DeWohl Louis Marte Non Vuole La Guerra

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LOUIS DE WOHL

MARTE NON VUOLE LA GUERRA

LOUIS DE WOHLMARTE NON VUOLE LA GUERRA

Nato da una nobile famiglia ungherese, ufficiale dell'esercito britannico durante la seconda guerra mondiale, infaticabile viaggiatore, astronomo e scrittore, Louis de Wohl compose numerosi romanzi, tradotti in dodici lingue che hanno raggiunto dal 1945 in poi oltre un milione di copie. Quello che presentiamo ora in lingua italiana ci porta nel regno della fantascienza, non orripilante e sanguinaria, ma serena e verosimile, fascinosa e istruttiva. Lungo le pagine di questo appassionato romanzo, l'Autore risponde a una sequenza di domande di viva attualit. Sono possibili i viaggi interplanetari? Esistono esseri ragionevoli negli altri pianeti? Quale pu essere la loro vita, morale, intellettuale e religiosa? Hanno essi bisogno, come noi, di una redenzione? Possono conoscere le vicende del nostro pianeta ed entrare in relazione con noi? Per rappresentarci queste possibilit, l'Autore ha immaginato la scoperta di un nuovo combustibile, il celestium, per mezzo del quale lo scienziato Brandeis riesce a raggiungere Marte su una astronave di sua fabbricazione in compagnia di un altro scienziato alquanto misterioso, Marmon, e col giovane pilota Christopher e la di lui bellissima fidanzata, Massimiana. Sia il viaggio che l'arrivo pieno di avventure tragiche e amorose che culminano nella tentazione del maligno, che vuole indurre gli abitanti di Marte a invadere la terra, contrariamente all'ordine divino di non interessarsi dei terrestri.

MARTE NON VUOLE LA GUERRAII edizione EDIZIONI PAOLINE

Titolo originale dell'opera: THE SECOND CONQUESTTraduzione di: Elena Doppioni TascaSilvano Marinelli1941 PROPRIETA RISERVATA

I. MISS ARMITAGE

Sono stufa di New-York! pensava Massimiana Armitage, sterzando con la sua potente auto. Vorrei essere a Rio, Copacabana, il sole e il mare! Poi si morse le labbra. Le venne in mente che Benny Snyder avrebbe detto che si trattava di un semplice caso di proiezione mentale: New-York Massimiana Armitage. Lei non abituata a vedersi trascurata, messa da parte; se ne sente umiliata. Odia se stessa, e cos proietta il suo odio contro New-York. Ma, naturalmente, la questione pi profonda. Benny direbbe: E un complesso paterno profondamente radicato. Quando lei aveva tre anni...Gli psicanalisti non possono far felice nessuno.Dovrebbero essere in grado di dare la felicit a se stessi per primi! Ma esiste forse uno psicanalista felice? Non ne aveva ancora trovato neppure uno! Benny Snyder era un triste groviglio di nervi con le adenoidi.Per vi costringono a riflettere su voi stessi; spietatamente. Senza nulla addolcire.Christopher sembrava non dar loro nessuna importanza. Preferiva andarsi a confessare. Forse era davvero pi semplice essere cattolico.Ed ora avrebbe dovuto andarsi a confessare di avere innamorato di s una ragazza, pur provando nei suoi riguardi soltanto indifferenza. Questo lo chiamano un peccato? Dovrebbero, Il peggiore dei peccati!Christopher. S, improvvisamente, da un giorno all'altro, Christopher, l'uomo di fiducia, Christopher con il suo fanatico amore per la verit: O dico quello che penso sia la verit, oppure sto zitto. E ora...Almeno lui non era stato vile. Quando Bill Prescoot aveva abbandonato la povera Anna, non gli aveva neppure scritto. Per molte settimane. Gli uomini sono quasi tutti dei vigliacchi.Povera Anna! Povera Massimiana!Di nuovo si morse le labbra. Ma lui, non era stato un vigliacco. Ho avuto delle grandi speranze, Massimiana, forse erano folli speranze, non lo so, e credo non lo sapr mai. Ad ogni modo esse non si realizzeranno per me.- Non so che cosa intenda dire, Christopher. Era impallidito e la sua voce aveva assunto un tono pi grave.- Sono stato incaricato di un lavoro, Massimiana. Sono in corso i preparativi, ecco perch non ho potuto telefonarle ieri l'altro e neppure ieri. Dovr lasciare la patria. E potr essere un'assenza molto lunga. Sembrava volesse dire qualcos'altro, ma non lo fece. - Che specie di lavoro?- Non posso dirlo, Massimiana.- Scherza, Christopher. Dovrebbe conoscermi meglio.- Non posso aggiungere una sola parola, Massimiana. E forse le ho gi detto pi di quanto non dovessi E tacque. Ma aveva l'aspetto... l'aspetto di un giovane frate che avesse pronunziato allora allora i suoi voti solenni, o qualcosa del genere. - Christopher!... non vorr entrare in un ordine religioso?Egli sorrise, ma senza allegria. - No, Massimiana, non ho la vocazione. Si era sentita sollevata e insieme seccata di esserlo. Volle fargli altre domande, ma egli scosse la testa e fece il gesto che ella conosceva tanto bene e che voleva dire: Non desidero dire di pi.Allora si era irrigidita prendendo un'aria altera che aveva semplificato le cose per lui; ma come avrebbe potuto comportarsi diversamente? E lui se n'era andato con il suo passo calmo e vigoroso, i capelli biondi buttati un po' da una parte. La porta si era richiusa e lei era diventata la povera Massimiana.Un'altra ragazza si sarebbe seduta e avrebbe gridato. Oppure avrebbe tracannato qualcosa di forte, o avrebbe fatto tutt'e due le cose.Ma lei si era messa a riflettere: un'altra donna? Non era una cosa da Christopher. Eppure ci sono degli uomini incomprensibili. Un'altra donna?.. Ma chi? Era per vanit o per orgoglio che non riusciva ad immaginarne alcuna? Christopher aveva quel tipo di bruttezza intelligente ed affabile assai pi commovente della regolarit dei lineamenti o della bellezza stessa. Esercitava una vera attrazione sulle donne, sebbene ne avrebbe riso per primo se glielo avessero detto.Aveva anche un buon posto, vero. Ma chi, chi poteva essere l'altra donna?Insulsaggini! Christopher non aveva mai mentito. Doveva riconoscerlo. Non mentiva. Aveva davvero un lavoro da fare; in qualche luogo fuori degli Stati Uniti. Molto tempo sarebbe passato prima del suo ritorno.Servizio segreto? Circolavano voci in proposito. Ma Christopher, agente segreto? Da quando in qua si erano messi ad utilizzare i piloti collaudatori come agenti segreti? E non aveva detto di aver lasciato il suo posto in fabbrica. Se ci fosse avvenuto, il padre di Massimiana lo saprebbe. Suo padre era sempre al corrente di tutto quanto riguardava il suo personale.Suo padre...Sapeva forse ci che esisteva fra lei e Christopher? E se lo sapeva...Poteva darsi che, avesse per lei altri progetti. Non le aveva mai detto nulla, ma ci non significava proprio niente. Come potevano ancora esistere persone come suo padre? Persone che fanno sempre ci che vogliono e al momento in cui lo vogliono? Non parlava mai dei suoi progetti prima che fossero maturi.Forse c'era lui dietro questa faccenda. Probabilmente. Aveva notato qualcosa e mandava Christopher all'estero: in Europa, nell'America del Sud o in qualche paese sperduto. Sarebbe nel suo stile. E Christopher aveva obbedito. Non poteva permettersi di avere come nemico Ciro B. Armitage.E lei, troppo orgogliosa, non aveva detto a Christopher che lo avrebbe aspettato quanto bastava. Dopo tutto egli non aveva neppure dichiarata il suo amore, almeno a parole. Lei, lei non era come quella... Ma come si chiamava dunque quella brava sposa che aveva aspettata il suo Ulisse fino a diventare la favola di tutto il paese?Avrebbe dovuta parlare, notando il suo imbarazzo, povero figliolo... Non aveva forse aspettato che parlasse lei?No. Non era nel suo carattere. Non aveva mai messo nessuno alla prova. Faceva prove soltanto sui suoi apparecchi. Era cos meravigliosamente semplice e diritto, senza complicazioni... Oh! Christopher, Christopher!La ragazza, ora, filava attraverso la campagna. Rio poteva aspettare. Prima doveva parlare a suo padre. Era giunto il momento per lui di capire che non doveva trattarla in questo modo.La lancetta del tachimetro sal a centodieci, poi a centoventi. La bocca di Massimiana form una linea rossa e il suo mento si sporse come il mento di suo padre.

***

Il complesso industriale Armitage, vicino al confine che separa New York dal Connecticut, si stendeva su di un'immensa superficie.Ciro B. Armitage costruiva carri armati e bombardieri a reazione; un modello nuovo si trovava ancora sull'elenco delle armi segrete, ma l'Army Ordonance lo lasciava in pace. Egli possedeva la sua polizia particolare e Washington sapeva che si componeva di uomini scelti. Si poteva aver fiducia nel vecchio Armitage; non c'era nulla da temere con lui. Tutta la fabbrica era circondata da fili spinati percorsi da una corrente elettrica. La sezione A, incaricata delle esperienze atomiche, aveva le proprie costruzioni e gli uomini che vi lavoravano non si mescolavano mai con gli altri operai.Massimiana ferm la sua macchina davanti all'ingresso principale.- Quando avrete finito di guardarmi, potrete aprire il cancello, - disse con freddezza.I due guardiani fecero una smorfia e il pi anziano, un uomo dai capelli grigi e dal naso adunco con la rivoltella alla cintola, fece un gesto. Il cancello si apri e la ragazza vi s'infil a razzo.L'altro disse: - Non dovevamo esaminarla pi da vicino? Dopo tutto...- Hai un posto buono - rispose l'anziano. Serbalo!Massimiana si ferm davanti alla grande costruzione dei servizi amministrativi; il portiere si tolse il berretto bianco con un sorriso, ma la ragazza balz a terra, senza toccare la mano tesa.- Ciro Armitage c'? - domand salendo in fretta le scale.- S miss Armitage. - E il subalterno pens: Gambe come al Music-hall di Radio City, e la testa come suo padre. S come suo padre.Massimiana era gi nell'ascensore espresso. L'ufficio di suo padre si trovava al quattordicesimo piano. Una lampadina rossa brillava sopra una porta che recava la scritta: privato. Arricci il naso ed entr in un'anticamera.Era quello il regno di Philbeam, un. ometto magro dagli occhi vivaci e la faccia da bulldog. Era al servizio di Ciro Armitage da pi di vent'anni.- Devo parlare ad Armitage, Philbeam.Il bulldog si gratt la testa.- C' la lampadina rossa, miss Armitage. - La vedo.- Non pu entrare per ora. Strinse i pugni.- Per quanto tempo ne avr, Philbeam?Egli la guard come se gli avesse chiesto la soluzione di una equazione trigonometrica. Solo Ciro Armitage conosceva la risposta. Un colloquio nel suo ufficio poteva durare quindici secondi o trentasei ore. Disse con esitazione:- Il signor Brandeis aspetta anche lui, miss Armitage.- Cos' questo Brandeis?Il bulldog prese un'aria impacciata. E Massimiana vide un uomo tranquillamente seduto in un angolo della stanza. Teneva le mani giunte come se pregasse. Ma anche se pregava doveva aver udito la sua domanda un po' troppo disinvolta.Nonostante fosse seccata, ella si mise a ridere e l'uomo alz lo sguardo su di lei. Aveva un viso pallido, intelligente, con occhi azzurri chiarissimi. I capelli molto curati erano cos biondi da sembrare quasi bianchi. La bocca era sottile e volitiva. Ebbe l'impressione assai irritante che egli guardasse dietro di lei, nel vuoto. - Scusi - disse Massimiana; ma questa parola era pronunziata su un tono d'insulto pi che di rammarico.- Bene - rispose l'uomo. Sembrava rispondere ai propri pensieri anzich alle parole della ragazza. Le mani rimanevano giunte, lunghe mani sottili, mani d'artista, forse. Christopher, lui, aveva mani di lavoratore, Christopher...E la lampadina rossa brillava sempre. ***

