Denis Diderot - Pensieri Filosofici

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    Jacques e i suoi quaderni__________________________________________________________________

    Denis DIDEROT

    Pensieri filosofici

    Testo francese a frontesulla base dell'editio princeps del 1746

    A cura di Tomaso Cavallo

    1998 31

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    Jacques e i suoi quaderni 31

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    Jacques e i suoi quaderni

    DENIS DIDEROT

    PENSIERI FILOSOFICI

    Testo francese a frontesulla base delleditio princeps del 1746

    A cura di Tomaso Cavallo

    1998 31

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    Dove valse cibarsi di fragole e lamponi, citandoCitando la verit, dove delle ciliege emersero noccioli,Come pietredure nellalone oscuro, evocando dal bandoDel nottegiornoniente i pi equivoci boccioli.

    Andrea Zanzotto

    In memoria di Onofrio Nicastro, ateo virtuoso.

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    IPensieri Filosofici di Diderot:

    Manifesto dellilluminismo francese.

    I segreti del ciel sol colui vede,

    che serra gli occhi e crede.Guido Ubaldo Bonacelli

    (citato da F. Redi inDe generatione insectorum)Il primo passo verso la filosofia lincredulit

    (Diderot, alla vigilia della morte)

    A prendere per buoni iMmoires pour servir lhistoire de la vie et

    des ouvrages de Diderot par Madame Vandeul,1la figlia del filosofo, i

    Pensieri filosofici sarebbero stati scritti nel 1746 in tre soli giorni tra

    il venerd santo e il giorno di Pasqua al nobile fine di poter prestare la

    somma di cinquanta luigi

    1Vedi: D. Diderot, uvres compltes, Edition critique et annote, (a cura di R.Niklaus, Y. Belaval, H. Dieckmann, J. Deprun, J. S. Spink, J. Roger, J. Mayer, F.O Gorman, J. Varloot), Hermann, Paris 1970, T. I, p.20.

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    allamante di quei giorni, la non avvenentissima Madame de Puisieux.

    Diderot li avrebbe immediatamente venduti al suo libraio Durand, uno

    dei futuri editori dellEnciclopedia che, senza indicazione n dautore,n deditore, li pubblic lanno stesso. Il falso luogo dedizione indicato

    lAja insieme allanonimato, rivel subito di essere una sorta di

    garanzia del carattere eterodosso dello scritto che incontr un notevole

    successo di vendite.2 Non furono pochi a pensare che a scriverli fosse

    stata la penna acuminata di Voltaire, mentre altri vi scorsero la vena

    sanguigna di un La Mettrie.

    ***

    Pensieri, come il celebre scritto postumo pascaliano, a cui replicavano in

    modo diretto sul terreno della problematica religiosa e antropologica, filosofici

    come le Lettere filosofiche di Voltaire di cui riprendevano il conclamato

    antipascalismo in anni in cui nella societ francese il termine philosophique

    cominciava ad assumere un valore simbolico e politico preciso, il libretto che segna

    lesordio di Diderot, per i riflessi prodotti e le polemiche suscitate merita di

    essere considerato come una delle opere pi importanti di tutto il XVIII secolo.3

    2 Per la lista delle venti edizioni settecentesche dellopera recensite da Niklaus siconfronti la Note alle pp. 9-12 delledizione delle Penses nel tomo II delleuvres compltes cit. Nellelenco figura anche ledizione bilingue franco-italianadi una ristampa (Amsterdam 1978, in 8, pp. 181) dei Pensieri filosofici cheprecede il Colloquio tra un Filosofo e la Signora Duchessa di *** , falsamentepresentato come opera postuma del poeta italiano, vittima dellInquisizione,Tommaso Crudeli (1703-1745). Diderot aveva pubblicato una traduzione del suosonetto Del letto nuzial questa la sponda su la Corrspondance littraire del1764. Un esemplare di questa edizione 1777 dei Pensieri filosofici, con annotazionidi Voltaire al margine, conservato alla Biblioteca di Pietroburgo.3 A. M. Wilson, Diderot, Oxford University Press 1957, p. 55 (tr. it. Diderot, glianni decisivi, Feltrinelli, Milano 1962, p. 62). Su lantipascalismo di Voltairemerita sempre di essere consultato C. Luporini, Voltaire e le Lettresphilosophiques, Einaudi, Torino 1977, pp, 136-151.

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    Tempestivamente condannati a essere lacerati e inceneriti dal boia da un decreto del

    Parlamento del 7 luglio 1746,4i Pensieri

    non furono bruciati che in effigie, come nota Robert Niklaus, il curatore

    delledizione critica che ha pazientemente ricostruito la storia della fortunadelloperetta, inseguendo il gran numero di edizioni clandestine, chiara

    testimonianza tanto dellinteresse dei problemi sollevati dai Pensieri, quanto del

    fascino esercitato sui contemporanei dalla vivacit della prosa del giovane Diderot.

    Sul momento la scontata condanna del Parlamento parigino, noto covo

    giansenista, non ebbe conseguenze per Diderot: si risolse, al solito, in efficace

    mezzo pubblicitario, denuciando allurbe-metropoli, se non allorbe, il libro

    scandaloso, contrario alla religione e alla morale. A detta del Parlamento di

    Parigi, i Pensieri filosofici propinavano alle menti inquiete e temerarie il veleno

    delle idee pi assurde e criminali di cui labiezione dellintelligenza umana fosse

    capace, avendo il sostanziale torto di porre sullo stesso piano tutte le religioni,

    per poi non accettarne alcuna. Ma fin dallesordio Diderot constat che non

    avrebbe tardato a dover fare i conti con il potere stabilito il decreto del

    Parlamento chiedeva esplicitamente la persecuzione non solo dei libri condannati,

    ma anche dei loro autori e in effetti quando, tre anni dopo, finir nelle prigioni del

    Castello di Vincennes, insieme a quella della Lettera sui ciechi, causa prossima

    dellincarceramento, sar costretto ad ammettere anche la paternit dei Pensieri,

    ritrattandoli allora come intemperanze sfuggitegli nella foga giovanile. Nella

    stessa triste occasione Diderot promise solennemente di non pubblicare pi opere

    pericolose. Promessa che in sostanza mantenne, nascondendo al grande pubblico

    contemporaneo alcune delle sue creazioni pi mirabili dal Nipote di Rameau che

    sar Goethe (e, successivamente lo Hegel della Fenomenologia) a rivelare

    allEuropa colta, sino ai fondamentali contributi a lHistoire de deux Indes che oggi

    4 La traduzione italiana della biografia del Wilson citata riesce malauguratamentein una sola pagina a far stampare i Pensieri nel 1756 e a far pronunciare larrtdelParlamento di Parigi il 7 luglio 1764!!

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    conosciamo grazie alledizione di Gianluigi Goggi,5 affidando semmai alcuni dei

    suoi gioielli critici e narrativi a quella Corrspondance littraire dellamico Grimm

    che, com noto, era esclusivo appannaggio di poche teste coronate in tutta

    Europa. Diderot, pre-manzonianamente potremmo dire, contava su pochi lettori,ma era ben consapevole di scrivere per unlite filosofica di cui

    voleva rendere pi efficace e incisiva lazione. Lirradiazione del suo pensiero

    avverr passo dopo passo, n ancora si arrestata.6 Se Diderot ha fatto

    indubbiamente opera di volgarizzatore, questa lha compiuta con la grandiosa

    impresa dellEnciclopedia, per sottoscrivere la quale, tuttavia, il fallait possder

    750 livres.7

    Dagli studi di Ren Legros, di Franco Venturi8 e dalledizione critica di Robert

    Niklaus sappiamo che i Pensieri filosofici costituiscono lo sviluppo e la messa a

    punto di annotazioni personali che Diderot aveva raccolto al margine della sua

    traduzione di Shaftesbury, pubblicata nel 1745 con il titolo Essai sur le mrite et la

    vertu.

    5 D. Diderot, Penses dtaches. Contribution a lHistoire de deux Indes, a cura diG. Goggi, Siena 1976.6 Proprio in questi giorni, per la regia di Felix Benesch, di scena allo

    Schauspielhaus di Zurigo la versione tedesca del notevole dramma di E.E. Schmitt,Il libertino, interamente dedicato a un Diderot, interpretato da Felix Manteuffel,alle prese con le sue donne e i suoi pensieri (cfr. G. Stadelmar, Il filosofo messo anudo, Frankfurter Allgemeine Zeitung 7. 10. 1997). Di Eric Emmanuel Schmitt siveda anche il recentissimoDiderot ou la philosophie de la seduction, Albin Michel,Paris 1997.7 D. Diderot, Penses Philosophiques, edition critique, avec introduction, notes etbibliographie, a cura di R. Niklaus, Droz, Gnve 1965, p. IX. Si veda ancheledizione Hermman 1975 cit., a cura di R. Niklaus con Commentaire di Y. Belavale R. Niklaus.8 R. Legros, Diderot et Shaftesbury in Modern Language Review, 1924, pp. 186-199. F. Venturi, La giovinezza di Diderot, Sellerio, Palermo 1988 (Ia ediz. Paris1939). Linvito che Diderot pot trovare nelle pagine di Shaftesbury a liberare ilproprio genio lasci una traccia profonda in tutte le sue prime opere. Nella ricercadella propria forma, dalle Penses philosophiques alla Lettres sur les Aveugles ilsuggerimento del filosofo inglese gli sar prezioso. Molte delle Pensesphilosophiques sono ispirate da Shaftesbury e come scritte in margine ad unesemplare delle Characteristics (Venturi, op. cit. p. 58). Sulledizione italianadellopera di Venturi si veda la puntualissima recensione di G. Goggi in:Recherches sur Diderot et sur lEncyclopdie, n. 10, Avril 1991, pp. 159-163.

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    Gi la scelta del suo autore di riferimento, un deista entusiasta da tradurre in un

    francese personale e animato, era indicativa di pi di un tratto della complessa

    personalit e, soprattutto, della sua straordinaria capacit di afferrare in questo caso

    una moda langlomania per conferirle un significato nuovo, la stessa capacitche sapr trasformare un progetto in origine commerciale ed editoriale, come la

    traduzione dellEnciclopedia di Chambers, in unimpresa destinata a divenire il

    centro spirituale di tutta lepoca.9

    Traducendo lInquiry concerning virtue Diderot si era al contempo impossessato

    dellinsieme dellopera del pi originale scrittore inglese dellinizio del Settecento.

    Almeno nei primi anni 40, Diderot pensa daver incontrato in Shaftstesbury10

    unanima gemella, un autore in cui identificarsi: uno scrittore che si distingueva

    dagli altri deisti inglesi per laccento posto sul fattore morale e sul valore

    dellentusiasmo naturale, ben diverso dal fanatismo ascetico-religioso che ne

    costituisce semmai la perversione. E nei suoi Pensieri Diderot continua a tradurre

    con grande libert Shaftesbury, per esempio quando critica le concezioni

    antropomorfiche della divinit, o quando oppone deismo ad ateismo e ancora

    quando ripartisce gli atei in classi, o quando, nellattaccare il fanatismo, riprende di

    peso gli esempi dellimperatore Giuliano, di Gregorio Magno o dellassai meno

    celebre martire Poliuto.

