e della mira. Il serbatoio ha una capienza di 4 colpi da 70 o da 76 mm e 3

da 89 mm, cui aggiungere il colpo in canna: ovvio che, di serie, dispone del fermo le-gale a due colpi nel serbatoio per gli im-pieghi venatori in Italia.L’arma si smonta facilmente, in pochis-

simi secondi, facilitando così la manu-tenzione ordinaria e quella straordinaria.

Come accessori di supporto, ho montato una giberna da cinque colpi sul calcio dell’arma, nel-

la quale inserisco quattro cartucce a diverse altez-ze, tutte col fondello rivolto verso il basso per un lo-

ro più rapido inserimento nel serbatoio.

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A caccia con un fucile maneggevole, robusto, insensibile

P erché il Nova - Avevo la necessità di pos-sedere un fucile corto, maneggevole, robusto, insensibile a pioggia, neve, rovi e marruche,

poco prone agli inceppamenti, con grande potere d’arresto per l’impiego a caccia del cinghiale in bat-tuta e agli acquatici, sia in Italia che all’estero e, so-prattutto, che fosse in grado di assicurarmi una buo-na intercambiabilità di canne, sia lisce con strozza-tori che slug.Avevo sentito parlare molto bene dei vari Benel-li M1, Super Black Eagle, Centro, M3 e dell’allora neonato M4, per cui ho deciso di affidarmi a queste valenti mani italiane. Tale scelta, a conti e prove fat-te anche sull’altro Benelli in mio possesso, l’M3, mi vede felice e orgoglioso proprietario di queste due armi made in Italy, perfettamente rispondenti alle mie particolari esigenze venatorie.Mire - Di serie il Nova Slug monta un mirino fis-

so a pinna di squalo ed una tacca di mi-ra regolabile soltan-to in deriva, tramite una tacca a coda di rondine scorrevole su una basetta a paralle-lepipido fissata sopra la camera di scop-pio, la quale può es-sere allentata, regola-ta e infine fissata, tra-

mite due viti orizzontali a brugola; purtroppo, non è possibile la regolazione della tacca di mira in eleva-zione. Per questo motivo, è necessario provare più tipi di munizione per trovare quella che più si avvi-

cina alle nostre esigenze di ti-ro, in termini di distanza, qua-lora si opti per tenere l’arma con le sue mire originali. Tra l’altro, posizionare la tacca di mira sulla camera di scop-pio non mi sembra una buo-na idea, per le vibrazioni e per il calore che possono inficia-re i valori di taratura in caso di prolungato fuoco: a caccia, specie con arma slug, ciò non è che avvenga troppo spesso… tuttavia, il fatto di poter fissa-re una tacca di mira con diot-tra regolabile in deriva ed ele-vazione, tipo ad esempio una Ghost Ring o una TruGlo, sul-la carcassa, quindi in posizio-ne di molto più arretrata ri-spetto all’originale, aumenta a dismisura la precisione - già

notevole - di quest’arma, sia per la maggior distan-za tra tacca e mirino, sia per la possibilità di avere regolazioni in altezza e deriva assai più fini. In ogni caso, per questo prolungato test durato tre stagioni di caccia, ho impiegato esclusivamente le mire ori-ginali, trovando tra l’altro le due munizioni giuste per un’ottimale regolazione dell’arma in elevazione; non vi nascondo però, che le cambierò al più presto, anche se, per far ciò, dovrò necessariamente sosti-tuire l’intero pacchetto mire posizionato sulla can-na, in quanto la diottra Ghost Ring necessita dell’ap-posito mirino, anch’esso regolabile in altezza, assai più alto dell’originale a pinna di squalo che è fisso. Sulla canna Varichoke da 65 cm, invece, ho notato una buona acquisizione di mira, grazie alla bindella ben strutturata e proporzionata; non mi è però pia-ciuto affatto il mirino fluo rosso, perché eccessiva-mente grosso, almeno per quello che è il mio perso-

nale stile di acquisi-zione della mira.Al poligono - Le prime indicazioni al poligono sono sta-te le seguenti. Il No-va, nonostante la sua cameratura superma-gnum, ovvero da 89 mm, ha dimostrato di rendere al meglio con palle Foster con

