Descrizione Dettagliata Attività Autoritratto e ritratto

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Circolo Didattico di Vinci – a.s. 2007/08 Classe 3a 1 DESCRIZIONE DELLITINERARIO DIDATTICO SULLAUTORITRATTO E SUL RITRATTO NELLA PITTURA E NELLA LETTERATURA L’AUTORITRATTO L’AUTORITRATTO PITTORICO Apertura all’immaginario coadiuvata dall’ingresso nel mondo dell’arte. Tecnica della classe de rêvé, prima in un ipotetico museo, poi dentro al quadro. Si osservano al videoproiettore vari autoritratti d’autore, si forniscono notizie biografie, lettere autobiografiche, per approfondire la conoscenza delle opere, nel significato rappresentativo e nelle tecniche pittoriche. Nascono nella conversazione le prime osservazioni sulle espressioni del volto e sugli stati d’animo. Osservazione del viso allo specchio per descrivere il volto come farebbe un fotografo con le immagini. Stesura collettiva di tavole lessicali adeguate per arricchire il patrimonio linguistico. Ampliamento del testo alla ricerca di nuovi termini e di nuove aggettivazioni, sino mimi e contrari. Elaborazione del testo “ Come sono” Provo a descrivere il mio volto Eseguo IL MIO AUTORITRATTO La descrizione del proprio viso e di quella di un familiare in modo oggettivo sia soggettivo. IL RITRATTO PITTORICO: L’INTERIORITA’ COME SPECCHIO DELL’ANIMA Tecnica della classe de rêvé, prima in un ipotetico museo, poi dentro al quadro. IL RITRATTO PITTORICO Si osserva il ritratto di “ Madame Devaucay” di Ingres (1827) e il ritratto della “ Monomane alienata con al monomania del gioco” di Gericault, (1823) e si cerca nella discussione collettiva di leggere nell’immagine, oltre alla descrizione oggettiva della persona ritratta, la sua interiorità e qui inizia il cammino alla ricerca degli stati d’animo delle persone ritratte. Ricerca delle aggettivazioni più appropriate, sinonimi e contrari.

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Descrizione dettagliata del lavoro svolto nell'a.s. 2007/08 - Circolo Didattico di Vinci - Classe 4a

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DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO DIDATTICO SULL’AUTORITRATTO E

SUL RITRATTO NELLA PITTURA E NELLA LETTERATURA

L’AUTORITRATTO

L’AUTORITRATTO PITTORICO

Apertura all’immaginario coadiuvata dall’ingresso nel mondo dell’arte.

Tecnica della classe de rêvé, prima in un ipotetico museo, poi dentro al quadro.

Si osservano al videoproiettore vari autoritratti d’autore, si forniscono notizie biografie, lettere

autobiografiche, per approfondire la conoscenza delle opere, nel significato rappresentativo e nelle

tecniche pittoriche.

Nascono nella conversazione le prime osservazioni sulle espressioni del volto e sugli stati

d’animo.

Osservazione del viso allo specchio per descrivere il volto come farebbe un fotografo con le

immagini.

Stesura collettiva di tavole lessicali adeguate per arricchire il patrimonio linguistico.

Ampliamento del testo alla ricerca di nuovi termini e di nuove aggettivazioni, sino mimi e contrari.

Elaborazione del testo “ Come sono” Provo a descrivere il mio volto

Eseguo IL MIO AUTORITRATTO

La descrizione del proprio viso e di quella di un familiare in modo oggettivo sia soggettivo.

IL RITRATTO PITTORICO:

L’INTERIORITA’ COME SPECCHIO DELL’ANIMA

Tecnica della classe de rêvé, prima in un ipotetico museo, poi dentro al quadro.

IL RITRATTO PITTORICO

Si osserva il ritratto di “ Madame Devaucay” di Ingres (1827) e il ritratto della “ Monomane

alienata con al monomania del gioco” di Gericault, (1823) e si cerca nella discussione collettiva

di leggere nell’immagine, oltre alla descrizione oggettiva della persona ritratta, la sua interiorità e

qui inizia il cammino alla ricerca degli stati d’animo delle persone ritratte.

