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36 GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013 DI A R I O DI REPUBBLICA L a macchina del fango, che per Berlusconi è un armamentario di giorna- li e televisioni, per Grillo è il web, il post, la rete, ma il metodo dell’epurazione è lo stesso e infatti la Gambaro è “tossica” come Biagi e Santoro erano “criminosi”. Così il web diventa una parodia del tribunale del popolo, anche se lo spettacolo è più simile alla lapida- zione che all’arbitrio dei giudici: «Chi è senza peccato scagli il primo post». Contro l’epurata, come sempre, si esercitano i solerti esecutori. I Cri- mi, i Morra, i Lombardi, i Colletti, gli Incerti, i Nesci sono gli epigoni grot- teschi dei cekisti di Beria e delle guardie rosse di Mao, stanano gli epurandi, premiano la delazione, si eccitano nell’accusa, digrignano i denti come i capi-plebe del Sine- drio, sono gli impunti all’ombra del capo che nel dissidente intravede la propria fine e dunque lo ridicolizza o, addirittura, prova a dargli del la- dro che ruba sui rendiconti, così co- me i sovietici e i fascisti provavano a dargli del matto. Certo, nell’Italia di oggi l’epura- zione è uno sfratto e Grillo più che lo Stalin delle purghe conosce l’Oriet- ta Berti di «e qui comando io / e que- sta è casa mia». Nel suo codice, che è quello del teatro di varietà, chi non applaude disturba, sovverte l’ordi- ne di sala: «si accomodi fuori». Ma se l’Italia è cambiata, le parole sono le stesse: epurare, purificare, depura- re e dunque trasformare il dissenti- re, “non sentire” allo stesso modo, nel dissidére, “sedersi a parte”: via, sciò, dalli all’untore. E però l’epurato non è più l’ereti- co che anticipa la storia, come Sa- charov per Breznev e come Il mani- festo di Pintor e Parlato che portò via dal Pci la fiammella della sinistra il- luminista. Oggi è un licenziato, but- tato fuori da un padrone più che da un tiranno o da un partito o da una setta. Non rinnegato come Kautsky, ma disoccupato come Fini; non im- pazzito come il Koestler nel buio a mezzogiorno ma esodato come Bocchino sul quale (ricordate?) si rovesciarono le battute grevi sul co- gnome che oggi è la cifra stilistica del grillismo e del giornalismo della vecchia destra da casino e da forca che Grillo ispira. Non c’è nessun motivo che giu- stifichi l’epurazione, ordigno di guerra pesante, «chi non è con me è contro di me», la sostituzione del- l’intelligenza con la scimitarra o «con il calcio nel culo» diceva Bossi quando, prima di essere epurato, epurava mostrando il dito medio a Giafranco Miglio inviato come una «scorreggia nello spazio», e poi a Formentini, a Pagliarini, all’intera Liga Veneta… Eppure, quello stesso Bossi, ora sotto epurazione, dice: ARTHUR KOESTLER Schiuma della Terra Il Mulino 2005 Buio a mezzogiorno Mondadori 2007 ANTONIO GRAMSCI Sul fascismo Editori riuniti 2012 GEORGE ORWELL 1984 Mondadori 2013 La fattoria degli animali Mondadori 2007 HANNAH ARENDT Le origini del totalitarismo Einaudi 2009 ROMANO CANOSA Storia dell’epurazione in Italia Dalai 1999 I. PAVAN F. PELINI La doppia epurazione Il Mulino 2009 BENEDETTO CROCE Il “ripurgo” Laterza 1945 ANGELA DI GREGORIO Epurazioni e protezione della democrazia Franco Angeli 2012 VITALIANO BRANCATI Racconti, teatro, scritti giornalistici Mondadori 2003 LIBRI Quando la politica non tollera il dissenso EPURAZIONI I ntanto l’epurazione non accennava a finire. Ogni giorno, all’approssimarsi dell’ora delle Nomine, o, a seconda dei casi, delle degradazioni, noi vecchi fun- zionari di Palazzo venivamo colti dal cosiddetto panico