cariche standard, ergo con le Remington Slugger (le migliori in assoluto quanto a precisione e, soprat-tutto, costanza di rendimento ottenibili) e le Fede-ral Maximum, con le quali ho ottenuto rosate di 30 e 50 mm, rispettivamente, tutte ben centrate. Con le Winchester Super X 1600 fps, così come con altre munizioni più pepate, tipo le Federal Magnum, no-nostante le rosate fossero altrettanto centrate, esse risultavano - logicamente - piuttosto «alte» oltreché più «dilatate», diciamo tra i 65 e i 90 mm: perciò, le ho portate a caccia ugualmente, ma solo per impie-garle a quelle poste che richiedevano tiri un po’ più lunghi, per non rischiare di dover fare compensazio-ni troppo pretenziose o, peggio, fantasiose.D’altra parte, le cartucce magnum, per il calibro 12, sono state concepite proprio per portare il tiro utile ben al di là dei 35 metri, ma la controparte è che poi a distanze minori è necessario compensare, e non di poco. Per questo motivo, ho evitato di provare altre munizioni magnum.Altra osservazione importante è che tutte le cartuc-ce calibro 12 dotate di palla Foster impiegate salvo le Remington Slugger, hanno dato risultati non per-fettamente omogenei, non tanto tra lotto e lotto, ma soprattutto - e addirittura - nell’ambito della singola confezione (da 5 cartucce). Mi spiego meglio: c’era

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a pioggia e rovi

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La carcassa e il calcio del Nova costituiscono un corpo unico in Tecnopolimero, un materiale in grado di assicurare all’utente grande resistenza alle alte come alle basse temperature. Il grip ad orientamento variabile e l’astina che scorre liberamente sulla carcassa, conferiscono fluidità di movimento e massima velocità di tiro. L’alto calciolo in gomma è stato studiato in modo tale da rendere il rinculo dell’arma morbido e contenuto: in ogni caso, per rendere il rinculo ancora più morbido, Benelli offre un utile ed efficace riduttore di rinculo da inserire nel calcio dell’arma

sempre una cartuccia su cinque che «volava» alta a destra. All’inizio avevo sospettato su una mia possi-bile, infelice, «ditata» ricorrente; ma poi, insistendo e spendendo soldi in cartucce, mi sono dovuto con-vincere di questa realtà che, ad onor del vero, avevo già più volte da altra bocca sentita e in alcuni testi già letta. Tale stranezza non è stata riscontrata con i caricamenti B&P con palle Big Game e Gualandi da me testati a parte, in poligono, con un Benelli M3 slug magnum con canna da 50 cm e mire metalliche: rosate abbastanza ben centrate e strette dai 50 ai 75 mm, sempre a 25 metri di distanza.Per quanto riguarda invece il comparto caccia a pal-lini, dato che amo mettermi alla posta degli acquati-ci, oche in particolare, per una questione di tempera-ture e condizioni non omogenee, ho deciso di testare il fucile sul campo, ovvero in Sudafrica, dove, non potendomi portar dietro delle munizioni in quantità sufficiente per l’intero viaggio, ho provato il fucile con delle cartucce importate, italiane, della Nobel Sport e della Cheddite. Infatti, per il nostro viaggio, erano state messe a disposizione dell’organizzazio-ne tre tipi di munizioni, due della Nobel Sport e una della Cheddite di Livorno, una delle quali assoluta-mente inadatta allo scopo, e due al limite dell’utiliz-zo, perlomeno per quei particolari contesti venato-ri, ovviamente.Il perché, lo rimando alla cronaca delle operazio-ni di caccia.A caccia al cinghiale - I miei test di caccia al

cinghiale in battuta si sono svolti con la mia squa-dra, l’Orecchio Nero di Mulinaccio (Monte Giovi 3/A) nella Atc 4 FI. Eccovi i risultati.Selvatico numero 1. Munizione B&P palla Big Game. Distanza di tiro: 45 m circa. Angolo di tiro: 60° circa in basso.Posizione del cinghiale: di perfetto taglio in corsa rapida verso l’alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: meno di un metro. Punto di penetrazio-ne del proiettile: fine collo/inizio spalla destra. Peso dell’animale: 80 Kg circa, maschio.Note. Fa piacere veder lavorare così bene una pal-la - tantopiù italiana - ad una distanza già notevole,