Lo studio di Ciro B. Armitage era semplice e nitido. Non una lettera errava sulla sua grande scrivania. L'industriale non tollerava incartamenti se non quando se ne doveva discutere o quando dettava una risposta. Invece, sulla scrivania posavano i suoi pugni. Quarant'anni addietro egli si era dedicato a penosi lavori manuali. Lo farebbe ancora oggi se occorresse. Era un uomo forte, tozzo, con i capelli grigio ferro. Le folte sopracciglia, ancora nere, sembravano un cespuglio spinoso al disopra dei grandi occhi rotondi.- Oggi? - domandava con voce roca. - Perch oggi ? Avevamo scelto il due di settembre.- Il volo di prova stato un successo al disopra di ogni speranza, Ciro, - disse l'ometto seduto dinanzi a lui. - E in questo momento X sta per raggiungere il suo perigeo. Ogni giorno conta. La differenza fra oggi e il due settembre nell'ordine di quattro milioni di chilometri. Esattamente tre virgola otto.- L'operazione X mi costa quarantadue milioni di dollari - disse Ciro Armitage. - Ma dimenticavo che il danaro non la interessa, Marmon.- vero Ciro - rispose freddamente Marmon. Aveva un viso di pergamena sormontato da un cranio quasi calvo. Il suo abito pendeva sul corpo dimagrito. Era diminuito di molti chili recentemente. Ma anche i vestiti erano senza interesse per Marmon.- Se l'operazione X fosse stata intrapresa dal governo, le costerebbe dieci volte tanto - aggiunse dopo un momento.- Diciotto volte di pi - rettific macchinalmente Armitage. - Ho fatto il conto. E un successo ci manderebbe tutti alla malora. Lo so. Dovrei essere felice di queste notizie. Dovrei esserne molto soddisfatto, Marmon, ma non lo sono. Sento come un vuoto allo stomaco e non so di che si tratta. Se me lo dicesse qualcun altro, direi che il tipo ha paura. Non ha paura lei?Attraverso le palpebre socchiuse, Marmon vide le mani potenti tremare un poco sulla scrivania.- Paura? - domand. - Perch?- Vorrei saperlo. Quando venne sganciata la prima bomba atomica su Hiroshima, un pilota inglese faceva parte della spedizione: Ne ho dimenticato il nome. Quell'uomo aveva la Victoria Cross. Gli inglesi non la danno a chiunque. Di solito la consegnano alla vedova dell'eroe. Quel pilota ha rinunziato a volare. E diventato profondamente religioso. Penso che quando ha visto il dannato fungo deve aver sentito la stessa cosa alla bocca dello stomaco. Ora ci che noi progettiamo ben altro! - Lei gi religioso, Ciro, non deve dunque preoccuparsi.L'industriale lanci su Marmon uno sguardo scrutatore. Ma la faccia di pergamena rimase inespressiva. D'altronde nessuno osava scherzare con Armitage.- E lei Marmon?- Ciascuno deve risolvere il problema per se stesso ed ci che faccio.Vi fu un attimo di silenzio.- stato lei a sottopormi questo problema, Marmon; voglio dire l'operazione X. Non so se lei sia il mio buon angelo; per me un enigma e non mi piacciono gli enigmi.- Le ho portato qualcosa di pi del problema - disse calmo Marmon.- vero. Ha portato anche il celestio. A proposito, dischi volanti sono ancora stati veduti ieri. Sopra il Nuovo Messico. Se avessimo la sfortuna...- molto inverosimile, Ciro. Nove volte su dieci si tratta di illusioni, di miraggi, di palloni-sonda, di strumenti di prova delle stazioni di ricerche del governo, ecc... No, non sono ci che pensiamo. E anche se queste cose fossero reali, esse non cadranno.Non questa volta. E se anche cadessero, agli esperti accorrerebbero parecchi anni per scoprire che cosa sia il celestio e a che cosa possa servire. C' un solo Leone Brandeis. E anche Brandeis lei lo deve a me, Ciro.- Anche questo vero - ammise Armitage.- Ma oggi...Aveva lasciato tutti i particolari dell'operazione X a Marmon. Soltanto di quando in quando aveva dato un'occhiata al mondo insensato che Marmon aveva costruito con Brandeis. Perch dunque era indeciso ora al pensarci? Tutto era stato discusso fin nel pi minuto dei particolari. Si trattava soltanto di un cambiamento di data.Divento vecchio pens con amarezza. Dieci anni o anche solo cinque anni prima ne sarebbe stato entusiasta. E per ottime ragioni, anche. Erano riusciti a tenere segreta la cosa. Nessuno, all'infuori di Marmon, Brandeis e lui stesso, sapeva che cosa significasse l'operazione X. E Christopher Cary. Avevano preso l'abitudine di mai menzionare l'operazione col suo vero nome, neppure fra loro. Forse perci essa non aveva perduto nulla della sua terribile novit.Una volta ancora egli ebbe la sensazione di un vuoto allo stomaco.Cary era un uomo d'acciaio. Eppure quando lo avevano messo al corrente era diventato bianco come un panno lavato. La sua reazione almeno era senza rapporto con l'et. Armitage non aveva sentito nulla di simile quando, dopo Pearl Harbour, gli uomini dell'Ufficio Federale delle Ricerche si erano precipitati per dirgli che dipendeva da lui e dalle sue fabbriche se poteva venire scatenata o no una controffensiva sui Giapponesi, prima che essi potessero penetrare in Alasca, dalle isole Aleutine. Ma quello non era niente in confronto all'operazione X!- Se riusciamo - mormor - se troviamo quello che desideriamo, la terra non sar pi come prima.- S - disse Marmon con voce stranamente acuta. - Non lo sar pi!C'era in queste parole un accento di trionfo ed Armitage lev verso di lui uno sguardo penetrante.- Marmon, ha forse un'idea di quello che troveremo?- Come potrei averla, Ciro? - La voce aveva ritrovato il tono naturale. - Ma presto lo sapr perch parto anch'io.L'industriale si alz d'un balzo. - Come? Lei? Impossibile! .Marmon disse brusco: - Bisogna che parta, Ciro. la mia idea... Devo partire.- Lei pazzo. Alla sua et... Ha cinquant'anni e anche pi. Non potrebbe resistere.Marmon incominci a tremare. - Devo partire - balbett. - Non posso fare diversamente. Devo partire. Bisogna che io parta. - Riprese con sforzo il controllo di s. - Le ho fornito un eccezionale lavoro, Ciro, deve riconoscerlo. Tutto quello che le ho detto era esatto. Adesso voglio la mia ricompensa. Voglio partecipare all'operazione X.Armitage lo guard trasecolato. Non gli era mai venuto in mente che Marmon potesse avere il pi piccolo desiderio di arrischiare la vita. Marmon era uno studioso, un topo di biblioteca, un sognatore. Ma, d'altra parte, questi tipi d'uomini hanno talvolta una potenza di volont sorprendente e una straordinaria tenacia. Ci che pi lo meravigliava era la passione manifestata da lui.- Non posso decidere questo da solo - rispose Armitage. Brandeis che ha la responsabilit dell'operazione.Marmon fece un cenno col capo. - Sta aspettando qui fuori, Ciro.L'industriale pigi un pulsante e si ud la voce di Philbeam. - Dica al signor Brandeis di venire.L'uomo dal viso pallido e dai capelli biondi entr. - Signor Brandeis, il signor Marmon mi dice che desidera partire anche lui.Brandeis fece un gesto affermativo. - Lo so. - E lei acconsente?- C' posto per una terza persona, - disse tranquillamente lo scienziato.- Per San Giorgio! - fece Armitage. - Se avessi dieci anni di meno verrei anch'io, Brandeis.- Non c' posto per un quarto - rispose Brandeis.L'industriale si mise a ridere. - Il signor Marmon mi ha parlato or ora di un cambiamento di data. Egli desidera partire oggi. possibile? Non sarebbe preferibile qualche altro volo di prova?- Tutto pronto - replic freddamente Brandeis.Armitage ebbe un istante di esitazione. Poi sporse il mento.- Benissimo. Quando partite?- Fra un'ora - disse Brandeis.Si produsse allora una cosa inaudita. La porta si apr ed entr una ragazza. Non si era nemmeno data la pena di bussare.- Scusa se ti disturbo, pap - disse Massimiana. - Ma devo parlarti.