da scrivania. Restavamo seduti alle nostre scrivanie, tremanti di paura e disposti a qualunque cosa purché quel mobile non ci venisse tolto di sotto. Durante il pro- cesso a Menghistu, dietro alle scrivanie regnava il ter- rore che il generale accusasse tutti di aver partecipato alla cospirazione: la più vaga complicità, il più vago so- spetto di connivenza portava dritti alla forca. Quando Menghistu tacque per sempre senza aver fatto alcun nome, da dietro gli scrittoi si levò un sospiro di sollievo. Ma il timore della forca fu subito sostituito da quello di essere travolti dall’epurazione. Ora sua benevola mae- stà non mandava più la gente in galera: la rispediva sem- plicemente a casa, condannandola a sparire nel nulla. SILLABARIO EPURAZIONI RYSZARD KAPUSCINSKI L’espulsione della Gambaro dal movimento di Grillo riporta l’attenzione su una vecchia pratica di partito che si aggiorna con la lapidazione a colpi di “post” Sono gli epigoni dei cekisti di Beria e delle guardie rosse di Mao. Premiano la delazione e si eccitano nell’accusa Gli epigoni In una normale democrazia il dissidente è l’avversario che rafforza anche il capo affrontandolo con la dialettica L’avversario FRANCESCO MERLO «Bisogna esser forti per non epura- re». Scopre, finalmente e sulla sua pelle, la saggezza: «Quelli che la pensano come noi sono quelli che non la pensano come noi» scriveva Sciascia. E Lyndon Johnson, più sboccato: «Meglio averli dentro la tenda che pisciano fuori, piuttosto di averli fuori che pisciano dentro». Borges arrivava alla dissidenza da se stesso: «Mi sono iscritto al partito conservatore. Ma una volta affiliato al conservatorismo, il trionfo radi- cale mi ha fatto piacere». E però quella di Bossi non è una storia di (im)purezza ideologica ma di finte lauree e di signorine in cerca di ribalta, di soldi pubblici finiti in comodato, di diamanti e apparta- menti. Nel leninismo, che pure pra- ticava il furto e l’esproprio proleta- rio, il cerchio magico come crapula di famiglia non era previsto. E la Chiesa non epurava e non bruciava i ladri, ma gli eretici. Perfino nella mafia, dove l’epurazione è annien- tamento fisico anche dei figli e dei nipoti, i ladri vengono abbandonati e non epurati. Bossi sa bene che le epurazioni della Lega sono sempre state in- giunzioni padronali, sgomberi. Ec- co perché cacciandolo, la Lega cac- cia il padrone e si spegne: è la signo- ra messa alla porta dalle serve. Non ci sarà mai un Kruscev del dito me- dio e neppure un Gorbaciov del- l’ampolla padana, nessuno storico racconterà il celodurismo diviso, come la filosofia di Hegel, in una corrente di destra e una di sinistra che si epurano a vicenda perché, co- me diceva Nenni, «c’è sempre un puro, più puro di te, che ti epura». In una normale democrazia il dissidente è l’avversario che raffor- za anche il capo perché lo affronta con la dialettica, libro contro libro, intelligenza contro intelligenza. La scorciatoia dell’epurazione che ri- manda alla purezza religiosa e quin- di all’inquisizione oggi è anche ridi- cola perché non ci sono più le forna- ci delle ideologie, delle chiese politi- che, e forse non ci sono neppure gli ideali … I DISEGNI Charles Bradlaugh espulso dalla Camera dei Comuni (1880). Sotto il deputato Andre Marty (da Le Petit Journal 1927) IL DIPINTO Bernardo Cavallino: La cacciata di Eliodoro dal Tempio (1650) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 1: DI A R IO - la Repubblica - News in tempo reale - Le ...download.repubblica.it/pdf/diario/2013/20062013.pdfrovesciarono le battute grevi sul co-gnome che oggi è la cifra stilistica