    9 Anche in Italia, e pi precisamente in Toscana, dove lEnciclopedia conoscer ledue famose edizioni integrali di Lucca e di Livorno, a Firenze Il giornale deLetterati attendeva con impazienza la pubblicazione dellEncyclopdie . In unarticolo di lettera datato Parigi, 19 aprile 1750, ricordando come in Italia sifossero gi fatte due edizioni del Dizionario di Chambers, si aggiungeva subito chela rielaborazione francese getter a terra tutte le altre, imperocch stataaccresciuta dun prodigioso numero darticoli che mancano nelloriginale e nelleprecedenti edizioni (Cfr. F. Venturi, Echi italiani dellEncyclopdie, in Diderot-DAlembert, Encyclopdie , Saggi e note, vol. 18, F. M. Ricci, Milano-Paris, pp.313-325).10 Unampia bibliografia sugli studi shaftesburyani presente in A. O. Aldridge,Shaftesbury and the Deist Manifesto, in Transactions of the AmericanPhilosophical Society N. S. 41, Part II (1951); E. Wolf: Shaftesbury und seineBedeutung fr die Englische Literatur des 18. Jahrhunders, Tbingen 1960: St.Grean, Shaftesburys Philosophy of Religion and Ethics. A Study of Enthusiasm,Ohio 1967.

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    La conclusione cui era pervenuto lEssai sur le mrite et la vertu circa la

    separabilit di religione e morale in quanto la virt naturale ed la coscienza

    religiosa a presupporre la coscienza naturale e morale ribadita nei Pensieri.

    Laltra fonte indagata dalla critica, sulla scorta delle indicazioni fornite da Venturi, quella costituita dalla letteratura clandestina, ovvero da quel

    vasto movimento di propaganda anticlericale e anticristiana che prelude

    allaffermarsi dei lumi filosofici. Le argomentazioni a proposito dei martiri e il

    tema del silenzio degli storici pagani, sono presi quasi alla lettera dallAnalyse de la

    religion chrtienne, redatta da Lvesque de Burigny verso il 1733. Oltrech in

    Shaftesbury, Diderot aveva potuto rintracciare una difesa delle passioni in Rmond

    de Saint-Mard (Nouveaux Dialogues, 1711) e in Rmond le Grec (Dialogue de la

    volupt, 1736). E di l ancora di Shaftesbury, nella difesa dellateo virtuoso, la

    prosa di Bayle a filtrare nelle pagine di un Diderot che forse ha presente anche il

    settimo capitolo del Trattato teologico politico spinoziano, l dove presenta i suoi

    dubbi sullintegrit e affidabilit del testo della Sacra Scrittura.11

    In ogni caso, linteresse predominante in Diderot in questa fase laccentuazione

    del valore sociale del deismo che fra fanatismo religioso ed ateismo distruttore

    delle speranze e delle consolazioni umane salvaguarda la pi ampia tolleranza, la

    pace e la felicit umana.

    Uno spunto ben presente in diversi pensieri Diderot lo ricava poi direttamente

    dallattualit, dalla sua esperienza di parigino che, residente in rue Mouffetard, abita

    il quartiere testimone dei presunti miracoli del defunto diacono giansenista Paris e

    11 Come notava Arnaldo Momigliano, ancora nel XX secolo la crisi modernista che travagli la chiesa cattolica nasce dal problema dellattendibilit della Bibbia.Momigliano ricordava anche come la tesi di un Eduard Schwartz lo studio dellaBibbia materia per filologi e non per teologi non fosse mai riuscito ad affermarsicompiutamente. Lambizione di quegli anni era di capire la formazione dellatradizione cristiana senza presupposti religiosi, con i puri strumenti dellanalisifilologica []. La rivoluzione non ebbe luogo. I teologi rimasero in controllo (A.Momigliano, Premesse per una discussione su Eduard Schwartz in: Settimocontributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, Edizioni di Storia eLetteratura, Roma 1984, p. 241.

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    dei consolatori di Saint-Mdard. Anche per questo spunto Diderot traduce

    Shaftesbury, applicando con cognizione di causa agli entusiasti giansenisti e alla

    moltitudine ignorante e superstiziosa gli argomenti polemici che il Lord inglese

    aveva utilizzato contro i profeti calvinisti-puritani che saggiravano ai suoi giorniper le strade e i parchi londinesi.

    Nellapparente disordine dei suoi pensieri che dalla massima di tre sole righe

    si estendono alla micro-dissertazione che copre due pagine nellintrodursi

    prepotente di momenti dialogici che preludono allarte di cui Diderot sar maestro

    insuperato e difficilmente superabile, lopera indubbiamente sorretta da un

    disegno strategico. Basterebbe ad attestarlo laccuratissima e maliziosa table des

    matires, indubbiamente di mano diderottiana. Se in tema di religione,

    materialismo e ateismo i Pensieri sono ben lontani dal costituire lultima parola di

    un pensatore attento agli sviluppi della scienza e della riflessione come Diderot, i

    due principali bersagli indicati il fanatismo e lascetismo resteranno bersagli

    contro cui il filosofo di Langres non cesser di scagliare i suoi colpi, al pari delle

    rivendicazioni, che saranno costantemente sue, dei diritti della ragione e dello

    spirito critico.

    Proprio perch vistose, non il caso di insistere sulle contraddizioni presenti

    nellopera. Appuntarvisi, insistendo su come idee deiste saffianchino a uno spunto

    ateo o, addirittura, a una professione di fede cattolica,12 equivarrebbe ad arrestarsi

    alla superficie, smarrendo il vero senso dei Pensieri filosofici.

    12 Come gi nella lettera A mon frre che apriva lEssai sur le merite et la vertuancora nellEncyclopdie questa professione di fede ritorna, formulatasignificativamente in questi termini: Se introdurrete un raggio di luce in un nido digufi, non farete altro che ferire i loro occhi ed eccitare i loro stridi. Felice centovolte il popolo al quale la religione propone di credere cose vere e sublimi, e diimitare solo azioni virtuose: tale la nostra, nella quale il Filosofo non deve faraltro che seguire la propria ragione per giungere ai piedi dei nostri altari.(Encyclopdie , s. v. Aigle, tr. it. in AA. VV., Enciclopedia , a cura di A. Soboul,Editori Riuniti, Roma 1976, p. 42).

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    Robert Niklaus ha fatto notare lunit profonda di un pensiero, prima facie

    solcato da contraddizioni, indicando il piano che struttura il libretto diderottiano.

    Dopo una riabilitazione delle passioni (I-V) ci vengono mostrati gli effetti nefasti

    del fanatismo religioso, dellascetismo, di una superstizione baylianamente piingiuriosa al cospetto della divinit dello stesso ateismo (VI-XII); lateo non

    confutato facilmente dal superstizioso, questi fossanche geniale come Pascal; la

    sua confutazione risulta invero pi facile al deista, informato dei lavori dei fisici

    sperimentali (XIII-XIX). La dimostrazione dellesistenza di Dio ricavata

    dallesistenza di esseri pensanti e dallarmonia della natura (XX); gli atei si basano

    sul fondamento lucreziano del caso (XXI) e sono rubricabili in tre classi (XXII). Il

    deismo, tuttavia, superiore allateismo ed allo scetticismo (XXIII). Lo scetticismo

    comunque indispensabile (XXIV-XL): solo il fanatico crede dogmaticamente a

    miracoli che ripugnano a ogni persona dotata di buon senso (XLI, XLII, XLVI-

    LIII). Come qualunque altra religione, il cristianesimo non si affermato senza

    pericolo per lo stato: limperatore Giuliano, anzich essere un apostata, come vuole

    la tradizione cristiana, un modello di saggezza (XLIII). Interviene poi la

    domanda: le Scritture sono davvero sacre, ispirate da Dio? (XLIV, XLV, LX) e

    lappassionata difesa della ragione critica (LIV-LVII, LX) problematicamente

    seguita da una professione di fede cattolica (LVIII), mentre lultimo pensiero

    celebra la Religione Naturale.

    * * *

    I temi e le idee racchiuse nei Pensieri filosofici non brillano certo per originalit

    e gi si accennato alla duplice natura delle fonti di questo Diderot che non , in

    alcun modo, tutto Diderot. Resta il fatto che proprio i Pensieri filosofici, la

    raccolta di aforismi scritta di getto, con un tono appassionato, capace di sedurre e

    convincere, diverranno assai pi che non la Lettera sui ciechi il breviario diuna prima generazione desiderosa di raccogliere la sfida lanciata ai poteri costituiti

    chiesa, gesuiti, giansenisti, Sorbona e parlamento parigino.

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    Saggio sui regni di Claudio e Nerone ribatte: Non conosco passione che sia pi

    conforme alla natura umana. Lira un effetto del torto subito, e la natura, nella sua

    saggezza, ha posto il risentimento nel cuore delluomo per ovviare allinsufficienza

    della legge. [] Senza lira e il risentimento, il debole avrebbe irrimediabilmentesubto la tirannia del pi forte, e la natura avrebbe creato intorno a qualcuno dei

    suoi figli pi violenti una turba innumerevole di schiavi.17

    * * *

    Ho recuperato il testo originale de le Penses philosophiques di Diderot

    utilizzando come testo di riferimento i due esemplari della prima edizione presenti

    nella Biblioteca dellUniversit di Pisa18 che, pur non facendo parte della prima

    tiratura rarissima, contrassegnata come segnala la Bibliographie dditions

    originales et rares de livres raresdauteurs franais des XVe, XVIe, XVIIe et XVIIIe

    sicles di Avenir Tchmerzine (Hermann, Paris 1977) da "errori di composizione

    tipografica" in essi non riscontrabili, sono indubbiamente assimilabili agli esemplari

    recensiti dal Niklaus sotto la sigla A I come editio princeps.

    In questi esemplari compaiono invero pochissimi errori di stampa che qui si

    segnalano, e che si tacitamente provveduto a espungere dal testo: a p. 5: deses

    in luogo di de ses; a p. 12, 22 e 55 stata saltata la spaziatura dopo la virgola

    che segue rispettivamente prir [12], Neron [22] e ides [55]; a p. 22 errato il

    17 D. Diderot, Essai sur le rgnes de Claude et de Nron, ed. Assezat, t. III, p. 282(tr. it., Sellerio, Palermo 1987, pp. 291-292).18 Biblioteca Universitaria di Pisa: collocazione B h 4. 41, per l'esemplare un tempo"di Luigi Gherardi Chirurgo": La Haye, aux dpens de la Compagnie, M DCC

    XLIV, In-12, pp.136 + 6 fogli di indice dei nomi e delle materie; Q b. 9. 10 2 perun esemplare tipograficamente identico all'esemplare descritto, anche se la presenzadelle Penses philosophiques 'camuffata' dalle Penses diverses di EtienneCoeuilhe, Paris chez Merigot Fils (senza indicazione di anno, ma registrata sulregistro della Camera Reale e Sindacale dei Librai e stampatori di Parigi il 4maggio 1751). In questo esemplare si salvata la vignetta che raffigura la nudaVeritas intenta a togliere maschera e corona alla losca figura della superstizione cheha tra le mani uno scettro ormai spezzato ed accovacciata tra una sfinge e undragone.

