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46 Venerdì 12 Febbraio 2016 Corriere della Sera

Spettacoli Numeri

a confronto

CdS 2015

Carlo Conti

Spettatori

Share

10.091.000 10.748.000

2016

Carlo ContiLa seconda

serata

41,68% 49.91%

di Mario Luzzatto Fegiz

Il rientro di Fogli: nel ‘73 lasciaigli amicie mia moglie Violaper stare con Patty

� L’intervista D a quando hanno deciso di chiuderebottega per sempre i Pooh non sono maistati così presenti su media e sul

mercato. I concerti d’addio, che in origine dovevano essere due, si stanno moltiplicando e ormai sono diventati un tour. E ieri sera hanno commosso l’Ariston con i classici del loro repertorio riletti con la formazione allargata ricreata per il cinquantenario. A risvegliare l’interesse del grande pubblico il reinserimento nella formazione, oltre che del batterista Stefano D’Orazio, del figliuol prodigo Riccardo Fogli, uscito nel 1973 per intraprendere una carriera solista. Fogli lo rifarebbe? «Assolutamente sì. Ero innamorato di Patty Pravo e volevo poterle dedicare più tempo. Mi trovavo benissimo con i Pooh, ma la mancanza di libertà mi impediva di vivere la mia grande storia d’amore con Nicoletta. Il produttore (Giancarlo Lucariello, nda) arrivava da me ogni mattina con i giornali scandalistici che parlavano della mia vicenda, mescolandola con le foto dei Pooh. Lui considerava tutto ciò un danno di immagine per il quartetto. Io mi dissi: piuttosto che rinunciare a Patty torno a fare il gommista. Avevo continui malesseri, stavo

male fisicamente. Tuttavia io mi allontanai gradualmente, dopo aver insegnato a Red le parti bassistiche. Fu un divorzio molto civile, ma per me molto doloroso. Come lasciare dei fratelli maggiori cui ero legatissimo. Dovetti ricominciare daccapo, imparare a scrivere canzoni, costruire un mio repertorio. Internazionale. E, a fatica, ci sono riuscito: accendete oggi una radio in Russia e sentirete sicuramente “Malinconia” o “Storie di tutti i giorni”». Ma quale fu la causa scatenante della

separazione? «Il produttore che mi chiedeva di scegliere fra i Pooh e Patty Pravo. Fu un errore: per Patty avevo lasciato mia moglie, la cantante Viola Valentino, figurati se non lasciavo i Pooh». La vita sentimentale di Fogli è stata poi abbastanza movimentata: una storia con l’attrice Stefania Brassi (da cui ha avuto un figlio di nome Alessandro), poi nozze con Karin Trentini, di trent’anni più giovane, che l’ha reso padre di Michelle. «Ho dovuto faticare molto per preparare il medley di Sanremo: ero decisamente arrugginito sul repertorio dei miei amici Pooh». Ieri sera il gruppo ha incantato la platea dell’Ariston confermando grande tensione espressiva. Sei classici e poi «Uomini soli», che vinse 26 anni fa, finalmente nella versione originale che all’epoca fu censurata nel verso «Sperduti nel Corriere della Sera» cambiato in «giornale della sera». Annunciato anche uno speciale su Raiuno l’11 marzo, una data estiva a Messina, un’altra all’Arena di Verona l’8 settembre con numerosi ospiti. Poi concerti nei palasport e all’estero, il tutto entro il 31 dicembre 2016, quando promettono di calare definitivamente il sipario. Ma c’è da crederci? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Coppia Riccardo Fogli (oggi 68 anni) negli anni Settanta con l’ex moglie, la cantante Viola Valentino

Festival Gli ascolti premiano ancora la formula Conti: quasi 11 milioni di spettatori al secondo appuntamentoAutocitazione

Convincente PattyPravo che ha riletto la sua «Tutt’al più», del 1970, accompagnata dal rapper Fred De Palma

Danzereccia

Ha fatto ballare la platea Dolcenera, con una versione dance di «Amore disperato» di Nada