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GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013

la Repubblica

DIARIODI REPUBBLICA

La macchina del fango,che per Berlusconi è unarmamentario di giorna-li e televisioni, per Grillo èil web, il post, la rete, ma il

metodo dell’epurazione è lo stesso einfatti la Gambaro è “tossica” comeBiagi e Santoro erano “criminosi”.Così il web diventa una parodia deltribunale del popolo, anche se lospettacolo è più simile alla lapida-zione che all’arbitrio dei giudici:«Chi è senza peccato scagli il primopost».

Contro l’epurata, come sempre,si esercitano i solerti esecutori. I Cri-mi, i Morra, i Lombardi, i Colletti, gliIncerti, i Nesci sono gli epigoni grot-teschi dei cekisti di Beria e delleguardie rosse di Mao, stanano gliepurandi, premiano la delazione, sieccitano nell’accusa, digrignano identi come i capi-plebe del Sine-drio, sono gli impunti all’ombra delcapo che nel dissidente intravede lapropria fine e dunque lo ridicolizzao, addirittura, prova a dargli del la-dro che ruba sui rendiconti, così co-me i sovietici e i fascisti provavano adargli del matto.

Certo, nell’Italia di oggi l’epura-zione è uno sfratto e Grillo più che loStalin delle purghe conosce l’Oriet-ta Berti di «e qui comando io / e que-sta è casa mia». Nel suo codice, cheè quello del teatro di varietà, chi nonapplaude disturba, sovverte l’ordi-ne di sala: «si accomodi fuori». Ma sel’Italia è cambiata, le parole sono lestesse: epurare, purificare, depura-re e dunque trasformare il dissenti-re, “non sentire” allo stesso modo,nel dissidére, “sedersi a parte”: via,sciò, dalli all’untore.

E però l’epurato non è più l’ereti-co che anticipa la storia, come Sa-charov per Breznev e come Il mani-festodi Pintor e Parlato che portò viadal Pci la fiammella della sinistra il-luminista. Oggi è un licenziato, but-tato fuori da un padrone più che daun tiranno o da un partito o da unasetta. Non rinnegato come Kautsky,ma disoccupato come Fini; non im-pazzito come il Koestler nel buio amezzogiorno ma esodato comeBocchino sul quale (ricordate?) sirovesciarono le battute grevi sul co-gnome che oggi è la cifra stilistica delgrillismo e del giornalismo dellavecchia destra da casino e da forcache Grillo ispira.

Non c’è nessun motivo che giu-stifichi l’epurazione, ordigno diguerra pesante, «chi non è con me ècontro di me», la sostituzione del-l’intelligenza con la scimitarra o«con il calcio nel culo» diceva Bossiquando, prima di essere epurato,epurava mostrando il dito medio aGiafranco Miglio inviato come una«scorreggia nello spazio», e poi aFormentini, a Pagliarini, all’interaLiga Veneta… Eppure, quello stessoBossi, ora sotto epurazione, dice:

ARTHURKOESTLERSchiuma dellaTerraIl Mulino2005

Buio amezzogiornoMondadori 2007

ANTONIOGRAMSCISul fascismoEditori riuniti2012

GEORGEORWELL1984Mondadori2013

La fattoria deglianimaliMondadori2007

HANNAHARENDTLe origini deltotalitarismoEinaudi2009

ROMANOCANOSAStoriadell’epurazionein ItaliaDalai1999

I. PAVAN F. PELINILa doppiaepurazioneIl Mulino2009

BENEDETTOCROCEIl “ripurgo”Laterza1945

ANGELA DI GREGORIOEpurazioni e protezionedellademocraziaFranco Angeli 2012

VITALIANOBRANCATIRacconti,teatro, scrittigiornalisticiMondadori2003

LIBRI

Quando la politicanon tollera il dissenso

EPURAZIONI

Intanto l’epurazione non accennava a finire. Ognigiorno, all’approssimarsi dell’ora delle Nomine, o, aseconda dei casi, delle degradazioni, noi vecchi fun-

zionari di Palazzo venivamo colti dal cosiddetto panicoda scrivania. Restavamo seduti alle nostre scrivanie,tremanti di paura e disposti a qualunque cosa purchéquel mobile non ci venisse tolto di sotto. Durante il pro-cesso a Menghistu, dietro alle scrivanie regnava il ter-rore che il generale accusasse tutti di aver partecipatoalla cospirazione: la più vaga complicità, il più vago so-spetto di connivenza portava dritti alla forca. QuandoMenghistu tacque per sempre senza aver fatto alcunnome, da dietro gli scrittoi si levò un sospiro di sollievo.Ma il timore della forca fu subito sostituito da quello diessere travolti dall’epurazione. Ora sua benevola mae-stà non mandava più la gente in galera: la rispediva sem-plicemente a casa, condannandola a sparire nel nulla.