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    segno di interpunzione e, dopo objecte, un punto interrogativo sta al posto del

    punto fermo. A p. 31 long traits sta in luogo di longs traits, a p. 45 font

    semblent sta in luogo di font semblant, a p. 58 ausquelles sta in luogo di

    auxquelles; a p. 59 taton in luogo di tatons e semi-Septicisme in luogodi semi-Scepticisme; a p. 88 chefs duvres al posto di chefs-duvre. A p.

    99 si restituita la maiuscola ad acci novii. Si sono parimenti corretti i due errori

    nella citazione latina del pensiero LI: admodo in luogo di admoto e

    aufferebat in luogo di auferebat (p. 111).

    Le note numerate del commento sono sempre del curatore: lunica nota

    dellAutore asteriscata.

    * * *

    **

    *

    Sul compito del traduttore ho alcune idee assai precise. Non star a presentarle

    in questa sede. Dir soltanto che il criterio ispiratore del suo impegno dev'essere

    improntato al dovere, oggi ovunque fondamentale, dell'ospitalit. Un traduttore

    rispettabile innanzitutto chi ospita nella sua lingua, al meglio di quanto la storia

    della sua lingua pu offrire, un'opera che chiede di essere tradotta. E bisogna

    amare, allora, lo straniero, ma anche casa propria.

    Prodotti per loro natura caduchi, le traduzioni dei classici hanno un senso se

    spianano la strada alla lettura dell'originale. Per questo ritengo sia sempre

    indispensabile nel caso dei classici fornire al lettore il riscontro del testo originale,come ritengo che ogni generazione abbia il diritto e il dovere di ri-tradurre i

    classici che le interessano.

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    Sul livello di indecenza medio delle traduzioni filosofiche italiane correnti

    taccio, anche se credo di conoscerne le ragioni diverse e molteplici, almeno per un

    aspetto comunque non disgiungibili dal sostanziale disprezzo in cui negli ambienti

    accademici tenuta la fatica non sufficientemente creativa e originale dellamediazione culturale. Proprio chi disdegna il tradurre, il pi delle volte legge De

    Negri e crede di leggere Hegel, confermando il mio convincimento che la prima,

    per alcuni versi, decisiva interpretazione di un testo sempre il lavoro compiuto

    dal "turcimanno" (si veda al riguardo almeno: G.Folena, Volgarizzare e tradurre,

    Einaudi Torino PBE 605).

    *

    **

    ***

    Leggere Diderot anche un piacere. Lo sapeva un grande filosofo, oggi

    ignorato dall'incultura vigente, che annotava nel suo "Inizio di autobiografia" -

    pochi mesi prima dell'arresto da parte della polizia fascista :"quello che scrivo

    non sar mai sicuramente arte: tutt'al pi sar umanit. Mi venuta questa idea

    leggendo Voltaire e Diderot. Quelli s, scrivevano voluttuariamente, non

    costruivano. Scrivevano allo sbaraglio. A leggerli, non si ha un'emozione artistica:

    si ha l'ineffabile godimento di partecipare direttamente ad una conversazione. Sono

    gli uomini che hanno saputo fotografare in modo pi diretto e immediato nele loro

    opere la propria personalit umana." (Eugenio Colorni: Scritti, introduzione di N.

    Bobbio, La Nuova Italia, Firenze 1975, p.32.)

    I Pensieri filosofici sono, come ha ben visto nel suo ancor fondamentale lavoro

    F. Venturi, il "manifesto" del programma illuminista del filosofo di Langres.

    Insieme al "Nipote di Rameau" costituiscono uno dei testi fondamentali/obbligatori

    del corso di Storia della filosofia moderna dell'anno accademico in corso. Ilcarattere didattico-elementare esplicativo delle note a commento pertanto

    deliberatamente voluto.

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    Se verissimo che questo pesce non di tutti, mi interessava che nessuno tra gli

    studenti che si auto-imporranno di leggerlo, si sentisse escluso a priori.

    Rispetto alle eccellenti edizioni recenti commentate di Robert Niklaus e di PaulVernire, la presente edizione ha forse il pregio di fornire al lettore i sei fogli della

    fittissima, maliziosa e a suo modo geniale Table des Matires omessa in entrambi i

    lavori citati. Quanto essa sia utile e costituisca parte integrante del testo diderotiano

    credo risulti evidente a chiunque la utilizzi, trovandovi Cartouche che impartisce

    lezioni a Hobbes, che lo scetticismo il primo passo per la verit, e che lo "zelo"

    ormai decisamente hors de mode. Al fine che questa tavola delle materie aiuti

    anche il lettore odierno e non solo quello settecentesco,

    si sempre riportato fra parentesi quadre, anche nel testo della traduzione, il

    numero di pagina del testo dell'edizione citata che, come si detto, ho letto

    nell'ambiente raccolto e ospitale della Biblioteca Universitaria Pisana.

    t.c.

    Calci/Pisa, settembre 1997.

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    Denis Diderot

    Penses Philosophiques/ Pensieri filosofici

    Introduzione, traduzione e commento a cura di Tomaso Cavallo

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    PENSESPHILOSOPHIQUES

    Quis leget haec? Pers. Sat. I

    J'cris de Dieu; je compte sur peu de Lecteurs, & n'aspire qu'quelques suffrages. Si ces penses ne plaisent personne, elles

    pourront n'tre que mauvaises; mais [2]je le tiens pour dtestables, sielles plaisent tout le monde.

    I. On dclame sans fin contre les Passions; ont leur impute toutes lepeines de l'homme, & l'on oublie qu'elles sont aussi la source de tousses plaisirs. C'est dans sa constitution, un lment dont on ne peut direni trop de bien, ni trop de mal. Mais ce qui me donne de l'humeur, [3]c'est qu'on ne les regarde jamais que du mauvais ct. On croiroit faire

    injure la raison, si l'on disoit un mot en faveur de ses rivales.Cependant il n'y a que les passions & les grandes passions qui puissentlever l'ame aux grandes choses. Sans elles, plus de sublime, soit dansles murs, soit dans les ouvrages; le beaux arts retournent en enfance,& la vertu devient minutieuse.

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    PENSIERIFILOSOFICI

    Quis leget haec? Pers. Sat.I.1

    Scrivo su Dio; conto su pochi Lettori e non aspiro a molti suffragi. Se questipensieri non piacciono a nessuno, non potranno che essere cattivi; [2] liconsidererei per detestabili, se piacessero a tutti.2

    I

    La litania contro le passioni non ha mai fine: sono loro imputate tutte lepene dell'uomo, mentre ci si dimentica ch'esse sono anche la fonte diogni suo piacere. Componenti fondamentali dell'uomo, le passioni sonoun elemento di cui non si pu dire mai troppo bene o troppo male. Ciche mi irrita [3] che non le si guarda mai se non dal lato cattivo. Comese, a dire una parola in favore delle sue rivali, si temesse di ingiuriare laragione.3 Tuttavia non vi sono che le passioni e le grandi passioni adavere il potere d'elevare l'animo a grandi cose. Senza di esse, niente disublime sia nei costumi, sia nelle opere; le arti belle ritornano al lorostadio infantile e la virt diventa minuzia.

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    Les Passions sobres font les [4] hommes communes. Si j'attendsl'ennemi, quand il s'agit du salut de ma patrie, je ne suis qu'un Citoyenordinaire. Mon amiti n'est que circonspecte, si le pril d'un ami melaisse les yeux ouverts sur le mien. La vie m'est-elle plus chere que mamatresse? Je ne suis qu'un amant comme un autre.

    III.Les Passions amorties dgradent les hommes extraordinaires. La

    contrainte a-[5] nantit la grandeur & l'nergie de la nature. Voyez cetarbre; c'est au luxe de ses branches que vous devez la fracheur &l'tendue deses [sic] ombres: vous en jouirez jusqu' ce que l'hivervienne le dpouiller de sa chevelure. Plus d'excellence en Posie, enPeinture, en Musique, lorsque la superstition aura fait sur le

    temprament l'ouvrage de la vieillesse.IV.

    Ce seroit donc un bon-[6] heur, me dira-t-on, d'avoir les passionsfortes. Oui, sans doute, si toutes sont l'unisson. Etablissez entre elles,une juste harmonie, & n'en apprhendez point de dsordres. Sil'esprance est balance par la crainte, le point d'honneur par l'amour dela vie, le penchant au plaisir par l'intert de la sant; vous ne verrez delibertins, ni tmraires, ni lches.

    V.

    C'est le comble de la fo-[7] lie que de se proposer la ruine despassions. Le beau projet que celui d'un dvot qui se tourmente

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    II

    La sobriet nelle passioni rende [4] mediocri gli uomini4.Se aspetto il nemico,allorch in gioco la salvezza della mia patria, non sono che un Cittadino ordinario.

    La mia amicizia pura circospezione, se il pericolo di un amico lascia ch'io tengagli occhi aperti sul mio. Mi pi cara la vita della donna che amo? Non sono che unamante come gli altri.

    III

    Le passioni smorzate degradano gli uomini straordinari5. La costrizione an- [5]nienta la grandezza e l'energia della natura. Guarda quest'albero: al rigoglio deisuoi rami che devi la frescura e l'estensione della sua ombra: ne godrai sino a chel'inverno venga a spogliarlo della sua capigliatura. L'eccellenza finita in Poesia, inPittura, in Musica una volta che la superstizione6 abbia fatto sul temperamentol'opera della vecchiaia.

    IV

    Sarebbe dunque una for-[6] tuna, mi si dir, avere passioni forti. S, senza dubbio,se sono tutte all'unissono. Stabilite fra loro una giusta armonia7 e non avrete datemere disordini. Se la speranza bilanciata dal timore, il punto d'onore dall'amoreper la vita, l'inclinazione al piacere dall'interesse per la salute non vedrete nlibertini, n temerari, n vigliacchi.

    V

    E'il colmo della paz-[7] zia proporsi la rovina delle passioni.8 Davvero un belprogetto quello del devoto che si tormenta come

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    comme un forcen pour ne rien desirer, ne rien aimer, ne rien sentir, &qui finiroit par devenir un vrai monstre, s'il russissoit!

    VI.

    Ce qui fait l'objet de mon estime dans un homme, pourroit-il trel'objet de mes mpris dans un autre? Non, sans doute. Le vraiindpendant de mes caprices doit [8] tre la regle de mes jugemens; &

    je ne ferai point un crime celui-ci de ce que j'admirerai dans celui-lcomme une vertu. Croirai-je qu'il toit rserv quelques-uns, depratiquer des actes de perfection que la nature & la religion doiventordonner indiffremment tous? Encore moins. Car d'o leur viendroitce privilege exclusif? Si Pacme a bien fait de rompre avec le genre

    humain pour s'enterrer dans une solitude; il ne m'est [9] pas dfendu del'imiter: en l'imitant, je serai tout aussi vertueux que lui, & je ne devinepas pourquoi cent autres n'auroient pas le mme droit que moi.Cependant il seroit beau de voir une Province entire effraye desdangers de la socit, se disperser dans les forts; ses habitans vivre enbtes farouches pour se sanctifier; mille colonnes leves sur les ruinesde toutes affections sociales; un nouveau peuple de Stylites sedpouiller par [10] religion des sentimens de la nature, cesser d'trehommes & faire les statues pour tre vrais chrtiens.