Ricerca delle aggettivazioni più appropriate, sinonimi e contrari.

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Apertura all’immaginario lavoro a gruppi utilizzando la descrizione di ….. in una storia.

Si propone di lavorare sull’animazione dei personaggi presenti nel quadro e questi diventano attori

di una storia narrata (in prima o in terza persona).

I criteri generali dei testi narrativi: i personaggi, le azioni, il luogo o l’ambiente, l’apertura

all’immaginario con invenzioni di storie, con scelta di personaggi, ambientazione.

Utilizzo dello schema descrittivo sulla persona elaborato precedentemente, per attività di

ampliamento a livello collettivo.

La riflessione linguistica in questa fase rafforza e consolida gli apprendimenti morfologici: nella

descrizione, l’aggettivo qualificativo.

Sono esercitate la coesione e la coerenza espositive, riflessione sulla sintassi della frase semplice e

complessa.

IL RITRATTO LETTERARIO

Lettura di testi di appoggio “Margherita Gauthie” di A. Dumas

Si osserva nel testo la comparsa di termini di paragone e metafore, si chiede agli alunni di usare

nella propria descrizione, le similitudini e i paragoni.

Inquadrature (figura intera, primo piano, dettagli).

Il dettaglio nel letterario e nella rappresentazione grafica: ricerca della descrizione del dettaglio nel

brano proposto e sua rappresentazione grafica.

Arricchisco la descrizione del mio volto con similitudini e paragoni legati ai dettagli del mio

volto.

Descrivo la mia compagna di banco utilizzando le diverse inquadrature.

“ GUARDIAMOCI DENTRO

LETTURA DI TESTI D’APPOGGIO “BERTA LA BAMBINA ORRIBILMENTE BUONA” DI H. HUGLI MUNRO IN AAVV, LA NUOVA ANTOLOGIA GARZANTI, MILANO, 1981. (vedi testo allegato) VIENE PROPOSTA LA PARTE INIZIALE DEL BRANO E GLI ALUNNI PROSEGUONO IL

RACCONTO. SI CONFRONTANO I VARI FINALI CON QUELLO DELL’AUTORE , SI ESPRIMONO PARERI SUL

FINALE DELLA STORIA CHE È ABBASTANZA SCIOCCANTE. ATTRAVERSO QUESTA LETTURA SI APRE LA RIFLESSIONE SUL CARATTERE E SUL

COMPORTAMENTO STIMOLATA DAL PERSONAGGIO DI QUESTA BAMBINA “TROPPO

BUONA”.

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DA QUI NASCONO RIFLESSIONI E PARERI SU ALCUNI ASPETTI DEL CARATTERE, CONVERSAZIONE. Si chiede agli alunni cosa voglia dire guardarsi dentro e si fa un verbale.

S’indaga sui gusti, passatempi, si cerca di definire l’emozione e il sentimento.

Per il lavoro sui sentimenti si rivela utile il ricorso ai colori e al disegno: colori per rappresentare le

emozioni e un pannello/puzzle per mostrare quali emozioni fanno parte del bambino e in che misura

lo caratterizzano, attraverso le risposte si compone l’aspetto caratteriale dell’alunno, le sue

emozioni e anche le sue paure.

Intervista a me stesso

L’ultima intervista dell’anno scolastico prevede l’indagine sulle abitudini e i comportamenti del

bambino, inclinazioni, le sue passioni.

Testi d’appoggio con descrizione di persone nei quali alla presentazione fisica si accompagni

l’interiorità.