Acerbo

Delude Alessio Bernabei, accompagnato dal duo Benji & Fede, in una versione di «A mano a mano» di Cocciante

Deboli

Non decollano neanche gli Zero Assoluto che hannotrasformato «Goldrake» in una ballad acustica

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SANREMO Se Sanremo è un ter-mometro (ma qualche dubbioc’è visto che in poche settima-ne tutto sparisce dalle classifi-che e dalla memoria), la musi-ca italiana sta così così. Il con-fronto delle canzoni in garacon quelle del passato scelte per la serata di ieri non tiene.Difficile che uno dei 20 possaentrare in una scaletta per unaserata simile fra un paio di de-cenni o che qualcuno riesca aentrare nel mito (nonostantebarzellette e sberleffi) come i Pooh, superospiti nella forma-zione che ha riaccolto Fogliper celebrare i 50 anni e poiaddio per sempre. Cori in pla-tea (e virtuali sui social) per unmedley che va da «Dammi so-lo un minuto» a «Tanta vogliadi lei», «Pensiero» e la versio-ne originale di «Uomini soli»che vinse qui nel 1990.

L’unico che regge il saltocronologico è Carlo Conti.Quella di mercoledì è stata lamiglior seconda serata perascolti dal 2005, quando digi-tale e satellite era no per po-chi: 10 milioni 748 mila spetta-tori, share del 49,91%, a un sof-fio dal traguardo dell’italianosu due. «Ha funzionato unprogetto di lungo periodo conun grande professionalità»,dice il direttore di Rai1 Gian-carlo Leone. Lo danno in par-tenza da Rai1, neanche i nume-ri basterebbero a salvarlo. «Conti è il Baudo di oggi e delfuturo», sembra un passaggiodi consegne. Il conduttore haun accordo anche per il terzoanno, ma non si sbilancia. «Lavoriamo fino alla finale, fi-guriamoci se penso al dopo»,dice. Smussa tutto. Tranne gliascolti. Si parte coi giovani:

passano Francesco Gabbiani(piccolo giallo, era stato esclu-so ma c’era stato un intoppotecnico nella votazione, inda-ga la polizia postale e l’esclusaMiele chiede la riammissione)e Mahmood. Gara in pausa peri Big. Noemi parte col turbo su«Dedicato» della Bertè. RoccoHunt con Carosone è una cen-trale di energia. Annalisa mo-stra il suo lato sexy su «Ameri-ca» della Nannini: che cambia-mento. Francesca Michielin ha20 anni ma cultura musicale:Battisti le sta adosso bene.

Lezione di reinterpretazio-ni: gli Elii arrangiano Beetho-ven in chiave funk e i Bluverti-go arrivano alla testa con «Lalontananza». La coppia Cacca-mo-Iurato celebra Pino Danie-le: lui è sempre centrato, lei in«Amore senza fine» trova lamisura che le era mancata l’al-tra sera. Patty Pravo si autoce-lebra, sono 50 anni di carrierae glielo si perdona. Fa riscrive-re il parlato di «Tutt’al più» alrapper Fred De Palma: non è un Frankenstein, anche se luisbaglia l’intenzione. Dolcene-ra porta «Amore disperato» diNada nei suoni dubstep. Rug-geri rockeggia su «’A canzun-cella». In territorio neutro i Dear Jack, Clementino e Neffa.Gli Zero assoluto sparigliano:invece che un classico con«Goldrake» pescano nell’in-fanzia dei 40enni, ma un supe-reroe acustico perde tutta lapotenza. Scanu e Fragola re-stano bruciati da Battisti e DeGregori. Alessio Bernabei cer-ca il moltiplicatore di like ecuoricini con Benji e Fede male voci stonano e massacranoCocciante con una versioneacustica di «A mano a mano».

Andrea Laffranchi© RIPRODUZIONE RISERVATAIn cinque I Pooh ieri sul palco dell’Ariston. Da sinistra, Stefano D’Orazio, Red Canzian, Riccardo Fogli, Roby Facchinetti, e Dodi Battaglia

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