    VII.

    Quelles voix: quels cris: quels gmissemens! Qui a renferm dans cescachots tous ces cadavres plaintifs? Quels crimes ont commis tous cesmalheureux? Les uns se frappent la poitrine avec de cailloux; d'autres sedchirent le corps avec des ongles de fer; tous ont [11] les regrets, ladouleur & la mort dans les yeux.

    Qui les

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    condamne ce tourmens?Le Dieu qu'ils ont offensQuel est donc ce Dieu?Un Dieu plein de bont

    Un Dieu plein de bont trouveroit-il du plaisir se baigner dans leslarmes? Les frayeurs ne feroient-elles pas injure sa clmence? Si descriminels avoient calmer les fureurs d'un tyran, que feroient-ils deplus?

    VIII.

    Il y a de gens dont il ne [12] faut pas dire qu'ils craignent Dieu; maisbien qu'ils en ont peur.

    IX.

    Sur le portrait qu'on me fait de l'Etre Suprme, sur son penchant lacolere, sur la rigueur de ses vengeances, sur certaines comparaisons quinous expriment en nombres le rapport de ceux qu'il laisse prir, ceuxqui il daigne tendre la main; l'ame la plus droite seroit tente desouhaiter qu'il n'existe pas. [13] L'on seroit assez tranquille en cemonde, si l'on toit bien assur que l'on n'a rien craindre dans l'autre:la pense qu'il n'y a point de Dieu n'a jamais effray personne; mais

    bien celle qu'il y en a un, tel que celui qu'on me peint.

    X.

    Il ne faut imaginer Dieu ni trop bon ni mchant. La justice est entrel'exces de la clmence & la cruaut; ainsi que les peines finies sont en-[14] tre l'impunit & les peines ternelles.

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    a tali tormenti?12 Il Dio che hanno offeso. E qual' questo Dio? Un Dio pienodi bont Un Dio pieno di bont si compiacerebbe forse a immergersi nellelacrime? Il terrore non costituisce un ingiuria per la sua clemenza? Se dei criminaliavessero da quietare i furori di un tiranno, che mai potrebbero fare di pi?

    VIII

    V' della gente di cui non [12] bisogna dire che teme Iddio, ma che ne ha unapaura del diavolo!13

    IX

    Affidandosi al ritratto che mi si fa dell'Essere Supremo, della sua inclinazione allacollera, del rigore delle sue vendette14, basandosi su certi confronti che ciesprimono numericamente il rapporto tra coloro ch 'Egli lascia perire e coloro a cuisi degna di porgere la mano, l'anima pi retta sarebbe tentata d'augurarsi che un taleEssere non esista per nulla.[13] Si sarebbe sufficientemente tranquilli in questomondo, se si fosse al tutto certi che non si ha nulla da temere nell'altro. Il pensieroche Dio non esista non ha mai terrorizzato nessuno; s invece quello che ne esistauno, tal quale me l'hanno raffigurato.

    X

    Dio non bisogna immaginarselo n troppo buono, n cattivo. La giustizia15 sta tral'eccesso della clemenza e la crudelt, come le pene finite stanno tra [14] l'impunit ele pene eterne.

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    XI.Je sais que les ides sombre de la superstition sont plus gnralementapprouves que suivies; qu'il est des dvots qui n'estiment pas qu'ilfaille se har cruellement pour bien aimer Dieu et vivre en dsesprspour tre religieux: leur sagesse est fort humaine: mais d'o nat cettediffrence de [15] sentimens, entre des gens qui se prosternent aux piedsde mmes Autels? La pit suivroit-elle aussi la loi de ce maudittemprament? Hlas: comment en disconvenir? Son influence ne seremarque que trop sensiblement dans le mme dvot: il voit, selon qu'ilest affecte, un Dieu vengeur ou misricordieux; les enfers ou les cieuxouverts: il tremble de frayeur, ou il brule d'amour: c'est une fivre qui ases accs froids & chauds.

    [16] XII.Oui, je le soutiens: la superstition est plus injurieuse Dieu que

    l'Athisme. J'aimerois meiux, dit Plutarque, qu'on penst qu'il n'y etjamais de Plutarque au monde, que de croire que Plutarque est injuste,colre, inconstant, jaloux, vindicatif, & tel qu'il seroit bien fch d'tre.

    XIII.Le Deste seul peut faire [17] tte l'Athe.. Le superstitieux n'est pas

    de sa force. Son Dieu n'est qu'un tre d'imagination. Outre les difficults

    de la matire, il est expos toutes celles qui rsultent de la fausset deses notions. Un C un S auroient t mille fois plus embarassanspour un Vanini, que tous les Nicoles & les Pascals * du monde.

    * Jansenistes clbres.

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    XI

    So che le idee cupe della superstizione sono di norma pi approvate che seguite;

    esistono dei devoti che non ritengono necessario odiarsi crudelmente per amare almeglio Iddio e vivere nella disperazione per essere religiosi; la loro devozione allegra, la loro saggezza umanissima. Ora, come mai vi questa differenza tra [15]gente che si prosterna di fronte agli stessi altari? La stessa piet seguir anch'essa lalegge di questo maledetto temperamento? Ahim! come disconvenirne? L'influenzadel temperamento si fa avvertire in misura sensibile all'interno anche della stessapersona religiosa16: a seconda dei suoi stati d'animo vede infatti un Dio vendicatoreo misericordioso, gli inferni o i cieli aperti; e ora trema atterrito, ora arde d'amore.Insomma, si tratta d'una febbre che ha i suoi accessi freddi e caldi.

    [16] XII

    S, lo sostengo: la superstizione pi ingiuriosa nei confronti di Dio dell'ateismo.Preferirei, dice Plutarco17, che si pensasse che non mai esistito al mondo unPlutarco, piuttosto che si credesse di lui che ingiusto, collerico, incostante,geloso, vendicativo e tale che egli non vorrebbe davvero mai essere.

    XIII

    Solo il Deista sa tener [17] testa all'Ateo. Il superstizioso non ne all'altezza. Il suoDio non che un essere immaginario. Oltre alle difficolt intrinseche di per s aquesto argomento, esposto infatti a tutte le difficolt che insorgono dalla falsit

    delle sue nozioni. Un C18, un S sarebbero stati mille volte pi imbarazzanti perun Vanini di tutti i Nicole e i Pascal del mondo.

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    XIVPascal avoit de la droitu-[18] re, mais il toit peureux & crdule.

    Elgant Ecrivain & Raisonneur profond, il et sans doute clairl'univers; si la Providence ne l'et abandonn des gens qui sacrifirentse talens leur haines. Qu'il seroit souhaiter qu'il et laiss auxThologiens de son tems le soin de vuider leurs querelles; qu'il se ftlivr la recherche de la verit, sans rserve & sans crainte d'offenserDieu, en se servant de tout l'esprit qu'il en avoit reu; [19] et sur-tout,qu'il et refus pour matres des hommes qui n'toient pas dignes d'treses disciples. On pourroit bien lui appliquer ce que l'Ingnieux LaMothe disoit de la Fontaine, qu'il fut assez bte pour croire qu'Arnauld,de Sacy & Nicole valoient mieux que lui.

    XV.

    "Je vous dis qu'il n'y a point de Dieu; que la cration est une chimere;que l'ternit du monde n'est [20] pas plus incommode que l'ternit d'unesprit; que, parce que je ne conois pas comment le mouvement a puengendrer cet univers qu'il a si bien la vertu de conserver, il est ridiculede lever cette difficult par l'existence suppose d'un Etre que je neconois pas davantage; que, si les merveilles qui brillent dans l'ordrePhysique dcelent quelque intelligence, les dsordres qui regnent dansl'ordre moral, anantissent [21] toute Providence. Je vous dis que, si toutest l'ouvrage d'un Dieu, tout doit tre le mieux qu'il est possible: car sitout n'est pas le mieux qu'il est possible, c'est en Dieu impuissance oumauvaise volont. C'est donc pour le mieux que je ne suis pas clairsur son existence: cela pos, qu'ai-je faire de vos lumieres? Quand ilseroit assi dmontre qu'il est peu, que tout mal

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    XIV

    Pascal era un uomo retto, [18] ma credulo e pauroso. Elegante19 scrittore e profondoragionatore avrebbe indubbiamente rischiarato l'universo, se la Provvidenza non

    l'avesse abbandonato a gente che sacrific i suoi talenti ai loro odi. Quanto sarebbestato auspicabile che avesse lasciato ai teologi del suo tempo di esaurire le loropolemiche, che si fosse dedicato alla ricerca della verit, senza riserve e senzatimore di offendere Dio servendosi della straordinaria intelligenza che avevaricevuto e,[19] soprattutto, che avesse rifiutato di prendere per maestri uominiindegni di essere suoi discepoli. Gli si pu applicare quanto l'ingegnoso la Mothe20

    diceva di La Fontaine, di essere stato cos stupido da credere che Arnauld21, deSacy e Nicole valessero pi di lui.

    XV

    "Io vi dico che Dio non esiste, che la creazione una chimera, che l'eternit delmondo non [20] pi impensabile dell'eternit di uno spirito; che, dal momento chenon concepisco come il movimento abbia potuto dar vita a questo universo che hatuttavia la virt di conservare, ridicolo rimuovere questa difficolt ricorrendo allasupposta esistenza di un Essere che non concepisco certo in modo migliore; che sele meraviglie che splendono nell'ordine Fisico nascondono una qualche intelligenza,i disordini che regnano nell'ordine morale annientano [21] ogni Provvidenza. Io vidico che se tutto opera di un Dio, tutto dev'essere il meglio possibile; perch setutto non il meglio che possibile vi in Dio o impotenza o cattiva volont22. E'dunque in vista del meglio che io non ho lumi sulla sua esistenza; ci posto, chedebbo farmene dei vostri lumi? Quand'anche fosse dimostrato - e non lo affatto -

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    [26]XVIII

    Ce n'est pas de la main du Mtaphysicien que sont partis les grandscoups que l'Athesme a reus. Les mditation sublimes de Mallebranche& de Descartes toient moins propres branler le matrialisme, qu'uneobservation de Malpighi. Si cette dangreuse hypothse chanchelle denos jours, c'est la Physique exprimentale que l'honneur en est d. Cen'est que dans les ouvrages de [27] Newton, de Muschenbrk,d'Hartzker, & de Nieuwentit qu'on a trouv des preuves satisfaisantesde l'xistence d'un Etre souverainement intelligent. Graces aux travauxde ce grands Hommes, le monde n'est plus un Dieu: c'est une machine

    qui a ses roues, ses cordes, ses poulies, ses ressorts & ses poids.XIX

    Les subtilits de l'Ontologie ont fait tout au plus des [28] Sceptiques:c'est la connoissance de la nature qu'il toit rserv de faire de vraisDistes. La seule dcouverte des germes a dissips une des pluspuissantes objections de l'Athisme. Que le mouvement soit essentiel la matire, je suis maintenant convaincu que ses effets se terminent des dveloppemens: toutes les observations concourent me dmontrer

    que la putrfaction seule ne produit rien d'organis: je puis admettre quele [29] mchanisme de l'insecte lee plus vil n'est pas moins merveilleuxque celui de l'homme, & je ne crains pas qu'on en infre qu'une agitationintestine des molcules tant capable de donner l'un, il estvraisemblable qu'elle a donne l'autre. Si un Athe avoit avance, il y adeux cens ans, qu'on verroit peut-tre un jour des hommes sortir toutforms des entrailles de la terre, comme on

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    [26] XVIII

    Non dalle mani dei Metafisici che sono partiti i colpi pi duri assestati all'ateismo.Le meditazioni sublimi di Malebranche29 e di Descartes erano meno in grado di

    mandare all'aria il materialismo di un'unica osservazione di Malpighi.Se questaipotesi pericolosa oggi vacilla, l'onore va reso alla Fisica sperimentale. Non chenelle opere [27] di Newton, di Muschenbroek, d'Hartzoeker e di Nieuwentit che sisono trovate delle prove soddisfacenti dell'esistenza di un Essere sovranamenteintelligente. Grazie ai lavori di questi grandi uomini il mondo non pi un Dio30: una macchina con le sue ruote, le sue corde, le sue pulegge, le sue molle e i suoipesi.