SILLABARIOEPURAZIONI

RYSZARD KAPUSCINSKI

L’espulsionedella Gambaro dal movimento di Grilloriporta l’attenzione su una vecchia pratica di partitoche si aggiorna con la lapidazionea colpi di “post”

Sono gli epigoni dei cekistidi Beria e delle guardie rossedi Mao. Premiano la delazionee si eccitano nell’accusa

Gli epigoniIn una normale democraziail dissidente è l’avversarioche rafforza anche il capoaffrontandolo con la dialettica

L’avversario

FRANCESCO MERLO

«Bisogna esser forti per non epura-re». Scopre, finalmente e sulla suapelle, la saggezza: «Quelli che lapensano come noi sono quelli chenon la pensano come noi» scrivevaSciascia. E Lyndon Johnson, piùsboccato: «Meglio averli dentro latenda che pisciano fuori, piuttostodi averli fuori che pisciano dentro».Borges arrivava alla dissidenza da sestesso: «Mi sono iscritto al partitoconservatore. Ma una volta affiliatoal conservatorismo, il trionfo radi-cale mi ha fatto piacere».

E però quella di Bossi non è unastoria di (im)purezza ideologica madi finte lauree e di signorine in cercadi ribalta, di soldi pubblici finiti incomodato, di diamanti e apparta-menti. Nel leninismo, che pure pra-ticava il furto e l’esproprio proleta-rio, il cerchio magico come crapuladi famiglia non era previsto. E laChiesa non epurava e non bruciavai ladri, ma gli eretici. Perfino nellamafia, dove l’epurazione è annien-tamento fisico anche dei figli e deinipoti, i ladri vengono abbandonati

e non epurati.Bossi sa bene che le epurazioni

della Lega sono sempre state in-giunzioni padronali, sgomberi. Ec-co perché cacciandolo, la Lega cac-cia il padrone e si spegne: è la signo-ra messa alla porta dalle serve. Nonci sarà mai un Kruscev del dito me-dio e neppure un Gorbaciov del-l’ampolla padana, nessuno storicoracconterà il celodurismo diviso,come la filosofia di Hegel, in unacorrente di destra e una di sinistrache si epurano a vicenda perché, co-

me diceva Nenni, «c’è sempre unpuro, più puro di te, che ti epura».

In una normale democrazia ildissidente è l’avversario che raffor-za anche il capo perché lo affrontacon la dialettica, libro contro libro,intelligenza contro intelligenza. Lascorciatoia dell’epurazione che ri-manda alla purezza religiosa e quin-di all’inquisizione oggi è anche ridi-cola perché non ci sono più le forna-ci delle ideologie, delle chiese politi-che, e forse non ci sono neppure gliideali …

I DISEGNICharlesBradlaughespulsodalla Cameradei Comuni(1880). Sottoil deputatoAndre Marty(da Le PetitJournal1927)

IL DIPINTOBernardoCavallino:La cacciatadi Eliodorodal Tempio(1650)

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STALIN E LE PURGHEDopo l’omicidio Kirovnegli anni 30 Stalinattuò un’epurazioneefferata dentro e fuori il Partito Comunista

piccolo appunto) raccontata da Vi-taliano Brancati. Avventizio al Co-mune, fu convocato dal podestà fa-scista che doveva epurarlo dall’uffi-cio perché non iscritto al partito. Periniziativa della moglie, che non lovoleva più avventizio («avventizio,sei solo un avventizio», gli gridava at-traverso la porta del bagno), Piscitel-lo si fabbricò allora un’identità fasci-sta, addirittura di marciatore su Ro-ma. Poi, finita la guerra, il podestà,post fascista senza essere stato anti-fascista, di nuovo doveva epurarloperché Piscitello addirittura avevamarciato su Roma. E Piscitello inu-tilmente presentò un certificato me-dico dal quale risultava che già a queitempi aveva il morbo di Parkinson eche dunque mai avrebbe potutomarciare, ma solo marcire.

Come si vede, l’epurazione all’i-taliana era già stata commedia e in-fatti al cinema la portarono sia Pao-lo Stoppa sia Alberto Sordi. Del resto,è stato commedia sbracata ancheStorace che, presidente della com-missione di Vigilanza della Rai neglianni bui del Berlusconi padrone ditutto, si compiaceva del sopranno-me di Epurator poi esteso anche allafiglia che, ignara e innocente, diven-ne Epurina. Ebbene, alla storia del-l’epurazione all’italiana, che è fero-cia senza grandezza, Grillo non por-ta nulla di leggero e di pulito, ma so-lo il ghigno truce di chi non sa rideredi sé e festeggia il neopresidente del-la vigilanza Rai Roberto Fico, infilan-dogli in tasca un pizzino con i nomidei giornalisti da epurare, ovvia-mente approvati dal web-sinedrio.Primo: Floris. Secondo:…