II. LA COSTRUZIONE X

L'effetto dell'improvvisa apparizione di Massimiana fu assai diverso sui tre uomini. Marmon le lanci un'occhiata palesemente sospettosa. Brandeis corrug le sopracciglia, come se si trovasse dinanzi ad una incognita inattesa, in un'equazione algebrica. Ciro Armitage non mosse ciglio.- Signor Marmon, signor Brandeis, mia figlia Massimiana - disse.I due uomini sussurrarono la formula di cortesia. Massimiana fece un cenno col capo senza neppure abbozzare un sorriso. - Probabilmente interrompo un colloquio importante; - disse - me ne dispiace. Ma sar breve.- Ci ritroveremo fra poco - disse calmo Armitage. Vogliano aspettarmi un momento!I due uomini uscirono.L'industriale guard sua figlia: - Ti posso dare esattamente cinque minuti.- Non mi occorre di pi.La rassomiglianza fra l'uomo poderoso dai capelli grigi e la fanciulla quasi troppo sottile, era sorprendente. Il naso di Armitage era grande e aquilino, quello di Massimiana, piccolo e diritto; i capelli del padre erano stati bruni, i suoi erano biondi con riflessi di rame. E tuttavia padre e figlia si somigliavano. Avevano gli stessi occhi scuri, lo stesso mento volitivo; occhi e mento erano la ragione profonda della loro somiglianza: la forza di volont era - dopo la stessa vita - il dono pi grande fatto da Armitage a sua figlia.- Tua madre - disse - non avrebbe mai osato disturbarmi qui.- Mamma non era la tua carne e il tuo sangue - rispose Massimiana. E se desideri farmi dei rimproveri, ci vorranno pi di cinque minuti.Egli non sorrise. - Che cosa vuoi?- Christopher, Christopher Cary mi ha fatto i suoi saluti. Dice che sta per andarsene dall'America. Per molto tempo. Sei tu che lo mandi all'estero?Dopo un momento di sorpresa quasi impercettibile Armitage rispose:- S, si pu considerare la cosa a questo modo. - Perch lo mandi all'estero, pap?Le folte sopracciglia si contrassero. - Non ho da rendere conto a te degli ordini che d ai miei dipendenti.- Neppure quando si tratta dell'uomo che amo?L'industriale rimase in silenzio. Guardava diritto dinanzi a s. Gli occhi gli divennero d'un tratto cattivi.- Pap, sapevi che gli voglio bene?- No, non lo sapevo, Massimiana.Non le sarebbe mai venuto in mente di mettere in dubbio le parole di suo padre. Dire bugie era una vigliaccheria. Il suo tono si addolc mentre domandava: - Dove lo mandi?- Non posso dirtelo.Proprio come Christopher. Ah! questi uomini, con i loro dannati segreti! Improvvisamente cap: - C' pericolo ? - la voce le trem un poca. - S - rispose lui brutalmente.Ella si riebbe subito. Era dunque questo! Quanto era ridicolo e donchisciottesco! Un giovanetto troppo perbene per chiedere in moglie una ragazza, sapendo di partire per una missione rischiosa. Era davvero nel suo carattere. Caro Christopher...- necessario pap?- S, Massimiana.- Perch il tuo uomo migliore?- Per questa missione, s, Massimiana.La ragazza chin il capo. Sapeva che era perfettamente inutile cercare di fargli cambiare idea. Ho dei torti nei suoi riguardi - disse con voce sorda. - Bisogna che lo veda prima della sua partenza.Armitage rifletteva. Il suo viso era impassibile. La ragazza non s'intendeva affatto di queste cose. E anche se avesse capito.Guard l'orologio.- Non credo che tu sia veramente innamorata - disse in tono burbero. - Sei troppo superficiale. Ma sempre bene rimediare ai propri torti per quanto ne siamo capaci. Vedr cos' possibile fare.Ella volle rispondergli in tono risentito, ma lui stava gi parlando al telefono di una delle sue scrivanie e non volle interromperlo.- X - disse Armitage. - Qui Ciro Armitage. Dica al signor Marmon che conduco con me mia figlia. Ella desidera dare un'occhiata alla nave.Tronc la comunicazione. - Andiamo, vieni!Nell'anticamera disse a Philbeam: - La mia macchina, senza autista!Quando arrivarono a terreno, la Cadillac aspettava. Vi salirono e attraversarono tutta l'area della fabbrica lasciandosela alle spalle. Massimiana scosse il capo. Che idea, correre cos attraverso quello spazio vuoto! Tutte le costruzioni erano ormai dietro di loro.Ciro Armitage non parlava; raramente apriva bocca quando guidava, ma ella udiva il suo respiro e sapeva che qualcosa lo preoccupava. Il fatto era tanto straordinario che ella stessa si sent molto agitata pi di quanto non lo fosse gi per i propri pensieri.Apparve una seconda cinta di fila spinata. Armitage si diresse alla volta di un cancello. Improvvisamente si fecero avanti i custodi. Lo riconobbero. Egli abbozz un gesto passando oltre.Due chilometri pi innanzi sorgeva un capannone col tetto piatto. Una costruzione senza importanza, una semplice baracca coperta di lamiera ondulata. Un paio di automobili aspettavano alla porta.Il terreno dietro alla baracca appariva di un colore strano, di un grigio metallico, come se fosse d'acciaio. Ed era acciaio, infatti, un immenso rettangolo di placche d'acciaio.Qualcosa d'incomprensibile.Armitage ferm la vettura accanto alla costruzione e scese. Massimiana lo segu senza dir parola. Dietro alla porta c'era una stretto corridoio. A sinistra vide una targa bianca con una croce rossa, fissata alla porta: un pronto soccorso sicuramente. A destra, una grossa porta di ferro senza scritta.Armitage trasse di tasca una chiavetta ed apr.Un ascensore pens Massimiana entrando. Un ascensore in una costruzione senza piani?. Ma prima che avesse il tempo di pensarci, l'ascensore si mise in moto e discese. Ud come un ronzio. Non era il motore dell'ascensore; era un suono troppo forte, troppo profondo e singolare.L'ascensore si ferm e ne uscirono.Si trovavano in una vasta sala. Massimiana vide che il soffitto era fatto di lamine d'acciaio. Armitage scese ancora una stretta scala di ferro. Quando l'ebbe seguito ella vide la sfera.Era una sfera gigantesca di un metallo bianco splendente con una fila di... erano obl? Suo padre aveva parlato di una nave.Ma questa non rassomigliava molto ad una nave, piuttosto a un apparecchio per immersioni sottomarine, del tipo del batiscafo del professor Piccard.E allora, perch quell'elica che lo sovrastava, come se fosse un elicottero?Doveva essere proprio cos, un nuovo tipo di elicottero. Ma allora, perch tanto mistero? E perch costruirlo in un locale sotterraneo?In quel momento vide Christopher. Che strano aspetto! Indossava una specie di abito nero tutto pieghettato che sembrava fatto in un pezzo solo. Teneva in mano un casco tondo al quale era fissata una parte di cuoio nero: sembrava una maschera.Ciro Armitage gli and vicino e gli disse qualcosa che ella non ud. Eppure gli stava accanto.- Salve Christopher! Ha un aspetto magnifico, come un incrocio fra Superman e un centurione romano. Ma guarda, abito e calzature in un pezzo solo! Fa spavento! Sta per lanciare una nuova moda?Armitage si volt verso Brandeis vestito nello stesso modo.Christopher Cary si pass la mano nei capelli irti. Il suo volto giovanile brillava. - Magnifico, da parte di Ciro Armitage, di averla lasciata venire qui, Massimiana!- Credo sia piuttosto magnifico da parte mia l'essere venuta!- Tutto cambia, Massimiana. Ora so che riusciremo. Ora tutto perfetto. Ero legato da un giuramento, e sono legato da un giuramento. Speravo avrebbe capito...- Non capisco ancora niente. Pap misterioso quanto l'oracolo di Delfo. Cos' tutta questa faccenda, Christopher? Il primo aeroplano che possa volare sotto l'oceano?- Qualcosa del genere. - Si mise a ridere. Al di l delle parole i loro occhi parlavano un'altra lingua.- Adesso pi facile e pi difficile insieme. Ad ogni modo molto pi allegro. Splendido, Massimiana! Non l'aspettavo. Si trattiene qui fino alla nostra partenza?- Intende dire che quel grosso coso tondo pu muoversi da s?- S, - egli rispose serio. - Lo pu.- C' molto pericolo, Christopher? - Nonostante si sforzasse, la voce le tremava.Egli distolse lo sguardo. - Non lo so. una cosa nuova. Lei prega qualche volta?Massimiana sussult. davvero tanto pericoloso?Christopher si sforz di ridere. - E si prega soltanto per un uomo in agonia? Lei mangia solo quando praticamente morta d'inedia? Respira soltanto quando sente che sta per soffocare?Ella scroll il capo. - Non credo di avere molta influenza su Dio... se Dio esiste. Suppongo ce ne sia uno... - aggiunse impacciata. Non voleva offendere Christopher. Ma perch parlava di queste cose?Adesso il giovane sorrideva. - Non so se la mia mano destra ha coscienza della mia esistenza. Mi domando se essa consapevole di ricevere da me gl'impulsi, gli ordini. Forse crede di essere indipendente. Forse non pu neppure immaginare che io esisto.- Grullo di un Christopher... Se insiste cercher di pregare per lei. Che cosa non si farebbe quando... Mi piacerebbe molto partire con lei.- Non roba da ragazzine, Massimiana.- proprio quello che diceva sempre miss Vavasour, quando mi arrampicavo sugli alberi o volevo giocare nella strada. Lei non meglio di una vecchia istitutrice, Christopher. Signore, come vorrei partire con lei!- Senza saper per dove? - domand lui con gli occhi lucidi.- S, senza sapere per dove.- Allora le ci vuole ancora l'istitutrice; vuole ancora andare a giocare nella strada. Ah! ecco Marmon. Tra poco si parte, credo.- No, - ella disse impetuosamente. - Non ancora.Anche Marmon vestiva lo strano costume. Ciro Armitage si scost da Brandeis per avvicinarsi al nuovo venuto. - Sono state avvertite le autorit, Marmon? E l'Air Force?- S Ciro. Il nuovo elicottero Argo far un volo di prova al disopra dell'Atlantico.- Benissimo. Non ci sarebbe mancata che questo: l'Argo intercettato dal radar e una mezza dozzina di apparecchi a reazione al suo inseguimento per sapere di che si tratta. Quei tipi sono cos felici quando possono sparare!- La cosa non impressionerebbe granch il nostro Argo, creda - disse con freddezza Marmon. - Avremo ben altro da affrontare. Ah! ma guarda. Come sta, signorina Armitage? Cary, lei pronto?- S, signor Marmon, - disse tranquillamente Christopher.- E lei Brandeis?- Certo - rispose il giovane scienziato alzando gli occhi da un foglio coperto di numeri e disegni.- Che il diavolo vi porti tutti! - sbott Massimiana incollerita. - Si pu sapere di che si tratta? Farete diciassette volte il giro del mondo? Oppure ve ne andate in Siberia a bombardare le migliori fabbriche atomiche dello zio Malenkov?Marmon sorrise. - Miss Armitage, lei ha fantasia, ma non le basta ancora. Addio!Fece un cenno a Ciro Armitage. - Le sono molto grato di permettermi di partire. Lei non sa che cosa significhi per me. - E si mise a ridere.C'era in quella risata qualcosa che fece su Massimiana l'impressione di un'unghia che stride su diuna lavagna. E le parve di scorgere sulla faccia di quell'uomo calvo un'espressione di fredda ironia. Rabbrivid.Ma Marmon s'infil il casco di cuoio nero e Brandeis, facendo un cenno di saluto, lo imit.Massimiana afferr Christopher per il braccio e si scost con lui di alcuni passi.- Lei un somaro calzato e vestito, Christopher, ma io le voglio bene. Lo so che molto male e proprio sconveniente da parte di una ragazza, ma io l'amo e pregher per lei. Vorrei che quel Marmon non partisse con voi, vorrei che anche lei non partisse, Christopher, Christopher...Egli le stringeva le mani come in una morsa, il suo viso senz'armonia divent quasi bello in quel. l'attimo di felicit.- Volevo dirglielo dopo il primo giorno che l'ho incontrata, Massimiana, ma non ne avevo il coraggio, non l'ho mai avuto. Dopo tutto che cosa ero io? Ma non era soltanto per questo. Non potevo credere che fosse possibile. Che Dio la benedica, mia cara Massimiana.- Ciro non ci vede - sussurr lei. - Ci volta la schiena... - Ma gi egli la baciava ed ella chiuse gli occhi. Forse Armitage li avrebbe visti se non fosse avvenuto un incidente.Quell'incidente fu un grido.I giovani si separarono e guardarono.Nella sfera c'era un'apertura, una porta. Brandeis stava sulla soglia ma non era lui che aveva gridato.Era Marmon.Aveva lasciato che Brandeis s'inoltrasse per primo sulla scaletta di ferro e si preparava a seguirlo. Quando fu sulla scala, barcoll un poco, si riprese e sal il primo scalino. Poi si arrest come paralizzato. E fu allora che lanci un grido.- Cosa succede? - esclam Armitage. - Si sente male?Marmon non rispose. L'industriale lo vide fare un terribile sforzo per oltrepassare il secondo scalino; sembrava in preda a grande sofferenza; non vi riusc. Allora mand un altro grido con voce stranamente acuta che rassomigliava al grido di un animale ferito. Un'improvvisa contrazione, come una scossa elettrica, gli percorse il corpo ed egli cadde all'indietro dalla scala.Il suo corpo era solo pi un ammasso d'indumenti che si contorceva per il dolore.Ciro Armitage, Christopher Cary e Massimiana corsero verso di lui. Solo Brandeis rimase dov'era sulla porta dell'apparecchio.- Levategli la maschera, - disse Armitage. Se un attacco apoplettico lo far soffocare. Massimiana sganci il casco con mano tremante.- Santo Dio! - esclam Christopher.La faccia di Marmon era quasi irriconoscibile.La bocca spalancata mostrava i pochi denti rimastigli: quelli del fondo erano piccole radici nere. Gli si vedeva soltanto il bianco degli occhi e una densa schiuma bianca gli copriva le labbra. Si contorceva ancora come se fosse sotto l'effetto di scariche elettriche. Non gridava pi, ma dalla sua bocca schiumante usciva un gemito sordo, come quello di un cane.- Non un malore - disse Ciro Armitage una crisi di epilessia. Come faremo a fargli salire la scala e a metterlo nell'ascensore? - E si prepar a sollevarlo. - Lasci fare a me, signor Armitage - disse Christopher. - Si chin, pass le braccia sotto il corpo di Marmon e lo sollev di colpo. Poi si diresse verso la scala e incominci a salire senza sforzo apparente.- Strano ragazzo - disse l'industriale. - Dove vai Massimiana?- Vado con lui. Bisogna pure che qualcuno si occupi di quel pover'uomo! Non per nulla ho seguito lezioni di pronto soccorso...Armitage si volt verso Brandeis. - Intende sempre partire?- Naturalmente - disse calmo lo scienziato.L'industriale fece un cenno di assenso. - Cary! - grid. Christopher si gir, tenendo il corpo di Marmon sulla spalla.- Appena avr finito, ritorni! Brandeis vuol partire.- Forse il signor Marmon si riprender subito - disse Christopher continuando a salire.Non era probabile. E poi, come imbarcare mi uomo sofferente di simili crisi, per un viaggio di quel tipo? Ciro Armitage si sforz di riflettere. La situazione non era semplice. Perch tanta fretta? Pochi giorni di pi o di meno non avrebbero avuto grande importanza, certamente. Ma d'altronde era stato proprio Marmon a chiedere di anticipare perch ogni giorno la mta si allontanava e anche Brandeis desiderava partire. Quest'ultimo aveva la responsabilit della spedizione e indubbiamente era un genio. Lo aveva scoperto Marmon vero, ed era stato anche Marmon a procurare il celestio. Ma senza Brandeis il celestio non aveva maggior valore di una formula di Einstein in mano ad un aborigeno australiano!... Era sempre buona politica lasciare le decisioni all'uomo responsabile dell'impresa. Se Brandeis fosse stato di quegli inventori persi nelle nuvole, la faccenda sarebbe stata diversa. Ma non era il suo caso. Egli sapeva esattamente ci che voleva. Era quindi meglio lasciargli seguire la sua strada. Per fortuna che la partenza era rimasta segreta. Niente giornalisti, niente chiasso, tutto calmo. Se il tentativo fosse fallito - tanta gente sarebbe stata pronta a rallegrarsene... - Ciro Armitage sarebbe passato per un uomo che ha perso la testa, un pazzo integrale, che aveva cercato l'impossibile. Non vi era nulla di peggio della mancanza di fiducia. Bisognava lasciare che Brandeis partisse subito.