    XIX

    Le sottigliezze dell'ontologia31 al pi hanno prodotto degli [28] Scettici; erariservato alla conoscenza della natura produrre dei veri Deisti. Da sola, la scopertadei germi ha dissipato una delle pi forti obiezioni dell'Ateismo. Che il movimentosia essenziale o accidentale per la materia32, io sono ora convinto che i suoi effetticulminano in sviluppi: tutte le osservazioni concorrono a dimostrarmi che da sola laputrefazione non produce nulla d'organizzato33. Io posso ammettere che il [29]meccanismo dell'insetto pi vile non meno meraviglioso di quello dell'uomo e nontemo che, da una agitazione interna di molecole capace di produrre l'uno, siinferisca la verosimiglianza che anche l'altro sia prodotto in modo analogo. Se unateo, duecento anni fa, avesse sostenuto che si sarebbero forse potuti vedere ungiorno degli uomini uscire dalle viscere della terra bell'e formati, come si

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    voit clore une foule d'insectes, d'une masse de chair chauffe; je [30]voudrois bien savoir ce qu'un Mtaphysicien auroit eu lui rpondre.

    XX.

    C'toit en vain que j'avois essay contre un Athe les subtilits del'cole: il avoit mme tir de la foiblesse de ces raisonnemens uneobjection assez forte:"Une multitude de vrits inutiles me sontdmontres sans replique, disoit-il, & l'existence de Dieu, la ralit dubien & du mal moral, [31] l'immortalit de l'me sont encore desproblmes pour moi: quoi donc? me seroit-il moins important d'treconvaincu que les trois angles d'un triangle sont egaux deux droits?Tandis qu'en habile Dclamateur, il me faisoit avaler long traits

    l'amertume de cette rflexion; je r'engageai le combat par une questionqui dt parotre singulire un homme enfl de ses premiers succs[32] Etes-vous un Etre pensant, lui demandai-je?"en pourriez-vous douter, me rpondit-il, d'un air satisfait. pouquoi non? qu'ai-jeapperu qui m'en convainque? de sons & de mouvemens? Maisle Philosophe en voit autant dans l'animale qu'il dpouille de la facultde penser: Pourquoi vous accorderois-je ce que Descartes refuse lafourmi? Vous produisez l'extrieur des actes assez propres m'enimposer; je serois [33] tent d'assurer que vous pensez en effet: mais laraison suspend mon jugement."Entre les actes extrieurs & la pense, iln'y a point de liaison essentielle, me dit-elle: il est possible que tonAntagoniste ne pense non plus que sa montre:falloit-il prendre pour unEtre pensant, le premier animal qui l'on apprit parler? Qui t'a rvelque tous les hommes ne sont pas autant de perroquets instruits toninsu?""Cette com-[34] paraison est tout au plus ingnieuse, me

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    vedono schiudere una folla d'insetti34 da una massa di carne riscaldata,[30] vorreiproprio sapere cosa avrebbe potuto rispondergli un metafisico.

    XX

    Invano avevo tentato contro un ateo le sottigliezze scolastiche; dalla debolezza ditali ragionamenti aveva persino ricavato un'obiezione assai forte: "Mi sonodimostrate senza possibilit di replica una moltitudine di verit inutili - mi diceva - el'esistenza di Dio, la realt del bene e del male morale, [31] l'immortalit dell'animasono ancora dei problemi per me. Ma come! E' forse meno importante avere deilumi su argomenti del genere che essere convinto che i tre angoli di un triangolosono eguali a due angoli retti? " Mentre da abile retore 35 mi faceva ingoiare tuttal'amarezza di questa riflessione, io riingaggiai battaglia con una questione chedovette apparire singolare a un uomo inorgoglito dei suoi primi successi[32] Glidomandai: "Siete un essere pensante?"

    "Perch? Potreste dubitarne?" mi rispose con un aria soddisfatta. "E perch no?che cos'ho percepito che me ne convinca? dei suoni, dei movimenti Ma ilFilosofo ne constata altrettanti nell'animale che considera privo della facolt dipensare. Perch dovrei accordarvi ci che Descartes rifiuta alla formica36? Voiproducete all'esterno degli atti molto adatti a convincermi e, in effetti, sarei [33]tentato di sostenere che voi pensiate, ma la ragione sospende il mio giudizio." "Tragli atti esterni e il pensiero, essa mi dice, non vi un nesso essenziale: possibileche il tuo antagonista pensi altrettanto poco come il suo orologio. Forse chebisogna considerare come un essere pensante il primo animale a cui si insegnato aparlare? Chi ti ha rivelato che tutti gli uomini non sono dei pappagalli istruiti a tuainsaputa?37"Questa com-[34] parazione, mi replic, soltanto

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    repliqua-t'il; ce n'est pas sur le mouvement & les sons; c'est sur le fil desides, la consquence qui regne entre les propositions, & la liaison desraisonnements, qu'il faut juger qu'un Etre pense: s'il se trouvoit unperroquet qui rpondit tout, je prononcerois sans balancer que c'est unEtre pensant Mais qu'a de commun cette question avec l'existence deDieu? quand [35] vous m'aurez dmontr que l'homme en qui j'apperoisle plus d'esprit n'est peut-tre qu'un Automate, en serai-je miex dispos reconnotre une intelligence dans la nature?"C'est mon affaire,repris-je: convenez cependant qu'il y auroit de la folie refuser vossemblables la facult de penser:" "sans doute, mais que s'ensuit-il de l?""il s'ensuit que si l'univers, que dis-je l'univers, que si l'aile d'unpapillon m'offre des tra- [36] ces mille fois plus distinctes d'uneintelligence, que vous n'avez d'indices que votre semblable est dou de

    la facult de penser, il seroit mille fois plus fou de nier qu'il xiste unDieu, que de nier que votre semblable pense. Or que cela est ainsi; c'est vos lumires, c'est votre conscience que j'en appelle: avez-vous

    jamais remarqu dans les raisonnements, les actions, & la conduite dequelqu'homme que ce soit, plus d'intelligence, d'ordre, [37] de sagacit,de consequence que dans le mchanisme d'un insecte? La Divinit n'est-elle pas aussi clairement empreinte dans l'il d'un Ciron, que la facultde penser dans les ouvrages du grand Newton? Quoi! le monde formprouve moins une intelligence, que le monde expliqu? Quelleassertion!" "mais, repliquez-vous, j'admets la facult de penser dansun autre, d'autant plus volontiers que je pense moi-m- [38] me.Voil, j'en tombe d'accord, une prsomption que je n'ai point: mais n'ensuis-je pas ddommag par la superiorit de mes preuves sur les vtres?L'intelligence d'un premier Etre ne m'est pas mieux dmontre dans lanature, par ses ouvrages, que la facult de penser dans un Philosophepar ses crits: songez

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    ingegnosa; non sui movimenti e sui suoni, sul filo delle idee, sulla coerenza cheregna tra le proposizioni e sulla connessione dei ragionamenti che bisogna fondarsiper sostenere che un Essere pensa; se si trovasse un pappagallo che risponde atutto, dichiarerei senza esitazione di sorta che un Essere pensante Ma che

    c'entra questa questione con l'esistenza di Dio? Quand'anche [35] mi avestedimostrato che l'uomo in cui io colgo maggiore intelligenza non pu essere se nonun automa, sarei meglio disposto a riconoscere un'intelligenza nella natura?""Questo affar mio, risposi a mia volta, converrete tuttavia che sarebbe follerifiutare ai vostri simili la facolt di pensare" "Senza dubbio, ma cosa neconsegue?" "Ne consegue che se l'universo, ma che dico l'universo?, se l'ala di unafarfalla mi offre delle trac- [36] ce mille volte pi distinte d'una intelligenza, degliindizi che voi avete per ritenere che il vostro simile sia un essere pensante, sarebbemille volte pi folle negare che esista un Dio, che negare che il vostro simile pensi.Ora che sia cos, ai vostri lumi, alla vostra coscienza che io faccio appello: avetemai notato nei ragionamenti, nelle azioni e nella condotta di qualche uomo,chiunque sia, una maggiore intelligenza, una maggior sagacia,[37] un ordine e unaconsequenzialit pari a quella che si trova nel meccanismo di un insetto? LaDivinit non altrettanto chiaramente impressa nell'occhio di un acaro 38 quanto lafacolt di pensare nelle opere del grande Newton? Ma come? Il mondo formatoproverebbe l'intelligenza in una misura minore rispetto al mondo spiegato? Cherazza d'asserzione! Ma, voi replicherete, io ammetto la facolt di pensare in unaltro, tanto pi volentieri in quanto penso io stes- [38] so Ecco, sono d'accordo,ma io non ho per nulla questo pregiudizio e non mi sono forse disobbligato con lasuperiorit delle mie prove sulle vostre? L'intelligenza d'un Essere primo non meglio dimostrata nella natura, dalle sue opere, che la facolt di pensare in unfilosofo nei suoi

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    donc que je ne vous objectois qu'une aile de papillon, qu'un il deciron, quand je pouvois vous cra-[39] ser du poides de l'univers. Ou jeme trompe lourdement, ou cette preuve vaut bien la meilleure qu'on aitencore dicte dans les coles." C'est sur ce raisonnment, & quelquesautre de la mme simplicit, que j'admets l'existence d'un Dieu, & nonsur ces tissus d'ides seches & Mtaphysiques, moins propres dvoiler la vrit, qu' lui donner l'air dun mensonge.

    [40] XXI.