E l’aria fu greve di quell'odoredi sangue che nessuno aveva piùsentito dall’epurazione di JonesLa fattoria degli animali, 1945

George Orwell

Le epurazioni provocanoun'imponente solitudine,peggiore di una catastrofeLe origini del totalitarismo, 1951

Hannah Arendt

L’epurazione deve cessare per ipiccoli o ridursi a certe categoriedi persone ben determinateItalia libera, 1945

Carlo Levi

Le tappe

I Diari onlineTUTTI i numeri del“Diario” di Repubblicasono consultabili su In-ternet in formato pdfal l ’ indir izzo webwww.repubblica.it. Ilettori potranno acce-dervi direttamente dal-la homepage del sito,cliccando sul menu“Supplementi”.

Gli autoriIL TESTO del Sillabario diRyszard Kapuscinski ètratto da Il Negus. Splen-dori e miserie di un auto-crate (Feltrinelli). France-sco Merlo ha scritto FAQItalia (Bompiani). Lo storicoMassimo L. Salvadori èautore di Democrazie sen-za democrazia (Laterza).

OGGIHa fatto molto discutere l’espulsione della senatriceGambaro dal M5S dopo le critiche a Grillo

PDL E LEGATra le epurazionipolitiche più clamorosedegli ultimi anni quelladi Fini dal Pdl e quellenella Lega nel ’96 e oggi

IL DOPOGUERRA Dal 1945 in Germania eItalia c’è stato un ampiodibattito sull’epurazionedi politici e autoritànaziste e fasciste

IL NAZIFASCISMOCon Hitler e Mussolini cifurono dure epurazionicontro i “dissidenti”,come la “Notte deiLunghi Coltelli”

CURZIOMALAPARTEIl balloal KremlinoAdelphi2012

CARLO LEVIIl dovere dei tempiDonzelli2004

ANTONIOGHIRELLITiranniMondadori2002

MAX GALLOLa notte dei lunghi coltelliMondadori1999

GUIDOPASSALACQUAIl vento dellaPadaniaMondadori2009

JEROMECARCOPINOSillaBompiani2005

MICHELVOVELLEI giacobini e ilgiacobinismoLaterza2009

ALEKSANDRSOLGENITSINArcipelagogulagMondadori2001

MILANKUNDERALo scherzoAdelphi1991

MAURICEMEISNERMao e larivoluzionecineseEinaudi2010

MARIO PANILa repubblicaromanaIl Mulino2010

LIBRI

In Italia poi anche l’epurazione diguerra è stata «una burletta» scrisseAlessandro Galante Garrone: «Si sa-rebbe dovuto procedere dall’alto.Invece ci si accanì contro gli applica-ti d’ordine e gli uscieri, o magari il ca-pofabbricato che aveva indossato ladivisa per vanità».

Gli storici ancora si dividono sul-l’amnistia di Togliatti che liberò i fa-scisti, sulla resistenza che divennedesistenza, sullo Stato fascista che simutò in democristiano, sull’epura-zione del signor Piscitello (pesce

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Un meccanismo consolidato, eredità dell’antichità, che attraversa i secoli

Eliminare per purificare, isolare lafonte del male per preservare in-tatta quella del bene. Tra l’epura-tore e l’epurato scatta pertanto

un rapporto oggettivo e soggettivo di reci-proca inconciliabile ostilità. La storia diquesto rapporto è antica come il mondo.Il meccanismo dell’epurazione si ripre-senta ogni qual volta il nucleo dominantedi un’entità umana — sceso in lotta conaltre entità con la volontà di far prevalereun tipo di ordine e di identità nella sferaideologica, politica, religiosa, etnica od’altra specie — avendo scoperto o rite-nendo di avere scoperto al proprio inter-no dei devianti, degli eretici, dei traditori,procede ad eliminare questi ultimi al finedi riaffermare e preservare la propria ori-ginaria purezza.

