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30 271_13 DES ign - INTERVISTE text by Ali Filippini ABBIAMO CHIESTO A QUATTRO DESIGNER - CON PROFILI E STORIE PROFESSIONALI DIVERSE - DI PARLARCI DEL CONCEPT DI UN LORO PRODOTTO PER L’AMBIENTE BAGNO, PER AIUTARCI A INDIVIDUARE LA VISIONE PIÙ CONTEMPORANEA DI QUESTO SPAZIO. ECCO LE RISPOSTE SIMULTANEE DI QUESTI FUTURI PROTAGONISTI, GIÀ AFFERMATI NELL’ULTIMA DECADE, LE LORO IDEE E I PENSIERI FORTI PER LE SFIDE DI DOMANI. UNA NUOVA GENERAZIONE DI PROGETTI ALHAMBRETTO - BASIN

Transcript of des una nuova generazione di progetti · sumere varie forme alle quali ho preferito quella di un...

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text by Ali Filippini

ABBIAMO CHIESTO A QUATTRO DESIGNER - CON PROFILI E STORIE PROFESSIONALI DIVERSE - DI PARLARCI DEL CONCEPT DI UN LORO PRODOTTO PER L’AMBIENTE BAGNO, PER AIUTARCI A INDIVIDUARE LA VISIONE PIÙ CONTEMPORANEA DI QUESTO SPAZIO. ECCO LE RISPOSTE SIMULTANEE DI QUESTI FUTURI PROTAGONISTI, GIÀ AFFERMATI NELL’ULTIMA DECADE, LE LORO IDEE E I PENSIERI FORTI PER LE SFIDE DI DOMANI.

una nuova generazione di progetti

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a new generation of projectsWe asked four designers from different professional backgrounds, to talk to

us about products they have designed for the bathroom. Here are the answers

provided by the rising stars that have emerged in our industry in the past ten

years as they talk about their ideas and what they see as the challenges of

tomorrow.

DELINEODESIGN - KUBE BY KUBICO

BRIAN SIRONI - VIRGO BY BONOMI

DAVID DOLCINI - JOY BY ARLEX ITALIA

design- interviste

aLHaMBrettoviviana dell’Acqua e Francesco Feliziani

Alhambretto è il duo forma-to da Viviana Dell’Acqua e Francesco Feliziani che si occupano di design di pro-dotto, interni e grafica. Nei loro progetti ricorre l’utilizzo innovativo di materiali tradi-zionali, la rivalutazione di ma-teriali di recupero e l’attenzio-ne ai temi della sostenibilità ambientale. I loro prodotti rivolgono uno sguardo criti-co al passato e recuperano in chiave contemporanea il saper fare artigianale e ma-nifatturiero.

Il vostro lavabo, un pezzo spe-ciale presentato nella collettiva PadiglioneItalia della Milano De-sign Week dello scorso anno e a Bologna Water Design di settem-bre (dove avete curato anche l’al-lestimento) avete sollevato molta curiosità…«Con Basin abbiamo voluto comunicare un messaggio slegato dalle attuali logiche produttive. Il progetto rap-presenta una nostra riflessio-ne sull’evoluzione del lavabo: dall’antico set con brocca e catino, a un moderno lava-bo freestanding. Abbiamo scomposto una toeletta dei primi del Novecento nei suoi elementi base per reinter-pretarli con forme e funzioni contemporanee. La bacinella

in metallo smaltato nascon-de i suoi cento anni di storia e completa la colonna con linee pulite ed essenziali. Il progetto rimane volutamen-te in bilico tra le ritualità quotidiane del passato che lo ha ispirato e gli sviluppi futuri dell’elemento lavabo. Per la realizzazione della co-lonna abbiamo utilizzato un materiale fortemente legato all’acqua, uno speciale tes-suto impregnato di polvere di cemento in grado di soli-dificarsi con la sola aggiunta di liquido». Che significato ha per voi fare design dialogando con artigiani e riscoprendo materiali e savoir faire ?«Confrontarci con la tecnica e l’esperienza degli artigia-ni che popolano le nostre provincie ci dà la possibilità di conoscere da vicino le peculiarità delle lavorazioni tramandate da generazioni. Da qui prende vita la pro-gettazione di oggetti capaci di valorizzare e attualizza-re il know-how artigianale. Spesso cerchiamo di recu-perare processi tradizionali applicandoli a materiali in-novativi, come nel caso della cosiddetta “tecnica della cor-da” che abbiamo applicato ai