    J'ouvre les cahiers d'un Professeur clbre, & je lis:"Athes, je vousaccorde que le mouvement est essentiel la matire; qu'en concluez-vous?que le monde rsulte du jet fortuit des atmes? J'aimerois autant

    que vous me dissiez que l'Iliade d'Homere, ou la Henriade de Voltaireest un rsultat de jets fortuits de caracteres. Je me garderai bien defaire[41] ce raisonnement un Athe. Cette comparaison lui donnerabeau jeu. Selon les loix de l'Analyse des Sorts, me diroit-il, je ne doispoint tre surpris qu'une chose arrive, lorsqu'elle est possible, & que ladifficult de l'vnement est compense par la quantit des jets. Il y atel nombre de coups dans lequels je gagerois avec avantage d'amenercent mille six la foi, avec cent mille dez. Quelle que ft la somme finiede caracteres avec [42] laquelle on me proposeroit d'engendrerfortuitement l'Iliade, il y a telle somme finie de jets qui me rendroit laproposition avantageuse: mon avantage seroit mme infini, si la quantitde jets accorde toit infinie. Vous voulez bien convenir avec moi,continueroit-il, que la matire existe de toute ternit, & que lemouvement lui est essentiel. Pour rpondre cette faveur, je vaissupposer avec vous, que le monde n'a point

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    scritti? Pensate dunque che io non vi obiettavo che un'ala di farfalla, che l'occhio diun acaro quando avrei potuto schiac-[39]ciarvi con il peso dell'universo. O io misbaglio di grosso, o questa prova all'altezza della migliore prova fornita dagliscolastici. E' in base a questo ragionamento e a qualche altro egualmente semplice

    che io ammetto l'esistenza di un Dio e non su questo tessuto di metafisica e di ideearide, meno capaci di disvelare la verit che di conferirle l'aspetto della menzogna.

    [40] XXIApro i quaderni di un celebre professore39 e vi leggo: "Atei, vi concedo che il

    movimento sia essenziale alla materia; ma cosa ne concludete? che il mondorisulta dal lancio fortuito degli atomi? Sarebbe la stessa cosa che mi diceste chel'Iliade d'Omero o l'Henriade di Voltaire sono il risultato di combinazioni fortuitedelle lettere dell'alfabeto." Io mi guarderei bene dal fare [41] questo ragionamentocon un ateo. Questo confronto gli darebbe buon gioco. In base alle leggi del calcolodelle probabilit40, mi direbbe, non debbo affatto sorprendermi che accada una cosa,una volta che possibile e che la difficolt dell'evento compensata dalla quantitdei lanci. Vi un tal numero di colpi in cui scommetterei con mio vantaggio di farecentomila volte sei alla volta, avendo centomila dadi a disposizione. Quale che sia lasomma finita dei caratteri con [42] cui mi si proporrebbe di produrre fortuitamentel'Iliade, esiste tale somma finita di lanci che mi renderebbe la proposta vantaggiosa:il mio vantaggio sarebbe addirittura infinito, se fosse infinita la quantit dei daticoncessa. Voi vorrete convenire con me - proseguirebbe - che la materia esiste datutta l'eternit e che il movimento le essenziale. Per rispondere al favore che mifate io supporr con voi che il mondo non abbia dei

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    des bornes; [43] que la multitude des atmes toit infinie, & que cetordre qui vous tonne, ne se dment de nulle part: or de ces aveuxrciproques, il ne s'ensuit autre chose, sinon que la possibilitd'engendrer fortuitement l'univers est trs-petite, mais que la quantit de

    jets est infinie, c'est--dire, que la difficult de l'vnement est plus quesuffisamment compense par la multitude des jets. Donc si quelquechoses doit rpugner la raison, c'est la [44] supposition que la matires'etant mu de toute ternit, & qu'y ayant peut-tre dans la sommeinfinie des combinaisons possibles, un nombre infini d'arrangementsadmirable, il ne se soit rencontr dans la multitude infinie de ceuxqu'elle a pris successivement. Donc l'esprit doit tre plus tonn de ladure hypothtique du cahos, que de la naissance relle de l'univers.

    [45] XXII.

    Je distingue les Athes en trois classes. Il y e a quelques-uns quivous disent nettement qu'il n'y a point de Dieu, & qui le pensent, cesont les vrais Athes: un assez grand nombre qu ne savent qu'enpenser, & qui decideroient volontiers la question croix ou pile; cesont les Athes Sceptiques; beaucoup plus qui voudroient qu'il n'y enet point, qui font semblent d'en tre [46] persuads, qui vivent commes'ils l'toient, ce sont les fanfarons du parti. Je dteste les fanfarons, ilsont faux; je plains le vrais Athes, toute consolation me semble mortepour eux; & je prie Dieu pour les Sceptiques, ils manquent deslummires.

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    limiti,[43] che la moltitudine degli atomi sia infinita e che quest'ordine che vi stupiscenon si smentisce da nessuna parte; ora da queste concessioni reciproche non seguese non che la possibilit che l'universo sia ingenerato fortuitamente piccolissima,ma anche che la quantit di lanci infinita, ovvero, che la difficolt dell'evento pi

    che sufficientemente compensata dalla moltitudine dei lanci. Dunque se qualcosadeve ripugnare alla ragione la [44] supposizione che essendosi mossa la materia datutta l'eternit e che essendovi forse nella somma infinita delle combinazionipossibili un numero infinito di ordinamenti ammirevoli, non si sia trovato nessuno diquesti ammirevoli ordinamenti nella moltitudine infinita di quelli che la materia hasuccessivamente assunto di volta in volta. Dunque la mente deve essere pi stupitadalla durata ipotetica del caos, che dalla nascita reale dell'universo. 41

    [45] XXII

    Distinguo gli atei in tre classi42. Ve ne sono alcuni che vi dicono chiaramente chenon esiste nessun Dio e che lo pensano: sono i veri atei. Un numerosufficientemente ampio che non sanno che pensarne e che deciderebbero volentierila questione a testa o croce: sono gli atei scettici. Pi numerosi sono coloro chevorrebbero che non vi fosse alcun Dio, che fanno finta di esserne [46] persuasi, chevivono come lo fossero: sono i fanfaroni del partito. Io detesto i fanfaroni, sonofalsi. Compiango i veri atei, ogni consolazione mi pare morta per loro, e prego pergli scettici, mancano di lumi.

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    XXIII

    Il Deista assicura l'esistenza d'un Dio, l'immortalit dell'anima43 e le sueconseguenze. Lo scettico non ha un'idea certa su questi argomenti. L'ateo [47] li

    nega. Lo scettico ha dunque per essere virtuoso un motivo in pi rispetto all'ateo equalche ragione in meno del deista. Senza il timore del Legislatore, l'inclinazionedel temperamento, e la conoscenza dei vantaggi attuali della virt, la probit degliatei mancherebbe di fondamento44, e quella dello scettico sarebbe fondata su di unforse.

    XXIV

    Lo scetticismo non s'at- [48] taglia a tutti quanti. Presuppone un esameprofondo e disinteressato: colui che dubita, perch non conosce le ragioni dicredibilit, semplicemente un ignorante. Il vero scettico ha contato e soppesato leragioni. Ma non una faccenda da poco soppesare dei ragionamenti. Chi di noi neconosce esattamente il valore? se si apportano cento prove della stessa verit,nessuna sar priva di sostenitori. Ogni mente ha il suo telesco-[49] pio. Ai mieiocchi colossale un'obiezione che ai vostri scompare; voi trovate leggera unaragione che invece mi schiaccia. Se siamo divisi sul valore intrinseco come ciaccorderemo sul peso relativo? Ditemi, quante prove morali sono necessarie percontrobilanciare una conclusione metafisica? E sono le mie lenti o le vostre adessere difettose? Se dunque cos difficile soppesare le ragioni e se non esistono[50] questioni che non ne abbiano a favore o contrarie, e quasi sempre in misuraeguale, perch mai noi tronchiamo l'esame cos in fretta? Da dove ci viene questotono cos deciso e spavaldo? Non abbiamo provato cento volte che la sufficienza

    dogmatica induce alla rivolta? "Mi si fanno odiare

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    vraisemblables, dit l'Auteur des Essais, quand on me le plante pourinfaillibles. J'aime ces mots qui amolissent & modrent la tmrit denos propositions, l'aventure, aucu-[51] nement, quelquefois, on dit,

    je pense, & autres semblables: & si j'eusse eu dresser des enfans, jeleur eusse tant mis en la bouche cette faon de rpondre enquestante &non rsolutive, qu'est-ce dire, je ne l'entens pas, il pourroit tre, est-il-vrai, qu'ils eussent plutt gard la forme d'apprentifs soixante ans,que de rpresenter les docteurs l'ge de quinze.

    [52] XXV.

    Qu'est-ce que Dieu? question qu'on fait aux enfans & laquelle lesPhilosophes ont bien de la peine repondre.

    On sait quel ge un enfant doit apprendre lire, chanter, danser, le Latin, la Gometrie. Ce n'est qu'un matire de religion qu'onne consulte point sa porte: peine entend-il, qu'on lui demande,Qu'est-ce que Dieu? C'est das le mme instant,[53] c'est de la mmebouche qu'il apprend qu'il y a des Esprits follets, des Revenans, desLoups-garoux & un Dieu. On lui inculque une des plus importantesvrits, d'une maniere capable de le dcrier un jour au tribunal de saraison. En effet, qu'y aura-t-il de surprenant, si trouvant l'ge de vingtans, l'xistence de Dieu confondue dans sa tte, avec une foule deprjugs ridicules, il vient la mconnotre, la traiter [54] ainsi quenos Juges traitent un honnte-homme, qui se trouve engag par accidentdans une troupe de coquins.

    XXVI.

    On nous parle trop-tt de Dieu: autre dfaut, on n'insiste pas assezsur sa prsence. Les hommes ont banni la Divinit

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    le cose verosimili, dice l'autore dei Saggi , quando me le si presentano comeinfallibili. Io amo quelle parole che smorzano e moderano la temerariet delle nostreasserzioni,forse, in qual-[51]che modo, talora, si dice, io penso e altre consimili.Se avessi da educare dei bambini metterei loro in bocca a tal punto questo modo di

    rispondere interrogativo e non risolutivo vale a dire? non capisco, potrebbeessere, vero? che conserverebbero l'aspetto d'apprendisti a sessant'anni, anzichpresentarsi come dottori a quindici anni."45

    [52] XXV

    Cos' Dio? domanda che si pone ai bambini e a cui i filosofi sono in gran pena perrispondere.46

    Si sa a che et un bambino deve apprendere a leggere, a cantare, a ballare, il latino,la geometria. Non che in materia di religione che non si consultano le suecapacit.Cos' Dio? Dalla stessa bocca, nello stesso istante,[53] egli apprende cheesistono gli spiriti folletti, gli spettri, i lupi mannari e un unico Dio.Gli si inculca unadelle verit pi importanti in un modo capace di screditarla un giorno al tribunaledella sua ragione. In effetti che vi sar di sorprendente se, trovando a vent'annil'esistenza di Dio confusa nella sua mente insieme ad una folla di ridicoli pregiudizi,egli la misconoscer e la tratter [54] alla stessa stregua con cui i nostri giudicitrattano un onest'uomo che si trova per caso in una banda di malfattori?

