4 - Atterraggio su Marte Park

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www.risparmiolandia.it FIABA DI MAURO NERI ILLUSTRAZIONI DI FULBER 4 - Atterraggio su Marte Park GELLINDO GHIANDEDORO e le avventure di SAMANTHA nello spazio

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Le avventure di Samantha nello spazio

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FIABA DI MAURO NERIILLUSTRAZIONI DI FULBER

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GELLINDO GHIANDEDOROE LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO

Atterrati sul pianeta Marte, i nostri amici si trovano nel bel mezzo di un gigantesco “Marte Park”, un parco dei divertimenti fornito di ogni specie di gioco e di attrazione. Tra queste ultime, c’è anche un mago che leggerà nel futuro della piccola Samantha, mettendola in guardia contro i possibili nemici.

Ogni volta che la RispaRmiolandia pRima si avvicinava a qualche lontano pianeta, cominciava una lunga lotta tra l’astrona-ve e la forza di gravità.

La maggior parte delle volte la RispaR-miolandia pRima riusciva ad avere la me-

glio: dopo aver vibrato a lungo da cima a fondo e aver oscillato paurosamente a destra e a sinistra mettendo a dura prova le assi e i tronchi di betulla con cui era stata costruita, l’astronave schizzava via lontana dal pianeta e poteva così ripren-dere tranquilla il suo viaggio.

La volta, però, che i nostri tre amici Sa-mantha, Gellindo e Brigida arrivarono nei pressi di un enorme pianeta rosso e azzurro, il pilota Gellindo Ghiandedoro capì subito che le cose sarebbero andate diversamente.

La RispaRmiolandia pRima cominciò a tremare all’inizio in modo leggero, poi sempre più forte. E dopo uno, due, tre, quattro lunghissimi minuti di lotta acerrima, l’astronave cedette di schian-to e schizzò veloce come un asteroide in direzione di quell’immenso mondo colorato.

L’atterraggio, per fortuna, fu morbido: le quattro grosse molle che Gellindo aveva attaccato alla base dell’astronave quella volta funzionarono a meraviglia e la navicella planò, rimbalzando... Boing... alcune volte... Boing... proprio al centro dell’enorme piazza quadrata... Boing... di una città stupenda e incredibile!

Col naso appiccicato al vetro del finestri-no Samantha non sapeva da che parte e cosa guardare: dappertutto c’erano luci gialle, arancioni, verdi, azzurre, bianche;

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3 - Sul pianeta Pallarosa

festoni illuminati erano appesi da casa a casa mentre torri altissime erano ornate da strisce colorate e fosforescenti. In cielo una scritta luminosa più grande delle altre si accendeva e si spegneva a intermittenza:

MARTE PARk«Marte Park? – si disse la bambina. –

Ma che cos’è?».Un’allegra musichetta raggiunse

l’astronave e penetrò attraverso le assi di legno: assomigliava tanto a quelle canzoncine che si sentivano ai baracconi del tiro a segno, delle pesche miracolo-se, delle sagome da colpire con palle di gomma…

– Ma sono le giostre! – esclamò Brigi-da la civetta. – Questo è un luna park!

– Eh no – la corresse Samantha, – questa non è la Luna, ma il pianeta Mar-te, e perciò quello che vediamo là fuori è un “Marte Park”! Lo dice anche quella grande scritta luminosa lassù...

Quando i nostri tre eroi aprirono il portellone della RispaRmiolandia pRima e misero i piedi su Marte, una valanga di suoni, musica, rumori, urla e schiamazzi li investì.

La grande piazza quadrata era gremita di marziani… No, non erano degli esserini verdi, magri e con due antenne sulla testa pelata, ma batuffoletti morbidi e di tutti i colori: c’erano mar zia ni rossi, gialli, verdi, arancioni, lillà, azzurri… era un festival di colori, insomma!

Samantha vide avvicinarsi un mar-

ziano che sembrava un grosso pon pon di lana rossa: la testa era una pallina più piccola, celeste, con due occhietti gialli, mentre le gambe e le braccia as-somigliavano a lunghi salsicciotti gialli che continuavano a muoversi in tutte le direzioni.

– Ben-ve-nu-ti a Mar-te Park – sillabò il marziano rosso, giallo e celeste. – Ci avete un po’ spaventati quando la vostra astronave è piombata dal cielo proprio qui in mezzo, ma poi abbiamo pensato che in un luogo dei divertimenti com’è il nostro pianeta, nulla deve stupire, nemmeno una navicella straniera che scende in mezzo al nostro Marte Park!

– Ciao, io mi chiamo Samantha… – cominciò a presentarsi la bambina, – e i miei amici sono la civetta Brigida e Gellindo Ghiandedoro...

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GELLINDO GHIANDEDOROE LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO

– Il mio nome invece è Martino… e Mar-tini si chiamano anche tutti i miei amici che vedete in questa piazza… e anche tutti gli altri abitanti di Marte Park: siamo tutti dei Martini! Eh! Eh! Eh!

– Non mi dirai, Martino – intervenne Gellindo, – che il vostro pianeta è tutto una grande città dei divertimenti?!