Concrete Pots e poi a Basin. Crediamo che la collabora-zione con il designer possa rivitalizzare il saper fare ar-tigiano creando una sinergia virtuosa». Che tipo di oggetto vi piacerebbe disegnare in futuro per l’ambien-te bagno? «Ci piacerebbe lavorare sul complemento di arredo per il bagno per indagare e pro-porre nuove gestualità, o per migliorare alcuni accessori rispondendo all’evoluzione in atto in questo ambiente: un bagno che da luogo pu-ramente funzionale si sta trasformando in uno spazio dedicato al benessere e alla cura del corpo. A nostro pa-rere non dovrebbe essere il bagno a “colonizzare” altri ambienti, snaturando le sue caratteristiche di benessere e privacy come si è visto in passato, ma gli elementi e lo stile della casa dovrebbe-ro “entrare” nella stanza da bagno per migliorarne l’ac-coglienza. Un altro prodotto che ci piacerebbe disegnare in futuro è una linea di ru-binetteria, per affrontare un tema che ci sta a cuore: il rispetto e il risparmio di una risorsa così preziosa come l’acqua».

Alhambretto is a duo made up of Viviana Dell’Acqua and Francesco Feliziani that specialise

in interior design, graphics and furnishing accessories. Their projects make innovative use of

traditional materials, recycled objects and lean heavily towards environmental sustainability.

Their products cast a critical eye on the past to transform their knowledge of craftsmanship

and manufacturing into contemporary design.

BOLOGNA WATER DESIGN 2013

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Delineodesign (Delineo dal la-tino è “colui che disegna”) è lo pseudonimo con cui Giampa-olo Allocco firma i suoi proget-ti dal 2000. Un arco di tempo raccontato di recente anche con una monografia che ri-percorre i primi dieci anni di attività dello studio. I numerosi premi internazionali e l’atten-zione a un progetto esteso ai diversi ambiti, caratterizzato da un approccio che prevede la gestione dell’intero percorso creativo, fa di questo team ra-dicato nel Nordest una sorta di “bottega” del design, aggior-nata e accorta nella gestione globale del ruolo del progetto in rapporto all’impresa.

Il tuo è un “approdo” nell’ambiente bagno dopo parecchi anni di attivi-tà per settori diversi, dallo sport sy-stem, alla tecnologia, all’arredo…«Spero di non deludere nes-suno dicendo che il sistema di arredo bagno Kube è un progetto di industrial design, che non nasce da “mistica ispirazione” ma da precise esigenze imprenditoriali e pro-duttive. Questo progetto, con il quale ho inaugurato la col-laborazione con Kubico, attri-buisce un forte impatto visivo al lavabo freestanding, grazie alla forma monolitica e mini-malista. Come in altri lavori e fedele al mio approccio pro-gettuale, in Kube propongo un connubio di materiali di-versi: in questo caso il Corian e lastre di Apocem, un ag-glomerato quarzo-polimerico che ha richiesto due anni di sperimentazione per tradursi in un materiale innovativo che coniuga uno spessore ridotto e una notevole resistenza e tenuta. Le lastre costruisco-no la base a cornice su cui poggia il lavabo che, di fatto, si potrebbe confondere come un modello a sospensione più che d’appoggio».

Alla recente rassegna d’archi-tettura “Stato di necessità” hai presentato un’installazione che rimanda al tema del benessere…«L’azienda era invitata a par-tecipare a questa importante biennale di architettura che ha come sottotitolo “L’urgen-za di progettare il domani” e la richiesta era di interpretar-ne la presenza con un gesto simbolico. Così ho pensato a un’installazione di forma cu-bica, piantata a terra come un asteroide caduto da cielo. Ogni lato racconta i quattro elementi in cui ai tempi di Aristotele si riteneva fosse composto il mondo terrestre - Aria, Acqua, Fuoco, Terra - attraverso l’utilizzo delle pa-role chiave appartenenti alla filosofia aziendale. Ciascun elemento naturale è evocato allo scopo di suggerire nuove forme di benessere per il ba-gno di domani».