perdipiù su un verro di cospicua mole. Quello che

mi ha stupito è che se date un’occhiata attenta alla pal-

la, noterete che si è schiac-ciata e deformata per non più

di un terzo della propria lun-ghezza, mantenendo quindi quasi tutto il peso e, nel contempo, cedendo tutta l’energia disponibile e pe-netrando perdipiù piuttosto a fondo nel corpo del selvatico. Questa nuova palla quindi, riesce ad uni-re più caratteristiche positive possibili, tralasciando-ne alcune non altrettanto positive che vedremo, più avanti, son peculiari di altre tipologie e produzioni. Nota importante: il costo di questa munizione è del 30% inferiore rispetto ai caricamenti made in USA.Selvatico numero 2. B&P palla Gualandi. Di-stanza di tiro: 15 m circa. Angolo di tiro: 10° circa in alto. Posizione del cinghiale: di fianco sx in trot-to lento verso l’alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: fermato sul posto. Punto di penetrazio-ne del proiettile: spalla sx/cuore. Peso dell’animale: 60 Kg circa, femmina.Commenti. La palla ha subito un notevole schiac-ciamento laterale dovuto all’attraversamento delle

grosse e robuste ossa della spalla: nono-stante ciò, la buona Gualandi è pe-netrata sino a dove ha potuto e ha ceduto tutta l’energia disponibi-le, raggiungendo il massimo del lavoro richiesto, ossia l’abbatti-mento immediato del selvatico sul posto.

La Gualandi, grazie alla sua forma e conformazione tronco-conica, è una

delle poche palle capaci di attraversare il selvati-co per un lungo tratto interno, interessan-do quindi più organi e più tessuti rispetto a palle di forme più piatte che tendono a far dell’energia ceduta la loro principale ca-ratteristica di letalità.Nota importante: il co-sto di questa mu-nizione è del 30% inferio-re rispetto ai caricamen-ti ma-de in USA.

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E veniamo ad esaminare i risultati del tiro sugli altri

S elvatico numero 3. Munizione Winchester Super-X 1600 fps palla Foster. Distanza di tiro: 25 m circa. Angolo di tiro: 20° circa in basso. Posizio-

ne del cinghiale: di fianco dx in corsa rapidissima verso destra in alto. Spazio percorso dal cinghiale dopo il tiro: 30 metri, poi si è accasciato al suolo impossibilitato a rialzar-si. Punto di penetrazione del proiettile: reni. Peso dell’ani-male: 55 Kg circa, femmina. È stato necessario un secon-do colpo ravvicinato per abbattere il selvatico.Note. Il reperto in questione, in due pezzi semidistrutti, è naturalmen-te quello del primo colpo piazza-to alle reni, non il secondo ravvi-cinato, resosi necessario per l’ab-battimento (intendiamoci: l’ani-male si era fermato al suolo e non si sarebbe più rialzato). Qui bisogna fare innanzitut-to un commento, in genera-le, riguardo le munizioni cali-bro 12 a palla Foster più spinte quanto a carica di polvere, quindi più veloci, e quelle magnum (come carica, non come pal-la più pesante). A corta o, peggio, cortissima distanza, tendono a disfarsi in più segmen-ti creando ampie ferite superficiali - di gra-ve entità e spessore, ma sempre ferite super-ficiali… - seppur cedendo gran parte dell’ener-gia. Ora, quanta energia e se tale energia possa fermare, comunque, un grosso animale, è difficile stabilirlo. Però, a tal proposito, vi dico che insieme all’animale qui in que-stione, da me poi abbattuto, ne sono arrivati altri quattro di pari stazza fisica, a tre dei quali ho sparato, sempre con la stessa munizione, colpendone due che, pur con grandi e importanti ferite, hanno continuato la loro corsa per al-

