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Demografia, crescita economica, equilibri della previdenza sociale Gianni Geroldi Le pensioni un valore da tutelare. Tra equità e stabilità dei conti. FNP – CISL Roma 10 marzo 2015

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Demografia, crescita economica,

equilibri della previdenza sociale

Gianni Geroldi

Le pensioni un valore da tutelare. Tra equità e stabilità dei conti.

FNP – CISL

Roma 10 marzo 2015

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Premessa (1)

’’semplice’’ contabilità della previdenza sociale

• ENTRATE CONTRIBUTIVE (C)

aliquota x pop >15anni x tasso di occupazione x reddito medio

• SPESA PER PENSIONI (SP)

n° pensionati x n° pensioni pro capite x pensione media

Dinamica demografica pop>15 anni; n° pensionati

Crescita economica tasso di occupazione; reddito medio

Norme previdenziali aliquota; n° pensionati; n° pensioni pro capite;

pensione media

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Premessa (2)

equilibrio dei conti della previdenza

Cosa fare se:

SP > C

ovvero se le uscite per prestazioni sono maggiori delle entrate contributive

in primo luogo sarebbe auspicabile recuperare una crescita più sostenuta del PIL

In alternativa, date le tendenze demografiche, per riequilibrare i conti esistono tre modi:

a. aumentare l’aliquota (+ pressione fiscale)

b. riformare le regole previdenziali (+ rischio di inadeguatezza)

c. coprire il disavanzo con maggiori imposte (+ pressione fiscale)

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Demografia (1)

Italia: aumento previsto della speranza di vita alla nascita

62

69 71

74 77

79

83

88

72 75

78 80

83 85

88

92

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

1961 1971 1981 1991 2001 2011 2030 2065

Maschi Femmine

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Demografia (2)

Italia: nel 2015 ci sono segnali contrastanti sulla speranza di vita alla nascita

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Demografia (3) Italia: tasso di fertilità (numero medio di figli per donna)

2,41

1,60

1,25 1,44 1,49

1961 1981 2001 2011 2030

Proiezione

per mantenere stabile la popolazione totale il tasso di fertilità dovrebbe essere poco superiore a 2.

dal 1961 al 2001, la fertilità in Italia è scesa molto al di sotto del valore di stabilità della popolazione

dopo il 2001, si è registrata una leggera risalita, grazie soprattutto alla presenza di famiglie di

immigrati con tassi di fertilità più alti,

ma dal 2010 in poi …..

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Demografia (4)

In Italia la crisi sembra avere avuto effetti anche sul tasso di fertilità

(Fonte: Istat febbraio 2016)

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Demografia (5)

Italia: indice di vecchiaia della popolazione

(persone con età 65+ in % dei giovani con meno di 15 anni)

dal 1961 al 2011, i rapporto tra ultra 65enni e giovani sotto i 15 anni è aumentato di 3,7 volte

.

Le proiezioni al 2065 indicano che dovrebbe ulteriormente aumentare del 77%

0,39 0,46 0,62

0,93

1,27 1,45

2,07

2,58

1961 1971 1981 1991 2001 2011 2030 2065

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Demografia (6)

Italia: indice di dipendenza economica della popolazione Inattivi (età <15 anni e 65+ anni) in rapporto % agli attivi (età da15 a 64 anni)

0,52 0,56 0,53

0,46 0,48

0,52

0,63

0,83

1961 1971 1981 1991 2001 2011 2030 2065

dal 1961 al 2011, l’indice di dipendenza è rimasto inalterato perché l’aumento degli ultra 65enni è

stato ’’compensato’’ dalla diminuzione dei giovani sotto i 15 anni

.

Le proiezioni al 2065 indicano che l’indice dovrebbe aumentare del 60%

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La spesa per la protezione sociale in Italia è più concentrata in pensioni e salute,

ovvero due funzioni particolarmente sensibili all’invecchiamento della popolazione

0

10

20

30

40

50

60

70

Pensioni * Salute Disabilità Famiglie e minori Disoccupazione Casa-esclus.Sociale

Amministraz. ealtre funz.

UE28 UE EURO ITALIA

Sistema di protezione sociale (1)

Composizione percentuale delle spese per la protezione sociale (2013)

* Vecchiaia e superstiti

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Sistema di protezione sociale (2)

Italia: funzioni di welfare più “sensibili” agli effetti dell’invecchiamento

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

1991 1996 2001 2006 2012 2014

In %

del

PIL

Salute Pensioni

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-6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Tassi annui di variazione Medie di periodo

Crescita economica (1)

Italia: tassi annui di variazione reale del PIL

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100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

220,0

240,0

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015Crescita economica (2)

Italia: andamento del PIL reale (n .indice: 1970 = 100)

nel 2015 il PIL reale è tornato ad un livello pari a quello del 2000.

nello stesso periodo:

- la popolazione residente è salita da 56,9 a 60,7 mln., e il PIL pro capite è diminuito del 6,3%

- gli occupati sono diminuiti da 22,930 mln. a 22,479 e il prodotto pro-capite e aumentato dell’1,98%

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10,83

12,02

12,59

13,17

12,70

13,07

13,00

14,32 14,53

15,04

15,46 15,41

10,0

11,0

12,0

13,0

14,0

15,0

16,0

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

fino al 1997 la spesa per pensioni aumenta rapidamente

dal 1997 al 2008 la dinamica della spesa per pensioni rallenta e la quota sul PIL rimane stabile

dopo il 2008, con la crisi, la dinamica della spesa per pensioni rimane contenuta ma la variazione del PIL nominale diventa negativa

Pensioni (1) Spesa pensionistica comprensiva della quota GIAS in rapporto al PIL

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-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

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media 1989 - 1997 media 1998 - 2008 media 2009 - 2014

Var % spesa per pensioni Var % PIL

Pensioni (2) Tassi medi annui di variazione del PIL e della spesa per pensioni al netto dell’inflazione

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-2,5

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-1,5

-1,0

-0,5

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1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

Nel 2014 Il saldo negativo tra entrate contributive e uscite per prestazioni al netto della quota Gias è stato di 26,5 miliardi di

euro, ovvero 1,6% del PIL.