***

Sembrava che l'ascensore non volesse fermarsi. Marmon gemeva sempre come un cane ferito. Finalmente arrivarono. Ma la porta del pronto soccorso era chiusa. Massimiana guard Christopher con aria disperata. Il giovanotto fece una smorfia. Con il corpo di Marmon sempre sulla spalla, diede un calcio alla porta, poi un altro, poi un terzo. La porta si spalanc. - Ecco cosa vuol dire saper giocare al calcio - disse Christopher soddisfatto. - Qui c' tutto quanto ci occorre e anche un telefono.Distesero Marmon sopra il lettino.- Sa che cosa bisogna fare?- S, ma occorre chiamare un medico d'urgenza. Mi aiuti a togliergli quest'orribile vestito!Fu presto fatto e allora Christopher stacc il telefono.- Centrale? - domand - Cary vi parla dalla costruzione X, s, X. C' Marmon che si sente male. Il signor Armitage pensa si tratti di un attacco epilettico. Benissimo. Grazie. - Riagganci. - Ci vorranno cinque o dieci minuti. un vero viaggio per arrivare qui. Come va ora?- Non so, ha una brutta cera. Non capisco perch pap non ritardi la partenza.- Veramente non abbiamo bisogno di Marmon, vede. Sarebbe venuto soltanto come osservatore. Possiamo benissimo fare senza di lui. Brandeis che ha la responsabilit.- E lei?- Oh! io? Sono soltanto una specie di automa. Rappresento il controllo automatico. Anche un Brandeis incapace di pilotare ventiquattrore al giorno, Massimiana... ora devo partire.- Lo so - rispose la ragazza con voce sorda. - Rimanga qui fino all'arrivo dell'ambulanza. Potr ancora assistere alla partenza. Ci occorrono almeno dieci minuti e forse pi. Rimanga qui, vedr anche meglio. Ma, per sicurezza, si scosti dalla piattaforma d'acciaio. Dovr sollevarsi.- Christopher!Ancora una volta caddero nelle braccia l'una dell'altro. Poi si separarono. - Non dimentichi di pregare, egli aggiunse. - E pensi a me!Lo segu con lo sguardo finch l'ascensore scomparve dalla vista. Un gemito la fece voltare.Il poveretto era seduto e la guardava con gli occhi spalancati. No, sembrava guardare al di l della ragazza. Istintivamente anche lei guard dietro di s. Non c'era nulla. Forse il pover'uomo era diventato pazzo.- Non ho potuto - balbettava Marmon. - Volevo farlo. Ho tentato, ma non ho potuto.La ragazza si riprese. - Non si agiti, signor Marmon! Si distenda e...- Non ero io...- gemeva Marmon, - Era...era... no, no, la prego! La prego!Le convulsioni lo ripresero, il corpo si contorceva. Massimiana si chin su di lui. Respirava; ma debolmente. Era ora che arrivasse l'ambulanza.Poco prima Marmon aveva fatto cadere dalla seggiola lo strano costume che portava al momento della crisi. Macchinalmente ella lo raccatt, con il casco metallico e la maschera di cuoio.D'un tratto le venne un 'idea. Rimase immobile con l'abito di Marmon fra le mani. Poi fece alcuni passi nel corridoio. Voleva vedere arrivare l'ambulanza che avrebbe dovuto giungere entro pochi minuti.Le tempie le martellavano. Quando torn indietro si avvide che Christopher non aveva richiuso la porta dell'ascensore, e questo era risalito automaticamente. La decisione fu improvvisa. Infil, l'indumento. Era largo per Marmon. Era troppo largo anche per lei. Cosa strana, i guanti neri attaccati al costume le stavano bene. E ora, il casco e la maschera di cuoio.Entr nell'ascensore.Ud la sirena dell'ambulanza, un lungo gemito, quasi come quello di Marmon.Poi cominci a discendere.

III. LA PARTENZA

Ciro Armitage assaporava gli ultimi istanti prima della partenza. Non aveva provato molta gioia durante i tre anni di preparazione, ma soltanto qualche momento di commozione!Quando Marmon era venuto da lui per la prima volta con un frammento di celestio grosso quanto un capo di spillo, rinchiuso in una cassaforte del peso di mezza tonnellata e trasportata da un autocarro, aveva pensato che quell'uomo fosse pazzo. Ma aveva dovuto cambiare alla svelta d'opinione. Il celestio faceva meraviglie.Marmon gli aveva fatto conoscere Leone Brandeis, il giovane fisico, che gli aveva dimostrato quello che si poteva ottenere col celestio; il primo risultato era stato un contratto la cui clausola iniziale esigeva il segreto pi assoluto da parte degli interessati. Centinaia e centinaia d'ingegneri e d'operai avevano lavorato al progetto X e neppure uno aveva avuto la pi pallida idea di quello che in realt si stava preparando. Quando l'Argo era stato praticamente terminato, l'industriale li aveva trasferiti ad altri servizi, poi aveva sparso la notizia che il progetto era stato abbandonato.Da quel momento soltanto Brandeis, Marmon e lui stesso, e in seguito Cary, avevano visitato la stazione X. E generalmente di notte. Ed era stato di notte che l'Argo aveva fatto il suo primo ed unico volo di prova e la faccenda per poco non finiva male, quando gli uomini dell'Air Force lo avevano individuato col radar.Ed ora il momento era giunto. E non erano n gli Stati Uniti n le Nazioni Unite, ma Ciro Armitage che mandava l'Argo in missione.All'ultimo istante, provava un certo rimpianto che la partenza avvenisse senza cerimonie e senza che nessuno ne fosse al corrente.Non lo crederanno. Ma saranno costretti a credere quando l'Argo sar di ritorno.Se ritorner:Brandeis riapparve sulla porta.- Pronto, signor Armitage.L'industriale lo guard. Sulle prime quell'uomo non gli era piaciuto: troppo astratto, troppo freddo, un cervello elettronico in un corpo umano. E anche ora, dopo tre anni, sapeva assai poco di lui. Ma un uomo che aveva lavorato diciotto ore al giorno, per tanti mesi, senza interruzione e che trovava sempre il modo di trarsi dalle difficolt pi gravi, non poteva non imporre rispetto.Ciro Armitage alz tre dita all'altezza di un berretto immaginario e salut.L'ombra di un sorriso pass sul pallido volto di Brandeis. Ave, Caesar - pens restituendo il saluto - morituri te salutant. Ma, come i gladiatori nel circo di Roma, anche lui aveva una probabilit di sopravvivere. Non era possibile misurarla, ma esisteva. Grid: - Il soffitto, signor Armitage!L'industriale fece un segno d'assenso. Aveva dimenticato per un attimo, che in quel luogo egli non era soltanto il padrone, ma anche l'operaio.Si avvicin al quadro dei comandi, sul muro opposto. Un istante dopo il soffitto incominci a sollevarsi.La luce del sole entr a fiotti, facendo impallidire le potenti lampadine. L'ordigno stesso sembr brillare di gioia.- Ebbene? - esclam Armitage, con tono incredulo.Un personaggio in tuta nera, casco e maschera sul viso, gli fece un rapido cenno e si arrampic senza alcuna difficolt su per la scala di ferro fino alla porta della sfera.Allora Marmon si era ripreso! Armitage non avrebbe creduto la cosa possibile.Brandeis agit ancora una volta la mano. Poi ritir la scaletta e un attimo dopo la porta si chiuse elettricamente. Si diceva elettricamente perch occorreva evitare la parola celestio, Quella porta pesava una tonnellata, L.P.T. come diceva Brandeis, e cio al livello del pianeta terra.L'Argo prese a vibrare.Poi la sfera gigante incominci a salire, dapprima tanto lenta che Ciro Armitage non era sicuro si fosse mossa.Soltanto quando ebbe raggiunta l'altezza di un metro, l'elica si mise a girare.Armitage ebbe un moto di compiacimento. L'elica era un'idea sua. Persino Brandeis era stato costretto a ridere: L'elefante travestito da topo!.L'industriale si avvi alla scala e sal nell'ascensore, Sorrideva al pensiero che in quel momento la velocit dell'ascensore era superiore a quella dell'Argo.Quando giunse alla superficie, all'aria libera, vide l'Argo salire maestoso, lento come una luna d'argento.Armitage agit le braccia gridando. Dimenticava che non potevano scorgerlo essendo troppo acuto l'angolo visivo.L'Argo sal sempre pi in alto. Quando ebbe raggiunto i mille metri prese la direzione sud.Armitage risal in macchina e part per ritornare alla costruzione amministrativa. Vide l'automobile di Massimiana. Si era dunque trattenuta ancora...Nell'anticamera Philbeam gli si avvicin.- Dov' mia figlia? - domand l'industriale.- Non ho visto miss Armitage, signore, da quando andata via con lei. Il Dottor Connolly ha telefonato dall'ospedale per quanto riguarda il signor Marmon. Ha detto con insistenza che desidera parlare e aspetta una sua chiamata telefonica.- Per quanto riguarda Marmon? Non capisco.Me lo chiami!Entr nel suo studio. Ancora una volta ebbe la sensazione di uno strano vuoto alla bocca dello stomaco.Ud la voce di Connolly.- Sono molto spiacente, signor Armitage, ma temo che saremo costretti a far condurre il signor Marmon in una clinica psichiatrica di New York. Non siamo competenti in un caso simile.- Cosa dice Connolly? E diventato pazzo? Marmon...- Pazzo la parola giusta, signor Armitage, in termini profani. Per quanto io posso esserne giudice, un caso particolarmente grave di schizofrenia. Dapprincipio mi era parso che avrebbe potuto ristabilirsi rapidamente. Ma, d'un tratto, stato preso da una crisi di pazzia furiosa e avrebbe quasi dato fuoco all'ospedale. Siamo stati obbligati a mettergli la camicia di forza. Due dei miei assistenti sono con lui.- Un momento, - disse l'industriale con voce roca. - E proprio del signor Marmon, capo della costruzione X, che intende parlate?- S, naturalmente.- E si trova nella sua clinica? - Certo, qui; l'ho detto ora.Armitage riattacc. Chiuse gli occhi. Rivide Marmon, vestito della tuta nera, e con la faccia coperta dalla maschera, che gli faceva segno e saliva la scaletta di ferro senza la minima difficolt. La porta si era richiusa e l'Argo si era messo in moto. E Marmon era nella clinica del dottor Connolly, pazzo furioso.E la vettura di Massimiana era ancora l fuori, ma Philbeam che osservava tutto non aveva visto sua figlia.Stacc il telefono speciale che lo collegava alla stazione radio. Ma un'occhiata all'orologio lo inform che ventiquattro minuti erano trascorsi dalla partenza dell'Argo. Era troppo tardi. Troppo tardi anche per gli apparecchi a reazione. Troppo tardi!Quando Philbeam entr, preoccupato di non ricevere risposta ai suoi richiami, Armitage gli disse:- Esca!Philbeam lo guard, apr la bocca, la richiuse e si ritir.Armitage aveva l'aspetto di un vecchio. ***