tri 60 metri almeno (sono sta-ti poi abbattuti entro le due poste situate al mio lato destro). Quindi, il com-mento un po’ negativo fatto sulle Foster troppo «pompate» trova ulterio-re conforto nel quadro ge-nerale di più colpi sparati a diversi animali delle stes-se dimensioni, proprio alla stessa distanza di ingag-gio, nel medesimo contesto. In più, su 8 colpi ti-rati (ho ricaricato 2 volte), soltanto 3 sono anda-ti a segno - e male - sintomo evidente che colpivo dove non miravo vista la corta distanza. Compen-sare le mire quando l’animale corre veloce, ancora non è il mio forte. A mio parere, se si desidera impiega-re le Foster per sfruttare la loro imbattibile precisione, o ci si accontenta della loro normale potenza utilizzando cari-camenti standard (ce ne sono di ottimi, come vi dimostre-ranno i due reperti 6 e 7 qui di seguito), oppure, se proprio

si desidera ottenere qualcosa in più dalle vecchie america-ne si passi alle Foster Magnum da 76 mm. Le palle Foster standard con carica Magnum o «pompate» fanno più feri-ti che morti; si badi bene: perlomeno a cortissima e corta distanza. Sì perché la storia cambia notevolmente qualora tali munizioni vengano impiegate a media e lunga distan-za (cosa che ho fatto e che farò utilizzandole solo alle po-ste con tiri lunghi), che sono poi le distanze per le quali ta-li munizioni, in verità, son state progettate e sviluppate per

funzionare al meglio…Le Winchester Super X 1600 fps 70 mm e le Fe-

deral Classic Ma-gnum da 70 mm, che già al poligono ave-vano dimostra-to chiaramen-te di prediligere le lunghe distan-ze per una preci-

sione ottimale (50 metri e oltre), hanno poi dimostrato come tale tendenza si rifletta necessariamente sulle loro qualità balistiche terminali. Punto. Semmai bi-schero io (ovvio, col senno di poi…) a tirarle a corta distanza. Da ciò si evince che non esiste

una munizione perfetta né una munizione sca-dente: esistono piuttosto munizioni che il cacciatore

deve conoscere perfettamente, al poligono come sul cam-po di caccia, perché le possa poi impiegare nel più corret-to e congeniale contesto secondo le loro specifiche proget-tuali. Non senza gli opportuni aggiustamenti degli organi di mira o, al limite, delle giuste compensazioni nel tiro.Selvatico numero 4. Munizione Remington Slugger palla Foster. Distanza di tiro: 40 m circa. Angolo di tiro:

70° circa in basso. Po-sizione del cinghia-le: di fianco sx a len-to trotto verso sini-

stra in basso. Spa-zio percorso dal cinghiale dopo il tiro: fulminato sul posto. Punto

di penetrazione del proiettile: spina dorsale all’altezza della spalla sx. Peso dell’animale: 65 Kg circa, femmina.Note. Primo: il proiettile è andato esattamen-te dove ho mirato, il che è tantissimo per un colpo calibro 12 tirato a 40 metri. In più, si no-

ti che a 40 metri si è schiacciato soltanto per un terzo della lunghezza ed è penetrato sino all’apice

basso dello sterno fermandosi sulla cotenna interna. La cessione di energia magari è un tantinello inferiore ai Fo-ster di altri produttori, ma penetra molto di più… Secon-do: un’ora e mezzo dopo l’abbattimento di questo sog-

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cinghiali della... prova

Queste le caratteristiche di base delle munizioni impiegate per il test:Remington Slugger SP12RS (palla Foster) - Peso: 28,35 g - Velocità alla bocca: 475 m/s- Energia alla bocca: 326 Kgm - Energia a 50 m: 179 Kgm.Winchester Super-X Hollow Point 1600 fps X12RS15 (palla Foster) - Peso: 28,35 g - Velocità alla bocca: 487 m/s - Energia alla bocca: 342 Kgm - Energia a 50 m: 219 Kgm.Federal Slug Classic Maximum Hollow Point F127RS (Palla Foster) - Peso: 28,35 g - Velocità alla bocca: 489 m/s- Energia alla bocca: 345 Kgm - Energia a 50 m: 211 Kgm.B&P Palla Big Game - Peso: 32,40 g - Velocità alla bocca: 488 m/s- Energia alla bocca: 393 Kgm - Energia a 50 m: 218 Kgm