Il risultato viene dopo una serie di saldi negativi, in peggioramento dal 2008, anno in cui il sistema previdenziale era arrivato

vicino a una situazione di quasi equilibrio (-0,1% del PIL).

Nel biennio 2015/2016 (valori stimati), l’andamento dei saldi dovrebbe leggermente migliorare, grazie soprattutto a una ripresa

delle entrate contributive.

Pensioni (3) Saldi delle gestioni obbligatorie al netto GIAS in rapporto al PIL

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20,0

1990

1991

1992

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1994

1995

1996

1997

1998

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2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

contribuzioni spesa per pensioni

Valori

stimati

fino al 1997, con poche eccezioni, i tassi di crescita della spesa per pensioni sono molto elevati

dal 1998 al 2008, le entrate contributive aumentano più della spesa per pensioni che risulta rallentata

negli anni della crisi, l’aumento della spesa per pensioni rimane contenuto ma calano molto le contribuzioni

Pensioni (4) Tassi annui reali di variazione dei contributi e della spesa per pensioni

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2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 2055 2060

legislazione corrente ante L. 214/2011 ante L. 122/2011

ante L. 111/2011 ante L. 243/2004 EPC WGA scenario

Pensioni (5) Proiezioni del rapporto spesa per pensioni/PIL con modifiche normative

Considerando il PIL reale e assumendo una variazione media reale dal 2016 al 2060 dell’1,4%, i risparmi medi annui tra la

legislazione corrente e quella precedente il 2004 sono di circa 24,8 miliardi annui, mentre rispetto alla normativa

antecedente la legge Fornero (2011) i risparmi medi annui sono di circa 11,7 miliardi

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Pensioni (5)

Tassi di sostituzione netti della previdenza obbligatoria (1)

(Fonte: MEF – RGS 2014)

1) Dinamica retribuzioni: storico = var% nominale retribuzioni lorde per unità di lavoro; proiezione dal 2016 = dinamica produttività pro-capite

2) Età di pensione: lav. dipendente = requisito min. vecchiaia per retributive e miste, e anticipo di 3 anni per assunti dopo il 1966

lav. autonomo = requisito min. di vecchiaia

Anzianità contributiva: 38 anni per tutti i lavoratori

3) Le donne possono anticipare il pensionamento di 5 anni

4) Età di pensionamento pari al requisito minimo di vecchiaia e anzianità contributiva parametrata all’età di pensionamento con inizio attività

lavorativa a 30 anni senza interruzioni di carriera

5) Normativa fiscale di riferimento vigente

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Pensioni (6) Alcune annotazioni sull’adeguatezza

I tassi teorici di sostituzione del sistema pensionistico italiano sembrano garantire un livello

abbastanza elevato del rapporto tra pensione e reddito prima del pensionamento, anche

rispetto ai valori riscontrabili negli altri paesi UE.

Nel fare una valutazione d’insieme, vanno però considerati tre aspetti essenziali:

a. i tassi di sostituzione sono una misura relativa e non assoluta dell’adeguatezza di una

pensione. Se la retribuzione di riferimento è bassa, anche con tassi di sostituzione

elevati si possono avere pensioni inadeguate

b. durata e continuità della carriera lavorativa, oltre che il livello retributivo, sono essenziali

per avere una pensione adeguata, soprattutto con il metodo di calcolo contributivo. Per

i soggetti più deboli del mercato del lavoro (precari, basse qualifiche, giovani, donne,

lavoratori in età matura) può essere indispensabile avere sostegni di carattere

ridistributivo

c. la scelta dell’età di pensionamento, quindi la possibilità di avere occupazione in età

matura, è un fattore determinante per avere un trattamento pensionistico adeguato.

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trasferimenti a sostegno dei redditi dei pensionati

interventi ex ante interventi ex post

pensioni sociali

pensioni minime

“di base” universalistiche con prova dei mezzi

contributi integrativi

contributi figurativi

Pensioni (7) Strumenti per l’adeguatezza dei trattamenti di pensione

e per contrastare il rischio di povertà tra gli anziani

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Pensioni (8) Priorità per le politiche previdenziali in Italia

• con l’innalzamento dell’età pensionabile, è necessario reintrodurre flessibilità nei requisiti di

età e rafforzare le misure di sostegno all’occupabilità in età matura (incentivi, formazione

lungo la carriera, nuovi servizi, riorganizzazione del lavoro, ecc.)

• un sistema di ammortizzatori sociali più solido e inclusivo serve da sostegno non solo al

reddito corrente ma anche al credito pensionistico e all’adeguatezza delle prestazioni

• incentivi al lavoro femminile, con lo sviluppo dei servizi di cura e le politiche di

riconciliazione, hanno dimostrato di avere un forte impatto sul reddito delle famiglie dopo il

pensionamento

• misure per aumentare l’adesione e il ruolo della previdenza complementare potrebbero

contribuire in misura significativa all’adeguatezza dei redditi

• una riorganizzazione degli strumenti monetari di carattere solidaristico, oltre che dei servizi

alla persona, darebbe un concreto aiuto nel delimitare la quota di persone anziane a

rischio di povertà