Stesura del testo finale IO SONO PROPRIO COSI’

L’ultimo lavoro dei bambini sarà la stesura di un testo che riassume tutta la ricerca fatta sulla

propria identità fisica e caratteriale. Il bambino racconta se stesso: descrizione sotto tutti gli

aspetti. Autoritratto a figura intera

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Allegato: Berta la bambina orribilmente buona

C’era una volta una bambina molto carina. Si chiamava Berta ed era straordinariamente buona. Era

ubbidiente, non mentiva mai, mangiava il semolino, faceva tutti i compiti ed era sempre gentile e

cortese. Era tanto buona che vinse parecchie medaglie e le portava sempre appuntate sul

vestito. Aveva una medaglia per l’obbedienza, un’altra per la sincerità ed una terza per la buona

condotta. Erano grandi medaglie di metallo che tintinnavano urtandosi mentre lei camminava:

nessun altro bambino, né bambina aveva tre medaglie come lei, perciò tutti sapevano che ella

doveva essere una bambina orribilmente buona. Tutti parlavano della sua bontà ed il Sindaco della

città, sentendone parlare, disse che se Berta era tanto buona le avrebbe permesso di andare una volta

la settimana a passeggiare nel parco situato alle porte della città. Era un parco bellissimo e non era

stato mai permesso a nessun bambino di andarvi a passeggiare. Un simile permesso fu un grande

onore per Berta. Nel parco vi era una gran quantità di porcellini che correvano di qua e di là, ma

Berta si rattristò quando si accorse che non vi erano fiori. Aveva le lacrime agli occhi, perché

avendo promesso alle sue zie che non avrebbe colto nemmeno uno dei fiori del parco e volendo

mantenere la sua promessa, si sentiva un po’ sciocca nel vedere che non c’erano fiori da cogliere: i

porcellini, infatti, li avevano mangiati tutti. I giardinieri, dal canto loro, avevano fatto presente al

Sindaco che non poteva tenere i fiori e porcellini nel parco, ma il Sindaco aveva deciso di

tenere lo sesso i porcellini. Nel parco v’erano stagni con pesci azzurri, verdi e rossi, ed alberi pieni

di uccelli variopinti e cinguettanti…

Berta passeggiava avanti e indietro divertendosi immensamente e tra sé pensava:

“Se non fossi così straordinariamente buona non sarei qui, in questo bellissimo parco a godere d

tutte queste bellissime cose”. Mentre camminava le tre medaglie tintinnavano l’una contro l’altra e

la riempivano d’orgoglio, ricordandole quanto era migliore rispetto agli altri bambini. Proprio in

quel momento un enorme lupo capitò nel parco in cerca di qualche bel porcellino grasso per la sua

cena. La prima cosa che vide nel parco fu però Berta; il suo grembiulino era infatti così pulito che

poteva essere visto da grande distanza. Anche Berta vide il lupo e prese a correre più rapidamente

che poteva e il lupo la inseguì con enormi salti. Berta raggiunse un bosco di mirti e si nascose nel

più folto dei cespugli. Il lupo arrivò e si mise a fiutare tra i rami; la lingua nera gli ciondolava dalla

bocca e i suoi pallidi occhi grigi ardevano di rabbia. Berta aveva una paura terribile, ma l’odore

del mirto era così forte che il fiuto del lupo non riuscì a scoprire dove lei si nascondesse e i cespugli

erano così fitti che egli poté frugarvi a lungo nel mezzo, senza riuscire a trovare una bambina. Dopo

un bel po’ il lupo pensò bene di lasciar perdere ed accontentarsi di un tenero porcello. Berta tremava

nel sentire il lupo girare e fiutare così vicino a lei e, mentre ella tremava, le medaglie battevano le

une contro le altre. Il lupo stava per andarsene quando udì il loro tintinnio e si fermò in ascolto: le

medaglie tentennarono di nuovo in un cespuglio vicino ed il lupo vi si scagliò dentro. I suoi occhi

sfavillavano di collera e di trionfo; trascinò fuori Berta e la divorò fino all’ultimo boccone. Di lei

non lasciò che le scarpe, brandelli di vestiti e le tre medaglie per la bontà.