    XXVI

    Ci si parla troppo presto di Dio. Altro difetto: non si insiste a sufficienza sullasua presenza. Gli uomini hanno bandito da s la divinit,

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    d'entr'eux; ils l'ont rlegue dans un Sanctuaire; les murs d'un templebornent sa vue; elle n'existe point au-del. Insenss que vous tes,dtruisez ces en-[55] ceintes qui rtrcissent vos ides, largissez Dieu:voyez-le par-tout o il est, ou dites qu'il n'est point. Si j'avois un enfant dresser, moi, je lui ferois de la Divinit une compagnie si relle, qu'illui en couteroit peut-tre moins pour devenir Athe que pour s'endistraire. Au lieu de lui citer l'exemple d'un autre homme qu'il connotquelquefois pour plus mchant que lui; je lui dirois brusquement,Dieut'entends, & tu ments. Les jeunes gens veu-[56] lent tre pris par lessens: je multiplirois donc autour de lui le signes indicatifs de laprsence Divine. S'il se faisoit, par exemple, un cercle chez moi, j'ymarquerois une place Dieu; & j'accotumerois mon lve dire, "Nousetions quatre, Dieu, mon ami, mon Gouverneur, & moi."

    [57] XXVII.

    L'ignorance & l'incuriosit sont deux oreilliers fort doux; mais pourles trouver tels, il faut avoir la tte aussi bienfaite que Montaigne.

    XXVIII.

    Les esprits boillants, les imaginations ardentes ne s'accomodent pasde l'indolence du Sceptique. Ils aiment mieux hazarder un choix que den'en faire aucun; se tromper que de vi-[58] vre incertains: soit qu'ils semfient de leurs bras, soit qu'ils craignent la profondeurs des eaux, onles buot toujours suspendus des branches dont ils sentent toute lafoiblesse, & ausquelles ils aiment mieux demeurer accrochs que des'abandonner au torrent. Ils assurent tout, bien qu'ils n'ayent riensoigneusement examin: ils

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    l'hanno relegata in un Santuario: i muri di un tempio limitano la sua veduta, comese non esistesse al di l di tali muri. Insensati! distruggete questi re-[55] cinti cherimpiccioliscono le vostre idee, liberate Dio: vedetelo ovunque egli , o dite chenon esiste. Se dovessi educare un bambino, gli renderei la divinit una compagnia

    cos reale che gli costerebbe meno forse diventare ateo che sottrarsene.Anzichcitargli l'esempio di un altro uomo che egli conosce talora come pi malvagio di sestesso, gli direi bruscamente: Dio ti sente, e tu stai mentendo. E' la sensibilit cheva [56] colpita nei ragazzi: attorno a lui io moltiplicherei i segni indicativi dellapresenza divina. Se si facesse una cerchia intorno a me, io riserverei sempre unposto a Dio. Abituerei il mio allievo a dire: "Noi siamo quattro, Dio, il mio amico, ilmio precettore e io."

    [57] XXVII

    L'ignoranza e la mancanza di curiosit sono due guanciali molto dolci, ma pertrovarli tali occorre avere una testa altrettanto ben fatta di quella di Montaigne47.

    XXVIII

    Gli spiriti bollenti, le immaginazioni ardenti non s'adattano all'indolenza delloscettico. Preferiscono arrischiare una scelta, anzich non farne alcuna; ingannarsipiuttosto che vi-[58]vere nell'incertezza. Sia che diffidino delle loro braccia, sia chetemano la profondit delle acque, li si vede sempre attaccati a dei rami di cuisentono tutta la fragilit e ai quali preferiscono restare avvinghiati, anzichabbandonarsi al torrente. Sono certi di tutto, bench non abbiano esaminato nullacon cura. Non dubitano di nulla, perch non ne

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    ne doutent de rien, parce qu'ils n'en ont ni la patience ni le courage.Sujets de lueurs qui les [59] dcident, si par hazard ils rencontrent lavrit; ce n'est point tton, c'est brusquement & comme par rvlation.Ils sont entre les dogmatiques, ce qu'on appelle les illumins chez lepeuple dvot. J'au vu des individus de cette espece inquite qui neconcevoient pas comment on pouvoit allier la tranquillit d'esprit avecl'indcision. "Les moyen de vivre heureux, sans savoir qui l'on est, d'ol'on vien, o l'on va, pour- [60] quoi l'on est venu." "Je me piqued'ignorer tout cela, sans en tre plus malheureux, rpondoit froidementle Sceptique: ce n'est point ma faute, si j'ai trouv ma raison muette,quand je l'ai questionne sur mon tat. Toute ma vie j'ignorerai sanschagrin ce qu'il m'est impossible de savoir. Pourquoi regretterois-je desconnoissances que je n'ai pu me procurer, & qui sans doute ne me son

    pas fort ncessaires, puisque j'en suis priv. J'ai-[61] merois autant, undes premiers gnies de nnotre sicle, m'affliger srieusement de n'avoirpas quatre yeux, quatre pieds & deux ailes.

    XXIX

    On doit xiger de moi que je cerche la vrit,mais non que je latrouve. Un sophisme ne peut-il pas m'affecter plus vivement qu'unepreuve solide? je suis ncessit de consentie aux faux que je prens pourle vrai, & de rejetter le vrai, [62] que je prens pour le faux: mais qu'ai-je craindre, si c'est innocemment que je me trompe? L'on n'est pointrcompens dans l'autre monde pour avoir eu de l'esprit dans cellui-ci; yseroit-on puni pour en avoir manqu? damner un homme pour demauvais raisonnemens, c'est oublier qu'il est un sot pour le traitercomme un mchant.

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    hanno la pazienza e il coraggio. Assoggettati a dei bagliori che li [59] decidono, seper caso s'imbattono nella verit, non procedendo a tastoni, ma bruscamente ecome attraverso una rivelazione. Tra i dogmatici sono come coloro che il popolodevoto chiama gli illuminati. Ho visto degli individui di questa specie inquieta che

    non concepivano che si possa alleare la tranquillit dell'animo con l'indecisione."Come vivere felici, senza sapere chi si , da dove si viene, dove si va, per- [60] chsi venuti?" "Io mi vanto di ignorare tutto ci, senza esser perci pi sventurato"-rispondeva con freddezza lo scettico."Non affatto colpa mia, se ho trovato mutala ragione allorch l'ho interrogata sul mio stato.Per tutta la vita ignorer senzapreoccuparmi ci che mi impossibile sapere. Perch dovrei rimpiangereconoscenze che non ho potuto procurarmi e che indubbiamente non mi sono tantonecessarie, visto che ne sono privato.[61]Sarebbe, a detta di uno dei geni pi grandidel nostro secolo48, come affliggersi seriamente di non avere quattro occhi, quattropiedi e due ali.

    XXIX

    Si deve esigere da me ch'io cerchi la verit, ma non che la trovi. Un sofisma nonpu forse colpirmi pi vivamente di una solida prova? Io sono costretto aconsentire al falso che scambio per il vero e a rigettare il vero [62] che prendo perfalso; ma cos'ho da temere se senza malizia che mi inganno? Non si affattoricompensati nell'altro mondo per aver avuto dell'intelligenza in questo; vi sisarebbe puniti per non averne avuta? Dannare un uomo a causa dei suoiragionamenti fallaci dimenticare che uno sciocco, per trattarlo come unmalvagio.

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    XXX.

    Qu'est-ce qu'un Scepti- [63] que? c'est un Philosophe qui a dout detout ce qu'il croit, & qui croit ce qu'un usage lgitime de sa raison & deses sens lui a dmontr vrai: voulez-vous quelque chose de plus prcis?rendez sincre le Pirrhonien, & vous aurez le Sceptique.

    XXXI.

    Ce qu'on n'a jamais mis en question n'a point t prouv. Ce qu'on n'apoint examin sans prvention,[64] n'a jamais t bien examin. Le

    Scepticisme est donc le premier pas vers la verit. Il doit tre gnral,car il en est la pierre de touche. Si pour s'assurer de l'existence de Dieu,le Philosophe commence par en douter, y-a-t'il quelque proposition quipuisse se soustraire cette preuve?

    XXXII.

    L'incredulit est quelque fois le vice d'un sot, & la credulit le dfautd'un [65] homme d'esprit. L'homme d'esprit voit loin dans l'immensitdes possibles; le sot ne voit gueres de possible que ce qui est. C'est-lapeut-tre ce qui rend l'un pusillanime, & l'autre tmraire.

    XXXIII.

    On risque autant croire trop, qu' croire trop peu. Il n'y a ni plus nimoins de danger tre Polithiste qu'Athe; or le Scepticisme peut seulgarantir gale- [66] ment, en tout tems & en tout lieu, de ce deux excsopposs.

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    XXXIV

    Uno scetticismo a met il contrassegno di una mente debole; rivela un ragionatorepusillanime che si lascia atterrire dalle conseguenze; un superstizioso che crede di

    onorare il suo Dio ingombrando d'ostacoli la sua ragione; una sorta di incredulo cheteme di smascherarsi anche di fronte a se stesso52. Perch, se la verit [67] non hanulla da perdere se esaminata, ci di cui lo scettico a met convinto, cosa pensa alfondo della sua anima di queste nozioni privilegiate che ha paura di vagliare e chesono piazzate in un angolo del suo cervello come in un santuario a cui non osaaccostarsi?

    XXXV

    Sento gridare da ogni parte all'empiet. Il Cristiano empio in Asia, il [68]Mussulmano in Europa, il Papista a Londra, il Calvinista a Parigi, il Giansenista incima a via S.Jacques, il Molinista alla fine del quartiere di S. Mdard53. Chi sonodunque gli empi? E lo sono tutti o nessuno?

    XXXVI

    I devoti che si scatenano contro gli scettici, ho l'impressione, che fraintendano illoro interesse, o che si contraddicano. Se [69] certo che un culto vero per essereabbracciato e un culto falso per essere abbandonato non hanno bisogno che diessere ben conosciuti, sarebbe auspicabile che si diffondesse sulla superficie dellaterra un dubbio universale e che tutti i popoli mettessero in discussione la veritdelle loro religioni: i nostri Missionari troverebbero gi fatto pi della met del lorolavoro.

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    [70] XXXVII

    Colui che non conserva mediante una scelta deliberata il culto che ha ricevuto

    dall'educazione, non pu gloriarsi d'essere cristiano o mussulmano se non come dinon essere nato cieco o zoppo. La sua una fortuna, non un merito.54

    XXXVIII

    Colui che morisse per un culto di cui conoscesse la falsit, sarebbe un pazzo.Colui che muore per un [71] culto falso, ma che crede vero, o per un culto vero, madi cui non ha alcuna prova, un fanatico55.Il vero Martire colui che muore per un culto vero e la cui verit gli dimostrata.

    XXXIX

    Il vero martire attende la morte. L'entusiasta le corre incontro56.

    XL

    Colui che trovandosi alla [72] Mecca57, andasse a ingiuriare le ceneri di Maometto,rovesciasse i suoi altari e turbasse tutta una moschea, si farebbe impalare a colposicuro e forse non sarebbe canonizzato. Uno zelo del genere fuori moda. Ai giorninostri Poliuto58non sarebbe che un insensato.

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    XLI.

    Le tems des Rvlations, des Prodiges & des Missions

    extraordinaires est pass. Le Christianisme n'a plus besoin de cetchafaudage. Un [73] homme qui s'aviseroit de jouer parmi nous le rlede Jonas, de courir les rues en criant, "encore trois jours & Paris ne seraplus; Parisiens, faites pnitence, couvrez-vous de sacs & de cendres, oudans trois jours vous prirez, seroit incontinent saisi & train devant unJuge qui ne manqueroit pas de l'envoyer aux petites maisons: il auroitbeau dire: "Peuples, Dieu vous aime-t'il moins que le Ninivite? tes-vous [74] moins coupables que lui?" On ne s'amuseroit point luirpondre, & pour le traiter en visionnaire, on n'attendroit pas le termede sa prdiction.