Tortore e colombi a go-goQuesto tipo di caccia, in Sudafrica, è l’ideale per quelli che amano sparare oltre 1000 cartucce al giorno. Io posso farlo per due mezze giornate, magari tra le prime del viaggio per prendere dimestichezza con l’arma; poi mi stufo. Ma capisco benissimo quei cacciatori amanti di questo genere di caccia: essi sappiano che qui

metteranno a dura prova i loro fucili e le loro spalle - e i loro orecchi, che consiglio di proteggere con cuffie. Per quanto riguarda le specie disponibili, ho notato almeno tre specie di tortore, una o due specie di colombacci e una specie di colombo selvatico. Ogni tanto passava anche qualche quaglia e diverse allodole. I nostri tiri però sono stati funestati da

cartucce assolutamente inadatte allo scopo, ovvero con 28 grammi di piombo del 7½, di chiara

impostazione skeet. Un disastro, almeno per i tiratori di scarsa e media abilità e

per quelli, come me, armati con un fucile super magnum. Di contro, qui ho veramente potuto apprezzare quanto sia indispensabile il riduttore di rinculo al mercurio montato sul Nova, il quale mi ha aiutato a tenermi la spalla intera dopo i molti colpi tirati.

getto, me n’è capitato un altro dello stesso sesso e dimen-sioni, sempre a lento trotto, presentatosi su fianco destro al quale ho tirato a non più di 7-8 m di distanza: i risultati terminali sono stati quasi i medesimi, visto che l’ho col-pito dove ho mirato, cioè alla spina dorsale sopra la spalla destra. Ha percorso tre metri ed è crollato. Purtroppo, non ho potuto recuperare la palla di questo secondo soggetto. Ma questa doppia cattura mi ha consentito di capire qual-cosa di importante in più su questa fantastica munizione: è più precisa rispetto agli altri caricamenti Foster perché la palla è leggermente sovradimensionata e quindi aderi-sce meglio sulle pareti della canna in fase di uscita; è co-stante perché la Remington - e l’ho potuto constatare an-che in altre munizioni, in altri calibri - è una ditta capace

di offrire caricamenti precisi, probabilmente «al decimo di grano di polvere»; pos-siede superiori doti di penetrazio-ne senza frammentazione co-me attestato dal reperto, do-vute all’indurimento del-la lega della palla Foster im-piegata da Remington; offre pressoché medesime presta-zioni quanto alle varie distan-ze normali di caccia in battu-ta. Ne esistono due ulteriori versioni, una sem-pre da 70 mm ma con dose di polvere maggio-rata, ed una Magnum da 76 mm con palla più pesante: le proverò al più presto perché son cu-rioso di vederle all’opera sia al poligono che sul campo di caccia.Selvatico numero 5. Munizione Federal Classic Maxi-mum palla Foster. Distanza di tiro: 15 m circa. Angolo di tiro: 45° circa, in basso. Posizione del cinghiale: di fianco dx a lento trotto verso destra. Spazio percorso dal cinghiale

dopo il tiro: 5 m circa. Punto di penetrazione del proiettile: spalla dx. Peso dell’animale: 60 Kg circa, femmina.Note. Il proiettile è andato quasi esattamente dove ho mi-rato, il che è buono per un calibro 12. Si è schiacciato no-tevolmente, affungandosi ben oltre il suo originario diame-tro, penetrando sin oltre metà sezione animale. Questo ca-ricamento per palla Foster è preciso - ma non come il Re-mington -, e non è altrettanto costante; possiede buone do-ti generali di penetrazione senza frammentazione come at-testato dal reperto anche a brevi distanze; offre le migliori prestazioni a medie, corte e cortissime distanze. La lega con cui Federal costruisce la sua palla Foster è me-no dura dell’omologa Remington, con tutto ciò che questo fatto può comportare. Ne esistono altre versioni: le più in-teressanti (e reperibili) sono una, sempre da 70 mm, deno-minata un po’ erroneamente Magnum, dotata di dose diffe-rente di polvere e maggior peso di palla (35,4 g), ed un’al-tra vera Magnum da 76 mm con palla Foster più pesante: le ho provate entrambe al poligono ma sul campo di caccia