Era una specie di ebbrezza, la stessa che Massimiana provava nella sua infanzia quando si gettava a capo fitto in qualche avventura proibita. Il giorno del suo dodicesimo compleanno, era entrata nell'autorimessa, era salita nella macchina paterna e aveva cercato di metterla in moto. Dopo tutto, aveva visto spesso suo padre eseguire quella manovra e non doveva essere cosa tanto difficile. Era riuscita a mettere in marcia la vettura, ma era la marcia indietro e l'auto aveva buttato gi il muro di fondo. Per fortuna era riuscita a fermare la macchina e se l'era cavata con qualche contusione e quattro punti sulla fronte.- E il mio pi bel regalo del compleanno, aveva dichiarato; quella uscita aveva placato la collera paterna. Qualche anno dopo, ne aveva quindici, le avevano proibito di partecipare ad un ballo mascherato al quale due delle sue amiche meno acerbe erano state invitate. Ella fece a pezzi il mantello di gatto-tigre di sua madre per farsi un costume da leopardo. Cos parata se ne and al ballo e forse nessuno avrebbe scoperto la sua scappata se non avesse avuto la sfortuna di vincere il secondo premio. Il giorno dopo, la sua fotografia era su tutti i giornali della sera Massimiana Armitage, ragazza leopardo. Suo padre era furibondo; ma ella ebbe l'impressione che si sarebbe arrabbiato assai meno se avesse vinto il primo premio. Anche quando si era arrampicata sulla finestra per uscire dalla sua stanza aveva provato una strana sensazione di ebbrezza. Anche quella volta portava una maschera nera e tremava dalla paura d'essere riconosciuta. Anche allora l'eccitazione le aveva impedito di pensare ad altro all'infuori di quello che stava facendo.Era stata sollevata dall'ansia nel vedere suo padre all'altra estremit dell'immenso locale, troppo lontano per rivolgerle la parola. E l'uomo che l'aveva ricevuta sulla porta dell'aeronave non era Christopher, ma Brandeis.- Eccolo ristabilito, amico? - aveva detto lo scienziato. - Benissimo.La ragazza si era accontentata di fare un gesto affermativo e si era lasciata condurre fino ad un confortevole sedile di cuoio. Si era seduta e lui l'aveva coperta con qualcosa che sembrava un sottilissimo tappeto. Ma quella coperta la stringeva tanto che le sembrava di portare un busto. Poi Brandeis si era rimesso la maschera di cuoio sulla faccia.Le mani della fanciulla tremavano. Purch Brandeis non si avvedesse di quel tremito. Ma gi egli si era scostato.- Chiuda la porta! - grid. Si rivolgeva evidentemente a Christopher, ma questi dov'era?Si ud uno scatto. La pesante porta si chiuse; somigliava a quella di un'enorme cassaforte.E dov'era Christopher?Soltanto allora ella si guard intorno. Era in una stretta cabina dalle pareti curve, coperte da qualcosa che non poteva dire se fosse vernice oppure un rivestimento. Proprio al disopra della sua testa si trovava un'apertura rettangolare attraverso la quale poteva vedere il cielo azzurro.Brandeis ritorn, apr una porta e per alcuni secondi ella vide Christopher seduto in una poltrona simile alla sua, davanti ad una foresta di strumenti, di quadri di comando, di apparecchi di controllo e altri pulsanti lucenti, dei quali non capiva nulla. Anch'egli sembrava avvolto da una di quelle fini coperte. Brandeis vi si sedette vicino e mentre compiva quel movimento la porta si richiuse e Massimiana si ritrov sola.Avanti al ballo mascherato pens. In elicottero per andare al ballo. una meravigliosa pazzia!Il ronzio continuo era un poco fastidioso, ma non era molto pi forte di quanto l'aveva udito dall'esterno. Vi si sarebbe abituata.Scopr che accanto al suo sedile c'era un'altra apertura, una specie di abbaino. Trasse un braccio di sotto alla coperta, - impresa non facile, tanto era aderente - e riusc a toccare il vetro. Ma immediatamente l'immagine del cielo disparve ed ella sent sotto le dita che non si trattava di un vetro. Lo tocc di nuovo e l'immagine riapparve. Sembrava un incantesimo. Si divert al gioco; la stessa reazione si produceva: ora l'immagine, ora l'oscurit.Aveva l'impressione di manovrare una macchina da presa. Ma il film in technicolor era un'immagine reale di quanto si trovava all'esterno. O per lo meno un riflesso dell'immagine reale. Le aperture non guardavano direttamente sull'esterno; tutto avveniva come per proiezione, come in un film.Quando la finestra era aperta, ella poteva scorgere una parte del cielo e all'incirca a mille metri al di sotto, un paesaggio che conosceva, con i campi, le sue strade, la ferrovia e le case.Se si trattava di un volo normale in elicottero, perch tanto mistero? E perch poteva essere cos pericoloso?L'apparecchio volava lento. Avrebbe voluto sbarazzarsi della coperta ed entrare nella cabina di pilotaggio. Ma era ancora troppo presto. Christopher era capace di tornare indietro e ricondurla a suo padre, come una bambina che ha marinato la scuola.Adesso sorvolavano New York. Ella poteva scorgere la serie di grattacieli di Manhattan, sebbene non distintamente; ora volavano pi in alto. Vide la casa di vetro delle Nazioni Unite.Il fumo delle navi in arrivo o in partenza. La statua della Libert apparve, poi svan.Ecco l'Atlantico.Dapprima era ancora ingombro di bastimenti, ma poi essi divennero sempre pi radi e finalmente non si videro pi che onde grigie.D'un tratto il ronzio cess. All'istante l'apparecchio incominci il vibrare stranamente, come se fosse diventato vivo, come se si fosse risvegliato.La velocit non aument. Anzi parve diminuire.E il vascello aereo sembr pendere da una parte.Si dondolava... no, si fermava. Era assolutamente immobile. Che cosa succedeva?Le vibrazioni diventarono sempre pi forti. Anche lei vibrava adesso, come se fosse scossa da mille manine. Non faceva male ma 'era spiacevole.E dopo - avrebbe quasi urlato - vide l'elica staccarsi e cadere. Era finito! Era la catastrofe!Ma la sfera non precipitava. Rimaneva sospesa, libera nell'aria, con delle vibrazioni e delle pulsazioni analoghe a quelle di un essere vivo.Oppure... stava essa cadendo?Massimiana provava la sensazione che tante volte aveva avuto in un ascensore-espresso. Sembrava che il suolo montasse verso di lei. Ma in un ascensore quella sensazione cessava presto. Qui, invece, aumentava continuamente.La sfera era un ascensore-espresso impazzito.Volle guardare dalla finestra, ma non os.Sotto la coperta e la maschera, la pelle le s'inumid di sudore. Sembrava che tutti i denti le dolessero. Le labbra palpitavano contro la maschera. Una nube rossa le pass dinanzi agli occhi; la testa la torturava come se stesse per scoppiare.Volle gridare: Fermate! Fermate! vi prego!.Ma non riusc ad emettere alcun suono.La coperta divenne come una camicia di forza, peggio ancora perch la stringeva come una mezza dozzina di cavi d'acciaio.Tutto le si annebbi e le parve che il mondo fosse diventato un cerchio infernale, finch sprofond in un abisso insondabile.

***Quando si riebbe era ancora sola.La terribile pressione che la soffocava era cessata. Ma sentiva la solitudine come una nemica. Non osava chiamare, senza sapere perch.Le vibrazioni continuavano.Mai era stata cos sola in tutta la sua vita! Dove si trovava?Di nuovo liber il braccio destro per toccare la finestra accanto a lei. Vi riusc contro ogni speranza, ma il braccio and ad urtare contro la finestra come se volesse spezzarla. Cerc allora di leccarsi le dita contuse e si colp la faccia con tale violenza che il naso le fece sangue. Si strapp la maschera di cuoio e ancora il braccio scatt con tanta forza che le sue dita ferite sbatterono contro il muro. Fu una cosa tanto dolorosa e insieme cos insensata ed umiliante che si mise a piangere.Il pianto le dette la pi strana delle sensazioni. Le lacrime non scorrevano lungo le guance; le rimanevano negli occhi, ricoprendoli di una specie di pellicola e formando una massa opaca e tremolante.Adesso non poteva pi vedere nulla. Le sembrava d'esser cieca.Non os toccarsi gli occhi subito.Lentamente; molto lentamente, alz una mano verso il capo. E anche in questo modo, di colpo si tocc la bocca. Con infinite precauzioni fece scivolare la mano lungo il viso ed asciug una lacrima, grossa come una nocciola all'occhio sinistro ed un'altra altrettanto grossa all'occhio destro. Le due lacrime dondolavano in punta alle sue dita come gocce di rugiada. Si staccarono e salirono ondeggiando per fermarsi a circa due metri di altezza nell'aria.E l rimasero.In quel momento cap. - Quant'era stata sciocca di non averci pensato prima. Stava sognando, con ogni evidenza.Non era la prima volta che faceva sogni assurdi. Li chiamava i sogni di Alice nel paese delle meraviglie. Sapeva che le bastava chiamare o gridare per svegliarsi al numero 577 B di Park Avenue, e che Bella sarebbe entrata col suo caff del mattino e avrebbe aperto le tendine. Ma non aveva fretta.I sogni di Alice nel paese delle meraviglie dovevano essere assaporati il pi a lungo possibile; si sarebbero interrotti da soli, e anche troppo presto.Era difficile immaginare quando fosse incominciato quel sogno; forse a casa, quando si era tanto indispettita per via di Christopher e aveva deciso di andare alla fabbrica e di parlare a suo padre; ma invece di farlo si era addormentata. Oppure era stata presa dal sonno nell'anticamera, e la lampadina rossa brillava ancora sopra la porta dell'ufficio.Comunque ella stava sognando.Nei suoi sogni tipo Alice nel paese delle meraviglie, ella poteva sempre prendere il volo ed era la cosa pi piacevole da farsi. Decise dunque di volarsene via. Ma anche in sogno non si pu volare se si stretti in una coperta. Allora, tagliamola... Cominci dunque a svincolarsi con molte precauzioni. Tuttavia, ogni tanto, le dita andavano oltre il segno. Dopo un certo tempo vi riusc e si alz. Immediatamente si mise a volteggiare attraverso il locale ed avrebbe urtato la testa contro la porta della cabina di pilotaggio, se non avesse a tempo messo avanti le mani.E non ricadde. Rimase a fluttuare a circa un metro dal pavimento. Con le mani tocc qualcosa: la porta del posto di pilotaggio.Cominci a staccarne le dita piano piano, uno dopo l'altro. Adesso toccava la porta soltanto pi con l'estremit di un dito e leggermente. E rimaneva sospesa per aria. Era come in una piscina e nuotava, nuotava!Lasci anche l'ultimo contatto e si mise a navigare liberamente. proprio cos, disse fra s con grande soddisfazione, come nei suoi sogni quando scopriva che poteva volare. Ma qui non era la stessa cosa. Si slanci e fu costretta a stendere le braccia per non dare di testa nel soffitto. Questo soffitto era ad un'altezza di circa sei metri ed ella ora lo seguiva come se fosse un bruco.Sotto di s poteva vedere le due lacrime che svolazzavano ancora. Si stacc dal soffitto e navig verso le due bollicine umide. Pi volte le sfuggirono poi fin coll'afferrarne una. Le scoppi fra le dita e si trasform in una dozzina di altre bollicine che continuarono a volteggiare in aria.Era un gioco divertente. Riusc ad ottenere lo stesso risultato con la seconda lacrima, poi si decise ad eseguire una danza. Era questo il momento pi delizioso di tutto il sogno di Alice nel paese delle meraviglie. Poteva realizzare le figure pi difficili senza sforzo e con molta grazia.A un certo punto la danza divenne ardua. Massimiana perse l'equilibrio e cominci ad agitarsi freneticamente. Per una misteriosa ragione si trov d'un tratto con la testa in basso e prov quel subitaneo terrore nel quale pu trasformarsi anche il pi bel sogno di questo mondo.Bisogna che mi svegli, pens, e chiam con quanto fiato aveva: - Bella! Bella!La porta della cabina di pilotaggio si apr ed entr Brandeis.- Eh! Marmon, perch non mette il contatto sulla forza di gravit? Aspetti! Lo faccio io! - Mosse una leva accanto alla porta e il corpo ondeggiante scese dolcemente fino al suolo.Massimiana lo guard ed egli rimase impietrito come se avesse visto la medusa. Dietro di lui apparve Christopher.Non era la voce di Marmon! Lo avrei giurato...Dio del cielo! Non vero. Non pu esser vero!.- Christopher, - disse Massimiana con tono lamentoso. - Ero persuasa di sognare.- Anch'io - diss'egli sospirando. - Come ha potuto salire a bordo? Dov' Marmon? Perch...La porta sopra di loro sbatt. Brandeis se n'era andato.- Per l'amor del cielo, che facciamo ora? balbett Christopher. una cosa impossibile. un vero delitto. - Si passava nervosamente le mani nei capelli.- Ma cos' dunque quest'ordigno diabolico? domand Massimiana. Non era ancora del tutto certa di essere sveglia. - Stiamo ancora volando? Mi sono sentita male o qualcosa del genere, ma non so per quanto tempo. Dove siamo?Egli guard. - Adesso, naturalmente lo sapr.- Premette un pulsante vicino alla porta. Guardi! - disse brusco.Ella obbed. In un'apertura rettangolare del soffitto, vide un disco enorme e splendente; la luce ne era quasi accecante.- E il sole? - domand. - Ma no, un'immagine della terra. Ecco l'Africa, l'Europa...- Non una fotografia, Massimiana - disse serio Christopher. la terra.La ragazza lo fiss stupefatta.- E la terra - egli ripet. - E siamo in volo verso il pianeta Marte.