– Come no! Abbiamo impiegato secoli e secoli marziani a costruire Marte Park, e ora possiamo dire che in tutto l’universo non esiste un pianeta più giocherellone del nostro. Volete visitarlo?

– Oh certo! – si precipitò a rispondere Brigida. – A me son sempre piaciute le giostre!

– Venite con me, allora – concluse Mar-tino, che s’avviò per il lunghissimo Viale dei diVeRtimenti. – Ecco, vedete: quella è la Casa dEl MistEro. Se qualche Martino vuole provare il brivido dell’insolito, del miste-rioso e del terrificante, può entrare in quel castello e viene soddisfatto. Ci sono entrato anch’io, una volta, ma vi assicuro che non ci tengo a ripetere l’esperienza: mostri, tra-bocchetti, labirinti, specchi magici… Brrr! Questo, invece – proseguì Martino, – è un tiro a sEgno. Chi vuole, può tirare tranquil-lamente ai bersagli, ma chi ha intenzione di divertirsi ancora di più, può chiedere di fare il… bersaglio!

– Senti, Martino – lo interruppe Sa-mantha, – voi di Marte Park ve ne state sempre in piazza? Non andate mai a casa a riposare?

– Ma le nostre case sono le giostre, mia cara!

– E da voi ci sono le scuole? – continuò Samantha.

– Ma certo: abbiamo scuole di tutti i

tipi e i piccoli Martini sono obbligati a fre-quentarli finché non diventano adulti. Im-parano il tiro a segno, a pescare le ochette di plastica da vaschette colme d’acqua, a manovrare le macchinette delle giostre… e se non studiano abbastanza, be’, allora devono ripetere l’anno e ricominciare tutto da capo, fino a quando non diventano dei provetti giocatori, con tanto di diploma. Ma ecco qua altre attrazioni…

Videro campi da calcio in cui si gioca-vano partite al pallone in continuazione; piscine in cui ci si tuffava da lunghi sci-voli mozzafiato; montagne russe (che su Marte si chiamano “montagne rosse”) interminabili e altissime…

Dopo un po’ giunsero a una giostra molto strana: si trattava di un grandioso anfiteatro affollato di Martini che vocia-vano e urlavano. A turno un Martino si alzava e correva al centro. All’improv-viso la musica si alzava assordante e un sinistro cigolìo si diffondeva per tutta l’arena. Al rintocco di un enorme

GONGGGG....

il Martino si metteva a correre con quanta più forza poteva. Nel frattempo dall’alto un’ombra minacciosa si alzava: era un gigantesco martello di gomma che precipitava con un sonoro sbammm proprio al centro dell’anfiteatro, nel pun-to esatto in cui fino a pochissimi istanti prima c’era il Martino.

– Ascolta, Martino – disse Samantha, – nel vostro Marte Park avete i maghi che predicono il futuro? Potrei vederne uno?

– Ogni desiderio su Marte Park diventa

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3 - Sul pianeta Pallarosa

un ordine! – sentenziò il Martino-guida. – Forza, venite con me.

I nostri amici percorsero il Viale dei diVeRtimenti, attraversarono il paRco dei Giochi d’acqua, costeggiarono la stRada dei paGliacci e si fermarono davanti a una piccola tenda rossa con gli orli dorati, piantata tra un rumoroso autoscontro e un immenso Vaso della Fortuna.

L’interno della tenda era molto sem-plice: soffici tappeti sul pavimento, torce che emettevano una soffusa luce verde,

un tavolino al centro, al quale era seduto un Martino completamente azzurro.

– Vieni avanti, Samantha – sussurrò il Martino-mago, che parlava a occhi chiusi. – Che cosa vuoi sapere da un mago che conosce già tutto di te?

– Vorrei… ecco, sì, vorrei sapere come andrà a finire questo mio viaggio nello spazio!

Il Martino-mago rimase in silenzio per alcuni istanti, poi cominciò a parlare sottovoce:

– Samantha, asColtaMi BEnE, pErChé solo trE CosE posso dirti…

Uno: il tUo viaggio nEll’UnivErso sarà anCora Molto lUngo, Ma allo stEsso tEMpo BrEvE…

dUE: stai attEnta ai nEMiCi trasparEnti, Ma non ti fidar dEll’aMiCo ChE ti gUarda Con oCChi rossi…

trE: qUando arrivErai alla Città fatata, non gUardarE l’oro E porta via il fErro!

Chissà che cosa avrà voluto dire il Martino-mago, pensò la bambina, mentre usciva dalla tenda tutta pensierosa e raggiungeva gli amici.

Ormai la visita a Marte Park stava per terminare. Il Martino-guida riaccompa-gnò gli ospiti all’astronave, li salutò e poi corse al più vicino Tiro a Segno a fare il bersaglio.

Dopo un po’ l’astronave volava nel-lo spazio infinito, incontro a nuove e strabilianti avventure, ma Samantha non sapeva liberarsi dal pensiero delle tre profezie del Martino-mago. Tre mi-steri, però, che non posso svelarvi così presto.

(4 – continua)

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Il Memorydi Samantha

e GellindoGhiandedoro

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