ho potuto provare soltanto la Ma-gnum da 70 mm per due tiri andati a segno come se-condo colpo, do-po aver colpito l’animale col pri-mo. Quindi, non possono far testo:

tra l’altro, non ho potuto nemmeno trovare i re-lativi reperti. La Magnum 76 mm offre rosate di 80-100 mm mentre la Magnum da 70 mm di 60-80 mm a 25 metri con arma Benelli No-

va e canna slug da 50 cm. Tuttavia, la Magnum da 76 mm ha un rinculo davvero punitivo, direi

eccessivo - nonostante abbia montato il riduttore di rin-culo sul Nova -, molto, troppo di più dell’omonima carica da 70 mm per cui, sinceramente, ne vedo seriamente com-promesso l’uso, all’atto pratico.

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Ecco come si è comportatoQuello prodotto dalla Benelli è un fucile assai interessante, sia da un punto di vista tecnologico che ergonomico e funzionale: un fucile così semplice, essenziale, immediato, pulito. A questo si può aggiungere affidabile e versatile. Il tutto ad un costo inferiore ai 600 euro. È onestamente pensabile poter chiedere di più?

P er gli acquatici, tortore e colombacci, farao-ne, lepri, francolini e otarde, come detto, i miei test si sono svolti in Sudafrica nel Nor-

thern Free State. Eccovi un resoconto completo. I farmisti ci concedono quattro cacciate ad acquati-ci. Con Mauro e Richard, decidiamo di dividerci in due gruppi distinti per poter coprire due specchi d’acqua ove abbiamo notato un buon movimento di branchi di oche e anatre che li frequentano en-trambi, essendo questi due laghetti sulla linea di spostamento dei sel-vatici tra due immen-si campi di girasole e mais appena taglia-ti. Ci appostiamo dun-que, attorno alle quat-tro del pomeriggio, tra i canneti e i giuncheti dei due laghetti, ben mimetizzati nella ve-getazione, in attesa de-

gli acquatici. Già all’arrivo alle poste, si alzano nu-merose oche e anatre che abbattiamo per usarle co-me stampi naturali. Dopodiché, ci mettiamo in trepi-da attesa, ammirando decine e decine di trampolieri e altri uccelli di palude che si spostano in continua-zione tra le aree di pastura e il laghetto. La tempera-tura è fantastica: 24 gradi, un piacere. Finalmente ar-rivano le oche e branchetti di alzavole, fischioni e ger-mani. Chi è dotato di so-vrapposto o giustapposto, riesce ad inserire una mu-nizione per canna, ognuna adatta alle diverse dimen-sioni delle due prede, oche e anatre: diversamente, bi-sogna fare delle peripezie o decidere di tirare esclusiva-mente ad una sola tipologia di selvatico, visto il ritmo di arrivo dei branchi. Come munizioni, abbiamo a di-sposizione delle 70 mm, le Nobel Speed da 34 grammi con piombo del n. 4 per le anatre e le Cheddite Pallet-toni con piombo AAA, ov-vero 45 pallettoni da 4,5 mm, corrispondenti ad un 4/0 nella nostra misura-zione italiana, per le oche. Le Nobel Speed sono so-stanzialmente buone, men-

tre le Cheddite Pallettoni decisamente sbilanciate: il piombo è eccessivo e le rosate poco gestibili e intui-bili, senza prima fare molte prove con i vari strozza-tori. In ogni caso, almeno ho modo di provarli tutti e cinque e di provare anche le due prolunghe, senza le quali non avrei di certo potuto staccare alcune oche davvero alte. La prima battuta è soddisfacente, nono-stante le difficoltà di recuperare le prede abbattute o

ferite, visto che qui non si dispone di cani. Co-munque, ho già nota-to che, a differenza di quello che succede con la canna slug, la can-na Varichoke con ca-mera super magnum da 89 mm tollera assai male le cartucce da 70 mm. Va già decisamen-te meglio con quelle da 76 mm, come poi ho potuto verificare a ca-sa al poligono; tutta-

via, è naturalmente con le 89 mm che la canna Vari-choke del Nova esprime tutta la sua potenzialità, con rosate ben distribuite anche a distanze notevoli.Per la seconda battuta, questa volta mattutina, de-cidiamo di cambiar zona: Richard Sals, insieme ai boys di Mauro, esegue un sopralluogo presso alcu-ni campi di girasole appena tagliati ed intuisce alcu-