IV. VIAGGIANDO VERSO MARTE

- Verso Marte? - disse Massimiana con voce soffocata. - Non vero Christopher! E impossibile! Non esistono ancora stazioni spaziali. Non potremmo mai raggiungerlo.- L'idea di stazione spaziale sorpassata, Massimiana.- Da quando?- Da quando c' Brandeis... Prima di lui tutti pensavano che si dovessero utilizzare non una, ma due stazioni spaziali, prima di poter tentare di raggiungere anche soltanto la luna. Occorrevano enormi quantit di combustibile, soprattutto alcool e ossigeno liquido, e la prima parte del viaggio avrebbe esaurito quasi tutte le provviste, per sfuggire alla gravitazione terrestre. Di qui l'idea di costruire una stazione spaziale subito fuori del campo di attrazione terrestre e di farne un magazzino di combustibile per la maggior parte del viaggio; una stazione-serbatoio, quindi. Una seconda e identica stazione doveva essere creata subito fuori del campo di attrazione di Marte. Queste stazioni sarebbero naturalmente diventate dei satelliti, dei loro pianeti, delle specie di lune.- E noi?- Si sempre pensato per questi viaggi interplanetari ad aerei razzo. Ma l'Argo non un razzo. Lo avr notato. Ha la forma ideale per navigare nello spazio. E una sfera.- Bisogna che mi metta a sedere, Christopher.- Non occorrono tante precauzioni, Massimiana. In questo momento la gravit terrestre agisce nella cabina. .- Non capisco - diss'ella, lasciandosi cadere sul pi vicino sedile.- Lo credo. E quasi un miracolo!La ragazza respir profondamente. Era incapace di lottare contro l'onda di pensieri, di domande, di problemi e d'angoscia che l'assaliva da ogni lato. Finalmente domand quasi macchinalmente: - Perch la sfera la forma ideale, Christopher?Egli sent istintivamente che doveva continuare la conversazione per aiutarla a rimettersi dalla forte impressione.- Tutte le grandi invenzioni hanno il loro prototipo in natura, Massimiana. Le ali dell'aeroplano sono ali d'uccello. Il miglior modello di aereo quello che maggiormente si avvicina alla linea di un uccello qualsiasi. Lo Spitfire britannico, che aiut gl'inglesi il vincere la seconda guerra mondiale, stato disegnato prendendo per modello la rondine. Il Delta, dice Brandeis, una copia dello pterodattilo, se ricordo bene il nome. Le migliori navi spazi ali sono i pianeti stessi: E questi sono sferici. L'Argo vola attraverso lo spazio come un piccolo pianeta. Il suo combustibile una scoperta di Marmon. E un nuovo elemento che Brandeis chiama celestio. Non so nulla di pi in merito. Non l'ho mai visto. Ma Brandeis dice che ne abbiamo a bordo circa un quarto di libbra.- E questa quantit sarebbe sufficiente?..- Pi che bastante per due viaggi.Ella respir di nuovo profondamente: - Sono contenta che non voliamo pi tanto forte, adesso. Avevo cos paura!- La nostra velocit non diminuita.- Com' possibile Christopher. Prima provavo un'orribile oppressione...- Quello che sentiva non era la velocit, ma l'accelerazione. Sono cose assai diverse. Stiamo volando alla velocit di ventiquattro chilometri al secondo.Massimiana chiuse gli occhi. - Spero che qui non ci siano guardie preposte alla circolazione, sussurr. - Stiamo viaggiando verso Marte. Non lo credo. No, non lo credo.- Ho la terra come testimonio - egli rispose indicando la fotografia d'un chiarore soprannaturale, nel lucernario rettangolare del soffitto. Il suo tono era quasi solenne.La ragazza alz gli occhi e rabbrivid. Pens di essere uno spettro, o sdoppiata; la vera Massimiana Armitage era in alto... Oppure era in basso?- L'America a sinistra, - disse, ma le sue parole sembravano cos schiocche, cos ridicole che ne sussult. In alto, a sinistra, e lei girava, l'America girava, nell'ombra, inesorabilmente. Era semplicemente notte, ma pareva una notte eterna, la notte dell'annientamento, della fine suprema di tutte le cose. Era inconcepibile che il giorno potesse riapparire sull'America. Ma la vera Massimiana Armitage era a letto al numero 577-B di Park Avenue, mentre lei, il suo doppio, volava attraverso lo spazio a una velocit di ventiquattro chilometri al secondo. Al secondo...- Come mai non buio qui, Christopher? - E il sole, cara?- Ma non la stessa luce. Sembrava un film male sviluppato, o qualcosa di simile.- I raggi solari ci raggiungono senza la protezione normale dell'atmosfera terrestre. Non potremmo resistere neppure cinque minuti. se l'Argo non fosse, diremmo, corazzato.- Che ore sono, Christopher?- Zero, pi due e ventuno - rispose lui macchinalmente.- Che vuol dire?- Due ore e ventuno minuti, dalla partenza - rispose. - E il solo modo di calcolare il tempo che abbia un significato per noi. Eccettuato, naturalmente il tempo siderale per la navigazione.- Allora qui non vi sar nessuna differenza fra il giorno e la notte, n mattino, n pomeriggio, n sera. - No, Massimiana.Ella pens al primo bagliore argenteo del mattino, all'aurora, e al trionfo del sole a mezzogiorno; alla pienezza del pomeriggio, al dolce incanto della sera, al primo scintillio delle placide luci alle finestre, al velluto della notte con la sua promessa di un nuovo giorno.. Tutto questo non esisteva pi.- E come se si fosse morti! - esclam.Il suo compagno fece un cenno di assenso. Dal suo volto traspariva serenit, quasi entusiasmo. Ella capiva sempre meno ci che passava nell'anima di Christopher.- Non pensavo che lei potesse essere cos morboso, - disse incollerita.- Morboso? Io? Non credo. La morte veramente un tipo di vita, Massimiana, non lo crede? E non una cosa molto sorprendente. Ho incominciato a sapere dall'et di otto anni circa, che essere morto significa essere vivo. - Ella volle contraddirlo, brusca, prendersela con lui (l'ultima cosa al mondo che avrebbe desiderato in quel momento era proprio un argomento metafisico) ma lui continuava:- La morte un ponte che bisogna attraversare.E l'Argo realmente un ponte fra due pianeti. L'ha detto lei, proprio bene, Massimiana.Ella sent che voleva soltanto confortarla e distrarla e cap di essere stata sciocca come una bambina spaventata e ne rimase ancora pi seccata. Cerc la sua borsetta. Naturalmente non c'era. Era nella saletta del pronto soccorso, gi alla baracca della costruzione X. Ve l'aveva lasciata quando si era messa quell'impossibile costume. La cipria, il rossetto, lo specchio, la patente di guida e soprattutto le sigarette.- Mi dia una sigaretta, Christopher!- Mi dispiace, cara, ma non ce ne sono a bordo. L'Argo non un aereo per passeggeri.- Senza sigarette!... - Era una cosa infantile, tremendamente stupida; Christopher aveva ben altre cose a cui pensare, era proprio ci che ella aveva sempre disprezzato in un certo tipo di donne. Ma star senza sigarette... per delle settimane, forse per dei mesi! E poi nulla per farsi bella!.- I Marziani si faranno una bella idea di me - disse con un sorriso forzato, - senza parlare di lei. Crede proprio che esistano dei Marziani? Ho letto un sacco di cose su di loro. Ce n' una specie con tre occhi e una testa di coccodrillo. Sono orribili insetti con una quantit di zampe e superintelligenti, e poi ancora...- Si calmi, cara - disse Christopher con gentilezza.Massimiana fece un vero sforzo per dominarsi.- Quanto tempo deve durare questo viaggio? Ne ha un'idea?- Ci occorreranno cinque o sei settimane per raggiungere la nostra mta. Marte in questo momento molto vicino al suo perigeo. Ecco perch avevamo tanta fretta. Ci vorranno difatti altri due anni prima che questo pianeta ritrovi la stessa posizione favorevole.. .Cinque o sei settimane se tutto andava bene! E dopo? Se si ripartiva subito si poteva essere a casa per Natale. Voleva passare il Natale in California. Anna sarebbe rimasta molto sorpresa se lei non vi fosse andata... Di nuovo si costrinse ad essere ragionevole. Non si poteva pensare n ad Anna n alla California. Christopher aveva detto proprio adesso che ci volevano due anni prima che Marte si ritrovasse... come aveva detto? Non importa... perch Marte fosse di nuovo cos vicino. Per questo aveva parlato di una sua assenza molto, molto lunga...Due anni. Due anni su Marte. Se pure vi giungevano!Due anni interi della sua esistenza, in mezzo a mostri orribili, oppure su di un astro senza vita.Cominci a singhiozzare.Con un balzo egli le fu accanto e le pass il braccio intorno alla spalla.- Massimiana, cara Massimiana, capisco che sia per lei un colpo terribile. Come ha potuto fare una cosa simile? Come ha avuto questa pazza idea?- Christopher, mi lasci, la prego.Egli si scost.Uno zing-g-g si fece udire e per alcuni secondi la vibrazione dell'ordigno sembr aumentare.Ella alz il viso bagnato di lacrime. - Cos'?Il giovane era impallidito. - Un meteorite, disse con calma un po' forzata. - Ne udremo altri; ce ne sono molti in questi paraggi.- Ma... ma sono cose di fuoco. Non possono incendiarci?- No, Massimiana. L'Argo incombustibile, pu soltanto fondere. E il calore capace di farlo fondere esiste soltanto nel sole stesso. Oppure in un forno atomico. Del resto i meteoriti non s'infiammano che nell'atmosfera terrestre, Qui, nello spazio, sono freddi. Scusi un momento!...Entr nella cabina pilotaggio e si richiuse la porta alle spalle.Brandeis era seduto dinanzi ai quadri di controllo. Non gir la testa ma si accontent di dire: - Eccone uno che ci ha colpiti. E non sar l'ultimo. Ma la sfera tiene magnificamente l'urto. Vorrei davvero sapere la grossezza di questo meteorite. Come il pugno o come la testa o qualcosa d'intermedio, penso. Era come un proiettile d'artiglieria. Ha fatto la guerra lei, Christopher, oppure troppo giovane?- Ho fatto un anno e mezzo in Corea, - disse sedendosi vicino a Brandeis.- Vi sono stato preso, - disse Brandeis. Non mi piaceva, ma cosa fare? Quando si a bagno, vi si rimane.Christopher ebbe l'impressione che Brandeis sapesse ci che stava per dirgli. Era una cosa insensata, certo. Guard con fissit il mondo incantato e sparso di stelle davanti a lui.- Qui le stelle sono veramente stelle - riprese Brandeis. - E non quei punto lini luminosi che si scorgono dalla terra. - Ebbe una risatina breve.- La signorina si un po' calmata? - Sembrava aver parlato per caso. Ma nessuno sapeva mai il fondo del pensiero di Brandeis.- No, - rispose il giovane.- Si calmer. Nessuno pu rimanere sempre sovraeccitato. Mi creda, sostituir Marmon con vantaggio. Troppo vecchio per una simile spedizione. Tecnicamente, sarebbe stato incapace di aiutarci, e d'altronde non abbiamo bisogno di aiuto tecnico n l'uno n l'altro. Non so perch ci tenesse tanto a venire con noi. Non il tipo d'uomo avido di sensazioni nuove. Inoltre sarebbe stato un compagno poco simpatico, e se si fosse sentito male come al momento della partenza... Pensa che la ragazza sappia cucinare? La conosce bene?Questa volta Christopher senti che Brandeis lo trattava come egli stesso aveva trattato Massimiana poco prima. Ma a lui questo non andava. Doveva parlare con franchezza e subito.- Non ce la far, - disse asciutto. - Temo assai che saremo costretti a tornare indietro, Brandeis.- Non dica scempiaggini, - rispose lo scienziato senza alzare gli occhi.- Le dico che...- Non si dia tanto da fare, Cary.- un delitto, Brandeis. Lei deve capirlo. Non posso lasciar fare una cosa simile. Dobbiamo ritornare.- Sono io che ho il comando dell'apparecchio, - rispose calmo Brandeis. - E le sar grato di non costringermi a ricordarglielo un'altra volta.- Ma un assassinio, Brandeis! So bene che colpa sua; non avrebbe dovuto comportarsi cos; questo vero e incontestabile. Non so davvero cosa le sia preso. Ma lei ed io conosciamo i pericoli che ci aspettano e...- No, - disse Brandeis tagliandogli la parola, - non li conosciamo affatto. Possono essere minori o peggiori di quanto pensiamo. Ma che siano minori o peggiori, l'Argo non ritorner se non dopo aver atterrato su Marte. Avreste altri argomenti da far valere? Devo enumerarli? Che cosa far Ciro Armitage quando sar al corrente? E la sua unica figlia, vero. Ma c' pure una obiezione: supponiamo di ritornare e che la ragazza entri in casa sana e salva. Sar l'eroina del giorno, la vedetta di tutta la stampa, la prima fanciulla che abbia compiuto un volo spaziale, coraggiosamente, senza tremare.- Basta! - grid Cary.- Sarebbe festeggiata dappertutto. Naturalmente lei avrebbe voluto continuare il viaggio, ma i suoi compagni erano troppo cavalieri per permetterle di esporsi a pericoli ancora pi gravi e sono stati loro ad insistere per ritornare...- Vigliacco! - url Christopher. - Se continua a prenderla in giro, io... .- Certo! il solito sinistro? L'inventore straniero, un cervello senza cuore, viene messo knock-out e il giovane eroe dal braccio muscolo so riconduce l'Argo con una mano sola. Il padre della fanciulla, profondamente commosso, d il suo consenso al matrimonio e tutto finisce con la marcia nuziale di Mandelssohn. Non vorrei le succedesse qualcosa di brutto, Christopher Cary, ma ho la pistola nella mano destra; ve la tengo da quando lei entrato. Sarei un cattivo capitano, se non avessi considerato la possibilit di un ammutinamento.Si scambiarono uno sguardo pieno d'odio.- Chi sa se Ciro Armitage sarebbe poi cos commosso? - riprese Brandeis. - Non potremmo atterrare segretamente, lei lo sa. Oppure vuole riprendere l'elica dalle profondit dell'oceano? Tutto verrebbe messo in piazza.. La stampa mondiale ne parlerebbe, che effetto sulla Russia! E poi il governo americano potrebbe rivendicare il celestio come sua propriet, anche se il Congresso fosse costretto a votare all'uopo una nuova legge. Lei sarebbe scaraventato fuori dal suo impiego e Ciro Armitage vigilerebbe perch non potesse mai pi rivedere la donzella.- Gente come lei dovrebbe essere sterminata come vermi! - esclam il giovane.D'un tratto Brandeis si mise a urlare. - Hanno anche tentato di fermare Cristoforo Colombo. C' sempre un ammutinamento, quando qualcosa di veramente grande si prepara. La cosa le d fastidio, povero nano; vorrebbe ricondurre ogni c,osa al suo livello, alla sua pietosa maniera di pensare. Ma questa volta non le riuscir, glielo dico io!Christopher lo guard a bocca aperta. Non era pi il Brandeis che aveva conosciuto. Scosse il capo come se volesse sbarazzarsi di qualcosa. Teneva ancora pronti i pugni, ma la sua voce aveva un accento stranamente incerto. - Che cosa ci preso, Brandeis?La domanda produsse un effetto inatteso. Gli occhi di Brandeis si socchiusero; parve ascoltare qualcosa che nessun altro poteva udire! Poi. disse: - Il cuore non le batte un po' in fretta?- S.- Il sangue non le monta alla testa? - S. Mi sento girare la testa.- Anch'io. Sono i raggi cosmici. un bene che lei abbia scoperto la faccenda. Non siamo pi completamente normali entrambi. Un momento! bisogna che mi senta il polso. interessantissimo. Tenga questo, mentre mi conto le pulsazioni. - E tese la pistola a Christopher.- Con la pistola in mano, il giovane aspettava in ansia. La sola cosa importante per il momento era il polso di Brandeis.- proprio quello che pensavo. Batte davvero troppo in fretta. Mi renda la pistola! Grazie. E la rimise in tasca. - Davvero, volevo piazzarle una pallottola nella pancia, - disse con una sorpresa non simulata. - Che idee possono venire in mente! Spero che questi raggi non vorranno peggiorare, altrimenti..Zing-g-g.L'apparecchio fece udire una vibrazione nettissima.- Colpo diretto! - fece Christopher ridendo.- Fermo! - replic vivacemente Brandeis. Bisogna che ci riprendiamo. Non serve contare su mezzi chimici. Attraversiamo questa zona pi in fretta possibile! I meteoriti sono gi abbastanza preoccupanti per se stessi, ma meteoriti e disturbi psichici insieme, troppo.Dopo un poco Christopher disse: - Il mio cuore va meglio. - Per tutto quel tempo aveva lottato contro se stesso. Voleva andare da Massimiana, ma sapeva di aver perduto l'equilibrio mentale e non poteva contare appieno sulla sua efficienza.- Anche il mio va meglio, - rispose Brandeis guardando l'orologio e tracciando appunti. - Devo aver detto un sacco di stravaganze, Cary!- No, veramente no. Ci che lei ha detto era vero, credo, ma non era un genere di cose che lei direbbe normalmente.- Questo seccante. Sarebbe stato meglio dire cose pazze. - Guard il giovane. - Prenda il timone un istante ! Vado a parlare a miss Armitage. Lo tenga su quarantasette quaranta. Se la lancetta si sposta di pi di un grado, mi chiami subito! E poi se vede muovere qualcosa del suo campo d'osservazione, spero che questo non avvenga, allora, gridi! Anche se non che un dubbio, non aspetti d'esserne certo, gridi immediatamente! Stiamo navigando in una zona alquanto pericolosa.- So cosa intende dire - rispose semplicemente Christopher.Brandeis lo guard sorridendo. - Mi dispiace, Cary. - Si alz e Christopher s'infil al suo posto.Faceva bene poter concentrare la mente su qualcosa. Era profondamente vergognoso di s. Era proprio nella sua natura di aver provato quella sensazione prima di Brandeis, pur ignorando la causa. Tutto ci che sapeva che avevano avuto tutt'e due delle reazioni anormali; ma egli non considerava quell'impressione come una scusa per la sua condotta.Brandeis, sotto la stessa impressione, aveva soltanto detto la verit.Era terribile pensare che Massimiana doveva essere esposta a simili pericoli, ma la colpa era tutta sua. Com'era difficile ammettere la verit. E Brandeis aveva il diritto di paragonarsi a Colombo. Il suo compito era anzi ancora pi grande. Anche se non riusciva, avrebbe preso posto fra i grandi esploratori, fra i grandi uomini della storia, se l'intelligenza ed il coraggio erano considerate come misure del valore.Anche sotto l'influenza snervante dei raggi cosmici, non aveva ceduto di un pollice nelle sue idee e nel suo piano; erano anzi diventati pi chiari e pi esigenti. E non era lo scienziato straniero, un cervello senza cuore. Il suo Mi dispiace, Cary, aveva avuto un tale accento di sincerit che Christopher non aveva esitato un solo istante a lasciarlo andare da Massimiana.Massimiana. D'un tratto cap. Anche lei era stata sotto l'influenza dei raggi cosmici. Era dunque naturale che la sua prima reazione, dopo aver scoperto la vera meta del viaggio, fosse stata il timore e persino l'orrore. La grandezza dell'impresa non sembrava averla commossa per nulla. Aveva reagito come chiunque provi il mal di mare per la prima volta: insopportabile, bisogna fermarsi subito; dica al capitano di fermare la nave immediatamente! Ora capiva meglio. Forse sarebbe riuscita a...Zing-g-g. Zing-g-g, zing-g-g.L'apparecchio faceva balzi come un canguro. La lancetta sul quadro di controllo gir rapida, ma poi ritorn di colpo alla sua posizione primitiva. Quarantasette quaranta. Tutto andava bene. Al diavolo quei meteoriti!