Dove vi è un’ortodossia o comunqueun forte nucleo di interessi da difendereritenuti minacciati, vi sono nemici dacombattere ed eliminare. Le epurazioniimplicano sempre il ricorso a forme diviolenza e portano con sé la pratica delle

espulsioni. Tali forme possono non assu-mere un carattere fisico, ancorché in ognicaso accompagnate da accuse più o me-no aspre di infamia, di indegnità — comele espulsioni da questa o quella organiz-zazione — ma anche manifestarsi nellacaccia all’uomo, nella ghettizzazione,nella reclusione di singoli individui e dimasse intere per arrivare allo sterminio eal genocidio. Dal mondo antico al mondocontemporaneo si è assistito a un susse-guirsi di epurazioni su grande scala ac-compagnate da efferate crudeltà: si è epu-rato, dicevo, per motivi politici, religiosi,etnici, ecc., con un incrociarsi sovente de-gli uni con gli altri. Procedendo solo peresempi: Silla fu il prototipo dello spietatoepuratore, il triumvirato Antonio-Otta-viano-Lepido superò Silla, le vicende del-la Francia dalla rivoluzione alla Restaura-zione furono un succedersi di impietoseepurazioni, aprendo il capitolo dellegrandi epurazioni culminate nell’etàcontemporanea. Si tratta di quelle chehanno trovato il punto estremo nelle tec-niche di inumana repressione messe inatto dai regimi totalitari nell’Unione So-vietica, nella Germania nazista, nella Ci-na maoista, in cui gli uni impararono da-gli altri. Bisognava epurare, tagliare i cor-pi infetti, annientarli — scatenando il«grande terrore» purificatore — per im-pedire loro di ostacolare i progetti di rina-scita definitiva della società. Le epurazio-

ni totalitarie si rivolgevano sia all’internocontro i già appartenenti alle schiere deibuoni che avevano tradito sia all’esternonei confronti delle forze schierate a difesadel mondo vecchio, malato, decadente,inquinatore dei principi intangibili dellaglobale rifondazione dell’ordine giusto acui a nessuno era dato di resistere. La lo-gica è: si salvaguardia la purezza e ci si ri-genera solo attraverso la continua vigi-lanza e l’espulsione di chi traligna. Questalogica la espose con la massima chiarezzaStalin nel 1926, quando in piena lotta conTrockij e gli altri oppositori spiegò che tut-ta la storia del bolscevismo dalla sua fon-dazione in avanti insegnava che la via delsuccesso era passata e passava attraverso«il superamento delle divergenze all’in-terno del partito mediante la lotta» per li-berarsi di quanti divenuti complici eagenti del fronte nemico.

Si è detto che dove vi è stata ortodossiada affermare e difendere è sempre com-parsa la coppia epuratore/epurato e ci so-no citati esempi tratti dalla politica. Ma

non si dimentichi quale ruolo dominantela coppia abbia avuto nella storia delle re-ligioni, a partire da quelle cristiana e isla-mica. Contrasti implacabili tra ortodossied eretici, fedeli e infedeli, credenti e noncredenti, inquisizioni, processi, condan-ne, roghi, esecuzioni. Da un lato i custodidella purezza, dall’altro i divenuti impurio i mai divenuti puri.

Oggi, da noi, si aggirano nei meandridella politica nazionale i Grillo e compa-gni, i Maroni e compagni nelle vesti di «di-fensori della fede» intesi a epurare i repro-bi accusati di aver tralignato e meritevoli,quando rifiutino di recitare il mea culpa,di essere espulsi. Certo il meccanismodell’epurazione è sempre nella sua essen-za quello sopra delineato. Ma, di grazia,teniamo fermo il senso della misura ovve-ro della differenza incommensurabileche separa i grandi epuratori da questi no-stri inquisitori ed epuratori paesani. È ladifferenza che passa tra la tragedia e lacommedia, sebbene — e anche questooccorre dire — la sgradevole commediarecitata dai Grillo e dai Maroni è un qual-cosa che vorremmo ci fosse risparmiataanzitutto nelle sue forme ridicolmente ri-tuali. Se devono regolare contrasti inter-ni, lo facciano, ma senza le tante chiac-chiere sulla difesa dei sacri e puri principi,dell’identità originaria violata. Un po’ disano senso della laicità, anche in politica.

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Quelle totalitarie si rivolgevano sia all’interno contro gli appartenenti alle schieredei buoni che avevano tradito sia all’esterno nei confronti delle forze schieratea difesa del mondo vecchio, malato, decadente, inquinatore dei principi intangibilidella globale rifondazione dell’ordine giusto a cui a nessuno era dato di resistere

“L’ordine giusto”

DA SILLA A STALINLA SINDROME STORICADEL “PURIFICATORE”

MASSIMO L. SALVADORI