Quale oggetto o elemento che ar-reda il bagno vorresti progettare in futuro?«Mi attrae la rubinetteria: ma il termine stesso, secondo me, è inadeguato per de-finire prodotti che hanno davanti a se un futuro molto avvincente grazie all’utilizzo della tecnologia. Il bagno sta evolvendo, configuran-dosi sempre più come luogo del benessere. I player che operano in questo contesto, però, si muovo singolarmen-te ottenendo risultati diversi e spesso non complemen-tari in termini di performan-ce. Ciò non è avvenuto, per esempio, nel wellness dove si vedono scenari interes-santi e complessivamente evoluti in termini di design, di tecnologia, di miglioramento generazionale. Nel “sistema” bagno quindi c’è un enorme potenziale ancora da svilup-pare attraverso nuove idee».

deLineodeSignGiampaolo Allocco

Delineodesign (Delineo is Latin for “He who draws”), is the pseudonym Giampaolo Allocco has

used in all his projects since 2000. This period and the project undertaken by him during this time

is the subject of his recent monograph, which looks at the designer’s first 10 years of activity. The

significant number of awards won and its involvement in projects dealing with different environments,

featuring a holistic approach to the creative process, makes this team - based in North East Italy - a

kind of “Old Curiosity Shoppe” of design, up-to-date and fully capable in the global management of a

design project.

kube by kubico

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Brian Sironi

Una laurea in Disegno Indu-striale presso il Politecnico di Milano poi un percorso negli Stati Uniti e al ritorno, nel gen-naio del 2008, l’apertura dello studio per “migliorare la vita di ogni giorno aggiungendo un po’ di meraviglia, un piccolo stupo-re di fronte al dettaglio di un og-getto o al funzionamento di un meccanismo”. Nel 2010 è se-lezionato per l’esposizione “The New Italian Design Reloaded” presso La Triennale di Milano ed il museo Santralistanbul ad Istanbul.Il suo progetto più importante è la lampada Elica prodotta da Martinelli Luce, che si aggiudi-ca tra i vari riconoscimenti an-che l’edizione 2011 del premio Compasso d’Oro Adi.

Da quale idea nasce il miscelatore Virgo e quali complessità, anche tecniche, hai dovuto affrontare per realizzarlo?«Virgo, progettato per Bono-mi, nasce da un’osservazio-ne dell’esistente: i miscelatori in commercio appartengono tutti a un’unica tipologia, con minime variazioni formali. Ci sono tre elementi principali: il corpo del miscelatore, la maniglia e la parte aggettante dalla quale fuoriesce l’acqua. A questa osservazione si uni-sce la mia propensione alla semplicità: ecco perché mi sono concentrato sull’idea di modificare la tipologia predo-minante, unificando i tre ele-menti in uno solo. Una sfida notevole, anche dal punto di vista tecnico, perché ha significato compattare tutti i flussi d’acqua. Il risultato è un miscelatore composto da un solo elemento, che poteva as-sumere varie forme alle quali ho preferito quella di un sem-plice tubo piegato, perché è la forma con la quale l’acqua arriva alle nostre case».

La tua lampada Elica e Virgo forse hanno in comune una riflessione su tipologie, interazione con l’utente e gestualità…«Mi ritrovo in questa descrizio-ne: la riflessione sulle tipologie e sulla gestualità sono molto legate. Parto concentrandomi sull’archetipo dell’oggetto, cer-cando di andare alle origini di una determinata forma o fun-zione, e di ricordarmi o di ca-pire per la prima volta perché un oggetto è fatto in un certo modo. Dall’indagine sull’o-rigine nascono spesso delle opportunità. In Virgo ciò è evi-dente: l’idea di ritornare al tubo e di modificare l’archetipo si è dimostrata valida. In Elica la ri-flessione tipologica si è sintetiz-zata nel disegnare solo due ele-menti, una base e un braccio, eliminando il resto, interruttore compreso. La riduzione forma-le ha influenzato la gestualità, il braccio è diventato une vera elica che ruota e genera luce, cambiando l’interazione con l’utente che deve solo sfiorare l’oggetto».

Cosa vorresti disegnare per i bagno “che verrà”? «L’ambiente bagno ha una forte componente funzionale essendo il luogo dove avven-gono le operazioni di igiene quotidiana: questa è stata la sua genesi. Oggi però si sta avvicinando agli altri ambienti della casa, in termini di comfort e di abitabilità: non è più sol-tanto uno spazio da usare, ma anche un luogo da abitare. Questa sua evoluzione mi pia-ce, perché aumenta le possibi-lità di integrazione, ibridazione, composizione. Mi piacerebbe progettare un sistema integra-to dal quale si generano arredi e termo-arredi, un insieme di moduli utilizzabili in continuità con gli altri spazi domestici, in un’idea di “living unico”».

Brian Sironi, who studied for his degree in Industrial Design at the Milan Polytechnic,

transferred to the USA only to return in January 2008 to open his own studio. His mission

statement was clear: “to improve day to day living by adding a touch of wonder, a tiny amount

of amazement in the detail of an object or the functioning of a device”. In 2010 his work was

selected for inclusion in the “New Italian Design Reloaded” exhibition at Milan’s Triennale

and the Santralistanbul Museum in Istanbul, Turkey. His best known work is the Elica lighting

fixture he designed for Marinelli Luce, which won a number of prizes including one at the

Compasso d’Oro Adi awards in 2011.