*** - Marmon, - disse Brandeis, - aveva il diritto di venire con noi. Ma questo non era il suo caso, miss Armitage.- E vero - rispose brevemente la ragazza. Non poteva soffrire di essere interpellata come una scolaretta; non poteva soffrire quella superiorit ironica. Soprattutto non lo poteva soffrire perch aveva ragione. Probabilmente ha sempre ragione pensava Massimiana.- Siamo al nostro primo giorno di viaggio, riprese lo scienziato. - Possiamo ritornare. L'Argo non un semplice razzo a traiettoria fissa. Posso dirigerlo in qualsiasi senso. Ma ho forse il diritto di ritornare, per non parlare di un obbligo morale? Questa spedizione stata progettata e preparata per anni. E costata a suo padre pi di quaranta milioni di dollari. Si pu dire che preferirebbe sapere sua figlia sana e salva. La spedizione potrebbe essere rimandata a poi. Ma vi sarebbero allora ostacoli di altra natura, ostacoli politici, per lo meno possibile. Ci che mi preme che tutti coloro che partecipano a questa spedizione siano animati dallo. stesso spirito. Lei non una partecipante attiva, ma, un essere umano, e quindi, conta quanto il signor Cary e me.- E molto gentile, signor Brandeis, - disse Massimiana. - Ha la cortesia di una macchina calcolatrice.- Le macchine, - disse lo scienziato con perfetta calma, - sono amorali. Questo un problema morale, miss Armitage.- Lei ha esposto tutte le ragioni pro e contro, - riprese la ragazza, - salvo quella che ha una reale importanza. Voglio dire la ragione per la quale io sono qui.Brandeis le lanci uno sguardo scrutatore. Forse sono stato ingiusto verso di lei. Intende parlare di Cary?- E una cosa che non mi era mai successa prima, - disse con la dignit di un bambino offeso. Ma volevo trovarmi l dove si trovava Christopher. Ecco tutto. La ringrazio di avermi parlato di questi raggi cosmici. Ora capisco perch sono stata tanto ridicola. Certo, non il caso di parlare di ritorno.Forse ha qualcosa del carattere di Ciro Armitage, pens lo scienziato. - Rifletta ancora, - aggiunse.- Non c' nulla da riflettere - rispose freddamente Massimiana.Brandeis sorrise. Ma prima che potesse aggiungere una sola parola venne un grido dalla cabina di pilotaggio.- Brandeis, venga presto!