    Elie peut revenir de l'autre monde quand il voudra, les hommes sonttels, qu'il fera de grands miracles, s'il est bien accueilli dans celui-ci.

    XLII.

    Lorsqu'on annonce au peuple un dogme qui contredit la [75] rligiondominante, ou quelque fait contraire la tranquillit publique, justifit-on sa mission par des miracles, le Gouvernement a droit de svir, & lepeuple de crier, crucifige. Quel danger n'y auroit-il pas abandonner

    les esprits aux sductions d'un imposteur, ou aux rveries d'unvisionnaire? Si le sang de Jesus-Christ a cri vengeance contre les Juifs;c'est qu'en le rpandant, ils fermoient l'oreille la voix de Moyse & desProphtes [76] qui le declaroient le Messie. Un Ange vint-il descendredes cieux, appuyt-il ses raisonnemens par des miracles; s'il prchecoontre la loi de Jesus-Christ, Paul veut qu'on lui dise anathme. Cen'est donc pas par les miracles qu'il faut juger de la mission d'un

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    XLI

    Il tempo delle rivelazioni, dei prodigi e delle missioni straordinarie passato. IlCristianesimo non ha pi bisogno di questa impalcatura. Un [73] uomo che pensasse

    di recitare da noi la parte di Giona

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    e corresse per le strade gridando: "ancora tregiorni e Parigi non sar pi! Parigini, fate penitenza, copritevi di sacco e di cenere ofra tre giorni perirete" sarebbe afferrato all'istante e trascinato dinanzi a un giudiceche lo manderebbe in manicomio. Avrebbe un bel dire:"Gente, Dio vi ama forsemeno dei Niniviti? e siete [74] meno colpevoli di loro?" Nessuno gli risponderebbe eper considerarlo come un visionario non si attenderebbe neppure il termine dellasua predizione.Elia60 pu tornare dall'altro mondo quando vuole; gli uomini sono tali che compirdei grandi miracoli, se ben accolto in questo mondo.

    XLII

    Quando si annuncia al popolo un dogma che contraddice [75] la religionedominante, o qualche fatto contrario alla quiete pubblica, anche se uno giustificassela sua missione attraverso dei miracoli, il Governo ha diritto di colpire e il popolo digridare:crucifige. Sarebbe infatti pericolosissimo abbandonare le menti alleseduzioni di un impostore o alle fantasticherie di un visionario. Se il sangue diGes-Cristo ha gridato vendetta contro i Giudei per il fatto che, versandolo, essichiudevano l'orecchio alla voce di Mos e dei Profeti [76] che lo dichiaravano ilMessia. Anche se fosse un angelo che discende dal cielo e appoggiasse i suoiragionamenti con dei miracoli, se predica contro la legge di Ges-Cristo, Paolovuole che lo si proclami anatema61. Non attraverso i miracoli che bisognagiudicare della missione di un uomo; ma in base alla conformit

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    homme; mais c'est par la conformit de sa doctrine avec celle du peupleauquel il se dit envoy, sur-tout lorsque la doctrine de ce peuple estdmontre vraie.

    [77] XLIII.

    Toute innovation est craindre dans un gouvernement. La plus sainte& la plus douce des religions, le Christianisme mme ne s'est affermisans causer quelques troubles. Les premiers enfans de l'Eglise sontsortis plus d'une fois de la modration & de la patience qui leur toientprescrites. Qu'il me soit permis de rapporter ici quelques fragmens d'unEdit de l'Empereur Julien, [78] ils caractriseront merveille le gnie de

    ce Prince Philosophe, & l'humeur des zls de son tems.J'avois imagin, dit Jiulien, que les chefs des Galilens sentiroientcombien mes procds sont differens de ceux de mon prdcesseur, &qu'ils m'en sauroient quelque gr: ils ont souffert sous son regne l'xil& les prisons; & l'on a pass au fil de l'pe une multitude de ceux qu'ilsappellent entr'eux hrtiques Sous le [79] mien, on a rappell lesxils, largi les prisonniers, & rtabli les proscrits dans la possessionde leurs biens. Mais telle est l'inquitude & la fureur de cette especed'hommes, que depuis qu'ils ont perdu le privilge de se dvorer les unsles autres, de tourmenter & ceux qui sont attachs leurs dogmes, &

    ceux qui suivent la rligion autorise par les loix, ils n'pargnent aucunmoyen, ne laissent chapper aucune occasion d'exciter [80] des rvoltes,gens sans gard pour la vraie pit, & sans respect pour nosconstitutions.Toutefois nous n'entendons pas qu'on les trane auxpieds de nos autels & qu'on leur fasse violence. Quant au menupeuple, il parot que ce sont ses chefs qui fomentent

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    della sua dottrina con quella del popolo a cui si dice inviato, soprattutto quando ladottrina di questo popolo dimostrata come vera. 62

    [77] XLIII

    Ogni innovazione in un governo dev'essere temuta. La pi santa e la pi dolce dellereligioni, lo stesso Cristianesimo non si affermato senza causare qualche torbido. Iprimi figli della Chiesa hanno [29] pi d'una volta oltrepassato i limiti dellamoderazione e della pazienza loro prescritte. Mi sia permesso riportare qui alcuniframmenti di un Editto dell'Imperatore Giuliano63[78]: caratterizzeranno a meravigliail genio di questo Principe filosofo e l'umore degli zelanti del suo tempo.

    Avevo immaginato, dice Giuliano, che i capi dei Galilei avvertissero quanto imiei modi di procedere sono diversi da quelli del mio predecessore e che me nesarebbero stati grati: sotto il suo regno hanno sofferto l'esilio e le carceri e si passata a fil di spada una moltitudine di gente che tra di loro si chiamano ereticiSotto [79] il mio regno si sono richiamati gli esiliati, liberati i prigionieri, ristabiliti iproscritti nel possesso dei loro beni. Ma tale l'inquietudine e il furore di questaspecie di uomini che da quando hanno perso il privilegio di sbranarsi a vicenda, ditormentare e coloro che sono attaccati ai loro dogmi e quelli che seguono lareligione autorizzata dalle leggi, non risparmiano mezzo alcuno, non lascianosfuggire occasione d'eccitare [80] delle rivolte, gente senza riguardo per la vera piete priva di rispetto per le nostre costituzioni Tuttavia noi non intendiamo che li sitrascini ai piedi dei nostri altari n che si faccia loro violenza Quanto al popolominuto, sembra che siano i suoi capi a fomentare

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    en lui l'esprit de sdition; furieux qu'ils sont des bornes que nous avonsmises leurs pouvoirs: car nous les avons bannis de nos tribunaux, &ils n'ont plus la commodit de dispo- [81] ser des testamens, desupplanter les hritiers lgitimes, & de s'emparer des successionsC'est pourquoi nous dfendons ce peuple de s'assembler en tumulte &de cavaler chez ses Prtres sditieux. Que cet Edit fasse la sret denos Magistrats que les mutins ont insult plus d'une fois, & mis endanger d'tre lapids. Qu'ils se rendent paisiblement chez leurs chefs,qu'ils y prient, qu'ils s'instruisent, qu'ils y [82] satisfassent au culte qu'ilsen on reu; nous le leur permettons: mais qu'ils renoncent tout desseinfactieux.. Si ces assembles sont pour eux une occasion de rvolte, cesera leurs risques & fortunes; je les en avertis Peuples incrdules,vivez en paix. Et vous qui tes demeurs fidles la religion de votre

    pais, & aux Dieux de vos peres, ne perscutez point des voisins, desconcytoiens, dont l'ignorance est encore plus plaindre que [83] lamchanchet n'est blmer. C'est par la raison & non par la violencequ'il faut ramener les hommes la vrit. Nous vous enjoignons donc vous tous nos fidles Sujets de laisser en repos les Galilens.

    Tels etoient les sentimens de ce Prince, qui l'on peut reprocher lepaganisme, mais non l'apostasie: il passa les premires annes de sa vie,sous differens Matres & dans diffrentes coles, & fit dans [84] unege plus avanc un choix infortun: il se dcida malheuresement pour leculte de ses ayeux & les Dieux de son pas.

    1.

    Une chose qui m'tonne, c'est que les ouvrages de ce savantEmpereur soient parvenus jusqu' nous.Ils contiennent des traits

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    in esso lo spirito di sedizione, infuriati per i limiti che noi abbiamo posto ai loropoteri; perch noi li abbiamo banditi dai nostri tribunali e non hanno pi l'agio didispor- [81] re dei testamenti, di soppiantare gli eredi legittimi e accaparrarsi lesuccessioni E' perch noi vietiamo a questo popolo di riunirsi in assemblee

    tumultuose e di tramare con i loro preti sediziosi Che questo Editto promuova lasicurezza dei nostri Magistrati che i rivoltosi hanno pi volte insultato e messo inpericolo di essere lapidati Che si ritrovino pacificamente presso i loro capi, che vipreghino, che si istruiscano, che [82] soddisfacciano al culto che hanno ricevuto, noilo permettiamo, ma rinuncino a ogni disegno fazioso Se queste assemblee sonoper loro un'occasione di rivolta, io li avverto, sar a loro rischio e pericolo Popoliincreduli, vivete in pace E voi che siete rimasti fedeli alla religione del vostropaese e agli Di dei vostri padri, non perseguitate i vostri vicini, i concittadini di cuiva pi commiserata l'ignoranza [83] che biasimata la malvagit. E' attraverso laragione, e non con la violenza, che gli uomini debbono essere ricondotti alla verit.Noi ingiungiamo pertanto a tutti voi sudditi fedeli di lasciare tranquilli i Galilei.Questi i sentimenti di quel principe a cui pu essere rimproverato il paganesimo, manon l'apostasia: trascorse i suoi primi anni di vita con maestri differenti e in scuolediverse e comp in [84] un'et pi avanzata una scelta sfortunata: si decisesventuratamente per il culto dei suoi avi e per gli Di del suo paese.64

    XLIV

    Mi sorprende che le opere di questo dotto imperatore siano giunte sino a noi.Contengono degli aspetti che non nuocciono affatto

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    qui ne nuisent point la vrit du Christianisme; mais qui sont assezdsavantageux quelques Chrtiens de son [85] tems, pour qu'ils sesentissent de l'attention singulire que les Peres de l'Eglise ont eu desupprimer les ouvrages de leurs ennemis. C'est apparemment de cesprdcesseurs que Saint Grgoire le Grand avoit hrit du zle barbarequi l'anima contre les Lettres & les Arts. S'il n'et tenu qu' ce Pontife,nous serions dans le cas des Mahometans qui en sont rduits pout toutelecture celle de leur Alcoran. Car quel et t le sort [86] des anciensEcrivains, entre les mains d'un homme qui solcisoit par principe deReligion; qui s'imaginoit qu'observer les regle de la Grammaire, c'etoitsoumettre Jesus-Christ Donat, & qui s