VIRGO BY BONOMI

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Come designer ha al suo attivo una sostanziale conoscen-za del settore bagno, iniziata come direttore artistico di Ga-lassia, dal 2008 al 2010 (il si-stema Mod è stato selezionato nel 2009 per il premio I.Dot). Oggi riveste lo stesso ruolo in Arlex Italia, curandone anche l’immagine e i punti vendita. Nel 2011 dopo un periodo di lavoro all’estero ha fondato “designeyed”, piattaforma sul design autoprodotto. Collabora con diverse aziende, come Fa-bas Luce, Gal, Itf design, Illumi-nati, Nova Lighting, Ravamec, Riva 1920, Teys, Toss.B e Zilio A&C. Nel 2012 apre un nuovo studio in Spagna nella città di Valencia.

Qual è il tuo ultimo prodotto dise-gnato per il bagno?«Si tratta della vasca Joy, una sorta di integrazione tra un mobile e una vasca tradizio-nale. Ho pensato a una vasca da bagno dalla forma iconica e le linee morbide e intorno a questa ho creato dei volumi con moduli componibili in le-gno, rettangolari o quadrati, che permettono di configurare diversamente l’area intorno alla vasca freestanding. Con vani aperti oppure chiusi da ante, passando da configurazioni più rigorose e compatte ad altre più dinamiche in modo da po-

ter organizzare lo spazio della zona relax con assoluta libertà. La Arlex per la quale ho iniziato a curare immagine e prodot-ti ha un forte know how nella produzione di sistemi d’arredo, che si estende soprattutto nel lavoro di finitura del materiale; quindi è anche un modo per fare risaltare questa identità in una riflessione progettuale che parte dalla vasca per definire una porzione di spazio da at-trezzare».

Tu hai già avuto esperienze di art direction per aziende del settore bagno: come credi possa evolvere questo ambiente in futuro? «Credo che sia arrivato il mo-mento di riflettere sulla vera esperienza di ognuno rispetto l’ambiente bagno e anche al tempo effettivamente speso in questo luogo. Significa im-maginare una nuova rappre-sentazione e comunicazione di questo spazio e dei prodotti di design che lo compongono. Dovrà cambiare anche il modo in cui si fanno i cataloghi e la fotografia che li racconta. Poi, immaginare prodotti più demo-cratici, che aiutino le persone a costruire percorsi realistici, legati alle vere esigenze. L’im-magine dell’ambiente bagno che si è diffusa negli ultimi anni è infatti di uno spazio dal forte impatto architettonico ma po-

vero di esperienza, come que-gli oggetti di design ricercati per la loro bellezza e poco o niente usati. Inoltre, lo dico anche per esperienza diretta, (due anni fa si trasferisce in Mozambico, dove lavora come volontario nell’affiancamento di piccoli progetti di associazioni agricole e artigianali n.d.r.) sarà sempre più importante concentrare l’attenzione sulla tecnologia legata all’acqua, al suo riuso e risparmio nel design dei sa-nitari».

Sei un designer “cosmopolita”, com’è il rapporto con le altre cul-ture progettuali? «Ogni cultura ha percorsi propri e occorre tempo per farli propri e capirli. A volte, la distanza di pensiero tra due aziende italiane che distano pochi chilometri è maggiore di quella di un’azienda belga paragonata a un’americana. Per esempio, ho un’ottima relazione personale e pro-fessionale con un’azienda di divani di Valencia, dove ho aperto da poco una sede del mio studio. Non so se esista ancora il mito del designer italiano all’estero, portatore di valori di bellezza e origina-lità: di sicuro le aziende sono aperte, se individuano del talento nelle proposte di un progettista italiano».

david doLCini

As a designer, David Dolcini boasts a considerable reputation in the bathroom sector which began

when he was appointed as artistic director at Galassia, where he worked from 2008 to 2010.

During this period his Mod system was chosen for the 2009 I.Dot award. Today he covers the

same role at Arlex Italia, where he is also in charge of Imaging and retail outlet design. In 2011,

after a period working abroad, he founded “designeyed”, a platform promoting self-production. He

works with a number of companies, such as Fabas Luce, Gal, Itf design, Illuminati, Nova Lighting,

Ravamec, Riva 1920, Teys, Toss.B and Zilio A&C. In 2012 he opened a new studio in Valencia.

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DL1 BY ARLEX

PINOCCHIO BY RIVA 1920