V. IL BOLIDE NERO

Brandeis balz nella cabina di pilotaggio. - Ombra o luce? - domand senza fiato.- Ombra... su campo undici, in movimento verso nove, velocit due. Ora, ora raggiunge nove. La vede?- S. - rispose Brandeis. - Si tolga Cary!Mi lasci fare, se si pu fare qualcosa. - Con la sinistra sul quadro di controllo, tracciava con la destra colonne di numeri, con un'incredibile rapidit. - Vada a legare la ragazza! - disse bruscamente. - Devo cambiare direzione e velocit, altrimenti fra mezzora non rimarr nulla di noi. Quel bolide nero ci vuol divorare!Christopher scese a precipizio.Brandeis, nella furia, aveva dimenticato di chiudere la porta. Massimiana aveva udito le sue ultime parole; sembravano un grido d'orrore in una fiaba per bambini: Quel bolide nero vuol divorarci. In nome del cielo cos'era dunque un bolide? Un animale, qui nello spazio?- Non si spaventi - disse Christopher facendola, sedere. - Ci sar una scossa, ma non forte quanto alla partenza. - E.le rimise addosso la coperta.- Cos' un bolide? - domand la ragazza su un tono che cercava di rendere indifferente.- Un tipo molto villano! Un belennite, un meteorite, ma qualunque sia il suo nome, un affare troppo grosso per noi. Si ricorda quelle cose che facevano Zing-g-g. Erano i suoi fratellini, grossi come un pisello o una noce o forse come la mia testa. Questo considerevolmente pi grande. Essi non concedono mai il diritto di passaggio; a quanto pare un principio di famiglia. Si tratta dunque per noi di passargli accanto. Cos dobbiamo fare.Christopher ritorn alla cabina di pilotaggio. - Presto! - disse Brandeis a denti stretti. Mi avvolga! Non ho una mano libera.Christopher gli si avvicin con la coperta; nel sistemargliela intorno lanci una rapida occhiata in avanti. Ci che vide era terrificante. La cosa, era ancora soltanto un'ombra densa, oscurava tutto un gruppo di stelle.- Cos va bene - disse Brandeis. - Ma si avvolga anche lei giovanotto; altrimenti far concorrenza ad una palla da tennis. - La sua voce era calma. Mentre si aggiustava la coperta, Cristopher lo udiva canticchiare, piano, se non proprio melodiosamente. Sembrava divertirsi.D'un tratto Brandeis si ferm. - E il momento, - disse. Questa volta era l'Argo che partiva in quarta e nello stesso istante il pavimento fece sentire una pressione. No, non era il pavimento, la pressione sembrava provenire nello stesso tempo da sinistra e dal basso.L'ombra infernale cresceva ancora. Una specie d'immenso pallone da football volteggiava fra l'Argo e la sua mta, come un'escrescenza cancerosa che aumentava con una sinistra rapidit.Christopher respirava a fatica. Il cambiamento di, direzione sembrava inutile. La cosa si avvicinava sempre pi, era un bolide nero che assorbiva i raggi del sole. Un astro nero; ne doveva esistere un certo numero fra loro e Marte.Avrebbe voluto far domanda a Brandeis sulla grandezza di quella massa; poteva avere un diametro di cento metri, oppure dieci volte o anche cento volte superiore. Ma Brandeis aveva ben altro da fare che rispondere alle sue domande. Aveva da salvare l'Argo e le loro tre esistenze. Inoltre non aveva importanza il conoscere la grossezza del mostro finch non si entrava in collisione con lui.San Cristoforo, - pens, - vieni in nostro aiuto!.La pressione cresceva, sconvolgendo gl'intestini, comprimendo il cervello. Come faceva Brandeis a pilotare, ad allineare numeri, in simili condizioni? Forse aveva fatto un errore di calcolo e l'Argo stava correndo dritto contro il bolide che si avvicinava con una velocit fantastica; due treni lampo celesti che potevano scontrarsi ad ogni istante con tutta la forza della loro accelerazione.Il bolide copriva ora, con la sua ombra, pi di un terzo, - oh! Dio mio! - quasi la met del cielo davanti a loro.Aveva probabilmente una velocit molto maggiore di quella dell'Argo.Che cosa poteva accadere se questo bolide fosse stato composto di celestio o ne avesse contenuto? Allora la leva di gravit sarebbe stata inefficace, ed essi sarebbero stati aspirati da lui. Oppure, oppure era forse una pazzia?..Christopher era un pilota, e non un fisico o un astro-fisico. Era Brandeis il cervello; lui era soltanto la mano destra.Lo scienziato canticchiava di nuovo, gli occhi gli brillavano come quelli di un animale di notte, nella foresta.Il bolide ingigantiva. La sua immensa massa nera oscurava quasi tutto il cielo.Era prossima la fine. Si trattava ormai di minuti. Allora Brandeis vide una fiammella sull'orlo superiore del mostro... Una stella. Poi un'altra ancora... un grappolo.- Ci siamo - disse. - Ci siamo, Cary ,siamo sulla buona strada. Passeremo diritto sulla sua testa.Il bolide appariva ora coronato di stelle. Era una corona che s'ingrandiva mentre questi scendeva lentamente.- Diritto sopra la sua testa - ripet Christopher riprendendo fiato. - Non ho mai visto nulla di tanto bello in vita mia. Diritto al disopra della sua testa! Porta la corona per traverso, il principe nero. ubriaco, Brandeis, ubriaco.La gioia lo metteva fuori di s.- Questa massa ha un po' pi di trentacinque chilometri di diametro, disse Brandeis. Possiamo toglierci le coperte. Cary, farebbe bene a guardare cos' successo alla ragazza. La pressione non era eccessiva, ma...La porta si apr e Massimiana entr. Portava un vassoio. - Ho trovato la cucina e ho fatto il caff dichiar. - Vi ho messo anche un po' di brandy. Non una buona idea?I due uomini si guardarono.- Non ne ho mai avuto una migliore, miss Armitage, - disse Brandeis.Christopher brillava tutto.

***

Il pericolo continuo d'incontrare bolidi rese necessaria la presenza permanente di uno dei due uomini al posto di pilotaggio. C'era, vero, un apparecchio di pilotaggio automatico simile al George degli aerei normali, ma i bolidi potevano arrivare da tutte le direzioni a una velocit spaventosa e le contromanovre richiedevano un certo tempo.Christopher era pieno di ammirazione per il modo con il quale Brandeis aveva evitato lo scontro con il bolide nero, ma lo scienziato scroll il capo parlando d'improvvisazione da amatore.Il giovane disse con un sorriso: - Mi pare sia un elogio, piuttosto che un biasimo. Un amatore un uomo che fa una cosa perch gli piace farla. Un'improvvisazione un'azione spontanea. In questo senso l'intero universo l'improvvisazione di un amatore o piuttosto di quell'amatore che chiamiamo Dio. Egli ha agito per amore. La parola meravigliosamente adatta.- Dio - rispose Brandeis - appartiene al regno della metafisica. E la metafisica non realmente una scienza.- Che peccato - replic Christopher - che tanti scienziati sembrino trattare Dio in modo non scientifico!Brandeis sorrise. - Lo sa perch ho insistito per averlo con me in questo viaggio?- So solamente quello che hanno detto Ciro Armitage e Marmon.- E cosa hanno detto?- Ciro Armitage pensava che sono un buon pilota, che possiedo una certa forza fisica e che so tenere la lingua a posto.- Armitage un uomo pratico. E Marmon ?- Marmon pensava che lei avrebbe preferito avere con s qualcuno che non si sarebbe immischiato nella parte puramente scientifica.- Mio caro Cary, le dir che cosa pensava Marmon. Forse lo ha anche detto e lei non vuol ripeterlo. Pensava: Brandeis ha scelto un uomo che soltanto un pilota e nulla pi, in modo da poter rivendicare per s la parte del leone nel successo della spedizione.- Non ha detto cos - protest Christopher esitando.Brandeis fece una risatina. - Non pretendo di sapere esattamente ci che passa per la testa di Marmon. E anzi, sono convinto che nessuno lo sa. Per questo lo pensava. Si ricorda che ha chiamato l'uomo un essere fallito?Christopher ebbe un brivido. - Forse lui stesso - disse - voglio dire Marmon, e non l'uomo come tale. O forse egli lo diventato.- Lei non si esprime scientificamente, ma capisco ci che intende dire - disse Brandeis. - Ciro Armitage ha perfettamente ragione nel giudizio dato su di lei, ma non tutto qui. Non mancano i buoni piloti, forti e discreti. Egli aveva proposto lei, Hartley o Cooper. Io ho scelto lei sebbene Hartley sia un po' pi intelligente e Cooper abbia: una maggiore esperienza tecnica.- Giusto per Hartley - disse Christopher dopo un istante. - Ma Cooper... non penso che le sue conoscenze tecniche siano superiori alle mie.- Ci siamo - disse Brandeis. - In genere riesce molto difficile ad un uomo l'ammettere di essere meno intelligente di un altro, salvo che la differenza sia troppo evidente. Invece per lei non difficile. Lei sincero e ha il coraggio di tenere alle proprie opinioni quando vi crede. Era quanto desideravo.- Non capisco.- Non necessario. Lei crede nel suo Dio... Benissimo, tutti abbiamo una nostra piccola debolezza. Ma a parte questo, il suo modo di pensare giusto.- proprio il contrario - rispose tranquillamente Christopher. - Quello che lei chiama la mia piccola debolezza la mia forza. Io penso con chiarezza perch Dio mi ha dato l'intelligenza e questa intelligenza mi fa vedere Dio nelle sue opere. Per esempio, in lei. Capisco l'universo perch Dio l'ha creato. Ecco perch non sono nelle nuvole.- Eppure lei nelle nuvole... - fece Brandeis sorridendo. - O meglio, nello spazio. In quest'istante stesso.- No - protest Christopher - sto volando attraverso lo spazio. E posso farlo perch Dio ha dato a lei un'intelligenza per scoprire come si pu farlo e a Ciro Armitage l'intelligenza di capire la sua idea e di realizzarla in pratica, e a me un'intelligenza sufficiente per essere un buon pilota. Ma nessuno di noi potrebbe avere un'intelligenza capace di stabilire un ordine, se l'universo non fosse stato creato da un Essere dotato di un'intelligenza o di qualcosa di analogo a ci che noi chiamiamo intelligenza.- Cary, lei non soltanto un metafisico ma anche un dialettico - disse Brandeis sorridendo.- Quello che sta dicendo lei ora dialettica replic Christopher. un argomento ad hominem. C' un ordine nell'universo. L'esistenza dell'Argo lo prova. Non cresciuto da solo, ma stato costruito deliberatamente e con un senso dell'ordine. In un universo che esistesse per pura coincidenza, l'ordine non avrebbe mai potuto essere realizzato.- Anche il latino sa - riprese Brandeis. Dove ha studiato, Cary?- All'universit di Notre-Dame.- Credevo vi si facesse soltanto del football.Christopher rise di gusto. - Si fa del football, ma anche qualcos'altro. - Pensava alla porta del pronto soccorso che aveva aperta, pur tenendo sulla spalla il corpo di Marmon. - Sa, a volte, fa comodo saper dare dei calci.Come avviene spesso, i pensieri del suo interlocutore prendevano la stessa direzione.- Perch Marmon, secondo lei, ci teneva tanto a venire con noi? - domand Brandeis.- Non lo so affatto. Non ho mai capito quell'uomo.- Ed io nemmeno, - riconobbe Brandeis.- Forse un bene che non sia con noi, - si lasci sfuggire Christopher.- Perch dice questo? - domand Brandeis lanciandogli uno sguardo indagatore.- Non lo so davvero, - fu la risposta sconcertante.- Simpatia ed antipatia obbediscono probabilmente a certe leggi biologiche, - dichiar Brandeis. - E forse a leggi biochimiche. Non sappiamo...- E l'idea, il concetto che questo pu essere cos, appartengono anche al campo biochimico? Appartengono alla materia? Possiede lei la formula di un'idea?Brandeis fece una smorfia e non rispose. Ma gli piaceva, e un po' se ne stupiva, che quel giovane pilota osasse tenergli testa. Soltanto uomini di second'ordine desiderano essere sempre superiori in tutto. Una spedizione come questa non sarebbe consistita