ne linee di spostamento as-sai importanti, per cui ap-pronta delle buche con pa-rate di mimetismo com-poste da girasoli tagliati e frasche di miglio e sorgo. La mattina successiva ar-riviamo alle parate a buio, ci imbuchiamo ben bene e aspettiamo. L’arrivo delle oche - soltanto oche, niente anatre - non si fa attendere molto e sino alle nove circa del mattino ciascuno di noi avrà almeno la sua dozzina di prede. Dopo le nove, ci si deve girare di 180° in pa-rata, perché lo spostamen-to delle oche avviene in di-rezione opposta. Sarà sara-banda sino alle undici, poi tutto tace e si ritorna al lod-ge per una breve siesta con pranzetto leggero. La terza uscita la toppiamo: infatti, decidiamo di provare nel-

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a caccia a pallini in Sudafrica

A RASTRELLO NEL MIGLIOAltro tipo di attività venatoria di cui abbiamo goduto nelle altre mezze giornate a nostra disposizione, è stata la caccia vagante, a rastrello o a singolo, all’interno dei campi appena tagliati di sorgo, girasoli e miglio, in cerca di francolini collorosso, faraone, otarde Korhaan, galline prataiole e lepri. C’è mancata molto la presenza dei cani, ma almeno abbiamo avuto buone cartucce a disposizione, le Nobel Speed con 34 grammi di piombo del n. 4, la quale mi ha reso bene anche sulla camera da 89 mm del Nova. Camminando per la savana e per il coltivato, si ha l’opportunità spesso di scorgere molti animali selvatici tipici della fauna africana, una delizia per gli occhi e per lo spirito del cacciatore sportivo. L’abbondanza poi di prede, ha mitigato di moltissimo la mancanza degli ausiliari: è davvero bello potersi permettere di cacciare lepri, francolini, faraone e otarde semplicemente camminando, da soli, arma imbracciata, occhi incollati al terreno, aspettando il movimento nell’erba e il frullo. Come ai bei tempi…

ta, con buon successo sia di anatre che di oche. Sia-mo soddisfatti, soprattutto per il buon numero di sel-vatici, per la tipologia di tiro e per la dolcezza del-l’ambiente e del clima.Ho sparato un totale di 139 colpi «pesanti» sen-za mai avere l’impressione di un’eccessiva pressio-ne sulla spalla, questo grazie al riduttore di rinculo e allo spesso calciolo. L’arma viene bene alla spal-

le stesse buche, ma la maggior parte delle oche pas-sa al largo, come era intuibile. Tuttavia, anche se ce l’aspettavamo, abbiamo voluto provare ugualmente, per tastare un po’ il livello di percezione e di espe-rienza dei selvatici locali. La quarta uscita, la dedi-chiamo ai laghetti impegnati durante la prima battu-

la e agli occhi non solo miei ma anche dei miei due com-pagni, Lorenzo e Richard, merito di una piega al nasel-lo (40 mm) e al tallone (62 mm) ben studiati. Meno be-ne, una fastidiosa tendenza dell’asta a produrre vesci-che sulla mano sinistra, al-meno dopo i primi 50 colpi: questo è un handicap che mi si è presentato perché ho le mani molto piccole, per cui non riesco ad afferrare bene la corposa asta del Benelli. Ritengo che una mano nor-male possa non riscontra-

re affatto questo problema. In ogni caso, consiglio sempre di proteggere la mano con un guanto quando si ha a che fare con fucili a pompa o a leva, special-mente qualora si ritenga di dover sparare molti colpi in una singola giornata di caccia. In più, devo con-fessare che, almeno per questo tipo di caccia, agli ac-

quatici, la versione nera in sintetico non è per nul-la adatta, poiché eccessivamente visibile agli aguzzi occhi delle oche, anche da lunga distanza: la versio-ne camo tipo Realtree - tra l’altro offerta dalla Be-nelli come versione dedicata - consente al cacciato-re una copertura affatto trascurabile, come purtrop-po ho potuto constatare, a mie spese, intorno a que-gli specchi d’acqua.

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